Le scale di risalita per la tutela del patrimonio ittico

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LE SCALE DI RISALITA PER LATUTELA DEL PATRIMONIO ITTICO

Progetto di intervento per i corsid’acqua della Val di Sieve

Enrico Pini Prato

Ottobre 2001

Provincia di FirenzeAssessorato Agricoltura,

Caccia e Pesca

D.I.A.F.Dipartimento di Ingegneria

Agraria e Forestale

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DIAF - Dipartimento di Ingegneria Agraria e ForestaleFacoltà di Agraria - Università degli Studi di Firenze

– Responsabile della ricerca prof. Mario Falciai

– Autore dr. Enrico Pini Prato

Provincia di FirenzeAssessorato Agricoltura Caccia e Pesca - Ufficio Pesca

– Dirigente dr.ssa Giovanna Ricci

– Istruttore Marco Cambi

Foto e realizzazioni grafiche : Enrico Pini PratoVietata la riproduzione dei testi e delle illustrazioni senza espressa autorizzazione

Copertina da G. Guenaux, - Piscicolture - 1910

Un particolare ringraziamento a:Prof. Augusto Marinelli (Rettore dell’Università di Firenze), dr. Mauro Ferri (AmministrazioneProvinciale di Modena), dr.ssa Annamaria Nocita (Collezione Ittiologica - Museo “La Specola”),dr. Ugo Ciulli (UNPEM - Toscana), prof.ssa Manuela Gualtieri (Dip.to di Scienze Zootecniche),ing. Vincenzo Massaro (Comunità Montana del Mugello).

Stampa: Tipolitografia It.Comm., Firenze

Studio e stampa finanziati dalla Provincia di Firenze – Assessorato Agricoltura Caccia e Pesca,Ufficio Pesca - Convenzione del 2 Maggio 2000

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Presentazione

La difesa dell’ecosistema acquatico, della qualità delle acque in fun-zione della vita dei pesci è sempre stato obiettivo di primaria impor-tanza e determinante le scelte operate dall’Assessorato alla pescadella Provincia di Firenze.Altresì il lavoro della Consulta della Pesca è risultato di stimolo nellaricerca di soluzioni tecniche tese alla valorizzazione dei corsi d’acqua,nel senso di orientare gli interventi di sistemazione in maniera natu-ralistica.Di qui l’interesse per lo studio realizzato dall’Università di Firenzeche propone un modello operativo di facile attuazione e del quale saràlusinghiero verificarne i risultati invertendo un processo storico diinterventi non sempre rispettosi della biologia dei pesci.Inoltre tale modello vuole avere carattere divulgativo e costituisce unprimo momento di approccio alle tematiche di bioingegneria finaliz-zate alla difesa della fauna ittica, nello specifico applicate allo studiodelle possibilità di collegamento tra aree biologicamente separate.

L’Assessore alla Agricoltura, Caccia e PescaMario Lastrucci

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SOMMARIO

Presentazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7Obiettivi della Ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9

PARTE PRIMA:generalità

Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale . . . . . . . . » 12I passaggi per pesci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14La situazione in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16La situazione all’estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 17Il fiume Sieve: una zona adatta alla sperimentazione . . » 21

PARTE SECONDA:indagine ittiologica sui corsi d’acqua in esame

L’importanza della scelta della specie . . . . . . . . . . . . . » 26Specie presenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28Specie da favorire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 30

PARTE TERZA:rilievo e progettazione

Analisi generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32Sieve . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 34Argomenna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 50Uscioli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 55Moscia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 59Comano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 70

PARTE QUARTA:conclusioni

Osservazioni conclusive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 82Tabella riassuntiva degli interventi . . . . . . . . . . . . . . . . » 83Alcune immagini dall’Estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 84

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 93

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Parte Prima: GENERALITÀ

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Introduzione

Nell’ampia problematica riguardante la gestione e la tutela delle acquee del patrimonio ittico un elemento merita particolare attenzione: ildanno ambientale cagionato alla fauna ittica dalle opere di sbarra-mento dei corsi d’acqua (dighe, traverse, soglie).In Italia manca una cultura di tutela dell'ittiofauna. Dato che i pescidelle nostre acque interne non hanno mai avuto un elevato valore com-merciale, non si è sentita la necessità di conciliare le esigenze dell'uo-mo con le esigenze migratorie della fauna ittica. Il paradosso è che sispendono ingenti cifre per ripopolare i fiumi quando poi, nei fiumi stes-si, non ci sono condizioni idonee perché i pesci possano riprodursi.Queste condizioni si traducono nella possibilità, per i pesci, di risalire ifiumi durante il periodo della frega e andare a deporre le uova là doveil loro istinto li fa migrare.La soluzione consiste nella costruzione, in corrispondenza degli osta-coli, di particolari strutture che permettano alla fauna ittica di risalirli. Tali strutture vengono dette comunemente scale di risalita o scale dirimonta, ed in ambito internazionale passaggi per pesci (fishpasses). E’ palese che non sarebbe possibile costruire una scala di risalita perognuna delle parecchie centinaia di briglie esistenti nella sola Provinciadi Firenze, ma basterebbe inserirle solamente in quelle zone maggior-mente soggette alla frega o comunque a periodiche migrazioni deter-minate da altre esigenze vitali. Queste zone sono rappresentate soprat-tutto dalla confluenza di affluenti minori in corsi d'acqua di maggioridimensioni: il pesce tende infatti a risalire in queste acque più freschee più ossigenate nel periodo primaverile (Ciprinidi) oppure in quelloautunnale (Salmonidi) a fini riproduttivi. La progressiva rarefazione dialcune specie e la scomparsa di altre dalle nostre acque, oltre che acausa dell’inquinamento, è da attribuirsi proprio all’impossibilità del-l’ittiofauna di spostarsi e compiere i propri cicli vitali. Da qui nasce l’e-sigenza di uno studio che affronti questo problema, affiancando leconoscenze di tipo biologico (conoscenza delle specie ittiche e relativeesigenze) a quelle di tipo idraulico, ai fini della sperimentazione e rea-lizzazione di strutture che permettano continuità tra vari tratti di fiumeattualmente sbarrati e quindi irreparabilmente separati tra loro.

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“Benvenuto ai pesci migratori” con questo slogan il CEMAGREF, negli anni ’80, pub-blicizzava il programma di restauro della libera circolazione nei fiumi della Francia deipesci migratori (Storione, Salmone, Trota, Anguilla , Cheppia, Lampreda)

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Obiettivi della ricerca

Gli obiettivi si sono rivelati molteplici e si possono così suddividere:

OBIETTIVI DI TIPO GENERICO, NON RIFERIBILI AD UNASITUAZIONE PARTICOLARE

• sottolineare i problemi delle acque interne, sia da un punto divista ecologico e naturalistico che da un punto di vista tipica-mente gestionale, legislativo e amministrativo

• coordinazione di più discipline scientifiche (ingegneria idraulica,idrobiologia, architettura del paesaggio, ecologia) spesso moltolontane tra loro

• realizzazione di una metodologia di studio in materia di passag-gi per pesci, sotto forma di esempio applicativo

OBIETTIVI SPECIFICI RELATIVI ALLA ZONA OGGETTO DISTUDIO

• Produzione di un documento che rilevi lo stato delle necessità,ovvero che metta in evidenza le potenzialità di sviluppo dellazona in questione ai fini del miglioramento della fauna ittica eproponga i possibili interventi

• Produzione di elaborati che, per le zone ritenute bisognose d’in-tervento, costituiscano il progetto preliminare nel momento incui l’Ente interessato (Regione, Provincia, Comunità Montana)decida di realizzare le strutture per la risalita della fauna ittica

• Proseguimento dell’attività scientifica nel momento in cui, serealizzate le strutture proposte, possano essere effettuati studi ditipo ittiologico che ne verifichino il funzionamento ed approfon-discano le conoscenze sulle migrazioni dei pesci.

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In conclusione il presente lavoro si pone non soltanto come progetto dimiglioramento e restauro della circolazione in alcuni corsi d’acquadella Val di Sieve, ma anche come un modello per quelle situazionianaloghe che si stanno presentando sul territorio, in seguito ad unalegislazione sempre più attenta e puntuale.E’ da ricordare che in Toscana la realizzazione di passaggi artificialiper pesci è prevista dalla Deliberazione Regionale n° 155 del 20Maggio 1997, ma l’attenzione verso questo grande problema era giàesistente all’inizio del secolo, come dimostra il R.D. 1604 del8/10/1931 , che all’articolo 10, prevedeva la costruzione di opere attealla risalita del pesce nelle concessioni di derivazione d’acqua.

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Parte Prima

Generalità

1. Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale

2. I passaggi per pesci

3. La situazione in Italia

4. La situazione all’Estero

5. Il fiume Sieve: una zona adatta alla sperimentazione

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Parte Prima: GENERALITÀ

1. Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale

Le migrazioni dei pesci consistono in spostamenti di massa da unambiente all’altro alla ricerca di zone ove trovare condizioni chemeglio si adattano ad un particolare momento del loro ciclo vitale.Due sono le cause che fanno nascere l’esigenza di ricerca di nuovezone: una legata alla necessità di raggiungere luoghi adatti alla schiu-sa delle uova e allo sviluppo degli avannotti (migrazione riproduttiva),l’altra dettata dalla ricerca del nutrimento necessario all’accrescimen-to (migrazione trofica). Alla categoria dei pesci che compiono sposta-menti di diversa entità legati a finalità trofiche o riproduttive comple-tamente nell’ambito delle acque dolci (pesci olobiotici potamobi)appartengono molte specie presenti nelle acque della Toscana ed inparticolare nei corsi d’acqua della Val di Sieve. Tra queste si ricorda che migrano le lasche, i cavedani, i barbi che,come tutti i Ciprinidi, prediligono per la frega il periodo primaverile-estivo. Spesso queste migrazioni possono essere molto brevi, ciò per-ché le condizioni ideali per la riproduzione si trovano a poca distanzadagli abituali luoghi di soggiorno.Le trote invece risalgono i fiumi prevalentemente a fine Autunno ricer-cando torrenti e piccoli rii con acque relativamente basse e fondalighiaiosi favorevoli alla maturazione delle gonadi e all’incubazionedelle uova. Altro esempio di migrazioni riproduttive è quello dellealborelle che si spostano in banchi numerosissimi per raggiungere areeadatte; anche il luccio migra alla ricerca di acque calme a temperaturacostante. Infine è da ricordare la famosa ed affascinante migrazionedelle anguille, che dal caldo Mar dei Sargassi giungono nei freschicorsi d’acqua montani dopo un viaggio di migliaia di chilometri.E’ quindi facile immaginarsi quali siano le conseguenze degli sbarra-menti costruiti dall’uomo sui corsi d’acqua. Infatti non solo vengonolimitate le possibilità di riproduzione o di accrescimento adeguato, madiminuiscono anche le possibilità di sopravvivenza nel momento in cuiuna determinata zona del fiume, ad esempio per carenza di ossigeno odi cibo, diventa una trappola mortale. Inoltre la creazione di sbarra-menti porta a frammentare la popolazione di una specie in gruppi iso-lati ed impedisce il ripristino a monte dei popolamenti che general-mente sono depauperati dalle piene.Un altro effetto negativo può essere determinato dallo stabilirsi di

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Parte Prima: GENERALITÀ

gruppi che si trovano ad essere isolati riproduttivamente, senza poterincrociarsi con individui della stessa specie, dislocati a valle o a montedegli sbarramenti, con conseguente diminuzione della variabilità gene-tica: questo fenomeno può causare, in presenza di malattie o di eventiparticolari, l’estinzione di tutto un gruppo. Questa problematica si inserisce in un più ampio quadro di lettura del-l’ambiente fluviale, caratterizzato dallo studio della zonazione degliambienti in acque correnti e definito River Continuum Concept(Vannote et al., 1980). Questo modello rappresenta il fiume come unasuccessione di ecosistemi interconnessi dove un qualsiasi tratto costi-tuisce l’ambiente di uscita per il tratto precedente e di entrata per quel-lo successivo, permettendo scambi di materiali ed energia (Ghetti,1986). In questa moderna interpretazione ha quindi fondamentaleimportanza l’interconnessione tra i vari ecosistemi fluviali presenti nelbacino, e la possibilità per l’ittiofauna di spostarsi lungo il fiume ne èforse l’espressione più lampante. In questa ottica la scala di risalita nonè soltanto un passaggio obbligato per pesci, una via d’acqua, ma unvero e proprio “corridoio ecologico” capace di contribuire agli scambinecessari alla vita del fiume.

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Parte Prima: GENERALITÀ

2. I passaggi per pesci

I passaggi per pesci, chiamati genericamente “scale di rimonta”, sonodispositivi idonei a consentire il passaggio dei pesci da un tratto ad unaltro del fiume, altrimenti impedito da uno sbarramento. Si tratta didispositivi che permettono al pesce il superamento di un dislivello tra-mite successivi passaggi in vasche, tratti con scarsa pendenza, rallen-tamento dei flussi d’acqua troppo impetuosi, realizzazione di rapideartificiali.La progettazione di un passaggio per pesci è un fatto piuttosto com-plesso poiché si impongono conoscenze di tipo biologico (ittiologia,ecologia ed etologia) e di tipo tecnico-idraulico. Infatti è necessarioconoscere il comportamento del pesce per aprirgli la “strada” che piùgli si addice; si deve poi tener conto che l’opera subisce forti sollecita-zioni, specialmente da parte del materiale solido trasportato durante lepiene, e infine si deve considerare l’impatto ambientale che la stessastruttura comporta.Per quanto concerne la tipologia costruttiva, si può dire che esistonoun’infinità di tipi di scale che è possibile tuttavia raggruppare in catego-rie. Si passa da soluzioni “rustiche”, costituite da semplici canali prov-visti di rugosità che collegano due tratti di fiume a mo’ di ruscello natu-rale, a soluzioni ben più complesse : tra queste si hanno le scale a baci-ni successivi, le scale Denil, le chiuse da pesci e le fishways eel.Le scale a bacini successivi sono le più note e le più usate; il loro fun-zionamento è basato sul superamento dell’ostacolo con una serie dicascatelle che alimentano altrettanti bacini comunicanti tra loro trami-te stramazzi più o meno larghi, orifizi e fenditure. I bacini servono a unduplice scopo: assorbimento dell’energia dell’acqua scorrente attraver-so la scala e zone di riparo per i pesci: per questo motivo è fondamen-tale il dimensionamento corretto dei singoli bacini.Le scale a rallentamento, o Denil dal nome del loro inventore, permet-tono il rallentamento dell’acqua su pendenze molto ripide, il funziona-mento è basato sulla dissipazione dell’energia dell’acqua ad opera dideflettori posti sul fondo e sulle pareti del condotto.Le chiuse da pesci , tra cui le chiuse Borland, funzionano come quelleusate per la navigazione, poiché catturano i pesci in un comparto e poili “travasano” in quello superiore. Sullo stesso principio si basano gliascensori da pesci, che trasportano gli animali da un tratto ad un altrodel fiume tramite vasche sollevate meccanicamente.

