la Luna nuova - Numero 7 - Dicembre 1999

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Periodico indipendente di Palagano e dintorni Attualità - Cultura - Solidarietà Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 - Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA Dicembre 1999 - Numero 7 - Anno II Appunti 2 Senz'offesa 3 Fatti e misfatti 4 Un cinema a Palagano 7 La salute che va in fumo 9 La buca delle lettere 10 Scuola 12 Val Dragone 17 La Rocca di Montefiorino 20 Ricordi d'infanzia 22 BabyLuna 24 Habitat 26 Cultura - Solidarietà 27 Sommario All'interno inserto staccabile: LA BICICLETTA È LA MIA VITA... Un racconto per celebrare la fine del millennio ccoci finalmente giunti al tanto sospirato ccoci finalmente giunti al tanto sospirato ccoci finalmente giunti al tanto sospirato ccoci finalmente giunti al tanto sospirato ccoci finalmente giunti al tanto sospirato dicembre 1999. Chi, come me, era poco piø che dicembre 1999. Chi, come me, era poco piø che dicembre 1999. Chi, come me, era poco piø che dicembre 1999. Chi, come me, era poco piø che dicembre 1999. Chi, come me, era poco piø che bambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle serie bambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle serie bambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle serie bambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle serie bambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle serie TV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio, TV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio, TV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio, TV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio, TV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio, come ad esempio Spazio 1999. Ricordo che quando come ad esempio Spazio 1999. Ricordo che quando come ad esempio Spazio 1999. Ricordo che quando come ad esempio Spazio 1999. Ricordo che quando come ad esempio Spazio 1999. Ricordo che quando guardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nel guardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nel guardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nel guardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nel guardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nel tempo e quasi ir tempo e quasi ir tempo e quasi ir tempo e quasi ir tempo e quasi irraggiungibile il fatidico 2000. Allo stesso raggiungibile il fatidico 2000. Allo stesso raggiungibile il fatidico 2000. Allo stesso raggiungibile il fatidico 2000. Allo stesso raggiungibile il fatidico 2000. Allo stesso tempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata la tempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata la tempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata la tempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata la tempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata la vita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchio vita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchio vita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchio vita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchio vita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchio mondo avrebbe subito. Immaginavo, in par mondo avrebbe subito. Immaginavo, in par mondo avrebbe subito. Immaginavo, in par mondo avrebbe subito. Immaginavo, in par mondo avrebbe subito. Immaginavo, in parte forse te forse te forse te forse te forse condizionato da quelle immagini e da quelle storie condizionato da quelle immagini e da quelle storie condizionato da quelle immagini e da quelle storie condizionato da quelle immagini e da quelle storie condizionato da quelle immagini e da quelle storie fantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibili fantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibili fantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibili fantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibili fantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibili viaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova , viaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova , viaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova , viaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova , viaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova , interiore, che avrebbe por interiore, che avrebbe por interiore, che avrebbe por interiore, che avrebbe por interiore, che avrebbe portato lumanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a quel tato lumanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a quel tato lumanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a quel tato lumanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a quel tato lumanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a quel momento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che luomo avendo raggiunto la capacità di momento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che luomo avendo raggiunto la capacità di momento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che luomo avendo raggiunto la capacità di momento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che luomo avendo raggiunto la capacità di momento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che luomo avendo raggiunto la capacità di volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dellumanità una delle sue massime aspirazioni, volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dellumanità una delle sue massime aspirazioni, volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dellumanità una delle sue massime aspirazioni, volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dellumanità una delle sue massime aspirazioni, volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dellumanità una delle sue massime aspirazioni, potesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli or potesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli or potesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli or potesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli or potesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli orrori che pur rori che pur rori che pur rori che pur rori che purtroppo avevano troppo avevano troppo avevano troppo avevano troppo avevano contrassegnato i secoli del secondo millennio. contrassegnato i secoli del secondo millennio. contrassegnato i secoli del secondo millennio. contrassegnato i secoli del secondo millennio. contrassegnato i secoli del secondo millennio. (Continua a pagina 8)

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la Luna nuova. Notizie da Palagano e dintorni.

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Periodico indipendente di Palagano e dintorni

Attuali tà - Cultura - Solidarietà

Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 -Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Dicembre 1999 - Numero 7 - Anno II

Appunti 2Senz'offesa 3Fatti e misfatti 4Un cinema a Palagano 7La salute che va in fumo 9La buca delle lettere 10Scuola 12Val Dragone 17La Rocca di Montefiorino 20Ricordi d'infanzia 22BabyLuna 24Habitat 26Cultura - Solidarietà 27

Sommario

All'interno inserto staccabile: LA BICICLETTA È LA MIA VITA ... Un racconto per celebrare la fine del millennio

ccoci finalmente giunti al tanto sospiratoccoci finalmente giunti al tanto sospiratoccoci finalmente giunti al tanto sospiratoccoci finalmente giunti al tanto sospiratoccoci finalmente giunti al tanto sospiratodicembre 1999. Chi, come me, era poco più chedicembre 1999. Chi, come me, era poco più chedicembre 1999. Chi, come me, era poco più chedicembre 1999. Chi, come me, era poco più chedicembre 1999. Chi, come me, era poco più che

bambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle seriebambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle seriebambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle seriebambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle seriebambino nei primi anni settanta, ricorderà quelle serieTV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio,TV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio,TV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio,TV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio,TV di fantascienza ambientate alla fine di questo millennio,

come ad esempio �Spazio 1999�. Ricordo che quandocome ad esempio �Spazio 1999�. Ricordo che quandocome ad esempio �Spazio 1999�. Ricordo che quandocome ad esempio �Spazio 1999�. Ricordo che quandocome ad esempio �Spazio 1999�. Ricordo che quandoguardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nelguardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nelguardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nelguardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nelguardavo questi telefilm, mi sembrava così lontano nel

tempo e quasi irtempo e quasi irtempo e quasi irtempo e quasi irtempo e quasi irraggiungibile il fatidico 2000. Allo stessoraggiungibile il fatidico 2000. Allo stessoraggiungibile il fatidico 2000. Allo stessoraggiungibile il fatidico 2000. Allo stessoraggiungibile il fatidico 2000. Allo stessotempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata latempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata latempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata latempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata latempo, però, cercavo di immaginare come sarebbe stata lavita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchiovita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchiovita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchiovita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchiovita nel futuro e quali cambiamenti questo nostro vecchio

mondo avrebbe subito. Immaginavo, in parmondo avrebbe subito. Immaginavo, in parmondo avrebbe subito. Immaginavo, in parmondo avrebbe subito. Immaginavo, in parmondo avrebbe subito. Immaginavo, in parte forsete forsete forsete forsete forsecondizionato da quelle immagini e da quelle storiecondizionato da quelle immagini e da quelle storiecondizionato da quelle immagini e da quelle storiecondizionato da quelle immagini e da quelle storiecondizionato da quelle immagini e da quelle storie

fantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibilifantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibilifantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibilifantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibilifantastiche, un mondo completamente diverso, fatto di grandi evoluzioni tecnologiche che avrebbero reso possibiliviaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova ,viaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova ,viaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova ,viaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova ,viaggi in pianeti lontani per conoscere luoghi e creature nuove; ma anche caratterizzato da una evoluzione nuova ,

interiore, che avrebbe porinteriore, che avrebbe porinteriore, che avrebbe porinteriore, che avrebbe porinteriore, che avrebbe portato l�umanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a queltato l�umanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a queltato l�umanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a queltato l�umanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a queltato l�umanità fuori da quelle problematiche che avevano afflitto il mondo fino a quelmomento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che l�uomo avendo raggiunto la capacità dimomento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che l�uomo avendo raggiunto la capacità dimomento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che l�uomo avendo raggiunto la capacità dimomento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che l�uomo avendo raggiunto la capacità dimomento. Speravo nel mio cuore, quello ingenuo e leale di un bambino, che l�uomo avendo raggiunto la capacità di

volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dell�umanità una delle sue massime aspirazioni,volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dell�umanità una delle sue massime aspirazioni,volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dell�umanità una delle sue massime aspirazioni,volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dell�umanità una delle sue massime aspirazioni,volare, di andare sulla luna, che era stata fin dagli albori dell�umanità una delle sue massime aspirazioni,potesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli orpotesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli orpotesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli orpotesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli orpotesse in questo modo, staccarsi da quegli accanimenti, quegli orrori che purrori che purrori che purrori che purrori che purtroppo avevanotroppo avevanotroppo avevanotroppo avevanotroppo avevano

contrassegnato i secoli del secondo millennio. contrassegnato i secoli del secondo millennio. contrassegnato i secoli del secondo millennio. contrassegnato i secoli del secondo millennio. contrassegnato i secoli del secondo millennio.(Continua a pagina 8)

Page 2: la Luna nuova - Numero 7 - Dicembre 1999

Direttore responsabile

GIUSEPPE CERVETTO

Associazione

La LUNAVia Palazzo Pierotti, 4/a

41046 PALAGANO (MO)Tel.: 0536/96.16.21 - 96.61.94Fax: 0536/96.15.21 - 96.61.94E-mail: [email protected]

la LUNA nuova

Stampato in proprio con procedura ecologica - Chiuso in redazione 21/12/1999 - Consegnato alle poste il 28/12/1999

Uno dei vantaggi nel tornare aPalagano una volta all’anno è chesi notano facilmente i cambiamen-ti nel paese; quest’estate adesempio è stato piacevole consta-tare che c’erano pochissime car-tacce e pattumi vari in giro e per-sino davanti ai bar non si vedeva-no più come una volta i sacchettivuoti di patatine, le carte che co-privano i gelati confezionati, in-somma un gran miglioramento,contrariamente a quanto invecesuccede nelle grandi città.Inoltre ho notato che adesso i di-vieti di sosta sembrano essere ri-spettati; mi hanno detto che c’è chili fa rispettare a suon di multe... equi ci sarebbe tutto un discorso sulcome mai adesso e non prima, manon facciamo polemiche!In compenso, ho letto che l’Italiaè l’unico paese dell’Europa in cuiè in aumento il numero dei mortinegli incidenti stradali.Chi viaggia regolarmente negli al-tri paesi europei si sarà reso con-to dei motivi, per cui speriamo cheanche chi è al potere prenderàqualche provvedimento per mi-

gliorare le lugubri statisticheche non ci invidia nessuno.Passeggiando per il paese in-tanto ho visto con orrore chetanti genitori, che presumibil-mente amano i loro figli e li pro-teggerebbero da qualsiasi pe-

ricolo, portano gli stessi figli inmacchina senza cinture, a volteanche in piedi sul sedile anterio-re, col nasino attaccato al para-brezza...Quando si parla di guidare, sia-mo tutti convinti di essere bravis-simi e che non ci succederà maiun incidente: però anche nei pa-esi c’è molto più traffico di qual-che anno fa, e so che non è raroche succeda qualche scontro. Hovisto spesso dei filmati in cui ve-niva mostrato cosa succede ad uncorpo non trattenuto da cinturedurante un urto, anche a bassevelocità. Qui entrerebbero in gio-co le leggi fisiche e nonostante glierculei sforzi dei miei insegnantidi fisica me n’è sempre entratapoca nel cervello, mabasti dire che anchesolo a 30 Km. il bambi-no col nasino attaccatoal parabrezza sarebbegettato in avanti con unaforza bastante a spac-care il vetro. Ho visto chitiene un braccio davan-ti al figlio, per protegger-

Appunti

Una piccola

supplica

Da questo numero abbiamo ilnostro indirizzo di posta

elettronica:

[email protected]!

lo. Penso che in caso d’urto ilbraccio sarebbe rotto ed il bimbougualmente contro il lunotto conle conseguenze immaginabili. E lecose non diventano tanto più ro-see per i bimbi sui sedili posterio-ri; se non sono trattenuti dalle cin-ture corrono anche il rischio divenire scaravoltati contro le testedei passeggeri sui sedili anterio-ri...Lo so che i bimbi in macchina sidivertono di più se possono muo-versi; lo so che la maggior partedei viaggi in paese sono moltobrevi, lo so che siamo tutti degliottimi autisti e che non succeràmai a noi di avere un banale inci-dente, ma... per piacere, se le cin-ture ci sono, usiamole sempre:bastano pochi secondi per allac-ciarle. Dopo tutto i figli hanno unatotale fiducia nei genitori (almenoquando sono piccoli): cerchiamodunque di non tradirla.

G. Gianicoli - Londra

Attualità, cultura, solidarietà.Periodico indipendente di Palaganoe dintorni

TrimestraleTiratura: 1300 copie

Distribuzione gratuitaDicembre 1999 - Num. 7 - Anno IIAut. Tribunale di Modenanum. 1414 del 13/11/1997

Redazione:Davide Bettuzzi, Fabrizio Carponi,

Elisabetta Gazzetti, Gabriele Monti

Hanno collaborato:Gabriella Barbati, Daniela Cabrini,

Giorgio Compagni, Silvano Braglia,Nadia Marasti, Ignazio Ranucci,

Bruno Ricchi, Chiara Ricchi, Edi Righi

BabyLuna:Chiara, Laura, Maggie, Martina, Sara

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Tratto dal testo della canzone"Quelli che ben pensano" di Frankie Hi-NRG

Sono intorSono intorSono intorSono intorSono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi,no a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi,no a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi,no a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi,no a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi,a far promesse senza mantenerle mai, se non per calcolo,a far promesse senza mantenerle mai, se non per calcolo,a far promesse senza mantenerle mai, se non per calcolo,a far promesse senza mantenerle mai, se non per calcolo,a far promesse senza mantenerle mai, se non per calcolo,

il fine è solo l�utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima,il fine è solo l�utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima,il fine è solo l�utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima,il fine è solo l�utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima,il fine è solo l�utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima,l�imperativo è vincere, non far parl�imperativo è vincere, non far parl�imperativo è vincere, non far parl�imperativo è vincere, non far parl�imperativo è vincere, non far partecipare nessun altrotecipare nessun altrotecipare nessun altrotecipare nessun altrotecipare nessun altro

Nella logica del gioco la sola regola è essere scaltri, niente scrNella logica del gioco la sola regola è essere scaltri, niente scrNella logica del gioco la sola regola è essere scaltri, niente scrNella logica del gioco la sola regola è essere scaltri, niente scrNella logica del gioco la sola regola è essere scaltri, niente scrupoli né rispetto verso i propri simili,upoli né rispetto verso i propri simili,upoli né rispetto verso i propri simili,upoli né rispetto verso i propri simili,upoli né rispetto verso i propri simili, perché gli ultimi saranno ultimi se i primi sono ir perché gli ultimi saranno ultimi se i primi sono ir perché gli ultimi saranno ultimi se i primi sono ir perché gli ultimi saranno ultimi se i primi sono ir perché gli ultimi saranno ultimi se i primi sono irraggiungibili.raggiungibili.raggiungibili.raggiungibili.raggiungibili.

