La Stadera n.73 Ottobre 2012

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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta anno IX 73 “PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007” 2012 ottobre agenda ottobre 2012 per segnalazioni e comunicazioni [email protected] puoi seguirci anche su www.facebook.com/sscrocifissobarletta delegato relazioni stampa [email protected] cinema Direttore editoriale: Ruggiero Caporusso Direttore responsabile: Ruggiero Dimonte Vicedirettore: Angela Rizzi Ruggiero Rutigliano Redazione: Rossella Acconciaioco, Maria Rita Borraccino, Mario Borraccino, don Alessandro Brandi, Liana Caputo, Alberto Cassano, Daniela D’Alba, Antonio Diodovich, Floriana Filannino, Silvia Giannella, Francesca Leone, Salvatore Mellone, Massimo Serio, Mariagrazia Spadaro, Fausta Torre Hanno collaborato: Abramo Ferrara, Gerardo Del Negro, Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro Premio “Fallani” Miglior Testata 2007 LA STADERA Mensile di informazione e formazione della Parrocchia SS. Crocifisso - Barletta Anno IX - n. 73 ottobre 2012 Registrazione n. 4 del 5/2/2007 presso il Tribunale di Trani Direzione, redazione e ammin.: Parrocchia SS. Crocifisso Via Zanardelli, 33 76121 Barletta Tel. e fax 0883.333382 Impaginazione e stampa: Editrice Rotas - Barletta ...aperta: si vede altro Quest’anno l’attenzione è stata puntata non sulla CRISI di cui tanto si parla e che è quella prettamente economica e che sta mietendo vittime e creando molti disagi nelle famiglie e nella società in genere, ma ci si è concentrati SULLE CRISI che stanno attanagliando questo scorcio di nuovo millennio e di cui l’economia ne è solo una manifestazione. Proprio per questo, il titolo che ha fatto da filo conduttore per tutta la Settimana di Cultura promossa dal Pontificio Seminario Regionale, nella Città di Molfetta e non solo, ha voluto abbracciare un po’ tutti gli ambiti del vivere umano e dell’esistenza umana. Siamo certamente partiti dalla crisi economica che è il bubbone più evidente che manifesta il malessere della società odierna e su cui la Chiesa, come comunità di credenti, sta interrogandosi e lottando su tanti fronti “pratici” (uno fra tutti l’impegno costante delle Caritas) e “spirituali” e non possiamo dimenticare l’Enciclica del Santo Padre Benedetto XVI “Caritas in Veritate”. Per questo tema abbiamo ospitato e ascoltato Don Errico Feroci, Direttore della Caritas di Roma. Ci siamo, tuttavia, soffermati moltissimo sulla crisi di Fede e di Speranza che attanaglia la nostra società e che, a differenza di quella economica, è forse meno evidente ma assai più velenosa e letale dato il suo agire subdolo. Di ciò abbiamo discusso con Paola Bignardi, Coordinatrice del Forum Internazionale di Azione Cattolica e dell’Associazione “Retinopera”. La Dott.ssa Bignardi, nella sua conferenza, ha analizzato questo problema partendo da un’analisi del presente e quindi del momento storico che stiamo vivendo per ricercare le cause di questa crisi di Fede e di Speranza articolando la sua relazione in cinque parti che riassumerò brevemente ma che sono realmente interessanti per la cruda e provocante lettura della Chiesa del presente e di noi credenti che in Essa professiamo la nostra fede in Cristo Signore. Le origini della crisi di fede. Da dove viene la crisi di fede che oggi stiamo vivendo? Una prima causa è riscontrabile certamente nella perdita dell’omogeneità culturale della nostra società che ha contribuito a far perdere una certa unità nei diversi aspetti di vita delle persone e delle comunità; questa omogeneità portava ad una visione religiosa della vita. Che questa “visione religiosa della vita” fosse veramente fede autentica, è difficile da affermare tuttavia la visione cristiana della vita ha avuto nel nostro Paese ma anche in Europa, un compito non da poco nel tenere insieme fede, vita, famiglia, lavoro, scelte sociali e politiche. Oggi, evidentemente, questa omogeneità culturale si è spezzata; si è spezzato il senso di un’etica comune. Sotto l’effetto di questa frammentazione anche la fede ha mostrato le sue fragilità e talvolta la sua precarietà al confronto con la secolarizzazione che ritiene che la modernità non si concili con il sacro e che la vita dell’uomo possa emanciparsi totalmente da Dio. In questi ultimi tempi, la secolarizzazione è sconfinata nel secolarismo, un’abnorme fiducia dell’uomo in se stesso che lo porta a pensare di poter fare a meno di Dio. È una crisi, dunque che parte da lontano e che la Chiesa cerca di arginare anche con l’insegnamento del Magistero, in primis del Concilio Vaticano II e poi con il magistero degli ultimi Pontefici, Giovanni Paolo II e soprattutto Benedetto XVI, che continuamente ci richiama ad un approfondimento della fede, ad una maturità nella testimonianza di vita. Probabilmente, parlare di secolarizzazione può sembrare discutere di concetti filosofici che non sembrano avere addentellati con la nostra vita concreta di ogni giorno. Invece, non è così. La concretizzazione della secolarizzazione, si ravvisa nel fenomeno, subdolo come la causa che lo crea, del consumismo; subdolo, tanto che ancora oggi non ci siamo resi conto della forza di disgregazione delle coscienze che esso possiede. Il consumismo ha fiaccato le coscienze, ha dato l’illusione di poter raggiungere un benessere progressivo e indefinito inseguendo la smania del possesso, ha fatto perdere il senso della differenza tra ciò che è importante da ciò che non lo è, ha spezzato il senso del limite ed ha abituato le persone a vivere dell’effimero. A questo processo, che dura ormai da 20 anni, e che sta devastando la società distruggendo il senso del legame solidale tra gli individui, nelle famiglie, noi cattolici non abbiamo posto la dovuta attenzione; non ci siamo resi conto del potere negativo che esso poteva avere non solo sul nostro stile di vita ma anche sul nostro modo di pensare la fede. Questo materialismo pratico ha scardinato anche nei cristiani la concezione di una vita seria e fondata su valori veri. Siamo passati da una realtà sociale profondamente cristiana ad una realtà di Chiesa minoritaria, inserita in un mondo multi religioso e secolarizzato. Questo ha portato, ovviamente, disorientamenti, sofferenze, fatiche; ha portato molte comunità cristiane a disgregarsi, molti cristiani a ritenere l’impegno e la testimonianza di fede come un fatto intimo e non pubblico. (continua) Giuseppe Venneri “TERRAFERMA" Terraferma (regia di Emanuele Crialese) è un film di confini, quello tra il mare e il continente, fra un lavoro antico come la pesca e le sirene della modernità, fra le leggi del mare e quel- le scritte, fatto di orizzonti, di luci lontane nel mare che per i disperati che cercano di attraver- sarlo verso nord sembrano fari di speranza, ma si dimostrano spietate illusioni. Terraferma è l'approdo a cui mira chi naviga, ma è anche un'isola ancorata alle tradizioni e con queste che deve confrontarsi la famiglia Pucillo. Ernesto ha 70 anni e non vorrebbe rottamare il suo peschereccio, suo nipote Filippo ne ha 20, ha perso suo padre in mare ed è sospeso tra il tempo di suo nonno Ernesto e quello di suo zio Nino, che ha smesso di pescare pesci per cattu- rare turisti. Sua madre, giovane vedova, vorreb- be lasciare l'isola perché è convinta che lì non potrà mai esserci un futuro, né per lei, né per suo figlio. Un giorno il mare sospinge nella loro vita altri viaggiatori, tra cui Sara e suo figlio, Ernesto li accoglie secondo la legge del mare, ma la legge dell'uomo non lo permette e la vita della famiglia è destinata ad essere sconvolta… Presentato in concorso alla 68° Mostra del cinema di Venezia, il film di Crialese ha vinto il premio speciale della giuria, è un film che mette in risalto gli