Leone XIII e la questione sociale - XIII e la questione... · La situazione ´Rivoluzione...

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La Chiesa e la questione sociale al tempo di Leone XIII

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La Chiesae la questione sociale al tempo di Leone XIII

La situazione

´Rivoluzione Industriale´Questione operaia´Processo di scristianizzazione´Socialismo

Prima della Rerum NovarumIn ogni Paese con ritmi diversi a seconda dell’industrializzazione

´Sul piano pratico: iniziative assistenziali-caritative

´Sul piano teorico: denunce contro l’avvilimento della dignità umana dei lavoratori e condanna dell’amoralismo economico degli economisti liberali

Germania

´Adolf Kolping (1813-1865), dal 1847 assistente dell’Unione cattolica dei giovani artigiani

´1869: dichiarazione collettiva dei vescovi tedeschi per invitare i cattolici a dedicarsi ai problemi sociali

´Von Ketteler arcivescovo di Magonza (1811-1877), Die Arbeiterfrage und Christentum

´Volksverein, una delle più significative associazioni del mondo operaio

Austria

´Karl von Vogelsang, discepolo di von Kettelerteorizza il ritorno a un sistema corporativo sul modello medievale

Francia

´Frédéric Ozanam fonda nel 1833 Conferenze di san Francesco

´Scuole professionali dei Fratelli delle scuole cristiane´René de La Tour du Pin (1834-1924), sostenitore del

corporativismo´Albert de Mun (1841-1914) fonda nel 1871 l'Oeuvre des

cercles catholiques ouvriers e nel 1886 la Associatiòncatholique de la Jeunesse française

´Léon Harmel (1829-1915) fonda l’Associazione cattolica degli industriali del Nord

Italia

´Fioritura di opere caritativo-assistenziali In Piemonte, Lombardia e Veneto

´Don Giovanni Bosco (1815-1888) formazione professionale dei ragazzi

´Leonardo Murialdo (1828-1900) preparazione dei contratti collettivi

´Opera dei Congressi, sezione di economia sociale cristiana diretta da Medolago Albani

´1889: Costituzione dell’Unione Cattolica per gli studi sociali in Italia da parte di Toniolo (1845-1918) e mons. Talamo (1844-1932)

Belgio

´Scuola di Liegi: mons. Doutreloux, vescovo di Liegi e don Antoine Pottier (successore di RadiniTedeschi alla cattedra di sociologia del Collegio Leoniano a Roma)

Svizzera

´Nel 1885 nasce l'Unione di Friburgo, allo scopo di riunire annualmente a Friburgo studiosi di problemi sociali.

´Caspar Decurtins (1855-1916) propone una vera legislazione sul lavoro

Altri Paesi

´In Portogallo negli anni ‘90 nascono i circoli cattolici operai

´In Spagna i Circulos de obreros´In Inghilterra l’arcivescovo di Westminster, mons.

Manning, riformatore sociale con attenzione alle scuole popolari e per il mondo del lavoro

´Negli USA lo sviluppo degli Knights of Labor. Sostenuti dal vescovo di Batlimora, mons. Gibbons

Verso un cambio di paradigma

´L’associazionismo operaio´L’intervento statale´Questione del salario

Maturava la consapevolezza dell’insufficienza del sistema caritativo-assistenziale,

Restavano per i cattolici tre nodi problematici:

Leone XIII tra Aeterni Patris e Rerum Novarum:«modernizzazione controllata» della cultura cattolica

´supporto filosofico della sana dottrina: neo-tomismo e neo-scolastica

´Legame sempre più stretto tra le funzioni di governo ecclesiastico e le funzioni di produzione culturale

´ Investimento di energie nella sfera sociale sino a designare i contorni di un «sistema di economia cristiana sociale»

Introduzione: la questione operaia

I. Il socialismo: falso rimedio1.La soluzione socialista: inaccettabile dagli operai2.La proprietà privata è di diritto naturale3.La proprietà privata è sancita da leggi umana e divine4.La libertà dell’uomo5.Famiglia e Stato6.Lo Stato e il suo intervento nella famiglia7.La soluzione socialista è nociva alla stessa società

II. Il vero rimedio: l’unione delle associazioni1.L’opera della Chiesa2.L’opera dello Stato3.L’opera delle associazioni

Conclusione: la carità regina delle virtù sociali

Rerum Novarum15 maggio 1891

La Rerum Novarum in 4 punti essenziali

´Ribadito il diritto naturale alla proprietà privata, mane viene sottolineata anche la funzione sociale

´Allo Stato viene attribuito il compito di intervenireefficacemente davanti ai problemi economico-sociali

´Agli operai vengono ricordati i loro doveri ma a lorodeve essere garantito un salario sufficiente ad unavita dignitosa

´Viene condannata la lotta di classe, ma èriconosciuto agli operai il diritto di riunirsi perdifendere i loro diritti

L’intervento dello Stato a favore degli operai

«si può affermare con verità che il lavoro deglioperai è quello che forma la ricchezza dellanazione. È quindi giusto che il governo si interessidell’operaio, facendo sì che egli partecipi inqualche misura di quella ricchezza che essomedesimo produce, cosicché abbia vitto, vestitoe un genere di vita meno disagiato».