Sono tanti, ar Sono tanti, ar Sono tanti, ar Sono tanti, ar Sono tanti, arroganti con i più deboli e zerbini coi potenti.roganti con i più deboli e zerbini coi potenti.roganti con i più deboli e zerbini coi potenti.roganti con i più deboli e zerbini coi potenti.roganti con i più deboli e zerbini coi potenti. Sono replicanti sono tutti identici, guardali, stanno dietro a maschere, non li puoi distinguere, Sono replicanti sono tutti identici, guardali, stanno dietro a maschere, non li puoi distinguere, Sono replicanti sono tutti identici, guardali, stanno dietro a maschere, non li puoi distinguere, Sono replicanti sono tutti identici, guardali, stanno dietro a maschere, non li puoi distinguere, Sono replicanti sono tutti identici, guardali, stanno dietro a maschere, non li puoi distinguere,

come le lucer come le lucer come le lucer come le lucer come le lucertole si artole si artole si artole si artole si arrampicano e se poi perdono la coda la ricomprano, fan quel che vogliono, sirampicano e se poi perdono la coda la ricomprano, fan quel che vogliono, sirampicano e se poi perdono la coda la ricomprano, fan quel che vogliono, sirampicano e se poi perdono la coda la ricomprano, fan quel che vogliono, sirampicano e se poi perdono la coda la ricomprano, fan quel che vogliono, sisappia in giro, fanno, spendono, spandono e sono quello che hanno...sappia in giro, fanno, spendono, spandono e sono quello che hanno...sappia in giro, fanno, spendono, spandono e sono quello che hanno...sappia in giro, fanno, spendono, spandono e sono quello che hanno...sappia in giro, fanno, spendono, spandono e sono quello che hanno...

VVVVVivono con il timore di potere sembrare poveri, quello che hanno lo ostentano, tutto il resto invidiano,ivono con il timore di potere sembrare poveri, quello che hanno lo ostentano, tutto il resto invidiano,ivono con il timore di potere sembrare poveri, quello che hanno lo ostentano, tutto il resto invidiano,ivono con il timore di potere sembrare poveri, quello che hanno lo ostentano, tutto il resto invidiano,ivono con il timore di potere sembrare poveri, quello che hanno lo ostentano, tutto il resto invidiano,poi lo comprano, in costante escalation con il vicino costrpoi lo comprano, in costante escalation con il vicino costrpoi lo comprano, in costante escalation con il vicino costrpoi lo comprano, in costante escalation con il vicino costrpoi lo comprano, in costante escalation con il vicino costruiscono,uiscono,uiscono,uiscono,uiscono,

parparparparpartono dal pratino e vanno fino in cielo.tono dal pratino e vanno fino in cielo.tono dal pratino e vanno fino in cielo.tono dal pratino e vanno fino in cielo.tono dal pratino e vanno fino in cielo. Hanno più parabole sul tetto che San Marco nel V Hanno più parabole sul tetto che San Marco nel V Hanno più parabole sul tetto che San Marco nel V Hanno più parabole sul tetto che San Marco nel V Hanno più parabole sul tetto che San Marco nel Vangeloangeloangeloangeloangelo

e sono quelli che di sabato lavano automobili,e sono quelli che di sabato lavano automobili,e sono quelli che di sabato lavano automobili,e sono quelli che di sabato lavano automobili,e sono quelli che di sabato lavano automobili,che la sera sfrecciano tra l�asfalto ed i pargoli.che la sera sfrecciano tra l�asfalto ed i pargoli.che la sera sfrecciano tra l�asfalto ed i pargoli.che la sera sfrecciano tra l�asfalto ed i pargoli.che la sera sfrecciano tra l�asfalto ed i pargoli.

Medi come i ceti a cui apparMedi come i ceti a cui apparMedi come i ceti a cui apparMedi come i ceti a cui apparMedi come i ceti a cui appartengono,tengono,tengono,tengono,tengono,terterterterterra-terra-terra-terra-terra-terra come i missili cui assomigliano,ra come i missili cui assomigliano,ra come i missili cui assomigliano,ra come i missili cui assomigliano,ra come i missili cui assomigliano,

tiratissimi s�infarinano, s�alcolizzano, poi si impastano su un albero�tiratissimi s�infarinano, s�alcolizzano, poi si impastano su un albero�tiratissimi s�infarinano, s�alcolizzano, poi si impastano su un albero�tiratissimi s�infarinano, s�alcolizzano, poi si impastano su un albero�tiratissimi s�infarinano, s�alcolizzano, poi si impastano su un albero�Ognun per sé, Dio per sé, mani che si stendono oltre i banchi alla domenica,Ognun per sé, Dio per sé, mani che si stendono oltre i banchi alla domenica,Ognun per sé, Dio per sé, mani che si stendono oltre i banchi alla domenica,Ognun per sé, Dio per sé, mani che si stendono oltre i banchi alla domenica,Ognun per sé, Dio per sé, mani che si stendono oltre i banchi alla domenica,

mani ipocrite, mani che fanno cose che non si raccontano,mani ipocrite, mani che fanno cose che non si raccontano,mani ipocrite, mani che fanno cose che non si raccontano,mani ipocrite, mani che fanno cose che non si raccontano,mani ipocrite, mani che fanno cose che non si raccontano,altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano,altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano,altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano,altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano,altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano,

mani che poi firmani che poi firmani che poi firmani che poi firmani che poi firmano petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino,mano petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino,mano petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino,mano petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino,mano petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino,mani che brandiscono manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli.mani che brandiscono manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli.mani che brandiscono manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli.mani che brandiscono manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli.mani che brandiscono manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli.

Quelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardano la tvQuelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardano la tvQuelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardano la tvQuelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardano la tvQuelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardano la tv,,,,,che fanno i Boss, che comprano Class, che sono così sofisticati da chiamare i NAS�che fanno i Boss, che comprano Class, che sono così sofisticati da chiamare i NAS�che fanno i Boss, che comprano Class, che sono così sofisticati da chiamare i NAS�che fanno i Boss, che comprano Class, che sono così sofisticati da chiamare i NAS�che fanno i Boss, che comprano Class, che sono così sofisticati da chiamare i NAS�

Che vorChe vorChe vorChe vorChe vorrebbero dare fuoco ad ogni zingara,rebbero dare fuoco ad ogni zingara,rebbero dare fuoco ad ogni zingara,rebbero dare fuoco ad ogni zingara,rebbero dare fuoco ad ogni zingara,ma l�unica che accendono è quella che dà loro l�elemosina ogni serama l�unica che accendono è quella che dà loro l�elemosina ogni serama l�unica che accendono è quella che dà loro l�elemosina ogni serama l�unica che accendono è quella che dà loro l�elemosina ogni serama l�unica che accendono è quella che dà loro l�elemosina ogni sera

quando mi nascondo sulla faccia scura della loro luna nera...quando mi nascondo sulla faccia scura della loro luna nera...quando mi nascondo sulla faccia scura della loro luna nera...quando mi nascondo sulla faccia scura della loro luna nera...quando mi nascondo sulla faccia scura della loro luna nera...

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La Comunità Montana tramite l'Ufficio tecnico del comunedi Palagano si rende disponibile per la prenotazione di nesti(antin) di castagno delle seguenti qualità:Marroni per zone alte : Montepastore (MTP14) - Zocca (Z1,Z2, Z3, Z5, Z6, Z7 Z8, Z9, Z10, Z11, Z12, Z13, Z14, Z16,Z22, Z23) - Marroni per zone basse : Castel del Rio (CDR2,CDRB) - Napoletana (CE13) - Bouche Rouge - Zocca (Z17,Z18, Z19); Castagna Pastonese (Z4, Z21); Castagne Sviz-zera (Z20, precoce per zone basse); Castagna Montella(max 650 m., non è impollinatore); Castagna precoceMigoule (max 650 m., impollinatore, adatto anche perceppaie deboli).Chi fosse interessato può prenotare presso l'Ufficio tecnicocomunale (geometra Ugolini) sino al 29 febbraio 2000.A marzo sarà possibile partecipare ad un corso sugli inne-sti a Zocca.

Distribuzione innesti

Mercatini seraliPer il quarto anno a Palagano, tutti i mercoledìdi luglio ed agosto, si è ripetuto l’appuntamento

con il mercatino serale. Si è registrato, sia unaumento delle presenze degli ambulanti (media-

mente 25 per sera), sia dei visitatori.Le serate sono state allietate, gastronomicamen-te, dalla costante presenza dei Maestri Ciacciai;mentre per quanto riguarda gli spettacoli han-no riscosso un buon successo l’esibizione del-le moto da trial e la presenza di clown e

trampolieri. Ogni serata è stata inoltre allietata da gruppimusicali, che si sono esibiti, con successo nei più dispa-rati generi musicali anche se, a volte a volume un po’ alto,a parere di alcuni.

Maestri CiacciaiCon tanta buona volontà e un pizzico di sacrificio,si sta cercando di tenere in piedi tipicità e folkloredei “Ciacci in piazza”. Tanti, giovani e meno giova-ni, spose e ragazze, ci aiutano in questo intento.L’attività dell’annata è stata particolarmente inten-

sa, con molte partecipazioni a feste e sagre, sia a livellolocale, ma anche, come ormai accade spesso, al di fuoridi Palagano.Anche per questo, se qualcuno vuole entrare nel grup-po… le porte sono spalancate!

Rassegne coraliNegli ultimi mesi hanno avuto luogo ben tre apprezzaterassegne corali. La prima si è svolta a Palagano, nellachiesa parrocchiale, il 9 agosto con la partecipazione delcoro “Eco dell’Enza”di Vetto (RE), della corale “I cantori diRancidoro” e della “Corale Palaganese”. Secondo appun-tamento a Monchio per le “Armonie di fine estate”, il 29agosto dove si sono esibiti: il coro “Voci Lassù” di Toano,

a cura diF. Carponi,

E. Gazzetti,B. Ricchi.

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Locazioni

Da qualche anno, il territorio delcomune di Palagano, è soggetto adun fenomeno, quello dell’immigra-zione di persone e nuclei famigliarisconosciuto fino a poco tempo fa.Succede a volte che vengano of-ferti alloggi in affitto senza i requi-siti per l’abitabilità oppure senzache il contratto d’affitto venga re-gistrato.Si ricorda pertanto a tutti coloroche vendono, affittano o alloggia-no a qualsiasi titolo, anche gratui-tamente, sia cittadini italiani chestranieri per un periodo superioreal mese, che vige l’obbligo di co-municazione all’autorità localedi pubblica sicurezza entro 48ore specificando le generalità del-le persone ospitate e gli estremi diun documento di identità o di ri-conoscimento (art. 12 D.L. 21/3/78 n. 59).Le stesse modalità sono da segui-re nel caso si offra ospitalità o la-voro a cittadini stranieri, anchese parenti (art. 7 D.L. 25/7/1998n. 286).In caso di inadempienza si incor-rerà nelle sanzioni previste dallalegge.

S.O.S. ambiente

Da segnalazioni pervenute allanostra redazione si informa la cit-tadinanza di un problema moltograve: quello della tutela dell’am-biente.In particolare si vuole richiamarel’attenzione sull’indiscriminatoabbandono dei rifiuti speciali con-siderati dal Decreto Ronchi. Inquesta categoria di rifiuti vi rien-trano i veicoli in genere.Il Decreto impone che chiunqueabbandoni rifiuti speciali, compre-si i veicoli da rottamare, anche suterreni propri, sia obbligato a ri-pulire e ripristinare l’area inte-ressata.

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la “Corale Palaganese” ed i “Cantori di Rancidoro”. Ultimo appunta-mento è stato, nell’ambito della Sagra del tartufo Modenese, il primonovembre nella chiesa di Montefiorino si sono esibite, la “Corale Pa-laganese”, la “Corale San Lorenzo” di Prignano ed i “Cantori di

Rancidoro”.

Master FuoristradaMassiccia partecipazione di equipaggiprovenienti da tutte le regioni italiane al

2° Master della Federazione ItalianaFuoristrada (fif) che si è svolto a Palagano il

25/26 settembre scorso. Le prove, belle e difficili, si sono tenute nellapista permanente “Dragone”.A coronamento della manifestazione, grande serata gastronomico-musicale.

Festa del LiceoLo scorso 8 dicembre, si è tenuta l’annuale festa del Liceo Linguisticoe Pedagogico Sociale di Palagano. Genitori ed alunni hanno datovita ad una bella giornata passata assieme.Alle ore11.30 la S.Messa, alle 13 il pranzo, organizzato dai genitori diLama Mocogno e Palagano. Nel pomeriggio rappresentazioni teatra-li, lotteria interna e chiusura. Gli utili della festa andranno, come sem-pre, a migliorare ed integrare l’attrezzatura tecnica e scientifica dellascuola.

Comunità Montana Modena OvestIl 29 novembre si è tenuto il Consiglio della Comunità Montana, du-rante il quale è stato nominato il nuovo esecutivo, ora così composto:Presidente Muriel Guglielmini (Montefiorino); vice-presidente e as-sessore all'agricoltura Giancarlo Benassi (Prignano); Assessore alturismo Riccardo Marcolini (Frassinoro); Assessore alle attività pro-duttive Luciano Lanzotti (Montefiorino); assessore cultura e servizisociali Elisabetta Gazzetti (Palagano).

Sagra del TartufoQuest’anno, all’interno del-la 8° edizione della “Sagradel Tartufo Modenese”, èstato dato risalto anche alletradizioni e alla storia loca-le. Nella suggestiva corni-ce della Rocca di Montefio-rino hanno trovato spazio,oltre alla ormai consuetamostra micologica con ifunghi che si possono tro-vare nel territorio locale, una esposizione di tutte le varietà di tartufocon consigli per la sua conservazione e cottura. Nei sotterranei dellarocca, la Pro-loco di Montefiorino, ha messo in mostra i vecchi stru-menti della vita quotidiana e del lavoro nei campi di qualche decenniofa. Nella sala del “teatrino” e in quella consigliare sono state allestitedue mostre a carattere storico.La prima curata da Luciano Ruggi, imperniata sulle vicende storichedell’ultimo periodo dell’Abbazia di Frassinoro. La seconda, allestitadall’associazione culturale la Luna, ha trattato la storia delle valli delDragone, Dolo e Rossenna dalle origini all’unità d’Italia.

Il Comune può disporre, tramiteordinanza, di eseguire le opera-zioni necessarie alla rimozione,allo smaltimento dei rifiuti ab-bandonati e al ripristino dello sta-to dei luoghi interessati.Si ricorda inoltre che i veicolida demolire vanno conferitipresso centri di rottamazione esmaltimento autorizzati.Qualora siano trascorsi i terministabiliti dall’ordinanza del Sinda-co senza che l’interessato abbiaottemperato a quanto dispostopotrà essere applicata la pena cheprevede l’arresto fino ad un annooltre il pagamento di una sanzio-ne amministrativa e delle spesesostenute eventualmente dal co-mune per ripulire e bonificarel’area interessata.

Anagrafe Canina

Come noto non è più obbligato-rio effettuare il pagamento dellatassa sul cane ma, ai sensi dellaLegge Regionale n. 5 del 25/02/1988, i proprietari sono tenuti adiscrivere i propri animali all’ana-grafe canina del Comune entro tremesi dalla nascita dell’animale ocomunque entro trenta giorni daquando ne vengono, a qualsiasititolo, in possesso.Si è tenuti, inoltre, a comunicareil decesso, la cessione a terzi o losmarrimento.Il Comune all’atto dell’iscrizio-ne di un cane all’anagrafe cani-na, assegna all’animale un codi-ce alfanumerico di riconoscimen-to che lo contraddistingue inmodo specifico, mediante tatuag-gio indelebile impresso sulla fac-cia interna della coscia destra.I proprietari sono tenuti a cu-stodire con debita cautela i cani,evitare che vaghino senza do-vuto controllo, senza guinzaglioe museruola in luoghi aperti alpubblico onde evitare sanzioniamministrative e possibile de-nuncia all’Autorità Giudizia-ria .

