L’Emilia ferita che non molla - Dono e Vita · Mamprin, Ivan Ferigo, Giorgio Forti, Stefano Bosa....

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Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIV- n.2 - Giugno 2012 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) periodico art. 1, comma 1, LO/MI - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie www.donoevita.it. Numero 2 giugno 2012 L’Emilia ferita che non molla

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Periodico trimestraledi Informazione e

Promozionedell’AssociazioneVolontari Italiani

Sangue del Veneto e dell’Associazione

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Numero 2giugno 2012

L’Emilia ferita che

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Quanti siamo, dove siamo,quanto doniamo. In ITALIA

E in VENETO

Il tuo 5 per mille all’Avis regionale Veneto: C.F. 94019690265

Un piccolo bilancio per il 5x1000 alle Avis del Veneto. Nel2010 hanno aderito alla proposta di firmare sulla

dichiarazione dei redditi a favore di Avis Veneto esattamente 767contribuenti. Questo permetterà di introitare una sommaesattamente di euro 15.161,04 che sarà destinata, come neglianni scorsi, per finanziare ricerca e borse di studio insieme conla Fondazione TES. A questo proposito, e sugli ulteriori sviluppidella ricerca, vi invitiamo a leggere il servizio a pagina 15.

Sempre per quanto riguarda il 2010, per le nostre provincialivi sono state circa 3000 dichiarazioni-firme con i codici fiscali

Avis per un introtio complessivo di circa 67 mila euro.Anche gran parte di queste somme, per volontà delle provincialistesse, andranno a favore della ricerca. Ricordiamo a tutti che,in alcuni casi, è possibile ancora - per chi presenta la dichiarazionedei redditi posticipata - indicare il CF della regionale:94019690265. La vostra firma per la Ricerca!

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SOM

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RIO

Sommario

L’Editorialedi Alberto Argentoni pag.4

La pagina del direttoredi Beppe Castellano pag.5

Emilia ferita che non mollaUn giorno nella “bassa” che trema,ma resiste pag.6

E l’Abruzzo abbracciò l’Emilia pag.8

Quegli uomini in rosso... pag.8

Due Concordie unite da Avis pag.9

La SfidaPlasma: due anni decisivi da pag.10

Plasmaderivati: i dieci punti fermidell’Avis pag.13

Ricerca & SociologiaBessY “tasta il polso” dei donatori

pag.14Ricerca scientificaAvis affianca TES nella ricerca sullemalattie del sangue pag.15

Donare “altro”Sangue midollare, servono ancoratanti “bei tipi” pag.16

Giornata mondiale donatoreBolivia, aumentano i volontari pag.17

Una splendida Festa di Vita pag.18

Il sabato, spesa e occhio alla salute pag.18

Scoppiettanti i Massadores pag.19

Si continua in estate con il Riso chefa buon Sangue pag.19

Pagine giovaniMusica nel Sangue, successo corale

da pag.20

Tiziano Ferro in Veneto: donare èuna cosa... semplice pag.22

Un’estate-autunno intensa per i giovani avisini pag.27

Il Bello del VenetoSerrai di Sottoguda: fra strette gole e splendide principesse da pag.23

Le sette sorelleCronache associative dalle nostreprovince avisine e dall’Abvs Belluno

Verona da pag.28

Venezia da pag.31

Vicenza da pag.35

Treviso da pag.38

Padova da pag.41

Belluno da pag.44

Sport & Avis- Biciclettata regionale: il 2 settem-bre appuntamento a Castelfranco- Come corrono gli avisini-podistipadovani! pag.46

- Una “trasfusione” per i giornalisti-calciatori- Atletica mottense testimonial deldono Avis pag.47

Dono & Vita Anno XXXIV - n° 2 - giugno 2012

Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue

e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Editore - Segreteria - AmministrazioneAVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso

tel. 0422 405088 - fax 0422 [email protected]

REDAZIONEVia Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)

tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078320 4784837

E-mail: [email protected]

Presidente Avis Regionale VenetoAlberto ArgentoniResponsabile stampa associativa AVIS Regionale:Nereo MarchiIdea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - VeronaFotolito: Typongraph Digital Systems - S. Martino B. Albergo (Vr)Stampa: Mondadori Printing - VeronaDiffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR)

LA REDAZIONEDirettore Responsabile:

Beppe Castellano - [email protected]

Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione:Michela Rossato - [email protected]

Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

Vice Direttore: Roberto Rossini

Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS

BELLUNO: Danilo Zanon, Barbara Iannotta,Manuele Barattin; PADOVA: Marco Menin, Dante Gardin; ROVIGO: Andrea Mantoan; TREVISO: Paola Barro, Michela Rossato, Daniela Moro;VENEZIA: Giorgia Chiaro, Ottaviano Cereser,Giorgio Scotto, Dario Piccolo;VERONA: Roberto Rossini; VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva.

Redazione giovaniManuela Fossa (VE), Lucia Del Sole (VE), GiuseppeMorrone (TV), Fulvia Chiaro (VE), Dario Piccolo(VE), Umberto Panarotto, Bruno Gardin (VR),

Collaboratori fissi e rubricheOttaviano Cereser, Bernardino Spaliviero, FrancescoMagarotto, Roberto Rondin, Francesco Joppi,Giorgio Gobbo, Vilma Fabris.

Hanno collaborato a questo numero:Gabriele Zanchin, Beba Gabanelli, Gianni Benincasa,Enrico Benetti, Enrico Cibotto, Elena Galbiati, Pier PaoloParnigotto, Eugenio Coter, Mimmo Lamacchia, OriettaGuerrasio, Gina Bortot, Roberto Sartori, PiergiorgioLorenzini, Gino Foffano, Walter Tonon, Mario Sgarbossa,Luigi Pandolfo, Alberto Segato, Andrea Filippi, LucaMarcon, Gloria Mercurio, Gianfranco Boscaro, GianniMamprin, Ivan Ferigo, Giorgio Forti, Stefano Bosa.

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IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASOENTRO IL 30 LUGLIO 2012.

Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO.

Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO & VITA

Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)[email protected]

oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso

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Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Vi invitiamo a contattarli anche per essere inseriti su

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Acome assemblea. Quella nazionale si è appenatenuta a Montecatini. Il clima politico è stato

buono. Questo mandato associativo, che si era ini-zialmente distinto per un’inusuale divisione dell’asso-ciazione in “maggioranza e minoranza”, sembra poterritrovare il senso di appartenenza e di partecipazione.Ci sono stati ancora i “convitati di pietra”, ovverodue regionali che non hanno fatto alcun interventoin assemblea, e la maggioranza delle regionali ha fattoil suo intervento “guardandosi l’ombelico”, ovverosenza affrontare le tematiche assembleari. Tuttavia, lemodifiche al regolamento nazionale sono statediscusse e approvate con facilità e la nostra propostadi ridurre il valore venale delle benemerenze è entra-ta nella mozione finale come impegno per ilConsiglio nazionale senza sollevare eccessive proteste.Ci auguriamo siano segni positivi di una voglia diriforma: Avis nazionale ne ha bisogno come il pane!

Vcome Valdobbiadene. A fini giugno inizioluglio due grandi manifestazioni si sono svolte

nella località veneta. Il 50° di fondazione del TempioInternazionale del donatore di sangue e la nostraFesta regionale. I fondatori del Tempio sono stati deigrandi personaggi, mossi da una ricchezza interioreenorme, e la loro opera è cresciuta e giunta a noi pro-prio per il suo messaggio universale. Ora i tempisono diversi, la sensibilità religiosa e le modalità diesprimere i valori associativi si stanno modificandoma questo Tempio resta sempre un’occasione diriflessione e di orientamento per il donatore checrede nella forza dell’amore, nell’aspirazione alla pacee nella logica del dono. L’altro evento è quello dellanostra Festa regionale. È un’occasione per stare tra

donatori in maniera diversa e quest’anno siamo statiassieme anche a Fidas, l’altra grande Federazione didonatori di sangue in Veneto. Fidas ha accolto conentusiasmo la nostra proposta di fare festa insieme,poi nei fatti ci sono stati i “soliti” piccoli problemima abbiamo dimostrato che volendo si può!

Icome Italia. In questo periodo è difficile non averesentimenti dissonanti sul nostro Paese. C’è orgo-

glio per la solidità e la compostezza con cui la gentesa affrontare la crisi, il terremoto, le bombe contro leragazzine. C’è rammarico per lo spettacolo deluden-te dell’inerzia di una certa classe politica e per il dif-fuso degrado causato dai molti cosiddetti “furbetti”.In questo contesto Avis è chiamata a dare testimo-nianza della forza e della concretezza che hanno l’as-sociazionismo, la solidarietà e la sussidiarietà. È unagrande responsabilità civile e morale perché è su que-ste che si basa la nostra credibilità, ma anche la spe-ranza nella ripresa della nostra Nazione!

Scome sangue. Il 14 giugno si è celebrata laGiornata mondiale del donatore di sangue. Nel

mondo c’è ancora un bisogno drammatico di dona-tori volontari, anonimi, responsabili, periodici, asso-ciati e non retribuiti. Dobbiamo continuare a diffon-dere i nostri valori e il nostro modello organizzativo.L’Italia è un esempio in questo senso: ha la migliorelegge e le più grandi associazioni del mondo. Ci ren-diamo conto di questo solo nel confronto con gli altriPaesi e soprattutto con i loro donatori, che ci ammi-rano e un po’ ci invidiano. Incredibile ma vero! Neigiorni scorsi abbiamo ospitato una piccola delegazio-ne di Avas, l’associazione volontari argentini del san-gue, e non posso dimenticare che uno di loro, dopoaverci raccontato dei progressi fatti dall’associazionee ringraziato per l’aiuto che gli diamo, ha concluso ilsuo intervento mostrandoci con gli occhi lucidi e lavoce spezzata il suo passaporto italiano “nuovo dizecca”. Avis-Avas un legame di sangue che si rinnova.

Alberto Argentoni

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Quattro lettere, quanti valori!

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Con la foto qui sopra - scattata l’11 giugno aConcordia sulla Secchia (Modena) - tentiamo

solo di renderlo visivamente, il silenzio. È il cimiterodel paese, distrutto. Ci è sembrato irreale il silenzio,lì nella “bassa” modenese colpita dal sisma del 20 e29 maggio scorsi. Lo si “sente” (sì, lo si può ascoltareil silenzio) anche nelle strade aperte al traffico, anchedove i bambini giocano ancora, anche nelle code peril pranzo del “Campo Abruzzo”. E anche quandoparlano con te, gli emiliani del cratere sismico, li per-cepisci continuamente in ascolto. Delle tue parole,certo, ma soprattutto delle vibrazioni o del rombosordo con cui il terreno comunica le sue intenzioni,momento per momento. Perché qui ormai occorreessere pronti ad “ascoltare”, attraverso le suole dellescarpe o le gambe delle sedie, ciò che questa terrafinora generosa vuol fare della tua vita e del tuopaese. Parlano con i sensi continuamente all’erta lì aCavezzo come a Mirandola, a Concordia come a SanFelice sul Panaro, all’Avis di Modena come a SanPossidonio. Ti sorridono, nonostante tutto. Ti sorri-dono e ti parlano, perché sei lì con loro, non per“sciacallaggio mediatico”, ma per documentare larealtà di ciò che è, di ciò che è stato e di ciò che puòancora accadere. Per raccontarlo ad altri volontari,semplicemente, senza cercare lo “scoop” a tutti icosti. E “ascoltando il silenzio” assieme a chi la nottedorme ancora con la famiglia nella tenda “quequa” onella roulotte piazzata nel giardino della casa pur agi-bile, percepisci anche qualcosa che va ben oltre lapaura. È l’orgoglio di essere “quelli della bassa”, quel-li duri, quelli che non mollano, quelli che - certo -sanno piangere, ma non son capaci di compiangersi.

Subito dopo la prima “botta” che colpisce duroalcuni centri della “bassa” ferrarese-modenese (20

maggio, ore 4,04), l’Avis Emilia-Romagna inizia a farla conta dei danni. Per quanto riguarda le sedi-Centridi raccolta si segnalano problemi a Bondeno,Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro,Ferrara, Mirabello, Poggio Renatico, Cento. Quattrogiorni dopo tutta l’Assemblea nazionale Avis aMontecatini Terme abbraccia i “fratelli di sangue”emiliani. Sette i morti del 20, tutti nel ferrarese, nellascossa di magnitudo 5,8 che ha lambito di striscioanche a nord del Po, fra il mantovano e il polesine.Ma il peggio deve ancora arrivare. Una seconda fortescossa “gemella” colpisce ancor più duramente unaventina di centri della provincia di Modena il 29maggio alle 9,04. La terra non risparmia niente e nes-suno: capannoni, chiese, centri storici, case, scuolee... sedi Avis. I morti salgono ancora: 27 in totale,centinaia i feriti, 17mila gli sfollati e incalcolabili i“semi sfollati”. Sono coloro che, con la terra chetrema 30-40 volte nelle 24 ore, ancor oggi durante lanotte non si fidano più della propria casa, pur agibi-le. Si intensifica e si allarga l’immensa catena di soli-darietà, anche avisina, già scattata il 20 maggio.

Giornale avisino, dalle Avis abbiamo iniziato perraccontare alcune storie fra le mille che si dipa-

nano in occasioni simili. Come per L’Aquila 2009, laredazione è andata sul posto per documentare einformare, stavolta “rinforzata” da un collega delGazzettino. Come in Abruzzo abbiamo sentito parla-re cento idiomi diversi: il respiro dell’Italia! Quellareale. Un Paese che in solidarietà è Uno e indiviso.

Beppe Castellano

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Quando per un titolo non servono parole

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Avevo l’impressione di essere su una barca, con ilmare agitato, e di non riuscire a scendere. Una sen-

sazione strana, di impotenza, che mai avrei immagina-to di dover provare ancora altre dieci, venti volte, e chis-sà per quanto tempo ancora. È un fiume in piena ilgiovanotto che incontriamo, scendendo dall’auto,davanti alla sede dell’Avis provinciale di Modena.Sono le dieci del mattino dell’11 giugno e inizia daqui il nostro, seppur parziale, “viaggio” nella terraemiliana colpita dal sisma. Una lunga sequenza discosse, che dal 20 maggio non dà tregua a migliaia diabitanti. “Si vive con una paura tremenda addosso, chesi fa molto pesante soprattutto di notte - continua ilragazzo - io dormo in tenda dalla prima scossa, cometante altre persone e non credo di riuscire a tornare acasa finché la terra non deciderà di stare ferma”. Civiene incontro il responsabile della Protezione civiledell’Avis regionale Emilia Romagna, GianniBenincasa, che ci farà da guida tra campi e volontari.Non prima di aver incontrato il presidente dell’Avisprovinciale modenese, Maurizio Ferrari, che sta coor-dinando da settimane una situazione difficile, masotto controllo. Mappa alla mano, è desolante il qua-dro che ci presenta: nella zona colpita dal terremoto,12 sedi sulle 14 totali che svolgono servizio di raccol-

ta del sangue, sono dichiarate inagibili. Funzionanosolo quelle di Soliera e San Possidonio. Per le altresono previsti tempi di “riapertura” compresi tra i 12e 18 mesi, e quindi si stanno trovando soluzionialternative, come il temporaneo trasferimento del-l’attività in autoemoteche, in arrivo da Torino e Bari,oltre che da altre zone d’Italia. Stessa sorte, per moti-vi di sicurezza, per la donazione delle piastrine, tra-sferita dal Policlinico di Modena al Centro di raccol-ta dell’Avis provinciale, che visitiamo e dove i dona-tori come sempre non mancano. Benincasa ci spiegache gli sfollati sono 16mila, che sono arrivati e stan-no arrivando volontari da tutta Italia, instancabili.Alle 10.50 ci mettiamo in auto alla volta del Centroprovinciale della Protezione civile, alle porte diModena. Il Centro è perfettamente organizzato, siaper il coordinamento degli aiuti, sia della raccolta delmateriale da smistare nei vari Comuni. Un camion dibottiglie d’acqua è appena arrivato da Ragusa, grazie

Un giornonella ‘bassa’che trema,ma resiste

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alla generosità di una ditta privata e dell’Avis, duetensostrutture sono arrivate da Avis della provincia diCremona, altro materiale da Avis di Abruzzo eBasilicata. Bastano pochi minuti per rendersi contodella grande forza dell’Italia (anche avisina), da norda sud, nello stringersi attorno a chi ha bisogno. E ivolontari avisini li troviamo anche nelle cucine,intenti a preparare il pranzo per tutti i volontari. Laseconda tappa del nostro viaggio è il Campo deiVigili del Fuoco che a centinaia, dal giorno dellaprima scossa, si danno il turno per mettere in sicurez-za gli edifici e aiutare la popolazione. Loro il compi-to di delimitare in ogni paese la cosiddetta “zonarossa”, la più pericolosa. Alle 12 raggiungiamo la ten-dopoli di Cavezzo e quando leggiamo il nome, civiene un tuffo al cuore: “Campo Protezione civileAbruzzo”. È proprio a ridosso del Palasport e dellasede Avis, inagibili. Impossibile non tornare con ilpensiero all’altro terribile sisma, a L’Aquila e dintor-ni. Dopo la visita al campo e al paese di Cavezzo, par-ticolarmente “ferito”, raggiungiamo San Possidoniodove a colpirci è la chiesa, che non potrà più ospita-re alcuna messa. Ci dicono che su 43 chiese totalidella diocesi di Carpi, ben 40 sono danneggiate seria-mente. Ci rimettiamo in macchina. Per tutto il

pomeriggio, in campagna e lungo le vie dei paesi cheattraversiamo, ci sono tende e roulotte ovunque, neigiardini, nei parchi e nei campi sportivi. Da SanProspero a Mirandola (con un campo tende di 475persone di dieci etnie diverse, gestito dalla Protezionecivile del Friuli V.G.) a San Felice sul Panaro, (concampi gestiti da Veneto e Trentino), a Concordiasulla Secchia (dove troviamo i campi della Protezionecivile di Lazio e Toscana), è un ripetersi di immagini,danni e silenzio, tanto silenzio. Una sensazione sur-reale che ci ha accompagnato per tutto il tempo,senza mai lasciarci. La terra, intanto, continua a tre-mare. Non trema, per fortuna, quando il direttore siinfila con una scusa in zona rossa a Concordia e giral’angolo, nikon al collo, per documentare la realtà.Torna dopo pochi, lunghi minuti, abbondantementesgridato dalla vigilanza. Con sé ha, tra le altre, la fotodi copertina. È la torre della caserma dei Carabinieriin “Via della Resistenza”. Negli occhi e nelle orecchiela desolazione dell’assordante silenzio del deserto.Sulla via del ritorno, dopo aver salutato e lasciatoBenincasa ai suoi tanti impegni di questi giorni d’e-mergenza, passiamo per il basso Mantovano e ilPolesine, “vicini di casa” dell’Emilia ferita e feriti aloro volta, anche se per fortuna in modo decisamen-te più lieve. Michela Rossato

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E l’Abruzzo abbracciò l’EmiliaTrecento persone nelle tende all’interno del

campo, altre 200 in tende-igloo a ridosso delPalazzetto dello sport, centinaia in piccole “tendopo-li” allestite qua e là nel paese, nei giardini e lungo lestrade. A Cavezzo entrare in casa è ancora un mirag-gio. Al campo gestito dalla Protezione civiledell’Abruzzo arriviamo a mezzogiorno, mentre unalunga e ordinata fila ci dice che si sta distribuendo ilpasto. Accanto, in una grande tensostruttura, moltibambini stanno giocando. Ce ne sono 40 nelle tende,ma altri 60 arrivano dai paesi vicini. All’ingresso delcampo, tre tende ospitano la distribuzione di generidi prima necessità, dal sapone alle scarpe, agli indu-menti. Giampiero Antonetti, responsabile delcampo, ci accoglie nell’ufficio-mobile che ripara soloun po’ dall’afa e dal sole. Quasi intuendo il nostro

collegamento mentale tra questo in Emilia e il lorosisma di tre anni fa, ci dice subito che l’esperienza delterremoto non è facile da vivere, ma che alla tendo-poli la situazione è tranquilla. “Sarà che qui non c’èquasi bisogno di psicologi perché lo siamo già noi, che cisiamo passati e capiamo quello che stanno provandoqueste persone - ci dice - che lo sentono e ci ringrazianoper il sorriso, la parola che sappiamo dare. I due terre-moti sono stati per alcuni aspetti diversi: da noi più“concentrato” logisticamente, qui più ampio, a L’Aquilaha dato un duro colpo alla storia, qui più all’economia,ma sono identici la paura, il senso di smarrimento e diinsicurezza in chi lo vive ed è fondamentale avere ungiusto approccio psicologico con gli sfollati”. Che vivo-no un dramma. I volontari impegnati in ogni tipo diattività sono 100 e 40 i mezzi. Tra loro anche dona-tori di sangue abruzzesi, come Raffaele Vivio. Fuoridal campo incontriamo un gruppo di giovani tecniciprovenienti da L’Aquila. Sono ingegneri e geologi chenei Comuni colpiti eseguono rilievi in abitazioni ecatalogazioni. Abruzzo ed Emilia due facce della stes-sa medaglia? “Ci sembra una faccia sola - spiegano -noi abbiamo ricevuto e riceviamo tanta solidarietà datutta Italia e così, ora che c’è bisogno, cerchiamo di darea nostra volta un contributo anche se, a dire il vero,abbiamo ancora anche noi tanto bisogno di una mano”.Anche per L’Aquila, infatti, i tempi del ritorno allanormalità sono ancora lontani.

