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L’economia della provincia di Lecco nel 2013 Presentazione 6 giugno 2014 A cura dell’Osservatorio Economico Provinciale della Camera di Commercio di Lecco e dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne

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L’economia della provincia di Lecco nel 2013

Presentazione 6 giugno 2014

A cura dell’Osservatorio Economico Provinciale della Camera di Commercio di Lecco e dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne

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La documentazione è disponibile sul sito camerale www.lc.camcom.gov.it

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Il presente Rapporto è stato realizzato dalla Camera di Commercio di Lecco in collaborazione con l’Istituto G. Tagliacarne

GRUPPO DI LAVORO:

CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI LECCO

U.O. STUDI, PROGRAMMAZIONE, STATISTICA E OSSERVATORI Carlo Guidotti

Daniele Rusconi

Michela Cantoni

ISTITUTO TAGLIACARNE Giacomo Giusti

Massimiliano Di Pace

Camera di Commercio, Industria, Istituto Guglielmo Tagliacarne Artigianato e Agricoltura Indirizzo: Via Tonale 28, LECCO Indirizzo: Via Appia Pignatelli 62 ,ROMA Tel. 0341/292111 Tel. 06/780521 Fax. 0341/292220 Fax 06/7842136 E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] Website: Website: www.tagliacarne.it www.lc.camcom.gov.it www.starnet.unioncamere.it www.asr-lombardia.it/ASP-Lecco/

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Indice

SEZIONE 1 - IL PRODOTTO INTERNO LORDO E IL SISTEMA PRODUTTIVO.................... 5

1.1 LA CREAZIONE DI RICCHEZZA .............................................................................. 5

1.1.1 IL CONTESTO ECONOMICO INTERNAZIONALE E ITALIANO...................................................... 5 1.1.2 IL VALORE AGGIUNTO PROVINCIALE ............................................................................ 11

1.2 IL SISTEMA IMPRENDITORIALE LECCHESE .......................................................... 15

1.2.1 LA STRUTTURA IMPRENDITORIALE NEL 2013 ................................................................. 15 1.2.2 LE FORME GIURIDICHE ............................................................................................ 24 1.2.3 LA DINAMICA IMPRENDITORIALE................................................................................ 26 1.2.4 I FALLIMENTI E LE PROCEDURE CONCORSUALI................................................................. 29 1.2.5 I SETTORI PORTANTI DELL’ECONOMIA .......................................................................... 32

1.2.5.1 Il Metalmeccanico.................................................................................................................32 1.2.5.2 Il “Tessile” e la “Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e

pelliccia”............................................................................................................................................42

SEZIONE 2 - LA DOMANDA AGGREGATA ................................................................. 53

2.1 IL MERCATO DEL LAVORO E LE DONNE.............................................................. 53

2.1.1 LA DINAMICA DEMOGRAFICA .................................................................................... 53 2.1.2 IL MERCATO DEL LAVORO......................................................................................... 57 2.1.3 L’OCCUPAZIONE FEMMINILE ..................................................................................... 60

2.2 LA RICCHEZZA E I CONSUMI INTERNI ................................................................. 64

2.2.1 LA DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA E IL PATRIMONIO DELLE FAMIGLIE ................................. 64 2.2.2 LA SPESA PER CONSUMI DELLE FAMIGLIE ...................................................................... 70

2.3 IL COMMERCIO ESTERO .................................................................................... 74

2.3.1 LE DINAMICHE DEL COMMERCIO ESTERO ...................................................................... 74 2.3.2 I SETTORI ECONOMICI PREVALENTI.............................................................................. 75 2.3.3 I MERCATI DI SBOCCO ............................................................................................. 78 2.3.4 I LEGAMI IMPRENDITORIALI DI LECCO CON L’ESTERO ........................................................ 81

2.4 IL TURISMO ...................................................................................................... 88

SEZIONE 3 - I FATTORI DI CONTESTO....................................................................... 96

3.1 IL CREDITO........................................................................................................ 96

3.2 IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE ..................................................................... 105

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SEZIONE 1 - IL PRODOTTO INTERNO LORDO E IL SISTEMA PRODUTTIVO

1.1 LA CREAZIONE DI RICCHEZZA

1.1.1 Il contesto economico internazionale e italiano Nella seconda metà del 2013, il ciclo economico mondiale ha mostrato un rinnovato vigore (produzione mondiale: +3% nel 2013), in virtù della situazione economica osservata nei Paesi avanzati e delle dinamiche del commercio internazionale. Gli USA hanno marcato una crescita del Pil dovuta alla ricostituzione delle scorte, di un portafoglio ordini più robusto e di consumi finali delle famiglie in ripresa. Anche la Gran Bretagna ha mostrato andamenti favorevoli di imprese e famiglie, mentre in Giappone l’attività è tornata a crescere nel quarto trimestre; in entrambi i casi, i consumi interni hanno generato una crescita della domanda di beni durevoli e, quindi, di produzione industriale. Nello stesso semestre, in Cina si è registrata una crescita economica consistente, ma inferiore all’8%, favorita da esportazioni e misure di sostegno agli investimenti, mentre in India per la svalutazione della moneta non si sono generate forti accelerazioni. In due piazze molto rilevanti, come Russia e Brasile, il prodotto ha rallentato o ristagnato. Nel quarto trimestre 2013, si registra un ulteriore incremento del commercio mondiale, generando una crescita complessiva media annua pari al 2,7%, nonostante un tendenziale ribasso dei prezzi del petrolio Brent. Conseguentemente, l’inflazione nei Paesi avanzati è rimasta su livelli contenuti. Nell’area dell’euro, il prodotto interno ha osservato una contrazione nel 2013 (-0,4%), in ragione delle difficoltà interne dei Paesi mediterranei. In tale ambito, si registra un modesto incremento dei consumi, delle scorte e degli investimenti, ma una flessione dell’export. Ancora una volta, in Germania si registra una crescita, seppur contenuta, del Pil (+0,5%), e anche la Francia torna a segnare un lieve incremento (+0,2%). Negli ultimi mesi dell’anno l’inflazione è scesa, raggiungendo i livelli più contenuti degli ultimi quattro anni; scendono i prezzi alla produzione che risentono dei prezzi dei beni intermedi. Il miglioramento delle prospettive di crescita delle economie avanzate ha favorito, da novembre, una riduzione dei rendimenti a lungo termine e un rialzo dei corsi azionari; dalla fine del terzo trimestre 2013, gli indici azionari dei principali Paesi avanzati sono aumentati, grazie alle attese sulla ripresa del ciclo. Nel quarto trimestre del 2013 è proseguito il miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari anche in Italia, che ha riguardato sia i titoli di Stato, sia i mercati azionari e del debito privato. La stabilizzazione dell’economia italiana ed il

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consolidamento delle prospettive di crescita comunitaria hanno contribuito al miglioramento delle condizioni del mercato dei titoli di Stato italiani1. Nell’estate 2013, l’Italia ha interrotto la spirale negativa che ormai durava dal 3° trimestre 2011. L’andamento del Pil a prezzi di mercato del IV trimestre si è attestato al +0,1% congiunturale e -0,9% tendenziale. L’attività produttiva, tuttavia, dopo il picco di novembre (+1,4%), è tornata in area negativa a dicembre (-0,7%), anche se le aspettative delle imprese rivelano un miglioramento del clima di opinione, anticipatore della ripresa degli investimenti. Nei primi mesi del 2014, sono emersi segnali di crescita della fiducia degli operatori, anche se si rilevano importanti differenze settoriali e dimensionali. Tra le imprese più strutturate, si consolida un clima meno pessimista, talché gli investimenti, dopo un lungo periodo di contrazione, tendono nel complesso a stabilizzarsi, in ragione della migliore condizione di liquidità (in parte dovuta ai pagamenti della P.A.); il dettaglio settoriale evidenzia una ripresa nel manifatturiero e una perdurante contrazione nei servizi e nelle costruzioni. La spesa delle imprese si è ridotta, in particolare, nella componente dei mezzi di trasporto e nei beni strumentali. Nell’ambito delle costruzioni si registrano ancora significative difficoltà sia sul comparto residenziale (le compravendite risultano dimezzate rispetto al 2007), sia in quello dei lavori pubblici e delle opere civili, soggette ai rigori dei bilanci delle Pubbliche Amministrazioni. Per altro verso, l’export italiano, nel corso del 2013, ha registrato una leggera contrazione (-0,1%); ciò è il riflesso delle difficoltà economiche osservate nei mercati interni dei nostri principali Paesi partner. A livello settoriale, si sottolinea la favorevole performance della meccanica e della chimica, mentre farmaceutica, metalli e made in Italy hanno registrato flessioni della domanda. Tutto questo però non ha impedito di ottenere un saldo complessivo per il 2013 molto positivo: 30,4 miliardi di euro. Un aspetto che occorre sottolineare nell’ambito dei processi di internazionalizzazione è legato all’attrazione di risorse monetarie; a tal proposito, dopo l’estate, gli investitori esteri hanno mostrato interesse anche per i titoli azionari e per le obbligazioni emesse da banche e da società private. Nonostante il miglioramento del clima di fiducia delle imprese, sulla ripresa continuano a gravare la fragilità del mercato del lavoro, che frena l’espansione del reddito disponibile, e l’andamento del credito. A tal proposito, la raccolta al dettaglio del sistema bancario si conferma complessivamente solida, mentre i prestiti alle imprese si sono ulteriormente ridotti (-5,8% novembre 2013/novembre 2012) e quelli alle famiglie sono cresciuti in misura modesta. Tali dinamiche riflettono la debolezza della domanda e delle politiche di offerta. Le banche italiane hanno migliorato ulteriormente la propria posizione patrimoniale, sebbene i prestiti al settore privato non finanziario abbiano continuato a contrarsi nei tre mesi terminanti in

1 Banca d’Italia, Bollettino economico, n° 1 2014.

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novembre (imprese -8,4%; famiglie -2,1%). Il calo dei prestiti erogati è stato più pronunciato nei confronti delle aziende che impiegano meno di 20 addetti e, in particolare, verso i segmenti più rischiosi della clientela. Con riferimento ai mutui alle famiglie, la domanda è rimasta debole e l’offerta poco espansiva. Un segnale incoraggiante deriva dai flussi di nuove sofferenze che, nel terzo trimestre 2013, smettono di crescere (al netto della stagionalità) per la prima volta dal secondo trimestre 2011. Per altro verso, perdura ia debolezza della domanda interna, che risente delle difficoltà del mercato del lavoro e, conseguentemente, dell’andamento del reddito disponibile. Sul versante del mercato del lavoro, a febbraio 2014, il numero di occupati è ancora diminuito, attestandosi a 22,216 milioni. L’indagine sulle Forze di Lavoro dell’Istat, infatti, evidenzia che nel 2013 l’occupazione è scesa del 2,1% rispetto a un anno prima (circa 480 mila persone in meno); la flessione ha continuato a interessare maggiormente i dipendenti a tempo determinato. Crescono, nell’anno, sia i disoccupati che le forze di lavoro; queste ultime soprattutto in ragione della componente femminile. Con ogni evidenza, la flessione degli occupati, la riduzione dell’intensità di lavoro (ore lavorate) e un intenso ricorso agli ammortizzatori sociali si riflettono sul livello medio delle retribuzioni; nel caso delle famiglie monoreddito, ciò costringe le donne a ricercare un’occupazione aggiuntiva. A febbraio 2014, il tasso di disoccupazione cresce ancora e raggiunge quota 13%, mentre la disoccupazione giovanile (15-22 anni) si attesta al 42,3%, con situazioni particolarmente preoccupanti per le donne del Mezzogiorno. Ne deriva un deterioramento progressivo del benessere economico complessivo, già segnato da cinque anni di sostanziale recessione. A fine 2012, infatti, il 12,7% delle famiglie residenti in Italia (+1,6 punti percentuali sul 2011) e il 15,8% degli individui (+2,2 punti) si trova in condizione di povertà relativa. La povertà assoluta colpisce invece il 6,8% delle famiglie e l'8% degli individui: i poveri in senso assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati nelle regioni del Nord. La condizione di povertà è peggiorata per le famiglie numerose, con figli, soprattutto se minori, residenti nel Mezzogiorno. A tal proposito, il reddito delle famiglie cala del 7,3% e un italiano su sei vive con meno di 640 euro netti al mese. Aumenta, nel 2012, la concentrazione della ricchezza: il 10% della famiglie possiede il 46,6% del patrimonio. Nel 2013 la flessione dei consumi delle famiglie si attesta al 2,6% (-4% nel 2012), frenati dalla debolezza del reddito disponibile e dalle difficili condizioni del mercato del lavoro. All’aumento della spesa in beni semidurevoli si è contrapposto il calo di quella in beni non durevoli (alimentari -3,1%, abbigliamento -5,2%), in servizi e, in misura più marcata, in beni durevoli. Stanti tali dinamiche, l’inflazione al consumo è ulteriormente diminuita negli ultimi mesi del 2013, attestandosi in dicembre allo 0,7% sui dodici mesi. L’impatto dell’aumento dell’aliquota ordinaria dell’IVA, introdotto lo scorso ottobre, sembra essere limitato; la debolezza del quadro inflazionistico si lega piuttosto a quella della

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domanda interna e agli andamenti dei prezzi dei beni energetici. Da diverse fonti si comprende come il 2014 dovrebbe rappresentare un anno di inversione ciclica per l’economia italiana. Il mutamento del contesto economico sarebbe indotto dal rafforzamento degli scambi internazionali. Inoltre, in relazione a tassi di interesse più contenuti di quanto atteso, nel 2014 si prefigura un irrobustimento della domanda interna e della dinamica degli investimenti. Tuttavia, la prolungata debolezza del mercato del lavoro, che recepirà nel 2015 i riflessi dell’inversione del ciclo, continuerà a frenare i consumi delle famiglie. Complessivamente, il risultato di tali dinamiche si riflette in una flessione del Pil pari a -1,8% nel 2013; si tratta di una flessione meno severa di quella osservata nel 2012 (-2,4%), ma comunque la peggiore tra i principali economie mondiali, che testimonia il perdurare di uno stato di debolezza economica. Si pensi che, negli ultimi sei anni, la ricchezza persa è nell’ordine di quasi 9 punti percentuali, riportando il livello del Pil al di sotto di quello del 2000. L’agricoltura è l’unico settore che, nel 2013, ha registrato una crescita (+0,3%); al contrario, perdura la flessione della ricchezza prodotta dall’industria (-3,2%) e dalle costruzioni (-5,9%); il calo dei servizi è pari allo 0,9%. In tale contesto, la pressione fiscale (ammontare delle imposte e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è stata pari al 43,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al 2012.

Tab. 1 – Previsioni di andamento del Pil delle principali economie mondiali (2013 – 2015) Paese 2013 2014 2015

Area Euro –0,4 1,0 1,4 Germania 0,5 1,6 1,4 Francia 0,2 0,9 1,5 Italia –1,8 0,6 1,1 Spagna –1,2 0,6 0,8 Regno Unito 1,7 2,4 2,2 Russia 1,5 2,0 2,5 Stati Uniti 1,9 2,8 3,0 Brasile 2,3 2,3 2,8 Giappone 1,7 1,7 1,0 Cina 7,7 7,5 7,3 Produzione mondiale 3,0 3,7 3,9

Fonte: IMF, World Economic Outlook, febbraio 2014

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Graf. 1 – Variazioni tendenziali del PIL italiano a prezzi di mercato (In %; III trim. 2010 – IV trim. 2013)

Fonte: Istat

Graf. 2 – Andamento del PIL italiano a prezzi di mercato (In %; 2008 – 2013)

-0,9

-5,5

1,7

0,4

-2,4

-1,8

-6

-5

-4

-3

-2

-1

0

1

2

3

2008 2009 2010 2011 2012 2013

Fonte: Istat

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Graf. 3 – Quadro dei principali indicatori congiunturali nazionali

Tasso di disoccupazione (in %, gennaio 2013 – gennaio 2014)

Occupati (in migliaia, gennaio 2013 – gennaio 2014)

11,2

11,4

11,6

11,8

12

12,2

12,4

12,6

12,8

13

G 2013

F 2013

M 2013

A 2013

M 2013

G 2013

L 2013

A 2013

S 2013

O 2013

N 2013

D 2013

G 2014

11,811,9 11,9

12,0

12,212,1 12,1

12,412,5 12,5

12,812,7

12,9

22,1

22,1

22,2

22,2

22,3

22,3

22,4

22,4

22,5

22,5

22,6

22,6

G 2013

F 2013

M 2013

A 2013

M 2013

G 2013

L 2013

A 2013

S 2013

O 2013

N 2013

D 2013

G 2014

22,6 22,6

22,5

22,5

22,4 22,4 22,4

22,422,3 22,3

22,3 22,3 22,3

Indice delle vendite al dettaglio

(in %, dicembre 2012 – dicembre 2013) Indice della produzione industriale (in %, ottobre 2012 – ottobre 2013)

-3,4

-2,8

-4,8

-3,2-2,9

-1,2

-3,0

-0,8

0,2

-2,8

-1,6

0,1

-2,6

-6

-5

-4

-3

-2

-1

0

1

D 2012 G 2013 F 2013 M 2013 A 2013 M 2013 G 2013 L 2013 A 2013 S 2013 O 2013 N 2013 D 2013

-7,4

-3,3

-4,0

-5,3

-4,7-4,3

-2,1

-4,2-4,6

-2,9

-0,4

1,4

-0,7

-8

-7

-6

-5

-4

-3

-2

-1

0

1

2

D 2012 G 2013 F 2013 M 2013 A 2013 M 2013 G 2013 L 2013 A 2013 S 2013 O 2013 N 2013 D 2013

Fonte: Istat

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1.1.2 Il valore aggiunto provinciale La provincia di Lecco ha sperimentato nel 2013 un leggero incremento del proprio valore aggiunto, come mostra il grafico 4. Questo aumento è stato dello 0,3%, un valore uguale a quello medio della Lombardia, ma decisamente migliore rispetto a quello medio italiano, visto che quest’ultimo è stato negativo: -0,4%. Graf. -4 – Andamento del valore aggiunto a prezzi correnti in provincia di Lecco, Lombardia e Italia nel

2013 (stima in %)

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Per una valutazione dell’andamento dei vari settori economici lecchesi negli ultimi anni bisogna osservare le tabelle 2 (con i dati del 2012) e 3 (con i valori del 2009). Nel complesso, i vari settori economici della provincia di Lecco hanno creato nel 2012 8,12 miliardi di euro, un valore aggiunto pari allo 2,7% del valore aggiunto della Lombardia e allo 0,58% di quello italiano. Il peso dell’agricoltura nella creazione di valore aggiunto è diminuito (dallo 0,5% allo 0,3%), così come quello delle costruzioni (dal 6,3% al 6,1%). Stesso destino ha sperimentato il comparto dei servizi (dal 58,3% al 57,8%). Pertanto l’unico settore che ha aumentato tra il 2009 ed il 2012 la sua quota nel produrre valore aggiunto è stato quello del manifatturiero, la cui percentuale è cresciuta dal 34,9% al 35,7%, nonostante la crisi economica.

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Tab. 2 - Valore aggiunto a prezzi correnti per branca di attività economica nelle province della Lombardia e in Italia (2012; in milioni di euro e in %)

Industria Agricoltura, silvicoltura

e pesca

Industria in senso

stretto Costruzioni

Totale Industria

Servizi Totale Province

Valori assoluti in milioni di euro

Varese 43,4 6.548,4 1.216,5 7.764,9 14.070,2 21.878,5 Como 68,5 3.771,1 944,1 4.715,3 8.813,8 13.597,5 Sondrio 66,2 1.155,4 388,8 1.544,2 3.294,0 4.904,4 Milano 204,8 22.952,8 5.439,3 28.392,1 103.163,9 131.760,8 Bergamo 256,8 9.330,6 2.547,1 11.877,7 15.940,0 28.074,6 Brescia 779,9 9.738,8 2.448,5 12.187,3 19.511,4 32.478,6 Pavia 305,5 2.545,4 761,0 3.306,3 7.515,6 11.127,5 Cremona 454,3 2.483,4 456,8 2.940,2 4.888,9 8.283,5 Mantova 608,0 3.850,7 657,7 4.508,4 6.444,1 11.560,5 Lecco 28,2 2.901,7 492,9 3.394,6 4.696,3 8.119,1 Lodi 158,8 1.205,5 276,7 1.482,2 3.072,8 4.713,9 Monza e della Brianza 36,0 7.229,4 1.311,5 8.540,9 14.394,2 22.971,1

LOMBARDIA 3.010,5 73.713,3 16.940,9 90.654,2 205.805,2 299.469,9 ITALIA 28.168,4 257.618,3 82.354,0 339.972,3 1.034.632,4 1.402.772,8

Province In percentuale

Varese 0,2 29,9 5,6 35,5 64,3 100,0 Como 0,5 27,7 6,9 34,7 64,8 100,0 Sondrio 1,3 23,6 7,9 31,5 67,2 100,0 Milano 0,2 17,4 4,1 21,5 78,3 100,0 Bergamo 0,9 33,2 9,1 42,3 56,8 100,0 Brescia 2,4 30,0 7,5 37,5 60,1 100,0 Pavia 2,7 22,9 6,8 29,7 67,5 100,0 Cremona 5,5 30,0 5,5 35,5 59,0 100,0 Mantova 5,3 33,3 5,7 39,0 55,7 100,0 Lecco 0,3 35,7 6,1 41,8 57,8 100,0 Lodi 3,4 25,6 5,9 31,4 65,2 100,0 Monza e della Brianza 0,2 31,5 5,7 37,2 62,7 100,0

LOMBARDIA 1,0 24,6 5,7 30,3 68,7 100,0 ITALIA 2,0 18,4 5,9 24,2 73,8 100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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Tab. 3 - Valore aggiunto a prezzi correnti per branca di attività economica nelle province della Lombardia e in Italia (2009; in %)

Industria

Province Agricoltura, silvicoltura

e pesca

Industria in senso stretto

Costruzioni Totale

Industria

Servizi Totale

Varese 0,3 28,0 6,2 34,2 65,5 100,0 Como 0,6 28,6 6,6 35,2 64,3 100,0 Sondrio 2,5 21,3 8,3 29,5 67,9 100,0 Milano 0,2 19,7 4,3 24,0 75,9 100,0 Bergamo 0,9 32,2 9,3 41,5 57,5 100,0 Brescia 2,0 29,2 7,4 36,7 61,3 100,0 Pavia 2,7 21,0 6,8 27,8 69,5 100,0 Cremona 4,6 28,5 5,6 34,1 61,3 100,0 Mantova 4,5 31,1 6,0 37,1 58,3 100,0 Lecco 0,5 34,9 6,3 41,3 58,3 100,0 Lodi 2,9 24,9 6,6 31,5 65,6 100,0

LOMBARDIA 1,0 24,5 5,8 30,3 68,8 100,0 ITALIA 1,9 18,5 6,4 24,9 73,2 100,0

Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

Osservando il grafico 5 ci si può rendere conto di come si siano evoluti i principali settori economici di Lecco, in assoluto e a confronto con il livello regionale e nazionale. Dall’osservazione dei dati emerge che, al di là delle modeste variazioni delle quote dei vari comparti nella produzione di valore aggiunto, tutti i settori hanno risentito della crisi, in termini di riduzione del valore aggiunto (a prezzi correnti). Quindi, nonostante la (leggera) crescita dei prezzi, tutti i settori fatturavano di più nel 2009 rispetto al 2012. Le differenze tra settore e settore sono significative. Il settore agricolo di Lecco ha subito una forte contrazione della produzione tra il 2009 ed il 2012, essendo calato il valore aggiunto prodotto del -28,5%, mentre decisamente più limitato è stato il calo dell’industria, che ha visto ridursi il proprio valore (in termini nominali) del -3,4%. Più significative sono state le diminuzioni del valore aggiunto dei servizi e delle costruzioni (rispettivamente -6,3% e -9,4%). Questi andamenti non sono in linea con il trend regionale e nazionale. Infatti, tra i quattro settori considerati, solo quello delle costruzioni vede una riduzione a livello nazionale simile a quella di Lecco (rispettivamente, -6,4% e -9,4%), ma va segnalato che in Lombardia, nei 4 anni in esame, questo settore ha visto crescere il proprio valore del 1,7%. Particolarmente in controtendenza è l’Agricoltura, che mentre a Lecco registrava un dato fortemente negativo (-28,6% di valore aggiunto in termini nominali), in Lombardia e in Italia vedeva una crescita abbastanza rilevante (rispettivamente +7% e +7,6%). Anche il Manifatturiero, che a Lecco segnava un modesto decremento, a livello lombardo e italiano vedeva crescere il valore aggiunto nominale, rispettivamente, del

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+5% e del +1,3%. Stessa situazione si verifica per i servizi: Lecco - 6,3% di valore aggiunto nominale tra il 2009 ed il 2012, Lombardia +4,3%, Italia +1,9%. Insomma, dai numeri si nota che la provincia di Lecco, almeno fino al 2012, abbia risentito della crisi molto più del resto della Lombardia e dell’Italia, ma il dato positivo del 2013 (+0,3%), in controtendenza rispetto a quello nazionale (-0,4%) lascerebbe immaginare che il gap tra Lecco e resto del Paese sia in via di riduzione.

Graf. - 5 – Variazione settoriale del valore aggiunto a prezzi correnti in provincia di Lecco, Lombardia e Italia nel periodo 2009 - 2012 (in %)

-30,0

-25,0

-20,0

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

Agricoltura Industria in senso stretto

Costruzioni Totale Industria Servizi Totale

-28,6

-3,4-9,4

-4,3-6,3 -5,6

7,05,0

1,74,4 4,3 4,4

7,6

1,3

-6,4

-0,7

2,7 1,9

Lecco LOMBARDIA ITALIA

Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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1.2 IL SISTEMA IMPRENDITORIALE LECCHESE

1.2.1 La struttura imprenditoriale nel 2013 La provincia di Lecco presenta un sistema imprenditoriale caratterizzato da oltre 24.000 imprese attive, mentre quelle registrate sono quasi 27.000 (quasi 34.000 le unità locali). Il perdurare della crisi economica ha comportato, anche nel 2013, una riduzione delle imprese iscritte di quasi 300 unità (278), come mostrano i dati della tabella 4; le iscrizioni sono state 1.524, mentre le cessazioni 1.802. I principali settori merceologici sono il commercio (5.613), le costruzioni (4.417), e il manifatturiero (4.036 imprese), tutti settori che però hanno visto una significativa riduzione del numero di imprese rispetto all’anno precedente (rispettivamente, -193, -118 e -131). L’unico settore di dimensione non trascurabile che vede un saldo positivo è quello finanziario e assicurativo, che ha visto crescere di 11 unità la numerosità delle imprese, ( a fine 2013 erano 622).

Tab. 4 - La numerosità imprenditoriale in provincia di Lecco - Anno 2013

SETTORE ATECO 2007 Registrate Attive Attive/Registrate

(in %) Iscritte Cessate Saldo

Agricoltura, silvicoltura e pesca 1.134 1.125 99,2 38 74 -36

Estrazione di minerali 9 7 77,8 0 0 0

Attività manifatturiere 4.602 4.036 87,7 91 222 -131

Fornitura di energia elettrica, gas 18 18 100,0 0 0 0

Fornitura di acqua; gestione dei rifiuti 46 42 91,3 0 2 -2

Costruzioni 4.738 4.417 93,2 220 338 -118

Commercio 6.085 5.613 92,2 284 477 -193

Trasporto e magazzinaggio 712 642 90,2 9 44 -35

Alloggio e di ristorazione 1.832 1.584 86,5 94 152 -58

Informazione e comunicazione 607 556 91,6 39 46 -7

Attività finanziarie e assicurative 649 622 95,8 54 43 11

Attività immobiliari 2.096 1.904 90,8 38 81 -43

Attività professionali, scientifiche 1.059 977 92,3 68 87 -19

Noleggio, ag. viaggio, supp. imprese 842 797 94,7 74 56 18

Amministrazione pubblica 2 2 100,0 0 0 0

Istruzione 150 145 96,7 7 7 0

Sanità e assistenza sociale 164 153 93,3 4 6 -2

Att. artistiche, sportive, intratten. 219 199 90,9 15 12 3

Altre attività di servizi 1.199 1.158 96,6 44 78 -34

Imprese non classificate 772 13 1,7 445 77 368

TOTALE 26.935 24.010 89,1 1.524 1.802 -278

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacare su dati Infocamere

*La numerosità delle cessazioni è data dalla somma delle cessazioni effettive e delle cancellazioni d’ufficio (DPR 247/04) effettuate in periodo dalle Camere di Commercio.

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Se si guarda ai dati lombardi e italiani, riportati nella tabella 5, ci si rende conto che la contrazione del numero di imprese in provincia di Lecco nel corso del 2013 (-1,2%) è stata un po’ più sensibile di quella nazionale (-1%) e anche della stessa Lombardia (0,9%), che presenta, tra l’altro, un dato migliore di quello nazionale. Analizzando i trend dei diversi comparti, ci si rende conto che due dei tre principali settori in della provincia di Lecco (in termini di numero di imprese) hanno visto ridursi il numero di imprese in misura percentualmente maggiore rispetto alla media nazionale: si tratta del commercio, le cui imprese a Lecco sono diminuite dell’1,8%, a fronte di una stabilità a livello nazionale, e del manifatturiero, che a Lecco si è contratto per numerosità imprenditoriale del -3,2%, un valore più alto del -2,1% nazionale. Invece, il comparto delle costruzioni ha visto ridursi a Lecco il numero di imprese in una misura più contenuta (-2,3%) rispetto al quadro nazionale (-2,8%). Tab. 5 - Variazione percentuale settoriale delle aziende attive in provincia di Lecco, in Lombardia e in

Italia - Anni 2012/2013

SETTORE ATECO 2007 Lecco Lombardia Italia Agricoltura, silvicoltura e pesca -3,3 -3,2 -4,1 Estrazione di minerali 0,0 -4,0 -4,1 Attività manifatturiere -3,2 -2,3 -2,1 Fornitura di energia elettrica, gas 20,0 9,8 14,8 Fornitura di acqua; reti fognarie, gestione dei rifiuti 7,7 1,6 2,0 Costruzioni -2,3 -2,9 -2,8 Commercio -1,8 -0,1 0,0 Trasporto e magazzinaggio -3,3 -3,1 -2,4 Alloggio e di ristorazione 0,8 1,4 1,6 Informazione e comunicazione -0,9 -0,2 0,7 Attività finanziarie e assicurative 3,8 2,7 2,4 Attività immobiliari 0,6 0,0 1,3 Attività professionali, scientifiche -0,1 -0,9 -0,5 Noleggio, agenzie di viaggio, supporto alle imprese 7,0 4,5 3,7 Amministrazione pubblica 100,0 11,5 1,8 Istruzione 2,8 1,1 1,2 Sanità e assistenza sociale 2,0 1,8 3,2 Attività artistiche, sportive, intrattenimento 8,2 1,3 1,8 Altre attività di servizi -0,9 0,1 -0,1 Imprese non classificate -55,2 -59,5 -44,9

TOTALE -1,2 -0,9 -1,0

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

La tabella 6 analizza l’andamento delle imprese attive in provincia di Lecco tra il 2009 e il 2013. Il numero complessivo di imprese è calato dell’1,9% (da 24.289 nel 2009 a 24.010 del 2010, -279 unità). Tra il 2009 e il 2013, considerando i principali settori, evidenziano una crescita del numero delle imprese i comparti: istruzione (+104,2%); attività artistiche, sportive, di

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intrattenimento (+29,2%); sanità (+25,4%); servizi di noleggio e di supporto alle imprese, insieme alle agenzie di viaggio (+17,4%). Viceversa, i tre principali settori che hanno evidenziato un trend di riduzione sono: commercio (-1,9%), costruzioni (-4,9%) e manifatturiero (-7,3%).

