Lesta alla Mostra! Stop! U - Marinai d'Italia · Che fascino la navigazione astronomica! ... del 3...

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21 Marinai d’Italia Novembre 2015 U na notte stellata del bellissimo lu- glio 2015 ed ecco che dal profon- do ritornano in superficie i nomi evocativi: Deneb Kaitos, Kochab, Polare, Merak, Alamak... Non ricordo quasi più nulla di tutto quel complesso di calcoli che avevamo impa- rato e applicato durante le due campa- gne di istruzione sul Vespucci in Nord Eu- ropa (1968) e sul vecchio San Giorgio in Centro America (1969). In quegli anni in Accademia la navigazio- ne astronomica “la faceva” (nel gergo degli allievi: la insegnava) il comandante Ilio Foschini, bravo e appassionato, dive- nuto per tutti noi un caro amico. Non si poteva sfuggire, noi di stato mag- giore, ai compiti di navigazione tutti i san- ti sabato pomeriggio in Accademia e alle osservazioni stellari tutti i santi crepusco- li che il buon Dio mandava in terra quando eravamo a bordo, quando eravamo liberi dalla guardia e non era nuvolo, e al suc- cessivo calcolo delle “rette d’altezza”. Eravamo come d’uso divisi in tre squadre. Quindi alle osservazioni stellari partecipa- vano due squadre: quella “franca” e quel- la di “comandata”. Un allievo con il se- stante per le osservazioni e un altro del- l’altra squadra per assistenza con la “mo- stra” (l’orologio cronometro per fissare l’i- stante della collimazione). La “mostra” era in precedenza allineata con il crono- metro di bordo e con il suo “K” di errore. Si andava all’osservazione in quei venti minuti in cui durava il crepuscolo: periodo nel quale erano visibili sia le stelle che l’orizzonte. Ci si prepara- va il “calepino” con gli azi- mut previsti delle stelle osservabili e il loro an- golo (“altezza”) stima- to sull’orizzonte, così non si sarebbe perso tempo prezioso a cer- carle. L’allievo osservatore era quello con in mano il sestante e che poi con l’ausilio delle tavole HO214 a soluzione diretta (si intende del triangolo sferico in trigonometria sferi- ca) avrebbe completato il calcolo delle rette d’altezza per trovare il punto nave. Individuata la stella con l’ausilio dei dati del calepino la inquadrava nell’ottica del se- stante e facendola collimare con l’orizzon- te con il classico movimento oscillatorio gridava all’assistente: «Lesta alla mostra! ...Stop!». Allo stop l’assistente leggeva sul- la mostra in ordine secondi, minuti e ora che, insieme con i dati dell’altezza della stella (gradi primi e secondi) venivano scritti sul calepino. Tre o cinque stop per ogni stella e poi la media dei tempi e delle altezze lette sul sestante. Ogni se- condo di errore nel tempo po- teva portare a un miglio di errore nel punto nave. Bisognava tirar giù (os- servare) almeno quattro stelle per avere un incrocio affidabile delle rette d’altezza e quindi un punto nave affidabile. Aveva- mo ottimi sestanti Plath con vite microme- trica di immediata lettura. Finite le osservazioni di corsa giù a fare i calcoli. Il tempo in cui finivi i calcoli, a ma- no e senza computer, era parte del pun- teggio insieme con la differenza del punto nave con quello fatto dall’ufficiale di rotta. A quel tempo anche la nave si affidava al- le osservazioni stellari. Lavoravamo sui tavoli tra le tavole HO214, le Effemeridi, i calepini, le correzioni per questo e per quell’altro, le interpolazioni, le tabelle e alla fine arrivavi a tracciare sul diagramma del quaderno di calcolo le “rette d’altezza” di ciascuna delle stelle osservate. Delle quattro rette (qualche volte ne tiravi giù solo tre) non accadeva mai che l’ in- crocio fosse un punto o qualcosa di simile. Era sempre un rettangolo un quadrato un trapezio. Per convenzione si assumeva come punto nave il baricentro di quell’ area di incertezza. Che fascino la navigazione astronomica! Forse il ricordo è così vivo e forte per me per- ché rappresenta la gioventù e l’avventura. Ho lasciato l’Accademia e la Marina e ho poi fatto ingegneria dopo la seconda clas- se. La mente è stata assorbita da tutta una serie di altre complessità. Sei uno di “sta- to maggiore” che si è “pentito in tempo” mi ricorda il mio amico ammiraglio ispetto- re capo del Genio Navale. Forse si e forse no, ma di sicuro lo studio della resistenza al moto delle carene, il numero di Froude, la stabilità delle navi, le sigma ammissibili, 20 Marinai d’Italia Novembre 2015 Osservazioni astronomiche Lesta alla Mostra! ...Stop! Le osservazioni astronomiche in mare al crepuscolo Antonello Gamaleri Socio del Gruppo di Genova Lo Star Finder and Identifier dello US HO, con dischi trasparenti sovrapponibili, qui per = 45° N Lo Star Finder and Identifier dello US HO, con dischi trasparenti sovrapponibili, la copertina Le osservazioni del crepuscolo serale del 3 ottobre 1969 scritte sul calepino per farne poi la media matematica La preparazione degli azimut e altezze previste delle stelle per l’osservazione al crepuscolo del 3 ottobre 1969