Il terremoto è una guerra contro un nemico invisi-bile. E il presidio dei vigili del fuoco è come un

fortino in mezzo al disastro. Il “Comando OperativoModena San Prospero” è uno dei due comandi checoordinano il lavoro determinante, essenziale, deivigili del fuoco sui luoghi del sisma. Un fortino quasiinespugnabile visto che noi veniamo respinti, senzaperdite, al primo assalto. Poi, individuato l’accesso,senza formalità, possiamo farci un’idea del grandelavoro che stanno svolgendo i pompieri in questa

zona. “Siamo trecento unità provenienti da tutta Italia- ci spiega l’ing. Giuseppe Merendino, il vice coman-dante del C.o.a. (Comando operativo avanzato) den-tro la sua baracca-ufficio, dove ci dedica qualcheminuto del suo preziosissimo tempo - e ci occupiamodella nostra zona di competenza. Operiamo dalle 6 alle22 con diversi turni, solo ed esclusivamente in attivitàlegate al sisma. Gli uomini che arrivano dai comandi edistaccamenti da tutta Italia, rimangono in media ottogiorni. Poi ci sono le eccezioni, come il sottoscritto chenon vede la famiglia a Ragusa da quindici giorni.Comunque, nel dettaglio operiamo nell’assistenza e soc-corso alla popolazione, recupero beni storici e artistici,messa in sicurezza degli edifici, controllo edifici pubbli-ci e civili, viabilità”. Tra questi interventi, che sonostati moltissimi, quali i più delicati? “Sicuramentequelli relativi alle demolizioni e al recupero dei beniartistici, quadri, statue, opere d’arte. Per non parlare,poi, di quelli alle persone che hanno riguardato la

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Quegli uomini in rosso, angeli dell’emergenza

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C’è un gemellaggio che in questi giorni fa sentirevicini Veneto ed Emilia. È quello tra Avis, Aido

e Corale della veneziana Concordia Sagittaria e dellamodenese Concordia sulla Secchia, duramente colpitadalla seconda forte scossa di questo anomalo sisma,quella del 29 maggio. Una fratellanza rinnovatanell’emergenza, con la visita dei veneti l’8 giugno.“Una scossa che, assieme a quella di qualche ora piùtardi, ci ha messi in ginocchio, ci racconta il giovanepresidente dell’Avis locale, Enrico Benetti. Oltre milleabitanti sui 9mila totali non fanno rientro da allora nelleproprie abitazioni, dichiarate inagibili in zona rossa. Maanche quelli che potrebbero, non vogliono saperne difarvi ritorno. “Siamo tutti fuori, 500 persone nel campogestito dalla Croce Rossa, altre seguite dalla Protezione civiledi Lazio e Toscana, gli altri accampati per la notte nelgiardino di casa o presso parenti o in case al mare”. Unasituazione da crollo nervoso, se non fosse per la grandetenacia e voglia di ricominciare degli abitanti. Lungole poche vie agibili del paese si contano gazebo e tendedi fortuna adibite a piccoli negozi, nelle zone industrialie di campagna accanto ai capannoni distrutti si stannoallestendo tensostrutture dove continuare in qualchemodo a produrre lavoro. “Qui parliamo di 13 mila postidi lavoro persi, di tantissime aziende che lavorano per terzi

e rischiano la chiusura - continua Benetti - dobbiamoandare avanti a tutti i costi, come possiamo, perché il rischioè che oltre ai crolli e alle vittime, non ci sia un rilancioeconomico, che è invece vitale per rimettersi in moto eriprendere in mano la nostra vita”. E la voglia di fare ègrande anche in Avis. “La nostra sede è inagibile e primadi un anno, se la terra smette di tremare, non ci faremoritorno. A Concordia siamo 600 donatori con una mediadi 26 donazioni a settimana, dobbiamo riprendere daqualche altra parte la nostra attività. Assolutamente.Intanto noi avisini stiamo partecipando alle rondenotturne e ci siamo da subito attivati per la preparazionee distribuzione dei pasti”. Il senso della comunità, inquesti frangenti, è fondamentale. “Lo si stasentendo fortissimo, persone che prima sisalutavano appena oggi mangiano insieme, sifanno coraggio l’un l’altra - conclude Enrico- e questo è bello in una situazione struggentecome la nostra. Concordia ha perso la suaidentità storica, religiosa, culturale, ma non lasua identità di comunità forte che guardaavanti”. Con l’aiuto di tanti, instancabilivolontari arrivati da ogni angolo d’Italia.

Servizi e foto di Michela Rossato,

Gabriele Zanchin, Beppe Castellano

Due Concordieunite dall’Avis

prima parte degli interventi, la prima emergenza.Ricordo il recupero di un anziano, rimasto seppellito dalcrollo del suo condominio a Cavezzo”. Durante la con-versazione veniamo interrotti tre volte da telefonatevarie di richieste di interventi o informazioni:“Particolarmente delicato è stato l’intervento al Palazzovescovile di Carpi oppure il recupero di masserizie nell’a-zienda Cavicchioli, dove abbiamo speso tante energiefisiche e anche nervose”. E la guerra contro il nemicoinvisibile quale il sisma, si combatte con gente come ivigili del fuoco, armati di passione, competenza,coraggio e responsabilità.

La prima scossa del 20 maggio, concentratapiù sul ferrarese, ha lambito anche alcuni

centri del nostro alto Polesine. Il 29, invece,con quella più disastrosa nel modenese, dannisi sono registrati anche in alcuni comuni delMantovano. In particolare fra Lombardia eVeneto sono state interessate chiese, vecchirustici e patrimonio culturale. Qui accanto,per esempio, la chiesa di Ficarolo il cui tetto,come in quella di Occhiobello, è stato seria-mente danneggiato. Molti meno i danni alresto delle costruzioni, gli “sfollati” venetisono in tutto una quarantina - ci hanno dettoin zona - e nessuno è in condizioni critiche.Nessuno, insomma, dorme in tenda. L’Avisregionale Veneto, su proposta della Provinciale Rovigo, haistituito il 5 giugno una sottoscrizione per il Polesine: AvisRegionale Veneto - pro terremoto - Banca Antonveneta - IBAN: IT38J0504012003000000256224.Avis regionale Emilia Romagna e Avis Lombardia insiemehanno aperto a sostegno delle sedi colpite, già all’indoma-ni della prima scossa, il seguente c/c: Banca Popolare dell'Emilia-Romagna IBAN: IT71X0538702403000002059627.

Come contribuire ad aiutare

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Il Sistema Trasfusionale Italiano sta conoscendo unprofondo travaglio, ai più poco percepibile, ma

davvero molto intenso e senza precedenti.Sembra un alveare in piena estate, che sembra immo-bile come tutto il resto quando il caldo induce allasiesta pomeridiana in un silenzio sudaticcio, ma cheal solo avvicinarsi fa sentire un ronzio diffuso per l’a-lacre lavoro delle migliaia di api che lo popolano.Durerà così almeno fino al 31 dicembre 2014, termi-ne entro il quale DEVE essere concluso il percorso dicertificazione di tutte le strutture di prelievo, pubbli-che e associative, verificate una ad una da appositecommissioni regionali. Questo percorso si intrecciacon l’altro legato alle gare di appalto per la lavorazio-ne del plasma; attendiamo per fine giugno la pubbli-cazione sulla Gazzetta Ufficiale di ben quattro decre-ti sul plasma e la plasmaderivazione, decreti comun-que già firmati dal ministro Balduzzi. Purtroppo ilritardo accumulato dal Sistema Italia crea un negati-vo accavallarsi di scadenze. In pratica le gare per laplasmaderivazione avverranno prima del 31 dicem-bre 2014, e quindi prima che tutte le Regioni abbia-no completato i percorsi previsti per il rispetto deiRequisiti minimi e le visite di verifica (AccordoStato-Regioni 16 dicembre 2010) che sono indispen-

sabili per il Plasma Master File. Ciò non aiuta nellacomplessa trattativa in corso per la costituzione degliAccordi Interregionali che andranno a gestire le sin-gole gare europee (si parla di organizzare quattro ocinque Accordi Interregionali con nuove e diverseaggregazioni rispetto a quelli che hanno finora fun-zionato e che sono ormai in scadenza); ma anchequesto ci deve spronare tutti a dare il meglio dei con-tributi possibili.

La costruzione del “Sistema Paese”, orizzonte del rinnovato Sistema Trasfusionale Italiano

È indubbio che l’obiettivo delle legge trasfusionaleitaliana, posto sin da subito (art.1 comma 1 lettera a:il raggiungimento dell’autosufficienza regionale enazionale di sangue, emocomponenti e farmaci pla-smaderivati) porta con sé la costruzione di una retenazionale, sorvegliata e coordinata dal CentroNazionale Sangue, che consenta le cessioni di ecce-denze di alcune Regioni ad altre carenti. Questo èquello che si fa da molto tempo per gli emocompo-nenti, ma che ancora non si può fare per i farmaciplasmaderivati per la mancanza delle specifiche tarif-fe di scambio. Ma non può esserci SistemaTrasfusionale se non c’è una adeguata procedura perla gestione delle eccedenze e delle carenze.L’occasione irripetibile della messa a norma europeadi tutta le rete trasfusionale italiana deve servire a“calibrare” al meglio anche questo aspetto, affattosecondario. Di più: ci deve servire anche a costruire ilpercorso idoneo a gestire le eccedenze “nazionali” disingole specialità farmaceutiche a minor consumointerno. La proposta che Avis sostiene è la loro cessio-ne a Paesi carenti nell’ambito di progetti di coopera-zione internazionale che prevedano lo sviluppo deirispettivi sistemi trasfusionali basati sul Volontariatoanonimo e gratuito stile Avis, non sempre ma anchecon ristoro alle Regioni italiane dei meri costi di pro-duzione industriale.

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Plasma: due anni decisivi

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Fra Congressi, Assemblee e ConvegniLa primavera trasfusionale, è stata particolarmenteintensa, con tutti i protagonisti (Centro NazionaleSangue, Regioni, Simti, Avis e le altre associazioni),impegnate nel proprio ambito e in incontri a piùvoci, a interrogarsi, dichiararsi e impegnarsi. Le sca-denze normative, ma anche la crisi economica, ciobbligano tutti ad agire con più determinazione e intempi più rapidi del solito. Tre appuntamenti sonostati per noi quelli che contano di più: il 7 maggio lariunione plenaria del Sistema Trasfusionale convoca-ta dal Cns presso l’Istituto Superiore di Sanità aRoma nel corso della quale il nostro Presidente nazio-nale Vincenzo Saturni ha enunciato “I dieci puntifermi” di Avis (che riportiamo integralmente a pagina13) e poi il Congresso Simti a Rimini, nella stessa set-timana in cui s’è svolta l’Assemblea nazionale Avis aMontecatini (dal 21 al 27 maggio). Altri due signifi-cativi incontri sono stati quelli di fine giugno: il 22-

23 a San Marino (seminario internazionale Fiods) e il29-30 a Lucca (Simti e Fondazione Campus).

I dati italiani sui plasmaderivati: Anticipando l’uscita del libro bianco del Cns (siannunciano ben 220 pagine), nel seminario tenutosi

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il 25 maggio a Montecatini Terme nel contestodell’Assemblea Nazionale Avis, sono stati presentatidal sottoscritto i dati disponibili, non ancora deltutto “validati”, sulla domanda italiana di plasmade-rivati, sulla capacità produttiva da plasma nazionale,sugli acquisti di farmaci commerciali di importazio-ne e sui costi specifici per ognuno di essi. Questa relazione, disponibile sul sito web: avis.it, perla prima volta rivela il giro d’affari generato dalla pro-duzione nazionale e la differenza importante di costoche viene sopportato dalle regioni carenti (e magarisottoposte a Piani di rientro) per acquistarli nel mer-cato speculativo internazionale. Ciò che colpisce dipiù è il consumo maggiore di farmaci nelle Regioniche raccolgono meno plasma e che pertanto li acqui-stano a caro prezzo sul mercato, mentre le Regioniche conferiscono maggiore quantità di plasma da

donatore italiano hanno consumi mediamente piùcontenuti, con doppio risparmio sulla spesa sanitaria.Sarebbe a dire che l’impressione complessiva è di unamaggiore capacità di governo della spesa da partedelle Regioni più impegnate nella raccolta del pla-sma, utilizzando al meglio il dono etico dei Volontaridel sangue e verificando l’appropriatezza dell’uso deifarmaci, senza ridurre qualità e quantità dell’assisten-za sanitaria per gli ammalati.

E il Veneto che sta facendo?Il Veneto si colloca sempre nelle migliori posizioni inquesta particolare graduatoria, a ulteriore confermadel buon lavoro fatto a partire dal 1986, l’anno dellascelta, allora criticatissima, di attivare in solitaria laproduzione di plasmaderivati “in conto lavoro”.Quella scelta mise in evidenza il Veneto, fino ad allo-ra comparsa ininfluente sul “teatro” trasfusionale ita-liano, ponendo le basi sulle quali nel 1999 si costituìl’Aip (Accordo Interregionale Plasma) con il Venetoper l’appunto capofila. Oggi l’Aip rappresenta 11Regioni e PA italiane e raccoglie circa il 45% del pla-sma nazionale; è in fase di esaurimento per l’avvici-narsi delle nuove gare per la plasmaderivazione. Dacontatti informali, nell’assenza della convocazionedella Commissione Regionale per il ServizioTrasfusionale (Crst), pur richiesta da molti mesi anorma di legge da tutto il Volontariato del Veneto, siintuisce l’orientamento regionale a ricostituire l’Aipridimensionato a comprendere solo il Triveneto(Veneto, Friuli Venezia Giulia, Prov. Aut. di Trento eBolzano); a noi pare una scelta “riduttiva” che isola ilVeneto nel contesto nazionale nel momento in cui, alcontrario, tutto il bagaglio importante dell’esperien-za fatta finora potrebbe dare i migliori frutti sia per lanostra Regione sia per il contesto complessivo nazio-nale. Ovviamente sta all’istituzione politica prenderele decisioni, e noi collaboreremo sempre al meglio;non possiamo però esimerci dall’esprimere un’opi-nione che è competente, esperta, appassionata edisinteressata. Bernardino Spaliviero

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Avis ribadisce fermamente e considera irrinunciabiligli obiettivi e le affermazioni della legge 219/2005.

In particolare:1) l’autosufficienza nazionale dei farmaciplasmaderivati va raggiunta attraverso la donazionevolontaria, periodica, anonima, non remunerata eassociata del sangue e del plasma.2) ai fini del perseguimento degli obiettivi del punto1) chiediamo la garanzia che vengano definiti strumentidi governo complessivi del sistema che partano dallaadozione di tariffe di scambio stabilite a livello nazionale,anche con riferimento a modelli già sperimentati.3) il plasma umano è un bene etico, sanitario edeconomico pubblico, di proprietà delle Regioni, nonè commerciabile e non può essere fonte di profitto; diconseguenza è irrinunciabile il modello “conto lavoro”per il conferimento alle industrie farmaceutiche delplasma donato, con integrale restituzione dei farmaciplasmaderivati prodotti.4) si raccomanda che nella predisposizione dello schematipo di convenzione che disciplina i rapporti tra Regionie industrie di lavorazione del plasma, la classificazionedel plasma conferito faccia riferimento a quanto previstodalla Farmacopea Europea, consentendo di migliorarele strategie volte alla valorizzazione del dono.5) le eventuali eccedenze di farmaci plasmaderivatidelle singole Regioni o dei raggruppamenti di Regionidevono poter essere ceduti o scambiati tra le realtàregionali per il conseguimento dell’autosufficienzanazionale, secondo il modello già collaudato dellecessioni degli emocomponenti, sulla base delle tariffenazionali e con il ruolo di coordinamento da parte delCentro nazionale sangue.6) le eventuali eccedenze nazionali di singole specialitàfarmaceutiche devono essere messe a disposizione degliammalati di altri Paesi europei ed extraeuropei carenti,mediante accordi e iniziative di cooperazioneinternazionale, nell’ambito di progetti umanitari e/odi ricerca scientifica, a titolo gratuito o con il soloristoro dei costi di produzione, stipulati dallo Stato e/odalle Regioni italiane, anche con la partecipazioneattiva del Volontariato organizzato.7) ogni Regione e Provincia autonoma deve far partedi uno dei raggruppamenti di Regioni, costituiti perottimizzare la plasmaproduzione; tali raggruppamentidovranno avere masse critiche tali da consentire lemigliori condizioni economiche e la continuità difornitura dei farmaci. Altresì importante è che venganostabilite regole comuni di azione tra i diversiraggruppamenti.

8) il volontariato del sangue deve essere adeguatamenterappresentato nei gruppi di coordinamento deiraggruppamenti regionali ai fini della programmazionedelle attività e del monitoraggio.9) l’appropriatezza d’uso dei farmaci plasmaderivati deveessere un altro aspetto strategico su cui operare,predisponendo strumenti efficaci di valutazione, epuntare al loro inserimento tra quelli prescrivibiliunicamente in ambiente ospedaliero. Si auspica inoltreche, fatte salve specifiche esigenze terapeutiche stabilitein base a rigorosi criteri clinici, le Regioni stabiliscanocome prioritario l’utilizzo di plasmaderivati prodottiin conto lavoro da plasma di donatori italiani volontarie non remunerati.10) la tutela e la promozione del farmaco etico diorigine biologica umana, che deve condurreall’autosufficienza nazionale, deve portare allatrasparenza l’origine del prodotto che va dichiarata suogni confezione del farmaci plasmaderivati, per rispettoverso il generoso gesto dei donatori volontari nonremunerati italiani, e per doverosa informazione versogli ammalati che questi farmaci utilizzano.

Dal periodico nazionale “Avis SOS”

Plasmaderivati: i dieci punti fermi Avis

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L’etichetta che vorremmo fosse presente su ogni confezione dei medicinali plasma-derivati prodotti con il nostro plasma, per rispetto verso il generoso gesto deiDonatori non remunerati italiani e per doverosa informazione verso gli ammala-ti che questi farmaci utilizzano (Punto fermo n.10 di Avis).