Tab. 6 - Distribuzione settoriale delle aziende attive in provincia di Lecco, valori in % - Anno 2009 e 2013

SETTORE ATECO 2007 2009 2013 var. %

Agricoltura, silvicoltura e pesca 1.149 1.125 -2,1 Estrazione di minerali 10 7 -30,0 Attività manifatturiere 4.355 4.036 -7,3 Fornitura di energia elettrica, gas 12 18 50,0 Fornitura di acqua; reti fognarie, gestione dei rifiuti 36 42 16,7 Costruzioni 4.647 4.417 -4,9 Commercio 5.724 5.613 -1,9 Trasporto e magazzinaggio 701 642 -8,4 Alloggio e di ristorazione 1.484 1.584 6,7 Informazione e comunicazione 540 556 3,0 Attività finanziarie e assicurative 573 622 8,6 Attività immobiliari 1.823 1.904 4,4 Attività professionali, scientifiche 907 977 7,7 Noleggio, agenzie di viaggio, supporto alle imprese 679 797 17,4 Amministrazione pubblica 1 2 100,0 Istruzione 71 145 104,2 Sanità e assistenza sociale 122 153 25,4 Attività artistiche, sportive, intrattenimento 154 199 29,2 Altre attività di servizi 1.164 1.158 -0,5 Imprese non classificate 137 13 -90,5

TOTALE 24.289 24.010 -1,1

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere La lettura delle tabelle successive (7-11) ci introduce al tema del confronto della specializzazione produttiva della provincia di Lecco, in assoluto e rispetto al panorama nazionale. Innanzitutto la tabella 7 ci segnala che nella provincia di Lecco risiede lo 0,46% delle imprese italiane, un valore che è inferiore al contributo (0,58%) che Lecco dà al valore aggiunto nazionale. La vocazione manifatturiera della provincia di Lecco emerge chiaramente dal peso che questo settore ha rispetto al totale delle imprese italiane del comparto: il peso complessivo delle imprese manifatturiere lecchesi è infatti pari allo 0,78%, percentuale quasi doppia rispetto a quella del numero di imprese (0,46%). Sopra al valore medio si colloca anche il settore delle costruzioni (0,56%, con 4.417), mentre quello del commercio è leggermente al di sotto (0,40% con 5.613 unità). Molto bassa la quota di imprese agricole lecchesi sul totale italiano (0,14%, con 1.125 unità).

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Tab. 7 - Distribuzione settoriale delle aziende attive in provincia di Lecco, in Lombardia e in Italia e peso dei settori della provincia sulla regione, valori in % - Anno 2013

SETTORE ATECO 2007 Lecco Lombardia Italia Lecco/Lombardia

Agricoltura, silvicoltura e pesca 1.125 48.657 776.578 2,3 Estrazione di minerali 7 387 3.455 1,8 Attività manifatturiere 4.036 101.277 515.267 4,0 Fornitura di energia elettrica, gas 18 1.867 9.320 1,0 Fornitura acqua; reti fognarie, gestione rifiuti 42 1.426 9.464 2,9 Costruzioni 4.417 140.765 790.681 3,1 Commercio 5.613 195.449 1.419.354 2,9 Trasporto e magazzinaggio 642 27.579 156.324 2,3 Alloggio e di ristorazione 1.584 52.332 361.141 3,0 Informazione e comunicazione 556 23.967 112.152 2,3 Attività finanziarie e assicurative 622 22.013 111.221 2,8 Attività immobiliari 1.904 69.576 251.648 2,7 Attività professionali, scientifiche 977 43.266 174.352 2,3 Noleggio, ag. di viaggio, supporto alle imprese 797 28.678 151.419 2,8 Amministrazione pubblica 2 29 58 6,9 Istruzione 145 4.031 24.853 3,6 Sanità e assistenza sociale 153 5.777 31.769 2,6 Attività artistiche, sportive, intrattenimento 199 8.795 60.571 2,3 Altre attività di servizi 1.158 37.920 222.589 3,1 Imprese non classificate 13 506 3.910 2,6

TOTALE 24.010 814.297 5.186.124 2,9

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Le tabelle successive ci consentono di approfondire la specializzazione manifatturiera della provincia di Lecco. La tabella 8 ci segnala in primo luogo che il settore con la maggiore presenza di imprese industriali è la “fabbricazione di prodotti in metallo” (1.509 unità), che da sole rappresentano quasi il 40% del totale delle aziende manifatturiere (4.036, 37,4% come precisa la tabella 9). A grande distanza seguono le aziende dedite alla produzione di macchinari (283, pari al 7% delle industrie lecchesi), e quelle impegnate nella loro manutenzione (248, 6,1%). L’industria del legno, con le sue 215 aziende (5,3% del totale), si piazza al 4° posto, precedendo di poco le industrie alimentari (212 imprese, pari al 5,3%).

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Tab. 8 - Distribuzione delle aziende attive in provincia di Lecco, in Lombardia e in Italia nel settore manifatturiero, valori assoluti - Anno 2013

SETTORE ATECO 2007 Lecco Lombardia Italia

Industrie alimentari 212 5.750 56.940 Industria delle bevande 14 271 3.309 Industria del tabacco 0 1 51 Industrie tessili 173 4.348 17.149 Confezione di articoli di abbigliamento 144 8.134 47.920 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 23 1.941 21.784 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 215 5.552 38.085 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 56 1.156 4.525 Stampa e riproduzione di supporti registrati 100 3.934 19.050 Fabbricazione di coke e prodotti raffinati 1 85 403 Fabbricazione di prodotti chimici 38 1.911 6.071 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base 3 320 749 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 151 3.905 11.950 Altri prodotti della lavorazione di minerali 109 2.970 26.328 Metallurgia 112 1.428 3.747 Fabbricazione di prodotti in metallo 1509 24.886 101.751 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica 90 2.894 10.805 Fabbricazione di apparecchiature elettriche 130 3.950 13.243 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature 283 8.617 30.350 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 27 647 3.354 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 41 781 6.010 Fabbricazione di mobili 135 5.203 23.695 Altre industrie manifatturiere 222 7.146 40.873 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 248 5.447 27.125 Attività manifatturiere 4.036 101.277 515.267

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Tab. 9 - Distribuzione delle aziende attive in provincia di Lecco, in Lombardia e in Italia in settore manifatturiero, valori in % - Anno 2013

SETTORE ATECO 2007 Lecco Lombardia Italia Industrie alimentari 5,3 5,7 11,1 Industria delle bevande 0,3 0,3 0,6 Industria del tabacco 0,0 0,0 0,0 Industrie tessili 4,3 4,3 3,3 Confezione di articoli di abbigliamento 3,6 8,0 9,3 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 0,6 1,9 4,2 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 5,3 5,5 7,4 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 1,4 1,1 0,9 Stampa e riproduzione di supporti registrati 2,5 3,9 3,7 Fabbricazione di coke e prodotti raffinati 0,0 0,1 0,1 Fabbricazione di prodotti chimici 0,9 1,9 1,2 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base 0,1 0,3 0,1 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 3,7 3,9 2,3 Altri prodotti della lavorazione di minerali 2,7 2,9 5,1 Metallurgia 2,8 1,4 0,7 Fabbricazione di prodotti in metallo 37,4 24,6 19,7 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica 2,2 2,9 2,1 Fabbricazione di apparecchiature elettriche 3,2 3,9 2,6 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature 7,0 8,5 5,9 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 0,7 0,6 0,7 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 1,0 0,8 1,2 Fabbricazione di mobili 3,3 5,1 4,6 Altre industrie manifatturiere 5,5 7,1 7,9 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 6,1 5,4 5,3 Attività manifatturiere 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

La tabella 9 permette anche di fare di benchmarking con il resto d’Italia: si conferma l’importante ruolo della fabbricazione di prodotti in metallo nell’industria lecchese, visto che la quota del 37,4% (sul totale delle imprese industriali di Lecco) è circa il doppio di quella nazionale (19,7%). Per contro, la percentuale di industrie alimentari lecchesi (5,3%) è circa la metà della quota italiana (11,1%). La tabella 10 segnala l’evoluzione dei vari comparti industriali a Lecco negli ultimi 4 anni. Considerando solo le specializzazioni numericamente più rilevanti, il numero delle imprese attive nel comparto della fabbricazione di prodotti in metallo cala dell’8,4%, quello della fabbricazione di macchinari e attrezzature del 13,2% e quello del legno dell’8,9%. Viceversa, aumenta il numero delle imprese attive nell’alimentare (+3,4%) e nella manutenzione dei macchinari (+34,8%).

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Tab. 10 - Distribuzione delle aziende attive in provincia di Lecco, valori in % - Anno 2009 - 2013 SETTORE ATECO 2007 2009 2013 var. %

Industrie alimentari 205 212 3,4 Industria delle bevande 13 14 7,7 Industria del tabacco 0 0 - Industrie tessili 207 173 -16,4 Confezione di articoli di abbigliamento 147 144 -2,0 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 27 23 -14,8 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 236 215 -8,9 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 57 56 -1,8 Stampa e riproduzione di supporti registrati 121 100 -17,4 Fabbricazione di coke e prodotti raffinati 1 1 0,0 Fabbricazione di prodotti chimici 38 38 0,0 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base 4 3 -25,0 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 158 151 -4,4 Altri prodotti della lavorazione di minerali 122 109 -10,7 Metallurgia 125 112 -10,4 Fabbricazione di prodotti in metallo 1.648 1.509 -8,4 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica 117 90 -23,1 Fabbricazione di apparecchiature elettriche 150 130 -13,3 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature 326 283 -13,2 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 35 27 -22,9 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 51 41 -19,6 Fabbricazione di mobili 146 135 -7,5 Altre industrie manifatturiere 237 222 -6,3 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 184 248 34,8 Attività manifatturiere 4.355 4.036 -7,3

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

La tabella 11 confronta l’andamento nell’ultimo anno del manifatturiero lecchese con quello nazionale e regionale e si confermano la crescita dell’alimentare e della manutenzione di macchinari e, viceversa, il calo della fabbricazione di prodotti in metallo e di macchinari.

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Tab. 11 - Variazione percentuale delle aziende attive in provincia di Lecco, in Lombardia e in Italia nel settore manifatturiero - Anni 2012/2013

SETTORE ATECO 2007 Lecco Lombardia Italia

Industrie alimentari 1,4 1,2 1,1 Industria delle bevande 7,7 5,9 1,3 Industria del tabacco - 0,0 -7,3 Industrie tessili -6,5 -3,3 -2,9 Confezione di articoli di abbigliamento -6,5 -2,7 -2,4 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 0,0 -2,5 -0,9 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero

-2,7 -3,5 -4,4

Fabbricazione di carta e di prodotti di carta -1,8 -1,9 -2,1 Stampa e riproduzione di supporti registrati -2,9 -3,6 -2,9 Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione

0,0 -2,3 -1,0

Fabbricazione di prodotti chimici 2,7 -2,3 -1,7 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base 0,0 0,0 -2,0 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche

-2,6 -2,2 -2,2

Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali

-3,5 -3,3 -3,4

sullMetallurgia -5,1 -3,1 -2,7 Fabbricazione di prodotti in metallo -3,1 -2,7 -2,9 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica

-8,2 -5,2 -4,3

Fabbricazione di apparecchiature elettriche -8,5 -3,7 -4,2 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature -5,0 -2,9 -3,3 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

8,0 -4,0 -2,9

Fabbricazione di altri mezzi di trasporto -12,8 -3,8 -4,5 Fabbricazione di mobili -4,3 -3,0 -3,5 Altre industrie manifatturiere -3,5 -2,3 -2,4 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine

4,2 4,0 4,7

Attività manifatturiere -3,2 -2,3 -2,1 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Le ultime 3 tabelle (12, 13, 14) riguardano le imprese femminili, giovanili e straniere.

Tab. 12 - Imprese femminili attive in provincia di Lecco, in Lombardia e in Italia Anni 2012-2013 valori assoluti e variazioni percentuali)

Province 2012 2013 Incidenza % sul totale imprese

2012

Incidenza % sul totale imprese

2013

Bergamo 18.460 18.419 21,3 21,4 Brescia 23.517 23.256 21,3 21,3 Como 9.240 9.141 20,5 20,7 Cremona 5.765 5.732 20,6 20,9 Lecco 5.186 5.154 21,3 21,5 Lodi 3.171 3.117 20,2 20,3 Mantova 8.326 8.289 21,4 21,6 Milano 57.916 58.257 20,3 20,4 Monza e Brianza 13.022 12.807 20,2 20,3 Pavia 10.277 10.178 23,0 23,2 Sondrio 3.899 3.773 26,3 26,0 Varese 14.254 14.044 22,3 22,4

Lombardia 173.033 172.167 21,1 21,1 Italia 1.270.752 1.259.242 24,3 24,3

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

A fine 2013 le imprese femminili (5.154) sono il doppio di quelle giovanili (2.451), e più del triplo di quelle straniere (1.505). A Lecco, rispetto al numero totale di aziende, vi sono un po’ meno imprese femminili (21,5%), giovanili (10,2%) e straniere (6,3%) a confronto del dato medio nazionale (rispettivamente, 24,3%, 11,2%, 8,7%).

Tab. 13 - Imprese giovani(*) attive in provincia di Lecco, in Lombardia e in Italia (Anni 2012-2013 valori assoluti e variazioni percentuali)

Province 2012 2013 Incidenza % sul totale

imprese 2012 Incidenza % sul totale

imprese 2013

Bergamo 9.961 9.307 11,5 10,8 Brescia 12.606 11.865 11,4 10,9 Como 4.738 4.441 10,5 10,1 Cremona 3.302 3.026 11,8 11,0 Lecco 2.643 2.451 10,9 10,2 Lodi 1.944 1.841 12,4 12,0 Mantova 3.864 3.629 9,9 9,4 Milano 25.314 25.145 8,9 8,8 Monza e Brianza 6.476 6.269 10,1 9,9 Pavia 5.170 4.863 11,6 11,1 Sondrio 1.586 1.471 10,7 10,1 Varese 7.020 6.589 11,0 10,5

Lombardia 84.624 80.897 10,3 9,9 Italia 604.067 548.947 11,5 11,2

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

(*) Imprese la cui partecipazione del controllo della proprietà è detenuta in prevalenza da persone con

meno di 35 anni di età.

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In linea con il trend nazionale, a Lecco nel 2013 sono diminuite le imprese femminili e giovanili, mentre sono aumentate quelle straniere. Le prime due sono diminuite, rispettivamente, di 32 e 192 unità, e le ultime sono cresciute di 31 elementi. Tutto questo fa ritenere che l’immigrazione abbia contribuito a dare maggiore dinamicità al mondo imprenditoriale di Lecco il quale ha sicuramente pagato un dazio alla grave crisi economica vissuta dal nostro Paese in questi ultimi anni.

Tab. 14 - Imprese straniere (*) attive in provincia di Lecco, in Lombardia e in Italia (Anni 2012-2013 valori assoluti e variazioni percentuali

Province 2012 2013 Incidenza % sul totale imprese

2012

Incidenza % sul totale imprese

2013

Bergamo 7.377 7.538 8,5 8,8 Brescia 10.858 10.923 9,8 10,0 Como 3.977 3.951 8,8 9,0 Cremona 2.674 2.654 9,6 9,7 Lecco 1.474 1.505 6,1 6,3 Lodi 1.748 1.736 11,1 11,3 Mantova 3.775 3.829 9,7 10,0 Milano 34.294 36.429 12,0 12,7 Monza e Brianza 5.027 5.099 7,8 8,1 Pavia 4.087 4.156 9,2 9,5 Sondrio 654 684 4,4 4,7 Varese 5.789 5.715 9,1 9,1

Lombardia 81.694 84.219 9,9 10,3 Italia 438.360 452.850 8,4 8,7

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

(*) Imprese la cui partecipazione del controllo della proprietà è detenuta in prevalenza da persone non

nate in Italia.

1.2.2 Le forme giuridiche Per quanto concerne le scelte organizzative delle imprese attive di Lecco, la tabella 15 evidenzia come vi sia stata una preferenza crescente per le forme che meglio tutelano patrimonialmente la compagine societaria, ossia le società di capitali che, nonostante il trend di riduzione numerica del totale delle imprese (-302 unità) nel corso del 2013, hanno visto crescere il loro numero (+51 unità). Tutte le altre tipologie organizzative hanno invece visto ridursi la loro numerosità: le società di persone hanno perso 140 unità, e le ditte individuali 229. Quest’ultima tipologia resta la più frequente nel panorama imprenditoriale lecchese, potendo contare su quasi 13.000 unità (12.988), un valore superiore di circa 2,5 volte a quello delle società di persone (5.465) e delle società di capitale (5.091). Residuale

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è invece la numerosità di altre forme organizzative (466), che sono però in aumento rispetto all’anno precedente (+16 unità).

Tab. 15 - Numerosità delle imprese attive in provincia di Lecco e tasso di variazione medio annuo per natura giuridica – Anni 2012-2013

Anno Società di capitale

Società di persone

Ditte individuali

Altre forme Totale

Valori assoluti

2012 5.040 5.605 13.217 450 24.312 2013 5.091 5.465 12.988 466 24.010

Valori %

2012 20,7 23,1 54,4 1,9 100,0 2013 21,2 22,8 54,1 1,9 100,0

Variazione %

2012/2013 1,0 -2,5 -1,7 3,6 -1,2 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

D’altronde, come mostrano le tabelle 16 per la Lombardia, e 17 per l’Italia, il trend di Lecco (aumento delle società di capitali e riduzione delle altre forme) è in linea con le tendenze del resto del Paese, sebbene con qualche differenza in termini di intensità. Si può notare che dal punto di vista numerico le società di capitali lecchesi (21,2% del totale) si pongono in una posizione intermedia tra quella della Lombardia, dove rappresentano il 27,1% del totale delle imprese, e quella media italiana, in cui rappresentano solo il 19% del totale. Questa posizione in mezzo alla media (51,2%) e nazionale (61,7%) si verifica anche per le ditte individuali, che a Lecco costituiscono il 54,1% di tutte le aziende. Per contro, a Lecco sono maggiormente presenti le società di persone (22,8%) rispetto a quanto accade in Lombardia (19,2%) e in Italia (16,8%).

Tab. 16 - Numerosità delle imprese attive in Lombardia e tasso di variazione medio annuo per natura giuridica – Anni 2012-2013

Anno Società di capitale

Società di persone

Ditte individuali

Altre forme Totale

Valori assoluti

2012 219.576 159.705 423.078 19.460 821.819 2013 221.064 156.437 416.691 20.105 814.297

Valori %

2012 26,7 19,4 51,5 2,4 100,0 2013 27,1 19,2 51,2 2,5 100,0

Variazione %

2012/2013 0,7 -2,0 -1,5 3,3 -0,9 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Tab. 17 - Numerosità delle imprese attive in Italia e tasso di variazione medio annuo per natura giuridica – Anni 2012-2013

Anno Società di capitale

Società di persone

Ditte individuali

Altre forme Totale

Valori assoluti

2012 966.141 888.048 3.259.192 126.543 5.239.924 2013 982.943 871.448 3.198.612 133.121 5.186.124

Valori %

2012 18,4 16,9 62,2 2,4 100,0 2013 19,0 16,8 61,7 2,6 100,0

Variazione %

2012/2013 1,7 -1,9 -1,9 5,2 -1,0 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

1.2.3 La dinamica imprenditoriale Le tabelle 18-20 ci consentono di capire se alcuni fattori, come la colllocazione territoriale e la presenza di stranieri, possano incidere sui fenomeni della natalità e della mortalità imprenditoriale. La prima tabella (la 18) mette a confronto i tassi di natalità e di mortalità delle imprese a seconda che esse si trovino o meno nel Comune capoluogo. I dati mostrano effettivamente che a Lecco città vi è un più alto tasso di natalità2 (5,69%) rispetto agli altri Comuni della provincia (5,58%) ed un più basso tasso di mortalità3 (6,02%, contro il 6,47% della media degli altri comuni della provincia lecchese). Se in entrambe le aree (capoluogo e altri comuni) il tasso di mortalità è superiore a quello della natalità, il differenziale è decisamente più modesto a Lecco (-0,34%) che negli altri comuni della provincia (-0,89%). Va però detto che se nella provincia di Lecco il tasso di sviluppo complessivo è negativo (-0,79%), non altrettanto avviene in media in Lombardia, dove il tasso di sviluppo è positivo, e pari a +0,72%, e in Italia, in cui il tasso è del + 0,21%.

2 É dato dal rapporto tra il totale delle iscrizioni del 2013 e le imprese attive a fine 2012.

3 É dato dal rapporto tra il totale delle cessazioni del 2013 e le imprese attive a fine 2012.

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Tab.18 - Tassi di natalità, mortalità (al netto delle cessazioni d'ufficio) e sviluppo imprenditoriale nel 2013 per comune capoluogo e altri comuni

Comune capoluogo Altri comuni Totale

Province e regioni Tasso di

natalità

Tasso di mortalità

Tasso di sviluppo

Tasso di

natalità

Tasso di mortalità

Tasso di sviluppo

Tasso di

natalità

Tasso di mortalità

Tasso di sviluppo

Varese 5,49 5,85 -0,36 6,32 6,46 -0,13 6,22 6,38 -0,16

Como 5,99 5,45 0,54 5,85 6,16 -0,31 5,88 6,01 -0,14

Sondrio 5,90 7,04 -1,14 4,70 6,33 -1,63 4,86 6,43 -1,56

Milano 6,59 4,03 2,56 7,11 5,68 1,44 6,79 4,67 2,12

Bergamo 6,96 5,69 1,27 5,94 6,19 -0,25 6,11 6,11 0,00

Brescia 6,98 5,90 1,08 5,81 6,00 -0,18 6,04 5,98 0,06

Pavia 7,07 6,48 0,58 6,42 7,19 -0,77 6,51 7,09 -0,58

Cremona 6,13 7,28 -1,15 5,36 6,27 -0,91 5,52 6,49 -0,96

Mantova 6,55 5,34 1,21 5,47 6,29 -0,82 5,61 6,16 -0,55

Lecco 5,69 6,02 -0,34 5,58 6,47 -0,89 5,60 6,39 -0,79

Lodi 6,62 6,32 0,30 6,47 6,83 -0,36 6,51 6,70 -0,20

Monza e della Brianza 7,00 5,90 1,10 6,97 5,94 1,03 6,98 5,93 1,04

LOMBARDIA 6,58 4,65 1,93 6,26 6,15 0,11 6,37 5,65 0,72

ITALIA 6,80 5,60 1,20 6,07 6,34 -0,27 6,31 6,10 0,21

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Con la tabella 19 si prende in considerazione il fattore “montagna” sui fenomeni della dinamica imprenditoriale. Dai dati non emerge una influenza evidente della collocazione montana sui tassi di natalità e di mortalità delle imprese, in quanto il tasso di sviluppo che ha il valore più alto si trova nei comuni parzialmente montani della provincia di Lecco (-0,34%), mentre nei comuni totalmente montani e in quelli del tutto non montani, il tasso di sviluppo è peggiore (rispettivamente, -0,79% e -0,96%).

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Tab. 19 - Tassi di natalità, mortalità (al netto delle cessazioni d'ufficio) e sviluppo imprenditoriale nel 2013

per fascia di montuosità dei comuni

Comuni totalmente montani Comuni parzialmente

montani Comuni non montani

Province e regioni Tasso di

natalità

Tasso di mortalità

Tasso di sviluppo

Tasso di

natalità

Tasso di mortalità

Tasso di sviluppo

Tasso di

natalità

Tasso di mortalità

Tasso di sviluppo

Varese 6,16 6,49 -0,33 5,54 5,86 -0,32 6,35 6,45 -0,10

Como 5,26 6,08 -0,82 5,99 5,45 0,54 6,09 6,19 -0,10

Sondrio 4,86 6,43 -1,56 - - - - - -

Milano - - - - - - 6,79 4,67 2,12

Bergamo 5,55 5,84 -0,28 6,34 6,66 -0,32 6,32 6,19 0,12

Brescia 5,24 5,59 -0,35 5,59 5,50 0,09 6,32 6,12 0,20

Pavia 4,27 6,11 -1,84 - - - 6,63 7,15 -0,51

Cremona - - - - - - 5,52 6,49 -0,96

Mantova - - - - - - 5,61 6,16 -0,55

Lecco 5,45 6,24 -0,79 5,69 6,02 -0,34 5,69 6,65 -0,96

Lodi - - - - - - 6,51 6,70 -0,20

Monza e della Brianza - - - - - - 6,98 5,93 1,04

LOMBARDIA 5,35 5,98 -0,64 5,79 5,77 0,01 6,52 5,60 0,92

ITALIA 5,45 6,15 -0,70 6,39 5,72 0,68 6,48 6,20 0,27

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Interessante è anche l’analisi sull’influenza della presenza di stranieri sulla dinamica imprenditoriale (tabella 20). I dati sembrano confermare che una presenza relativamente maggiore di stranieri porta a un maggior tasso di natalità, mentre sembra non avere nessuna influenza sul tasso di mortalità delle imprese. Infatti il tasso di sviluppo imprenditoriale è maggiore in quelle parti della provincia di Lecco dove vi sono più stranieri della media provinciale (-0,75%) rispetto alle aree dove vi sono meno stranieri (-0,84%). Questi dati confermano che le imprese gestite da stranieri sono state le uniche a crescere nella provincia di Lecco nel corso del 2013, a differenza di quelle femminili e giovanili, la cui numerosità è andata riducendosi. Il trend in provincia di Lecco è comune alle altre province lombarde e al resto del Paese, visto che dovunque la maggior presenza di stranieri determina un più alto tasso di sviluppo imprenditoriale. Anzi, in Lombardia questo fenomeno è molto più evidente, se si considera che nelle aree dove vi sono proporzionalmente più stranieri il tasso di sviluppo è pari all’1,16%, mentre nelle rimanenti aree è solo dello 0,11%.

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Tab.20 - Tassi di natalità, mortalità (al netto delle cessazioni d'ufficio) e sviluppo imprenditoriale nel 2013 per livello di presenza degli stranieri residenti nei comuni

Incidenza della popolazione residente straniera superiore

alla media provinciale

Incidenza della popolazione residente straniera inferiore

alla media provinciale Totale

Province e regioni Tasso

di natalità

Tasso di mortalità

Tasso di sviluppo

Tasso di

natalità

Tasso di mortalità

Tasso di sviluppo

Tasso di

natalità

Tasso di mortalità

Tasso di sviluppo

Varese 6,70 6,39 0,31 5,85 6,37 -0,52 6,22 6,38 -0,16

Como 6,07 5,96 0,11 5,63 6,08 -0,44 5,88 6,01 -0,14

Sondrio 5,64 6,20 -0,56 4,01 6,67 -2,65 4,86 6,43 -1,56

Milano 6,75 4,22 2,53 6,89 5,67 1,22 6,79 4,67 2,12

Bergamo 6,36 6,10 0,27 5,75 6,12 -0,37 6,11 6,11 0,00

Brescia 6,34 6,09 0,25 5,68 5,84 -0,17 6,04 5,98 0,06

Pavia 6,39 7,23 -0,83 6,62 6,96 -0,34 6,51 7,09 -0,58

Cremona 5,55 6,76 -1,22 5,50 6,21 -0,71 5,52 6,49 -0,96

Mantova 6,07 6,70 -0,63 5,33 5,83 -0,50 5,61 6,16 -0,55

Lecco 5,64 6,39 -0,75 5,54 6,39 -0,84 5,60 6,39 -0,79

Lodi 6,65 6,85 -0,20 6,29 6,48 -0,20 6,51 6,70 -0,20

Monza e della Brianza 7,09 5,79 1,30 6,85 6,10 0,75 6,98 5,93 1,04

LOMBARDIA 6,53 5,37 1,16 6,15 6,04 0,11 6,37 5,65 0,72

ITALIA 6,51 5,92 0,58 6,08 6,32 -0,24 6,31 6,10 0,21

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

1.2.4 I fallimenti e le procedure concorsuali Come si è visto nel paragrafo precedente, in provincia di Lecco nel corso del 2013 sono morte più imprese di quante ne siano nate. La cessazione delle imprese può derivare sia da un atto volontario dell’imprenditore, che ritiene non più valida la propria iniziativa economica, sia da un atto involontario, che spesso è rappresentato dall’avvio di un procedimento concorsuale, fra i quali il fallimento è il più drastico. A quest’ultimo fenomeno è dedicata la tabella 21, che ci ricorda come il numero di fallimenti verificatisi nel 2013 nella provincia di Lecco sia cresciuto sensibilmente, passando da 58 a 83 casi. I settori merceologici che hanno sperimentato il numero maggiore di fallimenti sono stati quelli delle attività manifatturiere (34 casi, quasi triplicati rispetto all’anno precedente), seguiti da costruzioni e commercio, che hanno visto lo stesso numero di casi (15), ma in aumento rispetto al 2012 per il commercio (9 fallimenti nel 2012), ed in diminuzione per le costruzioni (19 casi del 2012). Anche le attività immobiliari hanno risentito della crisi, visto che nell’arco di un anno si è passati da un fallimento a 7. Analizzando l’evoluzione dei fallimenti per forma organizzativa dell’impresa (tabella

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22) si scopre che il fenomeno ha colpito nel 2013 in particolare le società di capitali, che con 60 fallimenti hanno assorbito tre quarti dell’intera casistica fallimentare. Non solo, ma essi sono stati in netto aumento rispetto al 2012 (44 casi). In deciso aumento sono risultati anche i fallimenti delle società di persone (da 4 a 12), anche se il numero assoluto rimane contenuto, in particolare se si considera che la numerosità delle società di persone (circa 5.000) è grosso modo la stessa delle società di capitali (vedi al riguardo la precedente tabella 15). Invece, tenuto conto del numero di ditte individuali (13.000), si può considerare modesta la casistica di fallimenti (10), che tra l’altro non è variata rispetto all’anno precedente.

