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Istituto Statale Superiore “G.B. Rubini” Romano di Lombardia (BG) Classe 2ª O.T. Anno Scolastico 2014/15 L’agricoltura di ieri e di oggi tra Le erbe, le piante e i frutti dimenticati lungo il percorso dei Santi Itinerario didattico-scientifico del progetto “Dalla scuola al territorio” Unità formativa classe 2 a OT

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Istituto Statale Superiore “G.B. Rubini” Romano di Lombardia (BG)

Classe 2ª O.T. Anno Scolastico 2014/15

L’agricoltura di ieri e di oggi tra

Le erbe, le piante e i frutti dimenticati

lungo il percorso dei Santi

Itinerario didattico-scientifico del progetto “Dalla scuola al territorio” Unità formativa classe 2a OT

Presentazione Collaboratori

Curiosità botaniche e non solo Asperti Tommaso

Itinerario (disegno) Bettani Martina

Hammani Najwa

Il paese dei frutti dimenticati lettera al Sindaco

Forlani Greta

Lucini Chiara

Busetti Laura

Ricetta della marmellata, ricette con le erbe

Sghayer Sanaa

Rkhiss Bouchra

Elenco dei frutti, erbe, alberi e arbusti

Ndiaye Amy Ololulo

Thiao Diarra

Demaj Mergesa

Itinerario al computer Esisti Gabriele

Maccarani Marco

Abira

Ndiaye Sonia

Interviste Ingravallo Martina

Sorrentino Sara

Saidi Siham

Collaborazioni esterne Le famiglie Aglioni

dell’azienda Bandiera, Il sig. Lamera e la sua azienda, l’alunna Pedretti Silvia della 3a AFM

Isaia Conti e le guardie ecologiche del parco Serio

Il gruppo sportivo per Romano con i sigg. Masotti e Colombo

Il dott. Bonfanti e il consorzio del parco Serio

Fotografie e impaginazione grafica

Fabio Giurdanella

Preparazione Ufc e revisione dei testi

Maria Poliseno

proff. Parisi, Paternò

Vivandieri Sig.ra P.Patelli e DSGA sig. F. Murro

Coordinatori

proff. M. Poliseno e G. Nava

Da tempo il nostro Istituto programma

attività parallele alle classiche lezioni

frontali: esercitazioni in laboratorio e sul

campo, itinerari didattici, visite a impian-

ti, partecipazione a eventi, raccolta diffe-

renziata in Istituto. Da alcuni anni le at-

tività sono state raccolte in unico progetto

denominato “Dalla scuola al territorio”,

di anno in anno rivisto e integrato. Gli

obiettivi sono ovviamente legati ai conte-

nuti delle scienze integrate e ampliati a

temi attuali come lo sviluppo sostenibile

e la conoscenza del territorio. In relazione

alle innovazioni didattiche e alla riforma

le attività sono diventate un’ottima risor-

sa per programmare unità formative co-

muni e progetti dell’alternanza scuola-

lavoro.

Quest’anno, in occasione di Expo 2015,

alle attività classiche del percorso, detto

“dei Santi”, abbiamo aggiunto altri spunti

e le seguenti pagine ne raccontano il “dia-

rio” .

Il presente lavoro è diventata Unità For-

mativa della classe 2ª Op. Turistico.

Introduzione Il percorso dei Santi da diversi anni fa parte delle attività dell’Istituto, esso ci permette di fare una

passeggiata senza usare mezzi, di conoscere il nostro territorio e approfondire diverse tematiche ol-

tre a quelle ambientali ad esempio quelle storiche e architettoniche, tematiche utili per predisporre

unità formative comuni. Nel primo opuscolo dedicato al percorso, avevamo presentato i principali

punti di interesse dell’itinerario, nelle attività dello scorso anno abbiamo aggiunto le visite alle

strutture interne delle due chiesette e al lago di cava detto Nettuno, quest’anno in occasione di

EXPO abbiamo dedicato due mesi di lavoro, da ottobre a novembre 2014, per affrontare la tematica

delle erbe, dei frutti, delle piante, partendo dall’area verde del nostro Istituto per arrivare a quella

dell’orto botanico del Consorzio Parco Serio, dove erbe, frutti e piante la “fanno da padrone”.

