La Sindrome Demenza 15 marzo 2015
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La Sindrome Demenza
U.O. GeriatriaU.O. GeriatriaU.O. GeriatriaU.O. Geriatria
Carlo A. BiaginiCarlo A. BiaginiCarlo A. BiaginiCarlo A. Biagini
Francesca BenciniFrancesca BenciniFrancesca BenciniFrancesca BenciniFrancesca BenciniFrancesca BenciniFrancesca BenciniFrancesca Bencini
Veronica CaleriVeronica CaleriVeronica CaleriVeronica Caleri
Claudia CantiniClaudia CantiniClaudia CantiniClaudia Cantini
Riccardo FerrettiRiccardo FerrettiRiccardo FerrettiRiccardo Ferretti
Rossella MecacciRossella MecacciRossella MecacciRossella Mecacci
Elisabetta TononElisabetta TononElisabetta TononElisabetta Tonon
CPSD VDNCPSD VDNCPSD VDNCPSD VDN Nicoletta FranchiNicoletta FranchiNicoletta FranchiNicoletta Franchi
INFER. Romina BernaziINFER. Romina BernaziINFER. Romina BernaziINFER. Romina Bernazi
Fabiola BeninatiFabiola BeninatiFabiola BeninatiFabiola Beninati
Paola FerrettiPaola FerrettiPaola FerrettiPaola Ferretti
Piera GuglielmiPiera GuglielmiPiera GuglielmiPiera Guglielmi
Monica RomaniMonica RomaniMonica RomaniMonica Romani
Marzia RomoliMarzia RomoliMarzia RomoliMarzia Romoli
PSICOL. Cristiana BarniPSICOL. Cristiana BarniPSICOL. Cristiana BarniPSICOL. Cristiana Barni
Studio di Rotterdam: nuovi casi di demenza (n/1000 persone all’anno) tra i 60 e i 79 anni [dato aggiustato per età]:-tra il 1990 e il 1995-tra il 2000 e il 2005
Schrijvers E.M.C. et al., Neurology, 2012
Dati Attesi per la Sindrome Demenza
• Italia
Italia
Elaborazione dati ISTAT a cura del Dr. Luigi Tonelli
Dati Attesi per la Sindrome Demenza
Toscana
Elaborazione dati ISTAT a cura del Dr. Luigi Tonelli
Incidenza di demenza > 65 aa – anno 2010
Toscanavalori %
Toscanaval. assoluti
Usl 3val. assoluti
Maschi 1,22 4.134 311
Femmine 1,38 6.361 480
Totale 1,33 10.495 791
Elaborazione dati ARS Toscana
Prevalenza di demenza ≥ 65 aa - 2010
Toscanavalori %
Toscanaval. assoluti
Usl 3val. assoluti
Maschi 7,56 27.605 2.080Maschi 7,56 27.605 2.080
Femmine 11,28 56.607 4.259
Totale 9,71 84.212 6.339
Elaborazione dati ARS Toscana
Demenza e Senilità
• La demenza è spesso impropriamente definita “demenza senile”
• In realtà con l’avanzare dell’età…�…alcune funzioni cognitive mostrano �…alcune funzioni cognitive mostrano
un lieve declino;�…altre restano invariate;�…l’eventuale declino cognitivo non è
comunque tale da interferire significativamente con lo svolgimento dei normali atti della vita quotidiana.
Criteri per la diagnosi di demenza(National Institute on Aging and Alzheimer’s Association workgroup, 2011)
Presenza di disturbi cognitivi o comportamentali che:• interferiscono con lo svolgimento delle attività abituali;• rappresentano un declino rispetto ad un precedente livello funzionale;• non sono spiegati da delirium o patologia psichiatrica maggiore;• sono presenti in anamnesi e confermati da una valutazione oggettiva;oggettiva;• coinvolgono almeno due delle seguenti aree cognitivo-comportamentali :
1. memoria 2. ragionamento e pianificazione 3. funzioni visuo-spaziali 4. linguaggio 5. personalità e comportamento (es. agitazione, apatia,
comportamenti ossessivi o socialmente inappropriati)
Declino cognitivo
* Perdita di memoria * Disorientamento
temporale e spaziale* Afasia * Aprassia * Agnosia
Disturbi del Comportamento* Oscillazioni dell’umore * Alterazioni
della personalità* Psicosi* Agitazione
aaDemenzDemenzaa
Quadro clinico
Compromissione funzionale
* IADL * ADL
* Agnosia * Deficit funzioni
esecutive
* Agitazione* Wandering* Sintomi
neurovegetativi
aaaa
Disturbi psichici e comportamentali in demenzaDisturbi psichici e comportamentali in demenzaBehavioral and Psychological Symptoms of DementiaBehavioral and Psychological Symptoms of Dementia (BPSD)(BPSD)
Definizione:Definizione:
Alterazioni della percezione, Alterazioni della percezione, Alterazioni della percezione, Alterazioni della percezione, del contenuto del pensiero, del contenuto del pensiero,
dell’umore o del comportamento, dell’umore o del comportamento, che si osservano frequentementeche si osservano frequentemente
in pazienti con demenzain pazienti con demenza
IPA Consensus Conference, 1996
•• Causa più frequente di istituzionalizzazioneCausa più frequente di istituzionalizzazione•• Causa più frequente di prescrizione Causa più frequente di prescrizione
farmacologicafarmacologica•• Causa più frequente di intervento medicoCausa più frequente di intervento medico
Disturbi psichici e Disturbi psichici e comportamentali nelle demenzecomportamentali nelle demenze
•• Causa più frequente di intervento medicoCausa più frequente di intervento medico•• Aumento della disabilitàAumento della disabilità•• Causa di stress grave dei Causa di stress grave dei caregivercaregiver•• Ridotta qualità di vita del paziente e delRidotta qualità di vita del paziente e del
caregivercaregiver•• Aumento dei costi economici della malattiaAumento dei costi economici della malattia
Oppositività aggressivaOppositività aggressivaAggressione fisicaAggressione fisica
Aggressione verbaleAggressione verbale
AggressivitàAggressività
ApatiaApatia
SINTOMI PSICHICI SINTOMI PSICHICI E COMPORTAMENTALIE COMPORTAMENTALI
Agitazione psicomotoriaAgitazione psicomotoria
WanderingWanderingPacing Pacing TrailingTrailing
Difficoltà a riposareDifficoltà a riposareAzioni ripetitiveAzioni ripetitiveAggressione verbaleAggressione verbale
AllucinazioniAllucinazioniDeliriDeliri
MisidentificazioniMisidentificazioniPsicosiPsicosi
TristezzaTristezzaPiantoPianto
Perdita di speranzaPerdita di speranzaBassa autostimaBassa autostima
AnsietàAnsietàSensi di colpaSensi di colpa
Ritiro socialeRitiro socialeMancanza di Mancanza di
Interessi/motivazioneInteressi/motivazione
McShane R. Int Psychogeriatr 2000McShane R. Int Psychogeriatr 2000
DepressioneDepressione
Azioni ripetitiveAzioni ripetitiveVestirsi/SvestirsiVestirsi/Svestirsi
Disturbi del sonnoDisturbi del sonno
BPSDBPSD
