Le Stalle di Betlemme C - Missioni Francescane2020/05/06  · Primavera di Vita Serafica - 3 Giugno...

6
Le Stalle di Betlemme PROMOZIONE NO PROFIT dicembre 2017 Notiziario di informazione delle Missioni Francescane della Provincia Minoritica di Cristo Re dei Frati Minori dell’Emilia con commento ai fatti del giorno Pia Opera Fratini e Missioni • Via dell’Osservanza, 88 - 40136 Bologna - Tel. 051.58.03.56 • Fax 051.644.81.60 Internet: www.missioni.fratiminorier.it • E-mail: [email protected] Anno XCIII - Nuova Serie - Anno LVIII - Poste Italiane S.p.A. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, CN/BO C ari amici di Primavera di Vita Serafica, all’approssimarsi del Natale, noi missionari e col- laboratori del Centro missionario desideriamo raggiungervi per vivere accanto a voi il dolce tepore del Natale. A Natale si sta in famiglia e noi vi consideriamo la nostra famiglia: voi ci seguite nel nostro pellegrinare per il mondo a portare la Bella Notizia del Vangelo; voi ci date una mano robusta nel far passare il “verbo” di Gesù nella carne di tanta gente, per sollevarla dal do- lore, per toglierla dall’igno- ranza, per riempire di doni la loro miseria. Voi siete in prima fila con noi per dire all’abbandonato e al povero: “Tu sei importante per noi”. Sì, vi sentiamo proprio la no- stra famiglia, perché in- sieme, umilmente e con tutti i nostri limiti, cerchiamo di portare Gesù ovunque. Da quando il primo Na- tale della storia ci ha portato Gesù, noi cristiani deside- riamo offrire il Natale a quanti incontriamo, soprat- tutto a coloro che il mondo dimentica perché sono lon- tani o non contano nulla sulla scena economica e po- litica. A questi disprezzati ed emarginati, noi missio- nari vogliamo indirizzarci mettendoli al primo posto. E portare loro il Natale di Gesù. Dire a ciascuno quel che papa Francesco ha scritto nella sua Lettera “La gioia del Vangelo”: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per il- luminarti, per rafforzarti, per liberarti”. San Francesco, in un suo scritto, ci ricorda che ognuno di noi, quando cerca di vivere da buon cristiano, è una madre di Gesù, perché lo porta nel cuore e poi in qualche modo lo partorisce attraverso la carità delle buone opere. Queste sono le sue parole: “Siamo madri, quando lo por- tiamo nel cuore e nel nostro corpo per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, e lo generiamo at- traverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio” (San Francesco, Lettera a tutti i fedeli). Avete mai pensato di essere Madre di Gesù? Può sem- brare strano, ma in fondo san Francesco ci illumina su una realtà molto semplice: non siamo forse mamme di Gesù quando lo partoriamo attraverso un’azione buona, un gesto di amore, un atto di carità? Il bene che esce dal nostro cuore si chiama Gesù. La bella notizia che annunciamo con le parole e le opere è il Vangelo di Gesù, e Gesù e il Vangelo sono una cosa sola. In fondo, quel Gesù che abita in noi – che accogliamo nella sua Parola e nella santa Comunione – esce dal nostro cuore e s’in- carna nelle varie situa- zioni verso le quali ci facciamo vicini per por- tare aiuto. Per far nascere Gesù. Ecco, come siamo sue madri. Il Natale, allora, ci trovi accanto a Maria, la Madre che lo ha generato nella carne! Sia Lei ad aiutarci a generarlo nelle opere buone, a farlo na- scere nelle tante Stalle di Betlemme del nostro mondo! Quante stalle hanno bisogno che Gesù nasca in esse, portando ancora la sua parola di salvezza, il suo Vangelo di pace! Il mondo, in realtà, è questa immensa stalla che, anche senza saperlo, invoca il suo ritorno, la sua presenza. Cari amici, in questa stalla che è il mondo, ci sentiamo vicini in questo prossimo Natale, con il gioioso impegno di essere “madri di Gesù”, come ci ricorda san Francesco. Per partorirlo e donarlo a chi attende un sorriso di spe- ranza. fr. Massimo Tedoldi

Transcript of Le Stalle di Betlemme C - Missioni Francescane2020/05/06  · Primavera di Vita Serafica - 3 Giugno...