L’orto botanico è stato infatti chiamato il “Giardino dei frutti dimenticati” e dedicato al compianto

sindaco di Romano di Lombardia Giuseppe Longhi. Le attività si sono concentrate, oltre alle osser-

vazioni botaniche, sulla raccolta delle mele in quanto nell’orto sono collocate le piante di un certo

interesse destinate all’abbattimento ed in particolare alcuni meli di varietà diversa. Alla conclusione

delle attività, con l’aiuto delle guardie e dei volontari del Gruppo Sportivo per Romano, abbiamo

preparato una marmellata con i frutti raccolti e che ha fornito il dessert per il nostro “menù nella

storia” secondo il palinsesto del video presentato al concorso per Expo. Durante il percorso inoltre

siamo stati ospitati in due aziende per conoscere, anche se in modo limitato e superficiale,

l’agricoltura di oggi. Il tutto è descritto dagli alunni nel presente opuscolo che non vuole essere un

manuale botanico, (basta cercare su Internet per trovare tutto), ma un semplice diario dell’attività di

venticinque alunni.

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Il prologo: l’area verde della scuola

L’area verde della scuola è quello che rimane del giardino di una villa ottocentesca, e in attesa che

qualche alunno particolarmente ispirato si prodighi nelle ricerche storiche, riporto alcuni concetti

presentati agli alunni nelle esercitazioni svoltesi sul campo.

Flora, piante autoctone piante alloctone, distinzione tra le piante dioiche e monoiche.

Ci siamo limitati, per ora, a distinguere le erbe, le rampicanti, gli arbusti e gli alberi. Parecchi anni

fa era stato eseguito in particolare monitoraggio delle specie presenti, quest’anno abbiamo osservato

le specie più importanti: il filare di aceri campestri all’ingresso con le samare, il noce e i suoi frutti,

la grande quercia, i frassini, il fico, i ciliegi, altri alberi da frutto e i bagolari. Rimane da citare la

presenza di un orto che attende un progetto di ripristino, ostacolato dalla mancanza di approvvigio-

namento idrico e infine che per le dimensioni, l’area può essere considerata come “bosco” e merite-

vole di essere salvaguardata.

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La prima uscita: le aziende e l’orto botanico: 7 Km Siamo partiti da scuola alle 8.30 per recarci alla “cascina” Ban-

diera, dove abbiamo intervistato il sig. Eraldo Aglioni che ci ha

spiegato come funziona la sua azienda agricola e quali animali

vengono allevati; ci ha mostrato i tori, i maiali e i cani da caccia.

Dopo poco la sig.ra Aglioni ci ha accompagnati in casa e ci ha

presentato il padre signor Angelo, che si è gentilmente fatto inter-

vistare raccontandoci un po’ della sua vita nella fattoria. La tappa

successiva è stata all’azienda Lamera, dove abbiamo conosciuto il

signor Giuseppe Lamera, di 81 anni, che ci ha parlato della sua

vita nella cascina e ha offerto latte fresco per lo spuntino. In ca-

scina si allevano mucche da latte. Abbiamo proseguito il nostro

viaggio diretti all’Orto Botanico, dove ci hanno accolto i signori

Colombo e Conti che hanno mostrato le piante dell’Orto che rias-

sumono in un breve spazio la flora del Parco e riconosciuto e de-

scritto qua e là i “frutti e le erbe dimenticate” presenti. Particolare

è l’area dedicata al recupero di alberi di un certo interesse che non

avrebbero fatto una buona fine se il Parco e il gruppo di volontari

non si fossero prodigati a ripiantarle nell’Orto. Durante l’uscita

abbiamo raccolto diversi kg di mele, il “piatto forte” dell’Orto e

altri frutti che alcune compagne hanno elencato e descritto.

