LE DATE DELLA VICENDA 10 settembre 2002 Arce Belli 01 2013.pdfLe caviglie sono tenute strette da...
Transcript of LE DATE DELLA VICENDA 10 settembre 2002 Arce Belli 01 2013.pdfLe caviglie sono tenute strette da...
1
LE DATE DELLA VICENDA
1 giugno 2001 - Serena Mollicone esce di casa la mattina, la sera non rientra. Scatta l’allarme.
3 giugno 2001 - Il cadavere di Serena è rinvenuto composto nella radura di Fontecupa, ore 12,15.
10 settembre 2002 - l’UACV e la Squadra mobile di Frosinone presentano alla Procura una relazione
investigativa che indica Carmine Belli come l’assassino di Serena.
6 febbraio 2003 - Carmine Belli è ristretto in carcere su ordinanza di custodia cautelare del Gip dott.
Francesco Galli, su istanza dei pubblici ministeri Maurizio Arcuri e Carlo Morra.
13 novembre 2003 - Carmine Belli è rinviato a giudizio per l’omicidio di Serena Mollicone. GUP
Claudio Di Ruzza.
14 gennaio 2004 - Inizia il processo a Cassino in Corte d’Assise di primo Grado, Presidente Biagio
Magliocca, Giudice a latere Anna Maria De Santis. Giudici popolari Maria Palombo, Fabio Salvato,
Giacinto Di Lanna, Flora Cacace, Maria Grazia Spiridigliozzi, Pasquale A.A. Maria. Difensori di Belli
sono gli avvocati Silvana Cristoforo e Romano Misserville, consulente criminologo Carmelo Lavorino
7 luglio 2004 - Carmine Belli è assolto.
31 gennaio 2006 - Carmine Belli è assolto anche in Corte d’assise d’appello di Roma. Presidente
Antonio Cappiello, Giudice a latere Antonio Sensale. Giudici popolari Bruno Albiani, Gianluca
Bistarelli, Pietro Pezzetti, Pamela Favoloro, Nello Rossetti, Maria Antonietta Diretti. Belli è difeso
dagli avvocati Roberto Migno ed Eduardo Rotondi, consulente criminologo Carmelo Lavorino.
6 ottobre 2006 - La Cassazione chiude definitivamente il caso: Belli è innocente. La sentenza è della
Prima sezione penale, Presidente Giovanni Silvestri, Consiglieri: Giovanni Canzio, Umberto
Giordano, Emilio Giovanni Gironi, Giancarlo Urban.
28 marzo 2008 - Il brigadiere Santino Tuzi dichiara ai PM di Cassino che Serena Mollicone, il giorno
della scomparsa, si è recata presso la caserma dei CCin Arce, verso le 11,30-12,00, e si è diretta verso
gli appartamenti della famiglia del m.llo Mottola. Tre giorni dopo ritratta, Poi riconferma.
11 aprile 2008 - Il brigadiere Santino Tuzi si suicida con la pistola d'ordinanza durante una
conversazione telefonica con l'ex amante Anna Rita Torriero.
18 novembre 2009 - Il proc. capo di Cassino dr Mario Mercone chiede l'archiviazione nei confronti
di Marco e Franco Mottola, la parte offesa si oppone e chiede investigazioni suppletive.
Giugno 2010 - Il proc. capo dr Mercone iscrive nel registro degli indagati Marco Mottola, Franco
Mottola, Anna Maria Mottola, Francesco Suprano, Michele Fioretti e Rosina Patigianone e ignoti,
ipotizzando che la combinazione criminale possa essere formata dai primi quattro da soli o in concorso
tra di essi e/o con ignoti o dagli altri due da soli, oppure in concorso tra di essi e/o con ignoti.
2010 – 2012 - Si svolgono gli accertamenti tecnici e le perizie di tipo biologico e dattiloscopico. Di
fatto non vi è nessuna compatibilità fra i reperti in analisi e quelli in comparazione riferiti ai sei
indagati Marco Mottola, Franco Mottola, Anna Maria Mottola, Francesco Suprano, Michele Fioretti e
Rosina Patigianone.
20 febbraio2013 - Il procuratore dr Mercone dispone di controllare il Dna e le impronte papillari di
180 persone che, per diversi motivi, sono e/o possono essere venute in contatto con Serena Mollicone
e/o con il suo cadavere.
IL GIALLO DI ARCE E L'ASSOLUZIONE DI CARMINE BELLI
“IL CAPOLAVORO DEL SEGUGIO”
Carmine Belli, noto come “il carrozziere d’Arce”, venne accusato, incarcerato e processato
per l'omicidio di Serena Mollicone, noto come IL GIALLO DI ARCE. Dopo 17 mesi di carcere
e alla fine del processo di primo grado venne assolto e scarcerato. Belli era stato “puntato”
come assassino dalla Procura di Cassino, dalla Squadra Mobile di Frosinone e dall'UACV
della Criminalpol. Venne salvato da un validissimo collegio difensivo e dal CESCRIN (Centro
Studi Investigazione Criminale). Il CESCRIN effettuò attività tecniche, investigative e
criminalistiche di prim'ordine, tanto da farlo assolvere in tutti e tre i gradi di giudizio.
DetectiveCrime riporta tutte le attività d'indagine difensive che contribuirono a fare
assolvere Belli e che vennero definite “IL CAPOLAVORO DEL SEGUGIO”. Il contributo è
dei componenti il Pool che fece assolvere Belli: Fernanda Carraccia, Dante Davalli, Enrico
Delli Compagni, Carmelo Lavorino, Marco Lilli, Jusy Ruffo. A volte, per motivi di conoscenza
diretta, la descrizione è fatta in prima persona dal prof. Lavorino, a volte dall'intero gruppo.
1 – LA SCOMPARSA DI SERENA E IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE
Serena Mollicone scompare la mattina del 1° giugno 2001. In serata ne danno l’allarme il
padre e il fidanzato. Il suo cadavere sarà rinvenuto due giorni dopo in Fontecupa, composto
in modo originale, macabro, strano e intrigante, accanto a vecchi televisori abbandonati,
nascosto da rami e fogliame, dietro un contenitore di metallo.
