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1 LE DATE DELLA VICENDA 1 giugno 2001 - Serena Mollicone esce di casa la mattina, la sera non rientra. Scatta l’allarme. 3 giugno 2001 - Il cadavere di Serena è rinvenuto composto nella radura di Fontecupa, ore 12,15. 10 settembre 2002 - l’UACV e la Squadra mobile di Frosinone presentano alla Procura una relazione investigativa che indica Carmine Belli come l’assassino di Serena. 6 febbraio 2003 - Carmine Belli è ristretto in carcere su ordinanza di custodia cautelare del Gip dott. Francesco Galli, su istanza dei pubblici ministeri Maurizio Arcuri e Carlo Morra. 13 novembre 2003 - Carmine Belli è rinviato a giudizio per l’omicidio di Serena Mollicone. GUP Claudio Di Ruzza. 14 gennaio 2004 - Inizia il processo a Cassino in Corte d’Assise di primo Grado, Presidente Biagio Magliocca, Giudice a latere Anna Maria De Santis. Giudici popolari Maria Palombo, Fabio Salvato, Giacinto Di Lanna, Flora Cacace, Maria Grazia Spiridigliozzi, Pasquale A.A. Maria. Difensori di Belli sono gli avvocati Silvana Cristoforo e Romano Misserville, consulente criminologo Carmelo Lavorino 7 luglio 2004 - Carmine Belli è assolto. 31 gennaio 2006 - Carmine Belli è assolto anche in Corte d’assise d’appello di Roma. Presidente Antonio Cappiello, Giudice a latere Antonio Sensale. Giudici popolari Bruno Albiani, Gianluca Bistarelli, Pietro Pezzetti, Pamela Favoloro, Nello Rossetti, Maria Antonietta Diretti. Belli è difeso dagli avvocati Roberto Migno ed Eduardo Rotondi, consulente criminologo Carmelo Lavorino. 6 ottobre 2006 - La Cassazione chiude definitivamente il caso: Belli è innocente. La sentenza è della Prima sezione penale, Presidente Giovanni Silvestri, Consiglieri: Giovanni Canzio, Umberto Giordano, Emilio Giovanni Gironi, Giancarlo Urban. 28 marzo 2008 - Il brigadiere Santino Tuzi dichiara ai PM di Cassino che Serena Mollicone, il giorno della scomparsa, si è recata presso la caserma dei CCin Arce, verso le 11,30-12,00, e si è diretta verso gli appartamenti della famiglia del m.llo Mottola. Tre giorni dopo ritratta, Poi riconferma. 11 aprile 2008 - Il brigadiere Santino Tuzi si suicida con la pistola d'ordinanza durante una conversazione telefonica con l'ex amante Anna Rita Torriero. 18 novembre 2009 - Il proc. capo di Cassino dr Mario Mercone chiede l'archiviazione nei confronti di Marco e Franco Mottola, la parte offesa si oppone e chiede investigazioni suppletive. Giugno 2010 - Il proc. capo dr Mercone iscrive nel registro degli indagati Marco Mottola, Franco Mottola, Anna Maria Mottola, Francesco Suprano, Michele Fioretti e Rosina Patigianone e ignoti, ipotizzando che la combinazione criminale possa essere formata dai primi quattro da soli o in concorso tra di essi e/o con ignoti o dagli altri due da soli, oppure in concorso tra di essi e/o con ignoti. 2010 – 2012 - Si svolgono gli accertamenti tecnici e le perizie di tipo biologico e dattiloscopico. Di fatto non vi è nessuna compatibilità fra i reperti in analisi e quelli in comparazione riferiti ai sei indagati Marco Mottola, Franco Mottola, Anna Maria Mottola, Francesco Suprano, Michele Fioretti e Rosina Patigianone. 20 febbraio2013 - Il procuratore dr Mercone dispone di controllare il Dna e le impronte papillari di 180 persone che, per diversi motivi, sono e/o possono essere venute in contatto con Serena Mollicone e/o con il suo cadavere.

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LE DATE DELLA VICENDA

1 giugno 2001 - Serena Mollicone esce di casa la mattina, la sera non rientra. Scatta l’allarme.

3 giugno 2001 - Il cadavere di Serena è rinvenuto composto nella radura di Fontecupa, ore 12,15.

10 settembre 2002 - l’UACV e la Squadra mobile di Frosinone presentano alla Procura una relazione

investigativa che indica Carmine Belli come l’assassino di Serena.

6 febbraio 2003 - Carmine Belli è ristretto in carcere su ordinanza di custodia cautelare del Gip dott.

Francesco Galli, su istanza dei pubblici ministeri Maurizio Arcuri e Carlo Morra.

13 novembre 2003 - Carmine Belli è rinviato a giudizio per l’omicidio di Serena Mollicone. GUP

Claudio Di Ruzza.

14 gennaio 2004 - Inizia il processo a Cassino in Corte d’Assise di primo Grado, Presidente Biagio

Magliocca, Giudice a latere Anna Maria De Santis. Giudici popolari Maria Palombo, Fabio Salvato,

Giacinto Di Lanna, Flora Cacace, Maria Grazia Spiridigliozzi, Pasquale A.A. Maria. Difensori di Belli

sono gli avvocati Silvana Cristoforo e Romano Misserville, consulente criminologo Carmelo Lavorino

7 luglio 2004 - Carmine Belli è assolto.

31 gennaio 2006 - Carmine Belli è assolto anche in Corte d’assise d’appello di Roma. Presidente

Antonio Cappiello, Giudice a latere Antonio Sensale. Giudici popolari Bruno Albiani, Gianluca

Bistarelli, Pietro Pezzetti, Pamela Favoloro, Nello Rossetti, Maria Antonietta Diretti. Belli è difeso

dagli avvocati Roberto Migno ed Eduardo Rotondi, consulente criminologo Carmelo Lavorino.

6 ottobre 2006 - La Cassazione chiude definitivamente il caso: Belli è innocente. La sentenza è della

Prima sezione penale, Presidente Giovanni Silvestri, Consiglieri: Giovanni Canzio, Umberto

Giordano, Emilio Giovanni Gironi, Giancarlo Urban.

28 marzo 2008 - Il brigadiere Santino Tuzi dichiara ai PM di Cassino che Serena Mollicone, il giorno

della scomparsa, si è recata presso la caserma dei CCin Arce, verso le 11,30-12,00, e si è diretta verso

gli appartamenti della famiglia del m.llo Mottola. Tre giorni dopo ritratta, Poi riconferma.

11 aprile 2008 - Il brigadiere Santino Tuzi si suicida con la pistola d'ordinanza durante una

conversazione telefonica con l'ex amante Anna Rita Torriero.

18 novembre 2009 - Il proc. capo di Cassino dr Mario Mercone chiede l'archiviazione nei confronti

di Marco e Franco Mottola, la parte offesa si oppone e chiede investigazioni suppletive.