1°Tappa: L’azienda Bandiera dei sigg. Aglioni

Durante questa prima tappa abbiamo avuto modo

di conoscere e approfondire la storia e il lavoro

che svolge il sig. Antonio Aglioni, di 91 anni, in-

sieme alla sua famiglia da diverse generazioni os-

sia quello di agricoltore e allevatore. La famiglia

ha sempre coltivato mais, allevato maiali e ora to-

ri da carne e se, allora c'era un sostanziale guada-

gno e dei costi molto inferiori a quelli dei giorni

nostri ora le cose sono cambiate. Infatti, se per

esempio una trincia usata per lavorare costava

all'incirca 220 mln di vecchie lire a oggi costa sui

600 mln, circa 300.000 euro, inoltre il prezzo del

mais è calato quasi alla metà, dunque è un vero

sacrificio economico oltre alla fatica comportata

da questo lavoro così pesante.

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2° Tappa:

Cascina di San Rocco di Sotto del sig. Giuseppe Lamera. Nato nel 1933, il sig. Lamera lavora da

sempre e prima di andare a scuola era suo dovere mungere le mucche al fine di mettere in commer-

cio il latte, egli ci dice che ora ha un valore di 30 cent/l! Oggi il sig. Lamera alleva anche tori e col-

tiva granoturco che raccoglie due volte l'anno, inoltre pianta e raccoglie il verghetto, alimento per

gli animali e l’erba medica e non dimentichiamo le erbe di primavera come papaveri e piarette .

3°Tappa:

L'orto botanico, ossia una piccola area in cui

in piccolo spazio si possono ritrovare tutte

le piante presenti nel Parco e in cui vengono

raccolte anche tutte quelle piante, erbe e al-

beri definiti “dimenticati” . Qui abbiamo

avuto modo di conoscere il Isaia, guardia

onoraria del parco del Serio e il sig. Gio-

vanni anch'egli guardia e organizzatore delle

manifestazioni in particolare di quelle eno-

gastronomiche del “Gruppo Sportivo per

Romano”. In questo incontro ci è stata per-

messa la raccolta di mele selvatiche al fine

di confezionare una marmellata.

Successivamente siamo arrivati all'argomento più importante

cioè i frutti dimenticati che inoltre abbiamo avuto modo di vede-

re ossia: le mele selvatiche, le nespole, gelsi, che daranno i frutti

a giugno, l’azzeruolo, viburno, nocciolo, sambuco, uva spina,

prugnoli. Oltre ai frutti dimenticati ci sono anche le erbe in cui

possiamo ricordare: il timo, la cicoria, l'erba limoncina, la parie-

taria e il farinaccio infine abbiamo potuto osservare altri arbusti:

il ginepro con le sue bacche, il corniolo, il crespino, la fusaggine

e fra le piante che sono state salvate c’è addirittura un banano.

Lasciamo alle nostre compagne l’impegno di elencare tutte o quasi le piante viste…

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Il gelso, frutti tardo primaverili

Il raro frutto del ginepro

L’azzeruolo

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Planimetria dell’Orto Botanico di Romano, elaborata dalle guardia ecologiche

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Elenco del piante presenti nei filari dell’orto redatto dalle Guardie ecologiche

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Relazione per: agricoltura oggi

Pedretti Silvia, Alunna di 3AFM

Le colture principali attualmente sono: mais, loietto, triticale, sorgo, erba medica, frumento, panico.