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Nel corso dell’assemblea regionale è stato dedica-to uno spazio al “punto di vista dei donatori”

rispetto alla donazione di sangue ed al rapporto cheil donatore ha con l’Avis. Queste informazioni pro-vengono dai primi risultati (la presentazione ufficialedei risultati della ricerca è stata fatta a giugno aBologna e sono pubblicati sul sito www.avisveneto.it)di una ricerca condotta all’interno del progetto dicooperazione internazionale “BessY” (Blood Ethicalgood for Social capital e SafetY)che riguarda le buone pratiche,i processi di promozione deldono, i modelli di raccolta e lasicurezza del sangue. Partnersdel progetto sono l’S.R.C. pro-vinciale Avis (Veneto), l’Azienda Ulss 10 “VenetoOrientale”, Ca’ Foscari Formazione e Ricerca, l’AvisFriuli Venezia Giulia-Onlus, l’Avis regionale Emilia-Romagna, Slovenia Red Cross-Federation ofAssociations, Blood Transfusion Centre of Slovenia,Croatian Red Cross, Croatian Institute ofTransfusion Medicine; Ministry of Health (Albania)e Albania Red Cross. L’obiettivo generale della ricer-ca è di cogliere l’importanza e il significato del donodel sangue e quali ricadute, tale gesto, può avere sulcontesto sociale attuale. Per far ciò è stato, quindi,necessario avere il contributo e il supporto dei dona-tori attraverso la somministrazione di un questiona-

rio anonimo presso i Centri trasfusionali delle diver-se province venete e, in alcuni casi, nelle sedi associa-tive dell’Avis. Grazie alla fondamentale collaborazio-ne di tutte le sedi provinciali Avis, si è riusciti a coin-volgere 590 donatori. Un primo aspetto su cui ci si èsoffermati riguarda le motivazioni che portano lepersone a diventare donatori di sangue. Ai donatori èstata presentata una lista di motivi ed è stato chiestoloro di esprimere quanta importanza hanno avuto,

nella loro scelta di diventaredonatori: la maggior parte deidonatori dichiara che, per loro,le motivazioni più importantisono state: Il sentirsi utili aglialtri (79,1%) e l’avere amici

donatori (55,3%). Per quanto riguarda il rapportocon la propria associazione, per i soci Avis (che sonoil 79,9% dei donatori coinvolti nella ricerca) vi è unaforte condivisione (96,5%) di valori con la propriaassociazione e una generale soddisfazione (86,3%)per le attività di promozione svolta da questa. Inmerito alla promozione, alcuni avisini (199 personepari al 33,7% del campione) hanno suggerito inquale ambito si debba dare maggior spazio (il 28,6%di coloro che hanno risposto), in testa le scuole (alcu-ni hanno sottolineato anche il bisogno di coinvolge-re le Università dove l’associazione è meno presenterispetto alle scuole di ordine inferiore). Un’altra indi-

cazione (suggerita dal 22,1%) riguar-da l’incremento della pubblicità conparticolare attenzione alla radio (cita-ta da molti donatori) e al coinvolgi-mento di personaggi famosi che fun-gano da modelli per i giovani.Entrambe queste attività sono soprat-tutto dedicate al mondo giovanile,per il quale il 17,6% dei donatorisuggerisce l’organizzazione di attivitàspecifiche che riescano a coinvolgere iragazzi in maniera attiva al fine di sti-molarli a partecipare anche alla vitaassociativa. Un altro dato interessanteè quello relativo alle fonti di informa-zione: l’89,8% dei donatori dichiaradi aver reperito facilmente le infor-mazioni utili per diventare donatoredi sangue e la maggior parte di loro(69%) ha reperito tali informazionitramite il contatto diretto (da amiciche sono già donatori di sangue e/oda persone che sono iscritte all’Avis).

BessY tasta il “polso” dei donatori

Motivazioni, benemerenze,valori: i dati di una ricerca

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Infine, ai donatori sono state fatte alcune domandeper comprendere cosa pensano della gratuità deldono e dei riconoscimenti dati al donatore. La quasitotalità dei donatori (83,6%) crede che sia giusto chela donazione di sangue sia gratuita, mentre per quan-

to riguarda i riconoscimenti: la maggior parte(60,3%) dei donatori crede che si dovrebbe donare ilsangue solo per il piacere di farlo e 1 donatore su 5(il 18,8%) considera giusto ricevere un segno di rico-noscenza dall’associazione.

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Avis Veneto sostiene la ricerca scientifica e lo fapartecipando attivamente alle attività della

Fondazione TES. Si tratta di un coinvolgimento cheha preso avvio nel 2008 e che si sta consolidando. Lamission avisina è quella di aiutare l’ammalato e noi lofacciamo in vari modi: principalmente attraverso ildono del nostro sangue e promuovendo il suo usopiù appropriato. Proprio prendendo spunto da que-sto ultimo aspetto Avis Veneto sta finanziando laricerca sulle cellule staminali multipotenti circolantinel sangue periferico. Nel sangue di ciascuno di noicircolano cellule capaci di riparare danni e sostituirecellule ammalate o morte in tutto il corpo. Trovarequeste cellule, analizzarle e imparare a utilizzarle apregrandi prospettive per la medicina e già oggi le cellu-le staminali sono utilizzate per curare malattie tumo-rali del sangue, lesioni della cornea oculare, ustioni eperdite di osso o pelle.Il 9 giugno scorso si è svolta a Selvazzano (PD) l’as-semblea annuale della Fondazione Tes, presieduta dalsuo presidente prof. Pier Paolo Parnigotto.Nel corso del 2011 Avis Veneto ha devoluto il suo5x1000 alla Fondazione Tes e così, insieme ad Abvs,alcune Avis provinciali e comunali, ha raccolto ben78.000 euro da destinare alla ricerca. Tale somma èservita a co-finanziare l’acquisto di una particolareattrezzatura (un citofluorimetro, che serve a indivi-duare e selezionare le cellule staminali nel sangue deidonatori) e a garantire delle borse di studio per deigiovani ricercatori. Questi sono tutti laureati presso

l’Università di Padova e si apprestano a ottenere ildottorato di ricerca presso il Dipartimento diMedicina rigenerativa della stessa Università.Nei programmi futuri della Fondazione TES ci sonoin particolare: il progetto di allestire un propriolaboratorio di ricerca a Padova, da mettere a disposi-zione dei dottorandi del Dipartimento e l’avvio di unnuovo progetto di ricerca per la cura dell’Emofilia.Quest’ultimo vede collaborare la Fondazione conl’associazione APE (Avis per il ProgressoEmatologico) che raccoglie le Avis della Castellana asostegno del Centro per la cura dell’Emofilia pressol’Ospedale di Castelfranco Veneto (in foto l’assem-blea APE a Montebelluna). Dobbiamo continuare afinanziare la ricerca scientifica: è un ulteriore segnodella solidarietà nei confronti di chi soffre e apre spe-ranze di cura per ciascuno di noi. Per sostenere la Fondazione per la Biologia e laMedicina della Rigenerazione TES Onlus poteteinviare la vostra offerta con queste modalità:- Con bonifico Bancario: Banca Antonveneta Ag. di Selvazzano Dentro (PD) - Fondazione TES; IBAN: IT29W0504062890000001445726- Con Donazione Online: Collegandosi al sitowww.fondazionetes.it; - Con il 5x1000: Scrivendo sulla dichiarazione dei redditi il numero diCodice Fiscale di TES (02164260289) oppure quel-lo di Avis regionale Veneto indicato a pag. 2.

Alberto Argentoni

Avis affianca TES nella ricerca sulle malattie del sangue R

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Tipizzare di più e tipizzare meglio. Questa la linead’azione dettata dal Centro Nazionale Trapianti

ai numerosi Centri Donatori italiani, incaricati direclutare e gestire i donatori di midollo osseo nellerispettive aree geografiche di pertinenza. Volontariche, attraverso i Registri Regionali, confluiscono nelRegistro Italiano (a livello internazionale noto comeIbmdr - Italian Bone Marrow Donor Registry),attualmente composto da 337.166 potenziali dona-tori (dato aggiornato al 30 aprile 2012).

Un Registro poco competitivo “Il nostro Registro è tra i primi in Europa come nume-ro di iscritti - spiega la dott.ssa Maria Irene Fezzi delLaboratorio HLA dell’Ospedale dell’Angelo diMestre, che si occupa delle tipizzazioni per la provin-cia di Venezia - ma sta diventando sempre meno com-petitivo, innanzitutto per l’età media elevata dei suoidonatori”. Il nostro èinfatti un registro “vec-chio”, considerando che illimite di età è 55 anni:circa il 46% dei donatoriha tra i 36 e 45 anni,mentre la fascia 46-54 anni rappresenta più del 30%;i giovani fino ai 35 anni non raggiungono nemmenoil 25%. Significa che nei prossimi anni moltissimiusciranno dal Registro per raggiunti limiti di età. Un altro problema è la tipizzazione poco approfondi-ta cui sono stati sottoposti oltre un terzo dei donato-ri italiani. Solo dal luglio 2010 è obbligatoria la tipiz-zazione molecolare in alta risoluzione degli antigenidi classe II e in buona risoluzione di quelli di classe I.Per gran parte degli iscritti, dunque, attualmentesono necessari più step per verificare la reale compa-tibilità con il paziente che ha bisogno. “A causa diquesto iter - commenta la Fezzi, qua sotto con il suoteam - talvolta i nostri donatori non vengono nemmenopresi in considerazione: il completamento della tipizza-

zione richiederebbe tempi troppo lunghi”. In Italiainfatti il tempo medio tra inizio ricerca ed effettivotrapianto è di sei mesi, tempo che può risultare trop-po lungo in alcune patologie ematologiche.Attualmente molti pazienti italiani vengono trapian-tati grazie a donatori tedeschi o americani, con unconseguente aumento della spesa sanitaria nazionale.

Le prospettive“La proposta del Centro Nazionale Trapianti è ora quel-la di tipizzare in alta risoluzione per la I e II classe giàal momento dell’iscrizione - anticipa la dott.ssa Fezzi -in modo da avere donatori ben analizzati e selezionati.Se tale direttiva diverrà operativa, molti laboratori oraattivi in Italia saranno costretti a sospendere o delegaread altri centri il reclutamento di donatori, poiché néaccreditati né attrezzati per questo tipo di analisi”. Taledecisione rientra in una logica di ottimizzazione delle

risorse economiche,attualmente disperse tratanti piccoli laboratori. Lastessa filosofia ispira lascelta di innalzare ilnumero minimo di tipiz-

zazioni annue che ogni singolo centro donatori deveeffettuare per proseguire l’attività, oggi fissato a 100.“Il Centro di Venezia è accreditato - aggiunge - matipizza in media 140 persone all’anno: il rischio è quel-lo di dover sospendere questo tipo di attività”.

Il quadro in Veneto, Venezia “fanalino”In Veneto gli iscritti al Registro sono circa 60.000 (alivello nazionale siamo la seconda regione dopo laSardegna), pari a circa il 20% della popolazione tra i18 e i 55 anni. A Vicenza, Verona, Padova e Trevisoci sono i Centri donatori “storici”, più numerosi,mentre nella provincia di Venezia gli iscritti sono solo5.000, come a Trento e Bolzano. “Nella nostra provin-cia - sottolinea la dott.ssa Fezzi - abbiamo una grandepotenzialità che non viene sfruttata (sono circa430.000 i residenti tra i 18 e 55 anni, n.d.r.). Per cre-scere basterebbe partire dal bacino dei nostri donatori disangue, che rappresentano i candidati ideali: sono giàidonei, monitorati, rintracciabili e sensibili alla temati-ca della donazione, quindi meno propensi a negare ilconsenso nel momento del bisogno”. È qui che entra ingioco la rete dell’Avis: per far crescere il Registro egarantire più possibilità di trapianto ai pazienti biso-gna intraprendere un’opera sistematica di informa-zione e sensibilizzazione dei nostri soci, in sinergiacon i volontari di Admo e il personale medico deiServizi Trasfusionali. Giorgia Chiaro

Sangue midollare: servono tanti bei “tipi”D

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Il Veneto nel Registro Ibmdr:generosi, ma ormai “anziani”

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Un ideale gemellaggio a distanza tra la festa deidonatori di sangue del Veneto e quelli della

Bolivia. Una settimana prima della nostra festa aPianezze di Valdobbiadene, anche i donatoridell’Abds, l’associazione di donatori di sangue volon-tari nata in Bolivia tre anni fa grazie all’appoggio e alsostegno di Avis, Abvs e Fidas, si sono trovati per pas-sare una giornata insieme. Padre Eugenio Coter - cheinsieme a padre Alfredo Rizzi è stato fra i fondatoridell’Abds - era presente alla festa veneta del 17 giu-gno e ha concelebrato la Messa al Tempio internazio-nale del Donatore (vedi pagine che seguono).“Un momento storico, perché abbiamo superato le 1300donazioni che per noi è un grande passo in avanti.Nell’occasione abbiamo anche presentato un nostro cap-pellino in vari colori, che assomiglia un po’ ai vostri eche simboleggia l’appartenenza all’associazione, oltremafungere da gadget di promozione del dono volontario delsangue e dell’Abds”. Già, volontario, gratuito e pureperiodico. Perché molte volte dimentichiamo che inBolivia uno dei Paesi più poveri del continente) comein gran parte degli altri Paesi dell’America Latina ilsangue è a pagamento. E chi non può pagarlo, o lo fadonare a parenti e amici, o resta senza. Con le conse-guenze immaginabili, visto che viene usato in casi diestrema emergenza. Ma qualcosa si muove: dal nuovopiano sanitario boliviano l’associazione, che poco allavolta sta prendendo piede, potrebbe ricevere un note-vole impulso. “Il Governo sta ipotizzando il passaggiodalle attuali 6 ore di lavoro al giorno dei medici a 8,non più continuative - continua padre Eugenio - e ciòsignificherebbe per noi la possibilità di far donare ancheil sabato e la domenica”. Al momento, infatti, la dona-zione può avvenire per lo più durante i giorni feriali,con problemi di orari per lavoratori e studenti. “La domenica sarebbe il giorno ideale. Certo però, cheun aumento delle ore lavorative dei medici deve corri-spondere a un aumento degli stipendi, che invece nonsarebbe contemplato, e che ha scatenato numerose prote-ste e rivendicazioni sindacali. Per più un mese e mezzoci sono state dimostrazioni, scioperi della fame e altreforme di protesta che hanno infuocato il Paese”. A luglio si riunirà il vertice che rivedrà il piano sani-tario e si vedrà. Intanto altri piccoli passi si stannofacendo oltre che a Cochabamba - dove è nata l’Abds- anche a nord di La Paz, a 4.000-4.500 metri, doveun primo, piccolo, gruppo di persone si è reso dispo-nibile alla donazione. “Piccolo proprio, perché su 14che si sono presentati ne abbiamo dovuti scartare nove acausa dei valori non nella norma - continua padreEugenio - sono rimasti in 5 ad aver iniziato a donare,ma è pur sempre un inizio e a breve attendiamo il secon-

do gruppo, che speriamo più numeroso.Tre giorni fa, l’Abds ha poi ricevuto unpremio per la sua opera di promozione aldono del sangue. Segno che l’attenzionesull’associazione sta crescendo e che se nestanno interessando anche i politici.Qualche tempo fa ci sono stati dei casi didengue (una grave malattia tropicale,ndr) e serviva tanto sangue: gli stessi poli-ticisi sono chiesti perché ricorrere al sanguea pagamento se c’erano i donatori periodi-ci volontari. Nel male, è stato un bene”. Padre Eugenio conclude la sua chiac-chierata sottolineando un’ultima notapositiva: la presenza sempre più assiduadi volontari “fissi” all’interno dell’associazione.“Prima un padre di famiglia in pensione, ora anche duestudentesse, un volontario che segue il web e via dicen-do”. Insomma, un’Abds sempre più simile all’Avis ealle altre nostre associazioni di volontariato del san-gue e alla quale mandiamo un grosso in bocca allupo. Michela Rossato

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Bolivia: là dove aumentano i volontari

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Edi popolo, soprattutto. E di colori. Quelli delle“divise” (magliette) delle decine di sezioni o

Comunali o Provinciali: Fidas, Abvs o Avis che fosse-ro. Che hanno sudato, insieme. Non le magliette,beninteso, ma chi le indossava arrampicandosi per ilSentiero del Donatore. Due ore e fischia di scarpina-ta, che ha messo a dura prova centinaia di volentero-si. E hanno mangiato, insieme, da ogni parte delVeneto, con “sigle” diverse su labari, cappellini o ban-diere, ma un solo sorriso. Reciproco, di chi dà.Punto. Non serve tanta cronaca, per descrivere laGiornata mondiale, versione Veneto, al Tempiointernazionale del Donatore di Valdobbiadene.Bastano le immagini, con i sorrisi di quegli oltre1.100 rappresentanti del “dono solidale” che, insie-me, hanno vissuto una giornata di sole e di vita. Nepossiamo mettere poche, molte altre le troverete sullapagina facebook e sul sito di Dono&Vita. Una cosaè certa: lassù si è stati tutti bene. Insieme. B.C.

Centomila depliant informativi che invitano aconsiderare l’uso dei farmaci genericisono stati

distribuiti in Veneto e Friuli grazie ai supermercati eIper Despar e Alì. Questo sabato 16 luglio in occasio-ne della Giornata Mondiale, inserendosi perfetta-mente nelle manifestazioni del week end. Gli interes-

santi depliant, che invitano a usare ifarmaci generici che sono stati distri-buiti in tali punti vendita erano esatta-mente: 43.200 per Despar Veneto (66punti vendita Despar-Eurospar e 22punti vendita Interspar); 22.500depliant Despar Friuli (2 punti venditaIper e 59 punti vendita Despar);37.500 depliant Alì-Aliper (71 puntivendita Alì e 25 punti vendita Aliper)in Veneto. Sono stati inoltre predisposti

in formato A3 corrispondenti locandine informative,nelle tre tipologie, che sono state esposte nei puntivendita interessati e in varie sedi Avis. Il materiale èstato realizzato dall’Avis Regionale Veneto con lasupervisione tecnica di: Aifa (Agenzia per il Farmaco),Università di Padova (dipartimento di Scienze delFarmaco), Ordinedei Medici diVenezia. Non restache ringraziare ledue catene di grandedistribuzione per lagrande sensibilitàche hanno sempredimostrato e dimo-strano verso l’asso-ciazionismo.

Una splendida festa di vita

E il sabato, facendo la spesa, un occhio alla salute

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Venerdi 15 sera: prologo alla grande festa regiona-le dell’Avis e Fidas. Piazza Marconi di

Valdobbiadene era piena di gente per ascoltare i LosMassadores in concerto. Luca, Dario, Mauro eMatteo con Dimitri, Andrea Bosa e Andrea Piccoloci hanno fatto rivivere, per un paio d’ore, con le lorocanzoni, la vita delle nostra terra. Il gruppo è dei“nostri”: sono di Riese Pio X e dintorni, quindi can-tano e recitano in dialetto trevigiano. Hanno preso dimira con simpatica ironia la vita quotidiana dellanostra gente, spesso recitando in diversi ruoli, anchefemminili, oltre a suonare e cantare molto bene. Nonsono mancati momenti di allegre battute pittoreschee scherzose che il pubblico ha apprezzato con risate eapplausi. I protagonisti hanno sottolineato spesso ilmotivo della serata: il dono del sangue, come giusta-mente hanno rilevato nel loro breve intervento, il sin-daco di Valdobbiadene Bernardino Zambon, il vice-presidente regionale veneto Francesco Joppi e il pre-sidente regionale Fidas Fabio Sgarabottolo. Due oredi intensa e sana allegria e poco dopo la mezzanotte,senza che la gente desse segno di stanchezza, i LosMassadores ci hanno salutato a modo loro, lasciando

certamente un ottimo ricordo e non dimenticando didire che anche parecchi di loro sono ormai donatorie hanno augurato a tutti una buona riuscita della suc-cessiva festa del donatore del 17 giugno. Al TempioInternazionale del Donatore a Pianezze si è festeggia-to il primo luglio anche il 50° anniversario di fonda-zione del Tempio. Ottaviano Cereser

Aproposito di Avis e buonumore... L’anno scorsola Festa regionale fu animata, ad Este, dai comi-

ci di Zelig. Ma anche quest’anno il calendario di“Riso fa buon sangue” sarà molto fitto, creandonuove occasioni d’incontro fra i donatori e fra l’Avise la popolazione. Tutte le serate, infatti, sono aingresso libero. Si è aperto il 23 giugno, con la semi-finale a Rovigo, l’ultima parte del tour “Riso fa buonsangue 2012”, festival organizzato dagli Amici delcabaret per diffonde le tematiche della donazionedel sangue, assieme all’Avis regionale Veneto eall’Avis provinciale di Rovigo. 14 i finalisti che sicontendono la vittoria alla finalissima che si terrà aRosolina mare il 25 agosto. In piazza VittorioEmanuele a Rovigo si sono esibiti il 23 giugno PaoloFranceschini e Francesco Damiano, mentre sono incalendario sabato 30 alla Festa dell’Avis diLupia/Poianella (Vi) Carlo Bianchessi e MaurizioLinetti. Domenica 8 luglio in piazza Marconi aCeneselli (Ro) l’Avis presenta l’esibizione diNorberto Midani, mentre il 13 all’Arena Torcolo diCavaion Veronese (organizza l’Avis provincialeVerona) vanno in scena Paolo Franceschini, Peppe eCiccio, Cani e Porci, sabato 14 luglio in piazza

Risorgimento aLendinara (Ro)l’Avis presentaCarlo Bianchessi,Peppe e Ciccio,Cani e Porci.Giovedì 26 luglioil cabaret si spostatra i monti, grazieall’Abvs Belluno,che alla Sagra deiPer di Sedico fa esi-bire il Duo Torri eFrancesco Damiano, mentre venerdì 27 si ritorna inprovincia di Rovigo, all’Avis di Gaiba, che presentaPaolo Franceschini e Peppe e Ciccio. Ad agosto iltour di “Riso fa buon sangue” fa tappa venerdì 3 inpiazza a Caprino Veronese (organizza l’Avis locale)con Max Pieriboni e Francesco Damiano, sabato 4all’Isola di Albarella (Ro) con Max Pieriboni e GigiRock. Finalissima il 25 agosto, in piazza Europa aRosolina Mare, con i Turbolenti e 60 Lire. Per altreinformazioni si può consultare il sito www.risofa-buonsangue.it

Inizio scoppiettante con i Massadores

Una festa che continua in estate, con risate per tutti

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Finalissima a Treviso, il 5 maggio, del concorsoregionale tra Istituti scolastici superiori “Musica

nel sangue school contest” organizzato insieme daAvis Veneto, Abvs e Fidas, con l’obiettivo di sensibi-lizzare i giovani sul tema della donazione e, sul lungoperiodo, di promuovere lacultura della solidarietà e delcoinvolgimento diretto.In oltre 300 hanno gremito laplatea dell’Auditorium dellasede della Provincia fra com-pagni di scuola, amici, familiari e pubblico, accorsiper assistere all'esibizione dei giovani talenti delVeneto. 24 i brani che si sono sfidati, a suon di musi-ca e solidarietà, tra applausi e tifo. L’evento si è aper-

to con l’intervento dei responsabili delle Associazionipromotrici del progetto. Che è stato spiegato daFrancesco Joppi, vice presidente regionale Avis: “Ilconcorso ha coinvolto anche quest’anno ben 58 Istitutisuperiori del Veneto e le 7 province hanno lavorato in

modo sinergico per la suabuona riuscita. Musica nelSangue non è finalizzato solo acreare nuovi talenti o ad aprirestrade nel mondo dello spetta-colo. Con il concorso vogliamo,

infatti, lanciare e far raccogliere un messaggio, far capi-re quanto sia importante che i malati non siano in dif-ficoltà per avere la trasfusione. Non si può mai abbassa-re la guardia perché, oltre alle malattie, ci sono gli inci-denti. C’è sempre grande necessità”. Concetto ribaditoanche dal presidente dell’Avis Veneto AlbertoArgentoni. Per Fabio Sgarabottolo, presidente regio-nale Fidas, il concorso ha dimostrato ancora unavolta di essere molte cose insieme: “Ho sempre vissutocon emozione questo momento finale di un lavoro lungoe importante, che ci ha permesso di avvicinare tanti gio-vani al mondo del volontariato e della donazione disangue. Giovani che grazie a Musica nel Sangue hannoavuto l’occasione di chiedersi cosa possono fare per imalati e di riflettere sull'importanza della donazione.Questo progetto ci ha permesso di raggiungere tantiragazzi e di avere tanti nuovi donatori. I giovani sonoil futuro non è una frase fatta... Un ragazzo può diven-tare donatore a 18 anni e continuare fino a 65.Ai giovani musicisti quindi auguro di esprimere, oggi, il

Musica nel Sangue, successo corale

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Molto folta quest’anno la partecipazione e grande qualità

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Scuola con più donatori? Rovigo!