Giugno 2010 - Il proc. capo dr Mercone iscrive nel registro degli indagati Marco Mottola, Franco

Mottola, Anna Maria Mottola, Francesco Suprano, Michele Fioretti e Rosina Patigianone e ignoti,

ipotizzando che la combinazione criminale possa essere formata dai primi quattro da soli o in concorso

tra di essi e/o con ignoti o dagli altri due da soli, oppure in concorso tra di essi e/o con ignoti.

2010 – 2012 - Si svolgono gli accertamenti tecnici e le perizie di tipo biologico e dattiloscopico. Di

fatto non vi è nessuna compatibilità fra i reperti in analisi e quelli in comparazione riferiti ai sei

indagati Marco Mottola, Franco Mottola, Anna Maria Mottola, Francesco Suprano, Michele Fioretti e

Rosina Patigianone.

20 febbraio2013 - Il procuratore dr Mercone dispone di controllare il Dna e le impronte papillari di

180 persone che, per diversi motivi, sono e/o possono essere venute in contatto con Serena Mollicone

e/o con il suo cadavere.

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IL GIALLO DI ARCE E L'ASSOLUZIONE DI CARMINE BELLI

“IL CAPOLAVORO DEL SEGUGIO”

Carmine Belli, noto come “il carrozziere d’Arce”, venne accusato, incarcerato e processato

per l'omicidio di Serena Mollicone, noto come IL GIALLO DI ARCE. Dopo 17 mesi di carcere

e alla fine del processo di primo grado venne assolto e scarcerato. Belli era stato “puntato”

come assassino dalla Procura di Cassino, dalla Squadra Mobile di Frosinone e dall'UACV

della Criminalpol. Venne salvato da un validissimo collegio difensivo e dal CESCRIN (Centro

Studi Investigazione Criminale). Il CESCRIN effettuò attività tecniche, investigative e

criminalistiche di prim'ordine, tanto da farlo assolvere in tutti e tre i gradi di giudizio.

DetectiveCrime riporta tutte le attività d'indagine difensive che contribuirono a fare

assolvere Belli e che vennero definite “IL CAPOLAVORO DEL SEGUGIO”. Il contributo è

dei componenti il Pool che fece assolvere Belli: Fernanda Carraccia, Dante Davalli, Enrico

Delli Compagni, Carmelo Lavorino, Marco Lilli, Jusy Ruffo. A volte, per motivi di conoscenza

diretta, la descrizione è fatta in prima persona dal prof. Lavorino, a volte dall'intero gruppo.

1 – LA SCOMPARSA DI SERENA E IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE

Serena Mollicone scompare la mattina del 1° giugno 2001. In serata ne danno l’allarme il

padre e il fidanzato. Il suo cadavere sarà rinvenuto due giorni dopo in Fontecupa, composto

in modo originale, macabro, strano e intrigante, accanto a vecchi televisori abbandonati,

nascosto da rami e fogliame, dietro un contenitore di metallo.

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SOMMARIO

LA SCOMPARSA E IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE

LE PISTE INVESTIGATIVE SEGUITE

GLI AVVISTAMENTI DI SERENA MOLLICONE

VIENE PUNTATO CARMINE BELLI

I MOTIVI INIZIALI DI SOSPETTO VERSO CARMINE BELLI

IL MODUS OPERANDI SECONDO L'IMPIANTO ACCUSATORIO

LE 21 TESI DELL’IMPIANTO ACCUSATORIO

LA SINTESI DELLE ATTIVITÀ DI INDAGINE DIFENSIVA

IL PROCESSO

L'impianto accusatorio contro Carmine

Belli era formato da 21 Tesi molto forti,

che vennero confutate e demolite dal

CESCRIN con la logica sistemica e

l'applicazione del Metodo MOCCI.

Nel prossimo numero pubblicheremo la

confutazione completa delle 21 Tesi.

INDAGINI DIFENSIVE

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Nella radura di Fontecupa, verso le ore 12,15 del 3 giugno, durante una perlustrazione ad opera dei

volontari della protezione civile, è rinvenuto il cadavere di Serena Mollicone, nascosto da alberi e da

una vegetazione rigogliosa. La zona è sconosciuta ai più, un ritrovo di coppiette, di spacciatori e

consumatori di droga, un luogo di passaggio per i pescatori del fiume Liri, distante una cinquantina di

metri.

All'interno della radura c’è la discarica di televisori ed altri oggetti.

Serena giace dietro un contenitore metallico di forma parallelepipeda e i televisori abbandonati

nella discarica. La parte superiore del corpo è coperta da vegetazione verde, ben fissata da tre rami

spezzati e conficcati nel terreno. Il capo è nascosto in una busta di nylon bianca col marchio Eurospin.

Durante l’ispezione cadaverica presso l’obitorio di Sora, il medico legale Antonella Conticelli

scoprirà che il viso era avvolto da un nastro adesivo bianco marca Ghost, largo circa 5 centimetri -

cinque giri dal naso al mento. La busta Eurospin è chiusa da altro nastro adesivo bianco. Le mani

sono dietro la schiena con i polsi uniti e legati dal nastro Ghost; sul nastro dei polsi è annodato e

stretto del filo metallico. Il primo terzo delle caviglie è legato da nastro adesivo su cui è serrato altro

filo metallico. Le caviglie sono tenute strette da filo metallico legato sopra gli scarponcini neri.

Il corpo è collegato a un arbusto distante circa due metri, tramite un rocchetto di filo metallico

ricoperto da plastica di colore rosso. A circa cinque metri dal corpo, fra la vegetazione, sono sparsi

una tesina scolastica con la copertina, una tesina sulla follia, un libro di diritto dal titolo “Elementi di

diritto. Nozioni di diritto del lavoro. Legislazione sociale” edizioni Giunti, una monografia di Van

Gogh. All’interno del libro c’è la ricevuta di pagamento della visita ortopanoramica con orario 8,37.

Le foto della scena del rinvenimento di Serena ci hanno fatto dedurre per due motivi che il

contenitore era stato spostato da poche ore. Primo, quando il contenitore metallico è stato spostato dai

carabinieri l’erba era ancora fresca. Secondo, a pochi metri si intravedono le tracce precedenti della

sua base, tracce dell’erba secca e piegata dalla presenza del contenitore per diversi giorni.

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I primi ad arrivare sono i Carabinieri di Fontana Liri, poi

intervengono i Carabinieri della Scientifica e subito dopo il

medico legale Antonella Conticelli. Vengono attuate le prime

procedure di non contaminazione della scena, di ispezione

esterna e di sopralluogo. Il tutto viene filmato e fotografato.

Dopo le procedure di rito il corpo di Serena viene trasportato all’ospedale di Sora dove, alle 15,30,

ha inizio l’ispezione esterna della salma: l’operazione viene filmata e fotografata.

Secondo il medico legale le cause della morte sono “asfissia meccanica da occlusione completa

degli orifizi nasale e buccale in soggetto con shock traumatico ed emorragico, affetto da iperplasia

timica”. Risulta che Serena ha subito un colpo alla testa (sopracciglio sinistro) ed ha perso i sensi; lo

shock traumatico ha provocato il coma; l’imbavagliamento e l’occlusione della bocca e del naso sono

stati il colpo di grazia per causare la morte.

