Le Mele Antiche

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le mele antiche martedì 5 giugno ore 20.30 sala polifunzionale “il caseificio” - spilimbergo pn la gola del gusto protagonisti in scena dal 10 aprile al 5 giugno 2007

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le mele antichemartedì 5 giugno ore 20.30

sala polifunzionale “il caseificio” - spilimbergo pn

la gola del gustoprotagonisti in scena dal 10 aprile al 5 giugno 2007

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Procedimento per la pasta frolla: amalgamare gli ingredienti in una terrina ed ottenere un im-pasto omogeneo e compatto, avendo cura di non scaldarlo troppo, riporre quindi la terrina in frigorifero per almeno 20 min. così da far rassodare il burro dell’impasto. Imburrare una tortie-ra e distendervi sopra la pasta frolla, evitando di creare dei buchi e formando un bordo rial-zato di circa un centimetro.

Distribuire sopra la pasta frolla uno strato sottile di marmellata, sbucciare e tagliare a spicchi non troppo sottili le mele (operazione da fare in fretta per evitare che le mele diventino nere) e disporle sulla crostata. In una ciotolina mischiare la cannella con 2 cucchiaini di zucchero a velo e spolverizzare la torta.Infornare a 175° per 40 min. Una volta sfornata lasciarla raffreddare prima di toglierla dalla tor-tiera per evitare che si rompa.

Fette rustiche alle mele e amarettiIngredienti:200 g di burro, 200 g di zucchero a velo, 1 bustina di vanillina, 3 uova, 1 presa di sale, 300 g di farina bianca, 150 g di amaretti sbriciolati, 3 mele (450 g), 1 bustina di lievito.

Lavorare il burro a crema ed aggiungere lo zucchero a velo setacciato con la vanillina, amalga-mare bene ed aggiungere una alla volta le uova, il sale la farina setacciata con il lievito, 75 g di amaretti, 2 mele a pezzettini. Mescolare bene e distribuire l’impasto in una lastra da forno (30 x 40 cm) imburrata ed infarinata, livellare e disporvi una mela a pezzettini e gli amaretti rima-sti. Cuocere nella parte media del forno preriscaldato a 180° per 20 - 25 minuti. Tagliare a fet-te il dolce raffreddato e cospargere di zucchero a velo.Dose per circa 30 fette.

Mele croccantiIngredienti:5 mele rosse o gialle, 4 cucchiai di zucchero, 4 cucchiai di farina bianca, burro q.b.

Sbucciate le mele e tagliatele a spicchi sottili. Imburrate una tortiera e distribuite gli spicchi di mele in uno strato uniforme.In una ciotola a parte unite lo zucchero con la farina e mischiate bene, quindi con un cucchiaio distribuite tutto il composto sulle mele.Ricordatevi di scuotere la tortiera per far si che la farina aderisca bene alle mele.Distribuite tanti fiocchetti di burro sulle mele e spolverizzate con poco zucchero, cuocete per circa 30 minuti a 220°, le mele dovranno risultare dorate, se non lo fossero passatele al grill del forno per pochi minuti. Servite tiepido o freddo.

StrudelIngredienti:200 g farina “00” grano tenero, 50 g burro e altri 100 circa da fondere, pangrattato rosolato in un po’ di burro (4 grossi cucchiai), una grossa manciata di uva passa rinvenuta in un poco di grappa, 3 o 4 mele tipo “marlene” sbucciate e tagliate finemente, 3 o 4 cucchiaiate di zucchero mescolato ad un po’ di cannella in polvere e la buccia grattugiata di un limone, un uovo, un uo-vo per lucidare, 50 g di noci spezzate non troppo finemente e qualche mandorla spezzettata.

programmamelodia con il violoncello di Antonio Mericia cura dell’Ass. Amici del Conservatorio di musica “J. Tomadini” di Udine

dalla I suite per cello solo BWV 1007Preludio - Corrente

L’odore delle mele da “La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita” di Philippe DelermForse perché di Raffaella Vallar

legge Annamaria Poggioli

I melârs di Novella CantaruttiMilûs di Novella Cantarutti

legge Paola Passudetti intervengono

Giovanni Cattaruzzi, consulente nel settore agricolostoria della mela

Gruppo amatori mele anticheprogetti ed esperienze sul territorio

Tiziano Trevisanutto, Ristorante Gelindo dei Magredi Vivaromele in cucina

con degustazione guidata

saluto musicaledalla III suite per cello solo BWV 1009Allemanda - Bourèe - Corrente

le ricetteCrostata di meleIngredienti per 4 persone:250 g farina “00”, 150 g burro, 100 g zucchero, 1 uovo,

½ scorza di limone grattugiato o cannella, 1 pizzico di lievito per dolci, 3 mele, 1 cucchiaio di marmellata di mele cotogne, 1 cucchiaino di cannella,

2 cucchiaini di zucchero a velo.

