L'AUGUSTO DI ANCONA -...

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L'AUGUSTO DI ANCONA N El RINNOVATI STUDI sul ritratto romano, nell'attrazione esercitata dalle rappresentazioni di Augusto, non ha ancora avuto il suo posto la superba testa che da vent'anni è ornamento del Museo di Ancona, la più alta tra le molte testimonianze dell'arte ro- mana che quell' Istituto raccoglie; si che credo di rendere un servigio e di assolvere ad un do- vere nel presentarla, dandole la precedenza tra le molte opere tuttora inedite o insufficiente- mente note di quella raccolta (figure I, 2, 3 e 4). Riassumendo le poche notizie che ne abbiamo possiamo rite- nere per vero che la testa sia stata cavata nel centro di Anco- na vecchia, nel farsi le fonda- menta per il pa- lazzo dei Conti Ferretti ; dalla collezione Fer- retti passò in quella dei Fatati per divisione te- stamentaria, e, nell'anno 1912, nel patrimonio dello Stato per l'acquisto avve- nutone. ornamento; nè possiamo metterla in rapporto con qualche fatto storico da cui fosse dipesa la erezione d' 'un simulacro di Augusto nella città adriatica. Ma per quanto Ancona non sia diretta- mente legata ad avvenimenti od a gesta dell' Im- peratore, come è per la non lontana Rimini, pure la scoperta della imagine non è motivo di mera- viglia, se ricordiamo quanto Augusto abbia ope- rato sulla costa orientale dell' Adriatico, e ne dedu - ciamo che necessariamente Ancona debba essere stata alle sue gesta interessata; altre città romane delle Marche ci donarono imagini dell' Impe- ratore, a dimo- strarci quanto la sua fama e il suo nome suo- nassero alto nel- la regione. La testa ap- parteneva ad una statua to- gata e velata, in cui, lavorata a parte, doveva essere inserita; e doveva essere vista solo da- vanti ed ai lati, tanto piatta e trasandata di fattura ci ap- pare nella parte posteriore. Del- la statua nulla ci è rimasto, e forse non ab- biamo motivo di lamentarcene. Troppo poco ci è noto del- la topografia di Ancona roma- na, per trarre ipotesi sulla de- stinazione del- l'opera, per po- tere indicare un edifizio, od una Zona urbana di cui essa fosse FIG. I - L'AUGUSTO DI ANCONA Riconosciamo nel viso i tratti somatici carat- teristici di Au- gusto: chioma prolissa a folte 149 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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L'AUGUSTO DI ANCONA

N El RINNOVATI STUDI sul ritratto romano, nell'attrazione esercitata dalle

rappresentazioni di Augusto, non ha ancora avuto il suo posto la superba testa che da vent'anni è ornamento del Museo di Ancona, la più alta tra le molte testimonianze dell'arte ro­mana che quell' Istituto raccoglie; si che credo di rendere un servigio e di assolvere ad un do­vere nel presentarla, dandole la precedenza tra le molte opere tuttora inedite o insufficiente­mente note di quella raccolta (figure I, 2, 3 e 4).

Riassumendo le poche notizie che ne abbiamo possiamo rite­nere per vero che la testa sia stata cavata nel centro di Anco­na vecchia, nel farsi le fonda­menta per il pa­lazzo dei Conti Ferretti ; dalla collezione Fer­retti passò in quella dei Fatati per divisione te­stamentaria, e, nell'anno 1912,

nel patrimonio dello Stato per l'acquisto avve­nutone.

ornamento; nè possiamo metterla in rapporto con qualche fatto storico da cui fosse dipesa la erezione d' 'un simulacro di Augusto nella città adriatica. Ma per quanto Ancona non sia diretta­mente legata ad avvenimenti od a gesta dell' Im­peratore, come è per la non lontana Rimini, pure la scoperta della imagine non è motivo di mera­viglia, se ricordiamo quanto Augusto abbia ope­rato sulla costa orientale dell' Adriatico, e ne dedu­ciamo che necessariamente Ancona debba essere stata alle sue gesta interessata; altre città romane delle Marche ci donarono imagini dell' Impe­

ratore, a dimo­strarci quanto la sua fama e il suo nome suo­nassero alto nel­la regione.

