LASCIATECI GIOCARE IN PACE! · distribuito aiuti alle vittime di un ciclone che aveva duramente...

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Giocare è un diritto umano per ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza. Il gioco non è solo un importante momento di svago e di divertimento, ma permette anche di imparare a stare insieme agli altri, ad aiutarsi e a collaborare (proprio come accade nel gioco “Iure. La città dei diritti”!), a comprendere l’importanza delle regole e quindi a rispettarle. Eppure, sebbene ogni bambina, bambino, ragazza e ragazzo abbia il diritto di giocare, a molti vostri coetanei, in molte parti del mondo, questo diritto è negato. BAMBINE E BAMBINI SOLDATO Negli anni ’80 Amnesty International ha iniziato le prime campagne* per denunciate il coinvolgimento di bambine e bambini soldato nei conflitti armati (a pagina 2 della newsletter trovate maggiori informazioni sull’argomento). Queste campagne hanno portato a un importantissimo successo nel 2000. Infatti, grazie all’azione della coalizione mondiale “Stop all’uso dei bambini soldato!” di cui Amnesty International è stata tra i promotori, le Nazioni Unite hanno approvato un Protocollo opzionale alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il protocollo, ratificato da 114 Stati, è un documento giuridico che integra gli articoli della Convenzione e vieta che i minori LASCIATECI GIOCARE IN PACE! Il 12 ottobre 2011, in Myanmar, oltre 200 prigionieri di coscienza sono tornati in libertà a seguito di un’amnistia disposta dal governo. Tra le persone che sono state rilasciate c’è anche il noto attore comico Zarganar, soprannominato il “Benigni del Myanmar”. Era stato arrestato nel 2008 per aver raccolto e distribuito aiuti alle vittime di un ciclone che aveva duramente colpito il suo Paese. Successivamente era stato condannato a 35 anni di carcere in base a una legge sulle comunicazioni via Internet. Le attiviste e gli attivisti di Amnesty International avevano inviato numerosi appelli per chiederne la liberazione. Anche la rete Amnesty Kids aveva partecipato con numerose foto-petizioni (nella foto un giurato del Giffoni film festival). GOOD NEWS GOOD NEWS GOOD NEWS GOOD NEWS NUMERO UNO 2011/2012 di 18 anni possano essere arruolati o possano partecipare ai conflitti armati. Ma nonostante questi importanti risultati, ancora oggi molte bambine e molti bambini sono arruolati negli eserciti o nelle file di qualche gruppo armato. Per questo Amnesty International continua ad attivarsi, chiedendo agli Stati di impegnarsi maggiormente per rispettare i diritti dei minori. AZIONE URGENTE KIDS È il caso, per esempio, del Ciad che ha da poco definito un “Piano d’azione” per porre fine all’impiego di minori nelle forze armate. Amnesty International sta chiedendo al governo di rispettare gli impegni presi. Partecipando all’Azione urgente Kids (trovate tutte le informazioni alle pagine 4 e 5) anche voi potete difendere i diritti di tante bambine e tanti bambini! Bambine e bambini che, come è accaduto a Emmanuel Jal (il racconto della sua storia è a pagina 3), devono essere aiutati a superare i traumi causati dall’arruolamento e a ricominciare una vita normale all’interno della loro comunità. Devono poter tornare a scuola, frequentare i loro amici, vivere con persone che si prendano cura di loro e... giocare in pace! *per conoscere il significato delle parole sottolineate potete consultare il “Glossario dei diritti umani”, a pagina 12 del volumetto di Iure. Un poster di Amnesty International Tunisia, 1998. © AI

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Giocare è un diritto umano per ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza. Il gioco non è solo un importante momento di svago e di divertimento, ma permette anche di imparare a stare insieme agli altri, ad aiutarsi e a collaborare (proprio come accade nel gioco “Iure. La città dei diritti”!), a comprendere l’importanza delle regole e quindi a rispettarle. Eppure, sebbene ogni bambina, bambino, ragazza e ragazzo abbia il diritto di giocare, a molti vostri coetanei, in molte parti del mondo, questo diritto è negato.