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Procedimento per la pasta frolla: amalgamare gli ingredienti in una terrina ed ottenere un im-pasto omogeneo e compatto, avendo cura di non scaldarlo troppo, riporre quindi la terrina in frigorifero per almeno 20 min. così da far rassodare il burro dell’impasto. Imburrare una tortie-ra e distendervi sopra la pasta frolla, evitando di creare dei buchi e formando un bordo rial-zato di circa un centimetro.

Distribuire sopra la pasta frolla uno strato sottile di marmellata, sbucciare e tagliare a spicchi non troppo sottili le mele (operazione da fare in fretta per evitare che le mele diventino nere) e disporle sulla crostata. In una ciotolina mischiare la cannella con 2 cucchiaini di zucchero a velo e spolverizzare la torta.Infornare a 175° per 40 min. Una volta sfornata lasciarla raffreddare prima di toglierla dalla tor-tiera per evitare che si rompa.

Fette rustiche alle mele e amarettiIngredienti:200 g di burro, 200 g di zucchero a velo, 1 bustina di vanillina, 3 uova, 1 presa di sale, 300 g di farina bianca, 150 g di amaretti sbriciolati, 3 mele (450 g), 1 bustina di lievito.

Lavorare il burro a crema ed aggiungere lo zucchero a velo setacciato con la vanillina, amalga-mare bene ed aggiungere una alla volta le uova, il sale la farina setacciata con il lievito, 75 g di amaretti, 2 mele a pezzettini. Mescolare bene e distribuire l’impasto in una lastra da forno (30 x 40 cm) imburrata ed infarinata, livellare e disporvi una mela a pezzettini e gli amaretti rima-sti. Cuocere nella parte media del forno preriscaldato a 180° per 20 - 25 minuti. Tagliare a fet-te il dolce raffreddato e cospargere di zucchero a velo.Dose per circa 30 fette.

Mele croccantiIngredienti:5 mele rosse o gialle, 4 cucchiai di zucchero, 4 cucchiai di farina bianca, burro q.b.

Sbucciate le mele e tagliatele a spicchi sottili. Imburrate una tortiera e distribuite gli spicchi di mele in uno strato uniforme.In una ciotola a parte unite lo zucchero con la farina e mischiate bene, quindi con un cucchiaio distribuite tutto il composto sulle mele.Ricordatevi di scuotere la tortiera per far si che la farina aderisca bene alle mele.Distribuite tanti fiocchetti di burro sulle mele e spolverizzate con poco zucchero, cuocete per circa 30 minuti a 220°, le mele dovranno risultare dorate, se non lo fossero passatele al grill del forno per pochi minuti. Servite tiepido o freddo.

StrudelIngredienti:200 g farina “00” grano tenero, 50 g burro e altri 100 circa da fondere, pangrattato rosolato in un po’ di burro (4 grossi cucchiai), una grossa manciata di uva passa rinvenuta in un poco di grappa, 3 o 4 mele tipo “marlene” sbucciate e tagliate finemente, 3 o 4 cucchiaiate di zucchero mescolato ad un po’ di cannella in polvere e la buccia grattugiata di un limone, un uovo, un uo-vo per lucidare, 50 g di noci spezzate non troppo finemente e qualche mandorla spezzettata.

programmamelodia con il violoncello di Antonio Mericia cura dell’Ass. Amici del Conservatorio di musica “J. Tomadini” di Udine

dalla I suite per cello solo BWV 1007Preludio - Corrente

L’odore delle mele da “La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita” di Philippe DelermForse perché di Raffaella Vallar

legge Annamaria Poggioli

I melârs di Novella CantaruttiMilûs di Novella Cantarutti

legge Paola Passudetti intervengono

Giovanni Cattaruzzi, consulente nel settore agricolostoria della mela

Gruppo amatori mele anticheprogetti ed esperienze sul territorio

Tiziano Trevisanutto, Ristorante Gelindo dei Magredi Vivaromele in cucina

con degustazione guidata

saluto musicaledalla III suite per cello solo BWV 1009Allemanda - Bourèe - Corrente

le ricetteCrostata di meleIngredienti per 4 persone:250 g farina “00”, 150 g burro, 100 g zucchero, 1 uovo,

½ scorza di limone grattugiato o cannella, 1 pizzico di lievito per dolci, 3 mele, 1 cucchiaio di marmellata di mele cotogne, 1 cucchiaino di cannella,

2 cucchiaini di zucchero a velo.