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U na notte stellata del bellissimo lu-glio 2015 ed ecco che dal profon-do ritornano in superficie i nomi

evocativi: Deneb Kaitos, Kochab, Polare,Merak, Alamak...Non ricordo quasi più nulla di tutto quelcomplesso di calcoli che avevamo impa-rato e applicato durante le due campa-gne di istruzione sul Vespucci in Nord Eu-ropa (1968) e sul vecchio San Giorgio inCentro America (1969).In quegli anni in Accademia la navigazio-ne astronomica “la faceva” (nel gergodegli allievi: la insegnava) il comandanteIlio Foschini, bravo e appassionato, dive-nuto per tutti noi un caro amico.Non si poteva sfuggire, noi di stato mag-giore, ai compiti di navigazione tutti i san-ti sabato pomeriggio in Accademia e alleosservazioni stellari tutti i santi crepusco-li che il buon Dio mandava in terra quandoeravamo a bordo, quando eravamo liberidalla guardia e non era nuvolo, e al suc-cessivo calcolo delle “rette d’altezza”.Eravamo come d’uso divisi in tre squadre.Quindi alle osservazioni stellari partecipa-vano due squadre: quella “franca” e quel-la di “comandata”. Un allievo con il se-stante per le osservazioni e un altro del-

l’altra squadra per assistenza con la “mo-stra” (l’orologio cronometro per fissare l’i-stante della collimazione). La “mostra”era in precedenza allineata con il crono-metro di bordo e con il suo “K” di errore. Si andava all’osservazione in quei ventiminuti in cui durava il crepuscolo: periodonel quale erano visibili sia le stelleche l’orizzonte. Ci si prepara-va il “calepino” con gli azi-mut previsti delle stelleosservabili e il loro an-golo (“altezza”) stima-to sull’orizzonte, cosìnon si sarebbe persotempo prezioso a cer-carle. L’allievo osservatoreera quello con in manoil sestante e che poi conl’ausilio delle tavole HO214 asoluzione diretta (si intende deltriangolo sferico in trigonometria sferi-ca) avrebbe completato il calcolo dellerette d’altezza per trovare il punto nave. Individuata la stella con l’ausilio dei dati delcalepino la inquadrava nell’ottica del se-stante e facendola collimare con l’orizzon-te con il classico movimento oscillatorio

gridava all’assistente: «Lesta alla mostra!...Stop!». Allo stop l’assistente leggeva sul-la mostra in ordine secondi, minuti e orache, insieme con i dati dell’altezza dellastella (gradi primi e secondi) venivanoscritti sul calepino. Tre o cinque stop perogni stella e poi la media dei tempi e delle

altezze lette sul sestante. Ogni se-condo di errore nel tempo po-

teva portare a un miglio dierrore nel punto nave.

Bisognava tirar giù (os-

servare) almeno quattrostelle per avere un incrocio

affidabile delle rette d’altezza equindi un punto nave affidabile. Aveva-

mo ottimi sestanti Plath con vite microme-trica di immediata lettura.Finite le osservazioni di corsa giù a fare icalcoli. Il tempo in cui finivi i calcoli, a ma-no e senza computer, era parte del pun-teggio insieme con la differenza del puntonave con quello fatto dall’ufficiale di rotta.A quel tempo anche la nave si affidava al-le osservazioni stellari.Lavoravamo sui tavoli tra le tavole HO214,le Effemeridi, i calepini, le correzioni perquesto e per quell’altro, le interpolazioni, letabelle e alla fine arrivavi a tracciare suldiagramma del quaderno di calcolo le“rette d’altezza” di ciascuna delle stelleosservate.Delle quattro rette (qualche volte ne tiravigiù solo tre) non accadeva mai che l’ in-crocio fosse un punto o qualcosa di simile.Era sempre un rettangolo un quadrato untrapezio. Per convenzione si assumeva come puntonave il baricentro di quell’ area di incertezza. Che fascino la navigazione astronomica!Forse il ricordo è così vivo e forte per me per-ché rappresenta la gioventù e l’avventura.Ho lasciato l’Accademia e la Marina e hopoi fatto ingegneria dopo la seconda clas-se. La mente è stata assorbita da tutta unaserie di altre complessità. Sei uno di “sta-to maggiore” che si è “pentito in tempo”mi ricorda il mio amico ammiraglio ispetto-re capo del Genio Navale. Forse si e forseno, ma di sicuro lo studio della resistenzaal moto delle carene, il numero di Froude,la stabilità delle navi, le sigma ammissibili,

