La morte ...e poi? Quando muore la morte?

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Sulla morte si è detto tanto, troppo e nulla nello stesso tempo, resta sempre un tema poco compreso è forse il più controverso sul quale dibattere. Sono molte le domande che spesso ci facciamo o che sentiamo intorno a noi: Perché esiste? C’ è altra vita dopo questa? Possiamo contattare i defunti? E altre ancora… Molte di queste domande sono avvolte nel mistero, permeate da dubbi ed incertezza. Questo tema evoca sentimenti contrastanti, dal timore, allo sconforto, alla paura, passando per tristezza e disperazione, in alcuni casi anche a depressioni. Il distacco dalle persone amate, non è mai facile; per questo alcuni credono che il defunto non è morto completamente e che ora vive in una dimensione diversa. Alcuni credono che siamo energia e torniamo ad esser di nuovo tali; altri pensano che torniamo a reincarnarci in un nuovo corpo; altri credono che l’amina si stacca dal corpo e continua a vivere in paradiso o all’inferno. Poi c’è anche chi non crede in nulla e pensa che tutto finisce con l’ultimo respiro. C’è veramente tanta confusione su questo argomento, e l’uomo non ha tutte le risposte, ma c’è un Dio che ci dà tutte le risposte giuste sul tema. In questo studio vedremo cosa Dio dice, siete pronti per aprire i vostri occhi in un viaggio affascinante?... 1. Come siamo stati creati da Dio in origine? Genesi 2:7 Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente. Risposta: In origine l’uomo è stato creato dalla polvere della terra. Dio, per creare Adamo, formò un corpo dalla polvere della terra e poi soffiò in lui un alito di vita. Perché la vita esista sono necessari un corpo e l’alito di vita. Il testo non dice che Dio diede un’anima all’uomo, ma che l’uomo divenne un’anima vivente (o essere vivente). La parola ebraica

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Sulla morte si è detto tanto, troppo e nulla nello stesso

tempo, resta sempre un tema poco compreso è forse il

più controverso sul quale dibattere. Sono molte le

domande che spesso ci facciamo o che sentiamo intorno

a noi:

Perché esiste? C’ è altra vita dopo questa? Possiamo

contattare i defunti? E altre ancora…

Molte di queste domande sono avvolte nel mistero,

permeate da dubbi ed incertezza. Questo tema evoca

sentimenti contrastanti, dal timore, allo sconforto, alla paura, passando per tristezza e

disperazione, in alcuni casi anche a depressioni. Il distacco dalle persone amate, non è mai

facile; per questo alcuni credono che il defunto non è morto completamente e che ora vive in

una dimensione diversa. Alcuni credono che siamo energia e torniamo ad esser di nuovo tali;

altri pensano che torniamo a reincarnarci in un nuovo corpo; altri credono che l’amina si

stacca dal corpo e continua a vivere in paradiso o all’inferno. Poi c’è anche chi non crede in

nulla e pensa che tutto finisce con l’ultimo respiro. C’è veramente tanta confusione su questo

argomento, e l’uomo non ha tutte le risposte, ma c’è un Dio che ci dà tutte le risposte giuste

sul tema. In questo studio vedremo cosa Dio dice, siete pronti per aprire i vostri occhi in un

viaggio affascinante?...

1. Come siamo stati creati da Dio in origine?

Genesi 2:7 Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò

nelle narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente.

Risposta: In origine l’uomo è stato creato dalla polvere della terra. Dio, per creare Adamo, formò un corpo dalla polvere della terra e poi soffiò in lui un alito di vita. Perché la vita esista sono necessari un corpo e l’alito di vita. Il testo non dice che Dio diede un’anima all’uomo, ma che l’uomo divenne un’anima vivente (o essere vivente). La parola ebraica

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nephesh, tradotta in questo passaggio con anima, è stata tradotta con diverse altre parole nell’Antico Testamento: anima, vita, creatura, persona. Per avere la luce, è necessario che ci siano una lampadina e la corrente elettrica: LAMPADINA + ENERGIA ELETTRICA = LUCE L'UOMO Secondo la concezione biblica, è l'insieme di due elementi:

CORPO + SPIRITO = ANIMA VIVENTE

Da notare e sottolineare bene, che il testo sacro NON parla di un'anima che sarebbe "dentro"

l'uomo, ma parla dell'uomo come ESSENDO "un'anima vivente", dopo aver ricevuto lo Spirito

della vita da parte di Dio.

L'ANIMA (in ebraico "nefesh" - in greco "psyke")

Questo termine compare più di 800 volte nella Bibbia, tradotto spesso con "persona, vita,

creatura, ecc.". Questa parola può esser usata per indicare:

a) Vita fisica, corporea, persona tangibile.

b) Simbolicamente, è intesa anche come sede delle passioni, dei sentimenti, delle emozioni,

ovvero è il carattere, la personalità di ognuno:

Proverbi 13:4 > "L'anima del pigro desidera e non ha nulla, ma l'anima dei solerti sarà

pienamente soddisfatta."