Processo demenziale
Comorbilità
Fattori genetici
FATTORI BIOLOGICI
FATTORI PSICHICI
Personalità premorbosa
Predisposizione
PATOGENESI BIOPATOGENESI BIO--PSICOPSICO--SOCIALESOCIALEPATOGENESI BIOPATOGENESI BIO--PSICOPSICO--SOCIALESOCIALEBPSDBPSDFATTORI
AMBIENTALI
Trasloco – trasferimento
Ospedalizzazione
FATTORI INTERPERSONALI
Manor, 2000Finkel, 2000
Stress del caregiver
Scarse relazioni sociali
PATOGENESI BIOPATOGENESI BIO--PSICOPSICO--SOCIALESOCIALEPATOGENESI BIOPATOGENESI BIO--PSICOPSICO--SOCIALESOCIALE
DemenzaDemenza DemenzaDemenzaMalnutrizioneMalnutrizione
CofosiCofosiRiserve Riserve funzionalifunzionali
BPCOBPCO
Malattie vascolariMalattie vascolari
DiabeteDiabete
Comorbosità e demenza
Senin U., 1999
Demenze ad esordio presenile
Demenze ad esordio senile
PoliterapiaPoliterapia
Ritenzione urinariaRitenzione urinaria
BPCOBPCO
Determinanti del deficit cognitivo nell’anziano
50%
100%•Deficit uditivo/visivo•Scompenso cardiaco/BPCO•Farmaci/alcool•Depressione•Fattori metabolici
0%
50%
Giovane Anziano
Altri fattori
Malattia di Alzheimer
•Fattori metabolici
Resnick NM e Marcantonio ER., Lancet, 1997
Forme più comuni di Demenza
• Malattia di Alzheimer (50-70% di tutte le forme)
• Altre forme neurodegenerative:Demenze fronto -temporaliDemenza a corpi di LewyParkinson -Demenza…Parkinson -Demenza…
• Demenze secondarieVascolariIdrocefalo normotesoMalattie endocrine e metabolicheProcessi espansivi intracraniciMalattie infettive ed infiammatorie del SNC…
Criteri per la diagnosi di demenza dovuta a Malattia di Alzheimer probabile
(National Institute on Aging and Alzheimer’s Association workgroup, 2011)
Presenza di demenza con le seguenti caratteristiche:• Esordio graduale dei disturbi (mesi o anni);• Peggioramento nel tempo;• Deficit cognitivo prevalente all’esordio in una delle seguenti categorie:
1. presentazione amnesica (tipica): deficit di apprendimento e richiamo di nuove informazionie richiamo di nuove informazioni
2. presentazione non amnesica:• presentazione afasica: deficit preminente nella capacità
di trovare le parole• presentazione visuo-spaziale: deficit visuo-spaziali
preminenti (es. agnosia per oggetti e volti, simultanagnosia, alessia)
• disfunzione esecutiva: deficit preminenti a carico di ragionamento, giudizio, soluzione di problemi
• Assenza di caratteristiche tipiche di altre demenze (es. grave malattia cerebrovascolare)
Evoluzione temporale dei deficit cognitivi Evoluzione temporale dei deficit cognitivi
nella M. di Alzheimernella M. di Alzheimer
Criteri clinici Demenza Fronto -Temporale (FTD) - 1
� Insidiosa e precoce comparsa di s. comportamentali :• Alterazioni della condotta sociale, aggressività• Disinibizione • Iperoralità • Appiattimento emotivo, apatia• Rigidità di comportamento, comportamenti stereotipa ti e perseveranti• Rigidità di comportamento, comportamenti stereotipa ti e perseveranti• Distraibilità, impulsività• Comportamenti di utilizzo e di imitazione• Assente coscienza di malattia
� Precoci disturbi del linguaggioRiduzione della produzione verbale fino al mutismo o ecolalia
� Conservazione relativa della memoria e delle capacità visuospaziali
� Deficit attenzione e funzioni esecutive
( The Lund and Manchester Groups, 1994)
� Reperti all’esame obiettivo • riflessi di liberazione corticale • possibili segni extrapiramidali (forme legate al cr omosoma 17) o da
malattia del motoneurone (forme associate a SLA)• precoce incontinenza urinaria
Criteri clinici FTD - 2
(The Lund and Manchester Groups, 1994)
� Reperti strumentali• atrofia frontale e temporale anteriore al neuroimag ing• Ipoperfusione frontale e temporale alla SPECT• EEG normale
� Criteri di supporto alla diagnosi• Familiarità (nel 40-50% positiva per parenti di 1°g rado)• Insorgenza prima dei 65 anni
FTD – forme lobari selettive
• Afasia non fluente progressivadisturbo del linguaggio prevalentemente espressivo; relativa conservazione delle altre funzioni cognitive e dell’autonomia
• Demenza semanticadeficit progressivo della denominazione orale e scritta; disturbo della comprensione del significato delle parole e degli oggetti; mantiene la fluenza e la risoluzione dei problemi non verbali
ASPETTI NEUROPSICOLOGICI E CLINICI DELLA DEMENZA A CORPI DI LEWY
Le principali caratteristiche cliniche e neuropsicologiche consistono nella presenza di:
a) disturbi parkinsoniani spontanei o indotti da basse dosi di neurolettici
b) fluttuazioni attenzionali importantib) fluttuazioni attenzionali importantic) allucinazioni visive strutturate, almeno in parte
criticate dal paziented) disturbi esecutivo/attenzionali, visuo -costruttivi
o visuo -spaziali più gravi di quanto non siano i disturbi mnesici mostrati da questi pazienti
(McKeith et al., 1996; Ballard, 2004)
Demenza a corpi di Lewy
1. Declino cognitivo progressivo che interferisce con le no rmalifunzioni; preminenza di disturbi di attenzione, abilità fr ontali evisuo-spaziali, disturbo della memoria ‘secondario’
2. Due delle seguenti caratteristiche– Fluttuazione della vigilanza, attenzione e capacità cognitiv e (80%)– Allucinazioni visive strutturate (60%)– Parkinsonismo (65-70%)– Parkinsonismo (65-70%)
3. Caratteristiche di supporto diagnostico– Cadute/Sincopi/Perdite transitorie di coscienza (50%)– Ipersensibilità ai neurolettici (50%)– Deliri strutturati, allucinazioni non visive (70%)– Disturbi del sonno REM (25%)
4. Caratteristiche di esclusione– Storia di stroke o segni motori focali o lesioni alla TAC– Segni fisici o reperti strumentali indicativi di altre mala ttie
(McKeith, 1996)
Parkinson -demenza
I soggetti con M. di Parkinson hanno un rischio disviluppare demenza 3 volte superiore rispetto asoggetti normali di pari età
Il 25% dei soggetti affetti da M. di ParkinsonIl 25% dei soggetti affetti da M. di Parkinsonpresenta un quadro di demenza (65% negli ultra85enni), mentre deficit cognitivi di intensità nonsufficiente a determinare demenza sono presenti inoltre il 90% dei casi.
