La Settimana n. 13 del 31 marzo 2013

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 31 marzo 2013 P er questo, dopo aver ascoltato tutte le parole dolorose che Gesù ha vis- suto, dobbiamo ascoltare anche l’ultima parola che Gesù ha insegna- to. È la parola che, dopo sette giorni finiti nel sepolcro, fa sorgere l’alba della resurrezione; è la parola che dopo la passione fa celebrare la Pa- squa; è la parola in cui Gesù ha tradotto tutte le altre parole dei momen- ti dolorosi: "speranza". Speranza nell’amore del Padre, speranza nell’A- more degli uomini. Quanti infatti, credano o no in Lui, come Gesù camminano nelle parole dolorose di abbandono, tradimento, dimenticanza, ingratitudine etc… Tutti dunque abbiamo bisogno di imparare da Lui, dalla sua Pasqua, la parola che ci sostiene e che ci fa capaci di andare ancora avanti, di rico- minciare sempre, di perdonare nonostante tutto, di soffrire ed offrire la "Speranza" in Dio e nell’uomo. Messaggio per la Pasqua 1985, Una missione d’accoglienza Il centro vuole essere un “secondo step” dell’attuale Porto di Fraternità; concentrerà diversi servizi: un centro diurno con attività ludico- ricreative, sociali, educative; la scuola dei mestieri; un consultorio familiare; strutture abitative temporanee Un luogo dove ritrovare dignità lavori al centro di via Donnini sono iniziati. La nuova realtà Caritas prende dunque il suo avvio concreto. A darne testimonianza una sobria cerimonia di posa simbolica di una prima pietra, realizzata con gli stemmi della Diocesi e della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, i due soggetti principali di questo progetto. I lavori permetteranno di realizzare un complesso di aggregazione, socializzazione e di formazione destinato a persone che versano in gravi condizioni di povertà e non solo. «Il centro - ha spiegato Suor Raffaella Spiezio, presidente della Fondazione Caritas Livorno Onlus -vuole essere un “secondo step” dell’attuale Porto di Fraternità. Per questo motivo concentrerà diversi servizi, come un centro diurno che ospiterà attività ludico-ricreative, sociali, educative per un corretto utilizzo del tempo libero e per dare risposta ai bisogni di socializzazione e comunicazione. Nel centro verranno organizzati anche un coffee school, un ambiente dedicato all’internet point e una biblioteca. Fiore all’occhiello della struttura sarà la “Scuola dei Mestieri”. Le attività della scuola consentiranno di accompagnare la persona verso un effettivo reinserimento sociale e costituiranno la premessa per la costituzione di una cooperativa sociale. Gli allievi saranno istruiti ed affiancati costantemente da docenti istruttori e da artigiani, in applicazione della metodologia didattica del learning by doing. Questo progetto vedrà coinvolto anche il Lion con un contributo rivolto alla realizzazione di uno “spazio cucina I professionale” dove saranno allestiti laboratori di pasticceria e organizzati corsi per cuochi a domicilio, ecc… Un altro servizio verrà offerto dal “gruppo appartamento”, luogo di accoglienza abitativa per “persone senza fissa dimora” o per padri separati. Infine il “consultorio familiare”: non avrà la stessa fisionomia di quelli già esistenti e costituirà un supporto alla famiglia nelle sue varie declinazioni, offrendo occasioni di mutuo aiuto da gestirsi attraverso una sorta di banca del tempo. Il consultorio prevede inoltre percorsi di accompagnamento alla genitorialità, “una scuola per genitori” con il sostegno di un servizio di consulenza psicologica» «Siamo molto contenti di sostenere questo progetto – ha affermato il presidente della Fondazione Cariliv Luciano Barsotti – il centro di via Donnini è un fatto importante, che si inserisce in un “sistema Caritas” che noi sosteniamo già da tempo, dove il fine non è il risolvere solo le emergenze, ma accompagnare le persone in un percorso di crescita umana più ampio, aiutandole a risolvere i loro problemi con dignità». I lavori saranno finiti per la fine dell’anno: «speriamo - ha affermato il vescovo monsignor Giusti - di poter inaugurare il centro a Natale. Mi piace davvero pensare questo progetto come alla fase “due” della Carità: non solo assistenza, ma promozione. Aiutare le persone a diventare protagoniste della loro storia, acquisendo nuove capacità di lavoro e quindi nuove capacità per sostenere a testa alta la loro vita e la loro famiglia». c.d. Le parole del Vescovo a scorsa settimana gli amici della Caritas mi hanno fatto presente che in città c’è neces- sità di un dormitorio per i fratelli più poveri, nel giro di pochi giorni abbiamo indivi- duato la struttura: al primo piano dell’immobile di Corea di proprietà della Diocesi ci sono dei locali, che con l’aiuto della Fondazione Cariliv ristruttureremo e destineremo a questo scopo, e forse già per la festa di Santa Giulia potremo inaugurarlo. Questa città ha mille ri- sorse e mille ricchezze, ma vanno messe a frutto e in tempi brevi, perché i fratelli più pove- ri hanno bisogno subito ed è nostro dovere aiutarli» L « IN COREA UN DORMITORIO PER I SENZA TETTO GIOVEDÌ 4 APRILE 18.30 La riunione organizzativa per il viaggio a Roma Sono già più di 1000 gli iscritti al pellegrinaggio diocesano a Roma in programma il prossi- mo 10 aprile. Giovedì 4 aprile alle 18.30 in vescovado si svolgerà l’incontro organizzativo con tutti i delegati delle parrocchie e aggregazioni e tutti coloro che si sono resi disponibili come referenti dei pullman. Per informazioni: Pharus viaggi telefono 0586 211294 e mail: [email protected]. Il progetto della Diocesi e della Fondazione Cassa di Risparmi NOVITÀ CARITAS: il centro di via Donnini IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

31 marzo 2013

Per questo, dopo aver ascoltato tutte le parole dolorose che Gesù ha vis-suto, dobbiamo ascoltare anche l’ultima parola che Gesù ha insegna-

to. È la parola che, dopo sette giorni finiti nel sepolcro, fa sorgere l’albadella resurrezione; è la parola che dopo la passione fa celebrare la Pa-squa; è la parola in cui Gesù ha tradotto tutte le altre parole dei momen-ti dolorosi: "speranza". Speranza nell’amore del Padre, speranza nell’A-more degli uomini.Quanti infatti, credano o no in Lui, come Gesù camminano nelle paroledolorose di abbandono, tradimento, dimenticanza, ingratitudine etc…Tutti dunque abbiamo bisogno di imparare da Lui, dalla sua Pasqua, laparola che ci sostiene e che ci fa capaci di andare ancora avanti, di rico-minciare sempre, di perdonare nonostante tutto, di soffrire ed offrire la"Speranza" in Dio e nell’uomo.

Messaggio per la Pasqua 1985, Una missione d’accoglienza

Il centro vuoleessere un“secondo step”dell’attuale Portodi Fraternità;concentreràdiversi servizi: uncentro diurno conattività ludico-ricreative, sociali,educative; lascuola deimestieri; un consultoriofamiliare; strutture abitativetemporanee

Un luogo doveritrovare dignità

lavori al centro di via Donnini sonoiniziati. La nuova realtà Caritas prendedunque il suo avvio concreto. A darnetestimonianza una sobria cerimonia di

posa simbolica di una prima pietra,realizzata con gli stemmi della Diocesi edella Fondazione Cassa di Risparmi diLivorno, i due soggetti principali di questoprogetto.I lavori permetteranno di realizzare uncomplesso di aggregazione, socializzazionee di formazione destinato a persone cheversano in gravi condizioni di povertà enon solo.«Il centro - ha spiegato Suor RaffaellaSpiezio, presidente della FondazioneCaritas Livorno Onlus -vuole essere un“secondo step” dell’attuale Porto diFraternità. Per questo motivo concentreràdiversi servizi, come un centro diurno cheospiterà attività ludico-ricreative, sociali,educative per un corretto utilizzo del tempolibero e per dare risposta ai bisogni disocializzazione e comunicazione. Nelcentro verranno organizzati anche uncoffee school, un ambiente dedicatoall’internet point e una biblioteca. Fiore all’occhiello della struttura sarà la“Scuola dei Mestieri”. Le attività dellascuola consentiranno di accompagnare lapersona verso un effettivo reinserimentosociale e costituiranno la premessa per lacostituzione di una cooperativa sociale. Gliallievi saranno istruiti ed affiancaticostantemente da docenti istruttori e daartigiani, in applicazione della metodologiadidattica del learning by doing. Questo progetto vedrà coinvolto anche ilLion con un contributo rivolto allarealizzazione di uno “spazio cucina