Anche gli animali hanno ricevuto il dono della vita ed hanno inoltre una loro personalità,

quindi sono anime viventi (l'anima non va confusa con lo spirito: non è tramite l'anima che

entriamo in contatto con il nostro Creatore, altrimenti anche gli animali ne avrebbero la

facoltà, che è invece esclusivamente umana, di comunicare con Dio):

Genesi 1:30 > "E ad ogni animale della terra e ad ogni uccello dei cieli e a tutto ciò che si

muove sulla terra ed ha in sé un soffio di vita (la Versione Luzzi ha una nota in calce: "Ebraico:

un'anima vivente"), io do ogni erba verde per nutrimento. E così fu."

Apocalisse 16:3 > "Poi il secondo angelo versò la sua coppa nel mare, ed esso divenne sangue

come di morto ed ogni essere vivente che si trovava nel mare morì."

(Il greco dice: "ogni anima vivente" e si sta parlando di animali, evidentemente)

Compreso questo, che l’uomo NON ha un Anima ma è un Anima, passiamo alla seconda

domanda.

2. Cosa succede quando una persona muore?

Ecclesiaste 12: 7 e la polvere ritorni alla terra

com'era prima e lo spirito torni a DIO che lo ha dato.

Giobbe 34:14,15 Se Dio dovesse decidere in cuor suo di

ritirare a sé il suo Spirito e il suo soffio, ogni carne

perirebbe assieme, e l'uomo ritornerebbe in polvere.

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Risposta: I due elementi Corpo e Spirito si scindono e ritornano da dove sono venuti, il corpo

alla polvero e lo spirito torna a Dio.

Se Dio ritirasse il Suo soffio vitale, ogni essere vivente morirebbe; “Poiché tu sei polvere, e in polvere ritornerai” (Genesi 3:19). Se stacco la spina, tolgo la corrente elettrica alla lampadina; il risultato è che non ho più luce. Per avere la luce ho bisogno di entrambi gli elementi; se ne manca uno, non ho più luce. Così è per la vita: se manca uno dei due elementi, polvere e alito vitale, ho assenza di vita. Se tolgo l’alito vitale, tutto quello che rimane è soltanto polvere:

POLVERE (CORPO) - ALITO DI VITA (SPIRITO) = CORPO SENZA VITA

LO SPIRITO (in ebraico "ruah" - in greco "pneuma")

a) Fisicamente parlando, lo spirito è inteso come principio vitale, respirazione, fiato che

entra ed esce dal corpo:

Giobbe 17:1 > "Il mio respiro si spegne, è giunta la fine; una tomba è pronta ad

accogliermi." (TILC) – (respiro = soffio vitale nella NR; spirito nella ND)

b) Nell'ambito spirituale, è la sede dell'intelligenza, della ragione, della coscienza

morale, è la parte superiore dell'uomo, che risiede ovviamente nella sua mente,

mediante la quale egli può mettersi in contatto con il suo Creatore:

I Corinzi 2:11 > "Infatti, chi, fra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito

dell'uomo che è in lui? E così nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio."

3 L’anima, quindi è immortale?

Ezechiele 18:4 Ecco, tutte le anime

sono mie; tanto l'anima del padre come

l'anima del figlio sono mie. L'anima che

pecca morirà.

Risposta: No! Ogni anima che pecca MUORE, perché è la persona stessa. In questo versetto, la parola tradotta con anima è nepesh, la stessa usata in Genesi 2:7; la parola anima quindi non indica un’entità che sta dentro di noi e che alla morte esce dal nostro corpo per proseguire il suo viaggio nell’aldilà. Indica semplicemente la vita stessa della persona; il testo afferma che la persona che pecca morirà ed esclude che l’anima sia immortale. L’apostolo Paolo affermò che Dio è “il solo che ha l’immortalità” (1Timoteo 6:16); Adamo ed Eva, prima del peccato, erano immortali, ma per vivere in eterno avevano bisogno di continuare a mangiare il frutto dell’albero della vita. Dio cacciò Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden dopo il peccato proprio perché non avessero più accesso all’albero della vita che avrebbe permesso loro di vivere per sempre (cfr. Genesi 3:22-24). L’uomo non è più immortale e non possiede dentro di sé un’anima immortale; l’uomo non ha già vita eterna in sé, ma questa gli è offerta da Dio in dono.

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4 Perché si muore, come è entrata la morte?

Romani 5:15 Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su

tutti gli uomini.

Risposta: Dio aveva creato l’uomo perché vivesse per l’eternità; il peccato ha rovinato il piano di Dio. È proprio a causa del peccato che la morte è entrata nel mondo; Adamo ed Eva diventarono mortali e non poterono perciò passare ai loro figli l’immortalità che essi stessi non possedevano più. Il primo inganno di Satana aveva a che fare proprio con la morte; il serpente disse a Eva che mangiando il frutto dell’albero della

conoscenza del bene e del male non sarebbero morti, come invece aveva detto Dio (cfr. Genesi 3:4-5). Purtroppo ancora oggi molti sono ingannati da Satana riguardo cosa rappresenti la morte per l’uomo. L'immortalità, secondo l'insegnamento ispirato della Parola di Dio, è CONDIZIONATA all'accettazione del dono della grazia da parte dell'uomo: Romani 6:22-23/2:6-7 > "Ora invece, essendo stati liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna. Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.... che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle opere di bene."

