Laboratori di Innovazione

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LABORATORI o d’ innovazione THE WORKSHOP OF INNOVATION Mandragora

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LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION

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LABORATORIo

d’innovazioneTHE WORKSHOP OF INNOVATION

Mandragora

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coordinamento generale del progetto | project coordinationElisa Guidi, Artex - Centro per l’Artigianato Artisticoe Tradizionale della Toscana

coordinamento della didattica | teaching coordinatorsGiulio Angelini, Massimo Cianfrei, Marco Migliari - ISIA Roma

collaborazione alla didattica | with the collaboration ofGloria Barcellini - ALESSI

coordinamento tecnico | technical coordinationDe Plano Consulting

allestimenti | exhibition set-up and coordinationStudio LaVanguardia

coordinamento allestimento mostra Alessi |installation coordinator for the Alessi exhibitionAntonella De Martino - ALESSI

campagna fotografica prototipi | photographs (prototypes)Carlo ed Elisa Gianni

campagna fotografica ART 2004 | photographs (ART 2004)Saverio Lombardi Vallauri

si ringraziano per la collaborazione | thanks toFirenze Fiera spaMuseo Alessi

© 2005 Mandragora

Mandragora s.r.l.piazza del Duomo 9, 50122 Firenzewww.mandragora.it

traduzione inglese | English translation byJeremy Carden

redazione, grafica e impaginazione | editing, designand typesettingMonica Fintoni, Andrea Paoletti, Paola Vannucchi

Stampato in Italia | Printed in Italy

ISBN 88-7461-065-3

Questo libro è stampato su carta TCF (totally chlorine-free).This book is printed on TCF (totally chlorine-free) paper.

Artexvia Sandro Botticelli 9r, 50132 Firenzetel. +39 055 570627 fax +39 055 [email protected]

LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATIONprogetto di | a project by

realizzato da | developed by

in collaborazione con | in collaboration with

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Mandragora

a cura di Elisa Guidi e Marco Migliari

LABORATORIo

d’innovazioneTHE WORKSHOP OF INNOVATION

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La Toscana è presente, nell’immaginario collettivo,come un ambiente caratterizzato «da un paesaggio,da una storia, da prodotti, dove la bellezza della na-tura si è coniugata con un intervento antropico “a mi-sura d’uomo”, senza fratture tra il passato, il presentee, apparentemente, anche il futuro».

In realtà la Toscana è – ed è sempre stata – “mo-derna”, “innovatrice”, grazie alla sua connaturata ca-pacità di conservare e vivificare le proprie tradizioni,vivendole come una enorme ricchezza da valorizzare.

La capacità e i savoir-faires tradizionali hanno per-messo al tessuto produttivo toscano – soprattutto aquello delle lavorazioni artistiche e tradizionali – di di-venire laboratorio per le sperimentazioni più avanzatedei più importanti designer e produttori a livello inter-nazionale: l’artigianato artistico toscano è stato in mol-ti casi una sorta di “alta moda” dell’industria, grazie al-la innata capacità dei produttori toscani di trasformarecon le proprie mani l’idea in oggetto.

Oggi più che mai, l’innovazione e soprattutto il pro-getto, la creatività devono essere valori aggiunti propridelle produzioni artistiche toscane: per questo motivola Regione Toscana da diversi anni promuove iniziativespecifiche volte a introdurre sempre nuovi elementi diinnovazione – non soltanto formale – nel tessuto pro-duttivo della nostra regione.

In quest’ottica la creazione di un rapporto tra un’a-zienda come Alessi – leader nel settore dell’innova-zione ma nel contempo attenta al rispetto e alla valo-rizzazione delle proprie radici locali – e giovani pro-gettisti e imprese toscane delle produzioni artistichee tradizionali ci è sembrata una sfida estremamenteinteressante.

Ci auguriamo che, grazie anche a questa esperienza,possano diffondersi all’interno del sistema artigianaletoscano una sempre maggiore ricettività nei con frontidella cultura del progetto e dell’organizzazione azien-

In the collective imagination, Tuscany is characterisedby “its landscape, its history and its products; the beau-ty of the natural environment is accompanied by inter-vention on a human scale and there is a seamless bondbetween the past, the present, and seemingly the fu-ture as well”.

In fact Tuscany is, and has always been, ‘modern’ and‘innovative’, thanks to its ingrained ability to preserveand give fresh vigour to its traditions, and to regardthem as invaluable resources that deserve promotion.

Traditional skills and know-how have enabled theTuscan production networks, above all those of artisticand traditional professions, to become laboratories forthe cutting-edge experimentation of leading interna-tional designers and manufacturers. Tuscan arts andcrafts concerns have in many cases been a kind of in-dustrial equivalent of haute couture, thanks to the in-nate capacity of Tuscan craftspeople to use their handsto transform an idea into an object.

More than ever before, Tuscan arts and crafts re-quire the added value of innovation and, above all, ofa creative project. This is why, for some years now, theRegione Toscana has been promoting specific initia-tives aimed at introducing new elements of innova-tion—and not only formal ones—into the productionfabric of the region.

From this perspective, the possibility of forging arelationship between a firm like Alessi—a leader whenit comes to innovation but at the same time careful torespect and valorise its local roots—, young design-ers and Tuscan firms making artistic and traditionalproducts seemed to us to be an extremely interestingchallenge.

Our hope is that thanks to this experience the Tus-can craft system will become increasingly receptive to-wards design culture and business organisation, andthat in turn industry may learn to have greater faith in

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dale e nell’ambito dell’industria una maggiore fiducianelle potenzialità offerte dall’artigianato artistico qua-le laboratorio di sperimentazione, in piccole serie o inpezzi unici, di nuove collezioni e di nuovi materiali.

Ambrogio BrennaAssessore all’Artigianato, PMI, Industria,Cooperative di produzione e lavoro, promozionee internazionalizzazione del sistema produttivo,innovazione del sistema produttivo Regione Toscana

the potential offered by artistic craft businesses as ex-perimental laboratories for the production of limitedruns or one-off pieces, for new collections and for newmaterials.

Ambrogio BrennaMinister for Crafts, SME’s, Industry,Innovation, Promotion and Internationalizationof the Production System and CooperationRegional Government of Tuscany

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Questo volume si colloca alla conclusione di un proces-so progettuale – voluto dalla Regione Toscana e realiz-zato da Artex, Centro per l’artigianato artistico e tradi-zionale della Toscana – che ha visto la proficua colla-borazione tra il mondo dell’industria, rappresentato daun’azienda leader quale è Alessi, il mondo della forma-zione e il mondo delle produzioni artistiche toscane.

Uno schema complesso e articolato che si è posto l’o-biettivo di analizzare in che forme e in che modi il mon-do dell’industria e quello dell’artigianato possono in-terloquire, soprattutto nell’ottica di innescare processiinnovativi all’interno delle produzioni artistiche e tradi-zionali. Aspetti e processi innovativi che hanno l’obiet-tivo di aiutare le imprese artigiane, soprattutto quelledelle produzioni artistiche e tradizionali, a risolvere iproblemi, strutturali e non, che le costringono ad af-frontare il mercato – in una situazione di crisi generaliz-zata – da una posizione di dipendenza strategica.

Ci auguriamo quindi che questa esperienza non rap-presenti un unicum, ma che costituisca invece un primopasso nella creazione di rapporti stabili tra realtà diver-se: realtà che, superando l’iniziale diffidenza reciproca,possono, volendolo, divenire complementari e intera-gire costantemente nell’ottica della tutela e della diffu-sione del prodotto made in Italy – e made in Tuscany –come portatore di valori formali ma anche culturali edetici, e di una qualità inimitabile.

Franco BiagiPresidente

Alessandro RicceriDirettore

Artex - Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana

The publication of this volume comes at the conclusionof a process initiated by the Region of Tuscany and im-plemented by Artex (Centre for the Artistic and Tradi-tional Handicrafts of Tuscany). This process has led tofruitful collaboration between the industrial world, rep-resented by Alessi, a market leader in its sector, the ed-ucational world and the world of Tuscan applied arts.

The goal of this complex and highly developed proj-ect was to analyze in what forms and ways the industri-al and applied arts worlds can engage with each other,especially with a view to stimulating innovative process-es in traditional arts and crafts. The idea is that suchprocesses can help small businesses, especially thoseoperating in the field of traditional applied arts, to solvea number of structural and other problems that, in agenerally difficult economic climate, place them a posi-tion of strategic dependency in the marketplace.

