L’ARCOBALENO · lanciando per le strade coriandoli a più non posso. Era l’occasione per fare...

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L’ARCOBALENO GIORNALINO REDATTO CON GLI OSPITI DELLA FONDAZIONE “CARD. GUSMINI” di VERTOVA, VIA SAN CARLO, 30 SERVIZIO ANIMAZIONE TEL 035/737613 - FAX 035/737660 Email: [email protected] Sito internet: www.fondazionegusmini.it Facebook: pagina “Fondazione Card. Gusmini”

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L’ARCOBALENO

GIORNALINO REDATTO CON GLI OSPITI DELLA FONDAZIONE

“CARD. GUSMINI” di VERTOVA, VIA SAN CARLO, 30

SERVIZIO ANIMAZIONE

TEL 035/737613 - FAX 035/737660

Email: [email protected]

Sito internet: www.fondazionegusmini.it

Facebook: pagina “Fondazione Card. Gusmini”

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FEBBRAIO MESE DI CARNEVALE

Il carnevale è una festa che si celebra nei

Paesi di tradizione cristiana e in particolare in

quelli di rito cattolico; è una festa mobile. I

festeggiamenti si svolgono spesso in

pubbliche parate in cui dominano elementi

giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento

distintivo e caratterizzante del carnevale è

l'uso del mascheramento.

Origine[

I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività

molto antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o

i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un

temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar

posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza.

Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque,

un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il

quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il

periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo

valido fino all'inizio del carnevale seguente.

Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare. Nel

mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata

anche nell'impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati,

come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI).

Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo

coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e

chiamato Mamurio Veturio.

Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il

cosmo dopo il ritorno al caos primordiale. In Babilonia poco dopo

l'equinozio primaverile veniva riattualizzato il processo originario di

fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio

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salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del

primo.

Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano

allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-

creazione dell'universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk,

il salvatore.

Nel corteo c'era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il

dio Sole percorrevano la grande via della festa - simbolo della parte

superiore dello Zodiaco - verso il santuario di Babilonia, simbolo della

terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento

del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento

dell'ordine sociale e morale.

Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate

su carri chiamate "trionfi" e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè

canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il

trionfo di Bacco e

Arianna scritto proprio dal

Magnifico. Nella Roma del

regno pontificio si

svolgevano invece la corsa

dei barberi (cavalli da

corsa) e la "gara dei

moccoletti" accesi che i

partecipanti cercavano di

spegnersi reciprocamente.[24]

Nella storia dell'arte, famosa opera pittorica è la Lotta tra Carnevale e

Quaresima del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio. Personaggi

mascherati del carnevale veneziano sono presenti in vari dipinti del

Settecento veneziano di Canaletto, Francesco Guardi e negli interni

di Pietro Longhi.

Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche

"carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine

del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.

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Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione

il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda, il carnevale di Poggio

Mirteto, il Carnevale di Bientina, il carnevale di Borgosesia e

il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della

Chianatermina la domenica dopo le Ceneri.

In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò,

la "morte di Carnevale".

Una leggenda narra che il primo carnevale venne solennizzato in un piccolo

paesino svizzero di nome Brusio, più precisamente nella frazione di

"Müreda"[

L'antica tradizione del carnevale si è mantenuto anche dopo l'avvento

del Cristianesimo: anche a Roma stessa, capitale del Cristianesimo, la

maggiore festa pubblica tradizionale è stata il Carnevale Romano fino alla

sua soppressione negli anni successivi all'Unità d'Italia. In alcune aree

centro-europee è maggiormente legato ad aree di tradizione cattolica

rispetto a quelle protestanti, come nel caso della regione storica tedesca

del Baden, divenuta parte del Land del Baden-Württemberg fin dopo

l'avvento l'avvento della Repubblica di Weimar.

La festività per la Chiesa cattolica

In gran parte d'Italia l'inizio del periodo carnevalesco è tradizionalmente

fissato il giorno successivo all'Epifania. Tradizionalmente nei paesi

cattolici, il Carnevale aveva inizio con la Domenica di settuagesima (la

prima delle nove che precedevano la Settimana santa secondo

il calendario gregoriano); finisce il martedì precedente il mercoledì delle

ceneri che segna l'inizio della quaresima.

Il momento culminante si ha dal giovedì grasso fino al martedì, ultimo

giorno di carnevale (Martedì grasso). Questo periodo, essendo collegato

con la Pasqua (festa mobile), non ha ricorrenza annuale fissa ma variabile.