Iprofessionale” dove saranno allestitilaboratori di pasticceria e organizzati corsiper cuochi a domicilio, ecc…Un altro servizio verrà offerto dal “gruppoappartamento”, luogo di accoglienzaabitativa per “persone senza fissa dimora” oper padri separati. Infine il “consultorio familiare”: non avràla stessa fisionomia di quelli già esistenti ecostituirà un supporto alla famiglia nellesue varie declinazioni, offrendo occasionidi mutuo aiuto da gestirsi attraverso unasorta di banca del tempo. Il consultorioprevede inoltre percorsi diaccompagnamento alla genitorialità, “unascuola per genitori” con il sostegno di unservizio di consulenza psicologica»«Siamo molto contenti di sostenere questoprogetto – ha affermato il presidente dellaFondazione Cariliv Luciano Barsotti – ilcentro di via Donnini è un fattoimportante, che si inserisce in un “sistemaCaritas” che noi sosteniamo già da tempo,dove il fine non è il risolvere solo leemergenze, ma accompagnare le personein un percorso di crescita umana piùampio, aiutandole a risolvere i loroproblemi con dignità». I lavori saranno finiti per la fine dell’anno:«speriamo - ha affermato il vescovomonsignor Giusti - di poter inaugurare ilcentro a Natale. Mi piace davvero pensarequesto progetto come alla fase “due” dellaCarità: non solo assistenza, mapromozione. Aiutare le persone a diventareprotagoniste della loro storia, acquisendonuove capacità di lavoro e quindi nuovecapacità per sostenere a testa alta la lorovita e la loro famiglia».

c.d.

Le parole del Vescovoa scorsa settimana gli amici della Caritas mi hanno fatto presente che in città c’è neces-sità di un dormitorio per i fratelli più poveri, nel giro di pochi giorni abbiamo indivi-

duato la struttura: al primo piano dell’immobile di Corea di proprietà della Diocesi ci sonodei locali, che con l’aiuto della Fondazione Cariliv ristruttureremo e destineremo a questoscopo, e forse già per la festa di Santa Giulia potremo inaugurarlo. Questa città ha mille ri-sorse e mille ricchezze, ma vanno messe a frutto e in tempi brevi, perché i fratelli più pove-ri hanno bisogno subito ed è nostro dovere aiutarli»

IN COREA UN DORMITORIOPER I SENZA TETTO

GIOVEDÌ 4 APRILE 18.30

La riunione organizzativa per il viaggio a RomaSono già più di 1000 gli iscritti al pellegrinaggio diocesano a Roma in programma il prossi-mo 10 aprile. Giovedì 4 aprile alle 18.30 in vescovado si svolgerà l’incontro organizzativocon tutti i delegati delle parrocchie e aggregazioni e tutti coloro che si sono resi disponibilicome referenti dei pullman. Per informazioni: Pharus viaggi telefono 0586 211294 e mail:[email protected].

Il progetto della Diocesi e della Fondazione Cassa di Risparmi

NOVITÀCARITAS:il centrodi via Donnini

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI31 marzo 2013II

L’intervista a DON PIOTR KOWNACKI

La fede cristiana è ancoraquella del primo millennio?

n’agenda di speranza per Livorno2014, è quello che monsignor

Giusti ha chiesto ai politici cattoliciriuniti in Vescovado per la loro tradi-zionale giornata quaresimale di rifles-sione e di preghiera. Un’agenda daelaborare nei prossimi mesi partendoda otto aree rilevanti individuate sullabase delle indicazioni fondamentalidella dottrina sociale della Chiesa. Sitratterà di individuare una serie di im-pegni che costituiscano la base di ideeche il progetto culturale diocesanoproporrà a quanti si candideranno al-le elezioni amministrative del prossi-mo anno. Dovrà essere un contributodi sapienza - ha detto il Vescovo Simo-ne - da mettere a disposizione diquanti vorranno proporsi per ammi-nistrare la città. Un’agenda che avràcome principio ispiratore fondamen-tale la lobby per i poveri, lanciata nel2011 proprio da monsignor Giusti,che sembra in grande sintonia con iprimi importanti messaggi lanciati daPapa Francesco. Il metodo da seguire èquello già efficacemente sperimentatonei mesi scorsi nell’elaborazione deldocumento sulle politiche familiariche va sotto il nome di "Livorno, ami-ca della famiglia".OTTO AREE DA APPROFONDIRELe aree a cui dovrà far riferimento l’a-genda di speranza si è convenuto chesiano quelle della famiglia, del lavoro,della casa, della scuola e dell’educa-zione, della qualità della vita, dell’ur-banistica e felicità, della politica comeservizio, dei servizi socio-sanitari.Nell’elaborazione dell’agenda monsi-gnor Giusti ha auspicato che venganoascoltati anche i rappresentanti dellasocietà civile perché le idee che verran-no proposte siano fondate sulle esi-genze reali della città e siano il fruttodi una riflessione culturale competen-te che tenga conto anche di quanto èstato realizzato fino ad oggi.LA POLITICA, LA PIÙ ALTA FORMA DICARITÀGià nella Messa che ha aperto la gior-nata monsignor Giusti aveva detto :"Un politico cattolico si mette a servi-zio del bene comune in modo tale daprovocare ammirazione ovunque; nelsuo comportamento traspare il distac-co dai beni terreni, non si fa largo coni poveri, ma fa largo ai poveri". "I vo-stri comportamenti - aveva proseguitoil Vescovo Simone rivolto ai politicipresenti - devono nascere da questaspiritualità che è bene sintetizzata nel-la frase di Lazzati che disse che per uncristiano la politica è la più alta formadi carità".FARE LARGO AI POVERIE, a questo proposito, ha fatto riferi-mento alle tante realizzazioni che laChiesa livornese ha promosso negliultimi mesi sulla scia della "lobby peri poveri": in particolare ha voluto ri-cordare l’ultima iniziativa (di cui po-tete leggere ampiamente in queste pa-gine) di un nuovo Porto di Fraternitàche sarà realizzato nell’immobile dio-cesano che si trova in Via Donnini."Dobbiamo superare l’assistenziali-smo cercando di moltiplicare l’effettodell’impegno caritativo della Chiesa"ha detto monsignor Giusti; in questadirezione si muove l’iniziativa di crea-re nel nuovo centro Caritas una scuoladi arti e mestieri che consenta alle per-sone rimaste senza occupazione, an-che in età matura, di imparare un la-voro in modo da potersi reinserire nelmondo produttivo e ritrovare quelladignità che si rischia di smarrire quan-do non si riesce a mantenere la fami-glia con i frutti della propria attività.Sempre su questa linea il Vescovo haannunciato che, attraverso la Caritas,sta pensando ad altre iniziative esem-plari che possano indicare strade con-crete per superare la grave crisi che hacolpito la città.

Nicola Sangiacomo

U

La proposta delVescovo ai cattoliciimpegnati in politica

Un’agendadi speranzaper Livorno2014 ll’indomani

dell’incontro storico trapapa Francesco eBartolomeo I, abbiamo

chiesto al direttore del Centro diDocumentazione del Movimentoecumenico italiano(Ce.Do.MEI) e dell’ufficio perl’ecumenismo e dialogointerreligioso, quale sarà il futurodel dialogo con le altre chiese; atal proposito abbiamo ancheparlato del prossimo convegnoecumenicoche si terrà nel mese diAprile in diocesi.

Quale sarà il tema delconvegno di quest’annoorganizzato dal Ce.Do.MEI?«In occasione dell’Anno dellaFede, il presidente delCeDoMEI, il nostro VescovoMons. Simone Giusti,pensando bene che nonsarebbe potuta mancare unalettura approfondita di questavirtù per la vita della nostrachiesa diocesana in ambitoecumenico, ha volutostimolarci suggerendoci iltema: “La fede cristiana èancora quella del primomillennio?”La scelta del nostro temaintende, valorizzare eriscoprire a fondo le radicistesse della Chiesa, nonancora divisa, per poter esserepienamente consapevoli dellanostra comune provenienza.Affinché si possa oggigiungere a un’unica e comunetestimonianza evangelica fra icristiani delle diversedenominazioni residenti aLivorno, abbiamo urgentebisogno di rileggere insieme lastoria della chiesa del primomillennio. La fede, infatti, sinda allora non è cambiata: noitutti siam partiti dalla stessacasa madre della fede, ilcenacolo del giovedì santo.Rifletteremo insieme sullaSacra Scrittura e sugli scrittidei Padri del primo millennio,sul pensiero teologico dellachiesa non divisa, punto diriferimento imprescindibileper un sano e proficuodialogo ecumenico. Unautentico ecumenismo è giàinscritto nella preghieracristiana: la strada del ritornoalle origini, quandoprofessavamo comunemente“una sola fede, un soloSignore, un solo battesimo”».