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Parte Prima: GENERALITÀ

Infine, le fishways eels, o “scale per anguille” consistono in canalettein polietilene sul cui fondo vengono poste delle setole sintetiche cherallentano il flusso nella canaletta stessa e permettono ai pesci di risa-lire fregando tra le spazzole.Non esiste una metodologia standard da seguire per la costruzione dipassaggi per pesci, poiché le situazioni variano caso per caso, in dipen-denza dell’entità dell’ostacolo, della portata del corso d’acqua, dellespecie ittiche presenti. Il principio generale da seguire è quello diattrarre i pesci in migrazione in un punto a valle dell’ostacolo e di sti-molarli a passare a monte. L’attrattività di questi dispositivi dipendedalla collocazione dell’entrata e dalle condizioni dei flussi idrici vici-no ad essa: l’entrata infatti non deve essere nascosta , ma ben percepi-bile alla maggiore distanza possibile. La portata da destinare al funzionamento del dispositivo di risalita nondeve essere la portata totale del corso d’acqua, ma soltanto una percen-tuale di questa, riferita ai valori medi che si registrano nei periodi dimigrazione. Nel caso della costruzione di nuovi sbarramenti si dovreb-bero prevedere proprio in fase progettuale i passaggi per pesci, ma tro-vandosi generalmente in presenza di briglie già esistenti, si deve esco-gitare il sistema di “aggirare” l’ostacolo in maniera non distruttiva.

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Parte Prima: GENERALITÀ

3. La situazione in Italia.

In Italia non vi è una tradizione in materia di passaggi per pesci, l’in-teresse è cresciuto soltanto negli ultimi 20 anni, anche se sul fiumeAdda esiste una intero sistema di passaggi per pesci, realizzato intornoal 1893, la cui qualità progettuale stupisce ancor oggi per accuratezzae correttezza nel contesto di tipologie tuttora consigliate ed eseguite.Attualmente esistono numerose strutture, di recente costruzione,soprattutto al Nord Italia, ove le caratteristiche dei fiumi e la fauna itti-ca che li popola sono state determinanti ad incentivare lo studio e l’ap-plicazione della materia; peraltro la cultura “sistematoria” di origineAustro-Ungarica, ha fatto sì che i corsi d’acqua siano così ricchi disbarramenti da rendere ormai impossibile intervenire in certi bacini.Tale ricchezza di sbarramenti comporta, nella progettazione dei pas-saggi per pesci, una obiettiva pianificazione degli interventi basata suidati storici della fauna ittica, sulle potenzialità di sviluppo, sulle possi-bilità economiche dell’Ente committente, poiché occorre distinguerequali siano le situazioni di vera necessità da quelle ove l’interventorisulti meno importante, se non inutile.Si può dire che la tematica “passaggi per pesci” viene riscoperta inseguito all’affermarsi di una crescente coscienza ambientalista, comeconfermato dal sempre maggior interesse per la salvaguardia dellemigrazioni della cheppia, dell’anguilla e dello storione, oltre che per latutela di molte altre specie.Si deve considerare poi che in Italia, oltre la particolare realtà fluviale(molti sbarramenti/km), manca una vera e propria legislazione che pre-veda una specifica commissione, che non solo imponga la realizzazio-ne delle strutture, ma che supervisioni sull’operato e dia delle direttivesulle metodologie da adottare per la costruzione. Per questo motivo lamaggior parte delle strutture esistenti sono realizzate sull’intuito delprogettista e sul buon senso dell’Amministrazione, ma manca un veroe proprio organo specializzato di controllo e collaudo. Purtroppo nelnostro Paese il settore dell’impatto faunistico è molto indietro rispettoa molti paesi europei ed extra-europei, nonostante una legislazione inrealtà molto avanzata; si può dire che dalla “famosa” strutturasull’Adda la questione di passaggi per pesci è caduta, lasciando unvero e proprio vuoto culturale, testimoniato dalla persistente, diffusa estrana dizione “scale di monta”.

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Parte Prima: GENERALITÀ

4. La situazione all’Estero

I passaggi per pesci sono stati costruiti fino dal 17º secolo, ma soltan-to dagli inizi del 1900 la materia ha assunto un carattere veramentescientifico e si è diffusa in tutto il mondo. Gli ultimi 30 anni inoltresono stati molto importanti per un ulteriore sviluppo del settore. Una approfondita ricerca su Internet ha permesso di aprire una finestrasu quella che è attualmente la situazione all’Estero, ed è stato affasci-nante poter constatare quale sia l’importanza attribuita a queste struttu-re in molti Paesi europei e, soprattutto, extra-europei. Questo fatto èconfermato ad esempio nei paesi Anglosassoni e Americani, ove legi-slazioni rigidissime e speciali commissioni istituite appositamentegarantiscono il rispetto e la tutela dei fiumi imponendo la costruzione dipassaggi per pesci presso tutti gli sbarramenti.Spesso certe strutture sono talmente complesse e imponenti, tecnolo-gicamente avanzate, oltre che molto costose, da non poter essere ripro-ponibili nella nostra realtà: si pensi che i passaggi per pesci vengonoutilizzati anche per monitoraggi biologici tramite appositi conta-pescielettronici, per cui ogni anno si possono sapere le quantità di animaliche hanno risalito il fiume ed ottenere delle elaborazioni statistiche. Una curiosità è stata scoprire che in Francia vengono progettati anche“passaggi per castori”, del tutto simili a quelli utilizzati per i pesci, matappezzati sul fondo di fogli di gomma per evitare ferite alle delicatezampe dei roditori!Nelle pagine seguenti si presenta una breve rassegna, paese per paese,delle strutture di risalita esistenti nel mondo.

Nord America e CanadaSulla costa Pacifica degli Stati Uniti sono state realizzate strutturesoprattutto sul Columbia River, (tipologia più usata è quella a bacinisuccessivi), e sullo Snake River per facilitare la risalita di salmoni etrote iridee, secondariamente per lamprede, cheppie, storioni e pescigatto. Altre strutture sono state realizzate in Canada per la risalita delsalmone artico tra gli anni ’50 e gli anni ’60 e molte altre, del tipoDenil, in Alaska. Addirittura è stata istituita una Commissione sui pas-saggi per pesci che raccomanda le tipologie di progetto e sorvegliasulla realizzazione delle strutture.Sono state costruite strutture in centro Canada e centro USA, non tutteperò hanno avuto lo stesso successo. Sono registrate 35 scale tra

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Parte Prima: GENERALITÀ

Alberta, Saskatchewan e Manitoba del tipo a bacini successivi, realiz-zate per lucci, salmerini, trote fario, coregoni, altri Salmonidi; altre 5scale del tipo Denil sono state erette sul Des Moines River (Katopodise Rajaratnam, 1986). Queste sono state utilizzate anche da ciprinidi di15 cm di lunghezza.Sulla Costa Atlantica sono state costruite strutture di tutti i tipi per larisalita del salmone atlantico, cheppie, anguille, trote e persici. Si con-tano circa 200 strutture del tipo a bacini successivi, 25 ascensori e 15scale Denil (Conrad e Jansen, 1987). Gli stati interessati sono il Maine,il Massachussets e quello di New York . Una scala a bacini successivi,realizzata nel Maine, si distingue per le dimensioni: 227 m di lunghez-za, 15 m di dislivello superato!

Europa occidentaleIn Europa esiste una grande varietà di strutture derivanti maggiormen-te dalle esperienze raccomandate dal “Committee on Fish Passes(1942)”.In Islanda sono state costruite scale per la risalita del salmone atlanti-co sia in presenza di ostacoli artificiali che naturali, la tipologia utiliz-zata quella a bacini successivi.In Irlanda molte strutture, soprattutto a bacini successivi, alcune anchedel tipo “a orifizi sul fondo” sono state realizzate sui fiumi Shannon,Erne, Liffey e Lee. Salmoni, trote di mare, anguille hanno utilizzatoqueste opere. In Inghilterra e nel Galles attualmente sono state costruite molte strut-ture del tipo Denil con una serie di variazioni ed adattamenti ai variambienti fluviali, progettate anche da studi privati. Le specie favoriteso-no la trota di mare e secondariamente l’anguilla ed il salmone atlan-tico.In Scozia invece sono state realizzate molte strutture a bacini successi-vi con orifizi sommersi, di discutibile funzionamento, oppure chiuseBorland (Beach 1984). Le specie favorite sono il salmone atlantico e latrota di mare. Per le anguille sono usate setole sintetiche montate sucanalette in metallo, legno o in polietilene.Nei paesi del Nord, ovvero Danimarca, Olanda sono state usate scaleDenil per trote e salmoni così come scale a bacini successivi,In Svezia sono attualmente in funzione circa 400 passaggi per pesci, lamaggior parte sono strutture a bacini successivi spesso realizzate inlegno. In Norvegia al momento sono state censite 425 scale di risalita,

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Parte Prima: GENERALITÀ

la prima fu realizzata circa 130 anni fa sul fiume Gaula. Nei paesi nord-europei si usa far passare le anguille attraverso apposi-te strutture costituite da canalette con spazzole sintetiche sul fondo,ove i pesci possono arrampicarsi nuotando in una sottile lama d’acqua.In Francia, la costruzione e progettazione di passaggi per pesci è moltoattiva dagli ultimi 20 anni e molte strutture di ogni tipo sono state rea-lizzate ad opera di Michel Larinier, che ha testato il funzionamentoidraulico di moltissimi modelli. L’esperienza francese è da considerar-si una delle più aggiornate, e costituisce un validissimo modello per larealtà italiana, che difficilmente può ispirarsi alle strutture erette suigrandi fiumi del Nord America.Si ricordi che in Francia la costruzione di passaggi per pesci ha per-messo la ricolonizzazione della cheppia in antichi areali, perduti inseguito alla costruzione di molte centrali idroelettriche.

Europa orientaleIn Polonia, sul fiume Vistola, sono state realizzate due strutture del tipoa bacini successivi, che permettono il superamento di un dislivellocomplessivo di circa 30 m. (Zarnecki 1960).I maggiori problemi di risalita si sono avuti però nei bacini tributari delMar Caspio e del Mar Nero. Grandi centrali idroelettriche sul Volga,Don, Kuban, hanno impedito la migrazione di storioni, carpe, pescigatto, persici e vari clupeidi. A questi problemi si sommano quelli dellapesca indiscriminata e l’inquinamento per l’estrazione del petrolio, chehanno impoverito di pesce questi vasti bacini. Sono state realizzategrandi opere ad ascensore su tutti questi fiumi, ma non tutte hanno datorisultati soddisfacenti.

America LatinaSono state registrate nel 1988 circa 50 strutture, localizzate soprattuttoin Brasile, ma anche Argentina, Cile, Colombia. Le specie interessatesono appartenenti al genere Salminus e Prochilodus. I fiumi maggior-mente interessati sono il Rio della Plata, l’Orinoco e il Jacuì. La tipo-logia più diffusa è quella a bacini successivi, ma le specie migratricisud-americane sono per la maggior parte completamente differentidalle nostre, per cui è difficile paragonare l’esperienza latino-america-na alla realtà delle nostre acque.

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Parte Prima: GENERALITÀ

AfricaSoltanto negli ultimi anni si è capita in Africa la necessità di realizza-re passaggi per pesci, per cui vi sono poche installazioni. La più anti-ca si trova in Sudan, presso Jebel Aulia Dam sul Nilo, per consentirela risalita del Persico del Nilo. Il risultato è stato insoddisfacente.In Sudafrica esistono alcune strutture basate sui principi validi per isalmonidi, ma si stanno sviluppando dei piani di ricerca per lo studiodi strutture idonee alle altre specie presenti, soprattutto Mugillidi.

Australia e Nuova ZelandaNel 1984 erano catalogate 29 strutture (Harris, 1984) nel Sud-estaustraliano, ma attualmente ve ne sono di più, data la grande attivitàche si sta svolgendo in questo settore. Infatti le prime strutture non fun-zionavano bene ed è stata avviata un’opera di revisione e di adatta-mento alle specie indigene. Le specie interessate sono anguille, troteiridee, lamprede, persici, Mugillidi ed altre specie tipiche dell’emisfe-ro australe.

CinaNel 1986 erano registrate circa 40 strutture (Xiangke Lu, 1988), ma sisa che poche hanno dato buoni risultati. Le specie interessate sonoanguille e vari tipi di carpe indigene.

GiapponeIn Giappone sono costruite circa 1400 strutture, per la maggior parte abacini successivi ma anche del tipo Denil e ad ascensore. La speciemaggiormente interessata è l’Ayu, piccolo pesce (circa 25 centimetri)molto apprezzato dai giapponesi per essere consumato affumicato.

Sudest AsiaticoSono registrati un passaggio per pesci in Tailandia ed uno in India perCiprinidi e siluri (Pantulu 1988). Altri fiumi meriterebbero interventiper la ricchezza di specie migratrici.

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Parte Prima: GENERALITÀ

5. Il fiume Sieve: una zona adatta alla sperimentazione

La zona che costituisce l'oggetto di studio è costituita dal tratto delfiume Sieve dalla confluenza con l’Arno a Dicomano, inclusi alcunidegli affluenti maggiori: in riva sinistra il torrente Moscia ed il torrenteComano, in riva destra il torrente Argomenna ed il torrente Uscioli; laporzione di bacino interessata è propriamente detta Val di Sieve.In questo tratto il decorso del fiume è pianeggiante, con un andamen-to regolare in cui si alternano ghiareti e rapide a profonde buche e “mol-laie”. I torrenti Moscia e Comano sono invece dei tipici torrenti appenniniciche raccogliendo le acque fresche di bacini montani si immettono nellaSieve dopo un corso breve e talvolta impetuoso. Il torrente Argomennae l’Uscioli, di dimensioni e portate inferiori ai precedenti, sono torrenticollinari aventi buona qualità delle acque e portate minime sufficientialla vita dell’ittiofauna anche durante il periodo estivo.La presenza di sbarramenti costruiti dall’uomo ha impedito gli sposta-menti dei pesci che dall’Arno potevano risalire la Sieve ed i suoiaffluenti, sia per scopi alimentari che riproduttivi.La scelta di questa zona è motivata quindi da una serie di caratteristichebiologiche ed idrauliche di questi corsi d’acqua, che ne rendono alte lepotenzialità di sviluppo, anche per successivi interventi di gestione:

a) Qualità e varietà delle acque e dell’ecosistemab) Alto grado di biodiversitàc) Portata sufficiente nel periodo estivod) Presenza di sbarramenti di varia tipologiae) Esistenza di zone di pesca a regolamento specifico

L’obiettivo è quello di realizzare una continuità tra Arno, Sieve e tor-renti montani.

