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    Nadia Garbellini

    LATEX facile

    Guida alluso

    2010

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    Nadia Garbellini

    LATEX facile

    Guida alluso

    seconda edizione riveduta e corretta

    2010

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    PRESENTAZIONE

    Lamica e brava Nadia Garbellini, autrice di questa bella e semplice guidaper LATEX, ha voluto aiutare quanti vogliono avvicinarsi a questo fantasticostrumento, in grado di creare documenti di grande qualit e senza limitazionigrafiche di sorta. Lidea nasce quasi per caso, mentre si discuteva del manualeUbuntu facileche stavo realizzando. In un primo momento, Nadia, pensava direalizzare un capitolo, del detto manuale su Ubuntu, dedicato a LATEX. Per,andando avanti con la realizzazione dellopera, mi resi conto, leggendo le varierevisioni, che sarebbe stato restrittivo relegare al rango di capitolo, una coscompleta e ed autonoma guida. Ma proprio perch in origine doveva essere uncapitolo del manuale su Ubuntu, pregai Nadia di utilizzare una scrittura facile,immediata ed alla portata di tutti, anche di coloro che sono alle prime armi,proprio per conformarsi a criteri di semplicit del manuale. In definitiva abbiamo

    ritenuto di dare identit propria a questa bella e facile guida su LA

    TEX.LATEX un linguaggio utilizzato per la composizione di testi, soprattuttoscientifici ma anche letterari, che permette di ottenere risultati professionali:impaginazione, tabelle, note, bibliografa, e tutto quello che comunemente trovatein qualsiasi libro di testo pu essere realizzato con il vostro computer. . . e unpo di voglia di imparare qualcosa di nuovo. Il secondo requisito fondamentale:LATEX, infatti, molto diverso da ci che siete abituati ad usare, probabilmenteMicroSoft Word o OpenOffice Writer, sia nellutilizzo che nella filosofia.

    Contrariamente ai word-processor, che si basano sul paradigma WYSIWYG(What You See Is What You Get, ci che vedi ci che ottieni, ossia quelloche vedete sul monitor esattamente quello che ottenete stampando la pagina),LATEX un text processore si lavora in modo WYSIWYM (What You See IsWhat You Mean, ossia ci che vedi ci che vuoi dire). State utilizzandouna sorta di linguaggio di programmazione, quindi ci che vedete sul monitor il codice che immettete, grazie al quale potete concentravi sul quello chescrivete lasciando che LATEX controlli tutti gli aspetti tipografici del testo chestate componendo.

    Eccovi alcuni validi motivi per usare a LATEX.

    1. LATEX un software completamente gratuito. Se siete degli utenti diLinux, questo dovrebbe essere gi un buon motivo, in quanto si inserisce,perfettamente, nella filosofia di questo sistema operativo. Non solo: LATEX stato sviluppato, in origine, proprio per Unix, che il pap di Linux (edi Mac OS X).

    2. LATEX multipiattaforma, cio funziona benissimo con qualunque sistema

    operativo stiate usando. Questo significa anche che i documenti scritti suLinux potranno essere tranquillamente letti su Windows.

    3. I documenti scritti con il mark-up di LATEX possono venire compostidirettamente in pdf, oltre che in altri formati.

    4. LATEX un ottimo strumento non solo per scrivere, ma anche per disegnare,fare tabelle e grafici, fare presentazioni, eccetera.

    5. LATEX vi permetter di imparare a ragionare con la stessa logica che servea costruire un programma informatico.

    Add, 18 settembre 2008 Prof. ing. Antonio Cantaro

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    Indice

    1 Che cos LATEX? 1

    1.1 Introduzione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1

    1.1.1 Un po di storia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11.1.2 Letimologia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2

    1.2 Perch LATEX diverso? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21.3 Non poi cos difficile... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31.4 Se non siete ancora convinti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

    2 Come cominciare 5

    2.1 Procurarsi LATEX . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52.1.1 Per tutte le piattaforme . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52.1.2 Linux . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62.1.3 Mac OS X. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62.1.4 Windows . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

    2.2 Procurarsi un buon editor di testo . . . . . . . . . . . . . . . . . 62.2.1 Ubuntu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72.2.2 Mac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72.2.3 Windows . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

    2.3 Ultimi preparativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72.4 Ora tutto pronto! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82.5 Classi di documenti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

    2.5.1 Classi principali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102.5.2 Opzioni principali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

    2.6 Caratteri speciali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112.7 Capitoli, paragrafi e sottoparagrafi . . . . . . . . . . . . . . . . . 122.8 La compilazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

    2.9 Un piccolo esempio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

    3 Qualcosa in pi 17

    3.1 Premessa: pacchetti aggiuntivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173.2 Espressioni matematiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183.3 Ambienti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

    3.3.1 Elenchi puntati e numerati . . . . . . . . . . . . . . . . . 203.3.2 Tabelle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21

    3.4 Inserire figure e tabelle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223.4.1 Figure e testo riquadrati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

    3.5 Gestire documenti complessi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

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    4 La grafica 27

    4.1 I programmi di grafica del sistema TEX . . . . . . . . . . . . . . 274.2 Lambientepicture . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

    5 Le presentazioni 37

    5.1 Che cosa una presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 375.2 La classebeamer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 375.3 Esempio di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

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    Capitolo 1

    Che cos LATEX?

    1.1 Introduzione

    LATEX un linguaggio utilizzato per la composizione di testi, soprattutto scientificima anche letterari, che permette di ottenere risultati professionali: impaginazione,tabelle, note, bibliografia, e tutto quello che comunemente trovate in qualsiasilibro di testo pu essere realizzato con il vostro computer. . . e un po di vogliadi imparare qualcosa di nuovo.

    Il secondo requisito fondamentale: LATEX infatti molto diverso da ci chesiete abituati ad usare probabilmente MicroSoft Word o OpenOffice Writer sia nellutilizzo che nella filosofia.

    1.1.1 Un po di storia

    LATEX basato su un motore di tipocomposizione chiamato TEX. I due programmisono stati sviluppati inizialmente in parallelo, sebbene il primo sia basato sulsecondo.

    Donald Ervin Knuth, docente matematica e di informatica allUniversitdi Stanford, cominci a lavorare a TEX nel 1977, principalmente allo scopo didisporre di uno strumento per la composizione di formule matematiche vistoche i suoi libri venivano composti, volume dopo volume, sempre peggio a causadella caduta di professionalit dei compositori presso le case editrici di testiscientifici. Allepoca, inoltre, gli autori dovevano scrivere tutto il manoscrittocon la macchina da scrivere, in maniera estremamente laboriosa, e sia i graficisia molti simboli dovevano essere aggiunti a mano alla fine.

    Il progetto di LATEX invece stato iniziato, alla fine degli anni 70, daLeslie Lamport, che nel frattempo collaborava con Knuth. LATEX in realtnon un programma, ma un metodo di mark-up realizzato attraverso dellemacro dichiarative e/o descrittive, che vengono poi interpretate dal motore ditipocomposizione che era, e in un certo senso rimane, il programma tex.

    Ecco perch i due progetti hanno seguito per un po di tempo strade parallele.Nel corso del tempo, dagli anni 80 ad oggi, entrambi i programmi sono staticostantemente migliorati e arricchiti di nuove funzionalit, fino a diventare quelloche sono oggi. Naturalmente, i progetti sono costantemente in progresso, e moltisviluppatori concorrono ogni giorno alla creazione di nuovi strumenti.

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    2 CAPITOLO 1. CHE COS LATEX?

    1.1.2 Letimologia

    La parola TEX deriva da , parola greca dal duplice significato di artee tecnica. La X di TEX e di LATEX infatti, non si pronuncia alla latina, maalla greca. Si tratta di un suono che non esiste nella nostra lingua (tranne chenella parlata fiorentina), ma che si pronuncia come il ch in tedesco o la j inspagnolo.

    Conoscere letimologia della parola dovrebbe aiutarvi a capire qual lo scopodi LATEX: fornire uno strumento per larte della scrittura, che possa essereutilizzato anche per comporre testi scientifici.

    Come abbiamo detto, LATEX nato soprattutto per scritti scientifici, manel corso del tempo sono stati introdotti pacchetti adatti a scrivere poesie,sceneggiature, versi in greco e latino (e moltissime altre lingue, compreso ilcinese!) e persino partiture musicali.

    1.2 Perch LATEX diverso?

    La differenza principale, come abbiamo appena detto, risiede nella filosofia delprogramma: contrariamente ad altri word processor, che si basano sul paradigmaWYSIWYG (What you See Is What You Get, ci che vedi ci che ottieni:quello che vedete sul monitor esattamente quello che ottenete stampando lapagina), con LATEX si lavora in modo WYSIWYM What you See Is What YouMean, ci che vedi ci che vuoi dire. State utilizzando una sorta di linguaggiodi programmazione, quindi ci che vedete sul monitor il codice che immettete,

    grazie al quale potete concentrarvi sul testo lasciando a LA

    TEX il compito dicontrollare tutti gli aspetti tipografici del testo che state componendo.Probabilmente si tratta di un concetto un po difficile da capire allinizio.

    Andando avanti a leggere questa guida tutto dovrebbe diventare pi chiaro, macomunque meglio fare subito un esempio.

    Supponete di voler scrivere questa frase:

    Non poi cos difficile

    Per ottenere questo risultato, il codice :

    \textcolor{red}{Non} \textcolor{green}{}

    \emph{poi}\textbf{cos} {\huge difficile}

    Non spaventatevi!! Il carattere \ semplicemente ci che va messo da-vanti ad ogni comando per fare in modo che LATEX lo consideri come tale.\textcolor{colore}{testo}, come avrete capito, il comando che stabilisceil colore con cui scrivere determinate parole. Il colore va messo fra le primeparentesi, le parole da colorare fra le seconde. Questo qualcosa che funzionacon quasi tutti i comandi: si riferiscono alla parte di testo che racchiusa trale parentesi graffe che li seguono. Ma ne parleremo pi diffusamente in segui-to. \emph{parole}serve a evidenziareparolein corsivo (emph=emphasized,evidenziato); \textbf{parole} per scriverle in grassetto (bf=bold face) e\hugeparole per scriverle in corpo molto grande (huge=enorme); il segnoserve per rendere visibile uno spazio.

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    1.3. NON POI COS DIFFICILE. . . 3

    1.3 Non poi cos difficile. . .

    . . . anche se forse, a prima vista, pu sembrarlo.Le potenzialit di questo software sono enormi, e sfruttarle tutte richiede

    sicuramente una conoscenza molto, molto approfondita del suo linguaggio. Tut-tavia, tale conoscenza si acquisisce piuttosto facilmente con la pratica, e periniziare, vi assicuro, non occorre sapere molte cose. Inoltre, quasi tutti gli editordi testo1 esistenti hanno dei men a tendina che permettono di selezionare tutte,o quasi, le opzioni di base senza dover per forza conoscere il codice. Ma dopoqualche ora di utilizzo viene naturale inserirlo a mano!