A differenza degli anni scorsi,quest’anno la due giorni diriflessione sarà incentrata suldialogo ecumenico, una nuovaformula, come mai?«La nuova forma dovrà serviresemplicemente per suscitarein noi il desiderio di unintenso dialogo reciproco,una vera e propria riflessionecondivisa sulla fede. È inprimo luogo il DivinoMaestro, Cristo Gesù, chesiede sulla cattedradell’insegnamento, così comesapientemente è dipintonell’iconografia dell’orientecristiano. Noi, pertanto, congrande umiltà e attenzione,presteremo anzitutto ascoltoalla Sacra Scrittura eall’insegnamento dei Padridella Chiesa, cosicché ilnostro discutere con paroleumane possa attingere eprocedere dall’ascoltoprofondo della voce delloSpirito nella Chiesa del primomillennio. Sarebbeauspicabile poter riflettere sulnostro essere cristiani inquesto contesto culturale,ovvero quello della nostracittà, e imparare così arileggere l’identità cristianache contraddistingue le nostrechiese, la vera identità

Acomune consolidatasi nelprimo millennio. Quest’unicafede ci accomuna e ci spinge auna forte e unicatestimonianzadell’appartenenza a CristoGesù».

La presenza del patriarca diCostantinopoli Bartolomeo Ialla Messa d’inizio pontificatodi Papa Francesco chesignificato ha per il dialogo?«È stato un gestostraordinario, a mio parere, unsegno evidente per tutti noiche il cammino ecumenico staavanzando con forza. Dalloscisma del 1054, infatti, per laprima volta nella storia, unpatriarca ortodosso è volutoessere presente alla Messad’inizio pontificato (e ancheprima d’oggi, mai un patriarcadi Constantinopoli l’avevafatto), a sottolineare laprofonda stima e comunionecon il successore di Pietro. E,ancora per la prima volta,abbiamo potuto sentire unvescovo di Roma chiamare“mio fratello Andrea” ilpatriarca ecumenico diConstantinopoli,richiamando così ladiscendenza delle due Chiesedagli apostoli Pietro e Andrea,due fratelli dai quali sgorganodue Chiese sorelle.Il patriarcaecumenico diCostantinopoli,inoltre, hadesideratoinvitare papaFrancesco acompiereinsieme ilviaggio in TerraSanta nelprossimo anno,per ricordare icinquanta anni dall’abbracciofra il patriarca Athenagoras ePaolo VI, pionieri del dialogocattolico-ortodosso.Nell’incontro privato fraBartolomeo e Francesco sonopoi emerse numerose unitàd’intenti, fra le quali:l’impegno per un profondodialogo teologico; il lavorocomune in difesa del creato; lavisita al Fanar per novembreprossimo, naturalmente nelrispetto dei canali diplomaticinecessari.In precedenza, durantel’incontro del pontefice contutti i rappresentanti cristianie religiosi, Bartolomeo I erastato l’unica autorità arivolgere un’allocuzione apapa Francesco. Con le sueparole il patriarca aveva postoparticolare attenzione albisogno di rendere credibile la“testimonianza cristiana” permezzo dell’“l’unità delleChiese”, affinché si possaaffrontare saggiamente la crisi

economica mondiale e le“tendenze mondane” chesempre più riducono la vitaumana al solo orizzonteterreno».

L’ecumenismo è una materiaspesso ritenuta prettamenteper teologi e studiosi; inrealtà, in un mondo semprepiù globalizzato, potrebbeessere il motore per molteiniziative ed interessi comuni.Com’è possibile riuscire acoinvolgere le persone inquesto dialogo?«Coinvolgere le persone neldialogo ecumenico significaanzitutto far luce sulsignificato profondo di questaespressione. È, infatti,connaturale alla fede cristianal’essere dialogica edecumenica; questecaratteristiche sono inscritte inessa e l’ecumenismo nonfigura, pertanto, come unamateria opzionale dellascienza teologica, oppure un

allegato alla storia delcristianesimo, bensì abbracciatutti i settori della teologia erappresenta la linfa vitaledelle nostre relazioni cristiane. Spero che il forte richiamo diPapa Francesco circal’importanzadell’ecumenismo in questeprime settimane dipontificato, possa risvegliare adistanza di cinquanta anni dalConcilio Vaticano II unautentico spirito ecumenico.Forse oggi, dopocinquant’anni da tale grandeevento, siamo ancora troppoabituati all’ecumenismo deisimposi e delle conferenze emolto meno passi concreti,invece, son stati compiutinelle tante realtà locali peruna profonda e vera unità. IlPapa, credo, vorrà faremergere con rinnovato vigorequanto di buono è statoseminato in questi anni permezzo dello Spirito Santo neldialogo ecumenici, o meglio,nei dialoghi ecumenici intutto il mondo, e insegnarcicome poter far fruttare taledialogo nelle ordinarie econcrete esigenze della vitaquotidiana di tutti i cristiani,chiamati a continuo eamorevole incontro fra leChiese.Papa Francesco, durante il suoprimo interventosull’ecumenismo ha espressocon chiarezza: “Più saremofedeli alla volontà di Cristo,nei pensieri, nelle parole enelle opere, piùcammineremo realmente esostanzialmente verso l’unità.Vi chiedo di portare fra icristiani un servizio disperanza, nel mondo segnatoda divisioni, da contrasti, darivalità”. Sia chiaro, infatti,ancora una volta ai cristianiche, in un mondo “laceratodalle discordie” la nostratestimonianza non potràessere credibile allorquando sipresenterà come unatestimonianza fra chiesedivise, ma dovrà invecericonoscersi nella comuneinvocazione a Cristo Cristo:dall’espressione “ut unumsint” nasce una testimonianzadavvero credibile».

«Spero che il forte richiamo di PapaFrancesco circa l’importanzadell’ecumenismo in queste primesettimane di pontificato, possarisvegliare a distanza di cinquantaanni dal Concilio Vaticano II un autentico spirito ecumenico»

Idee condivise da proporrea chi si candiderà adamministrare la città

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI31 marzo 2013 III

L’INTERVISTA A Luciano Barsotti

Un nuovo nome e una nuovasede per la Fondazione

DI FABIO FIGARA

n traguardoimportante, quellodei vent’anni diattività, che coincide

con un “nuovo inizio”, con ilcambio di sede e di nome, econ l’intento di continuare asostenere progetti e attività dienti e associazioni divolontariato presenti nellanostra provincia, a finanziarerestauri di monumenti e opered’arte e sovvenzionare scuole,ospedali ed enti di ricerca.Nella nuova sede, oltre allestanze dedicate alla Biblioteca,alle attività del Presidente,degli Organi di Consiglio eall’amministrazione, èallestita, tra terzo e quartopiano, la mostra permanentedella collezione d’arte dellaFondazione, intitolata a EttoreBenvenuti e aperta al pubblicosu prenotazione. Prossimamente la confermaufficiale da parte del Ministerodell’Economia per il cambio diragione sociale, che vedràl’Ente chiamarsi “FondazioneLivorno”, come proposto adicembre in sede di Consigliod’Amministrazione, e"staccarsi" così dall’Istitutobancario.«Il settore in cui siamoimpegnati maggiormente èsenz’altro quello delvolontariato - spiega l’AvvocatoLuciano Barsotti, presidentedella Fondazione - vista lacrescita dell’emergenza sociale,abbiamo aumentato lacollaborazione con la Caritasdiocesana, sostenendo laristrutturazione del nuovocentro diurno polifunzionaledi Via Donnini, l’ex Istituto“Mons. Piccioni”, eoccupandoci di molti altriprogetti. Ma abbiamoimportanti collaborazioni conmolte altre associazioni: adesempio, con la Comunità diS. Egidio stiamo sostenendoprogetti per le attività di doposcuola dei ragazzi, per offrirelezioni d’Italiano agliimmigrati e per la cura deglianziani; con la S. Vincenzo de’Paoli sosteniamo le attività disolidarietà promosse dallaSocietà nel territorio diPiombino; e, ancora, operiamocon moltissime associazioniche operano nell’ambitodell’assistenza a malati, adisabili e a ragazzi con

