la vite e il pioppo

24
la Vite & il Pioppo il verde sta finendo il verde sta finendo noecomafia.it è nata la rete provinciale degli sportelli ambiente e legalità Anno VII - n.1, Maggio-Giugno 2010 focus CAMPI INTERNAZIONALI volontari cercasi CONSUMO DI SUOLO CONSUMO DI SUOLO Foto: Franco Spinelli Periodico di ambiente, cultura e sviluppo locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”

description

Periodico di ambiente cultura e sviluppo locale del Centro Regionale per l Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile La Vite e il Pioppo

Transcript of la vite e il pioppo

Page 1: la vite e il pioppo

la Vite & il Pioppo

il verde stafinendo

il verde stafinendo

noecomafia.it è nata la rete provinciale degli sportelli

ambiente e legalità

Anno VII - n.1, Maggio-Giugno 2010

focus

Campi internazio

nali

volontari cercasi

consumo di suoloconsumo di suolo

Foto

: Fra

nco

Spin

elli

Periodico di ambiente, cultura e sviluppo locale del centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo sviluppo sostenibile “la Vite & il Pioppo”

Page 2: la vite e il pioppo

Periodico di Ambiente, Cultura e Sviluppo Locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”. Registrato al Tribunale di S. Maria Capua Vetere n.611 del 23/12/03

Il verde sta finendoAnno VII - n.1 2010, Maggio - Giugno

Susanna PascaleDIRETTORE RESPONSABILE

Raffaele LupoliCAPOREDATTORE

Maria Rosaria Coppola, Gennaro Conte, Alessandra Tommasino, Francesco Minutillo, Laura Garofalo, Pasquale Cirillo, Eugenio Tinto, Ferdinando Pirro, Leopoldo Coleti, Antonio Pascale, Giovanni Capobianco, Aniello Iuliano, Mauro BaldascinoREDAZIONE

Rosanna Comune, Ersilia Mozzillo, Elsa Cristiano, Raffaele Conte, Giovanni Daliento, Rosita Comune, Federica Cop-pola.REDAZIONE juNIOR

Franco Spinelli, Pasquale Vitale, Giovanni Capobianco.FOTO

Orazio PascaleLAyOuT COORDINATOR

Legambiente GeofilosCasale di Teverolaccio, 81030 Succivo - CasertaEDITORE

Questo numero è realizzato nell’ambito del progetto “LEGAME legalità, giovani, ambiente @ nuovi media” con i fondi pro-tocollo d’intesa fondazioni bancarie e volontariato

Eccoci ritornati. Con una veste di-versa da quella passata, con tante nuove idee e qualche anno di espe-

rienza in più. E tante novità.

La prima è che da oggi “La vite & il piop-po” assume un carattere provinciale. Dal-le pagine del nostro periodico cercheremo di rappresentare uno spaccato delle tante buone nuove che la nostra Provincia ancora ci offre e con-tinueremo a denunciare ciò che non va. Artefici di queste pagine saranno i circoli di Legambiente casertani, che at-traverso la regia del circolo atellano Geofilos e l’esperienza di quelli di Caserta e di Piedimonte, daranno voce a fatti, persone, storie che racconteremo a colori in queste pagine.

La seconda è che il periodico che avete tra le mani fa parte di un progetto molto ambizioso, a cui Legambiente e il Centro Servizi al Volontariato Casertano hanno creduto, con l’obiet-tivo di accrescere la speranza che un futuro migliore è pos-sibile e la consapevolezza che ciò dipende da tutti. “La vite & il pioppo”, infatti, si affianca al portale web noecomafia.it e alla omonima web tv, alimentata dai cittadini che vorranno inviarci le loro pillole video e diventa la voce dei tre sportelli “ambiente e legalità” che sono a disposizione dei cittadini di Terra di Lavoro per sostenerli nella denuncia di ogni forma di illegalità ambientale.

Infine, con questo numero inauguriamo l’iter ufficiale per la costituzione dell’Osservatorio Ambiente e Legalità della Provincia di Caserta. Un Osservatorio fatto da migliaia di sentinelle sul territorio, cittadini consapevoli dei danni che le ecomafie procurano all’ambiente e al futuro, che amano la loro terra e che hanno deciso che anche nel loro piccolo vogliono diventare protagonisti di una svolta che altri vorrebbero farci vedere come impossibile.

Buona lettura. Antonio Pascale

la Vite e il Pioppo editoriale

...Maccus hai letto il mio nuo-

vo piano casa per Atella?

...Maccus e Pappus

pinkiopallino

DESTINARE IL 5X1000 A LEGAMBIENTE

TI RIPAGA IN NATURAil 5x1000 non ti costa nulla, ma può fare

veramente tanto

Destinarlo a Legambiente significa dare più forza alla lotta all’inquinamento e alle eco-mafie; sostenere lo sviluppo delle tecnologie pulite e le produzioni di qualità; avere più fondi per il volontariato ecologico e per la valorizzazione del patrimonio culturale. Pen-saci, con un piccolo gesto, avrai in cambio un mondo migliore.

inserisci il c.f. 9000 9500 613 - legambiente Geofilos

...m’ha fatto cascare le braccia!

Page 3: la vite e il pioppo

PENSARE GLoBALMENTE, AGIRE LocALMENTEAmbiente, Legalità e Giovani @ Nuovi Media - Una lente di ingrandimento puntata sui temi dell’illegalità ambientaleMaggio parte con il progetto “Leg@Me” di promozione del volontariato ambientale. è in corso la creazione di un Laboratorio Provinciale di comu-nicazione dedicato alle tematiche dell’ambiente e della legalità attraverso l’utilizzo dei nuovi media. Il Laborato-rio si fonda sulla costituzione di una rete di “EcoSportelli”, nelle città di P.Matese, Caserta e Succivo; la cre-azione di un sito web che ha l’intento di avvicinare le nuove generazioni alle tematiche ambientali attraverso video, che verranno convogliati in un Com-munity Magazine e successivamente in un Concorso Provinciale di Eco-Pillole video. Il progetto inoltre prevede la stampa del periodico che state sfo-gliando. Riscontri positivi all’evento di lancio del progetto a Caserta di fine aprile.segui le attività di legame su www.lavit-eilpioppo.it sul gruppo facebook di Geo-filos o al sito www.noecomafia.it

FESTAMBIENTE 2010 Dal Matese la promozione della cittadinanza attivaDopo il riuscito incontro con gli alunni delle scuole superiori di Piedimonte Matese sul tema “Gio-vani volontari per una cittadinanza attiva”, si prepara un’altra tappa del progetto di promozione del volonta-riato “Festambiente 2010”, finanzia-to dal Centro Servizi Volontariato di Caserta, che vede uniti in rete tre circoli Legambiente della Provincia di Caserta. Domenica 4 luglio, un autobus raccoglierà giovani volon-tari e non, partendo da Succivo, passando per Caserta e giungendo a Bocca della Selva, nel cuore del Parco Regionale del Matese, per re-alizzare una giornata di volontariato ambientale con pulizia dei boschi e attività di prevenzione degli incendi nell’ambito della campagna nazio-nale di Legambiente “Non scherza-te con il fuoco”. Saranno attivate collaborazioni con la Pro Loco, la Protezione Civile e altre associazioni del territorio. A conclusione della giornata, degustazione di prodotti tipici per i volontari .

info a legambiente circolo di Volon-tariato matese - cEdA di P.m. matese: 0823/913669

oRTI URBANI: TRA SoS-TENIBILITà E SocIALITà Uno scorcio di verde nella jungla di cementoIn alcune metropoli moderne esi-stono piccole ma importantissime realtà: gli Orti Sociali. Queste espe-rienze sono in grado di porre rimedio, seppur a livello microscopico, alle storture del sistema cementizio. E’ ciò che i volontari di Geofilos stianno cercando di attuare sul territorio di Succivo dopo il successo degli ultimi orti sociali, inaugurati dal Presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo, a Pontecagnano. La con-venzione riguardante gli orti del progetto Terra Felix è stata firmata il 23 febbraio, ed ha visto nei giorni successivi i volontari impegnati nel rilevamento delle caratteristiche dell’area attigua il Casale di Tevero-laccio.A breve il bando per la destinazione dei piccoli lotti dove riproporre le colture tipi-che dei nostri territori. info su www.laviteilpioppo.it

ScATTI D’INDIGNAZIoNEUna primavera ricca di iniziative per il circolo Legambiente di casapesenna E’ una primavera ricca di inizia-tive quella che vede impegnata il circolo di Casapesenna. Nel mese di maggio: in occasione della Festa Dell’Europa è in programma con l’Europe Direct di Caserta che vedrà impegnata le scuole medie per un progetto di educazione, ambiente e legalità. “Scatti di indignazione”.Un’iniziativa che vedrà impegnati soprattutto bambini e ragazzi che dovranno vestire i panni dei fotografi ed immortalare con i loro scatti tutti i rifiuti che sono ancora presenti sul nostro territorio. Le foto saranno poi esposte in una bacheca in piazza. Per informazioni [email protected]

vivibilità4 SUCCIVO

CEMENTO IN ARRIVO

in cantiere in questo numero

5 NASCE L’ECOMUSEODI TERRA DI LAVORO

6 IN NOME DEL MATTONE

8 PRIMAVERA DI LEGAMBIENTEA CASAPESENNA

9 UNA FATTORIA BIO-SOCIALE NEL CUORE DI AVERSA

10 ECOMAFIE. VERSO L’OSSERVA-TORIO PROVINCIALE

11 COLTIVATORIDI ECOBALLE

sviluppo localeMATESEQUALE SVILUPPOUN PARCOCHE ANCORA NON C’èIL RISCATTO POSSIBILE

12

14

16

energieUNA CASA SOLAREA CASERTA

18

volontariandoESTATEDA VOLONTARIOA SUD DEL MONDO

DA BENI ESCLUSIVIA BENI COLLETTIVI

20

21

23

SEME GERMOGLIATOSU TERRA ARIDA

22

In CantIere - MaggIo/gIugno 2010 - la VIte & Il PIoPPo - 3

Page 4: la vite e il pioppo

Giusto in tempo. Srotoliamo lo striscione 8 per 2 (metri) finito di preparare appena qualche minuto prima. De-cidiamo di posizionarci pro-

prio sotto il municipio, in maniera tale da essere ben visibili anche da parte di chi dovrà entrarci per votare. Sono le 18.30 del 27 febbraio 2010. Tra qualche minuto il consiglio comunale di Succivo si riuni-sce per approvare in extremis il “piano casa”, una specie di maxi delibera comu-nale che sfregia buona parte del territorio succivese, a cominciare da Teverolaccio. Apprendiamo della riunione comunale solo 2 giorni prima, leggendo dai pochi manifesti affissi qua e la. Solo una man-ciata di ore per organizzare qualcosa che dimostrasse il nostro disappunto: vote-ranno per la costruzione di centinaia di appartamenti. La gente deve sapere! E come ogni blitz che si rispetti, abbiamo anche il nostro striscione. Decidiamo di scriverci a caratteri cubitali “NO AL CE-MENTO”, frase semplice ma eloquen-te. Contemporaneamente scriviamo un appello a cui, in poche ore aderiscono WWF e Italia Nostra. Duecento stampe a colori, per dire che si stava per autoriz-zare lo scempio del territorio, la linea di congiunzione tra Orta e Succivo, che in pochi minuti, un grappolo di consiglieri comunali decidevano di autorizzare la costruzione di un migliaio di apparta-menti, senza alcuna pianificazione, anzi, demandando ai proprietari dei terreni e ai soliti signori del cemento, dove e come. Palazzi alti 15 metri davanti al Casale di Teverolaccio e sparsi un po’ dappertutto, sul vecchio stadio comunale, nella zona del cimitero, verso Gricignano: migliaia e migliaia di metri quadri si trasformano in pochi minuti da agricoli ad edificabili, per ospitare valanghe di cemento. Nulla da invidiare alle tante operazioni “strane” che hanno aperto la strada alla costruzio-ne di migliaia di alloggi a due passi da noi. Durante il Consiglio Comunale il sindaco parla di noi. E questo è sempre un onore. Gli ambientalisti sono -secondo lui- quelli

succiVocEmEnTo in ARRiVoIl suolo, il territorio, la terra. Aree forzatamente trasformate che perdono identità e storia alla ricerca di modelli dimostratisi senza futuro.