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Impastare 50 g di burro con un poco di farina ed un po’ di acqua tiepida, formare un panetto e metterlo sulla spianatoia con il resto della farina con un pizzico di sale, aggiungere un uovo e un poco di acqua Q.B. per formare un impasto morbido ed elastico poi lasciatelo riposare un poco. Stendete la pasta su un grande tovagliolo infarinato e tiratela sottilissima ma senza rom-perla. (I pasticcieri dicono che bisogna vedere le proprie mani attraverso la pasta!)Lasciate riposare e asciugare questa sfoglia per un’oretta ed intanto sbucciate le mele, fonde-te il burro e abbrustolite il pane. Con un pennello ungete abbondantemente con il burro tut-ta la superficie della sfoglia e distribuite su tutta la sua superficie (lasciando solo qualche cen-timetro di bordo) il pangrattato mescolato alla cannella, lo zucchero, le mele aromatizzate con la buccia di limone, l’uvetta e le noci.Aiutandovi con il tovagliolo, arrotolate lo strudel formando un salame, e fatelo scivolare sulla piastra e piegatelo leggermente a “ferro di cavallo”.Spennellate con uovo sbattuto o con latte.Infornare a forno medio (180°) per circa un’ ora. Spolverare di zucchero al velo.

P.S. nei paesi dell’Est è un dolce “da poveri” perché si mette ciò che si ha in casa: mandorle e prugne, pere e buona volontà.

IL SIDRO DI MELE

Nella nostra regione sono già molti i consumatori abituali di sidro, una bevanda dal gusto dolce ed aspro, ottenuta dal processo di fermentazione delle mele. Molto diffuso in Breta-gna e Normandia, dove è consumato in versione dolce, secca o frizzante, il sidro di mele, ol-tre ad essere un ottimo aperitivo e l’accompagnamento ideale per dolci secchi e alle creme, può essere utilizzato anche in cucina per preparare salse, pesci e crostacei. Dal colore intenso e compatto, tra l’oro e il verde brillante, questa bevanda è ottenuta dalla spremitura di diver-se varietà di mele. La sidrificazione, la fermentazione, la chiarificazione, la filtrazione, l’imbotti-gliamento e la tappatura sono le fasi che ne contraddistinguono la produzione. Di particolare interesse è la mescitura, ovvero il metodo con cui si procede a una aerazione del sidro prima del suo consumo, al fine di apprezzarne al meglio tutte le caratteristiche, e al versamento del-lo stesso dall’alto. Per gli astemi, è sempre disponibile il succo di mela, senza aggiunta di ac-qua, zuccheri e conservanti.

Sidro di mele fatto in casa

Affettate delle mele sane e mature (almeno 4 kg), e spappolatele in un ampio recipiente di le-gno, dove le lascerete fermentare per 4 giorni. Ora travasate in un altro recipiente il liquido che si sarà formato, e lasciate le mele a fermentare ancora 2 o 3 mesi. Trascorso tale periodo, le mele saranno ormai liquefatte e avranno formato un deposito alquanto torbido. Filtrate con cura, e imbottigliate chiudendo con tappi di sughero ben fermi. Dopo un anno di maturazione il sidro spumeggerà leggermente e sarà pronto per essere servito.