Sempre il 4 giugno i Carabinieri di Isola Liri, dopo una minuziosa opera di pulizia e di

disboscamento della zona trovano fra i cespugli il restante del rotolo di nastro adesivo bianco marca

Ghost usato per legare Serena, un paio di forbici arrugginite, un rocchetto di filo metallico, l’anima di

cartone di un rotolo di carta. Il primo reperto è sicuramente connesso alla morte di Serena, degli altri

non vi è prova.

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Fotografie del contenitore di metallo messo davanti al corpo di Serena e di tre vedute del corpo: la parte

superiore, la parte inferiore e la testa avvolta dal sacchetto Eurospin.

In alto a sinistra il corpo di Serena Mollicone In alto a destra i libri e la tesina.In basso a destra il filo del rocchetto indicato dalle due freccette rosse.

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2 - LE PISTE INVESTIGATIVE SEGUITE

NON PORTANO A SOLUZIONE

Gli inquirenti seguono diverse piste, tutte infruttuose, se ne elencano le più importanti:

- il maniaco che si appropria della preda e cerca di possederla in un luogo appartato, per poi dare il via

al fantasioso e ossessivo rito compositivo;

- il conoscente che perde il controllo per motivi da individuare e colpisce la ragazza che perde i sensi,

non se la sente di affrontare le proprie responsabilità, ha troppo da perdere, decide per lei la “dolce

morte” seguita dall’occultamento protettivo e liberatorio;

- il non conoscente che la uccide per motivi indefiniti e poi dà il via alla spettacolare composizione e

messinscena;

- qualcuno del gruppo parentale stretto o allargato che la colpisce in seguito a litigio;

- un corteggiatore respinto che la uccide in preda all’ira, per poi pentirsi e dare il via al complicato

rituale;

- un probabile serial killer all’inizio della sua carriera, o, addirittura, un serial killer del tipo itinerante

che pianifica omicidi complicati per poi assaporarne gli effetti scenici e mediatici;

- il grande esecutore di una misteriosa setta criminale, oppure, il killer di una setta esoterica collegata

ad altri misteriosi omicidi;

- un delitto malavitoso per una vendetta di cui se ne ignora il movente e il contesto;

- un delitto occasionale con motivazione collegata allo spaccio di droga o al solo consumo, oppure, a

ipotetiche frequentazioni pericolose della ragazza;

- aggressione in seguito a litigio in contesto di amicizia di vario livello, da amiche di scuola ad

amicizie maschili, per poi effettuare una serie di attività per depistare le indagini, condite da una

serie di intelligenti menzogne;

- un automobilista che le ha dato un passaggio occasionale;

- malavitosi provenienti dalla Campania collegati a colletti bianchi.

3 - GLI AVVISTAMENTI DI SERENA MOLLICONE

Elenchiamo gli avvistamenti fatti di Serena Mollicone premettendo che (1) c'è la presenza di

due ragazze che hanno una certa somiglianza con lei: Katia Abballe, della zona Anitrella, anche

lei vestita con pantaloni neri e maglietta rossa, e Sabrina Pede; (2) alcune persone la descrivono

con una maglietta celeste, altre con quella rossa a fiorellini che è la stessa del suo ritrovamento.

Serena Mollicone abita in via Manfredi ad Arce, assieme al padre Guglielmo, vedovo della moglie

Bernarda Di Folco, morta quando Serena aveva appena sei anni.

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Esce di casa verso le 7,10 per salire sul pullman che la porterà all’ospedale di Isola Liri per un

esame ortopanoramico. Nel pullman incontra le amiche Elena e Francesca Consiglio e Federica Di

Palma.

È giorno di mercato ad Arce. Appena sulla piazza viene notata da Silvio Vellone, un ambulante che

la descrive con la maglietta celeste.

Serena acquista il biglietto al bar Caldaroni in via Borgo Murata e alle 7,45 sale sul pullman che si

ferma a Isola Liri e porta a Sora.

Scende a Isola Liri e va all’ospedale, dove alle 8,37 paga il ticket per l'ortopanoramica e attende di

essere chiamata. Viene notata da Benedetto Ranaldi, primario di radiologia, che quel giorno è presente

ma non in servizio. Si sottopone all’esame e chiede di avere il referto per consegnarlo al suo dentista

nel pomeriggio, ma Enzina Iafrate, il tecnico di laboratorio, non potrà darle il risultato della lastra fino

al martedì successivo, causa l’assenza del primario. La Iafrate la descrive con la maglietta chiara.

Alle 9,10 l’ex fidanzato Tony Paolucci la vede nei pressi della fermata Cotral direzione Sora, in via

Taverna nuova, a 300 metri dall’ospedale.

Verso le 9,20 Domenico Gabrielli, cugino di Angelo Buttarazzi, un suo ex fidanzato, scambia

alcune parole con Serena mentre lui attende il bus per Sora assieme all’amico Alessandro Alfonso. Lei

è dall’altra parte della strada, presso la fermata del bus direzione Arce, accanto al negozio Ortelio.

Alle 9,30 Gino Gabriele, che è sul pullman Arce-Sora, la vede all’altezza del negozio di

cartolibreria Ortelio; Serena è ancora alla fermata del bus, nei pressi della rotatoria, mentre fa

l’autostop verso Arce.

Una cliente della lavanderia Mille bolle blu la descrive di fronte alla cartolibreria Ortelio.

Alle 9,35 Alfredo Villa, figlio della proprietaria dell'Emporio Ortelio , la nota di fronte al proprio

negozio, mentre attende il bus per dieci-quindici minuti e poi si avvia verso la rotatoria.

Nel pomeriggio è descritta da tre persone, Loreto Reale, Roberta Panico, Simonetta Bianchi, da

alcuni avventori e dal figlioletto della Panico, presso il bar La Valle, a circa 300 metri in linea d'aria

dove sarà rinvenuta cadavere il 1° giugno. In realtà non si tratta di Serena Mollicone, ma della sua

“quasi sosia”, Katia Abballe.

Infine c’è Carmine Belli, con l’avvistamento che un anno dopo lo metterà nei guai: Carmine Belli e

il suo socio Pierpaolo Tomaselli dichiarano che, tornando in macchina da Isola Liri hanno notato,

all’altezza della fermata del pullman presso il Bar della Valle, una ragazza che piangeva e/o litigava

con un ragazzo dai capelli biondi e corti, mechati. Belli, guardando le fotografie di Serena, si dirà

convinto che era proprio lei la ragazza vista piangere. In realtà, l’episodio raccontato da Belli e dal suo

socio è del 31 maggio, a prescindere se trattavasi di Serena o di una ragazza vagamente somigliante.

Qualcuno la vede in Arce

Amerigo Zeppieri, autista del pullman che da Sora porta ad Arce (partenza da Sora ore 10,30, arrivo

ad Arce ore 11,30), dichiara di averla vista nel pullman e di averla fatta scendere alle 11,25 alla

fermata del capolinea in Arce, vicino alle poste. La ragazza gli avrebbe parlato di una visita dentistica.