Tab. 21 - Provincia di Lecco: fallimenti per settore di attività. Anni 2012-2013.

SETTORE 2012 2013 var %

C Attività manifatturiere 13 34 161,5

F Costruzioni 19 15 -21,1

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 9 15 66,7

H Trasporto e magazzinaggio 4 0 -100,0

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 3 3 0,0

J Servizi di informazione e comunicazione 1 3 200,0

L Attività immobiliari 1 7 600,0

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1 0 -100,0

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi suppurto alle imp… 2 2 0,0

S Altre attività di servizi 0 3 -

X Imprese non classificate 5 1 -80,0

TOTALE 58 83 43,1

Fonte: Infocamere

Tab. 22 - Provincia di Lecco: fallimenti per forma giuridica. Anni 2012-2013.

FORMA GIURIDICA 2012 2013 var %

Società di capitali 44 60 36,4

Società di persone 4 12 200,0

Imprese individuali 10 10 0,0

Altre forme 0 1 -

TOTALE 58 83 43,1

Fonte: Infocamere Le ultime 3 tabelle riportano la casistica di altre due procedure concorsuali, ossia i concordati preventivi e le liquidazioni coatte amministrative. Il loro numero è stato nettamente inferiore ai fallimenti, essendosi verificati, rispettivamente 24 e 1 casi. Lasciando quindi da parte le liquidazioni coatte amministrative (oggetto della tabella 22), la maggioranza dei concordati preventivi si rintraccia nel settore manifatturiero (50% dei casi, in netto aumento, essendo passati dalle 5 procedure del 2012 alle 12 del 2013) e nelle società di capitali, che assorbono quasi integralmente la casistica (22 casi su 24).

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Tab. 23 - Provincia di Lecco: concordati preventivi per settore di attività. Anni 2012-2013.

SETTORE 2012 2013 var %

C Attività manifatturiere 5 12 140,0

F Costruzioni 0 4 -

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 1 3 200,0

H Trasporto e magazzinaggio 0 0 -

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 0 0 -

J Servizi di informazione e comunicazione 0 0 -

L Attività immobiliari 3 3 0,0

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 0 0 -

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi suppurto alle imp… 0 0 -

S Altre attività di servizi 0 2 -

X Imprese non classificate 0 0 -

TOTALE 9 24 166,7

Fonte: Infocamere

Tab. 24 - Provincia di Lecco: concordati preventivi per forma giuridica. Anni 2012-2013.

FORMA GIURIDICA 2012 2013 var %

Società di capitali 7 22 214,3

Società di persone 1 2 100,0

Imprese individuali 1 0 -100,0

Altre forme 0 0 -

TOTALE 9 24 166,7

Fonte: Infocamere

Tab. 25 - Provincia di Lecco: liquidazioni coatte amministrative per settore di attività. Anni 2012-2013. SETTORE 2012 2013 var %

F Costruzioni 0 1 - N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi suppurto alle imp… 2 0 -100,0 Q Sanità e assistenza sociale 1 0 -100,0

TOTALE 3 1 -66,7

Fonte: Infocamere

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1.2.5 I settori portanti dell’economia 1.2.5.1 Il Metalmeccanico

Il “metalmeccanico” si suddivide in due categorie:

- “metallurgia” (codice Ateco 2007: 24);

- “fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)” (codice Ateco 2007: 25).

Complessivamente, a fine 2013, le aziende4 che operano nel “metalmeccanico” erano 1.621, pari al 6,7% del totale (percentuale superiore sia a quella lombarda che a quella nazionale, che si attestano rispettivamente al 3,2% e al 2%) e, a fine giugno 2013, occupano circa 16.700 dipendenti (21,7% del totale).

Tab. 26 - Provincia di Lecco: primi 10 comuni per peso del "metalmeccanico" rispetto al totale delle imprese attive. Anno 2013

Comune

Imprese settore "metalmeccanico"

Totale imprese attive Peso % settore

"metalmeccanico rispetto al totale

1 PARLASCO 4 7 57,1 2 PREMANA 91 219 41,6 3 CORTENOVA 26 104 25,0 4 PRIMALUNA 32 178 18,0 5 CIVATE 38 232 16,4 6 OLGINATE 81 498 16,3 7 ANNONE DI BRIANZA 24 159 15,1 8 GARBAGNATE MONASTERO 24 164 14,6 9 CASTELLO BRIANZA 26 181 14,4

10 DORIO 4 28 14,3

Fonte: Stock view - Banca dati Infocamere

Tab. 27 - Provincia di Lecco: ultimi 10 comuni per peso del "metalmeccanico" rispetto al totale delle imprese attive. Anno 2013

Comune

Imprese settore

"metalmeccanico" Totale imprese attive

Peso % settore "metalmeccanico rispetto al totale

81 MERATE 30 1.242 2,4 82 OLIVETO LARIO 2 86 2,3 83 CASATENOVO 16 730 2,2 84 COLICO 14 687 2,0 85 PASTURO 3 151 2,0 86 MARGNO 1 53 1,9 87 IMBERSAGO 3 161 1,9 88 BARZIO 3 164 1,8 89 BELLANO 4 235 1,7 90 CASARGO 1 78 1,3

Fonte: Stock view - Banca dati Infocamere N.B.: sono stati esclusi i comuni che non hanno nessuna impresa

5 attiva nel settore "metalmeccanico".

4 Tutti i dati si riferiscono alle imprese ATTIVE CON SEDE LEGALE IN PROVINCIA DI LECCO. La codifica

utilizzata è l’ATECO 2007. 5 Essi sono: Cassina Valsassina, Introzzo, Moggio, Morterone, Sueglio, Tremenico, Vendrogno.

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Il comune della provincia di Lecco dove il “metalmeccanico” riveste il maggior peso è Parlasco dove il 57,1% del totale delle imprese opera in questo settore, seguito da Premana, Cortenova e Primaluna (rispettivamente con il 41,6%, 25% e 18%). Il comune capoluogo si posiziona sotto la media provinciale, con il 4,9% (208 imprese). Le imprese che operano nella “metallurgia” sono 112 e, a fine giugno 2013, occupavano 3.382 dipendenti, mentre quelle del comparto “fabbricazione di prodotti in metallo” ammontano a 1.509 (con 13.331 lavoratori).

Tab. 28 - Provincia di Lecco: imprese attive settore “metallurgia” al 31/12/2013 Codice Ateco

2007 Descrizione

attività Numero imprese

Codice Ateco 2007

Descrizione attività Numero imprese

24 METALLURGIA 5 2442 Produzione di alluminio e semilavorati

5

241

Siderurgia - Fabbricazione di ferro, acciaio e ferroleghe

13 2443 Produzione di piombo, zinco e stagno e semilavorati

1

242

FABBRICAZIONE DI TUBI, CONDOTTI, PROFILATI CAVI E RELATIVI ACCESSORI IN ACCIAIO (ESCLUSI QUELLI IN ACCIAIO COLATO)

12 2444 Produzione di rame e semilavorati

0

243

FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI DELLA PRIMA TRASFORMAZIONE DELL'ACCIAIO

8 2445 Produzione di altri metalli non ferrosi e semilavorati

1

2431 Stiratura a freddo di barre

7 245 FONDERIE 6

2432 Laminazione a freddo di nastri

3 2451 Fusione di ghisa e produzione di tubi e raccordi in ghisa

2

2433

Profilatura mediante formatura o piegatura a freddo; fabbricazione di pannelli stratificati in acciaio

1 2452 Fusione di acciaio 0

2434 Trafilatura a freddo 36 2453 Fusione di metalli leggeri 8

244

PRODUZIONE DI METALLI DI BASE PREZIOSI E ALTRI METALLI NON FERROSI, TRATTAMENTO DEI COMB. NUCLEARI

3 Fusione di altri metalli non ferrosi

1

2441 Produzione di metalli preziosi e semilavorati

0

2454

TOTALE 112

Fonte: Stock view Banca dati Infocamere

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Tab. 29 - Provincia di Lecco: imprese attive settore “fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)” al 31/12/2013

Codice Ateco 2007

Descrizione attività Numero imprese

Codice Ateco 2007

Descrizione attività Numero imprese

25 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO (ESCLUSI MACCHINARI E ATTREZZATURE)

56 2562 Lavori di meccanica generale

461

251 FABBRICAZIONE DI ELEMENTI DA COSTRUZIONE IN METALLO

12 257

FABBRICAZIONE DI ARTICOLI DI COLTELLERIA, UTENSILI E OGGETTI DI FERRAMENTA

5

2511 Fabbricazione di strutture metalliche e parti assemblate di strutture

142 2571

Fabbricazione di articoli di coltelleria, posateria ed armi bianche

49

2512 Fabbricazione di porte e finestre in metallo

49 2572 Fabbricazione di serrature e cerniere e ferramenta simili

23

252 FABBRICAZIONE DI CISTERNE, SERBATOI, RADIATORI E CONTENITORI IN METALLO

0 2573 Fabbricazione di utensileria

105

2521 Fabbricazione di radiatori e contenitori in metallo per caldaie per il riscaldamento centrale

2 259 FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI IN METALLO

17

2529 Fabbricazione di altre cisterne, serbatoi e contenitori in metallo

1 2591

Fabbricazione di bidoni in acciaio e contenitori analoghi per il trasporto e l'imballaggio

0

253

FABBRICAZIONE DI GENERATORI DI VAPORE (ESLCUSI I CONTENITORI IN METALLO PER CALDAIE PER IL RISCALDAMENTO CENTRALE AD ACQUA)

0 2592 Fabbricazione di imballaggi leggeri in metallo

8

254 FABBRICAZIONE DI ARMI E MUNIZIONI

3 2593

Fabbricazione di prodotti fabbricati con fili metallici, catene e molle

88

255

FUCINATURA, IMBUTITURA, STAMPAGGIO E PROFILATURA DEI METALLI; METALLURGIA DELLE POLVERI

51 2594 Fabbricazione di articoli di bulloneria

20

256 TRATTAMENTO E RIVESTIMENTO DEI METALLI; LAVORI DI MECCANICA GENERALE

2 Fabbricazione di altri prodotti in metallo nca

324

2561 Trattamento e rivestimento dei metalli

91

2599

TOTALE 1.509

Fonte: Stock view Banca dati Infocamere

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L’ANDAMENTO NEL QUARTO TRIMESTRE 2013

Rispetto alla fine del quarto trimestre 2012, il numero delle imprese della nostra provincia operanti nel settore “metalmeccanico” è calato del 3,3% (da 1.676 del 4° trimestre 2012 a 1.621 di fine 2013), contro il -2,7% lombardo e il -2,9% nazionale (da 27.043 a 26.314 le imprese nella nostra regione e da 108.635 a 105.498 quelle nazionali). Anche a livello congiunturale6 il numero delle aziende ha evidenziato un calo (-1% a Lecco, -0,7% in Lombardia e in Italia). Il comparto “metallurgia” diminuisce di 6 unità (attestandosi a 112 imprese, -5,1%) rispetto a fine 2012, e di 3 unità nei confronti di settembre 2013 (-2,6%); in Lombardia la variazione rispetto a fine 2012 è stata del -3,1% ed in Italia del -2,7% (mentre nei confronti di fine settembre 2013 si è registrato un calo dell’1% sia in Lombardia che in Italia). Rispetto a fine 2012, nella nostra provincia l’unico settore a evidenziare un aumento del numero delle imprese attive è la “trafilatura a freddo” (+1 unità, pari al +2,9%). Rimane stabile la “fabbricazione di altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio” e registrano una diminuzione soprattutto la “fusione di metalli leggeri” (-3 unità, pari al -27,3%) e la “siderurgia, fabbricazione di ferro, acciaio e ferro leghe” (-2 unità, -13,3%). Rispetto a fine settembre 2013, la “trafilatura a freddo” è sempre l’unico settore a evidenziare un aumento del numero delle imprese attive (+1 unità, pari al +2,9%). Calano di due unità il settore “fusione di metalli leggeri” (-20%) e di 1 unità ciascuno i comparti “siderurgia, fabbricazione di ferro, acciaio e ferro leghe” e la “stiratura a freddo di barre” (rispettivamente -7,1% e -12,5%). Restano invariati i restanti settori.

Graf. 6 – Provincia di Lecco: andamento della metallurgia (valori assoluti)

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Provincia di Lecco: andamento settore "metallurgia" (valori assoluti)

4° trimestre 2012 3°trimestre 2013 4° trimestre 2013 Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview- Infocamere

6 Cioè nei confronti del 3° trimestre 2013.

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36

Tab. 30 - Provincia di Lecco: variazione percentuale principali sotto-settori della “metallurgia”

Codice Ateco 2007 Descrizione attività variazione 2012- 2013 Variazione 3° trimestre 2013 –

4° trimestre 2013

241

Siderurgia - Fabbricazione di ferro, acciaio e ferroleghe

-13,3 -7,1

242

FABBRICAZIONE DI TUBI, CONDOTTI, PROFILATI CAVI E RELATIVI ACCESSORI IN ACCIAIO (ESCLUSI QUELLI IN ACCIAIO COLATO)

-7,7 0,0

243

Fabbricazione di altri prodotti della prima trasformazione dell'acciaio

0,0 0,0

2431 Stiratura a freddo di barre

-12,5 -12,5

2434 Trafilatura a freddo

2,9 2,9

2453 Fusione di metalli leggeri

-27,3 -20,0

Altre attività del settore "metallurgia"7 0,0 0,0

Totale "metallurgia" -5,1 -2,6

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stock view- Infocamere

Rispetto a fine giugno 2011, il numero degli addetti del settore “metallurgia” è diminuito dell’1,2% (da 3.423 dipendenti a 3.382, cioè 41 lavoratori in meno). Solo la “produzione di metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi, trattamento di combustibili nucleari” (+26 dipendenti, +7,5%) ha evidenziato un incremento del numero di dipendenti. Calano soprattutto i lavoratori delle “fonderie” e della “siderurgia” (rispettivamente -10,2% e -2,2%, pari a 29 e 25 dipendenti in meno).

7Comprendono i seguenti settori: “metallurgia”, “laminazione a freddo di nastri”, “profilatura mediante

formatura o piegatura a freddo; fabbricazione di pannelli stratificati in acciaio”; “produzione di metalli di base preziosi e di altri metalli non ferrosi, trattamento dei combustibili nucleari”, “produzione di alluminio e semilavorati”, “produzione di piombo, zinco e stagno e semilavorati”; “produzione di altri metalli non ferrosi e semilavorati”, “fonderie”, “fusione di ghisa e produzione di tubi e raccordi in ghisa”, “fusione di altri metalli non ferrosi”.

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Tab. 31 - Provincia di Lecco: dipendenti settore "metallurgia". Anni 2011-2013 (dati a giugno di ogni anno).

SETTORE DI ATTIVITA' (ATECO2007) 30/06/2011 30/06/2012 30/06/2013

C0241 - Siderurgia 1.141 1.125 1.116

C0242 – Fabbricazione di tubi,condotti,profilati cavi,accessori in acciaio 350 344 344

C0243 – Fabbricazione altri prodotti della prima trasformazione dell'acciaio 1.302 1.292 1.295 C0244 – Produzione metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi, trattamento dei combustibili nucleari

347 352 373

C0245 - Fonderie 283 275 254

TOTALE 3.423 3.388 3.382

Fonte: SMAIL - Sistema di Monitoraggio Annuale Imprese e Lavoro

Il comparto “fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)” registra una diminuzione del 3,1% rispetto a fine 2012 (contro il -2,7% lombardo e il -2,9% italiano), pari a 49 imprese in meno. Rispetto a fine 2012, nella nostra provincia solo i sotto-settori “fabbricazione di articoli di coltelleria, posateria ed armi bianche” (+2 imprese, +4,3%) e “fucinatura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli; metallurgia delle polveri” (+1 impresa, +2%) registrano un incremento del numero di aziende. Evidenziano invece un calo di aziende soprattutto i sotto-settori: “lavori di meccanica generale” (-4,4%, -21 aziende), “fabbricazione di altri prodotti in metallo nca” (-2,4%, -8 imprese), “fabbricazione di utensileria” (-6,3%, -7 imprese) e “altre attività del settore fabbricazione prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)”8 (-6 unità, -6,1%). Rimane stabile il numero delle imprese attive nel sotto-settore “fabbricazione di strutture metalliche e parti assemblate di strutture”.

Rispetto a fine settembre del 2013, il numero delle imprese lecchesi attive nel comparto “fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)” è calato dello 0,9% (contro il -0,7% lombardo e italiano), con 14 imprese in meno; il solo settore a evidenziare un incremento del numero di aziende attive è la “fabbricazione di strutture metalliche e parti assemblate di strutture” (+1 impresa, pari al +0,7%). Viceversa, evidenziano un calo (pari a 3 unità ciascuno) i sotto settori “lavori di meccanica generale” (-0,6%) e “fabbricazione di altri prodotti in metallo nca” (-0,9%). Calano di 2 aziende i comparti “fabbricazione di prodotti in metallo” (-3,4%), “fabbricazione di utensileria” (-1,9%) e “altre attività del settore fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)”8 (-2,1%), mentre diminuiscono di 1 impresa ciascuno i settori “fabbricazione di porte e finestre in metallo”,

8 Comprendono i seguenti settori: “fabbricazione di elementi da costruzione in metallo”, “fabbricazione

di radiatori e contenitori in metallo per caldaie per il riscaldamento centrale”, “fabbricazione di cisterne”, “fabbricazione di armi e munizioni”; “trattamento e rivestimento dei metalli;lavori di meccanica generale”; “fabbricazione di articoli di coltelleria, utensili e oggetti di ferramenta”; “fabbricazione di serrature e cerniere e ferramenta e simili”; “fabbricazione di altri prodotti in metallo”; “fabbricazione di imballaggi leggeri in metallo”; “fabbricazione di articoli di bulloneria”.

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“fucinatura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli; metallurgia delle polveri” e “fabbricazione di prodotti fabbricati con fili metallici, catene e molle” (rispettivamente -2%, -1,9% e -1,1%). Rimane stabile il “trattamento e rivestimento dei metalli”.

Tab. 32 - Provincia di Lecco: variazione percentuale principali sotto-settori della “fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)

Codice Ateco 2007 Descrizione attività variazione 2012- 2013 Variazione 3° trimestre 2013 –

4° trimestre 2013

25

FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO (ESCLUSI MACCHINARI E ATTREZZATURE)

-5,1 -3,4

2511 Fabbricazione di strutture metalliche e parti assemblate di strutture

0,0 0,7

2512 Fabbricazione di porte e finestre in metallo

-2,0 -2,0

255 FUCINATURA, IMBUTITURA, STAMPAGGIO E PROFILATURA DEI METALLI; METALLURGIA DELLE POLVERI

2,0 -1,9

2561 Trattamento e rivestimento dei metalli -3,2 0,0

2562 Lavori di meccanica generale -4,4 -0,6

2571 Fabbricazione di articoli di coltelleria, posateria ed armi bianche

4,3 0,0

2573 Fabbricazione di utensileria -6,3 -1,9

2593 Fabbricazione di prodotti fabbricati con fili metallici, catene e molle

-3,3 -1,1

2599 Fabbricazione di altri prodotti in metallo nca

-2,4 -0,9

Altre attività del settore "fabbricazione di prodotti in metallo"7

-6,1 -2,1

Totale "fabbricazione di prodotti in metallo" -3,1 -0,9

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview- Infocamere

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39

Graf. 7 - Provincia di Lecco: andamento del settore “fabbricazione dei prodotti in metallo (esclusi macchinari ed attrezzature)” Valori assoluti)

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

Fabbricazione di prodotti in

metallo

Fabbricazione di strutture metalliche e

parti a

ssemblate di strutture

Fabbricazione di porte e fin

estre in

metallo

Fucinatura, im

butitu

ra, stampaggio e

profilatura dei m

etalli; m

etallurgia delle

polveri

Trattamento e riv

estim

ento dei m

etalli

Lavori d

i meccanica generale

Fabbricazione di artic

oli di coltelleria,

posateria ed armi bianche

Fabbricazione di utensileria

Fabbricazione di prodotti fa

bbricati con fili

metallici, catene e molle

Fabbricazione di altri p

rodotti in

metallo

nca

Altre

attiv

ità del settore fabbricazione dei

prodotti in

metallo (esclusi m

acchinari e

attre

zzature)

4° trim 2012 3 trim 2012 4° trim 2013 Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview- Infocamere

Rispetto a fine giugno 2011, il numero degli addetti del settore “fabbricazione di prodotti in metallo” è diminuito dell’1,5% (da 13.518 dipendenti a poco più di 13.331, quasi 200 lavoratori in meno). Il calo dei dipendenti è concentrato nella “fabbricazione di altri prodotti in metallo” e nella “fabbricazione di elementi da costruzione in metallo” (rispettivamente -294 e –129 unità). Viceversa, cresce il numero dei lavoratori soprattutto dei comparti “fabbricazione di armi e munizioni” (+101 unità, +25,8%), “trattamento e rivestimento metalli; lavori di meccanica generale” (+67 dipendenti, +5,3%) e “fucinatura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli; metallurgia delle polveri” (+49 lavoratori, +1,8%).

Tab. 33 - Provincia di Lecco: dipendenti settore "fabbricazione prodotti in metallo". Anni 2011-2013 (valori a fine giugno di ogni anno).

SETTORE DI ATTIVITA' (ATECO2007) 30/06/2011 30/06/2012 30/06/2013

C0250 - Fabbricazione di prodotti in metallo esclusi macchinari e attrezzature 61 69 57 C0251 - Fabbricazione di elementi da costruzione in metallo 1.428 1.358 1.299 C0252 – Fabbricazione di cisterne,serbatoi,radiatori e contenitori in metallo 239 245 252 C0254 - Fabbricazione di armi e munizioni 392 421 493 C0255 – Fucinatura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli; metallurgia delle polveri

925 958 974

C0256 - Trattamento e rivestimento metalli; lavori di meccanica generale 3.770 3.854 3.837 C0257 – Fabbricazione articoli coltelleria,utensili e oggetti di ferramenta 1.858 1.879 1.868 C0259 - Fabbricazione di altri prodotti in metallo 4.845 4.752 4.551

TOTALE 13.518 13.536 13.331

Fonte: SMAIL - Sistema di Monitoraggio Annuale Imprese e Lavoro

ISCRIZIONI E CESSAZIONI NEL 2013 Nel 2013 nel settore “metalmeccanico” si sono registrate 19 iscrizioni, tutte nel comparto “fabbricazione prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)” e 75 cancellazioni, 6 nella “metallurgia” e 69 nella “fabbricazione prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)”. Nello stesso periodo del 2012, le iscrizioni del settore “metalmeccanico” erano state 39 (2 nel comparto “metallurgia” e 37 nella “fabbricazione prodotti in metallo (esclusi i macchinari e attrezzature”), e le cancellazioni erano state 68 (2 nel settore “metallurgia” e 66 nella “fabbricazione

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40

prodotti in metallo (esclusi i macchinari e le attrezzature”).

Tab. 34 - Provincia di Lecco: Iscrizione e cessazioni settore “metalmeccanico”. Anni 2012-2013.

ISCRIZIONI CESSAZIONI CODICE ATECO 2007

2012 2013 2012 2013 METALLURGIA 0 0 0 3 Siderurgia - Fabbricazione di ferro, acciaio e ferroleghe

1 0 0 0

FABBRICAZIONE DI TUBI, CONDOTTI, PROFILATI CAVI E RELATIVI ACCESSORI IN ACCIAIO (ESCLUSI QUELLI IN ACCIAIO COLATO)

0 0 1 0

FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI DELLA PRIMA TRASFORMAZIONE DELL'ACCIAIO

0 0 0 0

Trafilatura a freddo 1 0 0 2 Fusione di metalli leggeri 0 0 0 0 Altre attività del settore "metallurgia"4

0 0 1 1

FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO (ESCLUSI MACCHINARI E ATTREZZATURE)

1 0 5 1

Fabbricazione di strutture metalliche e parti assemblate di strutture

8 3 4 6

Fabbricazione di porte e finestre in metallo

2 0 3 2

FUCINATURA, IMBUTITURA, STAMPAGGIO E PROFILATURA DEI METALLI; METALLURGIA DELLE POLVERI

0 0 2 1

Trattamento e rivestimento dei metalli

1 0 4 5

Lavori di meccanica generale

13 8 24 31

Fabbricazione di articoli di coltelleria, posateria ed armi bianche

2 0

Fabbricazione di utensileria

3 0 4 5

Fabbricazione di prodotti fabbricati con fili metallici, catene e molle

1 0 1 1

Fabbricazione di altri prodotti in metallo nca

7 5 14 12

Altre attività del settore fabbricazione dei prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature)6

1 1 5 5

TOTALE 39 19 68 75

Fonte: Stock view Banca dati Infocamere

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41

SUDDIVISIONE DELLE IMPRESE PER FORMA GIURIDICA

Per quanto riguarda la forma giuridica delle imprese metalmeccaniche attive nel territorio lecchese a fine 2013, quelle in forma societaria risultano il 66,7% (36,2% le società di capitale e 30,5% le società di persone). In Lombardia il 63,9% opera come società (27,1% le società di persone e 36,8% le società di capitale); in Italia tale percentuale si attesta al 54,6% (il 30,9% sono società di capitale e il 23,7% società di persone). In generale, le società sono diminuite, rispetto a fine 2012, del 2,6% a Lecco (da 1.110 a 1.081 imprese), dell’1,5% in Lombardia e in Italia. Le imprese individuali calano del 4,4% a livello lecchese (da 562 a 537 unità), del 4,7% a livello regionale e del 4,3% in Italia. Infine le “altre forme” calano a Lecco del 25,5% (da 4 a 3 unità), del 7,7% in Lombardia e del 10,3% in Italia. Rispetto a fine settembre 2013 il numero delle società lecchesi attive nel settore “metalmeccanico” è calato dell’1,5% (da 1.098 a 1.081), contro il -0,6% lombardo e italiano. Le imprese individuali crescono di 1 unità a Lecco (+0,2%), mentre calano in Lombardia e in Italia (-0,8% per entrambe). Nella nostra provincia cala di 1 unità il numero delle imprese che operano come “altre forme” (cooperative e consorzi, pari a 3 unità, -25%); calano di 180 unità a livello lombardo (-1,3%) e di 790 in Italia (-2,6%).

Tab. 35 - Forma giuridica. Variazione percentuale imprese settore “metalmeccanico”

VARIAZIONE 2012- 2013

VARIAZIONE 3° trimestre 2013-4° trimestre 2013

FORMA GIURIDICA

LECCO LOMBARDIA ITALIA LECCO LOMBARDIA ITALIA

SOCIETA' DI CAPITALE -1,8 0,3 0,5 -1,2 -0,2 -0,3 SOCIETA' DI PERSONE -3,5 -3,9 -4,0 -2,0 -1,2 -1,1 IMPRESE INDIVIDUALI -4,4 -4,7 -4,3 0,2 -0,8 -0,8 ALTRE FORME -25,0 -7,7 -10,3 -25,0 -1,3 -2,6

TOTALE -3,3 -2,7 -2,9 -1,0 -0,7 -0,7

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview-Infocamere

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42

Graf. 8 – Provincia di lecco: andamento delle imprese del settore metalmeccanico per forma giuridica (valori assoluti)

0

100

200

300

400

500

600

SOCIETA' DI

CAPITALE

SOCIETA' DI

PERSONE

IMPRESE

INDIVIDUALI

ALTRE FORME

4° trim. 2012 3° trim.2013 4° trim. 2013 Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati

Stockview-Banca dati Infocamere

1.2.5.2 Il “Tessile” e la “Confezione di articoli di abbigliamento;

confezione di articoli in pelle e pelliccia”

SETTORE TESSILE

Complessivamente, a fine 2013, le aziende9 che operano nel “tessile” sono 173, pari allo 0,7% del totale (percentuale superiore sia a quella lombarda, 0,5%, che a quella nazionale, 0,3%) e, a fine giugno 2013, occupavano circa 2.500 dipendenti (3,3% del totale). Il comune della provincia di Lecco dove il “tessile” riveste il maggior peso è Nibionno, dove il 7,5% delle imprese opera in questo settore, seguito da Costa Masnaga, Bulciago e Barzago (rispettivamente con il 7,2%, il 6,5% e il 4%). Il comune capoluogo si posiziona sotto la media provinciale, con lo 0,1% (6 imprese attive).

Tab. 36 - Provincia di Lecco: primi 10 comuni per peso del "tessile" rispetto al totale delle imprese attive. Anno 2013.

Comune Imprese settore

"tessile" Totale imprese attive

Peso settore "tessile" rispetto al totale

1 NIBIONNO 17 227 7,5 2 COSTA MASNAGA 24 332 7,2 3 BULGIAGO 13 201 6,5 4 BARZAGO 8 198 4,0 5 ROGENO 6 162 3,7

6 GARBAGNATE MONASTERO

5 164 3,0

7 CASTELLO DI BRIANZA 5 181 2,8 8 CREMELLA 3 118 2,5 9 SANTA MARIA HOE' 3 140 2,1

10 VERDERIO INFERIORE 3 146 2,1

Fonte: Stock view banca dati Infocamere

9 Tutti i dati si riferiscono alle imprese ATTIVE CON SEDE LEGALE IN PROVINCIA DI LECCO. La codifica

utilizzata è l’ATECO 2007.

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43

Tab. 37 - Provincia di Lecco: ultimi 10 comuni per peso del "tessile" rispetto al totale delle imprese attive.

Anno 2013.

Comune Imprese settore

"tessile" Totale imprese attive

Peso settore "tessile" rispetto al totale

81 OGGIONO 3 722 0,4 82 OLGINATE 2 498 0,4 83 BALLABIO 1 256 0,4 84 CALCO 1 369 0,3 85 CALOLZIOCORTE 2 836 0,2 86 MISSAGLIA 1 589 0,2 87 COLICO 1 687 0,1 88 MANDELLO DEL LARIO 1 693 0,1 89 LECCO 6 4.247 0,1 90 VALMADRERA 1 715 0,1

Fonte: Stock view - Banca dati Infocamere N.B. Sono stati esclusi i comuni che non hanno nessuna impresa

10 attiva nel settore "tessile"

Tab. 38 - Provincia di Lecco: imprese attive settore “tessile” al 31/12/2013

Codice Ateco 2007

Descrizione attività Numero imprese

Codice Ateco 2007

Descrizione attività Numero imprese

13 INDUSTRIE TESSILI 1 1392 Confezionamento di articoli tessili (esclusi gli articoli di

abbigliamento) 34

131 PREPARAZIONE E

FILATURA DI FIBRE TESSILI

13 1393 Fabbricazione di tappeti e

moquette 0

132 TESSITURA 94 1394 Fabbricazione di spago,

corde, funi e reti 3

133 FINISSAGGIO DEI

TESSILI 11 1395

Fabbricazione di tessuti non tessuti e di articoli in

tali materie (esclusi gli articoli di abbigliamento)

1

139 ALTRE INDUSTRIE

TESSILI 1 1396

Fabbricazione di articoli tessili tecnici ed industriali

9

1391 Fabbricazione di tessuti a maglia

0 1399 Fabbricazione di altri

prodotti tessili nca 6

TOTALE 173

Fonte: Stock view Banca dati Infocamere

L’ANDAMENTO NEL QUARTO TRIMESTRE DEL 2013

Rispetto alla fine del 2012 il numero delle imprese della nostra provincia operanti nel settore “tessile” è diminuito del 6,5% (da 185 a 173 imprese); in Lombardia la diminuzione è stata del 3,3%, e in Italia del 2,9% (rispettivamente da 4.497 a 4.348 e da 17.660 a 17.149).

