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L’analisi geologica e geologico-ambientale 1.0. Le premesse · variazioni di valutazione e le...
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1 L’analisi geologica e geologico-ambientale
1.0. Le premesse
1.0.1. Generalità
Con determina dirigenziale n.1731 Registro Generale, del 22/10/2009 l’Amministrazione di Como
ha conferito a rea s.c.r.l. l'incarico per la redazione dell’aggiornamento dello studio geologico a
supporto del redigendo Piano di Governo del Territorio della città di Como”. L’aggiornamento
consiste nella “Definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di
Governo del Territorio in attuazione dell’art. 57, comma 1, della l.r. 11 marzo 2005 n. 12, e secondo
le indicazioni tecniche della dgr 28/05/2008 n. 8/7374”
Il Comune di Como dispone, infatti, attualmente, e fino ad approvazione degli aggiornamenti in
oggetto, di una indagine geologica realizzata nel 2002-2003 per il PRG (Studio G.Attardo), con
aggiornamento nel 2006.
Lo studio, redatto ai sensi della d.g.r. 29/10/2001 – n. 7/6645 (Approvazione direttive per la
redazione dello studio geologico ai sensi dell’art.3 della l.r. 41/97) e dunque precedente alla
l.r.12/05, risulta definitivamente approvato dal C.C. di Como con Del.n.9 del 30/01/06 e
successivamente ritenuto idoneo dai competenti uffici regionali.
A seguito di quanto disposto con l’art.57, comma 1, della legge regionale 12/2005 e con le
successive d.g.r. di applicazione, 22/12/2005 n. 8/1566 e 28/05/2008 n. 8/7374, il Comune è
dunque obbligatoriamente chiamato a:
a) adeguare il proprio studio geologico ai nuovi criteri della d.g.r. 8/7374-2008, come definito
nel punto c) del paragrafo “Ambiti di applicazione” della d.g.r. medesima;
b) valutare la componente sismica sul territorio comunale;
c) aggiornare la cartografia geologica generale, in particolare la Carta dei Vincoli, la Carta di
Sintesi e la Carta di Fattibilità Geologica, e la relativa normativa, recependo gli
aggiornamenti di merito, le eventuali nuove perimetrazioni delle aree di rispetto delle
captazioni idriche e quelle relative ai corpi idrici del reticolo idrico, derivate dallo specifico
studio di settore già realizzato.
Oltre a quanto sopra indicato, l’incarico a rea prevede la realizzazione di una nuova cartografia di
analisi, che tocchi tutti i temi di interesse geologico, con riferimenti precisi, quando necessario,
alle parti riprese dagli studi esistenti e di quelle modificate e/o integrate.
Per la fase di sintesi delle informazioni sono state elaborate ex novo la Carta dei Vincoli di natura
geologica e la Carta di Sintesi. L’operazione comporta l’individuazione e perimetrazione, alla scala
di piano, dei vincoli di natura geologica generati da normative di settore e di pianificazione e la
strutturazione degli elementi di analisi, che consentono di definire aree omogenee dal punto di vista
della pericolosità/vulnerabilità del territorio.
Infine è stata redatta una nuova edizione della Carta di Fattibilità Geologica delle Azioni di Piano e
delle Norme Tecniche geologiche, che costituiscono parte integrante del Piano delle Regole.
Entrambi i documenti comprendono le indicazioni normative e le perimetrazioni delle aree
evidenziate dagli studi di cui ai punti precedenti, ad esclusione della Carta del rischio sismico, che
costituisce documento a se stante, ripreso integralmente dal Piano delle Regole.
Le Norme Tecniche Geologiche, comprensive degli eventuali approfondimenti sul rischio sismico
e la Carta di Fattibilità tengono conto della presenza contemporanea di tutti i fattori di vulnerabilità
individuati, e fanno riferimento alla normativa regionale e nazionale vigente.
Da ricordare, inoltre, che a valle di una sollecitazione pervenuta al Comune di Como dalla struttura
regionale competente alla valutazione dello studio geologico (Dir. Gen. Territorio e Urbanistica –
Pianificazione e programmazione di bacino e locale) e sulla base di una serie di valutazioni
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congiunte, si è anche determinata la necessità della redazione di una nuova “Carta del dissesto con
legenda uniformata PAI”, con conseguente modifica delle Carte dei Vincoli, di Sintesi e di
Fattibilità geologica, oltre che delle Norme Geologiche, dove necessario. Al tema è dedicato
apposito paragrafo (1.3.4) in calce al capitolo relativo alla Geomorfologia del territorio.
L’analisi e la valutazione di tutti i fattori fisici di rilevanza geologica che agiscono sul territorio di
Como e determinano situazioni di pericolosità e diverse risposte alla richiesta di modificazioni
d’uso, risultano, nel caso specifico, assai complesse, soprattutto per la varietà del paesaggio e delle
dinamiche geomorfologiche e antropiche.