In realtà la Pasqua cattolica può cadere dal 22 marzo al 25 aprile (calcolo

della Pasqua) e intercorrono 46 giorni tra il Mercoledì delle ceneri e

Pasqua. Ne deriva che in anni non bisestili martedì grasso cade dal 3

febbraio al 9 marzo. Per questo motivo i principali eventi si concentrano in

genere tra i mesi di febbraio e marzo.

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Per la Chiesa cattolica il Tempo di carnevale era detto anche Tempo di

settuagesima e considerato come un momento per riflettere e

riconciliarsi con Dio.

Si celebravano le Sante Quarantore (o carnevale sacro), che si

concludevano, con qualche ora di anticipo, la sera dell'ultima domenica di

carnevale Secondo antiche tradizioni il carnevale durava l'intero periodo

invernale, dal giorno di commemorazione dei defunti sino al primo giorno

di Quaresima e il travestimento serviva non a nascondere la propria

identità sebbene a rimandarne a un'altra.

Papa Benedetto XVI ha rimarcato che per i cattolici il Carnevale ha

direttamente a che fare con il sentimento di "umanità" cristiana in quanto

tale festa è "espressione di gioia".

W il CARNEVALE

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COSA BOLLE IN PENTOLA

IL MESE DI FEBBRAIO ?

PROVE DEL CORO ARCOBALENO

LUNEDI 3-10-17-24

IN ANIMAZIONE DALLE 9.45 ALLE 11.00

LABORATORIO SENSORIALE

LUNEDI 3-10-24

IN ANIMAZIONE DALLE ORE 14.30 ALLE 16.30

FILM IN PROIEZIONE

MERCOLEDI 19-26

IN ANIMAZIONE DALLE ORE 9.45 ALLE11.30

GIOCHIAMO A BOCCE

MERCOLEDI 5 E 26 –

IN ANIMAZIONE ALLE ORE 14.45/16.30

FALEGNAMERIA

MARTEDI 4, 11

IN ANIMAZIONE DALLE 14.30 ALLE 15.30

CUCINIAMO INSIEME E PRANZIAMO (CUCINANO LE COMUNITA’)

MERCOLEDI 12

IN ANIMAZIONE DALLE 9.30 ALLE ORE 14.30

APPUNTAMENTI SPECIALI

14 FEBBRAIO ORE 15.00 IN ANIMAZIONE

“FESTA DI SAN VALENTINO IN ANIMAZIONE”

16 FEBBRAIO ORE 15.00 AL CDI

TOMBOLA CON L’ASSOCIAZIONE “LA SPERANZA”

20 FEBBRAIO ORE 20.45 IN SALA POLIVALENTE

SERATA DEL GIOVEDI GRASSO: “ONA CANSU’ DA FA COMPASSIU’”

25 FEBBRAIO ORE 15.00 IN ANIMAZIONE

“FESTA DI CARNEVALE E DEI COMPLEANNI”

FESTEGGIAMO I NATI A FEBBRAIO !!!!

TUTTI GLI SPETTACOLI SONO

A INGRESSO LIBERO !!!!!!!!

VI ASPETTIAMO !!!!

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Mi ritorni in mente… dal Nucleo Alzheimer!

RIFLESSIONI E RICORDI

Febbraio è un mese un po' strano…

E’ un mese allegro, pieno di mascherine, di coriandoli e di frittelle.

A Carnevale si mangiava di tutto di più però ci si travestiva con quello che

si trovava in casa, usando pezzi di stoffa assemblati come aveva fatto

Arlecchino o usando i vestiti dei genitori o dei nonni.

Qualcuno ricorda che ci si travestiva anche solo con il grembiule lungo

della nonna!!!

Le mascherine poi erano fatte in casa col cartone. Però ci si divertiva

ugualmente ed era tradizione fare nei vari paesi la sfilata di Carnevale

lanciando per le strade coriandoli a più non posso.

Era l’occasione per fare scherzi e lo diceva anche il proverbio “A

Carnevale, ogni scherzo vale”. Ma anche negli scherzi ci vuole moderazione

e soprattutto educazione perchè ci sono degli scherzi che possono

offendere o nuocere.

A febbraio il clima è ancora rigido e gelido ma in alcuni posti si può già

assaggiare uno scorcio di primavera… e le prime gemme iniziano a

schiudersi e appaiono le prime primule nei prati.

D’altronde anche i proverbi lo dicono !!! “

“ Fevrer cort e maledet: metà dols e merà amaret” ( Febbraio è corto e

maledetto metà corto e metà amaretto) e anche il proverbio sul giorno

della Candelora: “Se l’piov o se l’fioca de la Candelora l’inverno l’và che

l’trota; se gh’è ciar o gh’è serè l’inverno l’turna indrè” (se piove o nevica

nel giorno della Candelora l’inverno va al trotto; ma se c’è luce o sereno

l’inverno torna sui suoi passi ).