5.a. Qualità e varietà delle acque e dell’ecosistema

La Sieve, dopo l’Arno, è il fiume di dimensioni maggiori dellaProvincia di Firenze. Le sue acque, classificate a Ciprinidi nel tratto inesame, provengono dalle montagne del Mugello e della Consuma, enon essendo stata molto forte la pressione antropica si possono ancora

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Parte Prima: GENERALITÀ

considerare poco inquinate. Il torrente Moscia ed il Comano, affluenti di sinistra provenienti dabacini montani scarsamente contaminati, sono caratterizzati da acquefresche e cristalline classificate a Salmonidi per circa metà corso.Questi due affluenti ravvenano la Sieve con portate discrete, e spessonotevoli durante le piene; il loro contributo è essenziale nel periodoprimaverile - estivo, poiché apporta acque fresche ed ossigenate neces-sarie a molte specie ittiche. Come precedentemente detto, l’Argomenna e l’Uscioli, pur con porta-te modeste, contribuiscono al ravvenamento della Sieve oltre cheall’aumento della biodiversità, in quanto provenienti da ambienti natu-rali scarsamente contaminati.La Sieve e gli affluenti in questione rappresentano quindi un grande ecomplesso ecosistema, in cui sono presenti sia gli elementi tipici delfiume di pianura, sia quelli del torrente montano, il tutto inserito in unpaesaggio di notevole valore estetico.Tale complesso paesistico sta divenendo una realtà molto interessanteanche da un punto di vista storico-turistico-ambientale, poiché è inatto una forte politica di valorizzazione territoriale.

5.b. Alto grado di biodiversità

Un ecosistema complesso come quello costituito dalla Sieve e dagliaffluenti è fonte di biodiversità, poiché costituisce una ricca serie dihabitat per specie animali e vegetali. Per quanto riguarda l’ittiofauna, sia ha ricchezza in varietà e quantità,

come illustrato nella successiva indagine ittiologica. Le specie presen-ti in queste acque infatti rappresentano gran parte del patrimonio itticoitaliano: nella Sieve vivono soprattutto Ciprinidi (carpe, tinche, cave-dani, barbi, vaironi, pighi, alborelle, lasche, scardole ecc.), ma spora-dicamente si incontrano anche Salmonidi (trota fario) che probabil-mente provengono dai torrenti montani, vi sono poi gruppi minori rap-presentati da lucci, persici trota, ghiozzi, gobioni, anguille, pesci gatto,cobiti. Nei torrenti invece vi sono trote, provenienti ormai soltanto dairipopolamenti, barbi, cavedani, rovelle ed altre specie tipicamente diruscello come ghiozzi e vaironi . E’ evidente che la ricchezza del patrimonio ittico e l’interesse per lasua tutela ha fortemente condizionato la scelta dalla zona oggetto di

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Parte Prima: GENERALITÀ

studio.5.c. Portata nel periodo estivo

La costante presenza di acqua è molto importante per valutare la neces-sità di un intervento. Infatti si deve tener presente che la maggior partedei corsi d’acqua, dopo la Primavera, si trasformano in rigagnoli, chei pesci non possono risalire, quindi la scelta si è orientata su corsi d’ac-qua perenni che anche nei periodi di magra continuano ad essere abi-tati da fauna ittica. Inoltre se non vi fosse portata sufficiente non sipotrebbero alimentare le scale di risalita, e quindi tutto il lavoro di pro-gettazione non avrebbe senso.

5.d. Presenza di sbarramenti di varia tipologia

L’elevato numero delle opere di sbarramento permette una varietà dicasi da analizzare, per cui lo studio può offrire una vasta panoramicasulle tipologie di intervento.Sulla Sieve le opere in alveo sono tre : pescaia di S. Francesco(Pontassieve), di Marino (a valle della Rufina), dell’Alessandri (amonte della Rufina) oltre la quale il fiume non è più sbarrato fino aVicchio, per un tratto di altri 19 km.Vi sono poi varie briglie di dimensioni minori sul Comano e sulMoscia; di particolare interesse per l’impatto ambientale quelle chehanno sbarrato i corsi di questi torrenti proprio alla confluenza con laSieve, ovvero nei punti più importanti per la frega.

5.e. Esistenza di zone di pesca a regolamento specifico

L’esistenza di queste zone dimostra già uno spiccato interesse delleautorità competenti e degli appassionati per queste acque: nel tratto inquestione si hanno ben due zone “No-Kill” e una zona di divieto per-manente di pesca. Questa scelta particolare è sintomo quindi di unavolontà di tutela del patrimonio ittico, che potrebbe essere riaffermatae consolidata con la realizzazione delle opere di risalita e, all'occasio-ne, con nuove zone a regolamento specifico, per ottenere una miglioregestione. Questo comporterebbe sicuramente un miglioramento dellaqualità e quantità dell’ittiofauna, favorendo i processi naturali anzichéquelli artificiali costituiti da grandi e costose immissioni di pesce d’al-levamento, col relativo inquinamento genetico dovuto a provenienze

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Parte Prima: GENERALITÀ

spesso sconosciute .L’aumento delle potenzialità produttive delle acque ai fini della pescae le proposte per la conservazione ed il miglioramento dell’ambiente aifini dell’incremento ittiofaunistico sono punti fondamentali delle L.R.30/10/82 n. 77 e L.R.24/4/1984 n. 25 sullo sviluppo e la tutela dellapesca dilettantistica e della fauna ittica.I passaggi per pesci sono previsti in Toscana dalla Deliberazione n°155 del 20/5/1997, al punto 4.2 - Opere trasversali, briglie, soglie -:

“…In ogni situazione in cui risulti tecnicamente possibile, tenuto contodella pendenza dell’alveo e del dislivello da superare, in luogo dellacostruzione di manufatti di tipo tradizionale (briglie e traverse) in cal-cestruzzo o in gabbioni, si dovrà prevedere la realizzazione di una opiù rampe in pietrame, di caratteristiche idonee per consentire anchela risalita della fauna ittica.Qualora la pendenza non consentisse la costruzione di rampe in pie-trame, le briglie, preferibilmente in legname e pietrame, dovrannoessere dotate di scale di risalita per i pesci, quando ubicate in tratti dicorso d’acqua di interesse per la fauna ittica (sentito il parere delcompetente Servizio Provinciale) o privo di sbarramenti trasversali

Esempio di scala di risalita “applicata” ad una briglia preesistente (Provincia di Modena)

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Parte Seconda

Indagine ittiologica sui corsi d’acqua in esame

1. L’importanza della scelta della specie

2. Specie presenti

3. Specie da favorire

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Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA

1. L’importanza della scelta delle specie

Nella realizzazione di una scala di risalita è opportuno specificare qualisiano le specie presenti nel corso d’acqua in esame e quali siano quel-le che in particolare si vogliono avvantaggiare con una struttura di risa-lita. Questo non vuol dire che l’opera funzioni solo per una determina-ta specie ittica, spesso infatti i risultati sono del tutto inattesi e si assi-ste alla rimonta di specie non previste, ma le caratteristiche idraulichedei flussi all’interno della struttura saranno “tarate”in base alle neces-sità e alle capacità natatorie di determinate specie privilegiate. Nelloschema seguente è illustrato l’iter, in base al rilievo delle specie pre-senti, per la progettazione di un passaggio per pesci:

Indagine sulla popolazione ittica e scelta delle specie da favorire

Periodo migratorio e riproduttivo di queste specie: frega

Caratteristiche idrauliche del fiume durante la stagione della frega:portate min. e max. – valutazioni sulle capacità natatorie

Dimensionamento della struttura

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Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA

Le informazioni inerenti la fauna ittica presente nei corsi d’acqua inesame sono state gentilmente fornite dalla dr.ssa A. Nocita – Museo diStoria Naturale, sezione Zoologia, “La Specola” – che ha realizzato ilseguente lavoro, propedeutico alla stesura della nuova carta ittica pro-vinciale:“Monitoraggio della fauna ittica in provincia di Firenze, Bacinodell’Arno. Relazione biennale 1999-2000”, finanziato dall’AssessoratoCaccia e Pesca della Provincia di Firenze.Inoltre è stato consultato il volume “Rete idroittica pubblica e poten-zialità piscatoria (1985)” edito dalla Provincia di Firenze, sono staterealizzate delle interviste ai pescatori ed agli abitanti della zona. La dove sono disponibili carte ittiche aggiornate è ovviamente direttal’acquisizione dei dati.

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Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA

2. Specie presenti

Si riportano alcuni dati relativi ai campionamenti effettuati dalladott.ssa Nocita nel biennio 1999-2000 in varie stazioni sulla Sieve, tor-rente Moscia e torrente Comano. Si consideri che alcune specie, anchese non rilevate, possono comunque essere presenti poiché risultano esi-stere dall’indagine del 1985 e nella memoria storica dei pescatori e dichi vive il fiume.

Specienome comune o

locale Sieve Comano Moscia

Tinca tinca Tinca

Scardinius erythrophalamus Scardola X

Salmo trutta Linnaeus - Fario Trota fario X X X

Rutilus x Leuciscus – X

Rutilus pigus Pigo

Rutilus rubilio Rovella X X

Padogobius nigricans Ghiozzo dell’Arno X X XPadogobius bonelli Ghiozzo padano X

Oncorhynchus mykiss Trota iridea

Microupterus salmoides Persico trota X

Leuciscus souffia Risso Vairone X X X

Lepomis gibbosus Persico sole

Leuciscus cephalus Cavedano X X X

Esox lucius Luccio

Gobio gobio Gobione X

Cyprinus carpio Linnaeus Carpa X

Cobitis taenia Cobite X

Chondrostoma soetta Savetta

Chondrostoma genei Lasca X

Carassius carassius Carassio o Zoccolo X

Barbus tyberinus Barbo X X

Barbus plebejus Barbo comune X X X

Anguilla anguilla Anguilla X X

Ameiurus melas Pesce gatto X

Alburnus alburnus alborella Alborella X

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Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA

I dati relativi alla fauna ittica dei torrenti Argomenna ed Uscioli pro-vengono esclusivamente dal volume del 1985 e da osservazioni perso-nali poiché recentemente non sono stati effettuati campionamenti suquesti torrenti.La fauna ittica del torrente Argomenna è caratterizzata nel corso bassoda Ciprinidi, soprattutto cavedani, barbi e vaironi; il tratto a monte delponte di S.Maria in Acone ospita ancora questi Ciprinidi, ma in quan-tità minori, e rara è la presenza di Salmonidi, costituiti essenzialmenteda trota fario proveniente da ripopolamento.Il torrente Uscioli ospita prevalentemente una fauna ittica costituita daSalmonidi (trota fario); i Ciprinidi sono presenti essenzialmente neltratto compreso tra la confluenza con la Sieve ed il Mulino, ma si trovaanche qualche colonia di vaironi anche nei tratti più alti del bacino.La grande presenza di Ciprinidi nel bacino della Val di Sieve fa sì chela realizzazione di passaggi per pesci sia orientata prevalentemente sualcune specie di questa famiglia, e che il dimensionamento delle strut-ture sia determinato dalle caratteristiche idrauliche dei corsi d’acquain questione nello specifico periodo di frega. Tale periodo si estendedalla fine di Aprile alla fine di Giugno, ma può prolungarsi oppureabbreviarsi in dipendenza di eventi naturali particolari.Si esclude il dimensionamento dei passaggi per pesci sulle esigenze deiSalmonidi, che sono presenti nel bacino soprattutto in conseguenza diripopolamenti piuttosto che per riproduzione naturale. Questo però nonvuol dire che una trota non sia capace di usufruire di un passaggiocostruito per altre specie come barbi e cavedani: le capacità natatoriedei Salmonidi sono notoriamente superiori a quelle dei Ciprinidi.Tuttavia, non volendo entrare nel complicato campo della fisiologiamuscolare applicata alla fauna ittica, si ricorda soltanto che esistonodelle tabelle che consentono di calcolare lo sforzo massimo che puòcompiere un pesce in base alla specie, taglia, temperatura dell’acqua edurata dello sforzo.

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Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA

3. Specie da favorire

Nella famiglia dei Ciprinidi particolare attenzione al fine di agevolarela rimonta viene rivolta alla lasca (Chondrostoma genei), pesce migra-tore dei corsi d’acqua di pianura e collinari. Importante è poi la rimon-ta del barbo, soprattutto perché nella Sieve vive ancora una specieendemica delle acque del centro-Italia, il barbo tiberino (Barbus tybe-rinus), spesso confuso col barbo canino, che attualmente è in via dirarefazione. Anche la rovella (Rutilus rubilio), da non confondere coltriotto, assai più stanziale, ha spiccate esigenze migratorie, e può esse-re inserita tra le specie da avvantaggiare. Tali specie risultano protettedalla Legge Regionale n. 56 del 6 Aprile 2000, che le colloca nell’al-legato A.Un’altra specie da favorire, non appartenente ai Ciprinidi, è l’anguilla(Anguilla anguilla), le cui caratteristiche migratorie sono ben note maaltrettanto poco noto è il calo demografico di questa specie su tutto ilterritorio nazionale a causa degli sbarramenti che impediscono il com-pleto svolgimento del ciclo vitale.A conferma di queste scelte si riportano le seguenti affermazioni,estratte dal volume “Pesci delle acque interne italiane” (Gandolfi G.,Zeronian S., Torricelli P., Marconato A., 1991), edito dall’IstitutoPoligrafico e Zecca di Stato.Per quanto riguarda la lasca “…L’abitudine a rimontare i fiumi nel pe-riodo riproduttivo è fortemente ostacolata dagli sbarramenti che vengo-no costruiti lungo i corsi d’acqua e dalla scarsa presenza di scale di ri-monta e ciò ha fortemente inciso sul calo di densità di questa specie…”A proposito dell’anguilla invece è scritto “…La rimonta dei fiumi daparte di questa specie è fortemente ostacolata da briglie e dighe pre-senti lungo i corsi d’acqua, ma le semine di esemplari hanno fino adoggi impedito un restringimento dell’areale di distribuzione…”Inoltre si ricordi che altri pesci, pur non compiendo delle vere e pro-prie migrazioni, compiono comunque degli irregolari spostamenti, percui il numero di specie coinvolte risulta in realtà molto maggiore. Ciòè convalidato anche dal volume “Rete idroittica pubblica e potenzia-lità piscatoria” edito dalla Provincia di Firenze, che a proposito deltorrente Moscia, prima della costruzione della briglia alla confluenzacon la Sieve, affermava: “…Nel medesimo tratto, nel periodo primave-rile vi è una notevole presenza di cavedani che rimontano dal Sieve.Questo, in particolare avviene durante il ciclo riproduttivo della spe-

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Parte Terza

Rilievo e Progettazione

1. Analisi generale

2. Fiume Sieve

3. Torrente Moscia

4. Torrente Comano

5. Torrente Argomenna

6. Torrente Uscioli

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

1. Analisi generale

Al fine di un’analisi completa, capace di descrivere e fornire un qua-dro generale riguardo la zona in questione, così si è proceduto:La zona è stata suddivisa per corsi d’acqua, ovvero fiume Sieve,affluenti di sinistra (Moscia e Comano), affluenti di destra(Argomenna e Uscioli); il tratto della Sieve in studio termina ideal-mente alla confluenza col Comano, ma in realtà fino a Vicchio non esi-stono più sbarramenti, per cui si deve considerare nei risultati una con-tinuità fluviale maggiore di quella relativa alla zona presa in esame. Per ogni corso d’acqua è stato realizzato un capitolo contenente:

• Breve descrizione del bacino in esame, aspetti geomorfolo-gici, vegetazionali, faunistici, ovviamente con particolareriferimento all’ittiofauna presente.