Mele antiche, frutto di passione

Tra le coltivazioni tradizionali, le mele costituisco-no parte preziosa del patrimonio agroalimenta-re del Maniaghese e della Val Colvera, ma anche della pedemontana compresa tra le valli del Me-duna e dell’Arzino.Da alcuni anni, il Gruppo amatori mele antiche svolge un’attività di ricerca e di recupero dei me-li locali. Dopo aver effettuato un’attenta opera di censimento delle piante nei cortili privati, ne-gli orti e nei terreni abbandonati e ormai invasi dalla boscaglia, gli appassionati hanno avviato un progetto di ripristino delle antiche varietà in vista del loro reinserimento sul mercato dei prodotti biologici. I risultati di tanto impegno sono stati premiati dal successo della Mostra delle Mele antiche riconosciuta come Mostra Regionale dal 2006, e giunta alla sua quinta edizione a Frisanco nell’ottobre 2007.Le varietà individuate sono numerose, e i cam-

pioni raccolti, oltre 230, comprendono anche singolari curiosità, come il melo di 150 anni tro-vato nel borgo di Campone e subito ribattezzato “nonno dei meli” o il “Marc Panara”, dal nome di un abitante di Frisanco, che, emigrato in Nord America alla fine dell’800, ritornò in patria con un melo che innestò su piante locali: il frutto ha dimensioni notevoli e ha avuto una buona diffusione in tutta la Val Colvera. Poi ci sono i “Civolins”, per la forma caratteristica a cipolla o i “Verdons”, di un verde intenso e ancora “Chei dal ueli”, che presentano nella polpa delle gocce che ricordano l’olio. Queste varietà sono molto resistenti ai parassiti e, con-servate in ambiente fresco, hanno anche un’otti-ma durata, fino a maggio circa; un tempo le me-le venivano impiegate per la produzione di sidro o di aceto.Su queste caratteristiche, oltre che sulle ottime qualità organolettiche, punta il Gruppo amatori mele antiche per incrementarne la coltivazione e incentivarne il consumo. Viene svolta a tal fine una proficua attività educativa rivolta sia ai colti-vatori, con corsi di potatura, innesto e cura delle piante superstiti, sia alle scuole: i ragazzi, cui so-no stati proposti laboratori di approfondimen-to, visite agli antichi meli e ai nuovi vivai, menu a base di mele, hanno partecipato con entusia-smo e hanno prodotto originali elaborati artisti-ci, esposti a ogni edizione della mostra accanto ai frutti che li avevano ispirati.

Page 5: Le Mele Antiche

Impastare 50 g di burro con un poco di farina ed un po’ di acqua tiepida, formare un panetto e metterlo sulla spianatoia con il resto della farina con un pizzico di sale, aggiungere un uovo e un poco di acqua Q.B. per formare un impasto morbido ed elastico poi lasciatelo riposare un poco. Stendete la pasta su un grande tovagliolo infarinato e tiratela sottilissima ma senza rom-perla. (I pasticcieri dicono che bisogna vedere le proprie mani attraverso la pasta!)Lasciate riposare e asciugare questa sfoglia per un’oretta ed intanto sbucciate le mele, fonde-te il burro e abbrustolite il pane. Con un pennello ungete abbondantemente con il burro tut-ta la superficie della sfoglia e distribuite su tutta la sua superficie (lasciando solo qualche cen-timetro di bordo) il pangrattato mescolato alla cannella, lo zucchero, le mele aromatizzate con la buccia di limone, l’uvetta e le noci.Aiutandovi con il tovagliolo, arrotolate lo strudel formando un salame, e fatelo scivolare sulla piastra e piegatelo leggermente a “ferro di cavallo”.Spennellate con uovo sbattuto o con latte.Infornare a forno medio (180°) per circa un’ ora. Spolverare di zucchero al velo.

P.S. nei paesi dell’Est è un dolce “da poveri” perché si mette ciò che si ha in casa: mandorle e prugne, pere e buona volontà.

IL SIDRO DI MELE

Nella nostra regione sono già molti i consumatori abituali di sidro, una bevanda dal gusto dolce ed aspro, ottenuta dal processo di fermentazione delle mele. Molto diffuso in Breta-gna e Normandia, dove è consumato in versione dolce, secca o frizzante, il sidro di mele, ol-tre ad essere un ottimo aperitivo e l’accompagnamento ideale per dolci secchi e alle creme, può essere utilizzato anche in cucina per preparare salse, pesci e crostacei. Dal colore intenso e compatto, tra l’oro e il verde brillante, questa bevanda è ottenuta dalla spremitura di diver-se varietà di mele. La sidrificazione, la fermentazione, la chiarificazione, la filtrazione, l’imbotti-gliamento e la tappatura sono le fasi che ne contraddistinguono la produzione. Di particolare interesse è la mescitura, ovvero il metodo con cui si procede a una aerazione del sidro prima del suo consumo, al fine di apprezzarne al meglio tutte le caratteristiche, e al versamento del-lo stesso dall’alto. Per gli astemi, è sempre disponibile il succo di mela, senza aggiunta di ac-qua, zuccheri e conservanti.

