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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

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La Rivoluzione francese: caratteri fondamentali

• Avvenne in Francia alla fine del ‘700

• Cambiò radicalmente il modo di concepire il rapporto tra potere politico e popolo

(i sudditi diventano cittadini)

• Viene considerata da molti storici l’inizio dell’età Contemporanea

• Determinò la caduta del vecchio sistema di potere e delle vecchie classi

dominanti (nobiltà e clero) già duramente criticate dall’Illuminismo

• Determinò la vittoria della borghesia che, già dominante dal punto di vista

economico, divenne anche, grazie alla Rivoluzione, la classe sociale dominante

dal punto di vista politico (al posto di clero e nobiltà)

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La società francese dell’Ancien régime

DDD

PRIMO STATO (Clero)

SECONDO STATO (Nobiltà)

TERZO STATO (Ricca borghesia, artigiani, commercianti,

contadini, mendicanti)

Insieme costituivano il

2% della popolazione

francese

costituiva il

98% della popolazione francese

• Possedevano la metà delle proprietà terriere • Non pagavano tasse • Riscuotevano tributi in denaro e in natura dai

contadini che lavoravano le loro terre • Ricoprivano le più alte cariche dello stato • Ricoprivano i più alti gradi dell’esercito

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La condizione della Francia alla fine del ‘700 e la crescita di importanza della borghesia

Alla fine del ‘700

la Francia

Era un grande paese (26 milioni di abitanti)

Possedeva un esercito forte e preparato

Aveva raggiunto un alto livello culturale* ILLUMINISMO

Aveva un’economia in forte sviluppo*

MA

• Non aveva avviato le riforme sociali e politiche che erano invece state avviate in altri paesi (restava una monarchia assoluta)

• Non possedeva un sistema di leggi unificato • Non possedeva un sistema fiscale equilibrato: le tasse gravavano

tutte sul Terzo Stato*

* La borghesia, classe sociale all’avanguardia nel campo della cultura e dell’economia, era sempre meno disposta a farsi carico del pagamento delle tasse mentre i primi due stati vivevano nel privilegio, pesavano economicamente sullo Stato ed erano le uniche due classi che potevano partecipare, assieme al re, alla gestione del potere.

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La crisi economica degli anni 80 del ‘700

NUMEROSE GUERRE COMBATTUTE DALLA FRANCIA

COSTI ESORBITANTI PER IL MANTENIMENTO DELLA VITA LUSSUOSA DEL RE E DEI NOBILI PRESSO LA REGGIA DI

VERSAILLES

AUMENTO DELLE SPESE MILITARI

CALO DELLA PRODUZIONE AGRICOLA

LO STATO è COSTRETTO A: • Aumentare le tasse • Chiedere soldi in prestito (indebitamento dello

Stato a causa degli interessi)

GRAVE CRISI ECONOMICA

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Il re Luigi XVI cerca di far fronte alla crisi finanziaria dello Stato francese tentando di attuare una riforma fiscale

Luigi XVI Re di Francia

Jacques Necker Ministro delle Finanze

Il re Luigi XVI, per affrontare la crisi finanziaria e su

suggerimento dei suoi ministri (tra cui quello delle finanze

Jacques Necker),

Pensò di:

• Ridurre le spese di corte

• Costringere clero e nobiltà a pagare le tasse

Ma clero e nobiltà

si opposero al

pagamento delle

tasse

La convocazione degli

STATI GENERALI* E chiesero

*STATI GENERALI Era l’assemblea dei rappresentanti dei tre stati. Secondo la tradizione istituzionale francese era l’unico organismo dello stato che poteva dare il proprio consenso alla decisione del re di introdurre nuove tasse o di prendere altre importanti decisioni. Di fatto però, da quasi due secoli, i monarchi assoluti francesi non convocavano più tale assemblea

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Il re è costretto a convocare gli Stati Generali

La richiesta di convocazione degli Stati Generali rappresentò un atto di ribellione da parte del primo e del secondo stato (i ceti privilegiati) contro il re e in difesa dei propri privilegi.

5 maggio 1789

Nella reggia di

Versailles

Il re convoca gli

STATI GENERALI

1200 deputati (eletti) di cui:

• 291 rappresentanti dei nobili

• 270 rappresentanti del clero

• 578 rappresentanti del Terzo Stato

Ma nascono subito dei contrasti fra i rappresentanti dei tre stati sul SISTEMA DI VOTAZIONE: • NOBILI e CLERO vogliono che le decisioni vengano prese votando per stato (1 voto per i nobili, 1 voto per

il clero e 1 voto per il Terzo Stato). Era questo il sistema tradizionale di voto che aveva garantito per secoli il predominio dei ceti privilegiati sul resto della popolazione.

• Il TERZO STATO vuole votare per «testa» (un voto per rappresentante: 578 per il Terzo Stato, 291 per i nobili, 270 per il clero). In questo modo sarebbe stato possibile per il Terzo Stato far valere la propria forza grazie al maggiore numero di deputati a disposizione.