• Caratteristiche idrauliche del corso d’acqua: dati relativialle portate, regimi durante i periodi di migrazione dellafauna ittica. Questi dati, come già detto, sono essenziali perla progettazione di strutture di risalita poiché da questidipende il dimensionamento della struttura stessa.

• Rilievo e descrizione degli sbarramenti esistenti: ogni sbar-ramento è stato rilevato, descritto e poi catalogato con unalettera maiuscola che corrisponde all’iniziale del torrente sucui si trova e con un numero progressivo da valle versomonte: ad esempio il primo sbarramento del Comano siindica con C1. Tali sigle sono riportate sulle immagini car-tografiche. Fondamentale, ai fini della decisione di inter-vento o meno, il rapporto tra la lunghezza del tratto ipotiz-zato senza sbarramenti ed il numero di sbarramenti cheinvece lo divide.

• Analisi delle priorità: ovvero evidenziare, in base allenozioni precedentemente acquisite, quali sono quegli sbar-ramenti che arrecano maggior disturbo al “continuum flu-viale”. A monte di questa considerazione vi è una valuta-zione di tipo economico, anche se molto sommaria poichéuna dettagliata analisi costi-benefici richiede delle cono-

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

scenze di tipo idrobiologico che attualmente non si hanno,come il rapporto biomassa ittiofauna / metro quadrato diletto fluviale. Infatti sarebbe improponibile considerarecome interventi prioritari strutture eccessivamente costoseoppure in numero troppo elevato rispetto a brevi tratti dicorso d’acqua: si è scelta la soluzione di arrestare il prose-guimento dei rilievi e della progettazione di fronte ad osta-coli troppo impegnativi per numero o dimensioni.

• Progettazione dei passaggi per pesci per le situazioni diprimaria importanza (interventi di prima priorità).Questa è la parte realizzativa del presente lavoro, ovvero inbase ai dati reperiti con la ricerca svolta si propongonodelle soluzioni, ovvero dei progetti di passaggi per pesciadatti alle varie situazioni. Tali interventi, nelle seguentiimmagini progettuali, sono riprodotti col colore rosso perottenerne una migliore visualizzazione.

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La Gave de Pau, Francia. Complesso sistema di bacini successivi realizzato daM. Larinier per consentire la migrazione di cheppie e salmone atlantico

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

2. Fiume Sieve

Caratteristiche generali

Il fiume Sieve nasce dal Monte Cuccoli a 633 m.s.l.m. in Comune diBarberino di Mugello e confluisce in Arno a Pontassieve, a quota 73m.s.l..m. Il bacino imbrifero è caratterizzato da due porzioni bendistinte: il Mugello (dalle sorgenti fino a monte di Dicomano) e la Valdi Sieve (da Dicomano alla confluenza in Arno).

Nel tratto compreso fra Bilancino e Vicchio il fiume ha un andamentoa bassa sinuosità, percorrendo il margine meridionale dell’antico baci-no lacustre del Mugello. Immediatamente a valle di Vicchio, per circa6 km, il corso d’acqua assume un tracciato meandriforme: in questotratto, di particolare bellezza, superati completamente gli affioramentifluvio-lacustri del Mugello e subendo quindi i condizionamenti litolo-gico-tettonici del substrato roccioso, la direzione della valle subisceuna brusca variazione disponendosi in direzione NNW-SSE. Superatoil tratto meandriforme il fiume torna ad assumere un andamento abassa sinuosità, o per alcuni tratti pressoché rettilineo. All’altezza diDicomano l’alveo entra in contatto con gli affioramenti di Arenarie delPratomagno-Falterona,, appartenenti alle Unità del Monte Cervarola.Questo comporta un fondo pressoché fisso e nel tempo non si sonoverificate sostanziali situazioni di cambiamento, come testimonianodocumenti risalenti al ’700. Il profilo di fondo dell’intero corso d’ac-qua da Bilancino a Pontassieve è quindi distinto in due parti nettamen-te differenti tra loro: nella conca lacustre del Mugello il fiume Sievepresenta scarsa pendenza, mentre dal tratto Vicchio – Dicomano assu-me forti pendenze in corrispondenza di un substrato roccioso delle are-narie, caratteristico della Val di Sieve.

Geomorfologia nei tratti interessati(tratto della Val di Sieve)

Arenarie del Macigno delMugello e del Chianti

Lunghezza asta fluviale 58 km

Area bacino 850 km2

Fattore di forma F=A/L2 (Horton) 0.252

Rapporto di allungamento 0.567

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Questa situazione comporta una sostanziale stabilità del tratto di fiumein esame, soprattutto fino a Contea, mentre nel tratto finale si osservauna leggera fase di deposito, localizzata soprattutto in alcune zone. Lungo il suo corso la Sieve raccoglie le acque di un centinaio di tor-renti; la sua vallata è sempre stata un itinerario preferito sia da pesca-tori che da gitanti: non mancano infatti scorci e scenari di notevolevalore paesaggistico; contemporaneamente fornisce habitat preziosiper l’ittiofauna e l’avifauna. Gli stabili affioramenti rocciosi e gli ampighiareti costituiscono infatti la base per lo sviluppo della fauna bento-nica, per la crescita di substrati vegetali adatti a costituire la base tro-fica per le specie erbivore, sono inoltre ottimi letti di frega. Si alterna-no alle zone di rapida zone di calma, ricche di vegetazione riparia, equesta alternanza tra svariati tipi di ambiente fluviale è fonte di biodi-versità, come dimostra la ricchezza di specie ittiche presenti. Le acquedella Sieve ospitano soprattutto Ciprinidi reofili come barbi, vaironi,lasche e Ciprinidi limnofili come cavedani, alborelle, scardole, caras-si, carpe, tinche, pighi; vi sono anche specie appartenenti ad altre fami-glie: anguille, cobiti, ghiozzi, lucci, trote fario ed ancora altre .Attualmente, in conseguenza dei lavori per la realizzazione della trattaAlta Velocità si stanno facendo alte le pressioni sull’ambiente, dovutesoprattutto alle escavazioni, agli scarichi, alle cantierizzazioni e aicampi base. Nonostante questo il volume edito dalla Provincia diFirenze “Qualità e portata dei fiumi della provincia di Firenze” - 1997afferma che la qualità delle acque testimonia un buon potere autode-purativo del fiume grazie alle peculiari caratteristiche idrogeologiche,morfologiche nonché alla sua buona portata nel periodo di magra. Tale portata è oggi garantita con l’entrata in funzione, a pieno regime,della Diga di Bilancino (questo fatto è da considerarsi molto positivoper la vita del fiume).Gli aspetti idrologici del fiume Sieve sono stati monitorati per un lungoperiodo, e oggi abbiamo una serie storica di dati molto ricca: l’IstitutoIdrografico di Pisa ha registrato dal 1931 l’andamento delle portateponendo una stazione a Fornacina, alla sezione di chiusura del bacino.Al fine della realizzazione e del funzionamento delle scale di risalita,sono importanti soltanto i valori di portata nel periodo della riprodu-zione delle specie interessate, per cui non risultano fondamentali ivalori di massima o di minima assoluta. Inoltre, come prima accenna-to, sono cambiate le cose dall’entrata in funzione dell’invaso diBilancino ed i valori di portata minima, che generalmente si raggiun-

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

gono in Agosto-Settembre, sono aumentati tanto da scongiurare dellevere e proprie “magre”, come si verificavano prima: si pensi che sonostati registrati valori minimi di 0,15-0,20 m3/sec nel periodo estivo! Anche se l’erogazione di acqua dall’invaso varia da periodo a periodo,in base alle esigenze idriche della città di Firenze, l’apporto di acqua alfiume è un fatto di fondamentale importanza: durante il periodo estivo,in conseguenza alla siccità e a forti prelievi per uso irriguo, si verifi-cavano in alcuni punti zone asciutte ed i deflussi erano veramenteridotti, quindi la situazione può considerarsi notevolmente migliorata:nell’anno 2000 il rilascio medio da Bilancino nel periodo Luglio-Agosto è stato di circa 3-4 m3/s. Ovviamente, gli effetti positivi sihanno anche durante la stagione autunnale ed invernale per l’effetto dilaminazione sulle piene. Nel periodo della frega, che per la maggior parte delle specie presenti(Ciprinidi) va dalla Primavera all’inizio Estate, i valori medi e minimidi portata sono più che sufficienti ad alimentare scale di risalita anchecon buone quantità di acqua; questo permette di lavorare alla progetta-zione di queste strutture con dei buoni margini di sicurezza: non è raroche i valori medi di portata superino in questi periodi i 10 m3/sec.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Rilievo degli sbarramenti esistenti

La Sieve risulta interrotta da tre grandi sbarramenti nel trattoPontassieve-Scopeti, il successivo sbarramento si trova presso Vicchio,già fuori dell’area oggetto di studio: questo tuttavia risulta un fattoimportante poiché il superamento dei tre sbarramenti consentirebbecirca 28 chilometri di continuità fluviale sull’asta della Sieve, ovverotutto il tratto Pontassieve-Vicchio. Il primo sbarramento è la pescaia diS.Francesco, a monte dell’abitato di Pontassieve, il secondo è lapescaia di Marino, in località Masseto, il terzo è la pescaia dettadell’Alessandri, a monte della Rufina e ai piedi di Montebonello. AgliScopeti esisteva un’altra traversa, che però è crollata e attualmente noncostituisce un ostacolo per gli spostamenti della fauna ittica.

Pescaia di S. Francesco - S1

Traversa in calcestruzzo dalla particolare forma ad angolo, con conca-vità rivolta verso monte e profilo a scarpa. Si tratta di una strutturacomposta da due scalini, che complessivamente realizzano un’altezzadi circa 3 m, munita in riva destra di un muro di accompagnamento dicirca 20 m in filaretti di pietra ed una scogliera alla base. In riva sini-stra è presente un muro d’ala a protezione della strada statale 167. Losviluppo totale dell’opera è di 160 metri.Nella parte centrale, in corrispondenza dello stramazzo principale, èstata realizzata una rapida artificiale, di nessuna utilità per la rimontadella fauna ittica poiché il salto da superare è eccessivamente alto ed ilflusso della corrente troppo impetuoso. Tale sbarramento rappresenta, a causa della sua forma e altezza, laprima grande interruzione tra l’Arno e le acque della Val di Sieve. Laricchezza di fauna ittica che vive nel gorgo sottostante ne fa una metaambita da molti pescatori, e nel periodo della frega si osservano quan-tità di barbi ed altre specie tentare un’impossibile rimonta. (Foto 1)

Pescaia di Marino (Molino di Vico) - S2

E’ una traversa antica, la prima costruita sulla Sieve e datata 1774, conparamento a valle a scarpa, utilizzata per deviare l’acqua al Molino diVico, in riva destra.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Nel tempo ha subito modifiche successive, ne è testimonianza la parteinferiore del paramento in calcestruzzo ed il corpo originario in filarettidi pietra. La larghezza della pescaia è di 105 m, mentre l’altezza com-plessiva costituita dalle varie rampe, compresa la scogliera a valle, è dicirca 3,5m. A monte forma una zona di calma da cui si dirama la presa d’acqua peril mulino, mentre a valle il fiume scorre su un basso fondo ciottoloso,ove il corso d’acqua assume un carattere gradevolmente torrentizioadatto alla vita di molte specie ittiche. Come per il precedente sbarra-mento, anche questa opera è meta ambita dei pescatori, infatti il trattodel fiume a valle è un ottimo letto di frega per le caratteristiche granu-lometriche del fondo, inoltre il pesce è attratto dalle acque maggior-mente ossigenate che si formano per turbolenza in corrispondenzadegli stramazzi. (Foto 2)

Pescaia dell’Alessandri - S3

La pescaia dell’Alessandri è un’opera costruita intorno alla metàdell’800, imponente, dalla quale si può osservare, a monte, uno degliscorci più belli e selvaggi della Val di Sieve. Ristrutturata a più ripre-se e consolidata con una colossale scogliera, tale opera ha un’altezzadi circa 3m, una larghezza di circa 70m ed è munita di una cateratta dacui parte una gora che, avanzando quasi parallela al fiume per circa800 m, alimentava una cartiera in località Rufina. Il coronamento è inalcuni punti mancante o parzialmente scalzato, e tutta l’opera è statarinforzata con palizzate, bulloni, contrafforti di calcestruzzo. Questatraversa rappresenta un opera di valore storico artistico; da apprezzareanche l’utilizzo della pietra per la presa d’acqua della gora, realizzatasu un substrato roccioso e costeggiata da una fitta vegetazione riparialungo un viottolo che attualmente è quasi impraticabile. Tale opera nonè molto conosciuta poiché non è visibile dalla strada statale, e la si rag-giunge soltanto con i sentieri campestri da Montebonello, oppure attra-versando la ferrovia a monte della Rufina. I due tratti della Sieve a monte e a valle dell’opera sono pregevoli siaper gli aspetti paesaggistici e naturalistici, che per le possibilità disfruttamento piscatorio. (Foto 3)