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Grazie don Armando!Era da parecchio tempo che la vedevamotrascinare a fatica i suoi piedi stanchi e chela vedevamo sofferente, tuttavia siamo certiche lei ha continuato a condividere con noii momenti di gioia e di dolore: grazie donArmando! Quando celebrava Messa nellasua camera, quando penava in un letto diospedale, umile e indifeso come se voles-se scusarsi con tutti per essere lì e chiede-re perdono per il “disturbo” che dava, quan-do pregava e soffriva nel suo proverbialesilenzio, siamo certi che lei era accanto atutti noi, ci portava tutti nel suo cuore e cheinvocava grazie da Dio su Palagano. Comedon Bortolotti è rimasto nel cuore di tutticome “Il canonico”, altrettanto lei rimarrà persempre per tutti noi “L’Arciprete”.Nel 1995, in occasione del 55° di sacerdo-zio e di 50 anni di vita fra noi, era stato pub-blicato un opuscolo che evidenziava i puntipiù salienti del suo ministero sacerdotale:erano considerazioni di confratelli ed amiciche hanno imparato ad apprezzare la suabontà, l’umiltà, l’intelligenza e la fede pro-fonda.Quelle considerazioni delineano in modomirabile il suo apostolato tra noi. (s.b.)

di una famiglia di 5 personeè di 36.000.000.Le domande relative all’an-no 1999 devono essere pre-sentate entro il 21 marzo2000.Per informazioni: ufficio as-sistenza Comune di Palaga-no.

Assegno per maternitàL’assegno per maternitàspetta alle mamme, cittadi-ne italiane, residenti nel co-mune di Palagano che non

Assegno per ilnucleo famigliareL’assegno per i nucleifamigliari numerosi spettaalle famiglie composte dacittadini italiani residenti nelcomune di Palagano per unmassimo di 13 mensilità.Il nucleo famigliare deve es-sere composto dai genitorie da almeno tre figli di etàinferiore ai 18 anni.Il reddito non deve supera-re i valori indicati dal“riccometro “ che nel caso

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don Galloni

Aiuti economici alle famigliebeneficiano di trattamentiprevidenziali a carico del-l’INPS o di altro enteprevidenziale, per lo stessoevento, per un massimo di5 mensilità. Il bimbo deveessere nato dopo il 1/7/1999. La mamma deve es-sere disoccupata.Il reddito famigliare nondeve superare i valori indi-cati dal “riccometro “; nelcaso di una famiglia di trepersone è di 50.000.000.Le domande relative all’an-no 1999 devono essere pre-sentate entro il 21 marzo2000. Per informazioni: uffi-cio assistenza Comune diPalagano.

Riportiamo, su richiesta dell’Ufficio Assistenza del Comu-ne di Palagano, le condizioni e i requisiti per avere dirittoall’assegno per il nucleo famigliare e all’assegno di mater-nità.

Don Armando Galloni era nato aCampiglio di Vignola il 6 novembre1917. Dopo aver frequentato la scuolaelementare a Marano sul Panaro, seguìgli studi ginnasiali presso il Seminariodi Nonantola e quelli liceali e teologici

a Modena. Fu consacrato sacerdote il 29 giugno 1940. A Pala-gano fece la sua prima esperienza pastorale, poi per cinque annifu a San Cesario come cappellano dove rimase fino all’estate1945.Don Armando Galloni vinse il concorso per la nomina adarciprete di Palagano e prese possesso della parrocchia il 13dicembre 1945. Cessò l’incarico nel 1993, pur rimanendo a ser-vizio della sua chiesa di S. Giovanni Evangelista in qualità diarciprete emerito. Ritiratosi nella propria casa di Palagano as-sieme al fratello, ha continuato a celebrare fin che le forze glie-l’hanno permesso, è deceduto la sera di giovedì 18 novembre.Dei suoi 82 anni di età, ben 54 li visse a Palagano, la sua Pala-gano. I funerali si sono svolti sabato 20 novembre con la parte-cipazione di Mons. Benito Cocchi, dell’arcivescovo emeritoMons. Santo Quadri, di una ventina di sacerdoti e di buona par-te del paese. Ora è sepolto nel cimitero di Palagano. I tratti dellapersonalità di don Armando sono stati evidenziati, durante ilfunerale, da vari interventi. Il parroco don Fabrizio Martelli hasottolineato la figura del pastore umile e semplice, ma semprecol suo gregge. Sacerdoti, suore e vari fedeli hanno ricordato l’opera di don Galloni e, commossi, lo hanno ringra-ziato. Nell’ omelia, l’arcivescovo l’ha ricordato come servo-amico del Signore, fedele nel suo lungo ministerosacerdotale. Ha sottolineato la stima dei sacerdoti, dei religiosi Dehoniani, delle religiose Francescane dell'Imma-colata e di tutti. (b.r.)

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I recenti lavori di restaurodel fabbricato già adibito asala cinematografica in Pa-lagano, mi hanno fattotornare a mente le vicendeche portarono alla sua co-struzione. Siccome esse fu-rono sicuramente singolari,forse merita ricordarle.Ecco come si svolsero i fat-ti. Nell’immediato dopoguer-ra (anni 1946-'47), il Com-pianto Don Sante Bortolai,uomo di grande fascino per-sonale, accresciuto dal mar-tirio subito nel carcere nazi-sta di Buchenwaldt, di ritor-no da un soggiorno pressoparenti negli USA con unadiscreta somma di dollari of-ferta dalla Comunità Ameri-cana, decise di utilizzarlaper la costruzione di un ci-nema nella sua parrocchia,cioè Savoniero. Così fu co-struito l’edificio, tutt’ora esi-stente, che inaugurò conl’insegna "A CRISTO RE".L’iniziativa ebbe un enormesuccesso. La proiezione delsabato sera e le due dome-nicali, una al primo pomerig-gio e l’altra la sera dopocena, attraevano tutta lapopolazione sia della spon-da destra che della sinistradel Dragone. Se uno avevabisogno di incontrare unapersona qualsiasi di quellecontrade, si recava a Savo-niero e quasi certamente ri-maneva soddisfatto. Nelvolgere di poco tempo ilCentro di Palagano, in queidue giorni, era completa-mente vuoto. Per contro, inSavoniero, un piccolo bar,posto vicino al cinema, erasempre stracolmo di clienti.Per di più in quei tempi sicominciava ad agitare il pro-

blema della rico-stituzione di uncomune automo-no da Montefiori-no che comprendesse le seifrazioni della sponda destradel Dragone. Una notevolecorrente di popolazione so-steneva che la posizione piùcentrale era Savoniero e,pertanto, quì doveva esse-re la sede del costituendonuovo Comune. Il problemaera sicuramente di notevo-le importanza e meritava unattento esame. Chi ora scri-ve cominciò a trattarlo fra lacerchia degli amici, trovan-do fra la maggioranza deiPalaganesi scetticismo esarcasmo. Ma alcuni, tra cuiNino Rioli ed i compianti Dr.Andrea Neri, GiuseppePradelli, Bacchini Antonioed Ezio Piacentini, per cita-re solo i più ferventi, si con-vinsero della serietà del pro-blema e della necessità ditrovare una soluzione. Equesta non poteva essereche la costruzione di un ci-nema a Palagano. Ma lacosa era più facile da dirsiche da farsi. Infatti i capitalierano a quota zero e la bol-letta regnava sovrana. Lostesso Don Sante, venuto aconoscenza della nostra ini-ziativa, una sera nella bot-tega dell’orologiaio MattioliGiuseppe, allora ritrovo digiovani, ci qualificò degli il-lusi: "per costruire un cine-ma ci vogliono questi" e ciaprì il portafogli pieno di bi-glietti di dollari. Quell’atto cidiede la carica che forseancora non avevamo. Oggisi penserebbe di ricorrere aqualche ente pubblico, perottenere improbabili finan-

ziamenti. Ma a quei tempi,nemmeno veniva in mente.Eravamo pienamente con-sapevoli che tutto dovevavenire da noi. Perciò comin-ciammo a trattare pubblica-mente il problema della co-struzione del cinema solle-citando l’adesione del mag-gior numero di persone pos-sibili. Ovviamente trovam-mo anche molte incompren-sioni e sarcasmi. Ma quelloche più ci demoralizzò fu ilrifiuto iniziale del ParrocoDon Armando Galloni. Que-sto procurò costernazione.Senza l’adesione, anchemorale, del Parroco l’inizia-tiva non avrebbe potuto pro-cedere. Molte furono, fra dinoi, le interpretazioni di quelrifiuto. Prevalse la convin-zione che il Parroco, uomoestremamente intelligente,ma riservato e prudente, eraforse ancora sotto shock perla triste esperienza dell’in-successo della cooperativacasearia di Cà Conversi, dicui si parlerà in altra circo-stanza. L’adesione del Par-roco ci era indispensabile echi scrive si impegnò ad ot-tenerla.La nostra azione continua-va con l’entusiasmo dell’in-coscienza giovanile. Senzasapere dove sarebbe statocostruito l’edificio e senza ilbecco di un quattrino, eragià stato approntato unabozza di progetto; cosa fa-cile da realizzarsi, perchèdoveva essere un pò piùgrande di quello di Savonie-ro. Tutte le discussioni si fa-

Un cinema

a Palagano

Memorie

diI. Ranucci

Palagano anni '50: in basso a destra il cinema

"... il progetto"... il progetto"... il progetto"... il progetto"... il progettoera cosa facileera cosa facileera cosa facileera cosa facileera cosa facileda realizzarsi,da realizzarsi,da realizzarsi,da realizzarsi,da realizzarsi,perchè dovevaperchè dovevaperchè dovevaperchè dovevaperchè doveva

essere un pòessere un pòessere un pòessere un pòessere un pòpiù grande dipiù grande dipiù grande dipiù grande dipiù grande di

quello diquello diquello diquello diquello diSavoniero..."Savoniero..."Savoniero..."Savoniero..."Savoniero..."

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amministrativa; infatti fu costituitauna società legale con il nome"Viribus Unitis". Viterbo Casini, ilfuturo primo Sindaco del ricosti-tuito comune di Palagano, diedein azione tutte le pietre che sonoservite per la muratura; i muratoridiedero la loro opera; chi scrive,allora del tutto a secco di denaro,oltre alle dette prestazioni tecni-che e molto lavoro manuale e diassistenza non retribuito, mise adisposizione un paio di castagniper fare le tavole del palcosceni-co. Per il denaro liquido riuscim-mo a collocare qualche azioneanche a gente non di Palagano.Sicuramente non fu un investi-mento molto redditizio. Ma ridie-de al Paese quella centralità cheaveva sempre avuto, tale poi dameritare, senza ulteriori opposizio-ni, la sede del ricostituito nuovoComune.I lavori furono eseguiti nel 1951.

cevano o nella detta bottega del-l’orologiaio Mattioli oppure al bar.Nel proseguo del tempo, ci face-vamo vedere a discutere del pro-getto con il rappresentante dellasezione di Palagano del PCI e sicominciò a parlare di Casa del Po-polo. Dopo brevissimo tempo, ilParroco, nella predica domenica-le, invitava la popolazione a pren-dere in seria considerazione il pro-blema ed a contribuire secondo leproprie disponibilità. A questopunto considerammo la cosa giàfatta.Pertanto potevamo procedere allascelta dell’area dove costruirel’edificio. Quelle prese in conside-razione erano tre: la prima, quelladove poi è stato costruito; la se-conda nell’area, tutt’ora vuota, trala casa del fu Ottavio Piacentini ela falegnameria del fu AdelmoContri, la terza dove ora è costru-ita l’officina di Ettore Ranucci.Ho tutt’ora i rilievi eseguiti. Ma ilsorprendente era che tutto questoveniva fatto senza interpellare i re-lativi proprietari. Si dava per scon-tata la loro adesione. A quei tem-pi l’area, ora piazza Madre ImeldeRanucci, era recintata sul lato viaMarconi da una siepe viva e si ac-cedeva al campo da un cancelloin legno posto dove ora c’è lamacelleria Rioli.

Noi giovani entrammo nel camponel primo pomeriggio di una do-menica di Marzo. Nella parte ver-so il fosso c’era ancora un legge-ro strato di neve. Le misurazionisi facevano a passi lasciando l’im-pronta sulla neve. Mentre erava-mo intenti in tale operazione, pas-sò la Domenica Salvatori, proprie-taria del terreno, in cammino pervespro. Vedendo tale invasionedel suo campo, tornò indietro peravvertire qualcuno della famiglia.Diffatti dopo pochi minuti arrivò,con il passo del bersagliere, il fi-glio Paolo Ricchi, il quale comin-ciò con lo sgridarci. Ma noi, inve-ce di intimidirci, quasi lo aggredim-mo, gridandogli: "parlaci chiaro, tusei contro il cinema, sei contro losviluppo del paese"; al che egligirò sui tacchi andandosene;scuoteva la testa e continuava aripetere: "Cose da pazzi". Quel ter-reno fu poi dato in quota azionariaa 500 lire il mq.Successivamente ci furo-no molte riunioni, quasisempre in canonica. Chiscrive si addossò le man-sioni tecniche del frazio-namento e del progetto,suoi primi lavori, che ri-chiesero poi la firma ditecnici abilitati. Il Dr. Nericurò la parte legale ed

di qualcosa che va oltre le soliteumane aspirazioni (denaro, lavo-ro, carriera, successo); qualcosache appartiene ad un livello supe-riore, quello che gli esoterici defi-niscono �l�essenza dell�uomo�fatta di valori quali il rispetto al-trui, la lealtà, l�amicizia, che, semessi in pratica ogni giorno, aiu-teranno l�intera umanità a farequel salto di qualità che ci permet-terà di vivere un po� più serena-mente il nuovo millennio. Comeavrete potuto constatare, nono-stante l�età anagrafica, non hosmesso di sognare, ma d�altron-de penso che bisogna essere unpo� sognatori, se si vuole miglio-rare questo nostro mondo.

Fabrizio C.

realtà che ci circonda e che il mon-do in cui viviamo è molto simile aquello che io, giovane sognatoredegli anni settanta, volevo lasciar-mi alle spalle.Se però non mi fermo ad una pri-ma e superficiale visione di quelloche mi accade intorno, riesco,anche se a fatica, a scorgere qual-cosa di nuovo e positivo in questasocietà di fine millennio. Que-st'aria nuova la si �respira� soprat-tutto se si presta attenzione a quel-le discipline che da sempre sonolo specchio e allo stesso tempol'avanguardia di ogni società uma-na: la letteratura e la musica. Esa-minando queste, mi accorgo chealmeno una parte dell�umanità èalla ricerca di qualcosa di nuovo,

Speravo, cioè, che il fatto di elevar-si materialmente e di poter vedereorizzonti lontani e mai conosciuti,portasse l�uomo ad elevarsi ancheintellettivamente perdendo cosìquelle negatività, e brutture tipica-mente terrene a cui la storia del-l�umanità ci aveva purtroppo abitua-to. Inconsapevolmente speravo inquella che solo molto più tardi avreiriconosciuto come la nuova era,quella che l�astrologia identifica conl�era dell�acquario (ma che fa mol-to più tendenza chiamare �New-Age�).Purtroppo però, ora che, adulto, mitrovo alle soglie del duemila, misembra che l�essere arrivati a que-sto tanto atteso �giro di boa� nonabbia modificato sostanzialmente la

Dallaprima

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FocusLa salute

che va in fumo

Numerosissimi studi ormaihanno analizzato gli effettidel fumo di tabacco sull'or-ganismo e sebbene non sia-no noti tutti gli effetti dellesostanze presenti, alcunisono ormai chiaramente econ certezza dimostrati.