L’intervento dello Stato a favore degli operai

«Nel tutelare le ragioni dei privati si deve avere unriguardo speciale ai deboli e ai poveri. Il ceto dei ricchi,forte per se stesso, ha meno bisogno della difesapubblica; le misere plebi, che mancano di sostegnoproprio, hanno speciale necessità di trovarlo nelpatrocinio dello Stato. Perciò agli operai, che sono nelnumero dei deboli e dei bisognosi, lo stato deve dipreferenza rivolgere le sue cure e le sue provvidenze»

L’intervento dello Stato a favore degli operai

«Quanto alla tutela dei beni temporali ed esteriori, primadi tutto è dovere sottrarre il povero operaio all’inumanitàdi avidi speculatori, che per guadagno abusano senzaalcuna discrezione delle persone come fossero cose.Non è giusto né umano esigere dall’uomo tanto lavoroda farne inebetire la mete per troppa fatica e dafiaccarne il corpo. Come la sua natura, così l’attivitàdell’uomo è limitata e circoscritta entro confini benstabiliti, oltre i quali non può andare»

Il lavoro: personale e necessario«Ha dunque il lavoro dell'uomo come due caratteriimpressigli da natura, cioè di essere personale, perché laforza attiva è inerente alla persona, e del tutto proprio dichi la esercita e al cui vantaggio fu data; poi di esserenecessario, perché il frutto del lavoro è necessarioall'uomo per il mantenimento della vita, mantenimentoche è un dovere imprescindibile imposto dalla natura.L'operaio e il padrone allora formino pure di comuneconsenso il patto e nominatamente la quantità dellamercede; vi entra però sempre un elemento di giustizianaturale, anteriore e superiore alla libera volontà deicontraenti, ed è che il quantitativo della mercede nondeve essere inferiore al sostentamento dell'operaio».

Il dovere di risparmiare«Quando l'operaio riceve un salario sufficiente amantenere sé stesso e la sua famiglia in una certa qualeagiatezza, se egli è saggio, penserà naturalmente arisparmiare e, assecondando l'impulso della stessanatura, farà in modo che sopravanzi alle spese una parteda impiegare nell'acquisto di qualche piccola proprietà.

Da qui risulterebbero grandi vantaggi:- una più equa ripartizione della ricchezza nazionale.- Quando gli uomini sanno di lavorare in proprio, faticanocon più alacrità e ardore. Questo giova moltissimo adaccrescere la produzione del suolo e la ricchezza dellanazione.- L'attaccamento al luogo natio».

Il dovere a riposare«Come la sua natura, così l'attività dell'uomo è limitata ecircoscritta entro confini ben stabiliti, oltre i quali non puòandare. L'esercizio e l'uso l'affina, a condizione però chedi quando in quando venga sospeso, per dar luogo alriposo. Non deve dunque il lavoro prolungarsi più diquanto lo comportino le forze. Il determinare la quantitàdel riposo dipende dalla qualità del lavoro, dallecircostanze di tempo e di luogo, dalla stessacomplessione e sanità degli operai. […].Di qui segue la necessità del riposo festivo. Unito allareligione, il riposo toglie l'uomo ai lavori e alle faccendedella vita ordinaria per richiamarlo al pensiero dei benicelesti e al culto dovuto alla Maestà divina».

Diritto ad associarsi«Finalmente, a dirimere la questione operaia possonocontribuire molto i capitalisti e gli operai medesimi conistituzioni ordinate a porgere opportuni soccorsi aibisognosi e ad avvicinare e udire le due classi tra loro.Tali sono le società di mutuo soccorso; le moltepliciassicurazioni private destinate a prendersi curadell'operaio, della vedova, dei figli orfani, nei casid'improvvisi infortuni, d'infermità, o di altro umanoaccidente; i patronati per i fanciulli d'ambo i sessi, per lagioventù e per gli adulti. Tengono però il primo posto lecorporazioni di arti e mestieri che nel loro complessocontengono quasi tutte le altre istituzioni».

«La Rerum Novarum aiuta il mondo cattolico a usciredalle visioni del corporativismo medievaleggiante, e amuoversi, sia pure con prudenza, con moderazione,nell’ambito delle novità introdotte dal secolo. […]Non era impresa facile per Leone XIII questa cautaapertura verso le novità del secolo: liberare ilmovimento cattolico dalla filosofia sociale dellaRestaurazione, spingerlo in qualche modo a fare iconti con il mondo moderno, aiutarlo nel vedere nelproletariato non la figura del povero tradizionale, nonl’assistito della beneficienza, ma il nuovo soggettopolitico dell’economia, non sarebbe potuto avveniredi punto in bianco».

G. De Rosa

«Bisogna considerare l’evento che la RerumNovarum apre nella storia, nello spazio diriflessione ed iniziativa che l’enciclica libera perla Chiesa, nella scoperta del sociale comedimensione stessa della fede dei tempi nuovi».

Ph. Boutry

Corporazioni Sindacati

Movimenticattolici Partiti politici

Dopo la Rerum NovarumI primi anni del ‘900