    Lo sforzo iniziale necessario a imparare ad usare questo software verr prestoripagato dalle soddisfazioni che vi dar! Inoltre, il linguaggio di LATEX di fattomolto simile allHTML. Questo significa che:

    per quanti di voi gi usano un po lHTML, imparare il LA

    TEX sar unapasseggiata!

    per quanti di voi vorrebbero imparare lHTML, LATEX sar unottimapalestra.

    1.4 Se non siete ancora convinti. . .

    Se non siete ancora convinti che usare LATEX sia una buona idea, prover afornirvi una serie di ragioni per cui, invece, dovreste esserlo, e assolutamente!

    1. LATEX un software completamente gratuito. Se siete degli utenti diLinux, questo dovrebbe essere gi un buon motivo, in quanto si inserisce

    perfettamente nella filosofia di questo sistema operativo. Non solo: LATEX stato sviluppato, in origine, proprio per Unix, che il pap di Linux (edi Mac OS X).

    2. LATEX multipiattaforma, cio funziona benissimo con qualunque sistemaoperativo stiate usando. Questo significa anche che i documenti scritti suLinux potranno essere tranquillamente letti su Windows.

    3. I documenti scritti in LATEX si possono velocissimamente convertire informato pdf; o, meglio ancora, possono essere prodotti direttamente in pdf.

    4. LATEX un ottimo strumento non solo per scrivere, ma anche per disegnare,fare tabelle e grafici, fare presentazioni, eccetera.

    5. LATEX vi permetter di imparare a ragionare con la stessa logica che servea costruire un programma informatico.

    1Gli editor di testo sono semplicemente dei programmi, come il Blocco note per intenderci,che ci permettono di utilizzare LATEX, cio allinterno dei quali si scrive il codice. Ma anche diquesto avremo modo di parlare in seguito. . .

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    4 CAPITOLO 1. CHE COS LATEX?

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    Capitolo 2

    Come cominciare

    Come abbiamo gi avuto modo di accennare alla fine del capitolo1, per cominciaread utilizzare LATEX, oltre al software stesso, serve un editor di testo, che linterfaccia tramite la quale possiamo comporre i nostri testi.

    Abbiamo anche detto che LATEX multipiattaforma. Questo per non significache la stessa versione del programma, o lo stesso editor, funzioni con ogni sistemaoperativo.

    Vediamo quindi nel dettaglio che cosa necessario fare per avere sul nostroPC tutto ci che ci occorre per metterci allopera.

    2.1 Procurarsi LATEX

    La cosa pi semplice per ogni sistema operativo quella di procurarsi il DVDTEXlive 2009 (o successivo) dalla associazione internazionale degli utenti di TEX(TUG); vedete il sito www.tug.org. Oppure scaricatevi limmagine ISO daquel sito, masterizzatela, e poi usate il DVD cos ottenuto come usereste quellocomperato (a costo nominale) da TUG. Ricordate comunque che il sito di TUG la sorgente principale di qualunque cosa sia collegato con il sistema TEX; essaattraverso un sistema di archivi collegati e sincronizzati fra di loro (e con i loromirror) provvede a rendere disponibile gratuitamente tutto il materiale che puservire.

    2.1.1 Per tutte le piattaforme

    Se usate il DVD la prima cosa da scaricare il programma perl tlmgr che vipermette di curare la manutenzione del vostro sistema TEX, di aggiornarlo, diarricchirlo di altri pacchetti, eccetera

    Volendo, potete fare a meno del DVD e potete scaricare dal sito di TUG soloil programma perl tlmgr e usare questo programma anche per linstallazioneiniziale. Limportante poi disporre di in collegamento internet veloce, perchbisogna scaricare molti megabyte di materiale.

    Questo, lo si sottolinea, un procedimento che vale per tutte le piattaforme,anche se, volendo, ogni piattaforma ha suoi metodi particolari e installazio-ni particolari, tutte sempre completamente o parzialmente compatibili con ladistribuzione ufficiale di TUG.

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    http://www.tug.org/http://www.tug.org/
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    6 CAPITOLO 2. COME COMINCIARE

    2.1.2 Linux

    Se lavoriamo in ambiente Linux (voi avete probabilmente gi cominciato ad usare,sicuramente con successo, Ubuntu 9.10), le cose sono estremamente semplici. Leistruzioni che seguono si applicano proprio ad Ubuntu, la distro che voi conoscetemeglio.

    La procedura davvero semplice. Aprite Synaptic; cercate, e installate,texlive, texlive-base e texlive-common. Se avete qualche mega di spazio libero,potete installare anche texlive-full. La differenza tra la versione base e quellafull che la seconda contiene gi tutti i pacchetti presenti per LATEX.

    La prima invece contiene solo i pacchetti, appunto, di base. Tutti gli altripacchetti che potrebbero servirvi, andranno quindi installati di volta in volta,con una procedure molto semplice, che vedremo a tempo debito.

    2.1.3 Mac OS X

    Tutto quello che vi occorre liberamente scaricabile allindirizzo http://www.tug.org/mactex/2009/downloading.html.

    La versione ufficiale di ogni anno cambia il valore 2009 nel valore dellannoche vi interessa, anche se in verit laggiornamento avviene verso la fine dellanno,per poter raccogliere tutti gli aggiornamenti che sono stati prodotti nellanno incorso.

    Come sempre, linstallazione su un Mac semplicissima e completa, perchbasta decomprimere il file .zip appena scaricato, leggere le semplici istruzioni, ecliccare sullicona del pacchetto imballato; tutto il sistema TEX viene installatocompletamente ed immediatamente usabile, perch contiene anche i text editorTeXShop e TeXworks, entrambi molto validi, anche se il secondo ha pochi annidi vita e quindi non ha ancora (fine 2009) la funzionalit completa.

    Luso del DVD con Mac diventa interessante se nonvolete eseguire unainstallazione completa, che per altro occupa molti megabyte di spazio sul discofisso.

    2.1.4 Windows

    Gli utenti dei sistemi Windows generalmente non usano (a torto) il DVD olinstallazione attraverso il programma perl tlmgr ma si affidano a due altrimetodi per installare la distribuzione MiKTeX.

    Infatti la distribuzione di LATEX pi diffusa per Windows senzaltro MiKTeX,che potete liberamente scaricare direttamente dal sito di Miktex allindirizzo

    http://miktex.org/.Alternativamente, se disponete del DVD o dellimmagine ISO masterizzata,potete usare linstallatore pdf ProTeX, che vi guida nelle varie piccole operazioniche il sistema MiKTeX richiede.

    In entrambi i casi avete due opzioni: installare la versione di base o quellacompleta.

    2.2 Procurarsi un buon editor di testo

    Esistono moltissimi editor di testo adatti a lavorare con LATEX, alcuni specificiper LATEX stesso, altri che possono essere utilizzati anche per altri linguaggi di

    http://www.tug.org/mactex/2009/downloading.htmlhttp://www.tug.org/mactex/2009/downloading.htmlhttp://miktex.org/http://miktex.org/http://www.tug.org/mactex/2009/downloading.htmlhttp://www.tug.org/mactex/2009/downloading.html
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    2.3. ULTIMI PREPARATIVI 7

    programmazione. In quanto segue, vi consiglier un editor per ciascun sistema

    operativo, limitandomi a quelli liberamente scaricabili dalla rete. Installando ilsistema TEX dal DVD o dallimmagine ISO masterizzata, tutte le piattaformedispongono delleditor TeXworks, ma ci sono altri ottimi editor descritti qui diseguito.

    Generalmente i buoni editor adatti a LATEX lavorano con due finestre contem-poraneamente sullo schermo; una contiene il testo LATEX da comporre, laltracontiene il testo composto.

    Va segnalato che una qualit importante per gli editor adatti a LATEX quelladi poter eseguire la ricerca diretta e inversa del testo: la ricerca diretta consistenel ricercare nella finestra del testo composto il punto esatto corrispondente allaposizione del cursore nella finestra di composizione; la ricerca inversa serve perloperazione opposta.

    Quasi tutti i buoni editor consentono di spostarsi fra la finestra del testo dacomporre e la finestra del testo composto quando questa nel formato dvi, quellodi default del sistema TEX; oggi (inizio 2010) solo gli editor TeXShop(specificoper Mac) e TeXworks(multipiattaforma) consentono di eseguire nativamentequesti due tipi di ricerca quando la finestra del testo composto in formato pdf.

    2.2.1 Ubuntu

    Aprendo Aggiungi/Rimuovi Applicazioni dal men, potete trovare moltissimieditor adatti a lavorare con LATEX. Alcuni per sono piuttosto difficili da usare erichiedono molta esperienza. Io vi consiglio invece di installare Texmaker(quelloche sto usando io in questo momento; esso multipiattaforma, nel senso cheesistono anche le versioni per Windows e Mac) che davvero semplice ed intuitivo

    da usare. Esso pu essere scaricato da http://www.xm1math.net/texmaker/texmaker_1.9.2-1_i386.deb.

    TeXworks per Ubuntu consente, come detto sopra, di eseguire la ricercadiretta e inversa anche quando il testo composto direttamente in formato pdf.

    2.2.2 Mac

    Il pacchetto che scaricate dal link fornito nel paragrafo2.1.3 gi comprensivodi un buon editor di testo. Quindi, se avete un Mac, avete gi tutto quello chevi occorre.

    2.2.3 Windows

    Pur essendo disponibile leditorTeXworks, in ambiente Windows leditor pi usa-to probabilmenteWinEdt. Tuttavia non si tratta di un software freeware, quindiil mio consiglio di utilizzare TeXmaker, che ottimo, e pu essere scaricatodal sito http://www.xm1math.net/texmaker/texmakerwin32_install.exe.

    2.3 Ultimi preparativi

    Ora che avete tutto il software necessario per poter lavorare, ci che vi resta dafare organizzare il lavoro. Scrivere un documento in LATEX, infatti, significasoprattutto creare un progetto. Seguite un paio di consigli e non avrete problemi.

    http://www.xm1math.net/texmaker/texmaker_1.9.2-1_i386.debhttp://www.xm1math.net/texmaker/texmaker_1.9.2-1_i386.debhttp://www.xm1math.net/texmaker/texmaker_1.9.2-1_i386.debhttp://www.xm1math.net/texmaker/texmakerwin32_install.exehttp://www.xm1math.net/texmaker/texmakerwin32_install.exehttp://www.xm1math.net/texmaker/texmakerwin32_install.exehttp://www.xm1math.net/texmaker/texmaker_1.9.2-1_i386.debhttp://www.xm1math.net/texmaker/texmaker_1.9.2-1_i386.deb
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    8 CAPITOLO 2. COME COMINCIARE

    In primo luogo, create una cartella in cui terrete tutti i vostri lavori in

    LA

    TEX. Allinterno di questa cartella, creerete una subdirectory per ogni specificoprogetto.Ogni documento infatti, in genere si compone di pi file (a meno che non si

    tratti di un documento davvero minimale). Ad esempio per documenti moltocomplessi solitamente si crea un file per ogni capitolo; inoltre, potreste volerinserire delle figure. In questo caso, tutti i file in uso bene che stiano nellamedesima cartella, non solo per questioni di ordine ma anche per consentire aLATEX di importare i file giusti.