BAMBINE E BAMBINI SOLDATONegli anni ’80 Amnesty International ha iniziato le prime campagne* per denunciate il coinvolgimento di bambine e bambini soldato nei conflitti armati (a pagina 2 della newsletter trovate maggiori informazioni sull’argomento). Queste campagne hanno portato a un importantissimo successo nel 2000. Infatti, grazie all’azione della coalizione mondiale “Stop all’uso dei bambini soldato!” di cui Amnesty International è stata tra i promotori, le Nazioni Unite hanno approvato un Protocollo opzionale alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il protocollo, ratificato da 114 Stati, è un documento giuridico che integra gli articoli della Convenzione e vieta che i minori

LASCIATECI GIOCARE IN PACE!

Il 12 ottobre 2011, in Myanmar, oltre 200 prigionieri di coscienza sono tornati in libertà a seguito di un’amnistia disposta dal governo. Tra le persone che sono state rilasciate c’è anche il noto attore comico Zarganar, soprannominato il “Benigni del Myanmar”. Era stato arrestato nel 2008 per aver raccolto e distribuito aiuti alle vittime di un ciclone che aveva duramente colpito il suo Paese. Successivamente era stato condannato a 35 anni di carcere in base a una legge sulle comunicazioni via Internet. Le attiviste e gli attivisti di Amnesty International avevano inviato numerosi appelli per chiederne la liberazione. Anche la rete Amnesty Kids aveva partecipato con numerose foto-petizioni (nella foto un giurato del Giffoni film festival).

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di 18 anni possano essere arruolati o possano partecipare ai conflitti armati.Ma nonostante questi importanti risultati, ancora oggi molte bambine e molti bambini sono arruolati negli eserciti o nelle file di qualche gruppo armato. Per questo Amnesty International continua ad attivarsi, chiedendo agli Stati di impegnarsi maggiormente per rispettare i diritti dei minori.

AZIONE URGENTE KIDSÈ il caso, per esempio, del Ciad che ha da poco definito un “Piano d’azione” per porre fine all’impiego di minori nelle forze armate. Amnesty International sta chiedendo al governo di rispettare gli impegni presi. Partecipando all’Azione urgente Kids (trovate tutte le informazioni alle pagine 4 e 5) anche voi potete difendere i diritti di tante bambine e tanti bambini!

Bambine e bambini che, come è accaduto a Emmanuel Jal (il racconto della sua storia è a pagina 3), devono essere aiutati a superare i traumi causati dall’arruolamento e a ricominciare una vita normale all’interno della loro comunità. Devono poter tornare a scuola, frequentare i loro amici, vivere con persone che si prendano cura di loro e... giocare in pace!

*per conoscere il significato delle parole sottolineate potete consultare il “Glossario dei diritti umani”, a pagina 12 del volumetto di Iure.

Un poster di Amnesty International Tunisia, 1998.

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Una bambina o un bambino soldato è una persona al di sotto dei 18 anni che fa parte di qualunque forza armata o gruppo armato. È bambina o bambino soldato anche se non partecipa direttamente a un conflitto.

QUANTI SONO?Non si conosce il loro numero esatto, ma si stima siano circa 250.000 i minori arruolati negli eserciti regolari o nelle file di qualche gruppo armato. La maggior parte di loro ha tra i 14 e i 18 anni, ma numerosi sono quelli di età inferiore (10 - 13 anni) e vi sono testimonianze di reclutamenti di bambine e bambini ancora più giovani.

COSA FANNO?Le bambine e i bambini soldato svolgono molti compiti tra cui partecipare ai combattimenti, posizionare mine ed esplosivi; fare ricognizioni ed essere utilizzati come spie, esche, corrieri o guardie; addestrarsi, fare esercitazioni o altro; essere impiegati come portatori o per i lavori domestici (per esempio cucinare) nei campi militari.

