La Riviera n°43 del 20-10-2013

32

description

La Riviera n°43 del 20-10-2013

Transcript of La Riviera n°43 del 20-10-2013

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 02

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 03

Parlandodi...

CONTROCOPERTINA

ILARIA AMMENDOLIA

Tre secoli, una sola immagine. Dallevele achee alla Caronte. Una muccaspicca panoramica sul mar Stretto.

Colori cupi, mille sfumature, Mediterraneoautentico. Un luogo silenzioso. Un luogodestinato a rimanere in solitudine, perchéama isolarsi, realizzarsi in se stesso. Lamucca affacciata sullo Stretto di Messina, adue passi da un precipizio, ci racconta con ilsuo sguardo… di lei, della Calabria, diBova.Una mucca, Persefone, che osa oltre i falchidel colle di Bova e ben oltre la capra delSaba, lo stesso sguardo“semita” in cui svani-sce ogni “altro male, ogni altra vita”.Questo l'animale d'Aspromonte che ci rac-conta dissacrando, il basso orizzonte di noitutti.Al sud del sud, all'estrema punta del litora-le ionico, una terrazza naturale con due

vedute incantevoli. Sicilia e Calabria unitedal mito, senza, grazie a Dio, un ponte acampata unica.Ruderi nascosti e scorci incantevoli, casecadenti e pochi comignoli fumanti. Portechiuse, luci spente, strade assolate dove èinevitabile essere colti da turbamento efascino, dolore e ammirazione. Questo èquello che ci racconta, ma non ci fa vedere. Ecco di nuovo la mucca che “come unmonumento” contempla l'azzurro del maree sembra riflettere su tanta bellezza mentreguarda quell'isola che si staglia sullo sfondocosì lontana eppure, così vicina. Vorrei prendere in prestito i versi delCarducci e pregare con le sue parole«t'amo pio bove…» ed amo tutto ciò che tustai guardando ed anche ciò che tu pensi mache io non saprò mai.T’amo pio bove mentre sfumi all’orizzontee “sembri naufragar in questo mare”.

Oltre la Rocca di Bova sul Mar Stretto. Persefone

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 04

Parlandodi...

LA SETTIMANA

Scusi, ma lei è parente? Mafioso il padre, mafiosa la madre,mafiosa la figlia della sorella, eramafiosa pure quellaIn queste settimane Poste Italianerichiede un aggiornamento dei datisugli intestatari dei conti correnti.Vengono richieste “delle formalità”:sapere se si è o no parente di perso-naggi politici, di indagati, di mafiosi.In caso affermativo Poste Italiane siriserva il diritto di rescindere il con-tratto. Ma come? Se sono proprio gli isti-

tuti di credito a beneficiare degliincassi non sempre puliti di certapolitica “importante”. E poi, cos'è?La mafiosità è un virus che si tra-smette come l'influenza? Una taragenetica? Se ce l'ha mio padre devoaverla anche io? Se sono parentesono mafioso anche io e dunquenon ho diritto al conto Banco Posta? Lombroso è morto, ma l'idea delcalabrese tarato e mafioso è fintroppo viva. Conterranei, non visentite un po' incazzati?

Lidia Zitara

Ma lei è parente? Era mafiosa pure quella

“Mettere le mani in tascaper il calcio non è da tutti”

Il Sindaco di Caulonia, Giovanni Riccio, il suo vice Franco Cagliuso e il neo assessore MaurizioSorgiovanni hanno devoluto la loro indennità di carica a favore della locale squadra di calcio cheattualmente guida il girone D del campionato di Prima Categoria. Da quanto si apprende, il Primo Cittadino ha versato 500 euro mentre sia Cagliuso che Sorgiovannihanno devoluto l'intera indennità mensile. Un gesto apprezzabile che nobilita gli amministratoricauloniesi . Non possiamo dire la stessa cosa, invece, per tanti attuali ed ex amministratori dell'area locrideache spesso, insensibili davanti al fatto di poter far fare bella figura alle associazioni sportive e cultu-rali della propria cittadina, hanno privilegiato l'interesse individuale a quello collettivo non metten-do mai le mani in tasca. Come testimonianza diretta, simpaticamente, diffondo “a banda larga” unsignificativo episodio verificatosi qualche anno fa a Siderno, allorquando un “vertice” dell'ultimaamministrazione in carica ( non il Sindaco Ritorto) arrivò a chiedere informalmente al sottoscrittoil rimborso di 50 euro per l'acquisto di due abbonamenti invalidati dalla società (in grave difficoltàeconomica) e che ora, come leggo, penserebbe di candidarsi a Sindaco. Incredibile.

Antonio Tassone

Jole Santelli A Bovalino il sosia di Luciano Pavarottiieri e oggi

MAIOEBALDESSARROABRUXELLES

Il presidente del consiglio comunaledi Locri Miki Maio e il consiglierecomunale Anna Baldessarro si sonorecati in Belgio, a Bruxelles. Insiemeai delegati di Locri c’erano quelli diGrecia, Malta, Belgio e Portogallo. Latrasferta fa parte del progettoReimagine our communities. Chissàse questa full immersion servirà a for-nire nuove visioni futuristiche ai dueneo consiglieri.

la Riviera

3) SI PENTE NICODEMO CICCIA, GIÀARRESTATO NELL’OPERAZIONEMINOTAURO

1) LA SCOMPARSA DI ZIO TURI,IL RICORDO DELLA NIPOTE

2) BAMBINO DI SANT’AGATA DELBIANCO RICOVERATO A LOCRI IN GRAVICONDIZIONI

5) RAFFAELE CASERTA MORTO IN UNINCIDENTE SULLA SS 106

6) LUIGI BRUGNANO NON SI TOCCALUIGI BRUGNANO CI APPARTIENE

8) FALCHI E COLOMBE, RONDINI EPASSERI. LA LOCRIDE NELLA DC

Le notizie più lettedella settimana sularivieraonline.com

4) OPERAZIONE “CRIMINE” SICOSTITUISCE RICERCATO

7) SIDERNO: IL COMANDANTE DEI VIGILI,MICHELE BRUZZESE, MINACCIATO

Vana la gloria e vano il cielo che l'accoglie, e queste vecchie ossa di muri sfian-cati da guerre assedi temporali furenti e corrose dal tempo incessante, e pano-rami di maestosa bellezza da troncare il fiato e far splendere gli occhi. Sentieridisarticolati per raggiungere torri abbattute, e scalinate a oltranza per spianaredestini in salita, e questa nostra Calabria, di castelli e torri, e di mare e collinerugose, e cielo e mare uniti nella lotta eterna della sopravvivenza inquieta, e nellaricerca di orizzonti, sereni e nuovi.

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 05

CCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Castello di Amendolea

La Comunità del Parco ha scelto ipropri rappresentanti per ilConsiglio Direttivo dell'EnteParco. Durante la riunione, i rap-presentanti degli enti locali del ter-ritorio hanno designato 4 degli 8componenti del futuro organo divertice dell'Ente Parco. Nell'Assemblea di ieri, in una salagremita di Sindaci, sono stati desi-gnati: il Sindaco di Santo Stefanoin Aspromonte, Michele Zoccali,il Sindaco di Bova, Santo Casile, il

Sindaco di Antonimina, AntonioCondelli e il Sindaco di OppidoMamertina, Bruno Barillaro.Si attende adesso che il Ministrodell'Ambiente e della Tutela delTerritorio e del Mare nomini glialtri 4 membri che completerannola composizione ConsiglioDirettivo, del Ministero delle poli-tiche agricole, alimentari e foresta-li e dell'Istituto superiore per laprotezione e la ricerca ambientale(Ispra).

Casa salutein arrivo aSiderno

Eletto il direttivo del EnteParco D’Aspromonte

In questi giorni sarà definita la situazione dellaCasa della Salute di Siderno, come ci informaMichele Vumbaca, socio fondatore di “Etica esalute” . A quanto pare entro la prossima setti-mana sarà stipulato il contratto tra ilDipartimento regionale e il direttore sanitariogenerale di Reggio. La cifra prevista per questoprogetto era di 9 milioni, ma potrebbero essercistati dei tagli e la somma potrebbe essere stataridimensionata.

In questi giorni gli inviati de Le Iene, talk show diItalia 1, si sono recati nella Locride. Questa volta ladenuncia è seria, si sono occupati infatti del caso deidue ragazzi disabili di Locri e Gioiosa discriminatidalle scuole che frequentano. Il servizio andrà in ondain prima serata su Italia 1. Vedremo cosa hanno sco-perto gli implacabili inviati in nero.

LEIENEORMAIDICASANELLALOCRIDE

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 06

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 07

Parlandodi...

IL CASO

DANIELE MANGIOLA

Andare per i monti è pericoloso. Si incon-trano bestie selvatiche, serpi velenose.Dalla costa jonica, già a mezz'ora di stra-

da, sei immerso in un altro mondo da quellourbano. Parcheggiata l'auto, ultima àncora cit-tadina, ti lasci avvolgere dalle braccia di MadreNatura. Con la dèbita precauzione, però.L'abbiamo detto, ci sono pericoli. L'aria di montagna fa bene. Fa bene una bella scarpinata tra gli alberi, ossige-na il sangue, purifica l'organismo. Anche l'animosi risolleva, stimolato dall'iperossigenazione delcervello, dai profumi, i colori, il silenzio. Tra lafine dell'estate e l'inizio dell'autunno la mon-tagna è incantevole. È generosa. Ci sono funghi, tra poco le castagne.Munito di dèbite autorizzazioni (cimancherebbe), ti porti anche un cesto e raccogliqualcuno di questi tesori. Ma il problema, l'abbi-amo già detto, sono i pericoli. Sconfitta la paura delle ombre e dei frusciisconosciuti, ritrovato con non poca fatica il sen-tiero di ritorno, alla vista dell'auto ti rincuori egià ti lasci trasportare dall'immagine mentale delpiatto di pasta ai funghi prelibati, del dessert dicastagne arrostite sulla padella bucata. Vai perentrare in macchina e scopri l'amara realtà: unopneumatico è tutto afflosciato a terra, presentaun largo squarcio di almeno cinque centimetri.Prendi crick e ruota di scorta e vai con l'olio di

gomito. Te ne vai scontento, non ci tornerai piùqui. E ti è andata bene. Le ruote tagliate pote-vano essere due o anche tutte e quattro, dovevichiedere aiuto, una brutta situazione. Una severalezione che non scorderai.Ci sono gli elfi del bosco che sono dispettosi, sisa, però questi di solito ti fanno sparire il cappel-lo, ti legano tra loro i lacci delle due scarpe, tirubano l'amato cesto con i funghi. Non ti taglianole ruote della macchina, né seminano chiodi sullastrada. No, non sono gli elfi a rendere pericolosele zone di Giffone o di Fabrizia, le zone della nos-tra montagna ricche di funghi e castagne.Succede anche in particolari zone dove si raccol-gono lumache, con l'arrivo delle prime piogge disettembre.Se le fiabe non c'entrano, c'entra, invece, una cul-tura del territorio simile a quella di molti altrianimali (posto l'uomo tra i mammiferi): questa èzona mia e tutto quello che c'è dentro è mio. Lanatura non è di tutti e i funghi non sono un benegratuito di nostro Signore, sono diretta proprietàdi coloro che abitano nella zona. Se è comprensibile l'interesse a tutelare una ric-chezza che è fonte di commercio e sussistenzaper chi abita nei territori ricchi di funghi, altracosa è che questa si traduca in atteggiamenticriminosi. In Aspromonte come in Val Bormida. Come inmare. Chi potrebbe mai limitare il diritto del cit-tadino di Giffone che voglia munirsi di barca,canna ed ami e andare alla marina, a pescare?

Funghi mafiosi

Non sono certo gli elfi arendere pericolose le zonedelle nostre montagnericche di funghi e castagne.C’entra invece la culturadel: «Questa zona è mia etutto quel che c’è dentro»

«I porcini sono i nostri tornatevene alla Marina»

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 08

Parlandodi...

COPERTINA

senza contare sulla direzione.Come nei reparti di Allergologia o per il 118 el'elisoccorso. A contribuire all'efficienza è anchela presenza di primari che non si lamentanodelle mancanze, ma che si reinventano contabi-li o informatici a seconda dei casi. Perché c'è anche questo problema nell'ospedalei reparti senza primario, senza una voce forte. Èil caso di Geriatria, Otorino, Ortopedia eLaboratorio d'analisi. Sono reparti muti e difat-ti hanno più problemi di altri. Solo per dirne unail Laboratorio d'analisi è sprovvisto di una seriedi reattivi necessari ad eseguire esami colturaliindispensabili nelle infezioni batteriche e virali.La Tac, apparecchiatura diagnostica fondamen-tale, funziona a singhiozzo; mancano ventilato-ri polmonari, ecografi e apparecchi per aneste-sia. E ancora la macchina per la risonanzamagnetica è un sogno come l'elttromiografo. el'apparecchiatura per la scintigrafa, quest'ultimanecessaria per riscontrare embolie polmonari emetastasi ossea. Inoltre alcune sale operatoriesono in condizioni penose ed intere aree dell'o-spedale avrebbero bisogno di lavori consistenti,come il reparto di Maternità, Urologia,

ELEONORA ARAGONA

Viste le numerose lamentele giunteci su presuntidisservizi, incompetenze del personale e casi dimalasanità nell'ospedale di Locri, siamo andati averificare quanto ci fosse di vero e se la strutturafosse veramente messa così male. Addiritturac'era giunta voce che mancassero persino legarze, neanche si trattasse di un presidio in unazona di guerra.La tensione si taglia con il bisturi entrando all'o-spedale di Locri. I medici e gli infermieri sonostanchi degli scoop fatti sui loro sacrifici. «Perchénonostante la carenza di personale e la mancan-za di presidi primari, come siringhe o guanti, cisono dei reparti che funzionano bene. A mandar-li avanti è proprio il personale dell'ospedale e noncerto la direzione generale di Reggio che ci haabbandonato», ci dice un infermiere solo dopoavergli garantito l'anonimato. Effettivamente una costante dell'ospedale è lacarenza di organico e i reparti che “nonostantetutto” vanno avanti. Procediamo con ordine, unreparto alla volta tra efficienze e deficienze. Dialisi. Stabilimento cascante esternamente,mostra i segni del tempo e i 40 anni della struttu-ra. All'interno invece la situazione si capovolge, ilocali sono appena stati ristrutturati e il repartoconta 23 posti rene, più un altro in rianimazione.Quest'estate sono stati assistiti ben 120 pazienti,80 abituali e 40 turisti. Tutto ciò nonostante lastruttura stia lavorando con la metà del persona-le previsto e collabori anche a studi di ricerca eprevenzione e sia parte attiva di progetti per ilmiglioramento dell'assistenza ai nefropatici.Pediatria. Sita in uno scantinato, più adatto aospitare un archivio che malati, è uno dei repartiche è stato ristrutturato. Nonostante l'umidità e lacarenza di organico, pediatria si è fatta conoscerein Calabria per iniziative prestigiose ed è all'avan-guardia nel trattamento di alcune patologieinfantili. Il centro di diabetologia pediatrica del-l'ospedale è riuscito nel corso degli anni a creareuna rete regionale, che comprende ben 13 centri,per la cura e lo studio del diabete mellito coordi-nata proprio dalla struttura di Locri. Inoltre è uncentro prescrittore per l'ormone della crescita. Rianimazione. Reparto tirato a lucido. Partedelle apparecchiature e dei letti sono efficienti ein buono stato, mentre l'altra parte (ventilatoripolmonari, apparecchi di anestesia, letti, defibril-latori) è obsoleta e vecchia. Personale medico einfermieristico insufficiente a garantire i carichi dilavoro del reparto e delle sale operatorie; gli ope-ratori di supporto sono inesistenti. Si riesce peròa garantire un elevato livello di assistenza medi-co-infermieristica. Proprio pochi giorni fa, in col-laborazione con i medici dell'Ismet di Palermo, èstata eseguita con ottimi risultati su un giovanepaziente un'Ecmo (una tecnica di circolazioneextracorporea per pazienti con insufficienzarespiratoria).Le chiavi del successo, nonostante tutto, di que-sti reparti e del personale operante sono ilprofondo rispetto per gli ammalati e per la pro-fessione che si svolge. L'impegno e la cura per unospedale bistrattato e illuso da una politica assen-te, e la capacità di arrangiarsi con quello che c'è e

OSPEDALE DI LOCRI

In&Oute un velo pietosoReparto per reaprtoabbiamo verificato lesegnalazioni di carenzee disservizi nellastruttura sanitaria diLocri.i Tra efficienze edeficienze, repartiall’avanguardia e altrida rottamare, eccocos’abbiamo trovato

Out. Alcuni degliscempi presenti a Locri.Sale operatorie chiuse einagibili, bagni dissestati,apparecchi per le fleborotti, la cassettadisicurezza privad’estintore, macchie diumidità e tavoliarruginiti

