Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo...

38

Transcript of Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo...

Page 1: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 2: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Febbraio: giorno dopo giorno…….alcune devozioni.

Il 2 si festeggia la Purificazione di Maria Vergine ed è denominato “ol dé de la Mad όna Candelora perché in questa festa vi è l’usanza liturgica che consiste nella benedizione d elle candele che vengono poi conservate in casa ed accese in par ticolari circostanze…quali intemperie, calamità e malattie. Il 3 si ricorda San Biagio, protettore della gola. Nella liturgia odierna: si incrociano al collo dei fedeli due candele benedette e si invoca la protezione di San Biagio. Questa è una pia tradizione che conta molti secoli. L’8 si ricorda Santa Apollonia protettrice delle malatt ie dei denti. Anche ai tempi nostri, in alcune famiglie rimane un a tradizione e una devozione: in particolare ai bambini che perd ono o tolgono un dentino da latte, per far loro dimentica re il dolore, si suggerisce di nasconderlo su un piattino e sotto la tazzina. Al mattino al posto del dentino si trova qualche so ldino portato dalla santa. Il 14 si ricorda San Valentino, martire romano arrestato e decapitato sulla via Flaminia. La festa per San Valentino ebbe un certo risalto ne l calendario per tutto il medioevo. Si diceva che all’annunziarsi della primavera, gli uccelletti incominciavano ad accoppiarsi e quel giorno segnava l’annuale risveglio della vita e perciò dell’amore. Per sottolineare ciò, ancora oggi, tra innamorati, ci si scambiano biglietti, cuori e dolcetti.

Page 3: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 4: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 5: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 6: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

FEBBRAIO….cosa bolle in pentola??? • MARTEDI’ 5 alle ore 11,15:

andiamo in ValleVertova dove i gestori del Ristoran te “Circolo della Valle” offriranno il pranzo agli osp iti che non hanno partecipato al Convivio di Natale.

• GIOVEDI’ 7 in occasione del Giovedì Grasso alle ore 20,30 in

sala polivalente: “ Őna cansù da fa con passiù”, concorso canoro aperto agli ospiti, ai volontari, al persona le, agli amici….

• DOMENICA 10 nel pomeriggio:

partecipiamo alla sfilata di Carnevale organizzata dagli oratori…si parte da Colzate e si arriva a Gazzaniga !!

• LUNEDI’ 11 per le ore 15,00 ci rechiamo nella chies etta della

Madonna di Lourdes per partecipare alla Santa Mes sa • MARTEDI’ 12 alle ore 15,00 in sala polivalente, in occasione

del martedì grasso: “ I cavalieri della favola gioc onda”, spettacolo proposto dalla compagnia teatrale “Gli a mici sul Serio”. Al termine frittelle per tutti!

• LUNEDI’ 18 ore 15,00 in animazione:

Prove di canto per la Rassegna canora e merenda • GIOVEDI’ 21 in mattinata, in animazione:

laboratorio di cucina e alle ore 12,00 pranziamo i nsieme • DOMENICA 24 ore 15,00 in sala polivalente:

festeggiamo i compleanni di Febbraio e alle ore 15, 30 Commedia dialettale proposta dalla Compagnia “Olt e Bass” di Cerete.

Page 7: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

LE RUBRICHE REDATTE NEI REPARTI E COMUNITÀ

IL MANTENIMENTO racconta…

Il nostro carnevale

ELISABETTA M.: la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava con ansia il giovedì grasso perché noi bambini sapevamo che la mamma preparava qualcosa di speciale. Infatti le nostre aspettative non sono mai state disattese: ci riunivamo tutti nella grande cucina e attorno al tavolo attendevamo di essere serviti. La sua specialità era il pollo fritto che accompagnato dalla fumante polenta gialla, saziava ed accontentava tutti. Potevamo riempire la pancia e lasciavamo però ancora un po’ di spazio per le frittelle. La mamma era bravissima e le preparava semplicemente con la pastella, senza frutta né uvetta. Portava in tavola la grande marmitta e prima che la prendessimo d’assalto, cospargeva di zucchero quelli noi chiamavamo “GONFIETTI”. Mentre ne parlo mi pare di sentire ancora il fragrante profumo e sapore di questi dolci tipici casalinghi. MADDALENA B.:: a Carnevale mi piaceva il travestimento e dalla mia baita, che era in montagna, scendevamo in paese per festeggiare insieme agli altri bambini. Era abitudine passare di casa in casa per chiedere qualche dolcetto che una volta si mangiavano raramente. Io andavo con Francesca, la mia più cara amica: io mi vestivo da maschio e mettevo gli abiti di mio fratello, lei invece si vestiva da vecchia e, usando un cuscino, si creava una bella gobba sulla schiena. Quando bussavamo alle porte qualcuno ci apriva e ci dava qualche pugnetto di frutta secca: noci, mandorle e nocciole. Alcune volte la mia mamma Pierina, se aveva gli ingredienti, ci preparava i “SALTASÖ”… dolci tipici del Carnevale che rendevano strafelici tutta la famiglia.

Page 8: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

FEDRA D.B.: il Carnevale mi piace molto, mi è sempre piaciuto festeggiarlo… anche quando sono diventata grande. Ogni anno cambiavo costume, ma quello che mi è rimasto nel cuore è il travestimento da “ARLECCHINO” perché è anche la maschera tipica bergamasca. Quando sono diventata mamma mi piaceva “mettere in maschera” i miei bambini: li vestivo da ZORRO, da PIERROT, da PULCINELLA! Ho un bel ricordo degli anni trascorsi in ISTRIA: la mia mamma faceva “I CROSTOLI” con il ripieno di cioccolato. Per rendere ancor più speciale le feste di Carnevale, la mia mamma Maria ci preparava dei pupazzetti fatti con la pasta frolla. Il Carnevale è un periodo di allegria ed è bello festeggiarlo anche in compagnia… poi si fanno i sacrifici per 40 giorni. LUCIA C.:: mi piace tanto fare Carnevale perché mi rende allegra! L’ho sempre festeggiato, sia da bambina che da grande. Anche adesso vado a tutte le feste e partecipo alle sfilate con le animatrici! Adoro mangiare le frittelle di mele. FIORENZA P.: del Carnevale mi piace soprattutto i coriandoli da gettare addosso alla gente, farmi le guance rosse ed i baffetti, indossare il costume da pagliaccio, mettere in testa belle parrucche colorate. Naturalmente mi piacciono le frittelle con l’uvetta! SERGIO C.: da bambino andavo sempre in maschera ed il mio travestimento preferito era quello da “COWBOY”… Mia mamma faceva sempre frittelle con la pastella. Stendeva la sfoglia con un bicchiere ne ricavava dei dischetti che poi friggeva nell’olio. Quando erano belle, dorate e gonfie, le scolava per bene e le cospargeva di zucchero! MARIA M.: quando arriva il Carnevale mi viene in mente quando ero bambina e mi vestivo da ragazzo facendo coppia con mio fratello Angelo che si travestiva da donna. Si andava a trovare le mie cugine e se ci riconoscevamo, toglievamo la maschera e gustavamo le “FRITOLE”