L’ARRUOLAMENTOAlcuni minori si arruolano “volontariamente”, per sopravvivere in Paesi molto poveri a causa delle continue guerre, per proteggersi da violenze oppure per il desiderio di vendicare le atrocità perpetrate contro la loro famiglia o comunità. Sono tuttavia in aumento i casi di minori rapiti e costretti all’arruolamento.

LE CAUSEQuesto fenomeno ha varie cause: le armi leggere (come pistole e fucili) che spesso sono utilizzate nei conflitti, sono facilmente trasportabili e utilizzabili anche da bambine e bambini, dopo pochi giorni di addestramento. Inoltre le giovani e i giovani, più facilmente degli adulti, rispettano la disciplina militare, non pretendono di essere pagati e difficilmente disertano.

BAMBINEE BAMBINI

SOLDATO

LE BAMBINE, PIÙ PENALIZZATE E INVISIBILIIl 40% dei bambini soldato è costituito da bambine e ragazze. Spesso sono rimaste orfane di entrambi i genitori, uccisi durante i combattimenti, o sono state rapite durante le incursioni di gruppi armati nei villaggi. Una volta arruolate, anche se molto giovani, partecipano ai combattimenti o si sposano con i soldati, svolgendo lavori domestici.Nella foto: un centro per il reintegro delle ragazze soldato in Liberia, 2008.

LE CONSEGUENZELe bambine e i bambini sono trattati spesso con brutalità e le punizioni per eventuali errori sono molto severe. Il tentativo di fuga è punito con la prigione. Oltre al rischio di morire o di essere feriti in modo grave durante i combattimenti, bambine e bambini soffrono anche per le fatiche della vita militare, spesso sono poco nutriti e costretti a vivere in pessime condizioni igieniche. Ma le malattie fisiche non sono l’unica e più grave conseguenza. Tutti i bambini soldato porteranno nella loro vita ferite psicologiche difficili da rimarginare. La maggior parte di quelli che tornano alla vita normale riescono a ritrovare il loro equilibrio solo dopo lunghe terapie. Infatti l’impiego delle armi, a volte per anni, fa nascere l’abitudine a misurarsi solo con rapporti basati sulla forza che condizionano il resto della vita.

Nella foto: un murales realizzato da un ex bambino soldato nel centro per ragazzi di N’Djamena, in Ciad, 2009.

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EMMANUEL JALSTORIA DI UN EX BAMBINO SOLDATO

Emmanuel Jal è un cantante hip-hop originario del Sud Sudan. Il suo primo successo è del 2005 e da allora, con la sua musica, ha fatto ballare tantissime persone in tutto il mondo. Così racconta la sua storia:

“Quando avevo 5 anni, a causa della guerra, ho visto svanire davanti ai miei occhi tutto il mio mondo. Il mio villaggio fu bruciato, mia madre morì, i miei fratelli e le mie sorelle scomparvero e io e mio padre fummo costretti a fuggire. Sono cresciuto nella violenza e a 8 anni sono diventato un bambino soldato.

Non capivo quale fosse il motivo per cui si stava combattendo quella guerra nel mio Paese. Ma quando andai al campo di addestramento mi insegnarono a odiare gli arabi. L’addestramento non fu facile e la forza che mi spingeva ad andare avanti era solo il desiderio di vendetta per la mia famiglia e per il mio villaggio.

Ora ho capito qual è la verità. Ciò che ci stava davvero uccidendo non erano gli arabi ma chi usa la religione per ottenere ciò che vuole: il petrolio, i diamanti, l’oro e la nostra terra. Ho capito che non era giusto continuare a odiare. Così ho deciso di perdonare. Adesso canto e faccio musica con gli arabi. Ballo con loro.”

A 11 anni Emmanuel decise di scappare insieme ad alcuni altri bambini. Viaggiarono per tre mesi, fino a quando non arrivarono a Waat, una città del Sudan meridionale. Lì Emmanuel incontrò Emma McCune, cittadina britannica che aiutava ex bambini soldato. Grazie a Emma, Emmanuel andò in Kenya dove iniziò a frequentare la scuola.