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 09

La Riviera

Pediatria e Psichiatria. Alcuni lavori (della zonacosiddetta Greca) sono stati finanziati e appal-tati. Le aziende hanno persino montato leimpalcature ma poi si è tutto si è risolto in unnulla di fatto.Torniamo al nostro giro e passiamo alle situa-zioni veramente drammatiche.Pronto soccorso. Un corridoio in cui si ammas-sa chiunque arrivi all'ospedale, mentre vidovrebbero giungere solo i casi urgenti e giàsuddivisi per codici d'emergenza. Invece che sitratti di unghie incarnite o di accoltellamentitutti si rivolgono al personale di questo avampo-sto. I problemi, nonostante ci sia un primariopresente, sono infiniti. I medici assaltati, e vistala permanente carenza di personale, non sannopiù che fare e sperano in una moltiplicazione.Questo reparto, che quest'estate ha prestatosoccorso a ben 350 persone nel giorno di punta,avrebbe bisogno di 26 infermieri mentre ne hasolo 18, senza contare quelli con limitazioni fun-

zionali (non possono fare lavori pesanti). Il personale lamenta soprattutto il sovraccaricodi lavoro dovuto al ricorso inappropriato che ipazienti fanno al pronto soccorso. Li usanocome banco d'accoglienza, mentre in ogni ospe-dale c’è un triage che suddivide i casi in codicibianchi, verdi, gialli e rossi.Ma anche la mancanza di un posto di polizia èuna delle preoccupazioni che assilla il persona-le. C'è paura nel pronto soccorso dopo ripetutiepisodi di violenza subiti da medici e infermieri,

soprattutto di notte. Anche l'episodio accadutoal dott. Brugnano ha messo in evidenza un latodell'inefficienza nella vigilanza all'interno dell'o-spedale. Il parcheggio in cui era l'auto del pri-mario doveva essere inaccessibile ai non addet-ti ai lavori, infatti in quella zona dovrebberopoter transitare solo fornitori, amministrativi e,fino alle otto di sera, chi si reca alle camere mor-tuarie. Ma non c'è nessun controllo e non c'ènessun rispetto dei divieti, ognuno entra e vadove vuole. Sia all'interno che all'esterno della

struttura.Passiamo oltre.Reparto di chirurgia d'urgenza. Non è messomeglio. Qui la carenza di medici e infermieri, iturni estenuanti e la mancanza periodica di pre-sidi primari, come guanti o garze, rende la loroattività un campo minato. La giusta cura e l'at-tenzione che questi dottori dovrebbero riserva-re a ciascun ricoverato trova nell'inevitabilestanchezza per il sovraccarico di lavoro unanemica pericolosa. Un errore commesso inquesti reparti d'urgenza può diventare quasiuno “sgarbo” se lo si commette con le personesbagliate. È anche vero che ormai dopo anni diinefficienze, reali o presunte, le famiglie e ipazienti giungono già prevenuti e pronti alloscontro. Non c'è rispetto per la struttura. C'è gente che sisiede sui corrimano e li rompe, il parcheggiodell'ospedale sembra una giungla di posti inven-tati e non c'è nessun rispetto per le suppellettilidelle sale d'aspetto, per gli ascensori, per gliarredi . Sedie divelte, piedi sui muri sono com-portamenti comuni tra le persone che attendo-no di essere visitate. Tiriamo le somme.Il sovraccarico lavorativo è conseguenza dellacarenza di personale che dipende dal bloccodel turn over e della mobilità decisi nel piano dirientro regionale. I problemi di forniture sonodovuti in primis alla mancanza di gare d'appal-to per acquistare presidi medici indispensabili.La carenza di gare dipende a sua volta dallenuove regole sulle gare d'appalto, mentreprima si poteva attingere a quella fuori provin-cia oggi non è più possibile. Inoltre molti vecchifornitori non partecipano alle gare perchéavanzano crediti di migliaia di euro da partedell'azienda ospedaliera. Con lo stanziamentodi 411 milioni di euro stabilito dal TavoloMassicci proprio per rientrare dei debiti acqui-siti con i fornitori si spera che la situazione sisblocchi.Questi disagi sono però anche il frutto di unacattiva pianificazione e gestione della strutturadi Locri. L'abbandono generale subito dall'o-spedale è evidente dalla cadente struttura.Molti sono i reparti che hanno urgente neces-sità di una ristrutturazione. E anche adesso chela comunità europea avrebbe a disposizioneben 18 milioni per questo nosocomio la diri-genza presenta progetti vecchi e quindi proba-bilmente non più in linea con le esigenti richie-ste comunitarie. «Questo comportamento - dichiara MicheleVumbaca, rappresentante di Etica e Salute -sembrerebbe voler diminuire l'importanza e lavalidità dell'ospedale di Locri, magari in favoredi Reggio. Un atteggiamento del genere ègrave e ha ripercussioni soprattutto sulla vitadei cittadini».La mancanza di una dirigenza attiva e presen-te è uno dei grossi limiti di Locri. Da quando ilbaricentro è stato spostato a Reggio Calabriainfatti la struttura è un gigante agonizzante,abbandonato a se stesso. E con il mancato rin-novo del contratto del dott. Giuseppe Gargiulo,componente della segreteria della direzioneregionale, vero tramite tra l'ex Asp 9 e gli ufficidi Reggio e referente dell'ufficio beni e servizi,l'ospedale ha perso l'unica voce nella città deiBronzi. Tra l'altro i suoi incarichi non sono statiriassegnati.

Outelo pietoso

L’ospedale e i suoidipendenti sono statiabbandonati a se stessida quando la direzioneè passata a Reggio. Cisono mille problemi enessuno che sappiarisolverli. Locri è unastruttura senza voce

In. Ciò che di buonoabbiamo trovato

nell’ospedale. Saleoperatorie nuove,

stanze e repartirestrutturati, nuove

macchine per la dialisi,nuovo reparto di

rianimazione

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 10

Organizzare una conferenza o unatavola rotonda è cosa meritevole ameno che non si lasci intravedere

una marcata traccia di provincialismo eduna gran voglia di intercettare e sterilizzareun movimento democratico che si sta svilup-pando sul territorio.Si aspettava con ansia una iniziativa “istitu-zionale” dinanzi all'attacco al tessuto demo-cratico che si è dispiegato con violenza intutta la Locride. Dopo oltre un anno di rin-vii e di annunci, si è alzato possente e unbelato di pecora, perché aldilà dei contenutidei singoli interventi, la Locride non si puòesprime con la voce di coloro che hannomille modi onorevoli per comunicare le loroidee, ma si sarebbe ben espressa con le testi-monianze di Peppe Campisi, di PasqualeBrizzi, dei candidati a sindaco di S. Luca chesi sono visti sciogliere il Comune a due gior-ni dalle elezioni, della ragazza che avevadato la propria disponibilità a Platì, degli abi-tanti di Roccaforte che hanno disertato inmassa le urne, con l'ex sindaco di Samo, odell'ultimo sindaco di Siderno, o con i rap-presentanti Marina di Gioiosa, con le testi-monianze del sindaco di Africo o di Stilo ecc.C'è l'onore di tanti paesi da riscattare, ladignità di tante persone da difendere., l'orgo-glio di una Terra tutelare. Niente di tuttoquesto c'è stato a Roccella, anzi per dirlatutta proprio questa Locride è stata traditaed umiliata.Non c'è alcuna zona dell'Europa occidentalein cui la democrazia sia stata “sospesa” edumiliata come nella Locride . Lo scioglimen-

to dei comuni non è che la punta di iceberge dinanzi al tallone di un potere antico chetende a schiacciarci, la tavola rotonda che siè svolta a Roccella, venerdì scorso, aldilà deinomi autorevoli e rispettabili di tutti i parte-cipanti, somiglia ad un corpo sofferente a cuiqualcuno ha pensato di somministrare unconfetto di pessima fattura per mera conso-

lazione, o peggio ancora, come una curaomeopatica per un ammalato terminale.Il lungo e colpevole silenzio di chi dinanzialla strage di democrazia operata nei nostricomuni ha dimostrato solo balbettanteaccondiscendenza ed, a volte, viltà, non puòessere assolto da una “tavola rotonda” che,per i modi ed i tempi in cui si è svolta, è dinessuna utilità.Per fortuna né nella Locride, né nella nostraProvincia si parte da zero.Dopo Platì non c'è stato scioglimento su cuinon si sia sviluppata una attività di“Resistenza” da parte di un popolo che sentebisogno di esprimersi e di essere protagoni-sta della propria storia. Alla testa non c'èstato un Masaniello, (anche se, a volte, iMasanielli hanno quantomeno la dignità) néun notabile politico ma si è registrato un pro-tagonismo collettivo teso a coinvolgere piut-tosto che a sequestrare l'iniziativa. Il puntosta proprio in questo passaggio. Alcuni ten-dono a ridurre la democrazia ad un lungosilenzio in attesa che parli l'oracolo.Noi non siamo in questa ottica ed ovviamen-te non sopportiamo il basto e non ci piace lamordacchia.

Il nostro è un popolo che ritiene di avertante cose da dire e che si sente indignato neiconfronti di tanta parte di classe dominantecialtrona che pensa a gabbarlo piuttosto chea risolvere i problemi.Nessuno di noi , presi singolarmente siamodei leoni , tutti insieme rappresentiamo unpopolo maturo, che ha alle spalle una storiadignitosa fatta di lotte e di coraggio. Unpopolo che non si sente inferiore ad alcunoma si ritiene capace di essere artefice delproprio destino.Noi abbiamo un drammatico bisogno diessere ascoltati. Né rabbia, né lamentele maprecise proposte politiche. Tre anni fa, quan-do ancora, l'ecatombe democratica non siera dispiegata in tutta la sua virulenza,i sin-daci della Locride avevano avanzato unaproposta di profonda modifica della leggesugli scioglimenti dei Comuni e l'avevanocontestualizzata accanto al “progetto d'urtoper la Locride “ ed al “ protocollo sulla lega-lità” elaborato insieme all'ANCI nazionaleed approvato in una riuscitissima assembleadei sindaci a Monasterace. L'avevamo riba-dito, dinanzi al Ministro dell'Interno, on .Cancellieri, venuto nella Locride, quando

con estrema dignità e respingendo ogni cri-minalizzazione, s'è detto che “la Locridenon abbassa la testa”.Il 10 0ttobre scorso a Caulonia , in ricordo diPasquino Crupi , Piero Sansonetti, ha tenutouna conferenza sulla “questione calabrese altempo della diffamazione calcolata del Sud.”Prima del direttore Sansonetti, hanno presola parola Peppe Campisi, già sindaco diArdore e Rosario Rocca sindaco diBenestare. Un sindaco “destituito”, un sin-daco “intimidito”. Per noi due facce dellastessa medaglia. Né con i criminali, né crimi-nalizzati, questa è stata ed è la nostra stellapolare.Infine, Roccella è un paese che amiamo esentiamo nostro , ma , in questo caso, illuogo ha una sua valenza simbolica, e ci sem-pre evidente che Samo o Siderno, S. Luca oArdore sarebbero state più adatte se l'inizia-tiva avesse avuto veramente la finalità dimettere in discussione una legge assurda edin profondo contrasto con la Costituzione,ameno che qualcuno non abbia pensato chebasti una tavola rotonda per tacitare l'insod-disfazione palpabile presente in tutta laLocride.

Parlandodi...

APPROFONDIMENTO

Un tradimento alla Locride dei Comuni sciolti per mafia

IN EVIDENZA

Dinanzi all’attacco al tessuto democraticoche si è dispiegatocon violenza in tutta la Locride, dopo oltre un anno dirinvii e di annunci, si èalzato possente unbelato di pecora.

ILARIO AMMENDOLIA

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 11

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 12

Addirittura il turismo. Stiamo parlandodi un settore intollerante ai nasi a becco,adunchi, che respirano a stento solo edentro quelle comunità a gestione fami-liare, tipo l'associazione dei Comunidella Locride. Il turismo pretende sguar-di lunghi che vedono il mondo oltreRomanò, come hanno fatto il GamberoRosso, il Golosia e il Blue Dahlia: primi-zie diventate eccellenze tardive, bandieredi speranza, esempi da tramandare allenuove generazioni.In una congiuntura in cui i soldi pubblicinella Locride arrivano con briciole solo aRoccella, questa vocata città ai piedi delTorbido e in riva allo Jonio più blu, deveguardare al futuro prossimo in mododiverso, senza limitarsi a soliti convegni,

ERCOLE MACRÌ

In una delle città con più maschidominanti al mondo, in proporzioneagli abitanti, la candidatura di

Domenico Vestito a sindaco è già uncambiamento, un'inversione di tendenza. Domenico Vestito però, e vorrei tanto

sbagliare, mi sa tanto di quei martedìsenza pretese, con macellerie e gelateriechiuse, dove l'unico luogo disponibileper scherzare con le ragazze è la canoni-ca di paese, dove la notte non ha proto-collo, le tenebre cuore, i lati oscurianima, l'evasione battito. Dove spessol'intellighenzia e il pregiudizio incontra-no cittadinanza. Gioiosa Marina è baciata da madre.

presentazioni di libri, scambiatevi unsegno di pace e, soprattutto, senza volta-re le spalle a madre natura. GioiosaMarina deve attrarre fondi d'investimen-to privati, dato che Gioiosa Marina, bari-centro turistico della Locride, ha tutti glielementi per far sorridere capitaliimportanti. E ancora, Gioiosa Marinanon può e non dovrà mai essere quellaMonasterace cupa, sospettosa e grandefratello. Vestito non dovrà replicare laLanzetta il suo supplizio lento, il sentore di morte.In questa direzione bastano e avanzanoquei commissari che tintinnano le chiavidel Purgatorio, voltando le spalle allapopolazione e mostrando fanalini dicoda a macchia di leopardo. Domenico Vestito è allievo di razza dichi, nel basso orizzonte municipale, èstato nell'era moderna uno dei migliorisindaci che la Locride abbia estratto dal-l'urna. Ma all'avvocato Francesco Macrì, che èvenuto a trovarci in redazione questasettimana, con il tono disteso e i modicordiali che l'hanno sempre contraddi-stinto, non ho chiesto perché nell'elezio-ne del presidente della proloco avvenu-ta durante la sua legislatura, abbia prefe-rito a Ruggero Malgeri, GaetanoBriguglio, con tutta la stima che non solochi scrive, ma l'intero comprensorio haper la buonanima di un professore. Diun galantuomo inimitabile.In quella circostanza però non era ingioco la presidenza di una biblioteca, odella sala lettura di Buckingham Palace,né il Palazzo di Minosse o l'art director,dato che n'aveva bisogno, di RumoriMediterranei. Rumori Mediterranei,Ruggero Malgeri. Il patron del BlueDahlia, che fu il nostro Putto, allora,come oggi, rimane uno dei pochi cono-scitori dei gitani di Sarajevo, dei danza-tori bulgari, dei Dervish Tournant, delleband di Tangeri, di scalpelli, pale erastrelli. È stato trombato dal coprifuocosano, dalle trame, nelle stanze deisapienti, lungo uno dei tanti martedìsenza pretese dell'ultima provincia.

Parlandodi...

PRIMO PIANO

se un martedì senza pretese si confonde col sabato sera,allora Gioiosa Marina sarà un'altra Monasterace

Gioiosa Marina, capitale turistica dellaLocride, nota anche come città del sorriso

DOMENICO VESTITO

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 13

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 14

Abbiamo percorso la sta-tale 106 che collegaBianco a Brancaleone edè come se esistessero solole automobili. Quasi nes-suna traccia dell'uomo,dal momento che nessunatraccia di manutenzione,pulizia o messa in sicurez-za emerge percorrendoquesto pezzo di strada.Difatti, neppure un canaledi scolo è stato ripulito e lavisibilità nelle curve enegli incroci è pressochéazzerata, ovvero copertadalla vegetazione cheinvade le carreggiate(tanto che di continuo civengono segnalati incidenti stradali anche a danno dilavoratori extracomunitari in bicicletta che non vengo-no scorti dagli automobilisti). Per di più le piogge chearriveranno a breve non defluiranno nei canali di scoloma irromperanno inevitabilmente sulla strada provo-cando situazioni di precarietà e pericolo (al di là dellesolite buche invisibili in un tragitto che assomiglieràpiù ad un corso d'acqua che ad una via di comunicazio-

ne). Nel frattempo non se lapassano meglio nemmenoi paesi interni. Sempre partendo daBianco siamo arrivati aCasignana ed oltre agli“scalini”, alle buche edall'erba che anche qui fa da“cornice” ai lati del tragit-to, abbiamo notato comeuna frana, che noi dellaRiviera avevamo già segna-lato nel 2011 e che ilPresidente della Provinciaconosce, adesso è notevol-mente accresciuta (da quiogni giorno passano pull-man carichi di studenti e si

sono registrati puntualmente vari incidenti). Insomma, non solo abbiamo poche strade (per andareda Bianco a Reggio Calabria c'è solo la Statale 106) maqueste ogni anno risultano sempre più trascurate epericolose. Cosa dire…..Anas, se ancora ci sei, batti un colpo!

Cesare Vanini

Strade

L’ispettore Fossellasfata falsi miti sullastrada della morte

Parlandodi...