10

Essi sono Abbadia Lariana, Annone Brianza, Barzio, Brivo, Carenno, Casargo, Cassina, Cesana Brianza, Civate, Colle Brianza, Crandola Valsassina, Cremeno, Dorio, Ello, Erve, Esino Lario, Garlate, Imbersago, Introbio, Introzzo, Malgrate, Margno, Moggio, Monte Marenzo, Morterone, Oliveto Lario, Pagnona, Parlasco, Pasturo, Perledo, Pescate, Premana, Primaluna, Rovagnate, Sueglio, Suello, Taceno, Torre de Busi, Tremenico, Valgreghentino, Varenna, Vendrogno, Verderio Superiore, Vestreno.

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44

Nella provincia di Lecco, tra i principali sotto-settori11, nessuno evidenzia una crescita nel numero delle imprese attive; diminuiscono di 4 unità ciascuno la “tessitura” e il “confezionamento di articoli tessili (esclusi gli articoli di abbigliamento)” (rispettivamente -4,1% e -10,5%). Calano di 2 unità ciascuno la “fabbricazione di articoli tecnici tessili e industriali” (-18,2%) e le “altre attività del settore tessile”12 (-14,3%). Rimangono stabili la “preparazione e filatura di fibre tessili” e il “finissaggio dei tessili” (rispettivamente con 13 e 11 aziende attive). Rispetto a fine settembre 2012, il numero delle imprese lecchesi attive nel settore “tessile” è calato del 3,4% (contro il -1,2% lombardo e il -1% italiano). Il calo è stato di 3 aziende nel “confezionamento di articoli tessili (esclusi gli articoli di abbigliamento)” (-8,1%) e di 1 impresa ciascuno nei comparti “finissaggio dei tessili”, “fabbricazione di articoli tessili ed industriali” e “altre attività del settore tessile”5 (rispettivamente -8,3%, -10% e -7,7%).

Tab. 39 - Provincia di Lecco: variazione percentuale principali sotto-settori del “tessile” Codice Ateco 2007 Descrizione attività variazione 2012-2013 variazione 3° trimestre 2013–

4° trimestre 2013

13.1 PREPARAZIONE E FILATURA DI FIBRE TESSILI 0,0 0,0

13.2

TESSITURA

-4,1 0,0

13.3

FINISSAGGIO DEI TESSILI

0,0 -8,3

13.92

Confezionamento di articoli tessili (esclusi gli articoli di abbigliamento) -10,5 -8,1

13.96 Fabbricazione di articoli tessili tecnici ed

industriali -18,2 -10,0

Altre attività del settore tessile12 -14,3 -7,7

Totale "tessile" -6,5 -3,4

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica i Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stock view- Infocamere

11

Cioè quelli con più di 9 aziende attive al 31/12/2013. 12

Comprendono i seguenti settori: "industrie tessili"; "altre industrie tessili"; "fabbricazione di tessuti a maglia”; “fabbricazione di tappeti e moquette”; “fabbricazione di spago, corde, funi e reti”; “fabbricazione di tessuti non tessuti e articoli in tali materie (esclusi gli articoli di abbigliamento)”; “fabbricazione di altri prodotti tessili nca”.

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45

Graf. 9 – Provincia di lecco: andamento del settore tessile (valori assoluti)

020406080

100120140160180

200

4° t rim 2012 3° t rim 2013 4° t rim 2013

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview- Infocamere

Rispetto a fine giugno 2011, il numero dei dipendenti del settore “tessile” è diminuito del 13%, pari a circa 400 dipendenti in meno (da 2.882 dipendenti a 2.508). Tutti i settori mostrano un calo del numero dei lavoratori, a eccezione della “preparazione e filatura di fibre tessili” (+18 lavoratori, +10,7%) e del “finissaggio dei tessili” (il cui numero di dipendenti è rimasto pressoché invariato, +1 unità). Tra i sotto-settori maggiormente in difficoltà troviamo la “tessitura” (-12,2%, pari a 259 lavoratori in meno) e le “altre industrie tessili” (-26%, pari a 133 lavoratori in meno).

Tab. 40 - Provincia di Lecco: dipendenti settore "tessile". Anni 2011-2013 (valori a giugno di ogni anno).

30/06/2011 30/06/2012 30/06/2013

C0130 - Industrie tessili 11 11 10 C0131 - Preparazione e filatura di fibre tessili 168 162 186 C0132 - Tessitura 2.115 1.995 1.856 C0133 - Finissaggio dei tessili 77 82 78 C0139 - Altre industrie tessili 511 484 378

TOTALE 2.882 2.734 2.508

Fonte: SMAIL - Sistema di Monitoraggio Annuale Imprese e Lavoro

ISCRIZIONE E CESSAZIONI Nel 2013, nel settore “tessile” si sono registrate 5 nuove iscrizioni, mentre le cessazioni sono state 14. Nel 2012 si erano registrate 3 nuove attività, mentre le chiusure erano state 16.

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46

Tab. 41 - Provincia di Lecco: iscrizioni e cessazioni principali sotto-settori settore"tessile". Anni 2012 e

2013. Iscrizioni Cessazioni

CODICE ATECO 2007 2012 2013 2012 2013

PREPARAZIONE E FILATURA DI FIBRE TESSILI

0 1 2 3

TESSITURA 0 0 10 2 FINISSAGGIO DEI TESSILI 1 1 0 1 Confezionamento di articoli tessili (esclusi gli articoli di abbigliamento)

2 2 1 4

Fabbricazione di articoli tessili tecnici ed industriali

0 0 1 2

Altre attività settore "tessile”12 0 1 2 2

TOTALE 3 5 16 14

Fonte: Stock view Banca dati Infocamere

SUDDIVISIONE DELLE IMPRESE PER FORMA GIURIDICA Per quanto riguarda la forma giuridica delle imprese tessili attive a fine 2013 nel territorio lecchese, quelle in forma societaria risultano il 74,6% (42,8% le società di capitale e 31,8% le società di persone). In Lombardia il 69,6% opera come società (23,1% le società di persone e 46,5% le società di capitale); in Italia tale percentuale si attesta al 55,6% (32,9% sono società di capitale e 22,6% società di persone). In generale, rispetto a fine 2012 le società, , sono calate del 5,1% a Lecco (attestandosi a 129 unità), del 2,9% in Lombardia e del 2,5% in Italia. Le imprese individuali calano del 10,2% a livello lecchese (da 49 a 44 unità), del 4,4% a livello regionale e del 3,2% in Italia. Nessuna azienda opera come “altra forma” in provincia di Lecco, mentre esse crescono di 1 unità in Lombardia e calano di 13 in Italia (-9,7%). Rispetto a fine settembre 2013 il numero delle società lecchesi attive nel settore “tessile” è calato del 2,3% (contro il -1% lombardo e il -0,8% italiano). Le imprese individuali lecchesi calano di 3 unità a Lecco (-6,4%), quelle lombarde di 22 (-1,6%) e quelle italiane di 82 (-1,1%). Le “altre forme” rimangono invariate in Lombardia e calano di 6 unità in Italia (-4,7%).

Tab. 42 - Forma giuridica. Variazione percentuale imprese settore “tessile”.

variazione 2012-2013 Variazione 3° trimestre 2013-

4° trimestre 2013 FORMA GIURIDICA LECCO LOMBARDIA ITALIA LECCO LOMBARDIA ITALIA

SOCIETA' DI CAPITALE -6,3 -2,0 -2,0 -2,6 -0,7 -1,0 SOCIETA' DI PERSONE -3,5 -4,6 -3,3 -1,8 -1,5 -0,6 IMPRESE INDIVIDUALI -10,2 -4,4 -3,2 -6,4 -1,6 -1,1 ALTRE FORME - 11,1 -9,7 - 0,0 -4,7

TOTALE -6,5 -3,3 -2,9 -3,4 -1,2 -1,0

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview- Infocamere

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47

Graf. 10 – Provincia di lecco: andamento del settore tessile (valori assoluti)

0

10

20

30

40

50

60

70

80

SOCIETA

' DI

CAPITA

LE

SOCIETA

' DI

PER

SON

E

IMPRESE

IND

IVID

UALI

ALTR

E

FORM

E

4° trim 2012 3° trim 2013 4° trim 2013

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview-Infocamere

SETTORE “CONFEZIONE ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO; CONFEZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E PELLICCIA” Le imprese attive nel settore “confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia” sono 154 e rappresentano lo 0,6% del totale lecchese (contro l’1% lombardo e lo 0,9% italiano) e, a fine giugno 2013, occupavano 520 dipendenti (0,7% del totale). Il comune della provincia di Lecco dove il settore riveste il maggior peso è Paderno d’Adda, dove il 2,8% del totale delle imprese opera in questo settore, seguito da Imbersago, Suello e Robbiate (rispettivamente con il 2,5%, il 2,4% e il 2,1%). Il comune capoluogo si posiziona leggermente al di sotto la media provinciale, con lo 0,6% (24 aziende attive a fine dicembre 2013).

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48

Tab. 43 - Provincia di Lecco: imprese attive settore “confezione articoli di abbigliamento; confezione articoli in pelle e pelliccia” al 31/12/2013

Codice Ateco 2007

Descrizione attività Numero imprese

Codice Ateco 2007

Descrizione attività Numero imprese

14

CONFEZIONE DI ARTICOLI DI

ABBIGLIAMENTO; CONFEZIONE DI

ARTICOLI IN PELLE E PELLICCIA

6 1419 Confezione di altri articoli

di abbigliamento ed accessori

24

141

CONFEZIONE DI ARTICOLI DI

ABBIGLIAMENTO (ESCLUSO

ABBIGLIAMENTO IN PELLICCIA)

22 142 CONFEZIONE DI ARTICOLI

IN PELLICCIA 6

1411 Confezione di

abbigliamento in pelle

3 143 FABBRICAZIONE DI

ARTICOLI DI MAGLIERIA 4

1412 Confezione di

indumenti da lavoro 2 1431

Fabbricazione di articoli di calzetteria in maglia

0

1413 Confezione di altro

abbigliamento esterno

54 1439 Fabbricazione di altri articoli di maglieria

11

1414 Confezione di

biancheria intima 12 TOTALE 144

Fonte: Stock view banca dati Infocamere

Tab. 44 - Provincia di Lecco: primi 10 comuni per peso del settore "confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia" rispetto al totale delle imprese attive.

Anno 2013.

Comuni

Imprese settore “confezione articoli di abbigliamento;

confezione articoli in pelle e pelliccia”

Totale imprese attive

Peso settore“confezione articoli di abbigliamento; confezione

articoli in pelle e pelliccia” rispetto al totale

1 PADERNO D'ADDA 7 249 2,8

2 IMBERSAGO 4 161 2,5

3 SUELLO 2 83 2,4

4 ROBBIATE 8 380 2,1

5 VIGANO' 2 117 1,7

6 NIBIONNO 3 227 1,3

7 ELLO 1 78 1,3

8 PERLEDO 1 80 1,3

9 BOSISIO PARINI 3 243 1,2

10 SIRTORI 3 257 1,2

Fonte: Stock view banca dati Infocamere

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Tab. 45 - Provincia di Lecco: ultimi 10 comuni per peso del settore "confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia" rispetto al totale delle imprese attive.

Anno 2013.

Comuni Imprese settore “confezione articoli di

abbigliamento; confezione articoli in pelle e pelliccia”

Totale imprese attive

Peso settore “confezione articoli di

abbigliamento; confezione articoli in pelle e pelliccia” rispetto al totale

81 OLGIATE MOLGORA 2 422 0,5

82 BALLABIO 1 256 0,4

83 OSNAGO 1 317 0,3

84 BRIVIO 1 321 0,3

85 COSTA MASNAGA 1 332 0,3

86 COLICO 2 687 0,3

87 MANDELLO DEL LARIO 2 693 0,3

88 VALMADRERA 2 715 0,3

89 OLGINATE 1 498 0,2

90 OGGIONO 1 722 0,1

Fonte: Stock view - Banca dati Infocamere

N.B. Sono stati esclusi i comuni che non hanno nessuna impresa attiva nel settore “confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia"13

L’ANDAMENTO NEL QUARTO TRIMESTRE DEL 2013 Rispetto alla fine del 2012 il numero delle imprese della nostra provincia operanti in questo settore è calato di 10 unità (da 154 a 144, -6,5%). Anche in Lombardia e in Italia si è registrata una diminuzione del numero di aziende attive nel comparto (da 8.361 a 8.134 le imprese nella nostra regione, -2,7%, e da 49.108 a 47.920 quelle nazionali, -2,4%). Tutti i principali sotto-settori14 della provincia di Lecco evidenziano un calo delle aziende attive; in particolare diminuiscono le imprese dei sotto-settori “confezione di altri articoli di abbigliamento ed accessori” (-4 unità, -14,3%), “confezione di articoli di abbigliamento” (-2 unità, -8,3%), “fabbricazione di altri articoli di maglieria” (-2 unità, -15,4%) e “altre attività di confezionamento” 15(-2 unità, -8,7%). Rimangono stabili la “confezione di altro abbigliamento esterno” e la “confezione di biancheria intima”. Rispetto a fine settembre 2013, invece, il numero delle imprese lecchesi attive nel settore “confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia” cala di 1 unità (-0,7%, contro il -0,6% regionale e il -0,8% nazionale). Cresce di 1 unità il sotto-settore “confezione di articoli di abbigliamento” (+4,8%), mentre calano di 1 unità ciascuno la “confezione di altri articoli di

13

Essi sono: Annone Brianza, Barzago, Carenno, Casargo, Cassina Valsassina, Cesana Brianza, Civate, Colle Brianza, Cortenova, Crandola Valsassina, Cremella, Cremeno, Dolzago, Dorio, Erve, Esino Lario, Introzzo, Margno, Moggio, Monte Marenzo, Morterone, Oliveto Lario, Pagnona, Parlasco, Pasturo, Perego, Pescate, Premana, Santa Maria Hoè; Sirone; Sueglio, Taceno, Tremenico; Varenna, Vendrogno, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Vestreno. 14

Cioè quelli con più di 11 aziende attive a fine 2013. 15

Comprendono i seguenti settori: “confezionamento di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia”; “confezione di abbigliamento in pelle”; “confezione di indumenti da lavoro”; “confezione di articoli in pelliccia”; “fabbricazione di articoli in maglieria”.

Page 50: L’economia della provincia di Lecco nel 2013 · 2020. 3. 20. · con l’Istituto G. Tagliacarne GRUPPO DI LAVORO: CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI LECCO

50

abbigliamento ed accessori” e le “altre attività di confezionamento”15 (rispettivamente -4% e -4,5%). Stabili gli altri settori.

Tab. 46 - Provincia di Lecco: variazione percentuale principali sotto-settori della “confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia”

Codice Ateco 2007 Descrizione attività variazione 2012-2013 variazione 3° trimestre 2013– 4° trimestre 2013

141 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO

(ESCLUSO ABBIGLIAMENTO IN PELLICCIA) -8,3 4,8

1413 Confezione di altro abbigliamento esterno 0,0 0,0 1414 Confezione di biancheria intima 0,0 0,0

1419 Confezione di altri articoli di abbigliamento

ed accessori -14,3 -4,0

1439 Fabbricazione di altri articoli di maglieria -15,4 0,0 Altre attività del settore "confezione di articoli di abbigliamento;

confezione di articoli in pelle e pelliccia”15 -8,7 -4,5

Totale "confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia”

-6,5 -0,7

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stock view- Infocamere

Graf. 11 – Provincia di Lecco: andamento del settore “confezioni di articoli di abbigliamento, in pelle e pelliccia” (valori assoluti)

0

20

40

60

80

100

120

140

160

CO

NFEZIO

NE D

IA

RTIC

OLI D

IA

BB

IGLIA

MEN

TO(ESC

LUSO

AB

BIG

LIAM

ENTO

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IA)

Co

nfe

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en

toe

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o

Co

nfe

zion

e d

ib

ianch

eria in

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Co

nfe

zion

e d

i altriartico

li di

abb

igliame

nto

ed

accesso

ri

Fabb

ricazion

e d

i altriartico

li di m

aglieria

Altre

attività di

con

fezio

nam

en

to

Totale

4° trim. 2012 3° trim. 20134° trim. 2013

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview –Infocamere

Rispetto a fine giugno 2011, il numero dei dipendenti del settore “confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia” è diminuito del 9,4% (da 577 dipendenti a 520, -57 persone). Il calo è concentrato nella “fabbricazione di maglieria” (-33 unità, -28,9%) e nella “confezione di altri articoli di abbigliamento ed accessori (-23 lavoratori, -4,5%).

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Tab. 47 - Provincia di Lecco: dipendenti settore "confezione articoli di abbigliamento". Anni 2011-2013 (valori a giugno di ogni anno).

SETTORE 30/06/2011 30/06/2012 30/06/2013

C0141 - Confez. articoli abbigliamento escl. pellicce 452 449 429 C0143 - Fabbricazione di articoli di maglieria 114 114 81 C0142 - Confezione di articoli in pelliccia 11 11 10

TOTALE 577 574 520

Fonte: SMAIL - Sistema di Monitoraggio Annuale Imprese e Lavoro

ISCRIZIONI E CESSAZIONI Nel 2013, in questo settore si sono registrate 6 iscrizioni e 18 cancellazioni (nel 2012 erano nate 7 nuove attività e si erano verificate 16 chiusure).

Tab. 48 - Provincia di Lecco: iscrizioni e cessazioni principali sotto-settori settore "confezione di articoli di abbigliamento;confezione di articoli in pelle e pelliccia". Anni 2012 e 2013.

Iscrizioni Cessazioni CODICE ATECO 2007

2012 2013 2012 2013

CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO (ESCLUSO ABBIGLIAMENTO IN PELLICCIA)

2 1 0 1

Confezione di altro abbigliamento esterno

3 4 8 4

Confezione di biancheria intima 0 0 1 0 Confezione di altri articoli di abbigliamento ed accessori

2 1 3 8

Fabbricazione di altri articoli di maglieria

0 0 2 2

Altre attività di confezionamento15

0 0 2 3

TOTALE 7 6 16 18

Fonte: Stock view Banca dati Infocamere

SUDDIVISIONE DELLE IMPRESE PER FORMA GIURIDICA Per quanto riguarda la forma giuridica delle imprese attive in questo settore nel territorio lecchese, quelle in forma societaria risultano il 47,9% (31,9% le società di capitale e 16% le società di persone). In Lombardia il 40,1% opera come società (16,5% le società di persone e 23,6% le società di capitale); in Italia tale percentuale si attesta al 36,3% (21,5% sono società di capitale e 14,8% società di persone). In generale, le società sono cresciute dell’1,5% rispetto a fine 2012 (attestandosi a 69 unità) a Lecco, mentre calano del 2,4% in Lombardia e del 2,9% in Italia. Le imprese individuali calano del 12,8% (attestandosi a 75 unità) a livello lecchese, del 2,9% a livello regionale e del 2% a livello nazionale. Nessuna azienda opera come “altre forme” nella provincia di Lecco, mentre esse calano del 12,5% in Lombardia e dell’11,4% in Italia. Rispetto a fine settembre 2013 il numero delle società lecchesi attive nel settore “confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia” è rimasto invariato (attestandosi a 69 unità) contro il –0,6% lombardo e il -0,9% nazionale. Calano dell’1,3% le imprese individuali lecchesi (contro il -0,6% in

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Lombardia e il -0,7% in Italia). Le “altre forme” calano del 3,4% a livello regionale e dell’1,8% a livello nazionale.

Tab. 49 - Forma giuridica. Variazione percentuale imprese settore “confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia”

variazione 2012-2013 Variazione 3° trimestre 2013-

4° trimestre 2013 FORMA GIURIDICA

LECCO LOMBARDIA ITALIA LECCO LOMBARDIA ITALIA

SOCIETA' DI CAPITALE 4,5 0,1 -1,0 0,0 -0,1 -0,5

SOCIETA' DI PERSONE -4,2 -5,7 -5,6 0,0 -1,4 -1,5

IMPRESE INDIVIDUALI -12,8 -2,9 -2,0 -1,3 -0,6 -0,7

ALTRE FORME - -12,5 -11,4 - -3,4 -1,8

TOTALE -6,5 -2,7 -2,4 -0,7 -0,6 -0,8

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview- Infocamere

Graf. 12 – Provincia di Lecco: andamento del settore

“confezione di articoli di abbigliamento: in pelle e pelliccia)” (valori assoluti)

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

4° trim 2012 3° trim 2013 4° trim 2013

Provincia di Lecco: andamento imprese settore "confezione di articoli di

abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia" per forma giuridica

(valori assoluti)

SOCIETA' DI CAPITALE SOCIETA' DI PERSONE IMPRESE INDIVIDUALI ALTRE FORME

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori Camera di Commercio di Lecco su dati Stockview-Infocamere

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SEZIONE 2 - LA DOMANDA AGGREGATA

2.1 IL MERCATO DEL LAVORO E LE DONNE

2.1.1 La dinamica demografica

La provincia di Lecco, con i suoi 338.000 residenti (dato 2012), rappresenta il 3,5% della popolazione lombarda, e lo 0,6% della popolazione italiana, come risulta dalla tabella 1. Il 19,2% della popolazione ha meno di 19 anni, una percentuale inferiore rispetto a quella rappresentata dagli anziani, ossia coloro che hanno più di 65 anni (20,9%). La struttura anagrafica della popolazione di Lecco è sostanzialmente la stessa di quella media lombarda e nazionale; Lecco presenta una presenza di giovani leggera superiore ed una contestuale minore presenza di anziani. Tab. 1 – Popolazione residente per età ed incidenza delle classi sul totale nelle province lombarde, in Lombardia

e in Italia (Anno 2012).

VALORI ASSOLUTI Province

0-14 15-19 20-39 40-59 60-64 65 e oltre TOTALE

Varese 123.162 38.813 207.504 263.161 54.759 189.561 876.960 Como 84.360 26.819 141.559 179.380 37.271 123.115 592.504 Sondrio 24.943 8.792 42.095 55.450 11.556 38.265 181.101 Milano 427.793 128.953 708.188 935.165 187.008 687.976 3.075.083 Bergamo 170.641 52.685 270.115 330.533 65.693 204.395 1.094.062 Brescia 191.129 58.642 308.715 372.430 73.601 242.675 1.247.192 Pavia 68.746 21.489 124.403 165.375 34.281 125.275 539.569 Cremona 48.638 15.623 85.691 108.061 23.376 80.423 361.812 Mantova 57.223 17.289 98.386 122.269 24.996 91.172 411.335 Lecco 49.070 15.746 79.572 101.667 21.538 70.832 338.425 Lodi 32.618 10.027 56.450 68.905 13.674 44.124 225.798 Monza e Brianza 123.869 37.821 203.944 261.650 51.539 171.861 850.684

LOMBARDIA 1.402.192 432.699 2.326.622 2.964.046 599.292 2.069.674 ITALIA 8.348.338 2.824.461 14.510.689 17.714.713 17.714.713 3.647.197 12.639.829

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VALORI % Province

0-14 15-19 20-39 40-59 60-64 65 e oltre TOTALE

Varese 14,0 4,4 23,7 30,0 6,2 21,6 100,0 Como 14,2 4,5 23,9 30,3 6,3 20,8 100,0 Sondrio 13,8 4,9 23,2 30,6 6,4 21,1 100,0 Milano 13,9 4,2 23,0 30,4 6,1 22,4 100,0 Bergamo 15,6 4,8 24,7 30,2 6,0 18,7 100,0 Brescia 15,3 4,7 24,8 29,9 5,9 19,5 100,0 Pavia 12,7 4,0 23,1 30,6 6,4 23,2 100,0 Cremona 13,4 4,3 23,7 29,9 6,5 22,2 100,0 Mantova 13,9 4,2 23,9 29,7 6,1 22,2 100,0 Lecco 14,5 4,7 23,5 30,0 6,4 20,9 100,0 Lodi 14,4 4,4 25,0 30,5 6,1 19,5 100,0 Monza e Brianza 14,6 4,4 24,0 30,8 6,1 20,2 100,0 LOMBARDIA 14,3 4,4 23,8 30,3 6,1 21,1 100,0 ITALIA 14,0 4,7 24,3 29,7 6,1 21,2 100,0

Fonte: Elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat La distribuzione della popolazione tra uomini e donne (tabella 2) vede una leggera prevalenza della componente femminile (50,9%), che comincia a manifestarsi però solo nella fascia di età 60-64, per diventare evidente nella parte anziana della popolazione (da 65 in su), essendo in questa classe le donne pari al 57,3% del totale dei residenti. Per contro, nella fascia giovanile (0-14) sono più numerosi i rappresentanti di sesso maschile (50,8%). In questa prima fascia di età Lecco si distingue rispetto al dato medio nazionale per un maggior equilibrio tra i due sessi, essendo la presenza di maschi in Italia pari al 51,4%. Questo maggior equilibrio tra uomini e donne si riscontra anche nella fascia di età 15-19, ma non in quella 20-39, dove il dato di Lecco (uomini pari al 51,3% della popolazione) denota uno squilibrio maggiore di quello nazionale (50,3%).

Tabella 2: Incidenza del genere sulla popolazione totale suddivisa in classi d’età nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia (2012)

0-14 15-19 20-39 40-59 60-64 65 e oltre Totale Province

M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. M. F.

Varese 51,3 48,7 51,5 48,5 50,7 49,3 49,8 50,2 47,9 52,1 42,2 57,8 48,5 51,5

Como 51,6 48,4 51,5 48,5 50,6 49,4 50,1 49,9 48,6 51,4 42,4 57,6 48,8 51,2

Sondrio 51,4 48,6 51,6 48,4 51,0 49,0 50,1 49,9 50,1 49,9 42,1 57,9 48,9 51,1

Milano 51,6 48,4 51,8 48,2 50,3 49,7 49,1 50,9 46,8 53,2 41,7 58,3 48,0 52,0

Bergamo 51,2 48,8 51,6 48,4 50,9 49,1 51,1 48,9 49,4 50,6 42,7 57,3 49,4 50,6

Brescia 51,4 48,6 51,8 48,2 50,7 49,3 50,9 49,1 49,1 50,9 42,1 57,9 49,2 50,8

Pavia 51,4 48,6 51,4 48,6 50,3 49,7 50,5 49,5 49,0 51,0 41,3 58,7 48,3 51,7

Cremona 51,8 48,2 51,5 48,5 51,1 48,9 50,9 49,1 50,0 50,0 41,5 58,5 48,9 51,1

Mantova 51,8 48,2 52,3 47,7 51,0 49,0 50,6 49,4 48,4 51,6 41,6 58,4 48,8 51,2

Lecco 50,8 49,2 51,2 48,8 51,3 48,7 50,7 49,3 48,8 51,2 42,7 57,3 49,1 50,9

Lodi 51,4 48,6 51,2 48,8 50,6 49,4 50,9 49,1 49,8 50,2 42,0 58,0 49,1 50,9

Monza e Brianza 51,4 48,6 51,2 48,8 50,6 49,4 49,9 50,1 48,2 51,8 42,7 57,3 48,8 51,2

LOMBARDIA 51,4 48,6 51,6 48,4 50,6 49,4 50,1 49,9 48,2 51,8 42,0 58,0 48,6 51,4

ITALIA 51,4 48,6 51,5 48,5 50,3 49,7 49,2 50,8 48,1 51,9 42,6 57,4 48,4 51,6

Fonte: Elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

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L’analisi della tabella 3 offre ulteriori spunti per sviluppare considerazioni sulla struttura demografica della provincia di Lecco. Innanzitutto i valori relativi all’indice di dipendenza strutturale degli anziani (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età attiva, ovvero tra 15 e 64 anni) e all’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni), pari rispettivamente a 32,4 e a 144,3 nel 2012, ci dicono che c’è un anziano ogni 3 potenziali (ma non effettivi) lavoratori, e che ogni 2 giovani (sotto i 14 anni) vi sono 3 anziani. Questo evidente segnale di invecchiamento della popolazione è però condiviso con il resto della regione (32,7 e 147,6) e dell’Italia (32,7 e 151,4). Anzi, la provincia di Lecco evidenzia una minore intensità del fenomeno, sebbene di poco. Un’altra interessante occasione di riflessione viene dal valore dell’indice di dipendenza strutturale, consistente nel rapporto percentuale tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e in età attiva (15-64): essendo pari a 54,9, ci ricorda che ogni componente potenziale della forza lavoro nel 2012 (ma non necessariamente tale, potendo aver scelto di non farne parte, rinunciando a lavorare o a cercare lavoro) aveva in carico circa il 55% del mantenimento di una persona che non può lavorare, perché troppo giovane o perché troppo anziana. In altre parole 2 soggetti adatti a lavorare (ma che non lavorano necessariamente) devono assicurare il mantenimento di 1,1 persona non abile al lavoro. In termini prospettici è molto utile l’informazione offerta dall’indice di ricambio, contenuto sempre nella tabella 3. Questo è dato dal rapporto tra popolazione di età compresa tra 15 e 19 anni e quella tra 60 e 64 anni, e ci dice che in provincia di Lecco a fine 2012, per ogni 100 giovani che stanno per entrare nel mondo del lavoro, vi sono 137 persone che, in teoria, stanno lasciando il mondo del lavoro per motivi di età. Dunque, sempre in teoria, 137 posti di lavoro si dovrebbe liberare per 100 giovani. “In teoria” perché in realtà l’età di pensionamento in Italia sta progressivamente crescendo, e dunque non è detto che i posti di lavoro detenuti da coloro che hanno tra 60 e 64 anni si libereranno presto. Anzi, le recenti riforme in materia previdenziale sembrerebbero escluderlo. Confrontando questo valore con quello medio regionale e nazionale, Lecco si trova in una posizione intermedia tra quella lombarda (che con 138,5 evidenzia una maggiore presenza di persone vicine a lasciare il lavoro rispetto a 100 giovani) e quella italiana (che, con 129, indica che vi sono un po’ meno anziani pronti al pensionamento rispetto a 100 giovani, dunque meno che a Lecco).

