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Il Valore della Cultura Partecipata Le radici del futuro. Il patrimonio culturale al servizio dello sviluppo locale. Hugues de Varine

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Il Valore della Cultura Partecipata

Le radici del futuro. Il patrimonio culturale al servizio dello

sviluppo locale. Hugues de Varine

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Movimento Civico Agorà

Realizzato con la collaborazione di

Comunità di San Rocco

Cittadinanza Attiva

Movimento Civico Agorà

Arch. Stefania Falcone

Arch. Roberta Santamaria

Ass. Pro Canonica e Beni Storici

Ass. AnimaFamily

Un progetto

ideato e promosso da

Le radici del futuro. Il patrimonio culturale al servizio

dello sviluppo locale. Hugues de Varine

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introduzione

Le radici del futuro. Il patrimonio culturale al servizio

dello sviluppo locale. Hugues de Varine

L’idea di cominciare un percorso come quello che si sta portando avanti

a San Rocco è nata da due considerazioni alla base della visione del

nostro Movimento :

1) I LUOGHI devono essere rivalutati e vissuti dalle comunità;

2) Bisogna stabilire un contatto diretto di responsabilità tra un

territorio e la propria comunità attraverso la PARTECIPAZIONE

ATTIVA;

3) Le tradizioni, la cultura e gli usi di un luogo rappresentano

l’essenza stessa della Comunità, la sua STORIA e la sua FORZA.

Abbiamo quindi unito diverse linee di pensiero. Dalla PARTECIPAZIONE

ATTIVA, oggetto principale della nostra attività, al MUSEO DIFFUSO, che

rappresenta l’espressione culturale della PARTECIPAZIONE ATTIVA dei

CITTADINI unita a una CURA dei BENI COMUNI che trae fondamento

dall’amministrazione condivisa che portiamo avanti quale metodo

innovativo di cooperazione tra CITTADINANZA e ISTITUZIONI.

In un contesto ideale, quale quello di San Rocco (Via Concezione, Via

Zonfrilli e Canonica in particolare), ha permesso di promuovere e

realizzare il progetto del MUSEO DIFFUSO con estrema facilità data la

grande collaborazione e apertura del RIONE a questa innovazione.

Crediamo fortemente che dalla VALORIZZAZIONE DEI LUOGHI e dalla

CURA dei BENI COMUNI possa generarsi un circolo virtuoso in merito allo

sviluppo locale legato al TURISMO.

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“Ci sono diverse definizioni di ecomuseo e quella relativa alla legge varata

dalla regione Lombardia non è peggiore delle altre. Ma tutte le

definizioni sono imperfette e talmente complicate che rimane difficile

comprenderle. Per me (il Museo Diffuso) è una azione portata avanti da

una comunità, a partire dal suo patrimonio, per il suo sviluppo.

L’ecomuseo è quindi un progetto sociale, poi ha un contenuto culturale e infine

s’appoggia su delle culture popolari e sulle conoscenze scientifiche.

Quello che non è: una collezione, una trappola per turisti, una struttura

aristocratica, un museo delle belle arti etc.

Un ecomuseo che sviluppa una collezione importante e ne fa il suo obiettivo non

è più un ecomuseo, poiché diventa schiavo della sua collezione.” Hugues

De Varine

La definizione è quella di un patto con il quale

una comunità si impegna a prendersi cura di

un territorio

“Patto”: non norme che obbligano o proibiscono

qualcosa, ma un accordo non scritto e

generalmente condiviso.

“Comunità”: i soggetti protagonisti non sono solo le

istituzioni poiché il loro ruolo propulsivo,

importantissimo, deve essere accompagnato da

un coinvolgimento più largo dei cittadini.

“Prendersi cura”: conservare ma anche saper

utilizzare, per l’oggi e per il futuro, il proprio

patrimonio culturale in modo da aumentarne il

valore anziché consumarlo.

“Territorio”: inteso non solo in senso fisico, ma

anche come storia della popolazione che ci

vive e dei segni materiali e immateriali lasciati

da coloro che lo hanno abitato in passato.

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dello sviluppo locale. Hugues de Varine

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Decisori politici, forze imprenditoriali, operatori culturali.