La testa ap­parteneva ad una statua to­gata e velata, in cui, lavorata a parte, doveva essere inserita; e doveva essere vista solo da­vanti ed ai lati, tanto piatta e trasandata di fattura ci ap­pare nella parte posteriore. Del­la statua nulla ci è rimasto, e forse non ab­biamo motivo di lamentarcene.

Troppo poco ci è noto del­la topografia di Ancona roma­na, per trarre ipotesi sulla de­stinazione del­l'opera, per po­tere indicare un edifizio, od una Zona urbana di cui essa fosse FIG. I - L'AUGUSTO DI ANCONA

Riconosciamo nel viso i tratti somatici carat­teristici di Au­gusto: chioma prolissa a folte

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FIG. 5 - ROMA, MUSEO DEL VATICANO: TESTA DELLA STATUA

DI AUGUSTO, DA PRIMA PORTA

ciocche disordinate e ricadenti sulla fronte, sì da ingombrarla un poco, e nel centro devianti e contrastanti; fronte larga e volontaria, piano liscio, netto, illuminato, in contrasto con le masse d'ombra annidate nelle cavità orbitarie; naso lungo e sottile, arcuato, con narici fini e sensibili; bocca sottile di linea ferma e decisa, un poco arida, volontaria; orecchie larghe e un poco aperte.

L'Imperatore è nell'età matura e nel volto reca traccia di anni trascorsi, di pensiero, di opera lunga e costante: nella fronte son due nitide ru­ghe e due segni profondi spartiscono le soprac­ciglia; ancora rughe scavate e decise contor­nano la bocca; leggermente emaciato è il viso; la carne è segnata dall' età ed ha perduta la so­dezza piena ed elastica della gioventù. Ma essa, e quanto nel viso pare a volte cadente, li sor­regge come una corazza la forma salda ed ener­gica; l'artista ha voluto accentuare distacchi e contorni, e certi piani, certe linee, hanno

FIG. 6 - TESTA DELLA STATUA DI AUGUSTO DA VIA LABICANA

IN ROMA (Fot. Alinari)

tanta saldezza e incisività da parere quasi rigidi e duri; in contrasto con il primo decadimento dell'età, questo salva l'imagine di una pienezza di volontà, di una energia interiore.

Questo ci piace; e ci piace anche il modo con cui la materia di realtà e la stringatezza formale sono inscritte nel contorno quasi rigido del panno; ne viene limite e senso di raccoglimento alla vita entro racchiusa.

Tra le molte imagini di Augusto non Cl e difficile di collocare questa, e di fissarle un posto ed una cronologia. I primi ritratti di Augusto risalgono alla età giovanile; abbiamo in essi una grata imagine del condottiero di eserciti, un viso tondeggiante e fresco, una bocca carnosa e morbida, un aspetto impetuoso e giovanile. Dopo questi, e dopo la famosa statua di Prima Porta (fig. 5) raffigurante Augusto guerriero in età ormai matura, nel seguire l'età agevol­mente ci si impone un folto gruppo di opere;

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FIG. 7 - VENEZIA, MUSEO ARCHEOLOGICO

TESTA DI AUGUSTO (Fot. Fiorentini)

al posto del giovine, è una nobile lmagme togata, e quasi sempre velata, di età più che maturai coincidenza di età e di veste che ha fatto ricordare l'assunzione di Augusto ormai cin­quantaduenne alla dignità di Pontifex Maximus.

Di queste mature imagini più famosa è la statua proveniente da Via Labicana in Roma (fig. 6) a volte indicata come modello, proto­tipo di tutte le altre i ma parecchie ancora fermano la nostra attenzione i così le statue di Madrid e di Foligno, le teste di Venezia (fig. 7) del Louvre (fig. 8) di Palazzo Colonna a Roma, e vorrei aggiungere anche la bella testa di Boston (fig. 9), che unisce aspetto giovanile ai tratti somatici fondamentali del gruppo i ad esse ora si aggiunge la testa di Ancona.