Sidro di mele fatto in casa

Affettate delle mele sane e mature (almeno 4 kg), e spappolatele in un ampio recipiente di le-gno, dove le lascerete fermentare per 4 giorni. Ora travasate in un altro recipiente il liquido che si sarà formato, e lasciate le mele a fermentare ancora 2 o 3 mesi. Trascorso tale periodo, le mele saranno ormai liquefatte e avranno formato un deposito alquanto torbido. Filtrate con cura, e imbottigliate chiudendo con tappi di sughero ben fermi. Dopo un anno di maturazione il sidro spumeggerà leggermente e sarà pronto per essere servito.

Mele antiche, frutto di passione

Tra le coltivazioni tradizionali, le mele costituisco-no parte preziosa del patrimonio agroalimenta-re del Maniaghese e della Val Colvera, ma anche della pedemontana compresa tra le valli del Me-duna e dell’Arzino.Da alcuni anni, il Gruppo amatori mele antiche svolge un’attività di ricerca e di recupero dei me-li locali. Dopo aver effettuato un’attenta opera di censimento delle piante nei cortili privati, ne-gli orti e nei terreni abbandonati e ormai invasi dalla boscaglia, gli appassionati hanno avviato un progetto di ripristino delle antiche varietà in vista del loro reinserimento sul mercato dei prodotti biologici. I risultati di tanto impegno sono stati premiati dal successo della Mostra delle Mele antiche riconosciuta come Mostra Regionale dal 2006, e giunta alla sua quinta edizione a Frisanco nell’ottobre 2007.Le varietà individuate sono numerose, e i cam-

pioni raccolti, oltre 230, comprendono anche singolari curiosità, come il melo di 150 anni tro-vato nel borgo di Campone e subito ribattezzato “nonno dei meli” o il “Marc Panara”, dal nome di un abitante di Frisanco, che, emigrato in Nord America alla fine dell’800, ritornò in patria con un melo che innestò su piante locali: il frutto ha dimensioni notevoli e ha avuto una buona diffusione in tutta la Val Colvera. Poi ci sono i “Civolins”, per la forma caratteristica a cipolla o i “Verdons”, di un verde intenso e ancora “Chei dal ueli”, che presentano nella polpa delle gocce che ricordano l’olio. Queste varietà sono molto resistenti ai parassiti e, con-servate in ambiente fresco, hanno anche un’otti-ma durata, fino a maggio circa; un tempo le me-le venivano impiegate per la produzione di sidro o di aceto.Su queste caratteristiche, oltre che sulle ottime qualità organolettiche, punta il Gruppo amatori mele antiche per incrementarne la coltivazione e incentivarne il consumo. Viene svolta a tal fine una proficua attività educativa rivolta sia ai colti-vatori, con corsi di potatura, innesto e cura delle piante superstiti, sia alle scuole: i ragazzi, cui so-no stati proposti laboratori di approfondimen-to, visite agli antichi meli e ai nuovi vivai, menu a base di mele, hanno partecipato con entusia-smo e hanno prodotto originali elaborati artisti-ci, esposti a ogni edizione della mostra accanto ai frutti che li avevano ispirati.

Page 6: Le Mele Antiche

L’ambizioso e lodevole progetto, che ha avuto il sostegno del servizio agricolo della Provincia di Pordenone, dell’ERSA e delle Amministrazioni Comunali del territorio, ha portato al risulta-to concreto dell’allestimento di un vivaio a Fanna, dove vengono coltivate le piantine da asse-gnare ai singoli imprenditori agricoli.

Giovanni Cattaruzzi svolge attività libero professionale e oltre alle consulenze nel campo prettamente agricolo (cura investimenti nel settore vitivinicolo, caseario ed agroenergetico) si occupa di progetti per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari friulani. In particolare si è occupato della progettazione e della realizzazione del dossier per l’ottenimento del marchio comunitario della D.O.P. per la mela del Friuli Venezia Giulia (commercializzata dal 2005 col logo Julia), di ricerche storico agrarie con realizzazione di mini pubblicazioni finali su prodotti caseari, varietà autoctone di fagioli delle Valli del Natisone e sull’olio friulano.Ha conosciuto il Gruppo Amatori Mele Antiche proprio durante lo sviluppo del suo lavoro sul-la mela friulana.