elementi base dell'uomo, il suo rap- porto con gli altri, la natura, le tradizioni. Sicuramente un film da vedere. Liana Caputo [email protected] "Tu non credi? Non preoccuparti: è Dio che crede in te". (S. Pio da Pietrelcina) “Il Dio di Platone era inaccessibile nella sua grandezza. Quello di Epitteto si confondeva con l'anima delle cose. Il Cristianesimo, al contrario, ha condotto Dio alla portata dell'uomo. Gli ha dato un volto. Ne ha fatto nostro padre, nostro fratello, nostro salvatore”. (Alexis Carrel, Nobel per la me- dicina nel 1912) O Maria, se io fossi la Regina del cielo e tu fossi Teresa, vorrei essere Teresa perché tu fossi la Regina del cielo. (S. Teresa di Gesù Bambino) Il mondo è un male che ha ricevuto l’impronta del bene. Il male altro non è che la distanza tra Dio e la creatura. (Simone Weil) "Non si fa niente senza sofferenza e senza umiliazione, e tutto può essere fatto con questi mezzi." (John Henry Newman) LA SUPPLICA E L’ANNIVERSARIO Il mese di ottobre si apre con due appuntamenti particolarmente significativi per la nostra comunità. Il giorno 5, di 16 anni fa, l’allora nunzio apostolico Mons. Francesco Monterisi dedicava la nostra chiesa parroc- chiale in onore a Dio e consacrava l’altare. La chiesa- edificio è segno visibile della Chiesa edificata da Dio con pietre vive, comunità di credenti che si raccolgono nella comunione per ascoltare la Parola di Dio, pregare insieme, ricevere i Sacramenti e celebrare l’Eucaristia. La prima domenica del mese, poi, ci vede tutti stret- ti attorno all’icona della B.V. Maria Regina del Rosario per elevare alla nostra Madre celeste la lode e implo- rare da Lei protezione e soccorso, attraverso le parole della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo. Due momenti che ci aiutano a riscoprirci Chiesa e che ci permettono di intonare nel modo giusto l’intero cammino del nuovo anno pastorale appena iniziato. Massimo Serio, [email protected] Ss. MESSE: Feriali: ore 8.30 – 19-00 Festive: ore 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00 5 ven Anniversario di dedicazione della Parrocchia (1996) Iscrizione all’Albo dei Cresimandi Benedizione dei Lettori 6 sab ore 9.00 1° Convegno Regionale “Un Bambino abbandonato…” Sala Rossa - Castello di Barletta ore 17.30 Catechesi 2ª e 3ª media e Cresimandi ore 20.00 Catechesi Giovani/issimi 7 dom ore 11.00 Catechesi 1ª e 2ª Elementare ore 12.15 Supplica alla Madonna di Pompei ore 17.15 Corso Battezzandi ore 17.30 Corso Prematrimoniale 8 lun ore 18/20 Gruppo Villaggio Paradiso (catechesi diversamente abili, ogni lunedì e giovedì) ore 18.30 RnS (catechesi) 9 mar ore 18.00 Catechesi 3ª e 4ª elementare 10 mer ore 19.30 RnS Preghiera di Lode 11 gio ore 8.00 Gruppo volontari (decoro della Chiesa ogni giovedì) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì) ore 17.30/18.30 Gruppo EPASSS (lab. scol. per diversamente abili ogni giovedì) dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica animata dai catechisti e RnS 12 ven ore 18.00 Catechesi 5ª elementare e 1ª media ore 20.00 Catechesi Post-Cresima ore 20.00 Parrocchia Spirito Santo - Trani: “Protagonista e testimone di un cammino sinodale” S.E. Mons. Mario Paciello, Vescovo di Altamura-Gravina- Acquaviva delle Fonti 15 lun ore 20.00 Redazione “La Stadera” e Gruppo Internet (1°/3° del mese) 18 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica silenziosa 19 ven ore 19.30 Cattedrale Trani: INDIZIONE DEL SINODO, presieduta da S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri 21 dom GIORNATA MONDIALE MISSIONARIA ore 7.30 Donazione Sangue FRATRES ore 11.00 Catechesi genitori Prima Confessione ore 11.00 Oratorio invernale 3ª elementare 25 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 22.00 Rito dell’Incubatio e Adorazione Notturna 26 ven Compleanno Vice-Parroco don Alessandro Brandi 27 sab CATTEDRA DEGLI ANARGIRI: Mons. Giovanni D’Ercole 28 dom ore 11.00 Catechesi genitori Prima Comunione ore 11.00 Oratorio invernale 4ª elementare 1 giov TUTTI I SANTI 1° giovedì Ss. Messe: 8.30 – 11.30 – 19.00 2 ven COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI 1° venerdì Ss. Messe: ore 8.30 – 19.00 le crisi in atto… E DIO DOV’È? - PRIMA PARTE - Intenzione missionaria dell’apostolato della preghiera: perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale sia l’occasione di un rinnovato impegno di evangelizzazione. NOVEMBRE Esteriorità cara, ho letto con gioia e attenzione quanto hai voluto scrivermi e, da qua dentro, ti rimando pensieri annodati e annotati di getto: spero riflettano il più possibile la mia spontaneità nei tuoi riguardi. Quella porta, dietro cui siamo entrambe, è aperta, nonostante tanti dicano essere ben serrata da tempo. È aperta, quella porta, aperta perché posto di at- traversamento per chi non vuol tenere solo per sé quanto di più prezioso ha. Una porta non è un muro di difesa del- la propria individualità, una porta è occhio spalancato nel mezzo del divisorio, incisione di speranza nella monotonia sollevata che, separando, si coniuga solo alla sua singo- larità. Da quella porta quanto mi giunge! È l’immagine e non l’eco di avvenimenti ad arrivare, i momenti dei cuori pulsanti e non i surrogati della finzione. E ciò che è qui passa a te, anche se là fuori l’interno, il più delle volte, resta impercettibile. I sensi colgono la buccia, il flusso di vita, che è anche trascendenza, ce lo dona la fede: essa si rende ponte, strada, sentiero, possibilità di cammino data, su cui scorrono vicende, sorrisi, arrabbiature e tanto altro da fuori a dentro, riflessioni, ragionevolezza, sentimenti e miriadi di lampi ancora, nel senso inverso. È comunicazio- ne la vita nella fede transitante da quella porta. La vita, ogni vita, non può far a meno di questa doppia circolazio- ne: ci doniamo per vivere e viviamo per donarci. Io, poi, non saprei come fare se non respirassi le storie, le voci, gli sguardi di chi ti costituisce e mi sta a fianco. L’esteriore mi nutre. Tu, Esteriorità, sei per me fuoco che si alimenta e mi alimenta di momento in momento. Hai in te la frenesia degli istanti che passano e ne detieni il segreto. È là la tua bellezza, là il tuo fascino! Tu arrivi mentre sono già in via per raggiungerti. Parli, mi parli, e quelle parole plasmano il verso di un presente teso al futuro. Così ci prendiamo gioco del tempo e dello spazio, sì, li soggioghiamo nel no- stro rapporto, perché avvertiamo che altro ci muove, altro ci attira, altro ci chiama. “E il male?”, mi chiederai. Anche quello arriva come linguaggio di parole dure, a volte flebili, sempre pesanti. Ogni lacrima sgorgata o trattenuta segna la presenza di un dolore ben delineato, dunque definito, noto. Ma, se ci pensi bene, il definito, il noto, il fisso, per chi si muove come noi, è il passato manifestatosi come esperienza, superato, però, nella sostanza, dai passi da fare ancora: l’andare si delinea nel percorso ma non si arresta nel finito, nel termine, nella statica sicurezza in- completa. L’andare, il nostro andare, è imparziale e per sua natura resta dischiuso alla ricerca di un “di più” e di un “di più ancora”. Il male è passaggio di doloroso passato per il camminatore: l’escoriazione, dopo aver sanguinato, non sparisce ma si rimargina e il moto continua. Si passa dal male per passare il male in questa vita che continua a sorprendere mentre va in eterno, sublime, unica, fresca, lanciata verso l’incredibilmente Lontano-Vicino al quale la ragione non si stancherà mai di porre interrogativi continui sul senso di tutto. Quelle domande, cara Esteriorità, sono già esperienze di fede, punti irradianti il dialogo, immensi- tà vista da una porta che è opportunità infinita. tua Interiorità di Tom …postmoderno …ottobre SPECIALE ANNO DELLA FEDE SPECIALE ANNO DELLA FEDE

