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Canonica di Malo 0445 602035 - Canonica di Molina 0445 637016Canonica S.Tomio 0445 602294

don Giuseppe 339 699 1727 - don Roberto 347 769 4334don Emilio 335 701 1714 - diacono d. Alessandro 392 284 4134

Danilo Panizzon (coordinat.S.Gaetano) 371 115 9245Suore di Malo 0445 580659 - Suor Marina 338 441 3538

Suor Idelma 349 099 9357e-mail [email protected] - www.unitapastoralemalo.it

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CARISSIMI...

Pensavo al nostro dopo-Pasqua. Alla vita delle nostre comunità dell’Unità Pastorale. Agli im-pegni che si fanno avanti per il tempo che ab-biamo davanti… Come possiamo allora far diventare “vita” la Pasqua? Come può assumere una “forma” pa-squale l’obiettivo pastorale “Chi Cercate”?

Ho trovato aiuto in una storia: tre ranocchi curiosi si avventurarono un giorno fuori dello stagno dove erano sempre vissuti e comincia-rono ad esplorare il mondo. Nei pressi dello stagno sorgeva una prospera fattoria. I tre ra-nocchi cominciarono la loro esplorazione dall’aia. Ma due galline li scorsero e, felici di variare il menù, si avventarono su di loro con i becchi affilati e l’acquolina in bocca.I tre ranocchi però erano svelti e arditi. Proprio in quel momento, il fattore posò davanti alla porta della stalla il bidone del latte. Con due prodigiosi balzi, i tre ranocchi si tuffarono nel bi-done. Si trovarono a nuotare nel latte. Sulle prime la nuova sensazione li rese allegri ed euforici. Poi cominciarono a preoccuparsi. Dovevano assolutamente uscire di lì al più presto! Un fattore arrabbiato era peggio delle galline… Provarono e riprovarono, ma l’imboccatura del bidone era stretta e le pareti d’acciaio lisce e scivolose.Il primo ranocchio era un fatalista. Annaspò un po’ e poi disse: “Non usciremo mai di qui. E’ la fine”. Si lasciò andare ed annegò.Il secondo ranocchio era un intellettuale, con una grande preparazione teorica sui liquidi, il salto e le loro leggi fisiche. Eseguì rapidamente tutti i calcoli che riguardavano la distanza dalla bocca del bidone il suo diametro, la spinta occorrente, la parabola, il peso, la gravità terrestre, l’accelerazione. Trovò la formula giusta e spiccò il salto con gran vigore. Ma... non aveva calco-lato il manico del bidone. Sbatté una tremenda capocciata, svenne e finì miseramente in fondo al bidone.Il terzo ranocchio non smise un attimo di nuotare e darsi da fare con tutte le sue forze. Il latte si trasformò in burro, scivoloso ma solido, e il ranocchio riuscì a saltare fuori facilmente.Non perdere mai la speranza, comunque ti vadano le cose. E datti da fare!

Ecco, vedete, ogni uomo nascendo porta con sé un capitale di valore inestimabile: la sua vita. Tutta la vita è dono: la salute del corpo, la bellezza del volto, la freschezza dello spirito, l’intui-zione dell’intelligenza, il calore dell’affetto, la gioia dell’amicizia. Ognuno ha il suo tesoro nascosto, il suo potenziale di bene o di male. Ognuno ha qualcosa di suo, di esclusivamente suo: un’eredità che porta il nome di generazioni passate, un compendio di doti che sono il risultato d’un cammino di storia, di una famiglia, della ricchezza d’una stirpe.

I tuoi talenti sono le doti della tua persona, fanno la tua identità, il tuo patrimonio, il tuo

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destino. Sono tuoi come i lineamenti del viso, il colore dei capelli, il modo di parla-re, di tossire, di camminare. I tuoi talenti si identificano con la tua vita, essi si ritrovano sempre in te, segnano la tua ricchezza ed il tuo limite. Ma da soli, i talenti, non fanno la tua gran-dezza, il che significa che tu non vali per quello che hai ricevuto, per i doni che pos-siedi, ma per l’uso che ne saprai fare, perciò

essi attendono te, il tuo consenso, la tua responsabilità, le tue decisioni.I tuoi talenti devono svilupparsi, come un seme che chiede di germogliare e crescere. Ogni giorno ti ritrovi nuovo, la tua volontà spinge avanti la tua vita in un progressivo sviluppo dei tuoi doni. Tu non sei mai definitivo, non sei mai arrivato, non puoi tirare il consuntivo e chiu-dere i conti, ma devi saper progredire. Tu sei sempre da fare, la tua personalità s’arricchisce, se tu vuoi. C’è in te una vita che non dipende da te, che cresce al di fuori delle tue decisioni, ma c’è in te una vita che è tua, esclusivamente tua, che aspetta da te di svilupparsi, di divenire, di attuarsi secondo il disegno di Dio. Ecco la domanda: Chi Cercate?

Non rammaricarti per quello che hai ricevuto, se è poco, né invidiare gli altri se scopri in loro qualcosa che tu non hai. Non piegarti mai, cedendo a gelosie meschine, a ridicoli calcoli e paragoni, alla ricerca di modelli di vita diversi dal tuo. Tu non devi essere la copia di nessuno. La tua originalità è ciò che ti distingue, che fa la tua identità e su questa piattaforma la tua vita deve svilupparsi fino alla perfezione.

Cari amici, Sì, Cristo è veramente risorto! E’ lui il nostro “Chi Cercate”, il nostro riferimento. Non possiamo tenere solo per noi la vita e la gioia che Egli ci ha donato nella sua Pasqua, ma dobbiamo donarla a quanti avviciniamo. E’ il nostro compito e la nostra missione: far risorgere nel cuore del prossimo la speranza dove c’è disperazione, la gioia dove c’è tristezza, la vita dove c’è morte. Testimoniare ogni giorno la gioia del Si-gnore risorto significa vivere sempre in “modo pasquale” e far risuonare il lieto annuncio che Cristo non è un’idea o un ricordo del passato, ma una Persona che vive con noi, per noi e in noi, e con Lui, per e in Lui possiamo fare nuove tutte le cose .Maria, Madre di Gesù e nostra mamma celeste, che in questa Festa della Maternità noi veneriamo, ci aiuti e ci sostenga. Rivolgendo il nostro sguardo a Lei incontriamo lo sguardo di Cristo Risorto.

don Giuseppe

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MARIA: LA GIOIA NEL RISORTO

E chi meglio di Maria può sostenerci nella ricerca di bene, di positività, di bello nel nostro quotiamo ? Lei che ha saputo cantare il suo MAGNIFICAT a quel Dio che le ha chiesto un “ sì “ tanto impegnativo, umana-mente impossibile da pronunciare. Ed è gioia pura quella che scaturisce dal suo cuore, grato per le mera-viglie ricevute.La gioia di Maria, l’umile serva, ha le sue radici nello stupore provato all’annuncio dell’Angelo, nello stupore di chi, anche se si interroga sul modo, non ha dubbi sulla presenza amica dell’Altissimo che, con il suo as-senso e la sua disponibilità, trasformerà la sua vita per sempre.Con il suo primo apparire nella storia della salvezza, la Vergine ci indica la strada verso la gioia del cuore, quella del credente che impara a vedere in ogni avveni-mento la mano di Dio e in ogni uomo un raggio del Dio vivo.É certamente questa una delle vie verso la santità: la capacità di stupirsi, come Maria di Mag-dala al sepolcro vuoto, difronte al suo Maestro e Signore morto e risorto. Si meravigliò, forse si spaventò, ma subito dopo lo adorò, accettando ciò che la ragione avrebbe negato, e poi, obbe-dendo all’invito di Gesù ,si recò dai discepoli che erano tristi e sconsolati, per annunciare loro la grande notizia: “è risorto” ! Ecco il segreto di una vita gioiosa: saper vedere ogni realtà con gli occhi della fede, comunican-do agli altri la visione positiva che la grazia di Dio ci offre in ogni giorno della vita.Quando tutto sembra oscuro, finito, senza possibilità di cambiamento, può accendersi in noi la luce della speranza, che proviene dall’annuncio Pasquale ,fondamento della nostra fede.Se la gioia di Maria scaturisce dal sentirsi “abitata” dal suo Signore, la nostra gioia scaturisce perché ci sentiamo vivi solo dentro il cuore di Dio. Totalmente amati perché da sempre pensati e voluti. Ogni uomo è la perla preziosa racchiusa nel cuore di Dio.Ci affidiamo alla Madre come guida amorosa nel cammino verso una vita rinnovata dalla cer-tezza della risurrezione e del lieto annuncio pasquale. Perchè cercate tra i morti colui che è vivo? Gesù è il vivente. Grazie Madre Santa per averci indicato la via.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio.............

Continua........ Mary Ruaro

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Mi hanno sempre affascinato questi dipinti due grandi affreschi di S. Maria : la Crocifissione e la Resurrezione. Me ne sono sempre sentito avvolto, afferrato, rapito, consolato, richiamato, stupito. Perché in fondo la nostra vita, la vita del mondo, la nostra fede di cristiani è racchiusa tutta qui, in questa Crocifissione, in questa Resurrezione.Guardavo e guardo a Gesù Crocifisso e vedo l’amore disarmato e disarmante del nostro Dio.Guardavo e guardo a Gesù Crocifisso e scopro che anche Lui ha tremato di fronte alla morte, ma poi si è fidato, si è affidato a suo Padre ... resistenza e resa.Guardavo e guardo a Gesù Crocifisso e ritrovo il volto dei tanti nuovi crocifissi che ogni giorno incontriamo sulle nostre strade, sulle strade del mondo.Guardavo e guardo a Gesù Crocifisso e mi si affollano davanti al cuore tanti occhi velati di lacri-me, con tanti perché che rimangono senza una risposta.Allora il mio sguardo e il mio cuore si rivolgevano e si rivolgono al Risorto perché continuavo e continuo a credere che tutto non finisce qui, che tutto non può finire qui, che la Croce non è e non può essere l’ultima parola sulla vita. Anche quando le lacrime si esauriscono, le parole ti muoiono sulle labbra, il cuore si inaridisce, le forze fuggono, la vita sembra polverizzarsi. An-che quando davanti al dolore e alla morte ci si arresta come davanti a un enigma irrisolvibile e inquietante, davanti a una ingiustizia bruciante e inaccettabile e tutto ti sembra inutile. Anche quando la fede più alta barcolla e trema, quando le domande pulsano nel cuore e nel cervello, quando le risposte sempre cercate non ti raggiungono.Allora il mio sguardo e il mio cuore si rivolgevano e si rivolgono al Risorto perché la speranza non muore. Aspetti l’inatteso. Speri l’insperato. Sogni che ciò che ti appare irrimediabilmente perduto non lo sia per sempre. Sogni un oltre. Sogni una porta che si apre. Sogni la morte del dolore, la morte della morte.Ma a salvarci, a liberarci dal dolore e dalla morte, ci vuole Qualcuno. Qualcuno dall’alto. Qual-cuno che “muterà il nostro dolore in danza”, come sta scritto nel salmo 30. Qualcuno che ridarà vita alla polvere.Da venti secoli il cammino dell’uomo e della sua libertà, il senso dell’esistenza è posto in gioco di fronte a questo annuncio: Gesù, il Crocifisso, è risorto, vive! Tutto inizia e dipende da quel mat-

LA PRIMAVERA E I CILIEGI… TRA CROCIFISSIONE E RESURREZIONE …

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tino di Pasqua, splendido dono dell’inesauribile fantasia di Dio. Noi, da soli, saremmo rimasti ai piedi della croce e al gelido silenzio del sabato santo.C’è da sempre un rapporto indissolubile tra croce e resurrezione. Nel Nuovo Testamento quando si parla di resurrezione si parla anche di croce. Per questo ho trovato geniale l’idea dell’artista che ha raffigurato Crocifissione e Resurrezione sui due lati della stessa tavola di legno.

Il cuore ferito appartiene al Crocifisso e al Risorto …L’amore ha scritto il suo racconto nel corpo di Gesù con l’alfabeto delle ferite ormai indelebili come l’amore

(Ermes Ronchi)

Queste ferite ci sono ancora oggi sul cuore di Gesù Crocifisso e Risorto. E forse sono proprio i crocifissi della storia, la loro speranza incrollabile a permettere di capire la resurrezione di Gesù. È il vangelo di Marco a dirci che Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto e che “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto” (Mc 16,7). La Galilea è una regione ai margini, lontana da Gerusalemme … Eppure è qui che si può vedere Gesù, perché le periferie, come continua-mente e audacemente ci ripete papa Francesco, costituiscono il luogo teologico privilegiato per comprendere la resurrezione, per vivere la fede e la Chiesa.Le vie della storia, anche quelle di oggi, sono lastricate di innumerevoli croci. Anche noi abbia-mo le nostre Galilee … basta guardare qualche telegiornale, basta guardarci intorno. È lì che noi cristiani siamo attesi, per ridare speranza, per ridare dignità e vita e giustizia. Perché il mondo non va come deve andare, ma va come lo facciamo andare noi. Perché non esistono situazioni in cui l’amore non abbia ancora qualcosa da dire. Ed è lì, in queste Galilee, che è atteso il nostro fare Pasqua.Capita sempre di primavera, la Pasqua. Perché la Pasqua è primavera, la stagione che ha profu-mo di miracoli. Un verso famosissimo del poeta Pablo Neruda recita così: Voglio fare con te / ciò che la primavera / fa con i ciliegi. È un verso che parla d’amore, che parla degli innamorati, ma mi sembra un verso davvero pasquale, perché è proprio questo che la Pasqua vuol fare con noi … È il miracolo dell’amore che tutto fa rinascere, che tutto trasfigura, che tutto solleva, che tutto fa guardare con occhi nuovi. Sogno che la Pasqua sia per me e per voi questo miracolo, questa speranza esagerata, questo regalo inaudito. Faccio mie le parole di papa Francesco per augurarci Buona Pasqua:Quando il cielo è tutto nuvoloso, è una benedizione chi sa parlare del sole. Ecco, il vero cristiano è così: non lamentoso e arrabbiato, ma convinto, per la forza della risurre-zione, che nessun male è infinito, nessuna notte è senza termine, nessun uomo è definitivamente sbagliato, nessun odio è invincibile dall’amore.

BUONA PASQUA DI RESUREZIONEVittorio Cappozzo

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AMBITO LITURGICOMAGGIO 2015

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Rivolgiamo un particolare invito per la preghiera del Rosario fatta insieme presso i Capitelli delle nostre vie. E’ occasione per trovare forza spirituale nella preghiera ma anche per tro-vare il gusto dell’amicizia, dell’unità, del conoscersi.Abbiamo la possibilità di dare testimonianza ai più piccoli facendo conoscere questo aspet-to profondo della preghiera con Maria e della sua vicinanza alle nostre famiglie meditando, nella settimana, i passi biblici del Rosario Gaudioso, Doloroso, Glorioso e portatore di Luce. Per i più piccoli abbiamo anche predisposto un libretto con la possibilità di incollare le im-magini dei momenti biblici indicati dal Rosario. Per i libretti fate riferimento a suor Idelma.

ROSARIO MESE DI MAGGIO

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AMBITO LITURGICO

Di seguito elenchiamo i cammini battesimali previsti per il 2018.

Ricordiamo che:Il percorso di preparazione al Battesimo prevede:• un primo contatto in parrocchia con il parroco• una serata in famiglia con la presenza dei padrini e dei nonni, per i segni dell’accoglienza.• Un incontro di approfondimento sul Battesimo in S. Gaetano per genitori e padrini• La S. Messa con la celebrazione del Battesimo.• La S. Messa in Santuario per l’affido dei bambini alla Madonna • Una serata di condivisione che raggruppa i genitori di tre percorsi Battesimali.

APRILESerata di approfondimento per genitori e padrini: giovedì 19 ore 20.30 in s. GaetanoBattesimo Comunitario: Domenica 22 ore 9.30 in DuomoAffido dei bambini alla Madonna: Domenica 27 maggio ore 16.00 in Santuario

MAGGIOSerata di approfondimento per genitori e padrini: giovedì 10 ore 20.30 in MolinaBattesimo Comunitario: Domenica 13 ore 10.00 a MolinaAffido dei bambini alla Madonna: Domenica 27 maggio ore 16.00 in Santuario

GIUGNOSerata di approfondimento per genitori e padrini: Giovedì 14 ore 20.30 in s. GaetanoBattesimo Comunitario: Domenica 17 ore 10.00 in DuomoAffido dei bambini alla Madonna: Domenica 29 luglio ore 16.00 in Santuario

BATTESIMI NELLA NOSTRA UNITA’ PASTORALE

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AMBITO LITURGICO

LUGLIOSerata di approfondimento per genitori e padrini: giovedì 12 ore 20.30 in s. GaetanoBattesimo Comunitario: Domenica 15 ore 10.00 in Duomo Affido dei bambini alla Madonna: Domenica 29 luglio ore 16.00 in SantuarioAGOSTO (sospesi Battesimi per impegni attività estive)

SETTEMBRESerata di approfondimento per genitori e padrini: giovedì 13 ore 20.30 a MaloBattesimo Comunitario: Domenica 16 ore 10.00 in DuomoAffido dei bambini alla Madonna: Domenica 28 ottobre ore 16.00 in Santuario

OTTOBRESerata di approfondimento per genitori e padrini: giovedì 11 ore 20.30 a MolinaBattesimo Comunitario: Domenica 14 ore 11.00 a MolinaAffido dei bambini alla Madonna: Domenica 28 ottobre ore 16.00 in Santuario

NOVEMBRESerata di approfondimento per genitori e padrini: giovedì 15 ore 20.30 in s. GaetanoBattesimo Comunitario: Domenica 18 ore 11.00 in DuomoAffido dei bambini alla Madonna: Domenica 25 novembre ore 16.00 in Santuario

DICEMBRE - sospeso

Preghiera per un bambino che riceve il Battesimo

Mirella IovineSignore, ti prego per (nome bambino):

è nato unico ed irripetibile: fa’ che cresca nella consapevolezzadi essere un dono prezioso per te e per tutti noi.

È nato in una famiglia felice:fa’ che non ci siano mai né divisioni, né incomprensioni.È nato nell’amore e nella libertà: fa’ che conservi sempre

il suo cuore per amare e la sua mente per pensare.È nato pieno di voglia di vivere: fa’ che non si scoraggi mai

di fronte alle delusioni e alle amarezze della vita;È nato in una famiglia cristiana che scegliendo il Battesimo

ha messo nel suo cuore il seme della fede:fa’ che crescendo possa alimentare questo donoe confermarlo con il sacramento della Cresima,

perché possa fare le giuste scelte tra un bene e un altro bene.Signore, sii sempre il suo compagno di viaggio e la luce dei suoi passi

affinché non smarrisca mai la strada che conduce a te.Il suo splendido sorriso possa sempre brillare sul suo voltoe contagiare tutti coloro che lo amano e che gli augurano

un futuro sereno e colmo di gioia e di felicità.Amen!