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Tab. 3: Principali indicatori della struttura demografica nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia (2012)

Province

Indice di dipendenza strutturale

(1)

Indice di dipendenza strutturale dei giovani

(2)

Indice di dipendenza strutturale

degli anziani (3)

Indice di vecchiaia

(4)

Indice di struttura

(5)

Indice di ricambio

(6)

Varese 55,4 21,8 33,6 153,9 129,1 141,1

Como 53,9 21,9 32,0 145,9 128,7 139,0

Sondrio 53,6 21,2 32,5 153,4 131,7 131,4

Milano 56,9 21,8 35,1 160,8 134,0 145,0

Bergamo 52,2 23,7 28,4 119,8 122,7 124,7

Brescia 53,3 23,5 29,8 127,0 121,4 125,5

Pavia 56,1 19,9 36,3 182,2 136,9 159,5

Cremona 55,5 20,9 34,6 165,4 129,7 149,6

Mantova 56,4 21,8 34,7 159,3 127,3 144,6

Lecco 54,9 22,5 32,4 144,3 129,3 136,8

Lodi 51,5 21,9 29,6 135,3 124,2 136,4

Monza e Brianza 53,3 22,3 31,0 138,7 129,5 136,3

LOMBARDIA 54,9 22,2 32,7 147,6 129,1 138,5

ITALIA 54,2 21,6 32,7 151,4 123,2 129,1

Fonte: Elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

La tabella 4 ci permette di concludere l’analisi delle caratteristiche demografiche della provincia di Lecco, riportando i dati della popolazione di origine straniera. La provincia di Lecco, con 27.205 stranieri residenti, presenta una percentuale della popolazione estera più contenuta (8%) rispetto al dato medio lombardo (10,5%), ma più alta di quella media italiana (7,3%). La sostanziale parità tra gli immigrati di sesso maschile (13.569) e femminile (13.636), che costituisce una caratteristica differenziale della provincia di Lecco rispetto al dato medio lombardo e nazionale dove prevalgono numericamente le donne sugli uomini, potrebbe indurre a ritenere che l’immigrazione a Lecco possa presentare profili di maggiore integrazione nel tessuto sociale.

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Tab. 4 – Popolazione straniera residente per genere ed incidenza della popolazione straniera sul totale nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia

Province Maschi Femmine TOTALE

% di incidenza degli stranieri sul

totale della popolazione

Varese 33.215 37.351 70.566 8,0 Como 21.981 24.592 46.573 7,9 Sondrio 3.757 4.660 8.417 4,6 Milano 170.825 187.496 358.321 11,7 Bergamo 61.096 58.516 119.612 10,9 Brescia 82.270 80.759 163.029 13,1 Pavia 24.236 26.782 51.018 9,5 Cremona 20.397 20.504 40.901 11,3 Mantova 26.570 26.324 52.894 12,9 Lecco 13.569 13.636 27.205 8,0 Lodi 11.999 12.336 24.335 10,8 Monza e Brianza 31.175 34.617 65.792 7,7 LOMBARDIA 501.090 527.573 1.028.663 10,5 ITALIA 2.055.735 2.323.286 4.379.021 7,3

Fonte: Elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

2.1.2 Il mercato del lavoro Il perdurare16 della crisi economica ha fortemente segnato il mercato del lavoro e il contesto occupazionale in provincia di Lecco, comportando un generale innalzamento del tasso di disoccupazione17 (dal 3,2% del 2008 all’8,1% del 2013, stesso valore della Lombardia, ma inferiore a quello nazionale ed europeo), un allungamento dei tempi di ricerca del lavoro e, soprattutto, un ampliamento del segmento dei disoccupati di lunga durata. Negli oltre 5 anni di crisi la popolazione occupata si è ridotta di 4,2 punti percentuali e il tasso di occupazione18 è sceso dal 67,6% del 2008 a poco più del 64% del 2013. È un dato negativo che, per di più, non permette di valorizzare l’investimento in capitale umano (più diplomati e soprattutto più laureati), che non viene pienamente impiegato e valorizzato nelle imprese di Lecco e provincia. Le statistiche evidenziano anche per il 2013 un quadro “grigio” relativo al mercato del lavoro, dove a flussi decrescenti di assunzioni si accompagnano evidenti elementi di distorsione riguardanti sia l’offerta (numericamente consistente) che la domanda di lavoro (poco sostenuta e solo in parte orientata all’inserimento di figure di elevata qualificazione e specializzazione).

16

Il presente paragrafo è stato tratto dal 4° Rapporto dell’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro: “La crisi e una ripresa piena di incognite” realizzato da Provincia di Lecco, Camera di Commercio e Network Occupazione e presentato lo scorso 14 aprile. 17 È’ dato dal rapporto tra persone in cerca di occupazione e forze lavoro 18 Consiste nel rapporto tra numero di occupati e popolazione con età compresa tra 15 e 64 anni

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Non sono poche le imprese presenti sul territorio di Lecco e provincia – soprattutto quelle orientate ai mercati internazionali – che hanno da tempo recuperato e superato i livelli produttivi pre-crisi, con risvolti positivi anche sui livelli occupazionali; ma sono ancora numerose quelle, più orientate al mercato interno, che versano in situazioni di difficoltà (produttiva e occupazionale) e che quindi beneficeranno con gradualità della ripresa. Non è da escludere che nei prossimi trimestri si possano registrare ulteriori riduzioni occupazionali a seguito di nuove contrazioni dell’attività produttiva, del ridimensionamento degli organici, di cessazioni di attività. Un ulteriore elemento di criticità presente nel mercato del lavoro lecchese riguarda la crescente offerta di laureati (in aumento costante negli ultimi anni), che non trova una domanda delle imprese in grado di soddisfare tali flussi, che in molti casi trovano un approdo più facile nell’area milanese, ma spesso disponibili ad accettare occasioni di lavoro anche sull’intero territorio nazionale e all’estero (i dati forniti dal Comune di Lecco registrano come nel corso dell’ultimo quinquennio sia raddoppiato il numero di giovani tra 20 e 30 anni che si è trasferito all’estero per motivi di lavoro e/o di studio, iscrivendosi all’AIRE - Anagrafe Italiani Residenti all’Estero; non meno consistente è il numero di residenti nel comune che lavora in Paesi stranieri pur mantenendo la residenza. Si stima che la quota di giovani lecchesi – nella fascia di età considerata – sia attualmente compresa fra il 2 e il 3%). Nonostante la presenza di alcuni segnali positivi, sembra crescere il fenomeno dell’over-education che coinvolge soprattutto i giovani con livelli di istruzione universitaria (o superiore), per via di una domanda decisa- mente contenuta di posti di lavoro a elevata qualificazione da parte delle imprese e di un lento turn-over delle figure professionali con alta specializzazione. Peraltro le scelte degli indirizzi universitari da parte degli studenti lecchesi risultano notevolmente diversificate e, in molti casi, non “in linea” con le esigenze e le necessità delle imprese di Lecco e provincia. La rete e il tessuto imprenditoriale lecchese – caratterizzati da una netta prevalenza di MPMI – frenata dalla crisi non sembra in grado di assorbire tutte le figure professionali di alta specializzazione e i profili tecnologici presenti sul territorio. Anche in provincia di Lecco – così come in Lombardia, in Italia e da tempo in molti Paesi europei – è in atto da alcuni anni un processo di flessibilizzazione del lavoro con l’utilizzo diffuso da parte delle imprese di forme di lavoro flessibile, diverse dai contratti standard a tempo indeterminato. Tra il 2008 e il 2013 la quota di assunzioni a tempo indeterminato previste dallle imprese (Indagine Excelsior) passa dal 53 al 41%; questo orientamento delle imprese è confermato ex post dalle registrazioni dei Centri per l’Impiego: gli avviamenti a tempo indeterminato, che nel 2008 rappresentavano il 36% del totale, flettono fino ad attestarsi al 29% nel 2013. Le statistiche fornite dai Centri per l’Impiego segnalano un ulteriore elemento di preoccupazione e di debolezza del mercato del lavoro locale: nell’ultimo triennio è infatti andato crescendo sensibilmente il numero dei lavoratori residenti nel territorio provinciale avviati (e quindi assunti) in imprese fuori dalla provincia (Milano

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e Monza, ma non solo); i dati registrano un flusso di avviamenti “esterni” che si aggira ormai intorno al 40%, interessando più o meno in ugual misura sia la componente maschile che quella femminile. A fronte di tale flusso in uscita si osserva un flusso in entrata (di lavoratori residenti in altre province, ma assunti da imprese lecchesi) sostanzialmente stabile intorno al 30% delle assunzioni. Questi dati documentano una significativa perdita di attrattività del sistema economico lecchese e invertono quel trend di lungo periodo che ha sempre caratterizzato il territorio con una prevalenza di manodopera in ingresso rispetto a quella in uscita. Particolare attenzione va prestata poi all’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Il largo ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni è una delle principali caratteristiche della crisi di questi anni; in provincia di Lecco l’uso della CIG è stato molto ampio; ciò ha permesso di contenere le variazioni negative del tasso di occupazione e di disoccupazione. I numerosi lavoratori per i quali le imprese hanno fatto ricorso alle diverse forme integrative (ordinaria, straordinaria e in deroga) sono classificati dalle statistiche tra le persone occupate e non rientrano quindi nell’area della disoccupazione. Sulla base delle ore autorizzate (e del probabile reale utilizzo) è possibile stimare però un tasso di eccedenza di lavoratori sullo stock complessivo dei dipendenti intorno al 6%, un livello fra i più elevati in Lombardia, che innalza il segmento delle persone “senza lavoro” intorno al 13-14%. Un livello quindi che non può non destare forte preoccupazione per il mercato del lavoro in provincia di Lecco. Senza dubbio la ripresa economica prevista per il prossimo biennio (ma la cui intensità sul territorio lecchese non è al momento prevedibile) porterà un leggero aumento della domanda di lavoro, sebbene sia probabile che le difficoltà che caratterizzano l’attuale fase dell’economia lecchese non permetteranno di conseguire in tempi brevi tassi di crescita elevati, in grado di riassorbire rapidamente l’ampia area della disoccupazione e della inattività creata dalla crisi. Il recupero dei livelli occupazionali risulterà certamente più difficile per la componente giovanile che più di altre ha sofferto degli effetti della crisi economica e della conseguente minor propensione delle imprese all’assunzione di nuovo personale. Tra il 2008 e il 2012, è aumentata sensibilmente l’età media del personale presente nelle imprese lecchesi: circa +2,2 anni, per effetto della permanenza al lavoro del personale più anziano e della contemporanea diminuzione di quello più giovane, soprattutto nella fascia d’età dai 16 ai 20 anni. Dall’inizio della crisi a oggi il tasso di disoccupazione giovanile è salito dal 9% del 2008 fino a superare il 30% nel 2013; si tratta di un livello decisamente elevato, ma bisogna tener conto che un ampio segmento di giovani dopo il diploma prosegue negli studi universitari (e quindi non viene considerato all’interno della popolazione attiva). Secondo le statistiche fornite dal Ministero dell’Istruzione, il 70% dei diplomati nel 2012 si è iscritto all’università per l’anno accademico 2012-2013; un flusso non trascurabile di giovani che ha deciso di rinviare l’ingresso nel mercato del lavoro per acquisire una formazione più elevata. Continua però ad aumentare l’offerta di laureati residenti in provincia di Lecco rispetto alla domanda espressa dalle imprese e dal pubblico impiego. Nel 2013 si stima un

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surplus di laureati intorno alle 1.000 unità con la progressiva crescita di giovani in cerca di occasioni di lavoro al di fuori del territorio lecchese, e ciò determina una considerevole perdita di valore del capitale umano presente in provincia di Lecco. Come già sottolineato nel precedente rapporto19, il fenomeno più preoccupante è però la forte espansione del numero dei cosiddetti NEET (“Not in Employment, Education

or Training”) che sono passati da circa 2.400 unità del 2008 a quasi 7.000 unità nell’ultimo anno. I NEET, stimati nel 2008 intorno al 3% della popolazione giovanile con 15-24 anni, salgono fino al 15% nel 2012 (peraltro escludendo una quota pari al 9% di giovani che, non occupati, svolgono azioni attive di ricerca di un impiego). Considerando che la popolazione tra i 15 e i 24 anni residente in provincia è aumentata nell’ultimo quinquennio solo di alcune centinaia di unità, e tenendo conto che la quota di giovani iscritti nelle scuole superiori e all’università è rimasta pressoché invariata, la crescita dei NEET appare strettamente collegata alla diminuzione di occasioni di lavoro. Purtroppo la propensione delle imprese ad assumere giovani in apprendistato è in diminuzione (11,4% sulle assunzioni complessivamente previste nel 2011, 9,5% su quelle per il 2012 e solo il 6,3% per quelle del 2013). Così come rimane poco significativa la quota di assunzioni effettivamente registrate con contratto di apprendistato (3,3% nel 2011, 2,9% nell’anno seguente e 3,2% nell’ultimo anno).

Tab. 5 – Provincia di Lecco: tasso di disoccupazione in complesso e per genere

ANNO M F Totale

2008 2,3 4,5 3,2

2009 3,3 6,2 4,5

2010 4,2 6,7 5,3

2011 4,0 7,7 5,6

2012 5,9 8,3 6,9

2013 7,3 9,3 8,1

Fonte: Istat, Indagine Forze di Lavoro

2.1.3 L’occupazione femminile

Nel 2013 migliorano i dati del mercato del lavoro femminile; infatti il numero di donne occupate segna, per la prima volta nell’ultimo triennio, un incremento di circa 1.000 unità rispetto a fine 2012. Tuttavia, rispetto al 2010 (anno in cui l’occupazione femminile raggiunse i livelli più elevati di sempre), si registra una perdita pari a 1.600 unità (dalle 61.500 donne occupate nel 2010 alle 59.900 nel 2013). Il dato delle indagine sulle forze lavoro del 2013, recentemente diffuso dall’ISTAT, non può non creare alcune perplessità in un contesto particolarmente difficile per il segmento femminile, con dinamiche negative registrate da numerose altre fonti statistiche (Camera di Commercio di Lecco-SMAIL, Centri per l’Impiego, Osservatorio

19

Cfr. 3° Rapporto Annuale dell’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro “La crisi economica

penalizza l’occupazione”del marzo 2013. .

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sull’Immigrazione, ecc.). Va peraltro tenuto presente che l’indagine campionaria sulle forze lavoro curata dall’ISTAT considera occupati soggetti che svolgono attività part time, a orario ridotto, con impieghi occasionali (e non è da escludere che non siano poche le donne che lavorano con queste modalità). In aumento, anche se in termini più contenuti, il numero delle donne in cerca di occupazione: dalle 5.200 unità del 2012 alle 6.200 nel 2013 (con una crescita di 2.200 unità rispetto al 2010). Il tasso di disoccupazione femminile è salito nel 2013 al 9,3%, in crescita di 1 punto percentuale rispetto al 2012 e più che raddoppiato rispetto al 4% del 2007 (anno con i valori più bassi dell’ultimo decennio).

Tab. 6 – Provincia di Lecco: dinamica delle forze di lavoro femminili

(anni 2008-2013)

Anno Occupati In cerca di occupazione

Totale forze lavoro

Variazione anno

precedente

2008 61.400 2.900 64.300 2.700 2009 60.600 4.000 64.600 300 2010 61.500 4.400 66.000 1.400 2011 59.300 4.900 64.200 -1.800 2012 57.900 5.200 63.100 -1.100 2013 59.900 6.200 66.100 3.000

Fonte: ISTAT, Indagine Forze di Lavoro

Calano di circa 3.000 unità le “non forze di lavoro” che nell’ultimo anno si sono attestate a 43.000 donne. Le difficoltà del mercato del lavoro femminile nell’ultimo triennio coinvolgono sia il lavoro dipendente che quello autonomo. I dati relativi all’occupazione dipendente nelle imprese del territorio lecchese segnalano, rispetto al 2008 (anno in cui iniziò l’attuale crisi economica), una flessione di oltre 6 punti percentuali, più evidente nel settore manifatturiero, ma – soprattutto nell’ultimo biennio – rilevante anche nel settore terziario e dei servizi. Dati negativi si rilevano anche con riferimento al segmento dell’occupazione indipendente, per quanto riguarda le attività imprenditoriali, quelle professionali e altre modalità, quali le collaborazioni professionali, le partite IVA, ecc.

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Graf. 1 – Province Lombarde: variazione del tasso di disoccupazione femminile

nel periodo 2008-2013

Fonte: Elaborazione Gruppo CLAS su dati ISTAT, Indagine Forze di Lavoro

Nell’ultimo anno la crescita dei livelli occupazionali determina un corrispondente aumento sia del tasso di attività femminile20che del tasso di occupazione. Il primo (riferito al segmento 15-64 anni e che considera sia le donne occupate che quelle in cerca di occupazione) nel 2013 è salito al 60,6% con una crescita di quasi 3 punti percentuali rispetto al 2012. Cresce di quasi 2 punti percentuali il tasso di occupazione femminile (sempre riferito alla classe di età 15-64 anni), che dal 53% del 2012 si è attestato al 55% nell’ultimo anno (comunque ancora lontano dall‘obiettivo del 60% fissato dall’Unione Europea). Secondo il rapporto ISMU21 quasi il 20% delle donne straniere risulta disoccupata (nel 2012 la quota era del 17%), mentre risultano occupate meno del 40% (quota che comprende un segmento intorno allo 0,5% di donne occupate irregolarmente; la quota dell’occupazione regolare e irregolare nel 2012 era del 50% circa). In generale per le donne straniere presenti in provincia di Lecco il quadro occupazionale si presenti più difficile rispetto a quelle lecchesi. L’occupazione delle donne straniere rimane concentrata soprattutto nelle attività di assistenza domiciliare, di assistenza in campo sociale, nei servizi di pulizia: circa il 47% dell’occupazione femminile straniera presente in provincia di Lecco. Le difficoltà a mantenere o a trovare un impiego da parte del segmento femminile trovano conferma anche nei dati rilevati dall’indagine Excelsior-Unioncamere per la provincia di Lecco e relative ai fabbisogni professionali delle imprese per il 2013. La propensione delle imprese ad assumere personale femminile appare ancora poco

20 È dato dal rapporto tra le forze lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione) e la popolazione di

età compresa tra i 15 e 64 anni 21 “XV Rapporto sull’immigrazione a Lecco” presentato il 5 maggio 2014 presso il Polo Territoriale di

Lecco del Politecnico di Milano.

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elevata e per di più in flessione rispetto all’anno precedente. Un dato positivo è però rappresentato dalla ulteriore crescita del fabbisogno di personale laureato (che sfiora il 20% della domanda di lavoro femminile) e di figure “high skill”, con un elevato livello tecnico, scientifico e professionale che, sempre nel 2013, si attesta intorno al 25% della domanda femminile (con un incremento di circa 2 punti rispetto all’anno precedente). In forte crescita anche la domanda di personale femminile in possesso di un diploma (dal 40 al 56%), cui si accompagna però una flessione di personale in possesso di una qualifica professionale (dal 12 al 4%). In flessione anche la richiesta di personale senza particolari livelli di istruzione (dal 30 al 20%). I dati relativi ai fabbisogni di personale mostrano una caduta delle assunzioni a tempo indeterminato: quelle previste nel 2013 dovrebbero riguardare solo il 26% delle assunzioni complessive, con una riduzione di oltre 8 punti rispetto all’anno precedente; rimane invece stabile, poco al di sopra del 30%, la quota di assunzioni di donne con meno di 30 anni (32%), mentre si riduce la propensione delle imprese ad assumere personale femminile senza esperienza. Anche a causa dell’abbondante offerta femminile sul mercato del lavoro risultano in ulteriore riduzione le assunzioni considerate di difficile reperimento, valutate per il 2013 intorno all’8%. I dati fin qui analizzati, che si riferiscono alla consistenza dei posti di lavoro e alla struttura dell’occupazione femminile, trovano conferma anche nei dati relativi ai flussi di assunzione e di interruzione del rapporto di lavoro rilevati dai Centri per l’Impiego, che per il 2013 segnalano un flusso di avviamenti intorno alle 12.800 unità, con una variazione leggermente positiva rispetto al 2012, ma altresì in netto calo rispetto al periodo 2008-2011. Peraltro aumenta sensibilmente il flusso delle cessazioni (dei rapporti di lavoro), che nel 2013 sfiorano le 14.900 unità, con un aumento pari al 10,5% rispetto all’anno precedente, pur se con valori più allineati rispetto ai corrispondenti flussi registrati nel corso del triennio 2009-2011. L’aspetto che desta maggior preoccupazione è la consistenza del saldo negativo fra avviamenti e cessazioni, che nel 2013 supera le 2.000 unità. Altro dato indicativo è quello che si riferisce alle donne alla ricerca di un’occupazione e che si dichiarano immediatamente disponibili al lavoro; sempre secondo i dati rilevati dai Centri per l’Impiego questo raggiunge a fine 2013 la quota di 8.500 unità, con una crescita del 10,8% rispetto al 2012 e con un aumento decisamente più consistente rispetto al 2008. I dati relativi alle lavoratrici “in mobilità” registrano una flessione rispetto agli anni precedenti caratterizzati da un andamento in crescita. Ma il dato relativo al 2013 non è comparabile con quello degli anni precedenti, essendosi modificate le condizioni di inserimento nelle liste stesse, in quanto non è più possibile l’iscrizione di lavoratori licenziati per “giustificato motivo oggettivo”, per i quali non ricorrono le condizioni per l’attivazione delle procedure di mobilità. I dati, quindi, si riferiscono solo ai lavoratori iscritti nelle liste di mobilità a seguito di licenziamento collettivo.

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2.2 LA RICCHEZZA E I CONSUMI INTERNI 2.2.1 La distribuzione della ricchezza e il patrimonio delle famiglie

La provincia di Lecco, con 23.970 euro di valore aggiunto pro-capite nel 2013, si trova in una posizione sostanzialmente in linea con il valore medio italiano (23.330), ma ben al di sotto rispetto al dato lombardo (30.430), che è superiore di quasi 6.500 euro. Nonostante questo gap, Lecco non è la provincia con il reddito medio più basso della Lombardia, essendovi ben 4 province (Como, Pavia, Cremona, Lodi) che evidenziano un importo ancora più basso, quindi la provincia lecchese è all’8° posto tra le 12 province lombarde. In Lombardia, come emerge dalla tabella 7 e dal grafico 2 (relativo però solo ai dati del 2013), vi è una provincia capoluogo (quella di Milano) che vanta un valore aggiunto procapite molto alto (42.220 euro nel 2013), non solo in assoluto, ma anche in termini relativi, visto che è pari a circa il doppio del dato medio nazionale. Tab. 7 - Serie storica del valore aggiunto a prezzi correnti procapite delle province della Lombardia e in

Italia (2008-2013; in euro e in numero indice, Italia = 100) 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Province Valori assoluti

Varese 26.593,0 24.461,4 25.825,1 25.381,8 25.028,5 24.864,7 Como 23.944,3 22.231,3 23.034,0 23.506,3 23.060,3 22.862,2 Sondrio 25.348,0 25.011,8 26.407,0 27.129,1 27.106,0 27.211,9 Milano 42.411,9 41.268,2 43.154,7 43.688,0 43.125,8 42.217,3 Bergamo 27.318,8 26.533,0 26.132,5 26.272,1 25.745,2 25.720,8 Brescia 28.079,8 25.622,0 25.840,0 26.597,9 26.136,9 26.046,8 Pavia 21.409,9 19.572,7 20.169,5 20.935,6 20.697,8 20.554,3 Cremona 24.884,9 22.510,6 23.311,0 23.399,9 23.029,1 22.892,2 Mantova 28.345,0 26.773,5 27.724,1 28.708,9 28.212,7 28.137,7 Lecco 25.913,3 23.905,7 24.105,3 24.444,6 24.072,6 23.971,8 Lodi 21.822,1 21.833,4 22.249,9 21.318,7 20.975,8 20.869,8 Monza e Brianza 28.167,4 26.593,0 27.803,1 27.778,7 27.168,0 27.112,3

LOMBARDIA 31.361,9 29.818,7 30.816,0 31.182,2 30.722,1 30.431,1 ITALIA 24.096,2 23.158,7 23.455,2 23.833,3 23.560,3 23.333,4

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Province Numero indice

Varese 110,4 105,6 110,1 106,5 106,2 106,6 Como 99,4 96,0 98,2 98,6 97,9 98,0 Sondrio 105,2 108,0 112,6 113,8 115,0 116,6 Milano 176,0 178,2 184,0 183,3 183,0 180,9 Bergamo 113,4 114,6 111,4 110,2 109,3 110,2 Brescia 116,5 110,6 110,2 111,6 110,9 111,6 Pavia 88,9 84,5 86,0 87,8 87,9 88,1 Cremona 103,3 97,2 99,4 98,2 97,7 98,1 Mantova 117,6 115,6 118,2 120,5 119,7 120,6 Lecco 107,5 103,2 102,8 102,6 102,2 102,7 Lodi 90,6 94,3 94,9 89,4 89,0 89,4 Monza e Brianza 116,9 114,8 118,5 116,6 115,3 116,2

LOMBARDIA 130,2 128,8 131,4 130,8 130,4 130,4 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Istat e Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne

Questo innalza di molto il dato medio regionale, creando quindi un gap con le rimanenti province lombarde, che il grafico 2 visualizza con tutta evidenza.

Graf. 2 – Numero indice del valore aggiunto a prezzi correnti procapite delle province della Lombardia ed in Italia (2013; Italia = 100)

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

200,0

Varese Como Sondrio Milano Bergamo Brescia Pavia Cremona Mantova Lecco Lodi Monza e Brianza

LOMBARDIA ITALIA

106,6 98,0116,6

180,9

110,2 111,6

88,198,1

120,6

102,7

89,4

116,2

130,4

100,0

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Istat e Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne

La tabella 7 consente anche di capire l’evoluzione del valore aggiunto procapite di Lecco in assoluto, oltre che rispetto al dato medio nazionale. A partire dal 2009 il dato della provincia di Lecco relativo al valore aggiunto procapite si è mantenuto intorno a un valore di 23.900 euro, che si concretizza in un numero indice di 102-103, ossia in valori più alti del 2-3% rispetto al dato nazionale (pari a 100), mentre nel 2008 il numero indice era sensibilmente più alto (107,5), anche perché in termini nominali il valore aggiunto procapite di Lecco era superiore di circa 2.000 euro (25.910). Questa circostanza lascia immaginare che, a seguito della crisi economica internazionale, Lecco abbia risentito inizialmente di questa situazione più della media delle province italiane, per poi seguire successivamente il trend nazionale. La stabilità del posizionamento della provincia di Lecco rispetto al valore aggiunto procapite medio nazionale viene confermata dalla tabella 8, che ricorda come Lecco sia

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rimasta, negli ultimi 3 anni (2011-2013), stabilmente ancorata alla 44^ posizione, mentre nel 2008 era situata al 36° posto. Il ragionamento sopra esposto (Lecco ha risentito della crisi economica internazionale in particolare nel suo primo anno, ovvero il 2009) trova poi conferma nel fatto che nel 2009 la posizione di Lecco è scesa rapidamente al 42° posto, per poi peggiorare di una posizione nell’anno successivo, stabilizzandosi alla 44^ posizione a partire dal 2011. Tab. 8 - Serie storica delle posizioni in graduatoria del valore aggiunto a prezzi correnti procapite delle

province della Lombardia (2008-2013) Province 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Varese 30 36 32 37 38 38 Como 49 53 52 51 51 51 Sondrio 39 32 21 24 21 20 Milano 1 1 1 1 1 1 Bergamo 26 17 26 31 32 30 Brescia 19 27 30 29 28 28 Pavia 64 69 65 65 65 65 Cremona 43 50 48 52 52 50 Mantova 13 15 15 12 12 12 Lecco 36 42 43 44 44 44 Lodi 61 56 54 62 62 62 Monza e Brianza 18 16 14 19 20 21

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Istat e Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne

La tabella 9 esamina l’evoluzione del reddito disponibile delle famiglie di Lecco (e delle altre province lombarde) negli anni 2009-2012. Tenuto conto che questo parametro è sostanzialmente legato a quello appena esaminato (valore aggiunto procapite), e che quest’ultimo è rimasto di fatto invariato in termini assoluti e in termini relativi rispetto al dato medio nazionale negli anni 2009-2013, non deve sorprendere che anche il reddito disponibile delle famiglie lecchesi sia rimasto costante nel periodo considerato, e intorno all’importo di 16.500 euro. Questa oscillazione è in realtà il frutto di un processo di crescita tra il 2009 e il 2011, con il reddito disponibile delle famiglie della provincia di Lecco cresciuto da 16.190 a 16.920, per poi invertirsi in un trend di riduzione, visto che nel 2012 il valore era sceso a 16.410 euro.

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Tab. 9 - Reddito disponibile delle famiglie consumatrici procapite* nelle province lombarde e in Italia (2009 - 2012; Valori in Euro e Numero Indice Italia = 100)

Province 2009 2010 2011 2012 NI 2012

Varese 16.712,46 16.994,40 17.187,73 16.613,20 96,0 Como 15.661,04 15.911,49 16.185,64 15.665,66 90,5 Sondrio 18.667,29 19.078,75 19.521,19 19.136,38 110,6 Milano 26.704,83 26.580,63 26.969,00 26.733,29 154,5 Bergamo 16.421,84 16.672,13 17.090,10 16.643,22 96,2 Brescia 16.300,08 16.511,39 16.871,06 16.253,30 93,9 Pavia 17.360,27 17.639,93 17.814,41 17.158,27 99,1 Cremona 17.448,56 17.740,15 18.070,67 17.328,38 100,1 Mantova 17.203,03 17.227,99 17.546,68 16.941,86 97,9 Lecco 16.189,58 16.543,68 16.921,96 16.407,05 94,8 Lodi 14.381,01 14.394,95 14.608,68 14.180,90 81,9

LOMBARDIA 20.593,04 20.689,02 21.037,66 20.617,06 119,1 ITALIA 17.279,21 17.420,02 17.728,69 17.307,21 100,0

Fonte: Unioncamere * La popolazione presa come riferimento per i valori procapite per il 2011 è quella al 30 giugno, mentre per gli altri anni corrisponde alla semisomma della popolazione a inizio e a fine anno.

Va però rilevato che, a differenza del dato sul valore aggiunto procapite, il quale a Lecco è leggermente superiore a quello nazionale, il reddito disponibile delle famiglie lecchesi si trova al di sotto del valore medio nazionale (che nel 2012 era pari a 17.310 euro) per un importo di circa 1.000 euro (con leggere differenze da un anno all’altro). Infatti nella distribuzione del reddito, una parte di esso (poco meno di 8.000 euro) va a operatori diversi dalle famiglie (es. imprese), e questo evidentemente in misura proporzionalmente maggiore che nel resto dell’Italia. A fronte di una sostanziale stabilità del reddito disponibile delle famiglie si registra, come segnala la tabella 10, una riduzione del patrimonio medio familiare, passato da 448.000 euro del 2010 a 424.000 del 2012, segnando quindi una perdita media per famiglia di 24.000 euro in 2 anni.