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La Stadera n.73 Ottobre 2012

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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA

Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta

anno IX

n°73

“PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007”

2012ottobre

agendaottobre 2012

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per segnalazioni e comunicazioni

[email protected] seguirci anche su

www.facebook.com/sscrocifissobarlettadelegato relazioni stampa

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cinema

Direttore editoriale:Ruggiero Caporusso

Direttore responsabile:Ruggiero Dimonte

Vicedirettore:Angela RizziRuggiero Rutigliano

Redazione:Rossella Acconciaioco, Maria Rita

Borraccino, Mario Borraccino, don Alessandro Brandi, Liana Caputo, Alberto Cassano, Daniela D’Alba, Antonio Diodovich, Floriana Filannino, Silvia Giannella, Francesca Leone, Salvatore Mellone, Massimo Serio, Mariagrazia Spadaro, Fausta TorreHanno collaborato:Abramo Ferrara, Gerardo Del Negro, Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro

Premio “Fallani”

Miglior Testata 2007

LA STADERAMensile di informazionee formazione della ParrocchiaSS. Crocifisso - BarlettaAnno IX - n. 73 ottobre 2012Registrazione n. 4 del 5/2/2007presso il Tribunale di Trani

Direzione, redazione e ammin.:Parrocchia SS. CrocifissoVia Zanardelli, 3376121 BarlettaTel. e fax 0883.333382

Impaginazione e stampa:Editrice Rotas - Barletta

...aperta: si vede altro

Quest’anno l’attenzione è stata puntata non sulla CRISI di cui tanto si parla e che è quella prettamente economica e che sta mietendo vittime e creando molti disagi nelle famiglie e nella società in genere, ma ci si è concentrati SULLE CRISI che stanno attanagliando questo scorcio di nuovo millennio e di cui l’economia ne è solo una manifestazione.