Page 1: Le Stalle di Betlemme C - Missioni Francescane2020/05/06  · Primavera di Vita Serafica - 3 Giugno 2006, il primo contatto, il primo incontro con questa re-altà così lontana, così

Le Stalle di Betlemme

PROMOZIONE NO PROFIT dicembre 2017Notiziario di informazione delle Missioni Francescane della Provincia Minoritica di Cristo Re dei Frati Minori dell’Emilia con commento ai fatti del giornoPia Opera Fratini e Missioni • Via dell’Osservanza, 88 - 40136 Bologna - Tel. 051.58.03.56 • Fax 051.644.81.60Internet: www.missioni.fratiminorier.it • E-mail: [email protected] XCIII - Nuova Serie - Anno LVIII - Poste Italiane S.p.A. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, CN/BO

Cari amici di Primavera di Vita Serafica,all’approssimarsi del Natale, noi missionari e col-laboratori del Centro missionario desideriamo

raggiungervi per vivere accanto a voi il dolce tepore delNatale. A Natale si sta in famiglia e noi vi consideriamola nostra famiglia: voi ci seguite nel nostro pellegrinareper il mondo a portare la Bella Notizia del Vangelo; voi cidate una mano robusta nelfar passare il “verbo” diGesù nella carne di tantagente, per sollevarla dal do-lore, per toglierla dall’igno-ranza, per riempire di donila loro miseria. Voi siete inprima fila con noi per direall’abbandonato e al povero:“Tu sei importante per noi”.Sì, vi sentiamo proprio la no-stra famiglia, perché in-sieme, umilmente e con tuttii nostri limiti, cerchiamo diportare Gesù ovunque.Da quando il primo Na-

tale della storia ci ha portatoGesù, noi cristiani deside-riamo offrire il Natale aquanti incontriamo, soprat-tutto a coloro che il mondodimentica perché sono lon-tani o non contano nullasulla scena economica e po-litica. A questi disprezzatied emarginati, noi missio-nari vogliamo indirizzarcimettendoli al primo posto. Eportare loro il Natale diGesù. Dire a ciascuno quelche papa Francesco ha scritto nella sua Lettera “La gioiadel Vangelo”: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita persalvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per il-luminarti, per rafforzarti, per liberarti”.San Francesco, in un suo scritto, ci ricorda che ognuno

di noi, quando cerca di vivere da buon cristiano, è unamadre di Gesù, perché lo porta nel cuore e poi in qualchemodo lo partorisce attraverso la carità delle buone opere.Queste sono le sue parole: “Siamo madri, quando lo por-tiamo nel cuore e nel nostro corpo per mezzo del divino

amore e della pura e sincera coscienza, e lo generiamo at-traverso le opere sante, che devono risplendere agli altriin esempio” (San Francesco, Lettera a tutti i fedeli).Avete mai pensato di essere Madre di Gesù? Può sem-

brare strano, ma in fondo san Francesco ci illumina suuna realtà molto semplice: non siamo forse mamme diGesù quando lo partoriamo attraverso un’azione buona,

un gesto di amore, un attodi carità? Il bene che escedal nostro cuore si chiamaGesù. La bella notizia cheannunciamo con le parolee le opere è il Vangelo diGesù, e Gesù e il Vangelosono una cosa sola. Infondo, quel Gesù che abitain noi – che accogliamonella sua Parola e nellasanta Comunione – escedal nostro cuore e s’in-carna nelle varie situa-zioni verso le quali cifacciamo vicini per por-tare aiuto. Per far nascereGesù. Ecco, come siamosue madri.Il Natale, allora, ci

trovi accanto a Maria, laMadre che lo ha generatonella carne! Sia Lei adaiutarci a generarlo nelleopere buone, a farlo na-scere nelle tante Stalle diBetlemme del nostromondo! Quante stallehanno bisogno che Gesùnasca in esse, portando

ancora la sua parola di salvezza, il suo Vangelo di pace!Il mondo, in realtà, è questa immensa stalla che, anchesenza saperlo, invoca il suo ritorno, la sua presenza.Cari amici, in questa stalla che è il mondo, ci sentiamo

vicini in questo prossimo Natale, con il gioioso impegnodi essere “madri di Gesù”, come ci ricorda san Francesco.Per partorirlo e donarlo a chi attende un sorriso di spe-ranza.

fr. Massimo Tedoldi

Page 2: Le Stalle di Betlemme C - Missioni Francescane2020/05/06  · Primavera di Vita Serafica - 3 Giugno 2006, il primo contatto, il primo incontro con questa re-altà così lontana, così

Il coraggio di rientrare

Ciao a tutti, sono fr. Adolfo Mar-morino, ex-responsabile delprogetto per ragazzi di strada

“Ndako ya Bandeko”, nel Centro “P.Angelo Redaelli” in Congo-Brazza-ville, ormai da cinque mesi in Italia.Sono rientrato per delle ragioni per-sonali (anche di salute) e per potermiimpegnare diversamente per il cen-tro operando dall’altra parte.In questo modo posso fare un la-

voro di animazione facendo sì che daun lato il centro possa continuare adavere aiuti e dall’altro che altri fratipossano maturare il desiderio dellamissione.

