La Voce di Rionero - LVDR_03

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abbassiamo i toni La Voc e di R ionero a Voce di Rionero Bollettino riservato ai soci e simpatizzanti “Azione Cattolica” Mensile - Giugno 2005 Anno Domini 1 - Numero 3 questo Giornalino iniziato con buone fondamenta cristiane  RIONERO IN CRESCENDO rinnovo “ l'augurio ai collaboratori del giornalino: che sia duraturo ” http://www.lavocedirionero.tk SALUTE BENESSERE CULTURA SPORT SPETTACOLO CURIOSITA’ ATTUALITA’ Lettera aperta ARCHIVIO STORICO Diario di Guerra La Bulimia pag 11-12 pag 8 pag 9 pag 1-2 A metà Giugno 2005, via Internet, mi giungono i primi due numeri del vostro Giornalino. Dalle sue pagine ho notato che finalmente Rionero va in "crescendo", si vuol mescolare con altri paesini che già da anni fanno questo lavoro professionale per le loro comunità locali e quelle estere. Che questo Giornalino iniziato con buone fondamenta, principalmente in fede cristiana, doni forza e coraggio a continu- are con successo una lunga esistenza, in tal modo da acquisire credibilità dai cittadini di Rionero e noi emigrati in varie parti del globo, che diventi per noi un centro informativo e che raggiunga molti rioneresi nel mondo via Internet. Cercherò di farvi pervenire alcuni indirizzi E mail (posta elettronica) che a loro volta potranno fornirvi indirizzi dei loro cono- scenti, e i cittadini di Rionero potranno comunicarlo ai loro parenti e amici ovunque risiedono includendo l’interno Italia. Sapete che vi sono più rioneresi a Cleveland che a Rionero stesso? Tre le altre città Canadesi che contengono un nutrito numero di nuclei, Hamilton, Ottawa e Toronto, insieme potrebbero contare oltre duecento nuclei. Chi si ricorda che nel 1987 per il trionfo festoso del 50.mo di don Antonio, Rionero venne invasato da oltre cento famiglie emigrate che tornarono in Patria? Perfino dalla lontana Argentina! Dalle esclamazioni di don Antonio: Rionero si e' ripopolato! Dalle tante belle espressioni di Vincenzo D'Amico che dice di aver ritrovato una videocassetta del 60.mo di don Antonio, riportando alla mente dei bellissimi momenti. Cogliete l'occasione di vedere due videocassette del 50.mo di don Antonio che saranno a Rionero nel mese di Agosto. Fatevi una copia in memoria [...] Quando si tratta di prendere posizioni vicine ai nuovi o riciclati movimenti anarco- insurrezionalisti ci si riversa nelle piazze e ci si schiera in prima fila alla guida dei cortei soprattutto contro il governo, magari sulla guerra”, definendo tale quello che non lo è e scordandosi natural- mente dell’invio di caccia italiani a bombardare popo- lazioni civili sui Balcani senza autorizzazione par- lamentare. Si rivendica in queste manifestazioni il poter dissentire, ( in un modo che certo non ricorda affatto la pace), il poter esprimere le proprie opinioni e [...] di FABRIZIO TOLVE CONTINUA A PAG. 2 RIFLESSIONI LA BULIMIA  ORME di FERDINANDO CARMOSINO del DOTT. CARMINE TOLVE di FRANCECSA BRUNELLO CONTINUA A PAG. 2 “ Quando l’amore per Rionero vi spinge a fare qualcosa, FATELA. Se qualcuno vi critica, fatela con più forza! ” PAG. 4 PAG. 10 PAG. “ la prevenzione primaria passa attraverso l’educazione alla salute e la trasmissione di comporta menti, culture,miti e ideali “ Una notte un uomo fece un sogno: sognò che stava camminando lungo la spiaggia con il Signore. ” IN EVIDENZA di JOSEPH DI FRANCO  L‘OPINIONE

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a b b a s s i a m o i t o n i

La Voce di Rioneroa Voce di RioneroBollettino riservato ai soci e simpatizzanti “Azione Cattolica”

Mensile - Giugno 2005 Anno Domini 1 - Numero 3

questo Giornalino iniziato con buone fondamenta cristiane

 RIONERO IN CRESCENDOrinnovo “ l'augurio ai collaboratori del giornalino: che sia duraturo ”

http://www.lavocedirionero.tk

SALUTE

BENESSERE

CULTURA

SPORT

SPETTACOLO

CURIOSITA’

ATTUALITA’

Lettera aperta

ARCHIVIO

STORICO

Diario di

Guerra

La Bulimia

pag 11-12pag 8pag 9pag 1-2

A metà Giugno 2005, via Internet, mi

giungono i primi due numeri del vostro

Giornalino. Dalle sue pagine ho notato

che finalmente Rionero va in "crescendo",

si vuol mescolare con altri paesini che già

da anni fanno questo lavoro professionale

per le loro comunità locali e quelle estere.

Che questo Giornalino iniziato con buone

fondamenta, principalmente in fede

cristiana, doni forza e coraggio a continu-

are con successo una lunga esistenza, in

tal modo da acquisire credibilità dai

cittadini di Rionero e noi emigrati in varie

parti del globo, che diventi per noi un

centro informativo e che raggiunga molti

rioneresi nel mondo via Internet. Cercherò

di farvi pervenire alcuni indirizzi E mail

(posta elettronica) che a loro volta

potranno fornirvi indirizzi dei loro cono-

scenti, e i cittadini di Rionero potranno

comunicarlo ai loro parenti e amici

ovunque risiedono includendo l’interno

Italia. Sapete che vi sono più rioneresi a

Cleveland che a Rionero stesso? Tre lealtre città Canadesi che contengono un

nutrito numero di nuclei, Hamilton, Ottawa

e

Toronto, insieme potrebbero contare oltre

duecento nuclei. Chi si ricorda che nel

1987 per il trionfo festoso del 50.mo di don

Antonio, Rionero venne invasato da oltre

cento famiglie emigrate che tornarono in

Patria? Perfino dalla lontana Argentina!

Dalle esclamazioni di don Antonio:

Rionero si e' ripopolato! Dalle tante belle

espressioni di Vincenzo D'Amico che dice

di aver ritrovato una videocassetta del

60.mo di don Antonio, riportando alla

mente dei bellissimi momenti. Cogliete

l'occasione di vedere due videocassette

del 50.mo di don Antonio che saranno aRionero nel mese di Agosto. Fatevi una

copia in memoria [...]

Quando si tratta di prendere

posizioni vicine ai nuovi o

riciclati movimenti anarco-

insurrezionalisti ci si riversa

nelle piazze e ci si schiera in

prima fila alla guida dei cortei

soprattutto contro il governo,

magari sulla “ guerra”,

definendo tale quello che non

lo è e scordandosi natural-

mente dell’invio di caccia

italiani a bombardare popo-

lazioni civili sui Balcani senza

autorizzazione par-

lamentare. Si rivendica in

queste manifestazioni il poter 

dissentire, ( in un modo che

certo non ricorda affatto la

pace), il poter esprimere le

proprie opinioni e [...]

di FABRIZIO TOLVE

CONTINUA A PAG. 2

RIF LES S IONI LA BULIMIA  ORME

di FERDINANDO CARMOSINO del DOTT. CARMINE TOLVE di FRANCECSA BRUNELLO

CONTINUA A PAG. 2

“ Quando l’amore per Rionero vi spinge a

fare qualcosa, FATELA. Se qualcuno vi

critica, fatela con più forza! ”

PAG. 4 PAG. 10 PAG.