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9 1789: Stati Generali

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10 1789: Stati Generali

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Indebolire il potere del re e difendere e aumentare i propri privilegi

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Il contrasto tra primo e secondo stato da una parte e terzo stato dall’altra, riguarda non solo il sistema di voto ma anche gli interessi generali di questi ceti sociali:

Limitare il potere del re e dare vita a una MONARCHIA COSTITUZIONALE*

VOGLIONO

E in particolare i borghesi illuministi

VOGLIONO

*La Monarchia costituzionale (caratteristiche) Si ha una monarchia costituzionale in quei paesi in cui il re ha concesso ai cittadini una COSTITUZIONE. La costituzione è una legge generale e fondamentale dello Stato che stabilisce: •Alcuni limiti al potere del re •Alcune libertà individuali dei cittadini (di religione, di stampa, di opinione, di iniziativa economica) •La formazione di un Parlamento avente il potere di decidere sulle questioni finanziarie (in particolare sulle tasse) e di elaborare e votare le leggi •Il diritto del re di governare, di gestire la politica estera e la guerra e di porre il proprio veto alla leggi votate dal Parlamento

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I contrasti tra i deputati dei tre ordini portano allo scioglimento degli Stati Generali e alla nascita dell’Assemblea Nazionale

Di fronte al contrasto fra i deputati sul sistema di voto, il re, non volendo prendere le parti di nessuno, decise di sciogliere gli Stati Generali e di far chiudere la sala in cui si erano riuniti.

2 I rappresentanti del Terzo Stato, assieme ad una parte dei nobili e del clero che si era schierata dalla loro parte, si radunarono in un’altra sala detta della pallacorda (un gioco antenato del tennis in cui una corda divideva in due il campo)

Qui diedero vita all’Assemblea Nazionale Costituente: un nuovo tipo di assemblea che non rappresentava separatamente i tre ordini ma che voleva essere il luogo di rappresentanza di tutto il popolo francese unito e che, soprattutto, avrebbe dovuto dare vita in modo autonomo alla elaborazione di una COSTITUZIONE.

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20 giugno 1789: «Giuramento della Pallacorda» I rappresentanti del Terzo Stato, assieme a una parte dei nobili e del clero, giurarono che non sarebbero usciti dalla sala in cui si erano riuniti in Assemblea Nazionale fino a che non avessero terminato i lavori per la stesura di una Costituzione.

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Il popolo assalta la Bastiglia

Il re, temendo di perdere parte del proprio potere, cercò di opporsi alla stesura della Costituzione e radunò l’esercito con l’intenzione di sciogliere con la forza l’Assemblea Nazionale.

5 Il popolo di Parigi (piccoli commercianti, artigiani, salariati, collettivamente chiamati Sanculotti) esasperato dalla miseria causata dall’Ancien Régime, reagì all’iniziativa del re saccheggiando forni e armerie e prendendo d’assalto la Bastiglia (una fortezza-prigione dove si conservavano armi e munizioni e che era considerata il simbolo dell’oppressione). Era il 14 luglio 1789.

Il governo della città fu affidato dai rivoltosi a un Consiglio rivoluzionario che prese il nome di Municipalità.

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7 Seguendo l’esempio di Parigi la rivolta si estese a tutta la Francia: • I contadini iniziarono ad assaltare e a dare alle fiamme le dimore dei

nobili • In altre città si organizzarono delle municipalità come quella di Parigi • La borghesia organizzò un esercito di volontari armati chiamato

Guardia Nazionale. Compito della Guardia Nazionale era quello di difendere la rivoluzione e le nuove municipalità da un’eventuale reazione armata dei nobili.

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La coccarda tricolore: simbolo dei rivoluzionari parigini

Il ROSSO e il BLU simboli della municipalità parigina

Il BIANCO simbolo della Monarchia

Inizialmente i rivoluzionari sono per la maggior parte favorevoli a una monarchia costituzionale.

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L’Assemblea Nazionale approva la «Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino» con cui cerca di mettere in pratica i principi dell’Illuminismo

4 agosto 1789: L’Assemblea Nazionale Costituente votò in favore dell’abolizione dei titoli nobiliari e dei privilegi feudali.

26 agosto 1789: L’Assemblea Nazionale Costituente approvò la «Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino», un documento nel quale venivano elencati i principi base del nuovo Stato nato dalla Rivoluzione. Tali principi erano gli stessi da tempo sostenuti dagli intellettuali illuministi.