BUON FEBBRAIO A TUTTI!!!

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AL CENTRO DIURNO… RACCONTIAMO…

OL CARNEAL

( a cura dei nonni del CDI)

Ai nostri tempi il carnevale si festeggiava in modo semplice… ma era

l’occasione per avere un momento di svago in una vita che non era di certo

facile!! Ci si incontrava nelle stalle, si ballava e si cantava con amici e vicini

e poi non mancavano mai i SALTA SO’ e un goccio di vino che per

l’occasione era consentito anche ai bambini! Ci si mascherava e si andava a

festeggiare in piazza non c’erano grandi feste né abiti preconfezionati, si

improvvisava con quel poco che si aveva: abiti dismessi e di qualche taglia

in più, tute da lavoro, stoffe rimediate in qualche baule e tutto prendeva

vita!! Una poesia che alcuni di noi ricordano:

C’è una festa in allegria la più lieta che ci sia

e la gioia presto sale benvenuto Carnevale!

Tutto il mondo è colorato più vivace ed animato,

balli danze e mascherine per i maschi e le bambine,

carri giostre e che gran spasso

celebrar martedì grasso!!

Son felice più che mai: tu che cosa indosserai?

Io sarei un po’ dispiaciuto se non ti ho riconosciuto!

I coriandoli vuoi portare noi dobbiamo festeggiare

e vedrai tra pochi istanti volteggiar stelle filanti!!

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Beppe P. : Io mettevo i vestiti che scartavano i miei fratelli e andavo

all’Oratorio, oppure un grande divertimento era quello di passare il

martedì grasso a suonare i campanelli pensando che la “maschera” non ci

facesse riconoscere ma spesso venivamo scoperti e…che sberloni!! Ma era

troppo divertente!! I coriandoli non avevamo soldi per comprarli così

riempivo le tasche con quelli che tiravano gli altri raccogliendoli da terra.

Giuseppe: Io sono del ’32 e quando ero bambino c’era la guerra,

purtroppo non c’era molto da festeggiare, non avevamo nemmeno il

necessario per mangiare!!

Beppe T. io sono un po’ più giovane e mi ricordo che mi vestivo da Zorro e

andavo alla sfilata del paese. Avevo mantello, guanti e cappello tutti neri e

l’immancabile spada!!

Modi diversi di festeggiare il Carnevale, ma tutti d’accordo sul dolce

preferito: I SALTA SO’ conosciute in italiano come le CHIACCHERE e

quindi non ci resta che lasciarvi con una gustosa ricetta da seguire alla

lettera!!

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LE CHIACCHIERE DI CARNEVALE

Le chiacchiere sono croccanti e delicate sfoglie fritte tipiche del periodo

di Carnevale e sono chiamate con nomi diversi a seconda delle regioni di

provenienza: chiacchiere e lattughe in Lombardia, cenci e donzelle in

Toscana, frappe e sfrappole in Emilia, cròstoli in Trentino, galani e gale in

Veneto, bugie in Piemonte, così come rosoni, lasagne, pampuglie, ecc..

Sono un dolce molto friabile, ottenuto tirando sottilmente un semplice

impasto successivamente fritto e cosparso di zucchero a velo per il tocco

finale. La loro forma rettangolare, con due tagli netti centrali, rende le

chiacchiere inconfondibili e attira immediatamente da tempo immemore la

golosità di grandi e piccini. La loro presenza nelle vetrine rende

l’aria immediatamente frizzante e allegra, insieme alle castagnole semplici

o ripiene, alle bugie e alle zeppole !

Che sia la prima o la milionesima volta che ne assaggiate una, ogni morso

alle chiacchiere è una magia: ed è subito Carnevale! Arrichite il vostro

vassoio di dolcezze anche con le rose di Carnevale per un'originale

alternativa!

INGREDIENTI

INGREDIENTI PER CIRCA 40 CHIACCHIERE

Farina 00 500 g

Zucchero 70 g

Burro a temp. ambiente 50 g

Grappa 30 g

Uova (medie) 3

Lievito in polvere per dolci 6 g

Baccello di vaniglia 1

Tuorli 1

Sale fino 1 pizzico

INGREDIENTI PER FRIGGERE Olio di semi di arachide q.b.

PER COSPARGERE Zucchero a velo q.b.