di Antonio Pascale

Casale per le attività del Centro di Educazione Ambientale, che abbiamo fondato nel 2002 e che portiamo avanti per conto del Comune stesso. Qualcuno dice che in fondo non si farà nulla, che tutti quei progetti non stan-no in piedi economicamente. Sta di fatto che in una manciata di minuti viene disconosciuta l’in-tera pianificazione urbanistica, che ha portato Succivo ad un equilibrato sviluppo tra settori residenziali, agricoli e produttivi. Ci vuole veramente poco a far si che un piano “Casa”, che volen-do interpretare benevolmente la legge regionale, poteva servire a dare la casa a chi non ce l’ha, di-venti un puro e semplice piano

“Cemento”. Non potevamo e non staremo a guardare.

che vanno in giro a cogliere fio-rellini stando ovviamente ben attenti a schiacciare le formiche. Non dovrebbero far vincolare dai Beni Culturali pezzi di territorio né parlare di sviluppo sosteni-bile, non dovrebbero proporre iniziative di inclusione sociale e lavorativa né hanno il diritto di pretendere il rispetto dei pro-grammi per i quali un’ammini-strazione ha ricevuto il consen-so degli elettori. E soprattutto, non devono mettere bocca su iniziative così importanti per lo sviluppo economico e sociale del paese come la costruzione di qualche centinaio di palazzot-ti sparsi sul territorio. Dice che ci ha concesso molto e che do-vremmo pagare migliaia di euro per la mansardina che il Co-mune ci lascia usare accanto al

Diverse centinaia di nuovi appartamen-ti potrebbero essere costruiti a Succivo! In assoluta deroga alla pianificazione territoriale vigente, l’Amministrazione Comunale -in risposta al piano casa re-gionale- ha chiesto ai privati e impren-ditori di proporre idee attraverso mani-festazioni di interesse. Un’imponente colata di cemento che in qualche mese potrebbe mettere il nostro territorio in competizione con quello di Orta di Atel-la, vittima della più grande speculazione edilizia dell’ultimo decennio in Campa-nia. Cemento che si va a sommare a quello che negli ultimi anni ha portato alla costruzione di qualche migliaio di nuovi appartamenti, solo una piccola parte dei quali realizzati dai cittadini Succivesi per necessità familiari. [...] Alberghi che diventano condomini, una vastissima zona residenziale che a fron-te di centinaia di nuovi appartamenti

NO alla cementificazione di Succivo SI alla riqualificazione funzionale, estetica ed energetica dell’edilizia

non ha visto realizzato uno solo dei servi-zi essenziali pure previsti nel Piano Rego-latore e che vede uno dei pochi immobili pubblici dell’area in vendita all’asta: an-che al posto degli uffici comunali sorge-ranno appartamenti. Le procedure partecipative previste dalla Legge Regionale 16/2004 vengono com-pletamente scavalcate con la scusa di do-ver cogliere quella che viene presentata come opportunità per la comunità ma nella quale leggiamo un disegno preciso di fare l’ennesimo favore al ciclo del ce-mento, un disegno legato all’anacronisti-ca cieca convinzione che l’edilizia possa essere l’unica attività utile a risollevare le sorti del paese. Allora, con la sconcertan-te delibera di Giunta Comunale n. 1 del 2010, lo sviluppo del territorio viene affi-dato, udite udite, alle proposte di privati e imprenditori. Riteniamo che Succivo stia perdendo un’occasione importante:

4 - La Vite & iL PioPPo - Maggio/giugno 2010 - ViVibiLità

Page 5: la vite e il pioppo

Promosso da Legambiente Campania e finanziato da Fondazione per il Sud, il pro-getto mira ad affermare la possibilità di uno sviluppo lo-

cale sostenibile basato sulla tutela e la valorizzazione del territorio, della storia e delle tradizioni locali, attraverso l’isti-tuzione dell’ecomuseo di Terra di Lavo-ro. Il progetto, che parte dalla salvaguar-dia della Vite maritata al pioppo, antica modalità di coltivazione caratteristica del territorio aversano-domizio-flegreo, ha tra gli obiettivi la valorizzazione del Casale di Teverolaccio, antica masseria fortificata nei pressi del centro di Suc-civo (in foto a lato). Il Casale, che dal 2002 ospita la sede del Centro Regio-nale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La vite e il piop-po”, dopo una parziale ristrutturazione, versa in uno stato di abbandono. Il Co-mune di Succivo, partner del progetto, ha rifiutato la proposta di Legambiente di allestire una sala di degustazione dei prodotti tipici locali a piano terra della corte del Casale e un museo della storia locale nei locali sottotetto, nonostante la possibilità di attingere al finanziamento di mezzo milione di euro. Comunque, è stato destinato al progetto il giardino del Casale, dove, oltre ad un’aula natura e il museo all’aperto, verranno allestiti 10 piccoli lotti di “orti sociali”. «A breve pubblicheremo il bando per l’assegna-zione degli orti -annuncia Francesco Pa-scale, responsabile del progetto-. Saran-no destinati ad anziani e a persone con disabilità e dovranno essere curati con metodi di agricoltura biologica. I prodot-ti saranno destinati al consumo familia-re dell’assegnatario del lotto».

Gli orti sono parte integrante dell’ecomuseo, che metterà in rete i luoghi, i saperi ed i sapori del territorio e verrà inserito nel sistema ecomuseale nazionale, che conta, in Campania, soltan-to 2 altri esempi.Il concetto di ecomuseo si affian-ca a quello museale tradizionale, basato sull’esposizione di colle-zioni di oggetti, esaltando un nuovo tipo di sensibilità: dalla consapevolezza della centrali-tà dei processi culturali nella nuova società della conoscen-za, alla volontà di affermazione dell’identità socio culturale dei diversi territori a fianco dei fer-menti della globalizzazione; dal-la promozione di forme di parte-cipazione diffusa al governo dei territori, ai temi della sostenibi-lità e della responsabilità socia-le, sino alla sperimentazione di nuovi processi gestionali.

«Con l’ecomuseo Terra Felix, miriamo alla promozione del patrimonio culturale sociale e ambientale locale, in una di-mensione prevalentemente im-materiale, a beneficio della po-polazione; insomma, vogliamo contribuire al rafforzamento del sentimento di identità del-la popolazione, accrescere se possibile l’orgoglio di apparte-nere a questo nostro territorio, promuovendo dinamiche sociali positive e migliorando la qualità della vita dei cittadini».

nAscEl‘EcomusEo di

TERRA di lAVoRo

dare un impulso concreto alla riqualificazio-ne dell’attuale parco edilizio nell’ottica del decoro urbano, della sicurezza, del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. La strada che perseguiremo con tutte le nostre forze è legata alla cultura, le tradizioni, le lavorazioni artigianali e i prodotti tipici locali, ma passa per forza per l’innovazione, le nuove tecnologie, l’energia e l’agricoltura di qualità. Legambiente, WWF, Italia Nostra e Libera si opporranno con tutti i propri mezzi a questo sciagurato disegno che, alla faccia della parte-cipazione sancita da tutte le norme nazionali ed europee relative alla pianificazione del ter-ritorio, non ultima la Legge regionale 16/2004, non fa altro che interpretare, nel peggiore dei modi, la parte peggiore della legge “cementifi-catrice” della Campania. Facciamo appello alla società civile affinché ci sostenga in questa iniziativa.27 febbraio 2010Legambiente, WWF, Italia Nostra e Libera

doppio click

www.ecomusei.netwww.fondazioneperilsud.itwww.legambiente.campania.itwww.geofilos.org

Terra Felix, è questo il nome del progetto di Legambiente per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale, paesaggi-stico ed etno-antropologico del territorio casertano.

l'appello

ViVibiLità - Maggio/giugno 2010 - La Vite & iL PioPPo - 5

Page 6: la vite e il pioppo

intervista ad Anna savarese, compo-nente del direttivo nazionale e regiona-le di legambiente, sul Piano casa in campania

Risponde diretta e senza remore Anna Savarese alle nostre domande. Siamo alla Mostra d‘Oltremare

a Parchi in mostra, e lo stand del Parco Nazionale del Vesuvio è li-stato a lutto per il progetto della megadiscarica che il commisariato per l‘emergenza rifiuti ha destinato per quei territori tutelati. Appro-fittiamo per intervistare Anna Savarese del direttivo nazionale e regionale di Legambiente sul piano case e sui possibili effetti negativi sul consumo del suolo.

Anna, come si pone Legambiente nei riguardi del Piano Casa Na-zionale?

in nomE

Il Piano Casa Nazionale e poi Regionale ha il pec-cato di ricondurre al ciclo dell’edilizia l’unica ipotesi di rilancio dell’economia laddove da un punto di vista ambientalista c’era-no tante altre opportunità come la “green economy” o progetti di riqualifica-zione ambientale che co-munque avrebbero dato

“occupazione”

Perchè quali sono gli ef-fetti negativi legati al ciclo dell’edilizia? Svariati sono i problemi legati al ciclo dell’edilizia come la coltivazione della

cave, il movimento terra e il consumo del suolo! Ma soprattutto il ciclo dell’edilizia, avulso da un processo pianificatorio, pone il rischio della deroga agli strumenti urbanistici o me-glio riconduce il processo di urbanizzazione alla mera edificazione di edilizia resi-denziale, prescindendo dalla pianificazione territoriale e comunale.La L.R. 19.09 approvata il 28.12.09 con il titolo “Misure urgenti per il rilancio econo-mico, per la riqualificazione del patrimonio esistente, per la prevenzione del rischio sismico e per la semplifica-zione amministrativa”, che per semplicità comunicativa è stata definita “Piano Casa”, introduce alcuni elementi di novità quali il possibile ri-corso a tecnologie innovative connesse al risparmio ener-getico e all’utilizzo di fonti energetiche alternative, o an-che l’attenzione posta all’an-tisismicità e meglio ancora

dEl mATTonE“Il Piano Casa Nazionale e poi Regionale ha il peccato di ricondur-re al ciclo dell’edilizia l’unica ipotesi di rilancio dell’economia lad-dove c’erano tante altre opportunità come la “green economy” o progetti di riqualificazione ambientale che comunque avrebbero dato occupazione”

di Eugenio Tinto

Anna Savarese, Architetto, fa parte del Direttivo nazionale e regio-nale di Legam-biente. è Responsabile del Settore Soste-nibilità e territorio di Legambiente Campania. è stata Presidente del Parco Regionale dei Monti Lattari

6 - La Vite & iL PioPPo - Maggio/giugno 2010 - ViVibiLità

Page 7: la vite e il pioppo

l’obbligo di dotare gli edifici del “Fascicolo del Fabbricato”. Ma tali elementi positivi, in real-tà, rischiano di essere disattesi dall’assenza di regolamenti at-tuativi cui la legge rimanda che

“possono”, non “devono” essere prodotti dalla stessaRegione o dai Comuni prima di realizzare i possibili interventi di ampliamento o di abbattimen-to e ricostruzione con aumenti volumetrici. Inoltre, la Legge reputa riqualificabili e passibi-li di ampliamenti anche edifici o contesti abitativi per i quali è semplicemente stata presentata istanza di condono. Ciò si con-figura come una strisciante sa-natoria, garantendo addirittura ampliamenti in edifici costruiti abusivamente senza stabilire quale sia la procedura di verifi-ca della condonabilità e meglio ancora laddove si ravvisasse l’incondonabilità se si procederà finalmente all’abbattimento.

Quindi, Anna, in termini di “sa-crificio” del lavoro svlto da Le-gambiente in tutti questi anni proprio su questi temi partico-larmente caldi nei nostri terri-tori? Il Piano Casa rischia di azzerare trent’anni di lavoro di Legam-biente, faticosamente condotti in una Regione che solo due anni fa è riuscita a dotarsi di una stru-mento di governo del territorio qual è il PTR (Piano Territoriale Regionale) e di una legge , la L.R. 13/08, di accompagnamento al

Piano che ha già introdotto un processo di semplificazione bu-rocratica rilanciando la copiani-ficazione orizzontale tra comuni e verticale tra comuni ed enti sovraordinati, preposti alla pianificazione territoriale e di coordinamen-to.Sop ra t tu t t o questo pro-cesso, sia le-gislativo che pianificatorio ha basato il Governo del Territorio su concetti molto cari a Legam-biente: lo “svi-luppo locale” che dovrebbe realizzarsi in ciascuno dei 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) individuati dal PTR e il “policentrismo” che in qualche modo discende dalla visione sistemica dei vari comparti insediativi rap-presentati dai 45 STS. Ciò, final-mente, potreb-be consentire la gerarchizzazione dei comuni medi e piccoli, ciascuno in grado di rapportarsi al proprio STS. Il

PTR delinea anche i 9 sistemi insediativi e le 3 reti di interconnessione, tra cui c’è la Rete Ecologica che ingloba tutto il sistema delle Aree Protette, collocate sulla dorsale appenninica e connesse con i corridoi eco-

logici ai parchi costie-ri e all’intero sistema di aree protette e ri-serve naturali.