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La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino definiva i principi fondamentali di uguaglianza, libertà e fraternità. In particolare stabiliva: • Diritti e libertà della persona • L’abolizione delle distinzioni basate sulla nascita • La libertà di manifestazione del pensiero • La sovranità popolare (= il potere non appartiene più al sovrano ma al popolo

che lo esercita attraverso i propri rappresentanti appositamente eletti)

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Cfr. p. 189

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Il re Luigi XVI prova prima a fermare la Rivoluzione con l’esercito, poi tenta di fuggire in Austria

Inizialmente il re Luigi XVI, contrario a trasformare la monarchia francese da assoluta a costituzionale (e quindi alla perdita del suo potere assoluto), iniziò a radunare l’esercito presso la reggia di Versailles con l’intento di sciogliere con la forza l’Assemblea Nazionale (come già aveva tentato di fare poco dopo il «Giuramento della pallacorda»; vedi punto )

Questa volta, per contrastare il tentativo del re di ricorrere alla forza delle armi, i rivoluzionari mobilitarono la Guardia Nazionale che invase la reggia di Versailles e costrinse il re a trasferirsi con tutta la sua famiglia a Parigi sotto il controllo della municipalità e del popolo.

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Nel giugno del 1791 Luigi XVI tentò la fuga verso l’Austria (paese di provenienza della regina Maria Antonietta e nel quale si erano già rifugiati numerosi nobili francesi). Presso la cittadina di Varennes però, il sovrano fu riconosciuto e bloccato e fu costretto a tornare a Parigi.

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Il

Il comportamento del re e la crescita d’importanza dei Giacobini che volevano abolire la Monarchia e istituire la Repubblica. Fino al giugno del 1791, e cioè fino al tentativo di fuga del re, molti rivoluzionari, pur essendo ostili alla Monarchia assoluta, erano stati disponibili a riconoscere l’autorità del sovrano nell’ambito di una Monarchia costituzionale. Dopo il tentativo di fuga verso l’Austria però, molti rivoluzionari divennero ostili alla Monarchia in generale, sia a quella assoluta che a quella costituzionale. Fu allora che in tanti si avvicinarono al gruppo politico dei Giacobini i quali, da sempre, desideravano abolire la Monarchia e trasformare lo Stato francese in una Repubblica. Tra i più importanti membri del gruppo dei Giacobini c’era un giovane avvocato di nome Maximilien Robespierre.

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QUADRO RIASSUNTIVO DEGLI OBIETTIVI DELLE PRINCIPALI FORZE POLITICHE AL TEMPO DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE:

SOGGETTI POLITICI OBIETTIVI

RE • Risanare le finanze dello Stato imponendo il pagamento delle tasse anche a clero e nobiltà

• Mantenere in Francia la Monarchia Assoluta

CLERO E NOBILTÀ • Continuare ad essere esentati dal pagamento delle tasse • Continuare a riscuotere i tributi derivanti dai propri privilegi feudali • Indebolire il potere del re

BORGHESIA (TERZO STATO) • Trasformare la Francia in una Monarchia costituzionale (dotata di una Costituzione che garantisse i diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino, assegnasse la sovranità al popolo e dotasse lo Stato di un Parlamento con funzioni decisionali da affiancare al re)

• Eliminare la condizione di privilegio di clero e nobiltà e prendere parte attiva nelle decisioni dello Stato

CETI POPOLARI (TERZO STATO) • Uscire dalla miseria e non pagare più i tributi feudali in favore di clero e nobiltà

GIACOBINI • Trasformare la Francia in una Repubblica dotata di Costituzione e priva di un re

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La Francia diventa una Monarchia costituzionale

Nonostante i precedenti tentativi del re di bloccarne i lavori (vedi punti 50 e 11 ), l’Assemblea Nazionale continuò a operare per redigere la Costituzione. Così, nel settembre del 1791, fu completata la stesura della COSTITUZIONE che stabiliva il passaggio della Francia da Monarchia assoluta a Monarchia costituzionale. In questo modo fu stabilita la separazione dei poteri dello Stato, cosi come, da tempo, auspicavano molti intellettuali illuministi: • POTERE LEGISLATIVO affidato a un Parlamento eletto ogni 2 anni e chiamato Assemblea Legislativa • POTERE ESECUTIVO affidato al re e ai ministri • POTERE GIUDIZIARIO affidato ai magistrati eletti direttamente dal popolo

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L’Assemblea Nazionale emana una nuova legge fiscale, trasforma i preti in funzionari dello Stato e, infine, si scioglie

Per risanare le finanze dello Stato l’Assemblea Nazionale organizzò un nuovo sistema di tassazione. Le nuove tasse riguardavano la proprietà delle terre e degli edifici e i guadagni provenienti da commercio e industria. Ma queste nuove tasse non bastarono a risanare il bilancio e l’Assemblea Nazionale decise così che lo Stato si sarebbe dovuto impossessare di buona parte dei beni di proprietà della Chiesa francese. Quest’ultima inoltre venne inglobata all’interno del nuovo sistema statale francese. In particolare vennero presi i seguenti provvedimenti: • Soppressione degli Ordini religiosi che non si occupavano di attività socialmente

utili (come l’assistenza agli ammalati) • Confisca di tutti i beni di proprietà degli Ordini soppressi • Obbligo per vescovi e parroci di giurare fedeltà alo Stato Una volta giurata fedeltà allo Stato, i preti venivano definiti preti giurati e iniziavano a percepire dallo Stato stesso uno stipendio. Alcuni preti però, rifiutandosi di prestare giuramento, vennero definiti preti refrattari e furono cacciati dalle loro parrocchie e dichiarati nemici della Rivoluzione. Dopo aver preso questi provvedimenti, l’Assemblea Nazionale, si sciolse il 30 settembre 1791.