Proprio per questo, il titolo che ha fatto da filo conduttore per tutta la Settimana di Cultura promossa dal Pontificio Seminario Regionale, nella Città di Molfetta e non solo, ha voluto abbracciare un po’ tutti gli ambiti del vivere umano e dell’esistenza umana.

Siamo certamente partiti dalla crisi economica che è il bubbone più evidente che manifesta il malessere della società odierna e su cui la Chiesa, come comunità di credenti,

sta interrogandosi e lottando su tanti fronti “pratici” (uno fra tutti l’impegno costante delle Caritas) e “spirituali” e non possiamo dimenticare l’Enciclica del Santo Padre Benedetto XVI “Caritas in Veritate”. Per questo tema abbiamo ospitato e ascoltato Don Errico Feroci, Direttore della Caritas di Roma.

Ci siamo, tuttavia, soffermati moltissimo sulla crisi di Fede e di Speranza che attanaglia la nostra società e che, a differenza di quella economica, è forse meno evidente ma assai più velenosa e letale dato il suo agire subdolo. Di ciò abbiamo discusso con Paola Bignardi, Coordinatrice del Forum Internazionale di Azione Cattolica e dell’Associazione “Retinopera”.

La Dott.ssa Bignardi, nella sua conferenza, ha analizzato questo problema partendo da un’analisi del presente e quindi del momento storico che stiamo vivendo per ricercare le cause di questa crisi di Fede e di Speranza articolando la sua relazione in cinque parti che riassumerò brevemente ma che sono realmente interessanti per la cruda e provocante lettura della Chiesa del presente e di noi credenti che in Essa professiamo la nostra fede in Cristo Signore.

Le origini della crisi di fede.Da dove viene la crisi di fede che

oggi stiamo vivendo?Una prima causa è riscontrabile

certamente nella perdita dell’omogeneità culturale della nostra società che ha contribuito a far perdere una certa unità nei diversi aspetti di vita delle persone e delle comunità; questa omogeneità portava ad una visione religiosa della vita. Che questa “visione religiosa della vita” fosse veramente fede autentica, è difficile da affermare tuttavia la visione cristiana della vita ha avuto nel nostro Paese ma anche in Europa, un compito non da poco nel tenere insieme fede, vita, famiglia, lavoro, scelte sociali e politiche. Oggi, evidentemente, questa omogeneità culturale si è spezzata; si è spezzato il senso di un’etica comune. Sotto l’effetto di questa frammentazione anche la fede ha mostrato le sue fragilità e talvolta la sua precarietà al confronto con la secolarizzazione che ritiene che la modernità non si concili con il sacro e che la vita dell’uomo possa emanciparsi totalmente da Dio. In questi ultimi tempi, la

secolarizzazione è sconfinata nel secolarismo, un’abnorme fiducia dell’uomo in se stesso che lo porta a pensare di poter fare a meno di Dio.

È una crisi, dunque che parte da lontano e che la Chiesa cerca di arginare anche con l’insegnamento del Magistero, in primis del Concilio Vaticano II e poi con il magistero degli ultimi Pontefici, Giovanni Paolo II e soprattutto Benedetto XVI, che continuamente ci richiama ad un approfondimento della fede, ad una maturità nella testimonianza di vita.

Probabilmente, parlare di secolarizzazione può sembrare discutere di concetti filosofici che non sembrano avere addentellati con la nostra vita concreta di ogni giorno.

Invece, non è così. La concretizzazione della secolarizzazione, si ravvisa nel fenomeno, subdolo come la causa che lo crea, del consumismo; subdolo, tanto che ancora oggi non ci siamo resi conto della forza di disgregazione delle coscienze che esso possiede.

Il consumismo ha fiaccato le coscienze, ha dato l’illusione di poter raggiungere un benessere progressivo e indefinito inseguendo la smania del possesso, ha fatto perdere il senso della differenza tra ciò che è importante da ciò che non lo è, ha spezzato il senso del limite ed ha abituato le persone a vivere dell’effimero.

A questo processo, che dura ormai da 20 anni, e che sta devastando la società distruggendo il senso del legame solidale tra gli individui, nelle famiglie, noi cattolici non abbiamo posto la dovuta attenzione; non ci siamo resi conto del potere negativo che esso poteva avere non solo sul nostro stile di vita ma anche sul nostro modo di pensare la fede. Questo materialismo pratico ha scardinato anche nei cristiani la concezione di una vita seria e fondata su valori veri. Siamo passati da una realtà sociale profondamente cristiana ad una realtà di Chiesa minoritaria, inserita in un mondo multi religioso e secolarizzato. Questo ha portato, ovviamente, disorientamenti, sofferenze, fatiche; ha portato molte comunità cristiane a disgregarsi, molti cristiani a ritenere l’impegno e la testimonianza di fede come un fatto intimo e non pubblico. (continua)

Giuseppe Venneri

“TERRAFERMA" Terraferma (regia di Emanuele Crialese) è un

film di confini, quello tra il mare e il continente, fra un lavoro antico come la pesca e le sirene

della modernità, fra le leggi del mare e quel-le scritte, fatto di orizzonti, di luci lontane nel mare che per i disperati che cercano di attraver-sarlo verso nord sembrano fari di speranza, ma si dimostrano spietate illusioni.

Terraferma è l'approdo a cui mira chi naviga, ma è anche un'isola ancorata alle tradizioni e con queste che deve confrontarsi la famiglia Pucillo. Ernesto ha 70 anni e non vorrebbe rottamare il suo peschereccio, suo nipote Filippo ne ha 20, ha perso suo padre in mare ed è sospeso tra il tempo di suo nonno Ernesto e quello di suo zio Nino, che ha smesso di pescare pesci per cattu-rare turisti. Sua madre, giovane vedova, vorreb-be lasciare l'isola perché è convinta che lì non potrà mai esserci un futuro, né per lei, né per suo figlio. Un giorno il mare sospinge nella loro vita altri viaggiatori, tra cui Sara e suo figlio, Ernesto li accoglie secondo la legge del mare, ma la legge dell'uomo non lo permette e la vita della famiglia è destinata ad essere sconvolta…

Presentato in concorso alla 68° Mostra del cinema di Venezia, il film di Crialese ha vinto il premio speciale della giuria, è un film che mette in risalto gli elementi base dell'uomo, il suo rap-porto con gli altri, la natura, le tradizioni.