Il quadro di demenza insorge di solito dopo alcunianni dai sintomi motori
Aspetti Clinici della Demenzaassociata a PD
• Alterazioni fluttuanti dell’attenzione
• Latenza di risposta
• Deficit nelle funzioni esecutive
• Compromissione mnesica (deficit della rievocazione libera che trae beneficio da aiuti esterni)
• Disturbo delle funzioni visuospaziali
• Linguaggio largamente preservato (tranne fluenza verbale)
• Prassia conservata
• Sintomi comportamentali nell’80% dei casi (disturbi del sonno REM, apatia)
Demenze con Parkinsonismo
� M. Di Parkinson con demenza� Demenza a corpi di Lewy� Demenza frontotemporale associata al eeeee e cromosoma 17 � Paralisi sovranucleare progressiva� Degenerazione corticobasale� M. di Huntington� M. di Creutzfeldt – Jakob� Demenza vascolare sottocorticale� Ematoma subdurale� Idrocefalo normoteso
DEMENZE VASCOLARI Classificazione
Multi-infartuale (MID)• Risultante di infarti multipli e completi generalmente nel territorio di
distribuzione, corticale o sottocorticale, dei grossi vasiDa singoli infarti strategici • Data da singoli infarti in aree cerebrali funzionalmente importanti per le
prestazioni cognitive (giro angolare, prosencefalo basale, talamo, etc.)Da coinvolgimento dei piccoli vasiDa coinvolgimento dei piccoli vasi• Esito di lesioni ischemiche a carico dei vasi di piccolo calibro che
irrorano la corteccia o le strutture sottocorticaliDa ipoperfusione• Risultante di un danno ipossico acuto o cronico o ripetutoDa emorragia• Sequela di lesioni emorragiche intraparenchimali (fra le più frequenti
l’emorragia intracerebrale a sede capsulare) o extraparenchimale (ematoma subdurale cronico, emorragia subaracnoidea)
Idrocefalo normoteso
Fino al 6% di demenze accertate, prevalentemente in pazient itra 50 e 70 anni. Idiopatico in oltre il 50% dei casi.Neuroimaging: ingrandimento dei ventricoli laterali in as senzadi ampliamento dei solchi corticali1. Deficit cognitivo
- rallentamento ideo-motorio, latenza di risposta- deficit di attenzione e delle funzioni esecutive- deficit di attenzione e delle funzioni esecutive- riduzione capacità ideative e logico-deduttive- difetto di memoria lieve o moderato- disturbi comportamentali di tipo frontale
2. Incontinenza urinaria o urgenza minzionale3. Atassia della marcia (a base allargata, a piccoli passi,magnetica)
Dalla comparsa dei sintomi, ingravescente fino alla totaleinerzia verbale e motoria
• Ottimizzazione delle funzioni cognitive
Principali obiettivi nella “cura” del soggetto affetto da demenza
• Controllo dei sintomi comportamentali
• Ottimizzazione dello stato funzionale
• Miglior qualità di vita possibile per il caregiver
Tutte le forme di demenza sono curabili, anche quelle irreversibili
TERAPIA� FARMACOLOGICA� NON FARMACOLOGICA
Terapia farmacologica malattia di Alzheimer
Trattamento dei sintomi cognitivi� inibitori delle colinesterasi� memantina
Inibitori della ColinesterasiDonepezil Aricept/Memac…
5-10 mg (23 mg) cpr /cpr orodispers.
RivastigminaExelon/Prometax…
1.5-3.0-4.5-6.0 mg4.6-9.5-13,3 mg/die
cpscerotto
Galantamina 4-8-12 mg cprReminyl… 8-12-24 mg cpr a lento rilascio
Memantina
Memantina Ebixa…
10-20 mg5 mg / spuzzo
cpr soluzione
Sinapsi colinergica
recettore M recettore N
AChACh N = nicotinico M = muscarinico
ACh = acetilcolina
AChEI
Terminale nervosopre-sinaptico
Aumentata disponibilità di ACh a livello sinaptico (AChE-inibizione)
AChAChAcetilcolinesterasi
Terminale nervosopost-sinaptico
Memantina
• E’ un antagonista non-competitivo voltaggio dipendente, di moderata affinità, dei recettori NMDA
• Blocca gli effetti dell’elevato livello di glutammato • Blocca gli effetti dell’elevato livello di glutammato riducendo l’eccessiva neurotrasmissione glutammatergica (riduce il rumore di fondo)
• Mantiene tuttavia la fisiologica attivazione dei recettori per garantire l’apprendimento e la memoria
Nota 85 – aggiornata G.U. 19.03.09
Inibitori acetilcolinesterasi:
•Donepezil•Galantamina•Rivastigmina
La prescrizione a carico del SSN su diagnosi e piano terapeutico delle Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) individuate dalle regioni e dalle province Autonome di Trento e Bolzano è limitata ai pazienti con malattia di Alzheimer di grado lieve, con MMSE tra 21 e 26 (donepezil, rivastigmina, galantamina) o moderato con MMSE tra 10 e 20 (donepezil, rivastigmina, galantamina, memantina ).