5 Dove andiamo dopo morti? Salmo 115:17 > "Non sono i morti che lodano l'Eterno, né alcuno di quelli che scendono nel luogo del silenzio (tomba)." Ecclesiaste 9: 10 Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non c'è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza.

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Risposta: La Bibbia insegna chiaramente che i morti non sanno nulla; nella morte non c’è

lavoro, né pensiero, né conoscenza, né sapienza. Alla morte, i pensieri stessi degli uomini cessano di esistere. Chi crede che l’anima sia immortale pensa che la persona sia cosciente dopo la morte e che l’anima dei salvati vada subito in cielo per lodare Dio: la morte, però, è definita dalla Bibbia il “luogo del silenzio”. Lo spirito che ritorna a Dio non è una mente cosciente; non c’è coscienza nella morte. In nessuna parte della Bibbia allo "spirito" si attribuisce vita propria o sentimenti, facoltà intellettive né altro, è solo un fiato è il respiro stesso dell’individuo è l’Alito di Vita di Dio. La Bibbia insegna chiaramente che alla morte si entra in un sonno incosciente. Senza consapevolezza del tempo che passa né del luogo dove ci si trova. Gesù stesso usa questa similitudine (sonno = morte) parlando della morte dell'amico Lazzaro, che Lui stesso va a svegliare (risorgere). Dimostrando così, che Lazzaro nei 4 giorni dentro al sepolcro non era andato né alla presenza di Dio né in paradiso né inferni né in altri luoghi, ma era semplicemente “addormentato” in un sonno incosciente. Giovanni 11:11-14 Dopo aver detto queste cose, soggiunse: «Il nostro amico Lazzaro si è addormentato, ma io vado a svegliarlo. Allora i suoi discepoli dissero: «Signore, se dorme si riprenderà». Or Gesù aveva parlato della sua morte, essi invece pensavano che avesse parlato del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto». Anche l’insegnamento dei discepoli è tale come quello del Maestro, vediamo cosa scrive Paolo: 1Tess 4: 13,14 Ora, fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati. L’apostolo Pietro, nel suo sermone alla Pentecoste, affermò che il re Davide, morto circa 1000 anni prima, non era ancora salito in cielo (cfr. Atti 2:29,34); Dio disse: 1 Re14:8 “ … come il Mio servo Davide che osservò i Miei comandamenti e Mi seguì con tutto il suo cuore facendo solamente ciò che era giusto ai Miei occhi ” Atti 2: 29 Fratelli, si può ben liberamente dire intorno al patriarca Davide che egli morì e fu sepolto; e il suo sepolcro si trova tra di noi fino al giorno d'oggi... 34 Poiché Davide non è salito in cielo, anzi egli stesso dice… Secondo questa descrizione, possiamo essere certi che Davide sarà tra i salvati, uomo giusto e retto, secondo il giudizio di Dio. Eppure non è ancora in cielo; riposa ancora nel sonno della morte! Con questi testi chiarissimi, decade anche il concetto cattolico secondo cui le anime subirebbero il giudizio divino subito dopo la morte, venendo distribuite fra inferno, purgatorio e paradiso, non trova riscontro nel chiaro insegnamento biblico del sonno incosciente della morte. Contraddicendo inoltre le parole di Cristo, il quale afferma che l’incontro con Lui avviene al Suo Ritorno e non prima. 1 Tess. 4 15-17 Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati, perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore.

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Testo chiarissimo, tutti i morti di ogni tempo vedranno il Signore e staranno alla Sua presenza quando Lui ritorna, nessuno è alla presenza di Dio in questo momento. Nota: la Bibbia ci mostra anche delle eccezioni come Enoch Mosè ed Elia, che sono già viventi, ma con un corpo spirituale, sono già resuscitati. La Bibbia esclude categoricamente la vita senza un corpo, o fuori dal corpo, che sia fisico mortale o fisico celestiale, ma sempre con un corpo tangibile. 1 Corinzi 15 42-54 Così sarà pure la risurrezione dei morti; il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile. È seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita pieno di forza. È seminato corpo naturale, e risuscita corpo spirituale. Vi è corpo naturale, e vi è corpo spirituale. Così sta anche scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; ma l'ultimo Adamo è Spirito che dà la vita. Ma lo spirituale non è prima, bensì prima è il naturale, poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo. Qual è il terrestre tali sono anche i terrestri; e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, porteremo anche l'immagine del celeste. Or questo dico, fratelli, che la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio; similmente la corruzione non eredita l'incorruttibilità. Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati, poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l'incorruttibilità e questo mortale rivesta l'immortalità. Così quando questo corruttibile avrà rivestito l'incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito l'immortalità, allora sarà adempiuta la parola che fu scritta: «La morte è stata inghiottita nella vittoria».

5 Possono i morti comunicare con noi, vederci o sentirci?

Ecclesiaste 9: 6 Anche il loro amore, il loro odio e la loro invidia sono ormai periti, ed essi non avranno mai più alcuna parte in tutto ciò che si fa sotto il sole.