Cosa è il fumoE’ il risultato della combu-stione del tabacco da cuioriginano svariate sostanze(ne sono state identificatecirca 400) alcune senza evi-denti conseguenze sullasalute altre con sicuri effettidannosi. Tra le più perico-lose la nicotina, il catrame(che contiene uno dei piùpotenti agenti cancerogeniconosciuti: il benzopirene) el’ossido di carbonio (CO).

Cosa può provocareil fumoIl fumo favorisce l'insorgen-za di numerose malattie. Trale più importanti: tumori (inparticolare del polmone,bocca, faringe, laringe,esofago, stomaco, pancre-as, vescica), malattiecardio-vascolari (infarto car-diaco, ictus, ipertensione,danni ai vasi sanguigni),malattie dell'apparato respi-ratorio (enfisema, bronchiti

croniche). La mortali-tà dei fumatori è piùalta rispetto a quelladei non fumatori, ten-dendo però, dopo lasospensione dell’abi-tudine al fumo, ariavvicinarsi a quella dei nonfumatori.Se al fumo poi (e spesso ac-cade) sono associati altrifattori cosiddetti "di rischio"quali assunzione eccessivadi alcool (vino, birra,superalcolici), stress,sedentarietà, obesi-tà, diabete, elevativalori di colesteroloo di pressionearteriosa allora laprobabilità di malat-tia aumenta in modoesponenziale, cioèmolto di più dellasomma matematicadel rischio tipico diogni fattore.

Fumo passivoUn individuo non fu-matore che vive olavora in un ambien-te in cui vi siano al-tre persone che fu-mano è come se fu-masse a sua voltaed è esposto aglistessi rischi per la

salute. Il problema diventaulteriormente serio nel casodi bambini.Si potrebbe discutere sul di-ritto o meno di nuocere allapropria salute, ma non suquello di danneggiare la sa-lute degli altri.

Se poniamo uguale a 1 la probabili-tà che una persona non fumatriceha di morire a causa di una deter-minata malattia questa probabilitànei fumatori aumenta a volte anchein modo considerevole.

Cancro del polmone 10,8Bronchiti ed enfisema 6,1Tumore della faringe 5,4Tumore della bocca 4,1Tumore dell’esofago 3,4Tumore dello stomaco 2,8Malattie circolatorie 2,6Tumore della vescica 1,9Infarto cardiaco 1,7Ipertensione arteriosa 1,5arteriosclerosi 1,5Tumore al rene 1,5

LLLLL'uso e l'abuso'uso e l'abuso'uso e l'abuso'uso e l'abuso'uso e l'abusodi sostanzedi sostanzedi sostanzedi sostanzedi sostanze

(fumo,(fumo,(fumo,(fumo,(fumo,alcool,alcool,alcool,alcool,alcool,droghedroghedroghedroghedroghe

leggere eleggere eleggere eleggere eleggere epesanti,pesanti,pesanti,pesanti,pesanti,farfarfarfarfarmaci)maci)maci)maci)maci)

può averepuò averepuò averepuò averepuò avereconseguenze,conseguenze,conseguenze,conseguenze,conseguenze,anche gravi,anche gravi,anche gravi,anche gravi,anche gravi,sulla salutesulla salutesulla salutesulla salutesulla salute

sia fisica chesia fisica chesia fisica chesia fisica chesia fisica chementale.mentale.mentale.mentale.mentale.

Il calendario che attualmente utilizziamo è stato ideato da Dionigi il Piccolo che pose come anno "0"l'anno della nascita di Gesù. E' stato però stabilito che Dionigi fece un errore di calcolo di circa 6 anni taleche l'anno "0" del calendario attualmente in uso in realtà sarebbe il 6 avanti Cristo. Ne consegue che il"vero" anno 2000 è stato attorno al 1994 e quindi quest'anno, grosso modo, saluteremo il 2006 e festegge-remo l'arrivo del 2007! Brutta storia per i premonitori di sciagure del cambio di millennio! Sono entrati nelterzo millennio e non se ne sono neppure accorti... In ogni caso non roviniamoci l'ingresso, per così dire,"ufficiale" nel terzo millennio e ...felice anno nuovo a tutti.

Mille o non più mille... e il 1994?

diD. Bettuzzi

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La Luna nuovaV. Palazzo Pierotti 4/a

41046 PalaganoFax: 0536/96.15.21

0536/96.61.94E-mail: [email protected]

Non verrannopubblicate lettere anonime

Posta

Carissima Luna,ti chiedo cortese ospitalità per unaazione che mi sta molto a cuore.Tu sai che il 2000 sarà l’anno delgiubileo, anno di misericordia e digrazia, col quale la Chiesa cattoli-ca concede l’indulgenza plenaria atutti coloro che compiano determi-nati atti di fede in modo pubblico.Ebbene io intendo lucrarla affidan-do pubblicamente a te questa miavolontà.Credo che la Chiesa cattolica ab-bia tutto il potere, conferitole da Cri-sto Signore, per rimettere ogni pec-cato sulla terra, essendo la conti-nuatrice dell’opera di salvezza el’amministratrice della misericordiadi Dio. Perciò, attingo al patrimo-nio della Chiesa per chiederla perme, per le persone che amo ma,soprattutto, per coloro che, even-tualmente, hanno qualcosa controdi me e per tutti coloro che mi leg-geranno. Per conto mio ho già di-menticato ogni offesa ricevuta.Questa, del Giubileo, è un’occasio-ne troppo importante perchè siapassata sotto silenzio. Spero chealtri ne parlino.Ti ringrazio, caraLuna, nella convinzione che quellodi chiedere perdono a Dio e agli uo-mini sia l’unico atto che un cristia-no possa fare a testa alta. BuonGiubileo a tutti.

Ugo Beneventi

Carissima Luna ,già avevo intenzione di scriverti l’anno scorso, poi gli impegni e la confusione della città mihanno distratto. Mi rendo conto che la scusa regge poco, così dopo aver visto il vostro ultimonumero di interesse turistico, di geografia e di storia locale più molto altro, dico: bravi compli-menti! Se posso, intendo partecipare anch’io come sono capace, anche perché intendo viverenelle vostre belle zone del comune di Palagano appena mi è possibile. Intervengo perciò sullospunto che mi dà l’articolo di “L’importanza di schierarsi”, perché sono anch’io preso da questiproblemi, specie quelli angosciosi di farla finita con la politica, con il vuoto di tante elezioni, conle parole e le chiacchiere di tanti partiti e di promesse vaste! Mi rendo conto che attaccareuomini e politica (non me la sento di valutare le donne perché sono una percentuale moltobassa sia in Parlamento, come in Regione e nei Comuni; mentre vi sono più donne-manager,perché?, lo chiedo senza malizia) non ha significato se non ripensando ad altre riflessioni

Uniamoci, non so se con gioia o tristezza, ad aspettare

L’ultimo Natale di questo secondo millennio

Tante cose sono successe, ed ultimamente, tutte da dimenticare.

Inganni, intrighi, sofferenze, paure e guerre d’ogni tipo,

Molto di tutto questo, con ferite ancora da rimarginare.

Organizzazioni, purtroppo diaboliche e sataniche.

Nonostante tutto bisogna andare avanti, cercare di non fermarsi,

Anche se ci sembra talmente impossibile continuare.

Tutto però non è andato così male ed allora:

Andiamo avanti sperando di cambiare qualcosa in bene.

Lentamente, molto lentamente, si riuscirà ad avere una pace giusta

E duratura. Sarebbe troppo un bel sogno, anche solo desiderarlo, ma dobbiamo.

Duemila anni, tanti ne sono passati. Qualcuno pensa che

Equivalga il “Mille non più mille”. Beh, stiamocene in pace,

La vita continua e non diamo molto peso ai proverbi.

Nel pensare a questo “99“ che se ne sta andando così in fretta,

Ormai siamo agli sgoccioli, forse vien voglia di fare d’ogni erba un fascio

Visto che son successe cose più brutte che belle,

E possiamo così incominciare il nuovo anno con

Cuore più sereno, speriamo e con tanta più tranquillità.

Ecco arrivato il momento di augurare un buon

Natale a tutti, alla redazione della “LUNA“ e ai suoi lettori

Tutto ciò che può esserci di bello e desiderabile,

Ossia: un anno veramente diverso e pieno d’amore.

Auguri a tutti

Adelina Perotto

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fondamentali: il vero potereè in mano alla economia: lebanche, le borse, le grandimultinazionali governano lapolitica e noi individui, inol-tre certi potenti non hannobisogno di mettersi in evi-denza, come B. Gates,Soros, Murdoch, ma ancheAgnelli ed il banchiere Cuc-cia perché, come in certi filmUSA, non è necessario es-sere sempre visibili, megliosembrare un mister X. Aquesto punto quando i mieistudenti chiedono in modoserio se vale la pena vota-re, partecipare alla vita poli-tica, mi viene voglia di par-tire con una analisi della fi-losofia e della storia con-temporanea, che per oggi virisparmio!! Ve ne faccio unasintesi, anche perché la vitapolitica è una parte della no-stra esistenza, però lo com-prendiamo meglio nelle ele-zioni amministrative e loca-li, in quanto ha ragione Fa-brizio C. nel suo articolo: iprogetti pubblici che sonostati promessi, perché nonvengono realizzati? E pen-sare sono passati molti annidal 1991-92 di tangentopoli.1. La prima forma di “polis”secondo i Greci, che hannodato il significato a tale ter-mine, deve iniziare attraver-so la partecipazione alla vitadi amministrazione del Co-mune del paese, della città,ed è significativo che voigiovani (mi rivolgo a tutti)non facciate solo volontaria-to, ma formiate delle listeciviche e senza l’obbligodello schieramento dei par-titi.2. Secolarizziamo la politi-ca dei partiti e dei potentieconomisti. Assumo il termi-ne dal fatto che la Chiesacattolica, potente, autorita-ria ed infallibile sino a PioXII, con Papa Giovanni XXIIInel 1958 cercò di svolgere

la missione sia per lo spirito(o anima) che per il corpo,tramite il Concilio VaticanoII, che indicava un progettoserio dei cristiani nel mon-do. Da quel momento i fe-deli si sono sentiti più liberisia in materia di fede, chenell’impegno politico, nonsolo nella DC.Dopo tangentopoli speravoche si finisse con l’autorità,l’infallibilità e la sicumera deipartiti e dei politici che tiascoltano solo durante leelezioni, mentre ad esempiocon la mia classe per parla-re con un certo sindacopreoccupatissimo e superimpegnato abbiamo attesodei mesi e alla fine è termi-nato il suo mandato!!! IlPapa attuale che vuole rea-lizzare il Giubileo, su cui hovari dubbi, ha ragione quan-do chiede al FMI (FondoMonetario Internazionale) diaiutare i paesi del TerzoMondo, che hanno debitiverso le banche internazio-nali, ma a tassi del 50-100per cento, cioè da veristrozzini! La sua richiesta èinfatti quella di condonare,cioè “giubilare” i debiti diquesti stati che hanno unapopolazione di 4-5 miliardie che è ridotta alla fame.Ora sfido molti a dirmi inquale TV o quotidiano ècomparsa la serietà della ri-

chiesta di Giovanni Paolo II,perché quando dal 1997 ilG8, fra cui l’Italia, ha decisodi assegnare lo 0,2% del PIL(Prodotto Interno Lordo)cioè quanto offre una statoricco in favore dei paesi po-veri. Tradotti in dollari, men-tre nel 1974 gli stati ricchidestinavano lo 0,7% del PIL,ora dal momento che sonoimpoveriti(!), tolgono 120miliardi di dollari a miliardidi persone che vivono neglistati del terzo mondo! Mirendo conto che non si risol-ve tutto azzerando i debiti,ma almeno i potenti capi distato di Messico, Colombia,Asia e Africa avrebbero po-chi motivi per compierenarcotraffici e per fare delleguerre terribili, oltre a spe-dire con piacere migliaia diafricani orientali ed altri inEuropa, perché ridotti alladisperazione. 3. Miglioriamole nostre città ed ammini-strazioni, ma vi sia semprel’attenzione agli stati pove-ri, forse in tal modo si po-trebbero creare delle strut-ture di agricoltura ed auto-nomia nella loro patria e unaforte riduzione dei clandesti-ni che giungono disperatisulle rive italiane. Scusatela provocazione; vorrei co-noscere il vostro parere.

Vito Sgaringella,insegnante di filosofia e storia

Posta

Ci è giunto un opuscolo con la cronaca di un anno, di padreDomenico Bertogli missionario ad Antiochia (Turchia). Rin-graziamo sentitamente e pubblichiamo, per motivi di spazio;una piccolissima parte. "Il Natale 1999 è alle porte e la fine del IImillenio, che ha portato tante lacerazioni nella Chiesa, è prossima.Dalla Chiesa cattolica che vive in Antiochia sull’Oronte, i più fervidiauguri di Buon Natale e felice inizio del III millennio anno 2000.Anche quest’anno viene offerta una breve cronaca dell’anno chesta per avviarsi alla fine: è una maniera particolare per ricordare ipellegrini che sono passati, le persone care lontane e quanti colla-borano con la loro preghiera e il loro aiuto morale e materiale per-ché tante iniziative diventino realtà. A tutti il nostro ricordo, il nostroaffetto, la nostra preghiera e.. sempre auguri di pace e bene.

P. Domenico, sr. Germana e comunità

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Scuola

diC. Ricchi

scala nazionale ed interna-zionale, stabilendo contattiattraverso fax, internet, po-sta elettronica. Palagano,ad esempio, ha lavorato conla Slovenia, la Scozia ed al-tri Paesi dell’Unione. Il 15 diaprile ogni società ha con-segnato il suo progetto d’im-presa alla commissione giu-dicatrice, che ha operatouna prima selezione dei piùaccattivanti. Un gruppo delLiceo palaganese (“Umbrel-la’s Company”) ha brillante-mente superato le selezioniprovinciali, accedendo diret-tamente alle finali naziona-li, grazie ad un’idea sempli-ce ma suggestiva: la realiz-zazione di un ombrello conlampadina e manico riscal-dabile. Anche se non hapotuto partecipare alle finalieuropee, il gruppo della“Umbrella’s Company” èstato premiato, il 5 giugno aRavenna , con il “premio ori-ginalità”, per l’idea più sug-gestiva in ambito naziona-le. Dell’ombrello, tra l’altro,è stato realizzato un prototi-po.Il Liceo ha ricevuto i compli-menti dalla società raven-nate (S.T.E.P.R.A. srl) cheha seguito le scuole italia-ne nel programma durantetutto l’anno, nonché dai rap-presentanti di Provveditora-to agli Studi e Provincia diModena.Se in IV i ragazzi si sono ci-mentati nella creazioned’impresa, in V era certa-mente assai più temibile lasfida da affrontare, visto cheper la prima volta, dal 1969,il Ministro Berlinguer ha vo-luto riformare l’Esame diMaturità. Dopo un notevolelavoro, che ha interessatotanto gli alunni che i docenti

(questi ultimi del tutto prividi riferimenti per la prepara-zione della classe), il 9 e 10luglio si sono tenuti i collo-qui orali, per la prima voltapresso lo stesso Istituto“Maria Immacolata”; il risul-tato ha superato ogni piùrosea aspettativa : su 10ragazzi ben 3 hanno rag-giunto “l’impossibile” , ovve-ro il punteggio massimo di100. Assai minori, con lanuova riforma, sono infatti leprobabilità di ottenere pienivoti, in quanto riesce ad ag-giudicarseli solo chi ottienevotazione massima in tuttele prove dell’Esame, che, tral’altro, sono diventate quat-tro (prova scritta di italiano,prova scritta di indirizzo,prova scritta multidisciplina-re, colloquio orale su tuttele discipline con elaborazio-ne di una tesina personale).Una ricerca del Ministerodella Pubblica Istruzione ri-ferisce che con l’esame ri-formato sono stati promos-si il 91% dei candidati, con-tro il 97% del 1998; ancora,al Liceo romano “Virgilio”solamente due alunni han-no ottenuto il punteggiomassimo. Tali dati confer-mano il successo degli alun-ni palaganesi e dell’Istitutoche li ha preparati, che van-ta ormai un’esperienza edu-cativa e didattica di cin-quant’anni. Di poco inferio-ri al 100 anche gli altri esitidel “Maria Immacolata”: 95,93, 90, 88, 86, 83, 68.Ottenuti tali insperati suc-cessi, quelle del ’99 sonostate davvero, per docentied alunni del Liceo palaga-nese, meritate vacanze!