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PREPARAZIONE

COME PREPARARE LE CHIACCHIERE

Per preparare le chiacchiere, setacciate la farina assieme al lievito e versate

in una planetaria con foglia. Aggiungete lo zucchero, il sale, le uova

sbattute in precedenza e la grappa. Lavorate fino ad amalgamare bene gli

ingredienti.

Unite i semi della bacca di vaniglia e il burro, quindi continuate ad

impastare per 15 minuti fino ad ottenere un composto omogeneo: dovrà

risultare sostenuto ma abbastanza malleabile. Se necessario potete

aggiungere 5/10 gr di acqua. Trasferite l’impasto su un piano da lavoro, e

maneggiatelo rapidamente per dargli una forma sferica.

Avvolgete il panetto con la pellicola trasparente e lasciatelo riposare a

temperatura ambiente per almeno 30 minuti. Trascorso questo tempo,

dividete la pasta in porzioni da 150 g circa e iniziate a lavorare ognuna

singolarmente. Appiattite leggermente una prima porzione con il palmo

della mano, infarinatela e stendetela con il tirapasta impostato sullo

spessore più largo.

Ripiegate verso il centro i lati corti della striscia di pasta ottenuta,

dopodiché tiratela nuovamente impostando ogni volta il tirapasta su uno

spessore sempre minore, fino a raggiungere i 2 mm. Eseguite lo stesso

procedimento su tutte le porzioni di impasto. Lasciate riposare qualche

minuto la sfoglia tirata e nel frattempo portate l’olio alla temperatura di

150-160°. Con una rotella a taglio smerlato procedete sagomando dei

rettangoli di circa 5x10 cm e praticando su ognuno due tagli centrali,

paralleli al lato lungo.

Non appena l’olio ha raggiunto la giusta temperatura immergetevi 2-3

rettangoli di sfoglia con l’aiuto di una schiumarola e fateli cuocere

rigirandoli su ambo i lati fino a che non raggiungono la doratura. Scolate le

sfoglie su carta assorbente e, una volta fredde, impiattatele e cospargetele

con abbondante zucchero a velo setacciato.

Le vostre chiacchiere sono pronte !!!

CONSERVAZIONE

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Consumate le chiacchiere appena pronte ma se volete potete conservarle

per 2-3 giorni in un sacchetto di carta.

CURIOSITÀ

Le chiacchiere o frappe hanno un’antichissima tradizione che

probabilmente risale a quella delle frictilia, dolci fritti nel grasso di maiale

che nell'antica Roma venivano preparati proprio durante il periodo di

Carnevale; questi dolci venivano prodotti in gran quantità poiché

dovevano durare per tutto il periodo della Quaresima.

CONSIGLIO

Per ottenere delle chiacchiere friabili, l'olio della frittura non deve superare

i 170-180°. Esistono diverse varianti alla ricetta delle chiacchiere, come ad

esempio la sostituzione della grappa con altri liquori quali il rum, il

marsala, il brandy, etc. Molti amano aggiungere all'impasto la scorza di

limone grattugiata, inoltre vengono poi date forme diverse dalle classiche:

romboidale, quadrata, la striscia annodata, o altre forme particolari.

Generalmente si usa cospargere questi dolci con dello zucchero al velo

oppure con dello zucchero semolato, e più recentemente si trovano in

commercio anche con delle variegature di cioccolato in superficie.

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MALANNI DI STAGIONE:

5 EFFICACI “RIMEDI DELLA NONNA”

FEBBRE, RAFFREDDORI E MAL DI GOLA

CONTRASTATI CON ALCUNE SOLUZIONI

TRADIZIONALI. ECCO QUALI

Tra febbre alta, raffreddori e mal di gola, sono milioni gli italiani che con

l’arrivo dell’inverno finiscono ko. Colpa della stagione a più alta densità di

virus dell’anno. Per prevenire e contrastare i malanni di stagione senza

ricorrere a un’overdose di farmaci, affidati ai cosiddetti “rimedi della

nonna”.Intendiamoci, non ti chiediamo di prendere per buone certe

credenze popolari: tenere una castagna in tasca non ti proteggerà di

certo dall’influenza... Ma è anche vero, però, che molti consigli che si

tramandano di generazione in generazione sono saggi, e hanno una loro

validità terapeutica, tanto che possono essere usati al posto delle cure

farmacologiche, o quantomeno affiancarle. Esaminiamo, con i nostri

esperti, i rimedi più noti: ti spieghiamo perché e come funzionano.