Il territorio di Como presenta infatti una elevata variabilità fisiografica con versanti di pendenze
elevate, una idrografia complessa, comprensiva delle dinamiche lacustri e di aree umide e una
espressione peculiare, pressoché unica in Lombardia, dei fenomeni di subsidenza. Il tutto in un
contesto di intensa antropizzazione, a decisa stratificazione storica.
Lo studio della componente geologica, idrogeologica e sismica del territorio è prevalentemente una
sintesi documentata degli elementi costitutivi del sistema geologico-ambientale locale e una
individuazione degli elementi di debolezza e criticità dello stesso. Su questa base si è chiamati a
definire una zonazione sia della sostenibilità della trasformazione, sia della distribuzione delle aree
di instabilità e pericolo. Rispetto al passato, dunque, quando occorreva concentrare l’attenzione
sulle aree di prevista trasformazione e valutare la fattibilità geologica degli interventi, oggi il
territorio è valutato nel suo insieme, possibilmente in via preventiva e con attenzione a tutti i settori,
attuali e potenziali, di carattere geologico.
Tuttavia, e dunque, lo studio non è chiamato a sostituire le analisi specialistiche di settore, non può
riaffrontare ex novo indagini in tutti i campi e non sempre può, in tempi limitati, effettuare sintesi
assolutamente esaustive delle conoscenze esistenti. In questo senso è opportuno che lo studio
geologico per il PGT non divenga un alibi per non realizzazione di approfondimenti reali e di
maggior dettaglio nei settori specifici che di volta in volta lo richiedono (per esempio nel settore
idrogeologico, ma anche per le VIA e VAS relative ad interventi, o per aspetti geotecnici o
geoapplicativi legati ad interventi edilizi...). Sono anzi queste indagini che devono rilevare dati
nuovi, perché localizzati e misurati, e fornire informazioni allo studio quadro. Lo stesso dicasi per le
fonti di carattere scientifico e la geologia di quadro. Lo studio, cioè, attinge, non solo, ma prima di
tutto, alle ricerche pubblicate e comunque disponibili e fa riferimento alla cartografia geologica
ufficiale.
Lo “Studio della componente....”, deve dunque fornire la migliore sintesi ragionevolmente possibile
ed avviare un processo nello spirito della legge 15, cioè dell’implementazione delle conoscenze e
della loro revisione periodica. Non si tratta infatti solo di processi geologici naturali, governati da
tempi geologici, ma della interazione di questi con la dinamica antropica. Senza considerare poi che
anche i processi geologici sono estremamente variabili e mutevoli attualmente. Lo si potrà
constatare considerando l’evoluzione rapida dei fenomeni di subsidenza, dei fenomeni climatici e
della alluvioni lacustri, della franosità del territorio, delle trasformazioni sui corsi d’acqua, delle
variazioni rapidissime delle caratteristiche quali-quantitative delle falde, ecc.
.
1.0.2. Metodi
Per la serie di motivi e di ragionamenti sopra esposti, il presente lavoro è stato realizzato non solo
con l’obiettivo di adempiere a quanto strettamente previsto dalla norma, ma per rappresentare un
punto di partenza, non tanto nella conoscenza geologica specifica, che già altri detengono, ma nella
organizzazione e utilizzazione dei dati nel tempo da parte dell’ente pubblico, con capacità di
aggiornamento e rielaborazione periodiche a breve frequenza. Che è poi lo spirito della lr 12/05
applicato anche al settore in oggetto.
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Considerata la molteplicità delle tematiche e la impossibilità, già ricordata, a trattarle tutte con
l’approfondimento di uno studio settoriale, sembra opportuno rendere elaborazioni e conclusioni più
esplicite e trasparenti possibile, mettendo a disposizione tutte le informazioni di base raccolte,
affinché esse possano costituire sia patrimonio comune, come è dovere dell’ente pubblico, sia base
implementabile nelle occasioni successive e non patrimonio nascosto e da ricostruire ex novo ogni
volta. Questa è infatti una delle critiche più forti che si possono muovere agli studi geologici per la
pianificazione: sono pensati per fornire una soluzione tecnica minima e contingente, mentre il loro
compito è sì riconoscere i rischi di oggi, ma soprattutto mettere in condizioni il sistema di governare
il territorio sulla base di adeguate conoscenze e adeguata coscienza geologica.
Il modo più proprio per attivare un sistema implementabile è certamente quello di cercare di
ricondurre le informazioni in un Sistema Informativo Territoriale complesso, in cui i dati nuovi, le
variazioni di valutazione e le analisi specifiche possono integrarsi rimanendo comprensibili e
fruibili. Un esempio di questo processo, in stadi successivi, è l’aggiornamento dello stato del
Dissesto PAI.
Il presente lavoro cerca, limitatamente ai compiti ricevuti, di fornire più strati informativi distinti
possibile e tutti i dati raccolti, per ora organizzati in documenti cartacei, file di testo o tabelle, più
che in banche dati vere e proprie.
