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LE RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE

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LE RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE!

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La Forma Urbis (Forma Urbis Romae) è una pianta della città di Roma incisa su lastre di marmo ed è datata all’epoca di Settimio Severo (146-211), probabilmente tra il 203 e il 211, ed era collocata nel Foro della Pace.!La pianta misurava in origine circa 13 m di altezza per 18 m di larghezza (circa 61 piedi di larghezza per 43 di altezza) e si componeva di circa 151 lastre rettangolari di marmo, non tutte di uguali dimensioni, disposte su undici file: nelle prime otto le lastre erano disposte alternativamente verticali e orizzontali, mentre nelle ultime tre erano tutte orizzontali. Il disegno della pianta venne inciso sulle lastre dopo che erano state collocate sul muro.!Le lastre erano applicate come rivestimento parietale su una delle sale disposte all'angolo meridionale del Foro della Pace. Il fatto che l'ambiente immediatamente adiacente sia stato riutilizzato (intorno all'anno 530 d.C.) per la basilica dei Ss. Cosma e Damiano ha permesso la conservazione della parete su cui erano applicate, pur con alcune modificazioni legate alla storia della chiesa. Sulla parete sono tuttora visibili i fori utilizzati per le grappe di fissaggio delle lastre.!La pianta rappresenta in una scala di 1:240 (ossia un piede corrisponde a 2 actus) ed è orientata, diversamente dagli usi moderni, con il sud-est in alto. Viene rappresentato in dettaglio il piano terra di tutti gli edifici, compresi colonnati e scale interne.!!

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!IL TEMPIO DELLA PACE!!La costruzione è dovuta al primo imperatore della dinastia Flavia, Vespasiano e fu realizzato tra il 71 e il 75 d.C. per commemorare la vittoria sugli ebrei. Distrutto nel 192 d.C., sotto Commodo, da un grande incendio, fu restaurato da Settimio Severo. !L’aspetto originario del monumento si può ricostruire sulla base di alcuni frammenti della Forma Urbis, che era affissa proprio in uno dei suoi ambienti. Il tempio era costituito da una semplice aula absidata, che si apriva in fondo del portico come una specie di grande esedra. Nell’abside, al centro della parete di fondo era la statua del culto. Una prima fila di colonne segnava la distinzione tra il tempio e il portico antistante. !

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La datazione della pianta è posteriore al 230, data della costruzione del Settizonio (o Settizodio ninfeo costruito da Settimio Severo nel 203 ai piedi del colle Palatino), la cui pianta si conserva su uno dei frammenti, e anteriore al 211, anno della morte di Settimio Severo: questi viene infatti citato come regnante, insieme al figlio maggiore Caracalla nella dedica conservata su uno dei frammenti (SEVERI ET [AN]TONINI AV[GG] NN [...], ossia "A Severo e Antonino, nostri augusti"). La mancanza dell'altro figlio, Geta, che fu associato al trono nel 209, potrebbe far propendere per una datazione anteriore a tale data.!La pianta venne probabilmente eseguita in occasione della ricostruzione di alcuni settori del Tempio della Pace che erano stati danneggiati da un incendio nel 192. È possibile che la pianta severiana sostituì una più antica di Vespasiano che aveva fatto erigere il complesso. !Doveva essere connessa con la pianta catastale ufficiale di Roma, forse conservata nella medesima sala, che doveva però essere redatta su papiro, più facilmente aggiornabile, e riportare inoltre i dati riguardanti i proprietari degli edifici e le loro misure.!Attualmente si conservano 1.186 frammenti delle lastre, che corrispondono a circa il 10-15% del totale. Furono rinvenuti a più riprese, a partire dal primo ritrovamento del 1562, talvolta anche in luoghi non corrispondenti all'originaria collocazione. Alcuni dei frammenti ritrovati nel XVI secolo andarono perduti prima del loro trasferimento ai Musei Capitolini: di alcuni di essi tuttavia possediamo disegni rinascimentali.!!

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Forma Urbis Romae!

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Rodolfo Lanciani, Forma Urbis Roma (Milano, 1893-1901), tav. XXIX!

•  il rosso più nero per l’iconografia della città repubblicana,!•  il nero per quella imperiale,!•  il rosso per quella medioevale e moderna,!•  l’azzurro per le realizzazioni urbanistiche, "contemporanee" in corso (dello stesso colore sono anche le acque).!Per evidenziare le differenze tipologiche il Lanciani utilizza!

•  il puntinato per le fondazioni,!

•  i trattini sfumati per pendii, scarpate e cave,!•  il colore blu per le acque (corsi d’acqua, fontane, cisterne, fognature, condutture idriche),!•  la rappresentazione del basolato per le strade, del lastricato per le pavimentazioni e così via.!

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Tabula Peutingeriana - Rappresentazione di Roma!

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Tabula Peutingeriana - Rappresentazione di Costantinopoli!

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L'Itinerarium a Burdigala Jerusalem usque et ab Heraclea per Aulonam et per urbem Romam Mediolanum usque, noto come Itinerarium Burdigalense o Itinerarium Hierosolymitanus, è il più antico itinerario cristiano conosciuto. Compilato nel 333/34 d.C. da un anonimo pellegrino in viaggio da Burdigala, attuale Bordeaux fino a Gerusalemme. Il percorso di andata si snodava dapprima in Gallia lungo la via Domizia, successivamente valicate le Alpi, attraversava l’Italia settentrionale lungo la via Postumia da Torino a Aquileia, per poi imboccare la valle del Danubio e piegare verso Costantinopoli. Percorsa la penisola anatolica e la Siria si giungeva a Gerusalemme. Il ritorno seguiva un percorso diverso passando lungo la via Egnatiaattraversava la Macedonia fino ad Aulona (Valona);quindi, dopo l’attraversamento del mare e lo sbarco a Hydruntum (Otranto), proseguiva lungo la via Traiana Calabra e la via Appia fino a Roma, per continuare lungo la via Flaminia e la via Emilia fino a Mediolanum (Milano). Un percorso alternativo prevedeva il viaggio via mare da Gerusalemme a Pisa e quindi si raggiungeva la Gallia lungo la via Aemilia Scauri poi via Julia Augusta. !

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Carta di Madaba – fine VI inizi VII secolo!

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Liber insularum Archipelagi –

Cristoforo Buondelmonti

1420-1430!

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Plastico di Roma – Italo Gismondi 1974!

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Ricostruzioni in 3D di Maurizio Forte!1.  Bologna romana!2.  Area di Bologna in epoca etrusca!3.  Via Flaminia con la casa di Livia!4.  Domus pompeiana!

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