Le 4 fasi del trattamento della BPCO
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Le 4 fasi del trattamento della BPCO
• Valutazione e monitoraggio• Riduzione dei fattori di rischio• Trattamento della BPCO
stabile:– educazionale– farmacologico– non farmacologico
• Trattamento delle riacutizzazioni e della insufficienza respiratoria
1. Valutazione e monitoraggio
2. Riduzione dei fattori di rischio
3. Trattamento della BPCO stabile:
educazionale
farmacologico
non farmacologico
4. Trattamento delle riacutizzazioni e della insufficienza respiratoria
Le 4 fasi del trattamento della BPCO
BPCO stabile
La terapia farmacologica regolare è importante per ridurre le riacutizzazioni, migliorare i sintomi, migliorare la qualità della vita, aumentare la tolleranza allo sforzo (A) e può aumentare
la sopravvivenza (B)..
I risultati di due grandi trial clinici recentemente pubblicati (TORCH NEJM 2007; UPLIFT NEJM 2008) indicano che le terapie inalatorie attualmente disponibili possono migliorare la prognosi nei pazienti con BPCO
Tashkin DP, NEJM; 2008; 359:1543
Calverley PMA et al, NEJM 2007; 356:775
Celli B et al AJRCCM 2008; 178: 332-8
Obiettivi del trattamento:1. Ridurre il numero e la gravità delle
riacutizzazioni2. Migliorare i sintomi e la qualità della vita
3. Aumentare la tolleranza allo sforzo e migliorare le alterazioni funzionali (ostruzione, iperinsufflazione polmonare, lavoro respiratorio)
4. Rallentare la progressione della malattia5. Aumentare la sopravvivenza
BPCO stabile
Categorie di terapie utilizzate:
Beta-2 agonisti e anticolinergici (A) Corticosteroidi inalatori in associazione ai broncodilatatori a lunga durata d’azione (A) Vaccino antinfluenzale (A) Vaccino antipneumococcico (B) Teofillina (B) Immunomodulatori (B) Antiossidanti (B) Mucolitici (D)
BPCO stabile
I broncodilatatori hanno un ruolo centrale nel trattamento della BPCO.
La via di somministrazione raccomandata è quella inalatoria.
I broncodilatatori a lunga durata d’azione sono i farmaci più efficaci nel trattamento regolare (A) per controllare o migliorare i sintomi e lo stato di salute.
I beta2-agonisti e gli anticolinergici a lunga durata d’azione sono i broncodilatatori di prima scelta (A).
BPCO stabileBroncodilatatori
L’aggiunta della teofillina, in considerazione dei possibili effetti collaterali e della necessità di monitoraggio dei livelli plasmatici, deve essere valutata nel singolo pazientein termini di rapporto rischio/beneficio.
BPCO stabileBroncodilatatori
La somministrazione di broncodilatatori a lunga durata d’azione (formoterolo, salmeterolo, tiotropio) è più efficace dei farmaci a breve durata d’azione (A) e può migliorare la compliance.
L’uso di più broncodilatatori a diverso meccanismo d’azione migliora l’efficacia del trattamento (A).
BPCO stabileBroncodilatatori
L’efficacia dei broncodilatatori va valutata sia in termini di miglioramento funzionale (dell’ostruzione bronchiale e/o dell’iperinflazione polmonare) che di miglioramento dei sintomi, della tolleranza allo sforzo e della qualità della vita (A).
La mancata risposta spirometrica, in presenza di miglioramento soggettivo (sintomi), non è motivo di interruzione del trattamento.
BPCO stabileBroncodilatatori
BPCO stabile: Terapia con anticolinergici long- acting
• Uno studio recente, controllato a doppio cieco contro placebo, ha valutato su 5993 pazienti la possibilità di
rallentare il declino del FEV1 per effetto dell’assunzione di tiotropio alla dose di 18 mcg die, indipendentemente
dalle terapie concomitanti. Erano consentiti tutti i farmaci per la BPCO, esclusi gli anticolinergici.
• Il FEV1 medio all’inizio era pari al 48%; 46% della casistica presentava una BPCO di grado II (moderato della
classificazione GOLD).
• Al termine dello studio le differenze delle velocità di declino tra gruppi non erano significative.
• A supporto dei precedenti studi, nei pazienti trattati con tiotropio si è verificata riduzione significativa del
rischio di riacutizzazione, di ospedalizzazione per riacutizzazione e di insufficienza respiratoria e un
miglioramento della qualità della vita
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Tashkin DP, NEJM; 2008; 359:1543
BPCO stabile: Terapia con anticolinergici long
acting
• Una analisi post-hoc ha mostrato che nel sottogruppo di pazienti che non
assumeva LABA o ICS al momento dell’arruolamento, il trattamento continuativo
con tiotropio rallenta va significativamente il declino funzionale (VEMS post-
broncodilatore) di 7 ml/anno.
• Inoltre l’analisi della mortalità a 4 anni ha mostrato una significativa riduzione
(13%) nei pazienti trattati con tiotropio rispetto al placebo. Nell’analisi che ha
considerato i 4 anni di trattamento + i 30 giorni di follow up, la differenza di
mortalità fra i 2 gruppi (11%) non era statisticamente significativa
• Il trattamento per 4 anni con l’anticolinergico long acting tiotropio non ha
mostrato eventi avversi maggiori e ha ridotto la morbidità cardiovascolare
Tashkin DP, NEJM; 2008: 359:1543
Il trattamento regolare con corticosteroidi inalatori è indicato nei pazienti con VEMS ≤ 50% del teorico (Stadio III: grave e Stadio IV: molto grave) con riacutizzazioni frequenti (3 o più negli ultimi 3 anni) trattate con corticosteroidi sistemici e/o antibiotici (A).