2
SOMMARIO
LA SCOMPARSA E IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE
LE PISTE INVESTIGATIVE SEGUITE
GLI AVVISTAMENTI DI SERENA MOLLICONE
VIENE PUNTATO CARMINE BELLI
I MOTIVI INIZIALI DI SOSPETTO VERSO CARMINE BELLI
IL MODUS OPERANDI SECONDO L'IMPIANTO ACCUSATORIO
LE 21 TESI DELL’IMPIANTO ACCUSATORIO
LA SINTESI DELLE ATTIVITÀ DI INDAGINE DIFENSIVA
IL PROCESSO
L'impianto accusatorio contro Carmine
Belli era formato da 21 Tesi molto forti,
che vennero confutate e demolite dal
CESCRIN con la logica sistemica e
l'applicazione del Metodo MOCCI.
Nel prossimo numero pubblicheremo la
confutazione completa delle 21 Tesi.
INDAGINI DIFENSIVE
Nella radura di Fontecupa, verso le ore 12,15 del 3 giugno, durante una perlustrazione ad opera dei
volontari della protezione civile, è rinvenuto il cadavere di Serena Mollicone, nascosto da alberi e da
una vegetazione rigogliosa. La zona è sconosciuta ai più, un ritrovo di coppiette, di spacciatori e
consumatori di droga, un luogo di passaggio per i pescatori del fiume Liri, distante una cinquantina di
metri.
All'interno della radura c’è la discarica di televisori ed altri oggetti.
Serena giace dietro un contenitore metallico di forma parallelepipeda e i televisori abbandonati
nella discarica. La parte superiore del corpo è coperta da vegetazione verde, ben fissata da tre rami
spezzati e conficcati nel terreno. Il capo è nascosto in una busta di nylon bianca col marchio Eurospin.
Durante l’ispezione cadaverica presso l’obitorio di Sora, il medico legale Antonella Conticelli
scoprirà che il viso era avvolto da un nastro adesivo bianco marca Ghost, largo circa 5 centimetri -
cinque giri dal naso al mento. La busta Eurospin è chiusa da altro nastro adesivo bianco. Le mani
sono dietro la schiena con i polsi uniti e legati dal nastro Ghost; sul nastro dei polsi è annodato e
stretto del filo metallico. Il primo terzo delle caviglie è legato da nastro adesivo su cui è serrato altro
filo metallico. Le caviglie sono tenute strette da filo metallico legato sopra gli scarponcini neri.
Il corpo è collegato a un arbusto distante circa due metri, tramite un rocchetto di filo metallico
ricoperto da plastica di colore rosso. A circa cinque metri dal corpo, fra la vegetazione, sono sparsi
una tesina scolastica con la copertina, una tesina sulla follia, un libro di diritto dal titolo “Elementi di
diritto. Nozioni di diritto del lavoro. Legislazione sociale” edizioni Giunti, una monografia di Van
Gogh. All’interno del libro c’è la ricevuta di pagamento della visita ortopanoramica con orario 8,37.
Le foto della scena del rinvenimento di Serena ci hanno fatto dedurre per due motivi che il
contenitore era stato spostato da poche ore. Primo, quando il contenitore metallico è stato spostato dai
carabinieri l’erba era ancora fresca. Secondo, a pochi metri si intravedono le tracce precedenti della
sua base, tracce dell’erba secca e piegata dalla presenza del contenitore per diversi giorni.
3
I primi ad arrivare sono i Carabinieri di Fontana Liri, poi
intervengono i Carabinieri della Scientifica e subito dopo il
medico legale Antonella Conticelli. Vengono attuate le prime
procedure di non contaminazione della scena, di ispezione
esterna e di sopralluogo. Il tutto viene filmato e fotografato.
Dopo le procedure di rito il corpo di Serena viene trasportato all’ospedale di Sora dove, alle 15,30,
ha inizio l’ispezione esterna della salma: l’operazione viene filmata e fotografata.
Secondo il medico legale le cause della morte sono “asfissia meccanica da occlusione completa
degli orifizi nasale e buccale in soggetto con shock traumatico ed emorragico, affetto da iperplasia
timica”. Risulta che Serena ha subito un colpo alla testa (sopracciglio sinistro) ed ha perso i sensi; lo
shock traumatico ha provocato il coma; l’imbavagliamento e l’occlusione della bocca e del naso sono
stati il colpo di grazia per causare la morte.
Sempre il 4 giugno i Carabinieri di Isola Liri, dopo una minuziosa opera di pulizia e di
disboscamento della zona trovano fra i cespugli il restante del rotolo di nastro adesivo bianco marca
Ghost usato per legare Serena, un paio di forbici arrugginite, un rocchetto di filo metallico, l’anima di
cartone di un rotolo di carta. Il primo reperto è sicuramente connesso alla morte di Serena, degli altri
non vi è prova.
4
Fotografie del contenitore di metallo messo davanti al corpo di Serena e di tre vedute del corpo: la parte
superiore, la parte inferiore e la testa avvolta dal sacchetto Eurospin.
In alto a sinistra il corpo di Serena Mollicone In alto a destra i libri e la tesina.In basso a destra il filo del rocchetto indicato dalle due freccette rosse.
2 - LE PISTE INVESTIGATIVE SEGUITE
NON PORTANO A SOLUZIONE
Gli inquirenti seguono diverse piste, tutte infruttuose, se ne elencano le più importanti:
- il maniaco che si appropria della preda e cerca di possederla in un luogo appartato, per poi dare il via
al fantasioso e ossessivo rito compositivo;
- il conoscente che perde il controllo per motivi da individuare e colpisce la ragazza che perde i sensi,
non se la sente di affrontare le proprie responsabilità, ha troppo da perdere, decide per lei la “dolce
morte” seguita dall’occultamento protettivo e liberatorio;
- il non conoscente che la uccide per motivi indefiniti e poi dà il via alla spettacolare composizione e
messinscena;
- qualcuno del gruppo parentale stretto o allargato che la colpisce in seguito a litigio;
- un corteggiatore respinto che la uccide in preda all’ira, per poi pentirsi e dare il via al complicato
rituale;
- un probabile serial killer all’inizio della sua carriera, o, addirittura, un serial killer del tipo itinerante
che pianifica omicidi complicati per poi assaporarne gli effetti scenici e mediatici;
- il grande esecutore di una misteriosa setta criminale, oppure, il killer di una setta esoterica collegata
ad altri misteriosi omicidi;
- un delitto malavitoso per una vendetta di cui se ne ignora il movente e il contesto;
- un delitto occasionale con motivazione collegata allo spaccio di droga o al solo consumo, oppure, a
ipotetiche frequentazioni pericolose della ragazza;
- aggressione in seguito a litigio in contesto di amicizia di vario livello, da amiche di scuola ad
amicizie maschili, per poi effettuare una serie di attività per depistare le indagini, condite da una
serie di intelligenti menzogne;
- un automobilista che le ha dato un passaggio occasionale;
- malavitosi provenienti dalla Campania collegati a colletti bianchi.
