La pittura come emozione
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La pittura come emozione
La pittura come emozioneProgetto di libera espressione creativa
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La pittura come emozioneProgetto di libera espressione creativa
Realizzato da Fondazione Dopo di Noi Bologna onlus
Da un’idea di Andrea Benetti, con la collaborazione di Susanna de Paolis,
Silla Guerrini, Laura Panzacchi, Erminio Trillo.
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Dopo aver prestato la mia opera di volontariato per diversi anni presso l’associazione ANFFAS, dovetti interrompere per mancanza di tempo. Mi ero però ripromesso di riprendere, vista la gioia
che avevo tratto da quell’esperienza, veramente imparago-nabile ai piaceri che proviamo nella vita quotidiana. Era un benessere interiore, che riempiva il cuore, fin quasi a farlo scoppiare.
Fu così che, dopo aver meditato sul da farsi, mi balenò l’idea di legare il mio ritorno al volontariato, alla professione che attualmente svolgo, ovvero il pittore.Iniziai a pensare ad un collegamento e giunsi alla conclu-sione che non avrei mai insegnato a dipingere, poiché ho sempre sostenuto che l’arte è principalmente un’intuizione istintiva, che abbiamo dentro di noi. E fu proprio rifletten-do su questa “intuizione istintiva” che mi venne l’idea di proporre un approccio all’arte, non influenzato dall’insegna-mento. Ognuno di noi ha il proprio modo, più o meno spic-cato, di approcciarsi alla creatività. Proprio quell’istinto puro che l’idea del progetto voleva veder affiorare in ciascuno dei partecipanti.Si trattava di creare un gruppo affiatato, dove emergesse in maniera naturale la voglia di creare attraverso il disegno e la pittura.Altra componente primaria del progetto consisteva nella gestione dei dipinti, una volta terminata la prima fase ope-rativa.La mostra con le opere doveva essere allestita in un luogo di prestigio, con un catalogo professionale ed un dvd, che documentasse le varie fasi del progetto.Poco dopo la nascita dell’idea, conobbi casualmente (ma a volte credo che siano segni del destino) Susanna de Paolis, una bravissima pittrice, che lavora alla Fondazione Dopo di Noi Bologna onlus, un ente che opera a favore di persone con disabilità. Le esposi i concetti di base del progetto ed ella fu subito entusiasta, aiutandomi fin dall’inizio a concre-tizzare la mia idea.
Per la realizzazione, occorrevano dei pittori, che dessero la loro disponibilità per gestire insieme il progetto.Pensai subito a Silla Guerrini che, oltre ad essere una cara amica e ad avere una marcia in più nei rapporti interpersona-li, è a mio giudizio una pittrice di caratura elevatissima.Silla, come del resto ero certo, sposò subito la causa e, ad una cena a casa mia, iniziammo a ragionare sull’applicazione pratica, valutando tutti gli aspetti tecnici.Poi, incontrai casualmente alla stazione di Bologna Erminio Trillo, un altro talentuoso pittore della mia stessa città, un amico di vecchia data. E proprio a lui avevo pensato come possibile componente della “squadra”. Anche Erminio, che non vedevo da molto tempo, quando sentì di che cosa si trat-tasse, volle esserci senza nemmeno pensarci un istante.Poi, qualche sera dopo, parlando dell’iniziativa ad una caris-sima amica, mi resi conto che avevo davanti a me il quinto elemento, di cui necessitavo. Era Laura Panzacchi, creativa a tutto tondo, rivelatasi nel corso del progetto, importan-tissima nell’instaurare un clima di armonia e coesione nel gruppo che si era formato.
Ad integrare la squadra, Silla chiamò Matteo Passigato, un eccellente professionista, operatore e montatore video, presente ad ogni nostro incontro con la telecamera ed il ma-teriale professionale necessario ad effettuare le riprese. Un modo per documentare le varie fasi del progetto e realizzare un video artistico sull’esperienza, da distribuire in dvd, insie-me al catalogo della mostra.
Seguirono vari incontri, per esporre il progetto ai responsa-bili della Fondazione Dopo di Noi Bologna onlus, le difficoltà non erano poche ma subito si unirono al mio entusiasmo, pensando che la riuscita del progetto avrebbe portato ottimi risultati.
Era così giunto il momento di incominciare!