Sicuramente un film da vedere.

Liana [email protected]

"Tu non credi? Non preoccuparti: è Dio che crede in te".(S. Pio da Pietrelcina)

“Il Dio di Platone era inaccessibile nella sua grandezza. Quello di Epitteto si confondeva con l'anima delle cose. Il Cristianesimo, al contrario, ha condotto Dio alla portata dell'uomo. Gli ha dato un volto. Ne ha fatto nostro padre, nostro fratello, nostro salvatore”. (Alexis Carrel, Nobel per la me-dicina nel 1912)

O Maria, se io fossi la Regina del cielo e tu fossi Teresa, vorrei essere Teresa perché tu fossi la Regina del cielo. (S. Teresa di Gesù Bambino)

Il mondo è un male che ha ricevuto l’impronta del bene. Il male altro non è che la distanza tra Dio e la creatura. (Simone Weil)

"Non si fa niente senza sofferenza e senza umiliazione, e tutto può essere fatto con questi mezzi." (John Henry Newman)

LA SUPPLICA E L’ANNIVERSARIO

Il mese di ottobre si apre con due appuntamenti particolarmente significativi per la nostra comunità. Il giorno 5, di 16 anni fa, l’allora nunzio apostolico Mons. Francesco Monterisi dedicava la nostra chiesa parroc-chiale in onore a Dio e consacrava l’altare. La chiesa-edificio è segno visibile della Chiesa edificata da Dio con pietre vive, comunità di credenti che si raccolgono nella comunione per ascoltare la Parola di Dio, pregare insieme, ricevere i Sacramenti e celebrare l’Eucaristia.

La prima domenica del mese, poi, ci vede tutti stret-ti attorno all’icona della B.V. Maria Regina del Rosario per elevare alla nostra Madre celeste la lode e implo-rare da Lei protezione e soccorso, attraverso le parole della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo.

Due momenti che ci aiutano a riscoprirci Chiesa e che ci permettono di intonare nel modo giusto l’intero cammino del nuovo anno pastorale appena iniziato.

Massimo Serio, [email protected]

Ss. MESSE: Feriali: ore 8.30 – 19-00 Festive: ore 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00 5 ven Anniversario di dedicazione della Parrocchia (1996) Iscrizione all’Albo dei Cresimandi Benedizione dei Lettori

6 sab ore 9.00 1° Convegno Regionale “Un Bambino abbandonato…” Sala Rossa - Castello di Barletta ore 17.30 Catechesi 2ª e 3ª media e Cresimandi ore 20.00 Catechesi Giovani/issimi

7 dom ore 11.00 Catechesi 1ª e 2ª Elementare ore 12.15 Supplica alla Madonna di Pompei ore 17.15 Corso Battezzandi ore 17.30 Corso Prematrimoniale

8 lun ore 18/20 Gruppo Villaggio Paradiso (catechesi diversamente abili, ogni lunedì e giovedì)

ore 18.30 RnS (catechesi)

9 mar ore 18.00 Catechesi 3ª e 4ª elementare

10 mer ore 19.30 RnS Preghiera di Lode

11 gio ore 8.00 Gruppo volontari (decoro della Chiesa ogni giovedì) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì) ore 17.30/18.30 Gruppo EPASSS (lab. scol. per diversamente abili

ogni giovedì) dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica animata dai catechisti e RnS

12 ven ore 18.00 Catechesi 5ª elementare e 1ª media ore 20.00 Catechesi Post-Cresima ore 20.00 Parrocchia Spirito Santo - Trani: “Protagonista e testimone

di un cammino sinodale” S.E. Mons. Mario Paciello, Vescovo di Altamura-Gravina-

Acquaviva delle Fonti

15 lun ore 20.00 Redazione “La Stadera” e Gruppo Internet (1°/3° del mese)

18 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica silenziosa

19 ven ore 19.30 Cattedrale Trani: INDIZIONE DEL SINODO, presieduta da S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri

21 dom GIORNATA MONDIALE MISSIONARIA ore 7.30 Donazione Sangue FRATRES ore 11.00 Catechesi genitori Prima Confessione ore 11.00 Oratorio invernale 3ª elementare

25 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 22.00 Rito dell’Incubatio e Adorazione Notturna

26 ven Compleanno Vice-Parroco don Alessandro Brandi

27 sab CATTEDRA DEGLI ANARGIRI: Mons. Giovanni D’Ercole

28 dom ore 11.00 Catechesi genitori Prima Comunione ore 11.00 Oratorio invernale 4ª elementare

1 giov TUTTI I SANTI1° giovedì Ss. Messe: 8.30 – 11.30 – 19.00

2 ven COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI1° venerdì Ss. Messe: ore 8.30 – 19.00

le crisiin atto…E DIO DOV’È?- PRIMA PARTE -

Intenzione missionaria dell’apostolato della preghiera:perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale sia

l’occasione di un rinnovato impegno di evangelizzazione.