3 - GLI AVVISTAMENTI DI SERENA MOLLICONE
Elenchiamo gli avvistamenti fatti di Serena Mollicone premettendo che (1) c'è la presenza di
due ragazze che hanno una certa somiglianza con lei: Katia Abballe, della zona Anitrella, anche
lei vestita con pantaloni neri e maglietta rossa, e Sabrina Pede; (2) alcune persone la descrivono
con una maglietta celeste, altre con quella rossa a fiorellini che è la stessa del suo ritrovamento.
Serena Mollicone abita in via Manfredi ad Arce, assieme al padre Guglielmo, vedovo della moglie
Bernarda Di Folco, morta quando Serena aveva appena sei anni.
5
Esce di casa verso le 7,10 per salire sul pullman che la porterà all’ospedale di Isola Liri per un
esame ortopanoramico. Nel pullman incontra le amiche Elena e Francesca Consiglio e Federica Di
Palma.
È giorno di mercato ad Arce. Appena sulla piazza viene notata da Silvio Vellone, un ambulante che
la descrive con la maglietta celeste.
Serena acquista il biglietto al bar Caldaroni in via Borgo Murata e alle 7,45 sale sul pullman che si
ferma a Isola Liri e porta a Sora.
Scende a Isola Liri e va all’ospedale, dove alle 8,37 paga il ticket per l'ortopanoramica e attende di
essere chiamata. Viene notata da Benedetto Ranaldi, primario di radiologia, che quel giorno è presente
ma non in servizio. Si sottopone all’esame e chiede di avere il referto per consegnarlo al suo dentista
nel pomeriggio, ma Enzina Iafrate, il tecnico di laboratorio, non potrà darle il risultato della lastra fino
al martedì successivo, causa l’assenza del primario. La Iafrate la descrive con la maglietta chiara.
Alle 9,10 l’ex fidanzato Tony Paolucci la vede nei pressi della fermata Cotral direzione Sora, in via
Taverna nuova, a 300 metri dall’ospedale.
Verso le 9,20 Domenico Gabrielli, cugino di Angelo Buttarazzi, un suo ex fidanzato, scambia
alcune parole con Serena mentre lui attende il bus per Sora assieme all’amico Alessandro Alfonso. Lei
è dall’altra parte della strada, presso la fermata del bus direzione Arce, accanto al negozio Ortelio.
Alle 9,30 Gino Gabriele, che è sul pullman Arce-Sora, la vede all’altezza del negozio di
cartolibreria Ortelio; Serena è ancora alla fermata del bus, nei pressi della rotatoria, mentre fa
l’autostop verso Arce.
Una cliente della lavanderia Mille bolle blu la descrive di fronte alla cartolibreria Ortelio.
Alle 9,35 Alfredo Villa, figlio della proprietaria dell'Emporio Ortelio , la nota di fronte al proprio
negozio, mentre attende il bus per dieci-quindici minuti e poi si avvia verso la rotatoria.
Nel pomeriggio è descritta da tre persone, Loreto Reale, Roberta Panico, Simonetta Bianchi, da
alcuni avventori e dal figlioletto della Panico, presso il bar La Valle, a circa 300 metri in linea d'aria
dove sarà rinvenuta cadavere il 1° giugno. In realtà non si tratta di Serena Mollicone, ma della sua
“quasi sosia”, Katia Abballe.
Infine c’è Carmine Belli, con l’avvistamento che un anno dopo lo metterà nei guai: Carmine Belli e
il suo socio Pierpaolo Tomaselli dichiarano che, tornando in macchina da Isola Liri hanno notato,
all’altezza della fermata del pullman presso il Bar della Valle, una ragazza che piangeva e/o litigava
con un ragazzo dai capelli biondi e corti, mechati. Belli, guardando le fotografie di Serena, si dirà
convinto che era proprio lei la ragazza vista piangere. In realtà, l’episodio raccontato da Belli e dal suo
socio è del 31 maggio, a prescindere se trattavasi di Serena o di una ragazza vagamente somigliante.
Qualcuno la vede in Arce
Amerigo Zeppieri, autista del pullman che da Sora porta ad Arce (partenza da Sora ore 10,30, arrivo
ad Arce ore 11,30), dichiara di averla vista nel pullman e di averla fatta scendere alle 11,25 alla
fermata del capolinea in Arce, vicino alle poste. La ragazza gli avrebbe parlato di una visita dentistica.
6
Valentina Cianchetti, una sua amica, dice di averla vista e salutata verso le 11,40 al mercato di
Arce, all’altezza del negozio del padre.
Il brigadiere Santino Tuzi nel 2008 dichiarerà di averla vista entrare nei locali abitati dal
maresciallo Mottola presso la caserma dei CC di Arce verso le 11:30; Tuzi ritratterà questa
dichiarazione per poi confermarle, si suiciderà nell'aprile del 20081 senza avere provato le sue
gravissime dichiarazioni.
La sua ex maestra Elvira Mollicone ricorda di averla vista e salutata attorno alle 13,15 circa, al
mercato.
Se questi avvistamenti fossero certi, Serena sarebbe tornata a casa alle 11,30 e sarebbe uscita
nuovamente verso le 13 per prendere un pullman o per fare l’autostop. Per andare dove?
1 C'è stata un'inchiesta molto rigorosa in tal senso, iscrivendo nel registro degli indagati il m.llo Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco, il carabiniere Francesco Suprano, il fidanzato di Serena e la madre, Michele Fioretti e Rosina Partigianone: non è emerso alcun elemento nei loro confronti, sia in ipotesi di azioni autonome, sia del tipo congiunto.
7
LA SCENA GENERALE DEL CRIMINE
La vicenda si svolge in Ciociaria, nella zona compresa fra Sora, Isola Liri, Monte San Giovanni Campano, Arce, Santopadre ed Arpino.
• Arce è il paese dove abitava Serena Mollicone, la vittima, e dove vive Carmine Belli in Rocca
d’Arce, frazione di Arce, Belli aveva e continua ad avere la sua officina di carrozziere.
• Isola Liri è il paese dove Serena si è recata la mattina della scomparsa.
• Sora è la cittadina dove Serena andava a scuola, presso l’Istituto psicopedagogico.
• Cassino è la città dove hanno sede la Procura che ha coordinato le indagini e il Tribunale dove si è
svolto il processo di primo grado a Carmine Belli.
• Frosinone, capoluogo della Ciociaria, è la sede della Squadra Mobile che ha indagato su Carmine
Belli.