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Tab. 10 - Variazioni percentuali annue a prezzi correnti del patrimonio delle famiglie nelle province lombarde (2010-2012; in valore assoluto e in %)

VALORI PER FAMIGLIA (in Euro) VARIAZIONI Province

2010 2011 2012 2011/2010 2012/2011

Varese 401.711 381.276 386.212 -2,7 2,2 Como 459.693 433.803 434.027 -2,6 0,8 Sondrio 532.689 513.088 505.730 -1,9 -1,2 Milano 520.002 478.148 473.876 -2,4 0,9 Bergamo 428.000 411.200 404.821 -1,6 -0,9 Brescia 456.116 438.876 434.971 -1,4 -0,5 Pavia 451.410 420.460 426.866 -3,8 0,5 Cremona 439.292 415.887 410.869 -3,1 -0,8 Mantova 477.665 448.715 443.784 -3,5 -0,6 Lecco 448.410 429.824 423.854 -2,2 -0,5 Lodi 401.516 378.551 378.710 -2,5 0,5

LOMBARDIA 475.237 445.719 443.021 -2,4 0,4 ITALIA 383.675 368.528 362.285 -1,0 -0,8

Fonte: Unioncamere-Istituto Guglielmo Tagliacarne

Tale trend negativo è comune a quello nazionale, avendo, nello stesso periodo, ogni famiglia italiana perso in media 21.000 euro di patrimonializzazione, così come a quello regionale, dove la perdita è stata in termini assoluti ancora più ampia, pari a 32.000 euro. A fronte di questo dato non incoraggiante, va però rilevato che la dimensione patrimoniale media di una famiglia lecchese rimane sensibilmente superiore a quella media nazionale: la differenza è dell’ordine di grandezza di 60.000 euro. La tabella 11 ci permette di approfondire l’analisi patrimoniale delle famiglie della provincia di Lecco, illustrandoci la natura e la dimensione dei vari “asset”. Ebbene, dei 60,5 miliardi di euro posseduti dalle persone fisiche residenti nella provincia di Lecco nel 2012, più della metà (56,6%, pari a 34,3 miliardi) consistono in attività reali (abitazioni e terreni, con le prime a fare la parte del leone, rappresentando un valore pari a 34,1 miliardi), mentre la parte rimanente (43,4%, pari a 26,2 miliardi) è di natura finanziaria.

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Tab. 11 - Patrimonio delle famiglie per tipologia di attività nelle province lombarde e in Italia

(2012. In milioni di Euro ed in %) Attività reali Attività finanziarie

Province Abitazioni Terreni Totale Depositi

Valori mobiliari

Riserve Totale

Totale generale

In milioni di Euro

Varese 76.232 306 76.538 17.000 38.931 13.963 69.894 146.432 Como 65.015 383 65.398 12.727 25.189 7.014 44.930 110.328 Sondrio 25.317 556 25.873 3.510 8.276 1.865 13.650 39.523 Milano 490.784 2.808 493.592 91.678 217.202 94.934 403.814 897.406 Bergamo 99.185 1.787 100.972 19.588 48.563 16.730 84.881 185.853 Brescia 130.258 4.310 134.569 22.132 57.969 17.037 97.138 231.706 Pavia 58.576 5.982 64.557 10.632 24.218 6.755 41.605 106.163 Cremona 31.756 4.626 36.383 5.869 16.434 4.663 26.966 63.349 Mantova 38.526 5.739 44.265 7.366 18.934 5.787 32.088 76.353 Lecco 34.105 160 34.265 6.346 15.054 4.865 26.265 60.530 Lodi 19.345 1.908 21.253 3.392 8.667 2.614 14.673 35.926 LOMBARDIA 1.069.099 28.565 1.097.665 200.240 479.437 176.227 855.904 1.953.568 ITALIA 5.600.961 233.595 5.834.555 1.033.300 1.725.700 693.500 3.452.500 9.287.055

Composizione percentuale

Varese 52,1 0,2 52,3 11,6 26,6 9,5 47,7 100,0 Como 58,9 0,3 59,3 11,5 22,8 6,4 40,7 100,0 Sondrio 64,1 1,4 65,5 8,9 20,9 4,7 34,5 100,0 Milano 54,7 0,3 55,0 10,2 24,2 10,6 45,0 100,0 Bergamo 53,4 1,0 54,3 10,5 26,1 9,0 45,7 100,0 Brescia 56,2 1,9 58,1 9,6 25,0 7,4 41,9 100,0 Pavia 55,2 5,6 60,8 10,0 22,8 6,4 39,2 100,0 Cremona 50,1 7,3 57,4 9,3 25,9 7,4 42,6 100,0 Mantova 50,5 7,5 58,0 9,6 24,8 7,6 42,0 100,0 Lecco 56,3 0,3 56,6 10,5 24,9 8,0 43,4 100,0 Lodi 53,8 5,3 59,2 9,4 24,1 7,3 40,8 100,0 LOMBARDIA 54,7 1,5 56,2 10,2 24,5 9,0 43,8 100,0 ITALIA 60,3 2,5 62,8 11,1 18,6 7,5 37,2 100,0

Fonte: Unioncamere

Nell’ambito delle attività finanziarie, la voce più importante sono i valori mobiliari, essenzialmente titoli finanziari, pari a 15,1 miliardi, seguiti dai depositi (6,3 miliardi), e infine dalle riserve (4,8 miliardi). Nel complesso, il patrimonio delle famiglie lecchesi rappresenta lo 0,65% di quello di tutti gli Italiani, percentuale superiore a quella del contributo di Lecco al valore aggiunto nazionale (0,58%, come ricordato nel par. 1.1.2). Il confronto con i dati nazionali (oltre che con quelli delle altre province lombarde) ci permette anche di rilevare come nel patrimonio delle famiglie lecchesi ci siano più attività di natura finanziaria (e meno attività reali), rappresentando la prima componente il 43,4% di tutto il patrimonio, mentre a livello nazionale tale percentuale si ferma al 37,2%. Questo è probabilmente dovuto al fatto che il valore di mercato delle attività reali (case, terreni) è nella provincia di Lecco un po’ più basso di altre zone dell’Italia. Va detto però che il dato di Milano, dove la componente finanziaria è

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ancora più alta (45%), sembrerebbe smentire tale ipotesi, considerato l’elevato valore degli immobili nel capoluogo regionale. In realtà è possibile anche che, data la maggiore ricchezza complessiva delle famiglie milanesi, questa sia detenuta anche e soprattutto in attività finanziarie.

2.2.2 La spesa per consumi delle famiglie Dopo aver visto le informazioni sul valore aggiunto procapite, sul reddito disponibile, e sul patrimonio delle famiglie di Lecco, per completare il quadro sulle condizioni di vita dei residenti nella provincia di Lecco, è necessario,considerare i dati sui consumi.

Tab. 12 - Consumi finali interni delle famiglie nelle province lombarde, in Lombardia, nel Nord Ovest e in Italia, (2010 e 2012; valori in milioni di Euro e composizione %)

2010 2012 Province

Alimentari Non Alimentari Totale Alimentari Non Alimentari Totale

Valori assoluti

Varese 2.383,6 11.982,2 14.365,8 2.437,5 12.598,6 15.036,1

Como 1.615,7 7.901,0 9.516,7 1.609,1 8.393,2 10.002,2

Sondrio 523,2 2.802,7 3.325,9 493,9 2.577,6 3.071,4

Milano 12.232,9 73.917,2 86.150,1 11.495,9 74.702,6 86.198,5

Bergamo 2.784,3 13.946,9 16.731,2 3.010,3 14.473,0 17.483,2

Brescia 3.360,7 17.353,8 20.714,5 3.489,6 18.097,6 21.587,2

Pavia 1.461,4 7.244,3 8.705,7 1.452,6 7.756,5 9.209,1

Cremona 1.005,3 5.015,2 6.020,5 979,1 5.127,9 6.107,0

Mantova 1.105,5 5.313,2 6.418,7 1.123,7 5.785,6 6.909,3

Lecco 896,0 4.332,2 5.228,3 958,3 4.910,1 5.868,4

Lodi 599,3 3.049,7 3.649,0 662,4 3.338,4 4.000,8

Lombardia 27.968,0 152.858,4 180.826,4 27.712,2 157.761,1 185.473,3

Nord-ovest 46.396,0 244.204,9 290.600,9 46.031,7 250.792,2 296.823,9

Italia 163.216,0 787.285,7 950.501,7 163.026,9 799.694,1 962.721,0

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Valori %

Varese 16,6 83,4 100,0 16,2 83,8 100,0

Como 17,0 83,0 100,0 16,1 83,9 100,0

Sondrio 15,7 84,3 100,0 16,1 83,9 100,0

Milano 14,2 85,8 100,0 13,3 86,7 100,0

Bergamo 16,6 83,4 100,0 17,2 82,8 100,0

Brescia 16,2 83,8 100,0 16,2 83,8 100,0

Pavia 16,8 83,2 100,0 15,8 84,2 100,0

Cremona 16,7 83,3 100,0 16,0 84,0 100,0

Mantova 17,2 82,8 100,0 16,3 83,7 100,0

Lecco 17,1 82,9 100,0 16,3 83,7 100,0

Lodi 16,4 83,6 100,0 16,6 83,4 100,0

Lombardia 15,5 84,5 100,0 14,9 85,1 100,0

Nord-ovest 16,0 84,0 100,0 15,5 84,5 100,0

Italia 17,2 82,8 100,0 16,9 83,1 100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

A questo riguardo la tabella 12 aiuta a capire la situazione, segnalando che i consumi delle famiglie della provincia di Lecco erano nel 2012, in termini assoluti, pari a 5,87 miliardi di euro, in aumento di 440 milioni di euro rispetto al 2010. Dunque, pur non essendo aumentato il reddito disponibile, le famiglie hanno evidentemente preferito non contenere i consumi, anche al prezzo di ridurre la propria patrimonializzazione, come si è visto con il paragrafo precedente. Di questi 5,87 miliardi consumati dalle famiglie di Lecco nel 2012, l’83,7% è stato speso per beni e servizi di natura non alimentare (per un importo quindi di 4,91 miliardi), mentre la parte rimanente (16,3%) è stata spesa per alimenti. Considerando i dati regionali e nazionali, le famiglie di Lecco hanno speso per consumi alimentari poco meno, in termini percentuali, rispetto alle altre famiglie italiane (16,3% Lecco; 16,9% Italia), ma abbastanza di più a confronto della media della famiglie lombarde (14,9%). Un quadro più preciso ce lo fornisce la tabella 13: il primo dato che emerge è che la spesa procapite delle famiglie lecchesi, pari a 17.400 euro nel 2012, è cresciuta sensibilmente rispetto a quella di due anni prima (15.600 nel 2010). Tale crescita significativa (+11,5% in due anni) è stata di molto superiore a quella sperimentata nello stesso periodo dalla media delle famiglie italiane, passate da una spesa familiare procapite di 16.030 euro nel 2010 a una di 16.170 nel 2012 (+0,9%).

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Tab. 13 - Spesa totale procapite delle famiglie nelle province lombarde, in Lombardia, nel Nord Ovest e in Italia (2010 e 2012; valori in Euro)

2010 2012 Province

Alimentari Non Alimentari Totale Alimentari Non Alimentari Totale

Varese 2.750,5 13.827,1 16.577,6 2.788,4 14.412,5 17.200,8

Como 2.773,6 13.562,8 16.336,4 2.728,8 14.234,2 16.963,0

Sondrio 2.889,4 15.477,1 18.366,4 2.729,5 14.246,1 16.975,6

Milano 3.186,2 19.252,5 22.438,7 2.947,1 19.150,7 22.097,7

Bergamo 2.583,2 12.939,5 15.522,7 2.760,5 13.272,1 16.032,7

Brescia 2.734,5 14.120,5 16.855,0 2.808,2 14.563,9 17.372,2

Pavia 2.734,3 13.554,6 16.288,9 2.701,9 14.427,6 17.129,5

Cremona 2.812,3 14.030,3 16.842,6 2.722,0 14.256,2 16.978,3

Mantova 2.719,2 13.068,5 15.787,7 2.742,4 14.119,5 16.861,8

Lecco 2.673,3 12.924,9 15.598,2 2.841,2 14.558,2 17.399,3

Lodi 2.695,4 13.715,5 16.410,9 2.947,6 14.855,2 17.802,8

Lombardia 2.903,5 15.869,2 18.772,7 2.842,9 16.184,4 19.027,4

Nord-ovest 2.955,6 15.556,8 18.512,4 2.912,1 15.865,9 18.778,0

Italia 2.753,4 13.281,4 16.034,8 2.738,1 13.431,3 16.169,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Ne consegue che mentre nel 2010 le famiglie di Lecco spendevano annualmente circa 430 euro in meno rispetto alla media delle famiglie italiane, nel 2012 la situazione era capovolta: le famiglie lecchesi spendevano circa 1.230 euro in più rispetto alla famiglia media italiana. Andando infine ad analizzare la composizione della spesa effettuata nel 2012 dalle famiglie della provincia di Lecco in modo più approfondito, come consente di fare la tabella 14, si scopre che la spesa per beni materiali (9.110 euro) è di poco superiore rispetto a quella destinata ai servizi (8.290 euro). Si tratta di una situazione opposta a quella media dell’Italia (dove la spesa per servizi è superiore a quella dei beni per 700 euro), e anche a quella della Lombardia (dove la spesa per servizi è superiore di oltre 2.000 euro a quella dei beni).

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Tab. 14 – Spesa procapite delle famiglie nelle province lombarde, in Lombardia, nel Nord Ovest e in Italia per tipologia (2012; valori assoluti e composizione %)

Province Alimentari, bevande e

tabacco

Vestiario, abbigliamento,

calzature e pelletteria

Mobili, elettrodomestici,

mezzi di trasporto e beni vari

Totale beni Totale servizi Totale beni e servizi

Valori assoluti

Varese 2.788,39 1.114,54 4.305,73 8.208,65 8.992,19 17.200,84

Como 2.728,83 1.083,76 4.256,74 8.069,33 8.893,67 16.962,99

Sondrio 2.729,47 1.146,47 4.071,37 7.947,31 9.028,25 16.975,56

Milano 2.947,07 1.223,72 4.709,71 8.880,49 13.217,24 22.097,74

Bergamo 2.760,51 1.138,45 4.177,88 8.076,85 7.955,82 16.032,66

Brescia 2.808,21 1.161,81 4.152,93 8.122,95 9.249,20 17.372,15

Pavia 2.701,86 1.140,19 4.244,88 8.086,93 9.042,56 17.129,48

Cremona 2.722,05 1.151,92 4.492,59 8.366,56 8.611,69 16.978,25

Mantova 2.742,38 1.091,27 4.883,25 8.716,90 8.144,94 16.861,84

Lecco 2.841,15 1.170,09 5.095,13 9.106,38 8.292,96 17.399,34

Lodi 2.947,65 1.158,21 4.481,60 8.587,45 9.215,36 17.802,81

Lombardia 2.842,94 1.170,41 4.485,48 8.498,83 10.528,56 19.027,39

Nord-ovest 2.912,10 1.182,69 4.561,57 8.656,37 10.121,60 18.777,97

Italia 2.738,12 1.096,47 3.899,71 7.734,30 8.435,09 16.169,39

Composizione %

Varese 16,2 6,5 25,0 47,7 52,3 100,0

Como 16,1 6,4 25,1 47,6 52,4 100,0

Sondrio 16,1 6,8 24,0 46,8 53,2 100,0

Milano 13,3 5,5 21,3 40,2 59,8 100,0

Bergamo 17,2 7,1 26,1 50,4 49,6 100,0

Brescia 16,2 6,7 23,9 46,8 53,2 100,0

Pavia 15,8 6,7 24,8 47,2 52,8 100,0

Cremona 16,0 6,8 26,5 49,3 50,7 100,0

Mantova 16,3 6,5 29,0 51,7 48,3 100,0

Lecco 16,3 6,7 29,3 52,3 47,7 100,0

Lodi 16,6 6,5 25,2 48,2 51,8 100,0

Lombardia 14,9 6,2 23,6 44,7 55,3 100,0

Nord-ovest 15,5 6,3 24,3 46,1 53,9 100,0

Italia 16,9 6,8 24,1 47,8 52,2 100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

La ragione di questa differenza rispetto al dato medio nazionale (e lombardo) si rintraccia essenzialmente nella più alta spesa media per i beni, visto che il valore medio dei consumi delle famiglie di Lecco per i servizi è sostanzialmente lo stesso di quello nazionale (8.290 Lecco, 8.440 Italia). In effetti le famiglie di Lecco spendono in media quasi 1.400 euro in più l’anno per beni. Questa differenza è quasi interamente attribuibile all’acquisto di mobili, elettrodomestici e mezzi di trasporto (e ad altri beni), visto che a Lecco le famiglie hanno destinato loro nel 2012 5.100 euro del loro budget, 1.200 in più rispetto alla spesa media delle famiglie italiane per quegli stessi beni. La spesa media per alimentari e vestiario delle famiglie di Lecco è invece in linea con i valori medi nazionali.

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2.3 IL COMMERCIO ESTERO 2.3.1 Le dinamiche del commercio estero Il valore dell’export della provincia di Lecco nel 201322 è salito a quota 3,72 miliardi di euro, con un incremento di oltre 180 milioni di euro (+5,1%) rispetto al 2012, come risulta dai dati della tabella 15. Nel complesso, le merci esportate dalla provincia lecchese rappresentano il 3,4% dell’export lombardo, e lo 0,96% di quello italiano. A fronte di 3,72 miliardi di esportazioni, la provincia di Lecco ha importato nel 2013 per 2,07 miliardi di euro (vedi tabella 16), un valore superiore di una ventina di milioni rispetto all’importo di 12 mesi prima (+0,9%). I dati appena esposti mostrano che Lecco non solo ha avuto un saldo attivo della bilancia commerciale nel 2013, pari a 1,65 miliardi di euro, ma anche lo stesso, sia pure di poco, è cresciuto rispetto al 2012 di 160 milioni di euro, in linea con il trend di miglioramento dei conti commerciali a livello nazionale e lombardo (vedi tabella 17). Si tratta di un valore importante, se si pensa che l’avanzo commerciale italiano complessivo è stato nel 2013 di 30,4 miliardi di euro, per cui la provincia di Lecco ha contribuito al saldo positivo dell’Italia per il 5,4%. Il contributo positivo della provincia di Lecco viene sottolineato anche dal fatto che la Regione Lombardia segna invece un saldo negativo della bilancia commerciale (-3,02 miliardi di euro), sebbene in forte riduzione rispetto a quello dell’anno precedente (-9,9 miliardi).

Tab. 15 – Andamento delle esportazioni nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia, valori in Euro

(Anni 2012-+2013) PROVINCE 2012 2013

VARESE 9.962.043.483 9.846.144.216 COMO 5.204.640.489 5.307.960.967 SONDRIO 581.367.693 562.877.764 MILANO 38.421.399.591 37.479.786.516 BERGAMO 13.198.396.165 13.131.801.734 BRESCIA 13.384.389.361 13.660.711.699 PAVIA 3.967.503.260 4.418.609.657 CREMONA 3.341.108.120 3.467.617.318 MANTOVA 5.494.524.683 5.563.960.702 LECCO 3.542.985.015 3.724.697.530 LODI 2.429.925.737 2.276.550.471 MONZA E BRIANZA 8.615.256.817 8.643.601.630

LOMBARDIA 108.143.540.414 108.084.320.204 ITALIA 390.182.091.869 389.854.168.017

Lecco/Lombardia 3,3 3,4 Lombardia/Italia 27,7 27,7

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

22

I valori riferiti al 2013 sono ancora provvisori.

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Tab. 16 – Andamento delle importazioni nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia, valori in Euro

(Anni 2012-+2013)

PROVINCE 2012 2013

VARESE 5.889.875.284 5.555.101.288 COMO 2.844.396.627 2.867.077.426 SONDRIO 391.406.008 394.981.187 MILANO 61.947.918.065 58.277.470.882 BERGAMO 7.829.121.232 7.496.944.354 BRESCIA 7.201.911.271 7.155.655.249 PAVIA 9.962.277.332 10.811.749.430 CREMONA 2.896.474.312 2.660.631.058 MANTOVA 4.877.679.444 4.659.327.530 LECCO 2.053.258.848 2.071.645.875 LODI 4.784.103.983 4.085.835.699 MONZA E BRIANZA 5.476.343.381 5.066.971.983

LOMBARDIA 116.154.765.787 111.103.391.961 ITALIA 380.292.480.869 359.454.457.724

Lecco/Lombardia 1,8 1,9 Lombardia/Italia 30,5 30,9

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

Tab. 17 – Andamento del saldo della bilancia commerciale nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia, valori in Euro (Anni 2012-

+2013)

PROVINCE 2012 2013

VARESE 4.072.168.199 4.291.042.928 COMO 2.360.243.862 2.440.883.541 SONDRIO 189.961.685 167.896.577 MILANO -23.526.518.474 -20.797.684.366 BERGAMO 5.369.274.933 5.634.857.380 BRESCIA 6.182.478.090 6.505.056.450 PAVIA -5.994.774.072 -6.393.139.773 CREMONA 444.633.808 806.986.260 MANTOVA 616.845.239 904.633.172 LECCO 1.489.726.167 1.653.051.655 LODI -2.354.178.246 -1.809.285.228 MONZA E BRIANZA 3.138.913.436 3.576.629.647

LOMBARDIA -8.011.225.373 -3.019.071.757 ITALIA 9.889.611.000 30.399.710.293

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

2.3.2 I settori economici prevalenti Sui 3,72 miliardi di euro di merci esportate nel 2013 dalla provincia di Lecco, il 37,3% proviene dalla metallurgia, che con il suo fatturato estero di 1,39 miliardi si posiziona al primo posto tra i settori esportatori (vedi tabella 18). Il secondo posto è detenuto dal comparto dei macchinari (971 milioni), che rappresenta poco più di un quarto dell’export lecchese (26,1%). Al terzo posto si piazza il tessile (6,4% dell’export con 239 milioni), seguito a breve distanza dall’alimentare (5,9% con 221 milioni). Percentualmente significativo è anche l’export dei mezzi di trasporto, che con 198 milioni supera la quota del 5% dell’export complessivo (5,3%). In termini di dinamica si segnala la forte crescita dei prodotti agricoli (+52,1%), che

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rappresentano però solo lo 0,2% dell’export lecchese, e degli apparecchi elettronici (+37,8%), che ammontano però solo al 2,4% delle vendite estere. Tra i settori in forte riduzione vi è la chimica (-11,1%), che costituisce il 3% dell’export lecchese, e gli altri prodotti manifatturieri (-11,8%), che pesano per il 1,5% delle merci vendute all’estero dagli operatori lecchesi. Tutti i settori più importanti segnano progressi, che sono piuttosto marcati nel caso dei macchinari (+10,9%) e dell’alimentare (+13,3%), mentre sono più contenuti nel caso della metallurgia (+2,5%), del tessile (+2,3%) e dei mezzi di trasporto (+6,2%). Sul fronte delle importazioni (tabella 19), la merceologia maggiormente importata è la metallurgia (38,4% di tutto l’import), seguita dai macchinari (15,2%) e dall’alimentare (8,9%). In termini di tendenza non si può non notare la forte contrazione dei mezzi di trasporto (-14,5%), e la decisa crescita dei prodotti alimentari (+31,6%).

Tab. 18 – Esportazioni della provincia di Lecco per settore di attività economica, valori in Euro (Anni 2011 - 2012)

Settore ATECO2007 2012 2013 composizion

e % 2013 Var %

(2012/2031)

AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA 4.866.461 7.404.147 0,2 52,1 PRODOTTI DELL'ESTRAZIONE DI MINERALI 319.041 417.356 0,0 30,8 PRODOTTI DELLE ATTIVITA' MANIFATTURIERE 3.504.553421 3.690.377.366 99,1 5,3 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 194.834.686 220.834.015 5,9 13,3 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 233.654.288 239.099.700 6,4 2,3 Legno e prodotti in legno; carta e stampa 90.396.249 95.301.773 2,6 5,4 Coke e prodotti petroliferi raffinati 55.232 18.396 0,0 -66,7 Sostanze e prodotti chimici 124.649.648 110.805.941 3,0 -11,1 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 7.997.564 7.982.080 0,2 -0,2 Articoli in gomma e materie plastiche 138.480.628 143.783.480 3,9 3,8 Metalli di base e prodotti in metallo, 1.354.655.749 1.388.757.014 37,3 2,5 Computer, apparecchi elettronici e ottici 64.450.430 88.788.191 2,4 37,8 Apparecchi elettrici 172.170.491 171.831.219 4,6 -0,2 Macchinari ed apparecchi n.c.a. 874.954.480 970.728.001 26,1 10,9 Mezzi di trasporto 186.362.120 197.866.826 5,3 6,2 Prodotti delle altre attività manifatturiere 61.891.856 54.580.730 1,5 -11,8 TRATTAMENTO DEI RIFIUTI E RISANAMENTO 23.938.725 15.416.098 0,4 -11,8 PRODOTTI DELLE ATTIVITA' DEI SERVIZI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

5.809.944 5.221.221 0,1 -10,1

PRODOTTI DELLE ATTIVITA' PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE

2.850 1.947 0,0 -31,7

PRODOTTI DELLE ATTIVITA' ARTISTICHE, SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DIVERTIMENTO

433.360 249.913 0,0 -42,3

MERCI DICHIARATE COME PROVVISTE DI BORDO, MERCI NAZIONALI DI RITORNO E RESPINTE, MERCI VARIE

3.061.213 5.609.482 0,2 83,2

TOTALE 3.542.985.015 3.724.697.530 100,0 5,1

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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Tab. 19 – Importazioni della provincia di Lecco per settore di attività economica, valori in Euro-

(Anni 2011 - 2012)

Settore ATECO2007 2012 2013 composizion

e % 2013 Var %

(2012/2031)

AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA 60.941.762 79.427.451 3,8 30,3 PRODOTTI DELL'ESTRAZIONE DI MINERALI 1.626.611 1.436.216 0,1 -11,7 PRODOTTI DELLE ATTIVITA' MANIFATTURIERE 1.949.823.031 1.957.095.388 94,5 0,4 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 139.508.474 183.612.363 8,9 31,6 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 110.877.357 113.696.429 5,5 2,5 Legno e prodotti in legno; carta e stampa 118.362.185 109.376.241 5,3 -7,6 Coke e prodotti petroliferi raffinati 738.804 813.569 0,0 10,1 Sostanze e prodotti chimici 148.194.748 150.983.912 7,3 1,9 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 3.393.218 3.305.942 0,2 -2,6 Articoli in gomma e materie plastiche 62.298.699 67.504.210 3,3 8,4 Metalli di base e prodotti in metallo, 846.684.294 795.331.533 38,4 -6,1 Computer, apparecchi elettronici e ottici 69.082.310 73.135.764 3,5 5,9 Apparecchi elettrici 67.195.166 78.186.979 3,8 16,4 Macchinari ed apparecchi n.c.a. 309.766.220 315.733.438 15,2 1,9 Mezzi di trasporto 59.423.131 50.789.158 2,5 -14,5 Prodotti delle altre attività manifatturiere 14.298.425 14.625.850 0,7 2,3 TRATTAMENTO DEI RIFIUTI E RISANAMENTO 38.499.058 30.966.578 1,5 -19,6 PRODOTTI DELLE ATTIVITA' DEI SERVIZI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

1.756.815 1.296.361 0,1 -26,2

PRODOTTI DELLE ATTIVITA' PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE

6.960 8 0,0 -99,9

PRODOTTI DELLE ATTIVITA' ARTISTICHE, SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DIVERTIMENTO

86.395 31.125 0,0 -64,0

MERCI DICHIARATE COME PROVVISTE DI BORDO, MERCI NAZIONALI DI RITORNO E RESPINTE, MERCI VARIE

518.216 1.392.748 0,1 168,8

TOTALE 2.053.258.848 2.071.645.875 100,0 0,9

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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2.3.3 I mercati di sbocco

Il principale cliente delle aziende lecchesi è la Germania (vedi tabella 20), con la quale il fatturato ha raggiunto quota 829 milioni di euro nel 2013 (22,3% di tutto l’export). Al secondo posto vi è la Francia, alla quale le imprese lecchesi hanno venduto merci per 484 milioni di euro, pari al 13% del totale. Seguono il Regno Unito, che con 226 milioni costituisce il 6,1% dell’export della provincia di Lecco, e la Spagna, la quale assorbe il 3,8% delle esportazioni, avendo comprato beni per 140 milioni. Fra i Paesi extracomunitari al primo posto vi sono gli Stati Uniti (171 milioni, equivalenti al 4,6% dell’export complessivo), seguiti dalla Svizzera (118 milioni di euro, pari al 3,2% del totale), e dalla Russia, alla quale gli operatori lecchesi sono riusciti a cedere merci per 91 milioni, che rappresentano il 2,5% dell’export provinciale. Passando all’esame dei dati tendenziali, il mercato europeo più vivace è stato quello inglese: +19,7%, valore leggermente più alto di quello segnato dal Portogallo (+19,5%). Per contro, si è registrato un forte calo dell’export di Lecco diretto in Svezia (-18,3%) e in Romania (-16%). Fra i grandi mercati europei si registra un trend positivo dalla Germania (+6,4%), e negativo da Francia (-4,6%) e Spagna (-2,5%). Dai mercati extraeuropei vengono notizie positive da Singapore (+199,6%, con 30 milioni di euro di export), Messico (+108,4% con 24 milioni), Cina (+83,4% con 81 milioni), e Corea del Sud (+76,4% con 68 milioni), e dati negativi dall’India (-43,3% con 22 milioni) e dal Brasile (-19,8%, con 25 milioni). A livello di continenti, i trend sono quasi tutti positivi, con al primo posto l’Asia (+20,9%), seguita dall’America (+18,8%), mentre Europa e Africa nel loro complesso evidenziano una modesta dinamica (rispettivamente, +2,8% e +4,2%). In forte riduzione (-52,9%) l’export destinato all’Oceania. Sul lato delle importazioni (vedi tabella 21) la Germania costituisce la fonte del 24,7% dell’import lecchese (512 milioni di euro), seppure in riduzione rispetto all’anno precedente (-2,3%), seguita a distanza dalla Spagna, dalla quale origina il 11,3% delle importazioni, per un totale di 234 milioni, che risultano in riduzione (-1,4%) rispetto all’anno precedente. Il terzo Paese per importazioni è la Francia, che ha venduto beni a Lecco per 172 milioni, pari al 8,3% del totale. Da rilevare la forte crescita dell’import dalla Russia (+115,5% per 29 milioni di euro) e dagli Stati Uniti (+80,5% per 50 milioni). Aumentano anche le importazioni dall’Ucraina (+380,6% per 15 milioni) e dal Sud Africa (+342,1% per 11 milioni), che comunque rappresentano solo lo 0,7% e lo 0,5% del totale. I cali più consistenti delle importazioni, in termini percentuali, si sono verificati sul fronte dell’Austria (-22%), del Belgio (-19,8%) e della Svezia (-18,2%), oltre che dall’Egitto (-60,1%). A livello continentale, a fronte di una riduzione complessiva delle importazioni dai Paesi europei (-1,6%), si registra una crescita dall’America (+42%), dall’Asia (+11,4%) e dall’Africa (+9,2%).