I FUMENTI

Non hanno molto da invidare ai trattamenti con aerosol, quando si tratta

solo di sciogliere il muco che impedisce di respirare liberamente. La

tecnica dei suffumigi (o fumenti) è semplice: ti basta riempire di acqua

bollente una bacinella e versare un paio di cucchiai rasi di bicarbonato,

che è un ottimo disinfettante, al quale potrai aggiungere qualche goccia di

olio essenziale, come eucaliptolo, pino mugo, malva, timo e camomilla, tutti

facilmente reperibili in erboristeria in pratici flaconcini pronti all’uso (se

soffri di allergie, però, prima senti il medico).

Copri la testa con un asciugamano, in modo da non disperdere il vapore

acqueo, e respira a fondo per 15 minuti. Inalare vapori caldi non ti aiuterà

solo a fluidificare il catarro e a espellerlo più facilmente: «Già a 40 °C i

virus influenzali e parainfluenzali vengono inattivati», spiega il dottor

Luigi Torchio, medico omeopata a Torino. «Il tuo sistema immunitario può

approfittare della pausa che gli viene concessa per rinforzarsi. Per essere

sicuri che questo avvenga, è importante effettuare il trattamento almeno

2-3 tre volte al giorno».

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CON LATTE E MIELE SPEGNI IL MAL DI GOLA E DORMI BENE

È uno dei rimedi della nonna più antichi e funziona benissimo, a patto di

utilizzarlo ai primi sintomi di raffreddamento: appena avverti un

fastidioso pizzicore in gola o un po’ di fastidio quando deglutisci, magari

accompagnato da qualche brivido.

Versa in una tazza del latte molto caldo e aggiungi 2 cucchiai di miele

(ideali quelli di timo e di eucalipto); mescola bene prima di bere. Il latte

contiene sostanze saline, energetiche e rilassanti che favoriscono una

notte di sonno sereno. Il miele ha effetto fluidificante, energetico e

antinfettivo, ed è ricchissimo di sostanze antiossidanti, che

contribuiscono a controllare e ridurre le classiche infezioni da

raffreddamento.

Se ti piace il Cognac, puoi aggiungerne due dita: l’alcol, alle giuste dosi,

disinfetta la gola, allieva le irritazioni e ha effetto riscaldante. L’ideale

sarebbe bere una tazza di questa bevanda la sera, prima di andare a letto,

dormendo ben coperti, in modo da favorire la sudorazione e l’espulsione

delle tossine. Il rimedio è sconsigliato a chi soffre di intolleranza allo

zucchero del latte (lattosio).

UN BEL BRODO CALDO TI RENDE PIÙ FORTE

E TI AIUTA A GUARIRE PRIMA

A fare il punto sulla reale efficacia del brodo (in particolare quello di

pollo) è intervenuta di recente una ricerca scientifica americana,

condotta dalla University of the Pacific di Stockton (California). Gli

studiosi hanno constatato che questo alimento è ricco di sostanze

benefiche (come vitamine e proteine) dotate di una potente capacità

antinfiammatoria, che contribuiscono ad innalzare le difese immunitarie.

In più, va considerato l’effetto del calore, che fluidifica muco e catarro,

contribuendo a decongestionare le vie aeree superiori intasate. «Per

rendere ancora più efficace questo antico rimedio», consiglia il nostro

esperto, «al brodo aggiungi cavoli, broccoli, porri e cipolla, che svolgono

un’azione protettiva delle vie respiratorie e antinfluenzale. E insaporisci

con timo e origano, che hanno a loro volta un effetto antinfluenzale, senza

dimenticare il peperoncino, una spezia dalle proprietà vasodilatatrici e

antinfiammatorie. Secondo la medicina cinese, ne basta un pizzico per

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stimolare il meridiano energetico del polmone e proteggere così le vie

respiratorie», consiglia il dottor Torchio.

CON LE SPREMUTE COMBATTI

(MA NON PREVIENI) L’INFLUENZA

Fare il pieno di vitamina C serve davvero a tenere alla larga l’influenza?

Qui la faccenda si fa controversa. Per difendersi dall’attacco dei virus

durante la brutta stagione, la saggezza popolare ci ha sempre

raccomandato di consumare tanta frutta e verdura, specie quella con un

alto contenuto di vitamina C, come agrumi, kiwi, cavoli, broccoli. E, in

effetti, molti medici concordano pienamente sugli effetti benefici delle

spremute d’arancia.

Di recente, però, l’analisi di una trentina di studi su questo argomento da

parte dell’Australian National University di Canberra in collaborazione con

i colleghi finlandesi dell’Università di Helsinki ha concluso che alte dosi di

vitamina C non proteggerebbero dal contagio dei virus influenzali o

parainfluenzali. A quanto pare, chi pensa di difendersi puntando su una

montagna di arance avrebbe le stesse probabilità di ammalarsi di chi non

ne consuma affatto.