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Osservazioni astronomiche

Lesta alla Mostra! ...Stop!Le osservazioni astronomichein mareal crepuscoloAntonello Gamaleri Socio del Gruppodi Genova

Lo Star Finder and Identifierdello US HO, con dischi

trasparenti sovrapponibili,qui per = 45° N

Lo Star Finderand Identifierdello US HO,con dischi trasparentisovrapponibili,la copertina

Le osservazioni del crepuscolo seraledel 3 ottobre 1969 scritte sul calepinoper farne poi la media matematica

La preparazione degli azimut e altezzepreviste delle stelle per l’osservazioneal crepuscolo del 3 ottobre 1969

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lo mantengono attivo e non sono diffuse.Una situazione ormai abbastanza comunea tutta l’elettronica, ma forse anche allenuove navi militari moderne. Sistemi com-plessi, spesso non riparabili con i mezzi dibordo e con le conoscenze degli utilizza-tori: solo un gruppo ristretto di ingegneriha la conoscenza completa. Gli altri sonoridotti a vedere solo una “scatola nera”.Ma forse liberi da un lavoro manuale pos-sono dedicare meglio intelligenza e risor-se all’efficacia delle azioni purchè benconsapevoli delle complessità e debolez-ze (e costo!) dei mezzi che utilizzano.Così da un cielo stellato i nomi delle stel-le e delle costellazioni hanno lasciatosentire ancora il loro profumo e poi la vi-sta degli strumenti grafici e degli “starfinder” che ho ritrovato in casa mi hannoriportato agli anni in cui mio padre li hausati ben prima di me. Quanta intelligenzae quanta attenzione erano state dedicatea quegli argomenti. «Lesta alla mostra! Stop!»

nnn

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i momenti flettenti, e poi nella professionecosì svariate complessità dai calcoli aglielementi finiti, alla oleodinamica, ai rego-lamenti internazionali, alle offerte perconquistare un ordine, ai Business Plan,al Design to Cost, alla gestione del perso-nale ai risultati economici degli ordini edei processi industriali sono statti tali dascacciare in un angolo dimenticato quel-le esperienze giovanili di navigazioneastronomica. Girando poi il Mediterraneoin barca a vela (otto metri e mezzo fuoritutto) negli anni ‘70 e ’80, non c’è stato bi-sogno del sestante: son bastati buonecarte, la navigazione stimata con le squa-drette, i punti costieri, la bussola magne-tica con gradi di cinque in cinque e il log

contamiglia a elichetta sotto lo scafo. Erail vecchio Brooks&Gatehouse grigio otti-mo strumento presente allora su quasiogni barca a vela.

Ricordi cari e affascinanti di costellazionie nomi di stelle... Deneb Kaitos, Kochab,Polare, Merak, Alamak, Schedir, Arturo,Marte, Antares…e forse per i miei colleghi che hanno con-tinuato la professione in Marina son di-ventati routine e non son più granchè.

Si deve riconoscere però il valore intellet-tuale particolare di questa abilità umanadello studio e della applicazione delle os-servazioni stellari per ottenere le rette d’al-

tezza, che con il loro incrocio indicano ilpunto nave. La risoluzione di un triangolosferico con la trigonometria sferica e l’au-silio delle benedette tavole HO214 statuni-tensi (II 3137 italiane) interpolando tra i“triangoli sferici” già risolti e tabellati. Nonche il GPS non abbia alto valore intellettua-le con la complessità tecnologica che lotiene in funzione. È l’utilizzo del GPS chenon richiede un esercizio intellettuale non-ché conoscenze complicate, ma diffuse tragli utilizzatori, come per il punto stellare.Le conoscenze che fanno funzionare ilGPS sono concentrate negli ingegneriche lo hanno progettato e costruito e che

Osservazioni astronomiche

La mostra, l’orologio cronometrousato per prendere i tempi

delle osservazionie preventivamente controllato

con il cronometro di bordo

Un sestante Plathcon lettura primi e secondimediante vite micrometrica.Un sistema più preciso e velocedella lettura con noniopresente sui vecchi sestanti

Osservazioni di solealla meridiana - Vespucci.

Campagna navale 1968Oceano Atlantico.

Le osservazioni di soleerano più facili

e i calcoli meno complicatidi quelle stellari al crepuscolo

Trasparentecon le costellazioni,parte di un altrosistema graficoitaliano,per trovare azimute posizionedelle stelleda osservare

Paginadel quadernodi calcolodelle osservazionistellaridel crepuscolo del 3 ottobre 1969con il diagrammadelle rette d’altezzaNave San GiorgioOceano Atlantico

Paginadel quadernodi calcolodelle osservazionistellaridel crepuscolo del 3 ottobre 1969