    I file sorgente, cio quelli contenenti il codice, sono file di testo con estensione.tex, che potete creare semplicemente aprendo un file vuoto con leditor di testoche avete scelto e salvandolo con questa estensione.

    2.4 Ora tutto pronto!

    A questo punto, installato LATEX e leditor di testo che abbiamo scelto di utilizzare,non ci resta che imparare a comporre un documento.

    Le parti fondamentali di un documento LATEX sono il preambolo e il corpodel testo.

    Il preambolo la parte iniziale del documento, allinterno della quale siscelgono le caratteristiche tipografiche principali che LATEX deve utilizzare nellarealizzazione del documento finito.

    In primo luogo, si sceglie la classe, cio il tipo di documento che vogliamorealizzare: pu essere un libro (book), un articolo (article), e tanto altro ancora.Tale scelta si effettua tramite il comando \documentclass:

    \documentclass[12pt,a4paper]{book}La classe scelta per questo documento la classe booke quindi potete vedere

    direttamente lo stile con cui questa classe compone. La classe scelta va fraparentesi graffe, mentre quelle fra parentesi quadre sono delle opzioni: nel nostrocaso, si scelto un carattere di 12pt di dimensione e una formattazione del testoadatta ad un foglio di carta A4.

    Subito dopo la dichiarazione della classe del documento, bisogna indicare ipacchetti che si vogliono usare. Il comando da dare in questo caso \usepackage:

    \usepackage[italian]{babel}

    \usepackage[T1]{fontenc}

    \usepackage[latin1]{inputenc}

    Come vedete, anche con questo comando possibile scegliere delle opzioni. Itre pacchetti babel, fontence inputencservono a dichiarare la lingua (o le lingue)in cui sar scritto il documento, in modo che LATEX utilizzi le corrispondentiregole per andare a capo, dia i nomi giusti a capitoli e paragrafi (Capitolo, enon Chapter, che quello che otterremmo se non dichiarassimo nulla: LATEX, didefault, parla inglese. . . ); per dichiarare di voler usare un set di caratteri checontenga gi le lettere accentate e che il file sorgente scritto usando i caratteriaccentati della tastiera1.

    1La codifica latin1 generalmente adatta alla maggior parte dei PC in uso in Italia; per lemacchine Windows potrebbe essere pi adatto specificare la codifica ansinew; con i sistemi pimoderni potrebbe essere una buona idea quella di usare la codifica utf8, ma per questo scopo

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    2.4. ORA TUTTO PRONTO! 9

    ATTENZIONE! Per quanto riguarda la sillabazione il pacchetto babel non

    carica il file dalla sillabazionedella lingua esplicitata come opzione, per esempiolitaliano, ma seleziona solamentele regole di sillabazione gi configurate almomento dellinstallazione.Potete controllare facilmente se la sillabazione per litaliano, o per qualunquealtra lingua che volete usare, sia gi stata installata. Basta compilare undocumento qualsiasi con latexe poi leggere il contento del file .log relativo aquel documento. Le prime righe di questo file elencano le lingue gi impostate.Come regola generale si pu affermare che se avete installato il sistema dalDVD TEXlive 2009 o successivo, esso in prima installazione dovrebbe esseregi configurato per tutta la quarantina di lingue che LATEX riesce a gestire.MiKTeX, invece, inizialmente configurato solo per una mezza dozzina dilingue, fra le quali non compreso litaliano. facile usare il pannello MiKTeXSettingsper marcare le lingue di proprio interesse, e poi MiKTeX si riconfigura

    da solo per gestirle.Il vecchio teTeX, tipico delle piattaforme Linux, andava configurato perinstallare le lingue di proprio interesse, perch di default aveva solo linglese.Attenzione, dunque, se scrivete in italiano, verificate che litaliano sia una dellelingue installate.

    Inoltre il preambolo il luogo deputato alla definizione di nuovi comandie nuovi ambienti tramite i comandi \newcommande \newenvironment. Questeper sono funzioni avanzate, per le quali potete consultare manuali di LATEXpi avanzati (troverete tutti i riferimenti necessari nella bibliografia). Per ilmomento questo dovrebbe bastare. Man mano che ci si trova di fronte alla

    necessit di utilizzare comandi specifici di altri pacchetti, sufficiente aggiungerlial preambolo e continuare a scrivere. Se il pacchetto non fosse presente nelladistribuzione di LATEX che abbiamo scaricato, sar necessario, come abbiamoaccennato in precedenza, installarlo. A questo tema dedicheremo una sezioneapposita nel capitolo3,paragrafo3.1. A questo punto, diamo il comando chesegnala la fine del preambolo e linizio del documento vero e proprio:

    \begin{document}

    Quando avremo finito di comporre il nostro testo, ci baster scrivere, in fondoa tutto:

    \end{document}

    Tutto ci che verr scritto dopo tale comando verr ignorato, quindi statebene attenti!

    Subito dopo aver dato inizio al documento, potete cominciare a scrivere.Per, soprattutto se state scrivendo con la classe book, potreste desiderare unaprima pagina in cui compaia il titolo del vostro lavoro e il nome dellautore, ciovoi. In questo caso vi basta utilizzare i comandi che seguono:

    necessario usare un editor testuale capace di usare questa codifica. Tuttavia se non c la

    necessit di inserire caratteri di altri alfabeti (greco, cirillico ebraico, arabo, cinese, giapponese,eccetera) le codifiche latin1 e ansinew vanno benissimo.

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    10 CAPITOLO 2. COME COMINCIARE

    \title{Il titolo del libro}\author{Autore}\date{la data che volete}. . .\maketitle

    Con\titledite a LATEX qual il titolo del vostro libro, e questo titolo verrscritto nel punto in cui avete inserito il comando\maketitle.

    Se non specificate una data precisa, LATEX metter quella del giorno corrente.Se non volete che la data compaia, vi baster lasciare vuote le parentesi graffe.

    Lultima cosa che generalmente trovate allinizio di un libro lindice generale(lindice analitico, se presente, va alla fine). Naturalmente, anche questo si puottenere con un semplice comando:

    \tableofcontents

    Lindice verr generato automaticamente: ogni volta che inserirete un nuovocapitolo, o un nuovo paragrafo, LATEX lo aggiorner. Questa operazione asincrona, come diverse altre operazioni che richiedono che certe informazionisiano salvate in file di servizio; per cui necessario compilare il documentoancora una volta affinch sia aggiornata anche la pagina dellindice.

    2.5 Classi di documenti

    Prima di procedere oltre, vediamo una breve panoramica di quali sono le classidi documenti disponibili in LATEX e le varie opzioni che possiamo utilizzare.

    2.5.1 Classi principali

    Il nome della classe scelta, come sapete, va inserito allinterno di parentesi graffedopo il comando \documentclass.

    article: una classe progettata per scrivere articoli non articoli di giornale,ma su riviste specializzate! e quindi non prevede luso del comando\chapter, in quanto la suddivisione solo in paragrafi e sottoparagrafi.

    book: serve a scrivere documenti pi lunghi e complessi, che contengano unasuddivisione in sezioni pi articolata e comprensiva di parti e capitoli.

    letter: una classe pensata appositamente per la composizione di lettere.

    beamer: la classe per le presentazioni slides di cui per parleremo pidiffusamente in seguito, perch ha delle caratteristiche molto particolari.

    Ce ne sono molte altre, come thesis per le tesi di laurea e report, similea book, la cui trattazione per va oltre gli scopi di questa guida, che vuole essereintroduttiva.

    2.5.2 Opzioni principali

    Le opzioni vanno inserite tra parentesi quadre dopo \documentclasse primadella dichiarazione della classe del documento. Se ne utilizzate pi duna, dovetesepararle con delle virgole (niente spazi!).

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    2.6. CARATTERI SPECIALI 11

    Detto questo, passiamo in rassegna le principali opzioni:

    Xpt: dove X la dimensione del carattere del testo normale (10pt se nonsi specifica altro).

    aXpaper: dove aX la dimensione del foglio e pu assumere i valori a4,a5, letter, b5 eccetera.

    twocolumn: ordina a LATEX di formattare il testo in due colonne.

    titlepage(notitlepage) indica a LATEX se deve o meno iniziare una nuovapagina dopo il titolo del documento. La classe article ha di default laseconda opzione; le classi book e report la prima.

    Esplorate la vostra installazione del sistema TEX, e troverete nella cartella...\docoppure .../doc, suddivisa in diverse sotto cartelle, tutta la documen-tazione ufficiale del sistema, talmente ampia, che si pu avere imbarazzo nellascelta; dopo un po di pratica si impara a distinguere i documenti di primoapproccio da quelli molto specializzati. Come primo approccio si suggeriscedi consultare nellordine.../doc/latex/base/usrguide.pdf,.../doc/latex/base/clsguide.pdfe .../doc/latex/base/classes.pdf. Se non vi bastanole informazioni che trovate sul vostro disco documentatevi su internet, troveretemolte altre indicazioni utili che potrete utilizzare nei vostri documenti.

    2.6 Caratteri speciali

    Come avrete notato dalla lettura del paragrafo precedente, LATEX utilizza alcuni

    caratteri speciali:^ hat o circonflesso, introduce gli esponenti in modalit matematica;

    {} parentesi graffe, racchiudono i gruppi;

    % percento, inizia i commenti;

    $ dollaro, delimita le formule matematiche;

    _ underscore o lineetta bassa, indica i pedici nelle formule matematiche;

    & ampersand o e-commerciale, funziona da separatore di colonne nelletabulazioni;

    # hash o number-sign, indica largomento allinterno della definizione di nuovicomandi;

    ~ tilde, produce uno spazio insecabile (cio uno spazio che non pu essere

    separato da quanto precede e quanto segue a causa di un fine riga) o unaccento tilde;

    \ backslash o barra rovescia, introduce i comandi.

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    12 CAPITOLO 2. COME COMINCIARE

    I caratteri speciali possono essere inseriti in vari modi a seconda della tastiera

    o del sistema operativo. Con Linux, ad esempio, la tilde ottenuta con la com-binazione AltGr+^, mentre sotto Windows tramite la combinazione Alt+126(cifre da tastierino numerico!). Lo stesso vale per laccento grave, che con LATEX,non volendo fare uso delle lettere gi accentate della tastiera, o dovendo apporrequesto accento su altre lettere (per esempio sulle vocali maiuscole) deve esserecomposto con comandi diversi: con Linux AltGr+,mentre con Windows siottiene con Alt+096 (cifre da tastierino numerico!).

    Per altro ogni buon editor per LATEX ha i suoi men che consentono di inserirequalunque segno non accessibile direttamente dalla tastiera.

    Dal momento che hanno funzioni specifiche, i caratteri speciali non possonoessere ottenuti in stampa semplicemente digitandoli: devono essere preceduti da\. Questo sempre ad eccezione di tilde, hat e backslash.