•memantina
galantamina, memantina ).Alle UVA è affidato il compito di effettuare o eventualmente, confermare una diagnosi precedente e stabilire il grado di severità in base al punteggio del MMSEIl piano terapeutico deve essere formulato sulla base della diagnosi iniziale di probabile demenza di Alzheimer di grado lieve-moderatoLa risposta clinica dovrà essere monitorata ad intervalli regolari dall’inizio della terapia• a 1 mese, per la valutazione degli effetti collaterali e per l’aggiustamento del piano terapeutico• a 3 mesi, per una prima valutazione della risposta e per il monitoraggio della tollerabilità: deve basarsi sul non peggioramento dello stato cognitivo del paziente valutato tramite MMSE ed esame clinico• Ogni 6 mesi per successive valutazioni della risposta e della tollerabilità
Mini Mental State Examination(Folstein et al. 1975)
� Strumento sensibile, semplice, universalmente validato, per loscreening del livello cognitivo.
� Indaga brevemente (tempo di somministrazione 10 minuti) diversearee cognitive, fornendo un punteggio complessivo, indicativo dellafunzione cognitiva globale.
� Punteggio max: 30.
� Un punteggio <24/30 viene generalmente considerato suggestivo dideterioramento cognitivo.
� La prestazione dipende dall’età e dalla scolarità (esistono tabelle dicorrezione validate sulla popolazione italiana).
� Serve a porre il sospetto di un problema cognitivo, la cui realeesistenza e le cui cause vanno indagate con una successivavalutazione clinica, neuropsicologica e strumentale.
MINI MENTAL STATE EXAMINATION(Folstein, 1975)
Valuta le funzioni cognitive del soggetto in particolare:
• l’orientamento temporo-spaziale• la memoria immediata• la memoria immediata• l’attenzione e il calcolo• il richiamo• il linguaggio• la prassia costruttiva
MINI MENTAL STATE EXAMINATION(Folstein, 1975)
Il paziente sa riferire il giorno del mese, l’anno, il mese, il giorno della settimana e la stagione.Orientamento temporale
Il paziente sa riferire il luogo in cui si trova, a quale piano, in quale città, regione, stato.Orientamento spaziale
L’esaminatore pronuncia ad alta voce tre termini (c asa, pane, gatto) e chiede al paziente di ripeterli subito.Memoria
Far contare per sette all’indietro, partendo da 100 . Fermarsi dopo le prime 5 risposte.Se il paziente avesse difficoltà di calcolo, far sca ndire all’indietro la parola MONDO una lettera alla volta.Attenzione e calcolo
Richiamare i tre termini precedentemente imparati.Richiamo delle tre parole
Come si chiama questo? (indicando una matita). Come si chiama questo? (indicando un orologio). Il paziente deve riconoscer e due oggetti.Denominazione
Invitare il paziente a ripetere la frase “tigre contr o tigre”Ripetizione
Invitare il paziente ad eseguire correttamente i seg uenti ordini: a) prenda un foglio con la mano destra, b) lo pieghi a metà, c) e lo butti per terra.Esecuzione di un compito su comando orale
Presentare al paziente un foglio con la seguente scr itta: “Chiuda gli occhi”. Invitare il paziente ad eseguire il comando indicato .Esecuzione di un compito su comando scritto
Far scrivere al paziente una frase formata almeno da soggetto e verbo.Scrittura
Far copiare al paziente il disegno indicato.Prassia costruttiva
PUNTEGGIO TOTALE________/30
Mini Mental State
Frase:
……
• Nausea, vomito, vertigini, diarrea, inappetenza, perdita di peso
• Generalmente transitori e più frequenti durante la titolazione del farmaco
Inibitori della ColinesterasiEffetti collaterali più comuni
• Maggiore tollerabilità se la dose ottimale viene raggiunta lentamente e la somministrazione del farmaco è effettuata al termine del pasto
• Causa di sospensione del trattamento o di shift ad altro farmaco
Nei pazienti con :
• ulcera peptica
• convulsioni
Inibitori della ColinesterasiPrecauzioni
• convulsioni• bradicardia• asma o BPCO• epatopatia
MemantinaEffetti collaterali più comuni (< 1/10)
• Sonnolenza• Vertigini• Disturbi dell’equilibrio• Disturbi dell’equilibrio• Ipertensione• Stipsi• Dispnea• cefalea
Trattamento dei BPSD
Ricercare e trattare possibili cause scatenanti:
patologie associate, dolore, farmaci, fattori ambientali etc.
Sintomi comportamentalilievi-moderati
Sintomi comportamentaligravi
Approccio non farmacologico Può essere necessario Approccio non farmacologicocome intervento di prima scelta
sintomi psicoticiagitazione, aggressività
neurolettici
sintomi depressiviansia
antidepressiviansiolitici
da Grossberg 2003, modificata
sintomi maniacaliagitazione, aggressività
stabilizzatori tono dell’umore, neurolettici
Può essere necessario trattamento farmacologico
Farmacoterapia dei BPSD
• Antidepressivi
• Antipsicotici
• Ansiolitico-sedativi
• Colinergici
• β-bloccanti• Ansiolitico-sedativi
• Stabilizzatori umore
• Antistaminici
• ECT
• Light therapy
• Altre, es.melatonina
Manor, 2000
Valutazione dei sintomi psicologici e comportamentali in corso di demenza
• Individuare cluster sintomatologico prevalente.
Cluster dei disturbi comportamentali
• Sintomi psicotici deliri, allucinazioni
• Agitazioneaggressività (fisica, verbale), irritabilità
• Discontrollo comportamentale� Attività motoria aberrante
Comportamenti agitati
� Attività motoria aberrante� Disinibizione, euforia, ipersessualità� Disturbi del sonno� Disturbi dell’appetito
• Sintomi affettivi depressione, ansia
• ApatiaMcShane R, Int J Geriatr Psychiatry, 2000
Hollingworth et al., J Am Geriatr Soc, 2006
Valutazione dei sintomi psicologici e comportamentali in corso di demenza
• Individuare cluster sintomatologico prevalente.