“ la prevenzione primaria passa attraverso

l’educazione alla salute e la trasmissione di

comportamenti, culture,miti e ideali ”

“ Una notte un uomo fece un sogno: sognò

che stava camminando lungo la spiaggia

con il Signore. ”

IN EVIDENZA 

di JOSEPH DI FRANCO

 

L ‘OP IN IONE

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convincere anche gli altri a spostarsi

sulla stessa linea di pensiero. Quandoperò poi sono gli ecclesiastici a fare il

oro mestiere, cioè quello di pastori del

“gregge” del Signore, li si vuole censu-

rare accusandoli d’ingerenza nella

politica interna italiana. Non sono forse

anche gli italiani gregge del Signore?

Ma già, del Papa si può parlare solo

quando bacchetta il presidente degli

Stati Uniti sulla politica estera, ma non

quando il Vaticano appoggia il suofreno alla ricerca genetica negli USA

( ricordiamo l’incontro di Bush a Castel

gandolfo con Giovanni Paolo II). Sottile

è il fare riferimento a Benedetto

decimoquinto, che abolì il non expedit

e rimproverare il nuovo successore diPietro ( e non di Giovanni Paolo II),

cioè il rappresentante visibile di Gesù

Cristo in terra, di aver fatto marcia

indietro. Congratulazioni e auguri di un

proficuo pontificato subito dopo “

l’habemus Papam”, ma passato il

primo momento di curiosità per 

l’elezione di un nuovo Papa, lo si

accusa d’ingerenze e di oscurantismo

quando inizia a fare il suo dovere, cioèilluminare la vita dei fedeli parlando poi

solo dell’importanza della vita e del suo

significato e che l’essere messo al

mondo non divenga un gioco di scelte.

Il cardinal Ruini, Vicario del Papa per la

diocesi di Roma, in un discorso allefamiglie romane è tornato a sottolin-

earne l’importanza, come struttura

base della società, esprimendo delle

considerazioni su come essa debba

conservare al proprio interno l’armonia.

Si è preoccupato degli effetti di una

eventuale modifica, che la consultazi-

one popolare in corso in questi giorni

poteva apportare. Ed ecco i nuovi pala-

dini della libertà, che per loro vuol direanarchia; totale assenza di freni

derivanti da scomode questioni morali,

tuonare contro il centro di riferimento di

tutta la cristianità non solo cattolica ed

La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroattualità

2

Giugno ‘05iugno ‘05

di JOE DI FRANCO (Cleveland, Ohio)

[...] di quel grande uomo del 20.mo secolo, il quale ha donato

a sua vita alla comunità di Rionero e quella estera, ogni volta

che veniva ci lasciava indelebili ricordi, non solo a noi

rioneresi, ma anche ad altri che venivono a contatto con lui.

Quando io lo accompagnavo in qualche parrocchia italiana mi

sentivo importante! Non sembrava di accompagnare un

amico,

ma un cardinale! Don Antonio nelle sue omelie, e dietro mio

avvertimento, menzionava il suo paese; mi sentivo fiero, il

nome di Rionero e' conosciuto abbastanza nella comunità

taliana di Cleveland, anche grazie al fatto che il Club di

Rionero sponsorizza un ballo annuale, e il disk jockey di un

programma radio italiano negli anni 1970 giocava a pallone

con la nostra squadra di calcio dal nome "Sannitics" ! Quando

fa degli annunci, li fa con tanto amore come se fosse anche lui

di Rionero. Il Club, ogni anno fa una festa superba, imbottiglia

perfino vino di casa con etichetta e foto di Rionero. Avendo

una foto ve la invio (foto in prima pag). Ringrazio Adelio Fioritto

per avermi pensato, concludo col rinnovare l'augurio ai

collaboratori del giornalino: che sia duraturo.

ps: Il Libro di Rionero da pubblicare NON e' stato abandonato,

speriamo che durante la stagione invernale si realizzera'.

L ‘ O P I N I O N E di FABRIZIO TOLVE

(foto di Cleveland, Ohio)

Gli Ambulanti a Rionero

torniamo un pò indietro riscoprendo le attivita di una volta

a cura della redazione “Azione Cattolica” di Rionero S.

Durante l’ormai consueto appuntamento presso le

case dei Rioneresi, la redazione dell’Azione Cattolica

ha fatto visita a uno dei maggiori esponenti, nonchè

fondatori delle scorse Azioni Cattoliche rioneresi.

L’incontro, prima che ce ne rendessimo conto, ha dato

vita ad una vera e propria intervista nella quale

emerge, da entrambe le parti, l’inarrestabile desiderio

di non far morire la memoria del nostro vissuto.

A tal proposito, pubblichiamo la categoria degli ambu-

lanti a partire dal dopoguerra

Peppino Borgia da Alfedena - stoffe

Galileo da Acquaviva – ripara piatti e ombrelli 

Zì-ntò da Cantalupo – castra porcello

Scardalàn

Filippo - stagnino

Leonardo e moglie Restitudine - articoli casalinghi  

Spazzacamini 

Gli articoli vari casalinghi venivano portati con la

cesta di vimini depositata sul capo (’r cuanièstr).Gli spazzacamini, invece, attendevano la fine del

lavoro con trepidazione per mangiare in famiglia la

polenta nostrana.

Demandiamo la lettura dei mestieri rioneresi, suddivisi

per categoria, ai prossimi numeri.

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La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroattualità

3

Giugno ‘05iugno ‘05

di FABRIZIO TOLVE

Orme

Da una nostra compaesana, che

non credo debba ulteriormente

dimostrare l’amore per il nostro

paese visto che appena può

scende dai piedi delle Alpi, c’è

arrivata una famosa citazione

conosciuta da molti, ma sempre

capace di toccare i nostri cuori e

le nostre coscienze. Nel

ringraziarla, rinnoviamo l’invito

alla collaborazione con la nostra

testata giornalistica (soprattutto

ai concittadini residenti a

Rionero ).

Una notte un uomo fece un sogno: sognò che stava camminando lungo la spiaggia con il Signore.

“ io ti ho preso in braccio ”

di FRANCESCA BRUNELLO

Una notte un uomo fece un sogno: sognò che stava camminando lungo la spiaggia

con il Signore.

Lungo il tragitto vedeva frammenti della sua vita che gli scorrevano di

fronte agli occhi.

Per ogni scena egli notò due paia di impronte sulla sabbia: le une appartenevano

a lui, le altre al Signore.

Quando gli apparve l'ultima scena della sua vita, egli si voltò a guardare

le impronte sulla sabbia. Si accorse che molte volte durante il sentiero

della sua vita c'era solamente un paio di impronte. E si accorse anche che

questo succedeva proprio nei momenti più difficili e tristi che ha vissuto.

Questo fatto lo scosse molto, e così chiese al Signore: " Mio Signore, tu

mi hai detto che se avessi deciso di seguirti tu mi avresti accompagnato

nel mio cammino per tutta la vita...ma io mi sono accorto che durante i

momenti piu difficili nella mia vita c'era soltanto un paio di impronte.

Non capisco perchè, proprio quando avevo più bisogno di te tu mi hai lasciato

da solo."

Il Signore rispose: " Mio piccolo e prezioso figlio, io ti amo, e non ti

ho mai abbandonato. Durante i tuoi momenti di dolore e sofferenza, in cui

tu vedevi soltanto un paio di impronte, era allora che io ti ho preso in

braccio."

