LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA (I)...

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a cura di Maria Ida P. Gulletta Erice 12-16 ottobre 2006 SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA (I) STATO DELL‛ARTE, TEMI, PROBLEMI Con la “riscoperta” di Tolomeo (II secolo d.C.), inizia nel ‘400 la storia moderna della cartografia della Sicilia. La tradizione letteraria greca e latina rappresentava l‛isola secondo un orientamento difforme dalla sua realtà geografica: Capo Lilibeo proiettato a Sud verso Cartagine caratterizzò l‛immagine geo-politica della Sicilia a partire dalle guerre fra le grandi potenze che se ne contesero il dominio fin dal V secolo a.C. (fig. 1) Tolomeo è l‛erede ultimo di quasta rappresentazione ideale che si manterrà fin quasi tutto il XVIII secolo. Sempre aperto è il dibattito sulla autenticità delle carte tolemaiche: in ogni caso, all‛inizio del ‘400, con l‛arrivo in Italia del primo codice della Geografia, inizia su queste una intensa riflessione. All‛interno della quale la Sicilia ricopre un ruolo particolare: esisteva già la sua rappresentazione ‘deformata‛ nella Tabula Peutingeriana, pergamena di datazione originale controversa (II-IV secolo d.C.) a noi giunta in copia medievale (fig. 2); ed esisteva la ‘prima‛ Sicilia triangolare, opera dell‛arabo Edrisi (XII secolo, fig. 3). Le carte nautiche, nate nel XIII secolo con estrema attenzione ai litorali e alle rotte marittime, avrebbero apportato un contributo fondamentale alla esatta rappresentazione dell‛isola (fig. 4). Eppure ‘l‛incubo classico‛ della Sicilia tolemaica tarda ad esaurirsi: l‛incertezza fra l‛isola proiettata sull‛Africa e la sua realtà geografica emerge dalla tavola che B. Bordone le dedica nel suo Isolario (fig. 5), proponendo insieme “la Sicilia secondo Tolomeo e la Sicilia secondo i moderni”. Ancora nel XVII secolo un anonimo detenuto del Carcere dell‛Inquisizione di Palermo esprime attraverso due graffiti realizzati sulle pareti della cella una insospettabile conoscenza della duplice immagine dell‛isola. La svolta era stata però già segnata dal piemontese Giacomo Gastaldi che nel 1545, sulla base della descrizione del matematico messinese Francesco Maurolico, aveva realizzato una carta dell‛isola finalmente libera dalle antiche deformazioni. La collaborazione è significativa dell‛interesse verso l‛isola da parte di cartografi non-siciliani e del contributo che gli intellettuali siciliani avrebbero dato al prodotto cartografico, contro la sensazione di un ruolo passivo della Sicilia nella sua autorappresentazione. A partire da Gastaldi, infatti, i momenti chiave della cartografia dell‛isola tra XVI e XVIII secolo, illustrati da esponenti della scuola fiamminga, italiana e francese, fino ai rilevamenti effettuati da militari austriaci, nascono come prodotto di una riflessione avvenuta già da parte di studiosi locali. Un panorama di scambi in cui spicca il nome di Agatino Daidone, da Calascibetta: la sua Sicilia, realizzata con il contributo dei palermitani V. Auria, S. Negro e C. Ventimiglia è il primo prodotto interamente pensato, creato e stampato nell‛isola nel 1723. 1. Nel 416 a.C., alla vigilia della grande spedizione in Sicilia, gli Ateniesi disegnano per terra la forma dell‛isola idealmente proiettata verso l‛Africa (Plutarco, I/II sec. d.C. Disegno di C. Cassanelli) 2. La Sicilia della Tabula Peutingeriana. Segmenti V-VI. 3. Dal “Sollazzo per chi si diletta di 4. La Sicilia del Kitab-i Bahiryyé , portolano realizzato dal turco Piri Re‛is, pirata divenuto ammiraglio (XVI secolo). 5. B. Bordone, Libro nel quale si ragiona di tutte le isole del mondo ..., impresso in Vinegia M.C.XXVIII. Particolare. In Sicilia ai primi del ‘900, con il Saggio di cartografia della regione siciliana di E. Enrile, nasce un intenso filone di studi sulla vicenda cartografica dell‛isola: fondamentale, ancora una volta, il contributo dei locali, collezionisti di antiche mappe, grazie ai quali la Imago Siciliae continua a raccontare la propria evoluzione dalle pergamene medievali alle carte segrete degli ingegneri militari, attivi durante le guerre di successione. viaggiare il mondo”, scritto per Re Ruggero dal geografo arabo Edrisi (XII secolo). 6. Dai Diporti Notturni di F. Ferretti, dell‛Ordine dei Cavalieri di S. Stefano (Ancona 1580). L‛Ordine disponeva a Livorno di galere presso le quali lavoravano molti cartografi maiorchini, già operanti presso officine nautiche di Messina.