Non che la coincidenza di età avanzata e veste pontificale sia necessaria i accanto a statue togate e di aspetto giovanile (così quelle del Casino di Villa Borghese in Roma, di Corinto, della Croce Greca nel Vaticano proveniente da Otricoli (fig. 1 I) e quella a cui apparteneva la testa di Chiusi) vi sono busti dell' Imperatore maturo d'anni con il capo coronato, come nella

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FIG. 8 - PARIGI, MUSEO DEL LOUVRE

BUSTO DI AUGUSTO

testa del Museo Capitolino (fig. IO), o ignudo, come nel bustino bronzeo del Louvre (fig. 12)

ove esso desse totale affidamento di autenticità. Potremo darci ragione soddisfacente dell'ana­cronismo tra veste pontificale e aspetto giova­nile, se consideriamo le imagini eseguite dopo la morte di Augusto i come nelle monete, così nei ritratti si assiste ad una lenta trasformazione da una imagine reale ad un tipo canonico e convenzionale i età e simboli perdono una di­stinzione storica ed una logica nel tempo, e si confondono, finchè l'imperatore non consegue una dignità sovrumana i nella statua di Nona (figure 13, I4 e 15) ora nel Foro Romano di Zara, avremo allora trionfante gioventù, veste all' eroica, folta corona di quercia sul capo i pensiamo che questa opera sia stata creata nel­l'età dei Flavi, contemporaneamente alle tre statue imperiali insieme scoperte i gli impera­tori defunti restano presenti come divinità tutelari, Genii benefici, nel sito da loro redento e alzato ad una dignità civile.

In età senile e cadente Augusto non venne mai rappresentato i nelle teste di Palazzo Colonna

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FIG. 9 - BOSTON, MUSEUM OF FINE ARTS - TESTA DI AUGUSTO

e di Venezia son piuttosto i guasti subiti dai marmi a darci tale impressione; nè il bu­stino del Louvre è prova sufficiente. L'Impera­tore ebbe una lunga vecchiaia, e dopo l'elezione a Pontifex Maximus visse ancora quasi venti anni; ma, come se avessero sentito una sorta di pudore a rappresentarne la più che umana gran­dezUl in aspetto cadente e pietoso, gli artisti non andarono oltre la ultima virilità, e continuarono a ripetere la imagine pontificale (allora il gruppo da noi raccolto attorno alla testa di Ancona non avrebbe unità cronologica ma si porrebbe tra l'II a. Cr. e la morte) o si rifecero alle imagini giovanili; lo stesso avvenne nei profili delle monete che dall'età matura (20-16 a. Cr.) per tre decenni ripeterono una stessa imagine, negli ultimi anni (nel medaglione di Pompei, del 5 a. Cr.) rifacendosi alla rappresentazione giovanile e adottandone dopo morto una idealizzata.

Non sempre gli artisti romani furono sì riguardosi, e per rispetto alla grandezza S1

astennero da spietati e crudi verismi.

FIG. IO - ROMA, MUSEO CAPITOLINO - BUSTO DI AUGUSTO

Tra le opere del gruppo che ci interessa la analogia è naturalmente più che altro esterna, di elementi descrittivi; nulla ci autorizza a sup­porre tra esse un prototipo; è ingiusto attribuire agli scultori romani povertà di inventiva e timore dell' originalità. Se poniamo a confronto le varie imagini, sotto le somiglianze descrittive sentiamo la differenza profonda del contenuto espressivo, del valore fondamentale; la testa Anconitana e quella della statua di Via Labicana sono unite sì dagli elementi di descrizione, ma, nello stile, nella sostanza plastica, quale radicale diversità: la romana ha una superficie più accurata e levi­gata, contorni arrotondati, piani morbidi ed ac­carezUlti, e la espressione fiacca e dolce, quasi rassegnata o sognante, d'un uomo che astrattosi dall'esteriore s'è chiuso in una sua vaga fanta­sticheria; ma la nostra invece è tutta più esaltata, vigorosa, incisiva, tutta energia volitiva e chia­rezza, rivolta alla vita esteriore; diversità di carattere sottile e intimo, di particolari stilistici minuti e raffinati; nè è facile coglierla.