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meglio come cantanti e, domani, il meglio come cittadi-ni e persone diventando donatori di sangue”.Soddisfazione anche per l’Abvs, rappresentata daAdriano Ebo: “Musica nel sangue è una delle cose checi è riuscita meglio. Non è mai facile avvicinare i giova-ni, parlare con loro, affrontare alcuni temi, come puòessere quello della donazione del sangue... Questo pro-getto riesce a coinvolgere tanti ragazzi e a catturare laloro attenzione. Compiuti i 18 anni si possono fare 3cose importanti: andare a votare, fare la patente e dona-re il sangue come atto d’amore verso chi ha bisogno”.Durante la manifestazione erano presenti con gadgete materiale informativo sul dono del sangue e sulleproprie associazioni di appartenenza, i gazebo deigiovani di Avis e Fidas.

Ecco la classifica dei vincitori e le loro scuole.Per la Categoria Cover:prima classificata con “Price tag” Greta Serate, dell’ItsGirardi di Cittadella (Pd), seconda con “Make youfeel my love” Alice Cimolin sempre dell’Its Girardi diCittadella (Pd), terzo classificato con “Impressioni disettembre” i Golden eyes dell’IIS Bolisani di Isoladella Scala (Vr).Per la Categoria originale:primo classificato con “Ogni giorno” Eniko, dell’IssRolando da Piazzola, di Piazzola sul Brenta (Pd),secondi classificati con “The place where you dream”i Reverse del Liceo Flaminio di Vittorio Veneto (Tv),terzi con “Broken life” i Little Sweet Ranger dell’ITISGalilei di Conegliano (Tv).Per la Categoria originale a tema “solidarietà”:primi classificati con “La notte sogno ancora il mare”i D.N.A. del Liceo Flaminio di Vittorio Veneto (Tv),secondi classificati con “Ascolta il tuo cuore” i CarraMc feat Alice B. del Liceo Pigafetta di Vicenza, terzicon “Loneliness” I baschi del Liceo Galilei di Verona. Nel corso della finale si è esibita la vincitrice dellasezione “Showcase contest” dedicato a tutte le banditaliane che vogliono farsi conoscere.Sul palco, come headliner, è salita la giovanissimaKiara, che ha cantato il brano che le ha permesso diaggiudicarsi la vittoria “My first love”. Kiara, vicen-tina di nascita e veronese di adozione, frequenta ilLiceo Musicale Pigafetta di Vicenza. Tutti i finalisti faranno parte del cd compilationMusica nel Sangue 2012 e i migliori di ciascuna cate-goria potranno partecipare agli eventi organizzati daAvis, Fidas e Abvs e ad alcuni Festival del Veneto. Ivincitori potranno poi essere scelti per diventare itestimonial della campagna 2012-13 per il lanciodella quinta edizione del contest. I primi tre classifi-

cati della categoria Musica Originale a temaSolidarietà hanno ricevuto in omaggio i biglietti perassistere ai grandi concerti estivi della regione. Lescuole vincitrici di ciascuna categoria hanno ricevutouna gift-card del valore di 500 euro.

Premi anche per la scuola con più donatori di sangue al30 aprile del 2012. È l’Itis Viola di Rovigo che ha rice-vuto una gift-card del valore di 500 euro (ha il 7,25%di donatori). Qua sotto il Presidente dell’Avis provin-ciale di Rovigo Massimo Varliero che li ha premiati.

Ecco tutti i vincitori dell’edizione 2011/2012

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Tutto esaurito, in Veneto, per le prime quattrotappe del tour 2012 di Tiziano Ferro “L’amore è

una cosa semplice”. Tra gli applausi scroscianti delpubblico, il 7 maggio a Villorba di Treviso come il10, 12 e 13 maggio all’Arena di Verona, l’artista hadato il meglio di sé non solo come cantautore, maanche come testimonial dell’Avis, lanciando dal palcoil suo messaggio al dono del sangue. Rivolgendo unsaluto ai giovani volontari che ogni sera hanno distri-buito volantini e gadget della campagna Avis-Ferro“L’amore è una cosa semplice e con Avis te lo dimo-strerò”, ha dedicato alcuni minuti del suo concertoalla solidarietà. “Vedo gli amici dell’Avis, ai quali dedi-co la prossima canzone e che portano avanti un valorenobile e di grande, grande, grande importanza e aiuto -ha detto Tiziano, nominando tutte le province vene-te in cui opera l’associazione - Sono anni che aiuto,con quel poco che riesco a fare, a diffondere l’importan-

za del messaggio della donazione del sangue. Fuori edentro il palazzetto e l’Arena li avete trovati, i volonta-ri, chiedete informazioni e magari scoprirete che sietenella condizione di salute da poter dedicare dieci minu-ti alla donazione di una piccola quantità di sangue, checambia in maniera significativa la vita di molte perso-ne. Pensateci, è molto semplice. So che il Veneto è unadelle regioni che dona più sangue in Italia, e questo vifa onore, però parliamo anche alle nuove generazioni,quando si può. La prossima canzone la dedico all’Avis,un bacio”. E con “Ed ero contentissimo” è ripartitol’applauso e tanti “bravo” del pubblico che, tour

dopo tour, ha imparato a collegare direttamentel’Avis all’artista. Tiziano, infatti, è testimonial orgo-glioso e a titolo gratuito dell’associazione sin dal2007: l’esordio è stato con il tour “Nessuno è solo”che da subito ha dimostrato non solo la sensibilità diFerro, ma anche del suo pubblico. Concerto dopoconcerto, anno dopo anno, si è notato un incremen-to dei giovani donatori di sangue. Che il messaggiodell’artista, come di altri personaggi del mondo dellosport e dello spettacolo (di recente il campione olim-pico Igor Cassina, le conduttrici Federica Fontana eFilippa Lagerback a livello nazionale, del travolgentegruppo dei Los Massadores in Veneto) valga molto, èormai chiaro. “Insieme si semina un messaggio positivo,in un clima di gioia e di divertimento - commentaManuela Fossa, referente della Consulta Giovani AvisVeneto, al Palaverde di Villorba assieme ad altrivolontari delle province di Treviso e Venezia - grazie

a Tiziano possiamo avvicinare tanti ragazzi, gio-vani, intere famiglie. Lo ringraziamo per le belleparole che ci ha rivolto e che ci incitano a daresempre il massimo, nonostante le poche forze e lepoche risorse. Al Palaverde abbiamo distribuitomigliaia di volantini e spillette della campagna,appeso manifesti e fatto conoscere il periodicodella nostra associazione regionale, “Dono e Vita”che gli ha dedicato la copertina dell’ultimo nume-ro. I fan ci hanno cercato, ci hanno chiesto infor-mazioni e questo è un grande risultato per l’Avis”.Presente al concerto anche Lucia Delsole, dellaConsulta nazionale Giovani Avis, impegnataper tutta la sera assieme a Manuela e agli altrivolontari: “Siamo sfiniti, ma contenti e soddisfat-ti. Ora passiamo il testimone ai ragazzi avisiniche saranno impegnati l’8 luglio all’Anfiteatro diPiazzola sul Brenta”.I giovani Avis di Verona: “Sono state due ore dishow con un pubblico scatenato in applausi eurla, interrotto solo con il messaggio particolare

per invitare i giovani a donare sangue - sottolineano -siamo stati presenti nell’anfiteatro di Verona per le treserate dei concerti distribuendo poster, locandine, segna-libri, brochure informative e spillette, riconoscibili dallemagliette ufficiali del tour con lo slogan l’amore è unacosa semplice e adesso con Avis te lo dimostrerò! Siamostati coinvolti con molto piacere, con buona disponibi-lità e siamo convinti che questa collaborazione ha datoe darà la possibilità di proiettare messaggi positivi e diattirare le nuove generazioni attraverso il loro linguag-gio e nei loro luoghi comunitari e di meeting”.

Michela Rossato

Donare è amore e l’amore è semplice

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Fra strette gole e bellissime principesse

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Che le Dolomiti siano le più belle montagne delmondo non c’è dubbio, non a caso sono

“Patrimonio naturale dell’Umanità”. Ci sono angoliche a saperli scovare ci fanno scoprire cose inimma-ginabili. “Dono & Vita” ha voluto visitare uno diquesti gioielli naturali e proporlo ai suoi lettori: “I Serrai di Sottoguda”, in provincia di Belluno.Arrivati ad Agordo si prosegue per la statale che portaalla regina delle Dolomiti, “La Marmolada”.Percorrendo la magnifica Valle Agordina, si arriva aRocca Pietore, un comune di 1400 abitanti nel cuiterritorio si trovano i Serrai di Sottoguda, vero e pro-prio “Tempio della Natura”. Mi ha accompagnato inquesta avventura Adriano Ebo, uno dei responsabilidell’Abvs, che mi ha fatto incontrare i preposti delComune di Rocca Pietore, il sindaco Andrea DeBernardin e Michela Da Pian, entrambi donatori disangue. Rocca Pietore “La Rocia nel Ladino delluogo”, è un paese che sembra uscito da un libro difavole, ma non ci fermeremo là. Accompagnati dalsindaco e da Michela, ci portiamo subito nella frazio-ne di Sottoguda, dopo aver ammirato la bibliotecarestaurata in modo stupendo che accoglie anchel’Ufficio Turistico. Ma se Rocca Pietore è un gioiello,Sottoguda non lo è da meno e percorrendo la vecchiastrada che porta ai Serrai troviamo la chiesetta deiSanti Rocco e Fabiano, di fronte alla quale inizia la

strada dei Serrai, oggi chiusa al traffico per motivi disicurezza e sostituita dalla strada che sovrasta gli stes-si Serrai, per raggiungere Malga Ciapela. Prima diinoltrarsi nella strettissima gola dei Serrai, diamo unosguardo a questo paesino situato a 1.250 metri dialtitudine. Il caratteristico villaggio di cui ci sonotestimonianze che risalgono al 1260, è famoso per inumerosi fienili in legno di faggio, prettamente ladi-ni-dolomitici. L’economia, per secoli solo agricoladella gente del luogo, oggi dispone di accoglientistrutture ricettive per la villeggiatura, sia estiva, siainvernale, vista la vicinanza della Marmolada.Sottoguda, oltre che per i Serrai, è rinomata per lalavorazione del ferro battuto, con una lunga tradizio-ne. Ma torniamo ai Serrai. Un tempo, lungo la golatransitavano le mandrie di mucche e le greggi dicapre dirette ai pascoli di alta montagna e i carri cari-chi di legna e di fieno che dai boschi e dai prati scen-devano a valle, i viandanti erano pochi. I Serrai sonolunghi circa 2 chilometri, sovrastati da pareti roccio-

Ombretta, la principessa“viso di pietra”

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se alte oltre 100 metri che in alcuni punti si restrin-gono quasi a toccarsi. La strada fiancheggia e interse-ca il torrente Pettorina per parecchie volte; infatti,sono ben 13 i ponticelli che si incontrano lungo iltragitto, partendo da quello de la Verda, dove inizia-no i Serrai. La gola era percorribile solo nel periodoestivo. In autunno, prima dell’arrivo della neve, ogniponticello veniva smontato e ripristinato solo a pri-mavera. Il tutto era necessario per evitare che le pienedel Pettorina e le valanghe distruggessero i manufat-ti, e infatti si possono vedere ancora i fori dove veni-vano inserite le travi dei ponti. Fino agli anniSessanta l’unica via di collegamento da Sottoguda aMalga Ciapela era la gola dei Serrai, ma la costruzio-ne dell’ardita funivia della Marmolada e il conse-guente sviluppo turistico, hanno imposto la realizza-zione della nuova strada, che prima di arrivare aMalga Ciapela sovrapassa la gola, mediante un pontealto 106 metri dal greto del torrente Pettorina. Pervisitare bene l’ardito percorso dei Serrai, ci sono solo

tre modi: a piedi, in bici, oppure usufruendo del tre-nino dei Serrai, un’alternativa molto apprezzata dallepersone anziane o con difficoltà motorie. Il treninopercorre il tragitto a velocità moderata, consentendodi ammirare le bellezze comodamente seduti. Ancheil Giro d’Italia percorre i Serrai. All’inizio dei Serraici sono due gallerie del 1916 scavate nella roccia daimilitari. Erano adibite a deposito di munizioni edesplosivi durante la prima guerra mondiale. Furonopoi utilizzate come cappelle a ricordo dei caduti sullaMarmolada, mentre nella seconda guerra divennerorifugi antiaerei. Durante l’inverno, nei numerosianfratti la natura compie i suoi miracoli e giornodopo giorno crea un fantastico presepe di ghiaccioli.A metà percorso, il parroco di Rocca Pietore collocò,dopo la prima guerra mondiale, una statua dellaMadonna di Lourdes in una nicchia a circa 15 metri IL

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di altezza, immagine spesso rovinata dal gelo e dallacaduta di ghiaccio e slavine, ma sempre prontamenterestaurata. Anche i Serrai hanno la loro bella e anti-chissima leggenda. Ha molti punti di contatto con lefavole di Cenerentola e Biancaneve, non è che iFratelli Grimm siano passati di qui nell’800 ispiran-dosi alle vecchie leggende dolomitiche? Si narra infat-ti che anticamente l’entrata dei Serrai fosse preclusada un gigantesco portone di bronzo, oltre il quale siestendeva il mitico regno di Re Ombro. Il re abitavain un meraviglioso castello di alabastro, aveva unafiglia bellissima, dal carattere gioioso e allegro, amatada tutti i sudditi. La matrigna, però, la odiava perchévedeva in lei un ostacolo per l’avvenire delle sue duefiglie piuttosto bruttine. Quando arrivavano principie cavalieri in visita al castello, infatti, avevano occhisolo per Ombretta e trascuravano le figlie della perfi-da regina. Un bel giorno, un principe si innamorò diOmbretta e chiese al re il consenso di sposarla, otte-nendolo. La matrigna, piena di invidia e di odio,chiamò una malvagia strega e le ordinò di trasforma-re, con un sortilegio, la principessa Ombretta in pie-tra nel giorno del suo matrimonio. Il re cercò in ogniangolo del regno la sua amata figlia, ma ogni sforzofu vano. Molti anni dopo un pastore, mentre accudi-va al suo gregge in val Ombretta, parve di udire uncanto di donna verso le pareti della Marmolada,canto che recitava così: “Sono sasso e non mi muovo,sono roccia in Marmolada, sono figlia abbandonata enon ne conosco la ragione”. Passati gli anni, gli abitan-ti della val Pettorina continuano a tramandarsi que-sta triste storia e si dice che passando per la valOmbretta guardando con attenzione l’immensa pare-te sud della Marmolada, si possa scorgere, scolpitanella roccia, l’immagine della fanciulla. Si narra che

la chiave del portone bronzeo rimase per moltotempo appesa al portale della chiesa di Sottoguda.Continuando il nostro percorso, a metà Serrai c’è unsasso, “Sass taiè” (sasso tagliato) che un tempo ostrui-va il passaggio e che venne accuratamente sagomatodagli uomini, al fine di consentire il passaggio piùagevole a carri e slitte. Ma lo spettacolo più interes-sante è poter ammirare il percorso in inverno, dinotte, quando i Serrai sono illuminati con coloridiversi creando immagini fantastiche con la neve e ilghiaccio e appositamente vengono organizzate dellefiaccolate a piedi in notturna. Si arriva finalmente alla chiesetta di Sant’AntonioAbate, dove si possono ammirare le diverse cascated’acqua alte parecchi metri, una fra tutte la cascataRu Franzei. La chiesetta è stata voluta dagli abitantiin onore del santo protettore degli animali domesticia seguito di una moria di bestiame, come attesta lastatuetta del santo, posta sull’altare. Solo in seguito èstata dedicata a Sant’Antonio da Padova, che sifesteggia il 13 giugno con una solenne processione ela Messa. Sempre seguendo il torrente Pettorina, checontinua a scorrere a pochi metri dalla strada, final-mente si esce dai Serrai, si vede il sole e ormai siamoarrivati a Malga Ciapela, da dove si può ammirare laRegina delle Dolomiti, la Marmolada, in tutto il suosplendore. Guardando il ghiacciaio, ritornano allamente le epiche gesta dei soldati nella guerra del1915-18 e in un momento di raccoglimento ricorda-re che, anche grazie a loro, oggi possiamo godere ditanta bellezza.Finisce qui la prima parte della nostra visita, nellaseconda parte visiteremo Pieve di Livinallongo e ilfamoso castello di Andraz, recentemente restaurato.

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Dopo un periodo di relativa calma (anche se dicalma vera non si tratta, visto la partecipazione

alla finale di Musica nel sangue a Treviso e all’intensaAssemblea nazionale di Montecatini Terme), il Gruppogiovani regionale è al lavoro per i prossimi importantiappuntamenti. Si riprenderà già a metà agosto con lacollaborazione dell’Associazione Happy SmileAnimation che si è offerta di averci come partner nellagiornata della solidarietà, che si terrà nelle spiagge diJesolo ed Eraclea (Ve) durante la giornata di ferragostocon giochi e animazione. Il 22 settembre, invece, si ripete il tradizionale e ormaiconsolidato appuntamento con il Trofeo kart di Jesolo;la gara del pomeriggio in pista Azzurra sarà precedutada un convegno al Palaturismo, incentrato sul tema dellasicurezza stradale. Data precisa ancora da decidere maorganizzazione già in corso per l’edizione 2012 di

“Goccia su Goccia”, la giornata di promozione pressole università delle città di Padova, Treviso, Verona eVenezia. Speriamo di poter raggiungere stavolta anchequella di Vicenza. E per finire segnatevi la data del 27e 28 ottobre: quest’anno il tradizionale Forum Giovaniregionale cresce e diventa interregionale, con lacollaborazione dei giovani di Friuli Venezia Giulia,Bolzano e Trento. Ci è sembrato giusto, infatti,proseguire anche come giovani nella strada intrapresacon ottimi risultati dai nostri rispettivi Presidentiregionali; la collaborazione tra le nostre quattro realtàsta portando a ottimi risultati che speriamo si replichinoanche nel Forum che, come sempre, sarà caratterizzatodalla presenza di docenti qualificati e dallo svolgimentodi lavori di gruppo. Su Facebook del nostro GruppoGiovani tutte le news e l’aggiornamento su luoghi e date.

