La Madia, luglio-agosto 2014

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di Teresa Cremona Nel centro di Verona una struttura ricettiva mescola armonio sament e vestigia storielle a elementi di fscino attuale. HOTEL PALAZZO VICTORIA L'Hotel Palazzo Victoria, nel centro di Verona, è un elegante edifico dalle molte anime e dalla lunga storia. Nelle sue fondamenta sono visibili i mosaici, le colonne, i capitelli di un'insula roma- na, tanto più godibili in quanto la sala convegni dell'albergo è adiacente a questi re- perti, quindi è come fare riunioni e lavori congressuali ospiti di un piccolo ed esclusivo Museo privato. Al piano superiore il bel restauro progettato dall'architetto Alessandro Cesaracchio fa con- vivere le molte sale antiche che, con i loro soffitti lignei e le mura d'epoca alto medioevale, mantengono l'atmosfera della casa privata, pur nel bel contesto con la hall moderna dove la IAZZO ^5ffi€«srf^-J-3,4iS3i*l«59»^**B*afe- '

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di Teresa Cremona

Nel centrodi Veronauna strutturaricettivamescolaarmonio sament evestigia storiellea elementidi fscino attuale.

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PALAZZOVICTORIAL'Hotel Palazzo Victoria, nel centro di Verona, è un elegante edifico dalle molte anime edalla lunga storia.Nelle sue fondamenta sono visibili i mosaici, le colonne, i capitelli di un'insula roma-na, tanto più godibili in quanto la sala convegni dell'albergo è adiacente a questi re-perti, quindi è come fare riunioni e lavori congressuali ospiti di un piccolo ed esclusivoMuseo privato.Al piano superiore il bel restauro progettato dall'architetto Alessandro Cesaracchio fa con-vivere le molte sale antiche che, con i loro soffitti lignei e le mura d'epoca alto medioevale,mantengono l'atmosfera della casa privata, pur nel bel contesto con la hall moderna dove la

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parete di granito bagnata da un velo d'acqua corrente è postaaccanto ad un campo d'erba assolutamente verticale. E' unambiente comodo, arioso e tecnologico: al posto di un lampa-dario al centro del soffitto c'è una sorta di lanterna magica chetrasmette immagini in continuità, l'arredamento degli spazi èmoderno e per certi versi anche ironico. Non c'è la pompositàtipica dell'albergo a 5 stelle, ma un sottile filo di umorismo neiparticolari classici caratterizzati da quel tocco di 'diseguale' cheli rende pezzi unici. Manca la reception tradizionale, sono pre-senti piccoli appoggi, più simili a posatoi d'uccello che ad unbanco ricevimento e, accanto, il muro è decorato con 'graffiti',firme e commemti degli ospiti, scritti a parete, che ricordanoi decori Philippe Stark. Per le scale tracce d'affreschi lasciatiemergere dall'intonaco, in alcune suite intere pareti affrescatenel XV e XVI secolo, ricordano un altro capitolo della com-plessa storia di questo palazzo che dall'epoca romana ai giorninostri, per sovrapposizioni e integrazioni, è stato sempre vivoed abitato. L'antico si mescola e si integra con il moderno, conle necessarie tecnologie che la vita d'albergo richiede, ma glialti soffitti a travi o a cassettoni, le balconate in ferro battuto,le tappezzerie e i mobili d'epoca, convivono armoniosamentecon il design e l'alto artigianato italiano, come nella lobbydove alcuni 'pezzi' d'arredo sono di Gaetano Pesce. Solo 71camere e suite, un numero da boutique hotel, camere grandi,molto grandi per lo standard abituale dell'hotellerie italiana,arredate in modo solidamente classico con boiserie bianche,tessuti alle pareti, mobili in stile: piacevoli, accoglienti, sono

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soprattutto comode da vivere. E' da citare la suite Marcellus al primo piano, con affaccio su i due cortili interni, con soffitto a traviin legno e pareti affrescate. Totalmente scomponibile, è formata da camere comunicanti e, dalla loro diversa combinazione, nasconola Suite Affresco, Melodia, Borsari, Della Scala, Dei Signori e Placido. L'albergo, che conserva la sua originale anima di 'insula', haingressi diversi: quello principale è posto sulla strada accanto alla magnifica Porta Borsari, un altro ingresso è dalla parte opposta, su

H O T E L P A L A Z Z O V I C T O Runa piazzetta tipica, e conduce direttamen-te al ristorante che ha un tono giovane einformale, con affaccio su una corte verdeche da luce e respiro. La cucina, che ècompletamente e totalmente a vista, è parteintegrante della sala, anzi costituisce l'ele-mento di raccordo fra i due ambienti. Lasua centralità propone la vista della brigataal lavoro così che gli ospiti ai tavoli diven-tano spettatori-attori. In sala circa 70 co-perti, più 30 nella corte trecentesca durantela buona stagione.

Titolare del Ristorante Borsari 36 è Car-mine Calò, executive chef stellato Michelindel Salviatino di Fiesole (albergo della stessaproprietà); ai fornelli un suo giovane allievo,il souschef Saimir, di origine albanese. Iloro piatti sono eseguiti bene e con manoleggera. In sala, bravo ed esperto MicheleFarnese, attentissimo a soddisfare ogni de-siderio dell'ospite. Una citazione merita laprima colazione, da grande albergo, con glichef a disposizione degli ospiti per prepararea vista ed al momento i piatti caldi, una bel-la e golosa scelta di dolci e di specialità concornetti fatti in casa e un'offerta di quiches efocacce dello chef.

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