Usindrome di Down».Proprio con la S. Egidio e conil CONI è in corso un progettodedicato allo sport comemezzo d’integrazione per ibambini immigrati. Per le attività scolastiche, laFondazione finanzia l’acquistodi materiali e strumenti per lostudio (quali le lavagneinterattive multimediali) e sioccupa di promuovere eorganizzare manifestazioniculturali che coinvolgano iragazzi delle scuole, prima fratutte la “Settimana dei BeniCulturali e Ambientali”, conl’obiettivo di far avvicinare iragazzi alle bellezze nascostedel territorio in cuiabitano attraversopercorsi espositivi,pubblicazioni eprogetti curati con gliinsegnanti. Grande spazio è datoanche all’arte in ognisua forma. «Da annisosteniamo Istitutiquali il Mascagni e ilMuseo di StoriaNaturale o strutturecome il Teatro Goldoni -precisa Barsotti - macontinuiamo ad occuparcianche del recupero di edifici

storici e di opere d’arte in tuttala provincia. Con la Diocesi cisiamo interessati del restaurodi molte chiese, attività ancora

in corso. Attualmente stiamoaffrontando le spese direcupero dei cimiterimonumentali cittadini, e cisiamo interessati al restaurodel monumento dei QuattroMori, il simbolo della nostracittà». E ancora, nel settoresanitario eroga contributi perl’acquisto di apparecchiatureper ospedali e sostegno di varieassociazioni e progetti (CurePalliative, Anziani fragili,acquisto di ambulanze),mentre per la ricerca finanziaprogetti di studio come il“PoseiDRONE” della Scuola S.Anna di Pisa, per lo studio deifondali marini. Attualmente èallo studio la possibilità di ungrande intervento per ilrecupero dei Magazzini delMonte, nel quartiere Venezia,con la collaborazione dellaSoprintendenza, al fine dicreare un centro espositivo eun punto di riferimento per leiniziative culturali.«Sicuramente il nostro fine è dipoter continuare a sosteneretutte queste attività e diaiutarne altre, seppur conmaggiore oculatezza vistol’aumentare delle richieste,sempre con uno sguardopositivo verso il futuro, nellasperanza di una prossimaripresa del nostro Paese».

In concomitanza con il ventennale della nascitadell’Ente, il 15 marzo è stata inaugurata la nuova sede della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, in via Grande 23.Nuovi uffici e ampie sale espositive per gestire tutte le attività

rricchente e motivante: sicuramente questidue aggettivi descrivono alla perfezione

l’esperienza che alcuni giovani della nostradiocesi hanno vissuto in uno di questi fine set-timana, partecipando agli esercizi spiritualiche come ogni anno la FUCI Toscana organiz-za. L’Azione Cattolica Diocesana si è fatta pro-motrice dell’iniziativa, attraverso il settore gio-vani, e Livorno è risultata essere la comitivapiù numerosa. La tre giorni si è svolta nella fo-resteria del monastero di Camaldoli: una cor-nice sicuramente suggestiva e adatta ad un cli-ma di riflessione e raccoglimento, elementinecessari per la buona riuscita di esercizi spiri-tuali. Erano presenti circa 40 ragazzi prove-nienti da varie parti della Toscana, sia di FUCIche di AC.Il tutto è stato guidato da don Andrea Lombar-di, Ass. regionale FUCI e AC, e don AlessandroClemenzia, Ass. FUCI Firenze. Oltre alle rifles-sioni, numerosi erano i momenti di deserto,individuali o di gruppo, sulle provocazionilanciate durante le riflessioni. Tema centrale èstato, “Il negativo del positivo e il positivo delnegativo”. I testi di riferimento sono stati duemomenti cruciali della vita di Gesù: le tenta-zioni nel deserto e il momento della passione.Durante le riflessioni sono stati analizzati imomenti, apparentemente positivi, in realtàingannevoli, delle tentazioni e cosa di meravi-glioso un cristiano deve trovare in un momen-to tragico come quello della morte del Signo-re. Capire che ognuno di noi deve portare la“croce” non come individuo, ma come indivi-duo facente parte di un gruppo e di una comu-nità. Ripensare la nostra vita in questa ottica:questo è stato sicuramente il messaggio che ipartecipanti hanno portato con più decisionea casa. Abbiamo raccolto alcune testimonian-ze di questa esperienza.

Come sei venuta a conoscenza degli EserciziSpirituali?Anna: «L’Azione Cattolica come sempre pro-muove iniziative per noi “settore giovani” edho preso la palla al balzo!»Irene: «Gli amici dell’Azione Cattolica mi han-no proposto questi tre giorni di spiritualità».

Cosa ti aspettavi da questa esperienza?Simone: «Non mi aspettavo niente di partico-lare, non per sfiducia ma perché era la mia pri-ma esperienza di questo tipo e non sapevo be-ne in che cosa consistessero gli Esercizi.»Anna: «Mi aspettavo di staccarmi dal mondoesterno per qualche giorno e immergermi inuna riflessione personale profonda»

Cosa ti ha colpito di più di questa esperienza?Irene: «Sicuramente mi ha colpito l’ambienta-zione suggestiva del monastero di Camaldoli,non avevo mai vissuto la vita deimonaci...Quello che mi ha veramente colpitonel profondo è stato l’arricchimento personalee spirituale ricevuto grazie alle riflessioni diDon Alessandro, il fatto che non fossero lun-ghe prediche ma un dialogo sincero volto a su-scitare in noi uno sguardo dentro, partendodal quotidiano per arrivare al rapporto che ab-biamo con Dio».Anna: «Sicuramente quello che più mi ha col-pito è stata la facilità con cui Don Alessandroci ha guidati in una profonda analisi di noistessi. Mi ha un po’ “sconvolto” il fatto cheogni parola delle meditazioni mettesse indubbio ogni mia convinzione invitandomi ariesaminarle alla luce della parola di Dio».

Cosa riporti a casa dopo questa esperienza?Simone: «Sicuramente un po’ di consapevo-lezza in più nel fatto che nella nostra vita nonsiamo mai soli, nel fatto che anche quandotutto sembra andare alla grande, ci possa esse-re qualcosa che non quadri. Stimolante è statoil fatto di vedere noi stessi all’interno di unacomunità e non solo come individui, agire perl’interesse di tutti arricchire noi stessi per poidonarlo a tutti».Anna: «La consapevolezza di aver trovato unavia da percorrere per vivere pienamente la miavita nella fede».Irene: «Più consapevolezza ,degli spunti su cuiriflettere e risposte a qualcosa che cercavo!».

Michele Martella

A

Gli esercizi spirituali della FUCI

Il negativo delpositivo e il positivodel negativo

ltre ai lavori di ristrutturazione del nuovo centrodiurno, la Fondazione eroga contributi alla Caritas

diocesana anche per il fondo “Famiglia e Lavoro” (aiuto ainuclei familiari in difficoltà), per il progetto“Sperimentando” (reinserimento dei detenuti nellasocietà), per il progetto Goccia a goccia” (problemadell’emergenza alimentare), per “Casa Benedetta”(sostegno delle donne abbandonate o vittime di violenza)e per il “Furgone della Solidarietà” (raccolta di alimenti perle mense sociali).

O

LE ATTIVITÀ DI SOSTEGNOalla Caritas diocesana

«Il settore in cui siamo impegnati maggiormente è senz’altroquello del volontariato - spiega l’Avvocato Luciano Barsotti,presidente della Fondazione - vista la crescita dell’emergenzasociale, abbiamo aumentato la collaborazione con la Caritasdiocesana, sostenendo la ristrutturazione del nuovo centrodiurno polifunzionale di Via Donnini, l’ex Istituto “Mons. Piccioni”, e occupandoci di molti altri progetti »

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI31 marzo 2013IV

VENERDÌ 29 MARZO9.00 ufficio delle letture in cattedrale15.00 liturgia della Passione in catte-drale16.00 visita ai sacerdoti anziani e ma-lati

SABATO 30 MARZO9.00 ufficio delle letture in cattedrale22.00 veglia pasquale in cattedrale

DOMENICA 31 MARZO8.45 S. Messa di Pasqua al carcere del-le Sughere10.30 S.Messa, pontificale di Pasqua ebenedizione dei bambini, in cattedra-le

MERCOLEDÌ 3 APRILE10.00 in vescovado, incontro con laCaritas diocesana21.15 nell’ambito della visita pastoraleal III vicariato, incontro con i catechi-sti e gli animatori della parrocchia diN.S. del Rosario

GIOVEDÌ 4 APRILENella mattina, udienze clero in vesco-vado18.30 S. Messa ed incontro con i medi-ci cattolici alla Casa di San Giuseppe aQuercianella

VENERDÌ 5 APRILE9.30 incontro con i vicari foranei invescovadoNella mattina, udienze laici18.30 nell’ambito della visita pastora-le al III vicariato, incontro con gli ani-matori dei gruppi giovanili della par-rocchia di S. Maria del Soccorso21.15 consiglio pastorale diocesano invescovado

SABATO 6 APRILE 17.00 il Vescovo interviene all’incon-tro del Rotary di Castiglioncello, a Vil-la Margherita a Quercianella18.00 S. Messa e cresime degli adultiper il V vicariato, alla chiesa diSant’Andrea a Castiglioncello

DOMENICA 7 APRILE10.00 S.Messa e cresime degli adulti incattedrale18.00 S. Messa e cresime alla chiesa diSanta Lucia ad Antignano

Da lunedì 8 aprile a venerdì 12 aprileil Vescovo è con i vescovi della Toscanaa Roma per la Visita Ad Limina

VENERDÌ 12 APRILEIn serata il Vescovo, a Pesaro incontrai giovani della diocesi

SABATO 13 APRILE18.30 incontro con un gruppo di geni-tori alla Casa di San Giuseppe a Quer-cianella

DOMENICA 14 APRILE11.00 S. Messa alla chiesa della SacraFamiglia a Pisa16.30 alla parrocchia di S. Agostino, ri-to dell’ammissione agli ordini sacridel seminarista Pedro Puntriano, a se-guire in occasione della visita pastora-le al III vicariato, assemblea parroc-chiale 20.00 incontro con un gruppo di fami-glie

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESIIl Portico di SalomoneLUNEDÌ 8 APRILE ALLE 21.15Presso l’Auditorium della Fondazione San Carlo Borro-meo (Via Lopez 44), per il ciclo l’Editto di Costantino:"Libertà religiosa, politica, diritti: cosa fonda la conviven-za?Intervengono in video conferenza A. Simoncini e J. Weiler.