Il Mais è la coltura di riferimento per le produzioni zootecniche e per il biogas. Il trinciato di mais

rappresenta la componente energetica prevalente tanto nelle razioni alimentari dei bovini che in

quella dei digestori… Si divide per la prima semina in ambienti fertili e irrigui, per la seconda se-

mina dopo Triticale o Loietto in ambienti fertili e irrigui, per la prima semina in ambienti di media

fertilità e per la prima semina con raccolte anticipate. Si semina nel periodo tra marzo e maggio

(tempo permettendo).

il Loietto è una coltura invernale da fienagione, la radice si espande nel terreno e raggiunge

un’altezza di 50 centimetri. Si semina nel periodo tra ottobre e novembre e si raccoglie ad aprile o

maggio sotto forma di “fieno maggengo”.

Il triticale è un prodotto che garantisce elevate performance e la capacità di superare stagioni a volte

molto rigide. Si semina nel periodo tra ottobre e novembre e lo si raccoglie a maggio e si utilizza

sotto forma di insilato.

Il sorgo si divide per fienagione, per granella e per biomasse. Si semina a maggio e si raccoglie a

agosto settembre sotto forma di insilato o fieno.

L’erba medica è un prodotto esclusivamente per fienagione, si semina tra settembre e marzo e si ta-

glia per il fieno secco da fine maggio a metà agosto.

Il Frumento è un prodotto invernale, si semina tra ottobre e novembre, lo si raccoglie a maggio sotto

forma di insilato o a giugno come granella.

Il Panico è un prodotto per fienagione, si semina tra settembre e marzo e lo si raccoglie come fieno

secco a fine maggio.

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La seconda uscita, km 5: la marmellata

In occasione di Expo ai nostri docenti è venuta la brillante

idea di coinvolgerci nelle preparazione di cibi con ricette

legate alla “cucina dimenticata” utilizzando erbe, frutti e

altri materiali … dimenticati. Avevamo la possibilità di cu-

cinare piatti caldi da consumarsi subito: riso, pasta, tartine,

uova e frittelle e altri tipi di pasti. Purtroppo la normativa

non è chiara per la preparazione dei cibi nell’ambito scola-

stico, perciò ci siamo limitati a preparare la marmellata di

“mele dimenticate”.

Siamo partiti da scuola alle 8.30, questa volta per recarci

all’Orto ma questa volta abbiamo cambiato percorso, prendendo una via più breve. Il materiale è

stato trasportato dal sig. Conti, Guardia ecologica onoraria che già ci aveva ospitato la volta scorsa

all’orto. Il tempo non ci assiste: pioggia! Arriviamo all’Orto Botanico alle 9.40. Il sig. Masotti,

nonché vigile in Romano e volontario del gruppo sportivo per Romano con l’infaticabile Giovanni

Colombo ci hanno assistito nella preparazione della marmellata

Questa preparazione è stata

fatta nella serra dell’orto bo-

tanico, dove precedentemen-

te avevamo raccolto le mele

anche se queste in realtà non

sono state utilizzate poiché

sono state mangiate TUTTE

dai professori! Per questo

motivo la sig.ra Patrizia col-

laboratrice scolastica nonché

nostra affezionata “zia” si è

impegnata nell’acquisto del-

le mele e degli altri ingre-

dienti gentilmente offerti

dall’Istituto.

La preparazione per la marmellata è iniziata tagliando le mele in piccoli spicchi. Nonostante la pre-

senza di uno sbucciatore meccanico non siamo riusciti ad utilizzarlo in quanto le mele si rompeva-

no. Messi gli spicchi nel pentolone con dell’acqua e con succo di limone in modo che la mela non

perdesse il suo colore chiaro.

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Abbiamo aggiunto 10 kg di zucchero, una piccola quantità di: chiodi di garofano, cannella e vani-

glia ed infine le bucce dei limoni rimasti. Un grosso fornello gas ci ha permesso di riscaldare per 3

ore. Ci siamo alternati a rimestare. Un’ora prima della fine della ricetta con un frullatore ad immer-

sione abbiamo amalgamato gli ingredienti. Ultima fase abbiamo versato il contenuto negli appositi

vasetti, sigillati e capovolti in modo da far uscire l’aria e creare il vuoto. Non abbiamo eseguito la

sterilizzazione in quanto la marmellata sarebbe stata consumata subito….