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L’apostolo Marco nelle sue lettere ci suggerisce quanto sia importante la fiducia e il prendersi tem-po per riflettere, per stare insieme, per condividere.Sembra assurdo ma anche da quel tempo lontano possiamo trarre beneficio anche ai giorni nostri, era di internet e di migliaia di conoscenze ma dove non c’è più tempo per la persona e per le rela-zioni, perdendo così la reciproca fiducia che è basilare per costruire qualcosa insieme.Un’opportunità di riflessione, di prendersi tempo, viene offerta anche negli incontri proposti ai genitori che chiedono il Battesimo del proprio figlio e nei successivi incontri, come per esempio quello in prossimità della Festa della Vita.Ecco alcune testimonianze di chi ha voluto prendersi tempo giovedì 1 febbraio.

Quando a novembre abbiamo battezzato Mattia, le coppie guida che ci hanno accompagnato al Battesimo ci avevano detto che ci sarebbero stati degli incontri per noi genitori durante l’anno. Ed ecco che ci è arrivato a casa l’invito per il 1° febbraio!Con un bimbo piccolo è sempre difficile uscire alla sera, mettici pure la pioggia, e...la tentazio-ne di starcene a casa c’era eccome...ma siamo andati ed è stata una serata preziosa!Don Luca, con tutta la sua semplicità e la capacità di metterti a tuo agio, ci ha proposto il brano del vangelo del Buon Samaritano facendoci riflettere sul prossimo e sull’ allungare la mano per porgere aiuto.Quante volte leggendo quella parabola abbiamo pensato “ma come si fa a tirar dritto e non fermarsi per aiutare?”...ecco...su 10 volte, quante volte ogni giorno noi “tiriamo dritto” e non aiutiamo gli altri? E poi c’è stata una famiglia che ha portato la sua testimonianza. Il papà ha raccontato del parto prematuro del loro 5° figlio, dei lunghi mesi in ospedale, dei figli “distribuiti” un po’ di qua e un po’ di là il pomeriggio e di quanti “buoni samaritani” hanno incontrato sulla loro strada...E’ stata una serata che ci ha fatto bene, bene all’ anima!In ogni famiglia ci sono le difficoltà, i problemi, ma quando si sentono queste testimonianze

PRENDERSI IL TEMPO…Riflessioni in occasione della “Giornata per la vita”

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e si vede come le persone hanno saputo prendersi per mano ed andare avanti, è quello che dà forza, che fa sentire meno soli.Fare i genitori è forse il mestiere più difficile del mondo e quando in una famiglia arriva un bambino, i genitori spesso si sentono da soli (soprattutto la mamma) e si tende a chiudersi per star dietro al bimbo. È in quel momento che si cominciano a vedere solamente i propri proble-mi, e questi a volte sembrano enormi, irrisolvibili. Andare a queste serate, parlare con le persone, magari con altre mamme e papà, confrontarsi, non risolve i problemi, però ci si sente sulla stessa barca, ci si sente più leggeri...e sicuramente si ha sempre qualcosa da imparare.Quindi: grazie a don Luca, a quella splendida famiglia e alle coppie guida che seguono i batte-simi per questa bella opportunità.Chissà che la prossima volta ci sia anche più partecipazione, più famiglie con il bisogno e la voglia di tornare a casa più leggeri!

Mirco e Federica

E’ stato un incontro molto interessante, ci ha fatto tanto pensare all’importanza della “nuova vita” che abbiamo tra le mani e alla “ vita nuova “che di conseguenza é arrivata con essa. Il messaggio che più ci ha colpiti é che prima di tutto dobbiamo essere felici come coppia per dare felicità a nostra figlia. Unico aspetto un po’ scomodo è stato l’orario, dato che la sera per i bimbi è uno dei momenti più “difficili “.

Giulia e Alessandro

Perchè ci facciamo inghiottire da mille cose e non riusciamo a dedicarci qualche volta a qualco-sa di meno materiale ma più riflessivo per la nostra vita personale e di coppia? E’ vero il tempo manca sempre, ce ne accorgiamo ancora di più quando ci sono figli di mezzo, ma loro sono stati quel dono prezioso che ci ha fatto diventare genitori, che ci fa ogni giorno vivere emozioni indimenticabili anche se questo costa fatica e impegno. E” stato un bellissimo incontro, soprat-tutto per condividere e metabolizzare i problemi ma anche le gioie comuni che come coppia incontriamo nella quotidianità. Mi è rimasta impressa una frase di don Luca che diceva: se la coppia è felice anche i figli saranno felici.....ed é quello che dobbiamo cercare di fare, trasmette-re serenità, valori sani, non solo attraverso le parole ma soprattutto con la testimonianza, con l’esempio concreto. Allora prendiamoci del tempo per staccare la spina grazie anche a questi momenti di riflessione(basta volerlo!!!), quando torniamo a casa ci sentiremo tutti più rige-nerati, con le batterie più cariche e più consapevoli che non siamo soli....Qualcuno ci Ama!!!

Anna e Luca

Giovedì 1 febbraio ho partecipato, in qualità di “santola” di Mattia, alla serata testimonianza tenutasi presso il Santuario di S. Libera in occasione della giornata per la vita. Appena arrivata, saluto volentieri alcuni volti familiari e penso: “che bello, sono venuti anche loro!” L’incontro è durato un’oretta, il giusto tempo per riuscire a fermarsi e riflettere un po’, senza andare troppo per le lunghe, visto che molte coppie avevano i bimbi con loro. Questa serata è capitata proprio in un periodo impegnativo, stancante e frenetico. Don Luca, nell’introduzione, ha apprezzato la nostra buona volontà a uscire fuori casa in quella serata invernale in cui la stanchezza e meteo erano scoraggianti. Mi sono sentita capita e accolta. Dalla sua riflessione mi sono por-

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tata a casa una frase che si è trasformata in un post-it che ancora adorna la mia cucina: NON PERDERE LO SGUARDO!..... In quel momento l’ho fatta mia: cercare sempre di guardare negli occhi, in primis mio marito, e poi anche i miei bambini. Ho usato il termine “guardare” perché a volte rischio di vedere ma non essere concentrata a capire, a leggere l’altro, nelle sue emozioni, nei suoi bisogni. Ecco, il post-it mi aiuta a ricordarmelo. C’erano anche due sposi, con alcuni dei loro figli, che hanno portato una preziosa testimonianza sulla loro vita di coppia e di famiglia. Hanno affrontato diverse difficoltà, non sto a raccontarvi tutto perché vi auguro di poterli ascoltare un giorno, ma quello che mi è rimasto impresso è stato il loro modo di af-frontare la prematura nascita del quinto figlio. Sono stati messi a dura prova, ma non si sono chiusi e non hanno avuto paura di chiedere aiuto alla comunità. Si sono affidati a Dio pregando e sentendosi ascoltati sul serio.

In quella serata abbiamo apprezzato la vita a 360, con tutto il suo fardello, più o meno pesante. Mi canto spesso nella testa il bellissimo ritornello: “come posso io, non celebrarti vita, oh vita, oh vita!” (altro post-it nella mia cucina….). incontri così, sparsi qua e là, sono preziosi ritagli di tempo che ci vengono regalati. Ci danno l’occasione e lo spunto per pensare, per gustare al massimo la vita, la quotidianità, e “stare sul pezzo”….

GIOVEDÌ SANTO IN DUOMO:LAVANDA PIEDI E PRESENTAZIONE CRESIMANDI

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GIOVEDÌ SANTO A MOLINA:LAVANDA DEI PIEDI

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AMBITO LITURGICO

I ministri straordinari dell’Eucaristia sono battezzati adulti, uomo o donna, ai quali viene af-fidato il servizio di portare l’Eucaristia ai malati nelle loro case e di aiutare il sacerdote nella distribuzione durante la celebrazione della Messa.

Questo ministero della Chiesa è stato istituito dal Papa Paolo VI nel 1973, per dare “ai fedeli maggiore possibilità di accedere alla S. Comunione … e agli infermi la possibilità di non essere privati del grande mezzo di sollievo” che deriva dalla partecipazione all’Eucaristia.Per poter esercitare il servizio occorre essere preparati. E’ il parroco che individua tra i fedeli, persone idonee a diventare ministri straordinari e li aiuta nel discernimento del percorso

Domenica 4 marzo il parroco ha conferito il mandato (cioè l’incarico), durante la celebrazione della Messa domenicale. Il mandato dura tre anni ed è rinnovabile. Può essere esercitato solo nella propria parrocchia.Nella nostra Unità Pastorale sono in 35 ministri straordinari dell’Eucaristia, comprese le quat-tro suore. Oltre ad aiutare i sacerdoti a distribuire l’Eucaristia durante le Messe, ad ognuno di loro sono stati affidati alcuni malati ed anziani, ai quali viene portata l’Eucaristia, preferibil-mente di domenica o il primo venerdì di ogni mese. Ecco come questo avviene: il ministro partecipa alla Messa e prima della benedizione finale, va all’altare e riceve dal sacerdote o dal diacono, la teca con le particole consacrate che porta subito ai malati nella loro casa. In questo modo il fratello malato che riceve l’Eucaristia, è immesso nella invisibile ma reale comunione con la comunità celebrante, è unito ad essa ed è sostenuto dall’amore e dalla preghiera dei fratelli.A casa del malato si segue il Rito di Comunione, con l’atto penitenziale, la lettura della Parola di Dio, la recita del Padre Nostro, l’invocazione all’Agnello di Dio e una preghiera finale di rin-graziamento. C’è sempre un momento di ascolto del malato e di condivisione delle sue gioie e dei suoi dolori.Il servizio svolto è coordinato da Suor Marina e don Giuseppe, ai quali invitiamo far riferi-mento per la richiesta della Comunione, è carico di significato perché doniamo e portiamo il Signore Gesù. E’ lui il Salvatore e noi non possiamo che adorarLo con stupore.

MINISTRI STRAORDINARI DELL’EUCARISTIA

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Piccoli passi ma anche la nostra Unità Pastorale si sforza di camminare nello spirito della Diocesi. Lo ricorda sempre il nostro Vescovo a fronte di una serie di necessità per la vita pastorale: saper semplificare e unificare. Le forze dei sacerdoti si stanno riducen-do e quindi il coraggio di scelte che qua-lifichino il messaggio evangelico. Numerose forme di preghiera e di vita cristiana sono legate a tempi dove c’era abbondanza di presenza sacerdotale e disponibilità di laici. Ora si tratta non di “svendere” ma valorizzare quanto è es-senziale per la vita di fede.

Una di queste occasioni è stata la Via Crucis che abbiamo condiviso con le parrocchie di Molina, Santomio e Malo nella serata di venerdì 23 marzo nel piazzale della fornace Zanrosso in via Visan.Un bel momento di preghiera. Non eravamo in molti numericamente ma come piccolo seme abbiamo vissuto un momento unitario che, proprio dall’esempio della fornace, siamo impa-stati nel Cristo morto e risorto per divenire mattoni di una nuova costruzione, per vivere uno spirito che ci lega e ci apre a un futuro di collaborazione e condivisione di progetti e vita tra comunità diverse.

VIA CRUCIS NELLA NOSTRA UNITA’ PASTORALE

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VENERDÌ SANTO IN DUOMO:VIA CRUCIS REALIZZATA DAI RAGAZZI DI SECONDA MEDIA

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AMBITO ANNUNCIO

Anche quest’anno, insieme ai nostri bambini siamo pronte ad af-frontare un periodo così particolare e ricco di mistero: la Quare-sima.Non è sempre facile parlare ai nostri piccoli di morte, risurrezione, la vita di Gesù è davvero ricca di mistero e fascino che spesso an-che noi insegnanti rimaniamo stupite e senza parole di fronte alle domande curiose dei bambini e delle bambine. Abbiamo cercato, però, di accompagnarli in questo cammino proponendo loro al-cuni racconti sulla vita di Gesù e i suoi insegnamenti. Nelle prime due settimane di quaresima i bambini hanno ascoltato il racconto della “Pecorella smarrita” e de “Il seminatore”. Insieme a loro si è cercato di capire il messaggio che Gesù ha voluto trasmettere a tutti noi e provato a riflettere su come poterlo rivivere nella nostra vita di tutti i giorni, a scuola, in famiglia, con gli amici. I bambini si sono divertiti a colorare, ritagliare, realizzare elaborati che rap-presentassero immagini significative di queste due parabole.

Ripercorreremo poi i momenti più importanti della vita di Gesù prima della sua morte ed affronteremo con i bambini l’entrata di Gesù a Gerusalemme, l’ultima cena, la morte e la risurrezione.

Un ringraziamento di cuore a Don Giuseppe che, grazie alla sua disponibilità, coinvolgerà i bambini in un momento di dramma-

tizzazione dell’ultima cena. Insieme a loro andremo in chiesa a rivivere questo momento così significativo e ricco di emozione. Cogliamo l’occasione per augurare a tutti voi una Pasqua serena e pace nei vostri cuori!

Le insegnanti

IN CAMMINO VERSO LA PASQUA……ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA

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AMBITO ANNUNCIO

Nel cammino del catechismo che abbiamo intrapreso assieme ai nostri bambini di secondaelementare una tappa importante è stata quella dei nonni ...nonni unici importanti, alleati pre-ziosi per la crescita di una famiglia; sempre disponibili all’ascolto e alla comprensione con tanto tempo da dedicare senza l’assillo dell’orologio.Vogliamo qui raccontare l’esperienza vissuta dai nostri bambini che hanno animato, cantando vecchie canzoni e leggendo pensieri, questo incontro in San Gaetano, dedicatoproprio a loro…i nonni.Riportiamo qui alcune frasi scritte dai bambini che esprimono illoro grazie: “Ciao nonni, grazie per quello che ci fate voi, per me siete untesoro, proprio d’oro! Vi voglio bene, grazie grazie grazie!”“Nonno ti voglio bene perché giochi a calcio con me! Nonna ti voglio tanto bene perché vieni aprendermi alla fermata.”“Nonno sei speciale perché mi fai ridere…nonna sei spe-ciale perché gioco a carte con te”“ Nonni siete bravissimi a raccontare le storie”“Grazie nonna perché mi porti a fare le passeggiate”“Nonna sei speciale perché mi fai sempre la mancia. Gra-zie che ogni volta mi dai i soldi.”“Nonna sei speciale perché hai sempre tempo da dedicare a me e a Sofia, anche quando haitante cose da fare”“Nonna sei speciale perché mi prepari il sugo”“I miei nonni mi consolano”“Nonni siete speciali perché chiaccherate”“Nonni siete speciali perché mi fate la car-ne ai ferri”“I miei nonni sono speciali perché vado con loro a prendere le castagne”“Per me siete speciali perché mi fate dor-mire a casa vostra”“Nonna sei speciale perché mi fai giocare con il didò”“Cara nonna tu sei speciale perché mi fai i biscotti con le gocce dicioccolato” … “Nonna sei speciale perché mi fai il pasticcio”“I nonni sono molto buoni perché mi lasciano sempre guardare la tv”

…E tanto altro ancora così BELLO e SIGNIFICANTE che ab-biamo deciso di appendere questibellissimi pensieri nelle bacheche del San Gaetano.Il tutto si è concluso con un goloso rinfresco! E’ stato davvero un pomeriggio gioioso e di FESTA!GRAZIE NONNI!!!

Francesca per il gruppo catechiste di 2° elementare

NONNI SIETE SPECIALI PERCHE’…CI REGALATE UN ARCOBALENO DI EMOZIONI

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AMBITO ANNUNCIO

Se c’è una persona che può mo-strare, con il suo esempio, quan-to possa essere grande la capaci-tà di amare e di perdonare data agli esseri umani, questa è Santa Giuseppina Bakhita. “Madre Moreta”, così veniva chiamata a Schio, è stata rapita da bambina in Sudan, resa schiava e tortura-ta, infine giunta in Italia grazie al console italiano a Khartoum; intorno ai 30 anni è diventata suora canossiana e destinata presto alla casa di Schio, dove trascorse il resto della sua vita fino alla morte, nel 1947.Noi catechiste/i di terza ele-mentare, che stiamo preparan-do oltre 80 bambini alla prima confessione, proprio pensando a Santa Bakhita abbiamo realizzato una visita-pellegrinaggio al convento delle Canossiane di Schio, dove riposano le spoglie mortali della santa, ma dove è an-che visitabile la stanza dove visse per quasi 50 anni e il piccolo ma nutrito museo a lei dedicato.Il tema del perdono, infatti, è il filo conduttore del percorso di preparazione alla prima confes-sione che stanno compiendo in questi mesi i bambini maladensi. Un percorso in tre tappe, la prima della quale ha portato ad approfondire in particolare il comandamento legato all’amore (“ama il prossimo tuo come te stesso”), punto di partenza per imparare a perdonare. Per far capire nel concreto ai bambini la grandezza del perdono ma nel contempo anche la sua “straordinaria normalità”, abbiamo puntato molto sulle figure dei santi, visti come persone nor-mali, in carne e ossa, con i loro pregi e i loro difetti, ma con una capacità particolare di amare e di perdonare. E visto che una santa che incarna questi valori universali ce l’abbiamo a poca distanza, è venuto naturale guardare a Bakhita. Abbiamo dapprima raccontato ai bambini la storia della suora canossiana, poi hanno fatto vedere un film girato sulla sua vita e infine hanno realizzato la visita ai “luoghi bakhitiani”. Partiti con due pullman alla volta di Schio, i bambini hanno avuto la possibilità di una vera “full immersion” nella vita della santa, ben ricostruita dagli oggetti custoditi nel museo dell’istituto canossiano.“E’ stata per tutti un’esperienza molto forte e stimolante che ai bambini ha dato la possibilità di avvicinarsi alla fede in un modo diverso e più direttamente coinvolgente per la loro età – commenta suor Idelma, responsabile del Gruppo di catechesi delle classi elementari -. E’ stata anche l’occasione per una sorta di piccola gita, un momento per realizzare un’uscita insieme, conoscersi meglio e fare gruppo”.A distanza di 70 anni dalla sua morte, dunque, “Madre Moreta” parla ancora non soltanto ai cuori degli adulti in cerca di risposte, ma anche a quelli dei bambini e alla loro sete di domande.

Catechiste e catechisti di terza elementare:Alessia, Alexia, Andrea, Annalisa, Cristina, Elena, Ilaria, Laura, Nicoletta, Omar, Oriana, Romi-na, Silvia, Stefania, Valentina, Vania

“FULL IMMERSION” NELLA VITA DI MADRE MORETA

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AMBITO ANNUNCIO

Nei pomeriggi di 3 domeniche di marzo, gruppi di genitori e ragazzi di quinta elementare, si sono recati a far visita alla COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII, CASA FAMIGLIA di Maria e di Luciano.E’ stata un’esperienza che ha lasciato un segno in tutti noi, ascoltare attraverso il racconto di questa coppia la dedizio-ne e l’amore che hanno verso i più deboli, verso gli indifesi ci ha fatto pensare che Dio si può manifestare anche in que-sto modo, proprio attraverso i più bisognosi, quelli che Lui ama di più.I ragazzi ascoltavano attenti quel modo di vivere e di fare Famiglia così diverso dalla loro ed erano stupiti e pieni di ammirazione verso Maria e Luciano.In questa casa tutti si sentono fratelli nonostante le varie età, le provenienze e le storie personali così diverse e spesso drammatiche.Anche per noi adulti – genitori è stato chiaro che, pur nelle mille difficoltà, in questa coppia l’amore ha sempre stravinto. Un grande amore è stato davvero il loro Pane Quotidiano.Ringraziamo di cuore Maria e Luciano per averci offerto l’occasione di incontrarli, di ascoltare la loro testimonianza. Siamo entrati in punta di piedi, in una meravigliosa storia di vita, che si intreccia a tante piccole-grandi storie di amore quotidiano. L’esperienza vissuta in questi pome-riggi ci ha lasciato nel core tanta tenerezza e commozione.