Page 9: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

fatte con la mela e l’uvetta. Quando tornavamo a casa non si cenava perché eravamo pieni di ogni ben di DIO. GUIDO O.: il mio travestimento preferito era questo: uscire in pigiama, preferibilmente a righe, e andare in giro per il paese con il mio socio, figlio del panettiere, a spaventare le ragazze. In casa si era abituati a mangiare bene il giorno di Carnevale: la mamma preparava “öf e scamüsci e le “fretole” dolci. Quel giorno era proprio “festa grande!” URBANA V.: mi piace il Carnevale perché le mascherine mi mettono allegria. Quando ero bambina mi travestivo sempre e la mia mamma ci teneva a cambiarmi il costume ogni anno. La faccia la pitturavo con i pennelli e con i colori in testa mi mettevo dei cappelli strani. Il giorno di Carnevale si mangiava bene . Di solito la mamma faceva la polenta e la gustavamo con le sardine di lago, condite con olio, prezzemolo e aglio. Non mancavano le “FRITÈLE” fatte con i fichi. W IL CARNEVALE con le stelle filanti, i coriandoli e le maschere. CLAUDIA B.: a Carnevale mettevo sempre i costumi che cuciva la mia mamma che si chiamava Giovannina. Solo a 10 anni ricordo che in negozio di merceria “Mara”, mi aveva comprato un vestito da “ARLECCHINO”. La gonna corta ed era tutto a rombi colorati. In testa avevo una coroncina e sulla faccia una maschera uguale al vestito. I ragazzi mi facevano i dispetti, mi strappavano la maschera ed io mi arrabbiavo tantissimo. Per festeggiare il carnevale la mamma ammazzava il gallo e lo faceva arrosto. Naturalmente preparava anche le “FRETOLE COI POM” e se ne faceva delle scorpacciate. Anche adesso mi piace il Carnevale e partecipo sempre alla sfilata con i costumi preparati in animazione. Il Carnevale porta spensieratezza e buonumore. Quest’anno vorrei vestirmi da coccinella.

Page 10: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

I “RACCONTI POETICI” a cura di FEDRA

UNA SERATA SPECIALE PER CONCLUDERE L’ANNO IN MUSICA CON

IL CONCERTO DEL CORPO BANDISTICO DI COLZATE

Eravamo in Sala Polivalente che era piena di gente. C’era il bravo maestro Toni Coter,

che dirigeva i bravissimi musicisti della banda! Si sono esibiti in diversi brani dimostrando di essere molto affiatati!

Mentre suonavano non volava una mosca… tutti erano attenti a concentrati

Ci siamo sentiti la musica con il cuore pieno di gioia. ed abbiamo applaudito con caloroso affetto!!!

UNA CENA IN ANIMAZIONE

Quando siamo arrivati in sala animazione già c’era il pienone.

Ci siamo accomodati tranquillamente E siamo stati serviti come ad ristorante.

Le nostre infermiere in accompagnamento, le volontarie, le animatrici si sono preoccupate di tutto!

Abbiamo gustando quanto preparato nel pomeriggio dagli ospiti e dalle volontarie nel laboratorio di cucina.

Tutto è stato buono e gustoso: dall’antipasto al dolce.

Eravamo allegri, parlavamo tra noi Eravamo una famiglia!

Grazie a Valeria e Manuela che hanno organizzato la cena.

Ci siamo sentiti felici e gioiosi per questo momento.

Speriamo che ci siano altre occasioni: noi le accoglieremo con piacere e soddisfazione!!!

Page 11: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

NOTIZIE DAL BRUMANA

PARTITA ALBINOLEFFE /CREMONESE Domenica 13 gennaio si è disputata la partita Albinoleffe – Cremonese. Ecco la nostra cronaca: GIOVANNI: all’inizio della partita siamo andati subito in svantaggio. La Cremonese ha fatto un goal su rigore. Nel secondo tempo finalmente il numero 11 Bellotti ha segnato. La partita è finita con un pareggio. La domenica successiva l’Albinoleffe ha perso di nuovo fuori casa 2-0. E’ un po’ di tempo che la squadra gioca male, ma noi continuiamo a sperare di vederla vincere. FIORENZA: quel giorno il tempo non era bellissimo, non pioveva ma c’era umido. Quando l’Albinoleffe ha segnato il goal del pareggio ci siamo alzati in piedi ad esultare. E’ bello andare a vedere la partita anche se abbiamo pareggiato. MARIO: E’ stata una bella partita 1-1 non è male. Poteva andare peggio!

Alla prossima partita!!!

Page 12: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Da CASA SERENA: carnevale uguale allegria

GIUSEPPE Z.: sono di Vertova, durante i giorni di Carnevale mi vestivano da barbone/straccione con i vestiti del nonno e mi mettevano anche il suo cappello grande. Poi le mie sorelle mi portavano in giro con tutti gli altri e facevamo le strade del paese, anche le mie sorelle si vestivano da straccione. Alla fine rientravamo a casa dopo il bel giretto, dove ci aspettava la mamma con i biscotti, che erano buoni, e noi ce li mangiavamo molto volentieri.

GIUDITTA: io sono di Oneta. Nei giorni di Carnevale andavo con le quattro mie sorelle per le vie del paese, con addosso i vestiti dei nonni. C’erano i carri allegorici e mi ricordo che c’era tanta gente. I miei genitori non venivano, ma ci aspettavano in casa con le bibite e con i biscotti…. poi andavamo a dormire.

LIDUINA: sono di Semonte, durante i giorni di Carnevale facevo baldoria, cucinavamo le caldarroste e le frittelle. Io e i miei fratelli non ci travestivamo, invece di andare in paese, stavamo a casa a fare dei giochi, giocavamo anche a carte e poi per cena la mamma preparava della minestra e poi stavamo tutti in compagnia.

MARIA P.: io sono di Lonno vicino a Nembro e ho 90 anni: quando ne avevo circa 17, mi vestivo con costumi fatti in casa con l’aiuto di mia madre, poi andavo in giro con delle mie amiche e bussavamo alle porte delle case per farci vedere e salutare. Mettevamo maschere e abiti arrangiati, fatti anche solo con le coperte. Una volta sono andata in sfilata; c’era anche il parroco e anche lui portava un costume di Carnevale. Abbiamo fatto tutto il giro del paese: mi è piaciuto molto!! Poi ci siamo fermati all’oratorio e abbiamo mangiato le frittelle!

AMERIGO: anche al mio paese c’erano le sfilate il giorno di Carnevale, ma a me non piaceva molto parteciparvi, allora me ne andavo in giro con gli amici lanciando in giro coriandoli e facendo festa per nostro conto. Poi andavamo in osteria a mangiare.