L ‘ O P I N I O N E

accusarla di plagiare le coscienze della

gente. Il presunto plagio non è altro che

un semplice consiglio e non richiamo

all’obbedienza a persone che si

professano cristiane, che ripetono ogni

domenica di credere ad “una Chiesa

Santa , Cattolica e Apostolica” , quindi

a persone profondamente convinte

della giustezza delle verità proclamate.

La Chiesa quando prende posizioni su

degli argomenti, non lo fa per adattarsi

alle mode del pensiero contemporaneo

o per andarvi contro; Benedetto XVI

l’ha spiegato bene: le “tendenze, le

mode” passano, la Chiesa è lì da venti

secoli, proprio grazie alla coerenza di

pensiero, verità rivelata e quindi

sempre attuale. I Cattolici, che si siano

recati o no alle urne, hanno dato

risposte prima alle loro coscienze, poi

al loro spirito di coerenza e poi natural-

mente a Dio. Gesù non ci ha chiesto

solo di credere, ma anche di predicare

il suo Vangelo e di evitare che i fratelli,

anche se già nell’errore, possano

peggiorare la loro condizione. Rispar-

miatemi vi prego la solita minestra

riscaldata del caso Galilei e che la

Chiesa intralcerebbe il progresso,

perché la stessa scienza ufficiale è

divisa sull’utilizzo delle cellule staminali

embrionali e comunque la ricerca può

trovare altre strade. Lasciamo ancora

poi da parte i teatrini sulla costituzional-

ità del non voto e gli squallidi appelli ad

andare comunque a votare e votare

No! Questo sì, vero inganno per 

l’elettore, che credendo di fare il suo

dovere si trova davanti ad un risultato

diametralmente opposto a quello

cercato. Questo dimostra solo la

correttezza di chi si permette queste

affermazioni. !

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Chi mi conosce bene sa quanto io sia

favorevole ad ogni sorta di iniziativa desti-

nata a FARE qualcosa. Quando poi si faqualcosa per Rionero divento doppia-

mente favorevole. Ben venga dunque “La

Voce di Rionero” con l’augurio di innumer-

evoli pubblicazioni. Adelio Fioritto,

omonimo di quel maestro che da adoles-

cente ho conosciuto ed ammirato, è un

giovane rionerese che studia al nord e

porta sempre nel cuore il suo paesello

molisano.

Quando lo incontro in giro da queste parti,

leggo nei suoi occhi l’amore per questaterra, lo stesso amore che per queste

pietre aveva il nonno, lo stesso amore che

tanti ragazzi che sono fuori sede alimen-

tano ogni giorno. Pasquale Minichiello

  junior, quando il venerdì torna dalla

capitale per respirare l’aria dei suoi monti,

ha scritto in faccia lo slogan io sono fiero di

essere rionerese. E quando la domenica

sera vaga per via Roma sapendo di dover 

partire di nuovo mi fa pensare agli abitanti

del villaggio che ispirò Leopardi quando

scrisse La sera del dì di festa. Capisco la

nostalgia di Rionero perché la conosco

personalmente, l’ho provata anch’io per 

due lustri. Quando vivevo a Pescara primae a Roma poi, tornavo a casa un weekend

si e l’altro pure! Capisco l’attaccamento di

tanti rioneresi emigrati, sia in Italia che

all’estero, che hanno una nostalgia infinita.

Non dimentico lo sguardo incantato di Joe

Di Franco quando tornò a Rionero nel

1997 in occasione dei festeggiamenti in

onore di Don Antonio. Quando l’amore per 

Rionero vi spinge a fare qualcosa,

FATELA. Se qualcuno vi critica, fatela conpiù forza! Dieci anni fa un saggio paesano

mi disse: “Se con la Pro-loco riesci a far 

venire a Rionero il PAPA qualcuno ti dirà

che sarà stato qui solo 5 minuti!” un

eufemismo per dire che c’è sempre qual-

cuno pronto a criticare ma ciò non significa

che bisogna fermarsi, soprattutto al

cospetto di critiche sterili. Detto questo,

spero che non si offenda nessuno se nella

breve analisi che mi accingo ad esporre cisarà qualche critica, mi auguro non sterile

ma costruttiva. Il giornale è impaginato

bene, le foto ed i colori sono eccellenti,

segno tangibile dell’evoluzione tecno-

logica. Chi passava intere nottate a “ciclos-

tilare” l’Altra Rionero 30 anni or sono starà

sorridendo leggendo di e.mail e siti internet

a disposizione del lettore del 2005. Dal

ciclostile della fine degli anni ’70, passando

per il monocromatico Rionero Oggi, si

arriva alle testate del terzo millennio con

“La Voce di Rionero”. Con immenso

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Giugno ‘05iugno ‘05

riflessioni su “La Voce di Rionero”

“ Quando l’amore per Rionero vi spinge a fare qualcosa, FATELA ”L ‘ E D I T O R E

Il giornalino dell’A.C. di

Rionero Sannitico nacque

nel dicembre del 2004 con

l’augurio che potesse

divenire un mezzo attra-

verso il quale si potesse

fare Informazione,

cogliendo problematiche

più o meno globali, esami-

nandole per poterle meglio

adattare alla realtà del

nostra comunità. Sotto la

medesima ottica si scelse di

inserire rubriche quali

“salute e benessere”,

“cultura e musica”, “sport e

spettacolo”, sempre

donando loro un’impronta

prettamente paesana (nel

puro senso etimologico

della parola) affinché si

potesse attuare meglio

quanto detto prima. Sono

compiaciuto del fatto che, a

poco a poco, il suddetto

“opuscolo informativo” stia

prendendo piede nelle case

della gente, suscitando

reazioni negli animi dei

rioneresi, quanto positive

che negative; a tal proposito

riprendo ciò che è stato

scritto da Ferdinando

Carmosino: “se a Rionero si

riuscisse a far venire il

Papa, ti criticherebbero sul

perché sia rimasto solo

cinque minuti”, pertanto

siamo giunti alla conclu-

sione che l’importante sia

fare, commettendo anche

quegli errori insiti nella

natura umana. Tutto ciò,

tuttavia, non può e non

deve farci perdere di vistal’obiettivo principale, ciò per 

cui eravamo partiti, il nostro

scopo. Parlando esplicita-

mente per ciò che riguarda

“La Voce di Rionero”, esso

ha come target tutti i

cittadini del nostro Comune,

domicilio a parte. Nasce

dalla convinzione che sidebba guardare in avanti

senza dimenticare che ciò

che siamo lo dobbiamo

anche e soprattutto a un

trascorso storico e culturale

proprio delle nostre terre. Si

propone come mezzo di

comunicazione, sperando

che possa crescere conl’aiuto di tutti voi, perché

l’unica vera arma per risoll-

evarci da una situazione

stagnante che persiste nel

nostro Comune è proprio la

via del Dialogo inteso in

senso stretto, della comuni-

cazione, dello scambio di

idee, per quanto folli a voltepossano sembrare, ma non

dimentichiamoci che

proprio gli uomini giudicati

“Tutti meritano

rispetto, i più 

deboli, i meno

capaci, anche

quelli meno

intelligenti 

di FERDINANDO CARMOSINO

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5

Giugno ‘05iugno ‘05

riflessione su “ La Voce di Rionero ”

L ‘ E D I T O R E

lasciarono un segno nella

storia mutando il corso degli

eventi. Un confronto,

pertanto, è positivo se e

solo se (scusate il rigorismo

matematico, ma mi sem-

brava doveroso) è a sua

volta costruttivo. Questa

proprietà scaturisce da undialogo che avrà come

tema centrale un determi-

nato argomento, sul quale

verranno posti dei quesiti,

fornite delle risposte e

l’eloquentia verterà su tutti

questi componenti attra-

verso tesi formulate che

tenderanno a motivare

un’opinione prettamente

personale. È chiaro,

pertanto, che se dovesse

venire meno anche solouno di questi componenti,

perderebbe della sua qual-

ità, quindi costruttività. Se

ad esempio dovesse man-

care il tema principale, si

sfocierebbe in una critica

fine a se stessa, priva di

significato, che può essere

risolta tranquillamente a

quattro occhi o in altri

contesti, quali un forum o

una chat, ma diversi da un

ambito giornalistico(teniamo bene a mente il

fine di un giornale).