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Valentina Cianchetti, una sua amica, dice di averla vista e salutata verso le 11,40 al mercato di

Arce, all’altezza del negozio del padre.

Il brigadiere Santino Tuzi nel 2008 dichiarerà di averla vista entrare nei locali abitati dal

maresciallo Mottola presso la caserma dei CC di Arce verso le 11:30; Tuzi ritratterà questa

dichiarazione per poi confermarle, si suiciderà nell'aprile del 20081 senza avere provato le sue

gravissime dichiarazioni.

La sua ex maestra Elvira Mollicone ricorda di averla vista e salutata attorno alle 13,15 circa, al

mercato.

Se questi avvistamenti fossero certi, Serena sarebbe tornata a casa alle 11,30 e sarebbe uscita

nuovamente verso le 13 per prendere un pullman o per fare l’autostop. Per andare dove?

1 C'è stata un'inchiesta molto rigorosa in tal senso, iscrivendo nel registro degli indagati il m.llo Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco, il carabiniere Francesco Suprano, il fidanzato di Serena e la madre, Michele Fioretti e Rosina Partigianone: non è emerso alcun elemento nei loro confronti, sia in ipotesi di azioni autonome, sia del tipo congiunto.

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LA SCENA GENERALE DEL CRIMINE

La vicenda si svolge in Ciociaria, nella zona compresa fra Sora, Isola Liri, Monte San Giovanni Campano, Arce, Santopadre ed Arpino.

• Arce è il paese dove abitava Serena Mollicone, la vittima, e dove vive Carmine Belli in Rocca

d’Arce, frazione di Arce, Belli aveva e continua ad avere la sua officina di carrozziere.

• Isola Liri è il paese dove Serena si è recata la mattina della scomparsa.

• Sora è la cittadina dove Serena andava a scuola, presso l’Istituto psicopedagogico.

• Cassino è la città dove hanno sede la Procura che ha coordinato le indagini e il Tribunale dove si è

svolto il processo di primo grado a Carmine Belli.

• Frosinone, capoluogo della Ciociaria, è la sede della Squadra Mobile che ha indagato su Carmine

Belli.

• A circa metà strada fra Arce e Isola Liri c’è Fontecupa, la radura boscosa in cui Serena fu rinvenuta

cadavere due giorni dopo la sua scomparsa. A 700 metri c’è il bar Della Valle, noto anche come

“Chioppetelle” o “Pioppetelle”.

• San Giovanni Campano, Santopadre ed Arpino sono luoghi d’interesse investigativo.

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ARCE – I MOVIMENTI MATTUTINI DI SERENA MOLLICONE, 1° GIUGNO 2001

1 - Casa di Serena Mollicone (Via Manfredi)

2 - Piazzetta di fronte la chiesa

3 - Negozio del padre. Zona dove è stata vista alle 7,30 dall’ambulante Silvio Vellone. Zona

dove è stata notata verso le 11,40-12 da Valentina Cianchetti.

4 - Zona dove è stata vista da Elvira Mollicone h 13,15 circa.

5 - Zona dove è stata vista dall’autista del Cotral Amerigo Zeppieri verso le ore 11,25

6 - Il bar Caldaroni

7 - La caserma dei Carabinieri, dove il brig. Santino Tuzi ha dichiarato di averla vista alle ore

11,30 – 12,00

La punta della freccia rossa in alto a sinistra indica la zona dove

si prende l’autobus per Sora.

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ISOLA LIRI – ZONE DI AVVISTAMENTI DI SERENA MOLLICONE

1 – Rotonda fra via Napoli e via Po

2 – Fermata Cotral di fronte il negozio Emporio Ortelio

3 – Ospedale di Isola Liri

4 - Zona Ospedale, via Taverna Nuova

5 – Bar Facchini, piazza XX Settembre

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Nominativo Avvistatore

Attività

Ore Luogo di avvistamento Attività della ragazza avvistata

Silvio Vellone, amico del padre, ambulante

7,15 Arce - Mercato Stava procedendo verso Arce bassa, zona PTT e fermata autobus

Francesca ed Elena Consiglio, Federica Di Palma, amiche di scuola

7,408,20

Autobus per Sora Andava verso Isola Liri e Sora, era in pullman

Benedetto Ranaldi, primario di radiologia

8,50 OspedaleIsola Liri superiore

Seduta, sta leggendo

Enzina Iafrate, tecnico di radiologia

8,50 OspedaleIsola Liri superiore

Le fa la lastra

Tony Paolucci, conoscente

9,10 Uscita ospedaleIsola Liri superiore

Attende autobus per Sora

Domenico Gabrielli, conoscente

9.20 Isola Liri bassa, di fronte negozio Ortelio

Attende autobus per Arce

Alessandro Alfonso, conoscente

9,20 Isola Liri bassa, di fronte negozio Ortelio

Attende autobus per Arce

Gino Gabriele, conoscente

9,30 Isola Liri bassa, di fronte negozio Ortelio

Attende autobus per Arce

Lavanderia Alessia Marchione

9,309,40

Fra neg. Ortelio e rotatoria,incrocio Via Po Via Napoli

Fa l'autostop

Alfredo Villa, proprietario negozio

9,35 9,40

Di fronte negozio Ortelio Si avvia per fare l’autostop fra le 9,30 e le 10.

Vincenzo Vano, commerciante

9,359,40

SS 82 ArpinoDistributore Esso

Litigio con una persona in vettura. Attende bus per Fontana Liri

Antonella Mizzoni, commerciante

1111,30

Forno a legna – Isola LiriVia Taverna Nuova

Compra quattro pizzette e cornetti

Emanuela TomassiNatascia Elia

11,35 Isola Liri - Bar Facchini –Piazza XX settembre

Seduta a al bar con due ragazzi / Motorino

Amerigo Zeppieri

11,35 Da Isola Liri a ArceFermata Bus PPTT

Scende dal bus

Valentina Cianchetti, amica

11,4012,00

Arce - Mercato Vicino bancarella del mercato

Santino Tuzi, brigadiere CC Arce

12,00 circa

Arce – Caserma dei Carabinieri

Si avvia verso l'abitazione della famiglia Mottola

Elvira Mollicone, ex maestra

13,15 Arce - altezza statua Padre Pio

Procede verso la zona chiesa/piazzetta

Loredana SpalvieriVilfredo Antonini

16-17

Isola LiriBar Lo Sfizio

Entra, va in bagno, esce

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4 - VIENE PUNTATO CARMINE BELLI

Mentre i Carabinieri seguono diverse piste, fra cui quella del padre, dello zio e della sorella di

Serena, tanto da attivare il controllo telefonico e i movimenti bancari di tutti, la Squadra mobile di

Frosinone diretta da Cristiano Tatarelli e l’UACV (Unità Analisi Crimine Violento) diretta da Carlo

Bui, per una serie di motivi puntano Carmine Belli, un carrozziere d’Arce. L’uomo, il pomeriggio di

sabato 2 giugno, giorno dopo la scomparsa, vedendo alcune foto di Serena che nel frattempo era

cercata da tutti, dichiara “… ma io questa ragazza l’ho vista ieri mattina alla fermata del bar Della

Valle, era assieme a un ragazzo con i capelli biondi mechati che la strattonava per un braccio, la

ragazza piangeva. Era vestita con una maglietta rossa e i pantaloni neri … Stavo tornando da Isola

Liri dove avevo comprato un barattolo di vernice per una macchina … con me c’era il mio socio

Pierpaolo Tomaselli … erano le 10,15 - 10,30 del 1° giugno”.