The hope, then, is that this does not just prove to aone-off initiative, but the first step towards the estab-lishment of enduring ties between different fields of pro -duction; once initial and reciprocal diffidence has beenovercome, and providing there is a basic underlying will,these fields can become complementary and can worktogether on an on-going basis to safeguard and pro-mote Italian- and Tuscan-made products, which are res-onant with formal but also cultural and ethical values,and distinguished by an inimitable style.

Franco BiagiPresident

Alessandro RicceriDirector

Artex - Centre for the Artistic and TraditionalHandicrafts of Tuscany

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Le azioni di Artex nel settore dell’innovazione inizianonella metà degli anni Novanta con alcune esperienzeche traggono la loro forza dall’importanza delle ideeche sono state enucleate.

Sono stati sviluppati, in maniera pionieristica, alcuniconcetti successivamente condivisi a livello nazionale einternazionale: l’innovazione attraverso il recupero del-la storia, della tradizione e della cultura intesa anche co-me genius loci; la necessità del rapporto con le richie-ste del mercato di riferimento e la centralità del profilodel consumatore e dei meccanismi di acquisto nel pro-gettare l’innovazione; l’importanza del rapporto conquelle che potremmo definire sorgenti culturali, ossiacentri di formazione, artistica e non, musei, emergenzeculturali e/o produttive.

Questi temi sono stati sviluppati in una serie di pro-getti e iniziative la cui realizzazione ha messo in luce po-tenzialità ma anche limiti e difetti delle imprese tosca-ne – e italiane – del settore artistico e tradizionale.

Le esperienze più significative della prima fase di at-tività sono Trend of 2000, Trendenze e MuseoMuseo(con il prodromo costituito dall’esperienza di Art Shop).

MuseoMuseo rappresenta il primo tentativo orga-nico, a livello nazionale, di creare l’auspicato collega-mento tra patrimonio culturale e lavorazioni artistichedi un territorio con l’obiettivo principe di realizzare og-getti portatori di reali significati – simbolici e materiali –

Artex began working in the field of innovation in themid-1990s, implementing a number of projects whosemain strength lay in the importance of the ideas theyexplored.

Ground-breaking work was done to develop a num-ber of concepts that were later embraced at a nationaland international level as well: innovation through therediscovery of history, of traditions and of culture, un-derstood also as genius loci; the need to respond tomarket requirements, and the importance of the con-sumer profile and of purchase mechanisms in innova-tive practices; the importance of the relationship withwhat might be defined as cultural sources—education-al centres (artistic and non-artistic alike), museums andnew cultural and/or production developments.

These issues were explored in a series of projects andinitiatives that shed light on the potential but also thelimitations and shortcomings of Tuscan—and Italian—companies in the field of artistic and traditional crafts.

The most significant initiatives in the first phase ofArtex’s activities were Trend of 2000, Trendenze andMu seo Museo (together with the preliminary Art Shopproject).

MuseoMuseo was the first coordinated effort madein Italy to establish a connection between the culturallegacy and the applied arts of a given area, the primaryaim being to produce objects with genuine symbolic

PERCORSI DI INNOVAZIONE IN TOSCANATHE TUSCAN WAY TO INNOVATION

Elisa Guidi

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progettati e prodotti per essere venduti all’interno deibook shop museali.

Trend of 2000 e Trendenze enucleano invece due te-mi particolarmente significativi per i processi innovati-vi: l’importanza dell’analisi degli scenari di tendenza inatto nei mercati di riferimento – con particolare atten-zione al profilo del consumatore – e la necessità di in-dividuare figure cognitive in grado di trasferire gli inputprovenienti dalle analisi nel percorso produttivo delleimprese toscane.

Le azioni successive sono state realizzate partendoda dati ormai consolidati – importanza dell’idea, delprogetto, della multidisciplinarietà e dei sistemi di rife-rimento per l’introduzione di fenomeni innovativi – ehanno contribuito ad evidenziare la necessità della co-stituzione di sistemi a rete sul territorio, con networkcomposti da soggetti di varia natura in grado di intera-gire per l’ottimizzazione dei risultati.

Nascono così i progetti a rete della seconda fase:Trend, Marketing & Design, META. Si viene quindi adefinire un nuovo concetto d’innovazione, di livello su-periore (potremmo definirlo “metainnovazione”), checontempla, accanto all’imprescindibile innovazione neirisultati (di prodotto o tecnologica), un’in novazione neiprocessi: si parla cioè di un’innovazione strategica, sup-portata da un’innovazione di tipo organizzativo.

È nel contesto della costituzione di reti per l’innova-zione che si colloca l’esperienza del progetto Artigia-nato e Industria. Laboratorio di Innovazione, esperien-za che ha voluto analizzare il rapporto, complesso e inalcuni casi contraddittorio, dell’artigianato artistico conil mondo dell’industria.

Come partner per questa prima esperienza di colla-borazione tra imprese delle produzioni artistiche tosca-ne e mondo dell’industria è stata scelta Alessi. La scel-ta è stata motivata da varie considerazioni: l’alto valoreattribuito dall’azienda al progetto e al rapporto con i

and material meanings, designed and made to be soldin museum bookshops.

Trend of 2000 and Trendenze, on the other hand,explored two issues of particular significance for inno-vative processes: the importance of analyzing currenttrends in the relevant market—with particular attentionto the profile of the consumer—and the need to identi-fy people capable of transferring the findings of theseanalyses into actual productive practices on the part ofTuscan firms.

Artex’s subsequent activities took as their startingpoint a number of well-established tenets—the impor-tance of the concept, of the project, of a multidiscipli-nary approach and of systems of reference when intro-ducing innovative practices —, and these activities havehelped to highlight the need to establish grassroots’network systems comprising various kinds of subjectscapable of interacting profitably to optimize results.

This was the basis for the network projects of thesecond phase: Trend, Marketing & Design, META. Anew and more sophisticated notion of innovation—wemight call it ‘meta-innovation’—was defined; besidesessential innovation geared towards results (productsor technology), the concept also envisaged innovationin processes. The key notions, then, were strategic in-novation supported by organizational innovation.

It was in the context of the establishment of innova-tion networks that the Artigianato e Industria. Laborato -rio di Innovazione (‘Crafts and Industry. The Workshopof Innovation’) project was initiated; the goal was to an-alyze the complex and at times contradictory relation-ship between the applied arts and industry.

The partner chosen for this initial collaborative ex-perience involving Tuscan craft firms and the industrialworld was Alessi. This choice was prompted by a num-ber of considerations: the high value attributed by thecompany to the design process and to working relation-

ELISA GUIDI 9

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ships with designers; the value attributed to formal andtechnological innovation and to product quality; a con-cern, on the part of what is one of Italy’s most ‘global’firms in the household goods sector, with local roots;and the wide range of products made by Alessi.

The ISIA in Rome was chosen as an intelligent ‘filter’between the input provided by Alessi and Tuscan firmsworking in the field of the applied arts; at first studentsworked independently, with the support of the teachingstaff and of tutors from Alessi, and then in close contactwith the Tuscan firms that developed the prototypes ofthe selected projects.

designer; l’alto valore attribuito, nella politica azienda-le, all’innovazione formale e tecnologica e alla qualitàdel prodotto; l’attenzione dell’azienda, una delle più“globali” del panorama italiano del settore casa, alle ra-dici locali; l’ampia gamma di settori coperti.

Come “filtro” intelligente tra gli input provenienti dalmondo Alessi e le imprese toscane del settore artisticoè stata scelta l’ISIA di Roma, i cui studenti hanno lavora-to prima in modo autonomo – con il sostegno dei do-centi e del tutor di Alessi –, poi in stretto contatto conle imprese toscane che hanno prototipato i progettiselezionati.