Sebbene l’articolo di

Vincenzo D’Amico fosse

stato pubblicato sotto

“l’opinione”, è giusto che il

“batti e ribatti” avvenga, ma

esorto a non estrapolare

spezzoni di frasi dal loro

contesto concettuale,

altrimenti si rischia, volon-

tariamente o non, di

perdere la radice delladiscussione sfociando in

una mera demagogia.

di FERDINANDO CARMOSINO

piacere noto che quell’articolo

sull’alcolismo scritto da mio padre tanti

anni fa è stato pubblicato su tutte

queste testate, è rimasto intatto ed è

incredibilmente attuale! Lo stesso

dicasi per il prezioso documentostorico che Don Antonio ci ha lasciato

con il suo Diario di Guerra. Il secondo

numero del giornalino, letto tutto d’un

fiato, mi ha fatto fare alcune immediate

riflessioni. Bella la testimonianza di

Sandro che si è trovato in fila dal Papa

come spinto dallo Spirito Santo, forse

lo stesso che lo ha ispirato, insieme

alla consorte, nello scegliere i fantas-

tici nomi biblici dei suoi numerosipargoli. Simpatica la barzelletta sul

Papa-autista citata dal nostro Parroco.

Giusta la precisazione di Amico, anche

se superflua perché è ovvio che non ci

sia nesso tra la politica e le feste patro-

nali ma è altresì palese che, agli occhi

di chi crede che anche il vento a

Rionero si muova dietro disegni

politici, alcuni giovani volenterosi che

vogliono movimentare l’agosto

rionerese appaiano meri esecutori dialtrui disegno… L’articolo che mi ha

fatto un po’ storcere il naso e che mi ha

spinto a buttare giù quattro righe è

quello scritto da Vincenzo. Per lui vale

lo stesso giudizio positivo

sull’attaccamento alla patria, parag-

onabile a quello di Adelio, Pasquale e

tanti altri giovani e sull’impegno nel

FARE qualcosa esprimendo le proprie

opinioni, ma se queste in alcuni punti

superano dei limiti è giusto (credo) che

sia concessa la possibilità di ribattere.

Ovviamente anche in questo caso non

è una questione politica, pur essendo

notoria la divergenza tra me e lui che,

pur non essendo condivisa, è recipro-

camente rispettata. Vincenzo è intelli-

gente e di sicuro capirà, spero sia

disponibile a questo civile confronto esono sicuro che mi fornirà una risposta

adeguata nel prossimo numero. Ma

veniamo al perché della mia “lamen-

tela”. Mi riferisco all’articolo “Pensieri e

parole” in cui, anche se con un tono

ironico, nella prima parte del testo si

manca di rispetto nei confronti degli

anziani. Il mio parere è che noi più

giovani abbiamo tanto da imparare da

chi ha maturato mille esperienze. Nelloro animo ci sono quelle perle di

saggezza che possiamo fare nostre

dialogando con loro e non criticandoli!

Ma è soprattutto sulla parte finale

dell’articolo che mi voglio soffermare.

Nell’ aprire un dibattito su varie

tematiche, Vincenzo invita gli interlo-

cutori così: “…motivate le vostre affer-

mazioni: mi capita sempre più spesso

di parlare con gente che si professa

intelligente e che poi affronta i temi conla preparazione più arida della mente

di un tossicomane da centro sociale”.

Sono rimasto basito! A Vincenzo

piacciono le citazioni artistiche e

letterarie e allora mi rifaccio a Fran-

cesco de Gregori che, in una delle sue

canzoni più celebri dice “La storia

siamo noi, quelli che hanno letto un

milione di libri insieme a quelli che non

sanno nemmeno parlare ed è per 

questo che la storia dà i brividi perché

nessuno la può cambiare”. E ancora,

Leonardo Da Vinci, il genio per antono-

masia, diceva che “Anche nella mente

dello stolto c’è lo spazio per una

grande idea”. Potrei continuare con

altre citazioni simili per esprimere il

mio concetto: ognuno di noi è un

individuo unico ed irripetibile, tantisono tra loro molto differenti ma

ciascuno merita rispetto, compreso un

tossicomane. La frase fa ancora più

male perché scritta su un giornale

dichiaratamente cattolico che segue le

orme del più grande uomo della storia,

Gesù Cristo, il quale proclamava

l’uguaglianza tra gli uomini. Tutti merit-

ano il rispetto, i più deboli, i meno

capaci, anche quelli meno intelligentidi Vincenzo con cui spesso si cimenta

in argute discussioni. E meritano

rispetto anche quelli che vivono o

lavorano nei centri sociali come in

qualsiasi centro di aggregazione o di

recupero, meritano rispetto coloro che

credono ancora che la terra sia piatta

così come coloro che credono nella

luna nel pozzo. Anche se le realtà

sono differenti dalle certezze di alcuni,

non giustifica che questi vadanodiscriminati. Mi aspetto delle scuse nei

confronti degli anziani, dei “tossici” e

dei centri sociali.

segue dalla pag 4

di ADELIO FIORITTO

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6

Giugno ‘05iugno ‘05

Guerre dimenticate

La fine della guerra fredda ha portato

ad un disinteresse internazionale per tutte quelle aree geografiche definite

“zone grigie”, il cui controllo non ha più

grande importanza economica e

strategica, e per tutte quelle guerre

che non possono nuocere più di tanto

all’equilibrio internazionale. Questi

vari conflitti possono essere catalogati

in due distinte categorie: la prima è

costituita da conflitti iniziati ad

emergere prima del crollo dell’URSS eriguarda stati che sono poco o, per 

niente, colonizzati ( Birmania, Yemen,

Liberia, Sierra Leone, Afghanistan,

Sudan, Somalia), nei quali la

resistenza agli occidentali è stata

tanto tenace da rendere a volte la

colonizzazione precaria e tardiva e ha

cementato un contratto sociale

arcaico. La seconda categoria, più

recente, è costituita dalle cosiddettecrisi da fine impero: ieri quelli coloniali

