La Settimana n. 1 del 5 gennaio 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 5 gennaio 2014 “La pace dipende anche da te”. Un augurio questo? Direi quello più vero, perché il mondo ha bisogno di pace, perché le famiglie e le Comunità tutte vivano in pace. Ma questo augurio ha anche un altro significato, forse più bello, più profondo, più importante. Se augurio non vuole essere solo una parola facile e gratuita; se vuol dire aiutare un altro ad aprirsi la sua vita nella vita, quel "dipende da te" ha un valore grande. Dice ad ognuno che bisogna stare con gli altri nella casa, nella chiesa, nella famiglia, nel partito, nella società ma non bisogna nascondersi dietro agli altri della famiglia, del partito, della chiesa e della società; non bisogna lasciar fare solo agli altri qualunque sia la comunità cui partecipiamo. Anzi, un simile auguriom nel nome di Dio che ha creato, o anche solo nel nome della dignità umana, rivela che qualunque convivenza per sopravvivere nella pace ha bisogno anche di "te", e che nessuno è così povero da non essere necessario a tutti gli altri, che nessuno si assenta senza creare vuoti pericolosi. Messaggio per l’Anno 1974- Una missione d’accoglienza A Natale il Vescovo ha richiamato i politici cattolici alla concretezza. La politica lavori per risolvere i problemi dei cittadini! Cominciare da lavoro, casa e giovani he il Nuovo Anno porti ciascuno ad essere più desideroso di approfondire, di conoscere, di andare a fondo delle questioni. Per superare la mediocrità con cui facciamo le cose e viviamo le relazioni con gli altri. Che il Nuovo Anno ci consenta di riassaporare il gusto del tempo, della lentezza, dello stare insieme. Per superare la fretta dei rapporti tra le persone, la velocità e l’eccessiva abbondanza del consumo. Che il Nuovo Anno offra l’occasione per riscoprire il dono, la gratuità, i carismi, il servizio. Per essere più attenti ai poveri, alle persone sole e compiere così opere di giustizia e di carità. Che il Nuovo Anno favorisca il bisogno di alimentarci di Dio e ci stimoli ad aprire quotidianamente il Vangelo per chiedere con insistenza e gioia "Signore che cosa vuoi che io faccia?". Per un Nuovo Anno fecondo e portatore di frutti, in abbondanza. C Giovedì 9 gennaio alle 17.30 IL CARDINAL BETORI A LIVORNO NEL SALONE DEL CENTRO CULTURALE IN VIA DELLE GALERE asta la superficialità. Questo presente non può essere superato positivamente con una fede tiepida, rinchiusa in magnifiche cattedrali o in sontuose Chiese. Basta a comunità tranquille che si fanno belle con riunioni infeconde e discorsi vuoti. Basta una fede egoistica tra le mura di addobbate case piene di luci e di ricchezze. Occorre andare fuori, uscire, partecipare a momenti di incontro e di studio per approfondire e conoscere e provare a individuare la radice delle questioni. Per alimentare così la propria fede. Allora ecco un’occasione importante da cogliere al volo. Guai farsi intorpidire dalla pigrizia, dalla comodità di affondare nei nostri comodi divani di fronte agli imbonitori occulti. Uscire, uscire per incontrare e osservare la realtà. Toccarla con mano. Ecco il prossimo incontro del Progetto Culturale con il cardinal Giuseppe Betori che offrirà l’occasione per commentare l’Esortazione Apostolica di Papa Francesco "Evangellii Gaudium". E’ la gioia del Vangelo che può sicuramente riempire le nostre pallide vite e aiutarci a comprendere la realtà, il contesto nel quale operiamo. Ecco il bisogno di avere una "sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi". Studiare, studiare, studiare i segni dei tempi. E quindi non tollerare più che si sprechino vite e si sprechino risorse, quali il cibo e il pane. Per questo occorre essere cristiani scomodi e richiamare al bisogno di un’etica della solidarietà, della gratuità, del dono, che superi l’etica del consumo che assorbe in modo indecente le nostre vite. L’incontro con il cardinal Betori costituirà un momento significativo per richiamarci a ricorrere a Dio affinché ispiri il cammino da intraprendere per favorire città più capaci di dare risposte per il lavoro e per la casa, i beni primari per l’esistenza di ciascuno. L’apertura alla trascendenza potrebbe portare a vocazioni nobili per la politica aiutando a superare le crisi, le divergenze tra economia e bene comune."Chiedo a Dio che cresca il numero dei politici capaci di entrare in un autentico dialogo che si orienti efficacemente a sanare le radici profonde e non l’apparenza dei mali del nostro mondo!" Anche noi uniamoci, con una assidua preghiera, a queste parole di Papa Francesco. (vedi locandina pag VIII) L.L. B Che il nuovo anno... DI NICOLA SANGIACOMO asa e lavoro sono diritti essenziali per l’uomo e i politici devono operare perché ad ogni cittadino non manchino mai; è questo il senso del messaggio che il Vescovo ha voluto rivolgere ai cattolici impegnati in politica in occasione del ritiro di Natale. A questi due temi fondamentali monsignor Giusti ha poi aggiunto un terzo ambito di interesse per chi fa politica da cattolico in questo tempo di crisi, quello dei giovani. Sulla questione lavoro ha parlato di salario minimo garantito, di cooperative sociali, di sussidiarietà, di un nuovo sistema di welfare che garantisca un lavoro per tutti. Questioni da affrontare all’interno di una nuova cultura del lavoro, dove potrebbe essere necessario lavorare meno (e quindi guadagnare meno) per lavorare tutti, oppure trovare un lavoro che non sia quello tradizionale a posto fisso e guadagno garantito soprattutto per i più giovani. E, a proposito della situazione locale, il Vescovo ha evidenziato la questione esemplare del grande bacino di carenaggio che potrebbe, secondo alcuni imprenditori del settore, creare nel giro di meno di un anno almeno 150 – 200 posti di lavoro. Sembra che questo non accada solo per la lentezza delle decisioni delle autorità preposte a sbloccare alcune questioni burocratiche. Ha invitato quindi i politici a prendersi a cuore la questione ricordando che le emergenze di questo periodo non ammettono ulteriori ritardi ed occorre dare un segnale di speranza alla città. Su questi temi, ha ricordato il Vescovo, dovranno misurarsi i politici che vorranno impegnarsi nella ormai prossima campagna elettorale per il rinnovo delle amministrazioni locali. Monsignor Giusti ha collocato anche il tema della casa all’interno di una meditazione sui principi della dottrina sociale della Chiesa dicendo che «i beni del creato, prima di essere partecipati dai singoli secondo il principio - diritto della proprietà privata, hanno una destinazione universale». In questo senso è arrivato a giustificare la possibilità di requisire le case sfitte quando non si riuscisse a garantire un tetto ad ogni cittadino, una condizione minima per la dignità dell’uomo. «Il diritto di proprietà – ha sintetizzato – per la dottrina sociale della Chiesa viene dopo i diritti della persona». A proposito dei giovani ha concluso la sua meditazione chiedendo di sostenere nuove idee di lavoro giovanile: «occorre educare i giovani a sviluppare la loro creatività, capacità di intraprendere superando il modello culturale dello stipendio fisso, garantito, senza rischi e senza verifiche reali di produttività». Dopo la meditazione ogni partecipante ha avuto la possibilità di intervenire sui temi del giorno: si è così sviluppato un dibattito serrato da cui sono emerse evidenti le difficoltà della politica locale, incapace di affrontare concretamente i temi cittadini più urgenti, senza cadere nella genericità dei temi nazionali. Un’incapacità che ha rilevato anche il Vescovo nella sua conclusione quando ha richiamato i presenti a costruire una piattaforma di idee fatta da pochi punti concreti su cui lavorare insieme. «Ricordatevi - ha detto – che nella vostra attività politica dovrete lavorare per risolvere i problemi concreti dei cittadini livornesi, non affrontare questioni generali da campagna elettorale europea». E ha quindi fatto l’esempio di due questioni su cui non aveva avuto nessuna risposta come quella del bacino di carenaggio e quella dell’emergenza casa. Ha quindi concluso facendo un richiamo all’efficacia dell’agire politico: «Dobbiamo parlare il linguaggio della concretezza, altrimenti sembra che per i politici l’importante sia solo chiacchierare e non fare». Si ringrazia Roberto Manera per le fotografie C Sulla questione lavoro il Vescovo ha parlato di salario minimo garantito, di cooperative sociali, di sussidiarietà, di un nuovo sistema di welfare che garantisca un lavoro per tutti. Questioni da affrontare all’interno di una nuova cultura del lavoro IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi LINEA di Pensiero di Luca Lischi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 1 del 5 gennaio 2014