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La competizione sui mercati internazionali richiede al-l’ingegno italiano delle soluzioni più creative per ren-dere il prodotto nazionale capace di essere impre ve -dibile nei suoi sviluppi futuri e pertanto difficilmen teimitabile a costi inferiori. Fondamentale, in questo pro-cesso, diventa allora ripensare le logiche con cui sonostati finora concepiti e prodotti gli oggetti domestici. Inprimo luogo va rivisto il rapporto tra gli oggetti e i lorocontesti d’uso, cercando di elaborare nuovi significatial concetto di funzione. L’oggetto che funziona non èpiù soltanto quello che sa svolgere un compito opera-tivo, ma è quello che sa meglio vivere le sue relazionioperative e immaginarie rispetto all’uso. Il valore dellecose è dato così dalla loro capacità di relazione. Oc-corre perciò analizzare come si colloca l’oggetto nelsuo contesto d’uso (cucina, soggiorno, bagno, ufficioecc.) e immaginare come può essere più intraprenden-te oppure cosa succede se una tipologia viene sposta-ta da un ambiente a un altro in cui non è mai stata: conquali nuovi oggetti fa “amicizia”, ipotizzare come sitrasforma vestendosi con nuovi materiali e sviluppan-do nuovi comportamenti. Questo approccio culturalebiologico, che porta a vedere in modo “umanizzato” ilmondo artificiale delle cose, esemplifica il bisogno del-la cultura progettuale di arricchirsi di altri contributi di-sciplinari per diventare maggiormente innovativa. Co-me avveniva nel Rinascimento, quando il “disegno ita-

Competition on the international marketplace repre-sents a challenge for Italian ingenuity, more creativesolutions being required to make the future develop-ment of products more unpredictable and hence hardto imitate at a lower cost. A fundamental aspect of thisprocess is to rethink the philosophy underlying the de -sign and production of domestic objects. First of all, therelationship between objects and the context in whichthey are used must be reconsidered, and new meaningsdeveloped for the concept of function. An object thatworks is no longer just one that is capable of perform-ing a given task—it is one that best expresses its oper-ative and imaginary relations with respect to its use. Thevalue of things is thus determined by their ‘ability to re-late’. It is therefore necessary to analyse how an objectis situated in the context in which it is used (kitchen, liv-ing room, bathroom, office, etc.) and to imagine how itmight become bolder, or to see what happens whenone type of object is moved from its habitual environ-ment to an unfamiliar one. This involves seeing whatnew objects it ‘makes friends with’ and hypothesisinghow it might change when it is made with new materi-als and the different ways in which it might behave. This‘biological’ approach, which leads one to see the arti-ficial world of things in humanized terms, exemplifiesthe need for design culture to draw on and learn fromother disciplines so as to become more innovative. This

INNOVAZIONE: PICCOLA GRANDE IMPRESAINNOVATION: A SMALL/LARGE-SCALE ENTERPRISE

Marco Migliari

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liano” si affermava nel mondo grazie alla sua capacitàculturale non specialistica di elaborare nuovi scenari,dal castello alle macchine alle scenografie delle feste.

Antonio Paolucci, Soprintendente per il Polo Mu-seale Fiorentino, chiedendosi come mai la modernitàin pittura nel Seicento non fosse nata in Toscana ma inVal Padana per poi giungere attraverso Bologna fino aRoma (Il Sole 24 ore, 4 aprile 2004), afferma che «ognirivoluzione per realizzarsi compiutamente ha bisognodi pluralità di opzioni possibili, di tradizioni non trop-po autorevoli e quindi non troppo vincolanti». Per con-sentire alla «rivoluzione di assumere forme imprevedi-bilmente nuove», occorre dotarsi di risorse culturali nu-merose e diverse e di libertà di scelta e di azione.

Questa è la rivoluzione culturale che trasforma l’arti-gianato di carattere artistico e decorativo in aziende ca-paci di essere propositive e competitive verso il merca-to. Non si tratta allora di rinnegare le proprie origini, madi tutelarle attraverso la ricerca di nuove concezioni dioggetti capaci di attivare sorprendenti narrazioni, checolleghino il passato al futuro.

is what happened in the Renaissance, when ‘Italian de-sign’ earned an international reputation thanks to a non-specialist cultural capacity for innovation in fields thatranged from the castle to machines and stage sets.

Reflecting on why modernity in 17th-century paintingdid not originate in Tuscany but in the Val Padana, sub-sequently spreading, via Bologna, as far as Rome (Il Sole24 Ore, 4 April 2004), Antonio Pao lucci, Superintendentof the Polo Museale Fiorentino, commented that “inorder to be fully achieved, every revolution requires arange of possible options, of traditions that are not tooauthoritative and therefore not too binding”. If a revo-lution “is to take on unpredictable new forms”, it mustacquire a wide and full range of cultural resources andfreedom of choice and action. This is the cultural revo-lution that transforms artistic and decorative craft con-cerns into firms capable of being proactive and com-petitive on today’s markets. It is not a question of re-nouncing one’s origins, but rather of conserving themby seeking to reconceive objects so they might developsurprising threads linking the past and the future.

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Mettere a confronto un’azienda come Alessi, che hasaputo arricchire di concetti la sua produzione tradizio-nale, anche con oggetti che mantengono tuttora pas-saggi produttivi manuali, con piccole aziende della tra-dizione toscana attraverso il contributo progettuale didesigner in formazione ha avuto il senso di richiamarele capacità produttive delle aziende toscane verso og-getti portatori di nuove visioni, culturali e funzionali. Uncompito che è sempre più strategico.

Developing ties between a big company like Alessi,which has successfully enriched its traditional productswith new concepts—also using objects still partly pro-duced by hand—, and small traditional Tuscan firmsthrough the contribution of trainee designers has hadthe effect of directing the production skills of Tuscanfirms towards objects with new cultural and functionalvalues. This task is increasingly strategic.

MARCO MIGLIARI 13

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A partire dalla seconda metà del XIX secolo si è andatadelineando, in maniera sempre più marcata, una dua-lità spesso conflittuale tra l’artigianato e la nuova nataindustria.

Da una parte un approccio produttivo caratterizzatoda un grande contributo manuale, da pezzi unici e serielimitate; dall’altro una precisa riproducibilità seriale, fi-glia della modernità illuminista, in grado di gestire conefficienza produzioni da grande serie.

Queste due identità, apparentemente antitetiche einconciliabili, possono avere in realtà una connessionemolto forte. Connessione che purtroppo un approcciodistorto all’interno della società dei consumi ha contri-buito a rendere difficile. Questo legame in realtà ruotaattorno a un perno fondamentale: la convinzione cioèche esista nella società degli uomini, e quindi nel mer-cato, un enorme bisogno di arte e di poesia.

Un bisogno di arte e di poesia che sta crescendo eche non è più soddisfatto esclusivamente dai mezziclassici che nel passato erano deputati a soddisfarequesto bisogno, come l’arte nei musei e la poesia nei li-bri. Oggi i mutamenti della nostra società hanno porta-to il pubblico, la gente, tutti noi a desiderare di avereuna fruizione artistica in tutti i momenti della nostra vi-ta quotidiana. In questo senso riteniamo che il designsia una delle forme artistiche più tipiche degli anni chestiamo vivendo, e che le cosiddette “Fabbriche del De-

In the second half of the 19th century an often conflict-ual and increasingly marked duality began to emergebetween handicrafts and the newly established indus-try of the age.

On the one hand the craft approach to productionwas characterised by a heavy emphasis on manualwork, unique one-off items and limited runs; industry,on the other hand, aimed at exact reproducibility—theoffspring of Enlightenment modernity—and efficientmass production.

Although these two philosophies may appear anti-thetical and irreconcilable, there is in fact scope for avery close tie between them, and it is unfortunate thatthe forging of such a bond has been made difficult bya distorted approach within consumer society. In real-ity this very link hinges upon the fundamental convic-tion that in human society, and therefore in the mar-ketplace as a well, there is an enormous need for artand poetry.

This thirst for art and poetry is growing, and is nolonger satisfied exclusively by the traditional means ofresponding to this need—for instance art in museumsand poetry in books. Changes going on in society to-day have created in the general public, in all of us, a de-sire to enjoy forms of artistic expression in every mo-ment of our daily lives. In this sense we consider thatdesign is one of the most typical artistic forms of the

TRA ARTIGIANATO E INDUSTRIA: UN CASO ITALIANOHANDICRAFTS AND INDUSTRY: THE ITALIAN EXPERIENCE

Alberto Alessi

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sign Italiano” siano l’esempio di come una matrice arti-giana abbia assunto poco alla volta le dimensioni di unaindustria vera e propria, senza perdere il legame con leproprie origini.

La Alessi, fondata nel 1921, ancora oggi continua in-fatti ad essere sinonimo di oggetti d’artigianato realiz-zati con l’aiuto delle macchine: anche se la tecnologia,gli strumenti di lavoro sono contemporanei e industria-

age in which we are living, and that the ‘Italian DesignFactories’ are an example of how craft concerns haveslowly acquired the dimensions of fully-fledged indus-tries without losing touch with their origins.