TERESA P.: a Carnevale la mia mamma faceva le frittelle che noi chiamavamo “Saltasö”. Io e mio fratello le mangiavamo contenti.

Page 13: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Poi andavamo a comprare coriandoli e stelle filanti e andavamo in giro a far festa, ma rientravamo sempre prima che facesse buio, perché altrimenti mia mamma si preoccupava e poi era in casa da sola perché il papà non ce l’avevo già da più di due anni.

MARIANNA R.: per carnevale, ho provato a fare le frittelle, ma non ero molto “pratica”, così, seguendo il consiglio dei miei nipoti, ho aggiunto farina in quantità industriale ed è uscita una “valanga” di frittelle. C’era odore e fumo in tutta la casa! Non sapevo cosa farne di tutte quelle frittelle e così le abbiamo messe in una bacinella e a piedi siamo andate da Vertova a Gazzaniga per portarle al Collegio delle Suore di Malta.

BARTOLOMEA F.: ai miei tempi i ragazzi si travestivano da donna e le ragazze da uomo. Festeggiavamo il Carnevale facendo baldoria: cantavamo, buttavamo coriandoli, c’era chi suonava la fisarmonica e tutti mangiavamo frittelle!

ANGELA M.: ricordo che nel periodo di Carnevale quando ero giovane si preparavano i carri con il tema dei Santi per i buoni (S. Nicolà e S. Nicole) e un carro che rappresentava il diavolo per i più cattivi. A casa invece si festeggiava con frittelle e i ragazzi andavano per le vie del paese travestiti.

LA QUARESIMA… i nostri ricordi

MARIANNA R.: quando era tempo di Quaresima, il venerdì non cucinavo mai carne, solo uova; il pesce neanche “esisteva”. Non bevevamo neanche il vino e a volte saltavo anche un pasto al giorno (lo facevo saltare anche ai miei figli). Non si ingurgitavano caramelle e non si fumava. Poi però quando arrivava il giorno di Pasqua, facevamo una grande festa, con tutto e di più!

BARTOLOMEA F.: quando c’era Quaresima, tutte le sere recitavamo il rosario in casa con i miei figli.

ROSARIA M: in Quaresima, avevamo l’usanza di ritagliare un “abito” di carta. Per ogni fioretto, tagliavamo sull’ “abito” tante piccole finestrelle e in ogni finestrella scrivevamo l’iniziale del fioretto. Per esempio, se rinunciavamo alle caramelle, scrivevamo la lettera C all’interno della finestrella e a ogni Quaresima facevamo tanti “abiti” di carta!

Page 14: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Dalla C.R.M……..Il grillo parlante

Il nostro percorso in CRM Danilo: io mi sono trovato a disagio con una persona per il carattere che aveva. Del resto, tutto sommato, vado d’accordo con tutti. Secondo me serve molto fare attività creative e delle gite socializzanti per imparare ad essere aperti con gli altri. Penso che, per il mio futuro, mi serva anche l’attività di cucina e fare le mansioni perché sono attività che tengono occupata la mente della persona. Giuseppe: io ho frequentato altre comunità e questa come crm mi sembra che abbia delle caratteristiche diverse dalle altre; per esempio la fiducia e la libertà; questi fattori secondo me si uniscono, ci aiutano nei momenti difficili e nei momenti piacevoli perché un gruppo per me è meglio di una persona sola nel bene e nel male. Valentina: per me, il mio percorso in crm mi fa crescere grazie alle attività: mi perdo un po’ via e mi fanno bene perché vuol dire che io servo a qualche cosa. Riguardo al rapporto con gli altri va abbastanza bene, cerco di accettare i difetti e i pregi degli altri anche se a volte è molto difficile. Riguardo al rapporto con gli infermieri, ausiliari, ed educatori va meravigliosamente, ti regalano sempre un sorriso. Monica: a me la comunità è servita tanto perché mi ha fatto maturare e scoprire nuove cose. Non sono però riuscita a legare con nessuno anche se mi piacerebbe per prepararmi per il mio futuro, per uscire per sempre dalle comunità. Mi hanno seguito bene fino adesso. Devo ringraziare molto il dottor Guizzetti perché mi aiuta a gestire la mia ansia, mi dà un tetto, un posto dove mangiare e dormire; mi sento molto utile per me stessa e per gli altri; mi aiutano moralmente. Anche gli educatori del resto non sono cattivi ma fanno per farci reagire.

Page 15: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Emanuela: questo percorso di riabilitazione a media protezione mi è servito ad imparare cose pratiche che prima non sapevo fare ad esempio, citandone solo una fra le tante, cucinare perché mi è utile in futuro per andare a vivere in un appartamentino. Inoltre, ho imparato a gestire meglio la mia ansia. Poi mi è servito ancora ad altre cose, dalle più piccole alle più grandi… Però è un percorso ancora lungo e quello che mi blocca principalmente è ad andare incontro agli altri come vorrei.. Egle: il mio percorso in crm serve per cercare di incanalare in maniera costruttiva i miei sentimenti di ansia, rabbia e invidia cercando di usare meno terapia al bisogno e sono consapevole del fatto che sarà un percorso molto lungo e difficoltoso. Anche perché ogni volta che si presentano questi sentimenti negativi devo inventarmi nuove strategie. Accetto l’aiuto di tutte le persone che lavorano in comunità anche se poi ovviamente ho le mie preferenze. Con gli altri cerco sempre di andare d’accordo anche se è molto difficile ed è normale che come succede anche nella società io vada più d’accordo con alcune persone e con altre invece no. Faccio fatica a divertirmi e, come mi ha detto il dottor Guizzetti, non sono qui per imparare le mansioni o ad esempio la gestione del denaro, ma per gestire i miei sentimenti. Angela: come prima esperienza in comunità mi sono trovata bene con tutti, operatori, infermieri e ausiliari. Però ho difficoltà a parlare con gli altri e spero un giorno di riuscire ad aprirmi. Lorenzo: a me questa comunità è servita perché ogni giorno c’è sempre una piccola difficoltà e finora le ho sempre superate tutte, spero di avere molta fortuna nel mio futuro.