Incontri CaritasMARTEDÌ 9 APRILE ALLE 18.00 Alla parrocchia dei Salesiani, incontro organizzato dallaCommissione carcere per la Pastorale della Carità dal tito-lo "Il Servizio in carcere"

Cooperatori PaoliniSABATO 13 APRILE ALLE 15.45In via Corcos, incontro dei Cooperatori paolini con donBruno Simonetto

Don Lelio BausaniSABATO 13 APRILE 2013 ALLE 18,Presso la Libreria Erasmo – Gaia Scienza, in Viale degli Av-valorati 62 a Livorno, verrà presentato il sito Internet dedi-cato alla vita ed alle opere di Don Lelio Bausani

USMIDOMENICA 14 APRILE ALLE 16.00All’Istituto Sacro Cuore, incontro con don Roberto Filip-pini dal titolo "Dal Vangelo di Luca l’incontro con Zac-cheo"

Diamo ali alle stradeLUNEDÌ 15 APRILE ALLE 19.30 Presso il Salone "A. Ablondi" della parrocchia della Ss.maAnnunziataQuadri scenici su testi di Don Tonino Bello "Il sogno dellapace: quale pace oggi è possibile"Don Andrea Bigalli (referente di Libera per la Toscana), eAndrea Filippini (infermiere impegnato in zone di guerra)

Il Portico di SalomoneLUNEDÌ 15 APRILE ALLE 21.15Presso l’Auditorium della Fondazione San Carlo Borro-meo (Via Lopez 44), proiezione del film "Il Cantico diMaddalena" per la regia di M. Campiotti

In diretta su Granducato TVsabato 30 marzo alle 22.00 Veglia Pasquale31 marzo alle 10.30 Santa Messa di Pasqua

Chiesa Livorno informa andrà in onda in questi orari:Venerdì 5 aprile ore 19.50Sabato 6 aprile ore 14.15 e 21.05 Domenica 7 aprile ore 10.15, 21.20 e 00.20

AVVISO

In occasione della S. Pasqua gli uffici dellaCuria vescovile rimarrannochiusi al pubblico da mercoledì 27 Marzo a Mercoledì 3 Aprilecompresi.Riapriranno regolarmentegiovedì 4 aprile

VENERDÌ 29 MARZO alle 21 a Montenero

La processione a piedi dal piazzale Giovanni XXIII al Santuario e larappresentazione teatrale dei Salmi

La via Crucis e «Salmodiando»n momento di meditazione e di preghiera per accompagnare i ritidella Passione di Gesù con testi di altissima ispirazione, grande

forza e bellezza come i Salmi: a proporlo è la Diocesi di Livorno conla Fondazione Teatro Goldoni. La rappresentazione "Salmodiando”,uno studio recitato e partecipato di alcune parti del Libro dei Salmi,avrà luogo il prossimo Venerdì Santo 29 Marzo, a Montenero al ter-mine della via Crucis, il cui inizio è previsto alle 21 nel piazzale Gio-vanni XXVIII, per poi proseguire con la processione a piedi verso ilSantuario. I Salmi hanno oltre 2000 anni e rappresentano, sia per lareligione ebraica che cristiana, il più significativo libro di preghiere edi canti: composti in tempi diversi e raccolti in un libro dell’Antico Te-stamento chiamato Salterio, dallo strumento a corda che accompa-gnava queste preghiere, o meglio canzoni (dall’ebraico “mizmor”),saranno proposti in una forma drammaturgica assolutamente rispet-tosa ed un’interpretazione attenta alla dimensione storica, per cercaredi coglierne il respiro che gli permea e, attraverso questo, il senso del-l’universalità del credere e della sua attualità.Una performance prodotta dal Teatro di Tradizione livornese nell’am-bito del proprio progetto pluriennale “Il Teatro e il Sacro”, volto all’e-splorazione e ricerca nel segno della conoscenza e del dialogo delleradici comuni tra le grandi religioni monoteiste ed il loro rapportocon la parola scenica: un percorso che, nel caso di “Salmodiando”,aiuti anche a leggere attraverso i Salmi il riflesso dell’esperienza uma-na di ogni tempo e paese.Le interpreti, Giulia Bicchielli, Sandy Buscarino, Greta Candura, ElisaLazzeri, Niky Mazziotta, Elisa Franchi e Deborah Di Girolamo, cer-cheranno di rendere con la drammaturgia ed impostazione registicadi Gianni Guerrieri, uomo di teatro e docente dei Laboratori del Gol-doni, parte delle immagini e della forza morale straordinaria dei Sal-mi nel loro porre al centro la dimensione spirituale degli uomini nel-la loro ricerca ed aspirazione ad una vita compiuta.La rappresentazione prevede tre momenti di canto costruiti sulla reci-tazione di 19 Salmi, scelti in ragione del carattere universale dei pro-blemi affrontati (l’esilio, la malattia, la persecuzione, l’inimicizia, l’in-giustizia), con una tensione spirituale che porta alla celebrazione del-la grandezza di Dio.“Salmodiando” sarà aperto e chiuso dalla recitazione dei Salmi 135 e90, due litanie di ringraziamento e di esaltazione di Dio, per sottoli-neare la straordinaria positività del ruolo della spiritualità e della fe-de di fronte alle eterne, umane, sofferenze.

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In onda su GRANDUCATO TV

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI31 marzo 2013 V

“SI CELEBRI LA MESSA DEL GIORNO DI PASQUA CONGRANDE SOLENNITÀ”(PS, 97).

uesta indicazione ciinvita ad esprimere alivello celebrativo lacentralità della Pasquaall’interno dell’Anno

liturgico.La celebrazione di questo giornoè un solenne rendimento digrazie per il soffio di vita nuovaportato dal Risorto nella Chiesae nei cristiani che la formano.Diventa allora una rinnovataprofessione di fede in Colui cheè il Vivente riapparso glorioso trai suoi.Fu proprio il Concilio VaticanoII, di cui si celebra ilCinquantesimo anniversario, asottolineare come ognicelebrazione della liturgia siacelebrazione del misteropasquale; in questo senso la festaannuale della Pasqua vaconsiderata, unitamente con ilsuo Triduo, centro dell’annoliturgico.La Chiesa che sempre proclamale meraviglie di Dio, lo fasoprattutto in questo giornonella pienezza della gioia(prefazio).È opportuno quindi, celebrare ilgiorno della Pasqua con unaevidente solennità, tanto nelcanto quanto nello svolgimentodi tutta l’azione rituale.

L’eucarestia inizierà con il ritoper l’aspersione dell’acqua,benedetta nella Veglia pasquale(Appendice al Messale Romano,pagg. 1034-1036), evitando diridurre il rito a significatipenitenziali e che il segnodell’aspersione sia autentico(colui che presiede passi inmezzo all’assemblea aspergendoin modo conveniente i fedeli).Durante l’aspersione si cantil’antifona “Ecco l’acqua”(Messale Romano, pag. 1033), oun altro canto di caratterebattesimale (“Acqua viva”, RN162). Le acquasantiere che sitrovano all’ingresso venganoriempite con la stessa acqua”(PS, 97).

Si proponga, laddove è possibile,il canto della sequenza Victimaepaschali (RN, 195), avendo curadi fornire all’assemblea il testolatino musicato, con latraduzione italiana a fronte, inmodo che tutti possano seguireagevolmente: in tal caso siprepari la schola cantorum perguidare l’assemblea e favorirnecosì la partecipazione.Si cerchi, tuttavia, di eseguire lasequenza in canto: lasospensione del ritmocelebrativo che essa produce e lasua stessa natura originariaimpongono che non siasemplicemente letta. Lecomunità che trovanoparticolarmente difficile laversione gregoriana dellasequenza possono scegliere dicantare il testo italiano in una

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delle edizioni musicalidisponibili (suggeriamo“Sequenza pasquale” di V.Giudici in Pasqua. Canti per laMessa - Liturgia della Parola,Paoline, Roma 1998).