Sono passati otto anni dall'omicidio di FrancescoFortugno barbaramente ucciso a Palazzo Nieddudel Rio di Locri nell'ottobre del 2005. Come si ricor-derà, quel giorno, il 16 ottobre 2005, si stavano cele-brando le “primarie” dell'Unione per esprimere ilcandidato alla presidenza del Consiglio dei Ministri.In un'occasione di alta democrazia, molto importan-te e simbolica, i “killer” decisero di intervenire diret-tamente per fare fuori il “medico prestato alla poli-tica”, il vicepresidente del consiglio regionale, che siera sposato con una Laganà, storica ed autorevolefamiglia politica della locride. A Locri, dopo quell'o-micidio, nell’immedatezza del fatto si precipitarono,oltre agli ormai “dispersi” movimenti giovanili, tuttii massimi rappresentanti istituzionali e politici nazio-nali che presero precisi impegni davanti a tutta lapopolazione della locride. L'allora vice-capo dellaPolizia, Luigi De Sena, accettò i poteri di super-pre-fetto che gli vennero conferiti dal Governo permonitorare costantemente la situazione del territo-

rio e numerosi furono anche gli incontri con i sinda-ci del territorio (spesso bacchettati da De Sena permancanze di proposte) dove si cercò di pianificare ilcosiddetto “pacchetto locride”. Quegli impegni,quelle parole, sono rimaste solo sulla carta.Un'offesa all'intelligenza delle persone che, a segui-to di quel gravissimo fatto di cronaca, speravanoveramente in un reale cambiamento del contestosocio-economico locrideo. L'unica cosa concreta chesi è riusciti a realizzare (per fortuna) è stata la nuovacaserma dei Carabinieri di Locri la cui pianificazio-ne (com'è stato ricordato anche in occasione dellacerimonia d'inaugurazione dello scorso settembre)venne concepita proprio all'indomani di questograve fatto di sangue che, per alcuni, venne conside-rato, come importanza, alla stessa stregua dell'omi-cidio del grande Aldo Moro. La politica, il partitodemocratico, non abbandonò la moglie di Fortugno,Maria Grazia Laganà, alla quale, appunto, venneofferta una candidatura “blindata” che la portò ad

Da Bianco a Brancaleone

Locride

dimenticate

Ad otto anni dall’omicidioFortugno si è alla ricerca del “terzo livello”

Quasi un morto ogni quattro incidenti. È il datoche emerge dalle statistiche redatte dalla poliziastradale di Siderno in riferimento alla strada digrande comunicazione Jonio-Tirreno. I numerifotografano la pericolosità del collegamento frai due mari in relazione all'anno 2012. Entrandonel dettaglio, sono avvenuti diciassette impatti,di cui due mortali e uno molto grave, per untotale di quattro corpi rimasti sull'asfalto.Alberto Fossella è l'ispettore che dirige laPolstrada: «Il guaio della Sgc è che si tratta diuna strada molto veloce. Sebbene l'opera siastata costruita nel 1991, su un progetto divent'anni prima, non risulta troppo vetusta enon mostra grossi problemi di sicurezza».Siderno ha competenza oltre che sulla Jonio-Tirreno anche sul tratto di statale 106 che va daLocri a Caulonia. Qui, Fossella sfata alcuni vec-chi miti. Uno su tutti è quello che chiama incausa i mezzi pensanti quando c'è da rendereconto delle carambole. Non sarebbe così, per-ché in generale il vero problema dell'arteria èl'enorme volume di traffico che comprende ogni

SONDAGGIO CENTRALE ALLARO

Cresce e si diffonde il dibattito a Caulonia sul destinodell'Allaro. Sul nostro quesito solo in pochi giorni hannorisposto in tantissimi con una grande voglia di saperne dipiù, di difendere la natura, di sottrarre un argomentocosì serio e delicato alle strumentalizzazioni. Di sicuro siè capito che l'Allaro è un luogo che sta a cuore a tutti. La questione non è essere favorevoli all'energia verde,perché lo saremmo tutti valutando i pro della stessa. Leperplessità sorgono per la paura di sconvolgere l'equili-brio di uno dei nostri paradisi terrestri, la sua biodiver-sità e il suo assetto geologico già precario. Inoltre viste le“incompiute” che spuntano come funghi qui da noi, c'èchi ha paura che possa essere l'ennesimo esempio diopera mai conclusa e che diventi un cumulo di ferragliein un così bello scorcio di natura. La stragrande maggio-ranza dimostra una grande voglia di capire e di conosce-

re il progetto anche se in via di principio non sono favo-revoli. Nei commenti degli intervistati ci è sembrato dicogliere rabbia e indignazione. Le accuse sono versoquel potere che tende a sequestrare ogni momento deci-sionale non permettendo ai giovani di decidere su que-stioni che riguardano il loro futuro e sulla loro terra.Riportiamo alcuni dei commenti che meglio riassumo-no questa posizione. Ad esempio, Alessandra dice: « Michiedo come faccia un individuo a contribuire alla vitacomunitaria se non gli sono forniti strumenti necessari,se la cosa pubblica è sempre più un affare di pochi oli-garchici». Oppure Stefano «Non sono contrario allacentrale se la stessa non modificasse quegli splendidiluoghi, se portasse lavoro o soldi all'ente e se non andas-se ad incidere negativamente sulla salute delle persone.Ma per sapere questo ci vuole una relazione dettagliata

a non parlare per sentito dire».Mentre numerosi sono quelli che esprimono un dissen-so senza se e senza ma. Giovanni dice: «penso innanzi-tutto che sia una cosa non fattibile sotto ogni punto divista, sia da quello realizzativi che da quello ambientale.È una cosa da non prendere nemmeno in considerazio-ne». O ancora Francesco«Contrario! Le opere necessa-rie per la conduzione dell'acqua e il funzionamento delleturbine sconvolgerebbero uno dei nostri paradisi terre-stri, le gole e la gurna nigra dell'Allaro».Siamo solo all'inizio offriremo nelle pagine del nostro

giornale ospitalità a chiunque voglia alimentare undibattito costruttivo, evitando la demagogia, per tutela-re il nostro patrimonio paesaggistico.

Ilaria Ammendolia

Corteggiato da tutti e difeso da coloro che lo amano

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 15

La Riviera

Anche quest’anno è arrivato il 16 ottobre. Stesso copione stessa storia. Anche in questa circostanzamoltissime sono state presenze istituzionali per confermare che lo Stato c’è ed è vicino ai familiari diFortugno. In merito all’organizzazione, se ci è consentito, facciamo una considerazione. Mentre inostri giovani si stanno affermando in tutta Italia nella comunicazione e nell’organizzazione di servi-zi congressuali (ed eventi di vario genere) abbiamo dovuto rilevare che ancora una volta la gestioneorganzzativa dell’evento è stata alquanto “mediocre”. Come si puo notare dalle foto, l’episodio più clamoroso riguarda sicuramente il nostro IlarioAmmendolia, che, per chi vive e lavora nella nostra zona, non può essere considerato sicuramenteuno sconosciuto qualsiasi. Una hostess di sala, tutta gonfia di sè, chiede in modo autoritario adAmmendolia: “lei chi é ?”. Prima ancora di ricevere una risposta, la stessa continua con durezza: “nonpuo stare qui, queste sedie sono riservate per le autorità!”. Il buon Ilario si alza e, senza battere ciglio,si reca nelle ultime file dove, sempre la stessa signorina con molto garbo, aveva fatto accomodare tuttii sindaci ed i consiglieri provinciali della locride.

lr

Stranieri a casa nostraoccupare uno scranno alla Camera dei deputati perun'intera legislatura. Poi, l'anno scorso, arrivò la suaautosospensione dal partito a seguito della sentenzadi condanna in primo grado a due anni di reclusione,pena sospesa, emessa dal Tribunale di Locri per truf-fa, falso ed abuso. “Il sacrificio di Franco Fortugno"contribuisce a rafforzare le ragioni della legalità edello stato di diritto". È quanto ha scritto il Presidentedella Repubblica, Giorgio Napolitano in un "com-mosso e partecipe" messaggio indirizzato alla fami-glia. La stessa Maria Grazia Laganà continua a chie-dere giustizia: “ non è stato ancora individuato il“terzo livello” , quello che ha commissionato l'ucci-sione di mio marito, ed è evidente che per fare unacosa del genere servivano degli ok da parte di alcunipersonaggi ben inseriti in determinati contesti. Io mibatterò sempre e non mi darò pace fino a quandonon verrà fuori tutta la verità”.

Antonio Tassone

Siglato un accordo di collaborazione tra l'Ascoa eUnione Consumatori Calabria per l'apertura di unservizio di assistenza ai consumatori presso la sedeAscoa di Locri. L'accordo è in linea con l'attività dipotenziamento delle sedi dell'Unione NazionaleConsumatori sul territorio della Regione e con le fina-lità di assistenza dei propri soci da parte dell'Ascoa.L'obiettivo è fornire assistenza amministrativa e legalenon solo all'utente finale della catena di distribuzionedi beni e servizi, ma anche al titolare d'impresa che

riveste anche i panni di “utente” nei rapporti con legrandi aziende, e in tutti i servizi nella vita privata efamiliare. Un'intesa sul terreno della giustizia che vedeutenti e imprese stare dalla stessa parte. L'accordo, infatti, si inserisce nell'ambito delle azionidi sostegno alle esigenze di legalità e giustizia avvertiteda cittadini ed operatori economici, con un occhio diriguardo anche alla possibilità di soluzione stragiudi-ziale delle controversie. Attraverso, infatti, l'ufficio dimediazione della Camera di Commercio di Reggio

Calabria sportello decentrato di Locri, già presente daqualche anno proprio presso la sede Ascoa, potrannoavere luogo le mediazioni tra consumatori e imprese,abbattendo i tempi di risposta alle richieste di giustizia. L'esempio di Locri, sottolinea il Presidente Regionaledell'Unione Nazionale Consumatori, Avv. SaverioCuoco, dimostra come le associazioni possono lavora-re in sinergia ed in maniera ottimale quando lo scopocomune, è finalizzato unicamente alla corretta infor-mazione ed alla tutela dei diritti dei cittadini.

Una stagione fallimentare per afflusso turistico e mare spor-co, ma madre natura ha trovato il modo di rendere quest'e-state locridea memorabile. Sugli arenili delle spiagge diGioiosa Marina e Siderno sono stati rinvenuti due nidi diCaretta Caretta, specie di tartaruga marina a rischio di estin-zione. Nel caso di Gioiosa l'evento era atteso e il nido erastato individuato e monitorato dai ricercatori dell'Unical incollaborazione con i volontari del wwf , invece la schiusa delnido di Siderno ha colto alla sprovvista. Mentre i volontari egli esperti del progetto Tartacare, che da 14 anni si occupa

della nidificazione sulle coste calabresi, sorvegliavano dadiverse notti il nido di Gioiosa, una mattina sono state rinve-nute delle tartarughe appena nate sulla spiaggia di Siderno.L'eccezionalità dell'evento sta nel fatto che la schiusa di unnido nella nostra zona è un evento raro, soprattutto se avvie-ne in spiagge frequentate da persone e quad. È stato neces-sario l'intervento dei ricercatori dell'Unical affinché le tarta-rughe riuscissero a trovare la via del mare e non venisserodisorientate dalle luci artificiali, come purtroppo è avvenutoper un individuo del nido di Siderno, trovato morto nei pres-

si di un lampione del lungomare. Il team Tartacare si è avval-so della cooperazione di un folto gruppo di volontari locali.Sin dai primi giorni in cui il nido è stato transennato gli esper-ti hanno dovuto rispondere alle mille domande dei cittadinie hanno fatto loro capire quanto sia maltrattati i nostri are-nili, spesso considerati come semplici distese di sabbia daspostare a seconda delle esigenze dei lidi o ad uso e consu-mo di quad e fuoristrada. Chissà quanti nidi di tartarugasaranno stati distrutti dal passaggio di mezzi pesanti sullenostre spiagge?

Sulle spiagge tra ruspe e tartarughe

Protocollo d’intesa tre U. N. Consumatori e Ascoa

“sorta di mezzo e non solo i camion. In più, veracroce della 106 sono gli innumerevoli accessiabusivi che spuntano ai lati della carreggiata.Viottoli in terra battuta e stradine appena bitu-mate che s'inseriscono sulla via principale senzaavere le prerogative per farlo. Nessuna autoriz-zazione, nessun segnale che indichi questi inne-sti, tanto che la striscia laterale della statalecorre continua senza essere tratteggiata. Solo lalinea spezzata infatti è segno della presenza diun varco. Basta percorrere un pezzo a piacereper accorgersi di quante proprietà private che siaffacciano sulla strada non sono in regola colcodice, compresi celebri complessi alberghieridel comprensorio, concessionarie di auto e sem-plici case. «La variante sarebbe una vera mannadal cielo - aggiunge Fossella - in più credo che igestori delle strade dovrebbero prevedere unimpiego maggiore delle tecnologie elettroniche,soprattutto dei tutor». Il comandante ci accoglienel suo ufficio anche per dare notizia di un'ini-ziativa di livello nazionale, promossa daAutomotoTv sul canale 139 di Sky e cui aderiscela polizia stradale. Si tratta di un reality che siintitola "Angeli della strada": l'occhio delle tele-camere sale a bordo della Verona 200 e docu-menta in presa diretta il lavoro di una pattuglia,tra controlli, prevenzione, soccorso e lotta allacriminalità. Il programma è già partito il quattroottobre scorso e andrà avanti per otto puntate,ogni venerdì alle 21,30.

Angelo Nizza

I CAMPISIUNADINASTIATUTTACALABRESELi abbiamo incontrati a Caulonia, gio-vedì scorso, con loro abbiamo passatouna bellissima serata fatta di gentevera, prodotti di casa e sapori di altritempi. In questa occasione abbiamoavuto contezza della loro signorilità,ma sempre dinastia restano.

LEZIONIDIPOLITICAASPASSOPERMELITOCon loro siamo stati il venerdì, aMelito per la manifestazione inmemoria del professore Crupi. Mamentre tutti erano in attesa, lo Scerbosi è preso sottobraccio il SenatoreMeduri per una lunga passeggiata.Consigli per la prossima campagnaelettorale a Palizzi?

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 16

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 17

Ricordando Pasquino Crupi , nella vecchia Chiesa di San Leo, inte-ramente recuperata, s'è svolta a Caulonia centro, una conferenza deldirettore Piero Sansonetti sulla “questione calabrese al tempo delladiffamazione calcolata del Sud.Il dibattito è stato presieduto da sindaco Ninni Riccio ed ha visto lapartecipazione di Peppe Campisi già sindaco di Ardore e di RosarioRocca sindaco di Benestare. Entrambi hanno messo sotto accusa unmodo di essere presente dello Stato nel territorio della Locride.Tutte e due i sindaci hanno concordato che uno Stato giusto e demo-cratico sarebbe il migliore antidoto alla presenza della criminalità.Sansonetti ha fatto sue le tesi di Pasquino Crupi ed ha rilanciato :l'Italia intera ha bisogno del Sud, altrimenti non cresce, inoltre lapresenza criminale in Calabria viene utilizzata come un grimaldellocontro il territorio calabrese.Ottima presenza di pubblico. Vivace il dibattito. Credo che Pasquinosarebbe stato contento.

Ricordando Pasquino

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 18

Parlandodi...

ATTUALITÀ

Nella vecchia Chiesa di San Leo, interamente recuperata, s'è svolta a Caulonia centro, una con-ferenza del direttore Piero Sansonetti sulla “questione calabrese al tempo della diffamazionecalcolata del Sud.