• Caratterizzare gravità dei sintomi (livello di sofferenza ed eventuali condizioni di pericolo di paziente/caregiver)di paziente/caregiver)
NeuroPsychiatric Inventory (NPI)
La NPI è una delle scale più frequentemente utilizzate per lavalutazione dei disturbi del comportamento in particolare :deliri, allucinazioni, agitazione-aggressività, ansia, euforia,apatia, disinibizione, irritabilità-labilità, comporta mentomotorio aberrante, disturbi del sonno e dell’alimentazion e.(Cummings et al., 1994)
La valutazione dei disturbi comportamentali è resa diffici ledalla coesistenza del decadimento cognitivo per questo siricorre all’intervista del caregiver o all’osservazione d iretta incaso di operatori (RSA)
UCLA Neuropsychiatric Inventory (NPI)
item Non valutabile
Assente F G F x G Distress
A. Deliri
B. Allucinazioni
C. Agitazione
D. Depressione/disforia
E. Ansia
F. Euforia/esaltazioneF. Euforia/esaltazione
G. Apatia
H. Disinibizione
I. Irritabilità/labilità
J. Attività motoria anom.
K. Sonno
L. Appetito/alimentazione
TOTALE
Frequenza: 1= raramente, 2= talvolta, 3= frequentemente, 4= se mpreGravità: 1= lievi (non producono disturbo, 2= moderati (comp ortano disturbo), 3= severi (molto disturbanti)
Gravità e frequenza dei sintomi comportamentali
“COMPORTAMENTI AGITATI”
Gravità: in base al livello di sofferenza e ad eventuali
condizioni di pericolo di paziente e caregiver (classificata
secondo Neuropsychiatric Inventory – NPI)
Frequenza: disturbi saltuari o persistenti (plurisettimanali
o quotidiani)
LIEVI
(G-NPI)=1
MODERATI
(G-NPI)=2
GRAVI
(G-NPI)=3
Valutazione dei sintomi psicologici e comportamentali in corso di demenza
• Individuare cluster sintomatologico prevalente.• Caratterizzare gravità dei sintomi (livello di
sofferenza ed eventuali condizioni di pericolo di paziente/caregiver).
• Ricercare possibili cause scatenanti , di tipo • Ricercare possibili cause scatenanti , di tipo fisico (delirium, condizioni mediche, dolore, depressione, …), farmacologico (farmaci attivi sul SNC) o socio -ambientale (problemi relazionali con il caregiver, situazioni di stress, …)
• Valutazione della comorbosità (parkinsonismo, obesità, malattia cerebrovascolare, …)
RCT: 365 anziani con demenza moderata-grave e disturbi delcomportamento randomizzati ad un protocollo di terapia deldolore per 8 settimane + 4 settimane dopo la sospensione
Trattamento del dolore e disturbi del comportamento
Husebo et al., BMJ 2011
--- step= 1: paracetamolo 2: morfina 3: buprenorfina transdermica 4:pregabalin
trattamento e cure usuali
** p=0.012 *** p<0.001
*
*p=0.022
***
**
“Comportamenti agitati” lievi e/o saltuari
Gli approcci comportamentali e psicosociali sono di prima scelta: -valutazione dell’adeguatezza del contesto familiare ed ambientale-identificazione dei “bisogni non soddisfatti” del paziente, di tipo fisico, emozionale, sociale-rimozione di fattori ambientali e relazionali stressanti -rimozione di fattori ambientali e relazionali stressanti -identificazione di modalità di comunicazione adeguate-identificazione di attività routinarie adeguate-formazione/counseling familiari e caregiver professionali -valutare l’utilizzo di strutture assistenziali dedicate (es. Centro Diurno Alzheimer, nucleo Alzheimer RSA) -interventi specifici (es. musicoterapia) ove praticabili
Tipo A= antipsicotici non indicati• Attività motoria aberrante• Scarsa collaborazione senza aggressività• Facile irritabilità• Disturbi del sonno senza agitazione notturna
“Comportamenti agitati” da moderati a gravi: possib ile indicazione agli antipsicotici in relazione al clus ter
• Disturbi del sonno senza agitazione notturna
Tipo B= possibile indicazione agli antipsicotici
• Deliri e allucinazioni disturbanti• Aggressività verbale e fisica• Disturbi del sonno con agitazione notturna
Mod. da Iowa Geriatric Educatyion Center
https://www.healthcare.uiowa.edu/IGEC/IAAdapt/mobile/home/prescribing
“Comportamenti agitati” tipo A (G -NPI=2-3): approccio farmacologico
Scarse evidenze di letteraturaSSRI/trazodone : particolarmente in presenza di ansia e irritabilitàTrazodone o agonisti GABA -ergici : insonniaMirtazapina a basse dosi: ansia, insonnia, anoressiaAntiepilettici : particolarmente in presenza di iperattività, disinibizione, ansiaMemantina/inibitori delle colinesterasi : alcuni dati di letteratura, controversi pareri cliniciNessuna evidenza di efficacia della terapia farmacologica nell’attività motoria aberrante diurna
� Mettere in atto approcci psico -sociali ecomportamentali , valutando l’utilizzo di struttureassistenziali dedicate (es. Centro DiurnoAlzheimer, nucleo Alzheimer in RSA).
“Comportamenti agitati” tipo B (G -NPI=2-3): impostazione del trattamento -1
� Scelta della terapia farmacologica sulla base dellaprevisione di efficacia (in base a clusterprevalente e gravità dei sintomi) e di tollerabilità(in relazione ad età e comorbosità, soprattuttoparkinsonismo).
� Iniziare con basse dosi (50% della dose minimaefficace nell’adulto), incrementare gradualmentenell’arco di giorni sulla base di efficacia etollerabilità, se possibile attendere 2-4 settimaneper la piena efficacia.
“Comportamenti agitati” tipo B (G -NPI=2-3): impostazione del trattamento - 2
� Educare il caregiver a segnalare precocementela comparsa di effetti collaterali
� Decidere sulla prosecuzione della terapiabilanciando l’efficacia osservata e l’entità deglieventuali effetti collaterali
� Cercare di evitare le associazioni di antipsicoticie di antipsicotici con benzodiazepine.