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

5 gennaio 2014

“La pace dipende anche da te”. Un augurio questo? Direi quello più vero, perché ilmondo ha bisogno di pace, perché le famiglie e le Comunità tutte vivano in pace.Ma questo augurio ha anche un altro significato, forse più bello, più profondo, piùimportante. Se augurio non vuole essere solo una parola facile e gratuita; se vuol direaiutare un altro ad aprirsi la sua vita nella vita, quel "dipende da te" ha un valoregrande. Dice ad ognuno che bisogna stare con gli altri nella casa, nella chiesa, nellafamiglia, nel partito, nella società ma non bisogna nascondersi dietro agli altri dellafamiglia, del partito, della chiesa e della società; non bisogna lasciar fare solo agli altriqualunque sia la comunità cui partecipiamo.Anzi, un simile auguriom nel nome di Dio che ha creato, o anche solo nel nome delladignità umana, rivela che qualunque convivenza per sopravvivere nella pace habisogno anche di "te", e che nessuno è così povero da non essere necessario a tutti glialtri, che nessuno si assenta senza creare vuoti pericolosi.

Messaggio per l’Anno 1974- Una missione d’accoglienza

A Natale il Vescovo ha richiamato i politici cattolici alla concretezza.La politica lavori per risolvere i problemi dei cittadini!

Cominciare da lavoro,casa e giovani he il Nuovo Anno porti ciascuno ad essere più

desideroso di approfondire, di conoscere, di andarea fondo delle questioni. Per superare la mediocrità concui facciamo le cose e viviamo le relazioni con gli altri.Che il Nuovo Anno ci consenta di riassaporare il gustodel tempo, della lentezza, dello stare insieme. Persuperare la fretta dei rapporti tra le persone, la velocitàe l’eccessiva abbondanza del consumo. Che il NuovoAnno offra l’occasione per riscoprire il dono, lagratuità, i carismi, il servizio. Per essere più attenti aipoveri, alle persone sole e compiere così opere digiustizia e di carità. Che il Nuovo Anno favorisca ilbisogno di alimentarci di Dio e ci stimoli ad aprirequotidianamente il Vangelo per chiedere con insistenzae gioia "Signore che cosa vuoi che io faccia?".Per un Nuovo Anno fecondo e portatore di frutti, inabbondanza.

C

Giovedì 9 gennaio alle 17.30

IL CARDINAL BETORI A LIVORNONEL SALONE DEL CENTRO CULTURALE IN VIA DELLE GALERE

asta la superficialità. Questo presente nonpuò essere superato positivamente con una

fede tiepida, rinchiusa in magnifiche cattedralio in sontuose Chiese. Basta a comunitàtranquille che si fanno belle con riunioniinfeconde e discorsi vuoti. Basta una fedeegoistica tra le mura di addobbate case piene diluci e di ricchezze. Occorre andare fuori, uscire,partecipare a momenti di incontro e di studioper approfondire e conoscere e provare aindividuare la radicedelle questioni. Peralimentare così lapropria fede. Alloraecco un’occasioneimportante da cogliereal volo. Guai farsiintorpidire dallapigrizia, dalla comoditàdi affondare nei nostricomodi divani di fronteagli imbonitori occulti.Uscire, uscire perincontrare e osservarela realtà. Toccarla conmano. Ecco ilprossimo incontro delProgetto Culturale conil cardinal GiuseppeBetori che offriràl’occasione per commentare l’EsortazioneApostolica di Papa Francesco "EvangelliiGaudium". E’ la gioia del Vangelo che puòsicuramente riempire le nostre pallide vite eaiutarci a comprendere la realtà, il contesto nelquale operiamo. Ecco il bisogno di avere una"sempre vigile capacità di studiare i segni deitempi". Studiare, studiare, studiare i segni deitempi. E quindi non tollerare più che sisprechino vite e si sprechino risorse, quali ilcibo e il pane. Per questo occorre esserecristiani scomodi e richiamare al bisogno diun’etica della solidarietà, della gratuità, deldono, che superi l’etica del consumo cheassorbe in modo indecente le nostre vite.L’incontro con il cardinal Betori costituirà unmomento significativo per richiamarci aricorrere a Dio affinché ispiri il cammino daintraprendere per favorire città più capaci didare risposte per il lavoro e per la casa, i beniprimari per l’esistenza di ciascuno. L’aperturaalla trascendenza potrebbe portare a vocazioninobili per la politica aiutando a superare lecrisi, le divergenze tra economia e benecomune."Chiedo a Dio che cresca il numerodei politici capaci di entrare in un autenticodialogo che si orienti efficacemente a sanare leradici profonde e non l’apparenza dei mali delnostro mondo!" Anche noi uniamoci, con unaassidua preghiera, a queste parole di PapaFrancesco. (vedi locandina pag VIII)

L.L.

B

Che il nuovo anno...

DI NICOLA SANGIACOMO

asa e lavoro sonodiritti essenziali perl’uomo e i politicidevono operare perché

ad ogni cittadino nonmanchino mai; è questo ilsenso del messaggio che ilVescovo ha voluto rivolgere aicattolici impegnati in politicain occasione del ritiro diNatale. A questi due temifondamentali monsignorGiusti ha poi aggiunto unterzo ambito di interesse perchi fa politica da cattolico inquesto tempo di crisi, quellodei giovani.

Sulla questione lavoro haparlato di salario minimogarantito, di cooperativesociali, di sussidiarietà, di unnuovo sistema di welfare chegarantisca un lavoro per tutti.Questioni da affrontareall’interno di una nuovacultura del lavoro, dovepotrebbe essere necessariolavorare meno (e quindiguadagnare meno) perlavorare tutti, oppure trovareun lavoro che non sia quellotradizionale a posto fisso eguadagno garantitosoprattutto per i più giovani.E, a proposito della situazionelocale, il Vescovo haevidenziato la questioneesemplare del grande bacinodi carenaggio che potrebbe,secondo alcuni imprenditoridel settore, creare nel giro dimeno di un anno almeno 150– 200 posti di lavoro. Sembrache questo non accada soloper la lentezza delle decisionidelle autorità preposte asbloccare alcune questioniburocratiche. Ha invitatoquindi i politici a prendersi acuore la questione ricordandoche le emergenze di questoperiodo non ammettonoulteriori ritardi ed occorredare un segnale di speranzaalla città. Su questi temi, haricordato il Vescovo, dovranno

misurarsi i politici chevorranno impegnarsi nellaormai prossima campagnaelettorale per il rinnovo delleamministrazioni locali.

Monsignor Giusti ha collocatoanche il tema della casaall’interno di una meditazionesui principi della dottrinasociale della Chiesa dicendoche «i beni del creato, primadi essere partecipati daisingoli secondo il principio -diritto della proprietà privata,hanno una destinazioneuniversale». In questo senso èarrivato a giustificare lapossibilità di requisire le casesfitte quando non si riuscisse agarantire un tetto ad ogni

cittadino, una condizioneminima per la dignitàdell’uomo. «Il diritto diproprietà – ha sintetizzato –per la dottrina sociale dellaChiesa viene dopo i dirittidella persona».

A proposito dei giovani haconcluso la sua meditazionechiedendo di sostenere nuoveidee di lavoro giovanile:«occorre educare i giovani asviluppare la loro creatività,capacità di intraprenderesuperando il modelloculturale dello stipendio fisso,garantito, senza rischi e senzaverifiche reali di produttività».

Dopo la meditazione ogni

partecipante ha avuto lapossibilità di intervenire suitemi del giorno: si è cosìsviluppato un dibattito serratoda cui sono emerse evidenti ledifficoltà della politica locale,incapace di affrontareconcretamente i temi cittadinipiù urgenti, senza cadere nellagenericità dei temi nazionali.Un’incapacità che ha rilevatoanche il Vescovo nella suaconclusione quando harichiamato i presenti acostruire una piattaforma diidee fatta da pochi punticoncreti su cui lavorareinsieme. «Ricordatevi - hadetto – che nella vostra attivitàpolitica dovrete lavorare perrisolvere i problemi concretidei cittadini livornesi, nonaffrontare questioni generalida campagna elettoraleeuropea». E ha quindi fattol’esempio di due questioni sucui non aveva avuto nessunarisposta come quella delbacino di carenaggio e quelladell’emergenza casa. Haquindi concluso facendo unrichiamo all’efficacia dell’agirepolitico: «Dobbiamo parlare illinguaggio della concretezza,altrimenti sembra che per ipolitici l’importante sia solochiacchierare e non fare».