Francesi, Olandesi Portoghesi, Britan-

nici ecc., oggi l’impero Russo e i suoi

ex insediamenti Sovietici in Europa

Orientale. Nelle varie risoluzioni

dell’ONU e nei comunicati ufficiali

delle grandi potenze viene espressa

viva preoccupazione per la situazione

di qualcuno dei paesi citati. Tuttavia

ognuno torna poi ad occuparsi deipropri affari. Gli attori di queste crisi

sono ormai autonomi e guidati non più

da una strategia politica unificata, ma

da microstrategie e stringono alleanze

di circostanza con imprese legali e

non, di importanza mondiale, che

hanno interessi nella regione e i “mer-

cenari” che possono intervenire

nell’uno e nell’altro fronte. In termini

geopolitici il mondo unipolare ha

portato alla comparsa di una geografia

del “mondo utile” opposta in negativo

a quella del “mondo inutile”. Queste

crisi perdureranno a causa del loro

debole potenziale di destabilizzazione

o della scarsa importanza delle poste

in gioco. Le grandi potenze, più inter-

essate al mantenimento dello statusquo che alla ricerca di una pace

universale, si limitano a volgere

altrove lo sguardo. Troppo grandi le

prospettive di guadagno degli stati

occidentali nelle zone di conflitto:

prima vendono loro le armi, poi con le

loro aziende vanno sul posto a

ricostruire. E le multinazionali? Si

prenda ad esempio l’Africa: approfit-

tando della situazione di estrema

instabilità e della corruzione diffusa

dei governi, le società occidentali si

insediano, ottengono contratti assolu-

tamente vantaggiosi e sfruttano come

possono le enormi risorse di un conti-

nente sempre più povero. Nel silenzio

sempre più assordante del mass

media, disinteressati e molto spessoretorici e faziosi. Nella società

dell’informazione niente esiste se non

è raccontato. Ecco come più di 50

conflitti in atto scompaiano con un clic.

Oggi si continuano a commemorare

giustamente, per non dimenticare, i

genocidi perpretati 60 anni fa e, pur 

essendone a conoscenza, si fa finta di

niente su quelli che continuano ad

essere perpretati sotto i nostri occhi,

nell’indifferenza più assoluta e in

nome solo del “dio” denaro.

gli attori di queste crisi sono ormai autonomi

di LUBER 

Le immagini sotto riportate segnalano:

Bollino Rosso: guerre in atto

Bollino Arancione: zone di tensione

Si ricorda che nel mondo sono

in atto ben 24 conflitti e 10 zone

di tensione che potrebbero

mutare la loro linea in guerra.

 

Il continente con più conflitti in

corso è l’Arica, seguito dall’Asia

e dell’ America Centrale.

In Europa la situazione di pace

è turbata dai Paesi Baschi e

dall’Irlanda de Nord.

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La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroattualità

7

Giugno ‘05iugno ‘05

Fare Teatro

“ Il teatro è come uno specchio che ci riflette ”

di SIMONE COLA

Il Teatro, al di là delle sue molteplici forme, ci mette in gioco relazionandoci con il pubblico

Dire che è una esperienza irrinuncia-

bile, credo sia esagerato, come lo

sarebbe rimanere del tutto indifferenti a

tutte quelle attività che ci permettono di

conoscere e che di volta in volta ci

pongono degli ostacoli e ci mostrano i

nostri limiti. Il Teatro, al di là delle sue

molteplici forme e modi di rappresen-

tarsi, è un’attività che comunque ci

mette in gioco e che, a vari livelli, ci

pone in relazione con il nostro pubblico.

I motivi che spingono a fare teatro sono

diversi. Ci può essere la voglia di farespettacolo e far divertire le persone; un

esempio può essere il ruolo del comico

che, davanti ad una platea, porta il suo

vissuto e le sue esperienze. Restituisce

un’immagine, una chiave comica, della

vita che egli stesso conduce; sdram-

matizza i problemi, li denuda mostran-

doli per la loro natura buffa, lasciando

allo spettatore un senso di leggerezza

e di speranza che solo l’autoironia è ingrado dare. E’ un modo di comunicare,

di essere protagonisti, di voler dire

qualcosa, o più semplicemente, il

piacere di far divertire. C’è poi a chi

piace la tragedia o opere moralmente

più impegnate; allora l’attore in questo

caso andrà a ricercare il senso, il

significato della storia. Si immedesima

totalmente nel suo personaggio da

riuscire a vivere egli stesso le emozioniprovate da “Amleto” o “Romeo”. Si

innamorerà per la prima volta e farà

bruciare nuovamente tutte quelle

passioni che erano nel cuore di Shake-

speare. Metterà in luce i valori, le

usanze, la gestualità ed i riti di un altro

tempo; una finestra in un mondo ormai

passato dove spetta solo a colui che

guarda lasciarsi andare in questo

piccolo viaggio. Teatro è anche improv-visazione, sulla strada o su un palco, è

la capacità di creare situazioni dal

nulla. Interagire con l’altro creando

situazioni, immaginando mondi fantas-

tici dove immergersi e viverle; cambi-

are la realtà a proprio piacimento,

scandagliare le proprie emozioni e farle

vivere di immagini e movimento.

Ci sono molte forme di Teatro ed

ognuna di esse ha degli scopi, degli

obiettivi da raggiungere; dicono che è

una forma di intrattenimento, un passa-

tempo; che sia socialmente utile, una

terapia per chi soffre… io non credo di

essere in grado di giudicare e soppe-

sare l’effettiva efficacia che può avere

sulla mente delle persone. So

solamente che quando interpreto unruolo e mi trovo ad interagire con una

platea o un singolo individuo, si

instaura tra me e lui una sorta di comu-

nicazione non scritta, chiamatela ener-

gia se volete, la quale, mettendoci in

relazione, ci arricchisce vicendevol-

mente. Mi sono avvicinato al teatro un

po’ per curiosità e un po’ perché volevo

fare nuove esperienze, e dal primo

corso fatto, non ho più smesso.Quando eravamo lì a sperimentarci sui

metodi e sulle tecniche teatrali, tutta la

mia vita rimaneva fuori. Non è strano

se dico che per recitare bisogna ancora

avere dentro di sé il bambino che

eravamo. L’ingenuità, la spontaneità, la

fantasia di analogie improbabili e

quant’altro, sono qualità che si hanno

quando si è bambini. Sono i bambini

che si lasciano andare, vivendo

l’istante pienamente e quello che

fanno, pur se stupido agli occhi dei

grandi, per loro è la cosa più importante

al mondo, come se nient’altro ci fosse.

Questa sicuramente è una dote che

dovrà avere qualsiasi provetto attore.Poi, pian piano che si prova, che si

sperimentano esercizi, ci si rende

conto che se non riesci a metterti in

gioco, non vai avanti e non impari

niente. Chi volesse intraprendere

questa attività deve sapere che non si è

certi su ciò che si è, perché bisogna

tirar fuori tutti i nostri aspetti, anche

quelli che fin ora tenevamo nascosti.

Certi esercizi sono come una sorta diintrospezione; mettono in luce i nostri

ostacoli, pregiudizi, insicurezze, e

paure, ma non solo, anche la bontà e la

raffinatezza che possiamo avere. Il

teatro è come uno specchio che ci

riflette , e più ci mettiamo in gioco e ne

facciamo, più questo specchio si

pulisce restituendoci un’immagine di

noi stessi sempre più nitida. La nostra

vita continuerà regolare come èsempre stato, ma avremo un punto di

vista in più per riflettere su quello che ci

circonda. Considero il teatro come una

forma d’arte, fatta con i suoi linguaggi e

le sue regole e come la poesia, la

pittura, la musica e quant’altro, è uno

strumento che si usa per far circolare

poesia tra le persone. Se così non

fosse, saremo sempre troppo grandi da

non capire più cosa vuol dire amare.

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La Voce d i Rioneroa Voce d i Rionerosalute & benessere

8

Giugno ‘05iugno ‘05

L’angoscia del peso, anche solo a tratti presente, che porta comunque al vomito indotto, deve far pensare ad undisturbo atipico del comportamento alimentare.