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Tab 20 - Esportazioni della provincia di Lecco per area geografica, valori in Euro - (Anni 2012 - 2013)

ESPORTAZIONI PAESE

2012 2013 Composizione % 2013 var.% (2012-2013)

Germania 779.323.544 828.985.668 22,3 6,4

Francia 507.782.167 484.349.461 13,0 -4,6

Regno Unito 188.425.659 225.617.432 6,1 19,7

Spagna 143.547.369 139.978.916 3,8 -2,5

Polonia 143.540.135 136.270.784 3,7 -5,1

Svizzera 126.463.256 117.571.793 3,2 -7,0

Paesi Bassi 103.077.700 100.293.143 2,7 -2,7

Austria 96.884.682 99.755.002 2,7 3,0

Federazione russa 87.758.673 91.429.096 2,5 4,2

Repubblica Ceca 72.478.212 81.728.515 2,2 12,8

Cina 43.998.634 80.698.097 2,2 83,4

Turchia 73.071.337 79.257.083 2,1 8,5

Belgio 64.562.869 70.011.179 1,9 8,4

Svezia 61.614.406 50.348.876 1,4 -18,3

Norvegia 39.448.938 43.952.541 1,2 11,4

Romania 52.054.440 43.738.286 1,2 -16,0

Ungheria 35.830.305 36.408.349 1,0 1,6

Slovacchia 35.731.727 35.630.584 1,0 -0,3

Portogallo 23.286.986 27.820.773 0,7 19,5

Slovenia 23.597.595 24.393.624 0,7 3,4

Danimarca 19.576.687 21.650.753 0,6 10,6

Grecia 18.070.636 21.020.829 0,6 16,3

Europa 2.804.289.425 2.883.702.324 77,4 2,8

Stati Uniti 144.695.019 171.349.584 4,6 18,4

Brasile 30.916.451 24.802.397 0,7 -19,8

Messico 11.414.928 23.790.061 0,6 108,4

America 236.650.022 281.165.632 7,5 18,8

Cina 43.998.634 80.698.097 2,2 83,4

Corea del Sud 38.454.877 67.840.118 1,8 76,4

Emirati Arabi Uniti 42.314.678 38.761.365 1,0 -8,4

Singapore 10.075.413 30.182.286 0,8 199,6

Hong Kong 22.393.645 26.996.971 0,7 20,6

India 39.032.708 22.147.580 0,6 -43,3

Asia 362.626.223 438.315.631 11,8 20,9

Africa 97.771.008 101.902.055 2,7 4,2

Oceania e altri territori 41.648.337 19.611.888 0,5 -52,9

Totale 3.542.985.015 3.724.697.530 100,0 5,1

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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Tab 21 --Importazioni della provincia di Lecco per area geografica, valori in Euro - (Anni 2012 - 2013)

ESPORTAZIONI PAESE

2012 2013 Composizione % 2013 var.% (2012-2013)

Germania 524.151.745 511.974.653 24,7 -2,3

Spagna 237.234.467 233.846.224 11,3 -1,4

Francia 187.306.900 171.758.889 8,3 -8,3

Paesi Bassi 95.313.244 113.866.763 5,5 19,5

Regno Unito 92.134.639 94.495.094 4,6 2,6

Austria 101.581.490 79.267.147 3,8 -22,0

Polonia 71.447.939 66.452.966 3,2 -7,0

Svizzera 55.997.790 57.882.675 2,8 3,4

Belgio 71.558.320 57.382.461 2,8 -19,8

Repubblica Ceca 45.167.728 50.213.570 2,4 11,2

Romania 48.006.484 44.052.353 2,1 -8,2

Finlandia 40.168.963 43.711.419 2,1 8,8

Svezia 44.555.853 36.425.553 1,8 -18,2

Turchia 25.766.021 30.851.377 1,5 19,7

Federazione russa 13.628.957 29.369.776 1,4 115,5

Danimarca 24.574.830 29.302.101 1,4 19,2

Slovenia 25.573.915 25.726.262 1,2 0,6

Danimarca 24.574.830 29.302.101 1,4 19,2

Slovenia 25.573.915 25.726.262 1,2 0,6

Ungheria 22.210.133 16.721.745 0,8 -24,7

Ucraina 3.043.943 14.629.895 0,7 380,6

Bulgaria 11.387.030 11.628.297 0,6 2,1

Europa 1.788.148.132 1.759.472.314 84,9 -1,6

Stati Uniti 27.825.277 50.233.240 2,4 80,5

Peru' 6.597.727 9.005.351 0,4 36,5

Repubblica Dominicana 6.191.537 7.834.454 0,4 26,5

America 56.840.938 80.728.468 3,9 42,0

Cina 105.265.032 122.992.187 5,9 16,8

Taiwan 18.543.743 19.861.885 1,0 7,1

India 18.187.167 17.947.227 0,9 -1,3

Corea del Sud 7.541.505 7.655.703 0,4 1,5

Asia 173.382.438 193.223.791 9,3 11,4

Egitto 18.637.607 7.443.799 0,4 -60,1

Sud Africa 2.530.326 11.185.610 0,5 342,1

Africa 34.840.222 38.034.998 1,8 9,2

Oceania e altri territori 47.118 186.304 0,0 295,4

totale 2.053.258.848 2.071.645.875 100,0 0,9

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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2.3.4 I legami imprenditoriali di Lecco con l’estero 1) Le unità locali all’estero delle imprese lecchesi Le imprese lecchesi che hanno aperto unità locali all’estero sono 6 (4 Srl e 2 Spa), 5 attive nel manifatturiero e 1 nel commercio. Per quanto concerne la tipologia di unità locale 3 sono uffici di rappresentanza, 2 sono depositi, 1 sede secondaria e 1 stabilimento23. 2 sono state aperte in Francia, altrettante in Germania, mentre 1 ciascuna in Cina, Spagna, Emirati Arabi Uniti. 2) Le imprese estere che hanno aperto unità locali in provincia di Lecco 29 imprese con sede legale all’estero hanno aperto 30 unità locali24 nella nostra provincia. Si tratta per lo più di sedi secondarie (16) e uffici di rappresentanza (5, cfr. tab. 22); oltre la metà ha la sede legale in Romania (cfr. tab. 23), 16 sono attive nel secondario e 13 nel terziario (cfr. graf. 3) . Le unità locali delle imprese estere sono localizzate prevalentemente nel sud della nostra provincia (cfr. tab. 3): 5 a Merate, 3 a Lomagna, 2 ciascuna a Cernusco Lombardone, Missaglia, Monticello Brianza, Olgiate Molgora e Robbiate, 1 ciascuna a Calco, Casatenovo, Osnago, Paderno, Rogeno, Rovagnate e Sirtori. Tab. 22 - Tipologia delle unità locali di imprese con sede all'estero aperte in provincia di Lecco (dati al

24/4/2014) MAGAZZINO 1 MAGAZZINO E RAPPRESENTANZA 1 SEDE OPERATIVA 3 SEDE SECONDARIA 16 UFFICIO 2 UFFICIO AMMINISTRATIVO E SEDE OPERATIVA 1 UFFICIO DI RAPPRESENTANZA 5 UFFICIO RECAPITO 1

TOTALE 30

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

Tab. 23 - Paesi di ubicazione delle sedi legali delle imprese straniere che hanno aperto unità locali in

provincia di Lecco (dati al 24/4/2014) CINA 1 EGITTO 1 FRANCIA 2 GERMANIA 2 GRAN BRETAGNA 2 HONG KONG 1 PANAMA 1 ROMANIA 15 SVIZZERA 3 USA 1

TOTALE 29

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

81

23

Una impresa con sede in provincia di Lecco ha aperto 2 unità locali all’estero, entrambe in Germania. 24

Un’impresa americana ha aperto 2 unità locali, entrambe a Merate.

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82

Tab. 24 - Comuni di ubicazione delle unità locali aperte da imprese con sede legale all'estero in provincia di Lecco (dati al 24/4/2014)

BARZIO 1 CALCO 1 CASATENOVO 1 CERNUSCO LOMBARDONE 2 COSTA MASNAGA 1 LECCO 3 LOMAGNA 3 MERATE 5 MISSAGLIA 2 MONTICELLO BRIANZA 2 OLGIATE MOLGORA 2 OSNAGO 1 PADERNO D'ADDA 1 ROBBIATE 2 ROGENO 1 ROVAGNATE 1 SIRTORI 1

TOTALE 30

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

Graf. 3 – Settore di attività imprese con sede all’estero che hanno aperto unità locali in provincia di

Lecco (dati al 24/4/2014)

0 2 4 6 8 10 12

ISTRUZIONE

IMMOBILIARE

AUTOTRASPORTO MERCI

ATTIVITA' PROFESSIONALI SCIENTIFICHE E TECNICHE

ATTIVITA' FINANZIARIE E ASSICURATIVE

COMMERCIO

COSTRUZIONI

MANIFATTURIERO

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

3) Le imprese lecchesi con quote sociali possedute da imprese estere Le imprese lecchesi le cui quote sono interamente possedute da imprese estere sono 47 (3 Spa; 5 Spa a socio unico; 36 Srl a socio unico e 3 Srl). 22 aziende del nostro territorio hanno più del 50% del capitale sociale posseduto da imprese estere (2 Spa; 20 Srl); infine 18 ditte lecchesi hanno meno del 50% del capitale sociale di proprietà estera (11 Spa; 7 Srl). Pertanto, considerando le sole aziende del nostro territorio attive al 24 aprile 2014 (data di estrazione dei dati Infocamere), 87 hanno quote di capitale sociale posseduto da società estere (16 Spa; 5 Spa a socio unico; 30 Srl e 36 Srl a socio unico, cfr tab. 25). Di queste oltre 1/3 ha la sede legale a Lecco città, l’8% a Merate e il 5,7% a Valmadrera (cfr. tab 26). 41 sono imprese manifatturiere, 20 sono

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83

attive nel commercio e 15 sono immobiliari (cfr. graf. 4). Le società estere che hanno investito in imprese lecchesi sono 9025 (cfr. tab 27) e hanno sede principalmente in Lussemburgo e Svizzera (entrambi con 14 aziende), Germania (13), Olanda (9), Gran Bretagna (7).

Tab. 25 - Imprese lecchesi attive con quote di proprietà di imprese estere per forma giuridica (dati aggiornati al 24/4/2014)

Forma giuridica 100% del capitale oltre il 50% del capitale fino al 50% del capitale totale

Spa 3 2 11 16 Spa socio unico 5 0 0 5 Srl 3 20 7 30 Srl a socio unico 36 0 0 36

TOTALE 47 22 18 87

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

Graf. 4 – Settore di attività imprese con sede all’estero che hanno aperto unità locali in provincia di

Lecco (dati aggiornati al 24/4/2014

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

manifatturiero costruzioni

commercio agente di commercio

attività professionali, scientifiche e tecniche altri servizi

immobiliare servizi di supporto alle imprese

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

25

6 imprese con sede legale in provincia di Lecco hanno quote detenute da più imprese straniere.

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84

Tab. 26 - Comune della sede legale delle imprese lecchesi attive con quote di proprietà di imprese estere. Dati

aggiornati al 24/4/2014.

Abbadia Lariana 1 Airuno 1 Annone Brianza 1 Ballabio 1 Barzago 1 Barzanò 2 Barzio 1 Bosisio Parini 1 Bulciago 1 Calolziocorte 1 Cassago Brianza 3 Cernusco Lombardone 1 Cesana Brianza 2 Civate 2 Costa Masnaga 1 Galbiate 2 Garbagnate Monastero 1 Introbio 1 Lecco 31 Lomagna 1 Mandello del Lario 1 Merate 7 Missaglia 3 Molteno 3 Monte Marenzo 1 Oggiono 3 Olgiate Molgora 1 Olginate 2 Osnago 1 Perego 1 Pescate 1 Robbiate 1 Valmadrera 5 Viganò 1

TOTALE 87

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

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85

Tab. 27 - Paesi ove hanno sede le imprese straniere

26 che hanno acquisito tutte o in parte le quote di

aziende lecchesi. Situazione aggiornata al 24/4/2014. Paese 100% del capitale oltre il 50% del capitale fino al 50% del capitale totale

AUSTRIA 1 0 0 1 BELGIO 1 0 1 2 CINA 0 2 0 2 CIPRO 0 0 1 1 CONGO 0 0 1 1 DANIMARCA 0 0 1 1 FINLANDIA 1 0 0 1 FRANCIA 2 0 3 5 GERMANIA 9 2 2 13 GRAN BRETAGNA 2 4 1 7 INDIA 1 0 0 1 LUSSEMBURGO 4 5 5 14 MALTA 1 0 0 1 OLANDA 3 5 1 9 PANAMA 0 1 1 2 PORTOGALLO 0 1 1 2 RUSSIA 0 1 0 1 SPAGNA 2 1 2 5 SVEZIA 2 0 0 2 SVIZZERA 9 2 3 14 UGANDA 0 1 0 1 USA 3 0 1 4

TOTALE 41 25 24 90

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

4) Riepilogo dati complessivi Considerando complessivamente i dati dei precedenti paragrafi (Paesi della sede legale delle imprese che hanno quote in aziende lecchesi; imprese straniere con unità locali a Lecco; unità locali all’estero delle imprese lecchesi), il Paese maggiormente presente è la Germania (13 società con partecipazioni in imprese lecchesi, 2 unità locali di imprese tedesche aperte a Lecco e 2 unità locali in Germania di imprese lecchesi), seguito dalla Svizzera (14 società con partecipazioni in imprese lecchesi, 3 unità locali di imprese svizzere aperte a Lecco) e dalla Romania (15 unità locali di imprese rumene aperte in provincia di Lecco, cfr. tab. 28).

26

Un’impresa danese e una di Cipro detengono quote nella medesima impresa lecchese; un’impresa inglese e una olandese detengono quote nella medesima impresa lecchese; due imprese olandesi detengono quote nella medesima impresa lecchese; quattro imprese svizzere detengono quote in due imprese lecchesi (due aziende elvetiche per ogni azienda con sede legale nella nostra provincia); due imprese di Panama detengono quote nella medesima impresa lecchese. Queste aziende sono incluse nella tabella 27 (e non nelle tabelle 25 e 26, che si riferisce solo alle sedi legali). Un’impresa portoghese ha quote di due aziende lecchesi; un’impresa olandese detiene il 100% di due imprese lecchesi; un’impresa lussemburghese ha quote in due imprese lecchesi. Queste aziende sono state incluse nelle tabelle 25 e 26 (e non nella tab. 27, che si riferisce alle sedi estere). È per questo che i totali delle tabella 25 e 26 non coincidono con quelli della tabella 27.

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86

Tab. 28 - L'internazionalizzazione delle imprese lecchesi per Paese di ubicazione della sede legale o delle unità locali (situazione al 24 aprile 2014)

Paese della sede legale o dell'unità locale sita

all’estero

Imprese straniere con quote in aziende

lecchesi

Imprese straniere con unità locale in provincia

di Lecco27

Imprese lecchesi con unità locale

all'estero28

Totale

AUSTRIA 1 0 0 1 BELGIO 2 0 0 2 CINA 2 1 1 4 CIPRO 1 0 0 1 CONGO 1 0 0 1 DANIMARCA 1 0 0 1 EGITTO 0 1 0 1 EMIRATI ARABI UNITI 0 0 1 1 FINLANDIA 1 0 0 1 FRANCIA 5 2 2 9 GERMANIA 13 2 2 17 GRAN BRETAGNA 7 2 0 9 HONG KONG 0 1 0 1 INDIA 1 0 0 1 LUSSEMBURGO 14 0 0 14 MALTA 1 0 0 1 OLANDA 9 0 0 9 PANAMA 2 1 0 3 PORTOGALLO 2 0 0 2 ROMANIA 0 15 0 15 RUSSIA 1 0 0 1 SPAGNA 5 0 1 6 SVEZIA 2 0 0 2 SVIZZERA 14 3 0 17 UGANDA 1 0 0 1 USA 4 1 0 5

TOTALE 90 29 7 126

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

Nel comune capoluogo hanno sede 31 imprese partecipate da società straniere e 3 unità locali di imprese straniere; segue Merate rispettivamente con 7 e 5 (cfr. tab. 29).

27

Un’impresa straniera ha 2 unità locali in provincia di Lecco (cfr. nota 19). Per questo il totale delle imprese straniere con unità locali in provincia di Lecco della tabella 28 non coincide con quello delle tabelle 29 e 30. 28

Un’impresa con sede legale in provincia di Lecco ha 2 unità locali all'estero (cfr. nota 18). Per questo il totale delle imprese con sede legale in provincia di Lecco della tabella 28 non coincide con quello delle tabelle 29 e 30.

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87

Tab. 29 - L'internazionalizzazione delle imprese lecchesi per comune di ubicazione della sede legale e

delle unità locali (situazione al 24 aprile 2014) Comune della sede legale o

dell'unità locale sita in provincia di Lecco

Imprese straniere con quote in

aziende lecchesi

Unità locali aperte da Imprese straniere in

provincia di Lecco

Imprese lecchesi con unità locale

all'estero Totale

Abbadia Lariana 1 0 0 1 Airuno 1 0 0 1 Annone Brianza 1 0 0 1 Ballabio 1 0 0 1 Barzago 1 0 0 1 Barzanò 2 0 0 2 Barzio 1 1 0 2 Bosisio Parini 1 0 1 2 Bulciago 1 0 0 1 Calco 0 1 0 1 Calolziocorte 1 0 0 1 Casatenovo 0 1 0 1 Cassago Brianza 3 0 0 3 Cernusco Lombardone 1 2 0 3 Cesana Brianza 2 0 0 2 Civate 2 0 1 3 Costa Masnaga 1 1 1 3 Galbiate 2 0 0 2 Garbagnate Monastero 1 0 0 1 Introbio 1 0 0 1 Lecco 31 3 0 34 Lomagna 1 3 0 4 Mandello del Lario 1 0 0 1 Merate 7 5 0 12 Missaglia 3 2 0 5 Molteno 3 0 0 3 Monte Marenzo 1 0 0 1 Monticello Brianza 0 2 0 2 Oggiono 3 0 0 3 Olgiate Molgora 1 2 0 3 Olginate 2 0 0 2 Osnago 1 1 0 2 Paderno 0 1 0 1 Perego 1 0 0 1 Pescate 1 0 0 1 Primaluna 0 0 1 1 Robbiate 1 2 0 3 Rogeno 0 1 0 1 Rovagnate 0 1 0 1 Sirtori 0 1 1 2 Valmadrera 5 0 1 6 Viganò 1 0 0 1

TOTALE 87 30 6 123

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

Complessivamente la somma delle imprese con sede legale in provincia di Lecco e partecipate da società straniere, delle unità locali di imprese straniere in provincia di Lecco e delle imprese lecchesi con unità locali all’estero è pari a 123 (cfr tab. 30). Di queste, 67 sono attive nel secondario (51 nel manifatturiero e 16 nelle costruzioni) e

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88

56 nel terziario (di cui 26 nel commercio). Tab. 30 - L'internazionalizzazione delle imprese lecchesi per settore di attività della sede legale e delle

unità locali (situazione al 24 aprile 2014)

Settore di attività della sede legale Imprese straniere

con quote in aziende lecchesi

Unità locali aperte da imprese straniere in

provincia di Lecco

Imprese lecchesi con unità locale

all'estero

Totale

manifatturiero 41 5 5 51 costruzioni 5 11 0 16

TOTALE SECONDARIO 46 16 5 67

commercio 20 5 1 26 agente di commercio 1 0 0 1 attività finanziarie e assicurative 0 1 0 1 immobiliare 15 2 0 17 attività professionali, scientifiche e tecniche 2 3 0 5 autotrasporto merci 0 1 0 1 servizi di supporto alle imprese 2 0 0 2 istruzione 0 2 0 1 altri servizi 1 0 0 1

TOTALE TERZIARIO 41 14 1 56

TOTALE 87 30 6 123

Fonte: Elaborazione Ufficio Statistica e Osservatori su dati Infocamere

2.4 IL TURISMO Le bellezze naturali della provincia di Lecco (il lago e l’Adda, le montagne, le colline brianzole), e la buona collocazione in termini di vicinanza rispetto ad aree popolate e ad alto reddito, fanno sì che nella provincia di Lecco esista un discreto movimento turistico. Lo confermano i dati riportati nella tabella 31: nel 2013 sono arrivati quasi 188.000 turisti, dei quali poco più della metà (95.000) stranieri; sulle complessive 508.000 giornate di presenza (vedi tabella 36) 263.000 sono attribuibili a stranieri. Il trend è in leggera crescita se si considerano le giornate (+0,6% nel 2013), ma in riduzione se si guarda al numero degli arrivi (-2,1%). La riduzione degli arrivi è dovuta esclusivamente all’ospitalità alberghiera, che ha visto ridursi il numero di ospiti (-3,6%), ma non il numero di giorni di presenza, che sono aumentati dello 0,7% (sempre rispetto al 2012). Gli esercizi diversi da quelli alberghieri (es. campeggi, case private, Bed&Breakfast), hanno visto crescere sia il numero di arrivi (+1,6%), sia il numero di giorni di presenza (+0,3%). Nel complesso il 70% dei turisti che arrivano in provincia di Lecco si ferma in alberghi, mentre la parte rimanente è assorbita dalle altre tipologie di ospitalità ma, se si considera il dato delle giornate di presenza, tale percentuale scende a circa il 60%: gli alberghi attirano maggiormente turisti o visitatori che si fermano per un periodo più breve. I dati segnalano anche che l’offerta turistica di Lecco interessa sempre di più gli

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stranieri che infatti hanno aumentato sia gli arrivi (+2,2%), sia le presenze (+1,1%); gli Italiani hanno ridotto gli arrivi (-6%) e mantenuto stabili le giornate di presenza (-22 unità rispetto al 2012). Le tabelle 32-35 per gli arrivi, e 37-40 per le giornate di presenza consentono di individuare sia i settori più forti dell’offerta turistica della provincia di Lecco, sia i trend che li riguardano. Il Lago attira circa un terzo degli arrivi (66.000 nel 2013), che assorbono però metà delle giornate di presenza (249.000), mentre la Montagna ha un ruolo residuale, determinando meno del 10% degli arrivi (14.000) e delle giornate di presenza (40.000). Il Capoluogo risulta di maggior interesse rispetto alle località di montagna, visto che richiama quasi il 20% degli arrivi (34.000) e circa il 15% delle presenze (70.000). Al turismo d’Affari si deve al 35% degli arrivi (73.000) e delle presenze (148.000). In estrema sintesi si può affermare che il motivo principale per venire a Lecco è quello degli affari, mentre il motivo per restare è quello di soggiornare presso il lago. Per gli stranieri è soprattutto il Lago che giustifica sia la visita (42.000 arrivi), sia il soggiorno in provincia di Lecco (144.000 presenze), seguito dal turismo di affari (30.000 arrivi e 67.000 giornate). Che il Lago sia sempre più il punto di forza dell’offerta turistica della provincia di Lecco lo dimostra il fatto che solo questo prodotto turistico ha visto crescere sia gli arrivi (+3,6%), sia le giornate di presenza (+19,5%). Tutte le altre Aree prodotto hanno mostrato invece una tendenza negativa, in particolare la Montagna (-15,2% di arrivi e -16% di giornate) e il turismo d’Affari (-4,4% di arrivi e -15,2% di giornate), mentre il Capoluogo ha mostrato una flessione più contenuta (-0,9 di arrivi e -4,9% di giornate).

Tab.31 - ARRIVI PROVINCIA LECCO 2013

Cittadinanza Totale alberghi Totale complementari Totale generale

Italiani 2012 61.987 36.516 98.503 Italiani 2013 58.131 34.418 92.549

Variazione % -6,2 -5,8 -6,0

Stranieri 2012 73.839 19.352 93.191 Stranieri 2013 72.852 22.353 95.205

Variazione % -1,3 15,5 2,2

Totale 2012 135.826 55.868 191.694 Totale 2013 130.983 56.771 187.754

Variazione % -3,6 1,6 -2,1

Fonte: Provincia di Lecco

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90

Tab. 32- ARRIVI AREA LAGO PROVINCIA LECCO 2013

Cittadinanza Totale alberghi Totale complementari Totale generale

Italiani 2012 9.865 15.837 25.702 Italiani 2013 8.920 15.457 24.377

Variazione % -9,6 -2,4 -5,2

Stranieri 2012 27.247 10.956 38.203 Stranieri 2013 28.705 13.118 41.823

Variazione % 5,4 19,7 9,5

Totale 2012 37.112 26.793 63.905 Totale 2013 37.625 28.575 66.200

Variazione % 1,4 6,7 3,6

Fonte: Provincia di Lecco

Tab. 33 - ARRIVI AREA MONTAGNA PROVINCIA DI LECCO 2013

Cittadinanza Totale alberghi Totale complementari Totale generale

Italiani 2012 5.415 7.442 12.857 Italiani 2013 4.921 6.161 11.082

Variazione % -9,1 -17,2 -13,8

Stranieri 2012 3.533 434 3.967 Stranieri 2013 2.803 383 3.186

Variazione % -20,7 -11,8 -19,7

Totale 2012 8.948 7.876 16.824 Totale 2013 7.724 6.544 14.268

Variazione % -13,7 -16,9 -15,2

Fonte: Provincia di Lecco

Tab. 34 - ARRIVI AREA AFFARI PROVINCIA DI LECCO 2013

Cittadinanza Totale alberghi Totale complementari Totale generale

Italiani 2012 36.265 9.557 45.822 Italiani 2013 33.947 9.329 43.276

Variazione % -6,4 -2,4 -5,6

Stranieri 2012 26.900 3.704 30.604 Stranieri 2013 25.382 4.396 29.778

Variazione % -5,6 18,7 -2,7

Totale 2012 63.165 13.261 76.426 Totale 2013 59.329 13.725 73.054

Variazione % -6,1 3,5 -4,4

Fonte: Provincia di Lecco

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Tab. 35 - ARRIVI AREA CAPOLUOGO PROVINCIA DI LECCO

Cittadinanza Totale alberghi Totale complementari Totale generale

Italiani 2012 10.442 3.680 14.122 Italiani 2013 10.343 3.471 13.814

Variazione % -1,0 -5,7 -2,2

Stranieri 2012 16.159 4.258 20.417 Stranieri 2013 15.962 4.456 20.418

Variazione % -1,2 4,7 0,0

Totale 2012 26.601 7.938 34.539 Totale 2013 26.305 7.927 34.232

Variazione % -1,1 -0,14 -0,9

Fonte: Provincia di Lecco

Tab. 36 - PRESENZE PROVINCIA LECCO 2013

Cittadinanza Totale alberghi Totale complementari Totale generale

Italiani 2012 127.270 117.153 244.423 Italiani 2013 123.649 120.752 244.401

Variazione % -2,9 3,1 -0,0

Stranieri 2012 180.252 80.132 260.384 Stranieri 2013 186.124 77.171 263.295

Variazione % 3,3 -3,7 1,1

Totale 2012 307.522 197.285 504.807 Totale 2013 309.773 197.923 507.696

Variazione % 0,7 0,3 0,6

Fonte: Provincia di Lecco

Tab. 37 - PRESENZE AREA LAGO PROVINCIA DI LECCO 2013

Cittadinanza Totale alberghi Totale complementari Totale generale

Italiani 2012 21.816 61.703 83.519 Italiani 2013 27.143 78.332 105.475

Variazione % 24,4 27,0 26,3

Stranieri 2012 75.520 49.656 125.176 Stranieri 2013 90.149 53.752 143.901

Variazione % 19,4 8,3 5,06

Totale 2012 97.336 111.359 208.695 Totale 2013 117.292 132.084 249.376

Variazione % 20,5 18,6 19,5

Fonte: Provincia di Lecco

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Tab. 38 - PRESENZE AREA MONTAGNA PROVINCIA DI LECCO 2013

Cittadinanza Totale alberghi Totale alberghi Totale alberghi

Italiani 2012 20.311 18.442 38.753 Italiani 2013 18.272 14.194 32.466

Variazione % -10,0 -23,0 -16,2

Stranieri 2012 7.954 763 8.717 Stranieri 2013 5.665 1.763 7.428

Variazione % -28,8 131,1 -14,8

Totale 2012 28.265 19.205 47.470 Totale 2013 23.937 15.957 39.894

Variazione % -15,3 -16,9 -16,0

Fonte: Provincia di Lecco

Tab. 39 - PRESENZE AREA AFFARI PROVINCIA DI LECCO 2013

Cittadinanza Totale alberghi Totale complementari Totale generale

Italiani 2012 65.351 29.683 95.034 Italiani 2013 59.832 21.079 80.911

Variazione % -8,5 -29 -14,9

Stranieri 2012 61.520 18.354 79.874 Stranieri 2013 56.501 10.887 67.388

Variazione % -8,2 -40,7 -15,63

Totale 2012 126.871 48.037 174.908 Totale 2013 116.333 31.966 148.299

Variazione % -8,3 -33,5 -15,2

Fonte: Provincia di Lecco

Tab. 40 - PRESENZE AREA CAPOLUOGO PROVINCIA DI LECCO 2013

Cittadinanza Totale alberghi Totale complementari Totale generale

Italiani 2012 19.792 7.325 27.117 Italiani 2013 18.402 7.147 25.549

Variazione % -7,0 -2,4 -5,8

Stranieri 2012 35.258 11.359 46.617 Stranieri 2013 33.809 10.769 44.578

Variazione % -4,1 -5,2 -4,4

Totale 2012 55.050 18.684 73.734 Totale 2013 52.211 17.916 70.127

Variazione % -5,2 -4,1 -4,9

Fonte: Provincia di Lecco

La tabella 41 mostra alcune caratteristiche del fenomeno turistico nella provincia lecchese(dati riferiti al 2012). Il primo di questi indici, quello della concentrazione turistica (arrivi/popolazione), ci ricorda la modesta vocazione turistica della provincia, visto che il suo valore, pari a 56,5, è oltre 3 volte inferiore rispetto a quello nazionale (171,1). Va però segnalato, come mostra il grafico 5, che diverse province lombarde (Cremona, Mantova, Pavia) evidenziano dati ancora peggiori rispetto a Lecco.