Si ringrazia Roberto Maneraper le fotografie

C

Sulla questione lavoro il Vescovo haparlato di salario minimo garantito,

di cooperative sociali, di sussidiarietà, di un nuovo sistema di welfare

che garantisca un lavoro per tutti.Questioni da affrontare all’interno

di una nuova cultura del lavoro

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

Page 2: La Settimana n. 1 del 5 gennaio 2014

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI5 gennaio 2014II

con monsignor BregantiniL’INCONTRO.........

«Inseguire un sogno perché diventi un segno»

n segno importante che restinel tempo, un modo diconcepire e di rapportarsi conl’evoluzione della povertà in

modo diverso». Con queste parole EnricoSassano, direttore della Caritas diocesana, haintrodotto la prima serata di eventi efesteggiamenti per l’inaugurazione dellanuova struttura del quartiere Sorgenti. Aseguire la proiezione del video di RiccardoRepetti, di Gaetano Mastrorilli e GiuseppeMascambruno, moderatore della serata, diuna panoramica sui lavori di adeguamentodella struttura (finanziati anche con ilcontributo della Fondazione Livorno e deiLions), con interviste a suor Raffaella Spiezio,Presidente della Caritas diocesana, e alvescovo di Livorno Mons. Simone Giusti, ilquale ha definito "allarmante" l’attualesituazione di crisi e di povertà in cui versanogli Italiani, in cui la politica non riesce arisolvere i problemi di mancanza di lavoro edi abitazioni, veri e propri "diritti biblici".Successivamente l’intervento di Mons.Bregantini, il quale ha focalizzatol’attenzione sull’importanza di "inseguire unsogno perché diventi un segno, un’improntanuova all’interno della società, un punto disvolta, un germoglio per far crescere unagrande pianta". Per l’Arcivescovo di

Campobasso, già Presidentedella Commissione C.E.I.Problemi Sociali e Lavoro,Giustizia e Pace eSalvaguardia del Creato eattualmente anche membrodella CommissionePontificia per il clero e lavita consacrata, è questol’intento che deve avere unacomunità cristiana inquanto tale, un popolo chenon deve smettere mai dicercare la speranza ma che,anzi, deve essere semprepropositivo. Un percorso dafare insieme con e per glialtri, con uno sguardo vivo,ricco di positività, che nonsmette mai di scorgere lafirma di Dio nelle operecompiute dall’uomo,progetti e idee che maturano

e crescono, e sfide che si affrontano, comequesta "nuova Caritas". E in questo nuovo"segno" abbiamo al centro due aspettifondamentali che ritroviamo nel Vangelo:l’attenzione per i poveri e la necessità disuperare ogni tipo di crisi partendo dallaformazione."Oggi la Chiesa italiana si sta risvegliandosotto la guida di Papa Francesco - continuaMons. Bregantini - ritrovando nella dolcezzae nelle parole decise del Pontefice unamaturazione, perché possa rispondereprontamente alle attuali esigenze dellasocietà, e riscoprendo l’umiltà, abbassandosi

come ha fatto Gesù, che è stato ancheMaestro, formatore: ai pescatori che siarrendono di fronte alle reti vuote, Egli salesulla barca e inizia anzitutto a insegnare. Poiconvince Simone a gettare nuovamente lereti: a quel punto la raccolta diventaabbondante." Cristo è vicino a noi nelledifficoltà, sulla "stessa barca", e ci insegna anon arrendersi. Quindi amore per il prossimoe formazione sono i due punti fondamentali

attorno a cui compiere la svolta. Perl’occasione Mons. Bregantini ha ricordatoanche alcuni aneddoti su Mons. Ablondi eMons. Savio, e ha invitato tutti i presenti apartecipare alla marcia della Pace del 31dicembre, a Campobasso. A conclusionedella serata vari interventi da parte delpubblico e il saluto di suor Raffaella e delnostro Vescovo.

Fabio Figara

Nei giorni di Mercoledì 18 e Giovedì 19 dicembre è stata inaugurata ufficialmentela struttura Caritas “Sorgenti di Carità”di Via Donnini,uno spazio di aggregazione e formazione e una “Casa dei Mestieri”.Per l’occasione è intervenuto Mons. Giancarlo Maria Bregantini,Arcivescovo di Campobasso-Bojano

Oggi la Chiesaitaliana si starisvegliando

sotto la guida di Papa Francesco

ritrovando nella dolcezza e nelle parole

decise del Ponteficeuna maturazione,

perché possarispondere

prontamente alleattuali esigenze

della società

Nella foto un momentodell’incontro con monsignorBregantini, svoltosi all’internodella struttura di via Donnini;sotto il volantino diffuso in questigiorni che invita a sostenerel’acquisto degli arredi per lastruttura

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Page 3: La Settimana n. 1 del 5 gennaio 2014

DI MARTINA BONGINI

n magnifico regalo sottol’albero, quello che èstato donato giovedì 19dicembre alla città: il

nuovo centro Caritas "Sorgenti diCarità".Un dono un po’ speciale, cercato evoluto per dare una continuità alPorto di Fraternità di Via delleCateratte, con l’intento dirispondere alle molteplici esempre più crescenti esigenze cheil territorio presenta.Si, perché ad oggi non basta piùsostenere i poveri e gli emarginatima è necessario dar loro unasperanza, una spinta per «costruirele ragioni del vivere» come haspiegato Suor Raffaella Spiezio,presidente della FondazioneCaritas, nel presentare la nuovastruttura.Questo ambiente offrirà nonsoltanto dei servizi ma guarderà aibisogni della città, alla marginalitàalle difficoltà che le famiglie e i

singoli si trovano a dovercombattere ogni giorno con unacrisi che sembra aver preso ilsopravvento su tutto e non sembraarrestarsi; «un luogo dove non sipretende di risolvere i problemima dove sarà possibileintraprendere un cambiamento»sottolinea il direttore dell’ufficiodi pastorale della Carità, EnricoSassano.Con i suoi 740 metri quadri circa,disposti su due piani, il nuovocentro Caritas, sarà uno spazio cheospiterà la scuola dei mestieri, chepermetterà a chi non ha un lavorooppure lo ha perso, di impararneuno nuovo e potersi così rimetterein gioco, grazie alla sensibilità dialcuni artigiani che si metterannoa loro disposizione.Ed ancora, un centro per lafamiglia a sostegno dellagenitorialità, un centro diurno conuna biblioteca e un internet pointed infine un punto di accoglienzanotturna.L’emozione e la felicità si leggono

non solo negli occhi diSuor Raffaella, deldiacono Sassano e dimonsignor SimoneGiusti ma anche inquelli dell’avvocato LucianoBarsotti, presidente dellaFondazione Livorno, che confermaancora una volta la volontà di dareun continuo al percorso intrapresonel 2001 con la costruzionedell’allora Porto di Fraternità, unluogo che potesse essere in gradodi rispondere alle esigenze edemergenze del territorio che neglianni sono progressivamenteaumentate.«Nel tempo, continua l’avvocatoBarsotti, si è sentito il bisogno dicreare un percorso diaccompagnamento e diaffiancamento al Porto diFraternità e così è nata questanuova idea».«Vorrei però sottolineare che comeFondazione, abbiamo partecipato,non come semplici sponsor macome "co-progettisti" volendoessere parte attiva di questaimpresa; se vogliamo realizzarequesto tipo di opere infatti, ènecessario creare un rapportocircolare, che metta insieme,istituzioni, associazioni edimprese, ognuno con la propriaparte e le proprie risorse perarrivare ad un welfare dicomunità».Il bene comune, come obiettivodei diversi operatori della città;come sottolinea monsignorSimone Giusti «questa struttura, èil segno di un buon lavoro disquadra, una squadra che oggi èriuscita a fare goal! Ma nondobbiamo fermarci qui, ènecessario infatti rimanere inascolto delle nuove povertà perdare una risposta concreta. La casa e il lavoro, continua il

Vescovo, sono diritto di tutti e ipolitici, i servizi sociali devonotrovare il modo per far si chequesta non sia un’utopia ma unagaranzia per tutti. Dobbiamolavorare instancabilmente per ipoveri con la speranza che questiservizi e questa strutturarimangano vuoti, perché vorrà direche il nostro obiettivo sarà statoraggiunto».Che fare adesso? Come suggerisce in modoscherzoso monsignor Giusti, «noiabbiamo creato questo centro mail lavoro non è finito, perchémancano gli arredamenti esperiamo che entro la finedell’anno, arrivino grazie aqualche donazione!»Per questo, i ringraziamenti delVescovo che si aggiungono a quellidi Suor Raffaella,all’amministrazione comunale perla celerità nel rilascio dei permessie all’azienda sanitaria per icontrolli.Un grande grazie corale, rivoltoalla Diocesi alla FondazioneLivorno che hanno pensato,voluto e sostenuto questo nuovosogno, all’ing. Caturegli che hafatto si che il sogno diventasserealtà, alle diverse ditte che intempi brevissimi (la prima pietra èstata posata il 1 Marzo e l’iniziodei lavori il 15 Maggio) sonoriuscite con non poca fatica acompletare il lavoro.Oltre a questi attori però, moltemani hanno contribuito a questodono per la città, dagli operatori aivolontari della Caritas,dimostrando che sognare per glialtri si può…ed è ancora più bello!

