LABORATORIO DIDATTICO: L’OLIVO E LA MOSCA OLEARIA · A causare il flagello è stata la troppa...
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LABORATORIO DIDATTICO:
L’OLIVO E LA MOSCA OLEARIA
A.S. 2014/2015 classe 1^C
Insegnante : G.Carnesciali
I.C.S. «G.GARIBALDI»SUBBIANO-CAPOLONA
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO
Descrizione dell’esperienza
Oggetto del percorso è lo studio del danno provocato da un insetto sulla
pianta dell’olivo e della conseguente riduzione dell’olio locale ,come
prodotto a km zero..
Obiettivi:
Stimolare gli alunni ad un apprendimento significativo, attraverso
una didattica laboratoriale-partecipativa con domande stimolo
per “imparare ad imparare” al fine di acquisire un “metodo di
studio” valido non solo per le scienze, o in qualsiasi altra
disciplina, ma nella vita di tutti i giorni.
Analizzare morfologicamente campioni vegetali, parassiti della
pianta in particolare della Mosca olearia, attraverso uscite nel
territorio adiacente alla scuola.
Osservare al microscopio campioni di vegetali.
Far interagire gli alunni per confrontarsi attivamente tra di loro.
Tutto ciò sarà il punto di partenza per fare ipotesi,
verificarle e concettualizzarle.
VERIFICHE
Test strutturato con immagini e domande a scelta multipla sulle caratteristiche anatomiche e fisiologiche delle piante.
Test strutturato su gas serra e fenomeni correlati.
Lettura di grafici con estrapolazione di dati.
Costruzione di modelli cartacei.
Comportamento durante le fasi dell’attività. Realizzazione del documento informatico
METODOLOGIA
Osservazione
Riflessione e impressioni individuali
Discussione collettiva
Stesura di un testo condiviso
TEMPI
Due ore
settimanali per
circa due mesi.
SPAZI
Aula
Resede della scuola
Laboratorio scientifico
DOCUMENTAZIONE DELL’ESPERIENZA
Agli alunni vengono poste le domande:
La scuola è circondata da oliveti e quest’anno la produzione di olio è stata carente, come spiegarlo?
Ne avete sentito parlare?
Dall’indagine è emerso che:
sei ragazzi hanno detto di non averne mai sentito parlare;
cinque ne hanno sentito parlare poco e non hanno approfondito l’argomento;
Dieci hanno sentito molto parlare di questo fenomeno ed hanno approfondito l’argomento in modo dettagliato.
Dalle notizie riportate per iscritto a scuola, è stata scelta, a votazione, quella che a loro è parsa più significativa:
«Sì ne ho sentito parlare perché il babbo di mia zia, possedendo dei grossi campi di olivi, in quel periodo era arrabbiato perché non era riuscito a produrre nemmeno una bottiglia d’olio. Diceva che quella «maledetta mosca» aveva mangiato tutte le sue olive. Aveva provato a fare qualche bottiglia, ma il risultato era a dir poco pessimo. Questa mosca, che si era formata dentro all’olivo, era nata nel periodo di Agosto.»
I ragazzi, incuriositi dal fatto e vedendo che nel
resede della scuola c’erano alcune piante di olivo,
sono usciti con l’insegnante di scienze per accertarsi
se veramente questa bellissima pianta possiedesse o
meno il verme che stava causando tanti danni alla
produzione dell’olio in Toscana.
Il frutto si presentava non bello e sodo, ma marcio e
di colore marrone, aprendolo hanno constatato la
presenza del verme ed hanno avuto conferma di
quanto era stato loro detto dai familiari. L’interesse è
stato tanto che una volta ritornati in classe hanno
voluto conoscere dettagliatamente l’insetto ed il suo
ciclo vitale.
Con varie tecniche e strumenti, anche con l’utilizzo di internet
hanno riprodotto graficamente la vita del parassita. Con la
votazione collettiva il disegno più significativo è stato questo:
In un secondo tempo sono tornati ad esplorare il giardino
della scuola raccogliendo campioni di olivo ed
esattamente fusti con foglie. Arrivati in classe li hanno
stesi sopra il banco e tenuti ben aperti, per poter ben
osservare con la lente d’ingrandimento e porsi alcune
domande:
• Come sono disposte le foglie nei rametti?
• Sono lisce o pelose?
• Con picciolo o senza?
• Che forma hanno ?