Manuela Fossa

Il “Bike week” a Jesolo, con gli amici del MotoPinguino Modena...

Galliera promuove il dono con concerto degli Hell’s

Moltissima gioventù alla festa dei Giovanidell’Avis di Galliera Veneta (Pd),

organizzata assieme alla Pro Loco il 1° giugno,nella splendida cornice di Villa Imperiale. Laserata di musica ha visto l’esibizione del grupporock Hell’s Angels, che ha attirato moltissimo, cosìcome il buono per la consumazione gratuita

fornita dall’Avis di Galliera. Durante la pausa delconcerto sono intervenuti dal palco il presidentedella comunale Luigi Antonello e il presidentedell’Avis provinciale Roberto Sartori che hannoportato i loro saluti e spiegato la finalità dellaserata, volta a far conoscere il dono del sanguee ad avvicinarvi i giovani. Mario Sgarbossa

Dopo la positiva esperienza del Verona Bike Expo,continua la collaborazione tra i giovani dell’Avis

Veneto, del Moto Pinguino e dell’Avis giovaniprovinciale di Modena. L’occasione è giunta con il“Bike week”, che si è svolto presso la pista azzurra diJesolo dal 18 al 20 maggio, durante il quale i giovaniavisini di due regioni si sono prodigati nel promuovereil messaggio del dono del sangue, distribuendo a tuttii presenti gadget associativi. Il “Bike week” è un eventodedicato a tutti gli appassionati delle due ruote in cui,agli stand espositivi delle marche più prestigiose, siaffiancano escursioni su strada, prove su pista, giochie tanto buon cibo. Neanche a dirlo, per Avis si trattadi una vetrina importante cui è vietato mancare, inquanto offre l’opportunità di contattare tanti giovaniche, pur attratti da altri interessi, si dimostrano sempreaperti e disponibili verso il messaggio associativo.Purtroppo la manifestazione, per quanto riguarda Avis,è stata drammaticamente interrotta nella notte del 20maggio: il terremoto che ha pesantemente colpitol’Emilia ha costretto Luca e Morena, gli amici del

Moto Pinguino che erano intervenuti con una roulotteperfettamente ristrutturata in stile Avis, a tornare subitoa casa, dalle proprie famiglie. Con loro è partita anchela nostra voglia di continuare la festa, pur consapevoliche i valori profondi su cui si fonda la nostra associazionemanterranno stretto il legame tra Veneto ed Emilia, concui avremo modo di costruire solidi ponti di solidarietà.In bocca al lupo amici!

Un’estate-autunno intensa per i giovani Avis

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Durante il 2011 molteplici sono state le nostre ini-ziative, in collaborazione con le Avis comunali

della provincia e le sovraordinate, per diffondere ilmessaggio associativo e dare un segno di presenza allacomunità. Le donazioni dell’Avis veronese nel 2011sono state 40.414; 574 in meno rispetto al 2010, conuna flessione dell’1,4%. Considerate le 259 donazio-ni fatte dai volontari dei gruppi Avis rodigini, già dellacomunale di Legnago, passati da gennaio 2011 alla Pro-vinciale di Rovigo nel rispetto delle norme Statutarie(comunque fatte e rimaste nel Dimt) la diminuzionereale sarebbe di 315 donazioni (-0,7%). Al 31 dicem-bre 2011 i donatori di sangue Avis attivi in provinciadi Verona sono 20.915, ovvero 387 in più del 2010,considerato l’ingresso di 1.784 nuovi donatori e ilrecupero di altri 268 che hanno ripreso dopo tempo-ranee sospensioni. Un bel numero di nuovi ingressi(2.052) che testimonia la bontà del lavoro associativosvolto nel territorio, lasciando intravvedere una capa-cità di pronta ripresa delle donazioni. Contemporanea-mente, 1.665 soci hanno terminato il loro percorsodonazionale. Le donazioni durante il 2011 ci hannofatto mancare l’obiettivo fissato dal Crat. In effetti, inalcuni mesi il Dimt è dovuto ricorrere a sostegni ester-ni per far fronte alle necessità di sangue.

Questo, malgrado la nostraattività associativa e pro-mozionale sia stata conti-nua, con frequenti richia-mi a intensificare gli sfor-zi di aggregazione e per farrispettare la periodicitàdelle donazioni. Un grazieai donatori e a quanti sisono adoperati per rag-giungere il risultato finale,comunque notevole. Con-

sapevoli, però, che le aspettative di vita e di guarigio-ne degli ammalati sono spesso garantite da un adegua-to supporto trasfusionale, unito alla competente pro-fessionalità dei medici trasfusionisti e alla funzionalitàorganizzata di tutti i Centri Trasfusionali del nostroDimt, che insieme contribuiscono a fare della Sanitàveronese un punto di eccellenza, dobbiamo prendereatto che la spontanea generosità dei donatori verone-si non basta più. È necessario crescere ancora per mantenere l’impegnovolontariamente assunto e garantire l’autosufficienzadi sangue ed emocomponenti, cercando di ovviare alleattuali carenze. Radicare maggiormente la presenzaassociativa nel territorio per incrementare il numero deidonatori. Ci sono ancora ampi margini per seminaresolidarietà nel tessuto sociale. Il risultato potrà non esse-re immediato, né facile, ma con l’impegno collettivo irisultati saranno più che positivi. Presenziare i Centri trasfusionali per assistere e agevo-lare il flusso ordinato e continuo dei donatori. Siamoa conoscenza di alcune difficoltà incontrate al momen-to della donazione: lunghe attese, personale insufficien-te, ambienti non sempre adeguati. Situazioni che pos-sono portare alla disaffezione, se non all’abbandono daparte di alcuni. È dimostrato che, laddove più assiduaè la presenza associativa, diminuiscono sensibilmentele criticità e le lamentele. Programmazione anche perla donazione di sangue intero. Per ovviare alle tempo-ranee carenze di sangue verificatesi nel corso del 2011e rendere più omogeneo e regolato il flusso dei dona-tori, siamo ormai a dover intraprendere iniziative, con-cordate con il Dimt, per programmare anche le dona-zioni di sangue intero, come per la plasmaferesi, median-te un servizio di prenotazione che necessariamentedeve coinvolgere le Associazioni. L’obiettivo principa-le sarà quello di intensificare le donazioni, ma dovero-samente accentuiamo gli aspetti favorevoli che il ser-vizio comporterà per i nostri donatori, che avranno l’op-portunità di scegliere il momento migliore in cui recar-si a donare e la possibilità di limitare le attese. La chia-mata del donatore è un impegno che compete alleassociazioni per definizione di Legge e dobbiamoresponsabilmente sentirlo nostro.Nel 2013 ci sarà il rinnovo delle cariche associative. È una grande opportunità per programmare il futuro,valorizzando le disponibilità, le esperienze, gli entusia-smi, le motivazioni e per favorire il ricambio genera-zionale. Giovani e non più giovani, in Avis c’è da fareper tutti, l’importante è lavorare insieme per raggiun-gere gli obiettivi.

Piergiorgio Lorenzini - presidente Avis provinciale Verona

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Seminare solidarietà, nostro primo impegno

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Durante il periodo della 301ª Fiera di San Valen-tino, a febbraio scorso, l’Avis comunale di Bus-

solengo è stata premiata con il prestigioso riconoscimen-to “Bussolengo Premia”. Dopo una scrupolosa selezio-ne, è stata assegnata all’Avis comunale di Bussolengola statuina bagnata in oro raffigurante il Santo Patro-no di Bussolengo, che evidenza l’importanza e il valo-re di quanto è stato fatto in questi cinquant’anni divolontariato. L’assegnazione di questo ambito premiocarica maggiormente gli avisini, sempre pronti e dispo-nibili per promuovere il dono del sangue, perché è pro-prio di sangue ciò di cui c’è bisogno, divulgando un’e-spressione di solidarietà sociale e civica, attraverso atti-vità e manifestazioni che vanno a toccare un po’ tuttoil tessuto sociale: scuole, cultura, solidarietà, ricerca,comunicazione, stampa e divertimento. Non menoimportante è il tempo e la passione che ogni anno l’A-vis di Bussolengo dedica allo sport, organizzando ecollaborando con molte attività sportive del paese,mantenendo un contatto diretto con le persone tra lequali podisti, pallavolisti, calciatori e ragazzi delle variescuole. Non possiamo dimenticare coloro che hannodato inizio a una bellissima avventura di solidarietà; l’A-vis, viva e presente su tutto il territorio comunale. Alivello sociale è stretta la vicinanza e la presenza con lealtre associazioni di volontariato e ricerca, come Aido,Admor, Telethon... e insieme si diffondono nella comu-

nità locale i veri valori della solidarietà. “Vivo con uncuore donato e senza quel grande gesto, che si chiama amoresociale, io non sarei qui ad inviarle questa lettera…; sulpiano solidale e sociale l’Avis di Bussolengo ha sempre con-tribuito per il bene del paese, ecco perché penso sianomeritevoli di questo importante riconoscimento”.Queste sono le ultime righe scritte da Dario Deidone,nella lettera di presentazione per la candidatura al pre-mio dell’Avis di Bussolengo, una persona che nellavita ha insegnato molto, lasciando un segno indelebi-le per bontà e altruismo. Il nostro pensiero va a Dario,che è venuto a mancare proprio sette giorni primadella consegna del premio.

Le associazioni del volontariato del san-gue della nostra provincia, hanno rinno-

vato il 9 maggio la convenzione con il Dipar-timento interaziendale di Medicina trasfu-sionale che disciplina le attività trasfusiona-li. Anche in questa occasione, come nel pas-sato, viene valorizzata la partecipazione delleassociazioni, finalizzata sia alla promozionea sostegno della donazione, sia alla program-mazione dell’attività di raccolta. Altri puntidella convenzione che riteniamo soddisfacen-ti sono la copertura assicurativa del donato-re, le spese di viaggio e il ristoro dopo ladonazione. È nostro compito organizzare idonatori e invitare tutti i cittadini a dona-re, ma molti sono ancora i disagi che que-sti incontrano, sia per carenza di personalesanitario e sia per le aperture dei Centri diraccolta. Ci faremo senz’altro carico che

vengano salvaguardate le attuali sedi di rac-colta distribuite sul territorio, e, nel rispet-to della convenzione, sollecitiamo la colla-borazione sia dei dirigenti e degli operatorisanitari nella gestione del sistema. Queste cri-ticità si sono accentuate negli ultimi tempi,anche in funzione della crisi economicagenerale che non risparmia la sanità, si rendequindi necessaria una maggiore disponibi-lità al confronto e alla collaborazione chevada oltre anche alla convenzione. Signifi-cativa in tal senso, dall’1 agosto 2012, lasperimentazione dell’ufficio per invito alladonazione al Centro di raccolta di Legnago,che prevede la presenza quotidiana dei nostrivolontari per organizzare la prenotazionedelle donazioni di sangue intero e di plasma.È un obbligo etico e morale che abbiamotutti verso gli ammalati.

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Nuova convenzione, da agosto le novità

Bussolengo: un premio dedicato a Dario

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L’Avis di San Giovanni Ilarione e Vestenanova hafatto “poker” mettendo in palio il quarto “Trofeo Avis”

al Granfondo del Durello. Domenica 29 aprile si è svol-ta la decima edizione del Granfondo, gara di mountainbike valida per il “Lessinia Tour” e il “Garda Challen-ge”, che si è snodato su due percorsi: Marathon di 63 chi-lometri e oltre 2000 metri di dislivello e il Classic di 38chilometri. A fare corona un folto pubblico e il poten-te e sordo colpo dei “Trombini” di San Bortolo delle Mon-

tagne, che ha dato il via alla gara. Hanno partecipato quasimille atleti, alcuni dei quali di fama nazionale e inter-nazionale, come l’olimpionica Paola Pezzo che si è aggiu-dicata il trofeo di prima assoluta per la categoria Clas-sic femminile e Nicola Salvetti per la categoria maschi-le. Il primo assoluto nella Marathon è stato Jonny Cat-taneo che si aggiudicato un altro “Trofeo Avis” per la cate-goria maschile e Roberta Gasparini per la categoria fem-minile. Il sodalizio che lega l’Avis di San Giovanni Ila-rione e Vestenanova e l’AS Basalti, organizzatrice dell’e-vento, è consolidato da un decina d’anni di collabora-zione e promozione del dono del sangue. Il logo dell’A-vis era ben visibile sulle divise dei ciclisti della squadra(in gran parte donatori) che l’ha diffuso lungo le splen-dide colline della Valdalpone, portando con esso il mes-saggio della donazione. Per questa collaborazione il gra-zie va al presidente Franco Pegoraro e al suo Direttivo.A completamento dell’attività dell’Avis a questa mani-festazione, la presenza dell’immancabile gazebo per for-nire opuscoli, gadget e informazioni. Luigi Pandolfo

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Durin durello, con l’Avis è bello pedalar

Con il sostegno dell’Avis comunale di Verona, hapreso vita già nel 2009 un progetto di integrazio-

ne promosso dal Cus Pallacanestro. Nel quartiere di Veronetta vivono molte famiglie stra-niere e sono numerosi i bambini e i ragazzi che fre-quentano le scuole. Lo sport, come è ben noto, è unveicolo importante di integrazione e in questo senso,l’esperienza del Cus Verona è già significativa eimportante. Per i bambini tra i 6 e i 9 anni sono statiavviati, infatti, dei corsi di Mini Basket di 2 ore allasettimana. I piccoli atleti sono di varie nazionalità,per questo l’iniziativa è stata chiamata “Pallacanestroa Colori”. Gli obiettivi (tra cui insegnare le regolesportive e sociali, dare opportunità e spazi anche aimeno abbienti) sono stati raggiunti grazie al generosocontributo di Avis che, unitamente a Unicef, ha presoa cuore il progetto. L’iniziativa prosegue e cresce.Importante è trovare sempre l’aiuto necessario permantenere vivi i colori dello sport e della completa ecostruttiva integrazione.

A Verona basket multicolore Gazzo Veronese, un granbel lavoro con i giovani

L’Avis di Gazzo veronese da anni è impegnata a pro-muovere la cultura della donazione del sangue. Gli

avisini sono in prima fila anche quest’anno nell’orga-nizzare eventi di aggregazione tra i giovani e non solo,con varie iniziative. Avis è presente, con gazebo, alle sagrepaesane, per la misurazione di pressione e glicemia e aidue tornei sportivi, calcio e basket in collaborazione conil Comune e le società sportive locali. A fine anno,inoltre, sono previsti un’escursione ai mercatini di Nata-le di Arco e Folgaria, e un momento comunitario conle persone diversamente abili del Comune. L’Avis diGazzo veronese quest’anno propone per la prima voltala festa annuale del Gruppo, evento denominato “in festacon i donatori”, rivolto non solo ai donatori, ma a tuttii cittadini che vorranno parteciparvi, con la speranza chetra essi ci possano essere futuri donatori di sangue.

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L’anno 2011 si è concluso positivamente per l’Avisprovinciale di Venezia, sebbene sia stato costellato

da diversi momenti critici e demoralizzanti. L’ha soste-nuto il presidente Maurizio Borsetto che, in occasio-ne dell’assemblea provinciale del 24 marzo scorso, hatracciato un bilancio del 2011: “Non abbiamo rispet-tato gli obiettivi di raccolta dati dalla Regione, anzi, c’èstato un piccolo calo (53.108 unità contro le 53.245 del2010). D’altra parte proprio la Regione si è dimostratalatitante se non assente, come dimostra il ritardo neirimborsi delle donazioni che ci ha costretto a sostenereun costo, seppur minimo, per avere quanto la conven-zione stabiliva”. L’Avis provinciale e numerose Comunali hanno,infatti, deciso di sostenere un piccolo onere finanzia-rio pur di avere un anticipo dei rimborsi spettanti,essenziali per condurre le attività di competenza qualila chiamata del donatore e la promozione. I ritardidei pagamenti si trascinano anche nei primi mesi del2012, attestandosi attorno ai 6-7 mesi. “Per il 2012 navighiamo a vista - ha spiegato GiorgioMarchiori, responsabile del Dimt di Venezia - non cisaranno ulteriori risorse e purtroppo come Venezia siamoun po’ penalizzati dal Frat. Dobbiamo quindi miglio-rare in termini di efficienza”. Il dott. Marchiori hainoltre illustrato alla platea la situazione trasfusiona-le attuale e prevista: “Obiettivo del 2012 è mantenerel’equilibrio tra consumi e raccolta. I primi due mesi

sono stati critici: a fronte diun calo della raccolta di 240unità, abbiamo registrato unincremento di 450 unità tra-sfuse, che ha ridotto a zero lecessioni extra provincia.Stiamo vivendo il momentopiù critico degli ultimi 10anni, l’esposizione è massima,poiché anche sullo scadutoabbiamo eroso il possibile. Vaassolutamente aumentata laraccolta poiché tra aprile egiugno l’impegno sanitariosarà maggiore; i consumistanno aumentando non solonell’Ulss 12 - che già dal2002 dipende dal resto delDimt - ma anche nelle strut-ture di San Donà di Piave,Dolo e Mirano”. “Per soddisfare i fabbisogni a livello provinciale e con-tribuire all’autosufficienza regionale - ha fatto notare ilpresidente di Avis Veneto Alberto Argentoni - bisognalavorare per portare l’indice donazionale a 2, poten-ziando anche le raccolte domenicali in modo da agevo-lare quei donatori che, causa la crisi, hanno difficoltà achiedere la giornata di riposo”. Giorgia Chiaro

Sempre meno risorse, sempre più impegno

Scuola, Avis e quei bei giochi che... durano tanto

VENEZIA

Più di 53.600 ragazzi incontrati in 10 anni.Numeri importanti che raccontano il successo del

progetto Avis Gioco promosso dall'Avis provincialedi Venezia e sposato da numerose Comunali del ter-ritorio. Fiabilas, pittura creativa (foto), Giocavis,Teatro Immagine, Dilemma del Prigioniero sonosolo alcune delle offerte formative progettate e pro-poste ad alunni e insegnati delle scuole primarie,medie inferiori e superiori. Alcune di queste già datre anni sono utilizzate anche a livello regionale: lapittura creativa, ad esempio, è stata oggetto di forma-zione degli operatori scuola delle province di Padova,Belluno, Treviso e Vicenza, mentre il Dilemma delPrigioniero lo diventerà per gli operatori scuola regio-nali dal prossimo anno. “Diventa sempre più significa-tivo il legame del progetto scuola provinciale con quelloregionale - spiega la dott.ssa Laura Elia - con l'obietti-vo di creare un unico progetto, ma variegato al contem-po, che possa porsi in modo capillare in tutto il territo-

rio”. L'offerta formativa di Avis è stata di recente pre-sentata alla dott.ssa Miola del Miur (MinisteroIstruzione Università Ricerca). “Il grado di apprezza-mento è stato notevole - aggiunge la Elia - tanto che dalprossimo anno scolastico l'ufficio regionale del Miur siporrà come promotore dei nostri percorsi, attraversocomunicazioni inviate direttamente alle scuole”.