Page 16: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

CENTRO DIURNO

SANTI, RICORRENZE, MODI DI DIRE…

Proprio oggi, 17 gennaio, si festeggia Sant’Antonio Abate… così ci sono tornati alla mente tutti quei detti e proverbi sul nostro S. Antonio e quelle tradizioni che tanto erano presenti nella nostra vita quando eravamo piccoli. Giusto per inquadrare un po’ questo Santo, Antonio è nato in Egitto, nella città di Qumans, nel 251 ed è morto, ultracentenario, il 17 gennaio 357 nel deserto della Tebaide. Questo Santo è noto a tutti come protettore degli animali e il nostro Elio ci spiega che, avendo vissuto per molti anni in solitudine nel deserto, si nutriva principalmente di erbe ed era amico degli animali. Generalmente Sant’Antonio è raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Inoltre Elio ci ricorda che è sempre stata tradizione portare a benedire gli animali in occasione della ricorrenza di S. Antonio e oggi, tempi in cui ormai poche persone hanno animali domestici e questi sono sostituiti dalle macchine per trasporto di persone e cose, si benedicono le auto e i mezzi di trasporto in generale. Anche Costanzo ci racconta di quando la mamma lo mandava a far benedire l’asino in piazza a Gazzaniga… “Faceva un freddo ed io ero in pantaloncini corti… mia mamma copriva l’asino con una coperta, ma per me non c’era niente!!!” Costanzo si ricorda che trascorreva la giornata a strigliare l’asino e poi lo adornava con una rosellina sulla testa! Aggiunge anche che sulla porta di ogni stalla non poteva assolutamente mancare l’immagine benedetta del Santo! Elio ci informa che S. Antonio viene definito “Taumaturgo (cioè capace di fare i miracoli) degli animali” e Laura ci spiega che questa definizione gli è stata data in quanto abile guaritore. Elio ricorda che a Peia, il giorno di S.Antonio (quello del freddo, non quello del caldo!) si faceva la Festa delle Torce. In preparazione alla ricorrenza, le famiglie delle varie contrade adornavano di fiori le torce e un grosso cero con i colori della loro contrada. Prima della processione il cero veniva messo all’incanto in Sagrestia e chi proponeva l’offerta maggiore aveva la possibilità di portarlo durante la processione. Il corteo si snodava così lungo le contrade del paese, per poi tornare in Chiesa e per ultimo entrava dal portale proprio il cero con i suoi portantini. La sera della vigilia era inoltre tradizione sparare i fuochi artificiali e Norma ci racconta che a Cantoni di Oneta è ancora abitudine fare il falò.

Page 17: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

A Peia si festeggia sì la ricorrenza di S. Antonio Abate ma il patrono, non confondiamoci, è S. Antonio da Padova, i cui festeggiamenti avvengono il 13 giugno! Ancora il nostro Elio ci ricorda che alle 5 di mattina del giorno 13 la gente del paese, e non solo, si recava in Chiesa per le “scoperte”, cioè intercedeva a S. Antonio con preghiere e canti invocando la grazia o ringraziandolo per quella ricevuta. Il nostro Luigi si ricorda che da piccolo aveva una malattia incurabile e la madre, non sapendo ormai più cosa fare, lo aveva vestito con il Saio benedetto di S. Antonio da Padova ottenendo così la guarigione del figlio!!! E tutti quei detti e proverbi che riguardano questo Santo, li conoscete??? Caterina si ricorda che da piccola, mentre andava alla ricerca di un oggetto perduto, recitava questa “filastrocca”: “Sant’Antóne da la barba bianca, fim troà chèl ca ‘l ma manca” e il risultato era assicurato, probabilmente anche perché, come racconta Caterina, mentre la recitava si tranquillizzava e così prestava maggior attenzione alla ricerca. Su un libro di modi di dire del dialetto bergamasco, ne abbiamo trovati altri due che vi scriviamo, perché ci sono proprio piaciuti! “Sant’Antóne de la barba grìsa con trì pӧlès in de camisa, ü che ‘l pìa, ü che ‘l tèta, ü che ‘l sùna la trombèta” (Sant’Antonio dalla barba grigia con tre pulci nella camicia, una che morsica, una che succhia, una che suona la trombetta). Il secondo veniva utilizzato invece dalle donzelle non proprio avvenenti che si rivolgevano al Santo per trovare un fidanzato: “Sant’Antóne miraculùs, fim la grazia d’fà ol murùs, Sant’Antóne del porsèl, fì in manéra che ‘l séès bèl” (Sant’Antonio miracoloso, fatemi la grazia di trovare il fidanzato, Sant’Antonio del porcello, fate in modo che sia bello!) Giusto per concludere con un sorriso… ritenendo di non essere blasfemi in quanto modo di dire radicato nella tradizione popolare… ecco cosa ricorda il nostro Giuseppe: “Sant’Antonio Abate, senza moglie come fate, con la moglie degli amici passo anch’io i miei giorni felici!”

Arrivederci alla prossima dal Centro Diurno!!!

Page 18: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Tratto da “Paese mio” di Novembre 2012

LA PALESTRA SARÀ INTITOLATA A MARIO MERELLI

Si fanno concreti i progetti di promozione e valorizzazione dello sport a Vertova. Merito dell’assessorato allo Sport nella persona dell’assessore Beppe “Turbo Guerini”, indimenticato campione di ciclismo, che appesa la bicicletta al chiodo, si è tuffato con grande impegno nell’agone amministrativo, spuntando ottimi risultati, in termini di successi sportivi e strutture. “Finora è stata una bella esperienza. - spiega Beppe Guerini ( ricco il suo palmares: ha partecipato e portato a termine 10 Tour de France, 6 Giri d’Italia e 4 Giri di Spagna) - Vertova si sta rivelando un grande “centro sportivo”, certamente il più qualificato della Media Valle: lo dimostrano le tante associazioni e i tantissimi atleti che tengono vivo lo sport, ad ogni livello. È soprattutto per loro che lo scorso anno abbiamo inaugurato la nuova palestra, presso le scuole medie, completamente rifatta e riqualificata: rifatti il pavimento, con il riscaldamento a terra; realizzata la coibentazione: ristrutturato il tetto, dotato di una serie di pannelli fotovoltaici, che permettono di ottenere un forte risparmio energetico. La rinnovata palestra è una grande opportunità per il movimento sportivo di Vertova, che ora può usufruire di un impianto professionale, polivalente, valido per la pratica della pallavolo e del basket”. “Ma ora siamo a gioire per un altro grande intervento. – continua Guerini – Da pochi giorni, infatti, è stato terminato il rifacimento della pista di atletica: un rettifilo di 100 metri, che si allunga vicino alla stessa palestra e che ora potrà essere utilizzato per gli allenamenti degli atleti del Gav Vertova e di quelli di altre società. Un intervento oltremodo necessario: l’impianto risale circa agli anni ’70 e si allungava per circa 94 metri. Le quattro corsie sono state portate alla lunghezza regolamentare di 100 metri per buona pace di tutti gli atleti”. L’inaugurazione della pista di atletica avverrà il prossimo 29 Dicembre, in occasione della cerimonia di intitolazione della palestra a Mario Merelli, scomparso lo scorso Gennaio sul pizzo Scais, lasciando nel dolore la moglie Mariela, nonché parenti e amici e tutto l’alpinismo bergamasco. “Mario Merelli era un grande alpinista – prosegue Guerini –Ma soprattutto era Vertovese. –