Cinque pomeriggi, distribuiti in circa due mesi di tempo, ci aspettavano insieme ai ragazzi che avevano aderito.Al primo incontro, iniziai con un discorso di presentazione.Il concetto di base era che il percorso che stavamo inizian-do, faceva parte di un progetto sperimentale, che richiedeva l’impegno di tutti, poiché tutti eravamo allo stesso modo elementi fondamentali per la realizzazione.Iniziammo, quindi, a conoscerci e si creò fin da subito un clima di sano divertimento, in cui ognuno di noi “raccontò” se stesso agli altri.Il clima nel gruppo di lavoro si predispose al meglio, condi-zione ottimale per esprimersi artisticamente, senza alcun tipo di inibizione.Non nego che il timore di un blocco personale davanti ad una tela bianca era stato preventivato, ma con immensa gioia, sparì quasi subito, quando tutti insieme iniziammo a disegnare e successivamente a dipingere.Questo era già il primo successo del gruppo. L’armonia e la coesione creatasi aveva fatto saltare eventuali imprevi-sti, quale la timidezza od altri blocchi, più che naturali, che avrebbero potuto ostacolare la riuscita del progetto.Nella serie di incontri, ogni partecipante ha creato almeno un dipinto e vari disegni; ma la cosa straordinaria è che, a giudizio di tutti, inclusi amici esperti di arte, la qualità dei lavori è risultata eccelsa.Il secondo successo era arrivato, molto più ampio di quanto potessimo aspettarci alla vigilia ed era il frutto dell’impegno di tutti.Il gruppo aveva raggiunto l’obiettivo ed io correvo eccitato da una tela all’altra, guardando incredulo la qualità dei risul-tati ottenuti e complimentandomi entusiasticamente con gli autori.Concludendo questo breve racconto vorrei ricordare Cesira Berardi, Tiziana Roppoli e Luca Marchi, che hanno accom-pagnato le mie prime esperienze nel volontariato e che ora guidano le attività della Fondazione Dopo di Noi Bologna on-lus, dove il mio progetto ha trovato realizzazione.
È stata un’esperienza magnifica, che intendo ripetere, poi-ché ho assaporato di nuovo quella gioia che riempie il cuore e che non sentivo ormai da troppo tempo.
Andrea Benetti
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La pittura come emozione
Progetto di libera espressione creativa
Quando Andrea Benetti, l’ideatore di questo interes-sante progetto, me lo illustrò, rimasi un po’ stupito su come egli, e la squadra di pittori che aveva crea-to, potessero “traghettare” nel mondo dell’arte, in
un sol passo, persone che non avevano mai dipinto prima.Era una scommessa molto ambiziosa e non priva di rischi, ma conoscendo la determinazione con cui Andrea porta avanti le proprie idee, pensai che il gruppo di lavoro avrebbe potuto raggiungere un ottimo risultato.Ed infatti, vedendo la qualità complessiva delle opere cre-ate, mi stupisco per come i partecipanti a questo progetto sperimentale, che in parte si trovavano per la prima volta dinnanzi ad una tela bianca, abbiano saputo esprimere la propria personalità in maniera così eccelsa e variegata.Ognuno di loro ha espresso la propria personalità pittorica, in maniera ben definita, lungi dalle “scopiazzature” o da ba-nali interpretazioni di cose già viste.
I dipinti che sono emersi da questo progetto esprimono tutti un messaggio, uno stile, una forte voglia di esserci, per of-frire una propria visione dell’arte al mondo.Ciò è stupefacente. In un mondo in cui tutto pare già detto e fatto, sicuramente le personalità emerse da questo corpo di opere, sembrano infischiarsene della crisi creativa che at-tanaglia il mondo dell’arte; tutti hanno dipinto come se vi fosse una fonte creativa nascosta, dalla quale attingere a piene mani.
Una nave tronca “inghiottita” tra un mare ed un cielo, rea-lizzati con colori suggestivi; il ritaglio in bianco e nero di una figura sotto ad un cielo abbozzato; una porta rossa immersa nel bianco, che apre uno squarcio di cielo... passando per fragole surreali sospese nello spazio, fino ad arrivare ad un astrattismo puro, con accostamenti di colori azzardati, ma di grande gusto ed effetto e via dicendo...Insomma, il risultato artistico ottenuto da questo progetto sperimentale è, a mio parere, da considerarsi un grande suc-cesso, andato oltre le migliori aspettative della vigilia.L’idea iniziale, da cui partiva il progetto, era quella di non insegnare a dipingere, ma stimolare la vena creativa, che quasi sempre risiede in ognuno di noi, prima che essa ven-ga condizionata dall’apprendimento, che spesso fa perdere l’originale purezza.