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Esteriorità cara,ho letto con gioia e attenzione quanto hai voluto scrivermi e, da qua dentro, ti rimando pensieri annodati e annotati di getto: spero riflettano il più possibile la mia spontaneità nei tuoi riguardi. Quella porta, dietro cui siamo entrambe, è aperta, nonostante tanti dicano essere ben serrata da tempo. È aperta, quella porta, aperta perché posto di at-traversamento per chi non vuol tenere solo per sé quanto di più prezioso ha. Una porta non è un muro di difesa del-la propria individualità, una porta è occhio spalancato nel mezzo del divisorio, incisione di speranza nella monotonia sollevata che, separando, si coniuga solo alla sua singo-larità. Da quella porta quanto mi giunge! È l’immagine e non l’eco di avvenimenti ad arrivare, i momenti dei cuori pulsanti e non i surrogati della finzione. E ciò che è qui passa a te, anche se là fuori l’interno, il più delle volte, resta impercettibile. I sensi colgono la buccia, il flusso di vita, che è anche trascendenza, ce lo dona la fede: essa si rende ponte, strada, sentiero, possibilità di cammino data, su cui scorrono vicende, sorrisi, arrabbiature e tanto altro da fuori a dentro, riflessioni, ragionevolezza, sentimenti e miriadi di lampi ancora, nel senso inverso. È comunicazio-ne la vita nella fede transitante da quella porta. La vita, ogni vita, non può far a meno di questa doppia circolazio-ne: ci doniamo per vivere e viviamo per donarci. Io, poi, non saprei come fare se non respirassi le storie, le voci, gli sguardi di chi ti costituisce e mi sta a fianco. L’esteriore mi nutre. Tu, Esteriorità, sei per me fuoco che si alimenta e mi alimenta di momento in momento. Hai in te la frenesia degli istanti che passano e ne detieni il segreto. È là la tua

bellezza, là il tuo fascino! Tu arrivi mentre sono già in via per raggiungerti. Parli, mi parli, e quelle parole plasmano il verso di un presente teso al futuro. Così ci prendiamo gioco del tempo e dello spazio, sì, li soggioghiamo nel no-stro rapporto, perché avvertiamo che altro ci muove, altro ci attira, altro ci chiama. “E il male?”, mi chiederai. Anche quello arriva come linguaggio di parole dure, a volte flebili, sempre pesanti. Ogni lacrima sgorgata o trattenuta segna la presenza di un dolore ben delineato, dunque definito, noto. Ma, se ci pensi bene, il definito, il noto, il fisso, per chi si muove come noi, è il passato manifestatosi come esperienza, superato, però, nella sostanza, dai passi da fare ancora: l’andare si delinea nel percorso ma non si arresta nel finito, nel termine, nella statica sicurezza in-completa. L’andare, il nostro andare, è imparziale e per sua natura resta dischiuso alla ricerca di un “di più” e di un “di più ancora”. Il male è passaggio di doloroso passato per il camminatore: l’escoriazione, dopo aver sanguinato, non sparisce ma si rimargina e il moto continua. Si passa dal male per passare il male in questa vita che continua a sorprendere mentre va in eterno, sublime, unica, fresca, lanciata verso l’incredibilmente Lontano-Vicino al quale la ragione non si stancherà mai di porre interrogativi continui sul senso di tutto. Quelle domande, cara Esteriorità, sono già esperienze di fede, punti irradianti il dialogo, immensi-tà vista da una porta che è opportunità infinita.

tua Interiorità

di Tom

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SPECIALE ANNO DELLA FEDE

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FEDE

Page 2: La Stadera n.73 Ottobre 2012

L'APPUNTO

La filosofia della strada

2

OLTRE

Eccellenza, un cinquantennio fa, con il Concilio Vaticano II ci si è preoccupati che la Parola di Dio giungesse a tutti; oggi la Chiesa come

pensa di toccare gli animi più distanti?Con L’Evangelizzazione. Il compito della chiesa è parlare, presentare Gesù, ma presentarlo nella vita, nella convinzione di fede che poniamo in Lui, accettando in Gesù Dio nella nostra carne. Il cristiano evangelizza vivendo da cristiano, crescendo da battezzato, lasciandosi guidare dallo Spirito (da cresimato), nutrendosi dell’Eucarestia e, quindi, diventando dono per gli altri, dando l’attenzione all’altro, entrando in relazione con gli altri in una reciprocità come nel corpo e poi tendendo insieme con gli altri verso la perfezione che è la carità.Nonostante la morte di papa Giovanni XXIII (avvenuta il 3 giugno 1963), il Concilio ebbe la sua prosecuzione per opera del nuovo eletto Papa Paolo VI, il quale volle continuare il dialogo della Chiesa col mondo contemporaneo. Venne approfondito il ruolo e la natura dell’episcopato e del suo rapporto con il papato: si

specificò come i vescovi, successori degli apostoli, dovessero lavorare collegialmente

tra loro e in comunione col Papa.

Invece, quali progetti appartengono al suo episcopato?Il mio episcopato, in questa Arcidiocesi, dura da tredici anni, in corso. Il mio intendimento iniziale è stato quello di entrare, come diceva Papa Giovanni XXIII, nella nuova Evangelizzazione. Nuova Evangelizzazione non significa un Vangelo nuovo; il Vangelo è sempre la bella notizia che Gesù Cristo è il nostro Dio che ci salva attraverso la nostra carne. Ma “nuova Evangelizzazione” nel senso di una trasmissione di fede che parte dalla vita; una fede che mi prende mi possiede e mi trasforma. Per cui chi viene in contatto con me, colui che incontro, certamente, noterà in me una visione di vita diversa e se la sua vita è distante dalla mia visione, potrà sorgere in lui un interrogativo; la cui risposta è parlare di Dio che ha voluto donarci la sua vita divina e trasformare la nostra natura umana, aprendola alla realtà della Vita stessa di Dio, così come ha fatto Gesù Cristo che ci ha redenti dal peccato e ci ha resi partecipi della sua divinità..Mi sono adoperato a promuovere l’ecclesiologia di comunione. La Chiesa-comunione porta ad essere attivi da parte di tutti, per cui il vescovo non agisce servendo la chiesa con i suoi decreti, ma si avvale del consiglio presbiterale e di quello pastorale diocesano, prima di dare gli orientamenti pastorali in sintonia con i programmi della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). E poi l’apertura missionaria. La pastorale missionaria è raggiungere chi si è allontanato e si è distratto dalla chiesa, chi non crede più nella Chiesa. Ora, come raggiungere chi si è raffreddato, chi si è allontanato? Attraverso il vivere le relazioni, l’entrare negli ambienti, come ci dice Gesù: “voi siete la Luce del mondo, il Sale della terra, il Lievito”. Per cui il cristiano non si rinchiude nel tempio. Parte dal tempio con uno spirito nuovo e vive nella realtà e nella storia (nella famiglia, nel lavoro, nei commerci, nell’arte) e porta con sé questo Gesù che lo possiede.