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a cura diMaria Ida P. Gulletta

Erice 12-16 ottobre 2006

SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA

Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico

LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA

(I) STATO DELL‛ARTE, TEMI, PROBLEMI

Con la “riscoperta” di Tolomeo (II secolo d.C.), inizia nel ‘400 la storia moderna della cartografia della Sicilia. La tradizione letteraria greca e latina rappresentava l‛isola secondo un orientamento difforme dalla sua realtà geografica: Capo Lilibeo proiettato a Sud verso Cartagine caratterizzò l‛immagine geo-politica della Sicilia a partire dalle guerre fra le grandi potenze che se ne contesero il dominio fin dal V secolo a.C. (fig. 1)Tolomeo è l‛erede ultimo di quasta rappresentazione ideale che si manterrà fin quasi tutto il XVIII secolo.

Sempre aperto è il dibattito sulla autenticità delle carte tolemaiche: in ogni caso, all‛inizio del ‘400, con l‛arrivo in Italia del primo codice della Geografia, inizia su queste una intensa riflessione. All‛interno della quale la Sicilia ricopre un ruolo particolare: esisteva già la sua rappresentazione ‘deformata‛ nella Tabula Peutingeriana, pergamena di datazione originale controversa (II-IV secolo d.C.) a noi giunta in copia medievale (fig. 2); ed esisteva la ‘prima‛ Sicilia triangolare, opera

dell‛arabo Edrisi (XII secolo, fig. 3).

Le carte nautiche, nate nel XIII secolo con estrema attenzione ai litorali e alle rotte marittime, avrebbero apportato un contributo fondamentale alla esatta rappresentazione dell‛isola (fig. 4).

Eppure ‘l‛incubo classico‛ della Sicilia tolemaica tarda ad esaurirsi: l‛incertezza fra l‛isola proiettata sull‛Africa e la sua realtà geografica emerge dalla tavola che B. Bordone le dedica nel suo Isolario (fig. 5), proponendo insieme “la Sicilia secondo Tolomeo e la Sicilia secondo i moderni”. Ancora nel XVII secolo un anonimo detenuto del Carcere dell‛Inquisizione di Palermo esprime attraverso due graffiti realizzati sulle pareti della cella una insospettabile conoscenza della

duplice immagine dell‛isola. La svolta era stata però già segnata dal piemontese Giacomo Gastaldi che nel 1545, sulla base della descrizione del matematico messinese Francesco Maurolico, aveva realizzato una carta dell‛isola finalmente libera dalle antiche deformazioni. La collaborazione è significativa dell‛interesse verso l‛isola da parte di cartografi non-siciliani e del contributo che gli intellettuali siciliani avrebbero dato al prodotto cartografico, contro la sensazione di un ruolo passivo della Sicilia nella sua autorappresentazione. A partire da Gastaldi, infatti, i momenti chiave della cartografia dell‛isola tra XVI e XVIII secolo, illustrati da esponenti della scuola fiamminga, italiana e francese, fino ai rilevamenti effettuati da militari austriaci, nascono come prodotto di una riflessione avvenuta già da parte di studiosi locali. Un panorama di scambi in cui spicca il nome di Agatino Daidone, da Calascibetta: la sua Sicilia, realizzata con il contributo dei palermitani V. Auria, S. Negro e C. Ventimiglia è il primo prodotto interamente pensato, creato e stampato nell‛isola nel 1723.

1. Nel 416 a.C., alla vigilia della grande spedizione in Sicilia, gli Ateniesi disegnano per terra la forma dell‛isola idealmente proiettata verso l‛Africa (Plutarco, I/II sec. d.C. Disegno di C. Cassanelli)

2. La Sicilia della Tabula Peutingeriana. Segmenti V-VI.

3. Dal “Sollazzo per chi si diletta di

4. La Sicilia del Kitab-i Bahiryyé , portolano realizzato dal turco Piri Re‛is, pirata divenuto ammiraglio (XVI secolo).

5. B. Bordone, Libro nel quale si ragiona di tutte le isole del mondo ..., impresso in Vinegia M.C.XXVIII. Particolare.

In Sicilia ai primi del ‘900, con il Saggio di cartografia della regione siciliana di E. Enrile, nasce un intenso filone di studi sulla vicenda cartografica dell‛isola: fondamentale, ancora una volta, il contributo dei locali, collezionisti di antiche mappe, grazie ai quali la Imago Siciliae continua a raccontare la propria evoluzione dalle pergamene medievali alle carte segrete degli ingegneri militari, attivi durante le guerre di successione.

viaggiare il mondo”, scritto per Re Ruggero dal geografo arabo Edrisi (XII secolo).

6. Dai Diporti Notturni di F. Ferretti, dell‛Ordine dei Cavalieri di S. Stefano (Ancona 1580). L‛Ordine disponeva a Livorno di galere presso le quali lavoravano molti cartografi maiorchini, già operanti presso officine nautiche di Messina.