Il rischio più concreto a cui andiamo incon-tro con il Piano Casa? Il rischio è riaffer-mare come volano di sviluppo quel “ciclo dell’edilizia” che ha caratterizzato l’as-senza di uno sviluppo economico sia indu-striale che terziario che è causa ed effetto del sottosviluppo del-la nostra regione e so-prattutto è il ciclo su cui si sono innestate le “ecomafie” con l’ abusivismo, con le

coltivazione delle cave, con i movimenti di terra, con gli appalti discutibili di opere

pubbliche, fino al ciclo dei ri-fiuti utilizzando le cave e i mo-vimenti di terra per lo smalti-mento illecito dei rifiuti anche speciali, tossi-ci e nocivi. La Campania do-

vrebbe, invece, guardare alle potenzialità dello sviluppo sostenibile e duraturo, fa-cendo leva sull’ambiente, sia con riguardo ai necessari processi di riqualificazione (depurazione, smaltimento dei rifiuti, bo-nifiche, ecc.), sia con riguardo ai processi di sviluppo economico legati all’innovazio-ne, agli interventi nel settore energetico, dei trasporti connessi alla mobilità soste-nibile, alla valorizzazione delle produzioni tipiche agricole e artigianali, alla ricerca, al terziario avanzato e al turismo di qua-lità. La “green economy” è lo scenario di riferimento che consentirebbe alla Cam-pania di uscire dalla generale crisi econo-mica con un rilancio innovativo non solo con rispetto alla situazione contingente, ma soprattutto rispetto agli errori del pas-sato. (continua)

“ la Campania dovrebbe guar-dare all’innovazione, agli inter-

venti nel settore energetico, alla valorizzazione delle produzioni

agricole e artigianali ”

Mentre con il Piano Casa molti Comuni si attivano per promuo-vere la cementificazione, una voce di controtendenza si alza da Camigliano, il centro dell’agro ca-leno guidato dal giovane sindaco Vincenzo Cenname. Attraverso incontri con i cittadini, Cenname, attuatore di politiche sostenibili che hanno portato Camigliano a

quella buona

far parte dell’associazione na-zionale Comuni virtuosi, sta attuando uno strumento urba-nistico che prevede un uso del territorio nullo. “Il nostro obiet-tivo- annuncia il sindaco- sarà quello di apportare un incre-mento di valore a tutte le abita-zioni esistenti, prevedendo un piano di recupero per le case abbandonate del centro storico e dicendo no a nuove aree di espansione edilizia”.

SenzaconSumo del Suolo

di Alessandra Tommasino

ViVibiLità - Maggio/giugno 2010 - La Vite & iL PioPPo - 7

Page 8: la vite e il pioppo

Il Piano casa offre la possibilità del cam-bio di destinazione d’uso, come credi verrà utilizzata questa “arma”?La possibilità dei cambi di destinazione d’uso fa sì che capannoni industriali o i capannoni commerciali possano es-sere riconvertiti ai fini edificatori. La questione è che l’utilizzo dei cambi di destinazione d’uso comporta anche tutta la rete infrastrutturale e ciò non si può ricondurre certo alla sola edilizia residenziale. Bisogna comprendere che ci devono essere anche le condizioni affinché ci possa essere un cambio di destinazione congruo con le condizioni circostanti al territorio.

Quindi Anna come valuti l’utilizzo di questo Piano casa in funzione delle sue finalità?Rispetto al tema di fondo che lo ha por-tato agli onori della cronaca, ovvero il rilancio economico , è un traguardo che non riuscirà a raggiungere perché si in-veste in un mercato che è in pratica ab-bastanza stagnante per l’innumerevole presenza di case sfitte e per la difficoltà a investire dovuta alla crisi. Inoltre la legge, sia a livello campano che nazio-nale, mostra una difficoltà oggettiva di applicazione per alcune evidenti con-traddizioni interne. Il lancio del governo nazionale ha mostrato la debolezza del-la proposta man mano che si è procedu-to alla stesura delle leggi regionali. Ma ciò se può generare, dal punto di vista di Legambiente, un possibile ot-timismo sfuma sia di fronte al rischio che l’unico reale ambito di intervento possa essere quello connesso al recupe-ro di aree abusive (nascondendo quindi la strisciante sanatoria), sia nella con-siderazione che ben altre strategie si potevano mettere in atto per il rilancio economico.

Con Green Economy, o Economia Verde, si indica quel tipo di economia le cui implicazioni sull’am-biente sono ridotte, o che, comunque, agiscono sul-la natura circostante in limiti accettabili e sostenibi-li. La Green Economy punta a sfruttare ad esempio tutte le fonti di energia rinnovabile presenti in natu-ra. Il sole, l’acqua, il vento si trasformano, con l’aiu-to dei mezzi prodotti dall’uomo, in energia solare, energia idroelettrica ed energia eolica. Lo scopo della Green Economy è quello di affiancare alle fon-ti di energia tradizionali, come quelle fossili, fonti di energia alternative e rinnovabile.

?strizzare l’occhio alla natura non è più cosa impossibile

GREEn EconomY

Nell’incertezza sul come e sul quan-do, alcuni di noi cominciammo a frequentare le ri-

unioni settimanali del Circo-lo Geofilos a Succivo mentre altri andavano alla scoperta di ulteriori modi e attivarsi per migliorare la realtà. Dopo qualche mese i dubbi sono scomparsi: per poter cam-biare le cose occorre guarda-re il mondo con occhi diversi, capire che ogni nostra azio-ne comporta cambiamenti in tutto il pianeta e, soprattut-to, che le cose cambiano se siamo prima noi a cambiare. Organizzarsi e costituire un Circolo Legambiente a Ca-sapesenna è stata la rispo-sta immediata per far fronte alla domanda di impegno del gruppo. D’altra parte, dopo i numerosi episodi di cronaca che, come un fiume in pie-na, hanno inondato le pagi-ne dei giornali, sentivamo il bisogno comune di farci ca-rico di una svolta positiva, di mettere in campo uomini e mezzi per dare voce anche al più piccolo cittadino e a tutti quelli che sono stanchi di essere identificati con tito-li da cronaca nera. Ci siamo,

quindi, impegnati con l’aiuto della parrocchia nell’organizza-zione di diverse campagne tra cui: “Puliamo il Mondo”, “La fe-sta dell’Albero” e di recente “100 Strade per Giocare” cercando di attirare e coinvolgere il maggior numero di persone. Tutte queste iniziative hanno riscosso grande successo di pubblico ed hanno coinvolto bambini e adulti, se-gno che le buone pratiche rie-scono sempre a farsi apprezza-re. Con l’arrivo del nuovo anno, guidati anche dall’ormai vetera-no circolo di Succivo, abbiamo deciso di costituirci formalmen-te come circolo LEGAMBIENTE CASAPESENNA. La rete così si estende sul territorio, segno che si può cambiare e che, come dice un vecchio adagio, se si se-mina si raccoglie. E se il seme è buono non può che generare buoni frutti.

diversamente uguali

PRimAVERA di lEGAmBiEnTE A cAsAPEsEnnAUnire le forze per dare voce e gambe alle idee

puoi contribuire alle uscite ed alla distribuzio-ne di questo periodico. partecipa alla nostra redazione. Diventa anche tu un eCo-reporter! [email protected] o 081.5011641

un mondo diverso è possibile

di Angelo Ardente

8 - La Vite & iL PioPPo - Maggio/giugno 2010 - ViVibiLità

Page 9: la vite e il pioppo

è un tiepido giove-dì di primavera quando mi sono recata presso l’ex manicomio di

Aversa per visitare la fattoria sociale “Fuori di zucca”, nata da qualche anno per inizia-tiva di un gruppo di giovani. Dal caos generale del centro di Aversa mi ritrovo catapultata nella tranquilla quotidianità della fattoria! «E’ una giornata ricca di lavoro per i volontari - mi racconta Fabio- dal mo-mento che devono raccogliere, sbucciare e confezionare le fave per poter soddisfare in giorna-ta gli ordini». Giovanni (in foto a lato) volentieri da una mano. Si, perché tutti i prodotti fre-schi di stagione, coltivati con le tecniche dell’agricoltura bio-logica, sono venduti ai gruppi solidali d’acquisto attraverso il sistema della filiera breve.Decido così di andare sul “campo” a fare due chiacchie-re con loro. «Il lavoro è tanto - mi racconta il signor Giovan-ni, volontario in pensione - ma le braccia sono poche e il pro-blema è che le fave devono es-

sere tolte dal baccello appena colte per evitare che diventino amare». Questa è una delle difficoltà che sicuramente vive la fattoria: la mancanza di vo-lontari. Malgrado ciò tutti si danno un gran da fare, anche gli altri ragazzi che lavorano nella fattoria, e che seguono un programma educativo di

reinserimento sociale e lavo-rativo, aiutano Giovanni che li guida e li moti-va mettendo a loro disposizio-ne la saggezza e l’esperienza che ha acqui-sito negli anni. Dopo tutto è ri-saputo che dagli anziani c’è sem-pre qualcosa da imparare! E poi loro per realiz-zare i prodotti

utilizzano gli ingredienti migliori: l’amore e la passione per ciò che fanno. Continuo la mia piacevole passeggiata e mi accorgo che la fattoria offre anche altri servizi. Giocosi laboratori accolgono sco-laresche di ogni ordine e grado, favorendo l’apprendimento atti-vo. Anna e Daniela, due simpatici asinelli, svolgono con i bambini

attività di onoterapia. Una carinissi-ma sala ristorante, di circa 80 coper-ti, permette di far gustare agli ospiti della fattoria prodotti tipici locali va-lorizzando gli usi culinari della tradi-zione contadina campana. Positiva-mente colpita mi accingo a salutare Giuliano, presidente della cooperati-va, e a fargli i miei complimenti per la fattoria che, come lui stesso mi ricor-da «è modello esemplare per la cre-scita in un settore, quale quello delle cooperative, marginale nell’ economia locale e potrebbe divenire fonte di uno sviluppo non solo economico ma anche sociale, fondato sulla tutela e valorizzazione del nostro territorio».

unA FATToRiA Bio-sociAlE nEl cuoRE di AVERsA

doppio [email protected]

per info e prenotazioni dei prodotti di FuoRI dI zucca e info per gruppi di acquisto solidale:

Un modello nel settore delle cooperative, fonte di uno sviluppo economico e sociale, fondato sul recupero del territorio

di Laura Garofalo

Fattoria Fuori di Zucca Via Linguiti 54 (ex Ospedale Pschiatrico) Aversa (CE)Tel/Fax: 081.584.20.78 Cel: 329.055.56.32

Laura in un piacevole scambio di saluti con un ospite della fattoria

ViVibiLità - Maggio/giugno 2010 - La Vite & iL PioPPo - 9

Page 10: la vite e il pioppo

Ufficialmente sono par-titi il 28 aprile scorso e saranno a disposizione dei cittadini per i prossi-mi 18 mesi. Gli sportel-

li Ambiente e Legalità di Legambiente hanno avuto il loro battesimo a Caser-ta, presso la Cappella SS Immacolata, in occasione del convegno “NOecoma-fia.it”, durante il quale è stato presen-tato il Progetto Legame (Legalità, Am-biente e Nuovi Media).All’evento sono intervenuti il giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Raffaello Magi, il responsabile alle comunicazione del circolo Geofilos Legambiente di Succivo Francesco Pa-scale, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Francesco Manoz-zi, il presidente di Legambiente Cam-pania Michele Buonomo e il presidente della Camera di Commercio di Caserta Tommaso De Simone.“Il progetto di promozione al volonta-riato ideato dal circolo Geofilos Legam-biente Succivo, spiega Francesco Pa-scale, si sviluppa attraverso tre attività interconnesse: l’apertura degli eco-sportelli ambiente e legalità a Succivo, Piedimonte Matese e Caserta, che acco-glieranno le segnalazioni di abusi am-bientali presentate dai cittadini e dagli enti; la realizzazione di una web tv che condividerà attraverso il sito noecoma-fia.it i filmati di denuncia inviati dai cittadini; la pubblicazione della rivista “La Vite e il Pioppo”, che approfondirà

strumento di osservazione passi-va ma vogliono essere, invece, uno strumento dinamico messo a dispo-sizione dei giovani e che con loro tenta di dialogare. Con gli sportelli ambiente e legalità di Legambien-te speriamo di dare risposte pun-tuali alle domande poste dalla cit-tadinanza e con l’adesione di altre realtà associative, di accrescere la rete verso l’Osservatorio Provinciale Ambiente e Legalità”, ha concluso il presidente Buonomo. “Puntare sui prodotti agricoli ed ar-tigianali d’eccellenza e salvaguar-dare il paesaggio, possono essere le chiavi di svolta dell’economia provinciale -conclude Tommaso De Simone. In questo contesto, vanno isolate quelle poche aziende che con i loro comportamenti illeciti rischia-no di compromettere un intero set-tore.”Altra componente del Progetto Lega-me è la creazione di una web tv che svilupperà gli input ricevuti grazie alle denuncie presentate dai citta-dini. La fase di approfondimanto si sviluppa, a cura di una redazione ad hoc, nella realizzazione di questa rivista, La Vite e il Pioppo. Legame nasce dalla sinergia di pun-ti di forza che si fondano su espe-rienze che Geofilos Legambiente propone da diversi anni, nel segno di una continua proposta positiva del volontariato ambientale, attivo e partecipato. Con internet il termi-

ne link è diventa-to di uso comune. Tutti sanno che un link serve a colle-gare ma, forse, non tutti sanno che la traduzione del ter-mine link è pro-prio legame (ndr).La speranza è che dal progetto nasca l’Osservatorio Pro-vinciale Ambiente e Legalità.