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Analisi delle priorità

Come già detto, il superamento dei tre sbarramenti consentirebbe larealizzazione di molti chilometri di continuità fluviale, ovvero di con-tinuità tra differenti habitat che altrimenti risultano dei veri e propricompartimenti isolati l’uno dall’altro. I singoli tratti sono molto lunghie ricchi di rifugi, letti di frega e tane per l’ittiofauna, ma alcune specieed in particolare l’anguilla e la lasca riceverebbero grandissimi van-taggi dalla possibilità di poter migrare a monte, ove attualmente ven-gono immesse tramite costosi ripopolamenti. Si deve inoltre considerare il fatto che la Sieve confluisce con l’Arnoin uno dei suoi tratti più pregiati per pescosità e qualità delle acque: neltratto Rignano-Pontassieve vi è anche una zona di protezione per ilbarbo, ricca poi di altre specie, e tale ricchezza biologica si mantienefino alla zona di Rosano. La realizzazione di passaggi per pesci rende-rebbe possibile la continuità e quindi lo spostamento della fauna itticatra i due fiumi, comportando lo scambio tra popolazioni differenti, conconseguente arricchimento nel numero di specie e soprattutto nell’ar-ricchimento dei patrimoni genetici. Inoltre la particolare forma degli sbarramenti offre, ai fini sperimenta-li, la possibilità di creare soluzioni differenti l’una dall’altra, e quindidi non utilizzare un solo modello standard di struttura di risalita.Questo fatto, se da un lato può sembrare un inconveniente, rientrainvece negli obiettivi previsti, in quanto uno degli scopi del presentelavoro è quello di analizzare una vasta gamma di tipi di sbarramentoed offrire una ricca panoramica di soluzioni realizzative.Questa serie di valutazioni di carattere sia tecnico che ecologico con-sentono di affermare che:

Si ritiene prioritario l’intervento sui tre sbarramenti: S1, S2, S3.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Progetti di intervento sulla Sieve

Intervento su S1

Per il superamento dello sbarramento S1 è stata valutata una serie disoluzioni, che si sono dimostrate abbastanza complesse e onerose datal’architettura e le dimensioni dello sbarramento. La rampa in pietrame sarebbe un’ottima soluzione, adatta alle speciepresenti e di gradevole aspetto estetico, ma data l’altezza dello sbarra-mento occorrerebbe una grandissima quantità di materia prima (pietredi dimensioni notevoli) per la costruzione di una rampa di dimensioniadeguate: ciò si traduce in una eccessiva spesa e in un’opera moltoingombrante.Una seconda soluzione scartata è una struttura a bacini successivi,posta in destra idrografica lungo il muro di accompagnamento, chepotrebbe attrarre i pesci dalla parte destra del gorgo. Anche questaopera risulterebbe onerosa per le quantità di calcestruzzo armato, oltreche i problemi relativi alla carpenteria da realizzare previa deviazionedel corso d’acqua.Per questo si è valutata come soluzione ottimale una Scala Denil, poi-ché comporta scarsi problemi costruttivi e costi contenuti, dato l’utiliz-zo di poco calcestruzzo e del metallo per i deflettori di rallentamento.Inoltre la struttura è semplice, di dimensioni contenute e di facile inse-rimento nello sbarramento in questione, quindi di scarso impatto visivo.La struttura dovrebbe essere realizzata scavando nella profondità dellatraversa un canale di larghezza 1m, con pendenza compresa del 15-20%, e realizzando due muretti di accompagnamento inseriti nel cana-le stesso, di altezza 1 m. All’interno del canale si inseriscono i deflet-tori in metallo secondo rapporti di lunghezza ormai studiati e collau-dati, dei quali è stato fatto grande uso in Inghilterra (Sussex, Galles)per sbarramenti con profilo simile a questo, tali da garantire condizio-ni idrauliche ben determinate, adatte al nuoto dei pesci. Si rimanda aduna fase progettuale esecutiva lo studio dettagliato del funzionamentoidraulico della struttura e l’adeguato dimensionamento delle murature. L’ubicazione della struttura è prevista in destra idrografica, non troppovicina allo stramazzo centrale né troppo accostata alla riva. Infatti sel’entrata fosse ubicata molto vicina allo stramazzo centrale i pescipotrebbero confondersi per la turbolenza dell’acqua e non trovare ilpassaggio, se fosse troppo vicina alla riva destra potrebbe essere diffi-

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

cilmente percepibile da grande distanza rispetto al filone della corren-te pricipale. Inoltre nella posizione prevista la struttura risulta esseremaggiormente protetta dall’impeto del flusso poiché a monte vi è unazona di stabilità, ed il vasto invaso smorza l’effetto battente dell’acqua.Le seguenti immagini illustrano l’intervento.

Coronamento

Rampa

Gradino

Gorgo

Stramazzoprincipale

costituito da unarapida artificiale

Protezioneidrodinamicadell'entratadel passaggio

Piantapassaggio Denil

ScalaDenil

2 m.

Entrata avalle

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Intervento su S2

Lo sbarramento S2 è un’opera antica, che ha meritato particolare atten-zione per il valore storico nonché artistico, dato l’uso magistrale che èstato fatto della pietra anche per la costruzione della gora. La particolare architettura dell’opera, soprattutto della parte in rivadestra, ove è situata la gora che porta acqua al mulino, ha suggerito unasola soluzione : un passaggio a bacini successivi in muratura di pietra-me, capace di integrarsi perfettamente nella geometria dell’opera esi-stente ed a basso impatto ambientale. Infatti utilizzando pietra dacostruzione simile a quella in opera, si potrebbero realizzare dei baci-ni successivi sfruttando la muratura esistente, in un angolo ben ripara-to dall’impeto del flusso principale della corrente poiché protetto dallagora stessa e da un piccolo muretto che difende una scaletta di manu-tenzione. Inoltre si è osservato che i pesci, durante il periodo riprodut-tivo, tendono ad accumularsi proprio in riva destra, probabilmenterichiamati dal flusso della corrente generata dallo scarico di “troppopieno”della gora.Per realizzare una struttura con buona capacità attrattiva si ritieneopportuno dimensionarla per una portata di circa 100 l/s, che rappre-senta solo una modesta percentuale dell’intera portata della Sieve nelperiodo della frega, cioè tra fine Aprile e inizio Luglio. E’ possibile uti-lizzare una portata così bassa in virtù del richiamo offerto dallo scari-co della gora, che funge da portata ausiliaria di attrazione.Il progetto si basa su una tipologia ormai collaudata dall’esperienzafrancese (CEMAGREF-Tolosa), caratterizzata da bacini successivicomunicanti con un’apertura sul fondo (bocca a battente) ed una fen-ditura laterale (bocca a stramazzo parzialmente rigurgitata). In questomodo la portata si ripartisce nelle due bocche offrendo al pesce la pos-sibilità di risalire la corrente sia nuotando sul fondo oppure attraversola cascatella che si forma tra i due bacini. Per il superamento del dislivello tra monte e valle sono necessari 8bacini scalati di 0.3 m, con base rettangolare di circa metri 1,80x1,20e profondità media di circa 1m. La dissipazione energetica che si svi-luppa è la stessa in ogni singolo bacino, ed è tale da non stordire ilpesce bensì di attrarlo nei bacini a monte . L’entrata della scala a monte si realizza con un invito scavato sullasommità della pescaia, mentre l’uscita a valle va posta a fianco delloscarico della gora, così da sfruttare l’effetto attrattivo della corrente

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

esistente per richiamare il pesce. Si veda in foto il dettaglio della situa-zione attuale e nel disegno la possibile soluzione realizzativa.

Gor

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Scarico deltroppo pieno

sfioro amonte

soglia avalle

traversa ascivolo

scaletta diservizio

Pescaia di Marino:planimetria dell'intervento

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5 m.

Passaggioa bacinisuccessivi

Sieve

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Intervento su S3

Lo sbarramento S3 comporta seri problemi alla realizzazione di solu-zioni complesse (Denil, bacini successivi) per la particolare forma del-l’opera, la presenza di una imponente scogliera nonché per l’altezzadel salto da superare, rischiando poi di non esaltare i pregi di questaimponente opera. Infatti occorre tener presente che la Pescaiadell’Alessandri è una traversa antica, immersa in un contesto naturaleparticolarmente suggestivo, per cui si è voluto progettare un’opera cheoltre a ripristinare la continuità tra i due tratti di fiume, potesse esseresfruttata per valorizzare anche tale contesto architettonico e paesistico.Si è allora pensato di ripristinare la gora che portava acqua alla cartie-ra della Rufina, utilizzandola come un vero e proprio collegamento trai due tratti di fiume a monte e a valle della pescaia, deviandone partedella portata tramite un ruscello artificiale che funzioni da scaricatore.Questo tipo di soluzione, sperimentata in Germania con ottimi risulta-ti fin dal secolo scorso, ha il vantaggio di essere relativamente econo-mica, di non disturbare il consueto andamento idrometrico del fiume,di essere di gradevole aspetto estetico e di creare dei microambientidiversificati di grandissimo valore biologico.Occorre anche considerare che la gora, una volta ripristinata, offrendoun ambiente riparato con caratteristiche di portata costanti durantel’anno, e al riparo dall’impeto delle piene, può essere utilizzata per lasemina di novellame o per altre attività finalizzate all’acquacoltura. Inoltre ripristinare la gora vorrebbe significare il restauro di un’operadi archeologia industriale, con il vantaggio di poter svolgere una fun-zione didattica e ricreativa, rendendola visitabile e percorribile.La gora è ancora funzionante, anche se il materiale fangoso di deposi-to ha comportato l’innalzamento del fondo, basterebbe dragarla e siste-mare il sentiero che la percorre tramite il taglio della vegetazione infe-stante e rendendola agibile per tutta la lunghezza, ovvero circa 800 m,cioè l’intero percorso Rufina-Pescaia dell’Alessandri. Attualmente lepoche azioni di sfalcio, decespugliamento e pulizia vengono svolte daiproprietari degli orti confinanti, che confermano la necessità di unasistemazione dell’area.Il collegamento tra la gora e la Sieve, subito a valle della pescaia, èquindi possibile con un by-pass.Tale by-pass è costituito da un ruscello artificiale che ricrei le caratte-ristiche del corso d’acqua principale: fondo naturale lastricato di pie-

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

trame locale, alternanza di zone a corrente rapida con zone a correntelenta, piccoli salti realizzati con pietrame di dimensioni maggiori,sinuosità. Il superamento dell’intero dislivello è possibile con una seriedi successivi sbalzi adatti alle capacità natatorie dell’ittiofauna. Le caratteristiche tecniche ed idrauliche previste sono le seguenti:

– dislivello totale 3,0 m– lunghezza minima ruscello 60 m– larghezza 1,5-2 m– profondità 0,2-0,6 m– dislivello max. tra i salti 0,20 m– numero di salti 15– pendenza max. tra i singoli salti 1%– Portata regolabile (200-500 l/s)

Non vi sono problemi riguardo la portata d’acqua di alimentazione delby-pass, infatti giocando con la presa d’acqua della pescaia ed il “trop-po pieno “di scarico, che è visibile anche in foto, è possibile ottenerela portata desiderata senza prosciugare la parte restante del canale: sideve semplicemente stabilire quale sia la portata d’acqua da destinareal ruscello artificiale e quella per la gora. Per dosare e regolare con pre-cisione la portata da destinare al by-pass è opportuno porre una serie disaracinesche metalliche all’imbocco di quest’ultimo. Avendo più sara-cinesche è infatti possibile regolare la portata del by-pass lasciandoaperture tali che il pesce possa nuotarvi attraverso e passare a monte.Tale intervento comporta quindi la riqualificazione ambientale dell’a-rea ed una funzionalità didattica dell’opera stessa, è quindi di primariaimportanza la sua realizzazioneSi vedano nella pagina seguente le immagini della planimetria ed alcu-ni schematici dettagli progettuali.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

3. Torrente Argomenna

Dalle pendici di Monte Giovi e Poggio Cerrone confluiscono le acqueche formano il torrente Argomenna, che scorre incassato in una strettae amena valle per confluire nella Sieve nei pressi della Rufina.Il corso d’acqua ha un’accentuata conformazione steep and pool e nel

tratto medio si distingue per la particolare bellezza della valle, ove lavegetazione boschiva ha il sopravvento sulle zone coltivate.

Attualmente infatti la zona viene ampiamente sfruttata per scopi ricrea-tivi grazie ad una buona sentieristica che percorre la valle lungo il tor-rente. La vegetazione riparia è costituita essenzialmente da carpinonero e salice, mentre i boschi circostanti collinari sono costituiti dallelatifoglie del querceto termofilo : roverella, cerro ed altre specie tipi-che dei boschi collinari, utilizzate in prevalenza a ceduo. Il torrente risulta sbarrato circa 900m a monte della confluenza da unagrossa briglia che costituisce anche un guado, mentre altre cinque bri-glie di notevoli dimensioni sono state erette ancora più a monte, oltreil ponte per S. Maria in Acone.Non è stato possibile reperire dati riguardo alla portata di questo tor-rente; si è tuttavia osservato che la portata tende ad annullarsi nelperiodo che va da Agosto a Settembre soprattutto nel tratto finale difondo valle, ma da Ottobre a Luglio mai viene a mancare il deflussosuperficiale, mentre nel periodo delle piogge si verificano notevolipiene capaci di trasportare materiale lapideo costituito da ghiaia e ciot-tolame di medie dimensioni. Tale materiale costituisce un serio pro-blema poiché nell’ultimo tratto di fondo valle si deposita per la perdi-ta di capacità di trasporto dell’acqua a causa della diminuzione di velo-cità e, nel periodo estivo, le acque si perdono per infiltrazione nelsubalveo: questo comporta l’annullamento del deflusso superficiale.

Geomorfologia nei tratti interessati(Confluenza con la Sieve)

Depositi alluvionali del terrazzomediano: sabbie, ghiaie, ciottolami

Lunghezza asta fluviale 7.5 km

Area bacino 20.40 km2

Fattore di forma F=A/L2 (Horton) 0.362

Rapporto di allungamento 0.680

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Il risultato è che il tratto finale del torrente (100-200 m) rimane asciut-to o con pochissima acqua, rendendo impossibile la rimonta del pesce:questo problema riguarda anche altri corsi d’acqua minori della Val diSieve. Anche le sponde, prive di vegetazione arborea e sabbiose sonoconferma di una continua azione di deposito. Attualmente sono incorso dei piccoli interventi di ingegneria naturalistica per la manuten-zione delle sponde e dei versanti.La fauna ittica è caratterizzata dalla presenza di colonie di barbi, cave-dani, vaironi in tutti i tratti del torrente, sporadica è la presenza di trotefario a monte di S. Maria in Acone a causa di prelievi indiscriminati,ma non per le caratteristiche dell’ambiente fluviale che invece offretane e presenza di alimento. E’ presente anche il granchio di fiume, aconferma di una buona qualità delle acque.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Rilievo degli sbarramenti esistenti

Sbarramento A1Il primo sbarramento, A1, si trova circa 900m a monte della confluen-za con la Sieve ed è costituto da una traversa ad arco in filaretti di pie-tra alta circa 2,5m e di circa 30m di larghezza. Tale traversa costituisceun guado per una strada campestre che porta ad una casa colonica.