Giobbe14:14 Se l'uomo muore, può ancora tornare in vita? Aspetterei tutti i giorni del mio duro servizio, finché giungesse l'ora del mio cambiamento … 21 Se i suoi figli sono onorati, egli non lo sa; se son disprezzati, egli non lo nota.

Risposta: La Bibbia dice NO! In modo categorico. I morti non vedono e non sentono nulla! Sono in un sonno inconscio in attesa di risorgere alla fine dei tempi dopo il ritorno di Gesù Cristo.

Chi c’è dietro le apparizioni dei “defunti” o di santi, madonne ed alieni vari?

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Aprendo una parentesi sull'occultismo (vedi studio a parte), si può quindi affermare con sicurezza che i morti non possono comunicare con i viventi, né apparire in alcuna forma. Nelle sedute spiritiche, dunque, non si entra in contatto con anime di morti, ma con demoni che li sanno ben imitare, prendendo il sembiante della persona quando era in vita, imitando la voce a perfezione, un vero travestimento, ingannevole; ecco perché sono così pericolose e condannate severamente nella Bibbia come pratiche sataniche. Non devono trarre in inganno neanche le azioni “positive” che si hanno con queste manifestazioni, gli episodi sovrannaturali come: falsi miracoli o guarigioni, oggetti che si spostano, profumi esaltanti, il sole che si sdoppia, esseri luminosi nel cielo o in terra ecc. ecc… sono manifestazioni sataniche.

2Corinzi 11:14 Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce.

2Tessalonicesi 2:9-11 … per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati. Perciò Dio manda loro una potenza d'errore perché credano alla menzogna;

Apocalisse 16:14 Essi infatti sono spiriti di demoni che fanno prodigi e vanno dai re della terra…

Deuteronomio 18:10-12 Non si trovi in mezzo a te chi faccia passare il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco, né chi pratichi la divinazione, né indovino, né chi interpreta presagi, né chi pratica la magia, né chi usa incantesimi, né un medium che consulta spiriti, né uno stregone, né chi evoca i morti, perché tutti quelli che fanno queste cose sono in abominio all'Eterno;

6 Con quale inganno è entrata la morte?

Genesi 3:4 Allora il serpente disse alla donna: «Voi non morrete affatto;

Apocalisse 12:9 Così il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, che seduce tutto il mondo, fu gettato sulla terra;

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Risposta: Il primo inganno di Satana aveva a che fare proprio con la morte; il serpente disse a Eva che mangiando il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non sarebbero morti, come invece aveva detto Dio, ed è avvenuto come Dio aveva preannunciato. Inoltre questo inganno si protrae ancora oggi, questa menzogna del “non morirete affatto” la possiamo vedere disseminata in tutte le religioni o pseudo tali: Cattolicesimo, Evangelici, Mormoni, Animisti > Anima immortale Filosofie orientali, Buddismo ecc > Nirvana Paganesimo, New Age, Panteismo, ecc > Reincarnazione Il nemico di Dio, ha operato grandi miracoli (falsi) attraverso i secoli, grazie a questa menzogna, con operatori ai quali ha dato dei “poteri” di: veggenza, divinazione, magia ecc ecc,

Anche nella Bibbia vediamo alcuni dei suoi operatori:

I maghi d’Egitto in Esodo 7:11-

La pitonessa Endor, 1 Samuele 2 28: 3-25

Stregoni e maghi ed astrologi in Daniele 2:2

Una ragazza posseduta da un demone di divinazione in Atti 16:16-18

Inoltre si è infiltrato anche in molte chiese, attraverso falsi ministri di culto e falsi predicatore dell’Evangelo, esattamente come Gesù Cristo aveva predetto in Matteo 24.

2Corinzi 11:14, 15 Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere.

Matteo 24:24,25 Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e miracoli tanto da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto.

Apocalisse 13 13,14 E faceva grandi prodigi, facendo persino scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini, e seduceva gli abitanti della terra per mezzo dei prodigi…

7 Perché i Figli di Dio non sono ingannati?

Atti 17:11 Or costoro erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica e ricevettero la parola con tutta prontezza, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se queste cose stavano così.

2Timoteo 3:16 Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia

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Risposta: Uno studio regolare e costante della Bibbia, accompagnato dalla preghiera,

possiamo ricevere da Dio tutte le risposte alle nostre domande. Iddio nella Sua Parola ci rivela la Sua volontà, sta a noi metterci all’ascolto della Sua voce e mettere in pratica i suoi insegnamenti, pronti a correggere ogni idea o dottrina errata, che abbiamo appreso o ricevuto.

8 Come possiamo tornare a vivere?

Che cosa promette Gesù a chiunque crede in Lui?

Giovanni 11: 25,26 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chiunque crede in me, anche se dovesse morire, vivrà. E chiunque vive e crede in me, non morrà mai in eterno. Credi tu questo?»

Giovanni 6:40 Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».

