Le Riforme Economiche

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L’età delle riforme 1979-2011 La transizione della Repubblica Popolare Cinese da un’economia pianificata alla cosiddetta “economia socialista di mercato” inizia alla fine del 1978, con la demaoizzazione che ha progressivamente ridisegnato la traiettoria di sviluppo precedentemente adottata. La strategia di sviluppo riformista si è basata sui seguenti elementi qualificanti: Apertura verso l’estero e crescente internazionalizzazione Valorizzazione delle specificità geografiche e socio-culturali regionali Progressiva liberalizzazione economica non accompagnata da aperture rilevanti in ambito politico Il processo di riforma non è stato lineare, ma si è articolato in varie fasi, con momenti di difficoltà e rallentamento soprattutto nel primo decennio.

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Riforme Economiche

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L’età delle riforme 1979-2011

La transizione della Repubblica Popolare Cinese da un’economia pianificata alla cosiddetta “economia socialista di mercato” inizia alla fine del 1978, con la demaoizzazione che ha progressivamente ridisegnato la traiettoria di sviluppo precedentemente adottata.

La strategia di sviluppo riformista si è basata sui seguenti elementi qualificanti:

• Apertura verso l’estero e crescente internazionalizzazione • Valorizzazione delle specificità geografiche e socio-culturali regionali • Progressiva liberalizzazione economica non accompagnata da

aperture rilevanti in ambito politico

Il processo di riforma non è stato lineare, ma si è articolato in varie fasi, con momenti di difficoltà e rallentamento soprattutto nel primo decennio.

L’ascesa della Cina: un inquadramento storico

La Cina alla vigilia delle riforme: gli anni Settanta

Negli anni Settanta l’economia cinese era sostanzialmente stagnante, la produttività industriale e agricola bassa, le tecnologie obsolete, il tasso di analfabetismo era del 28% e il sistema di istruzione e ricerca risentiva ancora dei danni subiti durante la Rivoluzione Culturale. Il consenso nei confronti del PCC era debole.

Dopo la morte di Mao Zedong nel 1976, si consuma uno scontro interno alla dirigenza fra fautori del modello maoista (Hua Guofeng) e i dirigenti pragmatici che si riconoscono nella figura di Deng Xiaoping. Solo alla fine del 1978 la proposta di riforma di Deng Xiaoping viene approvata dal nucleo dirigente.

Con l’obiettivo delle Quattro modernizzazioni (agricoltura, industria, difesa, istruzione) viene adottato un approccio “pragmatico, in cui lo sviluppo economico diventa una priorità rispetto alla lotta di classe.

Nella fase iniziale le riforme economiche denghiste si ispirano in parte a politiche già sperimentate in Cina negli anni Sessanta in parte al modello di sviluppo dei “dragoni asiatici”. Fin dall’inizio della riforma viene ribadita la centralità del ruolo politico del PCC.

L’ascesa della Cina: un inquadramento storico

Il processo di riforma: i momenti principali

Negli anni Ottanta del XX secolo il processo riformista si articola in due momenti principali:

1978-1979 Le riforme rurali e la riorganizzazione del lavoro agricolo: il sistema di responsabilità

familiare, la promozione della specializzazione produttiva e dei mercati rurali, lo sviluppo di un’industria rurale sulla base di esperienze già avviate in epoca maoista

L’apertura agli investimenti esteri: l’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES)L’attenzione alla “legalità socialista”: la riabilitazione degli strumenti giuridici di governo

dell’economia e della societàLa politica di pianificazione delle nascite

1984 - 1985La riforma del settore urbano e industriale: l’introduzione del principio di responsabilità

gestionale e autonomia del management, dei meccanismi di mercato per la determinazione dei prezzi e la graduale riforma del lavoro

L’estensione e la moltiplicazione delle ZES La riorganizzazione del sistema educativo e di ricerca scientifica in senso elitario

L’ascesa della Cina: un inquadramento storico

Problemi e resistenze negli anni Ottanta

Le riforme sono oggetto di conflitto all’interno della classe dirigente del PCC, fra settori più conservatori timorosi della perdita di controllo del partito sull’economia e la società cinese e settori più favorevoli ad un’ accelerazione della riforma dell’economia (1986,1989).

I conflitti sono anche il segno di una transizione generazionale e culturale della classe dirigente.