Franca e LorenaPer le catechiste di 5°

Sono stata molto colpita perché penso che non sia facile vivere con una famiglia allargata.Maria e suo marito sono coraggiosi e amorevoli quando accolgono i bambini disabili, ma come dicono loro “Tutti danno qualcosa”. I bambini che sono entrati a far parte in questa famiglia sono stati fortunati perché hanno trovato qualcuno che vuole loro molto bene.E’ bellissimo trovare qualcuno che ti accolga e che ti voglia bene. Io sono fortunata con la grandiosa famiglia che ho, anche se mi sgridano spesso lo fanno per il mio bene.Spero che siano felici e che un giorno possano incontrare i propri genitori.

UNA FAMIGLIA SPECIALE

LA TESTIMONIANZA DI ALCUNI BAMBINI

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“Guarda davanti a te e vola più alto che puoi “

E ..poi …SOGNA ,perché solo i sogni lasciano un segno…e non rinunciare mai di sognare,non rinunciare mai ai tuoi sogni ,non aver paura di sognare ,rinunceresti a te stesso.

Fatta questa premessa , con i ragazzi di quinta elemen-tare assieme ai genitori (,nostri inseparabili compagni di viaggio) ,ci siamo regalati una splendida serata. La proiezione del film “BALLERINA “ci ha lanciati in un viaggio emozionante dove tra piroette, voli e ardite esercitazioni ,abbiamo scalato con Felicie le rocce im-pervie del quotidiano, per approdare, con la splendida protagonista, alla vetta del successo sognato,“ Ballerina è un film sull’amicizia e sull’importanza di credere ai propri sogni , temi che stiamo trattando negli incontri, con i ragazzi .I protagonisti mostrano un lungo percorso irto di diffi-coltà e di sacrifici, che ogni essere umano è chiamato ad affrontare, per realizzare se stesso ,essere felice e rispon-dere alle chiamate profonde della vita.I valori del film sono passati attraverso l’incanto di sce-nari stupendi e musiche travolgenti e toccanti.La storia , gli ambienti, le scene sono piaciuti tantissimo ed hanno “Gasato” a tal punto i nostri mitici sognatori da trasformare il meeting-point del nostro San Gaetano in un salone di danza o in una sensazionale palestra.

Le impressioni e i valori proposti sono stati ripresi poi dalle catechiste nell’incontro successivo, per fissare nel cuore dei nostri ragazzi una energia luminosa che riscaldi le possibili scelte di vita.

La decisione per questa ed altre esperienze, che noi catechisti con Suor Idelma, abbiamo tra-dotto in un denso programma e presentato al nostro parroco Don Giuseppe ,fa parte di una catechesi lontana dal modello scolastico, che vuol essere accattivante, piacevole e costruttiva.La serata è continuata con un semplice buffet natalizio ,lo scambio di auguri e le “ Quatro Ciacole “tra catechisti e genitori che, in forma spicciola ,ma concreta ,tengono vive e belle le nostre relazioni .Ci piace pensare che anche le nostre piccole esperienze facciano parte di un pentolone pieno di progetti ,realizzati da persone divenute grandi per aver avuto il coraggio di trasformare i loro sogni in realtà.

Franca Sbalchiero per le catechiste di 5°

SOGNARE IN GRANDE( CON I MITICI RAGAZZI DI 5A ELEMENTARE )

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E’ sempre entusiasmante pensare ad un viaggio, preparare una valigia, organiz-zare un itinerario e magari scegliere gli amici migliori per arrivare ad una meta importante…. Quest’anno i ragazzi di prima media ne hanno intrapreso uno con un equipaggio “speciale”. C’è un detto che dice: ”di necessità, vir-tù”, ed infatti, dalla necessità di reperire catechisti per iniziare con i ragazzi di prima media si è arrivati ad un volen-teroso gruppo di genitori che hanno deciso di mettersi in gioco programmando un incontro di catechesi serale una volta al mese! Una sperimentazione di come ci si può staccare dai soliti schemi riuscendo però ad arrivare all’obbiettivo: fare esperienza di Gesù con gioia!Il nostro diario di bordo è ricco di racconti, esperienze, foto eccone un piccolo assaggio:

Nonostante Il catechismo per i nostri ragazzi di I media sia iniziato con un leggero ritardo ri-spetto la consueta tabella di marcia, l’entusiasmo dei conducenti ha sopperito a qualsiasi mancanza.Qualche giovane ha preferito seguire il percorso di ACR o di scoutismo; i rimanenti si sono affidati ad un viaggio alternativo capeggiato da un intrepido Don Luca. ‘Viaggia con noi, sarai felice’ è il primo slogan con cui i ragazzi si sono interfacciati: delle cate-chiste in abiti da hostess, assieme ai due colleghi maschi vestiti da piloti di aereo, hanno accolto dei giovani disposti a intraprendere un viaggio volto alla conoscenza di se stessi attraverso la relazione con il Padre accogliente e disponibile. ‘La valigia è troppo piena’ è stato il tema del successivo incontro creato per aiutare i ragazzi a prendere coscienza del significato del donarsi agli altri rinunciando a qualcosa. ‘Scegli tu’, argomento dell’ultimo incontro, è un caloroso invito a seguire con il cuore la via della conoscenza del mondo, seguendo la strada insegnataci da Gesù. L’obiettivo degli incontri è dare spazio di espressione a dei ragazzi in fase di crescita, e quindi non sempre in grado di scegliere la strada più giusta, in un’ottica cristiana. Elena

Ciao! Sono Sabrina, catechista di prima media, che dire… sto intraprendendo un viaggio me-raviglioso con questi ragazzi; sono una forza della natura, pieni di energia e curiosità, menti aperte, sempre pronti e disponibili a mettersi in gioco, mi danno gioia, mi trasmettono po-sitività. Si cresce e si viaggia insieme sia con i genitori che con i ragazzi. Consiglierei questa esperienza a tutti, arricchisce l’anima! Buon viaggio…. Sabrina

S.v.d.DIO AIRLINES…..“LASCIA LA TUA TERRA E VA NELLA TERRA CHE IO TI INDICHERÒ”

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Si dice che la vita è come un palcoscenico e noi siamo gli attori. La differenza è che gli attori hanno un copione da seguire. NOI NO. La nostra vita è fatta di scelte e in base ad esse il finale può cambiare. L’importante è scegliere con il cuore. Ci saranno momenti di fatica e di felicità, di salita e di discesa. Se sapremo affrontare la vita con amore e positività, facendo scelte di cuo-re potremo creare un film unico e irripetibile. Sicuramente un film da protagonisti. SaraIN VIAGGIO.... ecco la frase che da qualche mese risuona nella mia testa, mi chiamo Maurizio e anch’io faccio parte di questo avventura che abbiamo intrapreso con i nostri ragazzi di prima media. Volevo condividere, riassumendo con alcune parole, le sensazioni che ho provato negli incontri che abbiamo fatto fino ad ora: STUPORE nel vedere come i ragazzi si mettono in gioco. COMPLICITÀ vedendo come si aiutano e si sostengono a vicenda. SCELTA nel vedere l’impegno ad essere presenti nonostante l’ora e la cadenza mensile dell’in-contro.Ho visto ragazzi tranquilli , esuberanti ,timidi ,allegri, sensibili, ciacoloni, silenziosi. La bellez-za di tutto questo è che ognuno di loro è UNICO E IRRIPETIBILE e che questo viaggio che abbiamo intrapreso è meraviglioso anche perchè sinceramente da noi…SE VIAGGIA DA DIO !!! Maurizio

Per me questo nuovo inizio di catechismo è stato ed è entusiasmante, un’esperienza tutta nuo-va, ho sempre tanta voglia di scoprire cose nuove…. Giovanni

Quest’anno andare a catechismo vuol dire partire per un viaggio, prendere un aereo e iniziare a volare assieme ai miei amici e a Gesù! Non so ancora dove mi porterà… ma la gioia che provo è tanta, nello stare tutti assieme, mi sembra quasi di sentirmi abbracciata da Gesù, mi sembra di vederlo seduto in volo accanto a me. E’ strano… ma tanto, tanto bello! Benedetta

Il catechismo per me è un’attività mol-to divertente! I giochi che facciamo mi piacciono e anche le cose nuove che conosco come ad esempio le situazioni delle scuole dove vanno i bambini di al-tri paesi nel mondo. Purtroppo a volte qualche ragazzo del gruppo disturba o grida durante le attività e questo mi di-spiace. Alessandro

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Domenica 21 gennaio è stato presente tra noi un maestro di vita speciale: Padre Ermes Ronchi. Ha celebrato con noi la santa Messa delle ore 10.00 e poi ha proposto la catechesi alle famiglie ed a diverse altre persone che si sono aggiunte. Ci ha presentato in modo insuperabile il Sacramento della Ricon-ciliazione o del Perdono, a partire dalla preghiera del Padre Nostro: “..rimetti a noi i nostri debiti..”. Ci ha donato espressioni come: “Dio mi perdona perché si fida di me”; “non dà voti, ma futuro”; “dice a me: tu sarai capace di amare...” “Dio ci perdona in anticipo, senza limi-ti, senza misura. .. noi invece siamo quelli delle 7 volte”; “a ciascuno il suo... la nostra giustizia è totalmente diversa dalla giustizia divina che fa sorgere il sole e scendere la pioggia sui giusti e sugli ingiusti..”; “Dio non è un offeso che perdona, perché il peccato è un’offesa che facciamo a noi stessi...”.Abbiamo sentito queste espressioni come carezze di Dio per la nostra fragile vita. “GRAZIE Padre Ermes!!! Sei stato un DONO per tutti noi”.

Le Catechiste di Molina.

Eccoci qua, noi genitori “assistenti” delle catechiste di Mo-lina, che stiamo sistemando gli ultimi dettagli per i cartel-loni che ci sono serviti domenica 4 marzo 2018, durante la celebrazione della “Festa del Perdono” nella quale le nostre piccole creature hanno ricevuto il sacramento della Con-fessione.Siamo un gruppetto di mamme e papà che l’anno scorso, hanno accolto volentieri l’invito della nostra catechista ve-terana, Marisa ad affiancarla nel cammino catechistico per i nostri figli, che allora frequentavano la seconda elemen-tare.Il nostro lavoro consiste soprattutto nel supporto e prepa-razione degli incontri, ci confrontiamo con la catechista sulle attività da svolgere, sugli argomenti da proporre e sul modo di esporli ai ragazzi, cercando di non annoiarli e di tenere viva l’attenzione di bimbi molto vivaci.Abbiamo preparato schede simpatiche e divertenti, giochi di squadra, scenette, occhiali speciali che riuscivano a far

UNA CATECHESI CON I FIOCCHI...

PROVARE PER ....CREDERE...

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“vedere” le cose belle negli altri e tanto altro ancora, sof-fermandoci spesso sull’insegnamento e sul significato del “Padre Nostro”.Ogni incontro si concludeva con la distribuzione di dol-cetti o caramelle per premiare i nostri piccoli alunni.E’ stata e continua ad essere un’esperienza unica, che arricchisce anche noi genitori riportando alla memoria tanti episodi e racconti del Vangelo che avevamo impara-to da piccoli e che erano stati nel tempo accantonati per i tanti impegni di ogni giorno.Ormai mancano pochi mesi alla conclusione di quest’an-no catechistico ma chissà quali altre sorprese ed espe-rienze ci aspettano, da qui fino al giorno della Cresima!

I genitori della classe terza elem. di Molina

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Adesso fuori c’è la neve e sembra tornato pieno inverno, ma il mese scorso l’aria era piena di profumo. Non l’avete sentito? Una scia profumata, anzi un “sentiero di profumo” portava a Molina di Malo. Il Vicariato di Malo ha organizzato una serie di incontri/laboratori per catechisti, animatori e accompagnatori dei genitori dal titolo “Sentieri di profumo”.Profumo che ci porta a Dio e ci aiuta ad approfondire il senso della fede per “stare con Lui” e poi “essere inviati”, come era spiegato nel sottotitolo. Cosa dire? L’ambiente ci ha accolto in ognuna delle quattro sere in modo diverso, ma sempre profumato. Un sentiero con im-magini a tema portava ai tavolini con oggetti che richiamavano il tema della serata. Suor Idelma ha condotto gli incontri con il suo solito brio. Don Piero ci ha regalato delle bellissime riflessioni su alcuni brani del Vangelo. Semplicemente splendidi i video e le immagini che hanno vi-sualizzato le varie tappe del percorso, preparate da Ellen ,la no-stra super tecnica .Buona la presenza e molto vivace. Che bello! Certo il tempo è sempre tiranno e spesso si sarebbe voluto continuare a scam-biarci idee, meglio così che non avere niente da dire. Gli argomenti sono stati vari. Commovente in particolare una

testimonianza che ci ha coinvolto e fatto riflettere. Ma ci siamo anche divertiti, soprattutto con lo storytelling. I partecipanti, divisi in gruppi, dovevano raccontare uno stesso brano evangelico come se ne fossero stati i vari protagonisti, la loro fantasia si è scatenata e ci ha fatto veramente sentire presenti nel Vangelo. L’ultima nota positiva riguarda il gruppo organizzatore che ha lavorato in grande amicizia e ascolto reciproco.

Ginevra per il Gruppo Laboratori

PROFUMO DI …

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“ Sta navigando la mia barca sopra il mardi cui GESU’… è il Capitan e i marinai che insieme a LUI stan navigando …. “

Ormai mezza Malo canta e danza l’indovinata anima-zione della “ BARCA , commentava entusiasta una si-gnora, che ci ha chiesto il CD per rallegrare con le note della “barca” anche la preghiera quotidiana in famiglia .Ci siamo messi in viaggio per una specialissima CRO-CIERA all’inizio della Quaresima guidati ,di settimana in settimana, dalla PAROLA forte e sicura di GESU’ IL NOSTRO CAPITANO.

L’articolazione del viaggio era così scandita : Via ragazzi, leviamo l’ANCORA è tempo di salpare, tempo di GIOIA.Con il SALVAGENTE si è percorsa la corsia preferenziale dell’ascolto e della preghiera.Il CORAGGIO ci ha messi sulla rotta giusta lasciando al CAPITANO il TIMONE di ogni giornata.Le VELE si sono spiegate per lanciare al vento dello Spirito tutti i nostri SOGNI.Con i REMI in mano al ritmo del capovoga si è pregato così “Indicaci la rotta per non sbagliaredacci il ritmo per non rallentare,stacci vicino per non mollare,…Insegnaci a remare…. Insegnaci ad amare”

Quando stiamo per attraccare al porto, e la crociera giunge al termine, ecco L’ALBERO MA-ESTRO, LA CROCE a mostrarci la dismisura di amore del nostro Capitano. Una cosa è cer-tissima: le varie tappe proposte, che i bambini e i ragazzi hanno vissuto con gioioso impegno, hanno fatto certamente crescere la nostra Comunità .E ‘ commovente leggere quanta gioia si è seminata in casa e a scuola, quanto coraggio si è atti-vato nei momenti di stanchezza e quanti sogni hanno nutrito piccole speranze e arditi progetti . Il tutto accompagnato da bellissime e significative preghiere che i ragazzi, di settimana in settimana, vivevano in famiglia.

Ascoltiamo alcune espressioni fra le tante dei nostri bambini-ragazzi ricche e commoventi: “Ho iniziato la navigazione con il sorriso a 360° e facendo giocare con me tutta la mia famiglia”.“Ho fatto ridere tutta la mia famiglia raccontando barzellette e travestendomi da papà e da nonno”.“Ho fatto pace con un compagno di classe con cui avevo litigato ed eravamo rimasti arrabbiati, questo ha reso felice me e tutta la mia famiglia”.“Quando il papà parte presto per il lavoro e non ci vediamo, io prima di andare a scuola lo chiamo al cellulare per salutarci e augurarci una buona giornata. Questa bellissima abitudine da tanta gioia a tutti e due e ci fa affrontare la giornata con serenità e grinta”.“Ho preparato una sorpresa per il compleanno della mamma, ho abbracciato la nonna dicendole

IL VELIERO DELLA SPERANZAIN CROCIERA VERSO LA PASQUA

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che le voglio un sacco di bene”. “Ho giocato con una bambina che è sempre da sola e ho deciso di farlo spesso per seminare gioia a scuola”“E’ da quel 18 febbraio che la rotta della mia amicizia è migliorata. La mia navigazione è sempre più sicura e diritta”.E poi: “ho litigato meno con i miei fratelli; mi sono alzato subito dal letto senza far urlare la mamma; ho deciso di fare i compiti con più impegno; ho sorriso di più e ringraziato di cuore; “Ho iniziato a ringraziare di più e a dire le preghiere prima di andare a letto”; “Ho aspettato il momento giusto in cui eravamo tutti a casa e ho detto un GRANDE GRAZIE per le attenzioni e la premura dei miei genitori e dei miei nonni quando ero influenzata. Tutti si sono commossi”.

Quando la settimana proponeva lo sguardo alle vele Sono esplosi i sogni. Eccone alcuni: “Sogno di fare l’aggiustattutto, il gelataio, il poliziotto, l’apicoltore, lo storico, la veterinaria, l’in-fermiera, la cantante e poi il biologo marino, avere e lavorare in una fattoria, e anche diventare un papà o una mamma”. “Vorrei vincere alle Olimpiadi”.

Alla domanda “ Quale sarà il sogno che Dio ha per me si è risposto: “Essere utile agli altri”“Viaggiare e navigare nel Veliero della speranza e della vita insieme a Dio”; “Portare pace e amore nel mondo. Vivere in un mondo dove ci vogliamo bene”

Sul VELIERO - giorno dopo giorno - bambini, ragazzi e genitori hanno fatto davvero ri-serva di speranza Suora, che cos’è la speranza ? chiede timidamente Giulio. Ascolta “LA SPERANZA è la finestra che al mattino ti consegna un giorno tutto nuovo. Basta che la apri”“LA SPERANZA è l’aria fresca che ti ricarica i polmoni di ossigeno nuovo. Basta che la respiri”“LA SPERANZA è la forza per amare la vita di ogni giorno, fino al giorno senza tramonto”

Suor Idelma

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Il gruppo La Perla Preziosa vuole con-dividere con l’intera comunità, la gior-nata del ringraziamento svolta a Malo con i sedici gruppi della Diocesi di Vicenza in memoria dell’approvazione dello Statuto.L’incontro è iniziato con dei canti di lode che ci hanno condotto a preparar-ci a cuore aperto alla catechesi di Frate Mattia.Lui ha detto di essere molto legato alla corrente del Rinnovamento dello Spi-rito Santo a causa di una sua vicenda personale. Un giorno partecipò ad un incontro di evangelizzazione tramite la mamma di un suo amico, dove senza capire bene cosa accadesse delle persone pregarono su di lui. Cinque anni dopo decise intraprendere un cammino verso il sacerdozio. Prima di partire fece una festa dove partecipò anche la mamma di quel suo amico, la quale gli raccontò che cinque anni pri-ma, quando avevano pregato su di lui era venuta fuori una parola, ma non gli era stata detta per non influenzare le

sue scelte. La parola del vangelo diceva che la sua vita si sarebbe consacrata a Dio e per cinque anni tante persone avevano pregato perché ciò si compisse. Gli disse inoltre che oggi era l’ultima volta che lo facevano con quell’intenzione.Questo ci fa comprendere come ci sia un disegno per tutto nel bene e nel male. Infatti, frate Mattia ci ha spiegato con una bellissima metafora che nella vita avremo sempre degli acquaz-zoni che sono il preludio e il principio dell’arcobaleno. Senza acquazzoni non potremmo mai conoscere certe cose e bisogna ringraziare Dio anche per i momenti difficili e non solo per le cose belle, perché anche in quei frangenti c’è Dio.