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Così se volessimo continuare potremmo trac­ciare differenze sempre salienti tra le altre opere del gruppo, anche se uguali siano le rughe e le magrezze; ma ci pare che basti l'esame delle incisioni, per confermare questa diversità, que­sta individualità del valore più profondo di ciascun ritratto, tal uno più rilassato e cadente, taluno più duro, tal' altro forse più dolce e attenuato nell' interiore animazione; tutti, pur­chè belli e compiuti, opere per sè stanti, mondi fantastici isolati e conchiusi.

Molte le figurazioni di Augusto, tra esse grande varietà di elementi e di valore d'arte; ma chi ha cercato di dar loro un ordine cono­scitivo, si è fondato su dati esterni, descri­zione, veste, età, o su presunti dati stilistici, cercando secondo il so­lito modo degli archeo­logi di designare poche opere fondamentali, i tipi, attorno a cui rag­gruppare, come deriva­zioni o copie, il grosso; criterio di biologi o di naturalisti, classifi­che invero di esterio­rità e di astrazioni.

Oppure s'è posto al fondamento una esi­genza di verità, quale opera cioè fosse più obbiettiva nel ripro­durre il modello, come se l'imperatore fosse presente di persona, vivente termine di con­fronto con i suoi ri­tratti, e si è riprodotto il solito artifizioso contrasto tra realtà e ideale, tipo.

già trasferito nel mondo delle imagini e quindi, in certo senso, già un ideale; un fatto rivissuto fantasticamente, e per questo infuso della più alta realtà dell'arte ; un'opera che, senza per­dere quello che la contraddistingue e la rende individuale, senza smarrire l'adesione alla realtà e ridursi mera entità astratta, si fa ricca di un contenuto spirituale che ne diventa il valore, la vera sostanza.

Ed invece se ci leviamo dagli utili riconosci­menti di età, d'aspetto esterno, di richiami alla storia ed alla realtà, l'unica distinzione possibile per il valore dell'arte è quella che dalle opere rimaste al puro dato di natura, incapaci di assur­gere al clima dell 'arte, condannate allo stato di

meri documenti, sce-vera e distingue quelle in cui gli elementi sono fusi in un valore, in un contenuto ideale, nato squisitamente dal genio dell'artista; cia­scuna di esse è nuova ed indipendente.

Ed allora, tra le più alte raffigurazioni del­l'Imperatore si impone la testa di Ancona.

Guardandola ci suo­nano all'orecchio sin­golarmente inverate le parole di Svetonio, sul carattere, sull'aspetto di Augusto; così do­vette essere l'Impera­tore nella sua età matura; così piace al nostro animo di ve­derlo espresso nell' i­magme.

Come se ogni ritratto non fosse, in fondo, già filtrato attraverso una sensibilità di artista,

FIG. II - ROMA, MUSEO DEL VATICANO STATUA DI AUGUSTO DA OTRICOLI

Nulla l'età ha tolto al vigore e all'acutezza dello spirito; anzi la profonda esperienza accumulata nella vita ha aggiunto un senti­mento nuovo all'animo, all'espressione; come

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una austerità, una fierezza nobile mescolata ad una coscienza profonda del mondo, ad una decisione e fermezza, quasi intuitiva adesione alla giustizia. Nulla è nel suo viso per il lungo travaglio rilassato, stanco, anche se esperienza e sofferenza commiste abbian lasciato tracce, e se non sia estranea un' ombra di pena. Augusto è nella pienezza della vita, quando alla forza, al­l'energia istintiva, s'è mescolata l'esperienza della vita e degli uomini, e quando l'età ha in certo senso tolto la suggezione alle cose, ha liberato dal bisogno quasi carnale delle cose, ed elevato ad una sfera di dominio e di com­prensione; è il momento in cui si posson com­piere gli atti più nobili, creare le opere più alte, è il colmo della parabola umana.