Risposta: Gesù stesso insegnò che la morte è un sonno; il suo amico Lazzaro, fratello di Marta e Maria, si era ammalato ed era morto. Nel dialogo di Gesù con Marta troviamo una promessa meravigliosa: “Io sono la risurrezione e la vita” (v. 25); chi crede in Gesù, anche se muore, vivrà di nuovo. La tomba non è la fine di tutto per il credente; la morte è solamente un sonno in attesa della risurrezione! Da specificare che: Lazzaro è morto per la seconda volta durante la sua vita, ma tornerà a rivivere nuovamente, quando il Suo amico Gesù ritorna. Gesù ha in mano le chiavi della morte; la morte non ha avuto potere su di Lui e non l’avrà nemmeno su chi avrà creduto in Lui. Gesù ha sconfitto la morte e chiunque crede in Lui la sconfiggerà per sempre!

Apocalisse 1:17, 18 Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli mise la sua mano

destra su di me, dicendomi: «Non temere! Io sono il primo e l'ultimo, e il vivente; io fui morto,

ma ecco sono vivente per i secoli dei secoli, amen; e ho le chiavi della morte e dell'Ades.

. Giobbe 19:25-27 Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si leverà sulla terra. Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio. Lo vedrò io stesso; i miei occhi lo contempleranno, e non un altro.

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11 Con che corpo risorgiamo?

1Giovanni 3:2 Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.

Luca 24:37 Ma essi, terrorizzati e pieni di paura, pensavano di vedere uno spirito. 38 Allora egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché nei vostri cuori sorgono dei dubbi? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono io. Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io».

Risposta: Il Suo era anche un corpo tangibile, benché glorioso e non più soggetto alle leggi della natura che ancora ci governa; infatti, poteva comparire d'un tratto in mezzo ai discepoli, che erano in casa "a porte chiuse" (Giovanni 20:26). Anche noi riceveremo un corpo spirituale non più soggetto all’invecchiamento o alle malattie, ed ognuno riceverà la sua ricompensa secondo il suo operato in vita II Corinzi 5:10 "Poiché dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quand'era nel corpo, secondo quel che avrà operato, o bene, o male."

Matteo 16:27 "Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo con i suoi angeli; e allora Egli renderà a ciascuno secondo il suo operato." L'apostolo, nel suo famoso capitolo dell'epistola agli Ebrei, in cui cita esempi di fede dell'Antico Testamento, parla dei patriarchi come di persone che aspettavano una Patria Celeste in cui abitare per sempre, di cui la terra promessa di Canaan era solo una piccola anticipazione. Alla fine del capitolo conclude dicendo che tutti costoro non hanno ancora ricevuto il premio di entrare in quella Patria, perché vi entreranno insieme a tutti i credenti delle future generazioni: Ebrei 11:10,13,14,16,39-40 > "(Abramo) aspettava una città che ha i veri fondamenti e il cui architetto e costruttore è Dio... In fede morirono tutti costoro, senz'aver ricevuto le cose promesse, ma avendole vedute e salutate da lontano, e avendo confessato che erano forestieri e pellegrini sulla terra. Poiché quelli che dicono tali cose dimostrano che cercano una patria... Ma ora ne desiderano una migliore, cioè una celeste; perciò Iddio non si vergogna d'esser chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città... E tutti costoro, pur avendo avuta buona testimonianza per la loro fede, non ottennero quello ch'era stato promesso, perché Iddio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, ond'essi non giungessero alla perfezione senza di noi."

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I Corinzi 15:22-23 "Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno nel suo proprio ordine: Cristo, la primizia; poi quelli che son di cristo, alla sua venuta." Paolo descrive le caratteristiche del corpo dei risorti e di coloro che, essendo trovati vivi sulla Terra al ritorno di Cristo, saranno trasformati senza passare attraverso la morte: I Corinzi 15:42-44/51-53 "Così pure della resurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile, e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile, e risuscita glorioso; è seminato debole, e risuscita potente; è seminato corpo naturale (in greco 'psikikon' = dominato dall' "anima", dalla natura non rigenerata e peccatrice), e risuscita corpo spirituale (in cui domina solo lo "spirito", la natura peccatrice non esiste più). Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d'occhio, al suon dell'ultima tromba. Perché la tromba sonerà e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati. Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità." Dio conserva lo spirito (o soffio vitale) di ogni persona morta; tutte le informazioni sulla sua vita, il suo carattere, il suo aspetto fisico, in questo momento, esistono solo nella mente di Dio; alla risurrezione, Dio farà ricomparire dalla polvere ogni persona esattamente come era prima della morte, con la stessa personalità con cui era scesa nella tomba.

12 Dove abiteranno i resuscitati salvati durante l’eternità? I nuovi cieli e la nuova terra 1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c'era più. 2 E io, Giovanni, vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. 4 E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate». 5 Allora colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio tutte le cose nuove». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono veraci e fedeli». 6 E mi disse ancora: «È fatto! Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono della fonte dell'acqua della vita. 7 Chi vince erediterà tutte le cose, e io sarò per lui Dio ed egli sarà per me figlio.

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Isaia 65:25 Il lupo e l'agnello pascoleranno assieme, il leone mangerà il foraggio come il bue, e il serpente si nutrirà di polvere. Non si farà né male né danno su tutto il mio monte santo», dice il SIGNORE.

1Corinzi 15:26 L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte.

Risposta: Tutti i Salvati di ogni tempo, vivranno la Vita Eterna nella Nuova Terra restaurata. Il nuovo Eden il vero Paradiso. La morte sarà annienta distrutta per sempre, non esisterà più poiché i demoni e satana spariranno dall’universo, insieme (purtroppo) a tutti quelli che hanno rifiutato Dio in vita, dopo il giudizio finale di Dio.