Uno fra i protagonisti del Vaticano II è stato l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Giacomo Lercaro; della sua partecipazione si ricordano i suoi discorsi e le osservazioni su una tematica predicatrice della «Chiesa dei Poveri». Il progetto di instaurare un vero legame tra povertà evangelica e cultura ecclesiastica assumerà un notevole significato. La proposta del Lercaro comportava una forte limitazione dell’impiego di mezzi materiali nell’organizzazione della Chiesa, un nuovo stile e una nuova concezione del decoro delle autorità ecclesiastiche, dunque, la fedeltà alla povertà da parte degli organi religiosi. Il Concilio, quindi, permise di volgere lo sguardo sul rapporto tra ricchi e poveri del Pianeta oltre alle tematiche legate alla guerra, alle discriminazioni razziali e al dialogo con le altre fedi.

Da allora quanto è cambiato? Che tipo di mobilitazione, in questa linea d’onda, attua oggi l’istituzione religiosa?La considerazione fra il mondo dei ricchi e quello dei poveri di tutta la terra rimane sempre viva nella Chiesa. La scelta dei poveri è la scelta di Dio. Dio guarda chi geme, chi grida aiuto. Gesù, che riassume in sé tutte le Scritture ( l’antico e nuovo testamento) è Dio che si è fatto povero per darci la sua ricchezza. Ora anche la Chiesa, che è il Corpo mistico di Cristo, deve farsi povera per donare la ricchezza che è l’Amore stesso di Dio.

Daniela D’[email protected]

Bei tempi quelli in cui bastavano due pietre sull’asfalto per fare le porte, un pallone, dodici perso-

ne e poi partite fino alle nove di sera. Senza arbitro. Ingredienti: sincerità e stretta di mano. Quando ancora con-tavano. Ma ormai siamo lontani come Marte dalla Terra da quell’epoca in cui il business non aveva ancora doppiato l’etica.

Oggi gli affari hanno fatto perdere ogni principio di corretta valutazione e lo si vede dalla gioia con cui si è ac-colta la decisione (non solo in Italia) di aggiungere alla terna arbitrale, altri due giudici per controllare meglio tut-to ciò che avviene nelle aree di rigore. Nonostante abbia poco di lieto. Inve-ce è una sconfitta per lo sport. Questi giudici di linea (metaforicamente) so-migliano un po’ ai rinforzi in un campo di battaglia. Con la sottile differenza che il campo di calcio non è un campo di guerra. O almeno penso.

Per quello che deve essere lo sport non è un buon segno. E’ una deriva. La militarizzazione dello sport in ge-nerale, e del calcio in particolare è una retrocessione. Capisco che sono scelte obbligate ma siamo onesti e almeno diciamoci che non si tratta di stare al passo della velocità del calcio, piut-tosto è frutto della sconfitta dell’one-stà. Non si è mai seriamente investito nell’educazione al fair play che non

toglie niente al gioco ma lo rende migliore e quindi più umano. Con la tecnologia e l’aumento degli arbitri in campo bello sarebbe stato investire anche sul capi-tale umano educando alla rettitudine e alla lealtà. Anche perché se le falle non vengono riparate pri-ma o poi la nave affonda. Così che oggi aggiungiamo due direttori, domani in-seriamo nuove tecnologie e domani l'altro che più introdurremo? Non servono altre nor-me, piuttosto una cambiamento ra-dicale della cultura dello sport sin da quando si è piccoli di età. Per esem-pio cominciando ad insegnare che la simulazione è un inganno, che colpire l’avversario quando nessuno ti vede non è da eroi ma da ignavi. Che per-dere fa parte della vita.

Grato per sempre alla strada che mi ha insegnato come la competizione è più vera se si gioca ad armi pari.

Purtroppo oggi non ci sono più spazi liberi per aggregarsi e giocare: cementificazione e privatizzazioni si sono avidamente impossessati di ogni millimetro.

Almeno gli oratori diano una mano a ricostruire la cultura dello sport onesto! Per troppo tempo si è pensa-

to alla pastorale dello sport come di serie B, così da delegarla ad altri che invece spesso hanno inculcato valori non coincidenti con quelli del Vangelo e quindi dell’etica umana.

Allargando lo sguardo su ogni di-mensione della vita, l’oratorio (quel-lo vero) è un grande investimento in quanto non solo è fucina di sportivi che non pensano con i piedi ma gio-cano usando la testa, è anche luogo e tempo utili per formare uomini e don-ne del domani dai sani valori. Ridiven-ti lo spazio dove si impara a crescere e a vivere insieme. Perché la notte fa meno paura se ci facciamo compa-gnia. Da soli non solo si perde, ma ci si perde pure.

Massimo [email protected]

“Don Giovanni”, come ama farsi chiamare il Vescovo ausiliare dell'Aquila, per otto anni è stato missionario in Costa d'Avorio mentre dal 1987 fu chiamato da Giovanni Paolo II a ricoprire l'incarico di Vice-Direttore della Sala Stampa della Santa Sede e successivamente è entrato a far parte della Segreteria di Stato nella qualità di Capo ufficio della Prima Sezione Affari Generali. Dal 14 novembre 2009 è Vescovo. Don Giovanni, inoltre, è giornalista pubblicista e conosce e parla diverse lingue. Attualmente conduce in televisione la rubrica religiosa “Sulla via di Damasco”, inoltre, è anche un prolifico autore di libri di spiritualità che vanno per la maggiore e ha, anche, un'antica ed affettuosa vici-nanza con la nostra Comunità del SS. Crocifisso e con Barletta.

Tutto cominciò tanti anni addietro quando i familiari di Ruggiero Pescheche-ra vollero pubblicare le lettere d'amore che questo straordinario ragazzo, morto a 23 anni per un terribile male, scriveva alla sua ragazza. A Mons. D'Ercole venne affidata la presentazione del testo.