U

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI5 gennaio 2014 III

Nelle foto: il momento deltaglio del nastro con il

presidente della FondazioneLivorno Luciano Barsotti e la

dottoressa Luisa Terzi, ilvescovo Giusti e suor

Raffaella Spiezio presidentedella Caritas; il momento

della preghiera che hapreceduto la conferenza

stampa; i presentiall’inaugurazione; il

manifesto con le foto ed iringraziamenti a chi ha

sostenuto la realizzazionedella struttura; un’immaginedell’entrata della struttura e

nella colonna: il logodisegnato dal grafico Marco

Masini, e gli artigiani cheerano presenti nel giornodell’inaugurazione e che

aiuteranno gli apprendistidella Casa dei Mestieri:

Chiara con i suoi lavoretticreativi, la signora Nunzia

Schettino con la pasta e panefatti a mano; la sarta Lilianae il falegname Giovanni Fois.

Costruire le ragioni del vivere

apre le porte alla cittàSORGENTI DI CARITÀ.........

Inaugurato il nuovocentro Caritas “Sorgentidi Carità”: uno spaziorivolto a ridare speranzae non solo a chi l’hapersa. Un sostegno per tornare a “nuova vita”

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI5 gennaio 2014IV

LUNEDÌ 6 GENNAIO9.00 Festa della befana al reparto dipediatria dell’ospedale10.30 S. Messa dell’Epifania in catte-drale12.30 Pranzo di Epifania alla Carita, invia delle Cateratte

MARTEDÌ 7 GENNAIO nella mattina, udienze clero in vesco-vado18.00 incontro con il centro missiona-rio in vescovado

MERCOLEDÌ 8 GENNAIO 9.30 in vescovado, incontro con i vica-ri foranei18.30 tavolo dell’oggettività con i pri-mari dell’ospedale in vescovado

GIOVEDÌ 9 GENNAIO10.00 incontro con il collegio dei con-sultori in vescovado11.00 consiglio episcopale in vescova-do17.30 incontro su Evangelii Gaudiumcon il cardinale Giuseppe Betori alCentro culturale diocesano di Via del-le Galere (vedi pag. VIII)

VENERDÌ 10 GENNAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado18.30 incontro con i cresimandi, geni-tori, catechisti e parroci in vescovado21.00 in vescovado, consulta delle ag-gregazioni laicali

SABATO 11 GENNAIOConvegno del Movimento CristianoLavoratori

DOMENICA 12 GENNAIO11.30 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Maria di Montenero

Agenda del VESCOVO

In RICORDO La nuova intitolazione dei locali che ospitano il Centro Mondialità e Sviluppo Reciproco

Il compleanno di monsignor Alberto Ablondi

n un modo particolare e singolare è statoricordato il compleanno di Mons. Ablondi, dallaChiesa di Livorno, e così alla vigilia delcompleanno del Vescovo Alberto, Lunedì 16

Dicembre, nel tardo pomeriggio il Vescovo Simone siè recato in via della Madonna 32 nella sede delCentro Mondialità Sviluppo Reciproco, dove adattenderlo ed accoglierlo, c’erano numerose personedi ieri e di oggi del Centro Mondialità SviluppoReciproco, amici e collaboratori di Mons. Ablondi,una bella testimonianza di come l’amore, l’affetto, ilbene superano ogni cosa anche la morte.Spesso il Vescovo Simone ci ricorda questo, e Lunedì16 grazie ai Vescovi Alberto e Simone abbiamoconstatato la concretezza di questo valore.E cosa ha fatto il Vescovo Simone in questa visita alCentro Mondialità Sviluppo Reciproco ?Un forte gesto di gratitudine, di riconoscenza verso ilVescovo Alberto, infatti ha dedicato l’immobile di Viadella Madonna 32 al compianto Mons. Ablondi persuoi sentimenti di apertura e di accoglienza di ognidiversità che si fa ricchezza se nella reciprocitàsappiamo andare oltre, valori che il CentroMondialità Sviluppo Reciproco nei suoi 34 anni divita, proprio in via della Madonna 32, propone allacittà ed ai paesi del sud del mondo con i qualicoopera.Grazie Vescovo Alberto per i grandi e tantiinsegnamenti che nel lungo episcopato ha saputodonare alla chiesa e città di Livorno, grazie VescovoSimone per come ha saputo, ancora una volta,rendere sempre presente tra di noi il Vescovo Alberto,e così in questo clima di gioia e di commozione èstata scoperta una targa che suggella questo belcompleanno e ricorda i valori più cari di Mons.Ablondi: la fratellanza fra i popoli.Con l’occasione è stato ricordato anche il fondatoredel Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, DonCarlo Leoni che l’età e la malattia lo hanno costrettoa non essere presente a questo importanteappuntamento, ma la partecipazione di alcuni sui“giovani di ieri” , oggi in età matura, hannoconfermato quanto l’azione educativa e l’intuizionedi Don Carlo alla mondialità non sia stato unepisodio dell’età giovanile, bensì una sentimento diattenzione all’altro per tutta la vita.

Giusy D’Agostino, “una giovane” di Don Carlo

I

CURIOSITÀ’

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Vecchini S. -Storie per parlare di Dio ai nostri fi-gli. Illustrazioni di Giusy Capizzi.- Ed. San Pao-lo, pp.96, euro 18,00

Dieci cose da sapere su Dio che possiamo fa-re conoscere ai nostri figli attraverso altret-tanto storie della Bibbia tratte dall’Antico edal Nuovo Testamento e rinarrate apposita-mente per loro. Dieci bellissime notizie da ri-cordare, meditare, assaporare insieme ai no-stri figli affinché ci aiutino con le loro do-mande a comprenderne la grandezza. Diecicose da fare per incontrare Dio che possiamosuggerire ai nostri figli attraverso altrettantestorie che hanno come protagonisti bambinialle prese con piccole, grandi vicende quoti-diane. Dieci atteggiamenti da incoraggiare al-lenando il loro spirito a riconoscere Dio, lasua voce, il suo amore.

Cantelmi T. Scicchitano M. -Educare al femmi-nile e al maschile.- Ed. Paoline, pp. 188, euro13,00

Il crescere nell’identità di genere è una delleemergenze in ambito educativo. Che cosa èfemminile e che cosa è maschile? Che cosa èdato e che cosa è innato nell’essere femminao maschio? L’essere diversi vuol dire ancheessere diseguali? Che tipo di approccio è ri-chiesto alle cosiddette "agenzie educative" (famiglia, scuola, istituzioni)? Che valenzehanno le scuole omogenee, così diffuse nelmondo anglosassone? Tonino Cantelmi, do-cente di psicologia dello sviluppo e dell’edu-cazione presso la LUMSA e Marco Scicchita-no, psicologo e psicoterapeuta di Roma che sioccupa di adolescenti e di problematiche del-lo sviluppo, affrontano l’argomento con tesiscientifiche e sociologiche, esposte in manie-ra accessibile e divulgativa. Esaminano l’im-portanza di un idoneo atteggiamento da par-te dei genitori ed educatori nell’incanalare lepotenzialità dell’essere femmina e maschiodei propri figli o allievi e nel proporre unmodello coerente e credibile.