Una domanda importante che dovremmo porci è… Come ha operato Dio quest’anno nella mia vita? Qual è stato l’acquazzone che mi ha fatto ve-dere l’arcobaleno?Poi si è soffermato sul concetto di relazioni e comunità e su alcune importanti domande. Che sono: Vale la pena vivere? Perché’? Hai scoperto il gusto vero della vita? L’amore è l’unica cosa importante, che fa la differenza. Tutti dobbiamo essere amati, ma ancor più bello, tutti possia-mo essere donatori d’amore.

RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTOGIORNATA DI RINGRAZIAMENTO. MALO 11/03/2018

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Altro punto fondamentale è: Per cosa vale la pena vivere?L’unicità si realizza con un dono, una pas-sione particolare. E poi: Per chi vale la pena vivere?

Quali sono quei volti concreti per cui mi vo-glio donarmi…

Ci ha spiegato inoltre che noi viviamo 4 na-scite:1) La prima quando i nostri genitori hanno iniziato a pensare che sarebbe bello avere un figlio. Nasciamo da quei pensieri d’amore.2) La nascita biologica effettiva. Bisogna ricordarsi che siamo un dono di Dio per il mondo e che abbiamo un compito da adem-piere. Siamo creati per risolvere uno speci-fico problema per il mondo.3) La nascita psicologica. Valori, doni, storia, cammino che Dio ha pensato per te.4) La nascita dall’alto. Il progetto divino. Dentro di noi c’è lo Spirito Santo lasciamogli spazio perché questo dono grande possa agire. E la nostra vita possa raggiungere tutta la bellezza of-frendola per una vita comunionalePerché quando giungeremo alle porte del paradiso la frase che secondo Frate Mattia ci verrà fatta sarà…Dov’è tuo fratello? Ti sei preoccupato per i tuoi fratelli?La catechesi è terminata con una riflessione… In che posizione siamo con il nostro cuore?Sei la pecorella smarrita, sei nel gregge o sei il pastore? Fa da pastore, fa il passo decisivo perché proprio dalla vita dipende può dipendere la vita di quella pecorella, di quel fratello. Alla fine, la giornata si è conclusa con il roveto ardente, una dinamica dove dei fratelli facevano da tramite da Dio e noi. Dovevamo consegnare nelle loro mani un rapporto difficile, conflit-tuale che viviamo in questo periodo. Liberandoci così dal peso emotivo di questo rapporto. Questa intensa giornata ci fatto comprendere come ognuno di noi possa essere uno splendido arcobaleno ancor più quando supera tanti acquazzoni.

“Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alle-anza tra me e la terra.” Gn. 9, 12-13

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“Siate dispensatori della grazia dello Spirito.Voi all’ interno della Chiesa siete una corrente di grazia.”“Aspetto da voi che condividiate con tutti, nella Chiesa, la grazia del Battesimo nello Spirito Santo.”Il Signore vi accompagni in questa missione.”Papa Francesco alla 37/38’ Convocazione Nazionale del RnS. Allo Stadio Olimpico – 2014.

Il gruppo La Perla preziosa di Malo propone nel mese di aprile / maggio 2018 un seminario di Vita Nuova nello Spirito Santo presso le sale del centro parrocchiale S. Gaetano. Questo cam-mino ci aiuterà a vivere con slancio il dono del nostro battessimo che si concluderà domenica 20 maggio con la giornata di ritiro per la preghiera di Effusione.

COS’E’ IL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO?

Il R.n.S. è una corrente di grazia che dove è giunta ed è accolta, ha rinnovato qualsiasi realtà: personale, familiare, comunitaria, ecclesiale e sociale. Negli ambienti diversi e senza distinzio-ne, essa ha suscitato e continua e continua a suscitare un rinnovamento spirituale che trasfor-ma i cuori e la vita, orientandola decisamente verso Dio e l’uomo.Nasce nel 1967 negli Stati Uniti a Pittsburgh, in Pennsylvania. Alcuni giovani professori e stu-denti dell’Università cattolica Duquesne, nonostante vivessero la loro vita cristiana con vari impegni apostolici e sociali sentirono il desiderio di ravvivar3e la propria fede. Durante un week-end di preghiera, dal 17-19 febbraio, in loro si ripeté ciò che accade nel giorno di Pente-coste ai primi discepoli del Signore: sperimentarono una nuova Effusione di Spirito Santo. Sen-tendosi improvvisamente trasformati interiormente, con un nuovo amore verso Dio, la Chiesa e i fratelli. Sperimentarono la gioia di essere cristiani, un desiderio fino allora poco conosciuto, la voglia di pregare e lodare il Signore nonché di leggere e meditare la scrittura. Questi giovani che avevano sperimentato le meraviglie del Signore testimoniarono ad altri amici la loro espe-rienza e ben presto nacquero gruppi in molte università, parrocchie, conventi e istituti religiosi. Prima negli Stati Uniti e poi nei cinque continenti, sino a raggiungere oggi il numero di 75 milioni di cattolici.Le linee portanti della spiritualità del R.n.S. sono:• La riscoperta della grazia battesimale e della propria identità cristiana.• Una nuova relazione con Gesù vivo e risorto che trasforma la propria vita portando pace, gioia e amore in noi e attorno a noi. • La riscoperta della persona nello Spirito Santo che ci vuole rinnovare, valorizzando i doni i ciascuno di noi.• Un crescente amore per la parola di Dio, che insieme all’insegnamento del magistero, è capa-ce di convertire e trasformare il cuore producendo un reale cambiamento di vita e una nuova presa di coscienza del significato dei Sacramenti.• Una spinta all’evangelizzazione per mezzo dello Spirito Santo per la diffusione del regno, dal quale nasce il desiderio della testimonianza ai fratelli nell’ordinarietà della propria vita quoti-

SEMINARIO DI VITA NUOVA

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diana, ognuno a seconda del proprio stato.

Per informazioni:

339 2439877 Liliana 3494739806 Paola 389 9938614 Natalia

Testimonianza.

Sono Stefania e voglio rendere grazie al Signore per quello che ha compiuto nella mia vita, attraverso l’ esperienza dell’ effusio-ne dello Spirito Santo proposta dal Rinnovamento nello Spirito Santo. La mia vita prima, era una vita legata alle cose del mondo, sempre di corsa, sempre piena di cose da fare e di im-pegni, sempre sotto tensioni, non tro-vavo mai del tempo per me. Finché non è arrivato un periodo molto dif-ficile e di grande sofferenza interiore, un tempo in cui si sente il vuoto den-tro, nonostante le tante persone che ti stanno vicino e ti vogliono bene. Il Signore però, non ci lascia mai soli, anche se a noi in quei momenti sem-bra che non ci sia; questo l’ ho sco-perto poi nel tempo, quando ho ini-ziato il cammino nel Rinnovamento, ho riscoperto una nuova relazione con Gesù, che giorno dopo giorno è diventata sempre più profonda; Lui infatti è quella PERSONA con cui condivido ogni scelta, ogni azione, è quell’ Amico unico e speciale che mi accompagna, mi guida, mi consola, che non mi fa mai sentire sola, che mi dona fiducia,amore, tenerezza....È quell’ Amico speciale che è entrato anche nella nostra relazione di sposi e nella famiglia e ha portato unione,pace,armonia, serenità.....Con Lui nulla ci manca....Con l’ effusione il Signore ha iniziato a rinnovare il mio cuore e continua a farlo ogni giorno, a piccoli passi...ogni giorno è una nuova opportunità di conversione. Con questo cammino ho riscoperto la profondità e la bellezza del battesimo, che mi fa sentire figlia amata da Dio e parte di una famiglia più grande , che è la Chiesa. Anche la partecipazione alla S. Messa è diventata un gustare la Parola per conservarla poi nel cuore, come insegnamento quotidiano e per poter essere da esempio per chi mi vive accanto; è nutrimento,attraverso il corpo di Cristo che ricevo, pane di eternità; ed è esperienza con lo Spirito Santo che mi dona il coraggio per annunciare Cristo e mi aiuta nelle relazioni familiari e comunitarie, perché siano più fraterne. Ringrazio il Signore per avermi chiamata a seguirlo e lo ringrazio per le meraviglie che compie per la Sua gloria.

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A te giovane figlio, quale meraviglia è poter vivere questo tempo della Chiesa, questo Sinodo dei Vescovi sui giovani! Sinodo, una parola in cui sta scritto un sogno: camminare insieme. Un cam-mino comune nell’ascolto e nel dialogo reciproco, con simpatia e fiducia reciproca, sapendo coniugare audacia e pazienza, critica e affetto … Come se fosse molto di più che un camminare insieme, come se fosse un danzare insieme, nella danza a cui ci invitano la vita e la fede cristiana.

Non temo di dire che sono un “vecchio sognatore”, ma come ha scritto il poeta Vladimir Majakovskij, prego sempre che sia vero per me un suo verso: “Sul cuore nemmeno un capello bianco” e un carissimo augurio che ho ricevuto tanto tempo fa: “Da uomo adulto sii sempre una favola per i bambini, un sogno per gli adolescenti, una inquietudine per i giovani…”.

Ed è proprio per questo che scrivo avendo un figlio giovane 15 anni, con la stessa passione di sempre. Quella passione che mi ha guidato da seminarista dell’o-ratorio, da animatore dei giovani, da padre. Ogni volta una splendida scommessa, un rimettersi in gioco, nella fede e nella testimonianza, nell’inventare nuove strade e percorsi.

Quando si hanno di fronte per parecchie ore al giorno venticinque volti di ragazzi dai 15 ai 18 anni, che si vendicano spietatamente quando si è noiosi nelle lezioni, ma che vi fissano con i loro occhi di chiarezza, talvolta di tenerezza, quando nel silenzio profondo di un’ora mattinale un riflesso del bello e del vero li illumina, è impossibile non porsi e riporsi senza posa le questioni eterne che sono tutta la vita d’un uomo; ed è impossibile non rispondervi, perché la gioventù è impaziente. I libri allora non bastano più. La risposta deve essere data immediatamente, e deve essere vera, cioè totale, perché nessuno può ingannare la giovinezza. Bisogna allora chiudere i libri, senza però dimenticarli, bisogna guardare in faccia questi giovani, bisogna soprattutto in-terrogare se stessi … (Charles Moeller, intr. di “Umanesimo e santità”)

SOGNARE COME ICAROHo scelto come immagine per riflessione una splendida opera del 1947 di Matisse: “Icaro”, perché Icaro è il simbolo del coraggio, Icaro è la follia, a volte necessaria per affrontare la vita. Icaro è il rischio. Icaro è il sogno … è il sogno di chi non si arrende di fronte a ciò che sembra impossibile, di chi non si accontenta del possibile, di chi sa mettersi in gioco, di chi sa della necessità di “ali” per vivere.Uno sfondo blu ci richiama all’infinito del cielo, sempre pieno delle nostre speranze e delle nostre domande … Vi auguro di amare molto la terra e insieme di amare molto anche il “cielo” … Gialle stelle punteggiano il cielo infinito portando luce e indicando una strada … Vi auguro di saper trovare tante “stelle comete” che sappiano guidarvi alla felicità … Un punto rosso, il cuore, il centro … Vi auguro un cuore tenero e forte, un cuore aperto a Dio e agli altri, alla preghiera, all’amore; vi auguro un “centro di gravità permanente” …

TROVARE UN CENTROLa vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio di tempo che conta,bensì la capacità di trovare un centro.

CAMMINARE INSIEME, DANZARE INSIEME

Matisse - Icaro (1947)

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È proprio questo ciò che conta: la capacità di trovare un “centro”. Quel centro che fa ritrovare senso e stabilità, che sa dare nuovo vigore, nuovo sapore alla vita quotidiana. Etty Hillesum, una giovane donna ebrea olandese, nei mesi trascorsi in un campo di transito, prima di morire nel campo di concentramento di Auschwitz, scriveva così:

«La gente si smarrisce dietro ai mille piccoli dettagli che qui ti vengono continuamente addosso, e in questi dettagli si perde e annega. Così, non tiene più d’occhio le grandi linee, smarrisce la rotta e trova assurda la vita. Le poche cose grandi che contano devono esser tenute d’occhio, il resto si può tranquillamente la-sciar cadere. E quelle poche cose grandi si trovano dappertutto, dobbiamo riscoprirle ogni volta in noi stessi per poterci rinnovare alla loro sorgente. E malgrado tutto si approda sempre alla stessa

conclusione: la vita è pur buona … Questa è la mia convinzione, anche ora, anche se sarò spedita in Polonia con tutta la famiglia». (Lettere 1942-1943)

È “nelle poche cose grandi che contano” che si può trovare ciò che dà senso, forma, sostanza, bellezza al nostro vivere. Il centro, per noi cristiani, è l’incontro personale e quotidiano con Gesù il Crocefisso e Risorto, nella celebrazione desiderata dell’Eucarestia domenicale, nell’a-bitare la Parola di Dio, nell’appartenenza appassionata alla comunità ecclesiale. Tutto questo è sorgente della forza per vivere quella “Chiesa in uscita” di cui ci parla quella meraviglia che è papa Francesco.

COME POTER ESSERE FELICIIl Sinodo ha per titolo: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” e vocazione non è solo “roba” per preti, missionari, suore … Come dice uno dei più acuti teologi italiani, mons. Pierangelo Sequeri:

La vocazione è in generale l’apertura alla vita e la personalizzazione che di essa ciascuno deve fare, secondo un nome e un cognome precisi. Non si tratta solo di scegliere una professione o una condizione di vita, ma un’intonazione personale nell’esistenza, che io traduco con il concetto di «destinazione». E condizione umana significa essere in grado d’indagare sulla propria destina-zione, sul perché ci sentiamo attratti e verso dove siamo destinati a indirizzare le nostre risorse migliori. Solo una volta individuata in tutta libertà la nostra destinazione capiremo quali sono le nostre risorse e il loro scopo; scopriremo in definitiva chi è la persona che abbiamo ricevuto il com-pito molto misterioso di rendere felice. Se scopriremo questo saremo felici anche noi: è un grande segreto della vita, di cui il Vangelo porta la chiave. Se invece ci domanderemo innanzitutto «come posso essere felice?», e poi dopo vediamo che cosa fare con gli altri, non raggiungeremo nessuno dei due obiettivi: rimarremo senza destinazione nella vita e non saremo felici, perché guardando solo in sé stessi non si troverà una felicità definitiva.

Rendere felice una creatura, almeno in qualche cosa, durante la nostra esistenza: è uno straor-dinario “comandamento” per ogni uomo, per ogni giovane nella pienezza delle sue forze.

TRASGREDIREEcco l’invito, sorprendente se si pensa che viene da padre Enzo Bianchi, un uomo che ha fatto della preghiera e della contemplazione una scelta di vita:

Alla vostra età, perché il discernimento porti a una decisione, dovete trovare un po’ di tempo nella

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giornata per poter pensare. È più importante da giovani pensare che pregare. Chi pensa ed è credente, dalla fede è indotto a prega-re; chi non pensa invece non saprà mai pregare, al più farà pette-golezzo interiore.

Vi auguro di non temere la solitudine anzi, cercatela, in cerca di profondità. Non sottraetevi alle domande più brucianti, più inquietanti. Pensate con lucidità e radicalità. Non accodatevi al così fan tutti, al così pensano tutti. Non rischiate l’omologazione.

Nella nostra epoca così frenetica un’infarinatura viene conside-rata più che sufficiente a tutto: basta un pizzico di religione per dichiararsi credenti, un po’ di sentimento per dichiararsi aman-ti, un grammo di conoscenza per pontificare su un argomento. La fatica, la serietà, lo studio, la coerenza, il rigore sono parole abolite dal vocabolario. E, invece, per essere saggi non basta un passaggio in una biblioteca, né per essere santi è sufficiente un segno di croce o l’accensione di una candela in chiesa. “Chi vuole salire in alto deve vegliare a lungo nella notte. Chi desidera catturare perle deve immer-gersi nel profondo” (card. G. Ravasi)

Abbiate il coraggio della domanda. Il coraggio di pensare. Dio ama la vostra intelligenza, la vostra libertà. E amate le vere trasgressioni … Credo proprio che un pensare rigoroso sia la vera trasgressione dell’oggi, per l’oggi! Siate portatori felici di questa trasgressione … Amate la compagnia di chi vi fa pensare, di chi vi propone ideali grandi di libertà, di giustizia, di univer-salità. E siate voi una buona compagnia!

I PRIVILEGI VANNO RESTITUITI

Sono tanti i bisogni delle persone in questi momenti così difficili, ma insieme molti di noi han-no tanti doni che possono condividere, far fruttificare, restituire … Non dimentico al proposito le parole forti di don Lorenzo Milani rivolte a un giovane che poi diventerà famoso, Pietro Ichino:

Mi ricordo ancora come fosse ieri la volta in cui volle segnarmi come con un marchio a fuoco. Credo che fosse nel 1960; eravamo tutti - lui, i miei genitori, le mie sorelle e io - nel bel soggiorno della nostra casa di via Giotto; e lui, a bruciapelo, mi disse, facendo un gesto circolare per indicare tutto quel benessere: «per tutto questo non sei ancora in colpa; ma dai diciotto anni, se non restituisci tutto, incomincia a es-sere peccato». Credo che fu questa invettiva quella che decise il fatto che qualche tempo dopo io non andassi a lavorare nello studio di mio padre, ma al sindacato, per restare poi alla Cgil dieci anni filati. An-cora oggi … non ho ancora finito di restituire, e non finirò mai. … per quanto io cerchi di sdebitarmi, l’obbligo di restituzione derivante da quell’«avviso» di don Lorenzo di cinquanta anni fa non è mai estinto; anzi, aumenta in continuazione.

I privilegi vanno restituiti … devono diventare “pane” condiviso per tutti. Lo chiedo a me, lo chiedo a ciascuno di voi. Di fronte al dolore del mondo, al grido dei poveri siamo chiamati a una scelta: possiamo lasciare perdere, oppure interessarci a quello che accade attorno a noi, a quello che succede nel mondo, possiamo decidere di diventare dei tubi digerenti (mutuando

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una celebre frase di Alex Zanotelli), capaci di metabolizzare ogni genere di dolore e sofferenza grazie a un enzima chiamato indifferenza. Oppure possiamo reagire, metterci in gioco, interes-sarci e prenderci cura del mondo in cui viviamo. È la scelta di una presenza attiva, significativa, preziosa nella società di oggi. Mi auguro e vi auguro quello che ha detto il giorno del suo 80° compleanno il giornalista Enzo Biagi: “Ho conservato la capacità di indignarmi e di meravigliarmi”. Indignarsi di fronte alle ingiustizie. Meravigliarsi di fronte alla bellezza.