Attualmente la casa dei ragazzi èseguita direttamente da una terzia-ria francescana italiana, la signoraMaria Grazia Dicandio, in Congo daquasi nove anni, sempre in comu-nione con i frati francescani dellaFondazione “Notre Dame d’Afrique”.Una bella sfida, tenuto conto dellacondizione della donna in Congo (neiconfronti dei ragazzi accolti, delle re-lazioni con la polizia e le ammini-strazioni locali…) e al tempo stessodella determinazione di questa bellapersona che ha già accumulato quasinove anni di esperienza nel paese, co-nosciuta ed apprezzata da tanti peril suo spirito francescano e il suoamore per i più poveri, sempre in mo-vimento, sole o pioggia, a piedi o ingiro nei piccoli bus urbani perfetta-mente confusa con la gente semplice.Da parte mia continuo a darmi da

fare per contribuire a dare un avve-nire alla struttura e ai ragazzi che viabitano. Sto vivendo questo tempocome un tempo di grazia in cui il Si-gnore mi sta facendo capire e vederesotto una nuova luce tante cose echissà se tra un anno o due, primadel nostro capitolo provinciale, non cirimettiamo in movimento per unanuova pagina missionaria… la dispo-nibilità c’è sempre.

fr. Adolfo Marmorino

Dopo aver partecipato agli in-contri di formazione missiona-ria a Bologna, io, fr. Christian,

assieme al confratello fr. Eduard econ il giovane Lorenzo siamo partitiper il Burundi, Villaggio di Kayon-gozi, 15 giorni in una missione ini-ziata 40 anni fa circa dalla Provincialigure dei Frati Minori. Appena arri-vati mi si è presentata un’Africa di-versa rispetto a quella che miaspettavo: più verde e non così calda!Nel convento situato a 1600 metri dialtezza, vivono fr. Giuseppe, missio-nario lombardo, fr. George delRwanda e fr. Luis Marie burundese,i quali ci hanno accolto con grandegioia.Al mattino visitavamo le opere

gestite dalla missione mentre nel po-meriggio stavamo con i bambini delVillaggio San Francesco. In questoluogo, costruito vicino al convento,vengono attualmente ospitati 26bambini con disabilità, 70 bambiniorfani e 70 anziani. Alcuni riman-

gono solo per un periodo di cura, mala maggior parte fino a tempo inde-terminato!! Viene offerto loro gior-nalmente cibo, alloggio, cure. Attornoa questo Villaggio gira una “mac-china” molto corposa costituita dabalie, cuochi, agricoltori, artigiani, undottore, delle infermiere... Fr. Giu-seppe, fisioterapista, è il responsabiledel Villaggio dopo la recente mortedel caro p. Flavio che tanto ha datoper i suoi bambini! La carità, gestita da un laico di

nome Erik, comporta la visita,l’ascolto, la distribuzione di beni diprima necessità ai più bisognosidella regione. È un servizio non sem-plice perché non ha il solo scopo diprendersi cura delle situazioni piùmisere, ma anche quello di educare

Viaggio missionario• BURUNDI •

Primavera di Vita Serafica - 2

le persone ad uno stile di vita mi-gliore per quanto loro possibile, piùresponsabile. Erik è anche responsa-bile della scuola che si trova all’in-terno del Villaggio che copre tutti glianni obbligatori di istruzione, equi-

parati alle nostre se-condarie. Un’altraopera impegnativa èl’aiuto ed il supportoper i Batwa o Pigmei,l’etnia più povera, se-guiti da un altro laico dinome Gilbert.Ho visto molta po-

vertà materiale, aggra-vata anche dalle scarsecure mediche per gliabitanti della regione,soprattutto per i piùpiccoli. Ho visto moltapovertà umana, cultu-rale, sociale. Da questaesperienza mi porto acasa sia frasi comunivere del tipo “che po-vertà, ma che sorrisi”, o“non hanno nulla, ma

che libertà e generosità”, ma anchealtre del tipo “tutto il mondo èpaese”! Mi colpiva infatti vederedelle capanne con dentro tanta po-vertà, ma chiuse con lucchetti o ve-dere dei sotterfugi tra poveri ascapito di altri bisognosi. Sto sentendo in me l’eco di queste

parole: “Quando si dona, lo si devefare ad occhi chiusi; quando si spera,lo si deve fare affidandosi”.Umiltà, pazienza, rispetto sono la

base di rapporti equi. Non si ama ilprossimo se non si ama se stessi; nonsi ama se stessi se non si ama il pros-simo. Solo Dio è Padre e l’aiuto trafratelli non è mai unidirezionale, maognuno arricchisce sempre l’altro.

fr. Cristian Vallarsa

Da sinistra: Fr. Eduard, Lorenzo e fr. Cristiancon i bimbi di una scuola.