Il socio Pierpaolo Tomaselli per undici interrogatori conferma, poi ha dei dubbi, ma non ritratta

l’avvistamento di una ragazza e di un ragazzo che stavano litigando alla fermata dell’autobus e la

circostanza che Belli fosse assieme a lui.

Personalmente ho sempre ritenuto che Carmine Belli doveva essere “attenzionato”, ma che poi

doveva essere escluso per assoluta mancanza di indizi. Difatti, è bastato un semplice riscontro per

capire che l’avvistamento non era del 1° giugno, bensì del giorno prima, il 31 maggio: ed era il 31

maggio quando i due si sono recati a Isola Liri per l’acquisto della vernice per la macchina su cui

lavorare il giorno dopo. Tutto quadrava, compresi lo scontrino e la dichiarazione del titolare del

negozio che aveva venduto il barattolo di vernice: acquisto del barattolo di vernice il 31 maggio,

attività di lavoro sulla macchina da consegnare il 1° giugno.

Invece, Carmine Belli ha un profilo che secondo qualche inquirente “coincide con quello

dell’assassino”, quindi non esce dalla rosa dei sospettati … anzi, il cerchio si stringe solo attorno a lui:

più Belli parla e più si contraddice, più parla e più produce elementi contro di sé.

Comunque, nei confronti di Carmine Belli viene sviluppata un’attività di attenzionamento

investigativo tale che il 10 settembre 2002 l’UACV e la Squadra mobile di Frosinone depositano una

relazione investigativa con dieci tesi in cui indicano Belli come il responsabile dell’uccisione di

Serena Mollicone.

I pubblici ministeri Maurizio Arcuri e Carlo Morra, in base alla suddetta relazione e ad altri

elementi chiedono l’arresto di Belli, il giudice per le indagini preliminari Francesco Galli ordina

l’arresto che viene eseguito il 6 febbraio 2003.

Sabato 8 marzo 2003, Roma,

Mentre tenevo una lezione di criminologia investigativa sulle metodologie investigative e,

coincidenza incredibile, parlavo proprio dell’omicidio di Serena Mollicone e dell’arresto di Carmine

Belli, mi telefonava Silvana Cristoforo, l'avvocato difensore di Belli, la quale mi chiedeva se volevo

accettare l’incarico di consulente criminologo criminalista per la difesa di Belli, con lo scopo di

11

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confutare le tesi dell’impianto accusatorio e, soprattutto, quelle della famosa UACV. Incarichi del

genere non si accettano a cuor leggero, difatti, difendere Belli significava difendere il bruto aggressore

ed assassino di una ragazza semplice, onesta, solare. Significava difendere un “mostro” che l’opinione

pubblica e parte della Magistratura giudicante (Gip e Tribunale del riesame) avevano già dichiarato

“degno di galera”. Difendere Carmine Belli era un’impresa difficile, rischiosa, impopolare e

“antipatica”.

Ci pensai sopra un paio d’ore, ben sapendo che non avevo motivi morali, etici e logici per rifiutare.

Il giorno dopo accettai ufficialmente l’incarico per l’alto livello dello scontro e per il grande interesse

professionale, oltre al sottile piacere di incontrare, dopo anni, alcuni appartenenti alla famosa squadra

antimostro (SAM) che avevo conosciuto a Firenze, ai tempi del processo Pacciani2.

Convocai il mio gruppo CESCRIN, formato da specialisti3 che comprendono e parlano il linguaggio

dell’analisi investigativa e del metodo d’investigazione criminale denominato MOCCI (Modello

Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo).

La difesa tecnica di Carmine Belli in tutti e tre i gradi di giudizio sarà per noi un’enorme

soddisfazione umana e professionale, anche per non aver permesso che la Giustizia punisse

ingiustamente un uomo innocente e che quindi facesse cadere il velo dell'oblio errorifico sul vero

assassino di Serena.

2 Carmelo Lavorino intervenne al processo d'appello contro Pietro Pacciani dopo la sua condanna in primo

grado a 14 ergastoli, formando e coordinando un pool tecnico-investigativo, il cui dominus era l'avv. Nino

Marazzita. Pacciani fu assolto, per poi morire in circostanze misteriose.3 Il gruppo di lavoro era formato da persone che avevano partecipato a diversi corsi di analisi investigativa e

che collaboravano con la rivista Detective & Crime: due psicologi che avevano ormai assunto una vera e propria mentalità di analisi investigativa, Giusy Ruffo ed Enrico Delli Compagni; due investigatori privati autorizzati alle indagini penali e consulenti tecnici criminalisti, Marco Lilli di Terni e Dante Davalli di Reggio Emilia, l’analista Fernanda Carraccia. Specialisti che avevano collaborato con noi in diversi casi di omicidio e di falso suicidio, Cogne compreso. Gli specialisti esterni erano: Claudio Lavorino biologo, l’esperto in intelligence e sicurezza Giovanni Manunta, il medico legale Giancarlo Umani Ronchi, lo psichiatra Matteo Villanova ed altri.

12

PROPONIAMO AL LETTORE I SEGUENTI QUATTRO ARGOMENTI:

1. I QUATTRO INIZIALI motivi di sospetto contro Carmine Belli

2. Il modus operandi omicidiario di Carmine Belli secondo l'IMPIANTO

3. ACCUSATORIO

4. Le 21 tesi dell'IMPIANTO ACCUSATORIO

5. La SINTESI delle attività di indagine difensiva

Nel prossimo numero sarà pubblicata la nostra AICS (Analisi

Investigativa Criminale Sistemica) di confutazione alle 21 Tesi

dell'IMPIANTO ACCUSATORIO, 32 pagine.

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5 – I MOTIVI INIZIALI DI SOSPETTO VERSO CARMINE BELLI

Carmine Belli è stato attenzionato per i seguenti quattro ordini di motivi:

1 - l’avvistamento di venerdì 1 giugno 2001 presso la fermata dell’autobus di fronte al bar Della

Valle risultava impossibile, perché Belli non era passato in quella zona venerdì 1 giugno, ma il

giorno prima, giovedì 31 maggio; quindi Belli era mendace ;

2 - la mattina di giovedì 31 maggio Serena era a scuola; quindi Belli aveva descritto una scena

non vera, con Serena presente dove e quando non poteva essere, nemmeno il 31 maggio;

3 - Belli descriveva una scena del 31 maggio con Serena vestita come lo era il giorno dopo, il

giorno della scomparsa; quindi, Belli era a conoscenza di come era vestita Serena al momento

dell’uccisione ;

4 - Belli aveva tenuto un comportamento contraddittorio; di fatto, il muro di autoprotezione

che aveva costruito era caduto.