Gli uni e gli altri sono chiamati a tenere in diverso conto il patrimonio culturale.

Ai primi si chiede di non devastarlo o lacerarlo come hanno per lo più fatto, ma di

rispettarlo e considerarlo come una risorsa, rispettandone i valori.

Invita i secondi a uscire da una logica esclusivamente di conservazione e da una

prospettiva limitata e limitativa per porre il patrimonio culturale al servizio

dello sviluppo, locale e sostenibile.

Ma soprattutto sollecita l'intera popolazione ad assumersi la responsabilità dei

beni che le appartengono.

"lo sviluppo non si fa 'fuori campo' e le sue radici devono nutrirsi dei vari elementi che

sono presenti nel patrimonio culturale: il suolo e il paesaggio, la memoria e i

modi di vita degli abitanti, il patrimonio edilizio, la produzione di beni e di servizi

adattati alle domande e ai bisogni delle persone.

La natura e la cultura sono vive quando appartengono a una popolazione e ne

costituiscono il patrimonio. Muoiono molto rapidamente quando divengono

oggetto di appropriazione e di codifica da parte di specialisti esterni alla

popolazione stessa".

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dello sviluppo locale. Hugues de Varine

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05 Luglio 2014 15 Luglio 2014 20 Luglio 2014 2015 2016 2017

Primo progetto

pilota

Stampa Foto per

dieci unità

Presentazione

Progetto

Ampliamento

esposizione

Ampliamento

esposizione

Ampliamento

esposizione

Esposizione foto

Progettazione

installazione fisse

Canonica

Accordo per

l’ampliamento a

tutto il Rione

Partenza

raccolta fondi Raccolta Fondi

Piano di

Sviluppo Turistico

/ Museale

Patto di

Collaborazione

Programmazione

pluriennale

Programmazione

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dello sviluppo locale. Hugues de Varine

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Budget

Attività Anno Costo

Lancio dell’iniziativa 2014 1.000 euro

Progettazione e

1^ ampliamento 2015 2.000 euro

Patto di Collaborazione 2015 -

Progettazione e

2^ ampliamento 2016 4.000 euro

Piano di Sviluppo (Turismo) 2016 => 5.000 euro

l’anno

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Attività Anno Costo

Lancio dell’iniziativa 2014 1.000 euro

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Nel 2014 è stata lanciata l’iniziativa Sant Rock & Roll. Una

festa della condivisione costruita dal basso con la

partecipazione attiva della COMUNITA’ di San Rocco e della

CITTADINANZA ATTIVA.

Una esperienza che ha dato un primo riscontro positivo in

merito al progetto MUSEO DIFFUSO. I risultati ottenuti sono

stati una riqualificazione della zona Canonica, da anni in stato

di abbandono, unendo al recupero la prima pietra miliare per

questo importante progetto sociale / culturale.

La zona è stata riqualificata attraverso il lavoro volontario

della CITTADINANZA. Una staccionata e un primo esempio di

bacheca fotografica sono state predisposte come prime opera

strutturali del MUSEO DIFFUSO.

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Attività Anno Costo

Progettazione e

1^ ampliamento 2015 2.000 euro

Patto di Collaborazione 2015 -

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Nel 2015 si è proceduto alla progettazione delle bacheche

attraverso il contributo di due Architetti del luogo che hanno

aderito all’iniziativa, Arch. Roberta Santamaria e Arch.

Stefania Falcone. Grazie al loro contributo intendiamo

realizzare e concludere il 1^ ampliamento del MUSEO

DIFFUSO di San Rocco e apporre la seconda pietra miliare a

questa importante opera di riqualificazione partecipata.

L’obiettivo è quello di concludere i LAVORI entro l’11 Luglio per

poter inaugurare e presentare alla Comunità e alla

Cittadinanza che parteciperà il MUSEO DIFFUSO.

Il secondo obiettivo è quello di stabilire un PATTO DI

COLLABORAZIONE tra Cittadinanza e Istituzioni per la CURA

di questo BENE COMUNE.