• A circa metà strada fra Arce e Isola Liri c’è Fontecupa, la radura boscosa in cui Serena fu rinvenuta
cadavere due giorni dopo la sua scomparsa. A 700 metri c’è il bar Della Valle, noto anche come
“Chioppetelle” o “Pioppetelle”.
• San Giovanni Campano, Santopadre ed Arpino sono luoghi d’interesse investigativo.
8
ARCE – I MOVIMENTI MATTUTINI DI SERENA MOLLICONE, 1° GIUGNO 2001
1 - Casa di Serena Mollicone (Via Manfredi)
2 - Piazzetta di fronte la chiesa
3 - Negozio del padre. Zona dove è stata vista alle 7,30 dall’ambulante Silvio Vellone. Zona
dove è stata notata verso le 11,40-12 da Valentina Cianchetti.
4 - Zona dove è stata vista da Elvira Mollicone h 13,15 circa.
5 - Zona dove è stata vista dall’autista del Cotral Amerigo Zeppieri verso le ore 11,25
6 - Il bar Caldaroni
7 - La caserma dei Carabinieri, dove il brig. Santino Tuzi ha dichiarato di averla vista alle ore
11,30 – 12,00
La punta della freccia rossa in alto a sinistra indica la zona dove
si prende l’autobus per Sora.
77
9
ISOLA LIRI – ZONE DI AVVISTAMENTI DI SERENA MOLLICONE
1 – Rotonda fra via Napoli e via Po
2 – Fermata Cotral di fronte il negozio Emporio Ortelio
3 – Ospedale di Isola Liri
4 - Zona Ospedale, via Taverna Nuova
5 – Bar Facchini, piazza XX Settembre
Nominativo Avvistatore
Attività
Ore Luogo di avvistamento Attività della ragazza avvistata
Silvio Vellone, amico del padre, ambulante
7,15 Arce - Mercato Stava procedendo verso Arce bassa, zona PTT e fermata autobus
Francesca ed Elena Consiglio, Federica Di Palma, amiche di scuola
7,408,20
Autobus per Sora Andava verso Isola Liri e Sora, era in pullman
Benedetto Ranaldi, primario di radiologia
8,50 OspedaleIsola Liri superiore
Seduta, sta leggendo
Enzina Iafrate, tecnico di radiologia
8,50 OspedaleIsola Liri superiore
Le fa la lastra
Tony Paolucci, conoscente
9,10 Uscita ospedaleIsola Liri superiore
Attende autobus per Sora
Domenico Gabrielli, conoscente
9.20 Isola Liri bassa, di fronte negozio Ortelio
Attende autobus per Arce
Alessandro Alfonso, conoscente
9,20 Isola Liri bassa, di fronte negozio Ortelio
Attende autobus per Arce
Gino Gabriele, conoscente
9,30 Isola Liri bassa, di fronte negozio Ortelio
Attende autobus per Arce
Lavanderia Alessia Marchione
9,309,40
Fra neg. Ortelio e rotatoria,incrocio Via Po Via Napoli
Fa l'autostop
Alfredo Villa, proprietario negozio
9,35 9,40
Di fronte negozio Ortelio Si avvia per fare l’autostop fra le 9,30 e le 10.
Vincenzo Vano, commerciante
9,359,40
SS 82 ArpinoDistributore Esso
Litigio con una persona in vettura. Attende bus per Fontana Liri
Antonella Mizzoni, commerciante
1111,30
Forno a legna – Isola LiriVia Taverna Nuova
Compra quattro pizzette e cornetti
Emanuela TomassiNatascia Elia
11,35 Isola Liri - Bar Facchini –Piazza XX settembre
Seduta a al bar con due ragazzi / Motorino
Amerigo Zeppieri
11,35 Da Isola Liri a ArceFermata Bus PPTT
Scende dal bus
Valentina Cianchetti, amica
11,4012,00
Arce - Mercato Vicino bancarella del mercato
Santino Tuzi, brigadiere CC Arce
12,00 circa
Arce – Caserma dei Carabinieri
Si avvia verso l'abitazione della famiglia Mottola
Elvira Mollicone, ex maestra
13,15 Arce - altezza statua Padre Pio
Procede verso la zona chiesa/piazzetta
Loredana SpalvieriVilfredo Antonini
16-17
Isola LiriBar Lo Sfizio
Entra, va in bagno, esce
10
4 - VIENE PUNTATO CARMINE BELLI
Mentre i Carabinieri seguono diverse piste, fra cui quella del padre, dello zio e della sorella di
Serena, tanto da attivare il controllo telefonico e i movimenti bancari di tutti, la Squadra mobile di
Frosinone diretta da Cristiano Tatarelli e l’UACV (Unità Analisi Crimine Violento) diretta da Carlo
Bui, per una serie di motivi puntano Carmine Belli, un carrozziere d’Arce. L’uomo, il pomeriggio di
sabato 2 giugno, giorno dopo la scomparsa, vedendo alcune foto di Serena che nel frattempo era
cercata da tutti, dichiara “… ma io questa ragazza l’ho vista ieri mattina alla fermata del bar Della
Valle, era assieme a un ragazzo con i capelli biondi mechati che la strattonava per un braccio, la
ragazza piangeva. Era vestita con una maglietta rossa e i pantaloni neri … Stavo tornando da Isola
Liri dove avevo comprato un barattolo di vernice per una macchina … con me c’era il mio socio
Pierpaolo Tomaselli … erano le 10,15 - 10,30 del 1° giugno”.
Il socio Pierpaolo Tomaselli per undici interrogatori conferma, poi ha dei dubbi, ma non ritratta
l’avvistamento di una ragazza e di un ragazzo che stavano litigando alla fermata dell’autobus e la
circostanza che Belli fosse assieme a lui.
Personalmente ho sempre ritenuto che Carmine Belli doveva essere “attenzionato”, ma che poi
doveva essere escluso per assoluta mancanza di indizi. Difatti, è bastato un semplice riscontro per
capire che l’avvistamento non era del 1° giugno, bensì del giorno prima, il 31 maggio: ed era il 31
maggio quando i due si sono recati a Isola Liri per l’acquisto della vernice per la macchina su cui
lavorare il giorno dopo. Tutto quadrava, compresi lo scontrino e la dichiarazione del titolare del
negozio che aveva venduto il barattolo di vernice: acquisto del barattolo di vernice il 31 maggio,
attività di lavoro sulla macchina da consegnare il 1° giugno.