15 Il

In sintesi: i principali provvedimenti presi dall’Assemblea Nazionale: • 4 agosto 1789: abolizione dei

titoli nobiliari e dei privilegi feudali ( )

• 26 agosto 1789: Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino ( )

• Settembre 1791: Costituzione per la trasformazione della Francia in Monarchia costituzionale ( )

• Settembre 1791: Legge fiscale (nuovo sistema di tassazione) e provvedimenti riguardanti la Chiesa francese ( )

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Le elezioni per l’Assemblea Legislativa e il dominio dell’alta borghesia

Sciolta l’Assemblea Costituente vengono organizzate le elezioni per l’Assemblea Legislativa (o Parlamento). Il sistema elettorale prescelto però, in contraddizione con i principi di libertà, uguaglianza e fratellanza espressi dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, è pensato per garantire il dominio politico dell’alta borghesia dei banchieri, imprenditori e industriali sul resto della società. In particolare possono votare ed essere votati solo i cittadini che possiedono tutte le seguenti caratteristiche e che vengono detti cittadini attivi: • Sesso maschile • Età superiore ai 25 anni • Proprietà di terre, beni immobili e un certo reddito (cittadini benestanti – suffragio censitario, cioè in base al

«censo» = ricchezza) Vengono invece esclusi sia dal voto sia dalla possibilità di essere votati gli appartenenti alla grande massa del popolo, i cosiddetti cittadini passivi. L’alta borghesia dunque, dopo aver preso il potere grazie anche all’appoggio del popolo, non voleva condividerlo per paura di veder minacciati i propri interessi economici. Una volta eletti, i nuovi deputati, si divisero all’interno del Parlamento in varie correnti politiche a seconda delle loro diverse idee. Queste idee venivano abitualmente espresse all’interno di circoli di discussione politica chiamati clubs.

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Le diverse correnti politiche all’interno dell’Assemblea Legislativa

SINISTRA DESTRA

GIACOBINI Repubblicani

Montagnardi

Progressisti* favorevoli a riforme più profonde

Girondini

Progressisti* moderati favorevoli agli interessi della borghesia

CORDIGLIERI Radicali*

Favorevoli a riforme più estreme come l’abolizione della proprietà privata. Erano guidati da Danton e Marat

«La Palude»

Deputati indipendenti che votavano a volte con la Destra e a volte con la Sinistra

FOGLIANTI Monarchici conservatori*

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La guerra contro l’Austria e la Prussia

Dopo il successo della Rivoluzione che aveva trasformato la Francia in una Monarchia costituzionale, i monarchi assoluti di Austria e Prussia temevano che i rispettivi popoli si ribellassero seguendo l’esempio dei rivoluzionari francesi. Per paura di un attacco da parte di queste potenze straniere e per difendere i successi della Rivoluzione, la Francia dichiarò guerra all’Austria (20 aprile 1792) e arruolò a tale scopo un esercito di volontari. Al fianco dell’Austria e contro la Francia si schierarono la Prussia e il Regno di Sardegna. I primi scontri furono favorevoli ai nemici della Francia. L’esercito di volontari, arruolato velocemente, era infatti poco addestrato, male equipaggiato e guidato ancora da ufficiali di origine nobiliare legati alla vecchia monarchia.

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Francia

Austria

Prussia

Regno di Sardegna

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La caduta della Monarchia: la Francia diventa una Repubblica

Dopo i primi insuccessi militari i Giacobini diffusero l’idea che questi fossero causati da un complotto fra aristocratici e clero per far tornare il potere assoluto del re. Il 10 agosto 1792 la folla parigina, aizzata dai Giacobini, assalì il palazzo reale de Le Tuileries. Il re fu arrestato assieme alla sua famiglia e fu sospeso da tutte le sue funzioni. Gli eventi successivi furono: • Svolgimento di nuove elezioni a suffragio universale maschile (e non più a suffragio censitario come nel caso

dell’Assemblea legislativa) per la costituzione di una nuova assemblea legislativa detta Convenzione Nazionale • 21 settembre 1792: proclamazione della Prima Repubblica Francese e abolizione della Monarchia • Primi successi militari francesi: Austria e Prussia vengono respinti e la Francia occupa Belgio e Olanda

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Assalto alla Tuileries La battaglia di Valmy, la prima vittoria della Francia rivoluzionaria, il 20 settembre 1792

Seduta della Convenzione Nazionale

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La divisione politica all’interno della Convenzione Nazionale

La composizione politica all’interno della Convenzione Nazionale è diversa rispetto a quella dell’Assemblea Legislativa. In particolare: • Spariscono i conservatori-monarchici (i Foglianti) • I Girondini si staccano dal resto dei Giacobini e formano una corrente indipendente (si siedono a destra al posto dei