«Ma l’efficacia della vitamina C è dimostrata, quantomeno sul piano della

durata della malattia. Si è visto che assumendo anche solo 60-90 mg al

giorno di vitamina C (l’equivalente del contenuto di un’arancia), e comunque

non più di 180 mg al dì, il decorso dell’influenza si riduce a cinque giorni,

contro la media classica di una settimana», commenta il dottor Fabrizio

Pregliasco, noto virologo e ricercatore del dipartimento di Scienze

biomediche per la salute dell’Università degli studi di Milano.

SÌ AGLI UNGUENTI BALSAMICI

Per alleviare i sintomi da raffreddamento e migliorare la respirazione, non

dimenticare gli unguenti, da applicare sul petto e il dorso, frizionando,

prima di infilarsi sotto le coperte. Con il calore del corpo, questi rimedi a

base di oli essenziali (di eucalipto, timo e menta) sprigionano sostanze

balsamiche che, attraverso la pelle o i vapori inalati, aiutano a liberare le

vie respiratorie. In caso di mal di testa aggiungi qualche goccia di olio

essenziale di lavanda, dall’effetto calmante e antistress.

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L’angolo del buonumore…

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I NATI NEL MESE DI FEBBRAIO…

In CRM:

Carlo S il 10 compie 45 anni

In CPA:

Provvidenza C. il 18 compie 48 anni

Paolo M il 9 compie 47 anni

In CPM:

Valerio L. il 16 compie 56 anni

Sara F il 27 compie 41 anni

Al Mantenimento:

Giovanni P. il 2 compie 70anni

Luigia B. il 9 compie 79 anni

Fiorenza P. il 10 compie 63 anni

Carmela T. il 15 compie 80 anni

Al CDI:

Giuseppe P . il 26 compie 69 anni

A Casa Serena:

Sergio S. il 9 compie 45 anni

Giuseppe P. il 12 compie 66 anni

Emilio C. il 14 compie 70 anni

Al Nucleo Alzheimer:

Carmelino P. il 9 compie 88 ann

Giuseppina B il 19 compie 91 anni

Roberto B il 28 compie 80 anni

Faremo festa tutti insieme MARTEDI 25 FEBBRAIO

NELLA FESTA DI CARNEVALE

alle ore 15.00 In Animazione

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A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE? “Carnevale”, parola dal fortissimo significato evocativo ci riporta immediatamente alla mente le maschere, i travestimenti, i balli, il divertimento ma anche due elementi immancabili di questa festa: i carri e la satira. E con i carri come non citare il più famoso e forse il più bel carnevale italiano, quello di Viareggio. Tradizione antica che risale al 1873 data della prima edizione di questa manifestazione folcloristica. Da un gruppo di giovani infatti nacque l’idea di questo evento destinato a fare la storia del Carnevale e termometro di epoche, accadimenti, cultura italiana e non solo. Neanche la Prima Guerra Mondiale riuscì a sospendere o bloccare questa festa. Il 1921 anno della prima grande innovazione di una manifestazione che si caratterizza per essere sempre al passo con i tempi; in questo anno infatti arriva per la prima volta la musica sui carri. Delle piccole bande infatti trovarono spazio su ogni carro e così nacquero i primi carri musicali. Nel 1923 invece arrivò il primo carro animato ma è nel ‘25 che si assiste al cambiamento più significativo che porterà una svolta nella manifestazione: i carri in legno vengono sostituiti con i carri in cartapesta. Tale evoluzione permetterà di carri sempre più leggeri e quindi più grandi, articolati e maestosi. Solo la Seconda Guerra Mondiale con il suo carico di distruzione e devastazione riuscì ad interrompere la Festa che però ripartirà prontamente nel ’46. (Continua…)

“Odio il Carnevale. Ci provi con una

principessa Disney e ti trovi a letto

con un camionista di Gandino”” (… da Twitter)

Il mondo è pieno di pazzi, un poco lo siamo pure noi…

ModestaMente Il giornale delle comunità psichiatriche della fondazione Gusmini di Vertova