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Risulta invece in linea con il dato medio nazionale il secondo indice contenuto nella tabella 41, ossia il tasso di internazionalizzazione del movimento turistico (arrivi stranieri/totale arrivi), pari a 48,5, a metà strada tra il dato nazionale (47) e quello lombardo (50,6), come si evince anche visivamente, osservando il grafico 6. Un terzo indicatore interessante è quello relativo alla permanenza media (numero di presenze/numero di arrivi).In sostanza a Lecco ogni turista resta in media per 2,5 giorni (con un indice pari a 0,4), dato inferiore rispetto a quello medio nazionale, che è di 3,3 (0,3), ma in linea con quello medio lombardo (che è sempre di 2,5 giorni). Un confronto relativo a questo parametro tra le varie province lombarde è rintracciabile nel grafico 7. L’ultimo parametro riportato nella tabella 41 è l’indice di qualità alberghiera (numero di alberghi a 4 e 5 stelle /numero totale di strutture alberghiere). Questo rapporto risulta essere a Lecco (11,9%) inferiore rispetto al dato medio nazionale (17%), ma ciò non va visto necessariamente in modo negativo, in quanto un’offerta ricettiva eccessivamente sbilanciata verso soluzioni più care può costituire un freno allo sviluppo turistico.

Tab. 41 – I principali indicatori turistici della provincia di Lecco (2012; in valori assoluti e in %) INDICATORE Specifiche Lecco ITALIA

Concentrazione turistica Arrivi totali/Popolazione residente (%) 56,5 171,1 Internazionalizzazione turistica Arrivi stranieri/Totale arrivi (%) 48,5 47,0 Permanenza media Presenze totali/Arrivi totali 0,4 0,3 Qualità alberghiera Alberghi a 4 e 5 stelle/Totale alberghi (%) 11,9 17,0

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

Graf. 5 – Indice di concentrazione turistica nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia

(2012; in %)

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

250,0

300,0

350,0

400,0

87,0

174,0 175,9

48,6 56,5 60,0 51,0

197,1

57,741,9

374,2

120,4137,1

171,1

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

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94

Graf. 6 – Indice di internazionalizzazione turistica nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia

(2012; in %)

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

38,4

53,0

66,8

24,7

48,5

25,7 27,8

55,3

29,1

18,9

34,8

52,9 50,647,0

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

Graf. 7 – Indice di permanenza media nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia

(2012; valori assoluti)

0,0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,5

0,2

0,4

0,5

0,4

0,7

0,40,5

0,6

0,4

0,3

0,6

0,4

0,3

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

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95

Graf. 8 – Indice di qualità alberghiera nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia (2012; in %)

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

13,9

19,416,7

34,8

11,9

22,2

12,9

34,9

26,2

11,5 10,2

26,9

20,8

17,0

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

L’insieme dei dati evidenza come l’afflusso turistico alle località della provincia di Lecco abbia un andamento “statico”, con le uniche eccezioni della componente straniera e delle località poste in prossimità del lago. Il basso indice di concentrazione e la durata media dei soggiorni più bassa del valore nazionale, unitamente alle bellezze naturali, fanno ritenere che vi siano ancora ampi spazi di crescita del turismo a Lecco e provincia.

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SEZIONE 3 - I FATTORI DI CONTESTO

3.1 IL CREDITO Il valore dei depositi raccolti dalle banche della provincia di Lecco a fine 2013 è pari a 7,4 miliardi di euro, come risulta dalla tabella 1. Si tratta di un valore superiore di quasi 280 milioni di euro rispetto a quello dell’anno precedente. Un dato soddisfacente, anche se nel corso del 2012 i depositi erano cresciuti di circa 450 milioni. Va detto però che durante il 2011 i depositi erano aumentati di appena 70 milioni. Se si dà un’occhiata ai trend nazionali e regionali, ci si rende conto che il tasso di crescita del valore dei depositi registrato a Lecco nel corso del 2013 (+3,9%) è superiore sia al dato lombardo (+1,6%), sia a quello nazionale (+2%). Una situazione diversa rispetto a quella dell’anno precedente, in cui, sebbene il tasso di crescita fosse più elevato (+6,7%), era allineato a quello nazionale (+6,3%) e inferiore a quelle medio lombardo (+8%). Dunque il permanere della situazione critica dell’economia non sembra aver smorzato la dinamica dell’accumulazione di risorse finanziarie. Con la tabella 2 è possibile comprendere se la crescita dei depositi è attribuibile più al settore famiglie, oppure alle imprese. Premesso che il comparto famiglie detiene la componente più importante dei depositi della provincia di Lecco (il 75,1%, pari a 5.571 milioni di euro), di circa tre volte superiore all’ammontare detenuto dalle imprese (1.784 milioni, pari al 24% del totale), il tasso di crescita registrato nel corso del 2013 è stato decisamente più basso per le famiglie (+1,5%) rispetto a quello delle imprese (+12,7%). Si tratta di un differenziale di trend comune anche con il resto dell’Italia, sebbene la misura del differenziale sia decisamente maggiore a Lecco che nel resto del Paese, avendo i depositi delle famiglie sperimentato in Italia una crescita media del +2,3% e quelli delle imprese un incremento del +5,9%.

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Tab. 1 – Andamento dei depositi per localizzazione della clientela nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia (valori assoluti in milioni di euro e in %)

VALORI ASSOLUTI

Province 31/12/2010 31/12/2011 31/12/2012 31/12/2013

Varese 16.770 16.950 17.772 17.961 Como 11.923 11.807 12.650 13.081 Sondrio 3.658 3.851 3.912 4.038 Milano 133.944 128.577 139.759 140.545 Bergamo 21.684 22.891 24.365 24.285 Brescia 24.375 23.863 26.224 26.507 Pavia 9.649 9.718 10.315 10.657 Cremona 5.610 5.622 6.021 6.449 Mantova 7.220 7.269 7.999 8.488 Lecco 6.621 6.695 7.143 7.420 Lodi 3.361 3.476 3.666 4.080 Monza e Brianza 16.244 16.212 17.747 18.594

LOMBARDIA 261.058 256.930 277.572 282.105 ITALIA 1.199.435 1.199.454 1.275.170 1.300.242

VARIAZIONI %

Province 2011/2012 2012/2013

Varese 4,9 1,1 Como 7,1 3,4 Sondrio 1,6 3,2 Milano 8,7 0,6 Bergamo 6,4 -0,3 Brescia 9,9 1,1 Pavia 6,1 3,3 Cremona 7,1 7,1 Mantova 10,0 6,1 Lecco 6,7 3,9 Lodi 5,5 11,3 Monza e Brianza 9,5 4,8

LOMBARDIA 8,0 1,6 ITALIA 6,3 2,0

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

La tabella 3 esamina l’altro parametro fondamentale per valutare l’andamento del settore del credito della provincia lecchese. Si fa riferimento agli impieghi, che nel 2013 hanno continuato a registrare una contrazione (-2,1%), che d’altronde si era verificata anche negli anni precedenti (-2,7% nel 2012).

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Tab. 2 –Depositi per localizzazione della clientela e per settore di attività economica nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia (valori assoluti in milioni di euro e in %)

VALORI ASSOLUTI. ANNO 2013

Province Famiglie Imprese Altri settori TOTALE

Varese 14.391 3.415 155 17.961 Como 10.605 2.358 119 13.081 Sondrio 3.389 611 38 4.038 Milano 68.212 35.558 36.776 140.545 Bergamo 16.864 6.034 1.387 24.285 Brescia 19.361 6.571 575 26.507 Pavia 8.677 1.882 97 10.657 Cremona 5.101 1.305 44 6.449 Mantova 6.483 1.946 60 8.488 Lecco 5.571 1.784 65 7.420 Lodi 3.076 965 38 4.080 Monza e Brianza 14.381 4.008 205 18.594

LOMBARDIA 176.110 66.437 39.557 282.105 ITALIA 909.703 259.240 131.300 1.300.242

COMPOSIZIONE % ANNO 2013

Province Famiglie Imprese Altri settori TOTALE

Varese 80,1 19,0 0,9 100,0 Como 81,1 18,0 0,9 100,0 Sondrio 83,9 15,1 0,9 100,0 Milano 48,5 25,3 26,2 100,0 Bergamo 69,4 24,8 5,7 100,0 Brescia 73,0 24,8 2,2 100,0 Pavia 81,4 17,7 0,9 100,0 Cremona 79,1 20,2 0,7 100,0 Mantova 76,4 22,9 0,7 100,0 Lecco 75,1 24,0 0,9 100,0 Lodi 75,4 23,7 0,9 100,0 Monza e Brianza 77,3 21,6 1,1 100,0 LOMBARDIA 62,4 23,6 14,0 100,0 ITALIA 70,0 19,9 10,1 100,0

VARIAZIONI % 2012-2013

Province Famiglie Imprese Altri settori TOTALE

Varese 0,4 5,3 -20,1 1,1 Como 3,0 4,9 9,0 3,4 Sondrio 2,7 10,1 -33,3 3,2 Milano -0,6 3,0 0,4 0,6 Bergamo 1,2 3,1 -24,6 -0,3 Brescia 0,9 3,9 -19,1 1,1 Pavia 2,1 11,2 -21,0 3,3 Cremona 4,9 17,2 0,5 7,1 Mantova 6,7 4,0 14,8 6,1 Lecco 1,5 12,7 -10,5 3,9 Lodi 3,1 50,3 -2,7 11,3 Monza e Brianza 3,3 10,8 0,3 4,8

LOMBARDIA 1,1 5,0 -1,2 1,6 ITALIA 2,3 5,9 -6,9 0,0

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Dunque, sono gli impieghi a risentire maggiormente delle difficoltà economiche, visto che nel 2013 ammontavano a quasi 9.200 milioni di euro, circa 200 milioni in meno rispetto all’anno precedente. Va detto che la tendenza alla riduzione è comune sia alla Lombardia (-4,7%), sia all’Italia (-3,8%), anzi va riconosciuto che l’intensità della contrazione a Lecco è stata minore che altrove (-2,1%).

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99

La tabella 4 ci segnala che poco più di un terzo (34,7%) dei prestiti è stato ottenuto dalle famiglie, mentre la rimanente parte degli impieghi è andata quasi esclusivamente (62,6%) al mondo delle imprese. Quest’ultima percentuale è decisamente più alta a Lecco che nel resto della regione (52,2%) e del Paese (49,0%), segno che il settore produttivo lecchese viene ancora considerato meritevole di credito bancario, almeno rispetto al comparto delle famiglie. Riconosciuto questo, va però ammesso che la stretta creditizia è stata subita più dal comparto imprenditoriale (-2,3% di impieghi nel corso del 2013), piuttosto che dal settore delle famiglie, dove di fatto non si è registrata una caduta degli impieghi (appena -0,3%). Si tratta però di una situazione relativamente comune a tutto il territorio nazionale, visto che in Italia la riduzione degli impieghi nel comparto famiglie (-1,1% nel 2013) è stata sensibilmente minore rispetto a quanto registrato nel settore imprese (-5,5%). Tab. 3 –Andamento degli impieghi per localizzazione della clientela nelle province lombarde, in Lombardia

e in Italia (valori assoluti in milioni di euro e in %)

VALORI ASSOLUTI VARIAZIONI % Province

31/12/2011 31/12/2012 31/12/2013 2011/2012 2012/2013

Varese 21.800 21.373 20.769 -2,0 -2,8 Como 16.347 16.020 15.502 -2,0 -3,2 Sondrio 4.485 4.480 4.337 -0,1 -3,2 Milano 272.804 263.273 248.410 -3,5 -5,6 Bergamo 38.853 40.831 38.542 5,1 -5,6 Brescia 62.903 60.537 58.517 -3,8 -3,3 Pavia 12.284 12.092 11.800 -1,6 -2,4 Cremona 11.191 11.146 10.853 -0,4 -2,6 Mantova 15.672 15.218 14.613 -2,9 -4,0 Lecco 9.653 9.388 9.196 -2,7 -2,1 Lodi 6.417 6.392 5.898 -0,4 -7,7 Monza e Brianza 24.447 24.355 23.800 -0,4 -2,3

LOMBARDIA 496.857 485.106 462.236 -2,4 -4,7 ITALIA 1.940.016 1.917.357 1.845.338 -1,2 -3,8

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

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Tab. 4 –Impieghi per localizzazione della clientela e per settore di attività economica nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia (valori assoluti in milioni di euro e in %)

VALORI ASSOLUTI. ANNO 2013

Province Famiglie Imprese Altri settori TOTALE

Varese 9.873 10.346 550 20.769 Como 6.600 8.355 547 15.502 Sondrio 1.322 2.773 242 4.337 Milano 43.990 116.188 88.228 248.410 Bergamo 11.566 23.388 3.588 38.542 Brescia 12.770 34.457 11.290 58.517 Pavia 5.601 5.810 389 11.800 Cremona 3.476 7.080 296 10.853 Mantova 3.619 10.729 266 14.613 Lecco 3.194 5.758 244 9.196 Lodi 2.630 3.157 111 5.898 Monza e Brianza 10.113 13.189 498 23.800

LOMBARDIA 114.754 241.230 106.249 462.236 ITALIA 506.640 905.022 433.673 1.845.338

COMPOSIZIONE % ANNO 2013

Province Famiglie Imprese Altri settori TOTALE

Varese 47,5 49,8 2,6 100,0 Como 42,6 53,9 3,5 100,0 Sondrio 30,5 63,9 5,6 100,0 Milano 17,7 46,8 35,5 100,0 Bergamo 30,0 60,7 9,3 100,0 Brescia 21,8 58,9 19,3 100,0 Pavia 47,5 49,2 3,3 100,0 Cremona 32,0 65,2 2,7 100,0 Mantova 24,8 73,4 1,8 100,0 Lecco 34,7 62,6 2,7 100,0 Lodi 44,6 53,5 1,9 100,0 Monza e Brianza 42,5 55,4 2,1 100,0 LOMBARDIA 24,8 52,2 23,0 100,0 ITALIA 27,5 49,0 23,5 100,0

VARIAZIONI % 2012-2013

Province Famiglie Imprese Altri settori TOTALE

Varese -0,4 -4,8 -7,4 -2,8 Como -0,8 -4,5 -11,3 -3,2 Sondrio 0,0 -3,4 -15,5 -3,2 Milano -0,1 -9,2 -3,3 -5,6 Bergamo -1,1 -7,9 -3,9 -5,6 Brescia -1,2 -4,2 -3,1 -3,3 Pavia -1,3 -3,6 -1,2 -2,4 Cremona -0,5 -3,5 -6,6 -2,0 Mantova -1,4 -4,7 -8,0 -4,0 Lecco -0,3 -2,3 -16,8 -2,6 Lodi -1,2 -12,7 -3,4 -7,7 Monza e Brianza 0,0 -4,3 7,3 -2,3

LOMBARDIA -0,5 -7,1 -3,4 -4,7 ITALIA -1,1 -5,6 -3,0 -3,8

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Interessante è il dato contenuto nel grafico 1, che segnala la dimensione media dei prestiti (e di altre forme di investimenti) delle banche nei confronti delle imprese. Il dato di Lecco (240.000 euro) si piazza tra quello medio lombardo (quasi 300.000 euro) e quello medio italiano (175.000 euro), un valore quindi che potrebbe confermare un discreto merito creditizio riconosciuto alle imprese lecchesi dalle banche del territorio.

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101

Graf. 1 - Impieghi medi per impresa nelle province lombarde, in Lombardia ed in Italia

(valori assoluti in milioni di euro; 2013)

050.000

100.000150.000200.000250.000300.000350.000400.000450.000

165.259189.461

191.315

406.616

272.176

315.422

132.376

257.940

279.186

239.800205.325

209.248

296.243

174.508

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Una delle ragioni che possono spiegare la stretta creditizia è la dimensione delle sofferenze, la cui situazione ci viene rammentata dalla tabella 5. In effetti il valore delle sofferenze accumulate nella provincia di Lecco, 787 milioni di euro nel 2013, è tutt’altro che modesto (tenuto conto delle dimensioni della provincia), e soprattutto in grande crescita (+29,2%) rispetto a quello dell’anno precedente, pari a 609 milioni. Se si pensa poi che il valore delle sofferenze nel 2011era di 502 milioni, e di 390 milioni nel 2010, ci si rende facilmente conto del netto peggioramento della situazione registrato in questi anni. Peggioramento registrato dovunque, beninteso, sebbene il trend sia più accentuato a Lecco (+29,2% nel 2013 e +21,3% nel 2012) che nel resto dell’Italia (rispettivamente +23,1% e +16,1%). La tabella 6 ci permette di identificare i settori che hanno maggiormente contribuito alla crescita delle sofferenze. Secondo i dati, è il settore industriale a determinare la maggiore quantità di sofferenze (284 milioni), seguito dalle costruzioni (189 milioni), ma se quest’ultimo ha visto crescere l’importo delle sofferenze in linea con il dato medio provinciale (+27,7%), è il primo che registra un forte picco di incremento (+48,7% di sofferenze in più nel solo 2013). Decisamente più modesta è stata la crescita delle sofferenze per le famiglie produttrici (+6,5%, per un totale di 49 milioni di euro) e le famiglie consumatrici (+13,1%, per un totale di 164 milioni). I servizi, con 101 milioni di sofferenze, mostrano un tasso di crescita in linea con quello medio provinciale (+27,8%).

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Rispetto al panorama regionale e lombardo, il tasso di incremento delle sofferenze del comparto industriale è il doppio di quello medio lombardo (+24,0%) e italiano (+20,4%), mentre quello riferito ai servizi è più basso a Lecco (+27,8%) che nel resto della Lombardia (+41,4%) e dell’Italia (+40,7%). Negli altri settori i tassi di crescita delle sofferenze sono grosso modo in linea con quelli medi del resto del Paese.

Tab. 5 –Andamento delle sofferenzeper localizzazione della clientela nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia (valori assoluti in milioni di euro e in %)

VALORI ASSOLUTI VARIAZIONI % Province

31/12/2010 31/12/2011 31/12/2012 31/12/2013 2011/2012 2012/2013

Varese 1.067 1.336 1.521 1.753 13,8 15,3 Como 569 740 921 1.114 24,5 21,0 Sondrio 97 112 121 172 8,0 42,1 Milano 6.665 8.918 10.598 13.185 18,8 24,4 Bergamo 1.640 2.133 2.537 3.311 18,9 30,5 Brescia 2.246 2.955 3.475 4.383 17,6 26,1 Pavia 635 931 1.120 1.269 20,3 13,3 Cremona 554 722 800 970 10,8 21,3 Mantova 619 795 974 1.238 22,5 27,1 Lecco 390 502 609 787 21,3 29,2 Lodi 219 271 330 384 21,8 16,4 Monza e Brianza

802 1.074 1.299 1.764 20,9 35,8

LOMBARDIA 15.502 20.488 24.304 30.332 18,6 24,8 ITALIA 75.796 120.953 148.890 148.890 16,1 23,1

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

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Tab. 6 –Sofferenze per localizzazione della clientela e per settore di attività economica nelle province lombarde, in Lombardia e in

Italia (valori assoluti in milioni di euro e in %)

VALORI ASSOLUTI. ANNO 2013

Province Famiglie consumatrici

Famiglie produttrici

Attività industriali

Servizi Costruzioni TOTALE

Varese 580 128 390 231 424 100,0 Como 271 78 256 175 334 100,0 Sondrio 41 24 46 23 38 100,0 Milano 3.076 406 2.296 2.359 5.048 100,0 Bergamo 649 195 744 883 840 100,0 Brescia 1.107 351 927 908 1.090 100,0 Pavia 409 172 245 200 243 100,0 Cremona 257 167 211 148 187 100,0 Mantova 250 146 309 266 267 100,0 Lecco 164 49 284 101 189 100,0 Lodi 147 58 66 52 61 100,0 Monza e Brianza 442 110 313 433 466 100,0

LOMBARDIA 7.393 1.885 6.087 5.781 9.186 100,0 ITALIA 33.502 13.253 29.756 27.961 44.418 100,0

COMPOSIZIONE % ANNO 2013

Varese 33,1 7,3 22,2 13,2 24,2 100,0 Como 24,3 7,0 23,0 15,7 30,0 100,0 Sondrio 23,8 14,0 26,7 13,4 22,1 100,0 Milano 23,3 3,1 17,4 17,9 38,3 100,0 Bergamo 19,6 5,9 22,5 26,7 25,4 100,0 Brescia 25,3 8,0 21,1 20,7 24,9 100,0 Pavia 32,2 13,6 19,3 15,8 19,1 100,0 Cremona 26,5 17,2 21,8 15,3 19,3 100,0 Mantova 20,2 11,8 25,0 21,5 21,6 100,0 Lecco 20,8 6,2 36,1 12,8 24,0 100,0 Lodi 38,3 15,1 17,2 13,5 15,9 100,0 Monza e Brianza 25,1 6,2 17,7 24,5 26,4 100,0

LOMBARDIA 24,4 6,2 20,1 19,1 30,3 100,0 ITALIA 22,5 8,9 20,0 18,8 29,8 100,0

VARIAZIONI % 2013-2013

Varese 8,6 9,4 19,6 35,9 13,4 15,3 Como 12,9 4,0 12,3 29,6 37,4 21,0 Sondrio 10,8 20,0 58,6 109,1 58,3 42,1 Milano 9,8 7,4 18,2 46,8 30,5 24,4 Bergamo -5,9 27,5 38,5 41,7 57,3 30,5 Brescia 23,7 21,9 23,3 25,2 33,7 26,1 Pavia 10,5 9,6 7,9 24,2 18,5 13,3 Cremona 18,4 11,3 25,6 48,0 13,3 21,3 Mantova 11,1 12,3 47,8 42,2 19,7 27,1 Lecco 13,1 6,5 48,7 27,8 27,7 29,2 Lodi 13,1 7,4 26,9 23,8 17,3 16,4 Monza e Brianza 16,6 17,0 26,2 75,3 40,8 35,8

LOMBARDIA 11,0 13,3 24,0 41,4 31,6 24,8 ITALIA 14,0 12,9 20,4 40,7 26,1 23,1

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

La tabella 7 analizza il tema dei tassi di interesse applicati in provincia di Lecco. Nel corso del 2013 il tasso medio pagato dalle famiglie lecchesi che hanno preso denaro in prestito dalle banche si attestava al 5%, un valore leggermente inferiore rispetto a quello pagato dalla media delle famiglie lombarde (5,2%) e italiane (5,3%). Anche sul fronte delle imprese, il costo del denaro a Lecco è stato minore (7,5%) rispetto alla media del resto del Paese (8%), ma allo stesso livello della media in Lombardia (7,5%).

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Tab. 7 – Tassi di interesse su finanziamenti per cassa (rischi a revoca) per

localizzazione della clientela nelle province lombarde,ed in Lombardia e in Italia

Province Famiglie consumatrici Imprese TOTALE

Varese 5,1 8,1 7,6 Como 5,1 7,9 7,5 Sondrio 6,5 6,9 6,8 Milano 5,0 7,1 4,2 Bergamo 4,4 8,1 7,7 Brescia 5,9 7,7 7,5 Pavia 5,8 9,1 8,5 Cremona 6,8 8,6 8,5 Mantova 6,3 8,3 8,1 Lecco 5,0 7,5 7,2 Lodi 5,5 7,1 7,0 Monza e Brianza 4,8 7,7 7,4

LOMBARDIA 5,2 7,5 5,6 ITALIA 5,3 8,0 6,8

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

In conclusione, si può affermare che la crisi economica ha continuato a manifestarsi nella provincia di Lecco (come nel resto del Paese) anche sul piano del credito, con effetti più evidenti sul piano degli impieghi, che si sono ridotti (-2,1%), e un impatto meno forte sul piano della raccolta, che ha continuato ad aumentare (+3,9%), sebbene ad un ritmo più modesto rispetto all’anno precedente (+6,7%). In questo contesto la provincia di Lecco continua a risultare importatrice di capitali rispetto al resto del Paese, visto che la raccolta (7,4 miliardi) rimane inferiore agli impieghi (9,2 miliardi), con una differenza di circa 1,8 miliardi di euro, inferiore a quella registrata nell’anno precedente (2,3 miliardi). Dunque, la stretta creditizia c’è stata, ma la sua misura è stata decisamente più significativa sul fronte delle imprese (-2,3%), piuttosto che su quello delle famiglie (-0,3%). La stretta comunque non è dovuta a rincari del costo del denaro, il cui livello assoluto rimane modesto (5% per le famiglie, 7,5% per le imprese), e comunque inferiore ai dati medi nazionali. Invece, un peso nello spiegare la riduzione degli impieghi è la dimensione sempre più ampia delle sofferenze, che, oltre a raggiungere valori assoluti importanti (787 milioni nel 2013), ha visto una tendenza decisamente crescente (+29,2% nel solo 2013). Non deve quindi costituire una sorpresa se nel corso del 2014 gli istituti finanziari di Lecco saranno ancora più cauti nel concedere prestiti: la stretta creditizia è finalizzata a preservare l’operatività delle banche, senza le quali il sistema economico evidentemente non può funzionare. Dunque, l’analisi della situazione del credito nell’area lecchese porta a individuare qualche luce (l’andamento della raccolta, che resta significativamente positiva, tassi contenuti) e qualche ombra (riduzione degli impieghi, alte sofferenze).

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3.2 IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE

Sulla base dei dati del 2012 Lecco presenta una dotazione infrastrutturale decisamente inferiore a quella media della Lombardia e dell’Italia, come emerge dal grafico 2.

Graf. 2 – Indici di sintesi di dotazione infrastrutturale della provincia di Lecco, della Lombardia e dell’Italia (2012: in numero indice. Italia = 100)

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0 140,0

Indice infrastrutturale totale

Indice infrastrutturale totale al netto dei porti

Indice delle infrastrutture economiche

Indice delle infrastrutture sociali

81,3

90,3

77,9

89,2

113,1

125,7

112,0

115,7

100,0

100,0

100,0

100,0

ITALIA LOMBARDIA Lecco

Fonte: Unioncamere-Istituto Guglielmo Tagliacarne

Infatti il valore complessivo, 81,3, è ben lontano dalla media nazionale (100), e ancora di più dalla media regionale (113,1). Questo valore sale però a 90,3 se non si considerano i porti. Va detto però che la distanza rispetto alla dotazione media lombarda (35,4 punti in meno) è ancora più alta rispetto al punteggio dell’indice infrastrutturale totale (31,8 punti in meno). Questa minore dotazione complessiva si può spiegare per la natura orografica e geografica della provincia, per la quale la caratterizzazione montuosa non aiuta certo sul fronte delle dotazioni infrastrutturali. Va detto che la minore infrastrutturazione caratterizza tutte e due le tipologie di infrastrutture. Il valore più vicino alla media nazionale è detenuto dalle infrastrutture sociali (89,2), mentre quello più lontano è l’insieme delle infrastrutture economiche (77,9). Le 3 tabelle successive consentono di capire meglio quali siano i punti di forza e di debolezza della dotazione infrastrutturale di Lecco, visto che quantificano i valori della dotazione di ciascuna tipologia di infrastrutture. In primo luogo la provincia di Lecco dispone di una dotazione di infrastrutture stradali molto bassa rispetto alla media nazionale (29,6), che però è parzialmente compensata da una quasi normale infrastruttura ferroviaria (92,4). Sul valore medio delle infrastrutture economiche di Lecco pesa l’assenza di aeroporti e porti.

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Tab. 8 – Indici di dotazione delle infrastrutture di trasporto nelle province lombarde

(2012: in numero indice. Italia = 100) Province Rete stradale Ferrovie Porti Aeroporti

Bergamo 83,5 44,5 0,0 190,8 Brescia 112,7 72,7 0,0 37,1 Como 45,2 57,8 0,0 27,4 Cremona 57,4 101,9 0,0 11,1 Lecco 29,6 92,4 0,0 0,0 Lodi 146,1 102,5 0,0 0,0 Mantova 65,3 71,7 0,0 2,7 Milano 88,2 132,1 0,0 167,7 Pavia 112,5 92,3 0,0 10,4 Sondrio 29,9 67,0 0,0 0,0 Varese 54,5 100,3 0,0 1.179,8

LOMBARDIA 81,5 93,1 0,0 171,7 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Unioncamere-Istituto Guglielmo Tagliacarne

Sono invece superiori ai valori medi nazionali gli indici relativi alle reti energetico-ambientali (168,9), di telecomunicazione (129,3), e di strutture per le imprese (125,3). Sebbene alti, questi valori sono comunque sistematicamente inferiori a quelli medi regionali (rispettivamente 150,7, 130,1 156,8).

Tab. 9 – Indici di dotazione delle utilities nelle province lombarde (2012: in numero indice. Italia = 100)

Reti energetico-ambientali Servizi a banda larga Strutture per le imprese

Bergamo 148,8 121,1 124,9 Brescia 138,1 106,3 127,8 Como 142,2 135,3 136,6 Cremona 134,5 89,3 96,1 Lecco 168,9 129,3 125,3 Lodi 174,7 97,9 107,7 Mantova 154,0 84,3 90,0 Milano 174,4 185,5 253,3 Pavia 127,2 73,4 89,3 Sondrio 49,8 38,8 56,9 Varese 176,3 156,0 145,7

LOMBARDIA 150,7 130,1 156,8 ITALIA 100,0 100,0 100,0

Fonte: Unioncamere-Istituto Guglielmo Tagliacarne

Infine, i dati relativi alle dotazioni di infrastrutture sociali mostrano un quadro piuttosto ambivalente per Lecco. Infatti, da una parte si registra una debolezza significativa sul fronte delle strutture culturali e per l’istruzione (rispettivamente 66,5 e 78), dall’altra si constata una soddisfacente dotazione in materia di strutture sanitarie (123). Rispetto alla dotazione media regionale, dunque la distanza è contenuta sul fronte delle infrastrutture sanitarie (la media lombarda è pari a 132,6), e molto più ampia nelle restanti tipologie di infratrutture (la media lombarda per le infrastrutture culturali è 102,4, e per quelle relative all’istruzione è 112).

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Tab. 10 – Indici di dotazione delle infrastrutture sociali nelle province lombarde

(2012: in numero indice. Italia = 100) Strutture culturali Strutture per l'istruzione Strutture sanitarie

Bergamo 81,1 96,4 103,0 Brescia 75,0 93,8 103,6 Como 75,5 110,1 109,1 Cremona 144,0 89,2 97,9 Lecco 66,5 78,0 123,0 Lodi 70,3 73,8 91,2 Mantova 64,0 62,3 80,5 Milano 145,8 162,7 196,4 Pavia 139,8 109,7 119,0 Sondrio 35,7 35,7 44,3 Varese 78,7 113,9 161,0

LOMBARDIA 102,4 112,0 132,6 ITALIA 100,0 100,0 100,0

Fonte: Unioncamere-Istituto Guglielmo Tagliacarne