Il Rotary Clubdi Melito di Porto Salvoha commemorato il prof. Pasquino CrupiSfuggito ad ogni etichetta, in ogni caso, è stato un

soldato della parola, un combattente solitario,circondato da una corona di amici veri e sinceri,

di varia estrazione ideologica, uniti nell'idea“Nel solco dei valori rotariani, ossia la libertà dei popoli el'emancipazione dall'ignoranza e dalla povertà, trovanoperfetto aderenza con la vita, l'azione, le opere di PasquinoCrupi”. Esordendo così, il dottor Erminio Fiumanò,Presidente del Club, ha evidenziato come i valori che con-fluiscono nel riscatto morale e civile della Calabria, per ilcui raggiungimento Pasquino Crupi ha lottato tutta unavita. Il ricordo di Vito Barresi, direttore editoriale di VideoCalabria, attraverso una lettera, letta dal Past President,Walter Scerbo, ha galvanizzato l'attenzione dei presenti,rapiti dalle sensazioni e descrizione che ne promanavano.Nella rappresentazione plastica di Pasquino “enragè“,arrabbiato appunto, di scrittore e di “giornalista senza tim-bri ufficiali, perché no, senza ordini e richiami”, abbarbica-to alla “roccia dell'indipendenza“, della libertà da qualun-que legame volesse attirarlo a sé, restìo com'era ad esserecatalogato, etichettato come scrittore, entro limiti che lotenessero segregato dentro il “grande condominio dellacultura dominante”. Era “free, lui, categoricamente free”,libero come il suo cuore ed il suo pensiero, libero, quindi,di sentire,di scoprire la verità e di manifestarla a modo suo,piacesse o no agli “altri“, ancora libero di farsi interpretedella sua terra, attraverso “il suo blues cantato come unaraccoglitrice di gelsomino“. Anche gli amici de “La

Riviera”, l'editore Rosario Condarcuri ed il direttore edito-riale Ilario Ammendolìa, hanno posto l'accento sull'unicitàdella poliedrica personalità di Pasquino Crupi, Un grandecalabrese, non abbastanza valorizzato dalla cultura ufficia-le e neanche da quegli ambienti politici a cui, pure, era vici-no per ideologia, ma lontano per sentire e spiritualità. Nesono testimoni incontrovertibili le sue opere. E lo sottoli-neano fermamente Fortunato Nocera, Giovanni Pittari,Oreste Romeo. Il presidente del Parco Nazionaled'Aspromonte, Giuseppe Bombino, si ritiene fortunato peraverne assaporato l'odore dei suoi libri ed il profumo deisuoi sigari, nelle profonde discussioni sulla cultura meridio-nale, interpretata con i valori popolari, costituiti dall'humusdella gente genuina e semplice di Calabria. Il figlioVincenzo, nel ringraziare il Rotary, ha sottolineato come ilpadre “sia sfuggito ad ogni etichetta, ma, in ogni caso, èstato un soldato della parola, un combattente solitario, cir-condato da una corona di amici veri e sinceri, di varia estra-zione ideologica, uniti nell'idea”. Dalla sua solitudine intel-lettuale ha saputo trarre vigore, per assurgere ad esempioe luce per chi intenda e sappia proseguire la via degli studimeridionalistici per l'emancipazione del Sud, in cui indiscu-tibilmente Pasquino Crupi è stato faro illuminante e mae-stro insuperato. (Rosa Marrapodi)

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 19

Un uomo dello Stato, un dirigente seriomeritevole. Parliamo di GiuseppeCarrà, originario di Samo (piccolo

centro della locride) che ha vissuto la sua gio-vane età proprio qui a Siderno.Conosciamolo meglio con questa intervistache abbiamo realizzato in esclusiva per ilnostro giornale. Perchè si dice che ogni carcere è una repub-blica a sé, e quanta discrezionalità ha undirettore?La domanda, chiaramente provocatoria, inrealtà , correttamente interpretata, può dareatto di quanta umanità ci sia all’interno delcarcere e dimostrare come la volontà deglioperatori sia quella di andare incontro alleesigenze della popolazione detenuta nelrispetto della loro dignità e della non prevari-cazione. Infatti, seppure esistono diverse enumerose leggi, nonchè fonti legislative dirango secondario che dettano la disciplina didettaglio, che disciplinano la materia delladetenzione e delle offerte trattamentali, èaltrettanto vero che, ciononostante, moltepli-ci aspetti della quotidianità sfuggono alladisciplina sia all’una che delle altre fonti percui rimangono escluse dalla regolamentazio-ne un numero enorme e variegato di situa-zioni che altro non sono che le necessità del-l’uomo-detenuto. Allora il compito deglioperatori, dal Direttore, alla PoliziaPenitenziaria, ai funzionari dell’area educati-va è quello, da un lato, di individuare le criti-cità esistenti e, dall’altro, cercare di risolverleapplicando la disciplina vigente che, comedicevo prima, è estremamente complessama, al tempo stesso, insufficiente. Pertanto,un determinato aspetto, potrà essere discipli-nato in un certo modo da un Istituto cosìcome potrà essere disciplinato in manieradiversa nell’altro, ma sempre nell’ambitodella cornice legislativa che ho descritto e nelrispetto dei diritti del detenuto e della sicu-rezza dell’istituto. Probabilmente è questo iltratto distintivo che fa la differenza; potràesserci un direttore che privilegerà la sicurez-za mentre un altro potrà essere più portatoper ampliare l’offerta trattamentale e, appa-re ovvio, che da tale scelta discenderannotutta una serie di provvedimenti a cascata chedifferenzieranno gli istituti l’uno dall’altro. E’bene precisare, comunque, che tale discre-zionalità non può mai intaccare quelli chesono i diritti fondamentali dei detenuti e illoro esercizio ( es. colloqui con i familiari,fruizione dei passeggi, scuola obbligatoria,corrispondenza ecc. ecc.) che, comunque,sono garantiti in tutti gli Istituti dellaRepubblica in maniera similare.L’esubero dei detenuti, oltre la cosiddettasoglia della tollerabilità, la costrizione a vive-re in spazi angusti non intacca secondo lei ladignità dell’uomo e ne compromette l’equili-brio psicofisico?Il sovraffollamento e le condizioni dellacustodia fanno del carcere un luogo di ingiu-sta umiliazione e sofferenza. Del fallimentodi un sistema che non riesce ad assolvere alcompito assegnatogli dalla Carta costituzio-nale sono ancora prova i suicidi, gli episodi diviolenza e autolesionismo e l’alto indice direcidiva. I dirigenti penitenziari sono consa-pevoli della gravità di questa situazione che,in vero, annichilisce la persona umana per-ché non riesce a fare della pena uno strumen-to di rieducazione e di reinserimento ma solodi afflizione e produce frustrazione nel perso-nale penitenziario che non solo è, a causa diciò privato dell’alto ruolo di attore del pro-cesso rieducativo della pena che discendedalla Costituzione e dall’ordinamento peni-

tenziario, ma è anche nell’impossibilità diassicurare una detenzione pienamenteconforme alle norme internazionali, costitu-zionali e dell’ordinamento penitenziario.Presso l’istituto penitenziario di Rossano sitrovano circa 350 persone a fronte di unacapienza di circa 200 e questo comporta chesolo grazie alla buona volontà, professiona-lità e impegno degli operatori esiste ancora lapossibilità di realizzare attività che hanno loscopo di rendere la pena non solo punitivama anche riabilitativa.Infine, voglio sottolineare che l’Istituto diRossano gode di una tutela sanitaria per ireclusi che funziona h24.Il Decreto Svuota Carceri del dicembre 2011è servito?Con questo decreto, per la prima volta, si èprovato a realizzare una riforma strutturaledel sistema anche se il testo è stato fortemen-te ridimensionato in sede parlamentarerispetto a quanto aveva proposto il Ministro

della Giustizia. L’intervento normativa, hacercato di avviare un sistema di correzionedegli effetti distorti e distorsivi della custodiacautelare e del ricorso facile alla carcerazionepreventiva tanto che si è cercato di interveni-re - non tanto e non solo - sul fronte dell’au-mento dei posti detentivi ma anche per cer-care di ridurre gli ingressi in carcere ( c.d.effetto porte girevoli) e concedere un mag-giore ricorso alla misure alternative. Tuttavia,nonostante questo provvedimento legislati-vo, che evito di illustrare per ragioni di spazio,il problema del sovraffollamento è rimasto,in buona sostanza, irrisolto tanto che i dete-nuti nel mese di agosto nelle carceri italianeerano 64.873 rispetto ad una capienza di circa43.738 posti letto e, di questi, circa 24.000 -ovvero circa il 40%- si trovano in stato dicustodia cautelare, dunque, in attesa di giudi-zio.Secondo dati del Consiglio d’Europa il 38%dei detenuti in Italia ha una condanna lega-

ta alla legge sulle droghe. Pensa che l’amni-stia potrebbe essere un valido provvedimen-to?Per rispondere a questa domanda deve effet-tuare una distinzione. Difatti, come cittadinosono nettamente contrario all’amnistia perreati di una certa gravità (certo bisogna poiintendersi sul oncetto di reato grave) perchéritengo che il periodico ricorso a tali stru-menti mini fortemente il principio di certez-za della pena lasciando la speranza, a coluiche si accinge a delinquere, che tra processodi primo grado, appello, cassazione e, addirit-tura, dopo la sentenza definitiva ci sarà sem-pre un modo per ottenere uno sconto ( anchecospicuo) di pena e, quindi, uscirne con poco.Quale Dirigente dell’Amministrazione peni-tenziaria e dello Stato, specialmente dopo lacondanna della Corte Europea, ritengo cheun provvedimento di amnistia per reati nongravi possa rivelarsi utile se accompagnata dauna serie di riforme strutturali che riguardino

l’edilizia penitenziaria ma, soprattutto, rifor-me legislative afferenti alla custodia cautela-re, la recidiva, leggi sull’immigrazione e tossi-codipendenza. Dunque, solo se accompa-gnata da questo tipo di riforme, un provvedi-mento di clemenza può evitare di essere vistocome una resa dello Stato ed evitare di inde-bolire la già scarsa credibilità che i cittadinihanno verso la giustizia italiana.Aggiungouna ulteriore questione sul punto che merita,a mio avviso, particolare attenzione. Difatti,accanto alla discussione sull’amnistia, occor-re una seria riflessione anche alle vittime deireati atteso che nell’ordinamento penitenzia-rio c’è l’art. 45 che afferma che “ il trattamen-to dei detenuti e degli internati è integrato daun’azione di assistenza alle loro famiglie”. Inquesto caso si parla di “giustizia ripartiva”che può essere lo strumento, davvero innova-tivo, di concezione di misure alternative alladetenzione.

Antonio Tassone

La Riviera

Un uomo dello Stato, un dirigente serio meritevole, espressione di quellaLocride “sana” ed “onesta” che riesce ad imporsi anche in ambito professionale

Giuseppe Carrà Quale Dirigentedell’Amministrazione penitenziaria edello Stato, specialmente dopo lacondanna della Corte Europea,ritengo che un provvedimento diamnistia per reati non gravi possarivelarsi utile se accompagnata dauna serie di riforme strutturali cheriguardino l’edilizia penitenziaria ma,soprattutto, riforme legislative affe-renti alla custodia cautelare, la recidi-va, leggi sull’immigrazione e tossico-dipendenza.. Solo se accompagnatada questo tipo di riforme, un provve-dimento di clemenza può evitare diessere visto come una resa delloStato ed evitare di indebolire la giàscarsa credibilità che i cittadini hannoverso la giustizia italiana

L’intervista a

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 20

La Posta ...

NOTE E SCHERMAGLIE

PINO ROMEO

In un tempo non molto lontano, in una regione nonmolto lontana, di un Paese non tanto distante ci sichiedeva perché il senso del giusto, ovvero lacomune interpretazione di cosa sia legale o illegalevenisse sottratto al dibattito pubblico e affidato soloa punti di vista, e non solo tali, di alcuni “esperti”.Che ciò avvenisse ed avvenga in comunitàcomplesse per storia e per cultura non sarebbe unanovità. E non è una novità il fatto che l'arroganzacriminale giungesse anche ad influenzarel'andamento di una consultazione elettorale, fermorestando che nessuna organizzazione criminale ha

in se i colori di unpartito, ma èpolicentrica permetodo e obiettiviponendosi al di fuoridelle singole lotte diparte non essendo il“dato” politico ciòche interessa ma ilpossibile risultato. Inpassato un sistemaclientelare, definito edimostrato, haespresso se stesso,attraverso modi e con

metodi incontrovertibili, dominando le scene dialcuni comuni senza che statisticamente il numerodei comuni “sciolti” raggiungesse quello odierno.Nessuna novità insomma nella storiadell'andamento amministrativo. Molte, però, dapensare sull'elevato ricorso oggi a tale strumento. Difronte a ciò due sembrano le riflessioni da fare: Laprima se, posta la maggioranza che indica ilvincitore, vi sia una capacità intimidatrice tale dacoartare la volontà dell'elettore in modo così ampio

da condizionare l'andamento dei flussi elettorali alpunto da far si che la rete delle probabilicompiacenze coinvolga intere popolazioni. Laseconda, se non fosse il caso di definirel'inquinamento ambientale dimostrandolo su baseoggettiva, ovvero sulla reale individuazione dellafattispecie delittuosa a cui si fa riferimentoattribuendo ad un'analisi “sociologica”dell'andamento del voto e delle intenzionidell'elettorato un utile significato interpretativo.Prescindere da simili posizioni di metodo rischia difar sospendere un diritto, quello di voto, nei fattiannullando le volontà espresse e trasformando unademocrazia reale in una sorta di democraziaamministrata. Se così fosse, allora, ci si dovrebbemettere d'accordo su altri due aspetti. Il primo, se sianecessario porre condizioni e limiti allacandidabilità, con riforme di principio sul diritto dielettorato attivo e passivo, magari non valido soloper alcune regioni, e ciò dovrebbe giustificarsi conun modello democratico che punta sulla garanziadelle libertà civili. Il secondo, corollario del primo,se sia altrettanto necessario definire un ulteriorequadro normativo che consenta di poter controllarepreventivamente le liste da parte di organi preposti,ma anche qui si rischierebbe di attribuire ad altri lapossibilità di condizionare comunque la scelta deicandidati, l'andamento delle consultazionimedesime e, quindi, la volontà dell'elettorato. Tra ledue rimane percorribile una strada di buon senso:definire in termini oggettivi attribuzioni specifiche epersonali di reità o correità. Attribuzioni specifichee personali, dalle quali poi, semmai, partire perricostruire un quadro di illiceità che eviti unapresunzione di colpevolezza che, se nonconcretizzata in risultati, si pone come ulteriorelimite ad ogni tentativo di far crescere conresponsabilità e fiducia, sulla base del diritto e deidiritti, le nostre comunità.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Siamo sinceri: avere a chefare con gli Ebrei non è statofacile per nessuno, nemme-no per il loro Dio che li defi-niva “popolo di dura cervi-

ce”, e tra deportazioni in Babilonia,schiavitù d'Egitto, pesti, carestie edaltre piacevolezze del genere non glirisparmiò nessuna sofferenza. Persinoi loro profeti, invece di usare le pro-prie capacità divinatorie per azzeccarequalche sei al Supernalotto del tempoo per sbancare almeno una riffa, siperdevano a predire calamità, l'im-mancabile distruzione diGerusalemme ed a raccomandarel'occhio per occhio e il dente perdente. In fondo l'essere il popolo pre-diletto di Dio per gli Ebrei non è statauna gran fortuna. Per cui non voglia-mo nemmeno immaginare cosasarebbe successo loro se ne fosserostati i più disprezzati: probabilmentenon ne sarebbe rimasto neppure ilricordo. Eppure, questo popolo che ha espres-so geni come noccioline, è ricordatosoprattutto per le sue sventure e peralcuni luoghi dal suono orribilmentesinistro come Auschwitz,Mauthausen, Buchenwald, Treblinka,nei quali abominevoli mostri perpe-trarono i più efferati eccidi. Ed anchese questo non autorizza i loro nipotiagli stermini degli Arabi tipo El Zatar,Sabra e Shatila ed altri, voglio bene lostesso agli Ebrei. Perciò per i cretiniche urlano che uccidere un ebreo nonè reato non provo più nemmeno rab-bia, ma soltanto pena. Però, siccomequando si accendono i roghi sto sem-pre dalla parte delle streghe - un ruoloche in larga misura la storia ha riserva-to proprio agli Israeliti - stavolta che laparte della strega tocca a Priebke iosto con lui. E non per partito preso o,peggio ancora, per ideologia, ma sem-plicemente perché con la morte devo-no cessare anche gli odi. E poi, sedopo circa settant'anni, andiamo aancora chiedere condanne, che sannopiù di vendette che di giustizia, per leFosse Ardeatine e per gente che senon ha superato il secolo vi è moltovicina, dovremmo usare lo stessometro anche per le foibe. E metterealla gogna, insieme a Priebke, anche ilfamigerato comunista capitan Giacca- se ancora vive - che, condannatoall'ergastolo per l'uccisione di ventiduepartigiani della Brigata Osoppo, fugraziato da Pertini nel 1978. Ma cosìfacendo, non si finisce più. Ed allorasmettiamola dopo tanti anni con odied esecrazioni e cerchiamo di vivere in

pace i giorni che ci restano. Ma se pro-prio si vuol persistere, allora ricono-sciamo che della strage delleArdeatine Priebke non fu né il mag-giore, né l'unico colpevole perchéparecchie responsabilità vanno ascrit-te agli attentatori di Via Rasella. Especie a Rosario Bentivegna che pursapendo che vi sarebbero state delletragiche rappresaglie - e non dicano dino perché i bandi dei tedeschi erano lìa testimoniarlo - perpetrò ugualmentel'inutile attentato. E prima che gli esal-tatori della Resistenza, specie quelliche non l'hanno vista nemmeno dalontano, mi saltino addosso, voglioprecisare che lo stesso giudizio lodiede il CLN. E poi, ragionando terraterra, perché gli attentatori permiseroil rastrellamento del Ghetto e neabbandonarono nelle mani dei tede-schi gl'innocenti abitanti invece di pre-sentarsi ed accusarsi del misfatto? Epensare che questi terroristi da stra-pazzo si fregiarono poi persino diqualche medaglia. E va bene, l'Italia èsempre stata quella che è per cui certeonorificenze, specie quelle immerita-te, si possono anche capire. Ma l'averlasciato che fossero gli altri a pagare lapena della loro colpa, più che da eroi,mi sembra da … lasciamo stare.Ed ora veniamo a Priebke la cui colpa,più che l'uccisione di cinque vittime inpiù di quelle comprese nella rappresa-glia, atrocità orrenda, lo so, pare esse-re quella di non essersi mai pentito.Ma ora, a parte il fatto che giudicare levicende di guerra col senso del tempodi pace è un errore marchiano,Priebke non si poteva pentire perchéfacendolo avrebbe riconosciuto diessere lui il colpevole e non Kappler,che a nome di Hitler gli aveva com-missionato quel massacro. Va bene,poteva disobbedire. Ma io vorrei sape-