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Se dal punto di vista trasfusionale il 2012 si prospet-ta irto di difficoltà, l’Avis provinciale di Venezia può

essere confortata da un fatto importante: la nuova con-venzione, valida per il triennio 2012-2014, è già stata deli-berata ed è divenuta esecutiva il 18 marzo scorso. “Ungrande risultato - commenta il presidente provinciale,Maurizio Borsetto - considerato che in precedenza siamopervenuti a un accordo solo dopo due anni di estenuanti trat-tative. Sicuramente la convenzione non soddisfa appieno lenostre aspettative, ma riesce a coniugare le nostre richiestecon quanto previsto dalla normativa. Dal punto di vista eco-nomico, abbiamo fatto sicuramente un passo avanti”. Il rim-borso per il ristoro è stato infatti portato a 2,50 euro, comenel resto del Veneto, mentre il rimborso viaggio è statofissato a 3 euro. “Nota dolente rimangono i tempi di ero-gazione dei rimborsi - aggiunge Borsetto - che ad oggi sonofermi ad agosto 2011. Al momento il tema non è stato affron-tato dai vertici dell’Ulss 12, che si dicono in attesa della defi-nizione del nuovo piano socio-sanitario”. Altra novità sulpiano sanitario è l’uniformazione a livello regionale deipannelli di esami e questionario per il donatore. Per ilprossimo triennio, rientreranno nel pannello di esamiannuali: creatininemia, glicemia, proteinemia totale ed

elettroforesi sieroproteica, colesterolemia, trigliceride-mia, ferritinemia. Tali esami verranno integrati con ladeterminazione del colesterolo Hdl, in caso di dislipide-mia, e del Psa, in caso di ipertrofia prostatica in un sog-getto di almeno 50 anni. Rimane, comunque, facoltà delmedico procedere ad ulteriori accertamenti ritenuti diret-tamente correlati al giudizio di idoneità del donatore. “Inmerito al Psa - sottolinea Borsetto - eminenti espertihanno dimostrato come un dosaggio anomalo non sia unmarcatore tumorale certo, se non preceduto o seguito da unavalutazione specialistica. La medicina preventiva deve esse-re esercitata con rigore scientifico, sottostando a precisi para-metri costi/benefici”. A convenzione firmata, c’è un altroobiettivo che il presidente Borsetto desidera raggiunge-re: “Mi auguro che vengano risolte una volta per tutte leautorizzazioni delle uscite domenicali nell’ambito dellestrutture ospedaliere, perché siano autorizzate con delibe-ra in occasione della firma della convenzione e non adanno inoltrato. In questo modo, ci sarà una certezza per glioperatori e per l’associazione, con conseguenze positive perquanti desiderano donare, ma hanno difficoltà a lasciareil posto di lavoro durante la settimana”. Gior-

gia Chiaro

VENEZIA

Cosa fatta la convenzione fra Avis e Ulss

In occasione dei suoi 30 anni, l’Avis di Concordiaha istituito il premio speciale per i ragazzi delle

scuole primarie “Donare è Vincere Insieme”.L’obiettivo era far riflettere i più giovani e i loro geni-tori, sul valore del dono e della solidarietà comedovere civico dove i più “forti” sono chiamati a soc-correre chi si trova in uno stato di bisogno. Di fron-te al bisogno espresso da chi ci è vicino, due possonoessere le reazioni: fingerci ciechi e sordi per non vede-re e non sentire; oppure adoperarci per venire in soc-corso della richiesta di aiuto. I ragazzi delle scuole diConcordia hanno colto questo messaggio, non soloattraverso i lavori svolti in aula, in continuità conl’attività di sensibilizzazione svolta nell’ambito delprogetto scuola dell’Avis provinciale, ma anche parte-cipando numerosi, con i genitori, alla serata di pre-

miazione del 26 aprile. Tra gli aspetti di successo del-l’iniziativa c’è, in primis, la coesione dei ragazzi chehanno saputo “vincere” la sfida della serata lavorandoinsieme. Le premiazioni sono state intervallate dalleesibizioni del coro “Rufino Turranio” e da una canzo-ne inedita interpretata dagli alunni delle quinte.Analoga coesione è stata dimostrata anche dalleAssociazioni del dono di Concordia, tutte presenti edattive nell’organizzazione del concorso per promuo-vere ciascuna la propria declinazione di dono: espe-rienza non così frequente anche nel nostro territorio.Infine, il concorso è stato sfruttato come di promo-zione “peer to peer”: il disegno migliore è stato utiliz-zato per realizzare uno striscione che rimarrà espostosempre nel campo sportivo in cui gioca il Città diConcordia. Dario Piccolo

Se si vince insieme... i piccoli imparano a donare

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Grande attività per Avis Venezia. Il 12 maggio presso laScoletta Calegheri a San Tomà, con “Venezia ci illu-

mini d’immenso”, un incontro organizzato con il Centroper i diritti del Malato, con un video su lavoro, svaghi emomenti di vita veneziana del XX secolo. Il 13 maggio,invece, concerto per la Festa della Mamma, con l’Ensemble“Ottaviano Petrucci”, complesso di musica antica, e il coro“Una voce” di Martellago. Primo weekend di giugno par-

tecipazione alla tre giorni “Mille e una notte” al Lido diVenezia: tre serate con musica, sport, svago e attività cul-turali, per promuovere l’attività del volontariato. L’Avisera presente con uno stand e un intervento di Nelly VanzanMarchini, storica della sanità veneziana, che ha parlatodei primi insediamenti sanitari medievali a Venezia. Il 9giugno infine a Pellestrina il grande concerto di Sir OliverSkardy (testimonial 2012) con il Gruppo dei Fahrenheit.

Èin cantiere una campagna di sensibilizzazionesulla sicurezza stradale promossa dall’Avis pro-

vinciale di Venezia, in collaborazione con laProvincia (Assessorato alla viabilità, Sicurezza strada-le, Piste ciclabili), che raggiungerà 103 autoscuole,90 scuole superiori, 65 biblioteche e 42 municipi ditutto il territorio. All’invito alla prudenza alla guida ealla sicurezza lungo le strade, verrà quindi abbinato ilmessaggio avisino. In particolare, verranno prodotti edistribuiti 100mila depliant con 220 supporti carto-nati da esporre in tutte le autoscuole aderenti; 50totem cartonati da posizionare all’interno dei muni-cipi; 1.000 locandine e 5.000 flyer per la pubblicitànelle scuole e biblioteche per le giornate di formazio-ne svolte nel territorio sul tema della sicurezza strada-

le e del dono delsangue. Tutti idepliant conterran-no un modulo dipromessa di dona-zione che i giovanipotranno compilaree restituire via postaordinaria o viaemail all’Avis pro-vinciale di Venezia,in modo da esserericontattati dalleAvis locali di riferimento per iniziare il proprio per-corso di donatori. G.C. e A.S.

Per non fare una “frittata”, campagna AvisVENEZIA

Aproposito di sicurezza stradale, l’Avis diConcordia Sagittaria e Asma e Allergie, in colla-

borazione con Treviso Scooter Club, CRI comitato diPortogruaro, Polizia Locale e Julia Races, hannoorganizzato recentemente un convegno dal titolo:“La strada sicura”. “L’Avis è fortemente impegnata sultema della sicurezza stradale - ha spiegato il presiden-te, Dario Piccolo - perché il nostro obiettivo è quello diavere donatori volontari, periodici e consapevoli. Laconsapevolezza, acquisita tramite formazione e condivi-sione della conoscenza, porta alla diffusione di stili divita sani e permette di trasformare il gesto di solidarietàindividuale in un’azione volta al perseguimento dell’au-tosufficienza trasfusionale”. Obiettivo che si realizzaanche grazie alla prevenzione, evitando che tanto san-gue venga versato sulle strade italiane: pensate che nel2009, 310mila sono stati i feriti, 3.300 le vittime (dicui oltre 1.100 motociclisti). La maggioranza degliincidenti mortali avviene in città: a uccidere sono ladistrazione e la sottovalutazione della pericolosità delmezzo che si conduce.

“La responsabilità di chi si mette alla guida - ha sotto-lineato Fabio Fuser del Treviso Scooter Club - equi-vale a quella di chi maneggia un’arma carica. È daincoscienti guidare quando non si è in perfette condizio-ni di lucidità a causa di stanchezza, alcol, droghe o far-maci”. “Va elogiata la pratica dell'individuazione del-l'autista designato - ha commentato Marco Curti, vicecommissario della Polizia Locale - poiché anche bassilivelli di alcol compromettono i tempi di reazione delguidatore”. Molti inoltre sono i rischi per i motocicli-sti: “L'automobilista si accorge a fatica del sopraggiun-gere di una moto - ha spiegato Fuser - è fondamentaletenere accese le luci e moderare la velocità in prossimitàdegli incroci: uno schianto a 70 km/h contro un’autoferma equivale a precipitare dal 6° piano di un palaz-zo”. Le testimonianze di alcune vittime di incidentistradali, che hanno permesso di toccare con mano ilcalvario di chi subisce un incidente, hanno fatto dasponda alla Croce Rossa per affrontare il tema delprimo soccorso su strada: cosa si può e, soprattutto,cosa non si deve fare!

Venezia in attività fra Sir Oliver Skardy e Medioevo

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Sicurezza stradale: Concordia già in movimento

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L’Avis comunale di San Donà di Piave ha organiz-zato un concorso fotografico per sensibilizzare la

popolazione al dono del sangue. Il titolo “Donare è”ha visto la partecipazione di 15 fotografi che hannopresentato 49 fotografie. Prima classificata è stataMarianna Frate di Tessera con “Un’onda di vita” (quasotto), secondo Simone Davanzo di San Donà con“Solo chi dona è completo” (a destra) e terzo AlessioLaviola di Ceggia con “Gesto”. Primo classificatosezione giovani (meno di 18 anni) è stato inveceAndrea Giulio Laviola di Ceggia con “Gesto d’amo-

re”. Premio copertina a Valentina Zanusso di Jesolocon “Appuntamento” e menzioni di merito a LauraBozzo di San Donà, Giovanni Laviola di Ceggia eMatteo De Lazzari di Jesolo. Tutte le foto vincitrici equelle segnalate le potete trovare sul sito www.donoe-vita.it e sulla nostra pagina facebook.

Egrande successo, sempre a San Donà di Piave, ancheper il concorso organizzato per le scuole con il patro-

cinio del Comune: “Dona…e salvi una vita!”. Giuntoalla sua diciottesima edizione, ha visto ben 153 elabora-ti, realizzati da 347 studenti appartenenti a 38 classidiverse. Le scuole primarie (elementari) che hanno ade-rito sono state 4: la Forte 48, la Marco Polo Calvecchia,la Marco Polo Passarella e la Carducci. Per le scuolemedie ha partecipato la Schiavinato. Per le superiorihanno partecipato l’Itis Volterra, il liceo scientifico G.Galilei, il liceo San Luigi e l’Its geometri C. Scarpa

Alberti. Ad aggiudicarsi il primo e secondo premio per leelementari sono state la classe 4ª e 5ªA della M. Polo-Calvecchia, mentre terza è arrivata la 4ªA della Carducci,con il disegno di Alessia Pirola. Della scuola Schiavinatoprima la 3ªC con la composizione di Angelica Di Donnae Giorgia Bonadio, seconda la 3ªC con la composizionedi Debora Crosera, Elisa Mazzon e Silvia Mariuzzo, terzala 2ªA con il disegno di Marta Fajotto. Per le superioriprima classificata la 1ª liceo scientifico San Luigi con lacomposizione di Andrea Perissinotto, Aron Cannici eGiovanni Perizzolo, seconda la 3ªC del liceo Galilei conlo scritto di Sindi Mustaj e terza la 2ªB del Volterra conlo scritto di Gabriel Vendrame. Menzioni speciali: ErosMassarotto (4ªB Carducci), Gianmarco Fusaro (3ªCVolterra), Martino Crespan (2ªF Volterra), FrancescaCarniel, Laura Fregonese e Vanessa Carofano (Liceo SanLuigi), Radu Cotelea e Andrea Smeazzetto (2ªGVolterra) e Paolo Colosso (Volterra). I ragazzi sono statipremiati il 12 maggio da giurie composte da insegnanti,artisti e critici d’arte, presiedute dal presidente e da rap-presentanti dell’Avis di San Donà (foto a lato).

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Belle fotografie per donare a... San Donà

E sulle immagini si cimentano anche 347 studenti

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Èstato “Avis: un impegno che vale” il tema dellanostra assemblea provinciale, svoltasi a Poianella

il 24 marzo. Tema per ribadire ulteriormente l’impor-tanza del nostro operare, non per avere ori e allori,che a nessuno interessano, ma per chiamare a unmaggior impegno, per i nostri ammalati, tutto l’ap-parato coinvolto nella raccolta e trasfusione del san-gue vicentino. Cominciando dall’Avis provinciale,che ha svolto in maniera egregia, con l’impegno ditutte le Comunali, il suo compito di fornire il sanguesufficiente per il fabbisogno provinciale, regionale enazionale, ma che sicuramente qualcosa in più pote-va fare. Abbiamo avuto un calo dei consumi in pro-vincia del 2% e questo ci ha consentito di adempie-re, come Dipartimento, alle richieste pervenuteci dafuori provincia e regione. La crisi economica si fa sen-tire anche sul dono di sangue, è diminuita la possibi-lità di assentarsi dal lavoro da parte dei donatori, sisono accentuate le raccolte di sabato e domenicaanche a Vicenza. A livello dipartimentale si guarda amigliorare sia la chiamata alla donazione che le siner-gie per migliorare sul territorio l’impiego del perso-nale (sempre carente). Per questo chiediamo un mag-giore impegno da parte dei donatori, sia di presentar-si alla donazione quando chiamati, sia di pazientarese si allungano i tempi di attesa. Altresì, abbiamochiesto ai dirigenti associativi una più stretta collabo-razione all’interno dell’Avis, una più stretta condivi-sione delle tematiche e problematiche che si presen-tano. Sul tavolo anche i medici hanno messo il loroimpegno: all’assemblea erano presenti, in rappresen-tanza delle proprie Ulss, la dott.ssa LeopoldaZampieri, vice primario della 6, il dott. Massimo laRaja responsabile della raccolta della 5 e il dott.Corrado Sardella, responsabile della raccolta dell’Ulss

4. Tutti hanno sottolineato le diffi-coltà che in questo momento gra-vano sulla sanità, in generale, mahanno evidenziato come altresì cisia un impegno da parte di tutti,dirigenti, operatori, medici, arazionalizzare le risorse e migliora-re il sistema, nel limite del possibi-le. Nel proseguo dell’assemblea sisono dibattute le tematiche che cicoinvolgono in modo più direttocome associazione, il mondo giova-nile che manca all’interno deinostri consigli, sopratutto in pro-vincia e regione. La poca disponi-bilità a mettersi in gioco, a impegnarsi come dirigen-ti associativi, dei trentenni e quarantenni. Si sonoevidenziate le attività che la provinciale Avis ha postoin essere nel corso dell’anno 2011, le attività futurecon una particolare attenzione al mondo della scuo-la, la prospettiva dei corsi di formazione per dirigen-ti, sperando di coinvolgere nuovi aderenti anche travoi che ci leggete. L’attenzione rivolta agli extracomu-nitari nell’ultimo periodo sembra un po’ scematarispetto agli anni passati, è stato un altro tema tratta-to. I rapporti interni, come ultimo argomento, haportato una certa animosità alla discussione. Anche in Avis ci sono visioni e modi diversi di affron-tare le problematiche che si presentano nel proseguodel nostro percorso associativo, e questo porta adiscussioni e a un incontro/scontro interno positivo,che ci aiuta tutti a crescere e a impegnarci con mag-giore efficacia per assolvere al nostro ruolo di dirigen-ti associativi per l’Avis ma, soprattutto, per i nostriammalati. Enrico Iseppi

Il 19 maggio a Santorso si è inaugurato il “Parco del Donatore“,parco giochi per bambini realizzato dal Comune grazie all’Avis

comunale di Schio. “Con questi interventi - ha detto il sindacoPietro Menegozzo - è possibile far crescere, soprattutto tra i più giova-ni, la sensibilità verso la donazione del sangue, pratica concreta di soli-darietà e azione civile che rafforza i legami della comunità”. “Promuovere e divulgare i valori di solidarietà, ringraziare gli Avisinipresenti e passati di Santorso, far sì che questo luogo diventi per i bam-bini un gioioso binomio tra natura e gioco, sono i motivi per cui abbia-mo accettato la proposta dell’Amministrazione Comunale” ha aggiun-to il Presidente Gianfranco Carraro. Ora per tutti quelli che usu-fruiranno del nuovo spazio pubblico l’Avis sarà un po’ più vicina.

VICENZA

Un impegno che vale, giorno per giorno

Schio: un parco per giocare

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Èstato molto positivo il percorso formativo orga-nizzato dall’Avis comunale di Povolaro, grazie al

contributo del Centro di Servizi al Volontariato dellaprovincia di Vicenza e con la collaborazionedell'Amministrazione comunale di Dueville. Lequattro serate, tenutesi presso la sala delle associazio-ni del Centro giovanile del comune di Dueville,hanno avuto come filo conduttore lo “sviluppo diuna maggiore consapevolezza sul tema delle sostanzepsicoattive” ed erano rivolte ai giovani, agli adulti e

alle associazioni. Il primo incontroha fatto chiarezza sulla legislazionevigente in merito al tema, graziealla relazione dell’avvocato AnnaMaiorino, docente di Diritto pres-so una scuola superiore del capo-luogo vicentino. Si è poi passati. il12 aprile, a riconsiderare le falsecredenze sui fenomeni e sui com-portamenti legati all’uso di sostan-ze psicoattive con il dott. StefanoPannella della Cooperativa sociale“Il Mosaico”. Il 26 aprile è statopoi il momento del dott.Marcellino Manea che ha permes-so di approfondire il problemadoping e ha fatto luce sul suo dilagare nel mondodello sport, anche ai livelli amatoriali. L’ultima seratadel 10 maggio è stato infine il momento dell’Aviscomunale di Povolaro, con l’intervento anche delvicepresidente dell’Avis regionale Francesco Joppi,del presidente dell’Avis provinciale Enrico Iseppi, delresponsabile del Servizio Immunoematologia e delCentro trasfusionale di Vicenza dott.ssa AlbertaAlghisi, del vicesindaco di Povolaro Giusy Armiletti e

dell’assessore allo sport Lauro Brotto. La giovanerealtà comunale ha avuto modo di proporre le pro-prie attività e ha fatto conoscere il mondo della dona-zione del sangue anche per coinvolgere nuovi volon-tari nella propria opera.A conclusione dell’iniziativa, il presidente dellaComunale Gaudenzio Salin ha espresso grande sod-disfazione per il successo del percorso formativo e peril complessivo buon riscontro da parte della cittadi-nanza: “Come Avis ci sentiamo costantemente impegna-ti nel favorire una solida consapevolezza su queste tema-tiche ed a fornire le basi e gli strumenti, soprattutto aigiovani, per non restare vittime di questi mali che sem-pre più diffusamente serpeggiano nella nostra società. Lanostra è una piccola ma giovane realtà che vuole cresce-re e non vuol farsi mancare alcuna occasione per infor-mare e sensibilizzare tutti i cittadini su un corretto edequilibrato stile di vita, diffondendo il più possibile lacultura del dono del sangue. È per questo che ringrazia-mo tutti i partners e tutte le persone intervenute a qual-siasi titolo, durante questo percorso formativo. Come lerobuste radici dell'albero della brochure, abbiamo lasperanza che i punti fissati nel nostro cammino, sorreg-gano alberi verdi e rigogliosi e alimentino i loro ramiaffinché possano dare frutto".

Anche Lupia-Poianella, per la sua Festa Avis di quest’an-no, ha deciso che “Riso fa buon sangue”. Niente risotti apranzo, ma tante risate a cena. Il 30 giugno, infatti, sisono esibiti - strappando ondate di risate al pubblico -due cabarettisti emergenti: Carlo Bianchessi e MaurizioLinetti della “scuderia” di Enrico Cibotto che, ormai dadue anni, porta in Avis (e Abvs) allegria contagiosa.