Le parti e/o gli argomenti che già ora potrebbero essere aggiornati o integrati o perfezionati per
precisione e qualità sono diverse, ma sono anche molte le informazioni raccolte presso il Comune,
altri enti e i privati, tali da costituire una buona base di partenza, se abbinate a buone pratiche
gestionali e procedure certe di utilizzazione e miglioramento. Di queste procedure, alcune delle
quali dipendono dai compiti che già la legge assegna agli enti locali, si fa qualche cenno nella
premessa alle Norme di Fattibilità Geologica (Norme di Carattere Generale), ma si auspica che
possano essere riviste, ampliate e raccolte in un manuale di gestione dell’informazione geologica
alla scala locale.
Preme sottolineare che lacune evidenti nei sistemi di raccolta e gestione delle informazioni
ambientali esistono a tutti i livelli, soprattutto a quelli inferiori, in particolare provinciali e
comunali. Si è dovuto prendere atto di ciò riguardo alle cave, soprattutto quelle cessate, e alle aree
degradate, riguardo alle banche dati idrogeologiche, quali-quantitative e geografiche, molto
scadenti; ai fenomeni di inondazione e dissesto; alla conoscenza dell’immediato sottosuolo in
genere, riguardo al quale potremmo disporre di molte informazioni se esistessero i PUGSS e le
banche dati sottosuolo; e cosi in altri settori.
Tutto considerato, sembrerebbe che l’ente locale, a cui è demandato il compito, con notevole o
totale autonomia, della pianificazione urbanistica e non solo, non possa non conoscere tutti gli
aspetti dello stato di fatto ambientale e geologico, gestendo in proprio o in collaborazione con altri
tutte le informazioni geologiche (s.l.) che riguardano il suo territorio e che gli consentono il
responsabile controllo di questo.
Tutto ciò considerato e con queste intenzioni, si è proceduto con i seguenti criteri:
Raccolta dei dati più ampia possibile, da fonti pubbliche e private, protratta per tutta la durata
dello studio e ancora certamente incrementabile
Contatti per la messa a disposizione di documentazione non pubblicata e ricerche in corso
Presentazione e discussione delle fonti
Pubblicazione di tutti i dati raccolti
Integrazione dei dati con rilievi diretti e fotointerpretazione su più soglie cronologiche
Rifacimento, per elaborazione dati esistenti e nuovi dati, di tutte le carte di analisi e
sintesi/valutazione
Cartografia di tutti gli strati informativi utili nei formati GIS richiesti
Report ampio e completo di illustrazione delle fonti, delle metodologie e dei risultati, con più
allegati documentari
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1.0.3. Fonti
Il reperimento dei dati, fase sempre molto lunga e impegnativa di un lavoro come quello geologico,
si è protratta di fatto per tutto il tempo utilizzato e non può dirsi conclusa. Sono infatti ora evidenti
necessità ed opportunità informative rimaste inizialmente poco distinte o sottovalutate.
In ogni caso, le principali fonti di informazione vengono qui “classificate” per tipo e per materia.
Prima, però, sembra opportuno sottolineare alcuni aspetti particolarmente problematici relativi alla
informazione/documentazione tecnica. Non diversamente da altri casi, anche in questa situazione
specifica si è dovuto prendere atto della scarsa considerazione in cui sono tenuti i dati geologici
(s.l.) e della carenza di una azione coordinata di archiviazione e riutilizzazione degli stessi. Lo
dimostra l’impegno che si è dovuto dedicare, prima ancora che alla raccolta dei dati, alla
individuazione dei luoghi e strutture della loro detenzione e alle lacune tuttora certamente
conservatesi nella ricerca delle fonti. Si è incontrata, quasi sempre disponibilità alla collaborazione,
ma nell’ambito di possibilità piuttosto frammentate, anche se, a questa situazione, hanno sopperito,
in diversi casi, le disponibilità e gli archivi “personali”.
La notevole raccolta di dati geotecnici effettuata a partire da sparsi archivi comunali (edilizia
privata, edilizia pubblica, grandi opere e studi, viabilità, VAS, bonifiche, PII, ecc), di altri enti (es.
Pedemontana) e privati (imprese o professionisti), potrebbe costituire un patrimonio di notevole
valore e utilità pratica, se organizzato, integrato ed elaborato anche ai fini del PUGSS.
Piuttosto carente il contributo delle strutture provinciali rispetto ad alcuni dei temi di competenza,
come la gestione delle risorse idriche in concessione. Il catasto dei pozzi per acqua è infatti limitato
e impreciso e per effettuare un censimento delle fonti idriche, la maggior parte peraltro ormai
chiusa, occorre rifarsi per Como ad archivi privati o ad un elenco ACSM non ufficiale e con dati
molto scarni. La Provincia inoltre non raccoglie i dati delle analisi delle acque sotterranee e ha
dichiarato di non disporre di informazioni sui principali episodi di inquinamento della falda. Un
contatto con ARPA e ASL per il reperimento di analisi di acque, ha originato risposte sconcertanti
riguardo alla possibile non autorizzabilità della fornitura dei certificati di analisi. Tornando ad
ACSM, si deve sottolineare la massima disponibilità operativa e informativa dei funzionari e degli
operatori contattati, sia nella fornitura dei dati in proprio possesso, sia per i sopralluoghi. Tuttavia
non esiste una catalogazione chiara e univoca di pozzi vecchi e nuovi e non esiste, in tutta Como,
una rete, seppur minima di punti certi di controllo piezometrico della falda.