I conflitti interni alla classe dirigente trovano alimento anche nelle tensioni sociali innestate nella società urbana in particolare dalle riforme nell’ambito del lavoro e nell’ambito del settore educativo; l’inflazione crescente aggrava le tensioni nelle aree urbane.

Alla fine degli anni Ottanta, la strategia riformista sembra essere messa in crisi e congelata dagli eventi di piazza Tian’anmen (1989) e dal conseguente raffreddamento internazionale nei confronti della Cina.

L’ascesa della Cina: un inquadramento storico

Il processo di riforma: i momenti principali

Gli anni Novanta: il socialismo di mercato

Le riforme economiche riprendono all’inizio degli anni Novanta con rinnovato vigore. Il punto di svolta è rappresentato dal XIV Congresso del PCC in cui viene adottato ufficialmente il “socialismo di mercato”.

La crescita economica cinese negli anni Novanta si accelera (fino al 13% annuo) grazie allo sviluppo del settore “non pubblico” (imprese private, joint-ventures, WFOE) e al traino degli investimenti stranieri, in particolare nelle province orientali.

Il processo di internazionalizzazione culmina nel 2001 con l’ingresso della Cina nel WTO, con significative implicazioni giuridiche ed economiche, ma anche politico-sociali.

Tale processo incide in modo significativo anche sulla società e la cultura, soprattutto nelle aree urbane. Il miglioramento delle condizioni materiali per una fetta consistente di popolazione nelle metropoli e nelle città e l’allentamento del controllo del PCC sulla società e la produzione culturale favoriscono l’emergere di una nuova cultura urbana, orientata verso il consumo e sensibile alle tendenze “globali”:

L’ascesa della Cina: un inquadramento storico

I problemi delle riforme negli anni Novanta

Il rapido sviluppo economico lascia irrisolti e in alcuni casi aggrava una serie di problemi: • le conseguenze sociali e occupazionali della riforma delle imprese di Stato • I problemi del sistema bancario e dello sviluppo di un mercato di capitali• Il rallentamento dello sviluppo delle campagne e il problema della disoccupazione rurale• Le disparità regionali e l’aumento della conflittualità economica fra centro e periferia e

interprovinciale • La crisi del sistema di sicurezza sociale

La strategia di governo della “terza generazione” (Jiang Zemin, Zhu Rongji) punta da una parte ad un consolidamento del processo di riforma economica, che favorisce in particolare le province costiere, e dall’altro a un rafforzamento del ruolo del governo centrale (es.: riforma fiscale del 1994).

Per quanto minoritarie, sono presenti nel mondo intellettuale tendenze critiche nei confronti della strategia di sviluppo riformista (neo-maoisti), mentre si assiste a un sensibile risveglio del nazionalismo cinese, in parte strumentale anche al mantenimento del consenso sociale nei confronti del governo.

L’ascesa della Cina:problemi e prospettive all’inizio del XXI secolo

Trasformazioni e continuità nel ruolo del PCC

• Apertura ai ceti emergenti (teoria delle “tre rappresentatività di Jiang Zemin) e rinnovamento della classe dirigente

• Il problema della corruzione e il consenso sociale: limiti alla “rule of law” e al ruolo dell’opinione pubblica• L’irrisolta riforma del sistema politico (esperimenti parziali di elezioni democratiche a livello di base)

La sostenibilità dello sviluppo cinese

La crescita diseguale e le sue conseguenze sociali, con sempre più accentuate disparità fra residenti urbani e residenti rurali, in particolare nelle province interne contrasta con l’obiettivo di creare una “società di benestanti” fatto proprio dal PCC all’inizio del XXI secolo.

Il dissesto ecologico (scarsità di terre arabili, deforestazione, carenza di risorse idriche) e l’insufficienza delle risorse energetiche e delle infrastrutture limitano le prospettive di rapida industrializzazione e ne aumentano i costi sociali

Le priorità dell’XI piano quinquennale (2006-2011) :

La “quarta generazione” di dirigenti (Hu Jintao, Wen Jiabao) ha posto come priorità per i prossimi anni (società armoniosa e sviluppo a carattere scientifico):

• accelerazione dello sviluppo rurale (Investimenti nelle infrastrutture e nell’istruzione) • attenuazione delle disparità di reddito e sostegno alla domanda interna• tutela ambientale con ampio ricorso alle energie rinnovabili• Investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica nei settori più promettenti