LusinghieriLusinghieriLusinghieriLusinghieriLusinghierisuccessisuccessisuccessisuccessisuccessiottenuti dagliottenuti dagliottenuti dagliottenuti dagliottenuti daglialunni del Liceoalunni del Liceoalunni del Liceoalunni del Liceoalunni del Liceo"Maria"Maria"Maria"Maria"MariaImmacolata" diImmacolata" diImmacolata" diImmacolata" diImmacolata" diPalaganoPalaganoPalaganoPalaganoPalagano

Ormai alle soglie del terzomillennio, al Liceo Linguisti-co Moderno e delle ScienzeSociali “Maria Immacolata”di Palagano è tempo di bi-lanci. Negli ultimi anni sco-lastici, particolarmente inquello or ora trascorso, alun-ni, insegnanti e genitori han-no raccolto soddisfazioneanche da nuove esperienzedidattiche.La Classe IV Sperimentale(oggi V), infatti, ha presoparte ad un progetto di simu-lazione imprenditoriale,European Business Game,finanziato dall’Unione Euro-pea sull’Obiettivo 5b (chefornisce incentivi alle areeeconomicamente depres-se). Il progetto aveva comeprincipale obiettivo di stabi-lire uno stretto contatto tramondo della scuola e del la-voro, facendo costituire aigruppi di ragazzi vere e pro-prie società con un proget-to imprenditoriale. Tale pro-getto ha richiesto molto la-voro durante l’intero annoscolastico affinché fossecorredato del necessario“business plan” (una sorta dibilancio di previsione dellasocietà), delle autorizzazio-ni comunali, dei preventivi dispesa e dei certificati ban-cari, della documentazionerelativa alle indagini di mer-cato nonché di ogni altro do-cumento che comprovassel’effettiva esistenza ed atti-vità dell’impresa (i ragazzihanno lavorato affiancati daveri notai, commercialisti,imprenditori). EBG (questala sigla del programma) hainteressato centinaia di isti-tuti italiani ed europei, con-sentendo ai vari gruppi dicostituire joint-venture e ac-cordi di collaborazione su

Un Liceo

tutto d'oro

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Un racconto per celebrare la fine del millennio

a musica esce forte e avvolgente dal te-levisore stereofonico a celebrare

l�irripetibile evento del primo giorno del terzomillennio.Uno straordinario concerto di Capodanno accom-pagna il risveglio di Giuseppe; i più grandi diret-tori d�orchestra dirigono la impareggiabile Filar-

monica di Vienna, eseguendo ognuno una compo-sizione di musica classica, scritta da uno degli Strauss.

Anche Giuseppe la scorsa notte è andato a dormiretardi, nonostante la giovanissima età. Non avrebbe po-

tuto mancare l�appuntamento con quella mezzanotte in cuil�umana storia consegna ai viventi le più confortanti certezze

bimillenarie e le loro attese divengono, all�istante, temute incogni-te senza scadenza.

Ora, con la musica che proviene dall�appartamento accanto, egli si alza dalletto, per la prima volta nella sua vita e nel primo giorno del terzo millennio. E� il suo secondo giorno di vita.Oggi le attenzioni di tutti sono rivolte al futuro; ognuno è proteso ad affidare le proprie speranze alle incerte prospettiveche i nuovi giorni dischiudono.Giuseppe è l�ultimo figlio dell�ormai superato ventesimo secolo; quello che gli adulti, distratti dalle emozioni della musicae dal rimbombo delle parole, vogliono comprimere nel loro passato.Così, Giuseppe è solo. Ed egli esce in strada, sotto il sole meridiano, a conoscere ciò che i tronfi oratori non sembranointeressati a riferirgli.Con la sua piccola bicicletta pedala lungo l�unica, sottile e, pressoché, immaginaria striscia di strada che le automobilieccitate lasciano agli altri. A cavalcioni del suo biciclo, sente la carezza instancabile del vento e il tiepido abbraccio del

La bicicletta è la mia vita...E alla fine il secolo iniziò

diEdi Righi

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sole, ma non avverte alcuna voce viva, non percepisce altricontatti.Giuseppe si affretta, così, ad imprimere velocità al mezzo dilocomozione per cercare al più presto nuove prospettive, altreindicazioni al manifestarsi della vita.

Imboccata una curva a largo raggio, intravede i segni del cam-biamento. Ed ecco che, oltre la curva, sul suo viso apparve laancora morbida barba dei ventenni.Le mani forti di Giuseppe stringevano il manubrio arcuato e legambe pedalavano possenti spingendo la efficiente biciclettasu strade nere, fresche di asfalto, in mezzo a cantieri che edi-ficavano alti palazzi, senza alcuna armonia. Vi era un fervoredi uomini che balzavano da un posto all�altro, ispirati da richia-mi che, leggendo i titoli dei giornali esposti nelle edicole, dove-

vano essere il successo personale.Pedalando dalla periferia verso la campagna,

Giuseppe incontrò Irene; arriva-va, anch�ella in bi-

cicletta, pro-venendo

dalla direzione opposta alla sua. Le andò ad urtare contro,mentre osservava la città dilatarsi dietro di lui. Si alzaronoincolumi e divertiti del piccolo incidente. Irene aveva all�incircala sua età, un viso dolce e appassionato e lo stesso desiderio diandare a scoprire il mondo; non avevano altro che le loro spe-ranze e le loro biciclette.

Quando tutti viaggiano verso la città è molto difficile cammina-re da soli verso la campagna. Giuseppe convinse Irene ad ac-compagnarlo a scoprire il mondo, alla ricerca delle comuni ori-gini.Mentre si allontanavano e cresceva la distanza dalla città, in-crociavano sempre più numerose le persone che, su vari mezzidi locomozione, rigorosamente con motore a scoppio ed altaemissione di fumi, si avvicinavano al conglomerato urbano,meccanicamente protesi a crearsi lo spazio sgombro per il pro-prio cammino.Irene e Giuseppe giunsero al grande fiume. Il sole si era incli-nato sull�orizzonte e colorava di riflessi dorati le acque che,innaturalmente scure, portavano su di esse le scorie raccoltenel loro lungo incedere ed il sole, neppure con la calda luce deltramonto, riusciva a dare splendore al sinuoso nastro.

Attraversarono il fiume e si trovarono a camminare ancoraappaiati sulle loro bici, solo un poco più stanchi. Strana-

mente, non era notte, anzi il sole lattiginoso del mat-tino comparve alle loro spalle. Oltre il fiume comincia-va un nuovo giorno. Gli occhi di Giuseppe erano lumi-nosi ed ansiosi di afferrare la nuova realtà. Nei suoicapelli si era insinuato qualche filo bianco e la voceera divenuta più greve, più matura, mentre Irene siera irrobustita senza, peraltro, perdere la sua dol-ce bellezza.La strada era più stretta di quella che avevanolasciata il giorno prima, ma più tranquilla. Lun-ghe file di pioppi e salici ombreggiavano il per-corso e grandi distese di prati e grano maturone coloravano lo sfondo. Solo qualche auto lisuperava; molte altre persone si spostavanoinvece in bicicletta, ma non erano felici. I volti

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di coloro che andavano allacittà erano tesi, ansiosi; i loroocchi vedevano all�orizzontela meta prefigurata, ma, pro-prio perché nitida e lontana,la percepivano tanto estraneaquanto faticosa. Pedalandoenergicamente per giungere aquell�approdo, erano intrisi disudore e sostenevano lo sforzo ca-ricandosi con un eloquio denso diparole impegnative.Lasciavano la campagna ai loro vecchi e siavvicinavano alle industrie, alle scuole ed ai pa-lazzi della città per costruire un nuovo modello divita, così dicevano ad alta voce. Parevano non averedubbi nella loro determinazione; le incertezze erano soffo-cate dalla volontà, ma la lunga distanza avrebbe potutosfiancarli. Ora Giuseppe sapeva che per molti la fatica sarebbestata insuperabile.Nessuno di coloro che incontravano sembravano accorgersi diquella coppia che pacatamente andava dall�altra parte, manonella mano, con indulgente sorriso impresso sul volto.La strada cominciava lentamente ad inerpicarsi verso le mon-tagne dalle cime imbiancate. Giuseppe e Irene erano forti edesperti pedalatori; nessuna asperità avrebbe dovuto preoccu-parli, ma da quelle montagne provenivano segnali che faceva-no loro vibrare l�istinto di conservazione. Un sordo tonfo liaccolse appena ebbero scollinato il primo contrafforte.Il sole era di nuovo alto, a perpendicolo, ma non brillava nescaldava: era un sole impalpabile. Irene e Giuseppe erano,però, sereni. Si trovarono invecchiati sulle loro bici consapevolidella strada percorsa. Le biciclette avanzavano lentamente suquelle alte montagne perché la strada era impervia, quasi maiasfaltata, i telai dei velocipedi erano diventati pesanti (robusti,ma pesanti) e la loro forza fisica era ormai affievolita.I tonfi e boati si ripetevano riverberandosi sinistri nelle valli ailoro fianchi ed erano, probabilmente, i veri responsabili dellasolitudine di quella strada. Non incontrarono nessuno prima diun carro armato che li incrociò crepitando sui sassi

dell�acciottolato. Un essere lugubre, inimmaginabile per chi,come Irene e Giuseppe, aveva già percorso gli anni fino allafine del secolo. Una scatola di ferro che racchiudeva tutte leangosce che avevano percepito nel loro cammino.Una bicicletta solitaria si affacciò in alto dalla linea del crinale esi avventò lungo la discesa della strada che stavano percorren-do; quando si avvicinò scorsero una donna che quasi volava,saltando sulla dura sella. Fecero un cenno per invitare la signo-ra a fermarsi, per chiedere spiegazioni di quello strano am-biente che stavano attraversando. La donna solamente rallen-tò, raccomandando loro di fare in fretta a raggiungere i suoiamici partigiani prima che si scatenasse lo scontro. Lei avevasolo pochi minuti e tanta strada da fare prima di avvertire l�al-tra brigata che avrebbero avuto bisogno di rinforzi.Giuseppe e Irene spinsero con decisione estrema sui pedali,accorgendosi appena dei campi bruciati, delle carcasse di ca-mion e delle croci di legno lasciate ai bordi della strada. Eranosoli e desolati fino a quando un gruppo di uomini armati sbucòda una macchia di ginepri e li sollecitarono a nascondersi assie-me a loro nel folto del bosco. Erano di modi amichevoli, aveva-no visi severi ed ispiravano fiducia. Giuseppe e Irene avrebbero

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desiderato sentire dalle loro voci il racconto delle vicende di quei giorni, percepire le loro emozioni e capire quell�infausto tempo,ma proseguirono senza indugio il loro cammino verso le cime innevate, lasciando quel luogo di violenza. Quando Giuseppe, cheguidava Irene fuori da quella tempesta precedendola di qualche metro, raggiunse la cima più alta si voltò e inaspettatamente sitrovò sperduto. Irene non c�era più; era rimasta indietro, trattenuta per sempre dai boati da cui voleva allontanarsi. Sfiorata da unchicco di grandine era caduta per sempre ai margini della strada.Giuseppe era là in alto, più in alto di tutti, senza più barriere al suo sguardo, ma vide solo quella strada dietro le sue spalle, chepartiva da laggiù, immensamente in fondo, dove si ergevano tremuli spettri di vitrei palazzi. I suoi occhi erano coperti di lac rimee, filtrando tra di esse, tremavano i raggi di luce che l�ultimo sole donava a quel giorno.Giuseppe si avviò nella discesa e già faceva buio. La strada non presentava difficoltà; dritta conduceva nell�oscuro fondo dell a valledove la luce della luna arrivava con fatica a definire incerti chiaroscuri.Più oltre, verso le sorgenti del grande fiume, ricche di acque ancora limpide, la vegetazione era ancora più fitta, più profondo erail silenzio e la solitudine si fece più pesante. Egli accese il fanale ad acetilene che era appeso alla sua vecchia e faticosa bicicletta;la fioca luce che si irradiò gli consentì di vedere sulle carrarecce lunghe file di uomini e donne che con gli attrezzi sulle spalletornavano verso le loro case dal lavoro nei campi.

Si fermò fra i contadini raccolti attorno ad un piccolo fuoco acceso sotto un albero secolare, ancora carico di foglieormai gialle, lunari, in attesa di cadere a terra. Erano passate le nove di sera ed il silenzio tutt�attorno era

screziato dal borbottio intermittente dei discorsi dei contadini e da qualche rumore che proveniva dallecasupole del borgo lì appresso. Nessuno parlava del futuro; per lo più narrazioni di accadimenti vissuti

e qualche mesta lagnanza sulla condizione presente. Solo il suo insolito mezzo di locomozionedestava la curiosità dei bambini, facendoli accorrere in gruppi silenziosi, per ispezionarlo e

toccarlo. Giuseppe li guardava benevolo, convinto che quel contatto al mezzo meccanico avrebbe

suscitato in alcuni il desiderio di conoscere meglio e prima degli altri il mondo oltre lemontagne. Ad alcuni bambini, fra i più curiosi, fece allora provare ad usare la bicicletta,

tenendoli stretti per la sella mentre cercavano di pedalare e trovare così un nuovoequilibrio. Li immaginò come robusti ciclisti, determinati a scandire impegnative

parole d�ordine mentre si avvicinavano pugnaci alle periferie della lontana città.Un odore di cicoria tostata si alzò da un pentolino posato sul fuoco ed un�anzia-

na contadina invitò Giuseppe a servirsi una scodella di quell�infuso. Era stan-co, Giuseppe, molto stanco, provato dalle esperienze e dalla recente solitudi-ne, ed ora avrebbe riposato a lungo.Lasciò ai bambini la bicicletta, si avvicinò al fuoco travasò il cicorino nellascodella e bevve un lungo sorso di liquido caldo, appoggiandosi al troncosecolare. Nel sopore che lo vinse subito dopo sentì, in lontananza, un branodi musica classica, gli sembro un pezzo delle composizioni di qualcuno degliStrauss.Si lasciò cadere lungo il tronco; con le mani socchiuse come un neonato o,forse, come ad impugnare un manubrio si addormentò, con le braccia sulleginocchia.