Foglianti e si oppongono alle proposte di riforma più radicali) • Giacobini e Cordiglieri si uniscono in un’unica coalizione che prende il nome di Montagnardi • Gran pare dei deputati preferisce non schierarsi e prende posto nella «palude»

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Montagnardi (Giacobini + Cordiglieri)

100 deputati

SINISTRA DESTRA

«La Palude» (incerti)

450 deputati

Girondini 200 deputati

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QUADRO RIASSUNTIVO DELLE ASSEMBLEE POLITICHE FRANCESI TRA IL 1789 E IL 1795:

ASSEMBLEA DURATA FUNZIONI TIPO DI STATO VIGENTE IN FRANCIA

STATI GENERALI Fino al giugno 1789

• Rappresentanza dei tre ordini in cui era suddiviso il popolo francese

• Venivano convocati in caso di gravi pericoli per lo Stato e potevano in parte limitare i poteri assoluti del re

MONARCHIA ASSOLUTA

ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE

Giugno 1789 – 30 settembre 1791

• Redazione della COSTITUZIONE per la trasformazione della Francia in Monarchia costituzionale

• Altri provvedimenti d’urgenza (abolizione dei titoli nobiliari e dei privilegi feudali; Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino; nuova legge fiscale; provvedimenti riguardanti la Chiesa)

Passaggio da MONARCHIA ASSOLUTA a MONARCHIA COSTITUZIONALE

ASSEMBLEA LEGISLATIVA 1 ottobre 1791 – 21 settembre 1792

• Funzione legislativa (proporre, discutere e approvare le leggi)

• Rappresentanza dei cittadini (in particolare la media e alta borghesia – suffragio censitario)

MONARCHIA COSTITUZIONALE

CONVENZIONE NAZIONALE

20 settembre 1792 – 26 ottobre 1795

• Funzione legislativa • Rappresentanza dei cittadini (suffragio

universale)

REPUBBLICA

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La condanna a morte del re, la Prima Coalizione e la ribellione della Vandea

Il 21 gennaio del 1793 il re, accusato di alto tradimento e condannato a morte su pressione dei Montagnardi, fu giustiziato per mezzo della ghigliottina. Stessa sorte toccò alla regina Maria Antonietta nell’ottobre dello stesso anno. L’esecuzione di un sovrano per volontà dei rappresentanti del suo popolo destò scalpore e suscitò le reazioni di tutti i sovrani d’Europa. Si formò allora una nuova coalizione antifrancese (passata alla storia come Prima Coalizione) che comprendeva Austria, Prussia, Inghilterra, Spagna, Olanda, Regno di Sardegna e altri Stati italiani. A questo pericolo proveniente dall’esterno, si aggiunse poi una rivolta contadina antirivoluzionaria nella regione costiera atlantica francese della Vandea. I motivi per i quali gli abitanti di questa regione si schierarono contro la Rivoluzione furono vari: • Peggioramento delle condizioni di vita durante gli anni della

Rivoluzione • Vasta appropriazione di terre comuni dei villaggi da parte dei borghesi • Imposizione di una leva di 300.000 soldati per far fronte ai nemici

esterni (i contadini, arruolati, sono costretti a lasciare le loro terre) • Forte attaccamento degli abitanti della Vandea alla monarchia e alla

Chiesa cattolica

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La dittatura dei Giacobini

Nel 1793, per fa fronte ai pericoli interni ed esterni, il nuovo regime repubblicano, dominato dai Giacobini, venne dotato di altri due organi che affiancarono la Convenzione Nazionale: • Tribunale Rivoluzionario per il controllo e l’arresto di persone sospettate di tramare contro la Repubblica • Comitato di Salute Pubblica che svolgeva funzioni di controllo di tipo dittatoriale sullo Stato e che era dominato da

Robespierre, Danton e Marat Tra le decisioni prese dal Comitato di Salute Pubblica si possono ricordare: • Arruolamento in massa dei cittadini nell’esercito (leva obbligatoria) • Sostituzione degli ufficiali di origine aristocratica con altri promossi per il valore mostrato sui campi di battaglia • Imposizione di nuove tasse ai ceti sociali più ricchi • Introduzione di un calmiere dei prezzi (viene cioè stabilito un prezzo massimo a cui possono essere vendute le merci;

ciò favorisce i ceti più umili che possono trovare i beni da comprare a un prezzo non eccessivamente elevato ma danneggia chi commercia perché il prezzo imposto, non tenendo conto dell’aumento dei costi alla fonte, finisce per ridurre i guadagni provenienti dalla vendita).