Nell’Anno della Fede non sidimentichi di vivere il Tempopasquale come tempo originarioper la fede della Chiesa: anche alivello rituale ciò potrà essereespresso attraverso opportunemonizioni iniziali e soprattuttocon la giusta valorizzazione dellaProfessione di fede, secondo isuggerimenti già indicanti inprecedenza.Infine, la celebrazione eucaristicapuò essere conclusa utilizzandoil formulario della benedizionesolenne (cfr. Messale Romano,pag. 432-433) e del congedotipicamente pasquale,possibilmente in canto.

Pur essendo il centro dellaliturgia, la celebrazioneeucaristica non può mai esaurirein sé l’assolvimento del precettofestivo; infatti, la celebrazionedella Domenica e ancor di piùdella principale Domenicadell’anno, cioè della Pasqua,deve prevedere altre azionirituali che possano irradiare atutte le ore del giorno la graziadell’Eucarestia. Tra questi, leLodi e i Vespri - che specialmentea Pasqua e possibilmente in tuttele Domeniche di Pasqua-potrebbero essere riproposti allecomunità cristiane. La liturgiadelle Ore, ben curata,possibilmente eseguita in canto,renda le Domeniche di Pasqua

occasioni per ricomporre lacomunità cristiana ormairedenta dal sangue dell’Agnellopasquale e rinata dal suo costatoaperto.Al n. 98 di PaschalisSollemnitatis leggiamo: “Siconservi, dove già è in vigore, osecondo l’opportunità siinstauri, la tradizione dicelebrare nel giorno di Pasqua iVespri battesimali, durante iquali al canto dei salmi si fa laprocessione al fonte”. Si tratta diun forte richiamo al frutto dellaPasqua che nel Battesimo hafatto della comunità credente unpopolo sacerdotale che innalza aDio, per mezzo di Cristo, ilsacrificio del ringraziamento edella lode, manifestazione delnuovo culto.

La fedeltà a questi richiamipossono aiutare a darel’impronta caratteristica a questogiorno, che spesso rischia, dopola grande Veglia, di trasformarsinelle comunità cristiane, in unacelebrazione scarna dal punto divista del clima celebrativo.

La meditazioneLa Chiesa è una comunità che hasperimentato il dolore e lasofferenza di ogni uomo e chepuò testimoniare, in primapersona, che il male non è “persempre”.I personaggi della pericope sonotre. La prima ad entrare in scenaè Maria di Magdala. Non riesce astare a casa, deve correre allatomba. Anche la descrizionespazio-temporale rende bene ilsuo stato d’animo, perché regna

il buio, il silenzio, il vuoto, lamorte. Viene scossa e sconvoltadalla pietra ribaltata: qualcunoha portato via il corpo di Gesùed è meglio correre ad avvisaregli apostoli. Allibiti Pietro e ildiscepolo che Gesù amava siprecipitano al sepolcro. Entrati,vedono bende e sudario ripiegatie tutto è in ordine. Sicuramente,come dice san GiovanniCrisostomo, pensano che chitrafuga corpi non perde tempo ariordinare la tomba. Quantidiscorsi di Gesù sono passatinella loro mente in quegliistanti! Pietro rimane confuso,ma l’altro discepolo vede e crede.Sicuramente alle parole dellaMaddalena. Ma comincia avedere che le parole pronunciateda Gesù sulla sua resurrezionesono veritiere e si sonocompiute. Il v. 9 vuole affermareche solo alla luce dell’interaScrittura si comprendere cheCristo è risorto dai morti; solocon un percorso di fede benfondato è possibile vedere ilRisorto ed esserne dei testimoni(prima lettura). La tradizione haindividuato nel discepolo senzanome l’apostolo Giovanni, maGiovanni volutamente lo lasciaindefinito, perché spetta a noidargli il nostro nome ed esserenon solo testimoni, ma apostolidi risurrezione per altri.

Per la famigliaCome comunicare la fede aibambiniLa tomba è vuota. Se la suatomba è vuota anche la nostratomba è vuota! Questa la nostrafede, questa fiducia nella vita,nella vita eterna, nell’amore, è lavia privilegiata per comunicareai bambini la fede. È nel vederela nostra fede che si risveglia la

fede dei bambini, per correreinsieme alla tomba vuota. Ifigli ci guardano e vedono se ilnostro cuore è pieno di unafede vera o di tantechiacchiere prive di una verasperanza.

Una buona praticaRicerchiamo nella memoriaquei momenti in cui ci èsembrato di vedere la pietra

pesante “rotolata via” da ciò cheper noi sembrava un sepolcro(una fatica negli affetti, unfallimento nei risultati, unadifficoltà economica della nostrafamiglia).

Preghiamo: “Donaci Signore, uncuore che viva nella verità e nonnella doppiezza. Donaci la pacedell’unità interiore”.

dal Sussisio CEIper la Quaresima

Egli doveva risorgere dai mortiSUSSIDIO PER LA QUARESIMA: DOMENICA DI PASQUA.........

osa significa: “Il terzo giorno è risuscitatosecondo le Scritture”? Quali Scritture? Dove

sta scritto?

Si è d’accordo nel vedere il punto di partenzadi questa formula nel libro del profeta Oseanel quale si dice che il terzo giorno ci faràrialzare e noi vivremo alla sua presenza.Questa immagine che ci viene data da Oseanon si riferisce a Gesù ma è una espressionedella fede del popolo di Israele nellaresurrezione generale di tutti gli uomini.Per questo, dicendo che Gesù è risorto “il terzogiorno secondo le Scritture”, non s’ intende dareun’indicazione cronologica precisa, mapiuttosto un significato teologico

La Resurrezione è l’annunciodi Cristo che risorge e questoannuncio è il fondamentodella fede cristiana.Fondamento che noi troviamo negliantichissimi testi delle Scritture, soprattutto inSan Paolo, che ci dice di aver trasmesso ciòche lui stesso ha ricevuto. Nei Vangeli non c’èil racconto della Resurrezione, c’è soltanto unatomba vuota, ma c’è l’incontro di Gesù con isuoi discepoli, in cui si fa vedere, toccare emangia con loro. Ecco, la Resurrezione è ilcentro della nostra fede e se non crediamonella Resurrezione tutta la nostra fede è vana esenza alcun significato.

don Luciano Cantini

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IL TERZO GIORNO RISUSCITÒ DA MORTEProseguiamo la lettura del Credo attraverso la riflessione di don Luciano Cantini

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Le parole della FEDE

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI31 marzo 2013VI

L’Eco del Santuario di Montenero COMPIE GLI ANNI

Eco è l’organoufficialed’informazionedegli

avvenimenti delSantuariovallombrosano e delleattività dei monaci, esoprattutto è unimportantissimo mezzodi diffusione delladevozione mariana.Le prime pagine, usciteper la prima volta nel1922, erano date inallegato al “FaggioVallombrosano”, l’alloraperiodico dellaCongregazionebenedettina. Dopol’ufficialità ottenutal’anno successivo, dal1926 cominciò ad avere“vita propria”,diventando una testataregolare autonoma.Nonostante tutte ledifficoltà dovute allaguerra, i monaci noninterruppero mai lepubblicazioni dellarivista che, negli annisuccessivi, arriverà adavere importantitirature, raggiungendoaddirittura le 36.000copie in alcuni periodi.Grazie ad un’ottimaorganizzazione, oggil’Eco del Santuario èdistribuito in tutte leparrocchie toscane, eraggiunge i fedeliItaliani di tutto ilmondo che, seppurlontani, voglionorimanere aggiornatisulle attività delSantuario e sentirsi così“vicini” alla Madonna diMontenero. «L’Eco del Santuarioabbraccia varietematiche di attualità edi spiritualità, attraversole sue rubriche, curate dadon Luca, dal Vescovo diLivorno Mons. Giusti eda altri Vescovi italiani,da monaci e da laicicompetenti comeMonica Cuzzocrea eSandra Pollini, tutticollaboratori volontari.»A raccontare è RobertoManera, collaboratore inredazione di don Luca.Una volta giunto allapensione, Roberto iniziaa dare una manoall’interno delSantuario, occupandosiprima della biblioteca edella galleria degliStemmi comunali, poicollaborando conl’amico Demi Mirio econ il precedentedirettore don PaoloFavarato nell’ambitodella composizionedelle pagine, delmontaggio dellefotografie e dellacronaca del Santuario,attività che proseguetuttora a fiancodell’attuale parroco. Nell’archivio diredazione sono