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Formazione di successo a Povolaro

Risate a Lupia-Poianella

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Doppio anniversario, il 22 aprile, per l’Aviscomunale di Castelgomberto. Che ha festeggia-

to i suoi primi quarant’anni di vita e i venticinqueanni “di vita” del monumento al donatore. Dopo laSanta Messa, il ritrovo a Palazzo Barbaran e la classi-ca sfilata accompagnata dal complesso strumentale“Don Giovanni Busato”, verso il Parco del donatore,dove si trova appunto il manufatto. In origine si pre-sentava come una fontana a vasca quadrangolare, conal centro la statua bronzea di un fanciullo nell’atto didonare una goccia di sangue. Il restauro è stato por-tato avanti dall’attuale Consiglio direttivo guidato daJohn Vantin grazie all’Amministrazione comunale diCastelgomberto proprietaria dell’area e ai contributidi aziende locali e banche. La vasca è stata trasforma-ta in fioriera, provveduto ad una profonda pulizia eabbellimento della statua, cuore del monumento. Lazona è stata opportunamente riqualificata (il verdecircostante è adibito a parco giochi per bambini) conun moderno ed efficiente impianto di illuminazionepubblica. Il parroco don Bruno Marangon, ha prov-veduto alla benedizione del nuovo monumentoprima del taglio del nastro da parte di alcuni ragazzidi terza media, coinvolti durante l’anno nell’iniziati-va Avis-Scuola. Ritornati a Palazzo Barbaran, è inter-venuto Dino Danieli, che assieme a Gino Fortuna eGiuseppe Pegoraro, presenti in sala, Giovanni Francoe Giovanni Pio Colpo, hanno dato vita nel 1972

all’Avis di Castelgomberto. A portare il loro salutosono stati il sindaco-donatore Lorenzo Dal Toso, ipresidenti Avis regionale Alberto Argentoni e provin-ciale Enrico Iseppi, il dott. Enrico Acerbi referentedel Centro trasfusionale di Valdagno e il parroco donBruno Marangon, ex-donatore (per raggiunti limitidi età). Il presidente Avis di Castelgomberto-Trissino,John Vantin, ha quindi donato una pergamena a tuttii soci fondatori viventi e ai sette ex-presidenti succe-dutisi in 40 anni. Erano tutti presenti, (foto sotto)mancava solo l’unica donna presidente LoretaMinuzzo. Proprio sotto alle finestre, nello splendidoporticato di Palazzo Barbaran, di quella che ormai èsede stabile dell’Avis si è chiusa la giornata di festacon un rinfresco. Andrea Filippi

L’Avis di Velo d’Astico ha deciso di ricordare il 5maggio non per la morte di Napoleone, ma per-

ché in quella data, assieme all’Aido, è stato inaugura-to un cippo dedicato ai donatori. Il cippo, intelligen-temente collocato all’ingresso del Parco Millepini,consiste in un masso di oltre 130 quintali, prelevatoin una ex-cava di ghiaia e nel quale è stata incastona-ta una targa che recita: “Agli Angeli silenziosi che, colproprio dono, salvano vite a loro ignote”. La cerimoniadoveva svolgersi nel Parco, ma gli eventi atmosfericihanno costretto a spostare la Messa nella chiesa arci-pretale di Velo. Presenti tutte le Avis e Aido della provincia, munitedi labaro. Una rappresentanza delle associazioni, poi,si è recata al Parco per la benedizione del cippo. Èseguita, presso una trattoria locale, la cerimonia uffi-ciale durante la quale il presidente, Pietro Ceron, haricordato le varie tappe seguite per la realizzazionedell’opera, da tempo desiderata e resa possibile dal-l’aiuto dell’Amministrazione comunale e di alcuni

volontari. Le difficoltà incontrate sono state ampia-mente compensate dal successo. Sono seguiti gliinterventi dalla presidente dell’Aido Maria Maculane del vice-sindaco Chiara Lorenzato, che ha espressoil ringraziamento dell’Amministrazione all’Avis eall’Aido per l’impegno e il valore sociale del volonta-riato. Intervenuti anche il presidente provincialedell’Avis Enrico Iseppi e dell’Aido Bruno Zamberlanche hanno ricorda-to storie toccanti didonatori. Al termi-ne sono state con-segnate ai donatorile benemerenze, traqueste un oro conrubino (75 dona-zioni) a Dino DalMasetto. L’Avis diVelo d’Astico conta120 donatori attivi.

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Quei 130 quintali di solidarietà di Velo D’Astico

Castelgomberto: festa ai “padri fondatori”

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Smette di donare per limiti d’età e “passa” ai figli

TREVISO

Ètempo di rinnovare le convenzioni che discipli-nano la partecipazione alle attività trasfusionali

da parte delle Associazioni o Federazione di donato-ri. Ogni Dipartimento è, quindi, chiamato a trattaree discutere i nuovi accordi con l’Ulss capofila, relati-

vamente agli articoli dello schema tipodi convenzione proposto dalla RegioneVeneto e già pubblicato nel Bur il 10gennaio 2012. Anche se il tempo stabi-lito dalla Regione per l’approvazionedella convenzione era stabilito entro i tremesi dalla pubblicazione, in realtà, tran-ne per un paio di Dipartimenti, gli altrisono attualmente ancora in fase di valu-tazione. Ciò denota l’importanza e ladelicatezza che comporta la stipula di unsimile contratto. Per i non addetti ailavori, ricordo che fra le discipline più

importanti che la convenzione prevede ci sono: ladisciplina della donazione del sangue e dei suoi com-ponenti, l’informazione e l’aggiornamento dei dona-tori sui criteri di valutazione della loro idoneità fisicae il rispetto delle garanzie connesse alla donazione,l’organizzazione della chiamata dei donatori in coe-renza con il piano di programmazione delle attivitàtrasfusionali previste nel Dipartimento, nonché lacollaborazione nelle situazioni di emergenza o dipubblica calamità che dovessero richiedere una rac-colta straordinaria in base alle direttive del Crat.Ancora, regola l’organizzazione della raccolta festivadi sangue gestite dall’Avis, allo scopo di garantire ade-guati livelli di competenze del personale operante al

fine di rispettare i requisiti richiesti dalla normativaregionale e nazionale. Oltre a pianificare i processilavorativi. Provvede a stabilire il ristoro del donatorepost-donazione e stabilisce il rimborso delle spesesostenute per il viaggio del donatore, regola i rappor-ti economici fra l’Azienda capofila del Dimt e l’Avisprovinciale, determina l’organigramma completodell’intero Dipartimento per quanto riguarda le variecommissioni e/o comitati e/o conferenze che parteci-pano alla programmazione locale e dipartimentalidelle attività trasfusionale. Ho voluto indicare solo ipassaggi più significativi che costituiscono l’ossaturaportante del testo della convenzione. Spero che sia diaiuto ai nostri presidenti delle Avis comunali percomprendere perché a volte non sia così facile e sem-plice darsi delle regole e quanto tempo ci voglia perregistrare ogni attività e azione senza tralasciare nulla.Pur lavorando su uno schema tipo già predispostodalla Regione, esistono delle peculiarità all’internodei Dipartimenti che non sono contemplate.Comunque, per quanto riguarda il nostroDipartimento di Treviso, a tutt’oggi posso assicurareche dopo qualche mese di lavoro la convenzione è indirittura d’arrivo. Attendiamo solo la deliberadell’Ulss 9 capofila, che per competenza ne ha anchela responsabilità. Sul piano associativo spero che fratre anni, alla scadenza degli attuali accordi, ci sia lacapacità e la maturità di firmare delle convenzioniche trattino il nostro donatore in modo omogeneosul tutto il territorio regionale. Sarebbe un granderisultato di squadra… in rete. Buona donazione.

Gino Foffano, presidente Avis provinciale

Mentre tutti parlano pessimisticamente del futu-ro, chi ha ben seminato ben raccoglie! E sono

storie che è davvero bello raccontare perché allarganoil cuore. Splendido “passaggio di testimone” da padrea figli al Centro trasfusionale di Conegliano. In occa-sione del suo 66° compleanno, Pietro Speranza hadonato per l’ultima volta nello stesso giorno in cui ifigli Alberto di 32 anni e Mariagiulia di 27 hanno,invece, donato il sangue per la prima volta. Ha accol-to il terzetto il primario del Ct di Conegliano, dott.Alessandro Dal Canton. Per il papà, che ha raggiun-to i limiti d’età fissati per donare, è stata una bellasoddisfazione vedere continuare nei figli i valori disolidarietà e generosità in cui crede da sempre. Per ifigli comincia ora un’avventura di generosità versochi soffre. Un esempio, certamente per tutti.

Convenzioni, aspettando la “squadra”

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TREVISO

Un esercito giovane che pensa... e donaContinua ad aumentare il numero di ragazzi di

scuola superiore che si sottopongono agli esamidi idoneità e alla donazione al Ct di Treviso. Un gestofatto con entusiasmo, consapevolezza e responsabi-lità, a testimoniare che i giovani, quando vengonoinformati e stimolati nel modo corretto, sanno daremolto. Ad aprire la strada con grandi numeri sonostati il Collegio Astori e il Liceo statale “Berto” diMogliano Veneto, che il 20 e il 22 marzo hanno vistol’allestimento a scuola di un mini centro medico gra-zie alla collaborazione di Avis e Centro trasfusionaledel Ca’ Foncello di Treviso che hanno predispostoun’apposita equipe sanitaria e associativa nei localidell’Istituto e presso l’autoemoteca messa a disposi-zione dall’Avis regionale, parcheggiata nel giardino.In 108 tra studenti, alcuni insegnanti, personale sco-lastico e genitori, si sono sottoposti in loco all’itersanitario per l’idoneità alla donazione. Il passo suc-cessivo, per chi ha ottenuto l’idoneità, è stata la dona-zione di sangue vera e propria, al Centro trasfusiona-le dell’ospedale di Treviso o presso l’ospedale più vici-no a casa. Stesso iter, al Ct del Ca’ Foncello, per 20studenti delle classi quinte A e B del liceo linguistico“Canova” di Treviso, che il 3 maggio sono diventatidonatori. “Ritengo che la scuola sia il luogo più adattoper spiegare ai giovani l’importanza e l’iter della donodel sangue - ha sottolineato l’insegnante di educazio-ne fisica, Pierpaolo Traversari, che ha donato assiemea loro - che oltre a salvare altre vite, spinge chi lo com-pie ad aver cura del proprio corpo, a seguire un correttostile di vita. È una scelta di responsabilità e maturità,una scelta a favore della collettività”. Un gesto che è addirittura diventato doppio, dalmomento che alcuni studenti hanno chiestospontaneamente, nella stessa mattinata, di sot-toporsi anche al prelievo per l’iscrizione nelregistro dei potenziali donatori di midolloosseo. Ad accoglierli c’erano il dott. AndreaFrigato responsabile facente funzioni del Ct diTreviso, il direttore sanitario dell’Avis provin-ciale dott. Alessandro Spigariol e il presidentedell’Avis provinciale Gino Foffano.

Stesso team che il 23 maggio ha accolto un gruppo di13 studenti e 5 insegnanti dell’Istituto tecnico indu-striale “Max Planck” di Lancenigo di Villorba. Aqueste splendide iniziative, che si ripetono anchenegli altri Ct della provincia, si è arriva grazie all’in-stancabile lavoro degli avisini che da anni promuovo-no la donazione e i valori della solidarietà nelle scuo-le. “L’esempio che ci viene da tutti gli studenti, da que-sti come da tutti gli altri che donano in provincia diTreviso, dimostra che i nostri giovani sanno essere prota-gonisti sempre, anche di gesti di altruismo e generosità -commenta il presidente Foffano - il che ci induce acontinuare sulla strada della sensibilizzazione nellescuole. I volontari avisini stanno facendo ovunque unlodevole lavoro. A loro, agli insegnanti e ai presidi chestanno dimostrando grande sensibilità, disponibilità ecollaborazione va il grazie dell’Avis che è poi il grazie ditanti malati”. Michela Rossato

“CANOVA”

“MAX PLANCK”

“BERTO”

“ASTORI”

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TREVISO

Dopo il successo riscontrato lo scorso anno e lemolteplici richieste di riproporre l’evento, l’Avis

provinciale di Treviso ha organizzato una seconda visi-ta ai laboratori della Fondazione Tes all’ospedale diTrecenta, nel Polesine. La delegazione era guidata dalpresidente dell'Avis provinciale, Gino Foffano, edaccompagnata dal presidente regionale, AlbertoArgentoni. Il presidente di Tes, prof. Pier PaoloParnigotto (nella foto accanto durante il suo interventoall’assemblea regionale 2012) e la dott.ssa Rosa DiLiddo, ricercatrice, con i loro collaboratori hanno spie-gato, con il supporto di diapositive, quella che è l’atti-vità della fondazione, basata sull’isolamento delle cel-lule staminali ottenute da sangue periferico dei dona-tori, allo scopo di ricostruire dei tessuti e una interes-sante ricerca basata sull'utilizzo delle cellule staminalicombinate con un particolare polimero (Pcl) per laricostruzione ossea. Tes, infatti, significa Fondazioneper la biologia e la medicina della rigenerazione dei tes-suti. Nata nel 2006, ha una convenzione con l’AziendaUlss 18 di Rovigo per lo svolgimento dell’attività diricerca all’interno dell’ospedale di Trecenta, dove è atti-vo anche il Centro Interdipartimentale della biologia edella medicina della rigenerazione dell’Università di

Padova e collabora sia con le Università, sia con le Ulss(oltre che con la 18 di Rovigo, anche con la 9 diTreviso). Alla visita ha partecipato un rilevante nume-ro di giovani, donatori e non, a manifestare l’interessecrescente verso questa materia e molti anche gli inter-venti e le richieste che sono seguite alla presentazionedella ricerca. Dopo la visita dello scorso anno, moltisono stati gli interventi presso le nostre Comunali delprof. Parnigotto e del suo team in occasione di confe-renze e incontri per sensibilizzare avisini e opinionepubblica sul lavoro di Tes e molti altri ne seguirannoanche nei mesi a venire.

Il 19 aprile, presso il Centro trasfusionale di VittorioVeneto, Lorenzo Gemignani donatore e consigliere

dell’Avis, per raggiunti limiti di età ha effettuato la suaultima donazione. Con 164 donazioni è il socio piùlongevo di donazioni nella storia della nostra associa-zione di Vittorio Veneto. Per 43 anni ininterrotti (la

prima donazione è stata effettuata il 23 settembre1969) ha donato con generosità, ricevendo anche ilCavalierato della Repubblica per meriti di solidarietà.Nel giorno del suo ultimo dono è stato raggiunto daicolleghi del Direttivo con il primario e dai familiari(nella foto anche i nipotini per nulla impressionati dal-l’ago). “Congratulazioni e grazie Lorenzo - ha detto ilpresidente dell’Avis di Vittorio Veneto, LucianoSommariva - poiché hai regalato speranza di vita e l’op-portunità di ritrovare il sorriso a molte persone. Cedi que-sto bellissimo testimone a tutti quei giovani che amano lavita e lo sport come te, e non solo”.

Sempre più vicini alla Fondazione TES

Nonno donatore record con nipotini al seguito

Raccolta tappi alla grande

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Continua la raccolta dei tappi di sughero dell’Avisprovinciale e delle comunali a favore della

Fondazione “Oltre il labirinto” che si occupa deiragazzi autistici. Molte le Avis che stanno collaboran-do, come quella di Villorba che sta arrivando ai centochili di tappi. Per informazioni contattate la segrete-ria provinciale, 0422-405077.

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L’Assemblea provinciale, tenutasi lo scorso 24marzo ad Ospedaletto Euganeo, si è aperta con

gli interventi delle Autorità presenti; il presidenteSartori ha ricordato, che, nonostante il periodo dicrisi economica e di difficoltà oggettive nella raccol-ta sangue, il Dimt di Padova ha raggiunto l’obiettivoposto dalla Regione Veneto per l’anno 2011, con unaumento nei confronti dell’anno precedente del2,9% (53.108 unità contro le 53.245 del 2010),rispetto ad una media regionale che si attesta su un+0,1%. Sul fronte dei consumi, si è registrata unacontrazione con un aumento del 2,0% rispetto al4,5% dell’anno precedente. In merito alla raccoltaassociativa, nel 2011 è da evidenziare che, per laprima volta in provincia, si sono superate le 10milasacche di sangue intero. Sono precisamente 10.017,di cui 5410 unità raccolte presso il Centro di ViaTrasea e 4607 unità raccolte presso 18 Unità diRaccolta, dislocate nel territorio provinciale, con unaumento del 2,54% rispetto al 2010. Le idee, i progetti di una Associazione come Avis,sono strettamente dipendenti dalle risorse economi-che: senza materiale tecnologico sufficiente a garan-tire la normale attività, Avis Provinciale, in futuro,non sarà in grado di mantenere questi volumi di cre-scita. I dati stanno a significare che gli sforzi promo-zionali - sia in termini economici che di visibilità - ele sensibilizzazioni nei diversi settori della societàcivile, in particolare in quella scolastica, hanno deter-minato risultati positivi in termini di nuove iscrizio-ni, confermando una maggiore consapevolezza delladonazione di sangue e della solidarietà. Ciò costitui-sce un punto di partenza per una serena riflessionesulle metodologie seguite, al fine di intensificare edindividuare nuove proposte divulgative che abbianolo scopo di rendere più attuale la missione e gli scopidi Avis, soprattutto nella popolazione giovanile. Aproposito di convenzioni, nella relazione è statoaffrontato il tema del rinnovo delle convenzioni e inparticolar modo la revisione del pannello di esamiche ha animato gli interventi dei delegati.Tra gli obiettivi di Avis Provinciale per il 2012: inter-venire in merito alla carenza cronica di personale chein alcune realtà, determinerà, in prospettiva, unariduzione delle aperture dei servizi trasfusionali; sol-lecitare le riunioni dei Comitati per il Buon Uso delsangue che dovrebbero rappresentare davvero il vola-no per sensibilizzare in modo concreto e positivo, ivari “attori” della sanità e del volontariato; il C.N.S.individua tra i punti deboli del sistema trasfusionale“la diffusa inefficacia e inefficienza dei Comitati per

il Buon Uso del sangue in materia di gestione dellarisorsa sangue e del rischio clinico trasfusionale;incentivare la chiamata associativa, che rappresentanon “solo” un obbligo di legge, ma è essenziale per lafidelizzazione del donatore, al fine di mantenere uncostante contatto, per programmare in modo piùefficace ed efficiente la raccolta.L’elemento emerso durante la discussione è che lasfida di Avis per raggiungere l’autosufficienza diemocomponenti per uso trasfusionale è quello dicomprendere che ogni donatore ha caratteristicheproprie e che necessita di strategie associative chemantengano il suo impegno nel tempo, fidelizzando-lo; deve essere garantita un’attenzione particolareanche alla tutela della salute dei donatori attraversoesami periodici completati da indagini individuali.La discussione si è protratta sottolineando come inquesti anni siano state incentivate, da parte di AvisProvinciale, azioni per concretizzare l’idea della con-divisione: le offerte formative, gli incontri con le sediterritoriali e lo scambio di esperienze, la valorizzazio-ne delle attività delle Avis del territorio con l’obietti-vo di fare rete comune e di coinvolgere. Il presiden-te Sartori ha concluso ricordando che lo stile dellacondivisione rappresenta, per la nostra Associazione,una delle risorse più rilevanti, per mantenere vivo eautentico il legame tra i livelli associativi.Nell’intervento del vicepresidente regionaleFrancesco Magarotto e del Segretario regionaleRondin sono stati illustrati alcuni punti qualificantidell’attività di Avis Regionale.

Luca Marcon

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Provinciale in crescita come dono e idee

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Quando fate un dono importante, come vorresteche fosse? Certamente ognuno di noi lo vorrebbe

il più bello possibile. Quello del sangue è un donoimportante, che regaliamo a persone che ne hannobisogno per un problema di salute, quindi vorremmoche fosse il sangue migliore possibile. Il sangue di chinon fuma è più ricco di ossigeno: è per questo che invi-tiamo i donatori a considerare il problema del fumo.Oggi non è esplicitamente richiesto che un donatore disangue smetta di fumare; ciononostante, questo è unobiettivo di indiscutibile valore per la salute, anche diquella del donatore! L’Avis provinciale di Padova haproposto un intervento di gruppo per smettere difumatore, con incontri nel territorio. Una prima inizia-tiva è stata realizzata, nei mesi scorsi, presso la comu-

nale di Tencarola e ha ottenuto un ottimo successo siain termini di partecipazione sia di risultati: una buonaparte dei partecipanti ha smesso di fumare in mododefinitivo. Per questo motivo l’area della formazione dellaProvinciale ha deciso di proporlo anche ad altre Aviscomunali interessate. Nell’attività di gruppo vienemesso a disposizione uno strumento di comprovataefficacia per raggiungere l’obiettivo. I gruppi sono con-dotti da una psicologa psicoterapeuta (FedericaTognazzo) e da un medico (Giovanni Forza). Servel’aiuto di tutti: la promozione di uno stile di vita cor-retto ci aiuta a sviluppare una cultura della donazionedi sangue responsabile e a far crescere una società piùsana e solidale. Gloria Mercurio

L’Avis del Conselvano, in collaborazione con lal’Associazione sportiva Dilettantistica Pattinatori e

l’Amministrazione comunale, ha organizzato il 21°trofeo Comune di Bagnoli di Sopra, gara interregiona-le di pattinaggio a rotelle corsa su strada. La manifesta-zione si è svolta nel prestigioso pattinodromo comuna-

le intitolato al senatore Borletti; l’impianto è tra imigliori d’Italia per la pratica del pattinaggio corsa eanche quest’anno numerosi campioni italiani, europeie mondiali vi hanno partecipato. Suggestiva la sfilata dioltre trecento atleti in rappresentanza di ben quarantasocietà del Veneto, del Friuli, dell’Emilia Romagna e

della Lombardia, che ha aperto le gare. Le esibi-zioni, tra agonismo e sportività, hanno reso lakermesse oltremodo spettacolare. Come di con-sueto, la gara dei primi passi è stata riservata aipiccoli atleti in età scolare, circa settanta mini-atleti, che con il loro impegno, hanno fattodivertire gli spettatori e gettare uno sguardo alfuturo di questo bellissimo sport. Sinergia vin-cente, inoltre, la collaborazione con l’Avis delterritorio per promuovere il messaggio di soli-darietà che ben si coglie in una cornice di sport,gioventù e volontariato. Ottima anche stavoltal’organizzazione, diretta da Guerrino Maggio.