Mangiare senza controllo, con attacchi di voracità, con crisi che portano a mangiare il doppio,il triplo, oppure di continuo

e senza abbuffate, ma anche senza fermarsi mai per tutto il giorno…….., sono segnali di allarme per chi è sensibile ad uno

stato di salute adeguato.

“Esagerare” con gli alimenti, in ogni caso, può essere l’anticamera dell’obesità ( e sarà il tema del prossimo numero ),

patologia non propriamente appartenente all’ambito psichiatrico, ma quasi tutti gli obesi hanno questo disturbo.

Altro è la bulimia, che va considerata come una variante

dell’anoressia nervosa e che colpisce prevalentemente giovani donne

ma per il sesso maschile si segnalano sempre più casi ) eccessiva-

mente e costantemente preoccupate per il peso e per la figura delproprio corpo.

Le pazienti bulimiche sono preoccupate di diventare obese,

alcune lo sono realmente, ma la maggior parte tende ad oscillare

ntorno ad un peso corporeo normale.

Senza una storia di anoressia, si può presentare il quadro

clinico della bulimia, ma più spesso si alternano fasi di anoressia con

asi di bulimia fino alla possibile cronicizzazione del comportamento.

Nella fase bulimica, dopo digiuni prolungati, si cede alla fame,

mangiando più di quanto si ritiene giusto e ci si sente colpevoli per 

questo. Si avverte la sensazione di gonfiore e di bruttezza. Si intrapre-

nde o si accentua un’attività fisica esagerata ( palestra, piscina, corse. Con questi segnali tipici la giovane donna, almeno una volta a

settimana, mangia senza riuscire a fermarsi, fino a consumare tutto

quello che trova a disposizione…..Fatto questo, si cerca di rimediare

con il vomito, si prendono lassativi e diuretici e si riaccentua l’attività

sica fino allo sfinimento.

I danni fisici derivano dalla disidratazione e dalla perdita di potassio . L’astenia si coniuga con la sindrome depressiva,

collegata all’idea ossessiva del cibo, del peso e della forma fisica…..

Le varianti cliniche sono tante, vorrei ricordare che siamo sempre costretti a sintetizzare quando cerchiamo di descriv-

ere le malattie umane, ma dietro o meglio dentro le patologie più o meno comuni ci sono identità irripetibili con geni specifici

ma anche storie,esperienze,sentimenti…..

Come scrivevo un mese fa, è sempre un atto di coraggio che porta a chiedere aiuto ed è sempre un percorso terapeu-

co integrato , che non vado a ripetere, l’unica risposta responsabile.

A termine di queste brevi considerazioni,vorrei ricordare che, come per altri disturbi del comportamento umano, la

prevenzione primaria passa attraverso l’educazione alla salute e la trasmissione di comportamenti, culture,miti e ideali, che

segnano le nuove generazioni per lo meno tanto quanto l’evoluzione genetica, alimentare ed igienica .

La sofferenza psichica e fisica di chi si confronta con patologie complesse come l’anoressia e la bulimia merita risposte

sempre più attente da parte di chi si occupa di salute pubblica.

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

LA BULIMIA“ L’età media d’insorgenza è attorno ai 18 anni ”

Sono malattie croniche complesse, appartenenti alla categoria delle patologie psichiatriche

del DOTT CARMINE TOLVE( nel prossimo numero “l’obesità”)

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La Voce di Rioneroa Voce d i RioneroARCHIVIO STORICO

9

Giugno ‘05iugno ‘05

9/11/43

I viottoli e le mulattiere delle campagne rigurgitano di gente che ritornano dalle frazioni al

centro per constatare i danni subiti e poi fanno ritorno alle stesse frazioni , lamentando la

distruzione delle case con pianti ed imprecazioni contro gli artefici della tragedia: il quadro

è desolante ! Case distrutte, mucchi di macerie, strade interrotte, si ode ancora il crepitio

del fuoco , ormai ricoperto dalla cenere. Gatti vaganti scampati alla morte, lugubremente

miagolando li si vedono, soli, saltellare sulle macerie, raddoppiando il lamento a contatto

col fuoco ricoperto di cenere su cui affondano le zampe. Ad aumentare la scena di deso-

lazione e di dolore, si uniscono: la detonazione dei colpi di fucile, provenienti dalle colline

e dalle valli circostanti; i latrati dei cani disperati, un po’ simile all’ululato del lupo. Solo

pochissime persone si aggirano per le vie del paese, scavalcando le macerie, curve sotto

il peso del dolore e dell’angoscia. Il vento del sud soffia gagliardo e col vento la cenere si

leva al cielo, formando nuvoli di polvere, rendendo l’aria pregna di cattivi odori. Io ed altre

due persone ci avviamo per incontrarci con le truppe di occupazione. A circa 3 km da

Rionero ci imbattiamo con una pattuglia in località “taverna della noce”, sono soldati

inglesi diretti a Rionero per perlustrare la zona e verificare se rimasta sgombra, ovvero

occupata ancora dai tedeschi.

Ci salutiamo freddamente e seguiamo la pattuglia, armata di fucili mitragliatori , sino al

paese, ove viene offerto ai soldati del vino per brindare alla liberazione!

La pattuglia, comandata da un aitante ufficiale inglese, dopo essersi assicurata che nel

paese non ci sono tedeschi, si avvia verso la frazione di Montalto, ove si teme la presenza

di tedeschi; ma messasi al sicuro, dietro informazioni assunte da un concittadino di ritorno

da Montalto a Rionero, fa ritorno in piazza Trinità. Il comandante la pattuglia mi dice in

cattivo italiano: Padre informare abitato frazione Montalto questa notte essere bum, bum,

bum sul villaggio perciò andare via. Mi precipito alla volta di Montalto, passo per la

frazione di Vigne, avverto i villici del pericolo a cui sarebbero andati incontro nella notte;

Raggiungo Montalto , stanco e trafelato, subito raccolgo alcuni uomini di Castel di Sangro

e della frazione esortandoli a portarsi presto presso il comando inglese accampato sul

Macerone onde pregare, chi di dovere, perché sia evitato possibilmente il cannoneggia-

mento della frazione di Montalto, ove si trovavano sfollati circa duemila persone, ed

assicurare il comando stesso che in loco non c’è traccia di soldati tedeschi. La commis-

sione di volontari parte subito e la richiesta ha il suo effetto benefico, poiché il cannoneg-

giamento sulla frazione non ha luogo, anche se viene effettuato nella notte ma oltre

l’abitato. Si chiude così la funesta giornata del 9/novembre.

Diario di Guerra“ cadono vittime dei tedeschi ”

Questa volta Don Antonio ci

fa rivevere la pena provata

per la distruzione di Rionero,

non è più il suo un semplicediario di guerra perché da

quelle parole scritte traspira la

condivisione del dolore e la

disperazione :

dopo tanta distruzione si

perde ogni energia e si è

portati a cadere sulle stesse

macerie fumanti e da esse

assaporare l’amaro sapore

della polvere dei propri beniandati distrutti e perduti.

Ma è solo un momento,

bisogna correre per salvare il

salvabile, per difendere i

sopravissuti e le poche cose

rimaste.

La forza riprende il soprav-

vento e con essa la speranza

e la voglia di ricominciare.