Page 19: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Certo, ormai abitava a Lizzola, ma era nato a Vertova. Così l’amministrazione comunale ha deciso di intitolare la nuova palestra, proprio a questo grande vertovese, che ha portato in alto il nome del nostro paese nel mondo. L’intitolazione darà la possibilità a tutti di ricordare nel tempo questo grande campione dell’alpinismo internazionale (ha conquistato per 10 volte gli 8.000 metri, ed è stato due volte sull’Everest, ndr).” Anche il sindaco Riccardo Cagnoni si unisce nel ricordo di Mario Merelli: “Mario è un Vertovese doc, tutti lo hanno conosciuto e stimato. I suoi genitori, poi, sono di Vertova e, anche se abitava a Lizzola ed era spesso in giro per il mondo, aveva sempre Vertova nel cuore”. Anche noi della Fondazione abbiamo voluto testimoni are l’affetto nei confronti di Mario Merelli presenzian do alla serata: TERESA P. : è stata una bella serata anche se ci sono stati alcuni momenti tristi: c’erano anche i suoi cari e molti amici. Era Vertovese e molto conosciuto da tutti: la sua passione era la montagna, era uno scalatore nato, conosciuto non solo in Italia ma anche all’estero. Nelle sue scalate faceva anche del bene: è il Fondatore di un ospedale in Nepal. Dopo la sua scomparsa è stata creata un’associazione per portare avanti quello che ha iniziato lui per aiutare tutti quelli che ne hanno bisogno. È morto troppo giovane, troppo presto, ma il bene e le opere che ha fatto rimangono. GESUINA F.: La serata è stata commovente e mi è dispiaciuto che una persona così buona e piena di vita non è più tra noi. E’ stato da noi in alcune serate dedicate alla montagna e ogni volta ci ha dato la possibilità di vedere posti che non vedremo mai… La sala polivalente era piena di gente; il presentatore e tutti coloro che hanno parlato di lui hanno reso davvero speciale questa serata. Ora Mario è sulla vetta più alta…

Page 20: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

AMICI MIEI……da CPA/CPM Pensieri … riflessioni

LIDIA: mi sento una persona sensibile, intelligente, altruista, lunatica. Per me scrivere è mio sfogo dell’anima. Si esprimono emozioni, ma soprattutto riesco a dire cose che non avresti mai detto. GIANCARLO: io sono Giancarlo, sono appassionato di musica, suono la batteria, suono la tastiera. Purtroppo la mia vita è finita dieci anni fa, mi sono ammalato del male oscuro, adesso sono in comunità e spero di guarire alla svelta per farmi stare bene. Vado ogni tanto con mio padre, con i cani ad addestrarli. N.N.: sono una signora di 60 anni. Desidererei andare a casa a far visita ai miei parenti, la mamma e tutti i fratelli. Ieri sera siamo andati al corso di musica con Rosa, Nicola e Carlo.

UN SALUTO SPECIALE A cura di PELLICIOLI RENATO:

Durante il mio PERCORSO in comunità ho imparato a risparmiare, a stare con gli altri, andare in vacanza, in pizzeria e al bar….ho preso passione ad accudire i conigli. Adesso spero di trovarmi bene anche al centro diurno a Villa di Serio… Vi saluto e vi ringrazio, vi verrò a trovare. Grazie!!!

Prima delle feste natalizie, durante alcuni laboratori creativi, abbiamo realizzato gli addobbi per l’albero di Natale e per le comunità. Chi ha visitato le nostre comunità nel periodo natalizio avrà sicuramente notato gli addobbi pendenti (alberelli di carta), le ghirlande decorate, i centro tavola (alberelli di fettuccia) e il nostro imponente albero di Natale. Anche le decorazioni dell’albero sono state realizzate da alcune signore e alcuni signori delle nostre comunità: cuoricini di gesso e angeli di carta hanno fatto sì che il nostro albero vincesse il primo premio. Per questo ci teniamo a ringraziare tutti per l’impegno e le animatrici per il gradito regalo! Grazie anche alle scuole per il cesto: premio meritato col “presepio riciclone”!

Page 21: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Mi ritorni in mente….dal NUCLEO ALZHEIMER

SIAMO DAVVERO PERSONE SPECIALI

Sì…siamo proprio persone speciali! Pensate che una mattina, durante una nostra attività è successo un fatto molto curioso che mi ha fatto davvero riflettere su come la nostra mente sia un universo ancora tutto da scoprire. Siamo scesi al Cafè Alzheimer per fare l’attività di scrittura collettiva con 8 ospiti del nucleo Alzheimer e come al solito avevo preparato “il setting” nel modo più accogliente possibile. Una volta fatti sedere mi hanno chiesto il caffè e più che volentieri sono andato a prepararlo. Mentre lo preparavo un signore si volta e legge sul muro “cafè Alzheimer” e dice agli altri: “ah…siamo al cafè dei veci”. Prontamente una nostra signora lo ammonisce subito dicendogli che Alzheimer non vuol dire “dei veci” ma è una malattia. ….A questo punto si struttura tra tutti i partecipanti una discussione su cosa voglia dire veramente la parola “Alzheimer”. Una signora si rivolge a me e mi chiede: “Raffa… Alzheimer cosa è? Una malattia?” Sinceramente in quel frangente mi trovai spiazzato da una domanda così diretta e dalla mia risposta ci si giocava il proseguo dell’attività. Mi convinsi che fosse giusto assecondare tale richiesta e rimasi al gioco della loro discussione. Alla signora dissi: “Sì sì, hai ragione tu è una malattia! Ma sai in cosa consiste ?” Allora la discussione cominciò davvero a farsi interessante e tutti dissero la loro. C’era addirittura chi si premuniva dicendo: “Mi sa che io ce l’ho perché non mi ricordo più tante cose”; oppure: “ Io spero proprio di non prenderla perché sarebbe davvero brutto”.

Page 22: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Questa discussione di fronte a un buon caffè è andata avanti per circa 45 minuti con veri e propri discorsi e ragionamenti che in alcuni frangenti erano davvero da “pelle d’oca”. Finita l’attività abbiamo poi riordinato e messo a posto tutto, siamo tornati al nucleo e come se fossimo andati al bar e avessimo trovato dei nostri amici per parlare del più e del meno. Siamo tornati alla normalità cancellando immediatamente la discussione e senza la consapevolezza che si parlasse proprio di noi. Pensate cosa sarebbe stato se fossero stati consapevoli della loro malattia? Pensate come si sente un malato di Alzheimer se appena appena comprende che la malattia lo sta colpendo… Sinceramente penso che sarebbe davvero devastante e tutto ciò farebbe galoppare la malattia nell’immediato senza darti né tregua né scampo. Invece (e per fortuna) siamo davvero persone speciali e pur non essendo consapevoli parliamo della nostra malattia come se non ci colpisse, come se niente fosse, nella speranza che non ci venga mai…perché come dice qualcuno: “Se ta ghet piö ol co….l’è bruta”!!! Allora ricordiamo bene che ogni giorno è una risorsa, ogni esperienza è vita, ogni attimo è davvero un regalo grandissimo e irripetibile. La vita è una e la cosa più bella che possiamo fare è viverla appieno, possibilmente pensare che molte volte basta davvero poco per far star bene l’altro…. A me questa cosa ha fatto davvero pensare molto… a voi ?