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Storia 6

Le terre della Badìa

Dalla preistoria aiDalla preistoria aiDalla preistoria aiDalla preistoria aiDalla preistoria ai

giorgiorgiorgiorgiorni nostri.ni nostri.ni nostri.ni nostri.ni nostri.

Un viaggio neiUn viaggio neiUn viaggio neiUn viaggio neiUn viaggio nei

secoli persecoli persecoli persecoli persecoli per

sapersapersapersapersaperne di piùne di piùne di piùne di piùne di più

e conoscercie conoscercie conoscercie conoscercie conoscerci

megliomegliomegliomegliomeglio

Tra le dodici corti dona-te da Beatrice e Matildeal Monastero, tre: Ron-cosigifredo, Medola e Vi-triola costituirono, insie-me a Frassinoro, le Ter-re della Badìa, o Abba-dia, cioè un territorio sulquale all’Abate venneconcesso pieno poteretemporale. Questa con-dizione, che durò fino al1173, probabilmente ser-vì per contrastare i ten-tativi di aggressione di reArrigo IV nei confronti del papato.Le altre corti, più distanti dal Monastero, dicui alcune anche in pianura e ricche, servi-rono principalmente come fonte di sosten-tamento economico.Oltre a Frassinoro, dunque, tre Corti costi-tuirono, per così dire, il piccolo regno del-l’Abate.La corte di Roncosigifredo , situata nellaparte più alta della Val Dragone, era costi-tuita prevalentemente da boschi e pascoli.Il popolamento era molto meno intenso ri-spetto alle altre corti per la scarsità dellerisorse, limitate soprattutto alla pastorizia.Comprendeva Roncosigifredo, Riccovolto,Cargedolo e la Selva Romanesca .Su un altopiano, pressappoco nella zonadell’attuale Croce di Riccovolto, sorgevanoil castello, la Chiesa, dedicata a S.Bartolomeo, e un borgo.Attualmente non restano tracce nè dell’an-tica Chiesa nè del Castello.La Rocca di Medola sorgeva sullo scoglio,nel territorio dell’attuale Lago, ancor oggichiamato Medola. Fu uno dei luoghi piùantichi e più importanti dell’Appennino mo-denese. Il territorio comprendeva Medola,Lago, Casola, Serradimigni, Tolara, Nare-dola, Sassalto, Sassatella, Palagano e Boc-

cassuolo. A base quadrata, la Rocca erauno dei fortilizi più potenti, solidi e difficil-mente espugnabili essendo praticamenteinaccessibile da tre lati su quattro. Fu sededi aspre battaglie e subì vari assedi.Nel 1210 venne occupata e 1258 distruttadai modenesi ai quali venne ceduta nel1278dall'Abate. Nel 1321 fu occupata daGuidinello Montecuccoli alla cui famiglia ri-mase fino alla prima metà del XVI secolo.Nel 1517 fu lungamente assediata daDomenico Morotto, ma i 50 soldati dellaRocca resistettero, fino all’arrivo dei rinfor-zi da Montefiorino, all’attacco di 500 uomi-ni. Vi fu “un gran tirare de archibuxo eschiopeti et alcuna volta de uno mortaleto”.Nel 1522 passò agli Estensi. Il feudo diMedola comprendeva: Medola, Boccassuo-lo, Palagano, Monchio, Costrignano,Pianorso, Cadignano, Mirasole e Ran-cidoro. Successivamente venne assorbitonell’unico feudo di Rancidoro sotto il domi-nio prima della famiglia Mosti-Este poi deiSabbatini. Nel 1536 vi fu un tentativo diriconquista da parte di Francesco Maria eLodovico Montecuccoli. Attualmente nonresta che una parte della cisterna in mura-tura utilizzata come deposito dell’acqua eforse qualche pietra delle antiche mura.

Carta topografica delle Terre della Badìa nella prima metà del XIII sec.(particolare, tratto da "Montefiorino e le terre della Badia di Frassinoro")

a cura diD. Bettuzzie G. Monti

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da due Priori: il Priore esterno, con la cari-ca di vice-Abate, che lo rappresentava incaso di assenza e il Priore interno.L’Abate viveva nel castello di Frassinoro(ora scomparso) collegato tramite una gal-leria sotterranea con il convento. La suaautorità fu indiscussa fino verso l'anno 1150ed esercitata senza particolari difficoltà. Nèi feudatari della montagna, nè i comuni diModena e Reggio avevano abbastanza for-za da poterlo contrastare seriamente, seb-bene ne avessero avuto la tentazione.L’assoluto potere detenuto dall’Abate fecesì che ogni elezione di un successore fos-se motivo di lotte, talvolta dure, tra oppostefazioni, in aperta violazione alla Bolla diPapa Gregorio VII, la quale disponeva chel’elezione avvenisse in pace e senza im-brogli. Addirittura dal 1275 al 1286 ci furo-no due Abati contemporaneamente: Gu-glielmo da Dallo e Tommaso de’ Tonsi. Essisi ritenevano legittimamente eletti ed era-no sostenuti da due gruppi distinti di mona-ci e di nobili. Il primo risiedeva a Frassino-ro, il secondo a Vitriola. Nel 1286 morironoentrambi e si ritornò così ad un unico Aba-te. Col tempo il luogo di spiritualità volutoda Matilde si trasformò in luogo di poteretemporale, per cui, nel 1107, Papa PasqualeII lo assoggettò all’Abbazia de la Chaise deDieu in Francia. Ciò fu considerato dai mo-naci di Frassinoro come un’umiliazione enon mancarono atti di ribellione.

Organizzazione socialeLe Terre della Badìa erano divise indominiche e masserie (manenzie). Le terredominiche, rappresentate soprattutto daboschi, zone incolte e terreni attorno a roc-che, castelli e chiese, erano affidate ai ser-vi dominici. Le manenzie invece eranoappezzamenti di terreno lavorati da coloni,i manenti: miserabili legati al terreno chelavoravano di cui ne seguivano il destino.I manenti potevano, però, dopo aver dimo-strato la propria fedeltà al Monastero edaver versato una somma di denaro, otte-nere la condizione di uomini liberi.A volte le masserie venivano date in affittoad uomini liberi, su pagamento di un cano-ne annuo. Ogni appezzamento di terrenolavorato veniva dotato di una casa-torre abase quadrata.La corte che ebbe maggior sviluppo, per lafavorevole posizione, fu quella di Vitriola,dove si crearono molti poderi e di conse-guenza furono elevate un gran numero dicase-torri. I prodotti principali delle Terre

La corte di Vitriola , in-fine, comprendeva Vi-triola, Cerredolo, Cisa-na, Massa, Cornilio,Mogno, Montestefano,Rubbiano, Gusciola,Farneta, Costrignano,Susano e Savoniero. Siestendeva quindi nellaVal Dragone, Val Dolo ein piccola parte nella ValSecchia. Fra le tre cortidell’Abbadia, per la fa-vorevole posizione geo-grafica e climatica, que-st'ultima era la più po-polata, la più ricca econsiderata il “granaiodell’Abbadia”. A Vitriolasorgevano il castello ela chiesa dedicata a S.Andrea Apostolo. Il ca-stello non possedevaparticolari caratteristi-che difensive, ma era

piuttosto adatto allo stoccaggio dei prodottiagricoli. Era costituito da 3 torri quadran-golari poste alla distanza di circa 20 metril’una dall’altra, formanti un triangolo, con-giunte ad altri edifici e circondate da unmuro. Nel XV secolo il castello era già crol-lato avendo perso molta della sua impor-tanza, acquisita nel frattempo dalla Roccadi Montefiorino. La chiesa di S. Andrea esi-ste tuttora, mantenendo la struttura origi-nale, risalente probabilmente all’XI secolo.Attualmente nel territorio di Vitriola sonopresenti ancora alcune case-torri in buonaparte in avanzato stato di rovina.Oltre alle tre corti donate da Matilde di Ca-nossa, col passare degli anni il Monasterobeneficiò di donazioni fino al punto che leValli del Dragone e del Dolo diventaronoquasi interamente di sua proprietà.Dai giuramenti del 1173 e 1205, prestatidagli uomini della Badìa al Comune di Mo-dena, si deduce che facevano parte dellaAbbadìa: Cerredolo, Cisana, Massa,Corniglio, Mogno, Montestefano, Rubbiano,Gusciola, Farneta, Vitriola, Costrignano,Susano, Savoniero, Palagano, Boccassuo-lo, Casola, Serradimigni, Lago, Medola,Naredola, Sassatella, Sassalto, Tolara,Frassinoro, Cargedolo, Riccovolto, Ronco-sigifredo.

Potere spirituale e potere temporaleL’uomo più potente era l’Abate, coadiuvato

Vitriola: torre del Pignone(XII-XIII sec.)

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della Badìa erano: grano, vino, formaggio,lana, castagne, noci. Diffuso l’allevamentodi mandrie di maiali nutriti con le ghiandeprodotte dagli estesi querceti della Corte diVitriola.In un documento del 1261 è riportato unelenco delle manenzie e dei manenti. NelleTerre della Badia vi erano 316 manenzie.Nella Corte di Medola, ad esempio, in Me-dola, Sassatella, Sassolato, Tolara e Sevalevi erano solo uomini liberi e non esistevanomanenzie, mentre a Palagano, Lago, Ser-radimigni, Ca’ de Moreni, Naredola, Caso-la, Vetta e Boccassuolo c’erano 127manenzie lavorate da 308 manenti, o servidella gleba.

Monastero e Pieve di RubbianoPrima della costruzione del Monastero tut-te le parrocchie delle Corti di Roncosigifre-do, Medola e Vitriola (escluso Frassinorodipendente, dopo il 1007, dal Monastero diPolirone) dipendevano dalla Pieve di Rub-biano. Nacquero, così, controversie tra laPieve e il Monastero, tanto che, prima PapaCallisto II nel 1121, poi Papa Onorio II nel1128, quindi Papa Alessandro III nel 1167,dovettero intervenire per dirimere le que-stioni. Queste decisioni, anche se non fe-cero cessare completamente le controver-sie tra Monastero e Pieve, servirono a miti-gare i rapporti tra di loro, e a fare in modoche l’autorità spirituale della Pieve di Rub-biano fosse assorbita progressivamente daquella del Monastero.

L’Abate non ebbe pretese solo nei confrontidella Pieve di Rubbiano, ma guardò anchepiù lontano, ad esempio nei confrontidell’arciprete di Carpi, confinante con laCorte di Budrione, dipendente dal Monaste-ro; situazione anche questa che richiese l’in-tervento diretto di Papa Pasquale II e dellastessa Matilde di Canossa.

I MontecuccoliNel 1160 l’Abate, per garantire una miglioreprotezione alle Terre della Badìa, ne affidòla custodia e la difesa a Bernardo daMontecuccoli, potente capitano del Frigna-no. Questi accettò di buon grado l’incaricopoichè in questo modo si accrescevano lesue forze ed il prestigio della sua famiglia, enon perchè gli premesse mantenere in vitala signoria dell’Abate alle cui terre sia il Co-mune di Modena sia i diversi feudatari dellamontagna miravano. Il 4 agosto 1164 l’Aba-te Guglielmo ottenne dall’imperatore Fede-rico Barbarossa, che nel 1154 scese in Ita-lia e l’anno successivo cinse la corona im-periale, un diploma col quale si concedeva,oltre alla conferma dei beni, la protezioneimperiale al Monastero. L’Abate credette diavere scongiurato ogni pericolo di aggres-sione da parte dei modenesi, ma questoconvincimento non durò molto. Pochi annidopo, infatti, iniziò il declino di Barbarossae, per far fronte ad una probabile incursionedei modenesi, l’Abate e Bernardo daMontecuccoli rafforzarono i loro castelli e inmodo particolare la Rocca di Medola.

Tèmp ed Nadäl Tempo di NatalediB. Ricchi

Se cade la neve e comincia a gelarebisogna ungere la pala di legno e montare le cateneoccorre mettersi gli scarponi e il berretto di pellicciasperando che ne o scaldano col fiatoquel Bambinello là in mezzo alla stalla,che sia il nostro cuore che l�ha così infreddolito?

Che siamo peggio delle bestie non mi sembra vero,se Gli dessimo il calore che dà il sole d�estatedi certo la Madonna ci abbraccerebbe.

Se cäsca dla néva insâm a dal gélbsôgna önger é palòz e muntär al cadèn

mé màtts i scarpùn e la brâta da e� pélsperànd che in t�la têgia é gh sia a bàsta fén.

Quànd è'n sôpia ù sciròk, töt löster l�é al cél1'é al témp ed Nadäl: mé cercär de vle�s bén;

l�arcröv cämp e bòsk �d la brina un biänk véldi arvérs e d�i mäl forsi é�gh mòla un pò al pén.

Un äsen e un bô i l�escälden d�un fiääché pòver Püpìn là in méz a la stàla,

ch�ù sia é nòster kör ch�u l�à acsé arferdää?

Ch�a sàm pégg d�al béstì l�am pär �na bàla,s�a gh désn e� calùr ch�al dà ù sul d'istää

sicür la Madôna l�a�s turé in spàla.

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Era venerdì 3 giugno del-l’anno 1239 e a Montefiori-no si stavano ultimando ilavori di costruzione dellemura del cassero, quandoa mezzogiorno un’eclissetotale di sole, fece piomba-re ogni cosa nella più completa oscurità.Raccontano gli storici del tempo, che il fe-nomeno si protrasse per ben tre ore e cheera talmente buio “tanto che si potevanocontare le stelle” (Salimbene da Parma).Quel fatto straordinario creò molto turba-mento tra coloro che erano addetti all’ope-ra muraria tanto che ne trassero presagi disventura.Anche il rettore della Pieve di S.Giulia deiMonti volle lasciare memoria di quell’even-to, incastonando sulla facciata della Pieveuna lapide in arenaria che lo ricordava. Lacostruzione della rocca di Montefiorino erainiziata nel 1170, con la posa delle fonda-menta della torre centrale (mastio), volutadall’Abate di Frassinoro, Guglielmo e dal

difensore delle terre della Ba-dia, da lui nominato (Visdo-mino), Bernardo da Montecuc-coli.Tale costruzione, per la sua po-sizione strategica, doveva ser-vire da difesa del territorio del-la valle del Dragone e fu persecoli chiave di volta per il pos-sesso dell’intero Appenninomodenese occidentale. Ognilato della base della torrequadrilatera della rocca è lun-go mediamente quattro metri emezzo e superava in origine iventi metri in altezza, poi ridottia tredici con uno spessore del-le mura che a pian terreno rag-giungeva quasi i due metri.