“Ora per me la cosa più importante è combattere per l’educazione di bambine e bambini. L’educazione illumina il cervello, ti dà tantissime possibilità e ti permette di sopravvivere. L’educazione permetterà al mio Paese di poter contare su persone capaci di cambiare le cose. Ora siamo pieni di vecchi uomini che creano la guerra. Ma se investi nell’educazione, saremo in grado di cambiare l’Africa.

Per questo ho fondato un’organizzazione chiamata “Gua Africa” (www.gua-africa.org) che aiuta bambine e bambini ad andare a scuola. Tra i ragazzi che aiutiamo ci sono anche circa 40 ex bambini soldato e alcuni di loro stanno andando all’università. Questo è ciò che voglio fare per cambiare il mio Paese, per fare la differenza nel mondo.”

Nella foto: un centro per il reintegro delle di ex ragazzi soldato in Sierra Leone, 2008.

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Il racconto è tratto dal video “Emmanuel Jal: The music of a war child” (Emmanuel Jal: la musica di un bambino soldato), www.ted.com/talks.

Dopo aver letto la storia di Emmanuel Jal, discutetene in classe, rispondendo insieme a queste domande:• Perché Emmanuel è diventato un bambino soldato?• Qual è il vero motivo per cui nel Paese di Emmanuel è scoppiata la guerra?• Cosa ha deciso di fare Emmanuel per aiutare il suo Paese?

Per sapere in quali altri Paesi bambine e bambini sono coinvolti nei conflitti armati, cosultate la mappa a pagina 5.

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Negli ultimi anni, migliaia di bambine e bambini soldato del Ciad sono stati utilizzati nel conflitto in Darfur e nella zona orientale del Paese. Molti sono stati obbligati a combattere dai militari, altri sono stati spinti dalle loro famiglie per vendicare le uccisioni e i saccheggi che hanno subito da parte di gruppi armati.

CIAD: DIFENDIAMO IL DIRITTO ALL’INFANZIA!

Cosa succede?Decine di minori sono ancora arruolati nell’esercito e in alcuni gruppi armati del Ciad, nonostante molti Paesi del mondo siano da tempo impegnati per porre fine all’utilizzo delle bambine e dei bambini soldato.

Nel 2005 il Ciad ha dichiarato lo stato di guerra contro il Sudan, accusandolo di aver attaccato alcuni villaggi di frontiera fra i due Paesi. Questi attacchi facevano parte della guerra in corso nella regione del Darfur, che si trova nella parte ovest del Sudan, proprio al confine con il Ciad. Il conflitto in Darfur, iniziato nel 2003 e terminato sei anni dopo, ha visto contrapposti i

Janjawid (letteralmente “demoni a cavallo”), un gruppo di miliziani che appartengono a una popolazione araba del Sudan, e i popoli non arabi della regione, in maggioranza agricoltori. Il governo del Sudan non ha mai dichiarato ufficialmente di sostenere i Janjawid, ma ha fornito loro armi e assistenza e ha partecipato ad attacchi rivolti contro alcuni villaggi non arabi.

Il 15 giugno 2011, le Nazioni Unite e rappresentanti del governo del Ciad hanno firmato un “Piano d’azione” per porre fine al reclutamento e all’impiego di minori nelle forze armate e garantire programmi di reinserimento nelle loro comunità. È stato un passo molto importante, ma ora il governo del Ciad e le Nazioni Unite devono assicurarne la piena attuazione.

Consultate il “Passaporto dei miei diritti”: quali articoli della Dichiarazione sono stati violati?

Nella foto: un bambino raccoglie proiettili da terra a Rounyn, un villaggio nel nord del Darfur, 2011.

Dove: CiadCapitale: N’DjamenaLingue ufficiali: francese e arabo

Quali sono i colori della bandiera del Ciad?