Nota. Tutte le piste furono abbandonate e le investigazioni si concentrarono solo su Belli,

divenuto oggetto di una serie di ispezioni, perquisizioni e colloqui investigativi, tutte attività

tese a dimostrarne la colpevolezza. Ormai chi indagava era slittato nel metodo induttivo

concentrico, cioè, “Ho il convincimento che sei stato tu, cerco soltanto elementi utili a

dimostrare la mia ipotesi”.

Era giusto sospettare di Belli ed attenzionarlo, ma sarebbe stato giusto fermarsi in tempo,

senza scadere nell'innamoramento del sospetto e della tesi.

Nota. È il caso di rammentare la massima di Schopenauer: “Un'ipotesi svolge nella testa, una

volta che vi si è insediata o, addirittura, vi è nata, una vita che somiglia a quella di un organismo,

in quanto dal mondo esterno assimila soltanto ciò che le è giovevole e omogeneo, mentre

respinge ciò che le è eterogeneo e nocivo, oppure, se non può assolutamente fare a meno di

accoglierlo, lo espelle poi tale e quale".

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A sinistra Serena Mollicone, a destra Carmine Belli.

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6 - IL MODUS OPERANDI OMICIDIARIO DI CARMINE BELLI

SECONDO L'IMPIANTO ACCUSATORIO

Secondo l’impianto accusatorio Carmine Belli avrebbe agito contro Serena col seguente

modus operandi:

fra le ore 9,35 e le 10,10 ghermisce Serena in Isola Liri, presso la rotatoria;

Belli ha Serena in macchina accanto a sé; tenta un approccio, Serena si oppone, la colpisce alla

tempia sinistra con un corpo contundente;

accade l’irreparabile, a Serena sgorga copiosamente il sangue;

inizia a determinare e produrre attività di alterazione della scena e di messinscena, di

manipolazione del corpo di Serena, di legamento, confezionamento e imbustamento, seguite da

attività organizzate di allontanamento dalla scena e dal cadavere;

mette in essere una serie di comportamenti per depistare, inquinare e fuorviare le indagini e per

alterare lo stato dei fatti e dei luoghi, riassumibili nei seguenti cinque punti:

1. l’ipotetico avvistamento di Serena - poi rivelatosi impossibile e quindi indizio di menzogna

architettata - alle ore 10,15 / 10,30 del giorno stesso della scomparsa venerdì 1 giugno 2001,

con la descrizione di Serena con maglia rossa, pantaloni alla pescatora e zaino; uno strano

avvistamento avvenuto a poche decine di metri di distanza dalla località di rinvenimento del

cadavere;

2. la dichiarazione tardiva che qualche volta aveva dato passaggi in macchina a Serena;

3. il fatto che conoscesse e frequentasse la località Fontecupa;

4. una lunga serie di contraddizioni; di menzogne, di comportamenti ulteriormente depistanti e

inquinanti le indagini che solo un soggetto consapevole di avere una enorme responsabilità

nell’uccisione di Serena avrebbe potuto mettere in atto con i modi, le tecniche e i significati

agiti proprio dal Belli.

Oggi, col senno del poi, ritengo che ci fosse da impallidire di fronte a un impianto accusatorio

così forte, complesso ed accerchiante, e mi chiedo come mai fui così “curiosone” da accettare di

confutare a livello criminalistico criminologico investigativo questo paradigma costruito dai

giganti dell’investigazione criminale. Era una situazione che avevo già vissuto per i citati casi di

Pacciani e via Poma, ma anche per altri, come l’omicidio del brigadiere dei Carabinieri

Giuseppe Incorvaia (1994), la morte dell’imprenditore Mario Natali (1997), l’omicidio di Cinzia

Bruno (Roma 1992) dove il marito Massimo Pisano, condannato all’ergastolo, si fece sette anni

di galera per poi essere riconosciuto innocente in un processo di revisione basato sulle mie

consulenze e su articoli usciti sulla rivista Detective & Crime.

E poi, come mi ha insegnato uno dei miei Maestri, il grandissimo e indimenticabile Tom

Ponzi, “Il Number One”: “…non ci puoi fare nulla perché è la PASSIONACCIA che ti guida,

quando hai l’istinto investigativo del ricercatore della Verità sei fregato!”

14

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7 - LE 21 TESI DELL’IMPIANTO ACCUSATORIO

Proponiamo le 21 tesi dell'IMPIANTO ACCUSATORIO contro Carmine Belli, con

l'annuncio che nel prossimo numero pubblicheremo la nostra confutazione, un Analisi

Investigativa Criminale Sistemica che ha fatto storia e scuola.

1. L’orario della morte di Serena avvenuta fra le 11,30 e le 15,30 del 1 giugno 2001 - così come

dedotto dal prof. Ernesto D’Aloja (analisi e visione dell’asserito video del 4 giugno) - è

collegato all’assenza di Belli dall’officina proprio in tale periodo di tempo.

2. Belli aveva le possibilità, le opportunità e le caratteristiche spaziali, temporali ed esecutive per

ghermire Serena Mollicone in Isola Liri entro le ore 10,10 del 1° giugno 2001.

3. La ricostruzione del modus operandi attribuito all’assassino è compatibile in toto con i

segmenti spaziali-temporali, comportamentali e relazionali di Belli;

4. La compatibilità della personalità e del comportamento di Belli con quello dell’assassino è

piena.

5. Il comportamento di Belli era quello di un incallito ed abile criminale, tanto che manipolava i

testi e le circostanze, tentava di intimidire e/o confondere i testi, nonostante lo stesso cercasse

di spacciarlo come quello di un soggetto inadeguato, chiacchierone e pasticcione, sulla

difensiva perché sapeva di essere sospettato.

6. Il fatto che Belli avesse agito da vero simulatore, che avesse aiutato le indagini e si fosse

offerto come collaboratore, dissimulava, in realtà, le sue attività di inquinamento, depistaggio,

contaminazione e fuorviamento delle indagini, degli investigatori e delle testimonianze.

7. Carmine Belli è il misterioso personaggio che accompagnava Serena a scuola e di cui più volte

anche gli stessi mass media avevano parlato; Belli è colui di cui Serena aveva più volte parlato

con le amiche senza dire il nome.

8. Carmine Belli è colui che sapeva esattamente come Serena era vestita il giorno della

scomparsa, senza che ce ne fosse giustificato motivo.

9. Carmine Belli è colui che il giorno della scomparsa di Serena indicava ai soccorritori il luogo

a poche decine di metri dal quale verrà ritrovato il cadavere, adducendo come motivo un

avvistamento inesistente o, comunque, erroneo.