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conservati tutti i numeridella rivista, dalla primauscita come allegato alFaggio Vallombrosano.«È la memoria storicadelle attività delSantuario e degli scrittidi esegesi e dimariologia, fontiimportanti che vengonostudiate ed analizzate dastorici e studiosi disettore. Un vero eproprio patrimonioculturale. Purtroppo icosti aumentano,soprattutto quelli didistribuzione:nonostante ilmiglioramentoqualitativo della rivista,

ad oggi riusciamo astamparne circadiecimila copie, eabbiamo dovuto ridurrele uscite modificandonela cadenza intrimestrale. Tuttavia, giànel secondo numero diquest’anno, che uscirà afine giugno con unacopertina speciale per i90 anni, passeremo da36 a 48 pagine, connuove rubriche: adesempio con la sezione“FaggioVallombrosano”, curatada don GiuseppeCasetta, Abate generaledell’OrdineVallombrosano, oppure

con la parte dedicata alla“Patrologia monastica”e, per la prima volta, conuna rubrica dedicata al“Monachesimofemminile”. E con moltealtre ancora!Personalmente, dato chela Madonna di Monteneroè Patrona della Toscana,è nelle mie intenzionipubblicare un libro sullaGalleria dei Comuni perpoter raccontare la storiadi ogni stemma dei 287comuni della Toscana erappresentati nellanostra Galleria correlatida fotografie delmomento del dono da

parte dei Sindaci epresidenti delleProvincie.»La ricorrenza è stataricordata da don Lucadurante la S. Messa delle16 di martedì 19 marzo(Messa in onore di S.Giuseppe), e perl’occasione è stataallestita una mostraall’interno delSantuario, conesposizione di alcunecopertine “storiche”. Perogni informazione sipuò scrivere [email protected] visitare il sitowww.santuariomontenero.org

NELLA FESTADI SAN GIUSEPPE

i sono due chiese a Livorno che il 19marzo, solennità di San Giuseppe, hanno

festeggiato il loro Santo Patrono, una quelladi Piazza 2 Giugno e l’altra la chiesadell’ospedale, forse meno conosciuta, maesistente dagli anni trenta.. Questa cappellaintitolata a San Giuseppe, che dalla ChiesaCattolica è riconosciuto anche come ilpatrono dei moribondi e rappresentantedella speranza degli infermi, e’ nascosta allavista dei passanti, quasi volesse rispettare, indisparte, il dolore dei suoi estemporanei‘’parrocchiani’’ che per degenze, più o menolunghe, si alternano nelle corsie, sottol’ombra dei quaranta metri del suocampanile che con i lievi rintocchi delle suecampane fa sentire la presenza del Signore edi San Giuseppe, vicini alle sofferenze deidegenti.La chiesa, che nel corso degli anni, moltepersone hanno avuto modo di vedere inoccasione di ricoveri o di visite, è posizionatanel cortile del nosocomio e il 19 hafesteggiato il suo Patrono, rivolgendo unringraziamento anche per il nuovo PonteficeFrancesco, con una S. Messa concelebrata dalVescovo Simone Giusti e dal cappellanodell’ospedale don Placido Bevinetto, allapresenza dei rappresentanti dell’Acos(Associazione Cattolica Operatori Sanitarindr).Al suo interno la Cappella è composta da trenavate illuminate dalla luce filtrata da unadozzina di finestre con vetrate policrome,dipinte nel 1935, dal pittore livornese AthosRogero Natali. San Giuseppe, che è a capodella Sacra Famiglia, quale padre “putativo”di Gesù, fu eletto patrono della ChiesaUniversale, da Pio IX con decreto dell’8dicembre 1870. Egli è un esempio anche pertutti i papà del mondo, a cui la festa del 19marzo è dedicata.

Roberto Olivato

C

Il 19 marzo1923 nascevaufficialmente

l’Eco delSantuario, quasi

un secolod’informazionemariana, oggi

sotto la direzionedel parroco di

Montenero donLuca Giustarini

Novant’anni di fedeltà a Maria

LUTTO TRA I MONACI VALLOMBROSANI

NELLA LUCE DI DIOÈ MORTO DON GIACOMO GIUSTARINI

Monaci Benedettini Vallombrosani del Santua-rio di Montenero, nella festa di S. Francesca Ro-

mana, Patrona degli Oblati Benedettini, munitodei SS. Sacramenti è tornato alla Casa del Padre ilmonaco sacerdote DON GIACOMO MARIOGIUSTARINI.Il monaco era nato a Vallerona, in provincia diGrosseto, il 20 Gennaio 1947 da onesti genitoriBabbo Giulio e Mamma Carola Baccetti. Dalla lo-ro unione erano nati 4 figli: Gina, Agenore, Cate-rina e Mario. Nel 1959, il piccolo Mario, entravanel Seminario Monastico annesso al Santuariodella Madonna di Montenero ove fu accolto dalpadre Maestro Don Angelo Bertoccini. Il proban-do Mario seguiva l’esempio di altri Vallombrosa-ni, entrati prima di lui, nativi di Vallerona-S.Cate-rina. come il P. Abate D. Giuseppe Zambernardi.Prima di partire per Vallombrosa, nel 1965, vesti-va l’abito monastico prendendo il nome di fraGiacomo in memoria dello zio della mamma.Nel 1968 venne destinato con altri studenti nelMonastero di S. Trinità a Firenze, per frequentareil Seminario di Firenze per gli studi teologici. Il P.Abate Generale Don Giuseppe Zambernardi nel1971 mandava Don Giacomo nel Pontificio Ate-

neo di S. Anselmo a Roma, per il completamentodegli studi teologici. Il 5 gennaio 1975 nell’Abba-zia di Vallombrosa Don Giacomo riceveva per lemani del Servo di Dio Mons. Enrico Bartoletti, Se-gretario Generale della CEI, l’Ordine del Diacona-to ed il 28 settembre, del medesimo anno, riceve-va l’Ordine del Presbiterato. Cantò la sua Prima S.Messa il giorno dopo l’ordinazione nell’Abbaziadi San Michele a Passignano. Nel-l’ottobre del 1975 veniva destinatonel Monastero di S. Prassede a Ro-ma per frequentare l’Ateneo di S.Alfonso per la licenza in TeologiaMorale. In questa seconda parente-si romana ebbe come compagni diviaggio l’attuale P. Abate GeneraleD. Giuseppe Casetta, Don AndreaRossi, Don Luca Bernardo Giusta-rini ed altri monaci. Rientrato nel1978 stabilmente a Vallombrosavenne nominato Parroco di S. Mi-niato in Alpe ed economo dellaCasa Madre. Nel 1984 Don Giaco-mo veniva nominato Parroco diSan Biagio nella Badia di San Mi-chele a Passignano nella Diocesi di Fiesole. Il 22novembre 2005, per motivi di salute, Don Giaco-mo veniva trasferito nel Santuario di Monteneroove ha svolto il delicato ufficio di Padre Confesso-re.

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Nelle foto: in alto la redazione dell’Eco conRoberto Manera al lavoro; a fianco Manerainsieme a don Luca Giustarini e Mirio Demi;sotto la prima copertina dell’Eco e a fianco unafoto della mostra attualmente esposta con tuttele copertine storiche del giornale in questi 90anni.

Per l’occasione è stata allestitauna mostra all’interno

del Santuario

La cappella dell’ospedale è dedicata a San Giuseppe,un luogo di preghiera,abbellito da opere artisticheche non tutti conoscono

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI31 marzo 2013 VII

La storia del giovane tenore Marco Voleri

Una carriera nata percaso e poi la scopertadella malattia. Nellibro appena uscito,il racconto di un uomoche sta vivendo la suavita giorno per giorno,riscoprendo le cosesemplici e la bellezzadi ogni attimo

Sintomi di felicità

DI BENEDETTA AGRETTI

volte ilmondocambiaimprov-

visamente. È successoanche a me, è bastatoche mi dicessero ilnome di una malattia. Econtinua ad accadermi,anche contro la miavolontà e i mieidesideri, una mattina sìe una no. Vorrei esserefelice, ma mi toccaondeggiare nella risaccadi uno stupore attonito.E quando sono lì, personel vortice di umori chenon controllo, sentol’abbraccio dell’arte chemi tiene attaccato alpositivo della vita.Munch dipingeva. Iocanto. Canta che (non)ti passa. Ma canto,perché la musica coloral’anima di chiaro, aprele finestre, cambial’aria. Perché la musicatiene viva la memoriadell’uomo che hodesiderato essere. Dellapersona che ho lottatoper diventare».Questo è Marco Voleri,livornese classe 1975,cantante lirico. Unmestiere singolare,come lui stesso lodefinisce. Una carriera,la sua, nata in modoassolutamenteimprevedibile,imprevedibile come lavita che, di punto inbianco, gli impone unacompagna di viaggiodel tutto scomoda, mache non si può ricusare:la sclerosi multipla.Imprevedibile come lecoincidenze che lohanno portato a scrivereun libro sulla sua vita,con un titolo