“Comportamenti agitati” tipo B (NPI G=2):
livelli di efficacia (e rischio) crescenti
1°livello
2°livello
3° livello
Trazodone (50-300 mg)
Quetiapina (25-200 mg)
3° livello
2°scelta : Clozapina 12.5-75 mg, quetiapina > 200 mg, antipsicotici classici (aloperidolo, clorpromazina, promazina)
Risperidone 0.5-2 mg
Olanzapina 2.5-10 mg
Aripiprazolo 5-10 mg
• Gli antipsicotici atipici aumentano la mortalità (meta-analisi degli RCT)
• Gli antipsicotici classici aumentano la mortalità più degli atipici
Antipsicotici nella demenza: problemi di sicurezza
(Schneider et al., JAMA, 2005)
(Liperoti al., J Clin Psychiatry, 2009)
• Tra gli atipici quetiapina ha un minor rischio di mortalità vs. olanzapina e risperidone
• Dati di letteratura riportano per tutti gli antipsicotici (ma tipici>atipici) un aumentato rischio di morte improvvisa ed ictus
(Liperoti al., J Clin Psychiatry, 2009)
(Kales HC et al., Am J Psychiatry, 2012)
(Steinberg M & Lyketsos MHS, Am J Psychiatry, 2008
Trifirò et al., Pharm Res, 2009
Laredo L et al., J Am Geriatr Soc, 2011)
Antipsicotici, allungamento del tratto QTc e rischio di morte improvvisa
• Tutti gli antipsicotici, in misura diversa, tendono
ad aumentare la lunghezza del tratto QTc, fattore
associato ad un aumentato rischio di torsione di
punta e morte improvvisapunta e morte improvvisa
• Prima di iniziare una terapia con antipsicotici è
consigliabile effettuare ECG per valutare la
lunghezza del tratto QTc
Liperoti et al., Arch Int Med, 2005Steinberg M & Lyketsos MHS, Am J Psychiatry, 2008
Liperoti R et al., Arch Intern Med, 2005
Antipsicotici e rischio cerebrovascolare
• Nella meta-analisi dei RCT, il rischio di eventi cerebrovascolari è triplo con olanzapina e risperidone vs. placebo
• Gli studi osservazionali riportano dati contrastanti nel confronto tra le diverse classi di antipsicotici. nel confronto tra le diverse classi di antipsicotici. Secondo alcuni tale rischio è superiore con gli atipici, secondo studi più recenti è invece confinato ai classici
• Tale rischio sembra maggiore all’inizio della terapia e nei pazienti ad elevato rischio vascolare (es. demenza vascolare)
Douglas IJ et al., BMJ, 2008
Trifirò et al., Pharm Res, 2009
Laredo L et al., J Am Geriatr Soc, 2011
“Comportamenti agitati” tipo B (NPI G=3):
indicazione preferenziale rispetto al sintomo principale
Sintomi gravi (G=3)
Risperidone 0,5-2 mg (indicazione autorizzata)
Olanzapina 2,5-10 mgAripiprazolo 5-10 mg
Aloperidolo 0.5-3 mg (seconda scelta)Risperidone 0,5-2 mg
Quetiapina 25-200 mgOlanzapina 2,5-10 mgPromazina 20-100 mg (secondascelta)
Disturbo del sonno
preminente
Risperidone 0,5-2 mgAripiprazolo 5-10 mg
Aloperidolo 0.5-3 mg (seconda scelta)
Psicosi strutturata
Aripiprazolo 5-10Obesità grave
Indicazioni preferenziali rispetto alla comorbosità
Quetiapina 25-200 mgClozapina 12,5-75 mgControindicati gli antipsicoticiclassici
Parkinsonismo
Olanzapina 2.5-10mgAnoressia, calo ponderale
Aripiprazolo 5-10mg
Obesità grave
Minor rischio per antipsicotici atipici
Cardiopatia
Aumento di rischio dimostratoper risperidone, olanzapina eantipsicotici classici
Malattia cerebrovascolare
Trifirò G et al., Pharmacol Res, 2009
Diversa modalità di somministrazione
Monodose giornaliera
OlanzapinaAripiprazolo
Quetiapina a rilascio prolungato
Olanzapina orosolubile
Modalità parenterale
Olanzapina i.m .Aripiprazolo i.m.Antipsicotici classici i.m.
Gocce e cp orosolubili Risperidone soluzioneAntipsicotici classici
“Comportamenti agitati” tipo B (NPI G=2-3): sospensione della terapia (1)
• Pazienti in trattamento protratto con antipsicotici hanno un aumentato rischio di eventi avversi, compreso un possibile eccesso di mortalità
• Ogni 2 mesi è necessario verificare efficacia e tollerabilità della terapia
• Dopo 3-6 mesi di terapia efficace con antipsicotici dovrebbe• Dopo 3-6 mesi di terapia efficace con antipsicotici dovrebbeessere tentata la graduale sospensione del farmaco, inconsiderazione della tendenza alla risoluzione spontaneadei sintomi nel tempo (alti tassi di risposta al placebo in tutte
le sperimentazioni, mediamente attorno al 40%)
• Almeno due volte l’anno tentare riduzione del dosaggio diantipsicotico, per verificare la reale efficacia
Steinberg M, Lyketsos CG, Am J Psychiatry, 2012
Declercq T et al., Cochrane Datab Syst Rev, 2013
“Comportamenti agitati” tipo B (NPI G=2-3):
sospensione della terapia (2)
• Considerare una riduzione del 25% ogni 4-6 settimane
come linea guida generale
• Pazienti con sintomi residui più gravi hanno maggior
rischio di recidiva dopo la sospensione. In tali casi il rischio di recidiva dopo la sospensione. In tali casi il
rapporto rischio/beneficio della sospensione della
terapia deve essere valutato sul singolo paziente.
• Se ricompaiono disturbi clinicamente significativi,
proseguire l’antipsicotico alla dose minima efficace
Steinberg M, Lyketsos CG, Am J Psychiatry, 2012
Declercq T et al., Cochrane Datab Syst Rev, 2013
Antipsicotici atipici nella demenza: sintesi dei dati di efficacia e sicurezza
Effetti collaterali
Risperidone Olanzapina Quetiapina Aripiprazolo Clozapina
Efficacia Risperidone Olanzapina Quetiapina Aripiprazolo C lozapina
Complessiva ++ + +/- ++ ?Psicosi ++ +/- +/- + ?Aggressività ++ + +/- + ?
Schneider LS et al., Am J Geriatr Psychiatry, 2006
Ballard C et al., Cochrane Datab Syst Rev, 2006
Maglione M et al., Agency for Healthcare Research and Quality. 2011
Chew et al., J Am Geriatr Soc, 2008
collateraliRisperidone Olanzapina Quetiapina Aripiprazolo Clozapina
Segni extrap. ++ + +/- + -Sonnolenza + ++ ++ + ++Aumento peso + ++ + +/- ++Attività anticolinergica
- ++ + - +++
Impiego degli antipsicotici - Linee guida
• Scelta specifici sintomi bersaglio
• Inizio con dosaggi bassi
• Lento e graduale aumento dosi• Lento e graduale aumento dosi
• Ottimizzazione dosi
• Monitoraggio effetti collaterali
• Attenzione ad interazioni farmacologiche
Manor, 2000
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italianan°119 del 23.05.2013
Roma, 17 Settembre 2013
SINDROME DEMENZA
PERCORSO DIAGNOSTICODIAGNOSTICOTERAPEUTICO
ASSISTENZIALE(PDTA)
Approvata con parere del CSR n. 52/2010 del 5 ottob re 2010 - www.regione.toscana.it
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Raccomandazione 1
• Il Medico di Medicina Generale conosce • Il Medico di Medicina Generale conosce il profilo cognitivo/comportamentale dei suoi assistiti e può identificare i segni clinici del decadimento cognitivo al loro insorgere, anche avvalendosi delle segnalazioni dei familiari.