Grazie mille dal Nucleo alzheimer

Page 23: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 24: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

I COMPLEANNI DEL MESE

Al mantenimento: Giovanni P. il 2 compie 63 anni Luigia B. il 9 compie 72 anni Fiorenza P. il 10 compie 56 anni Carmela T. il 15 compie 73 anni Alla CPM: Domenica Z. il 20 compie 57 anni Camillo S. il 27 compie 68 anni Alla CRM: Emanuela L. il 19 compie 38 anni A Casa Serena: Iole Lucia R. il 15 compie 70 anni Al Nucleo Alzheimer Afra B. il 10 compie 82 anni Francesco S. il 23 compie 82 anni Bruno P. il 26 compie 53 anni

Faremo festa Domenica 24 Febbraio alle ore 15,00 in sala polivalente.

Assisteremo poi alla commedia dialettale “…Quando du piö trì al fa mia sempèr sic”

proposta dalla Compagnia “Olt e Bass” di Cerete. Al CDI Giuseppe P. l’1 compie 83 anni Caterina M. il 22 compie 83 anni

La festa sarà Mercoledì 20 alle ore 14,30 presso il CDI animata da tanta allegria e da tanta buona musica!!

Contiamo sulla presenza numerosa di parenti ed amici!

Page 25: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

ANDIRIVIENI IN FONDAZIONE

Sono stati dimessi e auguriamo loro un buon cammino…

Anna Maria B., Natalina B., Teresa Maria C., Lucrezia G. GianLuca L., Locatelli L., Mariateresa S.

Sono entrati in Fondazione e porgiamo loro il nostro benvenuto…

Letizia B.C., Caterina C., Luisa G., Teresa Anna R.

Non sono più con noi…

Pietro G. e Maria P.

Ai parenti porgiamo sentite condoglianze!

Concorso alberi e presepi 2012 Il 6 gennaio sono state effettuate le premiazioni dei presepi e alberi allestiti in tutti i reparti e comunità della nostra Fondazione. Quest’anno la giuria ha deciso di dare un premio ex aequo a tutti i capolavori, proprio perché davvero meritevoli. Citiamo i titoli…

Per quanto riguarda i presepi: Casa Serena: i nostri ricordi Nucleo Alzheimer: il presepe ieri, oggi e domani I.d.r.: la magia del Natale Cpa/Cpm: un presepio povero ma ricco d’amore Crm: la vita che nasce è la speranza di ogni nuovo C.d.i: il presepio sotto l’albero Cucina: Natale in cucina

Per quanto riguarda gli alberi: Casa Serena, Nucleo Alzheimer, I.d.r., C.r.m.: stessi titoli dei presepi. C.d.i.: l’albero degli auguri Cpa/Cpm: fantasia degli angeli (a questo albero è stato assegnato il primo premio)

Page 26: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

NEWS: alla scoperta della nostra stupenda Valle Ver tova….

Dal libro “La Valle Vertova” pubblicato nel 2002 dall’Associazione Pro Vertova Questo mese vi invitiamo a leggere de:

L’ARTE E LA RELIGIOSITÀ POPOLARE

Luisa Perani Irranca - Augusta Malferrari

TRIBUNE, CHIESETTE, CROCI Lungo i tortuosi e freschi sentieri di montagna, alla svolta di una vecchia mulattiera o al bivio di una strada, sulla sommità di un dosso che sovrasta i prati circostanti, all’improvviso si incontrano, nella complessa varietà del paesaggio, le chiesette, le croci, le tribuline. Sono piccole opere di culto voluti da umili committenti come spontaneo gesto di Fede e di devozione verso la Madonna e i Santi intercessori. L’attività agro-silvo-pastorale della Valle Vertova favorì, nel passato, l’edificazione di questi semplici manufatti davanti ai quali i contadini, i boscaioli e gli allevatori della zona si fermavano per una breve sosta, per un fugace segno di croce, per una preghiera, e nelle serate calde estive, dopo una giornata di duro lavoro nei campi, per la recita del Santo Rosario. Le tribuline, sempre assai frequentate, lo erano con particolare assiduità nei momenti di dolore e di sconforto, quando la gente vi si recava per chiedere aiuto e implorare protezione nella fiducia che in cielo le invocazioni e le suppliche delle persone più semplici sarebbero state ascoltate e raccolte. Anche durante le Rogazioni del mese di maggio, la gente andava peregrinando verso le chiesette campestri, attraverso i sentieri acciottolati o erbosi della valle, a tratti sconnessi e ripidi, a tratti pianeggianti, sul cui ciglio sbocciavano al primo sole i gialli ranuncoli, le viole profumate e le primule della nuova stagione. In una società contadina come quella dei nostri antenati, le Rogazioni erano processioni devozionali di tutta la comunità, dove la preghiera da individuale si faceva collettiva: preghiera rivolta alla Provvidenza perché preservasse il raccolto dalla siccità, dalle malattie, dalla grandine e dai temporali. Si sentivano echeggiare nell’aria primaverile le invocazioni: “A fulgure et tempestate libera nos, Domine! A peste, fame et bello, libera nos, Domine!” Le santelle, espressione spontanea della pietà religiosa popolare diffusa sul territorio, sono perciò autentica testimonianza del mondo degli “umili” per i quali ogni atto della vita quotidiana era intercettato col soprannaturale e impregnato di quella fede profonda e totalizzante che animava e dava un significato al lavoro e al sacrificio di ogni giorno. Non sono opera di artisti famosi, ma di maestranze locali, per lo più anonime, che hanno saputo interpretare con grande sensibilità artistica la religiosità della nostra gente: esse conservano e tramandano quindi dei valori culturali che caratterizzano l’identità del nostro territorio. Costruzioni semplici di linea e di forma, armoniose e ben proporzionate; presentano tipologie architettoniche diverse e costituiscono preziosi esempi di arte povera. Le tribuline più semplici sono costituite da una nicchia squadrata o a volta con affreschi o dipinti sulla parete di fondo; le più complesse sono dotate inoltre di un arioso portichetto, che talora oltrepassava il sentiero.