Altro tema sconosciuto è quello delle cave cessate e delle aree degradate: sembrerebbe che non vi
sia nulla di organizzato e, del resto, nulla compare, per le cave, neppure nel “Catasto regionale delle
cave cessate”. Sul tema delle acque di superficie, si parte da zero con il Reticolo minore, poiché non
risultano stazioni idrometriche di misura su Breggia (in territorio italiano) e su Cosia e non si
dispone di una documentazione tecnica aggiornata sugli eventi alluvionali o sulle inondazioni
lacustri.
Sui dissesti idrogeologici, si è riscontrata la massima disponibilità e la competenza tecnica e
operativa della Provincia ( e del parco Spina Verde per la sua area) che ha messo a disposizione la
relazione di sintesi relativa allo “Aggiornamento della Carta dei dissesti” della Provincia, che
sembra più rivestire una funzione statistica e di studio, che di controllo capillare e censimento anche
dei piccoli fenomeni.
Per quanto riguarda le conoscenze più propriamente attinenti alla geologia, ci si affida tuttora,
prevalentemente, alle fonti scientifiche che fanno capo alla ricerca universitaria e ai programmi
Università-Regione Lombardia. Oltre a quanto pubblicato nel “geoportale” regionale
(www.cartografia.regione.lombardia.it/geoportale), le fonti principali di aggiornamento scientifico
relativo alla interpretazione geologica, in particolare alla stratigrafia, alla tettonica e al rilevamento
delle coperture quaternarie, sono rappresentate dai rilevamenti per la nuova Carta Geologica CARG
1:50K (collaborazione Regione – Università) e dalle ricerche scientifiche pubblicate e inedite. Per
l’area di Como si deve fare riferimento al Dipartimento Scienze della Terra della Università di
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Milano, in particolare al prof. A.Bini, e al Dipartimento di Scienze Chimiche e Ambientali della
sede comasca dell’Università dell’Insubria (prof.A.Michetti). Nell’ambito dei rilevamenti CARG,
sono anche stati pubblicati rapporti scientifici direttamente prodotti da ricercatori del Servizio
Geologico regionale.
Per quanto riguarda, infine, lo stato del dissesto idrogeologico, i cui dati provengono da molte fonti
diverse, in genere a scarsa compatibilità, occorre ricordare di nuovo il riferimento conclusivo, per
quanto parziale, alla cartografia dei dissesto secondo la legenda PAI; operazione che ha comportato,
come già ricordato, la selezione delle situazioni di dissesto principali e la proposta di
aggiornamento della cartografia dell’All.2 del PAI.
Infine si deve fare un accenno al problema cartografico. Sono state fornite, dall’ufficio SIT del
Comune, le fotografie aeree di voli storici, utilizzate con profitto per molti controlli, alcuni strati
informativi tematici e la cartografia di base del territorio di Como. L’assenza di una carta aggiornata
e definitiva, oltre che formalmente collaudata, ha posto molti problemi tecnici e ha costretto a
passare continuamente dall’uso di una base cartografica ad un’altra, riferendosi a mappe vecchie,
dotate di uno “strato quote” adeguato, per la morfologia delle aree non urbanizzate e alla nuova
base topografica per qualche verifica di congruità, senza dimenticare la base CTR Lombardia
1:10K, che però non è congruente con la nuova, non definitiva, carta tecnica comunale. Neppure
sempre è conveniente trasferire strati informativi di vecchie carte (es. lo strato quote), sulla nuova,
perché questi non sarebbero congruenti con altri elementi del disegno e non sono identificate per
tipologia (es. terreno o edifici ecc.). Si sono operati, nei limiti del possibile gli aggiustamenti
necessari, sapendo però che la se la Fattibilità Geologica risulterà congruente con la CTR, cosa
richiesta dalla Regione, non potrà esserlo perfettamente con la nuova base topografica, o con quella
del 1994, e viceversa.
Riguardo alle fonti e alle collaborazioni, si veda la tabella seguente che cita uffici e tecnici
contattati per ottenere specifiche serie di dati. A tutti quanti sono citati, e ad altri eventualmente
dimenticati, con i quali ci scusiamo, va il ringraziamento per la collaborazione prestata.