IL MIO DIO È GIOVANE

“E che ci importa se ci prendono per sognatori?” diceva Gandhi. Sogno su voi. Sogno con voi. Anche perché il “mio” Dio è giovane!Il mio Dio ha la freschezza dell’alba. Il mio Dio è la nasci-ta. / Per questo è giovane in ogni istante. / Nel mio Dio non ci sono germi di morte. / Il mio Dio non può invecchiare. / È la pienezza, la maturità sempre giovane. / È un giorno senza fine, è una giovinezza continua. / Per questo è la vita. / Essere giovane è rassomigliare al mio Dio. / Per que-sto nel più profondo di ogni essere, / dorme nascosto un de-siderio segreto di giovinezza. / La giovinezza è maturità di donazione, / di fantasia, di speranza, di bellezza. / È il sì dell’amore. / La giovinezza è il momento sublime di dare un senso alla vita, / è l’ora delle grandi decisioni, / è il vertice della spontaneità. / È il momento migliore per sentire la voce di Cristo / quando dice: « Chi non dona la sua vita, la perderà ». / È divino soltanto chi nel suo cuore sa restare giovane. / Il mio Dio è colui che fa nuove, giovani tutte le cose. / Il mio Dio è colui che alla fine dei tempi inaugurerà / con la resurrezione di tutto la giovinezza perenne dei secoli.

(Juan Arias)

CALDO E SPAVALDO AMORE PER LA VITA INTERAUna sera un monaco accettò di andare a cena a casa di un amico. Durante la cena il figlio più piccolo, vedendolo vestito con l’abito monastico, non gli toglieva gli occhi di dosso e ad un certo punto gli chiese: “Ma tu chi sei?”. “Sono un monaco”, rispose il padre. E il piccolo: “E cosa fai?” “Mi alzo alle quattro ogni mattina”, rispose il monaco. “Alle quattro? Ma cosa fai alle quattro?” “Comincio ad essere felice”, gli rispose subito il monaco.

È la felicità di chi ha trovato verità e libertà. Dentro uno sguardo: quello di Cristo … Fissatolo lo amò (Mc 10,17). Vi auguro di incontrare questo sguardo. Ne sarete sedotti, affascinati. Tro-verete un senso ai vostri giorni, al vostro cammino, al vostro cercare. Azzarderete dei sì a Dio e agli altri di cui non vi pentirete.

Non si mercanteggia col buon Dio: bisogna arrenderglisi senza condizioni. Dategli tutto, egli vi renderà assai di più. (Georges Bernanos)E siccome, per dirla con Claudio Magris “La fede cristiana è caldo e spavaldo amore per la vita intera”, questa fede è per voi, oggi!

Vittorio Cappozzo

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AMBITO CARITAS

Per il Davide e Golia, il 2018 è iniziato all’insegna del cambiamento. La nostra Federica, infatti, ha preso una pausa momentanea ed il mio ingresso è coinciso proprio con l’inizio dell’anno nuovo.Sono stati mesi di mutamento ed accomodamento reci-proco, in cui il gruppo ed io ci siamo dati il tempo di conoscerci e fidarci. Ho avuto modo di conoscere per-sone coraggiose, generose, sempre pronte a crescere e migliorarsi. Alcune testimonianze legate alle uscite domenicali mi sono particolarmente care perché permettono di com-prendere bene lo spirito del gruppo e la forza della re-lazione, che ne è il fondamento: “Un pomeriggio al Bowilng”Domenica 25 Febbraio siamo andati a giocare al bowling a Schio. Siccome io non ho la vettura sono venuti gli altri

a prendermi a casa. Eravamo un bel gruppo di auto-mutuo-aiuto dove nessuno è il capo. Du-rante la partita io sono partito bene nella mia squadra di cinque componenti e sono arrivato quarto. Però l’importante è essere un gruppo.Finita la partita siamo ritornati alla sede del Davide e Golia, dove una componente del gruppo aveva preparato le focacce e la cioccolata per tutti. Poi Luciano ed io abbiamo giocato un po’ a carte.È stata una domenica speciale perché essere amici è una cosa molto importante. Silvano”“La marcia di San Valentino”Da tanti anni qui a Malo si organizza la “marcia di San Valentino” che attira podisti da tutta la provincia. Quest’anno si è parlato addirittura di 6000 partecipanti. Anche un gruppo del Davide e Golia ne ha preso parte. Credo che sia stata la Giusi che, gentilmente, ci ha comprato i biglietti e dopo aver compilato il cartellino per l’assicurazione siamo partiti per i “mitici” 5,5 Km. C’erano percorsi da 8 Km, 12 Km e più … Siamo partiti da piazza Zanini con la nostra solita calma, ma cammin facendo ci siamo persi di vista. Non era una giornata particolarmente fredda, ma eravamo ugualmente ben vestiti a cipolla. Era tutto territorio pianeggiante, anche alla portata dei bambini. Loretta, Carmelina ed io sia-mo arrivate al punto di ristoro e ci siamo accorte che dietro non avevamo più i nostri amici! Forse abbiamo allungato un po’ il passo e li abbiamo persi per strada. Siamo passati per strade asfaltate e per campi un po’ brulli, con qualche timida margherita e qualche ciuffo di primule gialle sbocciate da poco. Una marcia immersa nella natura paesaggistica di Malo. Ci siamo ritrovati tutti in piazza Zanini dove ci hanno regalato una copia del giornale di Vi-cenza ed un panino che abbiamo divorato con appetito. Quattro chiacchiere con persone che abbiamo incontrato e poi via, verso la nostra sede, dove la cara Luigina aveva preparato un delizioso sugo con il tonno e delle ciambelline dolci molto buone per festeggiare il suo com-pleanno. Abbiamo gustato un buon pranzo in allegria, come sempre, e poi un buon caffè in compagnia. Cosa si può volere di più? Con il Davide e Golia c’è sempre un’allegra compagnia! Grazie amici. Wally”Ci tengo, infine, a ringraziare il gruppo per l’accoglienza riservatami e concludo augurandoci buon cammino insieme.

Annalaura

IL DAVIDE E GOLIA. UN’ESPERIENZA DI VITA

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Sono nata e cresciuta a Napoli… abitavo vicino alla stazione centrale dei treni...da piccolissima andavo alla stazione x vedere i treni bianchi… cioè quelli che traspor-tavano ammalati e pellegrini a Lourdes...li vedevo partire e li aspettavo anche al ritor-no....certo vedevo tanta sofferenza ma tutti con il sorriso erano gioiosi sembrava una grande festa ogni volta...e inconsciamente mi sentivo partecipe a quella festa gioiosa e mi feci una promessa...quando sarò gran-de voglio diventare volontaria e andare a Lourdes. Diventai grande...iniziai presto a lavorare mi sono sposata a 23 anni...e andai abitare a Mestre. Dopo vari trasferimenti (per il lavoro di mio marito) arrivai a Gela in Sicilia.. e lì finalmente iniziai come volontaria unitalsiana. Nel 2009 arriva un altro trasferimento a Malo!La prima persona che ho conosciuto a Malo è stata Silvia Leali, la capogruppo dell’Unitalsi di Malo. Il gruppo di Malo faceva servizio presso la Casa di Riposo Muzan e così, grazie a Silvia sono diventata anche volontaria in Casa di Riposo.Inizia un’altra bella esperienza e, con il gruppo di Malo, faccio il mio primo pellegrinaggio a Lourdes. Con noi partì anche il parroco don Giuseppe, quale assistente spirituale. Proprio a Lourdes, dopo il dono del Cero alla Madonna che il gruppo offre ogni anno per ricordare e pregare per tutti gli ammalati, mi donò una piccola bicicletta. Era un oggetto fatto a mano da un “senzatetto” che per vivere faceva vari oggetti in metallo. Per me fu un grande simbolo! L’ho conservata con cura, come conservo con cura nel mio cuore ogni pellegrinaggio a Lourdes. Questa bicicletta, simbolicamente, vorrei donarla a tutti: alle sorelle unitalsiane, ai barellieri e foulard gialli che mi hanno aiutato a pedalare, a quanti non hanno più quella voglia e la forza di pedalare.Pedalare e sentirsi pellegrini sempre e specialmente nella nostra comunità credo sia una vo-cazione da vivere. Nella vita di tutti i giorni c’è tanto da pedalare, la nostra mamma celeste ci aiuterà e sosterrà specialmente nelle salite più faticose.

Pina Ciccarelli

UNITALSI: PEDALANDO PELLEGRINO

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La Fraternità di Molina: un cuore devoto a San FrancescoBuone tradizioni e rinnovamento per le laiche francescane di Molina.

Sfogliando l’archivio storico della Fraternità di Molina di Malo, dai grossi registri ai quadernetti neri compilati dal 1872, si scorrono i nomi di molti uomini e donne che non ci sono più. Devoti a San Fran-cesco e veraci nel cuore, i membri del Terz’Ordine francescano han-no lasciato in quelle liste memoria della loro vocazione laicale. Con gioia e umiltà le sorelle che compongono attualmente la Fraternità, rinverdita recentemente da un’inizianda, portano avanti con un punto di orgoglio, sotto la luce “nuova” dell’Ordine Francescano Secolare, l’impegno di vivere una vita evangelica sulle orme di San Francesco.

Il loro incontro spirituale con il Santo di Assisi è nato da un pelle-grinaggio, da una lettura o dalla conoscenza di una persona che ha sentito la propria chiamata identificando nel Poverello il volto di Gesù Cristo. Sotto la guida della Ministra, Maria Marsetti, la fisionomia della Fraternità ha assunto il tratto delicato della conoscenza, quello intenso della preghiera e quello più nobile dell’operosità attraverso la visita ai malati. Gli incontri mensili nelle case delle professe, per la mancanza di una sede propria, costituiscono una sorta di itinerario di quella evangelica forma di vita di cui Francesco fu lo specchio perfetto e portano a conoscere meglio il Nuovo Testamento. In quegli stessi incontri, in cui le parole sul rapporto di radicalità che il Santo stabilì con il Vangelo vengono accolte amorevolmente, la preghiera è inno di lode e di ringraziamento all’Altissimo, nonché invo-cazione al Signore Gesù, Maestro di vita. Forte il sentimento religioso nei confronti di Maria. Quanto alla sensibilità verso le persone afflitte da una malattia che fanno parte dell’Ordine, ma non solo, essa dà conto della consapevolezza che la Fraternità ha della nostra fragilità umana e dell’importanza che attribuisce alla consolazione.

In tempi di trionfante relativismo e di grande confusione nella distinzione tra il Bene e il Male, la Fraternità continua la propria azione “contemplativa” a livello individuale o comunitario e

svolge il proprio ruolo “apostolico” a livello di gruppo. Assieme alle altre Fraternità della Microzona di Thiene-Schio, le sorelle partecipano a conferenze o ad altre occasioni di riflessione per vivere più coscientemente la propria vita cristiana. Nella figura speciale di fra Ettore Rebellato, frate cappuccino di lunga espe-rienza, esse trovano quella fiduciosa garanzia che la fede in Cri-sto è pienezza di vita.

Come laiche francescane, le tredici professe che animano la Fra-ternità della frazione di Molina si prefiggono di realizzare nel tempo, oltre ad alcuni momenti di spiritualità per sviluppare quel senso di umiltà dal quale dipende il sentimento della po-vertà di spirito, anche alcune attività di tipo culturale con l’o-biettivo di migliorare le proprie relazioni umane e diffondere l’idea di fratellanza che San Francesco sosteneva nel nome del

OFSORDINE FRANCESCANO SECOLAREFRATERNITÀ DI MOLINA DI MALO

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Signore Gesù. Tra i progetti futuri, alcuni possibili atelier di lettura, per raccontare la storia di San Francesco come la realizzazione progressiva di una Pasqua, al termine della quale si assiste a “un uomo meravigliosamente libero” (Motte ed Hégo) per grazia di povertà. Senza dimen-ticare i bambini, per i quali le care sorelle francescane hanno già in mente qualche piccola sorpresa nella Biblioteca “L. Meneghello” di Malo.

ofsFraternità di Molina di MaloMicrozona di Thiene-SchioMinistra: Maria Marsetti (0445.637297)Vice-ministra: Cecilia Rebeschin (0445.637164)Segretaria: Angelina Natoldi (0445.637187; 328.0180111)Per maggiori informazioni, contattare: [email protected]

Sono diverse le modalità per esprimere riconoscenza alla Madonna di Santa Libera.La più comune è quella dell’accensione di un cero davanti alla sua immagine in Santuario. Questo lume esprime il desiderio che con la luce anche una parte di noi possa restare alla sua presenza e continuare la preghiera durante il lavoro della giornata; una preghiera di aiuto e protezione per tutta la famiglia, per i bambini, per la salute… A volte questa preghiera si traduce in un “cuore d’argento” con il simbolo PGR (= Per Gra-zia Ricevuta) che viene appeso alla parete a fronte della Madonna; oppure un dono-ricordo di un oggetto personale (anello, collana, bracciale in metallo pregiato oro/argento).

Singolare invece il dono votivo di una nostra parrocchiana per la ottenuta guarigione dopo una lunga e difficile degenza ospedaliera. S.C. ha fatto il dono della pulizia esterna di tutta la monumentale Via Crucis che conduce a Santa Libera. Le pietre annerite negli anni da smog e intemperie sono state totalmente ripulite e riportate alla loro stato originale.Un grazie di cuore per questa sensibilità e speciale attenzione per quella grande opera volu-ta da Mons. Bartolomei a ricordo di tante sofferenze affrontate durante la guerra ma anche a ringraziamento per i molti paesani ritornati sani e salvi dal conflitto della guerra.

SENSIBILITÀ PER IL SANTUARIO

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Accogliere un figlio e accompagnarlo nei sentieri della vita è sempre una sfida grande, ma quando si tratta di un dono speciale? Di un figlio straordinario? Le difficoltà aumentano e spes-so possono condurre alla disperazione. Don Silvio: “Il Signore è capace di trasformare anche il deserto più arido in un giardino vestito di fiori e frutti”.

di don Silvio Longobardi (direttore del periodico “Punto Famiglia”)***12 marzo 2018

Cari amici,accogliere un figlio è il dono più grande per una coppia di sposi: un bene da custodire con premura ma anche un impegno esigente che richiede tanta fatica. Quando poi i figli sono… straordinari, la fatica è maggiore. Tanti genito-ri si sentono smarriti e incapaci dinanzi ad un compito al quale nessuno li ha preparati e che devono esercitare senza poter contare sull’aiuto di nessuno. Senza dubbio lo Stato mette a dispo-sizione tanti servizi sanitari ma la burocrazia è come una selva intricata che scoraggia anche i genitori più coraggiosi. Di fatto, tanti genitori, forse la maggior parte, si ritrovano soli dinanzi ad un monte che non sanno scalare.

Chiamo straordinari quei figli segnati da qualche forma di disabilità, qualcosa che impedisce loro di avere una vita ordinaria, quella che ci sembra talmente abituale da apparire come l’u-nica possibile. Sono proprio questi figli a ricordarci che la vita è bella anche quando presenta limiti insuperabili e che il successo non consiste nel vincere medaglie – neppure quelle delle Paraolimpiadi che in questi giorni si celebrano in Corea – ma nel vincere la rassegnazione e nel lottare con tutte le forze per dare alla vita la veste più dignitosa.

Non tutti i genitori hanno il coraggio di lottare con ostinazione, molti di loro si fermano lungo il cammino, stanchi e sfiduciati. Ma vi sono anche quelli che riescono ad affrontare questa si-tuazione con intelligenza e carità. E soprattutto con quella fede in Dio che dona il coraggio di fare tutto il possibile, e anche oltre, perché ogni vita è sacra, ogni figlio è un dono inestimabile. Questa certezza, unita all’amore viscerale che ogni genitore nutre per il proprio figlio, catalizza tutte le energie e impegna ad esplorare tutte le strade possibili ma soprattutto chiede ai genitori di mettersi in gioco e di riscrivere l’agenda della vita a partire dalle necessità dei figli.

Tutto questo potrebbe apparire un limite, in realtà è una finestra che ci fa scoprire un mondo totalmente nuovo non dominato dalla ricerca ansiosa dell’affermazione individuale ma fonda-to sul valore della relazione, un mondo dove la condivisione solidale conta più delle capacità

ACCOMPAGNARE FIGLI STRAORDINARI È COME FAR FIORIRE IL DESERTO

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e dove la carità vale più del profitto. Non è il mondo dei sogni, non è una bella favola scritta per rassicurare quelli che hanno paura. Per tanti genitori è storia quotidiana, è l’impegno che accompagna i giorni e spesso anche le notti. Chi vive con fede un’avventura come questa sente, come tutti, l’inquietudine e la paura. E tuttavia non maledice il destino cieco che costringe al-cuni a restare ai margini della vita ma vive anche quell’esperienza, senza dubbio sofferta, come una sfida provvidenziale per sé e per gli altri.

Questi genitori non solo s’impegnano con tutte le forze per dare al proprio figlio il necessario per crescere ed acquisire una dignitosa autonomia ma si preoccupano anche di fare della loro esperienza una straordinaria occasione per far crescere nei vari ambiti della vita sociale una diversa e più matura coscienza solidale. In questo modo il figlio non è un fardello gravoso che rallenta il cammino degli altri ma diventa così una preziosa risorsa sociale.

A questa categoria di genitori appartengono Anna e Salvatore, 10 anni di matrimonio e due figli. Il secondo si chiama Giovanni Paolo ed è affetto da autismo. Fin dall’inizio si è inserito nella scuola pubblica, quest’anno ha iniziato a frequentare la scuola elementare. È una storia bella, tutta da raccontare. La lettera che oggi condivido con voi è quella che, qualche settimana fa, essi hanno inviato a tutti i genitori dei bambini che frequentano la stessa classe di Giovanni Paolo. La lettera è solo un frammento della vita ma è sufficiente per capire qual è l’approccio educativo e come la presenza di questo bambino costringe tutti a rivedere i valori della vita e delle relazioni.

Cari amici, sono cose di questo mondo eppure ci fanno intravedere che un altro mondo è pos-sibile. Un altro modo di vivere. A me fanno pensare alla promessa scritta nel libro di Isaia: “Il Signore ha pietà di Sion, ha pietà di tutte le sue rovine, rende il suo deserto come l’Eden, la sua steppa come il giardino del Signore. Giubilo e gioia saranno in essa, ringraziamenti e melodie di canto!” (Is 51,3). È proprio così, il Signore è capace di trasformare anche il deserto più arido in un giardino vestito di fiori e frutti. Non basta crederci, dobbiamo collaborare con Lui per trasformare i sogni in realtà. Che questa storia aiuti tanti di voi a sognare. Un affettuoso saluto a tutti.

don Silvio

*** Don Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera-Sarno, è l’ispiratore della Fraternità di Emmaus, una realtà ecclesiale nata negli anni Novanta che si propone, attraverso itinerari di fede, di aiutare ad accogliere la vocazione alla santità.Licenziato in Teologia Morale presso l’Accademia Alfonsiana di Roma, ha conseguito il diploma di perfezionamento in Bioetica presso l’Università Cattolica di Roma ed è Direttore del Centro Diocesano di Formazione Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, della Diocesi di Nocera Inferiore – Sar-no. Nel 1993 ha promosso la Federazione Progetto Famiglia onlus, che si impegna a favore della famiglia e dei minori. Nel 2006 ha fondato la rivista “Punto Famiglia”, che si occupa di tematiche familiari e che egli stesso dirige. Ha pubblicato diversi testi, tra cui “Sulle orme di Nazaret” (EDB, 1999), “Famiglia piccola Chiesa, appunti di pastorale familiare” (Gaia, 2008), “Sulla strada di Emmaus” (Gaia 2009).