Page 27: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Esso è formato da travature in legno o in muratura e da semplici colonne di pietra o di mattoni delimitanti un piccolo spazio a riparo dalle intemperie: luogo di incontro, di raccoglimento e di riposo. Questi simboli della fede, disseminati lungo i sentieri della valle, sono arricchite da decorazioni policrome e da affreschi significativi: si tratta di immagini votive, a volte anche dipinti anche sui muri esterni delle case, delle baite, dei fienili e delle stalle, raffiguranti la Vergine, e i Santi, protettori e intercessori, venerati dalla tradizione locale, cui i nostri avi sovente si rivolgevano nelle avversità del vivere quotidiano: San Giuseppe, San Rocco, San Patrizio, Sant’Antonio Abate, San Luigi, San Sebastiano. L’iconografia corrisponde esattamente ai canoni classici prescritti da dal Concilio di Trento che nel 1563 detto le norme relativi alle effigi e alle pitture sacre con finalità didascaliche. Accanto alle figure celesti troviamo rappresentati, in alcune tribuline, macabri teschi o figure di scheletri, reggenti la falce e la clessidra quasi a voler rendere familiare l’idea della morte e il momento dell’estremo trapasso. Sotto il dipinto centrale, ritratte avvolte dalle fiamme, lo sguardo e le mani giunte rivolte al cielo in atteggiamento da preghiera, trovano la loro collaborazione anche le anime purganti in attesa della salvezza. Fino a pochi anni fa alcune santelle venivano conservati, appesi alle pareti, degli ex voto rimossi per essere custoditi in posti più sicuri. I dipinti delle tribuline sono protetti per lo più da cancelletti in ferro battuto, costituiti da semplici aste verticali o leggermente sagomate, forgiati, almeno i più antichi, da fabbri esperti nei due magli funzionanti fino al secolo scorso lungo il torrente Vertova. Alcune tribuline hanno assunto il nome del toponimo del luogo dove erano state edificate altre di un elemento naturale che caratterizza la località, altre ancora portano il nome o il soprannome del proprietario del fondo in cui sorgono. Nella Val Verteva ne esistono ancora alcune ben conservate e curate da solerti custodi non solo come memoria del passato, ma quale segno indelebile di una religiosità ancora ben radicata nell’animo della gente, testimoniata e resa partecipe dalla presenza costante di ceri votivi e di mazzi di fiori campestri; alcune tribuline purtroppo sono andate irrimediabilmente perdute a causa dell’ineluttabile scorrere del tempo e dell’esposizione degli agenti atmosferici, altre sono state abbattute o hanno subito trasformazioni indiscriminate da parte dell’uomo. Alcuni affreschi sono stati ritoccati in modo da tale da non riconoscere più la mano dell’artista originario. Il recupero e la conservazione di questo patrimonio unico e insostituibile, sia sotto l’aspetto storico – artistico che ambientale, sono un atto doveroso nei confronti delle generazioni precedenti ci hanno lasciato in queste fonti iconografiche l’espressione spontanea della loro devozione. Gli interventi di restauro quindi dovrebbero essere prettamente conservativi ed eseguiti nel massimo rispetto dell’opera evitando rifacimenti che ne compromettano l’autenticità. Nel ripercorrere oggi la mulattiere, i sentieri, le strade delle nostre montagne e della Valle Vertova non si può fare a meno di notare il forte contrasto ambientale fra questi semplici simboli di Fede e la ristrutturazione di alcune baite che purtroppo non hanno mantenuto nulla o quasi delle tipologie architettoniche originarie e caratteristiche del nostro paesaggio montano.

Page 28: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

… e continuiamo a leggere “Gioppino scarpe grosso e cervello fino”

libro scritto dall’amico Fabrizio Dettamanti…

A CAVAL DONATO NON SI GUARDA IN BOCCA

Era giorno di mercato in Città Alta e le strade pullulavano di gente indaffarata, frettolosa e curiosa allo stesso tempo.

I mercanti, fin dalle prime luci dell’alba, si erano sistemati con le loro merci nelle varie piazze, ed ora massaie, contadini e signorotti giravano fra le bancarelle, osservando e contrattando ciò che volevano comperare.

Naturalmente, fra la confusione della folla sempre numerosa, non mancavano gli imbroglioni. Costoro avevano il loro centro d’ “affari” in Piazza Vecchia, dove, nei pressi della fontana, s’incontravano le persone più fornite di denaro per contrattare merce di un certo valore. Fra questi “ricconi” si trovavano spesso dei contadini sprovveduti che portavano con sè borse piene di monete sonanti, sicuri di realizzare affari d’oro.

È da notare che, talvolta, più le loro borse erano piene, più il loro senso degli affari era scarso, ed era quindi un gioco per i truffatori riempirsi le tasche a scapito di qualche ingenuo affarista.

Infatti, per non parlare di quel bovaro che si fece vendere da due manigoldi il Palazzo della Ragione per trentacinque monete d’oro, vi racconterò che cosa successe a un contadino di Cologno al Serio che ebbe la sfortuna di imbattersi in due abili imbroglioni.

Il poveretto passeggiava per Piazza Vecchia facendo tintinnare con aria compiaciuta il denaro che teneva nella sua borsa, quando gli si avvicinò uno sconosciuto vestito elegantemente per proporgli un affare.

- Sono il marchese di Val Bolletta - disse costui parlando con un accento tipicamente francese. - Dovendo partire per un lungo viaggio nel paese di Chissadovè, ho deciso di mettere in vendita i cavalli della mia scuderia e sono riuscito a venderli tutti tranne uno, il migliore, che nessuno ha voluto comperare al prezzo altissimo che io proponevo. -

- Veramente io… - balbettò il contadino, timoroso di dover spendere troppo, ma nello stesso tempo lusingato per l’importanza dell’affare che gli veniva proposto - io non sono disposto ad affrontare spese troppo pesanti, perché… -

- Ma certo, ma certo - lo interruppe lo sconosciuto - e io mi sono stancato di starmene qui tutta la mattina a sentirmi dire che il mio cavallo è bellissimo, ma costa troppo. A voi farò un prezzo speciale, pur di concludere in fretta l’affare, perché la mia carrozza è già pronta per partire. Venite con me ora, vi mostrerò quel bellissimo esemplare di quadrupede. -

Page 29: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

Il contadino lo seguì, ansioso di vedere l’animale. Giunti nei pressi della Cittadella, il falso marchese si fermò e fece un

fischio. Da una stradicciola secondaria sbucò un tipo distinto che teneva per le briglie un cavallo nero, dall’aspetto maestoso.

- Che bella bestia! - esclamò timidamente il contadino spalancando tanto d’occhi.

- Si chiama Grigio - disse l’imbroglione - e ha due anni appena compiuti. Guardate che pelo lucente! -

- Eh sì, vedo. Ma io ho solamente venti monete d’oro - mormorò il contadino scuotendo il capo.