• Come è fatto il frutto?
Attraverso navigazione in rete c’è stata, anche, l’analisi macroscopica delle
parti della pianta: la radice, il fusto, la foglia.
Per scoprire le parti microscopiche dei vegetali e avendo a disposizione un
laboratorio di scienze con microscopio, gli alunni hanno preparato più
campioni da osservare.
Una volta entrati nel laboratorio e messi insieme gli strumenti da lavoro hanno
proceduto alla realizzazione del progetto.
Con la pinzetta o forbicine hanno staccato una parte sottilissima della pagina
superiore ed inferiore di una foglia, l’hanno lasciata cadere sopra un vetrino
portaoggetti per poi ricoprirla con il vetrino coprioggetti ,in alcuni “preparati” è
stato aggiunto anche il colorante blu di metilene. Hanno posizionato il vetrino sul
tavolino e regolato il microscopio. Hanno utilizzato inizialmente l’ingrandimento
minore per avere una maggiore visione di campo. Una volta individuate le parti
da osservare sono ricorsi agli altri ingrandimenti, rimettendo ogni volta a fuoco.
Ad ogni osservazione è stato associato un disegno e una breve descrizione
scritta.
L’osservazione dello stesso oggetto è stata fatta più volte per trovare sempre
nuovi particolari.
RIFLESSIONI SULLE INFORMAZIONI OTTENUTE
L’Italia ha un patrimonio di 250milioni di olivi, su 1 milione e 100.000 ettari di terreno. Un fatturato 2 miliardi di euro, con esportazioni pari a 1,2 miliardi.
Il presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori)dichiara che in alta Toscana il 2014 è stato un anno orribile, per il vino , con le vigne che hanno perso il 30% del raccolto ma soprattutto per l’olio d’oliva. Gli agricoltori non sono arrivati a raccogliere il 50% del prodotto e hanno dovuto fare non 1 o al massimo 2 trattamenti con il larvicida ma anche quattro, cinque o sei. Spese altissime, risultati bassissimi.
Si chiama “Bactrocera Oleae” la mosca che ha devastato gli oliveti toscani. La femmina adulta depone un uovo nella drupa, l’oliva. La larva che nasce si nutre della polpa poi si “impupa”, diventa cioè crisalide ed esce dall’oliva ormai devastata. Normalmente una femmina metteva un uovo in ogni oliva. In questo 2014 hanno trovato 20-25 ovodeposizioni in un solo frutto.
A causare il flagello è stata la troppa pioggia. Infatti, la mosca, di solito, appare a fine luglio, con attacco che interessa circa il10% degli oliveti. In questa estate invece il primo assalto è arrivato già a fine giugno e ha colpito il 50-60% delle piante. E poi, altra spiegazione del disastro, a luglio non è arrivato l’anticiclone delle Azzorre che con il suo caldo asciutto ha sempre bloccato il primo attacco della Bactrocera.
Ha piovuto più del 300% rispetto alla media, con un’altissima umidità che è graditissima alla Bactrocera.I tentativi di contrasto ,sia chimico che biologico, sono stati annullati dall’acqua che dilavava continuamente gli olivi.
Nei campi convenzionali si usa un larvicida che come principio attivo contiene il “Dimetoato”.In quelli biologici si interviene con un insetticida naturale.
In ambedue le colture si usano “trappole” per i maschi che sono attratti da un feromone sessuale mentre le femmine, sempre affamate, vengono attirate con un “piatto” di sostanze azotate .Quest’anno ,con quattro o cinque generazioni di mosche sempre più numerose, l’attacco non ha avuto tregua ,hanno vinto loro.
RISULTATI OTTENUTI
Il progetto è stato vissuto con entusiasmo da parte degli alunni, che hanno avuto la possibilità di avvicinarsi ad una problematica concreta ed attuale che ha interessato il nostro territorio.
I risultati ottenuti sono stati rilevanti:
•Attraverso le attività proposte dalla docente in aula e soprattutto nel laboratorio scientifico i ragazzi hanno appreso conoscenze nuove, ma anzitutto hanno utilizzato strategie didattiche basate su di osservazione, sperimentazione, indagine .
•Con le uscite nel resede sono stati osservati e verificati gli aspetti esposti in classe.
Ciò ha prodotto una maggiore sensibilizzazione manifestata dai ragazzi nei confronti dell’ambiente naturale che ci circonda.