Invece, Carmine Belli ha un profilo che secondo qualche inquirente “coincide con quello
dell’assassino”, quindi non esce dalla rosa dei sospettati … anzi, il cerchio si stringe solo attorno a lui:
più Belli parla e più si contraddice, più parla e più produce elementi contro di sé.
Comunque, nei confronti di Carmine Belli viene sviluppata un’attività di attenzionamento
investigativo tale che il 10 settembre 2002 l’UACV e la Squadra mobile di Frosinone depositano una
relazione investigativa con dieci tesi in cui indicano Belli come il responsabile dell’uccisione di
Serena Mollicone.
I pubblici ministeri Maurizio Arcuri e Carlo Morra, in base alla suddetta relazione e ad altri
elementi chiedono l’arresto di Belli, il giudice per le indagini preliminari Francesco Galli ordina
l’arresto che viene eseguito il 6 febbraio 2003.
Sabato 8 marzo 2003, Roma,
Mentre tenevo una lezione di criminologia investigativa sulle metodologie investigative e,
coincidenza incredibile, parlavo proprio dell’omicidio di Serena Mollicone e dell’arresto di Carmine
Belli, mi telefonava Silvana Cristoforo, l'avvocato difensore di Belli, la quale mi chiedeva se volevo
accettare l’incarico di consulente criminologo criminalista per la difesa di Belli, con lo scopo di
11
confutare le tesi dell’impianto accusatorio e, soprattutto, quelle della famosa UACV. Incarichi del
genere non si accettano a cuor leggero, difatti, difendere Belli significava difendere il bruto aggressore
ed assassino di una ragazza semplice, onesta, solare. Significava difendere un “mostro” che l’opinione
pubblica e parte della Magistratura giudicante (Gip e Tribunale del riesame) avevano già dichiarato
“degno di galera”. Difendere Carmine Belli era un’impresa difficile, rischiosa, impopolare e
“antipatica”.
Ci pensai sopra un paio d’ore, ben sapendo che non avevo motivi morali, etici e logici per rifiutare.
Il giorno dopo accettai ufficialmente l’incarico per l’alto livello dello scontro e per il grande interesse
professionale, oltre al sottile piacere di incontrare, dopo anni, alcuni appartenenti alla famosa squadra
antimostro (SAM) che avevo conosciuto a Firenze, ai tempi del processo Pacciani2.
Convocai il mio gruppo CESCRIN, formato da specialisti3 che comprendono e parlano il linguaggio
dell’analisi investigativa e del metodo d’investigazione criminale denominato MOCCI (Modello
Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo).
La difesa tecnica di Carmine Belli in tutti e tre i gradi di giudizio sarà per noi un’enorme
soddisfazione umana e professionale, anche per non aver permesso che la Giustizia punisse
ingiustamente un uomo innocente e che quindi facesse cadere il velo dell'oblio errorifico sul vero
assassino di Serena.
2 Carmelo Lavorino intervenne al processo d'appello contro Pietro Pacciani dopo la sua condanna in primo
grado a 14 ergastoli, formando e coordinando un pool tecnico-investigativo, il cui dominus era l'avv. Nino
Marazzita. Pacciani fu assolto, per poi morire in circostanze misteriose.3 Il gruppo di lavoro era formato da persone che avevano partecipato a diversi corsi di analisi investigativa e
che collaboravano con la rivista Detective & Crime: due psicologi che avevano ormai assunto una vera e propria mentalità di analisi investigativa, Giusy Ruffo ed Enrico Delli Compagni; due investigatori privati autorizzati alle indagini penali e consulenti tecnici criminalisti, Marco Lilli di Terni e Dante Davalli di Reggio Emilia, l’analista Fernanda Carraccia. Specialisti che avevano collaborato con noi in diversi casi di omicidio e di falso suicidio, Cogne compreso. Gli specialisti esterni erano: Claudio Lavorino biologo, l’esperto in intelligence e sicurezza Giovanni Manunta, il medico legale Giancarlo Umani Ronchi, lo psichiatra Matteo Villanova ed altri.
12
PROPONIAMO AL LETTORE I SEGUENTI QUATTRO ARGOMENTI:
1. I QUATTRO INIZIALI motivi di sospetto contro Carmine Belli
2. Il modus operandi omicidiario di Carmine Belli secondo l'IMPIANTO
3. ACCUSATORIO
4. Le 21 tesi dell'IMPIANTO ACCUSATORIO
5. La SINTESI delle attività di indagine difensiva
Nel prossimo numero sarà pubblicata la nostra AICS (Analisi
Investigativa Criminale Sistemica) di confutazione alle 21 Tesi
dell'IMPIANTO ACCUSATORIO, 32 pagine.
5 – I MOTIVI INIZIALI DI SOSPETTO VERSO CARMINE BELLI
Carmine Belli è stato attenzionato per i seguenti quattro ordini di motivi:
1 - l’avvistamento di venerdì 1 giugno 2001 presso la fermata dell’autobus di fronte al bar Della
Valle risultava impossibile, perché Belli non era passato in quella zona venerdì 1 giugno, ma il
giorno prima, giovedì 31 maggio; quindi Belli era mendace ;
2 - la mattina di giovedì 31 maggio Serena era a scuola; quindi Belli aveva descritto una scena
non vera, con Serena presente dove e quando non poteva essere, nemmeno il 31 maggio;
3 - Belli descriveva una scena del 31 maggio con Serena vestita come lo era il giorno dopo, il
giorno della scomparsa; quindi, Belli era a conoscenza di come era vestita Serena al momento
dell’uccisione ;
4 - Belli aveva tenuto un comportamento contraddittorio; di fatto, il muro di autoprotezione
che aveva costruito era caduto.
Nota. Tutte le piste furono abbandonate e le investigazioni si concentrarono solo su Belli,
divenuto oggetto di una serie di ispezioni, perquisizioni e colloqui investigativi, tutte attività
tese a dimostrarne la colpevolezza. Ormai chi indagava era slittato nel metodo induttivo
concentrico, cioè, “Ho il convincimento che sei stato tu, cerco soltanto elementi utili a
dimostrare la mia ipotesi”.
Era giusto sospettare di Belli ed attenzionarlo, ma sarebbe stato giusto fermarsi in tempo,
senza scadere nell'innamoramento del sospetto e della tesi.
Nota. È il caso di rammentare la massima di Schopenauer: “Un'ipotesi svolge nella testa, una
volta che vi si è insediata o, addirittura, vi è nata, una vita che somiglia a quella di un organismo,
in quanto dal mondo esterno assimila soltanto ciò che le è giovevole e omogeneo, mentre
respinge ciò che le è eterogeneo e nocivo, oppure, se non può assolutamente fare a meno di
accoglierlo, lo espelle poi tale e quale".