Naturalmente, a queste fonti specifiche, vanno aggiunte quelle identificabili complessivamente
come SIT regionale e come Autorità di Bacino del Po (PAI, ecc.).
tema - dato ente - ufficio contatto – riferimento
indagini geotecniche Comune Como – edilizia
privata
geom. Marco Paramento,
geom. Luca Montagner
indagini geologiche e
geotecniche
Comune di Como – viabilità,
opere pubbliche
ing. Antonio Ferro,
ing. Andrea Zuccalà
indagini geotecniche professionisti - imprese dott. Carlo Lurati (Geocipo),
dott. Silvano Della Torre
(Acqua Service)
cartografia, carte storiche, SIT,
strati aree rispetto pozzi, reti
acquedotto, fognatura, ecc.
Comune di Como - cartografia arch. Bruno Pizzolante,
ing. Giorgio Zamboni
dati geologici e geotecnici Comune di Como - bonifiche geom. Graziano Massicci,
Annamaria Silvia
carte storiche, dati geologici in
VAS e PII
Comune di Como -
urbanistica
arch. Patrizia Rini,
Laura Gaverini
studi geologici, rapporti
Università, reticolo idrico, ecc.
Comune di Como - reti
infrastrutture
ing. Antonio Viola,
ing. Ciro Di Bartolo
studi tecnici VAS Ticosa Comune di Como - ambiente dott. Sara Geromin
dati meteorologici Comune di Como – stazione Salvatore di Martino
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meteo
dati grande derivazioni idriche STER Como dott. Emanuele Belloni
dati geologici inediti -
pubblicazioni
Università di Milano –
Dipartimento Scienze della
Terra
prof. Alfredo Bini
dati geologici inediti,
pubblicazioni
Università Insubria –
Dipartimento Scienze
Chimiche e Ambientali
prof. Alessandro Michetti,
dott. Franz Livio. dott.ssa
M.Francesca Ferraio
catasto pozzi e analisi Provincia di Como dott.ssa Silvia Tavecchia
dott.ssa Pasqualina Del Curto
dati dissesti, censimento Provincia di Como dott. Franco Binaghi,
dott. Davide Semplici
relazioni idrogeologiche, studi
pozzi, dati prelievi, ecc.
ACSM-AGAM sig. Piergiuseppe Marelli e
collaboratori
analisi fisico – chimiche ACSM-AGAM dott.ssa Paola Roncoroni
studi e carte Piano Geologico Ente Parco Spina Verde dott. Franco Binaghi,
dott. Vittorio Terza
accesso pozzi privati Stamperia di Lipomo spa,
Lechler spa, MCM spa, AMSA
spa, Borsi Franchi, Opera Don
Guanella Casa di Gino,
Demanio FFSS Staz. Albate,
Komar srl, Meta spa, ecc.
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1.0.4. Riferimenti bibliografici
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663
1.1. Note sul clima del territorio di Como
1.1.1. Inquadramento climatico
Il territorio del Comune di Como ricade nel cosiddetto mesoclima Insubrico. In generale il clima è
di tipo continentale, anche se fortemente mitigato nei caratteri di continentalità dalla vicinanza del
Mediterraneo e soprattutto dalla presenza dei laghi prealpini.
Il mesoclima insubrico fa parte dei 3 mesoclimi (padano, alpino e insubrico) che caratterizzano
l’intera Regione Lombardia. Ad essi può anche essere aggiunto il mesoclima urbano, visto il peso
sempre maggiore che urbanizzazione e antropizzazione del territorio hanno sui caratteri climatici: le
aree urbane si differenziano rispetto a quelle rurali circostanti per temperature sensibilmente
superiori (“isola di calore”); alterati sono anche i livelli di precipitazioni, di umidità, vento e
radiazione solare.
La pianura padana è caratterizzata da un clima relativamente uniforme, con piogge limitate (da 600
a 1000 mm annui), ben distribuite nell’anno e temperature medie annua tra gli 11 e i 14° C. In
inverno l’area padana è in genere caratterizzara da un clima stabile, con scarsa probabilità che si
verifichino perturbazioni molto intense.
Il clima della regione dei laghi (insubrico) si differenzia a causa del ruolo delle masse d’acqua dei
laghi che limitano gli abbassamenti termici invernali (2° C circa di differenza rispetto alla pianura e
minor numero di giorni di gelo nel corso dell’anno). L’area dei laghi presenta in particolare una
notevole abbondanza di precipitazioni generalmente concentrate nel periodo giugno-luglio e nel
periodo autunnale.
Il periodo primaverile risulta più dinamico rispetto alla pianura e caratterizzato da periodi piovosi di
una certa entità, che assumono caratteri più intensi all’avanzare delle stagione. Nel periodo estivo
infatti l’attività temporalesca si intensifica risultando in fenomeni precipitativi, talvolta anche molto
intensi. Il periodo autunnale risulta comunque quello più favorevole all’innescarsi di condizioni
meteorologiche che possono dare luogo a precipitazioni di entità anche molto rilevante con
conseguenti possibili eventi di esondazioni torrentizie e inondazioni lacustri.