A«assolutamenteantitetico che la dicelunga sul modo in cuiMarco sta vivendo lasua malattia: “Sintomidi felicità”, edito daSperling & Kupfer epresentato sabatoscorso alla libreriaFeltrinelli, in unincontro moderatodalla giornalista MariaAntonietta Schiavina,con la partecipazione diSerenella Tabani,presidente dell’AISMSezione di Livorno e diAnna Cognetta alpianoforte.Era una mattina diluglio del 2006 quandoMarco, svegliandosi,accusa un capogiro euno strano formicoliosulla parte destra delcorpo. In quelmomento finisce laprima parte della suavita e comincia laseconda. Una secondaparte puntellata daricoveri, analisi erisonanze che portanoalla diagnosi di unamalattia chel’interessato, per suastessa ammissione,aveva fino a quelmomento ricondottosoltanto alla vendita dimele per la raccolta difondi per la ricerca. La sclerosi acquistaprepotentemente, daquel momento in poi,

un altro peso ed esigetutta un’altraconsiderazione. Èun’instabile compagnadi viaggio che togliecertezze, che trascina inun vortice di umori esintomi contrastanti.Non è facile accettareuna realtà simile che tipiomba addosso in uncaldo mattino di luglio,in cui l’unico desideriolecito è quello di andarein spiaggia. Non è faciledominare la rabbia, losconforto, gestire glieffetti collateralidell’interferone esvolgere nel contempoil proprio lavoro, senzache nessun altro, a partei parenti e gli amici piùstretti, sappia o intuiscaquanto si sta agitandonell’animo.Tuttavia Marco ci riescecon caparbietà per setteanni, fino alla suoincontro con ArnoldoMosca Mondadori, ilquale sa vedere oltre lacortina che questoragazzo si era

forzatamente costruito.Nasce così l’idea diquesto libro: un libroche racconta unapassione tale da vincerela crisi più profonda, unlibro destinato ad unpubblico che cercasperanza, perché seanche solo cinquemalati di sclerosi tentatidi arrendersi alla lororealtà, leggendolocambieranno idea,allora sarà veramenteuna vittoria.E viene da dire, un librodestinato anche a tuttinoi, che troppo spessoci avvitiamo sui nostripiccoli e grandiproblemi, dando perscontata la vita stessa.L’insegnamento diMarco, acquisito confatica, con rabbia e condolore è che, anche se lavita scombina i nostripiani, c’è sempre unanuova opportunità cheaspetta solo di esserecolta. Allora si può e sideve leggere la realtàcon una consapevolezza

nuova, dei propridesideri , recuperandola dimensione dellepiccole cose semplici diogni giorno … inultima analisi, laconsapevolezza che sipuò essere felici,nonostante tutto.Non esiste quindisoltanto la malattiadella sclerosi multipla,ma anche quellamalattia chiamatadesiderio. Una malattiache è rimasta intatta.«La voglia di felicità miabita ancora. Immensacome prima. Ne spio isintomi ogni giorno. Miaccorgo che nonpassano, dottore. Nonc’è antidoto, non c’èvaccino. Non c’è curarisolutiva. Vogliosapere, ogni mattina,quali sono i nuovisintomi di felicità inuna vita che,imprevedibilmente,ogni attimo, è comeun’altalena inmovimento tra l’essersano e l’essere malato».

Chi è Marco Voleriarco Voleri, nato a Pisa nel 1975, si è diplomato al ConservatorioGiuseppe Verdi di Milano, dove ha frequentato in seguito l’Accade-

mia alla Scala e l’Accademia Lirica del Rotary International. Nel 2011 haconseguito la laurea specialistica in canto lirico presso il ConservatorioGiacomo Puccini di La Spezia. È stato interprete di quaranta ruoli operi-stici in Italia e all’estero e di numerosi programmi concertistici con varirepertori. Ha inciso per Kikko Music, AFI; Realsound, Naxos. Nel 2009, aquasi tre anni di distanza dalla prima manifestazione della malattia, gli èstata diagnosticata definitivamente la sclerosi multipla. Meno di due annipiù tardi è riuscito a riprendere a tempo pieno l’impegno artistico. Attual-mente la fondazione Teatro Goldoni lo ha nominato direttore artisticodel progetto “La meglio gioventù”, mentre nell’immediato futuro ci saràun tour itinerante di musica sacra per tenore, pianoforte, quartetto d’ar-chi e voce recitante. A novembre Marco sarà impegnato in un tour in Ci-na, per cantare Rigoletto accanto al Baritono Mauro Bonfanti, in una sele-zione dell’opera in onore del bicentenario verdiano.

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RAGAZZI SANI E FORTI,ANCHE CON LO SPORTIn Cattedrale la «Pasqua dello sportivo»

unestata dalla scomparsa di PietroMennea, ricordato in un intervento

del frate maratoneta padre GabrieleBezzi, che ha chiesto “non un minutodi silenzio, ma 19 e 72 il tempo del re-cord mondiale dell’atleta siciliano”,ha avuto luogo ieri pomeriggio nellacattedrale, alla presenza del vescovoGiusti, la Pasqua dello sportivo. “So-no quasi 1000 all’anno i giovani chericorrono al Sert (Servizio Tossicodi-pendenze ndr) della nostra città percercare di liberarsi dalla droga”. Que-sto pesante dato offre lo spunto al ve-scovo, per ricordare quanto sia impor-tante ai fini formativi, la pratica dellosport nella fase dell’adolescenza, to-gliendo dalle strade, dall’ozio e dallanoia, tanti ragazzi e ragazze e per fareciò ha in mente un ambizioso proget-to: “mi sto attivando affinché in ogni

parrocchia nascano dei gruppi sporti-vi, che coinvolgano i nostri adolescen-ti in diverse attività, affinché crescanoforti e sani, lontani da droga, alcol,anoressia ed altri mali del nostro tem-po”.Al termine dell’incontro padre Bezziha invitato i presenti a lasciare delleofferte per Alessio, un bimbo di quat-tro anni affetto da tetrapresi distonica,malattia che gli impedisce di parlare ecamminare e a causa della quale i ge-nitori devono sostenere grosse spese.Per incentivare la raccolta di fondi, pa-dre Bezzi indosserà ad una prossimamezza maratona, una maglietta inti-tolata al piccolo Alessio, sulla qualetanti livornesi hanno posto la loro fir-ma quale segno di partecipazione allagara di beneficenza.

Roberto Olivato

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UNA CENA EBRAICA ALLAPARROCCHIA S. SEBASTIANO

...anche se la vitascombina i nostripiani, c’è sempreuna nuovaopportunità che aspetta solodi essere colta...

Alla scopertadelle radici dellanostra fede

a sera della Domenica delle Palme, ilgruppo famiglie della Parrocchia di San

Sebastiano si è riunito per un’occasione spe-ciale: la cena ebraica. Con essa si è volutorievocare il Seder pasquale per rivivere ilcontesto culturale in cui Gesù istituì il sacra-mento dell’Eucarestia durante la sua ultimacena. Il Seder celebra l’evento fondante della sto-ria e della spiritualità ebraica, la fine dellaschiavitù e l’inizio della libertà. Consistenella partecipazione al pasto in cui ogni ele-mento ricorda gli eventi della notte nellaquale Dio, “con mano forte” e “con bracciopotente”, trasse fuori il suo popolo dall’Egit-to e lo introdusse nella terra promessa. Ilsuggestivo rituale ricco di gesti, preghiere dilode e ringraziamento al Signore prevede laconsumazione di cibi particolari come il pa-ne azzimo (non lievitato per la fretta discappare nella notte dell’esodo); le erbeamare che rappresentano l’amarezza e la tri-bolazione subite durante la schiavitù; l’a-gnello, simbolo di sacrificio e salvezza el’Haroset, un miscuglio di mele, noci, vinodolce e spezie, a ricordare i mattoni fatti diargilla e paglia dagli israeliti in Egitto.La cena della Pasqua ebraica coinvolge tutti imembri della famiglia, dal più piccolo alpiù anziano. Gli adulti, attraverso i canti e lalettura dell’Haggadà (storia dell’esodo), rac-contano ai bambini le peripezie degli anti-chi Padri nella terra di Egitto.Il rituale, preseduto dal parroco, è stato ac-colto con entusiasmo e interesse dai parroc-chiani: un’esperienza di approfondimentodella nostra fede per sempre legata a quellaebraica. Come ha ricordato Padre GiovanniBattista Damioli Gesù non è venuto per di-struggere o rinnegare quello che c’era primadi lui, ma per portare a compimento le scrit-ture e il progetto di salvezza che aveva perl’uomo e stipulare con noi l’ultima e defini-tiva alleanza.

Caterina Lo Russo

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI31 marzo 2013VIII