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E’ così la lettera dell’Ulss 7 non dà scampo. Il Centro Diurno per persone disabili di Malo (Palazzo Corieli) non è più agibile, non ha otte-nuto il collaudo statico e quindi non si può ri-prendere l’attività educativa. “Nostro figlio resterà a Schio fino a quando sarà costruito un nuovo Centro Diurno a Malo”. Mario, sull’uscio della casa guarda fisso i filari delle piante confuse nella nebbia di un inverno lungo da passare. Ha fra le mani le 900 firme rac-colte con il gruppo Contro l’Esclusione prima di Natale, una forte adesione di cittadini a sostegno della costruzione di un nuovo CEOD, ma pur-troppo considerate ininfluenti sgradite dall’Am-ministrazione Comunale. Mario ripensa continuamente alle perentorie pa-role del sindaco nell’incontro di gennaio:“Datevi da fare voi del Gruppo Contro l’Esclusio-ne, invece di raccogliere firme che non servono a nulla, fate come la Città della Speranza, diventate Onlus, raccogliete soldi che con quelli si che fac-ciamo il Ceod. Che ci vuole: quattro telefonate a imprenditori, amici, sostenitori e il gioco è fatto”. Tapini noi non averlo pensato prima, commenta Mario con un sospiro ironico.Per papà Mario la realtà si mostra in tutta la sua durezza. Il tempo passa e si rende conto che la promessa fatta in campagna elettorale si allonta-na sempre di più, avallata continuamente dalla stessa frase “Non ci sono soldi!”, e lui non la può mantenere verso suo figlio.

Il piccolo Andrea farà presto 18 anni, l’età della ragione. Ma per Andrea l’infanzia continua perenne, non sa comprendere perché il tempo passa, non capisce cosa sia buono o cattivo, ma vuole tornare a Malo, non sa perché, o forse sì.Così Mario non si ferma, l’azione continua con il gruppo Contro l’Esclusione, e la gente che ha firmato e che quotidianamente gli chiede se ci sono novità, risponde: “ancora nulla, ma ce la faremo”.

Oggi c’è un assessore nuovo al sociale, un motivo in più per non fermarsi e insieme al Grup-po Contro l’esclusione, attenti alle esigenze dei più deboli, agiremo auspicando che l’ammi-

L’ELEFANTE E LA FARFALLA (PARTE TERZA) IL TESORETTO.

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nistrazione comunale e in particolare questo nuovo assessore al sociale siano in grado di attuare una visione politi-ca con idee innovative e coraggiose sui temi del sociale ed in particolare della disabilità.

E’ così il “tesoretto” di 900 firme resta lì sul tavolo della politica ad aspettare, forse una visione più equa e sensibile …o una cascata di soldi dal cielo!

Mario sfoglia tutte quelle firme ad una ad una cercando di immaginare il vol-to delle persone che hanno dato la loro adesione e che in gran parte non cono-sce e li ringrazia calorosamente com-mosso, pensando a quanta solidarietà sa esprimere la propria gente di Malo. “Siete stati preziosi e noi, con tutti voi, non ci fermeremmo qui”, sussurra tra sè e sé.

Il pulmino è arrivato, aiuta Andrea a salire i gradini, lo bacia, rivolge uno sguardo di ringraziamento all’autista sempre sorridente e disponibile, un’al-tra giornata è iniziata. Altro tempo da spendere bene.

Nulla è vano sotto il sole: nè la pioggia che cade nel deserto, nè la voce dell’u-mile che chiede aiuto.

Gruppo contro l’esclusione Malo

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“…Angeli misteriosi, offrite a tanti ignoti gocce d’amore… senza nulla mai chiedere. Quanti sorrisi son sbocciati per grazia vostra, senza po-tervi ringraziare…Ma questa è la grandezza che da sempre fa di voi gli angeli buoni su cui si conta, perché più vicini al sentimento della fratellanza che cancella il diverso e rende uguali.”.

Donare sangue è proprio questo: un gesto di fratellanza che ci rende tutti uguali. Avis Malo e Monte di Malo si adopera da mezzo secolo per sensibilizzare tutte le persone del territorio a una cultura del dono del sangue per la tutela della salute dei tanti ammalati, che ne necessitano.Era il 1967, in quello che era il vecchio ospedale di Malo, un gruppo virtuoso di maladensi dava vita alla sezione Avis di Malo e Monte di Malo. Da allora molto si è fatto, grazie ai vari consigli direttivi succedu-tesi, che non si sono mai scoraggiati neanche davanti alla chiusura del centro raccolta sangue di Malo nel 2014. Avis Malo, attualmente presieduta da De Vicari Fabio, è una realtà radicata nel nostro territorio con circa 900 iscritti, ma molto si può ancora fare. I volontari si prodigano, portando avanti numerose iniziative con lo scopo di sensibilizzare nuovi potenziali donatori, diffondendo pure una cultura di sani stili di vita. Proprio con tale scopo Avis Malo è presente con il suo gazebo alle varie sagre paesane; supporta alcune squadre sportive locali (calcio, pallamano, ciclismo, ecc); organizza incontri informativi nelle scuole e collabora alla realizzazione del diario scola-stico, che viene donato a tutti gli studenti delle scuole locali (siamo all’ottava edizione); sono stati realizzati pure i segnalibri per le due biblioteche (Malo e Monte di Malo) e ultimo ma non meno importante, Avis Malo collabora con molte altre Associazioni locali per iniziative

dall’importante valore sociale e comunitario.Le iniziative per festeggiare questi primi 50 anni sono incominciate lo scorso dicembre con la rea-lizzazione del libretto commemorativo, che è stato consegnato gratuitamente a tutta la comunità. Altra data molto importante è stata il 4 marzo con il cul-mine dei festeggiamenti: la giornata è iniziata con la Santa Messa a Monte di Malo, si è proseguito con un gradito pranzo, alla presenza di molti soci e fa-migliari e di diverse autorità, tra cui i sindaci Lain e Squarzon. In tale occasione sono state consegnate le

benemerenze ai donatori che si sono distinti per un importante numero di donazioni. La festa si è inoltrata fino a tardo pomeriggio con l’intrattenimento di Malo Louis, il cui nome è garan-zia di divertimento per grandi e piccini.Avis Malo e Monte di Malo ringrazia tutti coloro che hanno reso possibile questo importante traguardo, in particolare tutti i donatori che incarnano lo scopo dell’Associazione stessa: perché donare sangue è un piccolo grande atto d’amore!

Lunga vita all’AVIS e alla solidarietà!

AVIS MALO E MONTE DI MALOFESTEGGIA 50 ANNI DI AMORE PER IL PROSSIMO.

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È un pomeriggio piovoso, come spesso accade ulti-mamente, e davanti a un caffè e a dei biscotti Ibra-him mi racconta delle sue giornate, del nuovo lavo-ro, degli incastri orari da riuscire a fare con i corsi di italiano a scuola. Una settimana il turno di mattina, dalle 6 alle 14, la settimana dopo quello di pomerig-gio, dalle 14 alle 22: Ibra preferisce il turno di mat-tina, anche se nei mesi invernali significa uscire di casa molto presto, ma il tratto di strada in bicicletta assicura un risveglio effettivo! Gli chiedo come fa quando piove – sarà perché io, in bici con la pioggia, non so proprio tenere l’ombrello! -, mi guarda e sorride: “Ho l’ombrello!”: in effetti, probabil-mente, la mia era una domanda scema! Gli dico che l’ho visto tornare a casa in bicicletta, un pomeriggio intorno alle due mezza: “Andavi in qua e in là, con la bici, sembravi felice!”, gli faccio. “Avevo appena finito di lavorare, andavo a casa a mangiare, ero felice sì!” Ibrahim lavora all’essiccatoio, scarica i vasi e li carica sui bancali, mi spiega che per spostare i vasi grandi usa delle “forchette”. “È un lavoro pesante, ma – mi dice – anche altri lo stanno facendo, quindi lo fai anche tu”. Sono in due persone, in turno, molti sono stranieri, fra di loro parlano in italiano, e in effetti la sua capacità di esprimersi nella nostra lingua è molto migliora-ta, il dialetto veneto non è più un mistero, e qualche volta mi infila nel discorso qualche nostro modo di dire tipico! Gli chiedo se riesce ad andare a scuola (il progetto di accoglienza prevede i corsi di italiano, obbligatoriamente, fino all’esito definitivo dell’iter per la richiesta di asilo), Ibrahim mi dice che riesce, con qualche difficoltà, a incastrare gli orari del lavoro con quelli della scuola: il problema non sono tanto gli orari delle lezioni, afferma, ma quelli degli autobus, che a un certo punto, di sera, smettono di passare. Sì, rifletto, sappiamo come diventi macchinoso usare i mezzi pubbli-ci, soprattutto quando si hanno degli orari da rispettare. Mi ricordo che in Mali faceva il camionista, e gli chiedo della patente: “È in progetto”, rispon-de, “non appena avrò qualche risposta definitiva e avrò risparmiato i soldi necessari”. “Tieni duro”, gli dico, “anche le procedure hanno i loro tempi…”. “Sì, le cose vanno piano per tutti, non solo per gli stranieri, ma anche per gli italiani…”, mi risponde. Intanto va bene così, sembra dire: un lavoro, una casa, la scuola, e la capaci-tà di attendere, che a tutti serve imparare, fin da piccoli.

PROGETTO ACCOGLIENZA MIGRANTI:AL LAVORO PER L’INTEGRAZIONE!

Per informazioni Avis Malo ha sede in Piazza Zanini 1/20 a Malo, presso il Palazzo delle Associazioni ed è aperta al pubblico tutti i giovedì sera dalle 20:00 alle 22:00.

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SEDE CAF MCLVia Puerbach 23 - MALO

Tel. 0445 580296

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Dopo le prime due edizioni del corso di comunicazione e gior-nalismo, tenutosi all’oratorio San Gaetano di Malo dalla gior-nalista Raffaella Mancini Sgueglia, l’iniziativa viene felicemente riproposta per quanti vogliano intraprendere un’esperienza for-mativa di grande attualità e quanto mai essenziale nell’era del nuovo millennio.

Il progetto è nato due anni fa, con l’intento di incentivare, so-prattutto tra i giovani, una nuova cultura della comunicazione, consapevole e attenta. Giovani costantemente connessi eppure informati superficialmente: potenzialmente un grande pericolo per la democrazia e la libertà individuale.

Slegato dai luoghi, privato delle interazioni reali e fondato sulla sola immagine, il modo di comu-nicare di oggi ha perso la capacità di tradursi in azione.

Il corso ha lo scopo di far riscoprire, quindi, l’importanza della ricerca e della verifica delle fonti. O meglio, il valore della “fatica di informarsi bene”.

Viviamo, infatti, una nuova quotidianità nei flussi informativi, in cui la distinzione tra virtuale e reale si fa sempre più delicata e sibillina: una diversa consapevolezza rispetto alle notizie, la loro veicolazione, le fonti che le generano e i mezzi tramite i quali vengono diffuse, è quindi importantissima.

La formula del corso rimane molto “agile”: sette incontri di un’ora e venti attraverso i quali si toccano a grandi linee tutti i settori della comunicazione - formazione, deontologia profes-sionale, le redazioni, le differenze tra stampa e uffici stampa, fino ed esercitazioni di scrittura creativa.

Raffaella Mancini Sgueglia

CORSO DI GIORNALISMO IN SAN GAETANO

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AMBITO SOCIALE

CORSO DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO 2018 Per giovani e adulti Proposta di formazione presso L’ORATORIO di San Gaetano, a Malo. Nei mesi di MAGGIO e GIUGNO > 7 incontri di 1h e venti - 1 volta a settimana ( Il corso partirà al raggiungimento di un numero minimo di 5 partecipanti )

Favorire e incentivare un approccio consapevole al mondo della comunicazione e alle modalità di diffusione e comprensione delle notizie. Rivolto sia ai giovani che desiderano avvicinarsi alla professione giornalistica, sia a tutti coloro che vogliano aprirsi a spunti di riflessione, utili sia per il settore lavorativo che per ampliare la propria capacità critica di lettura e comprensione delle notizie, riscoprendo il valore della ricerca e l’importanza della verifica delle fonti.

Verranno in particolare fornite informazioni sulla professione e la normativa di settore, spiegando da dove arrivano le notizie e come vengono veicolate, quali sono le differenze tra la stampa e gli uffici stampa, e l’importanza della deontologia professionale.

Cosa significa “comunicare” - il senso della verità - il senso della ricerca. - l’importanza delle fonti. -

Il giornalista - qualità e competenze necessarie. - come diventare giornalista: studi, praticantato,

esami.

La normativa: - l’Ordine dei Giornalisti, il Codice della Stampa e la deontologia professionale.

Il giornale: - la redazione; i collaboratori; l’impaginazione e la correzione delle bozze; stampa e distribuzione.

Le notizie : - come si costruisce una buona notizia. - come vanno lette le informazioni.

I : - Carta stampata Radio/Televisione/ Web: le

diverse modalità. Vantaggi e rischi dell’ .

L’ufficio stampa: - L’addetto stampa e le agenzie di comunicazione. Realtà pubbliche e private.

L’opinione pubblica: - come si informa e come si influenza.

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AMBITO AMMINISTRATIVO

Come per gli anni precedenti, il mese di marzo è il periodo durante il quale faccio il bilancio di quanto accaduto l’anno appena concluso. E’, probabilmente, un’abitudine che rispecchia la mia “anima” di contabile! Anche per la parrocchia, in questo periodo ho provato a fare un resoconto di quanto successo nel 2017. Sono partito sicuramente dai numeri, ma ho poi cercato di leggerci ciò che non si vede ad una “banale” analisi: qualcosa che racconta di noi. La massima sintesi del Bilancio Parrocchiale, mi lascia tranquillo anche se con la costante attenzione a quanto ci viene chiesto di spendere (come Consiglio Affari Economici). L’anno 2017 chiude con un pareggio… non abbiamo debiti ma non abbiamo messo “fieno in cascina” per il futuro! Raggiungere il pareggio, raccogliendo le informazioni e i dati da tutte le attività parrocchiali, è certamente importante, ma bisogna prestare molta attenzione, poiché è un pareggio (no utile e no perdita) avvenuto nonostante tutto!

Sì perché i nostri numeri ci dicono proprio che:

= Nonostante l’assidua ricerca di una migliore allocazione per il Campo Malo, l’impegno del gruppo che si dedica a questa iniziativa, ha portato ancora una volta un grande servizio alla comunità. = Nonostante la ristrutturazione in corso della casa di Tonezza, l’impegno di tutti è riuscito a far utilizzare al massimo la struttura che si è confermata una valida soluzione per la serenità degli ospiti nei periodi estivi e, al contempo, a rispondere alle esigenze di ritiro di preghiera nei periodi autunnali e primaverili. = Nonostante la disponibilità della comunità a lasciare alle scuole elementari l’utilizzo degli spazi di “San Gaetano” al mattino, lo sforzo di tutti i gruppi parrocchiali che utilizza questo centrale punto di incontro ha reso ugualmente possibile lo svolgimento delle attività. Per que-sto un ringraziamento a: ACR, Giovanissimi, Scout, Cori di animazione liturgica, RdS, Cate-chisti, Università degli anziani e tutti gli altri che non riesco a ricordare. = Nonostante il tempo poco clemente, grazie all’impegno degli organizzatori, abbiamo vissuto una Sagra dell’8 settembre degna delle migliori aspettative (anche se di durata inferiore). = Nonostante l’apertura dello Starplex (multisala di Marano Vicentino), il gruppo che “guida” il Cinema parrocchiale è riuscito con le proprie scelte (di titoli sempre all’altezza) a proporre un 2017 di proiezioni che hanno riscontrato un ottimo successo. = Nonostante le sempre maggiori offerte di intrattenimento per giovani e “diversamente” gio-vani, i nostri punti di incontro (Bar Bocciodromo, Centro Giovanile, Bar San Gaetano) sono sempre “rumorosamente e gioiosamente” frequentati grazie all’accoglienza assicurata dai ge-stori a cui va un grande plauso.

PAREGGIANDO IL BILANCIO

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AMBITO AMMINISTRATIVO

= Nonostante le offerte domenicali in Chiesa tendano costantemente a diminuire e quindi a non coprire i costi liturgici (luce, gas riscaldamento, stipendio del personale/sacrestano…) siamo riusciti come comunità a sopperire con altri sistemi di finanziamento (affitto locali bar) senza creare debiti. = e Nonostante sia poco citata nelle analisi dei dati periodici, il piccolo ma grande contribu-to di disponibilità, di iniziative, ma anche economico da parte del gruppo “Case di Malo” al Bilancio parrocchiale, non manca mai ed è sempre utile per la “quadratura finale del cerchio”. Cosa aspettarci per il futuro che è già iniziato? Come contabile mi auguro che la generosità di tutti porti a maggiori donazioni e offerte con risultati che ci permettano di finanziare i progetti che abbiamo nel cassetto per la comunità: manutenzione santuario Santa Libera, bocciodromo, campeggio, completamento Tonezza, collaborare alla definizione della Sede Scout…

Come comunità, mi auguro invece che la generosità di tutti si manifesti anche con un sempre maggiore impegno di tempo disponibile, per i gruppi, la Sagra, l’ACR, il catechismo, e poi tutto quanto non ho scritto perché rimasto nella tastiera del computer.

A questo punto credo che, la sintesi perfetta del bilancio 2017 che volevo raccontare, si possa racchiudere in poche parole: Nonostante tutto, per il 2017 non abbiamo debiti, ma una bellis-sima comunità in cammino che non si fermerà nel 2018.

Franco/Francesco S.

PER SOSTENERE LA TUA PARROCCHIA

ALLA DOMENICA L’OFFERTA IN CHIESADI UN EURO

SE CI PENSI, SI PUÒ !

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AMBITO EVENTI

Incredibile come nel tessuto del nostro vivere comunita-rio, la figura della “Befana” conservi ancora un ruolo del tutto speciale e fantastico.I tempi cambiano; ci riempiamo la testa e la vita di face-book, sms, WhatsApp,e-mail, istagram e Telegram, ecc. ma l’evento Befana è proprio intramontabile.

Anche i più piccoli, ormai maestri nel navigare in inter-net, di fronte a una persona travestita da “Befana” sgrana-no gli occhi e aprono la mente al sogno, alla meraviglia, al sorriso, alla gioia.

Alla Proa, antica area aggregatrice di giovani, gli adulti, nonni due volte (bisnonni) amanti della tradizione, e strainnamorati dei loro nipoti, non hanno badato a spese e all’impegno. All’aperto hanno realizzato il loro presepio, segno di fede per tutta la contrà; hanno scomoda-to Sindaco, Vicesindaco, Assessore ecc. per permessi, allacciamenti luce e occupazione suolo pubblico. Han strappato al parroco la promessa della Messa “al campo” e fissato di ufficio la data del 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, detta anche in dialetto “festa della Befana”.