le tematiche ambientali sugge-rite dalle segnalazioni ricevute attraverso il parere di esperti del settore”. Legame, quindi, si pone come strumento di “collegamen-to” con quelli messi a disposizio-ne dallo Stato, “nel tentativo di rispondere alle domande di giu-stizia, di conoscenza dei fatti, di ripristino di condizioni normali nel contesto delle tematiche di ambiente e legali-tà”, come sottolinea il giudice Raffaello Magi, noto per aver scitto la sentenza del processo Spartacus. In una terra in cui la sensazione di im-potenza è quella che emerge con chiarezza “riuscire a superar-la grazie a strumenti di sensibilizzazione come il progetto Le-game è importante sia per le Istituzioni che per il territorio”, conclude il giudice Magi.La salvaguardia del territorio è importante perché è la prima fonte di ricchezza delle nostre zone e quindi “ben venga la na-scita degli sportelli ambiente e legalità di Succivo, Piedimonte Matese e Caserta”, come affer-ma il presidente di Legambien-te Campania Michele Buonomo. “I nostri sportelli non sono uno

EcomAFiE. VERsol’ossERVAToRioPRoVinciAlE

Nella foto grande: Gennaro Castaldi, Francesco Manozzi, Raffael-lo Magi, Alessandra Tommasino, Gianfranco Tozza, Michele Buo-nomo. Nella foto piccola: Tommaso De Simone, consegna la targa allo sportello di Succivo.

Un convegno per dire NO alle ecomafie, l’occasione per il varo della rete provinciale degli sportelli di ambiente e legalità

di Eugenio Tinto

doppio clickwww.geofilos.orgwww.noecomafia.itsu FacebookSportello Ambiente e Legalità di Legambiente

lo sportello di succivo sarà aperto al pub-blico il mercoledì e il venerdì mattina pres-so il casale di Teverolaccio (0815011641). lo sportello di caserta il martedì e il giovedì pomeriggio presso la sede del movimento difesa del cittadino in Via Tescione, n.80 (0823363913) e quello di Piedimonte matese il lunedì pomeriggio, settimane alterne, presso il cEdA alla Bi-blioteca in Via caruso (3356985098).

10 - La Vite & iL PioPPo - Maggio/giugno 2010 - ViVibiLità

Page 11: la vite e il pioppo

Otto milioni di ecoballe, l'eredità di una emer-genza chiusa con de-creto. La gestione dei rifiuti prevedeva un’in-

tensa opera di raccolta differenzia-ta finalizzata al riciclo. I rifiuti non recuperabili dovevano andare in discarica o a formare le ecoballe da bruciare negli inceneritori. In Cam-pania invece non è successo nulla di tutto questo. Risultato: quelle che dovevano essere cumuli di residuo secco dei rifiuti da bruciare in realtà sono rifiuti tal quali impacchettati. Paghiamo lo scotto dell’inesistenza degli impianti di compostaggio e di riciclaggio. E questo lo denunciamo da anni. I rifiuti provenienti dalle fasi acute dell’emergenza sono sta-ti impacchettati in ecoballe o stoc-cati in varie discariche del territorio regionale fino ad intasarle e allora i rifiuti sono rimasti in strada. Poi si è osato l’inosabile e cioè portare di forza le ecoballe ed i rifiuti in di-scariche già strapiene, zeppe a tal punto da essere chiuse dai prefetti. E altre, in regime di emergenza sono state aperte. Molte di queste insi-stono anche su territori agricoli. Si poteva pensare di utilizzare territori ex-industriali, individuati secondo criteri di non consumo di sulo. Di fatto alcuni depositi, o peggio disca-riche, sorgono su terreni acquistati poco tempo prima dell’emergenza e oggi l’affitto di un terreno per lo stoc-caggio delle ecoballe è una rendita. L’impatto sull’ambiente circostante e sulle produzioni di eccellenza è sotto gli occhi di tutti. Troppo spes-so le norme per il contenimento de-gli inquinanti sono state derogate, bypassate. Oggi ci troviamo in pre-senza di metalli pesanti, diossine, idrocarburi nelle acque di falda con valori del tutto superiori ai limiti di

Sulle bollette delle utenze alla voce “A3” viene indicata la tassa per il sostegno delle fonti rinnovabili. In realtà piuttosto che sostenere tali fonti si finanziano di fatto gli inceneritori. Infatti il gestore di un inceneritore può vendere al GSE – tramite i cosiddetti incentivi CIP 6– la propria produzione elettrica a un costo di circa 60 €/MWh.

La normativa europea impone alle industrie che inquinano l’ap-provvigionamento dei certificati verdi a compensazione. Il costo di un certificato verde è circa 130€/MWh. Annualmente in Italia “l’energia da fonti rinnovabili” che arriva al GSE è prodotta oltre che dall’eolico dal solare e altre fonti rinnovabili anche dagli incenerito-ri di rifiuti che per legge essendo stati “equiparati” si vedono ricono-sciuti titoli annuali di valore pari o

?VAloRiZZAToRE

multiplo di 100 MWh, emessi dal Gestore della Rete e conferiti agli impianti. Le società che gestisco-no gli impianti di incenerimento sono diventate tra i maggiori possessori di certificati verdi, ciò in contrasto con le direttive europee che considerano solo la parte organica di un rifiuto effet-tivamente una fonte rinnovabile, mentre la restante parte è solo rifiuto convenzionale. Durante la crisi dei rifiuti le ecoballe bru-

legge. È essenziale che inizi un’opera di analisi e bonifica dei territori. Ma a spese di chi? E oltre al danno la beffa: a causa delle grosse quantità di rifiuti indifferenziati comunque prodotti ogni giorno si parla di apri-re altre discariche. Addirittura una seconda al Parco Nazionale del Ve-suvio nato contro l’abusivismo edi-lizio e le discariche illegali; dovrebbe essere una risorsa del luogo e por-tare avanti una politica di turismo ambientale. L’ispezione della Com-missione del Parlamento Europeo ha ravvisato notevoli incongruenze, non ultima il vietato accesso ai co-mitati di cittadini ed ai Sindaci dei Comuni dove insistono gli impianti in quanto bollati come aree di in-teresse militare: un confine invali-cabile dalla democrazia. Quegli im-pianti, di cui fa parte l’inceneritore

di Acerra, e quelle discariche sono sufficienti per i rifiuti prodotti in Campania. Ovviamente a fronte di una raccolta differenziata efficiente. A chi serve spingere per la realizza-zione di altri impianti della filiera della combustione? E ritornando alle ecoballe, quale può essere la so-luzione al problema? C’è bisogno di una politica a larga partecipazione. Si può arrivare ai “rifiuti zero”. Al di la di tutto è urgente mettere le basi per la riduzione dei rifiuti, la raccol-ta differenziata, il riciclo ed il com-postaggio. Bisogna pensare oltre a come eliminare tutta l’immondizia prodotta sin ora da anni di mala gestione anche a come smaltire più responsabilmente le tonnellate di nuovi rifiuti che si vanno giorno per giorno producendo. Con buona pace dei coltivatori di ecoballe.

colTiVAToRi di EcoBAllE

ciate sono quindi inizial-mente redditizie, almeno fino al 2006 quando sono dichiarate non idonee ad essere bruciate. Inizia la crisi per la società di ge-stione e con essa anche la crisi dei rifiuti. Nel 2008 con un decreto vengono ripristinati i Cip6 per gli inceneritori campani e viene data la possibilità di bruciare negli stessi la spazzatura tal quale imballata. L’emergenza rifiuti rientra.

di Pasquale Cirillo

a quasi 16 anni dalla sua istituzione, tra politiche e gestioni illegali. la chiusura dell’emergenza rifiuti

ViVibiLità - Maggio/giugno 2010 - La Vite & iL PioPPo - 11

Page 12: la vite e il pioppo

Con una superficie che si estende per circa 53 mila ettari, l’area della Comunità Montana del Matese ha subìto recentemen-te un radicale cambiamento in

termini di uso del suolo, con un incremento dell’antropizzazione del 2% in soli dieci anni. Ma questo dato complessivo che sembra poco significativo perché riferito all’intera superfi-cie di una zona prevalentemente collinare e montuosa, assume un rilievo diverso se con-centriamo l’attenzione su una delle poche zone pianeggianti del Matese, come la piana alifana, dove abbiamo assistito, ad esempio, nel Comune di Piedimonte Matese ad un au-mento del territorio urbanizzato del 369% dal 1951 al 2004. Questo dato e le cartogra-fie elaborate per la redazione del PTR (Piano Territoriale Provinciale) permettono bene di seguire lo sviluppo urbanistico del territorio negli ultimi decenni, con la proliferazione incontrollata nelle zone rurali di costruzio-ni sparse e della fitta rete di strade asfaltate necessarie per raggiungerle: tali costruzioni sono state spesso frutto di abusi più o meno gravi nonostante la presenza dei Piani Pae-sistici, visto che in teoria dovrebbero essere esclusivamente edifici a sostegno delle attivi-tà aziendali agricole (stalle, capannoni, depo-siti per attrezzi, ecc.) ed in realtà sono spesso case unifamiliari e ville.

A fianco della speculazione edilizia “privata” che non ha risparmiato le aree montane, an-che a causa di strumenti urbanistici inade-guati e anacronistici e della carenza dei con-trolli e sanzioni, tra le cause di consumo di suolo agricolo pregiato troviamo poi la prolife-razione dei capannoni industriali che in molti casi sono stati abbandonati dopo il fallimento delle aziende che li avevano costruiti.

di Ferdinando Pirro e Giovanni Capobianco

E’ bene chiarire che gli ambien-talisti non hanno nulla contro lo sviluppo della piccola e media impresa, anche in un’area come il Matese a vocazione agro-turi-stica: il problema è fare un seria valutazione costi-benefici nella progettazione di un insediamen-to produttivo, per esempio veri-ficando prima di realizzare nuovi e antiestetici capannoni quanti nelle vicinanze risultano inuti-lizzati e potrebbero essere recu-perati, evitando nuova cementi-ficazione, e la compatibilità dei cicli di lavorazione con la salva-guardia di ambienti di alto va-lore ecologico e agricolo. Anche l’attività agricola intensiva ha depauperato la stabilità dei terreni rendendol i demineraliz-zati con un necessar io apporto di agenti chi-mici per il ripristino del ciclo mine-rario. A vol-te poi sono stati concentrati in zone di alto valore paesaggistico ed ambientale, come ad esempio il Lago Matese, grandi strutture insediative a supporto delle atti-