Un plauso meritato, quindi, a tutti coloro che hanno parteci-pato e creduto al progetto, poiché hanno creato un prece-dente, che spero possa ripetersi con la stessa intensità che ho percepito da questo delizioso corpo di opere.
La “scommessa” della Fondazione Dopo di Noi Bologna onlus e di tutti i pittori che vi hanno preso parte, è vinta e sono certo che avrà il giusto risalto nella qualità dei luoghi ove si terrà la mostra e nello spazio che sarà offerto dalla stampa, poiché tutti intuiranno l’elevata qualità del risultato ottenuto.
Gregorio RossiCuratore del Museo di Arte Contemporanea Italiana in America
Curatore del Padiglione “Natura e sogni”
alla 53. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
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Paolo Baschieri
Gialli di Perry Masonacrilico su tela, 50x50 - 2009
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Andrea Benetti
Cavallo a dondoloolio e hennè su tela, 50x50 - 2009
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William Bersani
Al cavalacrilico su tela, 50x50 - 2009
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Luca Bordoni
Gabbiani contro pesci rossiacrilico su tela, 50x50 - 2009
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La pittura come emozione
Ivan Cattani
Il mare coloratoacrilico su tela, 50x50 - 2009
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Susanna de Paolis
Ti pensotecnica mista su legno, 50x50 - 2009
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Carolina D’Onofrio
La pianuraacrilico su tela, 50x50 - 2009
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Silla Guerrini
MANGIAMI!olio su tela, 50x50 - 2009
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Massimo Loberti
Nave a bagnoacrilico su tela, 50x50 - 2009
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Renato Marino
Un altro soleacrilico su tela, 50x50 - 2009
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Elisabetta Minarelli
Liberta: divieto d’accessoacrilico su tela, 50x50 - 2009
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Simona Nanni
Le tre vetteacrilico su tela, 50x50 - 2009
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Laura Panzacchi
Omaggio a Frida??? acrilico su tela, 50x50 - 2009
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Erminio Trillo
Sena titolotecnica mista su tela, 50x50 - 2009
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I genitori di un figlio con disabilità si domandano
“Cosa sarà di lui dopo di noi ?”
La Fondazione Dopo di Noi Bologna opera dal 2003 realizzando progetti
e servizi innovativi per garantire un futuro sereno alle persone con disabilità e ai loro familiari.
Un argomento complesso, che coinvolge delicatissimi aspetti emotivi, ma anche concreti
problemi giuridici, economici, assistenziali ed abitativi.
Attraverso interlocutori qualificati la Fondazione Dopo di Noi Bologna propone:
SPERIMENTAZIONE DI PROGETTI ABITATIVI:
“• Casa in Città”, un appartamento dove imparare a vivere in gruppo anche lontano dai genitori
Appartamenti di Sostegno• , per consolidare esperienze di vita indipendente
Appartamenti Protetti• , per permettere al genitore anziano di continuare a vivere serenamente
insieme al figlio
INTERVENTI INDIVIDUALIZZATI
Interventi personalizzati• , per rispondere ad esigenze particolari della persona con disabilità
o dei suoi familiari
INFORMAZIONE E CONSULENZA
Sportello di Informazione Giuridica• , per aiutare i familiari a scegliere gli strumenti più adeguati
a tutelare il futuro dei propri cari
C• orsi per Amministratori di Sostegno, affinché ogni persona non autonoma possa avere
al fianco un ‘legittimo rappresentante’ che ne curi gli interessi.
La Fondazione Dopo di Noi Bologna opera sul territorio di Bologna e provincia.
Un futuro sereno per gli adulti con disabilità
ViaTiarini22•40129Bolognatel0515873837•fax0515873839www.dopodinoi.org•[email protected]
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La pittura come emozionePaolo Baschieri
Andrea Benetti
William Bersani
Luca Bordoni
Ivan Cattani
Susanna de Paolis
Carolina D’Onofrio
Silla Guerrini
Massimo Loberti
Renato Marino
Elisabetta Minarelli
Simona Nanni
Laura Panzacchi
Erminio Trillo
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rafic
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Si ringrazia
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