Fino al 1235, la torre sorgeva isolata pro-tetta da dei terrapieni. In quell’anno, attor-no alla torre, si innalzarono altre costruzio-ni di difesa, ad opera dell’Abate Ugo e delVisdomino Bonaccorso da Montecuccoli. Ilavori furono terminati nel 1239. L’anno ap-

presso i modenesi inviarono nelle terre dellaBadia una schiera di armati.Questi, prima assediarono, senza riusciread espugnarla, la rocca di Medola e poistrinsero d’assedio la nuova rocca di Mon-tefiorino. Dopo un mese, gli assediati do-vettero capitolare, ma qualche settimanaappresso la riconquistarono. Subito doporipresero i lavori per rinforzare le difese delmaniero, con un unico ingresso all’angolosud-est protetto da una robusta porta detta“del cassero”.Questa fu affiancata da una torre quadran-golare detta poi “torre di S.Michele”, per-chè al suo interno, al primo piano c’era unacappella dedicata all’Arcangelo. Così raf-forzata la rocca si presentava nel 1246,quando i lavori terminarono, ma l’anno suc-cessivo, in piena lotta tra guelfi e ghibellini,un esercito di modenesi (ghibellini), si por-tò in val Dragone per stanare i guelfi che visi erano rifugiati. Nuovo assedio a Medolache dopo qualche settimana cedette, poi gliassedianti si riversarono contro il manierodi Montefiorino, che dopo poco dovette ce-dere. I modenesi misero a ferro e fuoco larocca e alla fine la incendiarono; si salva-rono solamente la torre centrale ed unmoncone di quella di S.Michele.Per diversi anni tutto rimase disabitato edin rovina fino a quando nel 1317 l’AbateTommaso De’ Tonsi trasformò il tronconedella torre di S.Michele in chiesetta, affidan-done la cura a due frati del convento di Vi-triola, e la torre della rocca in abitazione.L’anno successivo ripresero i lavori diriattivazione della fortezza ad opera diGuglielmino Montecuccoli. Egli sistemòinnanzitutto la torre della rocca e scavò unacapace cisterna per l’acqua, tuttora esisten-te, nel lato sud-est del cortile interno. Quindiricostruì i due corpi rettangolari e paralleli

lalalalala Rocca diRocca diRocca diRocca diRocca diMontefiorMontefiorMontefiorMontefiorMontefiorinoinoinoinoino

Un po' di più su...

diFabrizio C.

Montefiorino: la Rocca nei primi decenni del '900

Montefiorino: torre delmercato ad inizio secolo

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del palazzo congiunti da un terzo in direzione nord-sud. Venne anche costruita una nuova torre dettaprima "del Poggio" e successivamente "del Mer-cato" più a sud, nel borgo di Montefiorino.Nell’anno 1320 i Monteccucoli vendettero la roccaa Rinaldo e Butirone Bonaccorsi signori di Mode-na, ma un anno dopo Guidinello de’ Montecuccolila riprese con le armi, rimanendo sotto il dominiodella casata, in qualità di feudatari degli Estensifino al 1429. In quell’anno la popolazione di Mon-tefiorino, stanca ed esasperata dal dominio deiMontecuccoli si sollevò in armi e diede l’assaltoalla rocca, facendo fuggire per sempre i loro si-gnori. Da quel momento quelle terre passaronosotto il diretto dominio degli Estensi che si impe-gnarono a non concederle mai più in feudo ad al-cuno e a mantenervi sempre un podestà. Segnodell’importanza della rocca di Montefiorino è l’elen-co di personalità che vi soggiornarono. Prima fratutti la visita ed il soggiorno dell’imperatore CarloIV, che nel 1369, ospite dei Montecuccoli, diedeloro il diritto di inserire nell’arma della casata l’aquila

imperiale. Passata sotto diretto controllo de-gli estensi Montefiorino ospitò nel 1589Madame Gloire Marie Masigné, nobildonnadella Corte di Versailles, e nel 1688 la regina Cri-stina di Svezia con cinquecento armati. Nel frat-tempo le strutture della rocca subirono varie modi-fiche, dovute ad eventi bellici, ma anche naturali,come il 5 giugno del 1501 quando la torre centralefu scoperchiata da un terremoto. A seguito di que-sti eventi, nel 1580 la torre centrale venne abbas-sata fino a 13 metri ed adibita a prigione.La torre del cassero, invece, crollò in quel secolo,mentre quella del mercato resiste tuttora, adibita atorre campanaria da quando vi fu costruita vicino,primi del novecento, la nuova chiesa parrocchiale.Durante l’ultimo conflitto mondiale la rocca fu sededel governo della prima repubblica partigiana. Inquesto secolo, il comune di Montefiorino, divenu-tone proprietario, ha ristrutturato completamentela gli edifici adibendoli a municipio e a sede dellaComunità Montana Modena Ovest oltre a ospitareil museo della resistenza.

I l Natale si avvicina e, unavolta, il giorno della vigilia,gli anziani del paese si de-dicavano a varie attività tra-dizionali.

Il ceppoAl pomeriggio il capo fami-glia, sceglie il ceppo di Na-tale che, alla sera, metterànel focolare. Il fuoco delceppo servirà a rallegraretutta la famiglia raccolta in-torno alla fiamma scoppiet-tante per l'intera serata.Il ceppo continuerà a brucia-

re fino al giorno dopo, e nel-la notte secondo la creden-za popolare servirà a riscal-dare le prime ore di vita diGesù Bambino.

Il gineproMentre il capo famiglia pre-para il ceppo di Natale, lamoglie va a raccogliere ra-moscelli di ginepro, che poiappenderà alle pareti dellacasa.Il ginepro, secondo la tradi-zione, terrà lontano da quel-la casa e dai suoi abitantiogni tipo di calamità. Unaantica leggenda narra che,quando Maria Giuseppe eGesù stavano fuggendo persottrarsi alle persecuzioni diErode, si imbatterono nelleguardie. Giuseppe, per nondestare sospetti, continuòtranquillamente il suo cam-mino, mentre Maria e Gesùcercarono di nascondersi.

Ma nessun ce-spuglio circo-stante riuscivaallo scopo tranneuna pianta di gine-pro.Scampato il pericolo la sa-cra famiglia potè riprendereil cammino e da quel giornoil ginepro fu la pianta prefe-rita dalla Madonna che neteneva sempre un ramettoappeso alla propria casa.

La croceQuando alla sera le campa-ne cominciano a suonare,per chiamare i fedeli a rac-colta per la Messa di mez-zanotte, i contadini vannonella stalla e, con un paio diforbici, tracciano una crocetagliando il pelo di ogni ani-male sulla spalla destra. Sipensa così di attirare la be-nedizione di Gesù su ognianimale della stalla.

Tradizioni di Natale a Casola

di Montefiorino

Bacche di ginepro

diFabrizio C.

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diS. Braglia

“Oh donne...oh donne è arrivato l’arrotino!!!”urlava tutto il giorno nelle strade impolverate,e spingeva in avanti il suo carrettinocon le mole di sasso e gli acciariniRoncole, coltelli e forbicinegli portavano da affilare

Ricordi

d'infanzia

“Oh don.. oh don.. e ghè e mulata!!!”l’urlava tët al dé dre ai vei impuivrenti,

e spingiva inanc la so carata cun al mël ed sas e i aciarin.

Pudai, curtè e furbsinig purtaven da arudar

Anni '30: fiera di Montemolino

Negli anni '50, subito dopo laguerra, (e ancor più neglianni precedenti) nei nostripaesi c'era un'economia chemolti definiscono di "sussi-stenza": ogni famiglia dove-va produrre ciò che servivaper l'alimentazione e ricava-re quel minimo di denaro cheera necessario per pagare"l'estimo" (le tasse sui terre-ni), oppure per acquistarequei generi come lo zucche-ro o il sale che non poteva-no essere prodotti in loco. Lapolenta di granturco e quelladi castagne erano, insiemeal pane, le principali basi del-l'alimentazione.Il "companatico" era costitu-ito dai latticini (ricotta, for-maggio, burro e panna) e daipochi salumi prodotti in casa(cotechino, pancetta, coppadi testa, lardo, ecc...).La carne era un lusso di po-chi: alcuni acquistavano unpezzetto di manzo quandoqualche bestia veniva macel-lata per una disgrazia (quan-do una mucca "crepava" peraver mangiato troppa erbafresca, oppure per una cadu-ta...). Galline, capponi e co-nigli venivano utilizzati soloper ricorrenze particolariquali le "funzioni" (sagre dipaese), per la trebbiatura,per le "sganzeghe" (feste acompimento di una costru-

z i o n e ) ,per ceri-m o n i es o l e n n ico-me imatrimo-ni o per nutrire in modo mi-gliore una partoriente... Lescarse uova che forniva ilpollaio dovevano servire peracquistare alla piccola botte-ga del paese (la palta) l'olio,il caglio, lo zucchero, le spe-zie e tutte le cose che servi-vano quotidianamente.Alcune uova venivano anchedestinate all'alimentazionedella famiglia: spesso la fa-rina per la "pastella" venivastemperata solo con acqua,ma a volte si insaporiva conun uovo oppure questi ac-compagnava la polenta frit-to, brinato o lessato.Oltre alle botteghine anchenei paesi più piccoli ognianno si svolgevano le "fiere"dove venivano messe in ven-dita le merci più disparate:una parte veniva riservataalla vendita di mucche, vitel-li o maiali (famosa quella diS. Antonio a Montemolinoper i lattonzoli), l'altra era de-stinata ai "banchetti": qui sivendeva di tutto, dai finimentiper animali alla biancheria dacorredo, alle medicine deifattucchieri, agli oggetti di le-gno e di metallo per la casa...

Ma durante l'anno a tutte lecase si presentava una mol-titudine di gente che vende-va prodotti artigianali di ognitipo, che offriva la propriaopera o che semplicementechiedeva in elemosina unaminestra o un posto nellastalla dove dormire.In ogni paese di montagna siera andato sviluppando unparticolare tipo di artigiana-to: gli zoccolai, i fusai, isetacciai, gli scrannai, icavagnai... arrivavano nellecorti i costruttori d'aratri(piudlai) che fabbricavano lefalchette (piccoli aratri perpraticare i solchi nei campiper far defluire l'acqua o perpiantarci legumi o granturco);arrivavano poi gli stracciven-doli, gli arrotini, i cardatori dilana (il più noto di Palaganoera Oreste ancora vivente), imaterassai, i calzolai, icastrini (i veterinari del tem-po che "visitavano" le muc-che o che trasformavano itori in buoi mansueti), i bottai,i maniscalchi...I ricordi mi hanno convinto ascrivere questa specie dipoesia che vi propongo.

Gent cla va... gent cla venGente che va... gente che viene

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e lü bèl, bèl l’arfilava ai lame intant l’aqua la ghe schizava in te grumbial

e al falester al brilaven fin d’luntan.Nuater ragach a boca averta

a stevev a guardar e as feven cuntar

d’in duva al gniva... e cuma ieren i paes ed là da l’Aip...

e lü es feva insuniar cun dal föl mai sentüdi da i noster bsin.

Al dé dop l’arivava in te curtil anc i scranai cunin spala i maz ed paledra e de struplin:

a l’ombra d’una meda o d’un paiar i tsiven cavagn e ciast

e i scranun di püpin.Ma i pië cürius ieren i magnan

ed i omi semper negher e müsnentch’iarfeven e cül a i parë ed ram

ch’i s'eren esbusìa forza ed mesdag denter dal pulent.

L’era un via, vai ed gent:chi gniva a vander quél

apéna la néva la spariva d’in ti camp e al temp e tacava a mates a e bél:

i Tosc cun la stofa ligada a gran rüdè e agli spal pigadi söta a e pés;

i sdaciai ed Carë, i piudlai, qui di ciüpé,Urést cun agli scardazi in tun cariëluna queic zengra cla vendiva i ptun

cun in bracia un fiële ater tri u quater agrapä a u stanlun.

Un’umberlina bianca, d’un campanèl u sunin tla via nëva es feva caminar:

l’arivava cun i glä Primunche cun cinc franc es deva da manghiar

ùn curnat ed vanelia u ed limun.L’era ater temp...

tanta miseria e tant da lavurar,ma, se non ater, aieren tëch cuntent.

e lui bello, bello affilava le lamee nel mentre l’acqua gli schizzava nel grembiulee le scintille brillavano lontano.Noi ragazzi a bocca apertastavamo a guardarloe ci facevamo raccontareda dove veniva...e come erano i paesi al di là dell’Alpe...e lui ci faceva sognarecon delle favole mai sentite dai nostri vicini.Il giorno dopo arrivava nel cortile anche il seggiolaiocon in groppa i mazzi di erba palustre dei rametti di salice:all’ombra di una pila di covoni o di un pagliaiotesseva cesti e cestee il seggiolone del bambino.Ma i più interessanti erano i riparatori di pentoledegli uomini sempre neri e sporchiche rifacevano il fondo ai paioli di rameche si erano bucatia forza di mescolarvi dentro della polenta.Era un via e vai di gente:chi veniva a vendere qualcosaappena la neve si scioglieva nei campie cominciava a fare bel tempo:i Toscani con la stoffa legata in un gran rotoloavevano le spalle piegate sotto al peso;i setacciai di Carù, i riparatori di aratri, quelli degli zoccoli,Oreste con la scardatrice per lana in un carretto,qualche zingara che vendeva bottonicon in braccio un figlioe altri tre o quattro aggrappati alla grande gonna.Un ombrellino bianco, il suono di un campanelloci faceva accorrere sulla strada principale:arrivava con i gelati Primoneche con cinque lire ci dava da gustareun cornetto di vaniglia o di limone.Erano altri tempi...tanta miseria e tanto lavoro,ma, se non altro, eravamo tutti contenti.

La Vigilia di Natale ci sono persone che attraverso antichi riti riescono a guarire alcunemalattie senza l’uso di medicinali o di terapie particolari. Molti, se devono togliere unporro, una verruca o curare il "fuoco di S. Antonio", si rivolgono a questi guaritori che"segnano" la parte malata e poi pronunciano formule segrete che vengono gelosa-mente custodite. Queste persone non rivelano mai ad altri il loro patrimonio di cono-

scenza, perchè così facendo, perderebbero la preziosa virtù che permette loro questeguarigioni. Solamente quando si sentono anziani e pensano di avere trovato in un amico

o in un parente una persona degna di essere messa a conoscenza del loro sapere, glitrasmettono i loro segreti. Questo può avvenire solo in un momento particolare dell’anno, alla mezzanottedella vigilia di Natale.

Magica notte

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"Per il nuovo millenniovorrei:

pace, amore, regali, andarea letto alle 10, serenità,

gentilezza, mangiare tutti igiorni la pizza.

Invece non vorrei:guerra, malattie,disprezzo, odio,

violenza, delinquenza."