Il risultato che ci siamo portati a casa una marmellata di mele davvero buona.

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Le piante del percorso Abbiamo utilizzato un elenco predisposto da altri alunni per verificare con quelle censite da par-

tendo dal nostro giardino, lungo i percorsi e presenti all’orto botanico

Quercia Farnia – Quercus robur

Olmo – Ulmus minor

Pioppo nero – Populus nigra

Pioppo bianco – Populus alba

Acero campestre – Acer campestre

Pioppo tremolo – Populus tremula

Rovarella - Quercus Pubescens

Acero riccio – Acer platanoides

Ibridi americani (pioppi) – Populus canadensis

Salice bianco – Salix alba

Ontano nero – Alnus glutinosa

Sanguinello- Cornus sanguinea

Bianco spino – Crataegus monogyna

Sambuca- Sanbucus nigra

Salici arbustivi – Salix triandra (S. fragilis S. purpurea S. cinerea)

Indaco bastardo – Amorpha fruticosa

Noccioli – Corylus avellana

Ligustri - Ligustrum vulgare

Fussaggn – Eonimus europaeus

Spina cervini - Rhamnus catharticus

Pruni - Prunus spinosa

Cerneoli - Cornus mas

Viburni - Viburnum apulus e V.lantana

Elegno - Salix eleagnos

Caprifoglio peloso – Lonicea xylusteum

Ontano bianco – Alnus incana

Ginestrella - Gemista tinctoria

Ailanto - Ailanthus altissima

Gelso da carta – Broussonetia papyrifera

Caprifoglio giapponese – Lonicera japonica

Acero americano - Acer negundo

Buddleja - Buddleja davidii

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I frutti dimenticati o quasi

Ci siamo divertiti ad elencare i frutti che trovavamo in terra durante le nostre uscite partendo

dall’area verde del nostro istituto e in particolare nell’area destinata alle piante recuperate.

1. La noce è presente con un esemplare nel nostro istituto e

diversi lungo il percorso, ma nessuno più sembra racco-

glierle a parte quel morto di fame del nostro prof…

2. La ghianda. E’ commestibile, ma la mangiano i maiali e al-

tre bestiole; rare nel percorso, mentre un’enorme esemplare

è presente nell’area dell’istituto

3. Melograno il cui frutto ci è stato offerto da un professore

ormai in pensione, dalla pianta che cresce nel suo giardi-

no, adiacente al nostro Istituto

4. Il frutto del Bagolaro o spaccasassi diversi esemplari in Istituto e lungo il percorso. Noi non

sapevamo che i frutti sono commestibili.

5. Fitolacca, pare anche essa commestibile ma è più nota per l’inchiostro che si può ricavare

dai suoi frutti

6. Ligustro: le bacche sicuramente sono commestibili

7. Bacche del Biancospino: non ne sappiamo nulla

8. Melo cotogno presente con diversi esemplari nel reparto “accoglienza piante” all’Orto bota-

nico

9. Pero

10. Ciliegio: ovviamente solo la pianta….

11. Uva

12. Cachi

13. Nocciolo

14. Melo da fiore

15. Castagno

16. Albicocco

17. Pesco

18. Giuggiolo

19. Gelso i frutti arrivano a maggio

20. Zuccherini

21. Azzeruolo i frutti rossi sono in copertina tipico dell’area meridionale

22. Prugnolo :mangiabili a maturazione completa per il momento molto aspri

23. Mele di diverse qualità

24. Banano c’è anche un banano

25. Topinambur visibili i grandi fiori .E’ la Patata americana (portata degli Austriaci nel 700)

niente frutti di interesse ma si usa il tubero, stiamo aspettando che il compagno Esisti, come

da promesse, lo porti a scuola ….