Spiegazione di testi controversi:

Luca 23:42-43 Poi disse a Gesù: «Signore, ricordati di me quando verrai nel tuo regno». Allora Gesù gli disse: «In verità ti dico: oggi tu sarai con me in paradiso».

Questo testo viene generalmente usato per provare che subito dopo la morte l’anima va in paradiso o all’inferno, dato che Gesù dice al ladrone che quel giorno sarebbe stato in paradiso insieme a Lui. È proprio questo il significato delle parole di Gesù? Il giorno della Sua risurrezione, Gesù apparve a Maria Maddalena, alla quale disse: “Non toccarMi, perché non sono ancora salito al Padre Mio; ma va' dai Miei fratelli e di' loro che Io salgo al Padre Mio e Padre vostro, al Dio Mio e Dio vostro” (Giovanni 20:17). Gesù aveva parlato al ladrone sulla croce il venerdì; la domenica mattina aveva detto a Maria Maddalena di non essere ancora salito al Padre. Come poteva quindi essere stato in paradiso insieme al ladrone fin dal venerdì della Sua morte? È evidente che né Gesù né il ladrone siano andati in paradiso quel venerdì; Gesù stesso aveva detto parlando della Sua morte: “Infatti come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell’uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Matteo 12:40). Ritorniamo alla frase di Gesù al ladrone sulla croce; nei più antichi manoscritti in greco del Nuovo Testamento, non c’era punteggiatura; questa fu introdotta dai traduttori. Gesù, in realtà, aveva detto al ladrone sulla croce: “In verità ti dico oggi: tu sarai con Me in paradiso” (v. 43); la parola “oggi” non si riferisce al giorno in cui sarebbe andato in paradiso insieme al ladrone, ma al giorno in cui Gesù stava pronunciando quella promessa.

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1Pietro 3:18-20 perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl'ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale egli andò anche a predicare agli spiriti che erano in carcere, che un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate attraverso l'acqua…

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Questo passaggio viene da alcuni interpretato in questo modo: Gesù alla Sua morte, scese nello Spirito all’inferno a predicare alle anime perdute (gli spirti in carcere). È perciò usato come prova che l’anima sia immortale. In realtà Pietro intendeva parlare di quello che successe ai giorni di Noè (v. 20); Gesù, nello Spirito, predicò ai giorni di Noè, prima del diluvio: “E l'Eterno disse: «Lo Spirito Mio non contenderà per sempre con l'uomo, perché nel suo traviamento egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent'anni»” (Genesi 6:3). Lo Spirito Santo usò Noè per predicare il messaggio che Gesù aveva per il mondo di allora. Chi sono gli spiriti in carcere? Gesù attribuì a Se stesso questa profezia del libro di Isaia: “Lo Spirito del Signore, l'Eterno, è su di Me, perché l'Eterno Mi ha unto per recare buone novelle agli umili; Mi ha inviato a fasciare quelli dal cuore rotto, a proclamare la libertà a quelli in cattività, l'apertura del carcere ai prigionieri” (Isaia 61:1); il Messia sarebbe venuto a liberare i prigionieri dal carcere, cioè le persone prigioniere dei loro peccati, legate da catene spirituali. Non si tratta quindi delle anime dei perduti all’inferno! __________________ 2Corinzi 5:1-8 Sappiamo infatti che se questa tenda, che è la nostra abitazione terrena, viene disfatta, noi abbiamo da parte di Dio un edificio, un'abitazione non fatta da mano d'uomo eterna nei cieli. Poiché in questa tenda noi gemiamo, desiderando di essere rivestiti della nostra abitazione celeste, se pure saremo trovati vestiti e non nudi. Noi infatti che siamo in questa tenda gemiamo, essendo aggravati, e perciò non desideriamo già di essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita. Or colui che ci ha formati proprio per questo è Dio, il quale ci ha anche dato la caparra dello Spirito. Noi dunque abbiamo sempre fiducia e sappiamo che mentre dimoriamo nel corpo, siamo lontani dal Signore. Camminiamo infatti per fede, e non per visione. Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore. La frase “abbiamo molto più caro di partire dal corpo ed abitare con il Signore” (v. 8) viene erroneamente usata quale prova del fatto che alla morte i salvati vanno subito in cielo, alla presenza del Signore. Ci sono tre diverse condizioni dell’uomo descritte in questo passaggio: - Abitazione terrena o tenda: è il corpo terreno. Anche Pietro si riferisce al suo corpo come a una tenda: “Ma ritengo giusto, finché sono in questa tenda, di tenervi desti ricordandovi queste cose, sapendo che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come me l'ha anche dichiarato il Signor nostro Gesù Cristo. Ma farò di tutto affinché, anche dopo la mia dipartita, voi possiate sempre ricordarvi di queste cose” (2Pietro 1:13-15). - Abitazione celeste: rappresenta il corpo glorificato che sarà dato ai salvati al ritorno di Gesù. - Nudità: rappresenta la morte. Paolo dice di non preoccuparsi di cosa gli accada al corpo perché riceverà un corpo nuovo. Paolo avrebbe voluto ricevere un corpo glorificato senza passare attraverso la morte: “Noi infatti che siamo in questa tenda [corpo terreno] gemiamo, essendo aggravati, e perciò non desideriamo di essere spogliati [morire] ma rivestiti [ricevere un corpo glorioso], affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita” (v. 4).