La festa è stata “mega”, con la presenza di tantissimi amici e ragazzi; perfino i nonni in carrozzi-na han voluto festeggiare l’avvenimento. Anche il clima, dietro raccomandazione e assicurazio-ne di Berto Golo (!) ha fatto la sua splendida parte. Ma quello che ha colpito i bambini e nonni è stata proprio la “Befana”: aveva preparato un regalino per tutti e tutti si domandavano come faceva conoscere i loro nomi… quasi quasi sembrava che facesse parte della comunità, anzi, sembrava che abitasse proprio alla Proa per la confidenza e amicizia che dimostrava.

Brulè, frittelle, cioccolata, dolci, persino la pasticceria “Vecchia Malo” con le sue specialità hanno rallegrato il pomeriggio lasciando nel cuore di ciascuno il dolce ricordo di una presenza, quella della Befana, che sa ancora donare occasioni di unità tra famiglie e sogni di uno stile di vita che fa crescere nell’amicizia.

BEFANA ALLA PROA

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AMBITO EVENTI

Come già anticipato dai bollettini parrocchiali durante lo scorso avvento, presso la chiesetta di SAN ROCCO a MOLINA durante il periodo natalizio c’era la possibilità di visitarla e vedere il presepio a misura di bambino (vedi foto),molto colorato e fatto con i giochi dei bambimi.Anche delle classi delle elementari di Molina sono passate a visitarlo, hanno anche ascoltato la storia di SAN ROCCO e della chiesetta da quando era senza tetto (stava cadendo a pezzi), del restauro avvenuto grazie ai Volontari, ai giorni nostri. La chiesetta durante il periodo da aprile a ottobre viene aperta per celebrare una volta al mese una Santa messa e il 16 agosto la messa per SAN ROCCO, nel mese di maggio ogni sera dal lunedi al venerdi viene recitato il rosario; fino al 18 febbraio di quest’anno è stato possibile celebrare anche degli anniversari di matrimonio, da quel giorno Don Giuseppe ha deciso che non si potranno più fare. Dispiace per questa scelta, mi pare di rivivere quanto accaduto dieci anni fa nella Chiesa di CASE quando alcune coppie (amici nostri) della frazione volevano sposarsi ma è stato risposto che non ha la fonte battesimale ecc... e l’anno scorso se non ricordo male è stato celebrato un matrimonio.Volevo fare i complimenti a chi si occupa di allestire il presepio nelle chiese e fuori! Posso dire, dopo aver provato quest’esperienza, che è un’arte: ci vuole passione,tempo da dedicare agli altri fantasia e voglia di mettersi in gioco... Visto che non a tutti può piacere quello che viene fatto!!!Continuate a portare avanti questa tradizione! I presepi, il rivivere la nascita di Gesu’ son sempre belli da vedere per grandi e piccini.

Laura Zanella

PRESEPIO CHIESETTA, SAN ROCCO A MOLINA

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AMBITO EVENTI

Troppo breve il periodo del Carnevale?Nessun timore… loro si sono inventate una nuova festa: aspettando la Primavera.Proprio vero, quando si mettono in mezzo le donne, le cose cambiano in modo incredibile. Ne ho fatto esperienza sabato 17 marzo, invita-to dalle Patronesse a celebrare la Messa a Moli-na per una non precisata ricorrenza. Credevo, come usuale, trovare la chiesa strapiena… in-vece di patronesse e Fanti nemmeno l’ombra. Anche il diacono don Alessandro non era al corrente di questa celebrazione.Quando poi, alla fine, sono sceso nel salone della comunità per un “brindisi” insieme… allora ho compreso tutto lo scopo dell’invito. Più di duecento persone partecipavano a una festa che le carissime Patronesse avevano inventato per l’occasione. La loro Associazione (sono la parte femminile dell’Associazione Fanti) ogni anno si prodiga per sostenere, attraverso il volonta-riato, alcune iniziative sia locali che provinciali sempre per il bene delle varie Comunità. Così le abbiamo viste presenti al restauro dell’organo e con le poltroncine per l’auditorium in parrocchia, a sostegno della ristrutturazione del Centro Giovanile di Molina e ora con il dono all’ospedale di Vicenza di una “colonnina minin-vasiva per interventi chirurgici ai bambini”. Una festa proprio da primavera con un menù semplicissimo ma condito con tanta allegria, amicizia, sorrisi che riempiono il cuore. Anche il coro San Nicola guidato anche quello da una donna: la maestra Laura Fabris, presente con una serie di canti tipici per ravvivare memoria e melodie di una volta. Proprio come diceva Papa Francesco in una omelia qualche mese fa: «Per capire una donna bisogna prima sognarla»: ecco perché la donna è «il grande dono di Dio», capace di «portare armonia nel creato». Tanto che, ha confidato Papa Francesco con un tocco di poetica tenerezza, «a me piace pensare che Dio ha creato la donna perché tutti noi avessimo una madre, perché è lei che ci insegna ad accarezzare, ad amare con tenerezza e che fa del mondo una cosa bella».Ecco, le Patronesse che passano davanti ai Fanti. Scendono in pri-ma linea, si impegnano, inventano, creano occasioni, sono uno stimolo per l’Associazione e per la Comunità. E se non basta il loro impegno, son capaci di prendere coperchi, pentole, mattarelli per

ASPETTANDO LA PRIMAVERA…

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AMBITO EVENTI

dare la “sveglia”, per far festa, per incoraggiare quella generosità tra gli invitati per stimolare tutti al bene alla solidarietà, alla generosità.Proprio vero quello che dice Papa Francesco: La donna bisogna sognarla, la donna ti porta a sognare, e se le donne sono al plurale come le Patronesse, allora…. salvati cielo, riescono a coinvolgerti e conquistarti come una squisita frittella di loro personale ricetta.Grazie Patronesse per questo inizio di Primavera!.

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AMBITO CULTURALEMAGGIO 2015

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AMBITO EVENTI

La tradizione ci insegna che gli sposi Anna e Gioacchi-no sono i genitori di Maria, la futura madre di Gesù.Veramente speciali perché sono diventati genitori in tarda età, proprio quando si era conclusa la loro ca-pacità biologica per lasciare spazio a quella spirituale, all’azione dello Spirito Santo.In loro onore, il Centro San Nicola (anche Nicola, un santo un po’ anzianotto e con la barba bianca), orga-nizza ogni anno un festa conviviale di tutto rispetto. Si tratta di festeggiare S.Anna e San Gioacchino, genito-ri di Maria e nonni di Gesù. Grande onore per loro e ovviamente, per tutti i nonni. Deve essere una grande festa. Nonostante la loro età, in onore di Gioacchino e Anna, i nostri “nonni” non si sono fatti mancare nulla: un meraviglioso, gustoso, croccante, tenerissimo “rosto” da far invidia a quelli fatti in piazza a Isola. Le foto ne sono la dimostrazione e i cuochi la garanzia di qualità.Se credete che data la veneranda età, legata a qualche insicurezza di masticazione per protesi dentale se-movente, oppure prescrizioni mediche restrittive per ipertensione – diabete – cardiovascolare… fossero motivo di raccomandazione a una certa parsimonia alimentare… beh… vi siete sbagliati, … non conoscete i nonni del S.Nicola. Erano in centotrenta (a parte qualche giovane apprendista!)... hanno “sbaffato” tutto! In due ore han fatto fuori antipasto, vellutata di verdure e… un “rosto” (sei ore di cottura) di 150 quaglie, 12 kg coppa di maiale, 12 kg costine, un centinaio cosce di faraona, 6 kg di lardo, oltre 900 fette di polenta… formaggio, frutta, dolce, caffè…Ad aggiungere qualità alla festa anche la presenza del Sindaco, il suo saluto, il suo sorriso, il brindisi (anche Lei fiduciosa nei santi Gioacchino e Anna) e un paio d’ore di serenità e amicizia con i nonni.Una lode ai cuochi, al personale volontario di s.Nicola, alla presidente Marilena (anche perché è riuscita a salvare un paio di porzioni per la canonica)…evviva san Nicola… evviva i nostri nonni !

L’articolo si riferisce alla festa dei nonni fatta al san Nicolo ancora nell’estate scorsa. Problemi di spazio per la stampa han fatto scivolare la pubblicazione in questa edizione.

SANT’ANNA AL SAN NICOLA

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AMBITO CULTURALE

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AMBITO EVENTI

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AMBITO CULTURALE

21 marzo 2018, primo giorno di primavera, giornata dedicata alla poesia mondiale.

Una serata tutta per lei, in Biblioteca Comunale di villa Clementi, attorniata da un numeroso gruppo di amici e di amanti della poesia, alcuni giunti da lon-tano: Barbara Bortolotto ha presentato l’ultima sua opera “I canti del mio cuore”, un libretto di poesie che declamano l’amore per le persone, la natura, il vivere per l’altro.

Meraviglia la semplicità, la dolcezza l’armonia con le quali descrive e accompagna di sentimen-ti dell’animo nel parlare nell’abbondanza del cuore.

Accompagna dal chitarrista Alcide Ronzani ha incantato l’assemblea riuscendo a raggiungere la profondità del cuore di ognuno. Commozione ed applausi hanno coronato il suo impegno e la sua vena poetica.

Un altro fiore all’occhiello per il nostro stupendo Paese di Malo che sa esprimere persone con sensibilità e doni veramente qualificati per caratterizzare un’impronta culturale che fa onore e pregio a tutta la Cittadinanza.

BARBARA BORTOLOTTO

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AMBITO CULTURALE

A Mamma

Non è mai stato semplicequesto amore con te.Perse e ritrovate infinite volte.Infinite volte a cercare di compren-derciin questo spazio fuori di te,dove respiro il mio respiroed il mio cuore battesenza sentire più il tuo.Ci sono state campane di vetrodove pensavi che, a tenermi dentro,la vita mi avrebbe ferita meno.Ci sono stati silenziche urlavano così forte tra noida squarciarci il tempo.Ho rincorso ciò che non voleviho creduto in ciò che non credevi.Ho vinto ed ho perso, ho pianto e riso.Sono sempre stata la figlia diversaa volte vicina più spesso dispersa.Mi hai donata a questo mondofragile nel mio sentiero in salita.Mi hai regalata a questi giornicredo pregando… che vincessi la partita.E sono qua mamma,qua adesso, innamorata e sempre ancoradei miei figli, di un uomo,di questa vita mia, ora.Innamorata del sole e della lunae di quel tuo bacio sulla guancia che parevi una bambina.

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AMBITO CULTURALE

In questi giorni il sig. Bruno Carollo mi ha fatto gustare la “magia del ricordo”. E’ venuto a trovarmi in canonica con dei segni/ricordi che sono una meraviglia.- Una Teca per portare l’Eucarestia agli ammalati. - Una tabacchiera dell’Arciprete Mons. Luigi Zecchin- Il fischietto di Mons. Oreste Bartolomei.Bruno ne era venuto in possesso grazie alla presenza della sorella Teresa per alcuni anni in servizio presso la canonica e ricevuti in dono dai sacerdoti.Una forma di delicatezza e di venerazione mi ha pervaso il cuore a con-tatto con simili ricordi.

Con questa teca, quanti ammalati sono stati visitati dai parroci, quanti hanno ricevuto il conforto della Comunione durante la ma-lattia; l’abbraccio di amore e carità per tante persone.

La tabacchiera. Usuale per gli uomini nei primi del novecento. Pure papa PioX con-servava questa abitudine. Così la tabac-

chiera ci dice che mons. Luigi Zecchin ne faceva uso, e come facevano i galantuomini: lo si condivideva; si offriva sempre una “presa di ta-bacco” agli amici… e don Luigi, di amici ne aveva tanti, basti pensare che aveva conservato una numerosa corrispondenza con il soldati di Malo per tutto il periodo della guerra 1915-18; (fu nominato Cavaliere con diploma di benemerenza del Ministero delle Terre Liberate nel 1921)

Il fischietto di don Oreste. Racconta qualche anziano di questo meraviglioso arciprete, ex soldato degli arditi, quando in occasione della festa della “Befana” entrava in Duomo e tra le file di ragazzi presenti per le “funzioni religiose”, dava inizio alla festa sparando con le pistole giocattolo e con il fischietto in bocca dava inizio della festa.Il fischietto… usato qua-

le richiamo per i gruppi di catechismo, per il calcio nel campetto del san Gaetano, per le scampagnate con i gruppi, nelle gite… Un fischietto consumato e segnato dai denti che lo mordevano…. Bellissimo… una storia vissuta in tanti con il fischietto di don Ore-ste. Quasi una sua reliquia. Quasi come il S.Gaetano donato…. Il grande amore di don Oreste per Malo.

LA MAGIA DEL RICORDO

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AMBITO CULTURALE

La vita non è solo quella vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. Non perdere il ricordo significa non sprecare la vita.C’è qualcosa di magico nel ricordo, sicuramente. Nel senso proprio di un incantesimo che, se riusciamo ad assaporare, porta serenità, gioia, e una dolcissima malinconia. Nel tempo del presente per tutto e con tutti, coltivare i ricordi non è certo facile. Si rischia perfino di sentirsi esclusi ed emarginati dall’onda lunga della fretta, del tempo che bisogna afferrare al volo, senza profondità, non curandosi del passato e non avendo così slancio verso il futuro.Ed è così che ho chiesto a Bruno il permesso di pubblicare anche le foto della prima Comunio-ne del 1950… il gruppo di fanciulli, le suore dorotee con il loro “antico” vestito, il ricordo della Prima Comunione e … il libro delle preghiere per LA SPOSA CRISTIANA !!! (1938) della moglie Giliana.

Il ricordo è storia, individuale, familiare e collettiva, ma in questo allungarsi verso le radici c’è anche il segreto della sua forza che ci trascina, in modo positivo, verso il futuro. Un grazie a Mario e alla sua sposa Giliola Saccardo per questi doni e per questo ricordo alla nostra comunità.

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Valter Costeniero in ambito parrocchiale è conosciu-to perché dirige il coro che anima la messa prefestiva del sabato sera.

Da qualche anno ormai svolge questo prezioso servi-zio al quale si è aggiunto, recentemente, anche quello della direzione della banda cittadina.

Che un cittadino maladense diriga allo stesso tempo un coro e una banda non è una novità per il nostro

paese. Già nei primi decenni del Novecento Giò-Batta Fabris dirigeva con competenza l’uno e l’altra. Erano anni in cui la banda cittadina prestava servizio in parrocchia con più assiduità.

Oltre alle processioni era presente anche ai funerali di persone benemerite, alla Prima Messa dei preti novelli e nelle feste patronali. I parroci la tenevano in debita considerazione, così come si evince da alcune foto d’epoca in cui essi sono ritratti in mezzo al gruppo.

Come ha ben documentato il dott. Silvio Eupani nelle sue ricerche sulle origini storiche della banda cittadina, essa fu fondata da don Pietro dall’Olmo nel 1845 con il primario intento di sostegno musi-cale al canto liturgico. Verso la fine dell’Ottocento, con l’inaugurazione dell’organo del nostro duomo, l’originaria funzione del gruppo creato da don Pietro cessò e si rese pertanto necessario orientare l’attività

musicale dei suonatori in altri ambiti. Indirettamente una traccia della loro presenza è ri-masta nei registri dell’organo, i quali portano impresso con apposi-te targhette il nome di strumenti tipicamente bandistici.

Nell’organo della chiesa parrocchiale di Valli del Pasubio si trova-no incorporati pure la grancassa, i piatti e i campanelli, azionati meccanicamente dal concertista con apposito pedale. Siamo con-sapevoli che dirigere un coro e una banda richiede, oltre ad una particolare versatilità, anche una preparazione che solo la scuo-la del conservatorio può dare. Nel nostro caso però al direttore è chiesto di condividere una passione che non travalichi i confini del puro diletto, che non sottragga tempo al lavoro, che non chieda alla famiglia troppi sacrifici.

VALTER COSTENIERO,MAESTRO DI CORO E DI BANDA

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Cantare e suonare sono due attività umane legate tra loro, sin dalla prima comparsa dell’uomo sulla terra, da un rapporto fraterno. Sono sempre più i cori parrocchiali che fanno ricorso a vari strumenti musicali per arricchire i canti, e sempre più bande che inseriscono nel loro repertorio brani con coro o voce solista. La contaminazione in campo musicale ormai è talmente diffusa che è estremamente faticoso districarsi tra musica antica o contemporanea, leggera o classica, sacra o profana. Sono tramontati i tempi in cui don Gio-vanni Pesavento, maestro del coro parrocchiale, controllava che le partiture per organo suonate dal maestro Severo Lanaro avessero tutti i crismi per essere eseguite in chiesa, o quando il maestro della banda Scipione Bertelle chiedeva l’autorizzazione per eseguire con il violino le celebri arie dei grandi compositori. Ora, dopo la riforma conciliare del canto liturgico, la maggiore li-bertà concessa ai maestri nella scelta dei canti non deve però essere intesa come libero arbi-trio. Sicuramente sono da evitare, per quanto possibile, le “marcette” e canzoncine eseguite nei funerali per espressa volontà del defunto, poco consone con la sacralità del rito e del luogo. L’opera del maestro che generosamente mette a disposizione dei neofiti tempo e fatica, e li ac-compagna in quanto di meraviglioso ed affascinante quest’arte può offrire, deve essere anzitut-to apprezzata ed incoraggiata e solo dopo, casomai, giudicata. In chi canta o suona vi è insito un forte desiderio di spiritualità e di trascendenza. Trovare un maestro che ti guida nel praticare queste ardue virtù è una fortuna immensa e in questo sta il suo merito più grande.

A Valter non possiamo che augurare di proseguire in quest’opera altamente meritoria, con lo stesso entusiasmo con cui la ha intrapresa.

Mariano Zaccaria

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AMBITO CULTURALE

Cari amici dell’Unità pastorale di Malo e Molina, con le righe che seguono, vogliamo condividere brevemente qualche tratto della storia e vocazione di un uomo semplice, nato da una famiglia contadina il 17 gennaio 1905 e vissuto nella nostra comunità di Molina fino al 21 aprile del 1941, data dell’ordinazione Presbitera-le e di cui, a novembre 2015, si è celebrato il cinquantesimo anniversario della morte avvenuta il 10 novembre 1965.Nel 1961 padre Battistella, religioso della congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata (come il nostro caro Padre Beniamino Marsetti, missionario in Cile) fu inviato nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Oristano (Sardegna). Padre Battistella, fin da subito impegnato in modo particolare nella cura delle vocazioni, nel 1965 fu promotore della nascita della comunità religiosa delle “Missionarie Figlie di Santa Maria Immacolata” formata da donne laiche con-sacrate che vivono la loro donazione totale al Signore nella forma di vita degli Istituti secolari.

La comunità religiosa nata nella diocesi di Oristano ed in essa regolarmente riconosciuta fin dal 1977, per desiderio di padre Battistella, negli anni successivi si allarga territorialmente alle diocesi di Cagliari e Morelia.In occasione del 50° dalla morte di Padre Battistella, la congregazione ha celebrato il ricordo del padre fondatore, un sacerdote esemplare, innamorato di Gesù Eucarestia e dei poveri, che, chi ha avuto la grazia di incontrarlo, conoscerlo, gustarne la semplicità e la grande fede, consi-

dera veramente un “Santo”.