Altri frutti suggeriti da Franco amico del prof esperto conoscitore delle colline bergamasche e delle

piante

Corbezzoli: tipico arbusto dell’area mediterranea si rinvengono alcuni esemplari nei nostri giardini

per scopi ornamentali, i frutti del Sambuco ottime esche , la nespola germanica, il lampone, il lam-

pone nano, le more di rovo, l’alchechengi un erbacea che fa dei bellissimi frutti a forma di lam-

pioncino arancione con al centro una prelibata ciliegina , il corniolo, la rosa canina dai frutti ricchi

di vitamina C commestibili d’inverno dopo le gelate, il pero corvino, l’uva spina, i ribes, i mirtilli,

le fragoline di bosco…. altri negli elenchi delle guardie ecologiche

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Alcune curiosità botaniche, ma non troppo

Le noci

Pa e nus, maià de spus! Quasi non le riconoscevamo ma sono noci quelle belle lustrate che trovia-

mo al supermercato, ma al naturale scure e ricoperte dal mallo.

Il mallo nero è la parte che ricopre la noce contiene un olio nero che sporca le mani e contiene an-

che una sostanza chimica chiamata juglone che non fa più crescere le altre piante.

Le noci fanno bene al cuore, anticolesterolo, fanno bene all’uomo perché sono vaso-dilatatori, fanno

bene per combattere il diabete, fanno bene alla pelle, sono dietetiche, sono anti -tumorali, conten-

gono arginina e vitamina B.

In laboratorio abbiamo estratto da esse un colorante scuro chiamato mordente utilizzato per colora-

re i legni chiari.

La noce è una angiosperma. Le noci costano fino a 7 euro al kilogrammo.

Topinambur

E’ chiamato anche patata o rapa americana. Il fiore si muove seguendo il sole come i girasoli. Il suo

organo di sopravvivenza è il tubero sotterraneo (patata). Può arrivare fino a un massimo di tre metri

di altezza. Il tubero è commestibile. In Italia è presente in tutte le regioni tranne in Sardegna. E’ pre-

feribile raccogliere la patata in autunno-inverno quando la pianta si secca, preferibilmente un attimo

prima di consumarlo. E’ utilizzato in farmacia contro il diabete, è diuretico, facilita la digestione e

rafforza l’organismo. Un alunno della classe aveva promesso che avrebbe portato un tubero lo stia-

mo ancora aspettando…

Samara La sàmara è un frutto secco, espanso a formare un'ala membranosa, atta a sfruttare la forza del ven-

to per una più ampia diffusione del seme contenuto. Tipica quella dell’acero

Biancospino

Ci sono diversi esemplari nel giardino della scuola è un arbusto o un piccolo albero molto ramifica-

to e dotato di spine. I frutti sono ovali, rossi a maturazione e con un nocciolo che contiene il seme.

L’albero delle farfalle, Buddleja davidii

Lo rivedremo fiorito nella primavera è un arbusto caducifoglio a rami arcuati dai fiori profumati che

attirano numerose farfalle.

Il gelso di via Dosso Pagano

Nel percorso che abbiamo affrontato accompagnati dai professori” abbiamo individuato una pianta

di gelso in via Dosso Pagano.

Il gelso è un albero da frutto secolare appartenente al genere Morus e alla famiglia delle Moraceae.

E’ diffuso in Asia, Europa e Nordamerica, ma le sue origini si riferiscono alla Cina orientale e cen-

trale e all’Iran. Il suo nome botanico completo è Morus celsa e comprende due varietà: il gelso

bianco (Morus alba L.) e il gelso nero (Morus nigra L.). Il primo, con frutti bianchi, venne introdot-

to in Europa con il baco da seta che si cibava delle sue foglie. Con l’introduzione delle fibre sinteti-

che però anche la produzione di gelso bianco andò via via scomparendo. Il gelso nero, con frutti di

colore omonimo o violaceo, è stato introdotto in Europa a partire dal Cinquecento. Isaia ci ha detto

che i frutti che maturano a maggio sono molto buoni ma bisogna non mangiare quelli esposti al so-

le, pare che causino effetti non desiderati nel nostro intestino.