“il fenomeno degli in-cendi modifica consisten-

temente la fisionomia paesaggistica richiedendo

decenni per il ripristino dello stato dei luoghi”

mATEsEQuAlEsViluPPo

Per cogliere alcuni segnali di allarme nell’uso del territorio e suggerire possibili strategie di sviluppo sostenibile, analiz-ziamo la situazione del Matese

vità agricole e dell’allevamen-to che, oltre a ridurre il tasso di naturalità dei suoli di una delle aree umide più inte-ressanti di Italia, mettono a rischio il delicato equlibrio idrogeologico delle acque che alimentano la Sorgente del Torano, una delle principali fonti dell’Acquedotto Campa-no. Anche qui, lungi dall’im-pedire le tradizionali attività agricole e pastorali che anzi vanno incentivate, si sarebbe dovuta preventivamente va-lutare l’eventuale disponibili-tà di terreni di minore pregio ambientale e la sostenibilità di attività agricole intensive

in aree d e l i c a -te dal p u n t o di vista i d roge -ologico. Tra i fe-n o m e -ni più r e c en t i di con-sumo di

suolo, vanno annoverati poi alcuni progetti di “valorizza-zione turistica” che hanno interessato l’area del Parco del Matese. Anche se tutti

Nando Pirro - Docente scuola superiore, pre-sidente del Circolo Le-gambiente Volontariato Matese, membro della segreteria nazionale Le-gambiente Scuola e For-mazione

Giovanni Capobianco - Laureato in Scienze Ambientali, naturalista, educatore del Centro di Documentazione Am-bientale Legambiente Matese della rete regio-

nale INFEA

12 - la VIte & Il PIoPPo - MaggIo/gIugno 2010 - SVIluPPo loCale

Page 13: la vite e il pioppo

In Italia è crescente la preoccupazione per il fenomeno del “consumo di suolo”, riferito alle superfici di suolo naturale e agrario trasforma-te dall’urbanizzazione e dall’infrastrutturazione del territorio. Infatti la veloce cementificazione di porzioni sempre più ampie dei terreni ancora liberi e il mancato riconoscimento nel “Paese dei condo-ni” del suolo come bene comune, pone un serio elemento di allarme legato alla sostanziale irre-versibilità delle trasformazioni che determinano il consumo della risorsa suolo. Nella Provincia di Caserta questo fenomeno colpisce in maniera particolare le aree urbane a forte espansione insediativa ed incremento demografico, come la cinta dei comuni intorno al capoluogo, l’area aversana ed il litorale domizio, dove tra l’altro si registrano percentuali di abusivismo edilizio tra le più alte di Italia, ma non risparmia le aree in-terne rurali, comprese quelle inserite nelle aree protette. I danni che il consumo di suolo produce in que-ste zone vanno attentamente analizzati e con-trastati perchè, seppur quantitavamente inferio-ri, sono spesso di particolare gravità ambientale, visto il pregio paesaggistico e agricolo di questi terreni, ricchi di biodiversità ma fragili dal punto di vista ecologico ed idrogeologico.

questi interventi, per accede-re ai fondi europei del POR, risultavano sulla carta “eco-compatibili” ed ispirati ai cri-teri della sostenibilità, nella pratica hanno in diversi casi visto la costruzione di nuovi volumi (anche nelle zone B del Parco, dove sarebbe pre-vista solo la ristrutturazione degli edifici esistenti), e l’uti-lizzo di un po’ di ignegneria naturalistica di facciata a fianco di buone dosi di ce-mento e asfalto per coprire bellissimi sentieri sterrati o fare inutili muri di conteni-mento e recinzioni, spesso di alto impatto visivo.

Non possiamo terminare questa breve rassegna sulle trasformazioni nell’uso dei suoli nell’Alto Casertano, senza annoverare la presen-za di diverse cave lungo la fascia pedemontana del Ma-tese che, avendo interrotto ormai l’attività estrattiva, attendono di essere boni-ficate e recuperate. Vi è poi il fenomeno degli incendi, fortunatamente in diminu-zione nel 2009 rispetto alla drammatica estate del 2008, che pur non provocando una trasformazione irreversibile

Lago

Mat

ese

- fot

o di

Gio

vann

i Cap

obia

nco

dei suoli boschivi, ne modificano consistentemente la fisionomia paesaggistica e gli usi (turistici, produttivi, ecc.), richiedendo de-cenni per il ripristino dello stato dei luoghi, rischiando di inne-scare nel frattempo fenomeni di dissesto idrogeologico che pos-sono compromettere in via de-finitiva, a monte e a valle, l’uso delle aree interessate.

Per contenere e controllare i fe-nomeni di consumo di suolo che sono presenti in maniera preoc-cupante anche nelle aree rurali interne della provincia di Caser-ta, suggeriamo alcuni possibili interventi che debbono essere principalmente il frutto di un la-voro di concertazione degli Enti Locali comunali e sovracomuna-li. Pensiamo inoltre che, ad un maggiore controllo del territorio e all’incremento degli strumenti repressivi degli illeciti ambien-tali, vadano affiancati campa-gne di informazione e incentivi ai privati e alle imprese per un uso più razionale e sostenibile dei suoli. * Rafforzare il ruolo di co-ordinamento sovracomunale dell’Ente Parco Regionale del Matese, che dovrebbe giungere in tempi rapidi all’approvazione del Piano del Parco, per defini-

re l’organizzazione generale del territorio e la sua articolazione in aree caratterizzate da forme diffe-renziate di uso e di tutela, armonizzando gli stru-menti urbanistici dei vari comuni * Effettuare un monitoraggio aggiornato dell’uso dei suoli nell’area protetta, raccogliendo i dati che spesso sono elaborati da varie amministrazioni e non sono sempre comparabili, per monitorare i processi in atto e sostenere su basi scientifiche la formulazione delle strategie di gestione sostenibi-le del patrimonio paesistico-ambientale. * Adottare sistemi di controllo più efficaci dei progetti finanziati dai fondi europei, per garantire una loro sostenibilità effettiva e non solo “carta-cea”, incentivando quelli che dimostrano partico-lare attenzione alla valorizzazione agricola e am-bientale dei terreni, alla riduzione del consumo di suolo o prevedono la rinaturalizzazione di aree precedentemente antropizzate * Accelerare le procedure di riconoscimento e valorizzazione delle produzioni tipiche del territo-rio (DOP, IGT, ecc.) così da rendere più redditizie le produzioni locali ed incentivare la conservazio-ne dell’uso agricolo dei terreni * Attivare momenti di confronto e concertazio-ne tra Enti Locali, associazioni di categoria, as-sociazioni ambientaliste e dei cittadini, per una valutazione del fenomeno del consumo di suolo nel territorio matesino e la condivisone di possi-bili strategie di salvaguardia e valorizzazione del territorio.

?consumo di suolo

SVIluPPo loCale - MaggIo/gIugno 2010 - la VIte & Il PIoPPo - 1312 - la VIte & Il PIoPPo - MaggIo/gIugno 2010 - SVIluPPo loCale

Page 14: la vite e il pioppo

La vicenda MACRICO è esplosa a seguito di un ’omel ia

pronunciata dal Vesco-vo di Caserta, Mons. Raffaele Nogaro, duran-te il Te Deum del 31 di-cembre 2000. Mons. No-garo chiariva la volontà di destinare, senza al-cuna speculazione, alla città l’area del Macrico, sconfessando, in prati-ca, l’operato del Presi-dente dell’ IDSC (Istitu-to di Sostentamento del Clero), il cui mandato era in scadenza.

un PARco cHE AncoRA non Associazioni, comitati, raccol-te di firme e studi di fattibilità: la vicenda MACRICO racconta-ta da uno dei protagonisti di 20 anni di lotte.

di Leopoldo Coleti

e’ stato preso in considerazione. Queste le ultime deludenti notizie che si è costretti ad apprendere dai giornali: il Comune ha elaborato un nuovo progetto di cui non sono note le caratteristiche. Per fortuna la Soprintendenza interviene ponendo dei vincoli su buona parte dell’area. Si dice che il lupo cambia il pelo, ma non il vizio. Nel caso del MACRICO, cambiare pelo, passare cioè dal privato al pubblico così come previsto dalla celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, non fa la differenza. Il vizio rimane, è lo stesso in entrambi i casi: fare appalti.

Sta succedendo, infatti, che la staffetta non porta ai cittadini Casertani quello che loro speravano di avere: un parco verde pubblico che risarcisse, in termini di vivibilità, un territorio rapinato e deva-stato con la realizzazione di cave, discari-che, congestione edilizia. Il MACRICO è stato visto dall’immagina-rio collettivo come la soluzione di questo problema, il risarcimento per i danni ri-cevuti, il luogo che permettesse la ricon-ciliazione col territorio ormai degradato, senza dover sentire la necessità di scap-pare dalla città ad ogni disponibilità di tempo libero.

L’area denominata ex “MACRICO” (Magazzino centrale r icambi mezzi corazzati) è un’area dismessa dal Ministero della Difesa. La sua superficie totale è di 324.533 mq. La zona coperta da alberi (anche es-senze pregiate) si presenta occupata da costruzioni in muratura e capannoni in lamiera, con presenza, in questi ultimi, di amianto. La superficie edificata è 85700 mq. Il Decreto di approvazione del vigente P.R.G. di Caserta prevede che tutte le zone militari dismesse debbano essere riclassificate come zone F, cioè destinate ad attrezzature pubbliche. Rispetto a quanto previsto dalla normativa regionale (10 mq./ab.). La città di Caserta possiede solo circa 2-3 mq./ab. di verde pubblico.

mAcRico

CE

Il rappresentante dell’Istitu-to aveva firmato con l’Ammi-nistrazione comunale di Ca-serta un protocollo d’intesa che prevedeva la destinazione dell’area a “parco urbano vivo”, volendosi con ciò intendere compresenza di attrezzature e residenze.Il 15 gennaio 2001 la sezio-ne casertana di Italia Nostra, insieme a Legambiente e alla Fondazione Don Diana, ri-volgevano alla città la propo-sta di un Comitato pro area MACRICO, al quale hanno aderito circa 40 associazioni, dall’ARCI all’Azione Cattolica, dalla LIPU al WWF. Sull’area MACRICO sono stati avanza-ti numerosi progetti di riqua-lificazione nessuno dei quali

Da google maps nell’opzione satellite si distinguono nel centro della Città di Caserta due aree non ancora invase dall’edilizia. Una prima area è quella del Parco dei giardini della Reggia di Caserta. La seconda area, nella mappa, è quella del Macrico

“Il macrico è stato visto come il luogo che permet-

tesse la riconciliazione col territorio”

Leopoldo Coleti, ingegnere chi-mico, presidente del Circolo Legambiente Caserta per oltre venti anni. Autore del libro “La leggenda del Minotauto” sulla mobilità sostenibile. Sul settimanale “Il Caffè” di Caserta gestisce una ru-brica dal 1997.

?

14 - la VIte & Il PIoPPo - MaggIo/gIugno 2010 - SVIluPPo loCale

Page 15: la vite e il pioppo

Ma non c’è solo questo aspetto. Attraversando il centro di Caserta, ci è capitato di sentire da turisti, in lingua inglese, dire quello che in italiano si traduce “Qui non c’è nient’altro da vedere, andiamo via”. E’ la solita storia del turismo che trova il nulla oltre la Reggia. E’ noto a tutti, ma quando si trat-ta di programmare i relativi inter-venti, la scelta è sempre quella: i lavori permettono il massimo de-gli appalti. La scusa per opporsi alla realiz-zazione di un parco è stata ini-zialmente di natura economica (i soldi ci sono solo quando si tratta di fare appalti) strumentalmente avanzata per alcuni anni, mal-grado che l’idea progetto “Il Parco dei Parchi” (con le diecimila firme raccolte a sostegno), avanzata dal Comitato per il MACRICO VER-DE, affermasse il contrario sin dall’inizio. Per questi motivi, andando oltre i compiti loro spettanti, le Associa-zioni si sono sobbarcate ANCHE il compito di dover dimostrare la fattibilità economica dell’idea ini-zialmente proposta o di una qua-lunque altra ne condividesse le qualità e le finalità. Dopo alcuni mesi di intenso lavo-ro di una commissione composta da volontari professionisti esperti è stato completato un business plan (che sarebbe costato qual-che centinaio di migliaia di Euro) e che è stato offerto gratuitamen-te all’A.C. Ad oggi, ogni volta che si chiede un documento, c’è sempre un valido motivo (diciamo pure una scusa) per non concederlo. In sintesi, tra la mancata proget-tazione di un parco per la città e la mortificata partecipazione dei cittadini, i Casertani fanno la parte di Peter Pan e della sua ciurma alla ricerca dell’Isola che non c’è.

doppio clickwww.legambientecaserta.it

www.macricoverde.altervista.org

www.robertosaviano.com/documenti/9020/

www.youtube.com/watch?v=tDvhkjz1AWY

ciclo di lezioni di Roberto Pane - dal web

Tanta architettura di oggi, tanta, qua-si tutta, mostra una struttura che

sembra essere esperienza di un’assoluta e semplice ragione, che evita qualsiasi sfogo fantastico, di fronte a una visione veramente, rigorosamente precisa dei bisogni umani del reddito. Che cosa cia-scuno di voi può osservare? Che queste strutture geometriche, questa sublima-zione della geometria, è una falsa geo-metria, perché quella vera la razionaliz-ziamo soltanto nella nostra testa.