Anche la nostra comunità parrocchiale di Molina, che ha dato i natali a padre Battistella, si è unita spiritual-mente alla congregazione di Oristano in una sorta di comunione spirituale in modo da ri-scoprirne la figura, con incontri e testimonianze, di chi con lui è cresciuto e maturato spiritualmente e così riconoscerlo come un

discepolo di Cristo, del nostro tempo e della nostra terra.

Per il fine settimana del 14-15 novembre 2015, la diocesi di Oristano ha organizzato nella Par-rocchia del Sacro Cuore di Gesù, 2 momenti celebrativi:- sabato 14 novembre la “Serata del Grazie” per incontrare la figura di padre Battistella come Sacerdote, Santo, Santificatore, Missionario della Misericordia - domenica 15 novembre in occasione dell’apertura dell’Anno Giubilare della Misericordia, con la benedizione di una Croce dedicata al ricordo di padre Battistella e la S.Messa Solenne. A questi eventi, sono stati presenti anche alcuni parenti del padre Battistella in rappresentanza anche della ns comunità di Molina. Il fine settimana successivo, dal 20 al 22 novembre 2015, è stata presente presso la ns comunità di Molina una rappresentanza della congregazione di Oristano, fondata da Padre Battistella per partecipare a due momenti celebrativi che si sono svolti presso la nostra comu-nità: - venerdì 20 novembre ore 20.30 presso la sala parrocchiale, un incontro pubblico aperto a tutta la comunità, con testimonianze delle sorelle consacrate della congregazione di Oristano,

PADRE GIUSEPPE BATTISTELLA: TESTIMONE DI CRISTO DEL NOSTRO TEMPO E DELLA NOSTRA TERRA

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AMBITO CULTURALE

riflessioni e preghiere sulla figura, vocazione e opera di padre Battistella.

- domenica 22 novembre in Chiesa a Molina, celebrazione della memoria nel 50° della morte, nella S.Messa delle ore 10.00 ed a seguire le sorelle consacrate hanno portato la loro diretta testimonianza nell’incontro di catechesi con le famiglie. Per l’occasione è stata allestita una mostra/ricordo con foto, racconti e scritti su e di padre Battistella.A metà settembre 2016, padre Beniamino Marsetti, con grandissima gioia ci ha informato che la curia della congregazione dei “Figli di Santa Maria Immacolata” ha avviato la proposta per dare inizio al processo di Beatificazione di Padre Giuseppe Battistella.Una notizia entusiasmante: “UN SANTO A MOLINA”, questa bella notizia ci impegna tutti ad imitarlo! (scrive Padre Beniamino). Il cammino per la Beatificazione sarà lungo ed impe-gnativo, ma se questa è anche la volontà di Dio Padre, giungerà a sicuro compimento.Per la nostra comunità di Molina è stata veramente una bella notizia, un nostro compaesano, una persona semplice, umile, paziente, nascosta, potrà essere onorato come Patrono della no-stra comunità, questa è la conferma che Dio, il nostro Padre Provvidente, continua ad inviare, anche oggi, profeti e testimoni del suo infinito Amore.Alla lettura della bolla di apertura del processo di Beatificazione di Padre Giuseppe Bat-tistella, avvenuta a presso la Casa Religiosa S. Ippolito dei Figli di Santa Maria Immacolata a Fiumicino il 10 novembre 2016 erano presenti alcuni famigliari di padre Battistella con il diacono Alessandro.

Attualmente il Processo è stato trasferito alla diocesi di Oristano che sta lavorando con dei padri postulatori. Si sono organizzate altre occasioni di seminario/convegno per meglio cono-scere ed approfondire la figura e la vocazione del padre Battistella, come è stato per domenica 21 gennaio 2018, presso la Parrocchia del Sacro Cuore di Oristano, dove si è svolta una giornata con Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Oristano e Convegno, visibile digitan-do su google “padre Battistella e la vita santa”. Prossimo appuntamento in programma per domenica 15 aprile 2018, sempre ad Oristano, per presentare padre Battistella, come “sacer-dote fra la gente”. I famigliari ed alcune persone della comunità di Molina sono coinvolti nel reperire notizie, ricordi e testimonianze sulla vita e la persona di padre Battistella. Su calorosa richiesta della congregazione di Oristano, si sta valutando la presenza di alcuni famigliari del padre Battistella che da Molina e Malo si recheranno ad Oristano per partecipare e portare testimonianza.Vi salutiamo con un passaggio tratto da una lettera di padre Battistella che ci sembra un si-gnificativo e benedicente augurio: “Il Signore non manda mai grandi desideri se non per re-alizzarli. Coraggio, senza scoraggiarsi. Cominciamo sempre da capo e poi da capo ancora. I Santi hanno sempre cominciato da capo. Non guardare la distanza perché la grazia di Dio è onnipotente, e in un attimo arriva dove vuole!”

I famigliari di Padre Battistella e il diac. Alessandro

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AMBITO CULTURALE

E’ veramente,d’ogni cosa al mondo,

la più bella: una Madre!.E’ lei sola

che nel tuo cuorelegge fino in fondo.

E’ lei che t’amae nel dolor consola.

Lei nella vita ti guida,ti sorregge.

Se con te pur altri saranno buoniè Lei sola che sempre ti protegge.

E’ Lei sola, sempre,pronta al perdono.

Madre, un solo grande tortotu fai a noi,

quando chiudi per sempregli occhi tuoi.

Antonietta

Scritto di “ mamma Antonietta”Classe 1910 – licenza di 4° elementarededicata e donata alla figlia Lucia Z.

13 MAGGIO: “FESTA DELLA MAMMA”13 MAGGIO: FESTA A SANTA LIBERA:

SANTUARIO DELLA DIVINA MATERNITÀIN RICORDO DELLA MAMMA

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AMBITO CULTURALE

RICORDI

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AMBITO CANTIERE

Cari amici dell’Unità Pastorale, Come anticipato lo scorso dicembre, anche per la comunità di Molina è giunto il tempo di mettere in cantiere un nuovo progetto: la ristrutturazione del Centro Giovani-le. La struttura ha ormai 50 anni ed ha necessità di un intervento di ammodernamento.Questa struttura aperta a tutti è luogo di incontro, di formazione, di svago, di sport. Ogni generazio-ne di Molina ne ha goduto e gode ancora della sua ospitalità. Qui tutti noi siamo cresciuti e coltiviamo i nostri migliori ricordi di gioventù. Altre generazioni crescono e devono poterne usufruire.

I valori che ci uniscono: per amicizia, per solidarietà, per fede, per amore della propria comu-nità, siamo certi che con queste ed altre forti motivazioni le famiglie del nostro quartiere sono pronte a sostenere, ognuna con la propria piccola o grande disponibilità economica, questa opera di bene.

Quali lavori stiamo facendo: si sono realizzate alcune pareti a consolidamento del piano terra, la messa a norma dei servizi igienici, la sostituzione di alcuni serramenti, la sistemazione di parte del pavimento con adeguamento impianto di riscaldamento e la riqualificazione dell’ar-redo del locale bar.

L’investimento previsto: i lavori di ristrutturazione concor-dati ammonteranno a circa 45.000 euroAnche grazie al prezioso apporto di tante persone che in modo totalmente volontario hanno dedicato e tutt’ora stanno dedicando tempo ed energie, a cui va il caloroso grazie della comunità, i lavori stanno proseguendo celer-mente e confidiamo che per la metà di aprile il bar ria-prirà anche con una nuova gestione, nuove idee, nuove proposte per ogni età, e per questo merita che l’ambiente sia rinnovato.

Da qualche settimana è iniziata la raccolta fondi. In ogni famiglia della comunità di Molina (circa 700 famiglie) è stata recapitata una busta. La proposta è di donare un piccolo contribu-to, di 30,00 - 50,00 – 100,00 euro o di più.

Alla data in cui è stato scritto questo articoletto (17-03-18), sono state raccolte 66 buste per un contributo totale di Euro 5680,00.

PROGETTO DELLA COMUNITÀ 2018:“RISTRUTTURAZIONE BAR E CENTRO GIOVANILE DI MOLINA”

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AMBITO CANTIERE

Ringraziando di cuore quanti hanno donato fino ad ora, come vedete, serve donare ancora. Allora, ci permettiamo di richiamarci tutti a fare la nostra parte, ancora uno sforzo…

Se qualcuno non avesse ricevuto la busta, la può trovare in Chiesa o rivolgendosi alla canonica di Molina.Le buste si possono consegnare alle persone di riferimento per la propria via, oppure in Chiesa in occasione delle S. Messe, oppure presso la canonica di Molina nei giorni di apertura:LUNEDI’ dalle 16.00, alle 17.00 – MERCOLEDI’ dalle 18.00 alle 19.00 – SABATO dalle 16.00 alle 17.00.

Gli amici di Malo che intendono sostenere la proposta, possono rivolgersi presso al canonica di Malo.

Chi lo desidera può telefonare ai n. 3474532826 / 3493053470 / 3922844134 e passerà un inca-ricato presso al vostra abitazione per ritirarla. Nella certezza che ognuno saprà donare, quanto possibile e che, chi può dare di più, supplisce a chi può dare meno, ringraziamo tutti per la condivisione.

Il consiglio Pastorale ed affari economici di Molinall diacono Alessandro

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AMBITO CANTIERE

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AMBITO CANTIERE

Vento, pioggia, sole, freddo e caldo, l’alternarsi delle stagioni…, se sono un beneficio ri-storatore e necessità per l’uomo e per la madre terra, sono però elementi che mettono a dura prova le strutture degli edifici. Si rendono quindi necessarie particolari attenzioni e prevenzioni per mantenere sani e funzionali le nostre case. La manutenzione è doverosa per evitare costosi interventi radicali.Così anche le strutture della parrocchia, cioè oratori e chiese. Questa volta è il turno del nostro Santuario Diocesano della Divina Maternità di Maria dedicato a S.Maria Liberatrice.Le statue che coronano dall’alto l’edificio sono state provate in profondità dalle intemperie e presentano profonde ferite. La necessità di una pulitura e protezione per evitare ulteriore corrosione da parte della pioggia sono interventi più che opportuni. Così pure la tinteggiatura e l’eliminazione di muffe ai piedi delle colonne e risanamento di zone ricche di umidità richiedono un intervento abbastanza deciso.Anche il campanile è sofferente. Dopo l’intervento all’interno: messa in sicurezza dei vari ripiani e delle scale interne, ora necessità di una nuova porta, della tinteggiatura e consolidamento della pietra decorativa.

Così, in attesa dei dovuti permessi da parte dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi e della Soprintendenza, ci prepariamo ad aprire un altro cantiere per conservare con dignità e de-coro quanto, nel Santuario, rappresenta di più caro il nostro Paese e la nostra Fede.Abbiamo sempre la fiducia nella generosità dei parrocchiani che di fronte a questo nuovo impegno di spesa sapranno esprimere la loro generosità contribuendo alla pulitura delle statue e alla tinteggiatura del Santuario.

UNA MANO PER IL SANTUARIO

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AMBITO TOURSMAGGIO 2015

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AMBITO CANTIERE

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AMBITO TOURS

Etiopia?! Come mai volete andare in Etiopia?È la domanda che parenti e amici mi hanno fatto quando ho deciso di unirmi al gruppo della parrocchia nel viaggio dal 9 al 21 gennaio scorso.A farmi scegliere questa destinazione è stato il Prof. Silvio Ceccon che con la “Storia della Chiesa” al corso di formazione teologica, ec-cellente realtà della nostra parrocchia, mi ha incuriosito parlando dei cristiani copti. Volevo conoscere da vicino questa confessione così ristretta e accerchiata dai musulmani; la loro resistenza capar-bia, nonostante le scarse risorse, mi ha spinto verso questo angolo di Africa.

All’arrivo ad Addis Abeba siamo accolti da un piacevole sole ed una temperatura mite, nonostante l’altitudine quasi sempre superiore ai 2800 mt. Renato, la nostra validissima guida, ci presenta la capitale con un giro panoramico. È emozionante - al Museo Nazionale - trovarci difronte ai resti di Lucy, un’ominide vissuta 3,5 milioni di anni fa, e pensare che noi deriviamo dal migrare di questi Australopitechus afa-rensis nel corso della storia. L’ex residenza dell’imperatore Haile Se-lassie è oggi un Museo Etnografico; in una sezione vengono indicate le 83 di-verse etnie del popolo Etiope, i riti di iniziazione, i tatuaggi e le scarificazioni. Viene descritta anche la cerimonia del caffè che è buonissimo e dal profumo intenso, gli etiopi ne bevono nove al giorno.

Con un breve volo atterriamo a Macallè, nella regione del Tigray, dove si trovano parecchi santuari copti rupestri abbarbicati sulla sommità di alture decisamente erte e con un percorso abbastanza impegnativo. Qui i ragazzini per guadagnare qualche bir (la moneta etiope) fanno a gara nel darci la mano per aiutarci nel cammino, ma sono talmente tanti che alla fine risultano più di intralcio che di sostegno.Queste chiese ricavate nella roccia sono estremamente povere (i preti e le monache che vivono di elemosine e donazioni sembrano ultracentenari incartapecoriti da digiuni e privazioni) ma

ognuna conserva una croce preziosa da ostentare orgoglio-samente ai pellegrini e turisti.

Da qui il percorso si snoda tra montagne altissime e pendii ripidi: l’occhio si perde nell’ammirare i bellissimi paesag-gi. La vita cammina per strada (e sono per lo più sterrate) tra la polvere mossa da camion, auto e pulmini. Tutta la popolazione si muove a piedi, da un villaggio all’altro, qua-si sempre con della merce in testa da portare al mercato;

ETIOPIA 9-21 GENNAIO 2018

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AMBITO TOURS

i bambini e i giovani con la loro divisa vanno o tornano da scuola. Il nostro pulmino, condotto magistralmente da Molla, fa slalom tra pecore, capre, asini, dromedari e persone che d’improvviso tagliano la strada, sia nei paesi come nelle zone isolate dove facciamo tappa. Basta scende-re che dal nulla compaiono decine di bambini da ogni an-golo. Occhi che ti scrutano: tantissimi bambini ovunque, l’Etiopia ha una vita media di 48 anni. Visitiamo anche una fattoria composta da un insieme di case fatte di paglia impastata con fango e sterco essiccati; qui la famiglia vive di cereali, latte, po-che proteine animali e ancora meno vitamine. Ciò che producono, dalla carne alle uova, viene portato al mercato e venduto.Le civiltà che si sono succedute in Etiopia hanno lasciato grandi monumenti come il Tempio della Luna a Yeha del IV secolo a.C., le Steli di Axum III secolo d.C. (una di queste portata a Roma da Mussolini è stata restituita nel 2002); il palazzo della Regina di Saba VII secolo d.C. i castelli settecenteschi di Gondar. Il lago Tana con le tante isole in cui troviamo altre chiese copte dai colori sgargianti; sopra i tetti di paglia le croci sono adornate da uova di struzzo. Le cascate del Nilo Bianco: meraviglia naturale nonostante di ridotta portata da quando è in costruzione la gigantesca diga che darà energia a tutto il Paese.

Ciò che mi impressiona maggiormente sono le undici chiese ipogee di La-libela, la “Gerusalemme africana”, ricavate scavando la roccia, separate in due gruppi da un fossato che rappresenta il fiume Giordano. Volute dal principe Lalibela nel secolo XII sono tra di loro comunicanti tramite dei passaggi a volte sotterranei, con camminamenti che richiedono molta at-tenzione. Dal 1978 il sito di Lalibela è tutelato dall’Unesco come Patrimo-nio dell’umanità. A Lalibela (ci si alza alle 4) vogliamo assistere al Timkat: l’Epifania che glorifica il battesimo di Cristo, una serie di cerimonie che partendo dal pomeriggio del 18 di gennaio arriva fino alla mattina inol-trata del 19 tra il canto quasi ipnotico di salmi, danze ritmiche scandite da tamburi e sistri, con l’esposizione delle croci di tutte le chiese del circon-dario. Il tutto officiato da preti in abiti dai colori accesi e dorati con degli ombrelli anch’essi molto decorati e luccicanti, mentre tutt’attorno il popolo avvolto nei grandi mantelli immacolati attende l’acqua del Battesimo che sarà poi spruzzata su tutta la folla a fine cerimonia, creando una gioia in-contenibile.

Tante emozioni, inevitabili i confronti con il nostro stile di vita. Viaggio impegnativo, intenso, in un gruppo ben affiatato di quindici persone puntuali e curiose. Le lunghe ore per i trasferi-menti volano per le tante discussioni, a volte anche profonde, che ci coinvolgono animatamente

e in cui il parere di tutti viene accolto.

Mi piace pensare che non sia stato solo un viaggio in un luogo, ma nell’uomo e nel tempo: nella povertà della gente dei villaggi abbiamo trovato la dignità di un popolo che vive dei frutti della terra che lavora.

Francesca Grolla

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AMBITO TOURS

tempo di preghiera e riflessione.Vivremo insieme momenti di preghiera e celebrazioni con la Parrocchia di Medjugorie. Per quanti lo desiderano, saliremo al Prodbro (luogo delle prime apparizioni ai veggenti) e fare-mo via Crucis salendo al monte Krizeva. Si farà visita alla co-munità di Suor Elvira (recupero giovani) e ascolteremo la loro testimonianza; Ci sarà spazio anche per la preghiera personale e la possibilità di accostarci alla Confessione.

Per informazioni / iscrizioni, rivolgersi in canonica.

- in Gennaio 2019: INDIA, Agra (Mausoleo Taj Mahal), Calcutta (missione S.Madre Teresa); Varanasi e Gange; Rajasthan alla scoperta della terra dei Maharaja; e forse nel Kerala (sud India) nella missione di P.Jopseph (sacer-dote indiano che si è laureato dopo il servizio a Malo).

DAL 24 SETTEMBRE AL 28 SETTEMBRE 2018: MEDJUGORIE

IN PROGRAMMAZIONE

- Dopo Pasqua 2019 (fine aprile) : TERRA SANTA – GERUSALEMME CON PETRA E GIORDANIA

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AMBITO TOURS

- In Agosto 2019: LOURDES CON ARS (Santuario del S.Curato d’Ars S.Giovanni Maria Vi-anney), PARAY-LE-MONIAL (Paray le Monial attira numerosi pellegrini, richiamati qui dalla figura di Suor Margherita Maria Alacoque, che qui ebbe le esperienze mistiche che generarono il culto del Sacro Cuore di Gesù, diffusosi in tutta Francia e nel mondo intero.), Nevers (urna con il corpo di s. Bernardette); CLUNY, (Costruita nel 910, l’abbazia di Cluny fu nel Medioevo la più potente abbazia benedettina d’Occidente. La chiesa abbaziale, lunga un tempo 187 metri e alta 30, al di sotto della volta, è stata la più grande chiesa della cristianità fino alla costruzione della basilica di San Pietro a Roma.); CARCASSONNE (Con i suoi tre chilometri di mura e le sue 52 torri, la città alta di Carcassonne è la più grande città fortificata di tutta Europa! è una delle mete turistiche più visitate della nazione.), AVIGNONE (gioiello storico della valle del Rodano, famosa nel mondo per essere stata per qualche anno la città dei Papi in vece di Roma, in quella che viene ricordata come la “Cattività Avignonese”.

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