Sbarramenti A2 – A5Altri due sbarramenti (A2-A3) si trovano nelle vicinanze del Ponte diS. Maria in Acone, e sono costituiti da un primo gruppo di tre brigliein calcestruzzo che formano gorghi profondi, con acqua cristallina:sono strutture insuperabili per la fauna ittica, poiché alte circa 2m cia-scuna. Altre due briglie in calcestruzzo (A4-A5) si trovano ancora piùa monte.

Analisi delle priorità

Intervenire su questo torrente risulta un’impresa onerosa che non giu-stificherebbe il rapporto tra il numero ed il costo degli interventi e irisultati ottenibili. Il torrente infatti possiede troppi sbarramenti per untratto così breve di corso e occorrerebbero troppe strutture per pochichilometri di fiume: già sul primo sbarramento risulterebbe inutileintervenire con strutture per la risalita. Anche la ridotta quantità difauna ittica, a causa delle modeste dimensioni del corso d’acqua, nonrappresenta una valida motivazione per intervenire con la costruzionedi complicate opere di risalita: sarebbe meglio tutelare le comunità itti-che localizzate nelle singole zone con dei divieti di pesca piuttosto checostruire strutture. Non vi è quindi alcuna priorità di intervento sugli sbarramenti esisten-ti per la mancanza delle condizioni che ne giustifichino i costi .Potrebbe invece valere la pena intervenire sugli ultimi 200 metri del

torrente, nella zona della confluenza con la Sieve, ove per i problemiprima citati il torrente si infiltra nel materasso ghiaioso. Infatti nelperiodo della frega dalla Sieve molti cavedani e barbi tentano la rimon-ta, impedita da una lama d’acqua troppo sottile per potervi nuotare, allaricerca di acque più adatte alla riproduzione.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

La possibilità di rimontare l’Argomenna fino allo sbarramento A1 perun tratto di circa 900 m, anche se non è un fatto essenziale alla vita neifiumi, risulta comunque il ripristino di certe condizioni naturali perdu-te. La semplicità di questo intervento, anche se non fondamentale, nonè economicamente troppo impegnativa:

Si propone come intervento secondario.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Progetto di intervento sull’Argomenna

Come precedentemente affermato, intervenire su questo torrente non èun fatto prioritario, ma si propone comunque, in maniera descrittiva emolto generica, il tipo di intervento.Sarebbe opportuno risagomare l’alveo, mantenendo la stessa pendenzae tracciato, semplicemente rimovendo il materiale alluvionale deposi-tato, costituito essenzialmente da grossa ghiaia e ciottolami.Sostanzialmente l’intervento consiste in una prima fase di dragaggio,quindi una seconda fase di sistemazione. Infatti, per mantenere unacondizione di discontinuità di fondo con tane, buche, anfratti sarebbepoi necessario utilizzare massi ciclopici di dimensioni tali da non esse-re fluitati dalle acque della piena. Con tali massi si consoliderebbero lesponde ad alcuni tratti dell’alveo, così da ricostituire il torrente la dovesi è trasformato in un rigagnolo senza profondità. Si osservi in foto la zona di intervento.

Foto 4. confluenza Argomenna - Sieve

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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4. Torrente Uscioli

Il torrente Uscioli sorge dal Monte Giovi e segue un andamento sub-parallelo a quello dell’Argomenna. Il bacino non è molto vasto poiché non supera i 10 km2 e di conse-guenza il torrente non ha portate notevoli. Tuttavia anche durante ilperiodo estivo vi è un deflusso minimo capace di garantire la vita dellafauna acquatica, che in queste acque molto pure e ricche di alimentotrova un habitat ideale. Per questo motivo il torrente, anche se puòapparire a prima vista modesto per lo sfruttamento piscatorio, è adattoalla vita dei Salmonidi. Si trova infatti la trota fario in quantità , maanche altre specie come il gambero e il granchio di fiume.

L’ambiente naturale è di grande valore paesaggistico, poiché la valle,principalmente boscata, è quasi disabitata e offre uno scenario incan-tevole. I boschi sono costituiti prevalentemente da cedui di cerro eroverella a quote inferiori, mentre a quote maggiori vegeta il castagno.I coltivi si trovano essenzialmente nel fondo valle, dove vi è anche unmulino e un laghetto originato da uno sbarramento artificiale conacqua particolarmente limpida. La vallata è meta di escursionisti perl’abbondanza di sentieri che permettono di andare dalla Sieve sino allavetta del Monte Giovi.

Geomorfologia nei tratti interessati(Confluenza con la Sieve)

Depositi alluvionali del terrazzomediano: sabbie, ghiaie, ciottolami

Lunghezza asta fluviale 4.5 km

Area bacino 9.8 km2

Fattore di forma F=A/L2 (Horton) 0.483

Rapporto di allungamento 0.786

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Rilievo degli sbarramenti esistenti

Il torrente risulta sbarrato presso il “Mulino di Uscioli”circa 1,3 km amonte della confluenza con la Sieve.Da questo punto si biforca in due rami ampiamente sistemati; il ramodestro è sbarrato da una grande briglia che forma un invaso di cospi-cue dimensioni, particolarmente ricco di fauna ittica, mentre il ramosinistro da numerose briglie di dimensioni minori e da salti naturali. Ilramo sinistro si sviluppa maggiormente del destro, ma il grande nume-ro di ostacoli trasversali non offre possibilità di intervento, se non congrande ed ingiustificato impegno economico.Il tratto finale, alla confluenza con la Sieve, probabilmente era statoanticamente sistemato con un muro di pietra di accompagnamento,oggi interrato e leggermente spostato rispetto alla foce: ciò fa pensareche il torrente si immettesse nella Sieve con un certo impeto, e la man-canza di manutenzione ha causato l’accumularsi del deposito alluvio-nale. A differenza dell’Argomenna, soltanto gli ultimi 10-20 metri di corsosono interrati, dopo di che il torrente riprende il normale corso a steepand pool.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Analisi delle priorità

E’ evidente che le dimensioni ed il numero di ostacoli su cui interve-nire, e quindi i costi di intervento, sono eccessivamente alti per lepotenzialità del torrente, che nonostante offra un ambiente incontami-nato non possiede le caratteristiche per essere veramente di rilievo pernotevoli interventi. Per questo non si è proceduto alla minuziosadescrizione degli sbarramenti esistenti, ma si è passati direttamente aduna valutazione di intervento. Come nel caso dell’Argomenna, sareb-be interessante poter intervenire almeno sulla zona di confluenza conla Sieve, rimovendo e sistemando il materiale depositato, poiché per-mettendo il superamento di questo ostacolo si realizzerebbe una conti-nuità tra Sieve ed un tratto dell’Uscioli di circa 1,2 km. Tale tratto, purnon essendo eccessivamente lungo, costituisce un ottimo letto di fregaper le caratteristiche del profilo del fondo, e le acque fresche ed ossi-genate del piccolo torrente sono molto attraenti per la fauna ittica, chesi nota accumularsi alla confluenza durante la frega.

Si propone questo intervento come secondario

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Progetto di intervento sull’Uscioli

Come precedentemente affermato, intervenire su questo torrente non èun fatto prioritario, ma si propone comunque, in maniera sintetica, ilpossibile intervento. Tale intervento è del tutto simile a quellosull’Argomenna, con la sola differenza che il tratto interessato è note-volmente più corto, circa 20 - 25 metri lineari.L’operazione consisterebbe nel risagomare l’alveo, mantenendo lastessa pendenza e lo stesso tracciato, semplicemente rimovendo ilmateriale alluvionale depositato, ovvero dragare il tratto finale delcorso d’acqua. Per creare una situazione di tane, buche, diversificazio-ne del fondale sarebbe poi necessaria la messa in opera massi ciclopi-ci, o comunque tali da non essere fluitati durante la piena. Questo inter-vento inoltre renderebbe possibile il consolidamento di questa zona diconfluenza, che come tale è particolarmente instabile e delicata. L’intervento è molto semplice ed economico, e pur non considerato

come prioritario potrebbe dare buoni risultati facilitando enormemen-te la risalita dell’ittiofauna.

Foto 5. Confluenza Uscioli - Sieve

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

5. Torrente Moscia

Il torrente Moscia, insieme al torrente Comano, è uno dei più impor-tanti affluenti della Val di Sieve, poiché ha un bacino molto vasto, circa64 km2, e raccoglie le acque di numerosi corsi minori. Infatti sorge daimonti della Consuma a 1060 m.s.l. e scorre in una valle stretta e incas-sata fino all’abitato di Londa, ove raccoglie le acque del torrenteRincine. Da Londa a Contea, ove si getta nella Sieve, il Moscia scorrepraticamente in pianura e perde le caratteristiche tipiche del torrenteappenninico, che possedeva invece nel tratto a monte.

Il tratto che interessa il presente lavoro è costituito dall’asta Contea-Londa, poiché il Moscia in questa località risulta sbarrato da numero-se briglie di piccole dimensioni e infine da una di circa 8 metri, checostituisce un invaso di cospicue dimensioni, e risulta economicamen-te improponibile intervenire in tale situazione. Tuttavia si deve ricordare che il tratto a monte di Londa, fino alle sor-genti, costituisce un patrimonio storico-naturalistico notevole e lastretta valle che nasce dalla Consuma è uno dei panorami più sugge-stivi della Val di Sieve. Il tratto in questione è lungo circa 4 km ed è caratterizzato dall’alter-nanza di tratti a fondo fisso, lastricato di arenarie, a tratti dove è evi-dente il trasporto solido per l’accumularsi di ghiaia grossa e ciottola-mi; la zona di fondovalle è caratterizzata da uno scenario campestrementre i boschi si trovano in riva sinistra, in riva destra prevalgono ortie coltivi.L’andamento idrologico del Moscia è caratterizzato da piene frequentie regolari nei periodi piovosi, data la particolare orografia del bacino,e anche nel periodo estivo, in conseguenza a forti piogge anche di

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Geomorfologia nei tratti interessati(Tratto Londa-Contea)

Terrazzi alluvionali: ciottolamipoligenici in matrice sabbiosa

Lunghezza asta fluviale 14.2 km

Area bacino 63.5 km2

Fattore di forma F=A/L2 (Horton) 0.314

Rapporto di allungamento 0.634

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

breve durata, tendono a verificarsi piene improvvise. Tuttavia nelperiodo estivo il deflusso superficiale tende ad annullarsi, soprattuttonel tratto in prossimità della confluenza con la Sieve per infiltrazionenel letto, ma durante il periodo della frega, che va da Aprile fino aGiugno, non si verificano asciutte e lo confermano alcune misurazionidi portata effettuate dalla Provincia di Firenze, Ufficio Risorse Idriche:

Le portate sono misurate in litri/sec.

Le acque del Moscia offrono un habitat favorevole all’insediamento diCiprinidi reofili detti ”di monte” e Salmonidi adulti, e la grande poten-zialità idrobiologica del torrente è confermata dalla quantità di colonieche si possono osservare, soprattutto durante il periodo della frega:barbi, vaironi, scardole, cavedani , rovelle popolano tutto il corso, chesi presenta come un ottimo letto di frega nonché una grande risorsa perla riproduzione della fauna ittica. Purtroppo la recente costruzione diun grande sbarramento alla confluenza ha isolato completamente que-ste popolazioni da quelle della Sieve ed ha impedito alle popolazionidi questo fiume di migrare a monte a compiere i propri cicli vitali,come avveniva fino a pochi anni fa.

anno 1997 10 Aprile 14 Maggio 9 Giugno 10 Luglio543 873 642 226

anno 1998 23 Giugno 27 Agosto 26 Novembre238 6,5 477

anno 1999 1 Aprile 1 Luglio1091 266

anno 2000 18 Maggio 28 Giugno 6 Settembre297 76 41

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Rilievo degli sbarramenti esistenti

Il tratto in esame presenta tre sbarramenti che costituiscono un ostaco-lo insormontabile per la fauna ittica.

Sbarramento M1Il primo sbarramento è costituito da una traversa a scivolo in calce-struzzo, munita di una vasta soglia in pietrame, che funge anche dacontrobriglia. L’altezza della traversa è circa 1,80m , mentre quelladella controbriglia è circa 0,70 m. Lo stramazzo centrale è realizzatosu piccoli gradini (forse un tentativo di scala di risalita!) ma lo sbarra-mento è completamente tracimabile in caso di piena; la controbriglia èinvece costituita da una muratura di pietrame, e fa parte della soglia.Tale opera ha suscitato ormai da tempo le lamentele dei pescatori per-ché ha impedito la rimonta dei pesci dalla Sieve, con il seguente peg-gioramento del torrente ai fini della pesca dilettantistica. (Foto 6)

Sbarramento M2Il secondo sbarramento è costituito da una rampa in calcestruzzo checostituisce la soglia del ponte della ferrovia e si trova a Contea; talerampa essendo liscia non permette al pesce di trovare ostacoli dietrocui ripararsi durante la risalita e l’acqua acquista una velocità eccessi-va per la capacità natatoria degli animali. La lunghezza della rampa ècirca 10m, l’altezza superata circa 1m. Non è in buono stato poiché il trasporto di materiale solido ne ha dete-riorato il rivestimento cementizio ed ha scoperto l’armatura metallicacostituita da una rete elettrosaldata. (Foto 7)

Sbarramento M3Il terzo sbarramento è localizzato circa 1,5 km. a monte della con-fluenza, costituito da una traversa in muratura di pietrame, di forma unpo’ anomala rispetto ai canoni costruttivi poiché sormontata da unguado in calcestruzzo che permette l’attraversamento e porta in rivasinistra, presso una abitazione ed una centrale elettrica. Tale opera ètracimata per tutta la larghezza, non vi è una vera e propria cunetta, edil gorgo sottostante, essendo molto profondo, offre un habitat idealeper la fauna ittica che nel periodo della frega vi si ammassa vistosa-mente. L’altezza dello sbarramento è circa 2 metri, ma non è possibiledefinire con precisione il dislivello tra lo sfioro dell’acqua a monte ed

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

a valle perché non esiste un vero coronamento perfettamente in piano,ma vi sono rocce sporgenti. (Foto 8)

Infine, durante il corso si incontrano altri guadi, ma non sembranocostituire un ostacolo insuperabile per la rimonta del pesce.