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Mentre siamo sulla terra non possiamo essere fisicamente insieme al Signore: “… e sappiamo che, mentre abitiamo nel corpo, siamo assenti dal Signore” (v. 6). Paolo semplicemente esprime il suo desiderio di essere insieme al Signore; questo sarebbe avvenuto al Suo ritorno, sia che Paolo fosse rimasto vivo fino a quel giorno, sia che fosse morto e risuscitato nell’ultimo giorno. Paolo è consapevole di incontrare il Signore, quando questi appare per la seconda volta è non prima, infatti scrive cosi: 2Timoteo 4:8 Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione. __________________ Apocalisse 6:9-11 9 Quando egli aperse il quinto sigillo, io vidi sotto l'altare le anime di coloro che erano stati uccisi a motivo della parola di Dio e a motivo della testimonianza che avevano resa; 10 e gridarono a gran voce dicendo: «Fino a quando aspetti, o Signore, che sei il Santo e il Verace, a fare giustizia del nostro sangue sopra coloro che abitano sulla terra?». 11 E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po' di tempo, finché fosse completato il numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro. Questo testo è usato per mostrare che le anime dei salvati sono già in cielo, perché si rivolgono a Dio chiedendo giustizia per il loro sangue. Si tratta evidentemente di martiri. In Genesi 4 troviamo la storia di Caino che uccide suo fratello Abele per una questione legata alla fede di quest’ultimo: Abele fu il primo martire! Dopo che Caino uccise Abele, Dio parlò a Caino: “Che hai tu fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a Me dalla terra” (Genesi 4:10). Il sangue di Abele non parlava veramente; questa immagine letteraria è chiamata personificazione. Il senso di questa espressione è che il sangue innocente di Abele “chiedeva” giustizia; allo stesso modo, in Apocalisse 6, il sangue dei martiri esige giustizia. Dio risponde loro di riposare ancora un po’, ovviamente intendendo nel sonno della morte; anche in questo passaggio la Bibbia insegna che la morte è un sonno!

__________________ 1Samuele 28:3-15 Se i morti dormono, come mai il testo dice che Samuele, che era già morto, comunicò con Saul? Saul doveva affrontare i Filistei in battaglia; aveva consultato Dio senza ricevere risposta, perché Dio lo aveva già rigettato a causa della sua disubbidienza. Saul desiderava avere la guida di Dio attraverso il profeta Samuele e decise di consultare una medium. Nella Bibbia troviamo un’esplicita condanna contro la divinazione, la magia, la stregoneria, lo spiritismo (cfr.Deuteronomio 18:10-15) e anche l’astrologia (cfr. Isaia 47:13-14). Saul chiese alla medium di far risalire Samuele dai morti; la donna rispose: “Vedo un essere sovrumano che sale dalla terra” (v. 13). La parola ebraica tradotta con l’espressione “essere sovrumano” è 'elôhîym, che significa “dèi”; quello che la medium vide non era certo Samuele, ma un demone che ne prese le sembianze. Saul pensò di aver visto il profeta Samuele, ma in realtà stava parlando con un demone. I morti non possono comunicare con i viventi perché non sono coscienti nella morte; ogni apparizione o evocazione di un morto è molto pericolosa, perché si tratta di un demone, un angelo caduto. La Bibbia insegna che “Satana stesso si trasforma in angelo di luce” (2Corinzi 11:14).