Founded in 1921, Alessi is still associated today withcraft objects made with the help of machines. In otherwords, although the technology and work tools arecontemporary and industrial, the fundamental working

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li, la pratica profonda di lavoro, il cuore della Alessi, è ri-masto invece artigianale.

Detto in poche parole, il fenomeno delle Fabbrichedel Design Italiano si riferisce a un gruppo di industrie,generalmente di dimensioni piccole o medie, nate pre-valentemente nel secondo dopoguerra, che sono statecaratterizzate fin dall’inizio dal fatto di lavorare in stret-tissima collaborazione con i più interessanti designerdelle varie epoche che hanno attraversato (alcuni esem-pi sono Cassina, Zanotta, Driade, B & B, Artemide, Flos,Luceplan, Danese, Cappellini).

Da un punto di vista puramente quantitativo, e cioèse pesiamo il fatturato di queste Fabbriche del De signItaliano, evidentemente si tratta di un peso molto piùbasso rispetto a quello che hanno, in termini macroe-conomici, le industrie di produzione di grande serie. Manon è così invece in termini qualitativi. Pur sviluppandoun fatturato tutto som mato abbastanza piccolo, que-ste piccole industrie sono diventate un pezzo impor-tante della bandiera del made in Italy.

practice that lies at the heart of Alessi’s approach is stillthat of a craft set-up.

Put briefly, the phenomenon of the Italian DesignFactories refers to a group of industries, generally smallor medium-sized, which for the most part were estab-lished after the Second World War. What distinguishedthem right from the outset was that they worked invery close collaboration with the most interesting de-signers of their age—examples include Cas sina, Za -notta, Driade, B & B, Artemide, Flos, Luceplan, Daneseand Cappellini.

From a purely quantitative point of view—that is, ifwe consider the turnover of these Italian Design Facto-ries—it will be quite evident that, in macroeconomicterms, they are much less significant than mass-pro-ducing industrial firms. In qualitative terms, however,things are rather different; although their turnover is,all in all, relatively low, these small firms have come toplay a highly important role in flying the flag for Italian-made products.

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Uno dei motivi di questo successo è appunto l’inter-pretazione diversa che queste industrie hanno del de-sign: per loro – per noi, perché la Alessi è uno degli e -sempi più tipici delle Fabbriche del Design Italiano – ildesign non è semplicemente uno dei tanti strumenti adisposizione del marketing e della tecnologia. È moltodi più. È una specie di disciplina creativa globale cheinfluenza tutta la nostra attività.

Tornando alle Fabbriche del Design Italiano, qual èuna delle nostre caratteristiche fondamentali? È quel-la di sentire che siamo non tanto un’industria di produ-zione di serie in senso classico, ma piuttosto una speciedi laboratorio di ricerca industriale nel campo delle artiapplicate. Noi pensiamo cioè che il nostro ruolo sia quel-lo di una continua attività di mediazione tra le espres-sioni più interessanti della creatività internazionale –espres sioni che cerchiamo di andare a prendere dovun-que esse nascano nel mondo – e il pubblico, la socie -tà, il mercato. Noi mediamo queste espressioni creati-ve traducendole in og getti reali che rispondono ai so-gni del pubblico. Non più ai bisogni, perché i bisogniormai sono più che soddisfatti dalla produzione inter-

One of the reasons for this success is the different—one might even say unique—way in which these firmsconceive of design. For them—and for us as well, be-cause Alessi is one of the most typical examples of anItalian Design Factory—design is not simply one ofmany tools at the service of marketing and technolo-gy. It is much more than that. It is a kind of all-em-bracing creative discipline that influences the wholeof our work.

What is one of the fundamental characteristics of theItalian Design Factories? It is our feeling that we are en-gaged not so much in the mass production of goods inthe classic sense of the term, but rather that we are akind of industrial research lab in the field of the appliedarts. In other words, we regard our role as being that of‘mediating’ between the most interesting forms of cre-ative expression—which we try to seek out whereverthey may take root in the world—and the general pub-lic, society and the marketplace. We shape these formsof creative expression, transforming them into real ob-jects that respond to the dreams of the public. Nottheir needs, because needs are amply satisfied by in-

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nazionale di grande serie, ma ai sogni, il territorio vasto,senza confini, dell’immaginario della gente.

In realtà noi non abbiamo inventato questa visione,questa interpretazione, ma l’abbiamo ricevuta in ere-dità. Il fenomeno delle Fabbriche del Design Italianoinfatti è solo un anello di una catena molto lunga. Unacatena che si può far risalire alla metà dell’Ottocentoe al fenomeno inglese delle Arts & Crafts, dove Wil-liam Mor ris si batteva accanitamente contro la produ-zione industriale del momento perché di pessima qua-lità tanto estetica che progettuale, a favore di un ap-proccio artigianale in grado di preservare non solo l’a-

ternational mass production, but their dreams, the vast,boundless territory of people’s imagination.

In actual fact we inherited rather than invented thisapproach. The Italian Design Factories phenomenon isjust one more link in a long chain dating back to theEnglish Arts & Crafts movement of the mid 19th centu-ry; William Morris was a dogged opponent of the man-ufacturing industry of the age because the productsit turned out were of very poor aesthetic and designquality. Instead he favoured a craft approach capableof satisfying not only the need for functionality, but al-so the poetic and artistic aspects of a given object.

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spetto funzionale, ma anche quello poetico ed artisti-co dell’oggetto.

Un altro di questi anelli è rappresentato dalla Glas -gow School of Art, il cui principale esponente fu l’archi-tetto Charles R. Mackintosh. A seguire, le Wiener Werk-stätte, i laboratori d’arte viennesi di Hoffmann, Moser ePeche, nati agli inizi del Novecento, e poi la Bauhaus, lascuola tedesca d’arte applicata fondata negli anni Ven-ti da Walter Gropius. Forse l’ultimo anello importanteprima delle Fabbriche del Design Italiano è rappresen-tato dalla saga del design scandinavo, che si può far ri-

Another important link in the chain was the GlasgowSchool of Art, the leading exponent of which was thearchitect Charles R. Mackintosh. Subsequently therewere the Wiener Werkstätte, the Viennese art work-shops of Hoff mann, Moser and Peche, which werefounded at the beginning of the 20th century; thencame the Bauhaus, the famous German school of ap-plied arts founded in the 1920s by Walter Gropius.Perhaps the last significant link in the chain prior tothe advent of the Italian Design Factories was theScandinavian design movement, which started in the

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salire agli anni Trenta, con una continua espansione fi-no a pressoché tutti gli anni Sessanta.

Cosa hanno in comune tutti questi fenomeni che han-no preceduto le Fabbriche del Design Italiano? Hannoin comune questo fatto di sentirsi, pur essendo tuttiorientati alla progettazione per la produzione e per lavendita, dei mediatori artistici in una zona artistica nuo-va che è appunto quella del product design.

In questo senso il ruolo che svolge la Alessi è un ruo-lo di mediatore artistico che è in fondo molto vicino al-l’attività di un gallerista, di un curatore di museo o di undirettore d’orchestra, personaggi che operano in am-biti artistici diversi ma che sempre svolgono un’attivitàdi mediazione e non di creazione diretta nel senso clas-sico del fare arte.

Il vero obiettivo dell’industrial design è sempre statoquello di cercare di raggiungere la massima qualità ar-tistica e culturale possibile del progetto, insieme però alfarsi capire dal pubblico più vasto possibile. Questa èevidentemente un’espressione teorica, alla quale noicrediamo fermamente, ma che poi nella realtà è moltodifficile da raggiungere. Il risultato passa attraverso uncostante lavoro di sperimentazione dove i diversi fatto-ri in gioco mutano di continuo: dal linguaggio al mate-riale, dalla tipologia all’approccio produttivo… Que-st’ultimo, infatti, spesso si adegua alle esigenze lingui-stico-espressive del progetto, e in alcuni casi assumeun’identità fortemente artigianale (pezzi unici, tiraturelimitate), che è talvolta l’unica in grado di permettereuna sperimentazione in territori fino a quel momentoinesplorati.

Cercare di creare nuovi oggetti che portino in sé unbriciolo di trascendenza, che sappiano aiutarci a deci-frare la nostra modernità: questo è, a nostro avviso, ilgiusto tipo di contributo che un’industria come la Ales-si può dare alla crescita civile della società dei consumi.

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1930s and continued to expand until pretty much theend of the 1960s.