Foto 6. sbarramento M1

Foto 7. sbarramento M2

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Analisi delle priorità

Date le alte potenzialità idrobiologiche del torrente sia per la qualitàdelle specie presenti, tra cui il barbo tiberino, oltre che per le quantitàpresenti in termini di biomassa (che si può osservare ad occhio nudonei giorni di acqua limpida) ed il rapporto lunghezza asta / numero disbarramenti, decisamente alto e quindi favorevole, si considera fonda-mentale la possibilità di superamento di tutti gli ostacoli presenti. Il torrente Moscia è sempre stato noto ai pescatori la redditività innumero e qualità delle catture, e gli interventi su questo torrente avreb-bero molta importanza sia ai fini ecologici che ai fini della pratica dellapesca sportiva. Si deve inoltre considerare che si realizzerebbe non soltanto una con-tinuità su 4 km del Moscia, bensì un tratto senza interruzioni dallaSieve fino all’abitato di Londa: una simile lunghezza comporterebbe lapossibilità di grandi spostamenti di fauna ittica e sicuramente la ridu-zione dei ripopolamenti artificiali che, nel Moscia, sono stati sempreabbondanti.

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Foto 8. sbarramento M3

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Il Moscia infatti possiede tutte le caratteristiche per essere un ottimoletto di frega, e renderlo “percorribile”può voler dire svilupparne lepotenzialità idrobiologiche.

Si propone come primario l’intervento sui tre sbarramenti

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Progetti di intervento sul Moscia

Intervento su M1

Per il superamento di questo sbarramento si propone una doppia pos-sibilità di intervento:

La prima proposta consiste nella realizzazione di una struttura del tipo“a bacini successivi”ed una modifica da apportare alla controbriglia inpietrame. Infatti il superamento della controbriglia è possibile tramiteun intaglio che vada a formare una piccola rampa, anziché avere unsalto. Tale salto, a meno che non si verifichino situazioni di acque alte,è infatti insuperabile per l’ittiofauna. Se invece si avesse una piccolarampa il pesce potrebbe arrivare fino allo sbarramento vero e proprio,ove realizzare la scala a bacini successivi dimensionata sulla portatatotale effluente dallo stramazzo centrale. In caso di piena e quindi ditracimazione totale dello sbarramento la scala verrebbe sommersa,senza comportare sostanziali cambiamenti al deflusso dell’acqua.L’entrata dell’acqua a monte dovrebbe essere protetta da appositideflettori, per evitare che il trasporto solido possa riempire di materia-li tutta la struttura, oppure danneggiarla. Tale intervento è di facile rea-lizzazione e di dimensioni ridotte, quindi anche i costi si prevedonomodesti. Per un minore impatto ambientale, l’opera potrebbe essererivestita con conci di pietra, rinvenuta in loco.

La seconda proposta è costituita dalla messa in opera di una rampa inpietrame che dal Moscia si colleghi direttamente alla Sieve superandoil salto della briglia e della controbriglia. La rampa dovrebbe essererealizzata in riva destra, occupando solo parzialmente la sezione tra-sversale della briglia, in modo da immettersi nella Sieve il più possibi-le a monte della zona di confluenza. La pendenza massima ottenibileperché un pesce possa risalire è circa del 10%, quindi per il dimensio-namento ci si dovrebbe attenere intorno a questo valore. Tale soluzio-ne forse è da ritenersi più onerosa della prima, date le dimensioni chedovrebbe avere la rampa per superare in tutta la lunghezza la plateaesistente, ma sarebbe preferibile per le minori spese di manutenzione,per l’aspetto estetico e perché, ai fini idrobiologici, si otterrebbe unamigliore integrazione nell’ambiente acquatico presente: una rampa,

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imitando il corso naturale del torrente, non suscita diffidenza negli ani-mali che rimontano con minori difficoltà.Si osservino, in via schematica, le due possibili soluzioni:

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

1ª tipologia:"bacini successivi"

Sieve

Moscia

Controbriglia ascogliera

Modificaalla rampa

Traversa ascivolo

2ª tipologia:"rampa in pietrame"

Sieve

Moscia

Controbriglia ascogliera

Traversa ascivolo

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Intervento su M2

L’intervento previsto per il superamento di questo ostacolo si presentamolto semplice in quanto comporta soltanto una piccola modifica allastruttura esistente. La rampa attualmente presenta una eccessiva pen-denza ed una mancanza di scabrezza o di anfratti perché un pescepossa risalirla, inoltre è molto deteriorata. In occasione di restauripotrebbe essere leggermente migliorata e resa funzionale ai fini dellarimonta del pesce.Tale modifica consiste fondamentalmente nell’allungamento dellarampa di alcuni metri, infatti cambiando il rapporto tra l’altezza del-l’ostacolo e la lunghezza della rampa si ottiene una automatica dimi-nuzione della pendenza. Sarebbe necessario allungare la rampa di circa4-5 m e creare una zona con almeno 1m. di profondità a valle, che per-metta al pesce lo slancio per la risalita. Inoltre, per offrire al pesce lapossibilità di sostare o di sfruttare turbolenze favorevoli al nuoto, èfondamentale l’apposizione di pietre bloccate nel calcestruzzo, chesvolgono ovviamente il compito di aumento della scabrezza.L’efficacia di questo tipo di strutture è validissima in questi piccolicorsi d’acqua, ove la variabilità del regime idraulico è tanto alta chenon è facile stabilire la portata da assegnare ad un passaggio più com-plesso. L’intervento inoltre è di estrema semplicità realizzativa ancheperché la zona è facilmente accessibile ai mezzi meccanici.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Vecchioprofilo

Rampa in pietrame

Nuovoprofilo

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Intervento su M3

Per il superamento di questo sbarramento si presentano due possibilità,entrambe valide, ma di tipologia differente:

La prima consiste in una piccola struttura di risalita del tipo “a bacinisuccessivi”, dimensionata su una portata di circa 40-50 l/s, da realizza-re in riva destra, in appoggio alla sponda a ridosso della sede stradale.La scelta di una struttura di ridotte dimensioni è dovuta alla mancanzadi spazio, inoltre dovendo sfruttare l’area offerta da un piccolo gorgopuò bastare una struttura con modesta portata come invito alla risalita,il pesce non dovrebbe avere alcun problema a localizzarne l’entrata.Tale struttura comporta alcune operazioni importanti come il preventi-vo taglio della vegetazione infestante cresciuta sulla sponda, chepotrebbe anche aver bisogno di essere rinforzata, inoltre la scala deveessere ben fondata per resistere alle piene che in questo torrente sonomolto frequenti. La struttura potrebbe essere realizzata in calcestruzzoarmato, così da diminuire gli spessori della muratura e quindi ridurrel’ingombro, dato che si trova in un ambiente ristretto. L’ubicazionemigliore risulta in riva destra poiché maggiormente protetta dal flussodella corrente principale e perché c’è più disponibilità di spazio, datal’asimmetria del gorgo stesso. Il dislivello di circa 1,80 m è superabi-le con 6 bacini scalati di 0,3 m, a base rettangolare di metri 1,10 x 0,80.Il collegamento tra i bacini è costituito da una fenditura laterale checostituisce una bocca a stramazzo parzialmente rigurgitata.

La seconda soluzione consiste in una rampa in pietrame, da potersilocalizzare indipendentemente in riva destra o sinistra, purché realiz-zata con pendenza 1:10 e massi disposti a creare situazioni di rapida.Tale soluzione, anche se le dimensioni della struttura sono notevoli(altezza da superare 2m, lunghezza circa 20 m), è preferibile per ilminor impatto ambientale, la minore manutenzione e la miglior inte-grazione con lo sbarramento esistente. Inoltre, sviluppandosi in lun-ghezza su un tratto di torrente privo di curve e cambi di direzione, damaggiori garanzie di robustezza e resistenza all’usura rispetto all’altrasoluzione, soprattutto in presenza di piene con forte trasporto di mate-riale solido (ghiaie e ciottolami) oppure tronchi e altre parti vegetali.Come per lo sbarramento M2, occorre poi ricordare che in presenza dilivelli d’acqua molto variabili anche da un giorno all’altro, ad esempio

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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per una forte pioggia, è meglio avere una struttura “autoregolante” chepossa funzionare con forti oscillazioni di portata. Ovviamente la presa d’acqua (entrata a monte) deve essere disposta inmodo che durante il periodo di magra tutta la portata passi dalla rampa,invece che stramazzare dalla briglia.Nell’immagine è schematizzata in planimetria quest’ultima soluzione.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Briglia inpietrame e guado

in calcestruzzo

Moscia

Rampa inpietrame conpendenza 1:10

Contea

Londa

Planimetria intervento su M3:rampa in pietrame in riva destra

10 m.

vasca di riposo

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6. Comano

Con un bacino di circa 90 km2 il torrente Comano, o S. Godenzo, è ilpiù importante affluente della Sieve ed è noto per le acque limpide epescose alla maggior parte degli appassionati. Sorge, come l’Arno, da monte Falterona a quota 1330 m.s.l., nel Parcodelle Foreste Casentinesi, e compie un percorso che si può dividere indue sezioni di bacino: una tipicamente montana, ricca di cascate, cheva dalle sorgenti fino poco a valle dell’abitato di S. Godenzo, unsecondo tratto dove le più dolci caratteristiche collinari e di pianuraprendono il posto delle prime, assai più selvagge.

La parte più alta del bacino è caratterizzata da castagneti da frutto eboschi cedui di castagno, come confermano i toponimi: Castagnod’Andrea, Castagneto di S. Godenzo. Il torrente scorre impetuoso, for-mando anche cascate notevoli che sono inoltre un’attrazione turistica(Cascata della Pretella), scendendo verso valle invece cambiano lecaratteristiche del corso d’acqua che si apre in grandi “buche”, spiana-te, correnti che offrono un ambiente ideale per la pesca sportiva. Varia anche l’ambiente acquatico che, mentre nel tratto montano offreun habitat adatto alla vita dei Salmonidi, nel tratto a valle si sviluppahabitat adatti alla vita di Ciprinidi reofili, e nel tratto più basso, ovecomunque prevalgono barbi e cavedani, vi sono anche alcuni rappre-sentati dei Ciprinidi limnofili.Il torrente Comano, per la vastità del bacino, prevalentemente monta-no, ha un andamento idrometrico caratterizzato da un regime con gros-se e frequenti piene nel periodo autunno-primavera ed una portata sod-disfacente nel periodo estivo.

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Geomorfologia nei tratti interessati(tratto Borghetto - confluenza Sieve)

Terrazzi alluvionali, prevalenza diciottolami poligenici

Lunghezza asta fluviale 21 km

Area bacino 89.7 km2

Fattore di forma F=A/L2 (Horton) 0.203

Rapporto di allungamento 0.509

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A riguardo si riportano alcuni dati rilevati dalla Provincia di Firenze -Ufficio Risorse Idriche, che anche se non costituiscono una vera seriestorica forniscono valori piuttosto indicativi:

Le portate sono misurate in litri/sec.

Tali dati dimostrano che l’acqua non viene mai a mancare e si osservaun deflusso superficiale, seppur modesto, anche nelle stagioni più sec-che. Anche le nostre osservazioni ripetute durante l’anno hanno conferma-to l’abbondanza di acqua di questo torrente. Tuttavia è stato osservato,dagli abitanti del luogo, un generale impoverimento del corso d’acqua,probabilmente generato da eccessivi prelieviCome per il torrente Moscia, il torrente Comano risulta “biologica-mente” isolato dalla Sieve per la costruzione di uno sbarramento postoalla confluenza con quest’ultima, che impedisce gli spostamenti dellafauna ittica tra i due corsi d’acqua. Tutto il corso del Comano è stato ampiamente sistemato , nel trattobasso si contano 3 briglie, altre 2 nel tratto medio, sempre in comunedi Dicomano e circa altri 15 sbarramenti, tra naturali ed artificiali, neltratto più montano, in comune di S. Godenzo.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

anno 1997 10 Aprile 14 Maggio 9 Giugno 10 Luglio1047 1416 1115 407

anno 1998 23 Giugno 27 Agosto 26 Novembre365 30 850

anno 1999 1 Aprile 1 Luglio2715 524

anno 2000 18 Maggio 28 Giugno 6 Settembre500 105 105

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Rilievi degli sbarramenti esistenti

Il rilievo non è stato eseguito su tutto il corso del torrente poiché, datoil numero di sbarramenti, è risultato subito chiaro che non sarebbe eco-nomicamente possibile prevedere interventi su tutti, per cui ci si è limi-tati al tratto basso . Il tratto medio, ovvero la zona del torrente passan-te per i confini comunali di Dicomano e S. Godenzo, offre interessan-ti possibilità di miglioramento, ma attualmente la zona più bisognosadi interventi è senz’altro quella della confluenza con la Sieve.

Sbarramento C1Il primo sbarramento è costituito dalla briglia realizzata presso la con-fluenza con la Sieve, costruita nel 1982. La traversa, realizzata in cal-cestruzzo, è caratterizzata da una cunetta a corda blanda e da una pla-tea in pietrame ormai deteriorata. Misura un’altezza di circa 2,3 m eduna larghezza di 24 m, è inoltre dotata di muri d’ala, gabbioni e plateae costituisce il primo ostacolo per la rimonta dalla Sieve. (Foto 9)

Sbarramento C2Il secondo sbarramento è costituito dalla traversa sotto il ponte nuovo,nell’abitato di Dicomano. E’una traversa a scarpa in calcestruzzo, checon due sbalzi misura complessivamente 2,0 m di altezza. Il corona-mento funge da soglia a protezione delle fondazioni del ponte ed èlargo circa 10 m. Vi sono muri di accompagnamento e d’ala a sostegnodella strada. Il gorgo che si forma a valle è ricchissimo di fauna itticache raggiunge anche notevoli dimensioni, tanto da risultare un’attratti-va per chi si affaccia dal ponte. (Foto 10)

Sbarramento C3Il terzo sbarramento si trova in località Le Chiavellaie, circa 1 km amonte di Dicomano , al di sopra del tratto più urbanizzato del torren-te. Tale traversa, detta “del Tirinnanzi”, è corredata di una saracinescae di una gora che porta l’acqua ad un mulino in Dicomano, misuraun’altezza di 4,5 metri ed il paramento è inclinato a valle. Questa tra-versa, essendo molto imponente, costituisce un serio problema persoluzioni di intervento economicamente possibili, e quindi al prose-guimento dei rilievi. (Foto 11)

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Foto 10. sbarramento C2

Foto 9. sbarramento C1 (Si noti un pesce in tentativo di risalita!)