Page 3: Le Stalle di Betlemme C - Missioni Francescane2020/05/06  · Primavera di Vita Serafica - 3 Giugno 2006, il primo contatto, il primo incontro con questa re-altà così lontana, così

• coNgo-BRazzavIlle •

Primavera di Vita Serafica - 3

Giugno 2006, il primo contatto, ilprimo incontro con questa re-altà così lontana, così diversa

da quello che era la mia vita, eppurecosì vicina anche se al primo impattonon avrei mai creduto diritrovarmi proprio qui,tra questi fratelli cheogni giorno hanno arric-chito (e tutt’oggi arricchi-scono) ciò che sono.Un invito di un’amica,

un sorriso caldo e acco-gliente che mi ha apertogli occhi su un camminonuovo e pieno di Spe-ranza: fr. Adolfo.Fr. Adolfo era in Ita-

lia, lui è stato la primapersona che mi ha par-lato dei ragazzi del Cen-tro “Ndako ya Bandeko”e subito è nato in me ildesiderio di voler cono-scere meglio questa re-altà così speciale. Lorohanno acceso in me una Luce tuttanuova proprio in un momento Buiodella mia vita... Dimenticavo! Mi pre-sento: mi chiamo Maria Grazia e ho40 anni, da 8 anni e mezzo vivo qui inCongo come “volontaria”.Durante circa 8 anni ho lavorato

per un’associazione umanitaria ita-liana che lavora in partenariato convari orfanotrofi nella capitale delCongo-Brazzaville sostenendone deiprogetti. Io ne ero la referente locale.Pur occupandomi di questo servizio,ho avuto la possibilità di accoglierenella casa in cui vivevo alcuni dei ra-gazzi più grandi del Centro “Ndakoya Bandeko” gestito dal responsabile,ormai amico, fratello e padre, fr.Adolfo.E in questi anni tanti momenti: di

gioia, di dolore, momenti di incertezzee di sconforto si sono alternati traloro. Ogni giorno è stato caratteriz-zato da nuove sfide da affrontare,ostacoli da superare, sorrisi a crepa-pelle e lacrime nascoste per i falli-menti vissuti, eppure ogni momentovissuto con questi ragazzi lo rivivreiancora senza cambiare nulla. Tutta lagente, tutti i bambini con cui ho lavo-rato e servito e vissuto hanno scavatoe nutrito il mio cuore, ognuno di loroha pian piano trasformato il miomodo di pensare, di agire perchéhanno messo a nudo ciò che sono.Poi, dopo anni di servizio per que-

sta associazione, una tempesta inat-tesa ha stravolto ogni cosa e sono

dovuta ripartire da zero. È propriovero che quando pensi di essere arri-vato da qualche parte in realtà ti ac-corgi che sei ancora al punto dipartenza. Almeno così ti sembra...

Quando pensavo che la mia espe-rienza fosse ormai terminata qui inCongo, ancora una volta quel voltopaterno e materno allo stesso tempomi ha accolto, ancora quel fratello epadre in cui ho potuto scorgere ilvolto misericordioso e amorevole diDio. Padre Adolfo mi ha accolto nellacasa dei fratelli e con lui tutti i ra-gazzi mi hanno avvolto in un teneroabbraccio, consolando e accarezzandoil mio cuore ferito. Ndako ya Ban-deko, la mia famiglia da sempre! Pianpiano ho capito che la storia continuaancora, e ancora c’è tanto da impa-rare e da crescere e da costruire in-sieme a questi ragazzi.Con la partenza di fr. Adolfo, ho ac-

colto la proposta di occuparmi delcentro. Da quando sono qui tante cosesono cambiate, pian piano stiamo im-parando a conoscerci, a fidarci l’unodell’altro. Non è sempre semplice ca-pire cosa sia bene per l’altro, ma i ra-gazzi stessi mi stanno insegnando adascoltare di più, piuttosto che giudi-care.Basta un semplice sorriso a can-

cellare i piccoli momenti di incom-prensione e in un attimo tutto sirinnova e mi accorgo che davverobasta poco per essere felici.Ogni giorno cerco di tendere l’orec-

chio ai loro bisogni e chiedo a Dio diaiutarmi a discernere.Nonostante le piccole difficoltà

quotidiane continuiamo il nostro per-corso e nel cuore desidero per questi

ragazzi il meglio, proprio come un ge-nitore che silenziosamente segue ipassi del proprio figlio, cercando di es-sere accanto ad ognuno di loro, pre-sente anche attraverso i “no”,ottenere tutto e subito non serve anulla se non se ne comprende il va-lore!Il mio desiderio per questi ragazzi