Anno 6 n. 53 Febbraio 2020 EDITORIALE

Ciao Valter

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(Continua dalla prima). Da quel momento fino ad oggi, con un sempre maggior seguito e successo, la tradizione continua e di carri ne sono passati tanti a segnare momenti, personaggi ed eventi significativi della nostra storia. Ma come si può parlare di carri e del Carnevale di Viareggio senza parlare dell’aspetto che più lo caratterizza e contraddistingue: la Satira politica e la Satira sociale. I carri hanno narrano l’attualità senza ipocrisia e senza veli: miserie patrie e intrighi internazionali, gli intenti dei “potenti del mondo” di cui non di rado prevedono le mosse, anticipano le conseguenze. Rendono evidente la natura del potere, senza timore alcuno lo mettono alla gogna attraverso i suoi emblemi, i suoi simboli, le sue immagini: con le maschere lo smascherano. L’ondata satirica colpisce e affonda quando riesce ad attivare la sua più naturale funzione: quella catartica. Quella perturbazione che ravviva gli animi ormai spenti da tempo, che all’istante tocca indistintamente creando aggregazione e appartenenza. E ancora si fa satira per dire cose che non si direbbero in altro modo o altra forma, perché in fondo il detto toscano “Arlecchino si confessò burlando” racconta una verità non troppo nascosta. La possibilità di toccare da vicino la Libertà, nella sua forma d’espressione più ampia. Poter essere o poter rappresentare per un attimo tutto ciò che ha bisogno d’essere espresso senza censura, senza giudizio e senza essere fuori luogo. Perché a pensarci bene a Carnevale tutto si può! A questo punto lasciamo a voi, cari lettori, la scelta di chi o di che cosa mettere sui vostri personali carri e vi auguriamo un buon Carnevale ed una BUONA SATIRA!!!!!!!!

Isabella

Salire o scendere dal carro. Una famosa frase legata al carnevale ed alla satira, così recita: “fin che sei sui carri conti qualcosa”. Ciò è vero, in particolar modo per i politici, che misurano la loro popolarità ed influenza sulla presenza o meno a bordo dei carri, sia che questi siano benevolenti che appunto satirici. La satira infatti, ha una storia ben precisa nel contesto del carnevale; il primo esempio di carro satirico appare nel 18074, quando una maschera interpretò l’insofferenza della popolazione, per le tasse che dovevano essere pagate.

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Da lì in poi fu un susseguirsi di carri satirici: si ridicolizzò l’alleanza italo-francese, le guerre coloniali in Africa ed anche il periodo fascista. Dagli anni’50 in poi invece bersaglio prediletto furono oltre ai politici, gli industriali e tutti i personaggi di rilievo, in quel determinato periodo storico. A volte nei casi satira particolarmente pungenti, intervenne la censura, ma che ben poco riuscì a fare, contro l’irriverenza e la leggerezza che i carri ancora oggi sono in grado di trasmetterci. Caratteristica fondamentale infatti del carnevale e dei suoi carri, è sempre stata e sempre sarà quella dello stare al passo con i tempi ed inseguire la notizia più “fresca” ed importante. Anche la satira, rischia di subire un naturale, quanto logico processo d’invecchiamento, ed è per questo motivo che ogni anno si aggiorna. Anche noi, vogliamo partecipare a questo continuo processo di aggiornamento e quindi vi proponiamo le interviste che abbiamo fatto sull’argomento.

- 1 – Cosa rappresenteresti sul tuo carro rappresentativo?

- 2 – Cosa metteresti sul tuo carro satirico/critico? - 3 – Adesso fai una scelta: quale tra questi due è il

carro che sceglieresti per questo carnevale? Marina

Sono Marina: a me il carnevale non piace preferisco ricorrenze più sobrie. Visto che ho fatto l’intervista, non ho potuto non menzionare la mia squadra del cuore, che spesso mi tira su il morale. Ciao, ciao.

- 1 – Rappresenterei la grande famiglia dell’Atalanta. Dai giocatori, all’allenatore e Presidente. Naturalmente rappresenterei i tifosi e simpatizzanti, compresa me.

- 2 – Non so…. Ci metterei un po' di politica. Ma che barba! Vogliono avere tutti ragione e continuano a litigare. Anche la satira sui politici adesso stufa.

- 3 – Naturalmente quello dell’Atalanta. Mitica Dea. Monica Il carnevale non mi piace, da piccola in quel periodo mi ammalavo sempre. Che noia!!

- 1- Il carro della vita, che è un dono meraviglioso. Tra il “sacro e il profano”, provo ad immaginare un carro sulla politica, c’è l’imbarazzo della scelta, visto che la nostra “classe” politica ridonda di satira. - 2 – Gli oggetti legati alle varie età della vita. - 3 – Il carro della vita. Che emozione!