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Attività Anno Costo

Progettazione e

2^ ampliamento 2016 4.000 euro

Piano di Sviluppo (Turismo) 2016 => 5.000 euro

l’anno

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dello sviluppo locale. Hugues de Varine

Nel 2016 si dovrà procederà a un secondo ampliamento in

tutto il RIONE di San Rocco. L’obiettivo è quello di rendere tutto

il quartiere un Museo Diffuso in cui sono valorizzate le

TRADIZIONI e la CULTURA della Comunità.

Al PATTO DI COLLABORAZIONE potrà seguire un PIANO DI

SVILUPPO localizzato teso a stabilire un flusso turistico annuale.

Questo piano di sviluppo dovrà porsi come obiettivi :

1) Riqualificazione urbana integrata al Museo Diffuso;

2) Incentivo all’artigianato e alla imprenditoria giovanile;

3) Istituzionalizzazione del MUSEO DIFFUSO di San Rocco e

Marketing / Promozione integrata con il Comune di

Pontecorvo

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Start-Up 2014

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Lo start-up 2014 è stato caratterizzato da una prima

riqualificazione del luogo e da un processo sociale di

riappropriazione e cura dei BENI COMUNI.

Il progetto di start-up è stato realizzato con una mostra

fotografica «tra gli alberi» nei dintorni della canonica, edificio

di grande rilevanza storica. È stato organizzato un READING di

poesie come evento caratterizzante la valorizzazione della

cultura, intitolato ai Maestri e poeti pontecorvesi GB Vincenzo

Caramadre e Bernardino Pulcini.

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Progetto 2015

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Il progetto 2015 sarà realizzato sulla

base dello studio di due Architetti,

Roberta Santamaria e Stefania

Falcone, che hanno contribuito con le

loro competenze alla progettazione del

MUSEO DIFFUSO.

Il «Concept» del Museo Diffuso è stato

costruito sulla base del concetto di

«stanza» e sulla smaterializzazione

della stessa. Si è, quindi, proceduto alla

progettazione di composizioni che

potessero richiamare un percorso (mura

di una stanza con finestre) e riuscisse a

mantenere l’idea della materialità delle

stanze, come in un vero e proprio

museo.

In questa prima fase sarà esposta una

mostra fotografica permanente che

richiamerà la vita, la cultura e le

tradizioni del RIONE SAN ROCCO.

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IL NOSTRO OBIETTIVO È SEMPLICE

Convincerti che ti conviene prenderti cura dei luoghi in cui vivi,

perché dalla qualità dei beni comuni materiali e immateriali

dipende la qualità della tua vita. Il tempo della delega è finito.

L'Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali.

CITTADINI ATTIVI

Regolamento sulla

collaborazione tra

CITTADINI e

AMMINISTRAZIONE

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Art. 3

(Principi generali) 1. La collaborazione tra cittadini e amministrazione si ispira ai seguenti valori e principi

generali:

a) Fiducia reciproca: ferme restando le prerogative pubbliche in materia di vigilanza, programmazione

e verifica, l’Amministrazione e i cittadini attivi improntano i loro rapporti alla fiducia reciproca e

presuppongono che la rispettiva volontà di collaborazione sia orientata al perseguimento di finalità di

interesse generale.

b) Pubblicità e trasparenza: l’amministrazione garantisce la massima conoscibilità delle opportunità di

collaborazione, delle proposte pervenute, delle forme di sostegno assegnate, delle decisioni assunte,

dei risultati ottenuti e delle valutazioni effettuate.

Riconosce nella trasparenza lo strumento principale per assicurare l’imparzialità nei rapporti con i

cittadini attivi e la verificabilità delle azioni svolte e dei risultati ottenuti.

c) Responsabilità: l’amministrazione valorizza la responsabilità, propria e dei cittadini, quale elemento

centrale nella relazione con i cittadini, nonché quale presupposto necessario affinché la collaborazione

risulti effettivamente orientata alla produzione di risultati utili e misurabili.

d) Inclusività e apertura: gli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni devono essere

organizzati in modo da consentire che in qualsiasi momento altri cittadini interessati possano aggregarsi

alle attività.

e) Sostenibilità: l’amministrazione, nell’esercizio della discrezionalità nelle decisioni che assume, verifica

che la collaborazione con i cittadini non ingeneri oneri superiori ai benefici e non determini conseguenze

negative sugli equilibri ambientali.