Livello di prova I, Forza A
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Raccomandazione 2
• Quando rileva alterazioni cognitivo -comportamentali, il medico di medicina comportamentali, il medico di medicina generale dovrebbe valutare la presenza di sintomi depressivi, eventualmente avvalendosi di strumenti psicometrici e di altre competenze professionali. E’ consigliabile l’uso della Geriatric Depression Scale a 15 item.
Livello di prova III, Forza A
Geriatric Depression Scale(Yesavage et al. 1983)
� Strumento di screening per la valutazione dei sintomi psichici delladepressione.
� Questionario con risposte dicotomiche.
� Ampiamente validata e sufficientemente sensibile e specifica nella� Ampiamente validata e sufficientemente sensibile e specifica nellapopolazione geriatrica (sani e malati, a domicilio o ricoverati).
� Versioni a 30, 15 e 5 item.
� Non fa diagnosi di depressione, ma è utile per- porre il sospetto di un disturbo dell’umore;- seguire nel tempo la risposta ad un eventuale trattamento.
� Non utilizzabile in caso di grave decadimento cognitivo.
Geriatric Depression Scale (15-item)
In generale è soddisfatto della sua vita?
Ha abbandonato molte delle sue attività e divertimenti?
Le sembra che la sua vita sia vuota?
0 – 1
1 – 0
1 – 0
Sì – No
Si sente spesso annoiato?
Si sente di buon umore per la maggior parte del tempo?
Teme che le stia per capitare qualcosa di brutto?
Si sente felice per la maggior parte del tempo?
Si sente spesso privo di aiuto?
1 – 0
0 – 1
1 – 0
0 – 1
1 – 0
1 – 0
1 – 0
0 – 1
1 – 0
Sì – No
Preferisce stare in casa piuttosto che uscire?
Pensa di avere più problemi di memoria della maggior parte della gente?
Pensa che sia bello stare al mondo adesso?
Le sembra che la sua vita sia inutile così come è oggi?
Geriatric Depression Scale (15-item)
1 – 0
0 – 1
1 – 0
1 – 0
Le sembra che la sua vita sia inutile così come è oggi?
Si sente pieno di energia?
Le sembra di essere in una situazione senza speranza?
Pensa che la maggior parte delle persone stia meglio di lei?
0-5: normale6-10: sintomatologia depressiva lieve11-15: sintomatologia depressiva grave
Depressione
• Molto frequente negli anziani
• A volte può mimare una demenza • A volte può mimare una demenza (pseudodemenza)
• Spesso depressione e demenza coesistono
Pseudodemenza vs Demenza
Pseudodemenza• I sintomi depressivi
compaiono per primi• L’umore è
tendenzialmente disforico
Demenza• I sintomi cognitivi
compaiono per primi• L’umore è labile• Paziente
cooperativo ma con disforico• Paziente non
cooperativo• Mancano i disturbi
fasici e prassici• Anedonia• I sintomi cognitivi
rispondono agli antidepressivi
cooperativo ma con performance ridotta
• Presenti i disturbi fasici e prassici
• Non c’è anedonia• I sintomi cognitivi
non rispondono agli antidepressivi
Prevalenza sintomi depressivi Centro UVA - U.O. Geriatria di Pistoia
(anno 2002 – 1°semestre)
MMSE > 20
35404550 Non depressi
Depressi
MCIn= 48
NON DEFICIT COGNITIVI n= 71
05
101520253035
MMSE < 20
DEMENTIn= 111
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Raccomandazione 3
• Un delirium è sospettabile nei soggetti che presentano un profilo clinico/comportamentale presentano un profilo clinico/comportamentale analogo a quello descritto nei criteri diagnostici del DSM-IV-TR.
• (OGGI FACCIAMO RIFERIMENTO AL DSM V)
Livello di prova III, Forza A
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e TrattamentoRaccomandazione 4
• La demenza è sospettabile nei soggetti che presentano un profilo clinico analogo a quello descritto nei criteri per la definizione di descritto nei criteri per la definizione di Demenza del DSM -IV.
OGGI FACCIAMO RIFERIMENTO AI CRITERI NIA-AA(National Institute on Aging and Alzheimer’s
Association workgroup, 2011)
Criteri per la diagnosi di demenza(National Institute on Aging and Alzheimer’s Association workgroup, 2011)
Presenza di disturbi cognitivi o comportamentali che:• interferiscono con lo svolgimento delle attività abituali;• rappresentano un declino rispetto ad un precedente livello funzionale;• non sono spiegati da delirium o patologia psichiatrica maggiore;• sono presenti in anamnesi e confermati da una valutazione oggettiva;oggettiva;• coinvolgono almeno due delle seguenti aree cognitivo-comportamentali :
1. memoria 2. ragionamento e pianificazione 3. funzioni visuo-spaziali 4. linguaggio 5. personalità e comportamento (es. agitazione, apatia,
comportamenti ossessivi o socialmente inappropriati)
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Raccomandazione 5
• Il Medico di Medicina Generale formula l’ipotesi diagnostica di Demenza l’ipotesi diagnostica di Demenza attraverso l’anamnesi, l’esame obiettivo generale, la ricerca di eventuali fattori iatrogeni ed un’intervista strutturata, eseguita nell’ambito del team multiprofessionale.
Livello di prova I, Forza A
Check list per diagnosi deterioramento cognitivoda effettuarsi con la persona che conosce meglio il
paziente, con riferimento alla situazione degli ulti mi anni
M. Musicco, C. Caltagirone, S. Sorbi, V. Bonavita f or the dementia Study group of the italian Neurogical Society. Italian Neurogical Society Guid elines for the diagnosis of dementia: I revision.