10. Carmine Belli è colui che frequentava assiduamente il posto dove è stato rinvenuto il

cadavere, per accompagnarsi con prostitute e/o tossicodipendenti.

11. Carmine Belli è colui che, sebbene non fosse possibile riconoscere il luogo esatto del

ritrovamento del cadavere di Serena partendo dalla fotografia che gli è stata mostrata

dall’ispettore Pizzo, lo identifica con certezza, tanto da mettere a verbale che per giungervi è

necessario, in fondo, svoltare a sinistra.

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12. Carmine Belli è colui che, se è stato sul luogo esatto del rinvenimento del cadavere di Serena,

non l’ha fatto quando era in compagnia delle due signore IS e SS per intrattenere rapporti

sessuali mercenari.

13. Carmine Belli è colui che afferma che nel posto esatto dove è stato trovato il cadavere di

Serena è possibile che vengano trovate tracce biologiche e impronte del suo passaggio; la

excusatio non petita è manifesta.

14. Carmine Belli è colui che, senza alcuna giustificata ragione, detiene il talloncino di Guglielmo

e Serena Mollicone sul quale è riportato l’appuntamento del novembre 2000 presso lo studio

dentistico del dr Alessandro Di Mambro.

15. Carmine Belli è colui che detiene in una delle abitazioni in uso nel periodo 2000-2001 un

sacchetto di plastica di colore nero sul quale sono presenti alcune strisce di nastro adesivo

merceologicamente compatibile con il nastro Ghost usato per avvolgere il cadavere di Serena.

Carmine Belli detiene nastro adesivo Ghost dell’identico tipo di quello che ha soffocato e

legato Serena Mollicone.

16. Carmine Belli ha caricato Serena nella propria macchina entro le ore 10,10 del 1° giugno 2001

per poi condurla in località Fontecupa e lì ucciderla, lì l'ha confezionata, e tutto entro le ore

21,30 del 1° giugno 2001 in quanto, poi, in tale località ha piovuto.

17. Serena è stata confezionata in Fontecupa. Sul posto ha perso uno scarponcino causa

trascinamento agito da Belli; per tale motivo Serena presentava fogliame sul calzino destro;

Belli le ha poi infilato lo scarponcino, le ha legato le caviglie con filo metallico sopra gli

scarponcini senza metterle il nastro adesivo, non ha stretto il filo metallico con attrezzi.

18. Carmine Belli ha occultato la salma di Serena perché l'ha uccisa sul posto e lì ha deciso di

disfarsi della salma.

19. Carmine Belli concentra su di sé tutte le caratteristiche e le qualità psicologiche,

comportamentali, esecutive e logistiche per essere l’assassino di Serena.

20. Il profilo di Carmine Belli è compatibile con quello dell’assassino di Serena.

21. Tutte le testimonianze, unite alle caratteristiche del punto precedente, inducono a fare ritenere

Belli l’assassino di Serena.

16

Nel prossimo numero pubblicheremo la nostra confutazione

alle 21 TESI dell'impianto accusatorio,

un'Analisi Investigativa Criminale Sistemica

che ha fatto storia e scuola.

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8 - LA SINTESI DELLE ATTIVITÀ DI INDAGINE DIFENSIVA

Forniamo un anticipo di come abbiamo confutato l’intero impianto accusatorio e le sue tesi

con il metodo MOCCI4. La confutazione è totalmente vincente così come dimostrano le tre

assoluzioni di Belli e il fatto che sia uscito definitivamente dal processo: Belli è innocente,

l’assassino di Serena Mollicone deve essere cercato in altre piste e con altri metodi.

Acquisire dati

Appena ufficializzato gli incarichi di consulenza e investigativi acquisimmo copie dei documenti,

studiammo le foto e il video delle attività del rinvenimento del cadavere e dell’ispezione esterna della

salma. Non c’erano immagini videofilmate dell’autopsia, bensì solo delle fasi precedenti, sino al taglio

dei capelli della vittima.

Ci recammo sui luoghi e sulle varie scene del crimine diverse volte, armati di macchine

fotografiche digitali, video camere digitali, strumenti per la misurazione delle distanze e dei tempi,

senza dimenticare i classici e indispensabili cronometro, paline, metri di plastica, rotella per la misura

dei tracciati, registratore vocale e … carta e penna. Era il 2003, dieci anni fa.

Naturalmente fu illuminante il colloquio con Belli in carcere, per un resoconto dal suo punto di

vista e per rivolgergli una serie di domande.

E poi, riunioni, brain storming, punti della situazione, discussioni, analisi e confronti.

Il lavoro procedeva: l'importante è sapere Il lavoro procedeva: l'importante è sapere

SEMPRE E COMUNQUE cosa osservare, SEMPRE E COMUNQUE cosa osservare,

con osservazioni di alta qualità e l'analisi degli aspetti peculiari.con osservazioni di alta qualità e l'analisi degli aspetti peculiari.

Alibi per Carmine Belli

Con una serie di esperimenti tecnici, dopo avere studiato le mappe geografiche e topografiche,

dopo avere preso conoscenza e padronanza dei luoghi, dei percorsi, dei tragitti, della viabilità e

dell’ambiente, avvalendoci anche della lettura delle dichiarazioni di Pierpaolo Tomaselli, abbiamo

dimostrato che Belli almeno sino alle ore 10 era in Rocca d’Arce a ben 19 km da Isola Liri, che questo

tragitto si percorre in almeno 18 minuti, che Belli non poteva essere in Isola Liri entro le 10 e 10 - così

come volevano il Gip prima e l'impianto accusatorio dopo - per ghermire Serena Mollicone. E poi, era

mai possibile che una ragazza stesse a fare l’autostop dalle ore 9,35 alle 10,09, senza che nessuno si

fermasse? La risposta è NO!

Di fatto, sia con lo studio delle varie scene del crimine, dei loro punti topici e dei vari percorsi

e tragitti, effettuando sulle stesse scene opportuni esperimenti tecnici e di compatibilità spaziale

e temporale, sia con attività sistemiche di analisi criminale investigativa, abbiamo individuato

l’alibi di Belli.

4 MOCCI. Acronimo di Modello Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo

17

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Demolizione dell'ipotesi del modus operandi omicidiario attribuito a Carmine Belli

Tutte le attività addebitate a Belli, quali l’imbavagliamento lento e meticoloso, il legamento con

nastro adesivo prima e il filo di ferro dopo, il serraggio dei vari nodi, la composizione della salma e le

altre attività di composizione e occultamento richiedevano necessariamente un tempo di oltre tre ore.

In tal modo Belli usciva fuori dalle possibilità temporali ed esecutive del crimine.

Impossibilità della presenza e dell'intervento omicidiario di Belli

Sui 16 metri di nastro adesivo che avevano legato la vittima non vi era una fogliolina, un filo

d’erba, un traccia di terriccio, di vegetazione, di altro, minimamente riferibile a Fontecupa: NON

C'ERA NULLA DI MATERIALE RIFERIBILE A UN LEGAMENTO EFFETTUATO IN LOCO. Di

fatto, la ragazza era stata “confezionata” in altro luogo e, di conseguenza, l’impianto accusatorio era

fallace e intimamente errato.