13
A sinistra Serena Mollicone, a destra Carmine Belli.
6 - IL MODUS OPERANDI OMICIDIARIO DI CARMINE BELLI
SECONDO L'IMPIANTO ACCUSATORIO
Secondo l’impianto accusatorio Carmine Belli avrebbe agito contro Serena col seguente
modus operandi:
fra le ore 9,35 e le 10,10 ghermisce Serena in Isola Liri, presso la rotatoria;
Belli ha Serena in macchina accanto a sé; tenta un approccio, Serena si oppone, la colpisce alla
tempia sinistra con un corpo contundente;
accade l’irreparabile, a Serena sgorga copiosamente il sangue;
inizia a determinare e produrre attività di alterazione della scena e di messinscena, di
manipolazione del corpo di Serena, di legamento, confezionamento e imbustamento, seguite da
attività organizzate di allontanamento dalla scena e dal cadavere;
mette in essere una serie di comportamenti per depistare, inquinare e fuorviare le indagini e per
alterare lo stato dei fatti e dei luoghi, riassumibili nei seguenti cinque punti:
1. l’ipotetico avvistamento di Serena - poi rivelatosi impossibile e quindi indizio di menzogna
architettata - alle ore 10,15 / 10,30 del giorno stesso della scomparsa venerdì 1 giugno 2001,
con la descrizione di Serena con maglia rossa, pantaloni alla pescatora e zaino; uno strano
avvistamento avvenuto a poche decine di metri di distanza dalla località di rinvenimento del
cadavere;
2. la dichiarazione tardiva che qualche volta aveva dato passaggi in macchina a Serena;
3. il fatto che conoscesse e frequentasse la località Fontecupa;
4. una lunga serie di contraddizioni; di menzogne, di comportamenti ulteriormente depistanti e
inquinanti le indagini che solo un soggetto consapevole di avere una enorme responsabilità
nell’uccisione di Serena avrebbe potuto mettere in atto con i modi, le tecniche e i significati
agiti proprio dal Belli.
Oggi, col senno del poi, ritengo che ci fosse da impallidire di fronte a un impianto accusatorio
così forte, complesso ed accerchiante, e mi chiedo come mai fui così “curiosone” da accettare di
confutare a livello criminalistico criminologico investigativo questo paradigma costruito dai
giganti dell’investigazione criminale. Era una situazione che avevo già vissuto per i citati casi di
Pacciani e via Poma, ma anche per altri, come l’omicidio del brigadiere dei Carabinieri
Giuseppe Incorvaia (1994), la morte dell’imprenditore Mario Natali (1997), l’omicidio di Cinzia
Bruno (Roma 1992) dove il marito Massimo Pisano, condannato all’ergastolo, si fece sette anni
di galera per poi essere riconosciuto innocente in un processo di revisione basato sulle mie
consulenze e su articoli usciti sulla rivista Detective & Crime.
E poi, come mi ha insegnato uno dei miei Maestri, il grandissimo e indimenticabile Tom
Ponzi, “Il Number One”: “…non ci puoi fare nulla perché è la PASSIONACCIA che ti guida,
quando hai l’istinto investigativo del ricercatore della Verità sei fregato!”
14
7 - LE 21 TESI DELL’IMPIANTO ACCUSATORIO
Proponiamo le 21 tesi dell'IMPIANTO ACCUSATORIO contro Carmine Belli, con
l'annuncio che nel prossimo numero pubblicheremo la nostra confutazione, un Analisi
Investigativa Criminale Sistemica che ha fatto storia e scuola.
1. L’orario della morte di Serena avvenuta fra le 11,30 e le 15,30 del 1 giugno 2001 - così come
dedotto dal prof. Ernesto D’Aloja (analisi e visione dell’asserito video del 4 giugno) - è
collegato all’assenza di Belli dall’officina proprio in tale periodo di tempo.
2. Belli aveva le possibilità, le opportunità e le caratteristiche spaziali, temporali ed esecutive per
ghermire Serena Mollicone in Isola Liri entro le ore 10,10 del 1° giugno 2001.
3. La ricostruzione del modus operandi attribuito all’assassino è compatibile in toto con i
segmenti spaziali-temporali, comportamentali e relazionali di Belli;
4. La compatibilità della personalità e del comportamento di Belli con quello dell’assassino è
piena.
5. Il comportamento di Belli era quello di un incallito ed abile criminale, tanto che manipolava i
testi e le circostanze, tentava di intimidire e/o confondere i testi, nonostante lo stesso cercasse
di spacciarlo come quello di un soggetto inadeguato, chiacchierone e pasticcione, sulla
difensiva perché sapeva di essere sospettato.
6. Il fatto che Belli avesse agito da vero simulatore, che avesse aiutato le indagini e si fosse
offerto come collaboratore, dissimulava, in realtà, le sue attività di inquinamento, depistaggio,
contaminazione e fuorviamento delle indagini, degli investigatori e delle testimonianze.
7. Carmine Belli è il misterioso personaggio che accompagnava Serena a scuola e di cui più volte
anche gli stessi mass media avevano parlato; Belli è colui di cui Serena aveva più volte parlato
con le amiche senza dire il nome.
8. Carmine Belli è colui che sapeva esattamente come Serena era vestita il giorno della
scomparsa, senza che ce ne fosse giustificato motivo.
9. Carmine Belli è colui che il giorno della scomparsa di Serena indicava ai soccorritori il luogo
a poche decine di metri dal quale verrà ritrovato il cadavere, adducendo come motivo un
avvistamento inesistente o, comunque, erroneo.
10. Carmine Belli è colui che frequentava assiduamente il posto dove è stato rinvenuto il
cadavere, per accompagnarsi con prostitute e/o tossicodipendenti.
11. Carmine Belli è colui che, sebbene non fosse possibile riconoscere il luogo esatto del
ritrovamento del cadavere di Serena partendo dalla fotografia che gli è stata mostrata
dall’ispettore Pizzo, lo identifica con certezza, tanto da mettere a verbale che per giungervi è
necessario, in fondo, svoltare a sinistra.
15
12. Carmine Belli è colui che, se è stato sul luogo esatto del rinvenimento del cadavere di Serena,
non l’ha fatto quando era in compagnia delle due signore IS e SS per intrattenere rapporti
sessuali mercenari.
13. Carmine Belli è colui che afferma che nel posto esatto dove è stato trovato il cadavere di
Serena è possibile che vengano trovate tracce biologiche e impronte del suo passaggio; la
excusatio non petita è manifesta.