UNA CANZONE PER PAPA FRANCESCOL’intero ricavato della vendita del brano sarà devolutoall’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”

“Amico Papa” è il titolo della canzone dedicata a PapaFrancesco che è stata fatta ascoltare in anteprima nel corsodi una conferenza stampa svolta a Palazzo Comunale. Era-no presenti l’assessore alle culture Mario Tredici e i promo-tori di questo progetto che vede coinvolti artisti livornesi episani: infatti è di Pisa il prof. Franco Nocchi, autore dei te-sti e delle musiche oltre che interprete della canzone, men-tre è livornese Thomas Aspidi, il general manager di questainiziativa autorizzata dalla Santa Sede.A gennaio la canzone “Amico Papa” sarà immessa nel cir-cuito commerciale. Il ricavato sarà interamente devoluto al-l’acquisto di macchinari per l’Ospedale Pediatrico “Bambi-no Gesù”.

SABATO 4 GENNAIO Nell 11° anniversariodella nascita in Cristo,nella memoria liturgicadi Giada, alle ore 17.00celebrazione eucaristicapresso la chiesa dellaSacra Famiglia diShangay.Celebra don FabioMenicagli

In ricordodi Giada

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI5 gennaio 2014 V

La gloria e lo splendore di SionLa liturgia della parola si aprecon la grande visione profeticadei popoli che convergono suGerusalemme, città santa,abitata dalla gloria di Dio. Leparole chiave sono “gloria”,“luce”, “splendore”. A Sion ipopoli trovano qualcosa dibello e importante, per il qualevale la pena di portare doni.È da notare che l’atto di portaredoni nel mondo antico era unatto di sottomissione, dovuto daparte dei vassalli ai sovrani e aidominatori. La signoria di Dioche risplende a Gerusalemme èperò qualitativamente diversa:coloro che entrano in essa“proclamano la gloria delSignore”. Riconoscono che Dioè il re: un Signore di cui è bellocantare le lodi.

Le tenebre dei popoliI popoli infatti abitano nelle“tenebre”. Il mistero di Dio, cherisplende per Israele, è nascostoalle genti. Anche la secondalettura mette in evidenza ilnascondimento del progetto diDio. Possiamo però chiederciche senso ha tenere per tantotempo i popoli nell’oscurità.Certamente, essa è anche ilfrutto di un cedimento alpeccato. Allontanandosi da Dio,l’umanità fa esperienza delvuoto e della tenebra. Cercandouna propria libertàindipendente dall’amore di Dio,si cade in molteplici forme dischiavitù. Dio permette questaesperienza, perché ogni creaturapossa rendersi conto di cercarequalcosa di più di Erode, diaspirare a qualcosa di megliorispetto alla nebbia del peccato.Israele è chiamato a rivestirsi diluce non per se stesso, ma comeun faro perché i popoli ritrovinola rotta. I Magi sono il modellodel ritorno a Dio da parte ditutte le nazioni, che esconodalle tenebre e ritrovano la luce.

Che cosa merita di essereadoratoI Magi cercano il re che è nato“per adorarlo”. Nel lorocammino incontrano tanterealtà che sembrano chiedere emeritare rispetto e una sorta divenerazione: la grande città, il repotente, i saggi di Israele,depositari delle Scritture…anche gli uomini e le donne del

nostro tempo trovano numerosimiti e divi che attiranofenomeni di vera e propriaadorazione. Il progresso dellatecnologia e della scienza, icampioni dello sport, i grandipersonaggi dello spettacolo, lostrapotere dell’economia e deldenaro: ecco ciò che, di fatto, sifinisce per adorare. Anche senon lo merita.

I Magi mostrano come siapossibile resistere allatentazione, allontanandosi datutto ciò, fino a quandoincontrano la madre e ilbambino, segni della grandezzache si fa piccola, dell’amore diDio.

Per gli educatoriLa sapienza operosaI Magi si presentano comestudiosi, sapienti. Un buonformatore è colui che coltiva lasapienza, come i Magi che sipresentano come studiosi dellestelle, e quindi tra i più elevatisapienti del loro tempo.Ma la sapienza, pur se coltivatanon basta: i Magi non solosanno riconoscere la stella, masi mettono in viaggio peradorare il re che è nato.Ricercando con dedizione laverità, essi sopravanzano ilpopolo stesso di Dio, che abitaa Gerusalemme, che sembraquasi impaurito dalla notizia.Né Erode né i dottori dellaLegge si spostano, purconoscendo le Scritture, e pur

potendo fornire l’indicazione aiMagi.Colui che riceve il delicatoincarico ecclesiale di educarealla fede, oltre ad esserechiamato lui stesso, se non a unlungo viaggio, quantomeno aduna profonda conversione, sitrova ad avere a che fare connuovi Erodi e nuovi dottoridella Legge, oltre che con nuovefolle impaurite.

Erode: l’ascoltatore interessatoErode si mostra interessato alleparole dei Magi. Ma il lettore sache è solo per paura di perdere ilsuo potere. Così anche moltepersone che frequentano leriunioni e i gruppi ecclesiali,coltivano in realtà interessilaterali, e tenderanno adileguarsi non appena saràesaurito il vantaggio cheintendevano acquisire. Allostesso modo possiamoincontrare educatori interessati:persone che esercitano unministero ecclesiale in vista diun qualche potere e prestigioche esso conferisce. Nonpotremo mai dircicompletamente al sicuro da unasimile tentazione. Per tutti peròviene il tempo della croce:quando l’agire torbido vienesmascherato, e i finti ascoltatorisi rivelano persecutori, comeErode, o si dileguano, comePietro di fronte all’accusainfamante di essere discepolo.

Gli scribi del popolo:l’ascoltatore saccenteGli scribi non sono presentati

come veri ascoltatori dellaParola, ma piuttosto comedepositari e custodi del sapere.A richiesta essi sanno ripeterela profezia; ma è unaconsulenza fredda, quasi unaprestazione professionale,un’esibizione di cultura chenon li spinge all’azione, non licoinvolge nella vita.Ora, ciò che dovrebbe produrreuna profezia è proprio ilcambio di atteggiamento, siaemotivo, sia intellettuale, siamorale: chi era depressoriscopre la speranza, chi hapeccato scopre la possibilità delperdono, chi si arroga dirittiche non ha entra in una diversaprospettiva, conformandosialla giustizia di Dio. La profeziache non tocca nel profondo delcuore resta sterile.

La folla paurosaCome è possibile cheGerusalemme resti turbata difronte all’annuncio delcompimento delle sue attese?Eppure ogni annunciatore sache può venire quel momento,in cui coloro che si ritenevanoeletti si tirano indietro. Ci puòessere infatti una fede vissutacome semplice emozione, oevasione rassicurante, comefattore di condivisionecomunitaria, che rassicura econferisce identità. Ma quandola fede si manifesta comequalcosa che tocca la vita, chegenera una decisionepersonale, quando davvero Dioirrompe nella storia, emerge ildesiderio di ritrarsinell’anonimato, di non esserecoinvolti fino in fondo. I Magiannunciano che il Re è nato: equindi qualcosa sta davverocambiando. La folla reagiscenello stesso modo in cui agiràmolti anni più tardi con Gesù:quando le esigenze del vangelodivengono radicali, molti sitirano indietro.

La sapienza perseveranteLa sapienza perseverante non silascia abbattere né dallafreddezza, né dalla malignità,né dall’interesse, né dalcedimento pauroso. I Magicontinuano a cercare, ecercando annunciano, senzadeviare dal loro cammino, cheporta a Betlemme.Dal Sussidio CEI per l’Avvento

In viaggio per adorarlo

6 GENNAIO: EPIFANIA DEL SIGNORE.........

«I Magi si presentano come studiosi, sapienti.Un buon formatore è colui che coltiva la sapienza, come i Magi che si presentanocome studiosi delle stelle, e quindi tra i più elevati sapienti del loro tempo.Ma la sapienza, pur se coltivata non basta:i Magi non solo sanno riconoscere la stella, ma si mettono in viaggio per adorare il re che è nato. Ricercando con dedizione la verità, essi sopravanzano il popolo stesso di Dio, che abita a Gerusalemme, che sembra quasi impaurito dalla notizia» EP