Martina

"Il Natale è ungiorno di gioia e

di allegria chedeve essere pertutti i bambini

del mondo"

Maggie

Laura

Chiara, Laura, Maggie, Martina, Sara

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Orizzontali 1. Regali 7. Nonchiusa 11. Cosenza 13. Arti-colo 15. Lo è Natale 16. Con-tenitore di vetro 18. Orecchionei prefissi 19. Nascondiglio,tana 21. Istituto RicostruzioneIndustriale 22. Bel canto na-talizio tedesco 25. La metasanta nel giubileo 26. Doppiain tazze 27. Le iniziali della Asti29. Preposizione semplice 30.Famosa Joan della canzone31. Insiemi di gradini 32. Pro-nome personale 33. Rappre-senta la natività 36. Combu-stibile fossile 38. La riempe labefana 41. Amo allo specchio43. Senza deviazioni 44.Roma senza pari 46. Afferma-zione inglese 47. Contento 50.Risonanza 51. Due in cento52. Traina la slitta di BabboNatale 54. Preghiera di lode55. Soprabito di panno di lana56. Natale...alla francese! 58. Raganelle verdi 59. Ornella attrice 60. Collegio inglese 61. Lo conosce la befana 65.Vocali in noce 66. Acre, pungente 68. Capelli 69. Remissione totale dei peccati 74. Venezia 76. Arno in centro 77.Nè mie, nè sue 78. Inerzia, inoperosità 79. Più lo è un combattimento 81. Pronome letterario 82. E’ atteso conansia dai bambini 87. Pittore ed incisore francese 88. Vocali di moto 89. Filosofia cinese 90. Diversi, differenti 91.Abitano una regione tedesca 94. Caratterizza l’anno santo 95. Inizierà il primo gennaio.Verticali 1. Capriccio, ghiribizzo 2. Inizia con il duemila (due parole) 3. Arsi senza capo 4. Congiunzione eufonica5. Napoli 6. Filo senza coda 7. Rischio 8. Dolce tipico natalizio 9. Esclamazione 10. Attirare 12. Il mezzo ditrasporto della befana 13. Ha sostituito l’IGE 14. Articolo 16. Prima o poi si verificherà...(tre parole) 17. Un simbolodi Natale 20. La tiene il prete durante la messa 23. Tisi senza coda 24. Il suo simbolo è N 25. Consonanti inaramaico 27. Pappalardo 28. Arezzo 34. Il fondatore di Roma 35. Famoso quello della Mirandola 37. Rovigo 39.Prima e ultima di zante 40. Riscalda Gesù nella mangiatoia 42. Pianta il cui succo amaro è usato in medicina 45.Uno dei Re Magi 48. Una metà di arco 49. Rovesciati, capovolti 53. Capitano...in un romanzo di Stevenson 54.Provare gioia, soddifazione 56. Negazione 57. Aperto all’inglese 59. Ventiquattro in un giorno 62. Cortile colonico63. Imperia 64. Candida e suggestiva 67. Due per oggi 68. Croce Rossa Italiana 70. Bambino 71. Amanda dellacanzone 72. Si salvò dal diluvio 73. Prima e ultima 75. Genietti della mitologia germanica 79. E’ bello trovarli sottol’albero 80. Fiume russo 83. Verso del cane 84. Sport sulla neve 85. Inalo...senza capo nè coda 86. Signora... diBaglionesca memoria! 92. Iniziali di Montesano 93. Simbolo del sodio

Soluzione a pagina 27

"Il Natale è una festa per tutti"

Chiara

"Il Natale: la festa più bella per ognibambino che dovrebbe essere felicissimo

anche se in molti paesi non è così"

Sara

CruciDuemila di G. Barbati

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Habitat

Miele rosato100 g di petali per mezzo

chilo di miele.

Fate bollire i petali assiemeal miele per 10 minuti quin-di filtrare il tutto con un pan-no sottile.Utilizzate questo miele perdolcificare le bevande calde2-3 volte al giorno, questo èun ottimo rimedio per il maldi gola e negli stati infiam-matori leggeri.

Sciroppo di bacche di rosaUn litro e mezzo di acqua, bacche sufficienti per

raggiungere il livello dell’acqua nella pentola, un pannofitto per passare la gelatina, ancora 750 cc di acqua

bollente, 600 g di zucchero, barattolio bottiglie di vetro sterili

Fate bollire il litro e mezzo d’acqua, tritate le bacche nontroppo fini e versatele subito nell’acqua bollente. Fate bol-lire per tre minuti e poi togliete dal fuoco e mettete a ripo-sare per 15 minuti. Filtrate il tutto con il panno, rimettete illiquido sul fuoco ed aggiungete i tre quarti di litro di acquabollente, e levate dopo 2-3 minuti di ebollizione lasciandoriposare per 10 minuti. Riversate il contenuto nel filtro elasciatelo colare per levare completamente gli ultimi peliispidi che sono contenuti nelle bacche. Mettete tutto il suc-co ottenuto in un’altra pentola e fate bollire finchè il conte-nuto non si riduce a tre quarti di litro, aggiungete i 600 gr.di zucchero, mescolate e fate bollire ancora per 5 minuti.Togliete dal fuoco e versate lo sciroppo nei contenitori esigillate immediatamente, conservandoli poi in un luogofresco. Questo sciroppo è un ottimo integratore naturale divitamina C.

E’ un arbusto in grado di oltrepassare i2-3 metri di altezza, con rami ricaden-ti, coperti di aculei. Le foglie sono al-

terne, i fiori possonoessere bianchi, bian-co-rosati o rosa esono formati da cin-que petali.E’ molto comune nel-le boscaglie, negl’in-colti e lungo le siepidi campagna.E’ una “pianta colo-nizzatrice”, cioè ap-partenente a quel gruppo di piante che per prime

attecchiscono e si diffondono sugli incolti, pioniere del ritorno della mac-chia boschiva. Altre piante pioniere dei nostri luoghi sono l’olivello spino-so e il ginepro.La fioritura avviene in estate, la bacche, rosse (falsi frutti), maturano inautunno, rimanendo attaccate alla pianta per molto tempo. Sembra che la

rosa canina sia così chiamata perché, in passato, le sue radici venivano adoperate nellaterapia della rabbia.Le bacche, molto apprezzate in erboristeria per la loro qualità di astringente intestinale,antidiarroica ed antinfiammatoria, sono particolarmente ricche di vitamina C, a tal puntoda poter sostituire gli agrumi.

Durante la seconda guerra mon-diale, questa ricchezza di vitami-na C, venne sfruttata dall’Inghilter-ra che, a causa degli eventi bellici,aveva difficoltà a fare arrivare gliagrumi. Il governo inglese lanciòuna massiccia campagna di rac-colta delle bacche della rosa ca-nina, da cui veniva ricavato unosciroppo che fu in grado di soppe-rire alla mancanza di vitamina Cdurante tutto il periodo bellico.Ancora oggi , nei paesi nordici, lebacche vengono vendute,essiccate e triturate per usi alimen-tari o trasformate in sciroppi oconfetture.In erboristeria come incucina vengono utilizzati sia lebacche mature, che i petali raccoltied essiccati all’ombra. Nei paesianglosassoni si usano bevandefatte con i petali di rosa canina inalternativa al thé, e si possono an-che trovare in commercio tipi di théaromatizzati alla rosa canina.

diF. Carponi

La rosa canina

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S T R E N N E F A P E R T A C S I LF E S T A F I A L A O T O C O V OI R I S T I L L E N A C H T R O M AZ Z A A I N B A E Z R A M P EI 0 P R E S E P E T O R B A C A L Z AO M A N D I R E T T O R M I E S

I L A R E E C O O O R E N N A IG L O R I A L O D E N N O E L E NI L E B O M I E T O N C A M I N OO E A G R O N C H I O M EI N D U L G E N Z A P L E N A R I A V ER N T D T U E O Z I O D U E LE I B A B B O N A T A L E R O R F

O O T A O A L T R I O R E N A N IG I U B I L E O A D U E M I L A

Soluzione del CruciDuemiladi pagina 25

Viaggio nei musei (2)

Museo universitario distoria naturale e della

strumentazionescientifica

V.le Berengario 14 ModenaApertura su appuntamento

Ingresso: gratuitoTel. 059378576

Museo di zoologiaVia Università 4 Modena

Apertura su appuntamentoIngresso: gratuitoTel. 059225067

Museo di anatomia umanaV.le Berengario 16 ModenaApertura su appuntamento

Ingresso gratuitoTel. 059225067

(Valenza didattica perl’ambito universitario)

Museo di anatomiacomparata

V.le Berengario 14 ModenaApertura su appuntamento

Ingresso gratuitoTel.059225067

Museo di mineralogiae geologia

P.zza S. Eufemia 19Modena

Apertura su appuntamentoIngresso gratuitoTel. 059417111

Museo delle macchinematematiche

V.le Berengario 16 ModenaApertura su appuntamento

Ingresso gratuitoTel. 059364496

Museo di paleontologiaVia Università 4 Modena

Apertura su appuntamentoIngresso gratuitoTel 059217084

Museo astronomicoe geofisico

Palazzo Ducale P.zza Roma22 Modena

Apertura su appuntamentoIngresso gratuitoTel. 059370703

Orto botanicoV.le Caduti in Guerra 127

ModenaApertura: solo giorni feriali

dalle ore 9 alle ore 13(escluso il sabato)Ingresso gratuitoTel. 059236154

Sezione di storia naturaleV.le Trento e Trieste 4/b

Finale EmiliaApertura: sabato e

Domenica dalle ore 9 alleore 12 - Visite serali su

prenotazioneIngresso gratuitoTel. 053592812 -

0535788332

Museo naturalisticodel Frignano

Via Rainaudo - Pavullo(presso convento Frati

Capuccini)Apertura:

dal giovedì alla domenicadalle ore 9 alle ore12

Ingresso gratuitoTel 053629911 -

053620103

Giardino botanicoalpino "Esperia"

Passo del Lupo SestolaApertura: da giugno ametà settembre tutti i

giorni dalle 9,30 alle12,30e dalle 14 alle 18Ingresso gratuitoTel. 059826914 -

053661535

Riprendiamo la pubblicazione dei musei della provincia diModena, interrotta nell’ultimo numero della Luna per moti-vi di spazio riportando l’elenco dei musei Naturalistici eTecnico-Scientifici.

CulturaEMERGENZA

VENEZUELA"Tutto è cominciato diversi giorni fa con piog-ge abbondanti ed insistenti che hanno fatto al-zare lentamente il livello dei fiumi e trasforma-to in un mare di fango la terra delle montagnesopra Caracas... La fiumana di fango ci ha col-ti tutti alla sprovvista. Gli abitanti lungo i pen-dii delle vallate sono rimasti distrutti... a valle idetriti hanno trasformato la topografia dellezone e il suolo è aumentato di 1 o 2 metri inaltezza... le case che non sono cadute hannovisto cedere porte e finestre e si sono riempitedi fango... E' veramente una terribile trage-dia..."

Dal diario via Internet di G. Vivio (Venezuela)

I dati ufficiali parlano di 50.000 morti (forse più),di centinaia di migliaia di persone che hannoperso tutto, di una situazione sanitaria ed ali-mentare disastrosa.

Chi intende dare il proprio contributopuò utilizzare i seguenti numeri

di conto corrente postale:

c.c.p numero 300004intestato a Croce Rossa Italiana

causale: "Pro-Venezuela"

oppure

c.c.p. numero 347013intestato a Caritas Italiana

causale: "Alluvione Venezuela"

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Si prega di ritornare al mittente se non consegnatoo Indirizzo insufficienteo Destinatario sconosciutoo Destinatario decedutoo Rifiutatoo Altro .............................................

La LUNA nuovaVia Palazzo Pierotti, 4/A - 41046 Palagano (MO) - Italy

E� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche Natale

Per quelli che sono fuori di testaPer quelli che sono fuori di testaPer quelli che sono fuori di testaPer quelli che sono fuori di testaPer quelli che sono fuori di testa

Per quelli che stanno in galeraPer quelli che stanno in galeraPer quelli che stanno in galeraPer quelli che stanno in galeraPer quelli che stanno in galera

Per quelli che stanno malePer quelli che stanno malePer quelli che stanno malePer quelli che stanno malePer quelli che stanno male

E� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche Natale

Per quelli che non ti fanno pensarePer quelli che non ti fanno pensarePer quelli che non ti fanno pensarePer quelli che non ti fanno pensarePer quelli che non ti fanno pensare

Per quelli che sparano in BosniaPer quelli che sparano in BosniaPer quelli che sparano in BosniaPer quelli che sparano in BosniaPer quelli che sparano in Bosnia

Per quelli che ammazzano e sono fuoriPer quelli che ammazzano e sono fuoriPer quelli che ammazzano e sono fuoriPer quelli che ammazzano e sono fuoriPer quelli che ammazzano e sono fuori

E� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche Natale

Per quelli che non vanno mai di modaPer quelli che non vanno mai di modaPer quelli che non vanno mai di modaPer quelli che non vanno mai di modaPer quelli che non vanno mai di moda

Per quelli che hanno sempre pauraPer quelli che hanno sempre pauraPer quelli che hanno sempre pauraPer quelli che hanno sempre pauraPer quelli che hanno sempre paura

Per quelli che il coraggio è un optionalPer quelli che il coraggio è un optionalPer quelli che il coraggio è un optionalPer quelli che il coraggio è un optionalPer quelli che il coraggio è un optional

E� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche Natale

Per quelli che la bellezza è tuttoPer quelli che la bellezza è tuttoPer quelli che la bellezza è tuttoPer quelli che la bellezza è tuttoPer quelli che la bellezza è tutto

Per quelli che fanno finta di scegliersi una vitaPer quelli che fanno finta di scegliersi una vitaPer quelli che fanno finta di scegliersi una vitaPer quelli che fanno finta di scegliersi una vitaPer quelli che fanno finta di scegliersi una vita

Per quelli che un bimbo va sempre picchiatoPer quelli che un bimbo va sempre picchiatoPer quelli che un bimbo va sempre picchiatoPer quelli che un bimbo va sempre picchiatoPer quelli che un bimbo va sempre picchiato

E� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche Natale

Per quelli che ai vecchi non pensano maiPer quelli che ai vecchi non pensano maiPer quelli che ai vecchi non pensano maiPer quelli che ai vecchi non pensano maiPer quelli che ai vecchi non pensano mai

Per quelli che l�amore deve ancora arPer quelli che l�amore deve ancora arPer quelli che l�amore deve ancora arPer quelli che l�amore deve ancora arPer quelli che l�amore deve ancora arrivarerivarerivarerivarerivare

Per quelli che sono morPer quelli che sono morPer quelli che sono morPer quelli che sono morPer quelli che sono morti per un�ideati per un�ideati per un�ideati per un�ideati per un�idea

E� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche NataleE� anche Natale

Per quelli pazzi come noi�Per quelli pazzi come noi�Per quelli pazzi come noi�Per quelli pazzi come noi�Per quelli pazzi come noi�

E allora evviva il NataleE allora evviva il NataleE allora evviva il NataleE allora evviva il NataleE allora evviva il Natale

Perché è giusto cantare �evviva è Natale�!Perché è giusto cantare �evviva è Natale�!Perché è giusto cantare �evviva è Natale�!Perché è giusto cantare �evviva è Natale�!Perché è giusto cantare �evviva è Natale�!

Fra poco èNatale ed è

“normale” che lagente si senta più buona e

quindi pensi ai bambiniabbandonati, agli anziani,allepersone sole, ammalate. Poi,

finita la festa li ripongono insiemealle luci, alle statuine del Presepio

fino al prossimo Natale. Durante tutto il restodell’anno ognuno vive solo per se stesso. Que-

st’estate sono stata ricoverata in una clinica permalattie mentali; inizialmente ero molto avvilita,confusa, aggressiva: “Io non sono come loro, iosono normale, cosa ci sto a fare qui” mi ripete-

vo. Poi ho conosciuto le persone che eranoricoverate con me ed ho capito tante cose che

prima - da persona normale - non avevo capito.Quanta sofferenza, quanto dolore, quante vite

emarginate, ma anche quanta umanità, solida-rietà, misericordia, più di quanto ci veniva

offerto dalle persone che erano addette allanostra custodia e da quelli che, dall’altra parte

del bancone, ci consideravano “matti“ e sololoro in possesso della verità. Ho semplicemente

capito che siamo tutti delle persone, ognuno coni propri problemi, ma con una ricchezza interioretutta da scoprire e da spendere: scoprire i propriproblemi, mettere a nudo le nostre paure fino ad

accettarci con i nostri limiti, è vivere al di fuori eal di sopra di tutte le “categorie” dietro le quali

possiamo o vogliamo nasconderci.Daremo e troveremo solidarietà.

Non so come e dove passerete il Natale ma io viporterò sempre nei miei pensieri, quindi ciao

Sergio, Claudio, Angela, Lidia, Cristina…e BuonNatale a tutti voi e noi senza distinzioni.

Daniela

Un ragazzo ricoverato mi ha regalato delle poesiescritte da lui, ne propongo una che mi sembraadatta alle cose dette.