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Luca 16:19-31 In questa parabola o racconto allegorico, Gesù narra di un povero (Lazzaro) e di un ricco egoista che, dopo la morte vanno a finire: il primo "sul seno di Abramo" e il secondo nel soggiorno dei morti fra i tormenti del fuoco. I due luoghi sono separati da un abisso, una voragine che impedisce il passaggio, ma ci si può vedere da un luogo all'altro, tanto è vero che il ricco e Abramo si parlano. La dottrina biblica sullo stato dei morti e sulla dispensazione della vita eterna o della distruzione alla fine dei tempi ci aiuta a comprendere che quel racconto è una favola che Gesù utilizzò per illustrare vivamente un messaggio. Dove, se non in una favola, un povero pieno di ulcere sta sotto la tavola del ricco che banchetta, in attesa delle briciole, mentre i cani gli leccano le ferite? E dove, se non in una favola, il paradiso è separato dall'inferno da una voragine che non impedisce ai perduti e ai salvati di guardarsi reciprocamente? In realtà, Cristo non ha fatto che riprendere dalla religiosità popolare gli elementi essenziali di questa parabola; infatti, ritroviamo questi stessi elementi nella letteratura giudaica contemporanea di Gesù. Inoltre, dal contesto sia interno che esterno al racconto, si comprende che lo scopo di Gesù non era insegnare "lo stato dell'uomo dopo la morte", bensì il fatto che ognuno determina il suo destino eterno con le proprie scelte nella vita e che queste scelte sono, per chi lo desidera, ampiamente guidate dalla Parola di Dio fino alla salvezza. Poiché questa parabola rappresenta un notevole aggancio per chi vuole sostenere la sopravvivenza dell'anima dopo la morte, ecco parte della spiegazione fornita nel libretto "Vivere per sempre" (della serie: Quaderni dei Segni dei Tempi - Ed. A.D.V.), che fornisce ulteriori elementi: «La parabola è un racconto, il più delle volte fittizio, che Gesù utilizza per fotografare - 6 nella mente dell'ascoltatore un messaggio particolare. Per molti secoli ha prevalso l'interpretazione allegorica della parabola, in cui ogni dettaglio aveva il suo significato, ma nel secolo scorso, Adolf Jülicher ha demolito questo modo di interpretare sostenendo che nella parabola c'è un pensiero centrale che va messo in risalto. "Egli sosteneva con vigore - dice Bruno Corsani - che nella parabola vera e propria un solo punto è pertinente all'insegnamento che vuol impartire o illustrare, mentre i particolari servono unicamente a dare chiarezza o vivacità al racconto, a renderlo più incisivo e credibile; perciò non vanno "interpretati" come se avessero tutti un significato metaforico, ma devono guidare l'ascoltatore a trovare il punto centrale, la situazione che si riferisce alla sua esistenza e alla sua condotta" (B. Corsani, "Introduzione al Nuovo Testamento", Vol. I, Ed. Claudiana, Torino - pag. 104). Per interpretare correttamente una parabola è necessario seguire quattro linee fondamentali: a. Comprendere il pensiero centrale senza lasciarsi offuscare dai dettagli. b. Tenere conto del contesto immediatamente prima e dopo la parabola. c. Fare concordare la spiegazione con il testo senza violentarlo. d. Evitare di stabilire un insegnamento dogmatico partendo da una parabola. Questo brano di Luca è preceduto dalla parabola del fattore infedele, con la quale Gesù mette in risalto le possibilità offerte dalla vita presente per abbandonare i propri errori. Il fattore infedele si è accorto in tempo della sua condotta indegna, della responsabilità affidatagli dal padrone e così cambia vita. 'Or i Farisei, che amavano il danaro, udivano tutte queste cose e si facean beffe di lui.' (Luca 16:14). Allora Gesù racconta la storia di un uomo ricco che vive nell'agiatezza e nello sperpero ed è incurante delle sofferenze del povero Lazzaro che viene a implorare misericordia, ma inutilmente... "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti resuscitasse" (vers. 31). Ecco l'insegnamento centrale; Gesù afferma che tutto si decide qui sulla terra: la nostra vita, la nostra condotta oggi, stabilirà

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se quella di domani sarà radiosa e piena di felicità oppure se cadrà nel nulla eterno, in una distruzione irrimediabile e definitiva. In questo non può aiutarci un segno particolare proveniente dal cielo... Un segno sufficientemente grande è la Parola di Dio - Mosè e i profeti - ecco il segno per eccellenza! Molti vorrebbero annullare la validità dell'Antico Testamento o della Parola di Dio... Per credere e avere fiducia in Dio non occorre un miracolo straordinario, un intervento soprannaturale - il nutrimento preferito da una massa di gente la cui fantasia è stata alimentata dal favoloso, dal meraviglioso, dallo straordinario e dall'ignoranza della Parola di Dio - ma uno studio attento e personale per interiorizzare il messaggio dell'amore. In questo brano, Gesù, è forse preoccupato della sorte degli uomini dopo la morte? Certamente no! Gesù non ha nemmeno voluto presentare un sistema di premi e di punizioni dopo la morte. La difficoltà di questa parabola è che Gesù insegna attraverso un linguaggio chiaramente ispirato a credenze popolari... Infine, non si può stabilire, basandosi su questa parabola, tutta la dottrina della retribuzione dopo la morte o dell'immortalità dell'anima, perché essa tradisce la motivazione profonda per cui Gesù la racconta. È questo un grave errore di ermeneutica, che dimostra quanto sia complesso leggere la Bibbia senza aver fatto 'tabula rasa' delle concezioni filosofiche o delle tradizioni religiose seguite da millenni, anche dalla Chiesa di Roma. Se le parabole dovessero servire per stabilire dei punti dottrinali potremmo dire che non importa la salvezza tramite il Cristo, ma è sufficiente il rientrare in sé del figlio prodigo (cfr. Luca 15:11-32); si potrebbe dire che Gesù esalta un comportamento disonesto negli affari (cfr. Luca 16:1-9) e che Dio ascolta le nostre preghiere perché "gli rompiamo la testa" (cfr. Luca 18:1-5). In questa parabola Gesù "incontra i suoi ascoltatori sul loro terreno. La dottrina dello stato cosciente dell'anima umana, tra la morte e la risurrezione, era quella di un buon - 7 numero dei suoi ascoltatori" (E. White, "Christ's Object Lessons" - pp. 263-264). Il Cristo vuole sostenere che è impossibile assicurarsi la salvezza dopo la morte... » (o.c. - pp. 99-104, a cura di G. Marrazzo)