Nello specifico l’area del Comune di Como è fortemente influenzata dalla vicinanza del lago e delle
Alpi: fattori importanti sono l’abbondanza di precipitazioni e l’azione delle masse d’acqua del lago
che contiene gli abbassamenti termici invernali e mitiga la calura estiva. Altri elementi caratteristici
della zona sono la scarsità delle nebbie e le presenza di venti locali caratteristici (es. brezze di lago).
Il mesoclima dell’area di Como è caratterizzato da temperature medie annue relativamente uniformi
(con minori escursioni rispetto all’area padana), che variano fra 12 e 14 gradi °C (14.3 °C a Villa
Gallia, 14.0 °C a Villa Geno, 13.8 °C a Minoprio, 12.9 a Erba e 12.2 a Olgiate Comasco), mentre la
piovosità media annua cresce gradualmente da sud verso nord-est, fino a massimi precipitativi nella
zona confinante con i Comuni di Cernobbio, Blevio, Brunate e Tavernerio (si veda figura 1.1).
La distribuzione delle precipitazioni nel corso dell’anno mostra due massimi, uno principale, e
talvolta prolungato, che puo’ verificarsi da Agosto fino a Ottobre-Novembre, ed uno secondario in
Aprile o Maggio. La ventosità, generalmente ridotta, può subire sensibili accentuazioni in
coincidenza dei fenomeni di foehn alpino o di particolari condizioni depressionarie o temporalesche
ed è caratterizzata da venti caratteristici del lago di Como (“Tivano” e “Breva”).
664
fig. 1.1 Carta delle precipitazioni medie annuali per l’area limitrofa al Comune di Como (dati
spazializzati).
L’area centrale del Comune di Como, sembra essere caratterizzata da un clima con caratteri urbani:
le temperature sono infatti superiori a quelle delle aree rurali limitrofe. Ad esempio per la stazione
di Villa Gallia (201 m.s.l.m.) la temperatura media annuale e’ di 14.3 °C, mentre per le stazioni
limitrofe di Minoprio (380 m.s.l.m), Olgiate Comasco (400 m.s.l.m.) ed Erba (320 m.s.l.m.) la
temperature e’ normalmente piu’ bassa (anche a casue delle diverse quote) e rispettivamente di
13.6, 12.2 e 12.9 °C.
Fonti dei dati
Per l’analisi di dettaglio del regime termopluviometrico del Comune di Como sono state utilizzate
le serie giornaliere ed orarie disponibili per le stazioni meteorologiche di Como Villa Gallia, Como
Villa Geno, Olgiate Comasco, Vertemate con Minoprio, Erba (Fonte ARPA Lombardia) e del
Comune di Como (Municipio).
La stazioni meteo sono di tipo automatico, dispongono di differenti sensori (pluviometro,
termometro, anemometro, radiometro, sensore di umidità relativa) e coprono periodi di
monitoraggio piu’ o meno estesi dal 1988 al 2010, ma non significativi alla scala secolare.
665
fig. 1.2 Stazioni meteorologiche limitrofe al Comune di Como
1.1.2. Il Regime Pluviometrico
Dall’analisi delle serie meteorologiche di precipitazioni giornaliere disponibili si ricava come nel
Comune cadono mediamente 1200-1300 mm di acqua all’anno (Dati per il periodo 1988-2009).
Gli anni più piovosi in assoluto risultano il 2000 e il 2002, rispettivamente con 1855 e 1877 mm di
pioggia annua. Il minimo assoluto registrato nella stazione di Minoprio, che presenta la serie
precipitativa più estesa nel tempo, è di soli 711 mm di pioggia nel 1998; si può osservare come
negli ultimi anni le precipitazioni totali annuali sono tendenzialmente inferiori alla media, anche se
il 2008 evidenzia una netta inversione di tendenza, in parte mantenuta nel 2009 e confermata nel
2010.
fig.1.3 Precipitazioni totali annuali (dal 1988 al 2009 per l’area di Como)
666
fig. 1.4 Precipitazioni mensili per gli anni 2000, 2002 e 2010
La distribuzione delle precipitazioni durante l’anno è caratterizzata da un andamento abbastanza
uniforme, anche se normalmente le piogge si concentrano nei mesi primaverili e estivi autunnali. I
mesi più piovosi in assoluto sono Aprile, Maggio, Settembre, Ottobre e Novembre e, di poco
inferiori, Giugno e Agosto. Il massimo mensile dell’anno si verifica più frequentemente in
Novembre. I massimi assoluti si sono verificati nel Novembre del 2002 con un evento eccezionale
di 506 mm e nel Novembre del 2000 con 442 mm.