Ristorante Gelindo dei Magredi

Tiziano Trevisanutto chef del ristorante Gelindo dei Magredi fa parte della famiglia che gestisce l’azienda agricola e il ristorante dal 1970.Gran parte dei piatti che si gustano nel ristorante dell’ho-tel o nel ristoro agrituristico sono confezionati con pro-dotti biologici della fattoria: miele dei mille fiori dei Ma-gredi, burro, formaggio Montasio, polli, faraone, oche, germani, conigli, porchette, agnelli e struzzi allevati al-l’aperto nell’aria frizzante dei Magredi; sempre presenti nei menù gli gnocchi alle erbe selvatiche e le composte di frutta e verdure. Per la delizia dei palati le immancabili frittate di uova fre-sche di giornata, accompagnate dalle deliziose verdure dell’orto; il tutto innaffiato dai tipici vini dei Magredi.

Antonio Merici, nato a Udine nel 1985, inizia lo studio del violoncello nel 1992. Attualmente è iscritto al triennio superiore del Conservatorio di Udine nella scuola del prof. E. Francescato.Ha partecipato a vari corsi di perfezionamento con i maestri R. Baertz, H.C Schweiker, G. Meyer, W. Panhofer, A. Vianello, Y. Ocic e la masterclass con il m° Flaksman.Intensa l’attività cameristica con vari gruppi e con l’Orchestra del Conservatorio sotto la direzione di A.F. Krager, A. Barchi e con l’Ensemble del Conservatorio con il violista V. Mendelssohn, con il primo violino dell’orchestra del teatro “La Scala” Francesco Manara.Ha svolto altrettanto intensa attività cameristica con la propria formazione, in trio con le flau-tiste G.Carlutti e S. Germano.

Il podereIl corpo aziendale ha una superficie di 15 ettari in cui sono inseriti: l’albergo-ristorante; le de-pendances nel verde, con camere dotate di servizi interni, tv e clima; la Casa Rossa con saletta “fogolâr” (caminetto in stile friulano) e adibita a sala riunioni; l’agricampeggio con giochi rusti-ci per i ragazzi, la rimessa per i bikers, la scuola d’equitazione con maneggio coperto.

La fattoriaOltre 15 ettari coltivati a cereali bio, foraggere, vigna, frutteto con varietà antiche e ortaggi biologici, frutti di bosco. Nei prati ombrosi pascolano in libertà manze, maiali, pollame, caval-li, asini e capre.Il laboratorio per confetture, la cantina, le scuderie e il piccolo museo della vita contadina com-pletano questa innovativa fattoria. Anche un breve soggiorno sarà l’occasione per una vacanza allegra, spensierata ma istruttiva poiché la forza dell’agriturismo consiste nella capacità di far ri-scoprire quei valori che stiamo dimenticando.

La LatariaNel Caseificio Sociale, un’imponente costruzione in sassi squadrati, si produceva l’eccezionale formaggio Vivaro, uno dei padri del Montasio: ora è stato trasformato nell’accogliente agrituri-smo Lataria dei Magredi, con 10 camere in stile country e ristoro agrituristico.

Page 7: Le Mele Antiche

L’ambizioso e lodevole progetto, che ha avuto il sostegno del servizio agricolo della Provincia di Pordenone, dell’ERSA e delle Amministrazioni Comunali del territorio, ha portato al risulta-to concreto dell’allestimento di un vivaio a Fanna, dove vengono coltivate le piantine da asse-gnare ai singoli imprenditori agricoli.

Giovanni Cattaruzzi svolge attività libero professionale e oltre alle consulenze nel campo prettamente agricolo (cura investimenti nel settore vitivinicolo, caseario ed agroenergetico) si occupa di progetti per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari friulani. In particolare si è occupato della progettazione e della realizzazione del dossier per l’ottenimento del marchio comunitario della D.O.P. per la mela del Friuli Venezia Giulia (commercializzata dal 2005 col logo Julia), di ricerche storico agrarie con realizzazione di mini pubblicazioni finali su prodotti caseari, varietà autoctone di fagioli delle Valli del Natisone e sull’olio friulano.Ha conosciuto il Gruppo Amatori Mele Antiche proprio durante lo sviluppo del suo lavoro sul-la mela friulana.