Neurol Sci, 25, 154 -182, 2004
Possibile decadimento cognitivo
1. Difficoltà a ricordare recenti conversazioni, eventi ed appuntamenti
2. Difficoltà a ricordare il giorno della settimana o la data attuale
(Vuoti di memoria che compromettono la funzionalità di ogni giorno)
In vecchiaia si dimenticano gli appuntamenti o i nomi o ci si può confondere con il giorno, ma in genere si ricordano più tardi
Possibile decadimento cognitivo
3. Quando si ripone frequentemente gli oggetti in luoghi inappropriati
(o insoliti e non si ritrovano e magari si accusa di furto i parenti o amici)accusa di furto i parenti o amici)
In vecchiaia si possono perdere le cose di uso più frequente che però in genere successivamente si ritrovano (non ci sono deliri di latrocinio)
Possibile decadimento cognitivo
4. Quando si diventa ripetitivi nel parlare
5. Quando c’è difficoltà nel seguire un pensiero complesso o un pensiero complesso o nell’eseguire compiti che richiedono numerose azioni
In vecchiaia ci può essere difficoltà nell’eseguire compiti nuovi che richiedono numerose azioni
Possibile decadimento cognitivo
6. Quando insorge incapacità a rispondere a problemi banali insorti a casa o sul lavoro
(difficoltà a pianificare le cose o a risolvere i problemi)
In vecchiaia si possono compiere errori In vecchiaia si possono compiere errori occasionali non gravi di cui in genere in seguito ci si accorge
7. Quando uno si mostra stranamente poco riguardoso delle regole sociali di comportamento
(ovviamente se non lo è sempre stato)
Possibile decadimento cognitivo
8. Quando insorgono difficoltà nell’orientamento durante la guida dell’automobile
(problema delle rotonde)
9. Quando uno si perde in luoghi familiari
In vecchiaia possiamo avere difficoltà in luoghi non conosciuti
Possibile decadimento cognitivo
10. Quando uno diventa passivo, non reagisce adeguatamente alle differenti situazioni e si mostra indifferente e distaccato
(ritiro dalla vita sociale)
In vecchiaia non si abbandona mai niente del In vecchiaia non si abbandona mai niente del tutto
11. Quando uno interpreta in modo sbagliato stimoli uditivi e visivi
In vecchiaia spesso ci sono problemi di deficit visivi ed uditivi ma non di interpretazione, a meno che il deficit sia grave
Possibile decadimento cognitivo
12. Quando uno diventa più irritabile e sospettoso del solito
(cambiamenti nel tono dell’umore e nella personalità)
In vecchiaia non c’è un significativo cambiamento: si tende magari a costruirsi una routine ed ad irritarsi se la routine viene in qualche modo modificata
Possibile decadimento cognitivo
13. Quando uno ha difficoltà sempre maggiori a trovare le parole che esprimono ciò che vuole comunicare (“sulla punta della lingua”) ed a seguire le conversazioni
(utilizzo sempre più frequente di parole passe-partout, parafasie, circonlocuzioni…)
In vecchiaia si possono sperimentare difficoltà a trovare la parola giusta che però viene in mente più tardi.
Possibile decadimento cognitivo
Quando c’è una perdita di autonomia non legata a autonomia non legata a disabilità fisica
Algoritmo del punteggio Mini-Cog
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Raccomandazione 6
• Nell’ambito delle attività del medico di medicina generale è buona pratica ricercare tutte le condizioni patologiche che possono essere causa di disturbi cognitivi
Livello VI, Forza A
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Raccomandazione 7
• Nel formulare l’ipotesi diagnostica di demenza il medico di medicina generale demenza il medico di medicina generale valuta la presenza di comorbilità e identifica elementi di rischio riferibili a isolamento sociale.
Livello VI, Forza A
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Raccomandazione 8
• Nel sospetto di una demenza, il medico di medicina generale propone al paziente medicina generale propone al paziente esami ematochimici basali.
Livello VI, Forza A
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Esami di screening:• Emocromo con formula• Elettroliti (Na, K, Ca)• Elettroliti (Na, K, Ca)• Glicemia• Creatininemia, azotemia• ALT, AST, gamma GT• TSH• Acido folico, vitamina B12• in casi individuali, rilevazioni più specifiche, qua li i test
sierologici per la sifilide, la ricerca di infezioni da HIV o da Borrelia …
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Raccomandazione 9
• Per una definizione diagnostica di demenza, il medico di medicina generale demenza, il medico di medicina generale propone al paziente un esame di visualizzazione cerebrale (TC o RM).
Livello VI, Forza A
Sindrome Demenza Sindrome Demenza -- Diagnosi e TrattamentoDiagnosi e Trattamento
Raccomandazione 10
• Per la conferma diagnostica, per la diagnosi differenziale fra le Demenze, per differenziale fra le Demenze, per l’organizzazione del Piano Terapeutico e per la stabilizzazione di situazioni complesse, il Medico di Medicina Generale può avvalersi dei Servizi Specialistici dedicati alla cura delle Demenze.
Livello VI, Forza A
Visita specialistica UVA
Depressione o delirium?
Trattamento e rivalutazione
Ancora presenti sintomi di possibile demenza?
NO
nella norma: rassicurare
SI
Non raggiunti i criteri per
Patologie associate scompensate
NO
Criteri per demenza
Valutazione cognitivo funzionale e comportamentale di 2° livello
SI
Prosegue terapiaNon raggiunti i criteri per la diagnosi di demenza (MCI)
Rivalutazione a 6 o 12 mesi
Criteri per demenza
Definizione eziologica(con gli esami ritenuti più opportuni al completamento diagnostico)
Trattamento farmacologico specificoControllo dei sintomi comportamentaliPianificazione interventi sociali e di supporto per il caregiver
Linee Guida - Toscana
Algoritmo MINIMO valutazione cognitiva
Mini Mental State II livello21-26
0-20 STOP
Mini Mental State
ExaminationII livello
Screening cognitivo avanzato
21-26
27-30
Coordinamento UVA Toscana AIP – Progetto UNIVA
DEMENZA: un possibile sviluppo di modello per il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale
ADI, CD, RSA
Cure PrimarieAFT - UVM
Percorso diagnostico-terapeutico
Percorso assistenzialeFormazione
Letti per acutiDay ServiceDay Hospital
Modulo Alzh. in RSA
CD Alzheimer
Pronto Soccorso
UVA
diagnostico-terapeutico assistenzialeFormazionecontinua
Il Piano Nazionale Demenze (PND)Pubblicato Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana n °9 del 13.01.2015