Augusto è diventato Pontefice, sacerdote massimo; la nuova dignità ha trasfigurato il guerriero, il duce d'eserciti, trasferendo il suo dominio in una sfera più spirituale ed univer­sale; egli addita le norme di vita e segna i lontani destini agli uomini ed alla patria; nobile, veramente augusto, egli è alto fra gli uomini, quasi semidio; e insieme per la profondità di comprensione s'è fatto più umano e intuitivo, scevro di rigidità, di orgogli, di trionfali atteg­giamenti; la sua stessa nobiltà detta spontanea una austera compostezza, un'armonia ed un equilibrio di dominio e di coscienza.

Egli è l'Eroe romano, l'ideale romano del­l'uomo, questo Capo fortunato che è giunto a vedere realizzato il suo sogno; la sostanza più profonda d'un individuo, d'una realtà, è esal­tata in un valore esemplare ed universale, ma concreto, reale; è l'ideale dell'uomo che co­nosce sè e gli altri, che si domina e domina, in cui tutto nell'interno e nell'esterno risponde ad un unico principio; quello che merita di comandare, d'essere il primo.

Questo sforzo di ideale è, a ben vedere, in tutti i ritratti di Augusto, fin dai più giovanili; di giovinetto pensoso, già saldo di volontà e di intenti, si fa man mano il Duce comandante d'eserciti e infine, il reggitore di popoli. In queste ideali rappresentazioni noi abbiamo espresso il periodo di vita d'un eroe, di un duce caro alle genti, d'un saggio che donò civiltà e dominio; in esse gli uomini realizzarono la

FIG. 12 - PARIGI, MUSEO DEL LOUVRE - BUSTINO BRONZEO

DI AUGUSTO

propria aspirazione inespressa ed inattinta, posero la parte migliore di sè. Tanti ideali quante sono le belle opere; in ognuna la so­stanza da esprimere è tutta cavata, e ci sta in­nanzi limpida come acqua montana, in una duttile esteriorazione formale che muta secondo l'imagine, che ne segue tutte le profondità e le sottigliezze e le esalta. La loro intensità, la sincerità, sono provate dal fatto ch' esse si fanno imagini reali e definite, isolandosi e sporgendo dal caos della natura, chè in esse tutto è potenza e chiarezza resa perspicua, sublimata nella forma.

E l'ultima riprova abbiamo in questo Augusto di Ancona; in esso tutte le esigenze dell'arte sono soddisfatte; dato naturale, ricerca di ideale e di sintesi, potenza e limpidità di valori, si traducono nella forma; domina un profondo senso di personalità, di concretezza, sublimato a valore universale. In esso ritroviamo la com­piuta sintesi toccata nella sua felicità dall' arte romana, e massimamente in Roma stessa; non

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FIG. 1 3 - ZARA - TESTA DELLA STATUA DI AUGUSTO DA NONA (Fot . Cigliano)

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FIG. 14 - ZARA - TESTA DELLA STATUA DI AUGUSTO

DA NONA (Fot. Cigliano)

arte aulica estranea alle nuove sostanze, ma espressione del più profondo valore di Roma, sostanza e forma allo stesso calore di esalta­zione; quel vertice d'arte in cui possiamo a buon diritto additare il classico di Roma, in CUI la nuova sostanza spirituale, la nuova

Il DALL'OSSO, Guida del Museo di Ancona, pago 366 : "Busto di Augusto Pontefice, rinvenuto nello scavare le fondamenta del Palazzo Ferretti, dov.:: si suppone

FIG. 15 - ZARA - L'AUGUSTO DA NONA

(Fot. Cigliano)

intuizione di mondo da Roma come centro emanate, da materia inconsistente e lncon­creta ancora, da frammentat;;t natura, si ca­lano nella forma, si fanno reali e attingono la bellezza.

PIRRO MARCONI

fosse l'antico Foro". Altezza del busto, m. 0,38 i altezza del viso, m. 0,24.

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