Ristorante Gelindo dei Magredi

Tiziano Trevisanutto chef del ristorante Gelindo dei Magredi fa parte della famiglia che gestisce l’azienda agricola e il ristorante dal 1970.Gran parte dei piatti che si gustano nel ristorante dell’ho-tel o nel ristoro agrituristico sono confezionati con pro-dotti biologici della fattoria: miele dei mille fiori dei Ma-gredi, burro, formaggio Montasio, polli, faraone, oche, germani, conigli, porchette, agnelli e struzzi allevati al-l’aperto nell’aria frizzante dei Magredi; sempre presenti nei menù gli gnocchi alle erbe selvatiche e le composte di frutta e verdure. Per la delizia dei palati le immancabili frittate di uova fre-sche di giornata, accompagnate dalle deliziose verdure dell’orto; il tutto innaffiato dai tipici vini dei Magredi.

Antonio Merici, nato a Udine nel 1985, inizia lo studio del violoncello nel 1992. Attualmente è iscritto al triennio superiore del Conservatorio di Udine nella scuola del prof. E. Francescato.Ha partecipato a vari corsi di perfezionamento con i maestri R. Baertz, H.C Schweiker, G. Meyer, W. Panhofer, A. Vianello, Y. Ocic e la masterclass con il m° Flaksman.Intensa l’attività cameristica con vari gruppi e con l’Orchestra del Conservatorio sotto la direzione di A.F. Krager, A. Barchi e con l’Ensemble del Conservatorio con il violista V. Mendelssohn, con il primo violino dell’orchestra del teatro “La Scala” Francesco Manara.Ha svolto altrettanto intensa attività cameristica con la propria formazione, in trio con le flau-tiste G.Carlutti e S. Germano.

Il podereIl corpo aziendale ha una superficie di 15 ettari in cui sono inseriti: l’albergo-ristorante; le de-pendances nel verde, con camere dotate di servizi interni, tv e clima; la Casa Rossa con saletta “fogolâr” (caminetto in stile friulano) e adibita a sala riunioni; l’agricampeggio con giochi rusti-ci per i ragazzi, la rimessa per i bikers, la scuola d’equitazione con maneggio coperto.

La fattoriaOltre 15 ettari coltivati a cereali bio, foraggere, vigna, frutteto con varietà antiche e ortaggi biologici, frutti di bosco. Nei prati ombrosi pascolano in libertà manze, maiali, pollame, caval-li, asini e capre.Il laboratorio per confetture, la cantina, le scuderie e il piccolo museo della vita contadina com-pletano questa innovativa fattoria. Anche un breve soggiorno sarà l’occasione per una vacanza allegra, spensierata ma istruttiva poiché la forza dell’agriturismo consiste nella capacità di far ri-scoprire quei valori che stiamo dimenticando.

La LatariaNel Caseificio Sociale, un’imponente costruzione in sassi squadrati, si produceva l’eccezionale formaggio Vivaro, uno dei padri del Montasio: ora è stato trasformato nell’accogliente agrituri-smo Lataria dei Magredi, con 10 camere in stile country e ristoro agrituristico.

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con il sostegno di

Gruppo amatori mele antichewww.meleantiche.it

Ristorante Gelindo dei Magredivia Roma33099 Vivaro (Pn)tel. 0427 97037 - cell 335 7170806www.gelindo.it

infoassociazione culturale “il caseificio”piazzetta walterpertoldo 4 - spilimbergo pntel 0427 50880 fax 0427 [email protected]

Ringraziamo per la collaborazione

Bianca Minigutti, Rosanna Paroni Bertoja, Massimo Somaglino e Andrea Trangoni per la ricerca dei testi.

Il linguaggio fotografico di Paolo Gallo ci porta in un’atmosfera inaspettata e spesso parados-sale e dissacrante, in una realtà dove il quotidiano diventa a volte straniante ed enigmatico. La fotografia rende vicine e immediate le cose lontane, esotiche e spesso rende remote le cose più familiari. Paolo Gallo collabora con la redazione di Fuoco Lento, Il Nuovo, Welcome FVG e numerose altre testate. Le sue foto sono visibili ed acquistabili sul sito:

www.paologallo.com

P.zza I Maggio 29 - Udine tel. 0432 502755 - fax 0432 510740