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI5 gennaio 2014VI

La tavola rotonda in vescovado

a recente firma di PapaFrancesco avvenuta il 9 ot-tobre 2013, che autorizzala promulgazione del De-

creto sull’eroicità delle virtù delServo di Dio Mons. Del Corona,dichiarato quindi Venerabile,ha fatto sì che si proseguisse ilpercorso intrapreso già da alcu-ni anni di approfondimentodella conoscenza di una figuradi così grande prestigio per lanostra città. Infatti già prece-dentemente erano stati tenutidei convegni che ne avevanoevidenziato alcuni aspetti, in-quadrandolo sia dal punto divista storico- risorgimentale chenell’impegno pastorale di Ve-scovo, ma era quanto mai ne-cessario far conoscere i rapportied i legami di Mons. Del Coro-na con Livorno, evidenziandoalcuni aspetti che ne esaltano ilsuo impegno sociale e caritati-vo. Nella tavola rotonda che si ètenuta nella sala Fagioli del Ve-scovado, il Prof. Paolo Morellied il Dott. Andrea Zargani, han-no magistralmente presentatogli aspetti che vedono questoVescovo, non dimenticare mai,la sua città natale, anche quan-do il suo ministero episcopalelo teneva lontano.Il Prof. Paolo Morelli, ha ricor-dato come mons. Pio si sentissefortemente legato al cattolicesi-mo livornese pur con tutte lesue pecche e durante tutta la suavita non mancò di sostenerlo edi incrementarlo con la predica-zione e con gli scritti e così pure,fu sempre vicino ai suoi familia-ri che visitò frequentemente,fintanto che, come dirà al Gianinel 1901, a Livorno non avrà"più altro che tombe". Ricor-dando un episodio, verificatosinel 1868, quando un industria-le livornese, Gustavo Corridi, fuucciso a coltellate da mano ri-masta ignota, il giovane padre

Pio Alberto, di cui già si cono-scevano le doti oratorie, nell’e-logio funebre tenuto nella chie-sa della Madonna si sentì in do-vere di giustificare il suo ruoloin quella circostanza: egli era unecclesiastico che, però, non haricevuto l’incarico di tessere ilpanegirico di un santo, bensì dinarrare "il caso infelice di un va-lent’uomo, di un uomo che haben meritato di molti uominidella vostra e mia città". E se dauna parte aveva elogiato le suequalità di imprenditore, dall’al-tra non risparmiò le critiche de-finendolo "un certo rigoglio dianimo ardente e iroso: ma pen-sate che egli ebbe assai spesso aconversare con una moltitudinefaccendiera, volgare, provocatri-ce". Un altro aspetto che nonmancò mai nella predicazionedi Del corona è "l’alleanza diMaria con Livorno". Egli infattiricordando il terremoto del 14agosto 1846 - aveva allora 9 an-ni - che seminò morte e distru-zione sulle Colline Pisane e Li-vornesi, ma non provocò danniin città; non esitò ad attribuirela salvezza di Livorno all’inter-cessione della Vergine, così co-me, del resto avevano fatto sulmomento i suoi concittadinidei quali descrive spontaneemanifestazioni di fede popolarenella quale "i livornesi si sento-no figli e contemplano la celesteMadre". Pur essendo dunqueun popolo di bestemmiatori illoro legame a Maria li rende"un popolo dal cuore largo co-me il Tirreno"; definizione que-sta data nel 1901che attesta ilsuo amore per la propria cittànatale e i suoi concittadini.

Il Prof. Andrea Zargani, a par-tire dai documenti, contenutinell’Archivio della Diocesi, hapresentato altri aspetti della "li-

vornesità" di Del Corona. De-scrivendone gli anni giovanili,ha ricordato la sua frequenta-zione presso la Conferenza SanVincenzo de’ Paoli con altri set-te laici, segno di un nuovo im-pegno dei laici nella Chiesa.Questo suo impegno segnerà lasua vita, volta verso i poveri, idiseredati, gli ultimi. Anchequando infatti sarà già frate do-menicano e poi Vescovo, sem-pre sosterrà la società vincenzia-na contro l’immoralità dilagan-te e in aiuto ai poveri in modocapillare; così pure sostenne leDame della Carità delle qualiammirava l’amore con cui siprodigavano e ricordava a tutteche la loro missionarietà, nonera frutto della filantropia, mal’attuazione del messaggioevangelico, perché nel poveroche incontravano vi era il Cristoumiliato e sofferente. Inoltre fucapace di educare il laicato allavera devozione a Maria. Infattinel Primo Congresso Marianoche si tenne a Livorno nel 1895e che vide la presenza di ben 16vescovi e duemila fedeli, susci-tarono interesse le sue riflessio-ni cristologiche che gli valseroriconoscimenti da più parti. Sa-rebbero molti ancora gli aspettida ricordare per questa figura icui scritti ce la fanno apparire diun grande spessore. Ma meritaattenzione un suo pensiero in-dirizzato al nuovo vescovo diLivorno, Sabatino Giani (1901-21), al quale raccomandò la co-munità ebraica che in quegli an-ni viveva momenti assai critici,dovuti all’abiura qualora unproprio membro sposava un

cattolico: "Nel popolo livornesetroverete un altro popolo, il po-polo israelita che verrà ad ascol-tarvi per riverire in voi la carità ela sapienza. Guardate quel po-polo come dee guardarlo chi haconoscenza profonda del cri-stianesimo, con riverenza dimesto affetto. Voi che sapeteleggere la Bibbia nella linguasanta, ricordate a quel popolo lasua prisca gloria (…) Ricordate-gli con Paolo Apostolo cheIsraele è il ramo naturale disvel-to per lo innesto delle nazionisul tronco ebreo, ma non di-svelto per sempre, perché all’oc-caso de’tempi riconoscerà coluiche trafisse e tornerà ad essere ilprimogenito della famiglia diDio".

Lorenzo Bernardini, giovanedisegnatore, ha poi presentatoin anteprima il fumetto per farconoscere ai più giovani la bio-grafia su Del Corona. Con vi-gnette molto simpatiche e nar-rative, è riuscito in poche paginea presentare il messaggio chenella vita non si è mai soli e chebisogna confidare nella DivinaProvvidenza.La tavola rotonda è stata prece-duta nella Chiesa di S. Andrea,dalla S. Messa in gregoriano coni canti eseguiti dalla schola can-torum gregoriana del coro po-lifonico che porta il nome delbeato, presieduta da Mons. Si-mone Giusti, Vescovo di Livor-no e concelebrata da Mons. Fau-sto Tardelli, Vescovo di S. Minia-to, insieme a molti presbiteri ediaconi di entrambe le Diocesi.

Monica Cuzzocrea

L

UN SANTO NATALE CON IL CUORE SEMPLICEIL MESSAGGIO DI AUGURI DEL SERRA CLUB

l Serra Club di Livorno per la cenaaugurale delle festività natalizie,

ospite Monsignor Simone Giusti,insieme a diversi seminaristi esacerdoti della Diocesi, ha volutoporre l’attenzione sulla comunitàcristiana di Betlemme che versapurtroppo in una crisi così profondache richiede il sostegno e lapartecipazione di tutti. Un tronco dilegno proveniente proprio daBetlemme, con inciso il presepe èstato donato ai presenti come segnodi una presenza e di un invito a far sìche gli oltre duemila anni dallaNatività vedano in ciascuno di noi uncuore aperto a Colui che ha scelto lanostra natura umana per rendercipartecipi della sua divinità. I messaggisia di Monsignor Giusti che delcappellano padre Gabriele Bezzihanno rimarcato come bisognarifuggire da quei sentimenti pagani emielosi che sminuiscono, se nonaddirittura "annacquano" l’essenzadel Natale, mistero comprensibilesolo se abbiamo un cuore semplice eumile come Maria e Giuseppe.Dobbiamo dunque "vivere e amareche sono l’essenza di Dio e aprirequella porta che ci porta oltre, versoBetlemme, segno di un amore che facose grandiose".

Mo.C.