re quanti di quelli che ora lo attaccanoda morto avrebbero avuto il coraggiodi dire di no a Hitler. E poi come sispiega che quando un ferragosto ditanti anni fa frau Annalise si mise ilmarito Kappler nella valigia e se loportò in Germania, le proteste furonopoche e cessarono dopo qualche gior-no? Certo andarsene da vivi in unavaligia è assai più facile che andarseneda morti in una bara, per cui si puòessere certi che a Priebke sarà difficileripeterci lo stesso scherzetto del suocapo. Ma che si vuol fare, tenerlomorte natural durante nell'aeroportodi Pratica di Mare, dal quale, tra l'altroil feretro pare essere sparito? Nonsarebbe ora di consegnarlo alla fami-glia, desiderosa di seppellirlo e smet-terla con questa inumana crudeltà?Sinceramente questo vilipendio dicadavere, perché ormai di ciò si tratta,non mi sorprende perché in Italia èuna specie di tradizione, basti pensare,tanto per citare qualche caso, a papaFormoso riesumato, processato e but-tato nel Tevere ed a Claretta Petacci,Mussolini ed altri gerarchi sui qualiparecchi orinarono prima di appen-derli per i piedi a Piazzale Loreto. Ma erano altri tempi e certi atteggia-menti se non si possono giustificare, sipuò almeno tentare di capirli. Maadesso no. Il trattamento riservato alcadavere di Priebke da il voltastomacoe, si offenda chi vuole perché non meimporta niente, è più da belve che daessere umani. Lo strano è che i peg-giori criminali nazisti, ben più crimina-li di Priebke, quali Bormann,Heydrich, Goebbels, Himmler e altririposano tranquilli ed in buona parteormai dimenticati. Possibile che soloquesto Priebke faccia più paura damorto che da vivo e che nessuno sivoglia render conto che in questomodo il passo da carnefice a vittima epoi a mito è pericolosamente breve? Epoi perché a Reder, la belva diMarzabotto, il tribunale di Bari con-sentì di vivere in serenità gli ultimigiorni a casa sua in Germania mentrea Priebke non si da pace nemmeno damorto? In conclusione, adesso che se ne èandato, e diciamoci la verità era oraperché non ne potevamo proprio più,finiamola con le vendette, cessiamolacon gli odi perché chi muore ha paga-to e basta. Per questo vorrei che inostri fratelli maggiori Ebrei agendo,e lo so di chiedere troppo, per unavolta da cristiani, sfilassero accantoalla sua bara per sussurrargli“Shalom”, Pace. E poi per evitar loroil disturbo, “eterna” gliel'aggiunge-remmo noi.

L’opinionedi Mario Nirta

Se la democrazia può essere (localmente) sospesa

Shalom

La poesia

Il buchi...buchi...

e si possono seminaresia “cipugli” e pomodori.

Ed il corso principale“cu' crateri” a destra e a mancaforse è stato bombardato!?…glie rimasta solo un'anca!

E viaggiando per Vennarello…imprechiamo a Santo Luca!sia all'andata che al ritornodevi ballare il… buca…buca!

E se le buche vuoi scansaregiochi ad asso piglia tutte…quando poi arrivi a casaauto e ossa son distrutte.

E' da almeno quindici anniche attendiamo qui a Sidernodi tappare almeno… le bucheche aspettiamo? Qualche terno!?

“e vu' cari Cummissarichi formati 'nu tridenti'mbugliati armenu i buca!possibili ca non fati nenti!?

noi le tasche abbiamo pienedi commissari prefettiziperchè le tasse le paghiamo!perciò… dateci i servizi!!

MIMMO MASSARA

Commissari Prefettizidel Comune di Sidernoma quand'è che ci accorgiamoche le strade sono un'inferno?

Oramai in questo Paesenon si trova una buonasono tutte sbudellatedove “lampa” e dove tuona.

Vi è il Corso Garibaldiche le ossa ha di fuori

la Riviera

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 21

….non ascoltatori, ma lettori. Verrebbe la voglia didire Poveri Lettori (in questo caso leggi professori),ma non in senso materiale, se non fosse che le consid-erazioni fatte dall'estensore del testo “Il professoreed il parrucchiere” ci indurrebbero a fare un “mare”di puntualizzazioni. Cosa che naturalmente non fac-ciamo non solo per motivi di spazio ma per lasciare,in questo caso a tutti i lettori, il piacere di arrovellar-si nel dilemma se trattasi di finzione o realtà.Finzione o realtà, comunque sia “l'immiserimento deiprofessori”, e Angilletta lo sa bene, anche lui unlungimirante uomo di scuola come il dirigente scolas-tico Antonio De Leo, non va letto in chiave stretta-mente remunerativa, né tantomeno trattasi di(un)incalliti(o) taccagni(o), ma interpretato in quelprofondo svilimento che è divenuta la professionedocente. Ma perché non si vuole tener conto che, tutto som-mato, essa scuola, è lo specchio fedele di una societàfortemente consumistica? Perché non ci si chiede seil “taccagno di turno” abbia voluto provocare con ilsuo atteggiamento una “regolarizzazione formale”per contribuire alle casse dello Stato e che caratteriz-za buona parte dei rapporti di servizi e prestazioniche affastellano la nostra vita quotidiana?Ma lasciamo perdere, e andiamo al sodo. Quello chemaggiormente colpisce sono le affermazioni sullapresenza femminile nel mondo della scuola cheprovengono da un docente in pensione che al pari delDeLeo sono stati, a loro dire, protagonisti del '68.

Ma? Certo con l'età si perde, tanto per mutuare unterminologia politica, la carica rivoluzionaria e sidiventa nella migliore delle ipotesi riformisti. Pensiamo che forse sarà l'età. Forse. Oppure forse cisi diverte a sparare a zero su una istituzione che quasinessuno vuole difendere? Non lo sappiamo, però aldi là delle personali difficoltà di “genere” anche ioavrei desiderato essere la moglie di un “profession-ista” per evitare tutte le faccende domestiche e prob-abilmente fare “salotto” in qualche “sala dei profes-sori” invece che in una “sala da barbiere”. Al di làdell'ironia, non mi pare neppure eticamente rispet-toso tirare in ballo le “domestiche”, non foss'altro perla cospicua presenza nelle “nostre case” di immigratecomunitarie o extra, in possesso di elevati titoli di stu-dio, che generalmente badano quelli che sono andatiin pensione o sono in età avanzata.E poi, in quel testo si è stati troppo impietosi sulle“donne”. Possono anche non piacere, possono ancheessere oche, possono anche essere mogli di umilissi-mi lavoratori, ecc., ma la dignità di genere non sitocca, soprattutto alla luce dei diritti umani.Che non siano anche questi i modelli di ragionamen-to che hanno portato la scuola a questo livello?Certo, non sono l'Oracolo per ovvie ragioni, ma unavoce femminile (non solo docente) dal coro sarebbepotuta emergere per difendere non dico il genere, maalmeno la professionalità.Ps. e comunque il barbiere è stato liquidato …

Amedeo Macrì

Rispondeil direttore

La confusione è grande sotto il cielo

I pensionati, il parrucchiere...

e... le donne“C'è una specie di uomini che ha il visoimpenetrabile come acqua di stagno, e

serba un ostinato silenzio, perchél'opinione della gente gli attribuisca

saggezza, gravità, e profondità dipensiero: e par che dica: “io sono il sire

Oracolo, e quando schiudo le labbranon si sente un cane abbaiare.” O mio

Antonio, ne conosco di questi, che sonoreputati saggi, solo perché non dicono

nulla: ma io son certo che separlassero, sventurati gli ascoltatori.

(William Shakespeare, Il Mercante di Venezia, Atto I, Scena I).

Il grosso degli elettori chesi recava alle urne pervotare DC o PSI, partitiche hanno garantito ilrilancio dell'Italia, general-mente era gente per bene,

responsabile quando si trattava diragionare per sé e per gli altri. Ainostri tempi, al di là delle similitudiniazzardate, non avrei voluto leggerequelle parole tanto forti scritte daErcole Macrì. Il Pdl-FI sarebbe,come lo è stata la DC, il “lavacro”delle cattive azioni. Curiale e “perdonista” la DC - credoche abbia pensato - vizioso e autoas-solutorio (non dico garantista pernon creare imbarazzi) il partito diBerlusconi e Alfano. Con la negativafase di Tangentopoli arrivarono pureDi Pietro, gli interrogatori in cuitutto era concesso all'inquirente, isuicidi. Botteghe Oscure, di fatto,rimase zona franca e lì i garantisti adintermittenza hanno ancora proble-mi a pronunciarsi. Andiamo avanti : perché la vecchia ola nuova DC ( sicuro che esiste?) è ilporto di chi è “inaffidabile”? Al di làdelle frasi ad effetto, è dura propriosul piano sociologico sostenere que-sto! Continuiamo: “Quelli in coda …sempre telecomandati…”. Per

Scopelliti è vero il contrario, non saessere se non protagonista, parladirettamente con Alfano ( Segretariodel partito), lo stesso ha fatto conBerlusconi. Diverso è chiederci se,oltre questo - stiamo parlando sulpiano interno -non debba fare altro.Ecco, sul piano del partito, facciouna osservazione onesta: Alfano,l'altro giorno, a Reggio Calabria, hafatto un discorso “per intero” daMinistro dell'Interno… e dell'ordinepubblico, poco o nulla ha detto suldisagio sociale e sui partiti che deb-bono funzionare e fare da tramitecon le Istituzioni. A proposito di chi della Locride haincarichi elettivi e di partito nel cen-trodestra e che è stato “monitorato”nell'articolo, che parte già con untitolo stentato, vi dico la mia, fruttodella esperienza e della conoscenza,per la collaborazione che do' ad alcu-ni di loro, con l'obiettivo di aiutare laLocride: Pietro Crinò ha una storiadi autonomia e grande dignità cheparla da sola; Giovanni Calabrese,concentrandosi a fare il sindaco diLocri, da' un segno di responsabilitàe attenua una contraddizione, se c'è,la stessa che ha visto Scopelliti dalladestra approdare, per fortuna, tra lecolombe; Piero Campisi non riesce

solo ad avere contezza che le suequalità vanno “capitalizzate” meglio;Alessandra Polimeno ha talento euna intensità nel lavoro politico chele vengono riconosciuti da tutti; conRiccardo Ritorto non riusciamo adincontrarci e a parlare da parecchioe con Pierpaolo Zavettieri ho sempreparlato tanto e con piacere: per que-sto, con loro due faccio un'economiadi riga scritte. Concludo: “rondini” e “passeri” sonole specie con le quali sono stati classi-ficati da Ercole Macrì i politici presiin considerazione… Le cose nonvengono indicate bene, è evidente:chi non “emigra”, per forma mentale(Crinò) o perché già è dura dovermettere da parte antiche nostalgie(Calabrese) o perché pensa che lesquadre - scout o formazioni dell'ora-torio o sodalizi politici - si tengonounite fino a che è possibile, facendotutti gli sforzi (Polimeno), viene indi-cato come un uccello migratore, larondine ; come un uccello non migra-tore, il passero, viene indicato chiugualmente resta nel Pdl-FI (la dia-lettica interna va bene!): in questocaso, abbiamo un esempio di forza-to disimpegno (Ritorto) o di unacalma che non valorizza tutte lecapacità che possiede (Campisi) o di

una storia, quella del partito sociali-sta organizzato, fuori dalle coalizioniper di più, che non si vuole conside-rare finita (Zavettieri). “La confusio-ne è grande sotto il cielo”.

Franco Crinò

LA RISPOSTAPremesso che, personal-mente, ho sempre avutoqualche difficoltà ad inter-pretare il pensiero politicodell’ex senatore dellaRepubblica italiana,

Franco Crinò, vorrei informare luied i nostri lettori, che la classificadel vertice locale Pdl (da noi pubbli-cata nel numero precedente) è daconsiderarsi solo come il risultatofinale del lavoro e della condivisio-ne di tutta la redazione ad un artico-lo del collega Ercole Macrì.Quest’ultimo, nel corso di un collo-quio informale tenutosi in redazio-ne, ha dichiarato testualmente: “Destra e sinistra”. “C’è chi non rie-sce a vivere senza galleggegiare tral’impero romano e la città di Dio diSant’Agostino”.

La Gerenzala Riviera

Registrazione Tribunale diLocri (RC)

n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica

Italiana AmministratoreUnico

Rosario Vladimir Condarcuri

Direttore responsabile:ANTONIO TASSONEDirettore editoriale:

ILARIO AMMENDOLIAIn redazione:

ELEONORA ARAGONA, DOMENICO

MACRÌ, ILARIA AMMENDOLIA.Art Director: PAOLA D’ORSA

Grafica: EUGENIO FIMOGNARI

COLLABORATORIErcole Macrì, Angelo Letizia,

Nicodemo Barillaro, Mimmo Romeo,Franco Parrello, Daniele Mangiola,

Angelo Nizza, Amedeo Macrì, MarioNirta, Lidia Zitara, Franco Crinò,

Rosa Marrapodi.

Le COLLABORAZIONI non precedute dallasottoscrizione di preventivi accordi tral’editore e gli autori sono da intendersi

gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla

redazione, anche se non pubblicati, nonverranno restituiti.

I SERVIZI sono coperti da copyright dirittoesclusivo di “la Riviera Editore” per tutto

il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si

esprimono giudizi o riflessioni personali,sono da ritenersi direttamente

responsabili.

PUBBLICITÀ

Per richieste di pubblicità rivolgersi a:PI GRECO Comunication srl

Via Gramsci, 72/A info 0964383251

GLI INSERZIONISTI sono responsabilidei marchi e dei loghi pubblicitari nei lorospazi, l’Editore non risponde per eventua-

li dichiarazioni, violazioni di diritti,malintesi, ecc... Tutti i marchi riportatisono registrati dai legittimi proprietari.

STAMPA: Master Printing S.r.l. -Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi -

Gioiosa J.ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica

Italiana, Croanache Italiane

Dal 2003 a cura di Paola D’OrsaCOPERTINE

[email protected]

[email protected] Tel 0964/380159

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 22

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 23

ANGELO LETIZIA

Dopo Roma-Napoli, Cagliari-Atalanta eMilan-Udinese nel week end, il campio-nato oggi completa l'ottavo turno con unaserie di incontri per lo più interlocutori,tra i quali però spiccano alcune “classi-che” come Fiorentina-Juventus e Torino-Inter che, unite a delicate sfide che coin-volgono squadre di bassa classifica e conl'acqua già inaspettatamente alla gola(Genoa-Chievo e, in particolar modo,Sassuolo-Bologna), contribuiscono adaggiungere alla giornata il giusto interessee un pizzico di sale in più. Andando conordine, la domenica di Serie A scatta alle12,30 con Atalanta-Lazio, due squadreche finora hanno viaggiato a correntealternata e ora con davanti l'opportunitàdi rendere più stabile il cammino e unaclassifica ancora incerti. Come anticipato,l'ottava giornata il meglio di sé lo offriràperò nel pomeriggio con Fiorentina-Juventus e poi, in serata, col posticipodelle 20.45 Torino-Inter: nella prima gara,alle 15 all'Artemio Franchi di Firenze, iviola vanno alla ricerca del primo sussultostagionale contro una grande del campio-nato, la Juventus campione in carica non-ché storica e dichiarata rivale sportiva disempre, ancora imbattuta e lanciata spe-dita all'inseguimento della Roma capoli-sta. La Fiorentina con i rientri a pienoregime di Pasqual, Cuadrado e PepitoRossi recupera una buona percentuale delsuo potenziale sulle fasce e in fase d'attac-co, dal canto suo la Juve si presenterà incampo con quasi tutti i suoi uominimigliori, chiaro segnale che prima dellasuper sfida col Real di mercoledì prossi-mo, Conte non vorrà comunque lasciarenulla d'intentato per continuare a salire e

a scalare posizioni verso la testa della clas-sifica. Nell'altro big match in calendario,Torino e Inter invece si sfidano in nottur-na per dare seguito a un campionato chesenza un paio di punti ciascuno persi perstrada, avrebbe potuto riservare anchequalche soddisfazione ulteriore, ma chetutto sommato resta di segno positivo.Ventura e Mazzarri potranno contare più

o meno su tutti i loro “titolarissimi”, cosìcome l'ex tecnico del Napoli amava chia-mare i suoi uomini migliori durante la suaesperienza partenopea. L'insidia perl'Inter, al di là del valore degli avversari,potrebbe venire dalla stanchezza e dal“disordine” fisico e mentale di calciatoriappena rientrati da lunghe trasferte tran-soceaniche a seguito degli impegni con le

nazionali, ma contro un Toro ordinato,quadrato e con le frecce di Alessio Cercial proprio arco, Walter Mazzarri difficil-mente rinuncerà all'ossatura della squa-dra, quella che fino allo stop imposto dallaRoma, era apparsa la più affidabile e allabase del buon avvio di stagione nerazzur-ro. Continuando, si è già detto che la gior-nata vivrà poi di altri due incontri delicati

e, in un certo senso, già orientativi nono-stante le poche giornate trascorse, ovveroGenoa-Chievo e Sassuolo-Bologna. Delledue, la seconda gara è quella che giàpotrebbe lasciare strascichi pesanti, per-ché è chiaro che in caso di sconfitta, perneroverdi o rossoblù (ultimi e penultimi aquota 2 e 3 punti) comincerebbero a tra-ballare entusiasmo e convinzione, renden-do più ampie crepe già evidenti in terminidi risultati e di classifica. In attesa di rispo-ste importanti dal derby emiliano, chiudo-no l'ottava giornata Verona-Parma eLivorno-Sampdoria: al Bentegodi saran-no di fronte due delle squadre più informa prima della pausa, oltre che fra lerivelazioni di stagione, soprattutto nelcaso del Verona appeno ritornato sullascena della Serie A dopo tanti anni di ano-nimato e “cadetteria”. Il Parma a livello dipunti ha fatto meno bene degli scaligeri,ma al pari di loro ha spesso esibito unabuona qualità di gioco e un Cassano dinuovo a ottimi livelli, con tutti i vantaggiche ne conseguono. Potrebbe allora venir-ne fuori una partita gradevole e aperta aogni risultato, probabilità invece menoipotizzabile per l'ultima sfida in analisi, ilderby ligure Livorno-Sampdoria. Se infat-ti il Livorno ha spesso denotato una certavocazione e mentalità offensiva ben inse-rita ed equilibrata in un contesto di squa-dra comunque dignitoso, altrettanto nonsi può al momento dire della Sampdoria,che oltre a condividere con il Bologna ilpenultimo posto, è sembrata finora lasquadra più spenta, fragile e povera dirisorse e d'idee. E del resto, il solo gol rea-lizzato e i 13 subiti in 8 gare, oltre che lospecchio fedele della situazione, ne sonola spietata e preoccupante conferma.Buon campionato a tutti.