• Introduzione della Legge sui sospetti: qualsiasi cittadino poteva denunciare presunti nemici della Rivoluzione che venivano arrestati, sottoposti a processi sommari e, spesso, condannati e ghigliottinati

• Emanazione (24 giugno 1793) di una nuova Costituzione (Costituzione dell’anno I) molto più democratica rispetto a quella del 1791 (conteneva ad esempio: suffragio universale maschile senza distinzioni di censo, istruzione di base obbligatoria e gratuita, diritto di insurrezione contro governi tirannici). In realtà questa nuova Costituzione non fu mai applicata ma rimase un modello per i sostenitori di un regime repubblicano democratico

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Il Comitato di Salute Pubblica

Maximilien de Robespierre

Georges Jacques Danton

Jean-Paul Marat

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Il periodo del Terrore

Il periodo in cui rimase in funzione il Comitato di Salute Pubblica (settembre 1793 – luglio 1794) prese il nome di «periodo del Terrore» per via delle numerose denunce, processi e conseguenti condanne a morte di presunti o reali nemici della Rivoluzione. Questo periodo fu dominato da Maximilien Robespierre e vide l’arresto di circa 500.000 persone, la condanna alla ghigliottina di circa 17.000 e il massacro tramite la guerra di repressione (ad esempio in Vandea) di circa 50.000. Anche Danton finì con l’essere denunciato e condannato a morte mentre Marat finì assassinato per mano di una donna aristocratica simpatizzante dei Girondini. Molti uomini di cultura e scienziati finirono ghigliottinati in questo periodo. Alla fine anche Robespierre finì ghigliottinato per via della forte ostilità che aveva attirato contro di sé: • Il popolo era ostile a Robespierre per via del suo tentativo di

abolire il culto cattolico sostituendolo con una concezione deista* della religione

• La borghesia era ostile a Robespierre per via del calmiere dei prezzi

Il 27 luglio 1794 il Comitato di Salute Pubblica fu sciolto e con esso finì il periodo del Terrore.

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*Il deismo è una concezione filosofica della religione basata

sulla ragione e sui principi dell’Illuminismo. Secondo i deisti

l’esistenza di un ente supremo ordinatore dell’universo era

suggerita all’uomo dalla sua stessa ragione per spiegare

l'ordine, l'armonia e la regolarità dell’Universo. I deisti però

negavano che fosse mai avvenuta nella storia dell’uomo una

“rivelazione” autentica dell’essere supremo (negavano cioè,

ad esempio, che Gesù potesse essere ritenuto figlio di Dio o

che Maometto avesse veramente incontrato un angelo

messaggero di Allah). La negazione della rivelazione aveva

come conseguenza il rifiuto di qualsiasi dogma, di qualsiasi

autorità religiosa e di qualsiasi testo sacro. L'uso corretto

della ragione doveva consentire all'uomo di elaborare una

religione naturale e razionale completa e autosufficiente,

capace di spiegare il mondo e l'uomo.

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La fine della Rivoluzione

Con la soppressione del Comitato di Salute Pubblica il controllo dello Stato tornò nelle mani della media e alta borghesia che, per difendere la sua posizione di dominio campo economico, politico e sociale, attuò delle riforme finalizzate a ridurre gli aspetti più democratici ed egualitari della nuova Repubblica francese. In particolare: • Fu abolito il calmiere dei prezzi e reintrodotta la libertà di commercio • Fu emanata (1795) una nuova Costituzione (Costituzione dell’anno III) ispirata a ideali più «moderati» e meno

democratici • Fu affidato il compito di governare (potere esecutivo) a un Direttorio composto da 5 membri • Fu affidato il compito di proporre, votare e approvare le leggi (potere legislativo) a 2 camere elettive (Consiglio dei

500 e Consiglio degli Anziani) • Fu aggiunta alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (quella del 1789) una carta dei doveri • Fu abolito il suffragio universale maschile e istituito il suffragio maschile su base censitaria (il diritto di voto era

cioè riservato ai soli borghesi possidenti) • Furono soppressi clubs e giornali giacobini e furono arrestati e perseguitati i seguaci di Robespierre • Fu firmata la pace con Prussia, Olanda, Spagna, Granducato di Toscana (ma non con Austria e Inghilterra) Alla fine della Rivoluzione quindi, la ricca borghesia risultava vittoriosa avendo preso il posto al potere di nobiltà e clero e avendo creato un sistema politico (Repubblicano su base censitaria e non Repubblicano democratico) che ne garantiva il predominio politico oltre a quello economico che già possedeva. I ceti popolari, che pure avevano contribuito in modo determinante alla vittoria della Rivoluzione, furono esclusi dalla partecipazione alla vita politica.