L A R E C E N S I O N E

di GIUSEPPE FIORITTO

di Don Antonio Fioritto

“ Ad aumentare la scena di 

desolazione e di dolore, si 

uniscono: la detonazione

dei colpi di fucile, prove-

nienti dalle colline e dalle

valli circostanti; i latrati dei 

cani disperati, un po’ simile

all’ululato del lupo. ” 

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La Voce di Rioneroa Voce d i Rioneroriflessioni

100

Giugno ‘05iugno ‘05

Italia: maggior numero di lauree Honoris Causa

Italia Italia“ perchè da popolo di santi, poeti e navigatori [...] ci siamo ridotti così? ”

sono le ore 2 58 del mattino, il sonno (forse a causa dei 20

caffè e delle migliaia di cose da fare ancora, tra cui una

chitarra e un centinaio di pagine sull' Hepsetin Barren

Virus,,) tarda a venire e stasera le braccia di "Morfeo" non

vogliono proprio accogliermi... quale occasione migliore per 

scrivere qualcosa? La riflessione di questa notte riguarda

l'essere italiani. Premesso che mi sento un pò Marzullo

stanotte, premesso che sono uno che, all' udire l' Inno

Nazionale, si porta la mano al cuore e che molti non la

pensano come me e premesso che non me ne importa un

emerito fico secco dei molti che come me non la pensano, vi

pongo una domanda: Perchè da popolo di santi, poeti e

navigatori, scienziati, filosofi e scultori, musicisti, astronauti

e scrittori ci siamo ridotti così? Forse i vari detti che girano

nel mondo sugli italiani, sulla loro bonarietà nel fare le cose

e sulla loro approssimazione nel valutarle non sono del tutto

errati.. partiamo dalle arti e dai mestieri: Siamo la nazione

con meno laureati ma quella che regala il maggior numero

di lauree Honoris Causae (si scrive così?in latino avevo una

sufficienza che stentata è dire poco..);certo, perchè perdere

tempo a studiare quando si può risolvere tutto all' italiana..

basta che uno abbia un cognome come Rossi (Vasco o

Valentino e a stò punto la esigo anche per il mio Saccot-

tino!!) che la laurea sorge spontanea, il primo perchè, tra

una pista di cocaina e l'altra, scirve qualche canzone

decente, il secondo perchè tra una pista e l'altra... si scrive

gli slogan da solo!! e già, come non laureare chi guida

benissimo ma ha il genio di mettere sulla moto un pollo o

una bambola gonfiabile.... colui che sulla tomba, per dirla

alla Patrucco (vedi Colorado Cafè Live) avrà inciso:"Ho

spiaciuto che non ho arrivato primo anche qui"... Dio Santo,

ora manca solo quella in medicina per i calciatori.. ma

almeno di medicinali ne sanno di sicuro più loro di un farma-

cista... Passiamo allo sport, fermo restando che ogni sport

ha la sua dignità e il suo fascino;Il calcio, ecco lo sport

italiano per eccellenza: E già, non si può essere italiani e

non giocare a calcio, così, mentre tutti gli altri paesi al

mondo hanno come sport nazionali Rugby, Basket,

Football(che, pur essendo una semplificazione del rugby,

classica americanata, è cmq più complicato del calcio..),

sport in cui bisogna studiare anni solo per capire le regole,

noi ci accontentiamo di gettare una palla nella rete avver-saria (e non sempre) senza, ecco il regolone, prenderla con

le mani! certo se la palla la gioca Van Basten è un' altro

discorso e ogni sport ha la sua dignità ma sfido gli scettici a

provare 15 o anche 20 secondi di rugby, non per i contrasti

(certo non piacevoli ma 1°non te lo ordina il medico, 2° in

alternativa c'è sempre il volano o il calciobalilla per i cuoricini

più delicati) quanto per l'infinito numero di regole, schemi,

movimenti, allineamenti e gesti tecnici che bisogna conos-

cere! E’ pur vero che è sempre nel fare le cose più difficili

che il nostro spirito tende a migliorarsi e che le cose difficili

non sono per gli italiani, pigri per eccellenza.. è un pò come

scegliere di studiare improvvisazione jazz per 4 palati

raffinati al inserire 2 dischi di rumore sui piatti e far ballare

una massa informe di "cultori della musica". E esprimendo il

mio modesto (e neanche tanto modesto) parere, uno sport

che ti accompagna da piccolo, ti mette una divisa addosso e

ti fa anche penare, come il calcio, con l'apertura ad altre

attività non comuni ma più complesse e conseguentemente

più affascinanti, diventa ai miei occhi sterile e ripetitivo,

sopratutto vedendo gente dopata quanto strapagata che si

esprime in suoni gutturali ma si sente superiore ad un nobel

per la medicina, gonfiati da tifosi abituati a divinizzare le

persone (termine grosso) e ragazzine che sognano una vita

da velina e un troglodita con la zazzera e la ferrari al loro

fianco...italiani, basta che qualcosa sia elementare da

capire e sarà italiana. Mi direte: ecco, sei sempre il solito

estremista, ci sono molte altre cose per cui si è orgogliosi di

essere italiani...e non lo metto in dubbio. Vogliamo parlare di

cinema? ecco che ogni anno fiumane di gente invadono le

sale per il consueto appuntamento con Vacanze di Natale in

India, QWait, Polinesia o come diavolo si chiama (cambiano

nome più velocemente di quanto D'Ambrosio cambi

partito..). La trama? Squallidi borghesi milanesi in giro per il

mondo in cerca di prostitute per poi accorgersi che le

suddette prostitute le avevano già sposate;film che si

possono commentare con il suffisso che Fantozzi diede a La

corazzata Poteomvkin(il famoso film russo ma con sottotitoli

in polacco..): "Una cag**ta pazzesca". C'è chi, capendo o

facendo finta di capire di che boiata si tratti, dice di andare

al cinema per tradizione.. ergo se uno si prende a badilate i

genitali una volta dovrebbe farlo a cadenza annuale per 

"tradizione". Italiani.....e pensare che due anni orsono nelle

sale (un paio forse, le altre erano impegnate a trasmettere

"cultura e comicità") c'era la riedizione de "Il grande Ditta-

tore" di un certo Charlie Chaplin, che, con il suo humor 

sarcasticamente realistico, profetizzava i disastri dellaseconda guerra mondiale; troppo difficile o noioso? no, al

contrario, paurosamente facile da capire e da uccidersi di

risate ma semplicemente non di moda, [...]