è riuscire a garantirgli una identitànella società, vorrei che questo centrodivenisse più autonomo, sarebbe inte-ressante creare delle attività che po-

tessero portare al centro unritorno economico al fine diautofinanziarsi anche se inparte, credo che sarebbe dav-vero costruttivo per i ragazziimparare un mestiere chepossa essergli utile in futuro,dato che qui in Congo non èsemplice trovare un lavoro.Già ora ci sono nel centro

alcuni ragazzi che hanno im-parato dei mestieri e allostesso tempo proseguononegli studi.Mi piacerebbe poterli in-

contrare un giorno per lestrade di Brazzaville e sapereche sono capaci di pensare aloro e evidentemente alla lorofamiglia. Alcuni di lorostanno frequentando l’uni-versità con tanti sogni nel

cuore che spero possano realizzare,anche se, anche in questo caso, è fon-damentale restargli accanto per so-stenerli nei momenti di difficoltà. Dalmio canto spero di proseguire in que-sto mio impegno di vita, per me tuttociò non è mai stato un lavoro, mabensì una scelta di vita che porta consé delle rinunce, ma anche delle gioieche hanno un valore senza misura eche mi regalano mille volte di più diquanto potevo mai sperare.Dio non abbandona mai i suoi figli,

di questo ne sono certa ed è per que-sto che più la strada si fa difficile, piùsento la voglia di continuare a percor-rerla con e per questi ragazzi che sonoi nostri figli da proteggere, sostenere,ascoltare e a cui parlare con le parolee col cuore, ogni giorno, senza sosta.Colgo l’occasione per ringraziare

fr. Adolfo che è un esempio per me, unpadre per tutti noi e che mi ha inse-gnato tanto e perdonato all’infinito.In ognuno dei nostri ragazzi possoscorgere le sue caratteristiche propriocome accade tra un genitore e un fi-glio e questo aiuta tutti noi ad accor-ciare le distanze tra il Congo e l’Italia.Ciò che vorrei chiedere a tutti i no-

stri amici e sostenitori è di continuarea credere in questi ragazzi, aiutatecia sognare ancora un Mondo Mi-gliore... Questi Figli hanno bisogno ditutti voi! Un abbraccio grande da mee dai ragazzi!

Maria Grazia

“Ndako ya Bandeko”“La Casa dei Fratelli”Scenario della Vita che viene alla Luce...

Page 4: Le Stalle di Betlemme C - Missioni Francescane2020/05/06  · Primavera di Vita Serafica - 3 Giugno 2006, il primo contatto, il primo incontro con questa re-altà così lontana, così

• papUa NUova gUINea •

Ciao, sono stanco e con qualche disturbo, non sonomai a casa e quando ci sono devo sistemare sem-pre mille cose prima di ripartire… Non sono

tanto in vena insomma. Non immaginate quanta pa-zienza devo avere con i frati qua e la pazienza debilita.A volte mi sembra di parlare con dei ragazzini e devofidarmi di loro… Forse questo è il momento più difficiledei miei 23 anni qua. Mi rassicura il fatto che il dolore prima del parto è

preludio alla vita e alla gioia, quindi spero anche chequesto momento duro poi dia vita a qualcosa di nuovo.

Il nostro Centro missionario di Bologna ha accolto afine ottobre la riunione dei giovani che hanno vissutocon noi Frati un’esperienza di missione durante

l’estate. In particolare, due sono state le missioni visitatedai gruppi preparati nei nostri corsi: Burundi e Marocco.Per noi il percorso di preparazione è molto importante,anzi potremmo dire che senza un’adeguata preparazioneil viaggio in terra di missione rischia di diventare incertonelle sue motivazioni ed esposto ad essere quasi soloun’emozione in più fra le tante, soprattutto per delle per-sone giovani, sempre in cerca di “esperienze”. Perciò danoi il viaggio comincia mesi prima della partenza conl’aereo, frequentando cioè un corso che offre dei conte-nuti e delle informazioni molto utili a chi si avvicina alricco mondo della missione francescana. Il corso si svi-luppa su tre fine settimana (dal venerdì sera al pranzodella domenica) e prevede insegnamenti di base (storiae fondamenti biblici della missione), attività motivazio-nali, testimonianze di frati e missionari laici, laboratoridi comunicazione. Quando si è manifestato un orienta-mento dei partecipanti per una particolare destinazione,al gruppo di quelli che partiranno in missione vengonodate informazioni più precise sul luogo del loro viaggioe si cerca di creare già prima di partire una migliore co-noscenza reciproca. Infatti, una parte importante del-l’esperienza missionaria consiste proprio nella vita difraternità all’interno del gruppo, sul modello della vitafrancescana; siamo aiutati in questo dal fatto di appog-giarci sempre ad una nostra fraternità in missione, con-dividendo spesso i momenti di preghiera e i pasti con ifrati missionari e vivendo nel ritmo giornaliero della vitacomunitaria.