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QUADRO RIASSUNTIVO DELLE ASSEMBLEE POLITICHE E DEGLI ALTRI ORGANI POLITICI IN FRANCIA TRA IL 1792 E IL 1795:

ASSEMBLEE CON FUNZIONI LEGISLATIVE

ALTRI ORGANI E LORO FUNZIONI

CONVENZIONE NAZIONALE (dal 20 settembre 1792 al 26 ottobre del 1795)

• TRIBUNALE RIVOLUZIONARIO (1793) potere giudiziario (in particolare giudicava i reati di natura politica)

• COMITATO DI SALUTE PUBBLICA (1793): potere esecutivo (cioè di governo; aveva carattere e autorità di tipo dittatoriale)

• CONSIGLIO DEI 500 • CONSIGLIO DEGLI ANZIANI ( dal 26 ottobre del 1795)

• DIRETTORIO (1795): potere esecutivo (5 membri)

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La congiura degli Eguali

Nel 1796 François Babeuf, detto Graccus (in memoria dei fratelli Gracchi che nella Roma repubblicana avevano proposto una più equa distribuzione delle terre) guidò una frangia più radicale dei Giacobini nel tentativo di realizzare una rivoluzione per la creazione di una società di tipo «comunista*» in cui fosse abolita la proprietà privata e realizzata l’uguaglianza assoluta di tutti i cittadini. La cospirazione, che fu chiamata «Congiura degli Eguali», fu però scoperta e stroncata dal Direttorio. Babeuf fu arrestato e condannato a morte. Questa fallita congiura rafforzò ancor di più il potere del Direttorio che venne visto come lo strumento per difendere gli interessi economici dei singoli individui contro eventuali espropriazioni di tipo collettivista*.

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*Il comunismo consiste in una serie di teorie economiche,

politiche e sociali aventi come obiettivo la realizzazione di

una società egualitaria mediante il collettivismo che consiste

nell’abolizione della proprietà privata, nella comunanza dei

mezzi di produzione e nell’organizzazione collettiva

(centralizzata) del lavoro.

François Babeuf

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Il 5 maggio 1789 il re Luigi XVI fu costretto a convocare presso la Reggia di Versailles gli STATI GENERALI. Lo scopo era quello di cercare di far approvare una nuova legge fiscale che estenda il dovere di pagare le tasse anche a due ordini privilegiati del clero e dell’aristocrazia.

Scoppiarono immediatamente dei contrasti all’interno dell’Assemblea: nobili e clero, che non volevano approvare la legge, spingevano affinché il voto avvenisse per classe; il Terzo Stato, favorevole alla legge, voleva invece sfruttare la propria superiorità numerica e far votare i deputati «per testa». Il re, non volendo prendere le parti di nessuno, decise di sciogliere l’assemblea

I rappresentanti del Terzo Stato, assieme ad una parte dei nobili e del clero che si era schierata dalla loro parte, si radunarono in un’altra sala della reggia detta sala della pallacorda (un gioco antenato del tennis in cui una corda divideva in due il campo)

Qui diedero vita all’Assemblea Nazionale Costituente: un nuovo tipo di assemblea che non rappresentava separatamente i tre ordini ma che voleva essere il luogo di rappresentanza di tutto il popolo francese unito e che, soprattutto, avrebbe dovuto dare vita in modo autonomo alla elaborazione di una COSTITUZIONE per trasformare la Francia in una Monarchia costituzionale.

Il re, temendo di perdere parte del proprio potere, cercò di opporsi alla stesura della Costituzione e radunò l’esercito con l’intenzione di sciogliere con la forza l’Assemblea Nazionale.

Il popolo di Parigi (Sanculotti) reagì all’iniziativa del re saccheggiando forni e armerie e prendendo d’assalto la Bastiglia (14 luglio 1789).

Il governo della città fu affidato dai rivoltosi a un Consiglio rivoluzionario che prese il nome di Municipalità.

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Seguendo l’esempio di Parigi la rivolta si estese a tutta la Francia sia nelle campagne che nelle città dove furono create delle autonome municipalità. La borghesia organizzò un esercito di volontari armati chiamato Guardia Nazionale. Compito della Guardia Nazionale era quello di difendere la Rivoluzione e le nuove municipalità da un’eventuale reazione armata dei nobili.

4 agosto 1789: L’Assemblea Nazionale Costituente votò in favore dell’abolizione dei titoli nobiliari e dei privilegi feudali.

26 agosto 1789: L’Assemblea Nazionale Costituente approvò la «Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino»,

Il re Luigi XVI, contrario a trasformare la monarchia francese da assoluta a costituzionale (e quindi alla perdita del suo potere assoluto), iniziò a radunare nuovamente l’esercito presso la reggia di Versailles con l’intento di sciogliere con la forza l’Assemblea Nazionale

Per contrastare il tentativo del re i rivoluzionari mobilitarono la Guardia Nazionale che invase la reggia di Versailles e costrinse il re a trasferirsi con tutta la sua famiglia a Parigi sotto il controllo della municipalità e del popolo.

Nel giugno del 1791 Luigi XVI tentò la fuga verso l’Austria (paese di provenienza della regina Maria Antonietta e nel quale si erano già rifugiati numerosi nobili francesi). Presso la cittadina di Varennes però, il sovrano fu riconosciuto e bloccato e fu costretto a tornare a Parigi.