Tutto sommato queste non sono case per uomini, sono confection. In inglese significa, pari pari, confezione, cioè cosa da vedere, da mostrare, ma priva di qualità intrinseche.” Colgo l’occasione per domandare a voi che un domani opererete in questo settore che cosa sia da considerare più criminale, a danno del prossimo, tra le rapine di varie dimensioni e la rapina consistente in un edificio abusivo, co-struito in dimensioni e in confini sbaglia-ti. Vi assicuro che quanto ho detto è più che sufficiente per manifestare profondo biasimo, indignazione e sfiducia verso quei poteri che avrebbero avuto il dovere elementare di evitare questi orrendi fatti.

il politico da bar dello sport di E. SCALFARI - dal web

la parola ‘polis’ fornisce il suo etimo alla parola ‘politica’ che altro non è -

o almeno altro non dovrebbe essere nel senso etimologico e alto - che il governo della città per il bene dei cittadini e con la loro partecipazione. Anche la famiglia in quanto istituzione aveva pochissimo rilie-vo nella società greca e quindi non serviva da contrappeso privato alla dimensione pubblica. La ‘polis’ ateniese e greca integrava a tal punto i cittadini nella comunità politica da ridurre al minimo l’importanza del-la loro vita privata individuale. Ricordo queste lontane origini della nostra civiltà occidentale in una fase in cui la parola ‘po-litica’ e l’aggettivo ‘politico’ sono diventati poco meno che un’ingiuria che non colpi-sce soltanto comportamenti disdicevoli di alcuni uomini politici ma la loro totalità. La società, ormai polverizzata e ridotta a folla indistinta, plaude a chi la espropria progressivamente dei suoi diritti e della sua partecipazione alle scelte politiche. La sola partecipazione possibile in queste condizioni è quella di rispondere, quando interrogati, a un sì o un no a domande che l’antipolitico propone retoricamente e che contengono già la risposta.

Questa rubrica sarà dedicata a te: vuole essere l'eco della tua voce, dare spazio alle tue segnalazioni e, grazie alla presenza di esperti in materia, fornire risposte ai tuoi dubbi riguardanti la tutela dell'ambiente e la difesa dei diritti dei cittadini. Pubblicheremo le segnalazioni di interesse e proporremo letture significative ri-guardanti il filo conduttore de "la Vite e il Pioppo". Per questo numero abbiamo letto per te:

dalla copertina

lettere e letture

E’ un lungo discorso che dovrebbe par-tire dalla geometria dei Greci, dei templi dorici. Voi osservate che vi sono strut-ture in reticolato di cemento, aggetti inconsulti di balconi continui, oppure serie di balconi. Per un’esterna visibilità, spesso urtan-te, velleitaria e priva di ogni significato umano, voi vedete facciate, lungo le quali si stirano balconi continui.Qual è la conseguenza di tutto ciò, dal punto di vista della vita, della sensibili-tà, del godimento dell’atmosfera e del sole? Chi stà all’interno non vede mai il cielo; per vederlo bisogna che si affacci e si sporga.

SViLuPPo LocaLe - Maggio/giugno 2010 - La Vite & iL PioPPo - 1514 - la VIte & Il PIoPPo - MaggIo/gIugno 2010 - SVIluPPo loCale

Page 16: la vite e il pioppo

Molti gli slo-gan assurdi ascoltati in questo perio-do “l’agricol-

tura in terra lavoro non esi-ste più”, “il territorio è tutto inquinato vi è diossina dap-pertutto”, “la città deve cre-scere c’è bisogno di altre abi-tazioni”, …! Tale realtà, pur vera in parte, avrebbe dovuto favorire l’attivazione di stru-menti e misure di recupero e ripristino ambientale, men-tre purtroppo, ha innescato meccanismi che hanno favo-rito l’accelerazione dramma-tica dell’attacco alla natura, la repentina industrializza-zione e l’espansione dei cen-tri urbani.

In nome del progresso e del-lo sviluppo le aree industriali aumentavano a dismisura e le città con i suoi abitanti andavano via via perdendo il rapporto che per millenni li aveva legati alla natura, di-venendo le città sempre più autosufficienti.Così, l’elevata artificializza-zione dei luoghi, unitamente alla perdita delle condizioni di necessità, ha favorito il formarsi di una disaffezione verso gli elementi naturali

il RiscATToPossiBilE

con l’incosciente perdita della capacità di riconoscere ed ap-prezzare i valori paesaggistici e culturali che da sempre hanno caratterizzato il nostro territorio.

Esempio emblematico i Regi Lagni che da opera di ingegne-ria idraulica, di elevato valore paesaggistico – culturale, ha assunto per molti il significato “di fogna a cielo aperto” arrivan-do all’idea assurda, di ricoprirli (proposta avanzata per il Piano ASI di Marcianise), per l’amplia-mento dell’area industriale così da assecondare “l’effervescenza industriale napoletana” que-ste le parole dell’ex presidente del’ASI citate in un convegno pubblico. Il territorio, quindi, da risorsa, luogo in cui si instaura-no i delicati equilibri tra le atti-vità umane e ambiente è stato attaccato, aggredito, vituperato, divenendo merce di scambio per

Negli ultimi anni si è diffusa un’opi-nione comune e cioè che il nostro territorio sia oramai compromes-so, totalmente inquinato, pieno di rifiuti e di diossina; un territorio in cui l’agricoltura è solo un ricordo del passato.

La Regione Campania “al fine di individuare tutte le azioni idonee a garantire la difesa dell’ecosistema, il restauro del paesaggio, il ripristino dell’identità storico-culturale, la valo-rizzazione ambientale an-che in chiave economico-produttiva ecocompatibile soprattutto attraverso il sostegno all’agricol-tura urbana, … individua il sistema dei parchi urbani di interesse regionale…”. “Per sistema dei parchi urbani di interesse regionale si inten-de il sistema urbano del verde come insieme di aree con valore ambientale e paesistico o

? PARco uRBAno

di importanza strategica per il riequilibrio ecologi-co delle aree urbanizzate inserite in contesti terri-toriali con elevato impat-to antropico, individuate dallo strumento urbani-stico comunale vigente come aree a parco, aree verdi, aree agricole, aree

archeologiche inserite in contesti naturali e, in linea prioritaria, tutte le aree di proprietà pubblica, sia alberate, sia rurali, sia incolte improduttive,”. “ L’istituzione del parco urba-no favorisce il contestuale risanamento di aree in situazione di degrado ambientale”.

Estratto dalla Legge Regionale 17/2003

“l’agricoltura, in parti-colare quella biologica, riveste un ruolo centrale di tutela del territorio, costituendo insieme

un’attività produttiva ed eco-compatibile”

di Aniello Iuliano

16 - la VIte & Il PIoPPo - MaggIo/gIugno 2010 - SVIluPPo loCale

Aniello Iuliano, Architetto, esperto in bio-architettura e gestione delle aree naturali protette. E’ attualmente impegnato in progetti di valorizzazione e rigenerazio-ne ecologica-ambientale di ambiti urbani degradati.

Conseguentemente il paesaggio naturale, tipico della nostra cara Campania Felix, frutto dell’in-terazione continua tra attività umane e ambiente naturale è andato ad alterarsi nel tempo e con esso si è assistito alla scomparsa di specie ani-mali e vegetali tipiche della biodiversità agricola.

Page 17: la vite e il pioppo

è un anfibio della famiglia dei salamandridi. Quello “crestato” diffuso in Europa (nella foto, un esemplare del parco urbano a Marcianise) è il più grosso e presenta il tipico aspetto salamandroi-deo: muso convesso e occhi piccoli, tronco robu-sto e la coda è compressa sui lati e arti molto deli-cati. Il corpo è rivestito da una pelle verdastra nella parte superiore del corpo e giallo-arancione con macchie scure nella parte inferiore. L’epoca della riproduzione inizia con il mese di marzo. In questo periodo i Tritoni assumono una caratte-ristica livrea nuziale che è molto più vistosa nel maschio difatti in quest’ultimo la cresta si svilup-pa ulteriormente. Le femmine invece assumono tinte più forti della livrea. Durante il corteggia-mento i Tritoni divengono protagonisti di ceri-monie spettacolari. La dieta dei Tritoni da larve è costituita da piccoli invertebrati acquatici mentre, da adulti, si cibano di vari invertebrati terrestri (molluschi, anellidi, insetti) e acquatici (odonati, larve di zanzare) e di uova e larve di altri anfibi. I Tritoni sono anfibi molto sensibili ai cambiamenti del loro habitat e sono pertanto buoni indicato-ri biologici sullo stato di salute dei corpi idrici in cui vivono: le cause principali di scomparsa vanno ricercate nell’inquinamento delle acque, dall’alte-razione chimica, strutturale e vegetazionale dei corpi idrici. Sconosciuto ai più, il tritone, gode in realtà di una fama più che meritata fin dai tempi della lette-ratura mitologica. Possiamo trovare riferimenti a riguardo nel Libro Primo de “Le Metamorfosi” di Ovidio e in alcuni versi di Gabriele D’Annunzio sulla “Fontana del Tritone” del 1600 di Gian Loren-zo Bernini. Il Tritone è protetto legalmente dall’al-legato II della Convenzione di Berna e dalle leggi regionali riguardanti la tutela della piccola fauna. La salvaguardia del Tritone, ma non solo, permet-terà a chi verrà dopo di noi di vivere e ammirare questi piccoli tesori naturali.

speculatori ed imprenditori im-provvisati. Spinto dal desiderio di contraddire detti luoghi co-muni e conscio del valore e del ruolo che svolge la natura nel ristabilire i giusti equilibri si è avviato, con l’aiuto di cittadi-ni, attivi volontari, uno studio

sull’area agricola di Marcianise, luogo emblematico di quanto fin qui enunciato.I volontari attraverso le usci-te sul territorio hanno rilevato la presenza di habitat naturali ancora intatti con zone umide e canneti e , cosa più stupefa-cente, la presenza di rane e di tritoni in corsi d’acqua limpi-di. Approfondendo lo studio si

scopre una campagna rigo-gliosa con una presenza di numerose attività agricole, dal RSA (Rapporto sullo sta-to dell’Ambiente) del comu-ne di Marcianise risultano 1.059 aziende ancora ope-ranti e una superficie pari 40,6 % del nostro territorio è occupato dall’area agricola. Parallelamente si sono ana-lizzati e rilevati le minacce e problematiche rappresentate principalmente da micro-di-scariche di rifiuti, dall’eleva-ta frammentazione agricola in alcune aree, dall’attività edilizia abusiva e dalla pre-senza massiccia dell’area in-dustriale. Per quanto fin qui esposto si è rafforzata l’idea di proporre l’istituzione di un Parco Agricolo d’interesse Regionale per il Comune di Marcianise con l’obiettivo di riscoprire l’attività agricola e nel contempo attivare misure di tutela, salvaguardia e va-lorizzazione del territorio in coerenza con la Legge Regio-nale 17/2003.

Allo stato at-tuale, lo stu-dio prelimi-nare è stato p re sen ta to all’Ammini-strazione Co-munale che con grande m e r a v i g l i a ha constata-to una realtà a loro scono-sciuta e/o di-menticata e stiamo predi-sponendo un elenco di por-

tatori d’interesse finalizzato all’attivazione di un percorso partecipativo per l’istituzione del Parco Agricolo del Comu-ne di Marcianise. L’agricol-tura, in particolare quella biologica, riveste un ruolo centrale di tutela del terri-torio, costituendo insieme un’attività produttiva ma an-che eco-compatibile, fondata

è la città che ospita l’area industriale più grande della

campania. marcianise ha però

le carte in regola per scommettere sul fronte del territorio

la foto

su principi naturali che restituiscono identità ad un luogo, tutelano la bellezza dei nostri pa-esaggi agrari, salvaguardano le risorse natura-li, rispettano la vocazione secolare delle nostre zone, offrendo numerosi benefici al sistema ur-bano (variazioni microclimatiche, depurazione dell’aria, produttività, attenuazione del rumore, difesa del suolo, conservazione della biodiversi-tà e il recupero di aree abbandonate e degrada-te). L’aspettativa è quella che l’amministrazione comunale, alla disponibilità dia seguito con azioni concrete, per la realizzazione del progetto che consentirà il recupero e la valorizzazione del territorio in una sua immagine positiva.

il Tritone

SViLuPPo LocaLe - Maggio/giugno 2010 - La Vite & iL PioPPo - 17

Page 18: la vite e il pioppo

è un bel sole quello che fa capoli-no in cielo in questo

pomeriggio. Un piacevole clima primaverile che mi accompagna a Caserta ad incontrare chi questo sole ha deciso di sfruttarlo ap-pieno. Nel suo appartamento in pieno centro vengo ospitato

Di che tipologia sono?Quelli fotovoltaici sono inte-grati, di produzione tedesca e occupano una superficie di 24 mq per un produzione di 2,8 chilowatt. In due anni l’impianto ha prodotto circa 6400 chilowatth pari a circa 3200 kwh/anno. Per fare un paragone il fabbisogno di una famiglia è di circa 3000 kwh/anno.