Anno
Mese 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Media
Gen 262 2 35 66 55 7 144 36 109 72 42 81 1 150 33 54 53 0 29 63 150 69 69
Feb 54 124 12 3 34 28 90 93 24 4 25 19 5 61 192 11 139 77 9 14 43 44 50
Mar 81 23 9 84 63 61 44 20 7 48 8 61 22 238 77 7 77 66 41 33 61 91 56
Apr 72 432 119 45 176 89 108 60 31 25 126 49 193 59 49 48 184 69 14 14 216 289 112
Mag 190 43 94 108 99 105 140 176 38 24 85 46 113 73 276 49 170 50 197 166 157 41 111
Giu 189 127 174 69 174 99 16 88 87 192 81 70 78 91 86 65 20 17 207 155 127 135 107
Lug 66 155 70 62 213 135 43 63 59 29 70 90 215 106 205 33 55 81 12 13 100 79 89
Ago 54 75 107 0 179 91 47 108 224 74 28 98 215 201 200 65 117 107 161 133 22 54 107
Sett 22 108 17 218 190 317 149 174 58 2 107 159 120 154 107 1 40 150 178 173 23 122 118
Ott 164 10 251 136 207 237 87 26 178 20 116 151 341 155 67 1 144 49 26 23 2 85 112
Nov 1 70 137 82 30 73 154 75 204 119 7 107 442 39 506 0 154 46 140 59 101 183 124
Dic 78 43 92 1 119 3 34 101 97 129 17 63 141 2 79 75 131 8 6 147 135 72
Totale 1233 1212 1118 874 1540 1246 1057 1019 1116 739 711 993 1885 1331 1877 335 1228 843 1023 851 1150 1329 1123
tab.1.1 Medie mensili per il periodo 1988-2009 per la Stazione di Minoprio
1.1.3. Il Regime Termometrico
Anche per le temperature sono state utilizzate le serie meteorologiche disponibili per le stazioni di
Como Villa Gallia, Como Villa Geno, Olgiate Comasco, Vertemate con Minoprio ed Erba (Fonte
ARPA Lombardia).
La temperatura media annuale derivata dalle serie meteo per il periodo 1998-2009 è di 13.6°C,
anche se le varie stazioni sono caratterizzate da temeperature medie annuali abbastanza
diversificate. Per la stazione di Villa Gallia a Como (201 m.s.l.m.) la temperatura media annuale è
667
di 14.3 °C, mentre per le stazioni limitrofe di Minoprio (380 m.s.l.m), Olgiate Comasco (400
m.s.l.m.) ed Erba (320 m.s.l.m.) la temperature è normalmente più bassa (anche a causa delle
diverse quote) e rispettivamente di 13.6, 12.2 e 12.9 °C; valori purtroppo riferiti a serie temporali
non sempre sovrapposte.
Dall’analisi delle serie, i mesi più caldi risultano Luglio e Agosto (mediamente il più caldo in
assoluto), con temperature medie mensili rispettivamente di 23.6, 23.9 °C. Il massimo mensile
assoluto è dell’agosto 2003 con 28,3°C. Il mese generalmente più freddo è Gennaio con una minima
media mensile di 3,2°C e talvolta Dicembre (t minima media mensile di 3,7°C). Il mese più freddo
è stato il Gennaio del 2006 con 0,9°C.
La temperatura massima assoluta giornaliera di 38,0 °C è stata rilevata nel Luglio del 1998 (stazione di Minoprio), mentre la minima assoluta giornaliera di – 11,8°C è stata rilevata a Marzo del 2005 (stazione di Olgiate Comasco).
fig.1.5 Temperature medie mensili (stazione di Como Villa Gallia 2009)
Mese T min T med T max T min ass T max ass T min T med T max T min ass T max ass T min T med T max T min ass T max ass T min T med T max T min ass T max ass
Gen 2.3 -1.5 7.4 -11.4 23.6 1.9 4.3 7.4 -4.5 23.5 1.5 4.0 7.4 -4.4 23.8 0.2 4.0 7.7 -8.0 20.0
Feb 3.3 -1.4 9.0 -8.8 19.2 2.5 5.7 9.8 -4.2 20.6 2.4 5.3 9.0 -3.0 18.9 1.1 5.9 10.7 -10.0 25.0
Mar 7.3 2.0 13.0 -11.8 25.4 6.0 9.8 14.6 -5.7 25.1 5.7 9.2 13.6 -5.1 25.8 4.8 10.0 15.2 -4.3 27.0
Apr 12.0 6.3 17.8 -1.4 27.0 9.5 13.5 18.5 1.3 28.7 9.3 12.9 17.4 1.2 27.5 7.4 12.6 17.8 -1.6 30.0
Mag 15.8 10.2 21.6 0.4 32.1 14.6 19.0 24.4 7.7 35.2 13.5 17.3 21.9 4.8 32.4 12.3 18.1 23.9 3.0 36.0
Giu 19.7 14.2 25.8 5.8 33.0 18.0 22.8 28.5 10.1 37.7 17.7 21.5 26.3 9.6 34.3 14.7 20.9 27.0 0.0 37.0