    Tilde e hat servono a produrre accenti; per ottenerli in stampa si utilizzanoquindi i codici \~{} e \^{}. Per quanto riguarda backslash, non possibile

    farlo precedere da un altro backslash per il semplice fatto che il codice \\ hagi un altro significato: serve per le interruzioni di riga. Per ottenerlo in stampasi usa pertanto \textbackslash.

    2.7 Capitoli, paragrafi e sottoparagrafi

    Eccoci quindi alla fase di scrittura vera e propria. La prima cosa che doveteimparare come inserire un capitolo, un paragrafo, un sottoparagrafo, e cos via.

    Anche in questo caso, la sintassi semplice:

    \chapter{Titolo del capitolo}\section{Titolo del paragrafo}\subsection{Titolo del sottoparagrafo}

    iniziano, rispettivamente, un capitolo, un paragrafo, un sottoparagrafo, e cosvia.

    Comunque, se usate TexMaker, potete fare tutto questo semplicementeselezionando lopzione che vi interessa dal men a tendina (vedi figura 2.1, allavoce LaTeX->Sectioning.

    Unultima cosa, molto importante: se volete iniziare un nuovo capoverso,dovete lasciare una riga vuota. Se vi limitate semplicemente ad andare a capo,LATEX interpreter la cosa come un semplice spazio e quindi non inizier unnuovo capoverso!

    2.8 La compilazione

    La compilazione il passaggio fondamentale da compiere per ottenere il file dioutput (in formato .dvi, .ps o .pdf a seconda del tipo di compilazione utilizzato).Per eseguire tale passaggio, potete utilizzare i pulsanti presenti nelleditor ditesto che state utilizzando generalmente situati nel men in alto o, se usateLinux, potete anche digitare da terminale

    latex percorsodocumento.tex

    oppure, meglio ancora, se volete produrre direttamente il file in formato pdf:

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    2.9. UN PICCOLO ESEMPIO 13

    Figura 2.1: Impostare capitoli e paragrafi dal men di TexMaker

    pdflatex percorsodocumento.tex

    Per documenti senza indice, sufficiente compilare una volta sola. Perdocumenti con indice, bisogna compilare due volte: con la prima si creano tuttii file ausiliari, e con la seconda lindice viene inserito nel documento.

    Infine, per documenti con indice analitico e/o bibliografia occorrono trecompilazioni: la seconda crea lindice bibliografico la bibliografia e la terzalo inserisce nel documento. Nel caso in cui dovessero esserci degli errori comedei pacchetti mancanti o dei comandi errati la compilazione vi restituir unmessaggio di errore, generalmente specificandone il tipo e la riga in cui lerrorestesso stato fatto. Una volta corretto, bisogna ripetete loperazione fino a chela compilazione non andr a buon fine.

    2.9 Un piccolo esempioVediamo quindi un esempio di documento, veramente minimo, che faccia sfoggiodi alcune delle cose viste fin qui. Il codice :

    \documentclass [b5paper,12pt,openany]{book}

    \pdfpagewidth\paperwidth

    \pdfpageheight\paperheight

    \usepackage[italian]{babel}

    \usepackage[latin1]{inputenc}

    \usepackage[T1]{fontenc}

    \usepackage{lmodern}

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    14 CAPITOLO 2. COME COMINCIARE

    \begin{document}\pagestyle{empty}

    \noindent

    \begin{minipage}[c][\textheight][c]{\textwidth}\centering

    \textsc{\Large Nadia}

    \vfill

    \textbf{\Huge ESEMPIO}

    \vfill

    \Large\oldstylenums{2010}

    \end{minipage}

    \newpage

    \begin{minipage}[c][\textheight][c]{\textwidth}

    \copyright2010 Nadia

    \vspace{50mm}

    Stampato in proprio\\

    Soggetto alla licenza Creative Commons\\

    Finito di stampare il 4 febbraio 2010

    \end{minipage}

    \newpage

    \pagestyle{plain}

    \tableofcontents

    \chapter{Un piccolo esempio}

    \section{Un paragrafo o {\em section}\ldots}

    \subsection{\ldots e un sottoparagrafo o {\em subsection}}\section{Secondo paragrafo}

    Con un po di testo.

    \subsection{Come vedete\ldots}

    \subsubsection{Un sotto"sottoparagrafo o {\em subsubsection}}

    I sotto"sotto"paragrafi non compaiono nellindice!

    \end{document}

    mentre potete vedere il risultato nella figura 2.2dove sono rappresentate lequattro pagine del documento: il frontespizio, il retro del frontespizio con leinformazioni legali, lindice del documento, la prima ed unica pagina del primocapitolo.

    Nellesempio ci sono un paio di novit rispetto a quanto visto finora, dovuteal fatto che si voluto comporre lesempio direttamente in formato pdf.

    Fra le opzioni si specificato il formato della carta B5, un formato la cuisuperficie ha unarea che la media fra quelle delle carte A4 e A5; lo si fatto per disporre di un esempio pi raccolto come formato, in modo cherimpicciolendolo come si vede nella figura2.2, pur non potendo leggere idettagli senza ingrandire la schermata, le parti scritte non risultino troppopiccole. Per altro usando pdflatex come motore di composizione, sonostati usati font scalabili, non font bitmap, che non si prestano ad essereingranditi o rimpiccioliti se non a spese di una visibile granulosit.

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    2.9. UN PICCOLO ESEMPIO 15

    Nadia

    ESEMPIO

    c2010 Nadia

    Stampato in proprio

    Soggetto alla licenza Creative Commons

    Finito di stampare il 4 febbraio 2010

    Indice

    1 Un piccolo esempio 4

    1.1 Un paragrafo o section. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

    1.1.1 .. .e un sottoparagrafo o subsection . . . . . . . 4

    1 .2 S ec on do pa ra gr af o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

    1 .2 .1 C om e v ed et e. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

    3

    Capitolo 1

    Un piccolo esempio

    1.1 Un paragrafo osection. . .

    1.1.1 .. .e un sottoparagrafo o subsection

    1.2 Secondo paragrafo

    Con un po di testo.

    1.2.1 Come vedete...

    Un sottosottoparagrafo o subsubsection

    I sottosottoparagrafi non compaiono nellindice!

    4

    Figura 2.2: Esempio di documento minimo

    Si usata lopzione openanyper consentire di aprire i capitoli anche sullepagine di sinistra. Di solito sarebbe una pratica da evitare, specialmentenei libri tecnico scientifici, ma pu essere accettata nei testi letterari.

    Avendo specificato un formato di carta diverso da quello di default stato necessario riassegnare i suoi valori alle variabili \pgfpagewidth e\pgfpageheight, perch il formato pdf, come anche il formato PostScript,

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    16 CAPITOLO 2. COME COMINCIARE

    richiede questa informazione altrimenti non in grado di posizionare

    correttamente il testo (lo colloca sul formato di default, che generalmente,al momento dellinstallazione del sistema TEX, viene impostato al formatoA4). Quando si usa lopzione a4paper, ovviamente non necessario farequesta assegnazione.

    Si sono usati font scalabili della collezione Latin Modern mediante lin-vocazione del pacchetto lmodern; questi, se non se ne desiderano altri ditipo commerciale, sono il pi completo insieme di font compatibili con ilsistema TEX; sono consigliabili in ogni circostanza. Se si volessero usare,per esempio, i Times eXtended, basterebbe invocare il pacchetto txfonts;se si volessero usare i Palatino eXtended, basterebbe invocare il pacchettopxfonts; e via di questo passo per gli altri font distribuiti con il sistemaTEX.

    Nel corpo del documento il frontespizio e il suo retro sono stati compostisenza usare \title, \author e \maketitle, ma usando certe opzionidellambiente minipage, che consentono di specificare sia la larghezza sialaltezza della minipagina, allinterno della quale si pu scegliere comecomporre il testo; il frontespizio e il suo retro sono due pagine un pospeciali; per il frontespizio il tipo di composizione eseguito con \maketitle un po troppo minimalista. Per il retro del frontespizio bisogna divolta in volta scegliere come distribuire le informazioni a seconda di qualiinformazioni bisogna indicare.

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    Capitolo 3

    Qualcosa in pi

    Adesso che sappiamo come comporre un documento che contenga il minimoindispensabile, possiamo passare a qualcosa di pi elaborato. Vi assicuro che lepossibilit offerte da LATEX sono praticamente illimitate, per cui saremo costrettia passare in rassegna solo le principali. Come ho gi avuto modo di dire inprecedenza, tuttavia, la rete abbonda di guide, anche molto avanzate, e quindi,quando vi sarete impratichiti, vi potrete sbizzarrire!

    3.1 Premessa: pacchetti aggiuntivi

    In ambiente Linux Ubuntu, installare pacchetti aggiuntivi veramente molto

    semplice. La prima cosa che dovete fare scaricare larchivio del pacchetto chevi interessa da CTAN (basta cercare in Google il nome del pacchetto, e trovereteimmediatamente la pagina che vi interessa. Cercher comunque di fornirvi tuttii link alle pagine dove trovare i pacchetti di cui parleremo allinterno di questomanuale).

    LATEX ha almeno tre cartelle in cui posizionare i file di stile, quindi i pacchetti:

    1. albero principale: contiene i file installati con la distribuzione, disponibiliper tutti gli utenti.

    2. albero locale: contiene file, disponibili a tutti gli utenti, che si possonomodificare senza alterare lalbero principale.

    3. albero personale: contiene i file personali, appunto, di ogni singolo utente;questo albero si pu modificare inserendo i pacchetti che lutente utilizzadi norma.

    Alcune distribuzioni possono avere altre cartelle; la cosa migliore quella diesplorare il disco fisso.

    Per conoscere il percorso di ognuno dei tre alberi suddetti, vi baster aprireun terminale e digitare, rispettivamente:

    kpsexpand $TEXMFDIST

    kpsexpand $TEXMFLOCAL

    kpsexpand $TEXMFHOME

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    18 CAPITOLO 3. QUALCOSA IN PI

    Per quanto riguarda lalbero locale, generalmente il suo percorso /texmf.

    Per aggiungere pacchetti bisogna copiare la relativa cartella nella subdirectory/texmf/tex/latex, che potete creare digitando da un terminale:

    sudo mkdir /texmf/tex/latex

    La stessa procedura si utilizza per posizionare i pacchetti negli altri due alberi.Tuttavia, in questo caso, una volta copiata la cartella necessario digitare daterminale:

    sudo texhash

    Questultimo comando serve ad aggiornare lalbero delle dipendenze di LATEX equindi a fargli riconoscere ed utilizzare il pacchetto appena aggiunto.

    In alternativa, si pu semplicemente copiare il file di stile nella cartella in cuiavete salvato il file .texsu cui state lavorando.

    Alcuni pacchetti richiedono di essere installati in modo diverso. Se vi dovessecapitare di incontrarne uno, leggete semplicemente la documentazione che viviene fornita allinterno dellarchivio, che in genere riporta le istruzioni perlinstallazione nel caso sia necessario utilizzare delle procedure particolari.