I

resenti la direttricedel carcere LeSughere SantinaSavoca, il

comandante di repartoMorgana Fantozzi, leguardie carcerarie emolti detenuti, lamattina di Natale ilvescovo Simone e ilcappellano frateSiggillino, hannoconcelebrato la S.Messa. Frate Micheleringraziando monsignorGiusti della presenza ecosì pure le autoritàcarcerarie e i volontariche hanno resopossibile questa

Pcelebrazione e questacondivisione dimomenti di gioia, havoluto ricordare leparole del PapaFrancesco nel recenteincontro a Roma con icappellani delle carceriil quale li ha pregati diportare ai carcerati la suacostante preghieraperché non siscoraggino e non sichiudano. Il Signore èvicino a loro e «nessunacella è isolata daescludere il Signore:nessuna; Lui è lì; piangecon loro, lavora conloro, spera con loro; il

suo amore paterno ematerno arrivadappertutto e pregoperché ciascuno apra ilcuore a questo amore».Il Papa ha anchesottolineato come ilministero di cappellanosia un’opera dimisericordia che rendevisibile la presenza delSignore nel carcere enella cella ed è segnodella vicinanza di Cristoa questi fratelli chehanno bisogno disperanza.Monsignor Giustidurante l’omelia haindicato come la nascita

del Bimbo rappresentiuna «nuova creazione»per tutti noi e che operameraviglie. Tutto è operadi Dio e la nascita dauna Vergine non vuoleessere un dato morale,ma solo segno della suaopera meravigliosa. Laraffigurazione infattinelle icone di Maria conle tre stelle sul manto,sta ad indicare la suaverginità prima, durantee dopo il parto. Questamaternità fa sì che laprima umanità vengaliberata dalla morte epartecipi alla nuova vitache lo Spirito Santo hareso possibile perché citrasforma. Nella misurain cui compie meravigliee noi ci lasciamo da Luitrasformare, come sanDisma, il primo redentoa cui Dio ha aperto leporte del Paradiso,saremo partecipi diquesta nuova vita: «ilNatale infatti è l’avvento

di un Bimbo che con ilsuo amore ci conducealla vita eterna».Al termine dellacelebrazione sono statiofferti sia al personaledelle carceri che aidetenuti i calendariinterreligiosi dellarivista della San PaoloJesus, dove sonopresentate le festivitàcristiane, ebraiche emusulmane dell’anno2014. Queste festepossono rendere gioiosii nostri giorni feriali e illoro rimando all’unicoDio può ricondurci apensare all’unica cosanecessaria nella nostravita e nello scorrere deigiorni : «l’amore di Dioe l’amore del prossimo,quel "comandamento"che è parola di libertà,di felicità, di pienezza divita; che è promessa eattesa, anno dopo annodi una vita senza fine».

Mo.C.

Nessuna cella può tenere fuori il Signore

La Messa di Natale in carcere

Mons.Pio Alberto Del CoronaUna storia

nella storia di Livorno

I 150 anni dellaChiesa Battista

ei locali del Centro Civico dellaCircoscrizione 5, i Battisti hanno

ricordato i 150 anni della loro presenza inItalia con la conferenza-dibattito del Pastorebattista Emanuele Paschetto. I Battisti fannoparte di quel ramo della Riforma Protestanteche si sviluppa nel XVI secolo e che, ai nostrigiorni, ha avuto in Martin Luther King unodegli esponenti e testimoni più significativi eprestigiosi.Nel corso degli anni i Battisti hannoelaborato concetti teologici molto pregnantibasati sulla libertà di coscienza, ed è statoproprio il tema “Passione per la libertà” cheil Pastore Paschetto ha trattato con dovizia diparticolari e di riferimenti storici. E’ emersocosì che che le Chiese battiste hanno comefulcro della loro missione, l’ascolto dellaParola di Dio, la preghiera, la vicendevolecollaborazione tra i propri appartenenti.

A causa delleloro scelte iBattisti furonooggetto dipersecuzionianche cruentema non perseromai di vista lavocazione allalibertà eall’impegno perla pace e lagiustizia. Ilmovimentobattista in Italiacominciò adiffondersi apartire dal 1863

dopo l’Unità italiana grazie all’arrivo dimissionari inglesi e americani cheanimarono la predicazione evangelica.L’incontro è stato coronato, sempre nei localidella circoscrizione, da una mostra storico -documentaria che ha evidenziato i momentipiù importanti della Chiesa Battista in Italia,dalle origini ad oggi, specificando quali sonostati i protagonisti, i rapporti con la culturaitaliana e con la Chiesa Cattolica, le guerremondiali e la ricostruzione del nostro Paesesu basi democratiche.

Gi.Gi.

N

Un vescovo santo tra Livorno e San Miniato

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI5 gennaio 2014 VII

Fidatevi...e seguite la stella!

Signor (o professor, osire, o non so comeappellarvi) Baldassarre,come potrà immaginare,i nostri lettori sarannocuriosi di sapere tutto divoi, dato che nei Vangelisi dice così poco....«Ne sono lieto: lacuriosità è una grandevirtù del genere umano,il vero motore delprogresso e dellaconoscenza: e d’altraparte chi può capirlomeglio di noi, chepassiamo le notti avegliare scrutando ilcielo, spinti dallacuriosità dicomprendere gli arcanimoti delle sfere celesti?È la curiosità che cispinge a cercare semprenuove cose perconquistare vette diverità sempre più alte.Si tratta invero di ungrande qualità, ed è unpeccato che spesso vadasprecata indirizzandolaverso ciò di cui già si sain modo abbisognevole,come direi che è ilnostro caso, del qualeconoscere più di quantovi è stato già detto nonvi sarebbe di alcuncostrutto».

Ci dica almeno seMelchiorre, Gaspare eBaldassarre sono i vostriveri nomi....«Noi antichi dicevamo,ma lo dice anchequalcuno di voimoderni, che perappropriarsi dellaconoscenza di una cosal’essere umano habisogno di assegnarleun nome.Evidentemente quindi,se non conoscendo inostri nomi avetedeciso di darcene unovoi, significa che eravatedavvero ansiosi diconoscerci. Di questo,lo dico sinceramenteanche a nome dei mieicolleghi, siamo moltolusingati, perchésignifica che ci avetesempre attribuito moltaimportanza».

Non siate così modesti,non è certo da tuttimettersi in cammino dipunto in bianco e

affrontare un lungoviaggio fidandovinientemeno che di unastella.....ma mentreaffrontavate il camminonon vi è mai preso ildubbio di aver preso unabbaglio? In fondo distelle ne passanotante....«Io non ci vedo nientedi strano: voi oggi per ivostri viaggi non viaffidate forse a una voceche esce da unamacchinetta, che sta lì aripetervi di continuo“fra trecento metrisvoltate a sinistra”,“allaterza rotatoria sulladestra prendete laseconda a destra, poi laterza a sinistra e poi fateuna piroetta sullepunte.....”? Ha una vocefredda, che suonasuadente quanto falsa,eppure voi tutti lì afidarvi ciecamente,anche se magariqualche volta vi haportato fuori strada.Noi, che non avevamomacchinette del genere,non potevamo chefidarci di una stella eno, non abbiamo maiavuto paura disbagliarci: vede, levostre macchinetteparlano solo alleorecchie, mentre lastella parlava al nostrocuore! E ci avevaindicato non solo ilcammino, ma anche losplendore e la bellezzache avremmo veduto alnostro arrivo. A voi velo dicono, i vostritrabiccoli, se alla finedel tragitto la vostramèta vi piacerà o se saràuna delusione? E poi,come potevamosbagliarci, se il nostrocuore traboccava diimpazienza e di gioiaad ogni passo?»

E del re Erode che midite? Gli avete tiratouna bella fregatura.....«Ecco, lui è un tipo cheai vostri tempi cistarebbe proprio comeun pesce nell’acqua:uno che, come direstevoi, ci tieneall’immagine. Vestito ditutto punto, con lacorona d’oro e un bel

manto di porpora,sembrava una figurinadel presepe, con il suoincedere tuttoimpettito. A vederlo, civeniva quasi da rideretanto sembrava finto:lui sì che con le vostremacchinette navigatricici andrebbe d’accordo,tanto è vero che ci avevapresi per macchinetteanche noi: “Andateavanti e poi tornate adavvisarmi!”. Ora, a parteil fatto che, se proprioavevi voglia diincontrare il Messia,prendevi la giacchetta evenivi con noi, ma suquesto ci potevamoanche passare sopra;però poi abbiamo fattoun sogno, che ci hadetto di non tornare dalui: e noi, dopo essercifidati di una stella,abbiamo deciso diessere così pazzi dafidarci anche di unsogno. E comunque,diciamolo, anche seabbiamo dovuto fare un"giro pèsca" incredibileper tornare a casa, nonci è parso vero di nondoverlo rivedere, perchéera proprio un tipoantipatico».