Testimone della fede, anche quando è stato ingiustamente segnato dalla sofferenza per una improvvida ed inconsistente accusa che certa stampa in-teressata ha voluto artatamente e colpevolmente ampliare. Anche per questa sofferenza patita ingiustamente ci sei caro, fratello Vescovo; anche per la tua testimonianza di uomo di fede ti dedichiamo con affetto la “Cattedra degli Anàrgiri” sabato 27 ottobre ore 20.00, segno di una continuità d'amore e di servizio che attraverso i secoli ci lega ai nostri Santi Patroni, Cosma e Damiano.

Massimo [email protected]

OltreLa cultura è come l’aria.

La respiriamo e non ce ne

accorgiamo. Entrambe date per

scontate ma sono l’ossigeno senza

le quali non c’è nutrimento. Se

l’aria è inquinata, irrespirabile,

ci ammaliamo dal punto di vista

organico. Se la cultura è infestata

da idee sbagliate e deleterie si

ammala la società nella quale

viviamo. Oggi possiamo dire che

la crisi culturale ha preceduto

di gran lunga quella economica

e finanziaria. Anzi la vera crisi

è esistenziale. Colpisce al cuore

della persona. Per esempio è

stato l’individualismo sfrenato

ad aver causato la caduta del

principio di sussidiarietà su cui

un sistema dovrebbe reggersi.

Per questo rischia di crollare.

Vengono a mancare i pilastri.

Oggi bisognerebbe recuperare la

logica del dono, della giustizia e

della carità. Dell’amore quindi che

informa e performa ogni cosa.

Questo nuovo appuntamento

periodico vuole essere un

minuscolo ausilio a tale progetto:

dare voce a chi ha creduto alla

forza delle idee e a chi attraverso

queste ha sperato di poter

cambiare il mondo. Parlando

contemporaneamente di politica,

di economia, di amore, perché non

siamo a compartimenti stagni ma

siamo “uno”: è la stessa persona

che pensa, che ama, che agisce.

Se ama davvero, pensa bene,

agisce per dilectio. E chi potrà mai

dirci che sia stato il poco amore

la causa di questa devastazione?

Allora torniamo a parlare al

cuore per darci tutti il sostegno

necessario ed uscire più forti da

questo tunnel. Ed andare oltre.

Massimo [email protected]

Ci si potrebbe vergognare un po’ a parlare di cultura mentre il Paese vive un grande disagio socio-politico, economico e finanziario. Anche se nessuno sarà in grado di dirci quale decadimento è avvenuto prima:

se quello culturale che ha prodotto quello economico o viceversa.Mi consola però il fatto che comunque da una prospettiva si deve pur

cominciare per risollevare le mura del Bel Paese e soprattutto la testa di tan-te persone. E la cultura può dare il proprio contributo offrendo un pensiero forte su cui ricostruire.

Mi consola inoltre il fatto che paradossalmente di cultura si potrebbe anche “mangiare” perché un Paese dalla poli-cromaticità culturale come il nostro, se investisse di più in tale ambito vedrebbe aumentato di qualche punto percentuale anche il Pil.

Mi consola altresì che all’indomani della tragedia della seconda grande guerra, ancora sui cumuli di macerie e di morti, De Gasperi al Congresso Provinciale della DC ebbe il coraggio di pronunciare parole ricche di speranza perché animate da una fede intemerata. “Verrà il momento in cui l’Italia si risolleverà e riprenderà quella posizione che le spetta non per forza d’armi, ma per addestramento morale, per l’influenza spirituale”.

Allora sono rincuorato dalla certezza che prima di noi altri uomini hanno pensato alla moralità, alla cultura, alla fede come principio ispiratore di azio-ni, per sollevare la china e provare a rimettersi in sesto.

L’ultima scelta del governo francese va in questa direzione quando chiede che nelle scuole si torni a insegnare l’etica per il bene comune prima che altri (vedi le Borse) lo facciano al posto delle istituzioni mirando al massimo profitto personale possibile rendendo sempre più poveri i poveri cristi.

Forse si comincia a comprendere come la vita non si esaurisce tutta nella finanza, nella tecnologia, nella scienza positivistica. E’ molto di più. C’è stato un tempo in cui ci hanno fatto credere che tutto ciò che non rientrava tra le tre “I” fosse inutile. Ma oggi che al mattino ci svegliamo tutti più poveri di soldi e di umanità, più abbruttiti che mai, capiamo che bisogna cambiare rotta.

C’è bisogno anche di preparazione umanistica, di fede che si fa cultu-ra, con l’impegno che non siano evasione, piuttosto impegno e slancio per cambiare. Non dimentichiamo che l’Europa è diventata grande anche grazie alle scienze umane. E alla fede. Patria di grandi uomini di cultura e di fede.

Marcel diceva che la persona umana oltre ad esse-re sentio e cogito, è anche credo, quella dimen-sione che rende capace di allargare l’orizzonte e nella quale si annida la fede che si invera nel-la carità, in virtù della speranza che ci attende. E di questa dimensione ce ne rendiamo conto quando amiamo, quando restiamo imbambo-lati a guardare la grandezza delle montagne, o stupiti immaginiamo quanto è esteso il mare. Sono queste le occasioni in cui sussurriamo al nostro cuore: “Ma chi sono davvero io?”.

Molti uomini e donne come noi si sono sin-tonizzati su questa frequenza del cuore alla ricerca di qualcosa o di Qualcuno per la spe-rata pace interiore e alla ricerca di un ordina-mento sociale migliore per quanto perfettibile e provvisorio.

Leggere poi certe pagine lasciateci in eredità, di-venta un’occasione per guardare oltre, gettare lo sguardo fuori dalla finestra e lontano dal nostro piccolo mondo. Sono questi i motivi che spingo-no a metterci sui sentieri di pagine scelte, che avendo fatto la storia, sono ancora lì a dirci la loro bellezza. Basta solo rispolverarle per ripar-tire.

Massimo [email protected]

CONCILIO VATICANO IIInnovazioniin continuità?Seconda parte dell’intervista al nostro Arcivescovo mons. Giovan Battista Pichierri pubblicata nel numero dello scorso mese di aprile

Cattedra degli Anàrgiria S.E. Mons. Giovanni D’Ercole

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RIPARTIRE. Dalla personaSPECIALE ANNO DELLA FEDE