    Infine, disponendo della distribuzione TEXlive, si pu usare il programma perltlmgr, eventualmente in modalit grafica (talvolta sono necessarie le prerogativedellamministratore).

    Per Mac OS X di solito non ci sono pacchetti da installare, perch linstalla-zione con MacTEX completa; ma se, per esempio, vi create pacchetti personali,allora bene che li carichiate nel vostro albero personale come detto per i sistemiLinux, senza la necessit di usare le prerogative dellamministratore, e senza lanecessit di aggiornare il data base dei nomi dei file, perch lalbero personale

    radicato in Library quindi sempre automaticamente aggiornato.Con Windows, MiKTeX riconosce se state usando solo i pacchetti gi installati;se non fosse cos, vi chiede se volete installare i pacchetti di volta in volta mancantie, alla vostra risposta affermativa, provvede da solo a tutte le operazioni necessarie.Se per aggiungete vostri pacchetti personali allalbero personale, ricordatevi diaggiornare il data base dei nomi dei file.

    3.2 Espressioni matematiche

    LATEX, come abbiamo gi avuto modo di dire, particolarmente dotato perscrivere formule matematiche, la cui resa grafica ottima. Potete scrivere

    qualunque tipo di formula, dalla pi semplice alla pi complessa, in manieraestremamente semplice. Naturalmente, anche in questo caso dovete utilizzare deicomandi specifici, che per trovate anche nel men Math, per quanto riguardale funzioni e gli operatori matematici, e nel men laterale di TexMaker (vederefigura3.1) per quanto riguarda i simboli. Ricordate che ci sono vari tipi diambienti matematici:

    1. Brevi formule matematiche allinterno di una linea (in corpo), ad esempio:

    La formula per ottenere larea delquadrato di lato l A= l2.

    La formula per ottenere

    larea del quadrato di lato

    $l$ $A = l^2 $.

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    3.2. ESPRESSIONI MATEMATICHE 19

    Figura 3.1: Scrivere espressioni matematiche usando il men Math di TexMaker

    Quindi, prima e dopo la formula bisogna inserire il simbolo $, in mododa far entrare LATEX in modalit matematica.

    2. Formule fuori corpo:

    f(x) =x2 +2x

    34 +

    25

    x

    \[f(x) = x^2 +

    \frac{2\sqrt{x}}{34} +

    \frac{25}{x}\]

    In questo caso c una distinzione da fare. Se volete che la formulanon sia numerata, dovete racchiudere la formula dentro il gruppo di co-mandi \[. . . \]. Se invece volete che sia numerata, racchiudetela fra\begin{equation}e \end{equation}.

    Se volete essere in grado di fare riferimento, pi avanti, alla formula uti-lizzando la numerazione che le stata assegnata, aggiungete, subito prima di\end{equation} e senza righe vuote, il comando \label{nomeformula}.

    Per richiamarla utilizzate il comando1 \eqref{nomeformula} : il nu-mero verr messo fra parentesi. Se non le volete, al posto di \eqref

    utilizzate semplicemente \ref.

    In questo modo, LATEX gestisce autonomamente tutti i riferimenti incrociati.Se decideste di inserire unaltra equazione prima di quella richiamata, la

    1Il comando \eqref disponibile solo se si invocato il pacchetto amsmath.

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    20 CAPITOLO 3. QUALCOSA IN PI

    numerazione si aggiornerebbe automaticamente cos come tutti i riferimenti

    incrociati.Si osservi che il comando per lesponente, ^, come qualunque altro comando,richiederebbe che il suo argomento fosse racchiuso fra parentesi graffe. Seper il suo argomento costituito da un solo oggetto (una lettera, una cifra,un altro comando senza argomenti. . . ), le graffe possono essere omesse.

    Ora vediamo un esempio (scritto a caso, senza alcun significato matematico!)di ci che potete fare con lambiente matematico di LATEX:

    2sinx

    x

    prima parte

    +

    0

    log x3 + arctanx seconda parte

    \[

    \underbrace{2\sin x-x

    _{\lambda}^{\gamma\delta}}

    _{prima\ parte} +

    \underbrace{\int_0^{\infty}\log x^3+ \arctan x_{\omega}}

    _{seconda\ parte}

    \]

    Leggendo il codice, vedete come si creano esponenti e pedici. In entrambi icasi, le parentesi graffe sono necessarie solo se largomento composto da pi diun carattere, altrimenti potete anche non inserirle.

    3.3 Ambienti

    Gli ambienti, in LATEX, sono particolari porzioni di testo racchiuse tra i co-

    mandi \begin{nomeambiente} e \end{nomeambiente}. Ne abbiamo giincontrati alcuni (equationad esempio). Vediamo ora quali sono i principali.

    3.3.1 Elenchi puntati e numerati

    Per quanto riguarda gli elenchi puntati e numerati, i due ambienti principalisono enumerateed itemize. La differenza risiede nel fatto che il primo crea unelenco numerato, il secondo un elenco puntato. In entrambi i casi, ogni nuovopunto dellelenco viene introdotto dal comando \item. Ad esempio:

    1. primo

    2. secondo

    3. . . .

    \begin{enumerate}

    \item primo

    \item secondo

    \item \dots\end{enumerate}

    primo

    secondo

    . . .

    \begin{itemize}

    \item primo

    \item secondo

    \item \dots

    \end{itemize}

    Per quanto riguarda lambiente itemize(lo si potrebbe fare anche on lam-bienteenumerate, ma sarebbe sprecato), pu essere facilmente personalizzatocome segue:

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    3.3. AMBIENTI 21

    & primo

    $ secondo

    # . . .

    abc insomma come volete

    \begin{itemize}

    \item[\&] primo\item[\$] secondo

    \item[\#] \dots

    \item[abc] insomma come

    volete

    \end{itemize}

    3.3.2 Tabelle

    Lambiente pi utilizzato nella creazione di tabelle tabular. Come abbiamo giavuto modo di dire parlando dei caratteri speciali,

    Vediamo subito un esempio, che ci aiuter nella comprensione del funziona-

    mento di questo ambiente:

    Titolo tabella2 colonne 31 2 colonne1 2 3a b c

    \begin{tabular}{ccc}

    \hline

    \multicolumn{3}{c}{Titolo

    tabella}\\

    \hline

    \multicolumn{2}{c}{2

    colonne}& 3\\

    \hline

    1 &\multicolumn{2}{c}{2

    colonne}\\

    \hline

    1& 2& 3\\a& b& c\\

    \hline

    \end{tabular}

    Cominciamo dalla prima linea di codice: {ccc} significa: voglio che lamia tabella sia composta da tre colonne, in ciascuna delle quali il testo deveessere posizionato al centro. Quindi, subito dopo aver dichiarato linizio dellatabella, occorre specificare, per ogni colonna, come vogliamo che il testo vengacomposto: al centro (c: centre), a destra (r: right) o a sinistra (l: left). Seavessimo voluto quattro colonne, di cui la prima e lultima con il testo composto,rispettivamente, e sinistra e a destra e le due centrali con il testo, appunto,

    centrato, avremmo dovuto scrivere: {lccr}.Passiamo ora alla seconda linea: con il comando \hline tracciamo una

    linea orizzontale (horizontal line).

    Il comando \multicolumn serve a scrivere del testo disposto in modo taleda occupare pi colonne. In questo caso il testo Titolo tabella occupa trecolonne ed centrato.

    Come abbiamo gi avuto modo di dire parlando dei caratteri speciali, ilcarattere & serve a dividere le colonne allinterno delle tabulazioni.

    Inoltre, alla fine di ogni colonna bisogna aggiungere \\ , comando con ilquale dichiariamo la fine di ogni riga della nostra tabella.

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    22 CAPITOLO 3. QUALCOSA IN PI

    Naturalmente ci sono molte altre cose che si possono fare con questo ambiente,

    come scrivere testo su pi righe, colorare le celle, ecc. Anche in questo caso,per, si tratta di comandi avanzati per i quali rimandiamo a guide pi complete.

    3.4 Inserire figure e tabelle

    Abbiamo gi visto come creare delle tabelle.Tuttavia, per fare in modo che tabelle e immagini, siano numerate, abbiano

    una didascalia e possano essere richiamate in seguito dobbiamo utilizzare dueambienti particolari: table e figure. Per spiegare nella maniera pi semplicepossibile di che cosa si tratti, diciamo che questi due ambienti sono delle scatoledentro le quali inserire tabelle e immagini a nostro piacimento. LATEX le riconoscee le utilizza per la gestione di numerazioni, indici, riferimenti e quantaltro.

    Ambiente table

    \begin{table}

    Tabella creata usando

    tabular

    \caption{didascalia}

    \label{nome}

    \end{table}

    Ambiente figure

    \begin{figure}

    Figura inserita con:

    \includegraphics{file

    grafico}

    \caption{didascalia}

    \label{nome}

    \end{figure}

    Come vedete, le etichette si assegnano come per le equazioni. Qui in piabbiamo le didascalie (caption); attenzione: il comando \label con il suoargomento deve essere messo dopoil comando \captione il suo argomento.

    Per quanto riguarda le figure, come vedete, si inseriscono creando la scatolaappropriata e poi inserendo il nome (o il percorso se non si trova nella cartellain cui stiamo salvando tutto il nostro lavoro) del file grafico che contiene lanostra immagine. Qui occorre stare attenti: se stiamo compilando utilizzandocome compilatore il programma latex, allora le immagini andranno inserite neiformati .ps o, meglio, .eps. Se invece usiamo il programma pdflatex, dovremoutilizzare i file di immagini cui siamo abituati, come.png, .jpg, o, meglio ancora,.pdf, (oppure .mps, ma questo formato conosciuto da pochi). Il comando\includegraphics sa da solo quali formati pu includere nel documento dacomporre, quindi inopportunospecificare lestensione del file grafico.

    Di defaultlatexaccetta solo file PostScript, possibilmente del tipo encapsula-ted con lestensione .eps, mentrepdflatexaccetta solo altri formati: .png,.jpg,.pdf. I due set di formati non sono mutuamente compatibili, quindi bisognaprovvedere alle debite conversioni. Vale la pena di ricordare il programma jpeg-topsper trasformare i formati fotografici in formato encapsulated PostScript(lo si specifica esplicitando lestensione del file di uscita); alternativamente si puricorrere al programma ps2pdf(generalmente fornito insieme al sistema TEX)che trasforma i file PostScript, anche gli encapsulated, in file .pdf.

    opportuno ricordare di non usare i formati sbagliati in relazione al tipo diimmagine da includere nel documento. Per i disegni al tratto (grafici, schemi,schizzi, ecc.) sono pi adatti i formati vettoriali .pdf e .eps, mentre il formato.jpg pi adatto alle fotografie e alle immagini con colori sfumati. Se proprionon se ne pu fare a meno, per esempio quando si usa uno scanner per scandireun diagramma stampato, preferibile usare il formato .pngpiuttosto che il

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    3.4. INSERIRE FIGURE E TABELLE 23

    formato .jpg, perch i disegni al tratto in questultimo formato presentano degli

    artefatti piuttosto fastidiosi; questo fenomeno dovuto al tipo di compressionedei dati dellimmagine. Non il caso di scendere nei dettagli; questi non sonodifetti di LATEX, ma sono comuni a qualunque programma di composizione si usi.Gli editori (stampatori) pi esigenti esigono figure vettoriali o figure a matricidi pixel con una densit minima di 300 punti al pollice. Sullo schermo questidifetti non si vedono perch gli schermi hanno densit di pixel generalmente nonsuperiori a 100 pixel al pollice.