COSA SONO I PROGRAMMI DI “DISARMO, SMILITARIZZAZIONE E REINTEGRAZIONE”Per prevenire o porre fine all’arruolamento delle bambine e dei bambini soldato, devono essere avviati programmi di “Disarmo, Smilitarizzazione e Reintegrazione” per aiutare bambini e bambine a superare i traumi fisici e psicologici causati dall’arruolamento e ricominciare una vita normale all’interno della comunità. Questo processo comprende: il ricongiungimento familiare (o individuazione di soluzioni alternative se non è possibile tornare a vivere con la loro famiglia di origine), l’istruzione e la formazione, il sostegno economico e, in alcune fasi, il supporto psicologico e sociale.

© UN Photo/Albert Gonzalez Farran

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P

Nella mappa sono evidenziati in rosso i Paesi in cui, secondo le Nazioni Unite, sono presenti gruppi armati che arruolano bambine e bambini soldato. In basso trovate i nomi dei 14 Paesi. Associate, a ogni Paese, la lettera corrispondente indicata sulla mappa.

Afghanistan

Repubblica Centrafricana

Ciad

Repubblica democratica del Congo

Colombia

Filippine

Iraq

Myanmar

Nepal

Somalia

Sri Lanka

Sudan

Uganda

Yemen

ATTIVATEVI SUBITO!Basta guerra, lasciateci giocare!Chiediamo al Presidente della Repubblica del Ciad, Idriss Déby Itno, di rispettare i diritti delle bambine e dei bambini controllando che l’esercito non recluti più i minori per combattere!Realizzate degli aeroplani di carta e scrivete sulle ali “No war, just play!”, oppure “Stop ai bambini soldato!”Potete inviare tutti i vostri aeroplani a: Azioni Urgenti Kids Amnesty International Via G.B. De Rossi 10 00161 Roma

Ricordate che è importante agire presto!

Fonte: www.un.org/children/conflict/english/conflicts.html

BAMBINE E BAMBINI SOLDATO NEL MONDO

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IL CALENDARIO AMNESTY KIDS!

20 NOVEMBREGIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DEI MINORINel 1989 le Nazioni Unite approvano la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Per la prima volta bambine/i e ragazze/i sono considerati non solo come persone che hanno bisogno di assistenza e protezione, ma anche come cittadini capaci di avere opinioni e di prendere decisioni.Potete celebrare l’annivesrario della Convenzione coinvolgendo altre classi nell’Azione Urgente Kids per difendere i diritti dei minori in Ciad.

10 DICEMBREGIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI Nel 1948 le Nazioni Unite approvano la Dichiarazione universale dei diritti umani.

Anche quest’anno tutte le classi Amnesty Kids sono invitate a partecipare alla maratona di lettere “Write for rights”! A fine novembre invieremo una speciale Azione Urgente Kids. Coinvolgete nella maratona anche altre classi della vostra scuola. Più lettere invieremo, più persone risciremo ad aiutare!

1 DICEMBREIL “NO” DI ROSA PARKSNel 1955 su un autobus di Montgomery, in Alabama, fu ordinato a Rosa Parks, una donna nera di 42 anni, di alzarsi dal posto che occupava per far sedere un passeggero bianco. A quei tempi, negli Stati Uniti, c’era la segregazione razziale e alcuni posti sull’autobus erano riservati ai bianchi. Rosa si rifiutò di obbedire e quel semplice “No” cambiò per sempre la storia del suo Paese.

“L’autobus di Rosa” (Orecchio Acerbo) racconta la storia di Rosa Parks. Leggetelo in classe insieme alla storia di Marek (www.amnestykids.it/marek.html), un bambino rom in Slovacchia ai giorni nostri. Cosa le accomuna?

Questo numero della newsletter è stato realizzato in collaborazione con il Coordinamento Minori di Amnesty International.

Raccontateci le attività sui diritti umani che svolgete in classe o a scuola! Tutti i racconti, i disegni e le fotografie che ci invierete via e-mail a [email protected] li pubblicheremo su www.amnestykids.it.

© AI