14. Carmine Belli è colui che, senza alcuna giustificata ragione, detiene il talloncino di Guglielmo
e Serena Mollicone sul quale è riportato l’appuntamento del novembre 2000 presso lo studio
dentistico del dr Alessandro Di Mambro.
15. Carmine Belli è colui che detiene in una delle abitazioni in uso nel periodo 2000-2001 un
sacchetto di plastica di colore nero sul quale sono presenti alcune strisce di nastro adesivo
merceologicamente compatibile con il nastro Ghost usato per avvolgere il cadavere di Serena.
Carmine Belli detiene nastro adesivo Ghost dell’identico tipo di quello che ha soffocato e
legato Serena Mollicone.
16. Carmine Belli ha caricato Serena nella propria macchina entro le ore 10,10 del 1° giugno 2001
per poi condurla in località Fontecupa e lì ucciderla, lì l'ha confezionata, e tutto entro le ore
21,30 del 1° giugno 2001 in quanto, poi, in tale località ha piovuto.
17. Serena è stata confezionata in Fontecupa. Sul posto ha perso uno scarponcino causa
trascinamento agito da Belli; per tale motivo Serena presentava fogliame sul calzino destro;
Belli le ha poi infilato lo scarponcino, le ha legato le caviglie con filo metallico sopra gli
scarponcini senza metterle il nastro adesivo, non ha stretto il filo metallico con attrezzi.
18. Carmine Belli ha occultato la salma di Serena perché l'ha uccisa sul posto e lì ha deciso di
disfarsi della salma.
19. Carmine Belli concentra su di sé tutte le caratteristiche e le qualità psicologiche,
comportamentali, esecutive e logistiche per essere l’assassino di Serena.
20. Il profilo di Carmine Belli è compatibile con quello dell’assassino di Serena.
21. Tutte le testimonianze, unite alle caratteristiche del punto precedente, inducono a fare ritenere
Belli l’assassino di Serena.
16
Nel prossimo numero pubblicheremo la nostra confutazione
alle 21 TESI dell'impianto accusatorio,
un'Analisi Investigativa Criminale Sistemica
che ha fatto storia e scuola.
8 - LA SINTESI DELLE ATTIVITÀ DI INDAGINE DIFENSIVA
Forniamo un anticipo di come abbiamo confutato l’intero impianto accusatorio e le sue tesi
con il metodo MOCCI4. La confutazione è totalmente vincente così come dimostrano le tre
assoluzioni di Belli e il fatto che sia uscito definitivamente dal processo: Belli è innocente,
l’assassino di Serena Mollicone deve essere cercato in altre piste e con altri metodi.
Acquisire dati
Appena ufficializzato gli incarichi di consulenza e investigativi acquisimmo copie dei documenti,
studiammo le foto e il video delle attività del rinvenimento del cadavere e dell’ispezione esterna della
salma. Non c’erano immagini videofilmate dell’autopsia, bensì solo delle fasi precedenti, sino al taglio
dei capelli della vittima.
Ci recammo sui luoghi e sulle varie scene del crimine diverse volte, armati di macchine
fotografiche digitali, video camere digitali, strumenti per la misurazione delle distanze e dei tempi,
senza dimenticare i classici e indispensabili cronometro, paline, metri di plastica, rotella per la misura
dei tracciati, registratore vocale e … carta e penna. Era il 2003, dieci anni fa.
Naturalmente fu illuminante il colloquio con Belli in carcere, per un resoconto dal suo punto di
vista e per rivolgergli una serie di domande.
E poi, riunioni, brain storming, punti della situazione, discussioni, analisi e confronti.
Il lavoro procedeva: l'importante è sapere Il lavoro procedeva: l'importante è sapere
SEMPRE E COMUNQUE cosa osservare, SEMPRE E COMUNQUE cosa osservare,
con osservazioni di alta qualità e l'analisi degli aspetti peculiari.con osservazioni di alta qualità e l'analisi degli aspetti peculiari.
Alibi per Carmine Belli
Con una serie di esperimenti tecnici, dopo avere studiato le mappe geografiche e topografiche,
dopo avere preso conoscenza e padronanza dei luoghi, dei percorsi, dei tragitti, della viabilità e
dell’ambiente, avvalendoci anche della lettura delle dichiarazioni di Pierpaolo Tomaselli, abbiamo
dimostrato che Belli almeno sino alle ore 10 era in Rocca d’Arce a ben 19 km da Isola Liri, che questo
tragitto si percorre in almeno 18 minuti, che Belli non poteva essere in Isola Liri entro le 10 e 10 - così
come volevano il Gip prima e l'impianto accusatorio dopo - per ghermire Serena Mollicone. E poi, era
mai possibile che una ragazza stesse a fare l’autostop dalle ore 9,35 alle 10,09, senza che nessuno si
fermasse? La risposta è NO!
Di fatto, sia con lo studio delle varie scene del crimine, dei loro punti topici e dei vari percorsi
e tragitti, effettuando sulle stesse scene opportuni esperimenti tecnici e di compatibilità spaziale
e temporale, sia con attività sistemiche di analisi criminale investigativa, abbiamo individuato
l’alibi di Belli.
4 MOCCI. Acronimo di Modello Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo
17
Demolizione dell'ipotesi del modus operandi omicidiario attribuito a Carmine Belli
Tutte le attività addebitate a Belli, quali l’imbavagliamento lento e meticoloso, il legamento con
nastro adesivo prima e il filo di ferro dopo, il serraggio dei vari nodi, la composizione della salma e le
altre attività di composizione e occultamento richiedevano necessariamente un tempo di oltre tre ore.
In tal modo Belli usciva fuori dalle possibilità temporali ed esecutive del crimine.
Impossibilità della presenza e dell'intervento omicidiario di Belli
Sui 16 metri di nastro adesivo che avevano legato la vittima non vi era una fogliolina, un filo
d’erba, un traccia di terriccio, di vegetazione, di altro, minimamente riferibile a Fontecupa: NON
C'ERA NULLA DI MATERIALE RIFERIBILE A UN LEGAMENTO EFFETTUATO IN LOCO. Di
fatto, la ragazza era stata “confezionata” in altro luogo e, di conseguenza, l’impianto accusatorio era
fallace e intimamente errato.
Sul contenitore di metallo spostato dall’assassino per nascondere il corpo di Serena vi erano delle
impronte palmari: nessuna di queste è attribuibile a Carmine Belli.