    Questo molto importante: se cercate di compilare un sorgente contenenteimmagini in formati non riconoscibili con il particolare tipo di compilatore chestate utilizzando, otterrete un errore e molto probabilmente non sarete nemmenoin grado di creare un file di output.

    3.4.1 Figure e testo riquadratiUnulteriore possibilit che LATEX vi fornisce quella di inserire figure e testo inuna scatola (box), incorniciata da un riquadro ed eventualmente colorata. Ilcomando adatto allo scopo \framebox, oppure \fbox. Il primo, a differenzadel secondo, ci permette di utilizzare delle opzioni. Vediamo qualche esempiodel funzionamento di tali pacchetti.

    ciao \fbox{ciao}

    ciao \framebox{ciao}

    ciao \framebox[4cm]{ciao}

    ciao \framebox[3cm]{ciao}

    ciao \framebox{\colorbox{yellow}{ciao}}

    ciaociao

    \framebox[4cm]{%

    \begin{minipage}{35mm}

    \centering

    ciao\\

    ciao

    \end{minipage}}

    Come vedete, \fbox{testo} permette di riquadrare solo parti di testolunghe non pi di una riga. Lo stesso vale per \framebox{testo}, a menoche non utilizziamo degli espedienti per poter introdurre pi righe di testo.

    Uno di questi consiste nellutilizzo dellambiente minipageallinterno di\framebox, che richiede di specificare la larghezza sia del riquadro (tra parentesiquadre) oltre che della minipagestessa (tra parentesi graffe). Questultima puessere minore della prima, se vogliamo un po di spazio ai lati. Aggiungiamo cheper andare a capo dobbiamo aggiungere \\alla fine della riga, proprio come perle tabelle.

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    24 CAPITOLO 3. QUALCOSA IN PI

    Arriviamo cos al secondo espediente che possiamo utilizzare, cio quello

    di utilizzare lambiente tabularallinterno di \framebox, per ottenere lo stessorisultato.Allinizio tutto questo pu sembrare molto complesso, ma vi assicuro che un

    po di esperienza e di pazienza permette di ottenere ottimi risultati in pocotempo.

    3.5 Gestire documenti complessi

    Uno degli usi pi diffusi di LATEX fra gli studenti probabilmente la stesura ditesine e tesi di laurea, che spesso sono formate da molti capitoli. Quando cisi trova di fronte a documenti di questo genere, risulta molto utile disporre diuna struttura portante, il cosiddetto master document, sul quale innestare i vari

    capitoli. Con LATEX questo risultato molto semplice da ottenere.In primo luogo, creiamo un documento, che chiameremo master.tex, in cuiinseriremo il preambolo, quindi tutti i pacchetti che ci possono servire, e glieventuali nuovi comandi che riteniamo possano servirci.

    In secondo luogo, creiamo altri documenti, tutti con estensione .tex, uno perogni capitolo del nostro lavoro. Possiamo chiamarli capuno.tex, capdue.tex,e cos via. Sarebbe opportuno che tanto il master document quanto i singolifile dei vari capitoli avessero dei nomi un po pi mnemonici in relazione al lorocontenuto. Questo ripara da numerosi errori, anche se pu sembrare una cosabanale; pensate a quando eseguite la ricerca di un file che contenga una stringadi testo specificata; che risultato sarebbe se il vostro programma di ricerca diindicasse dodici file, tutti con lo stesso nome master.tex. Certo potete cambiare

    stringa di ricerca, ma non questo il punto; ogni lavoro di composizione, ognitesto che componete, oltre ad essere collocato in una cartella con un nomesignificativo, dovrebbe avere tutti i suoi file componenti con nomi significativi eassolutamente diversi da quelli degli altri documenti.

    A questo punto riprendiamo il nostro master document e includiamo i va-ri capitoli utilizzando il comando \include{nomefile} (nomefile senzaestensione!). Nella figura3.2vediamo un esempio di master document.

    Noterete alcune novit rispetto a quanto detto fin qui.Il comando nuovo \includeonly{listadifile} serve per dire che, nonostan-

    te dentro al corpo del documento si ordini di inserire un certo numero di filecorrispondenti a vari capitoli, appendici, eccetera, in realt si vogliono inclu-dere solo quelli esplicitamente elencati nellalistadifile, ma senza perdere le

    informazioni degli altri file, se sono gi disponibili, senza perdere tempo a ricom-pilare tutto quanto. molto comodo durante la lavorazione di un documentocomplesso poter compilare un capitolo alla volta. Tutti i programmi coinvoltirispondono pi rapidamente. Nello stesso tempo bene che le informazionirelative ai capitoli gi compilati restino disponibili, in modo da risolvere via via iriferimenti incrociati che permettono attraverso il comando \ref di accedere ainumeri delle equazioni, delle figure, delle tabelle, e di quantaltro sia numerabilee a cui ci si voglia riferire. Va da s che la versione completa del documento vacompilata alla fine senza fare ricorso al comando \includeonly.

    Il comando \bibliographystyle{stile}. Con questo comando si dichiaralo stile della bibliografia. Noi abbiamo scelto lo stile Harvard, di cui notate in

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    3.5. GESTIRE DOCUMENTI COMPLESSI 25

    \documentclass[12pt,a4paper]{book}

    \usepackage[italian]{babel}

    \usepackage[latin1]{inputenc}

    \usepackage[T1]{fontenc}

    \usepackage{amssymb,amsmath,multicol,tabularx,makeidx}

    \usepackage{fancyhdr,graphicx,color,listings}

    \usepackage[dcucite]{harward}

    \bibliographystyle{harward}

    \usepackage{pstricks,pstricks-add}

    \usepackage{pst-plot}

    \usepackage{pst-node}

    \usepackage{hyperref}

    \includeonly{capuno,capdue}

    \begin{document}

    \title{\LaTeX}

    \maketitle

    \tableofcontents

    \include{capuno}

    \include{capdue}

    \include{capconclusioni}

    \bibliography{bibliografia}

    \end{document}

    Figura 3.2: Un esempio di master document

    preambolo il corrispondente pacchetto, ma ce ne sono moltissimi altri, ed esisteanche la possibilit di creare degli stili bibliografici propri (si tratta ovviamentedi una funzione avanzata, di cui non il caso di parlare in questa sede).

    In secondo luogo, il comando \bibliography{bibliografia} . Questo co-mando crea la bibliografia utilizzando un file bibliografico da noi creato, conestensione .bib in questo caso il file sarbibliografia.bib e salvato nella

    nostra directory di lavoro. Allinterno di questo file scriveremo i riferimentibibliografici a tutti i libri, articoli, riviste, siti web, eccetera, che abbiamo citatonel corso del nostro lavoro.

    IMPORTANTE: si devono sempre citare le fonti che utilizziamo nel nostrolavoro. Non farlo significa appropriarsi indebitamente di qualcosa che nostronon . Se questo discorso vi sembra contrario alla filosofia open source, visbagliate: gli autori di software e documentazione libera non vi impedisconodi utilizzare il frutto del loro lavoro, n vi impongono di pagare per farlo.Tuttavia, si tratta sempre di qualcosa che stato da loro pensato, studiato erealizzato: citarli significa semplicemente attribuire loro la paternit di quantohanno fatto.

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    26 CAPITOLO 3. QUALCOSA IN PI

    % file bibliografico: bibliografia.bib

    @Article{etichettaart,author = {Autore articolo},title = {Titolo articolo},journal = {Nome rivista},year = {Anno pubblicazione},OPTvolume = {},

    OPTnumber = {},

    OPTpages = {},

    }

    @Book{etichettabk,

    author = {Autore libro},editor = {Curatore edizione},title = {

    Titolo libro

    },

    publisher = {Casa editrice},address ={Citt o indirizzo pi esteso sede della casa editirice},year = {Anno pubblicazione},}

    Figura 3.3: Esempio di file di bibliografia: bibliografia.bib

    Chiusa questa piccola raccomandazione, torniamo alla spiegazione. Ognieditor di testo, o quasi, ha unapposita sezione del men dedicata alla bibliogra-fia. Con TexMaker, in alto potete vedere la voce Bibliography, da cui poteteselezionare il tipo di fonte che state utilizzando (libro, articolo, intervento tenutoad una conferenza, ecc.).

    Naturalmente, dovete prima di tutto aver creato il file di bibliografia. Da lutilizzate il sopra citato men: selezionando una voce, vi compaiono i relativicampi: titolo, autore, editore, curatore,2 eccetera. Compilateli con le relativeinformazioni, e LATEX penser a produrre la bibliografia.

    La figura3.3vi mostra un piccolo esempio di file bibliografico. Letichetta quella che richiameremo nel testo quando avremo bisogno di citare una fonte,usando il comando \cite{etichetta}. I campi preceduti dalla stringa OPTsono campi opzionali gli altri sono obbligatori e, nel caso in cui dovessimodecidere di riempirli, dobbiamo cancellare le tre lettereOPT. Una volta terminatala produzione del file, dovete usare una precisa procedura di compilazione: unavoltalatex, una volta bibtex, tre volte di nuovo latex.

    Tornando per un momento allo stile della bibliografia, bisogna sottolineare

    che la maggior parte di quelli preesistenti crea bibliografie in inglese. Tuttavia,esistono siti internet dove trovare degli stili in italiano, per esempio http://www.guit.sssup.it/, (a meno che non vogliate cimentarvi nellimpresa dicrearne uno tutto vostro!).

    2I campi sono in inglese. In inglese editor significa curatore, mentre la parola italiana

    editore si traduce conpublisher. Attenzione a non fare confusione!

    http://www.guit.sssup.it/http://www.guit.sssup.it/http://www.guit.sssup.it/http://www.guit.sssup.it/
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    Capitolo 4

    La grafica

    LATEX consente di eseguire dei disegni al tratto in diversi modi. Daccordo, LATEX un compositore/impaginatore di documenti, un text processor, non unostrumento di grafica. Tuttavia i documenti tecnico scientifici richiedono moltospesso di presentare dei disegni relativamente semplici, diagrammi cartesiani adue o a tre dimensioni, schemi a blocchi, statistiche espresse con diagrammi atorta o mediante istogrammi.

    Certo esistono altri programmi esplicitamente dedicati a questo tipo didisegni, ma presentano spesso alcuni inconvenienti, al di l delle loro specifichefunzionalit. Lo svantaggio tipograficamente pi rilevante che le parti scritte,le legende interne, le etichette che identificano le parti del disegno vengono disolito composte con caratteri diversi da quelli usati nel testo. Ci brutto e

    balza allocchio pi di quanto non si creda.Per questo, nei limiti del possibile, desiderabile eseguire i disegni di questotipo direttamente mediante lo stesso programma che compone e impagina iltesto.