Nel settembre del 1791, fu completata la stesura della COSTITUZIONE che stabiliva il passaggio della Francia da Monarchia assoluta a Monarchia costituzionale. Il POTERE LEGISLATIVO fu affidato a un Parlamento eletto ogni 2 anni e chiamato Assemblea Legislativa; il POTERE ESECUTIVO al re e ai ministri; il POTERE GIUDIZIARIO a magistrati eletti dal popolo

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La Francia, temendo un attacco da parte delle monarchie assolute straniere, dichiarò guerra all’Austria (20 aprile 1792) e arruolò a tale scopo un esercito di volontari. Al fianco dell’Austria e contro la Francia si schierarono la Prussia e il Regno di Sardegna. I primi scontri furono favorevoli ai nemici della Francia a causa della scarsa qualità del nuovo esercito francese.

Per risanare le finanze dello Stato l’Assemblea Nazionale organizzò un nuovo sistema di tassazione e procedette all’abolizione degli Ordini religiosi e alla confisca dei loro beni. Fu inoltre imposto a preti e vescovi di giurare fedeltà allo Stato in cambio di uno stipendio pagato a spese pubbliche. Presi questi provvedimenti, l’Assemblea Nazionale, si sciolse il 30 settembre 1791.

Vengono organizzate le elezioni per l’Assemblea Legislativa mediante suffragio maschile su base censitaria: vengono esclusi dal voto i ceti più poveri. Una volta eletti, i nuovi deputati, si dividono in varie correnti politiche (Cordiglieri, Giacobini, Montagnardi, Girondini, Foglianti). Gli incerti presero posto nella parte centrale dell’assemblea chiamata con ironia «la palude».

I Giacobini, favorevoli alla trasformazione della Francia in una Republica, accusarono degli insuccessi il re e gli ufficiali aristocratici. Il 10 agosto 1792 la folla parigina assalì il palazzo reale de Le Tuileries. Il re fu arrestato e sospeso da tutte le sue funzioni. Si svolsero allora nuove elezioni a suffragio universale maschile per la costituzione di una nuova assemblea legislativa detta Convenzione Nazionale. Il 21 settembre 1792 fu proclamata la Prima Repubblica Francese e abolita la Monarchia

La nuova assemblea è composta in modo diverso rispetto all’Assemblea Legislativa: scomparsi i monarchici-conservatori (i Foglianti), ne prendono il posto i Girondini che si staccano dal resto dei Giacobini che, assieme ai Cordiglieri, formano la frangia più democratica dell’assemblea (i Montagnardi). Al centro rimangono i deputati della «palude» numericamente maggioritari.

Il 21 gennaio del 1793 il re fu giustiziato per mezzo della ghigliottina suscitando le reazioni di tutti i sovrani d’Europa. Si formò una nuova coalizione antifrancese (Prima Coalizione). Scoppiò poi una rivolta contadina antirivoluzionaria in Vandea regione che, colpita da una forte crisi economica a causa dei tumulti rivoluzionari, era fedele al re, al cattolicesimo e ostile alla borghesia. Nel 1793, per fa fronte ai pericoli, i Giacobini ottengono la creazione di un Tribunale Rivoluzionario e di un Comitato di Salute Pubblica incaricati di difendere la Rivoluzione attraverso poteri di tipo dittatoriale. Vengono introdotti la leva obbligatoria, il calmiere dei prezzi e una legge sui sospetti grazie alla quale vengono eseguiti numerosi arresti di presunti nemici della Rivoluzione. Viene inoltre emanata una nuova Costituzione (Costituzione dell’anno I) molto più democratica rispetto a quella del 1791.

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24 Il Nel 1796 François Babeuf guidò il tentativo di realizzare una rivoluzione per la creazione di una società di tipo «comunista» in cui fosse abolita la proprietà privata e realizzata l’uguaglianza assoluta di tutti i cittadini («Congiura degli Eguali»). La congiurà fu però scoperta e stroncata dal Direttorio. Babeuf fu arrestato e condannato a morte.

Il periodo in cui rimase in funzione il Comitato di Salute Pubblica (settembre 1793 – luglio 1794) prese il nome di «periodo del Terrore» per via delle numerose denunce, processi e condanne a morte di presunti o reali nemici della Rivoluzione. Questo periodo fu dominato da Maximilien Robespierre che però alla fine finì anche lui ghigliottinato per via della forte ostilità che aveva attirato contro di sé da parte sia del popolo che dei borghesi. Il 27 luglio 1794 il Comitato di Salute Pubblica fu sciolto e con esso finì il periodo del Terrore.

Soppresso il Comitato di Salute Pubblica l’alta borghesia attuò delle riforme finalizzate a ridurre gli aspetti più democratici ed egualitari della nuova Repubblica francese (abolizione del calmiere dei prezzi, emanazione di una nuova Costituzione meno democratica -Costituzione dell’anno III-, reintroduzione del suffragio maschile su base censitaria, soppressione di alcune libertà di stampa e opinione). Il compito di governare (potere esecutivo) fu affidato a un Direttorio composto da 5 membri, mentre il potere legislativo fu assegnato a 2 camere elettive (Consiglio dei 500 e Consiglio degli Anziani)