What do all these trends that preceded the ItalianDesign Factories have in common? The answer is that,although their common design approach was produc-tion-oriented and consequently sales-oriented, they allshared a sense of being artistic ‘mediators’ in a newfield of art, that of product design.

In this respect the role of artistic mediator played byAlessi is basically similar to the work, in other fields, ofthe art gallery owner, the museum curator or the or-chestral conductor, who mediate rather than being di-rectly involved in the creation of a work of art in the tra-ditional sense.

The real objective of industrial design has always beenthat of trying to achieve the highest possible standardsof artistic and cultural quality, whilst at the same timebeing understood by the broadest possible spectrumof the public. This is clearly a theoretical goal—one inwhich we firmly believe, but which is at the same timevery hard to achieve. The final product is the result ofconstant experimental work where the various factorsinvolved—including the language, the material, thetype of production approach—are changing constant-ly. The latter, in fact, often changes to suit the artisticsyntax and expressive requirements of the project, andin some cases assumes a strong craft identity (one-offitems, limited runs), which is sometimes the only wayof enabling and pursuing experimentation in previous-ly unexplored fields.

Seeking to create new objects that bear and expressa touch of transcendence, that are able to help us deci-pher our own modernity—this, in our view, is the kindof contribution that a firm like Ales si can make to thehealthy and organic development of contemporary con -sumer society.

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PROGETTI PROTOTIPATIPROTOTYPED PROJECTS

LABORATORIo

d’innovazioneTHE WORKSHOP OF INNOVATION

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Agata è un pendente portaprofumo che a contatto con lapelle emana essenze attraverso dei fori nascosti sulla parteposteriore dell’oggetto; questi vengono regolati da una leg-gera rotazione del disco, facilitata da una “impronta”. La par -te frontale dell’oggetto appare come un gioiello classico, ce-lando la sua primaria funzione di profumatore.Il gioiello è pensato interamente in argento, e le parti chelo compongono vengono differenziate attraverso diversefiniture. L’attacco della collana è una fascia che percorre laparte frontale dell’oggetto diventando anche un elemen-to decorativo.

Agata is a scent-holding pendant that when worn next tothe skin emits fragrances through holes concealed in the rearof the object. The holes are regulated by a slight rotation ofthe disc, made easier by a ‘fingerprint’. The front resemblesa traditional jewel, which conceals the object’s primary func-tion as a scent releaser.Made entirely from silver, the component parts of the jewelare differentiated by various finishes. It is fastened to thechain by a strip which runs along the front of the object, andwhich is also a decorative feature.

Giada Dammacco, Agata 26

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Pampaloni

prototipato daprototyped by

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Giada Dammacco, Attimo

Attimo è una scultura di luce, una lampada a fibre ottiche cheha come base un vaso in argento specchiato che riflette eamplia i punti luminosi. Ha una struttura metallica leggerache si innerva verso l’alto e che può avere forme libere e mo-dulabili, sulle quali si intrecciano disordinati fili di fibre ot-tiche che traggono luce dall’alimentatore contenuto nellabase forata.La forma è personalizzabile, in quanto il rovo di fibre può darvita ogni volta a forme diverse.

Attimo is a sculpture of light, a fibre-optic lamp with a baseformed from a silver vase that reflects and amplifies thepoints of light. It has a slender metal structure that branch-es upwards and freely modifiable forms on which unord eredoptic-fibre threads are interwoven. These take light from apower unit in the base with holes.The shape of the lamp may be altered according to taste,because the tangle of fibres can be arranged into differ-ent forms at any time.

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Pampaloni

prototipato daprototyped by

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Angelo Natuzzi, Grisù

Grisù è un bruciaessenze in ceramica che ha la forma di undraghetto innocuo e simpatico. L’immaginario legato a que-sta figura richiama una bocca che sputa fuoco e narici cheemettono fumo, in analogia con le funzioni dell’oggetto: èstato dunque un passaggio logico collocare le essenze in uncontenitore a forma di testa di piccolo drago.

Grisù is a ceramic incense-burner in the shape of a harmless,appealing little dragon. In the popular imagination, fire spitsfrom the mouths of dragons and smoke comes out of theirnostrils, which is analogous to the functions of the object. Itwas a logical step to put the essences in a container in theshape of a dragon’s head.

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Nuove FormeCeramicheArtistiche

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Sabrina Gabrielli, LadiStesa

LadiStesa è una tovaglia da picnic che grazie a un semplicesistema di lacci e bottoni automatici si trasforma, come unorigami, in un cestino portavivande. Nella parte centrale del-la tovaglia sono posti gli alimenti, all’interno di una sacca cheli tiene separati dal resto della tovaglia chiusa. I quattro lem-bi esterni possono essere srotolati o meno a seconda del nu-mero dei commensali.LadiStesa è formata da due strati di tessuto: l’esterno è im-permeabile, per stare a contatto con il terreno, mentre il tes-suto interno, di cotone, presenta delle tasche centrali cheracchiudono le sagome rigide che formano lo scheletro delcestino. Le tasche laterali possono essere usate per conte-nere i tovaglioli e le posate.

LadiStesa is a picnic tablecloth with a simple system of tiesand snap fasteners that enable it to be transformed, verymuch like an origami shape, into a food basket. The foodgoes in the middle of the cloth, inside a bag that keeps itseparate from the rest of the closed cloth. The four externalborders can be unrolled if required to make the tableclothbigger and to accomodate more diners.LadiStesa consists of two layers of cloth; the outside one iswaterproof and goes on the ground, while the inner one ismade from cotton, with pockets in the middle for the rigidforms that make up the skeleton of the basket. The sidepockets can be used for table napkins and cutlery.

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La Signoriadi Firenze

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Mirko Schwiedrzik, Linné

Linné è un portapiantine di erbe aromatiche fresche per lacucina moderna.È in marmo levigato, plasmato da un unico pezzo di pietranaturale. Le erbe fresche introducono un elemento vivo nel-le cucine moderne, spesso molto tecnologiche. Insieme aglielementi fuoco, acqua e aria (aromi e vapori), arricchisce lapresenza della natura in cucina. Affiancando più contenitori,si ottiene un piccolo orto domestico.

Ideal for the modern kitchen, Linné is a plant holder forfresh aromatic herbs.It is made from a single, smooth piece of marble. The freshherbs introduce a living element into modern, often highlytechnological kitchens. Together with the elements of fire,water and air (aromas and vapours), it enhances the pres-ence of nature in the kitchen. It can be combined with othercontainers to make a small domestic herb garden.

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Paiotti

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Mirko Schwiedrzik, Newton

Newton è uno svuotatsche per l’ingresso della casa. Usan-do un linguaggio visivo essenziale, è costituito da elementistrutturali elementari (un cilindro e un anello d’argento, unapezza di Lycra) e nasconde la sua funzione, che si presentasolo con l’uso: accogliere gli oggetti personali d’u so quoti-diano, che, con il loro peso, sprofondano morbidamente neltessuto elastico, rivelandone la cavità interna. Appena tornavuoto, però, il tessuto si tende di nuovo formando una su-perficie perfettamente piana.

Newton is an object for the home entrance, and is designedto hold the contents of one’s pockets. Using a minimalist vi-sual language, it consists of simple structural elements (acylinder, a silver ring and a piece of Lycra). Its function—acontainer for everyday personal items—only becomes ap-parent with use. The objects sink softly into the elastic fab-ric, revealing the internal cavity. As soon as it is emptied,however, the fabric returns to form a perfectly flat surface.

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Enzo CerfagliArgenterie

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Luca Magarò, Piega

Piega è una tovaglietta all’americana pensata per apparec-chiare e sparecchiare in modo rapido e pulito i tavolini all’a-perto di bar e ristoranti. L’ispirazione deriva dall’esperienzadi mettere le posate sul tovagliolo piegato per evitare che ilvento lo faccia volare via. È stato così creato un set che soloall’occorrenza si dispiega per accogliere il commensale. Leposate sono informalmente poste entrambe alla destra del-lo spazio dedicato al piatto, in una tasca che contiene ancheil tovagliolo, e sono in una posizione ideale per proteggerledalla polvere. La tavola si apparecchia a prendo Piega.

Piega is an American-style placemat designed as a solutionto the problem of laying and clearing away open-air tablesin bars and restaurants quickly and cleanly. It is inspired bythe practice of putting cutlery on top of folded napkins tostop them being blown away by the wind. The set is con-ceived is such a way that it remains folded until required. Thecutlery is informally placed all together to the right of thespace for the plate in a pocket. This also contains the napkinand offers protection from dust. The table can be laid byopening Piega.