    4.1 I programmi di grafica del sistema TEX

    Esistono sostanzialmente tre livelli di funzionalit a cui si pu accedere.

    1. Si pu usare lambiente picturenativo di LATEX cos come descritto nellaGuida di Leslie Lamport del 1994, anno di nascita dellattuale versio-ne LATEX 2 del linguaggio di mark-up di cui si occupa questa guida, e

    cio mediante luso del pacchetto pict2e di data successiva o uguale al2009/01/01.

    2. Si pu usare il pacchetto PSTricks formato da numerosi file, che vannorichiamati solo per produrre il tipo di disegno che interessa. Questopacchetto si rif al linguaggio PostScript, quindi pu essere usato solocon il compilatorelatex, noncon pdflatex. Se interessa il prodotto finalein formato pdf, occorre trasformare il file di uscita, che nel formatonativo del sistema TEX, che ha estensione .dvi (DeVice Independent), perpoi trasformarlo nel formato pdf attraverso luso di programmi accessoridel sistema TEX, segnatamente dvipdfm, che esegue la trasformazionediretta, oppure dvipsche trasforma il file .dvi nel formato PostScript con

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    28 CAPITOLO 4. LA GRAFICA

    estensione .ps, e poi con ps2pdfche trasforma il file PostScript nel file

    finale .pdf. Generalmente queste trasformazioni possono essere eseguitecon un semplice click del mouse su appositi bottoni nella barra deglistrumenti delleditor stesso.

    3. Si pu usare il pacchettopgfcon la sua appendice tikz. Lacronimo pgfsignifica portable graphic format, e comprende una serie di macro chepermettono di eseguire disegni, come anche succede usandoPSTricks, inse-rendo nel file di uscita gli operatori e i loro argomenti scritti direttamentenel linguaggio del programma che dovr poi provvedere alla stampa oalla visualizzazione del documento; saranno dunque codice PostScript sesi sta componendo con latex, mentre si tratter di codice pdf se si stacomponendo con pdflatex. TikZ un acronimo che deriva dal tedescoe indica una serie di file che formano il pacchetto tikz; essi definiscono

    lambiente di disegno tikzpicturedentro al quale sono usabili le varie macroche generano il codice di disegno adatto al particolare tipo di disegno chesi sta eseguendo.

    Non si scender nei dettagli per la seconda e la terza soluzione; essi so-no argomenti abbastanza avanzati che conviene approfondire nelle rispettiveguide, reperibili, come le altre guide, nel vostro stesso disco fisso in .../doc/generic/pstricks-tutorial/(in vari file che occupano un capitolo ciascuno)e in .../doc/generic/pgf/pgfmanual.pdf.

    Vale la pena, per, di sottolineare che le guide citate sono molto istruttive emolto complete; i disegni che si possono ottenere sono eccezionali con entrambi imetodi. Sebbenepgfoffra ancora solo il 90% della funzionalit di pstricks, ci sonolavori che possono essere eseguiti solo con questultimo pacchetto; altrimenti

    in generale pi facile servirsi del primo, anche se la moltitudine di macro chebisogna imparare ad usare rilevante in entrambi i casi; daltra parte con questipacchetti si vogliono fare disegni complessi, quindi. . .

    4.2 Lambiente picture

    Fin dalla sua nascita nel 1984 LATEX disponeva di un ambiente picture checonsentiva di fare dei modesti disegni, ma disponeva di caratteristiche particolariche lo rendevano prezioso anche in applicazioni che nulla avevano a che vederecon il disegno. In quellambiente cerano notevoli limitazioni grafiche; conla nascita di LATEX 2 nel 1994 Leslie Lamport ha annunciato un pacchettodi estensione per rimuovere quelle limitazioni. Finalmente nel 2003 stato

    messo a disposizione degli utenti il pacchetto pict2eche eliminava le limitazionidellambiente originario; questo pacchetto diventato stabile nel 2004 e nel2009 esso stato ulteriormente esteso al punto di non avere nulla da invidiarea pacchetti pi elaborati di disegno. Ora quello che gli altri pacchetti hannoin pi, rispetto a quanto mette a disposizione pict2e, sono certi automatismi dielaborazione che rendono il disegno pi comodo da eseguire.

    Questo ambiente riporta la grandezze metriche ad un unica unit di misuraspecificabile con \unitelength=unit di misura, che non va pi ripetuta ncambiata allinterno dellambiente, ma deve essere specificata solo prima della-pertura dellambiente stesso. Come unit di misura si possono usare sia quelleche LATEX conosce: mm (millimetro), cm (centimetro), in (pollice anglosassone=

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    4.2. LAMBIENTEPICTURE 29

    25,4 mm), pt (punto tipografico americano = 1 in/72,27), bp (punto tipografico

    PostScript = 1 in/72), dd (punto tipografico europeo=0,376065 mm), pc (pi-ca=12 pt), cc (cicero=12 dd). LATEX capisce anche le unit di misura relative allagrandezza (o corpo) del font corrente: ex (altezza della lettera x), em (larghezzadella lettera M); inoltre si possono usare come riferimento anche multipli osottomultipli di altre dimensioni, per esempio si potrebbe prendere come unitdi misura un centesimo della larghezza del testo scrivendo:

    \unitlength=0.01\textwidth

    Lambiente picturerichiede che in fase di apertura siano dichiarate le sue dimen-sioni reali o apparenti:

    \begin{picture}(base,altezza)(deltax,deltay)istruzioni per il disegno\end{picture}

    dovebaseealtezzasono la base e laltezza del rettangolo vero o apparenteche racchiude il disegno. Se si desidera che le coordinate dei punti da collocarenel disegno siano riferite ad assi cartesiani la cui origine noncoincide con lospigolo inferire sinistro del suddetto rettangolo, si specificano mediantedeltaxedeltay, le coordinate dello spigolo inferiore sinistro rispetto allorigine degliassi cartesiani. Se questo spostamento non deve avere luogo, si omette completa-mente il secondo paio di parentesi tonde e il loro contenuto. Si noti che i numeridecimali fratti si scrivono con il puntodecimale, perch la virgola viene usataper separare i due valori delle coordinate.

    Si sottolineato il fatto che le dimensioni possono essere vere o apparenti.Non credo che ci vogliano spiegazioni per vere, ma bisogna spiegare bene che

    cosa vuol dire apparenti: infatti la scatola ideale che contiene effettivamente ildisegno ha certe dimensioni, ma quelle che si specificano conbaseealtezzasono quelle che noi facciamo crederea LATEX che siano le dimensioni del disegno.Al limite possiamo far credere a LATEX che il disegno abbia dimensioni nullesia in orizzontale sia in verticale; questo viene sfruttato da diversi pacchetti delsistema TEX, ma pu essere usato anche da noi, per collocare oggetti sulla paginain posizioni qualsiasi, componendo il testo come se quegli oggetti non ci fossero.

    Dentro allambiente originale, tutti gli oggetti vengono collocati in posizionemediante il comando \put, oppure una sequenza di oggetti uniformementedistanziati, mediante il comando \multiput. Nellambiente ridefinito medianteil pacchettopict2eci sono anche dei comandi di disegno che collocano i loro segninella posizione corretta anche senza usare \pute \multiput.

    La sintassi di questi due comandi :

    \put(x,y){oggetto}\multiput(x,y)(dx,dy){N}{oggetto}

    doveoggetto uno dei segni grafici di cui si dir fra poco; x,ysono lascissae lordinata del punto nel quale si vuole collocare loggetto; pi precisamentesono lascissa e lordinata del punto che si vuol far coincidere con il punto diriferimento delloggetto; questo punto di riferimento, solitamente lo spigoloinferiore sinistro del rettangolo circoscritto, ma ci sono certi oggetti, come icerchi, che hanno il punto di riferimento al loro centro.

    Per il comando \multiputci sono ancora altre informazioni:dx,dysonolo spostamento orizzontale e verticale con cui ogni oggetto viene ripetuto rispetto

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    30 CAPITOLO 4. LA GRAFICA

    alloggetto precedente, e N un numero intero che dice quanti oggetti in totale\multiputdeve mettere in posizione; si veda il codice usato per creare la grigliadi un diagramma cartesiano nella figura4.6. Gli oggetti possono essere traslatisolo lungo linee rette, perch i valori didx,dynon cambiano di iterazione initerazione.

    Loggetto in ogni caso pu essere del testo o delle immagini importate con ilcomando \includegraphicsgi visto per le figure. Ma in generale preferibile,anche per questi particolari oggetti, metterli in posizione come se fossero inclusiin alcuni dei prossimi comandi.

    Gli oggetti che richiedono di essere messi in posizione con \puto \multiputsono i seguenti:

    \line(x-pend,y-pend){lunghezza} un segmento rettilineo, di pendenzaspecificata mediante

    x-pend

    ,y-pend

    e la cui proiezione sullorizzontale

    valelunghezza; se e solo sex-pend nulla (segmento verticale), lalunghezzasi riferisce alla componente verticale del segmento. Il puntodi riferimento lestremo del segmento che viene collocato dal comando\put, e il segmento si estende nella direzione specificata dai coefficienti dipendenza. Inizialmente questi coefficienti di pendenza potevano essere solointeri non superiori a 6, e i due valori dovevano essere primi fra di loro;ora con lestensione pict2epossono essere numeri reali qualsiasi, inferiori,per, in valore assoluto a 16384. Questo vale anche per i coefficienti dipendenza dei vettori.

    \vector(x-pend,y-pend){lunghezza} un vettore che ha per punto diriferimento lestremit della coda, quindi punta nella direzione specificata

    dai coefficienti di direzione. Se la lunghezza venisse specificata di valorezero, la punta della freccia verrebbe disegnata lo stesso e nella direzionegiusta, con il vertice della punta che coincide con il punto di riferimento.

    \circle{diametro} una circonferenza deldiametrospecificato. Il puntodi riferimento il suo centro.

    \circle*{diametro} un disco circolare pieno, non solo la sua circonferenza;per il resto vale quanto detto per \circle.

    \makebox(base,altezza)[posizione]{testo} una scatola delle dimensio-ni specificate mediantebase,altezza; iltesto(che pu essere un altrooggetto tipografico qualsiasi, anche una fotografia introdotta mediante\includegrapghics) collocato inposizionedentro alla scatola medianteuna o due delle lettere opzionali c (centre), l (left) e r(right), t(top), b(bottom). Il punto di rifermento lo spigolo inferiore sinistro. Le dimen-sioni della scatola possono anche essere nulle e questa strana dichiarazione forse la pi usata in pratica; molto comoda per collocare con precisionedelle piccole legende nei disegni.

    \framebox(base,altezza)[posizione]{testo} una scatola con cornice,come quella vista per il testo, ma in questo caso se ne possono specificarele dimensioni sia orizzontali sia verticali; comodissima per gli schemi ablocchi. Il punto di rifermento lo spigolo inferiore sinistro.