Sul contenitore di metallo spostato dall’assassino per nascondere il corpo di Serena vi erano delle

impronte palmari: nessuna di queste è attribuibile a Carmine Belli.

All’interno del nastro adesivo che legava le caviglie erano stati individuati due frammenti di

impronte digitali utili alle comparazioni, indicati come reperto 15b e 15e. Ebbene, queste impronte che

dovevano essere del legatore di Serena non sono di Carmine Belli. Sul nastro che stringeva i polsi

venne individuato il frammento papillare indicato come reperto 18d, nemmeno questo compatibile con

Belli.

Sul nodo del filo di ferro che stringeva le caviglie di Serena, oltre al segno di serraggio delle

tronchesine nello stringere con forza il filo, venne repertato del tessuto epiteliale, lasciato forse dal

legatore nello stringere con forza il nodo, forse per avere un ultimo contatto fisico col mezzo

costrittorio e con la vittima, forse da qualche tecnico. Sta di fatto che dal tessuto epiteliale è stato

estratto il Dna, ebbene, questo Dna non è di Belli.

Ed ancora, le tronchesine per serrare il fil di ferro alle caviglie di Serena, non sono state usate a

Fontecupa, ma in altri luoghi.

18

Da sinistra. Il nastro che stringeva le gambe di Serena Mollicone, l'impronta papillare del legatore e

confezionatore della vittima, le gambe e le caviglie strette con fil di ferro (non a contatto con la carne).

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Assenza totale di tracce incriminanti per Belli

Nessuna traccia dell'omicidio sugli “strumenti esecutivi” di Belli e nessuna traccia di Belli

sulle scene del crimine. Avevamo la certezza che il colpo all’arcata sinistra di Serena aveva prodotto

la cosiddetta “ferita del pugile”, una situazione che provoca un immediato e violento sanguinamento.

Ebbene, nella vettura Lancia Dedra di Carmine Belli nemmeno il famoso Luminol è riuscito a

rintracciare una molecola di sangue di Serena. Il significato è assoluto: 1) Serena non è stata colpita

all’interno della macchina di Belli, come invece volevano le tesi accusatorie; 2) l’epicentro della scena

del crimine non è la macchina di Belli e certamente non è la radura di Fontecupa, il luogo di

abbandono e di rinvenimento del cadavere.

Errore dell'individuazione del Momento Zero da parte dell'impianto accusatorio

Abbiamo scoperto e dimostrato che il video cui ha fatto riferimento il medico legale Ernesto

D’Aloja e che aveva messo la pietra tombale sulla libertà di Belli, non era del 4 giugno 2001, bensì del

3 giugno, il giorno prima! Ciò significa che ogni sua conclusione doveva essere anticipata di 24

ore: quindi, applicando il suo metodo e il suo sistema di ragionamento, Serena sarebbe stata uccisa

non il 1° giugno, bensì il giorno prima, cioè, il 31 maggio. Cosa impossibile perché alle 7 e 30 del 1°

giugno Serena era viva e vegeta. Il colpo all’impianto accusatorio è da KO, totale e irrimediabile.

Bigliettino del dentista: indizio senza valore, anzi, a favore di Belli

Abbiamo dimostrato che il bigliettino del dentista non è un biglietto, ma un frammento di biglietto;

che non è stato rinvenuto in un cassetto dell’officina di Belli, bensì in uno scatolone che lo stesso

aveva portato di spontanea volontà ai poliziotti che stavano effettuando l’ispezione. Che la data non è

certa, che vi sono molti dubbi, che il giorno in cui Serena avrebbe dovuto ritirare il cartellino per la

visita del 21 novembre era il 6 novembre ma, quel giorno, la ragazza era andata in piscina. Abbiamo

dimostrato anche che sul frammento di biglietto non vi è alcuna impronta digitale, tantomeno di Belli,

nonostante lo stesso avesse sempre le mani sporche di grasso e di vernice. Inoltre, non vi sono

nemmeno le impronte digitali di Serena.

La busta nera di nylon trovata nel sottoscala dell'ex abitazione di Belli: indizio senza valore,

anzi, a favore di Belli

Per quanto riguarda la busta nera di nylon col nastro adesivo bianco “adeso”, abbiamo dimostrato

che sulla busta non vi è quella polvere che doveva starci se realmente fosse stata per oltre nove mesi in

quello scantinato, che il luogo era facilmente accessibile, che le impronte digitali che UACV e

Squadra mobile hanno dichiarato essere di Belli … non sono di Belli.

Gli indizi “falso avvistamento del 1° giugno” e “conoscenza dell'abbigliamento della vittima”

perdono il loro valore

Per quanto riguarda l’avvistamento di Serena a opera di Belli del giorno prima della scomparsa e

della descrizione fatta da Belli dei vestiti di Serena, abbiamo dimostrato che (1) l’avvistamento c’è

stato realmente e che non poteva trattarsi di Serena ma di altra ragazza, anche se l’avvistamento era

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del 31 maggio e non del 1° giugno, (2) Belli alle ore 16 di sabato 2 giugno sapeva come fosse vestita

Serena perché … dalla mattina lo sapevano tutti quelli che la stavano cercando, in quanto il

maresciallo dei Carabinieri di Arce, Franco Mottola, aveva diramato un fonogramma con queste

notizie, fornitegli dai parenti e dalle amiche di Serena Mollicone.

L’interrogatorio videoregistrato di Belli

L’interrogatorio che gli inquirenti avevano valutato in chiave accusatoria e dal cui video avevano

tratto alcuni indizi di colpevolezza di Belli, in realtà, era un’ulteriore prova della sua non

responsabilità, in quanto dimostrammo che Belli era sincero.

Le cose non erano così come gli indagatori avevano ritenuto che fossero.

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Foto in alto: momenti in cui l'investigatore che interroga Belli gli mostra la foto del luogo del

rinvenimento del corpo di Serena.

IL PARADOSSO: Belli riconosce il posto dove andava (in macchina) per intrattenere rapporti con donne.

Nella radura era impossibile arrivarci in macchina, Belli non aveva i parametri e i termini di paragone per

riconoscere il luogo: nonostante questo suo errore “pacchiano”, Belli è stato ritenuto “conoscitore del

posto” e detto riconoscimento è stato ritenuto “indizio di colpevolezza omicidiaria”.

A sinistra il talloncino del dentista “prima prova regina”.

Al centro e a destra la busta di nylon trovata in località Campostefano in un sottoscala facilmente

accessibile. È la seconda “prova regina” dell’impianto accusatorio contro Belli.

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Foto a sinistra. Da sinistra: Carmine Belli, Augusto Casinelli, Eduardo Rotondi, Roberta Viscogliosi,

Emiliano Germani.

Foto a destra. Da sinistra: Enrico Delli Compagni, Dante Davalli, Marco Lilli.