f) Proporzionalità: l’amministrazione commisura alle effettive esigenze di tutela degli interessi pubblici

coinvolti gli adempimenti amministrativi, le garanzie e gli standard di qualità richiesti per la proposta,

l’istruttoria e lo svolgimento degli interventi di collaborazione.

g) Adeguatezza e differenziazione: le forme di collaborazione tra cittadini e amministrazione

sono adeguate alle esigenze di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani e vengono differenziate a

seconda del tipo o della natura del bene comune urbano e delle persone al cui benessere esso è

funzionale.

h) Informalità: l’amministrazione richiede che la relazione con i cittadini avvenga nel rispetto di

specifiche formalità solo quando ciò è previsto dalla legge. Nei restanti casi assicura flessibilità e

semplicità nella relazione, purché sia possibile garantire il rispetto dell’etica pubblica, così come

declinata dal codice di comportamento dei dipendenti pubblici e dei principi di imparzialità, buon

andamento, trasparenza e certezza.

i) Autonomia civica: l’amministrazione riconosce l’autonoma iniziativa dei cittadini e predispone tutte le

misure necessarie a garantirne l’esercizio effettivo da parte di tutti i cittadini attivi.

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Art. 5

(Patto di collaborazione) 1. Il patto di collaborazione è lo strumento con cui Comune e cittadini attivi concordano tutto ciò che è

necessario ai fi ni della realizzazione degli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni.

2. Il contenuto del patto varia in relazione al grado di complessità degli interventi concordati e della

durata della collaborazione. Il patto, avuto riguardo alle specifiche necessità di regolazione che la

collaborazione presenta, definisce in particolare:

a) gli obiettivi che la collaborazione persegue e le azioni di cura condivisa;

b) la durata della collaborazione, le cause di sospensione o di conclusione anticipata della stessa;

c) le modalità di azione, il ruolo ed i reciproci impegni dei soggetti coinvolti, i requisiti ed i limiti di

intervento;

d) le modalità di fruizione collettiva dei beni comuni urbani oggetto del patto;

e) le conseguenze di eventuali danni occorsi a persone o cose in occasione o a causa degli interventi di

cura e rigenerazione, la necessità e le caratteristiche delle coperture assicurative e l’assunzione di

responsabilità secondo quanto previsto dagli artt. 31 e 32 del presente regolamento, nonché le misure

utili ad eliminare o ridurre le interferenze con altre attività;

f) le garanzie a copertura di eventuali danni arrecati al Comune in conseguenza della mancata,

parziale o difforme realizzazione degli interventi concordati;

g) le forme di sostegno messe a disposizione dal Comune, modulate in relazione al valore aggiunto che

la collaborazione è potenzialmente in grado di generare;

h) le misure di pubblicità del patto, le modalità di documentazione delle azioni realizzate, di

monitoraggio periodico dell’andamento, di rendicontazione delle risorse utilizzate e di misurazione dei

risultati prodotti dalla collaborazione fra cittadini e amministrazione;

i) l’affiancamento del personale comunale nei confronti dei cittadini, la vigilanza sull’andamento della

collaborazione, la gestione delle controversie che possano insorgere durante la collaborazione stessa e

l’irrogazione delle sanzioni per inosservanza del presente regolamento o delle clausole del patto;

l) le cause di esclusione di singoli cittadini per inosservanza del presente regolamento o delle clausole

del patto, gli assetti conseguenti alla conclusione della collaborazione, quali la titolarità delle opere

realizzate, i diritti riservati agli autori delle opere dell’ingegno, la riconsegna dei beni, e ogni altro

effetto rilevante;

m) le modalità per l’adeguamento e le modifiche degli interventi concordati.

3. Il patto di collaborazione può contemplare atti di mecenatismo, cui dare ampio rilievo comunicativo

mediante forme di pubblicità e comunicazione dell’intervento realizzato, l’uso dei diritti di immagine,

l’organizzazione di eventi e ogni altra forma di comunicazione o riconoscimento che non costituisca diritti

di esclusiva sul bene comune urbano.