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Le ricette del corso di “cucina economica”

Abbiamo digitalizzato le ricette proposte nel corso organizzato nell’Orto Botanico l’anno scorso

Risotto con parietaria

Ingredienti: Cime di parietaria

erba cipollina

cipolla

riso

burro

sale

grana padano

brodo.

Preparazione: Lavate accuratamente la parietaria, preparate un risotto come d’uso, dopo aver roso-

lato la cipolla nel burro e aver tostato il riso qualche istante, aggiungete la parietaria,

rosolate ancora istante poi aggiungete piano piano il brodo, continuate la cottura ag-

giungendo il brodo, mantecate con un po’ di grana padano.

Salsa verde di tarassaco e piantaggine

Ingredienti: 50g di foglie giovani di tarassaco o piantaggine

Qualche foglia di basilico

20-30g di olio di oliva

20g di mandorle pestate

20g di grano padano

100g di ricotta

Pepe nero e sale

Preparazione: Passare tutto al mortaio, pestare a lungo il tarassaco e il basilico con le Mandorle,

aggiungere la ricotta e il grana, il sale, il pepe, l’olio, mescolare accuratamente.

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Vellutata di acetosa e melissa al basilico

Ingredienti per 4 persone: 150 g di acetosa

100 g di melissa

10 g di foglie di basilico

100 g di grana padano

1 cipolla

1carota

1 costa di sedano

1 patata

1 zucchina

olio extravergine di oliva

Sale

2 dadi vegetali

La piantaggine

Preparazione: Sbucciare la cipolla e tritarla grossolanamente, raschiate la carota, lavatela e tagliatela a tronchetti,

mondate la costa di sedano e la zucchina, lavatele e tagliatele a pezzettini, lavate l’acetosa, la melis-

sa e il basilico, pelate la patata e tagliatela a pezzettini. Scaldate in una casseruola 2 cucchiai di olio,

fatevi appassire la cipolla, la carota, e il sedano a fiamma bassa per 5 minuti, mescolando spesso,

unite la patata, la zucchina l’acetosa, la melissa e lasciate insaporire per 3 o 4 minuti, poi salate e

versate abbondante acqua; portare ad ebollizione, regolate la fiamma e lasciate cuocere per 15 mi-

nuti.

Spezzettate con le mani il basilico e quando la zuppa sarà pronta, spegnete la fiamma, unite il basi-

lici spezzettato,2 cucchiai di olio e frullate con il frullatore a immersione. Distribuite la vellutata nei

piatti singoli, completare con formaggio di grana padano e qualche crostino di pane.

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Altre curiosità lungo il percorso

Le nostre attività si sono svolte lungo una parte del percorso dei Santi, lungo questo spiccano le due

chiesette che hanno suggerito il nome all’itinerario S. Giuseppe e S. Rocco, di quest’ultima abbia-

mo descritto storia e architettura nel primo opuscolo, della prima stiamo aspettando che qualcuno,

leggi alunno e nostro compagno, si prenda la briga di descriverne la storia. La chiesetta è la più an-

tica di Romano, di questa abbiamo comunque un libretto donatoci dalla moglie del compianto si-

gnor Cecco Pandolfi che si era prodigato al suo restauro.