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    4.2. LAMBIENTEPICTURE 31

    \dashbox{lung-trattino}(base,altezza)[posizione]{testo} una sca-

    tola come \frameboxma con la cornice tratteggiata con trattini alternati-vamente bianchi e neri di lunghezza peri alungh-trattino; opportunoche le lunghezze dei lati siano multipli dispari della lunghezza del trattino.

    \oval[raggio](base,altezza)[parte] un rettangolo con i vertici arro-tondati mediante archi di cerchio di raggio pari araggio. Se ne pudisegnare solo unaparte mediante una o due delle lettere opzionali t(top),b(bottom),l(left),r(right). Specificando una lettera sola si disegnamezzo ovale; specificando due lettere si disegna solo un quarto di ovale,purch le due lettere non siano inconsistenti (tbnon avrebbe senso). Inogni caso il punto di riferimento il centro dellovale, anche quando se nedisegna solo una parte.

    \arc[angolo1,angolo2]{raggio} un arco di circonferenza con il centronel punto di riferimento; larco ha un raggio pari araggio e cominciaallangoloangolo1e finisce allangoloangolo2.

    \arc*[angolo1,angolo2]{raggio} un settore circolare riempito del colo-re di default, generalmente nero; gli argomenti hanno lo stesso significatoche hanno per \arc.

    I comandi che non hanno bisogno di essere collocati nellargomento di \puto \multiputsono i seguenti:

    \bezier{N}(Ax,Ay)(Bx,By)(Cx,Cy) una curva di Bzier disecondo grado; le coordinate x e y dei suoi tre punti A, B e C devonoevidentemente essere specificate; nella versione del vecchio LATEX eranecessario specificare il numero di puntiNcon cui disegnare la curva.Questo comando conservato per compatibilit con il passato ma talvoltatorna utile poter tratteggiare delle parabole a velocit crescente, e questo il comando adatto.

    \qbezier[N](Ax,Ay)(Bx,By)(Cx,Cy) simile al comando pre-cedente e si comporta nello stesso modo se viene specificato il valore opzio-nale del numero di punti con cui tracciare la curva. Altrimenti la curvaviene tracciata facendo uso degli operatori PostScript oppure pdf a secondadi quale programma si stia usando per comporre il documento.

    \cbezier[N](Ax,Ay)(Bx,By)(Cx,Cy)(Dx,Dy) una cur-va di Bzier di terzo grado di cui vanno specificate obbligatoriamente lecoordinate dei suoi quattro punti. ConN = 0o non specificato vengonousati gli operatori interni del programma che si sta usando per comporre ildocumento.

    \Line(Ax,Ay)(Bx,By) il segmento che unisce i punti A e B .\polyline(Ax,Ay)(Bx,By)...(Zx,Zy) la spezzata che unisce i

    punti A, B, . . . ,Zin numero qualunque, non limitato al numero delle 26lettere dellalfabeto.

    \polygon(Ax,Ay)(Bx,By)...(Zx,Zy) il contorno del poligonochiuso i cui vertici si susseguono nellordine A,B , . . . ,Z,A. Se si vuole

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    32 CAPITOLO 4. LA GRAFICA

    A

    B

    C

    D

    Figura 4.1: Poligono pieno con la spezzata del suo contorno intrecciata

    vedere la cosa da un altro punto di vista, esso rappresenta la spezzata che

    si richiude sul punto di partenza.\polygon*(Ax,Ay)(Bx,By)...(Zx,Zy) il poligono pieno con gli

    stessi vertici descritti per \polygon; se la spezzata che descrive il contornodel poligono si intreccia, non ben chiaro che cosa voglia dire che il poligono pieno. Il risultato si vede nella figura 4.1.

    Vale la pena di commentare le curve di Bzier di secondo e di terzo grado.Quelle di secondo grado passano per i puntiA e Ccon le tangenti specificate daisegmentiABe BC, vedi figura4.2; il punto B quindi funziona da punto guida,in quanto determina solo la direzione delle tangenti nei due punti di passaggiodella curva che sono fissi. La curva un arco di parabola che si svolge tuttoallinterno del triangoloABC.

    Le curve di terzo grado sono curve pi complesse che partono dal punto A earrivano al puntoD e i puntiB e Cfunzionano da punti guida, cio determinanola direzione delle tangenti nei due punti fissi estremi; la tangente alla curvanel punto A data dal segmento AB, mentre la tangente nel punto D datadal segmento CD , vedi figura4.3. Larco di curva si dovrebbe svolgere tuttoallinterno del poligono individuato dalla sequenza dei vertici A,B ,Ce D; questipoligoni sono evidenziati con linee rosse nelle figure 4.2e4.3, ma siccome ilcontorno del poligono della figura4.3 si intreccia, sembra che in corrispondenzadellintreccio larco di curva esca un pochino, Quando il poligono non si intreccia,ma rappresenta un quadrilatero normale larco di curva giace completamentedentro questo quadrilatero

    Il codice per generare le figure4.2e4.3 riportato nella figura4.4.

    Per essere svincolati da comandi precostituiti, si possono usare i comandi basecon i quali si pu virtualmente disegnare qualunque cosa; ovviamente i pacchettidedicati PSTrickse pgfpermettono di disegnare pi agevolmente di quanto nonposano fare i comandi di base. Largomento un po troppo dettagliato per unaguida iniziale come questa, quindi si rimanda alla documentazione.

    Ma rimangono ancora alcuni importanti comandi che servono per caratteriz-zare le linee del disegno:

    LATEX in ambiente pictureparte con lo spessore sottile per ogni linea retta ocurva, per i bordi delle scatole, eccetera. Lo spessore di default di 0,4 pt,molto sottile ma perfettamente visibile. Ricordiamo che un punto circa0,35 mm, quindi 0,4pt equivalgono a circa 140 m.

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    4.2. LAMBIENTEPICTURE 33

    A

    B

    C

    Figura 4.2: Curva di Bzier disecondo grado

    A

    B

    C

    D

    Figura 4.3: Curva di Bzier di terzogrado

    \thicklines raddoppia lo spessore delle linee rette e curve.

    \thinlines permette di tornare alle linee sottili.

    \linethickness{spessore} permette di specificare lospessore delle lineerette e curve; si noti che uno spessore di un punto tipografico, poco pi diun terzo di millimetro, traccia gi linee piuttosto scure, non parliamo dilinee spesse un millimetro; infatti se lo spessore 1 pt si ha: ; invecese lo spessore 1 mm si ha: .

    Nel disegno tecnico si usa procedere per spessori che aumentano secondouna progressione geometrica di ragione pari a

    2 1,414Per un diagrammacartesiano, quindi, gli assi avranno uno spessore pari a 1 pt, il reticolato principalesi user uno spessore pari a 0,7 pt, e per il reticolato secondario uno spessorepari a 0,5 pt, ma per la curva tracciata sul diagramma si user uno spessore paria 1,4 pt, forse anche uno spessore di 2 pt. quindi importante poter specificarelo spessore di tutte le linee che si devono tracciare.

    Per una pi completa documentazione del pacchetto pict2e si rinvia alladocumentazione sul disco fisso nel file .../doc/latex/pict2e/pict2e.pdf.

    Ora vediamo di fare una cosa come quelle che possono essere necessarie inun lavoro tecnico scientifico: tracciamo un diagramma cartesiano; per esprimeremeglio le unit di misura scegliamo\unitlength=1cm, cos le coordinate decimalihanno pi senso. Tracciamo il diagramma del moto uniformemente acceleratocon partenza da fermo corrispondente allespressione

    s= 1

    2at2

    con s espresso in metri, t in secondi e con laccelerazione a = 2 m/s2. Se ildiagramma viene tracciato per lintervallo di tempo da 0 sa 10 s, lequazione cidice che verr percorso uno spazio di 100 m. La scala per le ascisse pu avere unrapporto grafico di 1 cm/smentre per le ordinate potremo scegliere un rapportografico di 1 cm M= 10 m.

    Bisogner dunque predisporre un diagramma su un reticolo di linee coordinatedalle quali si possano leggere i valori; gli assi andranno graduati; gli spessori delle

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    34 CAPITOLO 4. LA GRAFICA

    \begin{figure}\unitlength.01\textwidth

    \begin{minipage}[t]{.45\textwidth} %%%%% prima figurina

    \begin{picture}(45,45)

    \put(0,0){\framebox(45,45){}}

    \thicklines

    \qbezier(20,0)(0,45)(45,20)

    \put(20,2){\makebox(0,0)[bl]{$A$}}

    \put(1,44){\makebox(0,0)[tl]{$B$}}

    \put(44,20.5){\makebox(0,0)[tr]{$C$}}

    \thinlines

    \color{red}\put(20,0){\circle*{1.5}}

    \put(0,45){\circle*{1.5}}

    \put(45,20){\circle*{1.5}}

    \polygon(20,0)(0,45)(45,20)

    \end{picture}

    \caption{Curva di Bzier di secondo grado}

    \label{fig:bezier2}

    \end{minipage}

    \hfill

    \begin{minipage}[t]{.45\textwidth}%%%%%%%% seconda figurina

    \begin{picture}(45,45)

    \put(0,0){\framebox(45,45){}}

    \thicklines\cbezier(22,0)(0,45)(45,0)(22,45)

    \put(23.5,1){\makebox(0,0)[b]{$A$}}

    \put(1,44){\makebox(0,0)[tl]{$B$}}

    \put(44,1){\makebox(0,0)[br]{$C$}}

    \put(20.5,44){\makebox(0,0)[t]{$D$}}

    \thinlines\color{red}

    \put(22,0){\circle*{1.5}}

    \put(0,45){\circle*{1.5}}

    \put(45,0){\circle*{1.5}}

    \put(22,45){\circle*{1.5}}

    \polygon(22,0)(0,45)(45,0)(22,45)

    \end{picture}\caption{Curva di Bzier di terzo grado}

    \label{fig:bezier3}

    \end{minipage}

    \end{figure}

    Figura 4.4: Codice per generare le figure4.2e4.3

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    4.2. LAMBIENTEPICTURE 35

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10Tempo in secondi

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    80

    90

    100

    Spazioinmetri

    Figura 4.5: Moto uniformemente accelerato. I pallini rossi indicano i punti dellacurva determinati numericamente.

    linee coordinate e della curva dovranno essere conformi alle regole del disegnotecnico descritte sopra. Otterremo dunque il diagramma della figura4.5. Ilcodice riportato nella figura4.6.

    Si noti che se si guarda la figura 4.5sullo schermo del PC, che ha unarisoluzione abbastanza bassa, non si percepiscono i diversi spessori delle lineedel reticolo; ma se si usa lo strumento per ingrandire la schermata, si pu vederebenissimo il risultato dei diversi spessori. A stampa, anche solo a 300 punti alpollice, questi difetti in generale non appaiono.

    Si osservi anche luso del comando \rotatebox{angolo}{oggetto} perruotare di 90la legenda dellasse verticale; la scelta delle dimensioni nulle perla scatola che contiene la legenda per