BPCO stabileCorticosteroidi Inalatori
Il trattamento regolare con corticosteroidi inalatori
dei pazienti con BPCO grave (Stadio III) o molto grave (Stadio IV) determina un miglioramento dei sintomi,
della funzione polmonare, della tolleranza allo sforzo
e della qualità della vita, e una riduzione del numero
e della gravità delle riacutizzazioni (A).
L’ uso dei corticosteroidi inalatori va valutato in relazione ai rischi di effetti collaterali nei
pazienti trattati cronicamente a dosi elevate.
BPCO stabilizzataCorticosteroidi Inalatori
Nei pazienti in cui sono indicati sia i Beta-2- agonisti a lunga durata d'azione che i corticosteroidi inalatori (BPCO moderato-grave, molto grave), la somministrazione di questi farmaci in combinazione mostra una migliore efficacia rispetto ai singoli componenti su diversi parametri clinico-funzionali (A).
L'uso delle combinazioni precostituite (salmeterolo più fluticasone, formoterolo più budesonide) può migliorare l'aderenza al trattamento (C).
BPCO stabileTerapia combinata con Corticosteroidi Inalatori + Beta-2- agonisti long acting
In un recente studio clinico prospettico randomizzato e controllato condotto su oltre 6000 pazienti, l’associazione salmeterolo/fluticasone ha ridotto la mortalità (obbiettivo primario dello studio) del 17,5%, riduzione ai limiti della significatività statistica.
A supporto dei precedenti studi condotti su pazienti più gravi, nello stesso studio tale combinazione è risultata superiore ai singoli componenti ed al placebo su alcuni importanti parametri clinici (stato di salute, frequenza delle riacutizzazioni, uso di steroidi orali) in pazienti con VEMS pre-broncodilatatore < 60% e senza storia di frequenti riacutizzazioni.
I risultati supportano l’uso di questa terapia in pazienti di gravità spirometrica minore rispetto a quelli indicati dalle linee guida precedenti, (VEMS prebroncodilatatore <60%). Tale raccomandazione è stata approvata dall'autorità regolatoria Europea (EMEA) e Italiana (AIFA)
BPCO stabile: Terapia combinata con Corticosteroidi Inalatori + Beta-2- agonisti long acting
Calverley PMA et al, NEJM 2007; 356:775
Una analisi post-hoc di questo studio sugli effetti dei trattamenti farmacologici in studio sul declino funzionale ha mostrato che il trattamento inalatorio continuativo rallenta significativamente il declino funzionale (VEMS) di 16ml/anno nei pazienti trattati con la associazione salmeterolo/fluticasone e di 13 ml/anno nei pazienti trattati con futicasone o salmeterolo
Nello stesso studio è stato rilevato un aumento significativo di polmoniti nei pazienti che hanno assunto la terapia di combinazione, legato all’impiego del fluticasone. Questo incremento, non confermato radiograficamente, non ha determinato un aumento nel numero dei decessi. Un'analisi post hoc dello studio ha rilevato che i pazienti a maggiore rischio di sviluppare polmonite, indipendentemente dal trattamento, sono i soggetti più anziani, quelli con un indice di massa corporea più basso (<25kg/m2) ed i pazienti affetti da una forma molto grave della malattia (FEV1<30% del teorico).
La monoterapia con ICS era associata ad un significativo aumento di mortalità rispetto alla combinazione, il che conferma la raccomandazione delle attuali linee guida che non prevede l'uso degli ICS da soli nella BPCO.
Il trattamento per 3 anni con il B2 agonista a lunga durata d’azione salmeterolo non ha mostrato eventi avversi maggiori
BPCO stabile: Terapia combinata con Corticosteroidi Inalatori + Beta-2- agonisti long acting
Calverley PMA et al, NEJM 2007; 356:775
Celli B et al AJRCCM 2008; 178: 332-8
Terapia inalatoria nella BPCO
• Nella BPCO in fase stabile non sono state dimostrate significative differenze nel migliorare la funzione respiratoria con l’uso di broncodilatatori erogati mediante diversi inalatori: nebulizzatori, spray predosati (MDI), MDI con distanziatori, inalatori di polveri (DPI) (A), ma i nebulizzatori non sono consigliati per un trattamento prolungato perché sono costosi e richiedono un’appropriata manutenzione.
Terapia inalatoria nella BPCO: La scelta dell’inalatore
La scelta dell’inalatore più adatto dovrebbe tenere in considerazione:
• L’abilità del paziente nell’usare correttamente l’inalatore prescritto.
• La preferenza espressa dal paziente
• Il tempo necessario per istruire il paziente all’impiego di quel particolare inalatore e per monitorarne il corretto impiego
• La possibilità di usare lo stesso tipo di inalatore per somministrare tutti i farmaci necessari al trattamento
• La comodità del paziente, della famiglia e dello staff medico in termini di tempo per somministrare il farmaco, necessità di effettuare la manutenzione, trasportabilità e pulizia dell’inalatore.
• Il costo della terapia.
BPCO stabileAltri trattamenti
• La vaccinazione antinfluenzale riduce del 50% la comparsa di patologie gravi e la mortalità (A).
• Le vaccinazioni antinfluenzale ed antipneumococcica per via parenterale dovrebbero essere offerte a tutti i pazienti con BPCO. (B)
• Gli antiossidanti possono ridurre la frequenza di riacutizzazioni nei soggetti non in trattamento regolare con steroidi inalatori (B).
• Gli immunomodulanti possono ridurre la frequenza di riacutizzazioni, tuttavia non vi è sufficiente evidenza per raccomandarne l’uso.
• Per altri farmaci (mucolitici, antitussivi, stimolanti respiratori, etc.) l’evidenza di efficacia è scarsa.