Parlando

la Riviera

di...

SPORT

È il giorno di Fiorentina

Juventus

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 24

Parlandodi...

SPORT

Sarà un Siderno particolarmente motivatoe desideroso di fare bene quello chequestopomeriggio scenderà in campo al cospettodel Bianco di mister Leo Criaco. Gli ospiti,che non hanno mai nascosto le loroambizioni di vittoria del campionato, si pre-senteranno al “Filippo Raciti” con le fermavolontà di proseguire la marcia di avvicina-mento alla vetta della graduatoria che si èbruscamente interrotta sabato scorso aBagnara. Il Siderno, dal canto suo, dovràsubito cancellare la brutta prestazione diVilla San Giovanni coincisa con una peantesconfitta per 4-1 che non lascia adito a pos-sibili recriminazioni. Nell'ultima partita, ibianco-azzurri sono apparsi in netta diffi-

coltà anche se le attenuanti per mister Tellinon sono mancate. Intanto qualche gioca-tore ha avuto dei seri problemi fisici primadel fischio iniziale tanto che il tecnico hadovuto fare di necessità virtù schierando unundici molto abbottonato e lasciando inpanchina l'attaccante Figliomeni. Poi anchequalche sbavatura difensiva ed il risultatofinale è li a testimoniare lasfortunata prestazione. Oggi pomeriggio ilSiderno non avrà alternativa se nonottenere l'intera posta in palio. La squadrain settimana si è allenata con grandescrupolo ed attenzione ed anche la societàè stata vicina ai tecnici ed ai calciatori inmaniera assidua tant'è vero che ha deciso

all'unanimità di contattare una personaesperta e capace quale Tonino Russo comenecessaria figura di raccordo tecnico percercare anche di dare maggiore serenità estimoli alla squadra jonica che sarà chiama-ta a risollevarsi dalla deficitaria posizione diclassifica . Del Bianco c'è poco da dire. E' una squadraben assortita con elementi di elevato spes-sore tecnico. Servirà, pertanto, una grandeprestazione per il Siderno anche se gli ospi-ti ovviamente non saranno disposti arecitare la parte della vittima sacrificale.Vedremo quello che accadrà sul rettangolodi gioco.

a.t.

Diciamoci la verità, chi avrebbe mai pensatoche il Roccella dei giovani, quello cheavrebbe dovuto soffrire in questo campi-onato, si trovi quasi al vertice della classificadel massimo campionato regionale di calciocalabrese. Il merito è ovviamente di misterFrancesco Galati ma è anche di chi è riusci-to a costruire questo bel “giocattolo” chedopo lo stop interno iniziale con l'IsolaCapo Rizzuto è riuscito ad inanellare ben 5risultati utili consecutivi. Fermo restandoche la squadra rimane ancora in attesa deidue punti a tavolino relativi alla gara controla Paolana, oggi pomeriggio l'undici jonicotornerà a giocare davanti al proprio pubbli-co per affrontare il temibile Acri. Sulla cartadovrebbe trattarsi una partita abbordabileper Calabrese e compagni che domenica

scorsa hanno dato una prova di grandematurità andando avincere nettamente intrasferta sul campo del Sambiase per 5-1. Irisultati testimoniano di una squadra votataal bel gioco che cerca di imporre il suo giocosia in casa che fuori che ha finalmentetrovato una sua specificaidentità . In attacco,poi, c'è quel Manuel Femia che si sta confer-mando come un goleador di razza capace diconcretizzare la grande mole di lavoroprodotta dal centrocampo. Questasquadra, però, non può prescindere dallefunamboliche giocate del suo talentoMatteo Carbone. C'è entusiasmo aRoccella, sembrerebbe l'anno buono pertentare la scalata alla serie D rimandata glianni scorsi nonostante i grandi sforzi soci-etari. Chi mai avrebbe potuto prevedere

questo inizio di campionato anche alla luceanche della reale forza delle avversarie chevenivano dipinte come schiacciasassi mache , almeno per quanto visto, non sembra-no particolarmente trascendentali. Oggicontro l'Acri servirà una prova di carattere.Intanto, dobbiamo registrare che il Roccellaè stato eliminato dalla Coppa Italia adopera della Palmese che ha battuto il Bocalee che ora affronterà nella semifinale ilGuardavalle. Gli amaranto roccellesi, cheerano i detentori del trofeo, si potranno cosìconcentrare solo ed esclusivamente sulcampionato. Anche per questo riteniamoche la formazione di Ciccio Galati possadavvero riservarci quelle emozioni calcis-tiche che nel nostro territorio, ormai, man-cano da diverso tempo.(a.t. )

Locri: il Comune ha premiato l’atleta

Cosimo PanettaPresso la Sala del Consiglio Comunale, ilSindaco della Città di Locri, GiovanniCalabrese, ha consegnato una targaricordo a Cosimo Panetta, atleta locrese,per gli eccellenti risultati sportivi conse-guiti e per aver onorato e portato in altoil nome di Locri sia in ambito nazionaleche europeo. Infatti Cosimo Panetta,nella disciplina del “Tiro DinamicoSportivo”, è arrivato primo a livellonazionale, risultando così il Campioneitaliano nella sua categoria, e si è classifi-cato in terza posizione agli ultimi campi-onati europei che si sono svolti aSettembre in Portogallo.(lr)

Designazioniarbitrali

d’Eccellenza

Designazioniarbitrali dellaPromozione

Il gruppo storico dei "Giovanotti"cambia nome, e diventa "AmatoriVavalaci Siderni". Colori socialisaranno bianco e azzurri. L’allenatoresarà Mimmo Congiusta. A curare laparte burocratica operativa sarannoMassimo Diano, Antonio Commissoe Michele Staibano. In alto il logodella neonata società società di calciorealizzato da Martino Michelizzi chedell’Amatori Vavalaci Siderni, èanche calciatore.lr

Calcio, arrivano gli"Amatori Vavalaci

Siderni"

Queste le designazioni arbitrali per la set-tima giornata del campionato regionale di

Eccellenza calabrese: ROCCELLA-ACRI

Cavaliere di PaolaSERSALE-ROSSANESE

Rispoli di LocriCORIGLIANO- BOCALESportelli di Lamezia Terme

GALLICO CATONA-S.LUCIDOPalmieri di Crotone

GUARDAVALLE-CASTROVILLARICascella di Bari

NAUSICAA-PALMESEFranco di Locri

TAURIANOVESE-SAMBIASE 1962Cali' di Caltanissetta

PAOLANA-I.C.RIZZUTOBaratta di Rossano

BRANCALEONE-BAGNARESECatanzaro di Catanzaro

BENESTARNATILESE-VILLESE Fiumara di Crotone

DELIESE-RIZZICONI CALCIOCarvelli di Crotone

REGGIOMED.-BOVALINESEParadiso di Lamezia Terme

SIDERNO-BIANCO TAUREANA-SORIANO Idone di Reggio Calabria

POLISTENA-FILOGASOMarasco di Crotone

GIOIOSA JONICA-M.GIOIOSAMichienzi di Lamezia Terme

Il Siderno saggia le velleità del Bianco

la Riviera

Buon inizio campionato per il Mammola Buono l'esordio del nuovo Mammola di Gianni Sciglianoche con un largo successo 4-1 contro L'Allarese ottiene iprimi tre punti stagionali. Capitan Nicodemo Giovinazzoe compagni hanno dimostrato subito di essere in buonasalute giocando una grande partita divertendo il pubbli-co presente al Comunale . Il dato più importante che emerge in questo avvio di sta-gione per il nuovo Mammola , è costituito dall'entusiasmocrescente che si sta creando intorno a questa squadra conGianni Scigliano che ha saputo subito amalgamare crean-do un gruppo pieno di entusiasmo per un progetto desti-nato solo a crescere.Il presidente Pino Neve e il direttore generale Nicodemo

Agostino soddisfatti della prima vittoria affermano “Proprio per rispetto verso la nostra gente, vogliamo vola-re basso senza fare proclami, ma al contempo promettia-mo il massimo impegno, da parte di un gruppo dirigenzia-le che vuole creare nel tempo qualcosa di importante. Ierieravamo una scommessa, oggi siamo una realtà: domani,

vogliamo essere un assoluto punto fermo per fare cresce-re il calcio nel nostro paese e portare i nome di Mammolail più alto possibile da parte nostra l'impegno sarà massi-mo”. Il nuovo allenatore Gianni Scigliano è felice dell'ac-coglienza ricevuta a Mammola ma soprattutto soddisfattodella prova dei suoi ragazzi nell'esordio in seconda catego-ria. “ Sono molto contento,iniziare con una vittoria il cam-pionato era il nostro primo obbiettivo abbiamo incontratoqualche difficoltà iniziale ma poi siamo riusciti a venirefuori molto bene grazie all'impegno di un gruppo di ragaz-zi che ha lavorato molto bene in estate quando abbiamoincominciato la preparazione. Adesso avanti così bisogna andare avanti partita per par-tita senza porsi limiti e senza perdere l'umiltà necessariaper affrontare tutti le sfide di campionato al 100%”. Per ilMammola subito un turno di riposo che servirà alla com-pagine della limina per caricare le batterie in vista dellaprossima sfida di campionato.

N. B.

Il Roccella vede la vetta ma oggi c’è l’Acri

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 25

Oggi a Statte in quel di Montemesola test match impor-tante per le ragazze di mister Sergiano, si sfideranno levice-campionasse d’Italia in quella che vuol diventare ungara importante anche per gli anni futuri. Il Locri arrivaa questa partita con 7 punti in classifica conquistati nelleprime 3 giornate, mentre lo Statte ne ha vinte 3 su 3.Quest’anno è permesso sognare, e di certo il mister etutto l’entourage ci credono a questa possibile impresa.Si resta, comunque, con i piedi per terra, questa è unasquadra che vuole e che deve crescere, il cammino èlungo e adesso non si vince nulla, però vista la distanzaridotta tra le due compagini, per domenica ci si aspettauno spettacolo. “Oggi – afferma Nicoletta Sergiano-abbiamo la partita più difficile del campionato. Il RealStatte è una delle migliori squadre italiane e sicura-mente la candidata numero uno alla testa del girone. Ilnostro calendario – continua il tecnico- ci ha riservato lesfide più difficili in questo mese di ottobre, sicuramentesarebbe stato meglio averle distribuite nel tempo.

Lavoriamo da 50 giorni per creare una mentalità disquadra vincente ma siamo consapevoli che il lavoro dafare è tantissimo e siamo solo agli inizi. Andremo aStatte consapevoli di tutto ciò ma avremo l’obbligomorale di provare a fare la nostra partita alla ricerca delrisultato. Non sarà semplice gestire tatticamente leottime individualità tarantine n’è il loro gioco collauda-to da anni, ma non giocheremo mai accontentandoci neintimorite da alcuno avversario. Sappiamo che i nostripunti per scalare la vetta non dovremmo farli necessari-amente con il blasonato Real Statte ma giocare controloro regala sempre bellissime emozioni soprattutto alletante giovani della mia squadra che hanno tanta vogliadi crescere”. La squadra partirà per Statte con il dgArmeni e lo staff tecnico, già dal sabato, così dapreparare al meglio la partita. A Locri già si sogna qual-cosa di importante e con i ritorni in campo di AntonellaCorio e Samanta Fragola, sognare non è un’illusione.

www.sportinglocri.com

la Riviera

Tiro con l’arco: bella gara a Siderno

Oggi pomeriggio al Comunale di GioiosaJonica il derby che tutta la Locrideattende la super sfida tra Marina diGioiosa e Gioiosa Jonica uno dei tantiderby attesissimi in questo campionato dipromozione. Intanto domenica scorsaancora lui Brogna ha gonfiare la rete e afare esplodere il Ninetto Muscolo per laprima meritata vittoria del Marina diGioiosa contro la Deliese . Una vittoriache i ragazzi di mister Rotondo hanno alungo cercato grazie alla super prova diun collettivo che cresce di partita in parti-ta. :Il tecnico giallorosso è felice per laprima vittoria di campionato ” Ho vistoun bel Marina di Gioiosa voglioso diottenere i primi tre punti del campionato

peccato che nelle precedenti gare la vitto-ria ci è sfuggita per un soffio per direzioniarbitrali che tutti hanno potuto giudicare.Domenica contro la Deliese i mieiragazzi ci hanno provato fino alla fine avincere una gara che non era facile sullacarta ma che siamo riusciti a interpretaremolto bene esibendo un bel gioco facen-do divertire il nostro pubblico. Noi dobbi-amo continuare così oggi pomeriggiocontro il Gioiosa Jonica sarà una tappaimportante che affronteremo convintidei nostri mezzi. Personalmente, ho sem-pre mantenuto la certezza e la consapev-olezza del lavoro che sto svolgendo esono convinto che oggi faremo bene inuno dei tanti derby che ci attende da qui

al termine del campionato”. Il GioiosaJonica è reduce dalla sconfitta di Soriano,la squadra biancorossa in questo avvio distagione sta subendo molte reti e mer-coledì è stata eliminata anche dallaCoppa Italia con la sconfitta diGuardavalle per 2-0 .In tutto l'ambiente c'è fiducia per la sfidadi oggi pomeriggio e nessuno vuole sen-tire parlare di crisi. In settimana le duesquadre hanno lavorato intensamenteper preparare al meglio la super sfida almomento non si conoscono le scelte deidue tecnici: l'unico dato certo e che nelMarina di Gioiosa ci sarà il ritorno diElitro in difesa e quello di Mesiti che hascontato i due turni di squalifica. Nel

Gioiosa Jonica quasi recuperatoRoccisano che potrebbe essere dellagara. Quella di oggi pomeriggio sarà lasfida anche dei tanti ex che in passatohanno vestito entrambe le maglie.L'atmosfera che in questi giorni di metàottobre si respira a Marina di Gioiosa eGioiosa Jonica è difficile da descriveredue cittadine quasi attaccate, in ogniangolo del paese non si parla d'altro el'attesa cresce con le due tifoserie che sistanno organizzando con tanto discenografia perché il derby da questeparti è sempre il derby. Oggi pomeriggioal Comunale è atteso il pubblico dellegrandi occasioni .

Nicodemo Barillaro

Il giorno del grande derby è arrivato: fuori i secondi per Gioiosa-M. di Gioiosa

Sporting Locri:pronti per Statte

Nicola Legrottaglie a Locri il prossimo sette novembre

la Riviera

Sarà a Locri il 7 novembre l’excalciatore della Juventus eMilan, oggi difensore centraledel Catania, Nicola Legrottaglie,con la sua iniziativa “MissioneParadiso”. Il calciatore sarà alPalazzetto dello Sport per l’e-vento, organizzato dal Comunedi Locri e dalla ChiesaApostolica di Locri, “ Liberi di......." con gli Hope Project. Unevento che mette insieme sport,creatività, musica, danza e testi-monianze di fede. Durante lo

spettacolo si assisteranno amomenti di danza, teatro, mimi,tutte performance con l'obietti-vo di diffondere nei giovani ivalori veri della vita. Il campionesarà al Palasport di Locri a rac-contare la sua vita, starà insiemealla cittadinanza e a fine spetta-colo si soffermerà con quantivorranno ricevere un suo auto-grafo e una foto con lui.L’appuntamento è al palazzettodello sport alle ore 20,00 coningresso gratuito.