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La Signoriadi Firenze

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Cristina Fornarelli, Sfiorami

Sfiorami è un vaso a doppio uso, che accoglie una compo-sizione o il singolo fiore. È realizzato in marmo, accostandodue forme troncoconiche, con un diaframma interno che se-para gli invasi nella sezione di contatto.Può accogliere fiori recisi, a gambo lungo o corto. Un dop-pio disco in argento appositamente sagomato permette diregolare l’apertura che accoglie la composizione floreale, fi-no a trattenere anche un singolo fiore.

Sfiorami is a dual-purpose vase that can hold a compositionor a single flower. Made from marble, it consists of two ad-joining truncated cones with a diaphragm inside that sepa-rates the recipients in the section of contact.The vase can be used for cut flowers with either short or longstems. A specially shaped double disk in silver enables theopening for the flowers to be adjusted so, if desired, it cantake just one.

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Paiotti

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Luca Magarò, Silvano

Silvano è un capo di abbigliamento appositamente studiatoper il giardinaggio, piacevole da indossare, pratico e ricerca-to nelle forme. Trae ispirazione dal Giappone dei samurai edei maestri nell’arte del bonsai. I guanti sono posti sul davan-ti del grembiule, all’altezza delle cosce, cosicché sia facile in-filarli e riporli. La posizione degli attrezzi, sui fianchi, è pensa-ta per garantire un’elevata mobilità e sicurezza pur con glistrumenti sempre a portata di mano. Sul fondo del grembiu-le è invece presente una zona morbida, pensata per renderepiù confortevole il lavoro in ginocchio. Il grembiule può esse-re utilizzato anche senza la pettorina che, una volta staccata,può essere usata come borsetta portaoggetti.

Silvano is a specially designed garment in which to do thegardening. Comfortable, practical and stylish, it is inspiredby the Japan of the Samurai and the masters of the art ofbonsai. The gloves are on the front of the apron at thigh lev-el, so they are easy to put on and put away. The gardeningtools slot in at hip level, ensuring ease of movement andsafety whilst still being close to hand. At the bottom of theapron is a soft, padded section that makes it more comfort-able to work while kneeling. The apron can also be usedwithout the bib which, when detached, may be used as a bagfor objects.

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La Signoriadi Firenze

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Federica Elmo, Taschedaletto

Taschedaletto è una nuova tipologia di oggetto per il letto,un accessorio costituito da tasche in grado di contenere lecose che devono restare a portata di mano quando una per-sona è coricata, quelle che normalmente vanno a finire sulcomodino. Può essere realizzato in due versioni: per la spal-liera o per i fianchi del letto. È di cotone e può far parte del-la confezione di lenzuola, in modo da essere coordinato coni tessuti che ricoprono il letto.

Taschedaletto is a new kind of accessory for the bedroom,consisting of pockets to hold things that people want closeat hand when they go to bed and which normally end up ona bedside table. There are two versions, one for the headand one for the side of the bed. Made in cotton, it can beproduced as part of a bed linen set so it matches the fabricson the bed.

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La Signoriadi Firenze

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Angelo Natuzzi, Toppefive

Toppefive è un portachiavi componibile, a forma di serratu-ra. È in ceramica, con all’interno una gomma per bloccare lachiave. I portachiavi contengono un solo mazzo e possonoessere accostati in una composizione a piacere.

Toppefive is a modular, lock-shaped device for holding keys.Made from ceramic, it has a piece of rubber inside to blockthe keys. Each unit takes just one bunch of keys, but they canbe joined together as desired to make a cluster.

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Nuove FormeCeramicheArtistiche

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Luca Magarò, Zavorra

Zavorra è una tovaglia per mangiare all’aperto, che non volaquando c’è vento. Si caratterizza per delle tasche sugli angolidove si infilano le posate e il tovagliolo, che, con il loro peso,la tengono ferma sul tavolino. La tovaglia va posizionata inmodo che le tasche siano a fianco dei commensali, segnan-do di conseguenza anche il posto a tavola e realizzando unmodo più informale di apparecchiare.

Zavorra is a tablecloth for use when eating outside, becauseit does not blow away in the wind. It has pockets on the cor-ners for cutlery and napkins, the weight of which keeps thecloth in place on the table. The tablecloth should be posi-tioned so the pockets are next to the eaters, thereby indicat-ing the table places and creating an informal way of layingthe table.

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La Signoriadi Firenze

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Federica ElmoOggetto Luminoso

Il basamento in pietra incorpora una fonte luminosache rende lucenti le lamine di alabastroinserite nelle fessure.The stone base houses a light sourcethat illuminates the thin sheets of alabaster insertedin the slots, making them translucent.

Stefano Cieri, Mario LambertiStonè

Centrotavola in argento, in cui è possibileinserire conchiglie o sassi per costituire

una sorta di paesaggio da tavolo.A silver centrepiece in which shells, pebbles orpieces of stone can be inserted and combined

to create a unique table landscape.

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PROGETTI NON PROTOTIPATINON-PROTOTYPED PROJECTS

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Luca MagaròAppennino

Un tappeto doppio intrecciato con fasce elastichecontiene al proprio interno delle imbottiture di forme

diverse, in modo da suggerire differenti sedute informali.A double mat in elastic textile fabrics contains differently

shaped paddings that offer the user a wide range ofinformal sitting options.

Cristina FornarelliFiolindro

Un piano in pietra appoggiasu cilindri cavi in argento che fungono

sia da piedistalli sia da portafiori.A stone surface rests on hollow silver

cylinders that act as pedestals but can alsobe used as flower holders.

Sabrina GabrielliCentrotavola

Un disco in cuoio è suddiviso in spicchicon all’interno una lamina metallicaduttile, in modo da modellare a piacerela forma del centrotavola.The centrepiece consists of a multi-petalled leather disc with a pliable sheetof metal inside, so it can be shapedas desired.

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Angelo NatuzziPortabottiglia

È ricavato da un’unica lastra di pietra,che attraverso un foro imprigionala bottiglia per il collo.Made from a single slab of stone,the bottle-holder has a slot to holdthe neck of the bottle in place.

Angelo NatuzziPortaombrelli

Una lamina di metallo piegata e forataconsente di alloggiare svariati ombrelli.

The umbrella rack consists in a folded sheetof metal with holes for several umbrellas.

Angelo NatuzziSpirello

Da una lastra metallica incisa vengono fatte emergeredelle spirali, con la funzione di portabigliettie portaoggetti.An engraved sheet of metal is the basefor a series of spirals that can be used to holdcards and small objects.

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Angelo NatuzziUp&Do

Appendiabiti e portacappello da parete costituitoda barre metalliche piegate rivestite in cuoio.Coat and hat rack made from bent metal bars

covered with leather.

Ginevra TomeiIl giardino segreto

Vasino per bambini a forma di vaso di fiori,con alcuni fiori di plastica inseriti sul bordo.A flowerpot-shaped child’s pottywith plastic flowers in the rim.

Ginevra TomeiLa pipì degli angeli

Vasino per bambini troncoconicocon inserite sul retro due ali in tessuto,

tenute tese da profili di metallo sagomati.A child’s potty in the shape of a truncated cone

with two cloth wings at the back,held taut by moulded metal frames.

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ENZO CERFAGLI ARGENTERIE

L’azienda Cerfagli nasce nel 1980 in un laboratorio di sbal-zo e cesello in San Niccolò a Firenze, da Enzo Cerfagli. Le-gata alla tradizione fiorentina, nel corso degli anni si è fattaconoscere e apprezzare per la qualità e il senso estetico del-la propria produzione.

Nel 1992, trasferitasi a Scandicci, si è trasformata in unavera e propria azienda, incrementando gli uffici e gli spaziproduttivi e diventando capace di soddisfare una produzio-ne sempre più importante. La gestione dell’azienda vienecosì riorganizzata: Enzo Cerfagli cura il prodotto e la partecreativa, mentre Paola Cerfagli si occupa del marketing edelle vendite. Dal 1998 la collaborazione col designer Nico-la Volpini ha portato un rinnovamento nell’immagine e nelprodotto dell’azienda.

Una continua e attiva ricerca ha delineato negli ultimi an-ni un’apertura nell’utilizzo di materiali diversi quali legno,cristallo, pelle, smalti, tessuti, pur mantenendo il saporedelle lavorazioni classiche.