CONTINUA A PAG. 11

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La Voce di Rioneroa Voce d i Rionerocultura & curiosità

111

Giugno ‘05iugno ‘05

Da tempi immemorabili ogni qualvolta qualcuno

racconti qualcosa di buffo, non conoscendo la

derivazione storico politco sociale della sua battuta la

battezza così:Come disse Giacomo Acerbo.. questa

creatura mitologica, metà uomo e metà rionerese, il

cui nome e la cui popolarità ha attraversato gli

oceani..( ci scusiamo con i parenti.. sappiamo chi

era..) colui che ha regalato al mondo perle di comicità

tali da far impallidire i migliori Totò e Peppino, le cui

pungenti quanto sarcastiche affermazioni rimarranno

nella storia affiancate a quelle dei fratelli Marx..( non

Karl..questi erano pagati per fare comicità); Colui che,

a coloro che gli facevano notare il treno che aveva

appena perso allontanarsi all' orizzonte, rispondeva:"

il treno se n'è andato ma il biglietto ce l'ho

io!"........................ Il genio fatto persona quando,

sulla nave che lo portava in America, faceva sfoggio

di una "improvvisata" arte del saper leggere sfogli-

ando il giornale al contrario e ammoniva gli incauti

spettatori, che gentilmente gli facevano notare la

cosa, dicendo:" Ignoranti, chi sa legge sa legge a

ddritt e a capcul !!*"( Empi! chi sa leggere non si pone

problemi nell' osservare in quale verso sia posizion-

ato il quotidiano..). Il ritratto della tranquillità e della

compostezza degna di un lord inglese quando sulla

nave che affondava ( la stessa del giornale??) egli

rimaneva impassibile dicendo ai compagni: "E che

me ne frega a me, mica è la mea la nave.." (Cosa mi

importa del naufragio se non sono neppure azionista

della compagnia proprietaria del transatlan-

tico?).................. Ora, da comuni mortali, possiamo

mai credere che una sola mente sia stata in grado di

partorire simili pensieri? E' troppo per un singolo

essere umano, anche se si tratta di un rionerese.. Se

anche tu, come me, credi che sia ora di finirla di

abusare di sudetto nome allora firma la nostra

petizione e dona 1000 euro affinchè siano riconosciuti

agli eredi dell' ormai defunto e compianto Giacomo , i

diritti d'autore del su un nome tanto famoso quanto

usurpato. Giacomo Acerbo....quando si dice un uomo

scomparso prematuramente.... ma quante ne so?

di VICENZO D’AMICO

WWW.DIFENDIAMOGIACOMOACERBO.IT

g i a c o m o g i a c o m o

di VICENZO D’AMICO

[...] film del quale di certo non si può discutere nel bar con gli

amici; infondo come paragonare il discorso finale di un finto

dittatore che parla di amore e pace tra i popoli (considerato

dalla critica uno dei finali più belli e intensi del cinema mon-

diale) ad un "sublime quanto espressivo" cantante fumato

che ha un rutto come suoneria del telefono? altro fenomeno

simbolo dell' italia ma di molti stati in generale sono i centri

sociali;non i centri di recupero (anche se è facile sviare il

discorso), badate bene che chi ha la forza di uscire da un

tunnel così buio come quello della droga è a mio modesto

parere un eroe e a tal proposito voglio mandare un caldo

abbraccio agli amici della comunità di San Mariano persone

splendide e dalle quali possiamo solo imparare l'amore per 

Dio e per la vita. La mia critica si rivolge a quei luoghi

raccolta di rifiuti umani, coloro che assaltano un supermer-

cato gridando all'esproprio proletario..che con il diritto di

avere quello che altri hanno ottenuto col sudore della fronte

rapinano banche e paninerie solo perchè hanno un Mc di

troppo nel nome, coloro che a Genova hanno distrutto tutto

in nome della pace, coloro che si battono per difenderespacciatori e clandestini, che considerano la droga una

virtù, coloro che alla morte dei nostri soldati gridavano 10

100 1000 Nassirya. il discorso è sempre quello: "Il sonno

della ragione genera mostri" per citare anche Goya,

l'ignoranza e la massa sono le 2 cose più pericolose che

l'uomo possiede. I mediocri si aggrappano ai forti parassi-

tando così come l'edera alla quercia finendo per soffocarla.

Ragazzi, non accontentatevi di essere uno dei tanti. Fatelo

per voi! Non voglio entrare nel discorso musica o canottiere

e visiere rosa.. sarei ovvio e ripetitivo. Se qualche tutore

degli oppressi si sente offeso, o perchè ha una laurea ad

honorem o perchè era al cinema e non nelle 2 sale con

Chaplin può inviare i propri pensieri a

[email protected]. Sarò felice di non rispondervi :-)

Infondo, come mi ha insegnato un mio caro amico allena-

tore di calcio, una delle personi più acute che conosca,

anche l'odio, il disprezzo o le offese sono gesti di impor-

tanza che diamo all' interlocutore che in genere adotta la

tattica che fu di Wilde:Parlate di me, bene o male, basta che

ne parliate.

Buio.

riflessioni

segue dalla pag 10

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8/9/2019 La Voce di Rionero - LVDR_03

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La Voce di Rioneroa Voce d i Rionerosport & spettacolo

122

film del mese s i n c i t y  

l a r e c e n s i o n e

Film tratto da un fumetto, genere che

negli ultimi anni si è consolidato e in

molti casi ha riscosso grandi successi

(Spiderman, uno dei tanti). Sin City è

una città dove lo scontro tra bene e

male è all’ordine del giorno (notte nel

caso del film), dove la violenza

assume un carattere preponderante e

durante le due ore di proiezione si

potrà essere spettatori di quella realtà

“specchio rovesciato” della nostra vita

quotidiana. Vengono trattate le storie

di tre personaggi: il guerriero della

strada Marv, l’investigatore privato

Dwight e l’agente John Hartigan. Tutto

stilisticamente perfetto grazie all’uso

del bianco e nero che risalta quelle

poche scene dove il colore assume

toni che ci fanno sembrare all’interno,

non della pellicola, ma bensì del

fumetto; risultato un film affascinante,

soprattutto per coloro amanti del

genere. Il cast, Bruce Willis, Clive

Owen e Mickey Rourke per citarne

alcuni, sicuramente di primissimo

piano è infine l’ultima lode che si può

aggiungere a questo ottimo film che

magari può risultare slegato per la

trattazione delle storie, ma per chi,

conoscendo il fumetto, riesce invece a

cogliere pienamente la trasmigrazione

ben riuscita su pellicola.

di OSCAR CARUSO

Dopo 14 anni,lontano dalla città che lo ha amato tanto e

soprattutto mai dimenticato,il re,Diego Armando Maradona

ha marciato trionfalmente tra una folla che acclamava a gran

voce il suo nome. Il San Paolo stracolmo di gente ha visto il

proprio idolo di sempre ricalcare quello stadio che tempi or 

sono diede loro immense gioie sportive con la conquista dello

scudetto in primis. E tutto ciò non poteva se non avvenire

durante la festa di addio al calcio di un altro beniamino dei

ifosi,il mitico Ciro Ferrara, che ha detto basta alla sua

gloriosa carriera e che è stato in grado di riportare a casa il

suo ex compagno e autentico fenomeno di tutti i tempi che a

Napoli mai nessuno scorderà. Una serata dalle mille

emozioni che ha riservato parole d’amore anche da parte del

re Maradona ai suoi tifosi e alla città che mai ha mancato di

dargli l’affetto che lui porterà sempre con se, festa del calcio

e festa indimenticabile,così verrà ricordata la serata del 9

giugno 2005.

d i e g o a . m .

Il re nuovamente a casa

di OSCAR CARUSO

Si ringraziano tutti coloro che hanno reso possibile la stesura, nonchè la pubblicazione del presente.

Nel numero di oggi hanno scritto (in ordine cronologico) : joseph di franco, fabrizio tolve, ferdinando carmosino, carmine

tolve, francesca brunello, adelio fioritto, luber, simone cola, giuseppe fioritto, vincenzo d’amico, oscar caruso.

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Titolo originale: Sin City

Nazione: U.S.A.

Anno: 2005

Genere: Azione

Durata: 126'

Regia: Frank Miller, Robert Rodriguez

Sito ufficiale: http://www.sincitythemovie.com

Sito italiano: http://www.sincity-ilfilm.it

Produzione: Dimension Films

Distribuzione: Buena Vista

Data di uscita: 01 Giugno 2005 (cinema)