Si é svolta presso il centro polifunzionaledi siderno la gara interregionale Indoor ditiro con l'arco organizzata dallaA.s.d.Millenium Club di siderno.Alla garahanno partecipato gli arcieri dellaCalabria e delle regioni limitrofe di tuttele etá, dai giovanissimi( che comprende lafascia dai 9 ai 12 anni) fino ai master (dai50anni in poi). La competizione, organizzata tra gli altridalla sidernese Graziella Muià, istruttoretecnico della ASD Millenium Arco Club,si é svolta in due turni divisi fra mattina epomeriggio che hanno visto scontrarsi untotale di 79 arcieri nelle categorie di arcoolimpico compound ed arco nudo. La gara, arbitrata dal giudice della

Fitarco (Federazione italiana tiro conl’arco) Aldo Catanzariti, è servita agliatleti per l'ascesa nel ranking nazionale.Per chi fosse interessato troverà i risultatidella gara nel sito ufficiale della Fitarco.

lr

DOMENICA 20 ,OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 26

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 27

Il suo valore nutrizionale,riconosciuto da tutti i dietologi, larende molto simile al latte di donna,facendone un alimento consigliabileai bambini in crescita, ma anche aglisportivi, agli anziani ma anche aglisportivi, agli anziani, agli anemici, aidepressi, alle persone nervose, agliintellettuali, e a chiunque debbasottoporsi ad uno sforzo fisico

L’uvae le sue proprietà

Definita dagli antichi Greci“nettare degli dei”, è un fruttoche già in Agosto esprime la

sua bontà, l’uva da vino possiede prin-cipi nutritivi di grande importanza,tanto che pane ed uva potrebberonutrire qualsiasi individuo, senzabisogno di altri alimenti.“Le virtù dell’uva sono leggendarie(dice il Prof. Rollat nel suo libro “LeMedicine Parallele”); il suo valorenutrizionale, riconosciuto da tutti idietologi, la rende molto simile allatte di donna (con il vantaggio di con-tenere anche ferro), facendone un ali-mento consigliabile ai bambini in cre-scita, ma anche agli sportivi, aglianziani, agli anemici, ai depressi, allepersone nervose, agli intellettuali e,comunque, a chiunque debba sotto-porsi ad uno sforzo fisico”.

Per le sue proprietà, essa costituisceun rimedio ideale contro le malattiedi cuore, l’ipertensione, l’arterioscle-rosi, l’obesità, le nefriti, la stitichezza,la gotta, i reumatismi, i disturbi delfegato, dell’apparato urinario e dellapelle. Per godere in pieno delle tanteproprietà di questo frutto, lo sidovrebbe consumare con i semi e ivinaccioli, masticando con cura.Per il contenuto salino e vitaminico,oltre a favorire l’attività cardiaca,l’uva stimola la contrattilità dellacolecisti e la produzione dei succhipancreatici, migliorando le funzionidigestive. Il tannino modera l’effettotroppo lassativo degli zuccheri, cosìcome l’enocianina contribuisce atonificare tutti i distretti organici.L’uva è diuretica e nelle stipsi di vec-chia data, l’impiego dell’uva è moltoefficace, sia come frutto, sia sottoforma di spremuta, da bere al matti-no a digiuno.

Pesce bianco, l’uva viene normalmente digerita senza difficoltà

Come regola generale, l’uva deve essere associata solamente con verdurecrude, quali l’indivia belga, il radicchio, la scarola, l’indivia riccia e lepuntarelle.

Nella macedonia di frutta, l’uva può essere utile solo se bisogna potenziar-ne l’apporto in sali, zuccheri ed elettroliti, in individui disidratati e demi-neralizzati, mentre riduce la capacità diuretica degli altri frutti e provoca

un aumento di peso.

Attenzione: la consuetudine di impiegare solo l’uva come pasto seralenon risponde alle esigenze organiche, in previsione del riposo notturno. Infatti, il primo rischio è quello di una iperglicemia durante le ore nottur-ne, con un riposo disturbato dalla frequenza delle minzioni; in secon-do luogo, la deplezione idrica viene prontamente reintegrata il giorno suc-cessivo, senza un reale effetto dimagrante.

Nei pazienti imbibiti, o quando la tendenza fisiologica è quella ditrattenere i liquidi (come in fase ovulatoria o premestruale), l’eccessi-vo apporto di acqua da parte dell’uva può peggiorare il quadro clini-co, in quanto l’escrezione urinaria è inibita dal particolare equilibrioormonale.L’uva non deve essere associata alla bietola, in quanto si verifiche-rebbe un eccessivo apporto di sali minerali, che provocherebbe unaritenzione di liquidi a livello tessutale.

Controindicazioni dell’uva

in piccole pilloleAssociazioni utili...

nutritiveTabellanutrizionale Calorie 69 kcal

Acqua 80.54 gCarboidrati 18. 1 g

Grassi 0. 16 g

Proteine 0. 72 g

Parlandodi...

GUSTO&SAPORI A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 28

Parlandodi...

LIDIA ZITARA

Siderno ha perso innumerevoli occasioni divalorizzare la propria archeologia industrialeo di costruirsi un aspetto gradevole e vivibile.Esemplari in questo senso sono stati l'episo-dio della “pista ciclabile” (virgolettato obbli-gatorio), del restauro della villetta comunalesul lungomare, e quello gravissimo dellademolizione delle arcate del vecchio Mulino,su cui ingegner Vincenzo Papa ha scritto un

breve testo storico contenente un progettoper una riqualificazione da far brillare gliocchi solo a guardarlo. Il luccichìo degli occhisi spegne, a Siderno, quando si parla di via-bilità, ottenebrato da scelte per le quali c'èsolo un aggettivo: ignoranti. Tra i tanti sinda-ci ingegneri di Siderno, nessuno è riuscito adare un volto a questa città sempre più ano-nima, sempre più inguardabile, invivibile,sempre più brutta. Eppure non che nonavessimo le opportunità: begli edifici ce ne

ILARIO AMMENDOLIA

In quanti modi sono stati chiamati gliabitanti del Sud ed in particolare i cala-bresi? Questa domanda si pone e adessa cerca di rispondere Vito Teti, ordi-nario di etnologia presso l'Universitàdella Calabria, nel suo ultimo libroMaledetto Sud(Einaudi).Lo fa da Italiano, pur premettendo chenon è facile per noi calabresi sentirci cit-tadini italiani anche se abbiamo il dove-re di liberarci dalla maledizione di unaidentità “angusta e chiusa” per trasfor-mare il conflitto in “benedizione” evi-tando di elaborare un razzismo di ritor-no che farebbe male soprattutto a noistessi.Con questa premessa l'autore entra nelventre profondo della Calabria e scavaper capire le ragioni di tanti pregiudiziche hanno trasformato negli anni i cala-bresi in “popolo maledetto”.Rileva che nessuno ci chiamava “sudici”prima dell'Unità d'Italia, infatti per laprima volta questa parola venne pro-nunciata da un deputato del Nord nelmomento in cui entravano i deputatimeridionali nel Parlamento di Torino,“sono arrivati i sudici” e da questa escla-mazione nasce l'abbinamento tra ilpopolo meridionale ed il sudiciume.Utilizzata finanche nel presente dalleghista Matteo Salvini che alla festa diPontida pronuncia queste parole: «Sentiche puzza, scappano i cani, stanno arri-vando i napoletani…son colerosi e ter-remotati con il sapone non si sono mailavati…».Certo in tutto il Sud e soprattutto aNapoli le condizioni igienichenell'Ottocento lasciavano a desiderarema non più che nel mondo dei vinti diNuto Ravelli o nelle Langhe di BeppeFenoglio Il professore Teti ricorda conpuntualità le “casette bianche” linde epulite che gli americani (emigranti cheritornavano al loro paese), costruivanoappena raggiunto un minimo di benes-sere, mentre non so se volutamenteabbia omesso di ricordare quantoCesare Pavese, scrittore piemontese,confinato a Brancaleone, sia rimastosorpreso della igiene degli abitanti delpaese, a suo dire, molto più amanti dellapulizia e dell'acqua rispetto a quelli delPiemonte.Ancora più facile per l'autore è confuta-re il pregiudizio di “oziosi” rivolto aicalabresi. Lo fa attingendo ai ricordidella sua infanzia in un piccolo paese delvibonese, oppure ricordando migliaia emigliaia di lavoratori che hanno lottatoper il lavoro e per la terra e che in cercadi lavoro sono partiti verso terre lontane

e, spesso, ostili.Vito Teti coglie a pieno l' etnicizzazionee l'utilizzo che si fa del presunto ozio deicalabresi per giustificare un coloniali-smo interno, arrivando finanche adavvalersi degli studi di Lombroso cheindividua nell'ozio a “seme della stir-pe”(ovviamente della nostra stirpe).Maledetto Sud però non si limita a con-futare i pregiudizi altrui ma sente ilbisogno di mettere in guardia i calabresisu una “mutazione antropologica” incorso nella nostra Terra tanto che per laprima volta il pregiudizio potrebbe “tro-vare riscontro in una realtà invivibile”.La “peggiore Calabria” s'è incontratacon il “peggiore Nord” e le stesse popo-lazioni sembrano aver interiorizzato lostereotipo di calabrese che avevano con-siderato insulto facendo così avverare laprofezia di “razza maledetta”.Maledetti quindi criminali ed in quantotali “palla di piombo” ai piedi del Nord.

Teti sente il bisogno di avvertire che imeridionali “non riescono ad usciredalla trappola che altri hanno teso loroed a volte hanno preparato con le lorostesse mani”. Negli ultimi decenni sottoi nostri occhi sta avvenendo “una grandetrasformazione antropologica che erodedall'interno l'etica contadina della faticae mentre le campagne diventano incol-te, il tempo liberato non si trasforma nèin creatività, né in piacere ma solo innoia, in apatia, in insoddisfazione, incomportamenti criminali.La nostra accondiscendenza ad accetta-re “posti” piuttosto che lavoro nelmondo della produzione è stata esizialeed il rischio, come avvertiva Alvaro, èveder scorrere l'acqua in case ormaiabbandonate ed in campagne senza piùvita.Come tutti i libri di Teti, il testo è avvin-cente e lo stile è del ricercatore serio epuntuale che preferisce rifarsi sempre airisultati della sue ricerche e con questeconfutare i pregiudizi altrui.Una sola sommessa osservazione: oggil'accusa che più sovente ci viene rivolta èquella di essere ‘ndranghetisti. Certo la ‘ndrangheta in Calabria esisteed è stata allevata, cresciuta, strumenta-lizzata dalle classi dirigenti nazionali elocali che hanno avuto saldamente inmano il potere nell'ultimo dopoguerra.Sarebbe stato importante capire se alpari degli antichi pregiudizi oggi la‘ndrangheta non venga strumentalizzataper una diffamazione calcolata verso laCalabria.Teti è un autore prolifico e senza alcundubbio le sue ricerche continueranno edaranno risposte adeguate anche allanostra osservazione.

Maledetto SudProprietà

CiminieraFiorenza

Russo&

Una proposta perdei parchi urbani

“Sudici, ndranghetisti, oziosi, mafiosi, briganti, terroni, pittoreschi,maledetti, melanconici...”

IN EVIDENZAL’autore entra nel ventreprofondo della Calabria escava per capire le ragioni ditanti pregiudizi che hanno tra-sformato negli anni i calabresiin “popolo maledetto”. Rivela che nessuno ci chiama-va “sudici” prima dell’Unitàd’Italia

CULTURA E SOCIETÀ

Un lussureggiante spettacolo naturale lenostre colline che scendono morbide a valleindorandosi festose al caldo sole di Calabria.Alle loro spalle, l'immobile asprezza deglialti picchi dell'Aspromonte meridionale…

Queste collineche incurvano nel solefrivoli assensitra labbra di smeraldoe d'intricati merlettiplanano a valleruzzolando briosei molli fianchi,queste collinenon hanno in cura i montiche con greve sospiroreggono il cielo.Non è alle basse altezzeeguale pondoche grava, invece,sulle possenti vette.

Messaggitemponel

di Daniela Ferraro

Queste colline

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 29

la Riviera

sono stati e ce ne sono ancora, per nulla valoriz-zati, anzi, demoliti per far spazio ad architetturepiù commerciali. Siderno manca totalmente diun parco urbano. Ci sono due squallide pineti-ne ai lati del Municipio, anche quelle più chemalamente riviste in sintonia con l'ignoranza dicui sopra, e con l'ottica, non sempre corretta, diriqualificazioni che non riqualificano un belniente, anzi deturpano. Si stendano veli pietosi sulla villetta in zona“Ecomostro”, su quella vicino all'Ymca, vittimadi un “restauro” pietoso, e sulle occasionali“piazzette” che punteggiano il tessuto urbanodella zona più centrale della città. Sulla manutenzione del verde, più che un velo sidovrebbe stendere una trapunta, un' imbottita.Sulle scalve (potature drastiche) della chiomadelle alberature non basta neanche una trapun-ta, e se per questo neanche un'intera fabbrica dimaterassi. Eppure, qui, ora, avremmo unaoccasione, anzi due. La vecchia fabbrica di mat-toni in zona Portici (fornace Ruffo), e la pro-prietà Fiorenza, adiacente a via delle Magnolie,due relitti della Siderno del passato, che merite-rebbero ben altra destinazione. Attualmenteinfatti entrambe sono vittime di periodici incen-di e spesso usate come discariche. Il recupero diarchitetture di archeologia industriale è unaoccasione imperdibile, golosissima dal punto divista urbanistico. Questi edifici sono oro peruna città, e attorno ad essi si è già creata un'au-ra di interesse modaiolo e quasi di fanatismo,specie da parte di architetti e progettisti di par-chi. L'esempio più noto al grande pubblico è laHigh Line di New York, trasformata da ferroviafatiscente a promenade di gran lusso, su cui pas-seggiare tra negozi Dior ed edifici di ZahaHadid (vincitrice dell'appalto per il Waterfrontdi Reggio, se mai si farà). La vecchia proprietàFiorenza ha invece una vocazione più incline alparco fiorito di stile nordeuropeo, neo-prairie.Anche lì è presente un vecchio edificio e si pos-sono ancora vedere i tubi dell'acqua per l'irriga-zione. Sono elementi che andrebbero esaltati,non solo preservati. Nei pressi, inoltre, c'è ilrudere di un vecchio pozzo, contenente unamaestosa pompa di epoca prebellica. L'edificoandrebbe messo in sicurezza e reso agibile perle visite. Attualmente è indistinguibile da unagran massa di rifiuti che vi vengono depositatiaccanto. Entrambi gli spazi dovrebbero essereacquisiti direttamente dal Comune di Siderno eresi parchi pubblici, in modo che possano esse-re fruiti dalla cittadinanza. Entrambi hanno una posizione strategica, poi-ché sono adiacenti o poco al di sopra di corsoGaribaldi, su cui non c'è nessuna piazza pubbli-ca (a parte le due pinetine vicine al Municipio).Sono ai poli opposti della città, sicché darebbe-ro valore a tutto il paese e non solo ad unadeterminata zona, inoltre condividono il passa-to dell'essere stati destinati ad un uso commer-ciale, produttivo, un fattore che ha caratterizza-to la storia più antica di Siderno. Entrambi sono di grandissimo pregio per laposizione e per il potenziale che hanno: unaimmensa ricaduta sul territorio.