Oggi una delle caratteristiche peculiari della Cerfagli è lacapacità di conciliare esigenze tipiche di un’azienda “arti-gianale” con la tendenza e il mutamento del gusto estetico.

La Cerfagli spazia, nella creazione delle sue linee, daglioggetti per la casa agli oggetti personali. Con la sua sensi-bilità nel progettare l’argento è diventata un punto di riferi-mento nel settore, apprezzato dai migliori negozi di argen-teria, gioielleria e arredo per la casa d’Italia e del mondo.

Enzo Cerfagli Argenterievia del Padule 8/A50018 Scandicci (FI)tel: +39 055 750955fax: +39 055 755143http://www.cerfagliargenteria.come-mail: [email protected]

The firm was set up by Enzo Cerfagli in 1980. It started life asa traditional Florentine chasing and repoussé workshop inthe San Niccolò neighbourhood of Florence, and over theyears the company’s products have earned a reputation fortheir workmanship and aesthetic value.

The move to Scandicci in 1992 marked a significant ex-pansion of the company, and the office and productionspace was increased so as to meet larger orders. The man-agement structure was also reorganized: Enzo Cerfagli is re-sponsible for the creative and production side of operations,while Paola Cerfagli deals with marketing and sales. The pro-fessional collaboration with designer Nicola Volpini that be-gan in 1998 has led to the shaping of a new business imageand product line.

Constant research and development in recent years hasresulted in the introduction of a range of materials, includingwood, crystal, leather, enamels and fabrics, although tradi-tional working methods are still retained.

One of the distinctive features of Cerfagli today is its abil-ity to reconcile the typical needs and criteria of a ‘craft’ ven-ture with new trends and changing tastes. The firm’s productline includes both household and more personal objects.The quality of the firm’s design and tooling is such that it hasbecome a benchmark in its field, and it has a fine reputationamongst leading silversmiths, jewellery and home furnishingshops in Italy and abroad.

Enzo Cerfagli ArgenterieVia del Padule, 8/A50018 Scandicci (Florence)tel: +39 055 750955fax: +39 055 755143http://www.cerfagliargenteria.come-mail: [email protected]

IMPRESE FIRMS

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NUOVE FORME CERAMICHE ARTISTICHE s.r.l.

Nuove Forme nasce nel 1993, ed è la continuazione natura-le della Ceramica Alvino Bagni, che ha cessato la produzio-ne nel vecchio stabilimento nel 1992.

Nuove Forme ha come soci Alvino Bagni e Gianfranco Ghi-retti. La ditta fin dall’inizio ha proseguito nella ricerca dellamateria e nel colore l’opera iniziata nel lontano 1947 da Alvi-no. Con questo spirito si è ritagliata una sua fetta di merca-to: un mercato che non è quello dei grandi numeri ma quel-lo delle piccole tirature, un mercato di nicchia, dell’oggettoquasi unico, con la consapevolezza di offrire un prodotto al-tamente qualificato e artistico.

La struttura produttiva, molto agile, si appoggia a una se-rie di piccole aziende artigianali per la produzione del semi-lavorato, utilizzando stampi e modelli propri, mentre per lefasi di smaltatura e decorazione solamente in alcune circo-stanze ricorre all’utilizzo di piccoli laboratori a cui fornisce as-sistenza tecnica e materiali per la corretta esecuzione delprodotto.

Tutte le lavorazioni esterne vengono controllate in ogni fa-se di lavoro. Il controllo di ogni pezzo, l’imballaggio e la spe-dizione si svolgono internamente per offrire la massima ga-ranzia di qualità. Questo sistema produttivo consente unagrande flessibilità, che si traduce in una celere evasione de-gli ordini.

Nella ricerca continua di nuove espressioni, non vengonotralasciate la rivisitazione dell’archivio storico delle vecchieceramiche Alvino Bagni e le collaborazioni con artisti e studidi interior design.

Nuove Forme Ceramiche Artistiche s.r.l.50055 Lastra a Signa (FI)via della Massolina 4tel: +39 055 8721242fax: +39 055 8722886e-mail: [email protected]

Nuove Forme was founded in 1993 by partners Alvino Ba gniand Gianfranco Ghiretti, and is a natural continuation of Ce-ramica Alvino Bagni, which phased out production at its oldplant in 1992.

The new firm continued the experimentation with mate-rials, forms and colours begun by Alvino way back in 1947;on the strength of this working philosophy the firm hascarved out a niche for itself in the market, focusing on smallrather than large runs, exclusive products and almost one-off pieces. It operates with the awareness that it is offeringa top-quality craft product.

The firm has a lean, flexible production structure; whileusing its own moulds and models, it relies on a number ofsmall craft firms for the production of semi-finished pieces.The glazing and final decoration is carried out almost ex-clusively in-house, although in some circumstances smalloutside studios are used, in which case technical assistanceand materials are provided to ensure the work is execut edcorrectly.

All the work done externally is checked during each phaseof production. The checking of each item, packing and ship-ping are carried out in-house to ensure the highest qualitystandards. This production system is extremely flexible andenables orders to be met rapidly.

In the constant search for new expressive forms, produc-tion also draws inspiration from material contained in the his-toric archives of the former Alvino Bagni firm, and collabo-rates with artists and interior design studios.

Nuove Forme Ceramiche Artistiche s.r.l.50055 Lastra a Signa (Florence)Via della Massolina, 4tel: +39 055 8721242fax: +39 055 8722886e-mail: [email protected]

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PAIOTTI s.r.l.

Il Gruppo Paiotti è stato creato dal dott. Mario Paiotti nel giu-gno 1977 con il nome di M. Paiotti & C. S.p.A. Inizialmente laditta svolgeva esclusivamente attività commerciale; in segui-to, con l’aumento del numero di clienti e grazie a nuove op-portunità, fu deciso di operare nel campo della produzionestessa. Furono dunque acquisiti macchinari e impianti ne-cessari alla lavorazione di qualsiasi materiale lapideo. Paiot tis.r.l. ha continuato a crescere e a investire durante gli anni,acquisendo l’esclusiva di materiali speciali, nonché nuovetecnologie e nuovi stabilimenti appropriati ad esse.

Grazie alla profonda conoscenza del mercato del marmoe delle sue tecnologie, all’assistenza diretta ai clienti, alla va-sta gamma di materiali, all’alta specializzazione del perso-nale e agli investimenti permanenti in innovazioni tecniche ilGruppo Paiotti è oggi uno dei leader del settore lapideo.

L’area di produzione si trova nel cuore della Versilia e co-pre circa 40.000 metri quadri con tre segherie, tre depositi edue laboratori. Nel deposito di Marina di Carrara si trovanoper la maggior parte materiali iraniani (Travertino Rosso, Tra-vertino Giallo, Rosa Tea) e qualche marmo fra i quali BiancoCarrara, Arabescato, Statuario Venato.

Grazie alla sua posizione strategica, alla flessibilità dellasua struttura, alle sue consistenti risorse e alla profonda si-nergia fra gli impianti del Gruppo, l’azienda conosce esatta-mente e soddisfa pienamente tutte le richieste dei clienti edegli architetti per quanto riguarda il campo lapideo.

Paiotti s.r.l.via Aurelia 13/1555045 Pietrasanta (LU)tel.: +39 0584 791222fax: +39 0584 791833http://www.paiotti.ite-mail: [email protected]

The Gruppo Paiotti was founded by Mario Paiotti in June1977 with the name of M. Paiotti & C. S.p.A. Initially the firmwas just a trading concern, but subsequently, as the cus-tomer base grew and new opportunities presented them-selves, the firm branched out into production as well, in-vesting in machinery and equipment to work the full rangeof stone materials. The business continued to grow and toinvest over the years, acquiring an exclusive on special ma-terials, and developing new technologies and state-of-the-art plants.

The firm’s extensive experience in the marble market, itstechnology, direct customer assistance, vast range of mate-rials, skilled workforce and constant investment in technicalinnovation has made the Gruppo Paiotti one of the leadersin its field.

The production zone lies in the heart of Versilia, and cov-ers some 40,000 square metres; there are three marblemills, three stockyards and two workshops. Iranian stone(Red Travertine, Yellow Travertine, Tea Rose) and certainkinds of marble (Bianco Carrara, Arabescato, Statuario Ve-nato) form the majority of the material in the stockyard atMarina di Carrara.

Thanks to its strategic position, flexible organization, sub-stantial resources and a close synergy between the plants ofthe group, the firm is responsive to and can satisfy all theneeds of its customers and architects.