Lug 21.6 15.7 28.2 8.0 35.0 19.7 24.6 30.4 12.8 36.7 19.8 23.8 28.7 13.4 35.3 17.2 23.6 29.9 9.0 38.0
Ago 20.4 15.2 26.9 7.8 32.1 19.1 23.3 28.6 11.7 35.4 19.1 22.7 27.4 11.7 37.6 18.1 23.9 29.8 8.0 37.0
Set 16.8 12.1 22.9 4.0 30.6 15.7 19.2 24.0 7.9 32.7 15.7 18.9 23.4 1.2 31.5 13.3 18.6 23.8 2.9 35.5
Ott 12.7 8.9 18.0 -1.7 24.3 11.7 14.3 18.2 3.0 26.4 10.8 13.5 17.2 3.0 26.3 9.8 14.0 18.2 1.0 33.0
Nov 7.5 3.8 12.2 -6.2 20.4 6.6 8.9 11.7 -0.7 18.9 6.9 9.1 12.0 -0.8 20.0 4.4 8.3 12.2 -8.0 23.0
Dic 2.7 -1.0 8.1 -11.7 20.9 2.7 4.9 7.7 -9.1 18.5 2.9 5.1 7.9 -8.0 17.6 0.2 4.0 7.8 -9.8 18.6
Tot 11.8 7.0 17.6 -2.3 27.0 10.7 14.2 18.7 2.5 28.3 10.4 13.6 17.7 2.0 27.6 8.6 13.6 18.7 -1.5 30.0
Min 2.3 -1.5 7.4 -11.8 19.2 1.9 4.3 7.4 -9.1 18.5 1.5 4.0 7.4 -8.0 17.6 0.2 4.0 7.7 -10.0 18.6
Max 21.6 15.7 28.2 8.0 35.0 19.7 24.6 30.4 12.8 37.7 19.8 23.8 28.7 13.4 37.6 18.1 23.9 29.9 9.0 38.0
Olgiate Comasco Como Villa Gallia Como Villa Geno Vertemate con Minoprio
tab.1.2 Temperature medie mensili per l’area di Como
L’escursione termica annuale, definita come differenza fra la temperatura media del mese più caldo
e quella del mese più freddo, per la citta’ di Como è di circa 20°C.
668
1.1.4. Le esondazioni del lago
Precipitazioni particolarmente intense e prolungate nel tempo possono portare il Lago di Como a
superare la soglia di esondazione, dando luogo a inondazioni più o meno importanti dell’area della
città storica.
Un elenco degli episodi di inondazione più importanti, con allegate informazioni minime reperibili,
è riportato all’Allegato D4.
Il periodo più spesso interessato da fenomeni più o meno intensi e prolungati di esondazione è
quello compreso tra i mesi di settembre e ottobre. La stazione di Vertemate con Minoprio, unica per
la quale sono disponibili dati per il 1993, anno di una importante inondazione autunnale, ha
misurato 317 mm a Settembre e 237 mm a Ottobre per un totale di 554 mm in solo 2 mesi. In
particolare il 24 settembre 1993 sono caduti 113 mm preceduti da 66 mm nel giorno precedente e di
22 mm nel successivo.
Più recentemente altre situazioni critiche con eventi di esondazione si sono verificate nel luglio del
2008 e nel maggio del 2010. In questi periodi sono caduti rispettivamente 380 mm e 435 mm nel
perido precedente l’esondazione. Particolarmente intense sono state le precipitazioni nel maggio del
corrente 2010: nel mese sono caduti 362 mm e 216 mm si sono concentrati nel periodo fra il 7 e il
14 maggio.
Stazione Mese Tot Max gg Max orario Max consecutivo Giorni
Villa Gallia
giu-2008 165 38.2 15 127 16 gg
lug-2008 193 68.4 26.6 128 4 gg
Villa Geno
giu-2008 201 40.6 17.6 150 14 gg
lug-2008 191 72.6 26.2 128 4 gg
Villa Gallia
apr-2010 75 27.2 4.6 35 2 gg
mag-2010 219.4 42.2 15.2 192* 12 gg
Villa Geno
apr-2010 72 30.4 4.6 36 3 gg
mag-2010 362.6 111.2 22 216 8 gg
* dati parziali
tab.1.3 Caratteristiche principali delle precipitazioni nei mesi precedenti le ultime esondazioni o rischi di
esondazione a Como negli anni 2008 e 2010
Mese Max Valore Cumulato su 24h Max Valore orario
Villa
Gen
o
Gen 52.8 8.8
Feb 65.8 7.4
Mar 41.4 8.2
Apr 67.2 14.2
Mag 111.2 22
Giu 45 20.6
Lug 74 26.8
Ago 68.6 35.2
Set 105.2 30.6
Ott 65.2 23.6
Nov 96.8 22.8
Dic 55.4 9
Totale 111.2 35.2
669
Villa
Ga
llia
Gen 58.6 7.2
Feb 52.4 9.2
Mar 46.6 7.6
Apr 59 13.2
Mag 71 22.2
Giu 61.2 43.8
Lug 78.2 38.2
Ago 81.8 37.6
Set 94.6 29.2
Ott 76 17.6
Nov 110.6 18.6
Dic 59 7.6
Totale 43.8 110.6
tab. 1.4 Massimi giornalieri e orari per le stazioni di Villa Gallia e Villa Geno a Como.