La chiesetta di S. Giuseppe

Inoltre da citare, prima del suo definitivo crollo, la colonia elioterapica Igea, anch’essa descritta nel-

la precedente pubblicazione. Un altro piccolo edificio che ci ha incuriosito all’inizio del percorso è

la cappella Dosso Pagano situata lungo l’omonima via, indicata da un cartello. Ma che storia ha?

perché questo nome? Sicuramente difficile da fotografare tanto è nascosta tra gli edifici. Un piccolo

cancello ne chiude il vialetto di accesso…

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Chiesa di S. Rocco

Eccone un breve riassunto (rubato alla rete). Costruita nel XX sec. in memoria di tutti i morti dovuti

alla famosa guerra di Cortenuova ( la battaglia di Cortenuova fu uno degli scontri più cruenti del

XIII secolo verificatosi il 27 e 28 novembre 1237 tra le forze dell'imperatore Federico II e quelle

della Lega Lombarda. L'alleanza guelfa fu sconfitta e gli imperiali catturarono molti prigionieri, an-

che se questo non pose fine alla loro ribellione. Si contarono alcune migliaia di morti e circa 5.000

prigionieri per l'esercito della Lega Lombarda. I soli milanesi persero 2.500 soldati. In questa zona

dove sorge la chiesetta hanno trovato sepoltura i morti non cristiani, l’ammasso di cadaveri di sicuro

ha creato una collinetta da cui il nome Dosso Pagano.

Il laghetto Nettuno

Nel percorso sono da ricordare i ricordi del “ tiro a nazionale , ormai scomparso, descritto nel li-

bro della Carminati, architetto pratico della storia di Romano; ora vi sorge l’azienda Serio Prefab-

bricati ... ci sarebbero altri spunti di ricerca: gli edifici della ex fabbrica Montecatini, il vicino fon-

tanile da cui sgorga ancora acqua, la cascina Gasparina con la sua comunità e la sua azienda agrico-

la, il nucleo abitato del Pascolo con l’omonimo fontanile, un recente maneggio di cavalli, la vecchia

cascina Lamera, la cascina Marina, il parco Serio con il fiume , con le recenti opere di riqualifica-

zione, le strutture ormai vetuste della lavorazioni degli inerti, il laghetto Nettuno… Queste sono sta-

te meta delle uscite legate all’accoglienza delle classi prime nel percorso dell’accoglienza e

dell’Unità formativa comune della attuale 1OT.

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Il percorso dei Santi

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Il paese dei frutti dimenticati

Nel nostro ricercare su internet ci siamo accorte che esiste un paese, il paese di Casola Valsenio

(Ravenna) in Emilia Romagna che si occupa della cura e della salvaguardia di alberi da frutto di va-

rietà ormai abbandonate o uscite di produzione.

I frutti dimenticati sono caratteristici della stagione autunnale: giuggiole, nespole, mele cotogne,

nocciole, melagrane e uva spina. Molti di questi frutti rappresentano anche una preziosa scorta per

l’inverno.

E’ possibile visitare la festa a tema nei giorni 11–12 e 18-19 Ottobre dove ci sono tante specialità a

base di questi frutti e dov’è possibile assaggiare anche il Migliaccio, un antico piatto tipico prepara-

to con mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane raffermo, canditi, riso, sangue di

maiale.

L’azzeruolo

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La lettera al sindaco

Spett.le

Dott. Sebastian Nicoli

Comune di Romano di Lombardia

Romano di Lombardia, 12 Dicembre 2014

Egregio Signor Sindaco

La nostra classe 2° OT, indirizzo Operatore Turistico, dell’Istituto d’Istruzione Superiore

G.B Rubini di Romano, partecipa quest’anno ai progetti EXPO ed è stata organizzata un’unità for-

mativa comune su diverse uscite come la visita della cascina Lamera, cascina Bandiera e visita

all’Orto Botanico.

Durante il tragitto abbiamo riscontrato delle difficoltà nel percorrere la strada, perché non è

consona al passaggio pedonale. Le chiediamo di provvedere la risolvere la problematica posizio-

nando un passaggio pedonale nella zona da noi percorsa (EXIDE, GASPARINA, ORTO

BOTANICO).

Cordiali saluti.

La classe 2° OT

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E distinti saluti dal nespolo germanico……