Gianfranco Boscaro

L’area formazione e scuola dell’Avis provinciale haproposto come tema di riflessione il comprendere

al meglio quali siano le motivazioni che portano unapersona a diventare un donatore periodico. E’ risapu-to, infatti, che uno dei problemi che l’associazionedeve affrontare è quello dei donatori che mantenganonel tempo la decisione di donare. È partita, nel mesedi marzo, la fase di “somministrazione” del questiona-rio, sia presso il Centro di Raccolta Avis in Via Traseasia presso le Unità di raccolta Avis in provincia. I risul-

tati di questa indagine, che saranno diffusi a fine giu-gno, ci permetteranno di effettuare interventi miratiper sensibilizzare i nuovi donatori e facilitare il loropassaggio a diventare donatori periodici. Il questiona-rio è volontario, completamente in forma anonima edè rivolto a tutti i donatori, sia alla prima donazione siaa quelle successive. I risultati di tale indagine e glistrumenti successivamente ideati saranno messi adisposizione di tutti, nel sito web della Provinciale:www.avisprovincialepadova.it.

Se non fumi, puoi donare più... ossigeno

Nel Conselvano le Avis corrono... sulle rotelle

Una indagine sulle motivazioni a donare e ridonare

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Intitolazione della sede dell’Avis diLegnaro, il 27 maggio, a Giovanni

Buso, recentemente scomparso.Giovanni è stato donatore e presiden-te per 20 anni della comunale diLegnaro: era un punto di riferimentoper tutti e, nell’ultimo periodo della

propria vita, si era particolarmenteadoperato per ottenere dal Comunel’utilizzo dei locali che saranno anchedestinati alla raccolta sangue.All’interno della sede è stata colloca-ta una targa commemorativa, a ricor-do di questo integerrimo avisino.

L’Avis provinciale di Padova ha ripetuto, anchequest’anno, il laboratorio Avis all’interno della

Facoltà di Psicologia, con l’obiettivo di portare lacomunicazione nella promozione sociale e di trovarestrumenti idonei per parlare ai giovani di solidarietà,nonché di come motivare affinché si ripeta la dona-zione di sangue. Nel corso di Psicologia socialecognitiva, tenuto dalla prof.ssa Anne Maass, gli stu-denti, affiancati dal Federica Tognazzo e da GiovanniForza, hanno lavorato in aula e successivamente sonostati impiegati nelle scuole per interventi di sensibi-lizzazione. Gli obiettivi del laboratorio sono stati lacreazione di strumenti che permettano una comuni-cazione efficace. “Come parlare interessando? Disolidarietà in generale, di Avis nello specifico, aragazzi delle scuole medie e superiori? E come poipermettere che una persona, dopo la prima donazio-ne, diventi un donatore periodico? La motivazionenon è un presupposto. Va costruita con la persona. Èpiù efficace se autogenerata. Come crearla?Attraverso una comunicazione efficace. I pubblicita-

ri ci insegnano: incisività, chiarezza, suscitare interes-se, emozionare, lasciare il segno. Come motivare: tra-dizionalmente dando informazioni. Non tutte leinformazioni sono però uguali” sono stati i temi svi-luppati, che hanno portato alla creazione di interes-santi ed innovativi strumenti. Un grazie va alla pro-fessoressa Maass, sempre sensibile a questo tema, eagli studenti universitari coinvolti nel laboratorioche con entusiasmo si sono impegnati, proponendoanche nuove idee. Alcuni di loro hanno deciso didiventare donatori di sangue. E nel mese si maggio sisono svolte a Padova, presso il Policlinico universita-rio e il complesso Interdipartimentale Vallisneri, legiornate di promozione della donazione volontaria.All’evento conclusivo del 25 maggio presso la Fieradi Padova, hanno partecipato migliaia di studenti.Nell’occasione il gruppo giovani Avis provinciale,presente con gazebo e materiale promozionale, haraccolto le “promesse di donazione” che sarannoinviate alle Avis comunali del territorio.

Gianni Mamprin e Gloria Mercurio

Tappa del Campionato italiano amatoriale diciclismo Avis, domenica 3 giugno, a Piove di

Sacco (Pd). L’evento, organizzato da Asd Panta Reidi Salboro (Pd), ha visto collaborare l’Avis Piovese, ilGruppo Radio Piovese, l’Associazione nazionaleCarabinieri e il patrocinio dall’Amministrazionecomunale cittadina. Gli oltre 200 partecipantihanno gareggiato in un circuito di 8,5 chilometri,sviluppato per le vie del centro storico di Piove diSacco, toccando le località di Vigorovea e Piovega.Otto le categorie in gara: gentlemen, supergentle-men A e B, 2 donne, veterani, cad-junior e senior.Durante la manifestazione erano rappresentate leAvis del territorio e funzionava un punto medico cheha effettuato screening gratuito della pelle, per laprevenzione del melanoma, gestito dall’AssociazionePiccoli punti di Padova. Al termine della gara i vin-citori di ogni categoria sono stati premiati dal presi-dente Avis del Piovese, Vinicio Righetto, dal vicesin-

daco Recaldin e dall’Assessore allo Sport, Zennaro.Una speciale classifica è stata riservata ai ciclistidonatori di sangue per il loro doppio impegno disportivi e volontari. Marco Menin

PADOVA

L’Avis entra in Facoltà, di psicologia sociale

La sede di Legnaro dedicata a Giovanni Duso

Il campionato amatoriale di ciclismo fa tappa a Piove

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Pure a Belluno hanno adottato il LupoProcede a gonfie vele nel territorio bellunese il pro-

getto di sensibilizzazione e promozione del donodel sangue tra i più giovani. A fine febbraio GuidoMenardi, vicepresidente provinciale e SimonettaZangiacomi, coordinatrice di zona 1, si sono occupatidella distribuzione dell’opuscolo “Basta tanto così”nelle due scuole secondarie di primo grado di Cortinad’Ampezzo e Polo Valboite. La pubblicazione, realizza-ta dall’Avis nazionale grazie alla preziosa collaborazio-ne di Silver, presenta l’attività del dono del sangueattraverso la simpatica figura del famosissimo LupoAlberto. I rappresentanti Abvs hanno consegnato adogni classe l’opuscolo, integrando il contenuto dellostesso con una breve spiegazione su che cosa sia e comesi svolga la donazione. Tutto questo ha suscitato la vivacuriosità dei ragazzi che si sono dimostrati sensibili aun tema così importante. Anche il corpo docente haapprezzato il lavoro svolto dall’associazione proponen-do di adottare il libricino distribuito come testo di

educazione civica. Ad aprile, la sensibilizzazione havisto protagoniste le sezioni Abvs operanti sul territo-rio del Comune di Sedico, ovvero Bribano-Longano,Mas-Peron e Sedico, che hanno incontrato i ragazzidelle classi terze della Scuola media Statale “UgoFoscolo” di Sedico. Anche in questo caso sono statidistribuiti i libretti di Lupo Alberto, con la spiegazionedell’iter e dell’importanza del dono. Sono stati altresìricordati i valori che furono alla base della costituzionedelle sezioni. In particolare quella di Mas-Peron nac-que sessant’anni orsono, da un gesto di profonda rico-noscenza di un malato che, beneficiando delle dona-zioni di sangue, riuscì a superare la propria malattia.Sono più di cento i ragazzi che hanno ricevuto il libri-cino, nonché un attestato con nome, cognome e grup-po sanguigno. Servirà loro a ricordare che, una voltamaggiorenni, potranno diventare anche donatori ecambiare la vita di chi ha bisogno di sangue.

Barbara Iannotta

Anche quest’anno, come da tradi-zione, l’anziana signora prove-

niente dai boschi di Framónt e altaben nove metri, ha intrapreso il pro-prio cammino di metà Quaresima. Il18 marzo, dalla Val di Frèla la “VèciaPòpa” è giunta al Bròi di Agordo, ovela festa si è conclusa con il classicorogo. Il palco allestito sul grandeprato cittadino ha svolto anche dacornice per i riconoscimenti che ilcomitato organizzatore della manife-stazione ha ritenuto di consegnare allepersone o associazioni distintesi negli

anni a vario titolo. Anche alla sezionedi Agordo dell’Abvs è spettata l’impor-tante gratifica per l’impegno svolto sulterritorio nel portare avanti le finalitàdell’associazione. In tale occasione, idonatori hanno dato prova della pro-pria dedizione allestendo, sempre sulBroi, un gazebo dove alcuni soci dellasezione si sono avvicendati per la distri-buzione di un piccolo gadget e deidepliant informativi avuti dell’Abvsprovinciale per sensibilizzare ancor piùla popolazione sull’importanza deldono del sangue. B.I.

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Agordo: l’Abvs scende in campo a fianco dea “Vecia Pòpa”

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Vincere la disabilità con lo sport si può

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BELLUNO

Può lo sport essere un contesto inclusivo per i disa-bili? Limana risponde con un deciso “sì”. La

domanda è stata il fulcro della manifestazione “Il latoD. dello sport”, svoltasi il 16 marzo al Palimana.L’evento è stato organizzato dall’associazione Integra-mente, il cui scopo è favorire l’integrazione e la parte-cipazione nella realtà quotidiana delle persone condisabilità. Come ribadito dall’organizzatore SimonePalma, si trattava della prima iniziativa simile nel bel-lunese, un appuntamento interessante per allargare alpubblico la conoscenza del tema. Tre i momenti salien-ti della giornata: uno di dibattito, il secondo convivia-le e il terzo sportivo. Pensiamo che l’atleta sia una per-sona fisicamente sana, quasi un eroe indistruttibile;eppure molti casi recenti, da Bovolenta a Morosini,hanno dimostrato che basta un malore improvviso aspezzare una vita. Per contro, una menomazione non èsinonimo di sconfitta. Il corridore Oscar Pistorius,amputato da bambino di entrambe le gambe, è riusci-to a gareggiare con i normodotati e addirittura a con-seguire una medaglia mondiale. In ogni caso, l’handi-cap non pregiudica per forza l’attività sportiva. In pro-vincia, il campione paralimpico di tiro con l’arco OscarDe Pellegrin ne è l’esempio più significativo. La sua preziosa esperienza non poteva proprio manca-re in un convegno con questo argomento. De Pellegrinha raccontato di aver imparato dallo sport valori qualitenacia, impegno, stare in gruppo e rispetto dell’avver-sario. Ma più di tutto è importante saper perdere: èdietro a una sconfitta che si costruisce una vittoria.Oltre all’arciere, in mattinata sono intervenute nume-rose altre personalità. Il pedagogista Mario Paolini hadefinito lo sport come luogo di incontro e praticabileda tutti, marcando il ruolo formativo di genitori escuola. Per Angelo Paganin, assessore alle politichesociali a Belluno, lo sport deve innanzitutto permette-re all’uomo di superare i propri limiti e difficoltà. Alivello amministrativo, però, l’inclusione sociale è un

processo tutt’altro che facile. Betti Pusiol, direttoreVeneto di Special Olympics, ha innalzato lo sport adiritto per tutti, rivendicando anche per i disabili lapossibilità di utilizzare gli impianti sportivi. Lo sport deve essere occasione di gioia e condivisionedi regole per il raggiungimento di un obiettivo comu-ne. Solo così si possono abbattere le barriere culturali efar guadagnare autostima e sicurezza di sé a questiragazzi. La sezione Abvs di Limana ha dato una manonell’organizzazione, era presente con un gazebo e hapreparato il pranzo ai partecipanti. Per il segretarioNicola Ancillani è stata una manifestazione “meravi-gliosa, la migliore di tutte”. Un donatore, Massimo Dal Farra, ha arbitrato nel par-ticolare torneo di calcetto che ha chiuso la giornata.Torneo particolare perché ha messo di fronte tre squa-dre di ragazzi disabili: la locale Società Nuova F.C., iBaskettosi Anffas Paese e la Prometeo Bassano F.C. Iltriangolare, vinto da questi ultimi, era intitolato allamemoria di Danilo De Giuliani, a cui il tema delladisabilità era molto caro. Le premiazioni hanno avutoun ospite d’eccezione nel campione di sci, KristianGhedina. Ivan Ferigo

Continua con profitto il binomiodivertimento-solidarietà! L’Abvs, in

collaborazione con il ComitatoFesteggiamenti Bribano e grazie al coor-dinamento della propria sezione diBribano-Longano, ha organizzato una“serata Zelig” per giovedì 26 luglio (alleore 21.00) nell’ambito della nota “Sagradei Per”. Direttamente dal fortunato

programma televisivo, si avvicenderan-no sotto il tendone i comici FrancescoDamiano ed il Duo Torri (foto) per deimomenti di assoluta allegria. L’ingressosarà a offerta libera. Il ricavato verràdevoluto alla Fondazione Tes, da anniimpegnata nella ricerca nel campo dellabiologia e della medicina rigenerativa.Vi aspettiamo numerosi! B.I.

Il 26 luglio appuntamento con Zelig

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Sono attesi grandi numeri, anche quest’anno, alla“Pedalata ecologica”, manifestazione ciclistica

nazionale non competitiva, organizzata dall’Avis regio-nale Veneto. L’iniziativa torna in terra trevigiana attra-verso i meravigliosi colli Asolani e le città murate. Si svolgerà domenica 2 settembre, con ritrovo al piaz-zale dei donatori di sangue (davanti al palazzetto dellosport) di Castelfranco Veneto alle ore 7.30 e partenzaalle ore 8.30. Il percorso di 50 chilometri si snoderà daCastelfranco per Fanzolo di Vedelago, Altivole, Asolo,Monfumo, Castelcucco, Farra, Fonte Alto, SanZenone degli Ezzelini, Ca’ Rainati, Spineda di Riese,Poggiana, Bella Venezia, con ritorno a Castelfranco.All’arrivo sono previsti il ristoro per tutti i partecipan-ti e le premiazioni. Collaborano all’organizzazionel’Avis provinciale di Treviso e le Avis comunali diCastelfranco e Asolo con i loro Gruppi ciclistici, G.S.Postumia 73 Dino Liviero e Federazione ciclistica ita-liana. Il patrocinio è del Comune di Castelfranco e Asolo edella Provincia di Treviso. La partecipazione è aperta atutti, singoli e gruppi cicloamatoriali Avis e non. È pre-vista una maglia ufficiale del raduno. Per informazioni

telefonare al numero 0423-732330, dal lunedì al saba-to dalle ore 8 alle 12. La manifestazione si svolgerà conqualsiasi tempo. Per chi arriva da lontano e voglia pernottare fra il saba-to e la domenica, sono previste tariffe “speciali Avis”all’albergo Roma che si affaccia proprio sulla Piazza deldonatore da dove è prevista la partenza.

Alla staffetta podistica del 28 aprile, organizzata dalGruppo Podisti Monselicensi, ha partecipato

anche l’Avis comunale di Padova, con un folto gruppo

di podisti che ha affrontato la staffetta 6x1. Data lacalda giornata di sole e la durata della corsa (dalle 14alle 20) importanti sono stati gli ottimi “spugnaggi”,che hanno permesso alla squadra di terminare la gara.Anche se non è arrivato primo, il gruppo era organiz-zato in modo ottimale, “colorato” con le magliette Avise ha mantenuto un ottimo comportamento per tutta lagara, tanto da essere premiato dal Gruppo podistimonselicensi. Il 1° maggio l’Avis comunale di Padovaha corso con i podisti (ex Zaramella Piaggio Center)anche la Marcia non competitiva di 8-14 e19 chilome-tri “29 Camina’ per Ciosa e Marina” a Chioggia (Ve).Il policromo gruppo di 42 podisti ha gareggiato peroltre due ore, con il logo Avis comunale Padova, per-correndo calli, ponti, contrade, darsena, porto e areni-le di Chioggia e Marina, e formando un bel cordoneumano di invito alla donazione. Alla fine, foto inspiaggia tutti insieme prima del pranzo. Giorgio Forti

Biciclettata regionale:è per il 2 settembre a Castelfranco Veneto

Come corrono gli avisini-podisti padovani!

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Un “rinforzino” per i giornalisti? Ovviamente… gliavisini! Per la partita della solidarietà “Tv pressing

giornalisti” contro Aido”, disputatasi a Valdobbiadene(Tv) sabato 9 giugno, cinque avisini (Stefano Bosa eGiovanni Di Napoli dall’Avis Resana, FerruccioContessotto dall’Avis Miane, Francesco Bigolindall’Avis Farra di Soligo e Fabio Da Prà dall’AvisConegliano) sono andati a “solidarizzare” con i giorna-listi per una partita che sulla carta sembrava davveroproibitiva contro i giovani e forti atleti dell’Aido (nellafoto di Walter Tonon l’entrata in campo delle squadre).Ben guidati da Tiziano Graziottin (del Gazzettino) inpanchina per un infortunio e dal capitano GianniFavero (dell’Ansa) in campo, però, i ragazzi del TvPressing/Avis sono riusciti a strappare un pareggio (3 a3) che vale quasi come una vittoria, vista anche la dif-ferenza di età e di “caratura” tecnica tra le due squadre.Passati in vantaggio nel primo tempo grazie ai gol diStefano Bosa e Claudio Tumiotto, i giornalisti-avisinisono stati poi raggiunti dall’Aido che è riuscita addirit-tura a ribaltare il risultato nella ripresa, ma ancora un“guizzo” di Tumiotto ha permesso a Tv Pressing di por-tare in equilibrio una sfida all’insegna dell’amicizia edella solidarietà. L’altro appuntamento del Tv Pressinge degli avisini calciatori era previsto per venerdì 6luglio quando a Resana (Tv), presso gli impianti spor-

tivi parrocchiali, per un vero e proprio torneo conimpegnate le squadre Avis provinciale, Avis Resana,Alpini, Protezione Civile Resana e Tv Pressing. Saràl’occasione per rivedere la sfida tra giornalisti e avisini,una riedizione della “partita del cuore” già disputatasil’anno scorso a Pieve di Soligo. In quell’occasione ful’Avis provinciale ad avere la meglio.

Da quest’anno l’Avis comunale di Motta di Livenza(Tv) è lo sponsor ufficiale dell’Atletica Mottense.

Un modo per sensibilizzare al dono del sangue, attra-verso lo sport, la popolazione e i giovani in particolare.L’esordio della collaborazione c’è stato alla tradizionalemanifestazione podistica di Motta, con partecipanti2.400 atleti provenienti dalle province di Treviso,Pordenone e Venezia. A tutti i presenti, assieme all’i-scrizione, è stato fornito un foglio con sintetizzato loscopo di questa unione e i benefici per entrambe leassociazioni, a dimostrare quanto sport e Avis possonodarsi reciprocamente. Sotto il logo dell’AtleticaMottense c’era la frase “salute per te”, e sotto il logodell’Avis c’era la frase “salute per gli altri” . Fare sportfa bene a chi lo pratica, e se chi lo pratica sta bene, allo-ra può donare. Diventare donatore, a sua volta, per-mette di controllare il proprio stato di salute. “È un cir-colo virtuoso che nel volantino abbiamo augurato a moltisportivi di poter intraprendere - spiega il Direttivodell’Avis mottense - l’invito è stato fatto via email ancheai soci dell’Atletica (molti dei quali sono già avisini) e lo

stesso presidente, Dino Bergamo, si è impegnato ad effet-tuare la sua prima donazione. Diversi altri atleti hannogià detto che lo seguiranno. È stato un primo positivoriscontro che sicuramente verrà riproposto anche l’annoprossimo”. La sensibilizzazione continuerà per tuttol’arco dell’anno, in quanto l’atletica Mottense si èimpegnata a promuovere questa finalità portando ilfoglietto “matrimoniale” alle varie podistiche domeni-cali alla quale partecipa, in modo da sensibilizzare altriatleti alla donazione.

Una ‘trasfusione’ per i giornalisti-calciatori

Atletica mottense testimonial del dono Avis

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