In basso: La vecchiafabbrica di mattoni inzona portici.Sulla sinistra:Proprietà Fiorenza,adiacente a via delleMagnolie

È morto a Roma, all'età di 89 anni, il Prof.Antonio Marando. Era nato a Locri nel 1924. Maquella che egli considerava la sua vera “terra” eraArdore Marina. La cittadina sul mare Ionio e lasua casa in riva al mare hanno fatto sempre partedi lui, anche quando la sua vita si è spostata sualtri scenari: la Napoli dell'immediato dopoguer-ra, dove conseguì la laurea in lettere nel 1946, epoi Roma, la sua città fino alla fine dell'esistenzalunga e piena. Roma era il sogno del teatro, lagrande passione che per alcuni anni fu anche ilsuo lavoro: l'Accademia Silvio D'Amico, in cuistudiò accanto a giovani allievi che si chiamavanoVittorio Gassman, Nino Manfredi, Paolo Panelli,Bice Valori e le prime regie teatrali. Non fu ilmondo per tutta la vita il teatro; ma anche quan-do la sua attività si è rivolta all'insegnamento, diquell'esperienza gli è rimasto il grande amore peril palcoscenico e lo spettacolo. Lo ha trasmesso alfiglio Raffaele bambino portandolo a veder reci-tare i suoi vecchi compagni di corso diventati cele-brità, i quali lo accoglievano sempre con affetto incamerino dopo lo spettacolo. Gli è rimasto, inde-lebile, anche l'effetto dei corsi di dizione dellaSilvio D'Amico.Quella pronuncia chiara, unita aduna voce profonda e stentorea, è stata una delleragioni di successo nell’ insegnamento. È stato un uomo di cultura vero. La cultura comepromozione dell'uomo e riscatto sociale autenti-co.La cultura l'ha dispensata a generazioni di adole-scenti delle superiori; ha insegnato all'Universitàdi Castel Sant'Angelo fino al limite massimo del-l'età. Amava farsi ascoltare e sapeva come cattu-rare l'attenzione dell'uditorio ed affascinarlo. Laletteratura italiana, che l'ha impegnato nella ste-sura di un testo scolastico con il grande GiuseppePetronio dal titolo Letteratura e Società, recensi-to dai maggiori critici dell'epoca e soprattutto lastoria, una passione trasmessagli dal suo grandeindimenticato maestro Federico Chabod, sonostate le sue grandi passioni oltre al teatro.La storia studiata su miglia di volumi, insegnataanche all'estero in missioni in Africa e in AmericaLatina, ma anche la narrativa di ogni epoca epaese.La scoperta di nuovi autori l'appassionava:Sepulveda, Marquez, Jorge Amado ed altri gran-di scrittori italiani e stranieri ebbero su di lui ungrande fascino, non meno grande di quello prova-to per gli autori italiani suoi contemporanei:Pasolini, Moravia. Camilleri, Sciascia ecc.A Mario La Cava lo legava un'antica grande ami-

cizia. La Cava lo ricorda diverse volte nella suacorrispondenza con Sciascia, raccolta nel libroLettere dal centro del mondo. E poi nel libroCorrispondenze dal Sud Italia racconta un episo-dio che dà del personaggio l'esatta dimensione delsuo attaccamento alla letteratura: Anno 1956prima edizione del Premio Crotone vinto daLeonida Repaci con il libro. Un riccone torna allasua terra e da Leonardo Sciascia con Le parroc-chie di Regalpetra. Antonio Marando ha contrat-to matrimonio da poco. Saputo che a Crotone peril premio letterario erano arrivati i massimi espo-nenti della letteratura italiana, cioè i suoi idoli:Remo Cantoni, Giacomo De Benedetti, ConcettoMarchesi, Mario Sansone, Carlo Emilio Gadda,Giuseppe Ungaretti, Umberto Bosco. Pier PaoloPasolini e molti altri: il prof. Marando con la suagentile consorte, comparsi in teatro non invitati,poco prima di Ungaretti, i quali avendo appresotardi la notizia del premio, avevano preferito viag-giare gran parte della notte, percorrendo daArdore quasi 200 km in macchina, pur di assiste-re ai festeggiamenti di Crotone in onore di Repacie di Sciascia. Con loro era Titta Foti di Siderno,direttore del “Gazzettino del Jonio”, il nuovofoglio settimanale… Addio Professore, molti di noi vi ricorderannocon affetto ed ammirazione, per il vostro valore distudioso e letterato, e per l'attaccamento allanostra Calabria ed al nostro mare.

Fortunato Nocera

È venuta a mancare unafigura della cultura calabrese:Antonio Marando

IL RICORDO

Si è svolto nei locali dell'IPSSA“Dea Persefone” di Locri un con-vengo, presieduto dalla Dott.ssaMaria Macrì e avente comeospite Salvatore De Riso, notoaccademico della pasticceria ital-iana. Davanti a una folta plateacomposta da studenti, docenti epersonale ATA, De Riso ha pre-sentato il suo ultimo libro dal tito-lo “Dolci facili facili” in cui, congrande semplicità, proponenuove e gustose ricette perdessert, merende e colazioni.Salvatore De Riso, noto al pubbli-co televisivo per la sua costantepartecipazione alla “Prova delCuoco” condotta da Antonella

Clerici, da 25 anni delizia lacostiera amalfitana con le suecreazioni dolciarie intrise di pro-fumi e colori del luogo. Partendodagli esordi nel piccolo laborato-rio di famiglia in cui, giovanissi-mo, ha appreso i “trucchi delmestiere”, egli ha raccontato aigiovani i momenti più significatividel suo percorso lavorativo fattodi passione, sacrificio e serietà.Incitando i ragazzi a studiare conimpegno, De Riso ha messo l'ac-cento su cultura e professionalità,premesse fondamentali percostruire il proprio futuro. Gli stu-denti dell'Istituto hanno ascoltatocon attenzione e interesse i con-

sigli del noto pasticciere parteci-pando attivamente con specifichedomande e originali interventi.La Dott.ssa Macrì, ringraziandoSalvatore De Riso e i presenti perla cortese partecipazione, ha sot-tolineato l'importanza della cul-tura che, unita al piacere disfogliare un libro, deve“affascinare” le nuove gener-azioni. «Il libro ha un piacere inti-mo che non può essere sostituitoda Internet - ha ribadito la Preside- è parte di noi perché stimola lacreatività». Era presente all'incon-tro anche l'assessore di Locri condelega alla Pubblica Istruzione eSviluppo area archeologica Anna

Rosa Sofia, la quale ha ribaditoquanto sia fondamentale, par-tendo dai giovani, la conoscenzadel proprio territorio. A conclu-sione del convegno, Salvatore DeRiso ha messo in risalto «la neces-sità di apprendere bene le tec-niche di lavorazione adoperando iprodotti migliori senza scendere acompromessi perché l'eccellenzaitaliana viene sempre e ovunquepremiata». L'Istituto Alberghiero“Dea Persefone” si riconferma,pertanto, una grande fucina diopportunità formative adeguatealle esigenze attuali in ambitoprofessionale.

Francesca Albanese

Salvatore De Riso al “Dea Persefone”di Locri

Nella foto Oliveto, Salvatore De Riso,Albanese, Maria Macrì

Noto al pubblico televisivo per la suapartecipazione alla “Prova del Cuoco”

condotta da Antonella Clerici,

Hop hop hop somarello, trotta trotta, il mondo è bello

Parlandodi...

Pensando

Bruno e il famosomatriciano di Roma

Rosso di sera...

Carramba!!! Che sorpresa

Al ritrovo della "Lapa", a buon intenditorepoche parole.

ATTUALITÀ

Fedelissimo

DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 30

Brindando

Sorridendo

Quando vide che era deciso a rimanere si buttòsu di lui legandosi come una colla e non si stac-cava mai per la gioia e l'emozione d'amore chesentiva per lui”.”Non so cosa sta succedendo dentro di me ma unpensiero focoso spinge la mia volontà e il miopensiero mi dice che tu hai bisogno di qualcunoche ti protegga e sono io che ti amo da quell'i-stante che ti ho visto, mi sento rinascere e misento come un bambino che vuole stare vicinoalla sua mamma. Ti prego dimmi chi sei e dovemi trovo e se mi ami non mi mandare via, fammirimanere qui accanto a te per dividere i proble-mi della mia vita”. “Il mio nome è Emma e vivo con una donnamaledetta e bugiarda, non so chi è lei, ma lasento è una donna diabolica, delle volte mi lasciasola e parte per missioni segrete, non so dove va

e cosa fa ma se ti trova qui quando torna ti ucci-de perciò è meglio che vai”. “Emma io ti amo dalprofondo del mio cuore, senza del tuo amore l'a-nima mia muore”. Enzo ed Emma si ubriacaronoe giurarono amore e fedeltà per il resto della lorovita. Passarono una settimana felici e giorni ricchidi dolci carezze. Era mezzanotte e c'era un silen-zio infinito, tutto ad un tratto una nuvola passò ecoprì il cielo stellato, un tuono, un lampo, un ter-ribile temporale apparve nell'aria. Scese la piog-gia e un vento batté la finestra della stanza diEmma che capì subito e saltò dal letto e gridò aEnzo di andare via “salva la tua vita! Vattene!” poiEmma cadde a terra, sembrava morta. Dalla fessura della porta entrò un lampo che illu-minò tutta la casa, apparve una donna dal voltoscuro, capelli bianchi, alta, magra e vestita dirosso, somigliava a un diavolo.

I suoi occhi neri e lucenti scrutavano la stanza diEmma come un gatto. Enzo ancora stava dor-mendo e disse: “ tu dormi piccolo moccioso,prima devo sistemare Emma e poi penso a te”.Trascinò Emma priva di sensi in una stanza mor-tuaria, la mise su due tavoli, le spirò l'anima e laimprigionò nelle siepi selvatiche. Torna nella stanza ardente e butta lo splendidocorpo della ragazza ai lupi affamati che la divo-rarono senza pietà. Entrò nel salotto e si truccò ilviso e il corpo come se fosse Emma e chiamò“Enzo svegliati! Non sei stanco di dormire?” Enzo si alza e laabbraccia e gli sussurra: “dove sei stata?” “Sonoandata a controllare le mie proprietà, parte delraccolto è andato distrutto, ma tu non ti devipreoccupare di queste cose, stammi vicino,dimmi che mi vuoi bene, ti amo amore mio”. Si

aggrappava a quel corpo giovane e muscoloso,lo guardava strettamente negli occhi facendoglidimenticare quel viso d'angelo di Emma, e siinsinuava nella sua anima come se fosse lei, loaveva stregato. Da quello strano amore nacqueuna bambina e la chiamarono Rosa.Passavano gli anni e Rosa cresceva velocemen-te. Intano il cane fortunatamente era tornato acasa e i famigliari di Enzo lo hanno accolto conamore e gioia ma volevano sapere dove avesselasciato il suo padrone. Il cane sentendo le vocipietose dei famigliari si innervosiva e correva nelcortile abbaiando, per far capire la storia che ave-vano vissuto. Con i denti afferrava i pantaloni del nipote diEnzo, Marco, che aveva solo sedici anni perandare a trovare il suo padrone. Il giovane era unragazzo sveglio e capì i sentimenti del cane, così

lo seguì. Il ragazzo si animò di coraggio e disse aBobby “andiamo a trovare mio zio” e si misero acamminare verso quel terribile bosco.Rosa era già adulta e non aveva quella voglia dia-bolica di fare stregoneria come faceva la madre.Dopo una dura giornata di lavoro si chiudevadentro una stanza a pregare la Vergine Maria diportare la pace nel cuore di tutta la popolazione.La madre sentiva queste implorazioni e ne erainfastidita, così prendeva una frusta e la frustavadi continuo. Enzo vedendo quella scenata cerca-va di difendere la figlia. “Quella donnaccia, questa maledetta viperavelenosa, sembra una tigre affamata”. I suoicapelli erano bianchi e lunghi, il suo viso mostru-oso, le mani scheletriche, vestita di rosso eimpolverata di cenere. Enzo la guardò doman-dandosi: “è lei?” allora il cuore si fermò e cadde

per terra morto. Di colpo lei si avventò su Enzodicendo: “maledetto misterioso uomo selvaggio,verme!” lo sdraiò sul letto e gli spirò l'anima dalcorpo dicendo che era quello che si meritava.Afferrò il corpo e trascinandolo in una stanzasegreta lo buttò a dei cani affamati e andò alegare la sua anima nella siepe selvatica delbosco. Rosa la seguì e con l'aiuto della VergineMaria riuscì a scoprire tutti i segreti della madre.Quella donna malefica tornò a casa e si stese sulletto, l'anima gli uscì dal corpo e volò come unafarfalla sperduta nell'aria. Rosa approfittò diquesto e dette fuoco a quel corpo distruggendocon lei anche tutta la casa, facendo rimanere soloun mucchio di cenere e carbone. Rosa intanto sinascose dentro una voragine aspettando ilritorno dell'anima della madre.

Domenico Ubaldo (continua)

QuintaPuntata Un viaggio senza ritorno

la Riviera

la Riviera

DOMENICA 20 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 31

Amici ritrovati

Oggi vedrai la tua casa diversa dal solito: c'è qualche fiore in più, qualche decorazione in più esopratutto un emozione in più. Oggi per la prima volta vedrai camminare verso te l'amore,avrà dei passi lenti e saranno accompagnati da una melodia non nuova per le tue orecchie mache questa volta è suonata per te. Le tue mani oggi toccheranno e solleveranno un velo di stof-fa e scoprirai gli occhi e il volto dell'amore di tutti i giorni ma oggi con un sorriso in più e unapiccola lacrima di gioia nuova. (N.T.)

rramba!!! Che sorpresa L'amore cresce alimentato da altrettantoamore e cammina a passo con l'insegna-mento che le si vuol dare. Camminateassieme nel rispetto reciproco e alimentate-vi l'un l'altro con piccole dosi di bontà, coc-cole, affetto e quanto di più bello possa esi-stere per colmare il cuore di gioia il tutto viarricchirà di amore immenso.Auguri, dalla tua mamma e da tutte le per-sone che vi vogliono bene!!!

Viste le tante richieste che giungono alla redazione per

la pubblicazione di foto di auguri,non riuscendo ad

accontentare tutti, ricordiamo ainostri lettori che le foto

sono a pagamento

A volte le prediche non sono inutili ed a voltedicono anche la verità. Soprattutto quando lascia-no senza parole. Soprattutto quando affondano ildito nella piaga del credente praticante in appa-renza. Una vecchia, ma mai desueta sagomapopolare che compare ogni tot di credenti prati-canti nelle chiese di paese. Nel tempo essa èmutata, assumendo costumi e modi diversi; si èresa protagonista delle celebrazioni, ostentandopratica e grammatica. Quella sera, la sera dell'in-coronazione della madonna del Rosario, aBenestare, probabilmente si aggirava nella bellis-sima chiesa ornata per accogliere ed omaggiareMaria. E se si aggirava, si sarà anche arrestatadinanzi alle parole forti, pregnanti, pungenti diDon Pino Strangio. Un uomo che ha parlato atutti gli uomini presenti, che ha colto nel segno,che ha chiosato senza remora “a che serve venirein Chiesa se non andiamo d'accordo con la nostravicina di casa. A che serve!”. Don Pino è statochiaro, diretto, immediato in un paese, Benestare,che sta attraversan-do una fase difficile.Un momentaccio,per così dire. Egliha voluto scuoterela comunità attra-verso l'affettivitàche la lega allaMadonna delRosario. U n ' a f f e t t i v i t àimportante, sentita; un legame intenso, di “sudu-ra” appunto, che fa di questa festa una delle piùpartecipate della Locride. La madonna delRosario preservò il paese di Benestare dalle disa-strose conseguenze del terremoto del 1783; daallora la popolazione le è indissolubilmente lega-ta. Da allora, da quel miracolo detto “della sudu-ra”, Benestare è la sua Madonna. E perché Benestare è la sua Madonna, Don Pinoha deciso di parlargli proprio dinanzi allaMadonna, non ancora incoronata, ma Signoraper forza e grandezza d'animo. L'omelia di DonPino è stata davvero come una scossa.Inaspettata, preoccupante dal punto di vista del-l'impatto emotivo, e dunque senz'altro efficace. Per la prima volta è stato detto, in soldoni, chel'andare in chiesa non significa essere di chiesa,intendendo con essa carità, amore, fratellanza,trasparenza. La chiesa deve camminare a fiancodella vita di tutti i giorni. La chiesa è in ogni gior-no ed in ogni azione. Inequivocabilmente rivoltoad ogni comunità, il monito di Don Pino non halasciato spazio all'interpretazione. Battersi il pettopuò anche non significare nulla, se nella quotidia-nità batto con parole ed azioni un mio fratello. Aquesto punto, meglio rimanere fuori.

Se qualcuno sgama il credentepraticante in apparenza.

La locride alla sagra della Castagna a Manziana

Sproloquie

di Filomena Cataldo

Loqui

Sabato 12 ottobre, ospiti a Manziana in provincia diRoma, in occasione della sagra della castagna, le ragazzedel gruppo “Progetto Farasha”.Il “Progetto Farasha” è composto da un gruppo di ragaz-ze provenienti da vari paesi della Calabria, che hanno in

comune la passione per la danza popolare e per le diver-se tradizioni del sud Italia. Il Progetto diretto da Giovanna Scarfò, cantante e balle-rina del gruppo “Mimmo Cavallaro e Cosimo PapandreaTaranproject”, è formato da un gruppo ragazze che, nellaloro semplicità, possiedono velleità artistiche nel ballo, nelcanto, nella recitazione e nel suono di strumenti musicaliantichi (tamburelli, tamburi a cornice e castagnole), checonsentono di dar vita ad una iniziativa culturale di ampiorespiro; musicisti (chitarrista, percussionista, organettistae bassista) che insieme alle ragazze creano il giustoambient affinché gli spettacoli possano catturare l'atten-zione del pubblico per tutto il tempo della loro durata.ll “Progetto Farasha” propone due tipologie di spettaco-lo etnico- culturale che prende spunto sia dalla tradizionepopolare Grecanica - Calabrese, Pugliese- Salentina eCampana sia da generi musicali più moderni; nello speci-fico si tratta di uno spettacolo di danza-teatro (dal titolo“A passo intrecciato”) ed uno spettacolo etnico-musicale-culturale (denominato “Serata a Ballu”).Entrambi si pro-

pongono appunto come un viaggio antropologico-cultu-rale attraverso il sud d'Italia partendo dalla punta piùbassa dello stivale, la nostra Calabria, passando per laPuglia tra danza e mitologia, giungendo fino allaCampania e al suono vibrante della tammorra.

PROGETTO FARASHA

la Riviera