Ora raccontateci delvostro arrivo, quandoavete incontrato ilBambino....«Allora, quando siamoarrivati in effetti c’eraun bel po’ diconfusione: pastori tuttiintorno, greggi chebelavano a più nonposso, venditori di ognigenere che urlavano asquarciagola, artigiani,guide turistiche, altroche notte silenziosa,come dite voi nellevostre canzoncine diNatale.... ma d’altraparte si sa che quandoci sono questi eventi c’èsempre chi cerca disbarcarci su il lunario.Comunque, per vederequalcosa ci siamodovuti fare strada fra lafolla, approfittando cheeravamo sui cammelli,pestando ogni tantoanche gli stinchi diqualcuno. Poi, quandosiamo arrivati in primafila, proprio a un passodal Bambinello,abbiamo attaccatobottone con un pastore:“Buonasera, anche leiqui dietro alla stella,eh? Viene da parecchiolontano?” Lui per tuttarisposta ci ha guardati

con una faccia da puntointerrogativo: “Stella?Quale stella? No no, danoi sono venuti degliAngeli ad avvisarci”.Ora, lì per lì, se devoessere sincero, la cosa ciha lasciati di stucco eanche un po’ irritati:come, a noi che siamopersone di un certorango ci mandano unastella (che non vi dicola fatica a osservarlafisso di notte per starledietro, anche noi nonabbiamo mica più lavista dei vent’anni) eper degli umili pastorivengono scomodatinientemeno che deimessaggeri celesti?Dopo però ci abbiamoriflettuto su e abbiamocompreso che il Signoreparla a ciascunoadattando le Sue paroleal linguaggio di chi loascolta: e che peravvisare noi, abituati ascrutare ogni notte lestelle, che cosa c’era dimeglio che servirsiproprio di una stella? Epoi essere stati avvisatida una stella è stato ungrande privilegio,perché noi ci siamofidati di lei, ma anche ilSignore si è fidato dinoi, sapeva già che nonavremmo avuto dubbi ela avremmo seguita.....»

E i vostri doni sonopiaciuti al Bambinello?Ammetterete che per chista avvolto in fasce, inun’umile capanna, alfreddo e al gelo, oroincenso e mirra non èsiano i regali piùindicati...«Eh già, magari laprossima volta gliportiamo unbell’orsacchiotto e unpigiamino di PeppaPig....Inutile sprecare ilfiato per spiegare avoialtri moderni ilsignificato simbolicodel dono, voi che perNatale riciclate ilricettario “Mille e unodolci” allo ziodiabetico, mentre ilcugino vescovo si vedearrivare il mezzobustoin alabastro rosso diLenin che avevate vintovent’anni prima allatombola del circolino,“che era meglio se era diPadre Pio, ma tantooggi le ideologie non cisono più, vedrai che gligarba uguale”...... Si faprima a chiudere laquestione

rispondendovi, con lefrasi fatte che tanto vipiacciono, che perquanto ci riguarda quelche conta è il pensiero eche quando sarà grandeapprezzerà».

Signor Baldassarre,grazie alla vostraimpresa siete diventatifamosi in tutto ilmondo: che consiglio visentite di dare a chivolesse seguire la vostrastessa strada?«Ma come si fa a dareconsigli a voi di questecose, son cambiati itempi, oggi fate ilcontrario, uno primadiventa famoso e poi vain televisione a fareviaggi in paesi lontaniseguito dalletelecamere, fingendodifficoltà che noi inveceavevamo davvero, vorreivedere se quei damerinise li farebbero tutti queichilometri incammello.....Comunque, per quanto ciriguarda, noi nonabbiamo fatto altro chefidarci di una stella.Fidarsi delle stellesignifica guardare inalto, alzare gli occhi daterra, e soprattutto, fratante stelle ingannevoli,sapere scegliere quellache ti guiderà per ilgiusto cammino. È unascelta che può essereinsidiosa, il cielo oggicome allora è semprepieno di luci fallaci,pronte a condurti in unprecipizio senza cheneanche te neaccorgi....... Come si fa anon sbagliare? Larisposta secondo noi èsemplice: basta capireche non siamo noi ascegliere la stella, ma èlei a scegliere noi. Tuttoil resto del cielo ci passasopra indifferente, mala stella giusta no,sembra indugiaredavanti a noi, ci sorride,ci chiama in modoirresistibile. Il nostroconsiglio quindi è:quando vi sentitechiamati in questomodo, fidatevi anchevoi e seguitela! Magarinon diventerete famosi,ma guadagnerete uncammino sicuro per ivostri passi e, alla finedella strada, trovereteanche voi un tesoro dibellezza incomparabileche farà traboccare digioia il vostro cuore».

Giampaolo Donati

■ LE INTERVISTE IMPOSSIBILI: la storia dei tre Re Magi

Ebbene si, ci siamo riusciti! Abbiamoincontrato Baldassarre, uno dei ReMagi presenti alla nascita di Gesù e ci siamo fatti raccontare com’è andata davvero...

ella Sala degli Specchi del PalazzoComunale si è tenuta la consueta

conferenza stampa di fine anno delsindaco Alessandro Cosimi. Unaconferenza stampa definita dallostesso sindaco “non emotivamentebanale” in quanto è stato l’interventoconclusivo del suo mandato politicodurato dieci anni e non piùrinnovabile.Il sindaco -aprendo l’incontro- haesposto il senso dell’andamento diuna città che, in tempo di crisi, hareagito meglio di altre. Ci viene fattouna critica -ha detto- sulle politicheabitative, ma non c’è città che abbiaproposto tante soluzioni come ilnostro Comune. Ha fatto così unlungo elenco degli alloggi e degliappartamenti che sono stati rifatti orecuperati: dalla ex caserma LaMarmora al quartiere giardini, daglialloggi Erp a quelli di Shangay e allaCasalp. Sono state inoltre mantenutele politiche a favore della morositàincolpevole per la quale sono staterecuperati 68 appartamenti di risultae 5 locali in convenzione con laCaritas. Sono stati mantenuti icontributi per gli affitti e gli sgravidalla Tares per le famiglie in difficoltà.Cosimi ha ricordato che le “casepopolari sono uno strumento e nonun fine”, è un transito per arrivare acondizioni migliori e permettere adaltri di subentrare.Il sindaco ha poi sottolineato che gliultimi anni sono stati “cinque anni digrandissime soddisfazioni”, infatti “inostri asili sono punti di riferimentoper tutti”, il servizio mensa per ibambini è aumentato anche se dipoco e “alle famiglie non è statorichiesto nessun pagamento in più inconseguenza degli aumenti previstidall’Istat”. Sono stati stanziati 8milioni e trecentomila euro sullemense scolastiche che “ci hannopermesso di non mandare nessunbimbo a casa perché non potevapagare!”.Cosimi ha parlato ancora del Nuovoospedale, per il quale “non si puòritornare su decisioni già prese”,grazie al Nuovo ospedale significapoter utilizzare “open space” realisticibasati su servizi integrati che vengonoa diminuirne i costi e lo stessopersonale può essere utilizzato suvarie attività. E’ vero che ci sarannomeno posti letto che devono peròessere risolti nello sviluppo delsistema sanitario territoriale, inoltreha specificato che “non c’è nessuntentativo di privatizzare la sanità”. Trale cose di cui essere soddisfatti c’è laprossima inaugurazione del depositodei mezzi della CTT nellaconsapevolezza che “senza servizi diqualità la città non cresce”, neltrasporto locale non c’è piùl’intervento dello Stato e il Comunestanzia alla CTT una cifra consistenteproprio nell’ipotesi di una prospettivadi crescita.Nella manovra urbanistica il PRG delPorto è valso al raggiungimento diuna maggiore maturità della città.Riguardo alla Cultura “abbiamomantenuto in piedi il Mascagni, nonabbiamo tolto un euro nemmeno dalì anche se la presenza degli studentilivornesi è residuale, ce ne sentiamoorgogliosi”, ma appoggiamo anche ilpercorso di statalizzazione di questiparticolari Istituti. Si può dire che chei nostri sistemi culturali non hannosubito nessuna perdita e con la sedeUniversitaria per la Logistica abbiamofatto un lavoro che ben pochipossono vantare. In questi anni -haconcluso Cosimi- abbiamocontribuito a costruire una città che èin grado di affrontare ilcambiamento, che ha fatto il suo, chesi è rimboccata le maniche e oggicompete con il mondo, perciò èimportante avere rapporti con gli altriStati perché “se questa città ha piùinternazionalità è meglio per tutti”.Non bisogna aver paura e continuarea produrre qualità, in questo senso lanostra Università è importante perché“aggiunge sapere ai prodotti chefacciamo” ad esempio con laRobotica.

Gianni Giovangiacomo

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La conferenza di finemandato di Cosimi

IL BILANCIODI DIECI ANNIDA SINDACO

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI5 gennaio 2014VIII