Anche questa estate, per i gruppi che si sono recati inBurundi e Marocco, è stato possibile coniugare vita di co-munità e servizio ai più piccoli, soprattutto ai bambini ein particolare ai disabili dell’orfanotrofio di Meknes. Inquest’ultimo, nonostante la difficoltà della lingua araba,si è realizzato il “miracolo” della comunicazione delcuore, fatto di gioco insieme, tanti abbracci e risate sullaspiaggia e in piscina. Certo, due settimane non sonomolte per portare un po’ di gioia a questi ragazzi che al-trimenti escono molto raramente dal loro istituto, maogni estate i “nostri ragazzi” di Meknes aspettano i vo-lontari italiani per scatenarsi e provare l’emozione diavere dei fratelli e sorelle più grandi, venuti da lontanoper essere, almeno per un periodo, unicamente a loro di-sposizione. Per i volontari è la scoperta di un’altra cul-

Giovani & MissioneIl presepe di vita

Primavera di Vita Serafica - 4

Che strana la vita, dove persino Dio Bambino soffree non trova casa, scappa e ritorna, poi scompare nel-l’anonimato per 30 anni. Allora scappò sull’asinello,oggi scappa sui gommoni o a piedi, senza un ritorno. Lastoria di Dio Bambino è illuminata solo in una nottemagica di stelle, in un buio villaggetto, arricchito dallavisita dei tre Re Magi, o Sapienti, o Astronomi, chissà;e già si studiava l’attentato al Nuovo Re, nelle cameredei palazzi di Gerusalemme. Il Dio Bambino scappòall’attentato ma come sempre gli innocenti morirono.Non è cambiato niente da allora, la vita è così, dà e to-glie, ride e piange, abbaglia e annebbia.Quel Seme, gettato sulla terra, piena di rovi e pietre,

ha trovato il modo di crescere e quel legno piantato sulCalvario, apparentemente secco, è diventato la nostraCulla, Germoglio di Vita infinita. Lassù ci furono tuonie fulmini, a Betlemme silenzio e comete… Non è cam-biato niente, la vita è così, e Dio e lì nel mezzo, UomoSfigurato difficile da riconoscere, come quel Dio Bimboa Betlemme, Parola fatta Carne, ma carne e ossa comenoi, che sfugge alla nostra attenzione, insignificanteNeonato. Questa Nuova Vita disturba come disturbòErode: sono io il re, gli altri devono morire.Ma la Vita nata dal Legno non si può uccidere, è Lei

che ha ucciso la morte. Questa Vita è nel cuore di moltie più il male avanza più l’amore cresce, più il sanguescorre più il perdono risana. Lui si fece carne, poi ci hafatto immortali. In quella mangiatoia ci siamo noi ora,al freddo e al gelo, ma ricoperti dal fieno dell’Amore diDio.Anche io mi sento al freddo e al gelo, ma quella co-

perta non mi manca mai.

fr. Gianni Gattei á segue a pag. 5 á

Marocco - Elisabetta e Martina con alcuni ragazzidi Meknes.

Page 5: Le Stalle di Betlemme C - Missioni Francescane2020/05/06  · Primavera di Vita Serafica - 3 Giugno 2006, il primo contatto, il primo incontro con questa re-altà così lontana, così

á segue da pag. 4 á

tura e religione, di un Islam chenon fa paura ma che diventa una fa-miglia accogliente, anche attraversogesti semplici come un buon tè allamenta offerto con tanta gentilezza.Per noi frati accompagnatori è infattiprioritario mettere il più possibile incontatto i giovani volontari italianicon la gente che vive nel Paese dovesiamo inseriti, perché crediamo cheprima di tutto è il contatto con lagente semplice e normale che educaa uno sguardo diverso sui popoli esulla “missione”. L’idea che cer-chiamo di inculcare già dal corso, ecioè che noi non “salviamo” l’Africa,né alcun altro Paese povero almondo, diventa più chiara sul posto,quando i giovani vedono da un lato lapiccolezza del nostro intervento difronte agli immensi problemi (unavera goccia nell’oceano…) e dall’altrosi accorgono anche delle ricchezzeumane e culturali degli altri popoli,dei loro valori di pazienza nella po-vertà, accoglienza e solidarietà, dacui abbiamo tanto da imparare!