- Ne vale almeno duecento! - specificò il marchese. - Non ve lo posso dare per venti. -

- A meno che - soggiunse l’altro manigoldo - voi non ci promettiate di tornare qui nel più breve tempo possibile, portando almeno altre cinquanta monete d’oro. In questo caso noi vi potremmo dare il cavallo, che è veloce come il vento e… -

- Affare fatto! - disse il contadino. - Eccovi venti monete d’oro. Le altre cinquanta ve le porterò fra dieci minuti. -

- D’accordo! - esclamarono in coro i due soci afferrando il denaro. - Vi aspetteremo qui. Il cavallo è già sellato; non fate caso alla sella che è un po’ vecchia… -

- Va benissimo, non vi preoccupate - disse il contadino montando a cavallo. - Arrivederci a fra poco! - Così dicendo, partì a spron battuto pensando: - Che sciocchi, quei due tipi! Se aspettano che io ritorni con le altre cinquanta monete d’oro, stanno freschi! Ho fatto un grosso affare questa volta, eh, eh! Mi domando, però, come mai abbiano chiamato Grigio questo cavallo nero. Gli cambierò il nome e lo chiamerò Carbone! I due imbroglioni, intanto, si errano confusi tra la folla e ridacchiavano fra loro. - Il merlo ci è cascato! – dicevano. – il vecchio Grigio varrà si e no mezza moneta, sella compresa. E quello stolto se n’è andato convinto d’aver ricevuto un regalo per sole venti monete d’oro! In effetti, il contadino, pensando che “a caval donato non si guarda in bocca”, non si era accorto che il quadrupede era completamente senza denti, e ora stava cavalcando soddisfatto. Frustando l’animale per farlo correre più in fretta. Ma, giunto a Porta S. Agostino, il cavallo stramazzò a terra moribondo. Proprio in quell’istante Gioppino passava di lì con la sua cesta di carote, per recarsi al mercato di Città Alta, ed assistette ad una scena patetica. Il contadino si era chinato accanto alla testa del cavallo, che giaceva ansimante, gli gridava all’orecchio: - Carbone! Alzati, Carbone! Alzati e cammina! - -Santo Cielo, - esclamò Gioppino avvicinandosi a quel poveretto, che piangeva disperato - mi sembra di assistere alla resurrezione di Lazzaro!

Page 30: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

- Aiutatemi voi!- Lo prego allora il contadino con gli occhi supplicanti. Gioppino, che non mancava mai di aiutare chiunque si trovasse in difficoltà, cominciò a slacciare la sella al cavallo per farlo respirare meglio, mentre il contadino continuava a ripetere: -Carbone! Carbone! Carbone! - -Chiamalo pure Farina! - gli disse Gioppino appena ebbe tolto la sella. -Guarda; è così grigio che sembra addirittura bianco! – Infatti, la parte del dorso era coperta da una peluria grigiastra come la barba di Noè. -Avrà almeno ottant’anni, questa bestia - continuò Gioppino ed è stata tirata a nuovo col lucido delle scarpe! - Il contadino si guardò le mani: erano tinte di nero. -Ladri! Furfanti! Cominciò ad urlare piangendo. Poi in un impeto di rabbia, afferrò per la criniera la povera bestia e cominciò a scuoterla. La criniera si stacco: era finta! Non è difficile immaginare che cosa sarebbe successo se il contadino avesse tirato la coda del cavallo. Commosso dalla disperazione del poverino, Gioppino lo aiutò infine a rimettere in piedi il quadrupede, dopo avergli dato da mangiare alcune delle carote che egli portava con sé e quando l’animale si fu ripreso, il contadino montò in sella per tornare al suo paese. Giunse a Cologno che era l’alba del giorno successivo e, alla luce dei primi raggi del sole, vide che il suo carbone era diventato tutto di color grigio chiaro, perché la bestia, sudando enormemente si era lavata alla perfezione, seminando goccioline nere da Bergamo a Cologno. Ma vediamo che cosa era capitato nel frattempo al nostro Gioppino. Dopo aver rimesso in sesto il cavallo, egli si era caricato la cesta di carote sulle spalle e si era recato in Piazza Mercato del Fieno.

….Continua…..

Page 31: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

La generosità di GENNAIO

Grazie di cuore a: • un’amica di Selvino € 20,00 • un lettore di Vertova € 20,00 • Angela Ruggeri € 20,00 • Gruppo Alpini Vertova-Colzate € 50,00 • un’amica € 20,00 • Silvia € 5,00 • Signora Celina € 50,00 • Giovanni ed Elisa Merelli € 20,00 • Ernestina € 10,00 • Anna € 10,00 Per i progetti a sostegno del villaggio di Allipalli in India:

• Sig.ra Celina € 50,00 Inoltre un grazie speciale a…

• il figlio di Teresa A. per le torte offerte in occasione della Festa dei compleanni

• Bruna Gelmi per il dono dei libri • la Corale Santa Cecilia di Vertova per l’elevazione in occasione della

Festa dei Nuovi Nati • un parente per i regali della tombola • un’amica per le batterie degli orologi • i parenti e i volontari per i dolci • Rina per i cappellini • Per la gita sulla neve: Paolo per aver offerto le consumazioni al bar;

il bar “Piccolo Museo” per la calorosa accoglienza e il generoso sconto; il Ristorante “La Cantoniera” per il buon pranzo ed il prezzo di favore

• Giulio per aver animato con la sua buona musica e la sua allegria la Festa dei Compleanni

• Gli amici Beppe e Riccardo “Doppio Diesis” per il pomeriggio di festa al CDI in occasione dei compleanni

• Gli “Amici del Teatro di Bottanuco” per averci regalato un pomeriggio di vero e sano divertimento!

Page 32: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 33: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 34: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 35: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 36: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava
Page 37: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava

FONDAZIONE I.P.S. “Card. Gusmini” Domenica 24 febbraio

presso la SALA POLIVALENTE alle ore 15,00 La compagnia “Olt e Bas

di Cerete presenta la FARSA DIALETTALE in due brevi atti:

“….quando du piö trì al fa mìa sempèr sic” Testo e regia di AMBRO

Personaggi Interpreti Rusina Geltrude Cechina Anna Luige Bepe Cìa Patrizia Martì Schenadrecia Daniele Filiberto Piera Michelino Paolo Dottoressa e Notaio Teresa

…e con la partecipazione di Wilma Per MARZO…alcune anticipazioni:

• Domenica 3 alle ore 16,00 in sala polivalente: CONCERTO del CORPO MUSICALE VERTOVA in occasione del S.Triduo

• Venerdì 8 alle ore 15,00 in sala polivalente: FESTA DELLA DONNA con l’esibizione del CORO DEL CENTRO DIURNO DI ALBINO

• Giovedì 7 alle ore 15,00 in animazione: PROVE DI CANTO con gli ospiti delle C.D.R. di Cene e Gazzaniga per la Rassegna Canora 2013

• Domenica 24 CONVIVIO DI PASQUA

• Sabato 30 nel pomeriggio il Consiglio di Amministrazione passa nei reparti e comunità per lo SCAMBIO D’AUGURI E L’OMAG GIO PASQUALE.

• Domenica 31 S. Pasqua!

Page 38: Febbraio · la mia mamma allevava polli e galline in quanto abitavamo in cascina e quindi avevamo tanto spazio per tenere animali da cortile. Nel periodo di Carnevale si aspettava