All’interno del nastro adesivo che legava le caviglie erano stati individuati due frammenti di
impronte digitali utili alle comparazioni, indicati come reperto 15b e 15e. Ebbene, queste impronte che
dovevano essere del legatore di Serena non sono di Carmine Belli. Sul nastro che stringeva i polsi
venne individuato il frammento papillare indicato come reperto 18d, nemmeno questo compatibile con
Belli.
Sul nodo del filo di ferro che stringeva le caviglie di Serena, oltre al segno di serraggio delle
tronchesine nello stringere con forza il filo, venne repertato del tessuto epiteliale, lasciato forse dal
legatore nello stringere con forza il nodo, forse per avere un ultimo contatto fisico col mezzo
costrittorio e con la vittima, forse da qualche tecnico. Sta di fatto che dal tessuto epiteliale è stato
estratto il Dna, ebbene, questo Dna non è di Belli.
Ed ancora, le tronchesine per serrare il fil di ferro alle caviglie di Serena, non sono state usate a
Fontecupa, ma in altri luoghi.
18
Da sinistra. Il nastro che stringeva le gambe di Serena Mollicone, l'impronta papillare del legatore e
confezionatore della vittima, le gambe e le caviglie strette con fil di ferro (non a contatto con la carne).
Assenza totale di tracce incriminanti per Belli
Nessuna traccia dell'omicidio sugli “strumenti esecutivi” di Belli e nessuna traccia di Belli
sulle scene del crimine. Avevamo la certezza che il colpo all’arcata sinistra di Serena aveva prodotto
la cosiddetta “ferita del pugile”, una situazione che provoca un immediato e violento sanguinamento.
Ebbene, nella vettura Lancia Dedra di Carmine Belli nemmeno il famoso Luminol è riuscito a
rintracciare una molecola di sangue di Serena. Il significato è assoluto: 1) Serena non è stata colpita
all’interno della macchina di Belli, come invece volevano le tesi accusatorie; 2) l’epicentro della scena
del crimine non è la macchina di Belli e certamente non è la radura di Fontecupa, il luogo di
abbandono e di rinvenimento del cadavere.
Errore dell'individuazione del Momento Zero da parte dell'impianto accusatorio
Abbiamo scoperto e dimostrato che il video cui ha fatto riferimento il medico legale Ernesto
D’Aloja e che aveva messo la pietra tombale sulla libertà di Belli, non era del 4 giugno 2001, bensì del
3 giugno, il giorno prima! Ciò significa che ogni sua conclusione doveva essere anticipata di 24
ore: quindi, applicando il suo metodo e il suo sistema di ragionamento, Serena sarebbe stata uccisa
non il 1° giugno, bensì il giorno prima, cioè, il 31 maggio. Cosa impossibile perché alle 7 e 30 del 1°
giugno Serena era viva e vegeta. Il colpo all’impianto accusatorio è da KO, totale e irrimediabile.
Bigliettino del dentista: indizio senza valore, anzi, a favore di Belli
Abbiamo dimostrato che il bigliettino del dentista non è un biglietto, ma un frammento di biglietto;
che non è stato rinvenuto in un cassetto dell’officina di Belli, bensì in uno scatolone che lo stesso
aveva portato di spontanea volontà ai poliziotti che stavano effettuando l’ispezione. Che la data non è
certa, che vi sono molti dubbi, che il giorno in cui Serena avrebbe dovuto ritirare il cartellino per la
visita del 21 novembre era il 6 novembre ma, quel giorno, la ragazza era andata in piscina. Abbiamo
dimostrato anche che sul frammento di biglietto non vi è alcuna impronta digitale, tantomeno di Belli,
nonostante lo stesso avesse sempre le mani sporche di grasso e di vernice. Inoltre, non vi sono
nemmeno le impronte digitali di Serena.
La busta nera di nylon trovata nel sottoscala dell'ex abitazione di Belli: indizio senza valore,
anzi, a favore di Belli
Per quanto riguarda la busta nera di nylon col nastro adesivo bianco “adeso”, abbiamo dimostrato
che sulla busta non vi è quella polvere che doveva starci se realmente fosse stata per oltre nove mesi in
quello scantinato, che il luogo era facilmente accessibile, che le impronte digitali che UACV e
Squadra mobile hanno dichiarato essere di Belli … non sono di Belli.
Gli indizi “falso avvistamento del 1° giugno” e “conoscenza dell'abbigliamento della vittima”
perdono il loro valore
Per quanto riguarda l’avvistamento di Serena a opera di Belli del giorno prima della scomparsa e
della descrizione fatta da Belli dei vestiti di Serena, abbiamo dimostrato che (1) l’avvistamento c’è
stato realmente e che non poteva trattarsi di Serena ma di altra ragazza, anche se l’avvistamento era
19
del 31 maggio e non del 1° giugno, (2) Belli alle ore 16 di sabato 2 giugno sapeva come fosse vestita
Serena perché … dalla mattina lo sapevano tutti quelli che la stavano cercando, in quanto il
maresciallo dei Carabinieri di Arce, Franco Mottola, aveva diramato un fonogramma con queste
notizie, fornitegli dai parenti e dalle amiche di Serena Mollicone.
L’interrogatorio videoregistrato di Belli
L’interrogatorio che gli inquirenti avevano valutato in chiave accusatoria e dal cui video avevano
tratto alcuni indizi di colpevolezza di Belli, in realtà, era un’ulteriore prova della sua non
responsabilità, in quanto dimostrammo che Belli era sincero.
Le cose non erano così come gli indagatori avevano ritenuto che fossero.
20
Foto in alto: momenti in cui l'investigatore che interroga Belli gli mostra la foto del luogo del
rinvenimento del corpo di Serena.
IL PARADOSSO: Belli riconosce il posto dove andava (in macchina) per intrattenere rapporti con donne.
Nella radura era impossibile arrivarci in macchina, Belli non aveva i parametri e i termini di paragone per
riconoscere il luogo: nonostante questo suo errore “pacchiano”, Belli è stato ritenuto “conoscitore del
posto” e detto riconoscimento è stato ritenuto “indizio di colpevolezza omicidiaria”.
A sinistra il talloncino del dentista “prima prova regina”.
Al centro e a destra la busta di nylon trovata in località Campostefano in un sottoscala facilmente
accessibile. È la seconda “prova regina” dell’impianto accusatorio contro Belli.
21
Foto a sinistra. Da sinistra: Carmine Belli, Augusto Casinelli, Eduardo Rotondi, Roberta Viscogliosi,
Emiliano Germani.
Foto a destra. Da sinistra: Enrico Delli Compagni, Dante Davalli, Marco Lilli.