fr. Pietro Pagliarini

Una capra per una famiglia – Burundi

Le capre sono importanti per le fa-miglie burundesi per il latte e so-prattutto per il “concime” cheproducono, utile alla coltivazionedei fagioli che sono alla base del-l’alimentazione del Burundi.Il costo di una capra è di 20 euro.

piccoli progetti di Natale

Rifacimento grondaieCongo-Brazzaville

Le grondaie delle casette che ospi-tano i ragazzi di strada presso ilCentro “Padre Angelo Redaelli” diMakabandilu necessitano di esseresostituite. Il preventivo di spesa peri lavori si aggira intorno ai 2.500euro. I lavori prevedono il rifaci-mento delle grondaie del refettorio,dei dormitori, delle aule di studio,dei laboratori, dell’infermeria, deiservizi igienici e della cucina.

❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄❄

Centro P. AntoninoPapua Nuova GuineaIl Centro Padre Antonino, nato adAitape negli anni ’60 dalla dedi-zione dei nostri missionari a favoredei lebbrosi ed esteso poi alle per-sone disabili, necessita di una ma-nutenzione in diverse suestrutture e p. Gianni Gattei connotevoli sforzi ne sta seguendo i la-vori. Una delle priorità è la ristrut-turazione dell’officina per leprotesi, ma la somma finora rac-colta non è sufficiente per il com-pletamento dei lavori. Mancanoancora circa 6.000 euro.

Laboratorio analisiGuinea Bissau

Nella missione di Cumura il labo-ratorio analisi è da rinnovare com-pletamente, poiché ora si trova inun’angusta stanza che contiene siai macchinari per le analisi dellalebbra, sia quelli per la TBC el’Aids. È necessario uno spazio piùgrande e macchinari più efficientiper questa importante fase dellacura dei rispettivi malati. Il costoprevisto è di 95.000 euro: il pocodi tanti diventa molto!

Bisogna fare tutto per amore e nulla per forza.

(San Francesco di Sales)5289

260

Fr. Pietro e una sua giovaneamica.

Primavera di Vita Serafica - 5

Per inviare il tuo contributo:Conto corrente postale 3442

intestato a Pia Opera Fratini e MissioniConto corrente bancario

IBAN: IT 88 Y 02008 02452 000010623957intestato a

Pia Opera Fratini e Missioni presso UniCredit Banca.È possibile effettuare una donazione direttamente anche dal nostro sito internet www.missioni.fratiminorier.it

che vi invitiamo a visitare.

Page 6: Le Stalle di Betlemme C - Missioni Francescane2020/05/06  · Primavera di Vita Serafica - 3 Giugno 2006, il primo contatto, il primo incontro con questa re-altà così lontana, così

Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI AMICI DIPRIMAVERA DI VITA SERAFICA. Assi cu ria mo lamassima riservatezza sugli indirizzi custoditi neinostri archivi elettronici (come da Dlgs 196/2003).Li utilizziamo esclusivamente per inviarvi informa-zioni missionarie.

Spesso ci sentiamo come sela fine del mondo fosseprossima, la realtà che è

cambiata ci spaventa, è pienadi incertezze, sentiamo la mi-naccia di cambiamenti epocalicome le migrazioni dei popoli.Anche all’interno della Chiesarisulta difficile pensare a nuovimodi di presenza nelle cittàdegli uomini, abbiamo la ten-denza a non tentare vie nuove,pensiamo che non ne valga lapena. Disprezzando le piccolescelte ce ne restiamo semplicispettatori e non ci mettiamo ingioco. Il racconto che segue èuna piccola esperienza di comeun sogno si sia trasformato inrealtà, attraverso la costata-zione di un fenomeno, il dialogo tra molte persone e la col-laborazione. L’argomento continuerà nei prossimi numeridi Primavera.