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Analisi delle priorità

La possibilità che la fauna ittica possa spostarsi tra il Comano e laSieve è da considerarsi un fatto di primaria importanza, come detto per il torrente Moscia, ma il numero elevato di briglie rende chiaroquanto sia dispendioso un intervento su un lungo tratto di questo corsod’acqua. Il bacino risulta ampiamente sistemato, ed è un emblematico caso ovegli interessi ecologici ed ambientali si trovano in forte contrasto conuna realtà che rende impossibile un intervento totale, su ampia scala.Un impedimento notevole risulta la traversa del Tirinnanzi che è moltoalta, difficilmente accessibile ai mezzi meccanici e sulla quale l’inter-vento di costruzione di una struttura per la rimonta risulterebbe moltoimpegnativo. Per questo motivo, anche se un intervento su questi tre sbarramentisarebbe ottimale da un punto di vista ecologico e biologico, sarebbealtrettanto gravoso dal punto di vista economico.

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Foto 11. sbarramento C3

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In conseguenza di questa considerazione altri due sbarramenti che sitrovano più a monte, prima del confine comunale con S.Godenzo, nonsono stati rilevati. Infatti è fondamentale ponderare bene sia le neces-sità di pianificazione degli interventi, sia le reali possibilità economi-che che ne permettano poi la realizzazione. Questo non vuol dire chenon si ottengano lo stesso risultati positivi, anche piccoli tratti “rac-cordati” possono essere preziosi letti di frega, riconquistati in seguitoalla costruzione degli sbarramenti.

Risulta quindi di prima priorità intervenire sui due sbar-ramenti C1 e C2 realizzando un tratto in continuità con la Sieve dicirca 1,1 km. Questa lunghezza risulta un buon letto di frega per le spe-cie presenti, costituite soprattutto da Ciprinidi reofili: barbi, vaironi erovelle, oltre che per i cavedani che hanno una certa propensione allarimonta in acque fresche ed ossigenate. Inoltre anche per specie aminore mobilità, come il ghiozzo dell’Arno (Padogobius nigricans)necessitano di questo tipo di ecosistema .

L’intervento sullo sbarramento C3 è secondario, mentre siescludono interventi sugli sbarramenti ancora più amonte.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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Progetti di intervento sul Comano

Intervento su C1

L’intervento su questo sbarramento è stato il primo progettato . Infatti,in occasione del restauro di questa briglia, si è verificato un fatto moltointeressante che si potrebbe tradurre in una prima applicazione concre-ta al presente lavoro. Infatti in occasione di alcuni lavori su opereidrauliche, la Comunità Montana del Mugello ha deciso di restaurareproprio questa traversa, posta in una zona di forte interesse per larimonta di fauna ittica. Alla proposta di realizzare una scala di risalita,la Comunità Montana si è dichiarata interessata e disponibile di cari-carsi dell’onere della costruzione sempre che il preventivo fosse mode-sto. Per questo motivo, è stata progettata una struttura del tipo “a baci-ni successivi”. Parte del progetto consegnato alla Comunità Montanadel Mugello è di seguito riportata:

… Per il superamento di tale dislivello si prevede di perdere 0,20m di quota realizzando un intaglio sul coronamento che facciaanche da invito e presa d’acqua, quindi di superare i restanti2,10 m con 7 bacini scalati di 0,30 m ciascuno.La scala consiste in una struttura muraria complessa, compostadi tre muri principali capaci di creare un condotto in cui vengo-no inserite a “ghigliottina”delle paratoie in lamiera zincataestraibili. Queste servono a delimitare dei bacini comunicanti incui l’acqua perde notevolmente energia cinetica così che il pesceha la possibilità di nuotare contro corrente passando da un baci-no all’altro.Il manufatto è realizzato in pietrame e malta cementizia, comela platea sulla quale si appoggia; l’utilizzo della pietra è di gra-devole aspetto estetico e conforme alle Direttive della RegioneToscana approvate con Deliberazione C.R. n.155 del 20 Maggio1997. Inoltre, la scelta è dovuta ad una maggiore facilità di inse-rimento dell’opera all’interno del progetto già esistente. I bacinimisurano 1,25m di lunghezza e 0,90 m di larghezza; la profon-dità max. sulla paratoia a valle è 1,0m mentre su quella a monte0,70 m . La pendenza del fondo del condotto è quindi del 24%.L’entrata per i pesci è stata localizzata in modo da poter attira-re sia i pesci che si ammassano sotto lo sbarramento, che quel-li provenienti direttamente dalla Sieve. Si è inoltre osservatauna forte presenza di pesce in questa zona del gorgo, come sinota in foto.

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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Le paratoie, realizzate in lamiera zincata di spessore 5 mm,pesano circa 50kg ciascuna, sono dotate di manici per essereestratte dopo i periodi di migrazione del pesce, così da facilitarele operazioni di manutenzione e ripulitura della scala. Per facili-tare l’inserimento delle paratoie si dovranno fissare delle guidemetalliche nella muratura. Il periodo di utilizzazione della scalaè compreso tra Aprile e Giugno.

Caratteristiche idrauliche della strutturaLa struttura è dimensionata per utilizzare una portata di 50-60l/s (ottimale 55 l/s), che nel periodo di funzionamento della scalaè soltanto una percentuale della portata totale del torrente. Taleportata viene captata con un invito realizzato intagliando in tuttala sua altezza il coronamento e passa in bacini di volume legger-mente inferiore al metro cubo. Le paratoie permettono il passag-gio di questa portata ripartendola in una bocca a battente total-mente rigurgitata ed una a stramazzo parzialmente rigurgitata.Per un miglior chiarimento si veda il dettaglio in figura.

La bocca a battente è costituita da un orifizio di sezione Ω = cm8x8 e permette una portata di circa 11 l/s, calcolata con la for-mula:

Q = µ.Ω. (2gh)1/2

h = 0.30 m, Ω = 0.08x0.08 m2, µ = 0.6

dove h è il carico idraulico, ovvero la differenza di quota tra duepeli d’acqua.

La bocca a stramazzo è costituita da una fenditura di cm 50x10di cui 10x10 cm di margine asciutto (con portata = 55 l/s) ed irestanti 40 x10 cm così ripartiti:

Stramazzo libero cm 30 x10 (Ω1); stramazzo rigurgitato cm 10x 10 (Ω2), portata totale calcolata con la formula :

Q = µ . (Ω2) . (2gh)1/2 + 2/3 µ . (Ω1) . (2gh)1/2

Q = 43 l/s

Portata totale scala = 11 + 43 = 54 l/s

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

invito nel coronamento

Planimetria

Passaggio a bacinisuccessivi

Sieve

Controbriglia

gorgo

Briglia

Comano

5 m.

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Intervento su C2

Perché abbia senso intervenire su C1, è necessario sicuramente inter-venire anche su C2, offrendo al pesce la possibilità di rimonta fino aC3, per un tratto di circa 1,1 Km. La soluzione che si propone per questo sbarramento è ancora una voltaun passaggio a bacini successivi, da realizzare in riva sinistra appog-giato al muro di accompagnamento in filaretti di pietra, con il quale sipuò integrare utilizzando gli stessi materiali costruttivi. Infatti taleopera, essendo localizzata in”mezzo” al paese, in punto dove può risul-tare anche un’attrazione per chi si affaccia dal ponte, deve essere par-ticolarmente curata negli aspetti estetici e deve integrarsi perfettamen-te con le opere già esistenti in alveo. Per questo motivo le paratoie deli-mitanti i singoli bacini possono particolarmente curate, realizzate inlegno adeguatamente trattato, ed inserite su guide in modo da poteressere rimosse per le operazioni di manutenzione.Il dimensionamento idraulico è uguale a quello dell’opera precedente,poiché trovandosi poche centinaia di metri a monte non cambianosostanzialmente le caratteristiche idrauliche del fiume: la struttura èsempre dimensionata su una portata di 50-60 l/s, con bacini comuni-canti tramite orifizio sul fondo e fenditura laterale. Sono sufficienti 6bacini per consentire al pesce il superamento dell’ostacolo.Cambia la geometria della struttura rispetto alla precedente, poichéinvece di fare una inversione di direzione, come la precedente proget-tata su C1, si distende lungo il muro, anche in conseguenza del fattoche non vi sono problemi di spazio. Questo può comportare che l’entrata per il pesce a valle non sia loca-lizzata esattamente sotto lo sbarramento, bensì lateralmente ad esso.L’ultimo bacino a valle infatti, costituendo l’entrata del pesce nellastruttura di risalita, è posto comunque in modo da essere particolar-mente attrattivo, poichè è lievemente direzionato verso il centro delgorgo, in modo che il deflusso sia percepibile dal pesce anche relati-vamente distante. Eventualmente la struttura può essere ottimizzata con una entrata ausi-liaria, localizzata più vicina allo sbarramento, aumentando le vie diingresso.Il primo bacino a monte è previsto in appoggio allo scivolo, ed è ali-mentato dall’acqua che passa in un intaglio da realizzare sul corona-mento, ovviamente dimensionato sulla portata prevista.

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Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

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Il muro di appoggio in riva sinistra, essendo percorribile, se dotato diparapetto potrebbe essere utilizzato per visitare la struttura, ed ècomunque un comodo accesso per le operazioni di manutenzione.Si veda nella tavola la planimetria del progetto:

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE

Coronamento

Rampa

Pozzetto

Pontestradale

Comano

Passaggio abacini successivi

Invito sulcoronamento

Muro in filaretti

di pietra

5 m.

Intervento su C2:passaggio a

bacini successivi

entrata a valle

materialidi deposito

scalette

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Parte Quarta

Conclusioni

1. Osservazioni conclusive

2. Tabella riassuntiva degli interventi

3. Alcune immagini dall’Estero

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Parte Quarta: CONCLUSIONI

1. Osservazioni conclusive

La progettazione di un passaggio per pesci richiede che siano rispetta-te prescrizioni ed indirizzi interdisciplinari complessi, che spesso sonopreferibili affrontare in gruppo, in stretta unione tra il progettista idrau-lico e l’idrobiologo, all’interno di una ampia serie di valutazioni.La sottovalutazione di aspetti tecnici può comportare il rischio di inef-ficacia parziale o totale, con il rischio di una perdita di credibilità nel-l’effettivo funzionamento delle strutture di risalita, soprattutto nel casodelle Pubbliche Amministrazioni, che spesso hanno a disposizionefondi limitati e sono costrette a fare delle scelte dettate da esigenze difunzionalità. Il non funzionamento di una può infatti portarel’Amministrazione a ripiegare su altri tipi di intervento, più semplici edi immediata risposta (ripopolamenti) accantonando una realtà ormaiindispensabile per le acque interne.Anche l’eccessiva “coscienza ambientalista”, spesso fondata su senti-mento piuttosto che su conoscenze scientifiche, può essere rischiosaperché può portare a collocare interventi la dove, per situazioni estre-me come carenza di ittiofauna capace di riprodursi o eccessivo nume-ro di sbarramenti, si verificherà sicuramente il fallimento.Si tenga sempre presente che un passaggio per pesci costituisce un’o-pera unica, adatta a risolvere esigenze specifiche e particolari, e che inun’altra situazione lo stesso potrebbe non avere la stessa efficacia.Inoltre la conoscenza ed il miglioramento spesso avvengono nel corsodella stessa progettazione, se non durante la gestione, per cui può acca-dere che un’opera venga ottimizzata nel corso del tempo, in base ad unattento monitoraggio del suo funzionamento. Non è detto quindi cheuna struttura appena realizzata, se non utilizzata inizialmente dallafauna ittica, sia sicuramente una delusione: possono bastare pochemodifiche, come le caratteristiche di attrazione del getto a valle, che ilpassaggio risulti invitante per i pesci. Infine, si ricordi che in assenza di un organismo deputato all’indirizzoe controllo in materia di passaggi per pesci, aumenta la responsabilitàdel progettista e del committente, che dovranno prevedere gli inter-venti di collaudo per verificarne il funzionamento. Le operazioni dicollaudo si basano sulla marcatura incruenta di pesci rilasciati subito avalle della struttura e nella cattura degli stessi a monte; il sistema dicattura più semplice ed economico prevede l’utilizzo di nasse posizio-nate all’uscita dell’impianto di risalita, operato da esperti del settore.

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Parte Quarta: CONCLUSIONI

2. Tabella riassuntiva delle sistemazioni previste

Per restaurare la circolazione longitudinale e gli scambi nei corsi d’ac-qua della Val di Sieve, spingendosi fino al primo sbarramento in loca-lità Vicchio, è necessaria la realizzazione dei seguenti interventi:

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Confluenza con laSieve – Uscioli

Sistemazione alveo(25 m)

Confluenza Sieve - U11,5

Tratto finale alPonte di Acone –

Argo-menna

Sistemazione alveo(200 m)

Confluenza Sieve - A10,9

Pescaia di“del Tirinnanzi” C3 Comano

Passaggio a bacinisuccessivi –

Interventi di2ª priorità » » » »

TOTALE CONTINUITÀ FLUVIALE OTTENIBILE CIRCA 36 km

Interventi di1ª priorità:

ostacoli superabiliSigla Corso

d’acquaTipo di intervento

propostoContinuità fluviale

ottenibile (km)

Traversa al PonteNuovo C2 Comano

Passaggio a bacinisuccessivi

M1-M2M2-M3 4M3-Londa

Traversa allaconfluenza Sieve C1 Comano

Passaggio a bacinisuccessivi

Traversa a “guado” M3 Moscia Rampa in pietrame

Soglia sotto il pontedella ferrovia M2 Moscia Rampa in pietrame

Traversa allaconfluenza Sieve M1 Moscia Rampa in pietrame

Pescaiadell’Alessandri S3 Sieve

By-pass(ruscello artificiale) S3-Vicchio 19

Pescaia di Marino S2 SievePassaggio a bacinisuccessivi S2-S3 Rufina 4

PescaiaS. Francesco S1 Sieve Passaggio Denil

Confluenza Arno-Sievefino a S2 7

C1 fino a C3 1,1

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Parte Quarta: CONCLUSIONI

Alcune immagini dall’Estero

Nelle pagine successive seguono illustrazioni di passaggi per pesci rea-lizzati fuori dall’Italia in epoche diverse.

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Parte Quarta: CONCLUSIONI

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Doppia scala Denil per trote di mare con dispositivo elettronico conta pesci, progettata daFishway Engineering 20 anni fa e tuttora in ottime condizioni, East Sussex (Inghilterra).

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Parte Quarta: CONCLUSIONI

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La Garonne: centrale idroelettrica di “Bazacle”, Tolosa (Francia). Passaggio a fenditurelaterali per cheppie, anguille, lamprede, trote di mare, salmone atlantico. Il passaggio èdotato di centro didattico ed è visitabile.

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Parte Quarta: CONCLUSIONI

BY-PASS artificiale per Salmonidi realizzato in una riserva naturale (foto M. Ferri), LandSassonia (Germania)

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Antica immagine di un passaggio a bacini successivi probabilmente risalente ai primidel Novecento, tratto da G. Guenaux, Piscicolture - 1910

Parte Quarta: CONCLUSIONI

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