Quali sono stati i tempi ed costi dell’installazione?Per mettere in piedi l’impian-to ci sono voluti solo 3 gior-ni. I costi riferiti a due anni fa quasi erano 7000 euro/kw ma oggi siamo a meno di 6000. Ho aperto un mutuo di

Giuseppe Mes-sina (nella foto), Agronomo. ha fatto parte di una commissione della F.A.O. per la va-lorizzazione delle terre pubbliche collettive. Funzio-nario per il Mi-nistero dello Svi-luppo Economico svolge l’attività diispettore e collau-datore, nella filiera agroalimentare.

di Pasquale Cirillo

unA cAsA solARE A cAsERTA

da Giuseppe Messina, tra i fonda-tori di Legambiente nella provincia campana, uno dei primi e, pur-troppo, dei pochi in città ad aver collocato e messo in funzione dei pannelli fotovoltaici sul tetto della sua abitazione.Dott. Messina, la sua è stata una scelta di ambiente o di risparmio?Entrambe le motivazioni, l’una non esclude l’altra, anzi.

Da quanto tempo ha installato questi pannelli?I pannelli fotovoltaici da 24 mesi esatti, 8 mesi fa mi son dotato anche di pannelli solari termici per il riscaldamento dell’acqua sanitaria.

Le energie rinnovabili sono tutte quelle energie le cui fonti non si esauriscono in tempi paragonabili con l’attività uma-na (per esempio l’energia del sole o quella del vento che ci sono sempre state e ci saranno per altri milioni di anni) oppure che possono essere ri-pristinate in tempi comparabili con le attività umane (ad esempio per ogni albero utilizzato per la produzione di energia elettrica in una centrale a bio-masse, un altro può essere piantato e crescere in pochi anni. Le principali fonti energetiche rinnovabili sono: sole, vento, biomassa, acqua e geoter-

mia. Le energie che derivano da queste fonti oltre ad essere ambientalmente pulite sono economicamente molto vantaggiose soprattutto se si considerano i costi quasi nulli dovuti al basso impatto sull’ambiente per lo sfruttamento e la loro distribuzione. Infatti a differenza delle fonti di origine fossile (petrolio, gas e carbone) non

presentano emissioni di gas che alimentano l’effetto serra, non emettono sostanze nocive per la salute e non modificano pesan-temente i territori con impianti di trivellazione e grosse centrali. O addirittura come nel caso delle fonti per l’energia nucleare, da minerali come uranio o pluto-nio, che lasciano scorie radioat-tive pericolose praticamente per sempre.

Giuseppe Messina di Legambiente Caserta ci presenta il suo impianto solare fotovoltaico e termico: una scelta ambientalista con interessanti risvolti economici.

?Da sempre disponibili e praticamente inesauribili. Le rinnovabili sono le uniche fonti che ci danno energia a non finire.

RinnoVABili

18 - la VIte & Il PIoPPo - MaggIo/gIugno 2010 - energIe

Page 19: la vite e il pioppo

11 anni in banca dando come garanzia lo stesso impianto. Con i soldi dell’incentivo, 49 centesimi per chilowatt pro-dotto, pago il mutuo ma non pago più la corrente elet-trica fino alla concorrenza di quella pro-dotta. L’incen-tivazione dura 20 anni; in de-finitiva per un investimento di meno di 20.000 euro alla fine del ciclo degli incentivi l’impianto ha prodotto valo-re, tra risparmio e guadagno, per circa 60.000 euro.

Ed i costi della manutenzio-ne ordinaria quali sono?La manutenzione? consiste nel lavare regolarmente i pannelli che comunque sono garantiti 25 anni, pratica-mente la loro stessa vita.

Quindi senza spese iniziali?Non ho anticipato un cen-tesimo nel mutuo, era tutto compreso. In 11 anni avrò recuperato l’intera somma.

…e conveniente in termini di bolletta!Senza dubbio alcuno. Ri-sparmio e ci guadagno pure. Trovo incredibile che la gente al sud non pensi di installar-li. L’anno scorso a luglio ho subito un’ispezione dell’Enel

poiché l’impianto produceva troppo e sospettavano che lo avessi alterato. Alla fine si sono complimentati dicendo-mi che ho il miglior impian-

to della provincia. Ma i com-p l i m e n t i vanno alla ditta in-stallatrice.Infatti l’in-stallazione. Chi voles-

se dotarsi un impianto del genere a casa propria cosa deve fare?La ditta installatrice pensa a tutto generalmente. Occorre una Dichiarazione di Inizio Attività. Punto. Se l’abitazio-ne è in condominio occorre l’autorizzazione dell’assem-blea.

Secondo lei lo sviluppo del fotovoltaico si deve indirizza-re puntando su grosse cen-trali o sulla produzione per così dire “domestica”?Entrambi i modi. Le centrali oltre i 40 chilowatt le vedrei su tutti i capannoni indu-striali, sulle tettoie delle stal-le, ecc. Senza occupare altro territorio e sottrarlo all’agri-coltura.

Quindi cosa ci si può aspet-tare per i prossimi anni?La gente è poco informata e

Entro la fine del 2010 il conto energia è molto più favorevole. I costi di impianto si sono sensibilmen-te ridotti, per cui si rientra nell’investimento in 8 anni (la redazione).

pigliate ‘na pastiglia...

Con i due mega impianti termoelettrici di Spa-ranise e Teverola, l’impianto di pompaggio di Presenzano, la centrale nucleare dismessa di Sessa Aurunca e gli impianti idroelettrici del Matese, la Provincia di Caserta è stata ed anco-ra rappresenta il fulcro del sistema energetico della Regione Campania.Oggi, nella nostra Regione, 7 lampadine su 10 si accendono grazie agli impianti ospitati qui. Gli 800 MW (Megawatt) della centrale turbo-gas di Sparanise e gli altri 550 delle Centrali di Teverola rappresentano da sole, i due terzi della produzione di energia in Campania. In questo scenario, se si escludono le dighe sui la-ghetti del Matese, ben poco spazio è riservato alle fonti energetiche rinnovabili, come solare termico e fotovoltaico, eolico, biomasse e ge-otermico, mentre è data per certa la realizza-zione di un altro impianto tutt’altro che amico dell’ambiente: l’inceneritore previsto a Santa Maria la Fossa. Per non parlare del deposito di scorie nucleari previsto dal Governo alla foce

del Garigliano. Il prossimo numero de “La vite e il pioppo” sarà dedicato a questo –purtroppo non positivo- primato della nostra provincia, alla complessità e all’impatto ambientale del sistema energetico, cercando di dare ampio spazio alle alternative possibili, prima tra tutte l’efficienza energetica, che può e deve diventa-re la prima fonte di energia di Terra di Lavoro.

c'e' energia e energia

scettica ma sono tuttavia ottimista. Il gap che paghiamo lo dobbiamo principalmente ai decisori politici che sono indifferenti alla questione am-bientale e non capiscono che ci troviamo di fronte ad una nuova civiltà: quella dell’ambiente.Non è ancora sera quando mi congedo dal dott. Messina che nel frattempo mi ha anche regalato un suo libro. Vi è ancora la luce del giorno sopra i tetti e le vie del centro, il solito tran tran quoti-diano, il solito via vai delle persone sotto il sole generoso del Mezzogiorno. E nel frattempo il suo impianto continua a produrre energia.

pigliate due pastiglie...

puoi contribuire con la tua pubblicità alle uscite ed alla distribuzione di questo periodico. richiedi il piano editoriale alla mail [email protected] o chiama al 3286176375

energie - Maggio/giugno 2010 - La Vite & iL PioPPo - 19

Page 20: la vite e il pioppo

Chi è per te il volontario, Luca? Un eroe, una persona eccezionale, un “superman” un cittadino responsa-bile, una persona attiva?Il volontario è una persona normale

(per quello che può significare questo termine). C’è da chiedersi piuttosto cosa siano coloro che vivono facendosi scivolare addosso tutto il senso di responsabilità che deve nascere in ogni perso-na dal semplice vivere in questo mondo. Gli eroi non credo esistano, le persone eccezionali sì. A volte sono delle persone che si fanno carico di problemi degli altri perché li sentono come pro-pri. Non occorre essere volontari per essere ec-cezionali, e alcuni volontari sono tutto fuorché eccezionali, ma sicuramente sentirsi di rispon-

EsTATE dA VolonTARi

Abbiamo rivolto qualche doman-da al Responsabile Nazionale per il volontariato di Legambiente Luca Gallerano.

i campi di volontariato. le proposte di legambiente per vivere un’esperienza unica

di Gennaro Conte *

dere attivamente e diretta-mente a un problema che ci riguarda tutti è sintomo di voglia di essere protagonisti di un cambiamento.

Il volontario quindi è un agente di cambiamento! Può quindi fare da media-zione tra le istituzioni i cit-tadini e la politica operante nel paese?Può e deve farlo! Direi ancor meglio che il volontario ap-partiene alla categoria dei cittadini, ma in particolare a quella dei cittadini attivi e, come tale, è l’anello na-turale di congiunzione tra i bisogni dei territori e dei cittadini e le istituzioni che sono preposte alla soddi-sfazione di questi bisogni. Chi si sporca le mani non è come il cittadino che si la-menta sull’autobus: è attore di cambiamento o dunque

deve essere consapevole che la sua voce, insieme a quel-la di tanti che agiscono come lui, è più forte e più chiara per tutti: cittadini, istituzioni, media, ecc.

Perché pochi? Quali sono le cause di questa difficoltà a trovare nuovi volontari? Per-ché si preferisce stare davan-ti alla TV o internet, piuttosto che mettersi insieme e fare qualcosa di utile?Più che del numero mi pre-occuperei della qualità. Le nostre, da sempre, sono pro-poste che corrono il rischio di essere scambiate per vacanze a basso costo. Per questo la parola “vacanza” è sempre bandita dai nostri progetti. A noi interessa offrire alle per-sone un’opportunità per tra-scorrere il proprio tempo libe-ro in modo diverso e proficuo per loro, per gli altri e per il pianeta. Come hanno inciso i nuovi media sul mondo del volonta-riato e come potranno aiutare per il futuro?In questo momento in cui tutti godono di 5 minuti di celebrità, come diceva Andy Wahrol, grazie a tecnologie potenzialmente ottime, ma realisticamente usate spesso in modo perverso, come Face-book, si vede bene come sia forte il bisogno di essere pro-tagonisti.Le nuove tecnologie giovano alla diffusione delle iniziative, solo che i più cercano quel protagonismo da vetrina, dove non ci si presenta per quello che si è, ma per quello che si vuole far vedere. Inve-ce noi proponiamo alle per-sone di essere protagoniste realmente, facendo le cose e producendo dunque il cam-biamento che vogliamo. Ri-cordiamoci che noi siamo ciò che facciamo, non ciò che di-ciamo e ancor meno ciò che facciamo apparire di noi sui social network. * Responsabile settore internazio-nale Legambiente Geofilos

20 - la VIte & Il PIoPPo - MaggIo/gIugno 2010 - VolontarIando

Page 21: la vite e il pioppo

Una mattina mi balena l’idea di andarmene, avevo bisogno del mio silenzio, di ritrovare il mio equilibrio. nel giro

di un mese mi ritrovai, destinazione Thailandia, Phang Nga, regione me-ridionale sulla costa che ha vissuto il disastro naturale dello tzunami. Fino a quel momento viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere, un mezzo di crescita, ma mi attendeva un viaggio per il quale non ero in alcun modo preparato: volontario nei paesi a sud del mondo. Giunto a destinazione, mi sono trovato immerso in un mondo capovolto: i concetti di superfluo con-sumo non hanno storia e la vita pro-cede aggrappata all’indispensabile, con scarsità di cibo e condizioni igie-niche non sempre idonee. All’interno del campo, il mio compito principale era quello di impartire lezioni di ingle-se ai bambini delle scuole elementari, ma mi ritrovai presto ad imparare da loro molto di più di quello che avrei

dentro la notizia

doppio clickwww.legambiente.eu/volontariato/campi/www.geofilos.org

info sul campo di Terrafelix tel. 081.5011641 o scrivi a [email protected]