Paiotti s.r.l.Via Aurelia, 13/1555045 Pietrasanta (Lucca)tel.: +39 0584 791222fax: +39 0584 791833http://www.paiotti.ite-mail: [email protected]

56 LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION

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PAMPALONI

«Per gli abitanti di Utopia l’oro e l’argento valgono meno delferro; senza il ferro, il fuoco e l’acqua la vita dell’uomo sa-rebbe impossibile, mentre la stessa cosa non si può dire perl’oro e l’argento, rilevanti solo in relazione al concetto di ra-rità che la follia umana ha inventato.» Così scriveva ThomasMore che, per ironia della sorte, fu condannato a morte conla pretestuosa accusa di corruzione, provata dal possesso diun calice d’argento.

Discendiamo da una stirpe di argentieri, ma condividiamoappieno la socratica indifferenza degli Utopiani verso i me-talli preziosi. Il concetto di rarità ci è istintivamente estraneoperché siamo nati e vissuti nella casa che è proprio sopra lafabbrica, e abbiamo assistito a un incessante flusso di metal-lo che arriva grezzo ed esce trasformato nei più impensabi-li oggetti. Dalla consapevolezza che all’argento non basta enon serve essere prezioso è nata la nostra ricerca di altre mo-tivazioni per suscitare interesse e desiderio presso un pub-blico che pensa come gli Utopiani. Sono nate quindi colle-zioni come la “Bichierografia”, dai disegni del pittore Gio-vanni Maggi (1602), e gli oggetti progettati da Gio Ponti e daipiù rappresentativi architetti ed artisti contemporanei.

Nella realizzazione dei più diversi stili di argenteria si rico-nosce un tratto comune che discende dall’insegnamento dinostro padre Franco, con la sua formazione artistica e un in-nato senso delle proporzioni. Egli affinò le tecniche per un’e-secuzione netta e decisa, funzionale alla migliore riuscita diun progetto stilistico. La coerenza è il principio guida dellanostra “maniera”, da cui derivano le scelte di stile, dimen-sione, peso, tecnica di costruzione. Questa coerenza, chespesso ci allontana dalle mode e dai precetti del marketing,consente di riconoscere e di far convivere in armonia le di-verse espressioni di tre generazioni di argentieri.

Pampalonivia del Gelsomino 9950125 Firenzetel: +39 055 2320523/2048868fax: +39 055 2321277

“Iron is far superior to either [gold and silver]; men could notlive without iron, by heaven, any more than without fire or wa-ter. But gold and silver have, by nature, no function with whi-ch we cannot easily dispense. Human folly has made themprecious because they are rare.” By an irony of fate, ThomasMore, the man who wrote these words, was condemned todeath on a trumped-up charge of corruption, proven by hispossession of a silver chalice.

Although we descend from a line of silversmiths, we fullyshare the Utopians’ Socratic indifference to precious metals.The concept of rarity is instinctively foreign to us, because wewere born and brought up in a house above the workshop,and we were used to seeing raw metal arriving constantly,and the subsequent departure of the most unlikely objects.It is not enough for silver to be precious—in fact, it doesn’tneed to be: this awareness stimulates our search for ways ofattracting the interest and desire of a public that thinks likethe Utopians. This gave rise to collections such as “Bichiero-grafia”, based on drawings produced by the painter Giovan-ni Maggi in 1602, and to the objects designed by Gio Pontiand by the foremost contemporary architects and artists.

In our production of the most disparate styles of silverworkit is possible to distinguish a common trait that stems fromthe lessons we learnt from our father Franco, who had an ar-tistic background and an innate sense of proportion. He ho-ned the techniques for a very clear-cut style geared towardsthe optimum rendering of a stylistic project. The guidingprin ciple of our style is a coherent approach, which determi-nes the choice of form, size, weight and technique. This co -herence, which often leads us to depart from fashions andmarketing dictates, enables us to acknowledge the differentcreative expressions of three generations of silversmiths andto allow them to coexist together in harmony.

PampaloniVia del Gelsomino, 99, 50125 Florencetel: +39 055 2320523/2048868fax: +39 055 2321277

LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION 57

Page 56: Laboratori di Innovazione

LA SIGNORIA DI FIRENZE s.r.l.

Sentirsi a proprio agio con se stessi: è questa l’idea centraleche anima tutte le creazioni Signoria di Firenze.

Signoria di Firenze è un’azienda di biancheria per la casanata nel dopoguerra, con un ampio retroterra nella culturaartigiana tipicamente toscana, che negli ultimi dieci anni hasaputo rinnovare radicalmente la propria identità coniugan-do la sua storia con una sensibilità creativa fortemente con-temporanea. Il progetto di rinnovamento nasce da una con-statazione: la biancheria per la casa ci accompagna in tutti ipiù essenziali gesti quotidiani – mangiare, dormire, ospitare,conversare, sognare, fare l’amore. Per questo per Signoriadi Firenze la biancheria per la casa non deve essere più in-terpretata come accessorio marginale, ma diventa comple-mento d’arredo, ambiente, habitat. Questo mutamento diprospettiva si è concretizzato in una ricerca di stile, in un’i-dea di gusto disinvolto, naturale ed elegante: la Tuscan wayof life. Uno stile con cui il marchio Signoria è stato progres-sivamente identificato e apprezzato nei diversi mercati in-ternazionali: dal continente europeo agli Stati Uniti, dal Me-dio all’Estremo Oriente. All’interno di questo progetto han-no trovato spazio collezioni di ricerca, insolite per questosettore di mercato. Tra le altre, la riedizione dei tessuti stam-pati di Verner Panton per una modernissima linea di lenzuo-la e tovaglie. Il consenso che Signoria continua a registrarein tutto il mondo a fronte di una ricerca e di un impegno noncomuni costituisce la più importante conferma della validitàdel suo appassionante progetto.

La Signoria di Firenze s.r.l.via di Lucciano - Area Ponterotto50026 San Casciano Val di Pesa (FI)tel: +39 055 82921 fax: +39 055 8292222http://www.signoria.come-mail: [email protected]. numero verde 800 528 252

The idea that underlies everything created by Signoria diFirenze is the quest for personal comfort and wellbeing.

Established in the post-war period, Signoria di Firenzeproduces household linen. Rooted in the typical Tuscanycraft culture, the identity of the firm has changed radicallyover the last ten years, and its traditional work values are nowaccompanied by a very contemporary creative flair. This re-newal plan arose from the observation that household linenis part of all essential everyday activities—eating, sleeping,receiving guests, chatting, daydreaming and making love.The philosophy of Signoria di Firenze is that household linenshould no longer be interpreted as a marginal accessory butas an integral part of home furnishings, of the ambience, ofthe habitat. This change of perspective has been renderedconcrete in the search for style, for a bold, natural and ele-gant notion of taste—in a word, the Tuscan way of life. TheSignoria brand has become increasingly identified with thisstyle, and the firm has an international reputation, withclients in Europe, the United States, the Middle and Far East.As part of its overall strategy, experimental collections (un-usual for this sector of the market) have also been devel-oped, including a ‘reissue’ of Verner Panton’s printed fab-rics for a very modern line of bed linen and tablecloths. Theresult of the firm’s exceptional commitment and spirit of in-novation is continuing success around the world, the clear-est possible confirmation of the soundness of its excitingbusiness plans.

La Signoria di Firenze s.r.l.Via di Lucciano – Area Ponterotto50026 San Casciano Val di Pesa (Florence)tel: +39 055 82921 fax: +39 055 8292222http://www.signoria.come-mail: [email protected]. toll-free number 800 528 252

58 LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION

Page 57: Laboratori di Innovazione

INDICE CONTENTS

Presentazione | Foreword 5Ambrogio Brenna

Presentazione | Foreword 7Franco Biagi, Alessandro Ricceri

Percorsi di innovazione in Toscana | The Tuscan way to innovation 8Elisa Guidi

Innovazione: piccola grande impresa | Innovation: a small/large-scale enterprise 11Marco Migliari

Tra artigianato e industria: un caso italiano | Handicrafts and industry: the Italian experience 15Alberto Alessi

Progetti prototipati | Prototyped projects 25

Progetti non prototipati | Non-prototyped projects 50

Imprese | Firms 54

LABORATORIo

d’innovazioneTHE WORKSHOP OF INNOVATION

Page 58: Laboratori di Innovazione

Stampa | Printed by: Alpilito, Firenzenovembre | November 2005

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