Il Centro Missionario Francescano è ubicato a Bolo-gna, in un quartiere della città che è già collina. Lastrada, che con decisa pendenza vi sale, da qualche annoè frequentata dai ragazzi provenienti dai paesi più di-versi dell’Africa e dell’Asia: sono i richiedenti asilo ospi-tati nel CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) diVilla Aldini. La loro presenza, che non passa inosservata,è un segno evidente che la storia ha fatto una svolta.Poiché il convento dove abito è poco distante da loro,

ogni tanto compio delle brevi visite. Ma sono stati soprat-tutto i passaggi in auto offerti ai ragazzi, mentre salgonoo scendono, che mi hanno provocato. Mi sono sentito sfi-dato dalle loro brevi risposte alle domande su come tra-scorrono il tempo, ho cominciato a progettare: “Sarebbeun bel segno di vicinanza quello di offrire loro la possibi-lità di lavorare una parte dell’orto di noi frati”. Un modoconcreto di passare da una ospitalità solo verbale ad unaospitalità effettiva. I loro racconti mi facevano sentire pri-gioniero della inospitalità della gente comune e me ne vo-levo liberare. Cominciai col pregare il buon Dio, il Padredi tutti noi, e col lavorare su me stesso per trovare inmodo profondo quella cordialità che è apertura dellamente e del cuore. Poi passai a parlarne con gli altri fratidella mia comunità, affinché la nostra non fosse solo la di-sponibilità di un pezzo di terra che lavoravano “loro”, i ra-

Primavera di Vita Serafica - 6

Poste Italiane S.p.A.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, CN/BO

PRIMAVERA DI VITA SERAFICAVIA DELL’OSSERVANZA, 88 - 40136 BOLOGNAP. Guido Ravaglia, redattore e direttore responsabileIn redazione: Cristiano GovernaCon approvazione dell'OrdineAutorizzazione del Tribunale di Bologna n. 2877 del 22-12-1959Registro Naz. Stampa n. 2739 del 01-02-1990Stampa e grafica sab - via San Vitale 20/c - Trebbo di Budrio - BO

In quella nottesanta Dio, facendosi carne, ha voluto farsidono per gli uomini, ha dato sestesso per noi; Dio ha fatto delsuo Figlio unicoun dono per noi,ha assunto la

nostra umanità per donarci la sua divinità.Questo è il grande dono.

Buon Natale a tutti!

gazzi arrivati in barcone ed orarichiedenti asilo, ammucchiatiin più di cento a Villa Aldini,che passano la maggior partedelle giornate in ozio forzatomentre avrebbero voglia e biso-gno di lavorare, anche solo perritrovare loro stessi. Non era ingioco la disponibilità tipo al-bergo, ma l’accoglienza in casanostra. L’ospitalità della nostracultura e del nostro cuore. Pernoi che ci diciamo cristiani e se-guaci di S. Francesco la cosa ri-sultò indubitabile: quello chefino a quel momento era soloun sogno cominciò a realiz-zarsi. Fu solo il primo passo,ma snodo necessario.Superata la difficoltà di tro-

vare la collaborazione di maestri in orticultura con l’ade-sione della Facoltà di Agraria che si è impegnata nelprogetto con un suo tecnico, la direzione del CAS lancia laproposta ai ragazzi. Molti si dicono delusi che sia loro offertoun lavoro con zappa e vanga quando, al momento della par-tenza, avevano sognato impieghi molto diversi. In otto co-munque rispondono alla proposta di dedicarsi all’orto.In questo modo si riesce a partire alla fine di aprile. Il

progetto “Orto Villa Aldini” nasce dalla collaborazione delCentro Missionario Francescano – Convento dell’Osser-vanza, della Facoltà di Agraria e dell’Arca di Noè, la So-cietà Cooperativa Sociale che gestisce il CAS. Ci sipropone di migliorare le precedenti esperienze in campoagricolo dei partecipanti arricchendole con nuove tecni-che di coltivazione. Inoltre si vuole incentivare lo spiritoassociativo in vista di un fine comune, l’auto-organizzarsiin un gruppo alla pari e la realizzazione di attività volteall’inclusione sociale.Il modulo estivo si è concluso a settembre con soddi-

sfazione e con la consegna di un certificato di frequenzaad ognuno dei partecipanti che si sono già detti pronti alproseguo con la preparazione dell’orto invernale. Si puòaffermare che il progetto ha sostenuto le motivazioni per-sonali e di gruppo, favorendo una migliore conoscenzadella realtà sociale in cui si trovano. Inoltre, l’esperienzaha avvicinato a loro quanti li hanno seguiti nell’impegnoo li hanno visti al lavoro. C’era proprio bisogno di questaboccata d’aria per la loro autostima!

fr. Guido Ravaglia

Da un sogno all’autostima

In omaggio, a chi ce ne farà richiesta, il nostro calendarietto tascabile plastificato del 2018.

Per contattarci: Centro Missionario FrancescanoPia Opera Fratini e Missionivia dell’Osservanza 88 – 40136 BolognaTel. 051-580356 – Fax 051-6448160E-mail: [email protected]