Si terrà la prima settimana di settembre il campo di volontariato internazionale organizzato da Legam-biente per la riqualificazione del giardino del Casale di Teverolaccio a Succivo. Ne abbiamo parlato con Francesco Minutillo, volontario del circolo Geofilos che lo scorso anno ha coordinato, sempre a Tevero-laccio, un campo di volontariato al quale ha parteci-pato un gruppo di giovani tedeschi (foto a pag. 20). «Abbiamo ripristinato il giardino del Casale, comple-tamente abbandonato e vittima dell’abbandono sel-vaggio di rifiuti e dei continui roghi. Insieme ai vo-lontari tedeschi abbiamo allestito un orto e piantato

dovuto insegnare. Così con gli altri volontari legati al proget-to, con i pochissimi strumenti a disposizione e ciascuno con le

proprie capacità, abbiamo vis-suto quest’avventura fantastica contribuendo quanto meno a regalare un sorriso. Passarono così quei 30 giorni, trascorsi forse troppo in fretta, mentre io innamorato ormai delle loro abitudini dei loro racconti, del-

la loro cultura, imparavo qualcosa che va oltre la nostra comprensio-ne occidentale: “la semplicità”. Ho potuto vivere questa esperienza meravigliosa, profonda, in sinto-nia e condivisione con altri giovani volontari, giunti a Phang Nga da Oriete come da Occidente, ognuno con la propria cultura, ma uniti dal sentimento per l’uomo, dall’amore per l’uomo e per la natura. Esse-re volontario nei paesi a sud del mondo non è la solita esperienza, tutto ti sembra diverso, le luci i co-lori i suoni le parole, il tuo sguardo non è più lo stesso, il mondo inte-ro cambia ti sembra più vicino. La presunzione lascia spazio all’umil-tà, l’egocentrismo all’introspezione, e ognuno si sente più vicino a se stesso e agli altri.

A sud dEl mondo

“ la vita procede aggrappata

all’indispensabile ”

un centinaio di piantine che hanno prodotto ottimi ortaggi, consumati lo scorso inverno. Ora che è stato ricostruito il muro del Casale, dopo le nostre denunce alla Sovrintenden-za, possiamo cominciare ad allestire gli orti da destinare agli anziani. È questo l’obiettivo del campo internazionale di settembre». Il campo è aperto anche ai giovani locali, che vogliano impegnarsi nel volontariato, provare un’esperienza internazionale o semplicemente allenare il proprio inglese, lingua ufficiale del campo.

di Gennaro Conte

campi di volontariato internazionale in Terrafelix

info sui campi di legambiente dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 tel 06/86268323-4-5

Una esperienza di volontaria-to nei territori devastati dallo tsunami

VolontarIando - MaggIo/gIugno 2010 - la VIte & Il PIoPPo - 21

Page 22: la vite e il pioppo

Chi vive nel casertano pensa alla camorra come ad un male che comunque esiste e

con il quale bisogna convivere sen-za cercare di lottare per far si che le cose cambino ma, fortunatamen-te, per alcune persone non è così poiché il male può trasformarsi in bene. Tutti i beni di Bardellino, dopo la sua scomparsa, sono rima-sti alla vedova Rosa de Vita, quelli

Volturno, Cancello ed Arnone, Pigna-taro, Carinola, Teano e ha l’obiettivo di valorizzare le tradizioni culinarie di questi paesi. Tante sono le attività pra-ticate all’interno di questa cooperativa e, tra i vari laboratori, a riscuotere suc-cesso è soprattutto quello “del gusto” che si occupa della produzione della mozzarella, meglio nota come “Mozza-giusta” proprio per ricordare il valore della legalità. Ben organizzati sono anche i tour e le visite guidate al fine di poter conosce-re non solo la cooperativa ma anche i luoghi di interesse della provincia di Caserta come il museo di Capua, la Reggia Vanvitellania e altri. Poi, affin-ché si crei un’atmosfera di fratellanza si organizzano degli incontri con i fami-liari delle vittime innocenti di camorra e simpatici spettacoli musicali. E’ bel-lo sapere che tutto ciò sta accadendo su un territorio noto soprattutto per le sue attività criminali e camorristiche ed ancora più bello è pensare che il la-voro dei volontari può essere produt-tivo per la società stessa. Tuttavia, la realizzazione di cooperative come que-sta non è possibile se i beni confiscati non vengono assegnati entro i 90 gior-ni successivi alla confisca,scadenza che comporta la messa all’asta dei beni che potrebbero nuovamente essere ri-acquistati dalla camorra attraverso i prestanomi: nessuno in fondo compre-rebbe i beni di un camorrista. Don Peppe Diana “per amore del suo popolo” ha dato la sua vita e tutti noi dobbiamo far si che il suo sacrificio non resti invano ma che nella sua ter-ra e nel suo popolo possa germogliare una nuova società.

sEmE GERmoGliATosu TERRA ARidA

di Rosanna Comune

di Mario Iovine sono rimasti a Rosa, l’amante in Brasile. Ora, invece, ville, terre, fon-di, denari, mezzi di trasporto sono solo alcuni dei beni con-fiscati alla camorra utilizzati poi per finalità istituzionali e sociali. La cooperativa “Terre di don Peppe Diana” ne è un esempio. Nasce nei comuni di Casal di Principe, Castel

La speranza, la determinazione e le capacità delle persone possono cambiare quella storia che troppi pensavano gia definitivamente scritta.

in foto: Valerio Taglione, fondatore delle Terre di don Peppe diana con un volontario dei campi per ragazzi nei beni confiscati.

Chi si associa a Legambiente Geofilos vuole:- Segnalare abusi, distruzioni e deturpamenti del patrimonio di cui viene a conoscenza: l’As-sociazione sa quello che i suoi soci le fanno sapere. Non rimproverate mai un’associazio-ne di non essere intervenuta: rimproverate voi stessi per non aver detto all’associazione: ”Interveniamo”.- Collaborare secondo le proprie capacità e il proprio tempo a disposizione. Le possibilità di contribuire sono molteplici, poiché in un’as-sociazione si svolgono tante attività, diverse l’una dall’altra.L’associazione è i suoi soci.

Puoi venire a trovarci presso il Casale di Teve-rolaccio, ogni martedi alle ore 21.00 oppure puoi chiamarci al numero 081.5011641. Ti aspettiamo!

puoi contribuire con la tua pubblicità alle uscite ed alla distribuzione di questo periodico. richiedi il piano editoriale alla mail [email protected] o chiama al 3286176375

ma 9x9 farà 81?

unisciti a noi

22 - la VIte & Il PIoPPo - MaggIo/gIugno 2010 - VolontarIando

Page 23: la vite e il pioppo

Abbiamo salvato il Casale di Teverolaccio dal cemento, attivato gli orti per anziani, giocato per strada con migliaia di bambini.

Abbiamo fermato l'abbattimento di palazzo Bugnano a Casapozzano, costituito Comitati e occupato abusivamente aree abbandonate, piantando migliaia di alberelli.

Abbiamo lottato contro gli abusi e abbiamo detto NO a 1000 nuovi appartamenti a Succi-vo.

Abbiamo lottato per far chiudere Eurocom-post e a restituire il diritto di respirare ai cit-tadini ortesi, fermato la costruzione di una mega centrale termoelettrica.

Abbiamo costituito lo Sportello Regionale Energia di Legambiente e sostenuto le fonti rinnovabili, donato 10.000 lampadine a ri-sparmio energetico e 20.000 riduttori per ru-binetti.

Siamo stati i primi in Italia ad ospitare volonta-rie di servizio civile e ad oggi, abbiamo offerto questa possibilità a 40 giovani del nostro ter-ritorio.

Abbiamo presentato il Dossier Ecomafie 2009 nella sala consiliare di Orta di Atella, proget-tato piste ciclabili per Sant'Arpino, accolto 10.000 persone al cinema pagando con bot-tiglie da riciclare.

Abbiamo detto a 100 mila persone che un mondo migliore è possibile, cercando di di-mostrarlo con fatti concreti.

Abbiamo aperto uno sportello ambiente e le-galità, sostenuto decine di denunce, costitu-ito il Presidio Libera atellano, avviato l'Osser-vatorio Ambiente e Legalità della Provincia di Caserta.

Abbiamo lottato per un futuro migliore.

Non tanto per noi ma per i nostri figli.

Puoi aiutarci a continuare!

destina il 5x1000 alla salvaguardia del Tuo territorio. A te non costa nulla. Per noi è vitale.

nella prossima dichiarazione dei redditi inse-risci il c.f. 9000 9500 613legambiente Geofilos

Un enorme patrimonio immobiliare destinato allo sviluppo sociale

della provincia di Caserta, fatto di ville, appartamen-ti, terreni, masserie... Que-sti sono i beni che la legge 109/06 destina gli Enti Loca-li per fini sociali ed istituzio-nali. I beni confiscati alle ma-fie non sono immobili come gli altri. Essi sono stati sim-boli del potere dei camorristi su territori da loro dominati. Il loro utilizzo da parte delle Istituzioni e della società ci-vile organizzata è il segnale della perdita di controllo e di prestigio di questi crimi-nali, proprio nel loro stesso ambiente. La provincia di Caserta è la IV in Italia per presenza di beni confiscati, con i suoi circa 400 immobi-li. Beni pubblici in parte già consegnati ai Comuni ed in parte in fase di assegnazione, da parte dell’Agenzia del De-

doppio clickwww.legambiente.it - www.libera.it www.cosenostre.info - www.noecomafia.it

Legambiente compie 30 ANNIè nata nel 1980 come associazione aperta ai cittadini di tutte le idee politiche,

religiose, morali. Essa ha dimensione nazionale, agisce in “nome del popolo

inquinato”, si occupa di tutela dell’ambiente ,del territorio e degli animali, pri-

mo fra tutti l’uomo, punta a denunciare e risolvere i gravi problemi dell’inqui-

namento del suolo, dei fiumi e dell’aria; propone la riconversione ecologica

dell’economia, lotta all’abusivismo edilizio e alle discariche selvagge, valoriz-

zazione del risparmio energetico, lo sviluppo dell’occupazione nel migliora-

mento dell’ambiente e iniziative per la difesa del consumatore. Per sostenere

le nostre battaglie, iscriviti a Legambiente: Socio Junior : fino a 14 anni riceve

Jey, quota 10 euro; Socio Giovani: da 15 a 28 anni riceve La Nuova Ecologia,

quota 15 euro; Socio Ordinario: La Nuova Ecologia, quota 30 euro; Socio Scuo-

la e Formazione: riceve La Nuova Ecologia e Formazione Ambiente, quota 35

euro; Socio Sostenitore: riceve La Nuova Ecologia e il volume Ambiente Italia,

quota 80 euro; Tessera Collettiva : riceve La Nuova Ecologica, quota 50 euro.

manio. Un patrimonio, spesso inutilizzato, che oggi è possibileconoscere un po’ di più, grazie al lavoro realizzato dall’ “Osserva-torio provinciale sull’uso sociale dei beni confiscati alla camor-ra”, che ha creato il sito www.cosenostre.info, su cui è presen-te il primo geoblog pilota: una mappatura e schedatura di gran parte dei beni confiscati conse-gnati ai comuni. Un sito che è il punto di partenza per colmare il deficit informativo sui patrimo-ni recuperati alla camorra. Una conoscenza importante perché ci racconta del progresso civile e sociale delle nostre comunità. L’utilizzo sociale dei beni confi-scati, infatti, è un indicatore del-la crescita di comunità alterna-tive alla camorra. La prova reale del processo di cambiamento in atto nelle terre di camorra e di come le Amministrazioni locali e le istituzioni tutte costruiscono reali percorsi di riscatto.

tutti per uno

5 per mille

dA BEni EsclusiVi A BEni collETTiViUna magnifica risorsa per costruire comunità libere dalla camorra.

di Mauro Baldascino

auguri

VolontarIando - MaggIo/gIugno 2010 - la VIte & Il PIoPPo - 23

Page 24: la vite e il pioppo

ww

w.p

asqu

alev

itale

.com