Fausta Carnevale gioia e divertimento-

- 1 – Il carro degli “gnocchi”. - 2 – Eros Ramazzotti, Masini le

mie figlie Lidia e Valentina. - 3 – Unico carro, quando le mie

figlie si travestivano. Dopo aver parlato, di satira e critica anche noi, come i nostri intervistatori, ci vorremmo concentrare sul “nostro” carro celebrativo. Si rischia infatti di perdere di vista, un aspetto

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fondamentale di questo periodo dell’anno: carnevale è, e resta una festa. Sul nostro carro, perciò, vorremmo mettere la nostra voglia di stare insieme con spensieratezza, la gioia di mettersi una maschera, ed essere qualcosa d’altro, mantenendo comunque la nostra essenza. Nell’antica Grecia infatti, la parola maschera significava persona, ciò ci deve sempre ricordare, che dietro ad ogni maschera si cela un noi.

La redazione delle comunità Quadrifoglio e Rugiada

Sul carro: desideri e proteste E’ bello realizzare i propri desideri. E’ bello vedere i sogni diventare realtà. Sarebbe bello un giorno svegliarsi con quella grinta per fare protesta, per cambiare qualcosa di ingiusto. Sarebbe bello dare forma fisica ai propri desideri, personificarli ed esporli a tutti, per farsi conoscere, per dare voce alle emozioni, alle paure, alle critiche. Ognuno di noi vorrebbe che i sogni diventassero qualcosa di tangibile e se talvolta non sempre lo diventano, è bello riderci su e costruirli su di un carro a Carnevale. .. Giulia dice che il suo carro rappresenterebbe una ragazza snob e bella, che si prende cura eccessivamente del suo aspetto esteriore. Sul carro la realizzerei ridicolizzandola, mostrando i suoi tratti estetici decadenti, il suo abbigliamento trasandato, aspetti contrari a come lei è nella realtà. Dal centro del suo corpo uscirebbe però un grande cuore tutto luccicante. Il mio carro sarebbe un modo per riflettere sull’importanza di non mettere sempre al centro l’esteriorità fisica, ma anche gli aspetti interiori

della persona che fanno la differenza. Marzio dice:” Il mio carro rappresenta un sogno che ahimè è irrealizzabile. Vorrei tanto saper volare. Vorrei essere un’aquila. Se dovessi scegliere di rinascere sarei una grande aquila che sorvola dall’alto la mia valle tra fiumi e abeti. Il mio carro sarà una grande aquila col mio volto”. Ilaria afferma che il suo carro sarebbe quello delle favole, pieno di brillantini fate e principesse. “Io sarei la magia. Vorrei realizzare questo carro perché le favole e la magia non esistono, ma per un giorno vorrei che queste potessero essere reali”. Daniela dice: ”La mia critica oggi è forse il cielo nero, allora farei un carro sull’estate e sulle isole caraibiche” e poi continua: “Qui piove e sembra che il sole sia in sciopero! Quindi mi immaginerei di vivere là … sempre in infradito almeno per un giorno”. Lorenzo manifesta il desiderio di fare un gestaccio con il dito indice e strillare davanti al palazzo della politica perché sono 30 anni che sento parlare di politica ma non è mai cambiato nulla. Anonimo dice: “Vorrei un carro multicolore con tante persone di diversa nazionalità che si divertono insieme per dimostrare che il colore della pelle e le diversità non sono un limite ma una risorsa. Sarebbe fantastico!” Franco ricorda con piacere momenti del passato quando ancora festeggiava il carnevale. Adesso per lui il Carnevale non fa parte di

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una di quelle giornate che festeggia e poi dice: “invece dovrei tornare bambino con il pensiero e quindi il mio carro critica sarà nei miei confronti. Il carro della critica su di me”.

La redazione della comunità

Agorà

Spazio Musicale A proposito di carri allegorici e di satira ci viene in mente questa canzone ascoltata qualche anno fa al festival di Sanremo

La terra dei cachi

Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali abusivi Tanta voglia di ricominciare, abusiva Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne truccate Il visagista delle dive è truccatissimo Papaveri e papi, la donna cannolo, una lacrima sul visto Italia sì, Italia no Italia sì, Italia no, Italia bum, la strage impunita Puoi dir di sì, puoi dir di no, ma questa è la vita Prepariamoci un caffè, non rechiamoci al caffè C'è un commando che ci aspetta per assassinarci un po' Commando sì, commando no, commando omicida Commando pam, commando papapapapam, ma se c'è la partita Il commando non ci sta e allo stadio se ne va Sventolando il bandierone non più sangue scorrerà Infetto sì, infetto no, quintali di plasma Primario sì, primario dai, primario fantasma Io fantasma non sarò e al tuo plasma dico no Se dimentichi le pinze fischiettando ti dirò Ti devo una pinza Ce l'ho nella panza Viva il crogiuolo di pinze Viva il crogiuolo di panze Quanti problemi irrisolti ma un cuore grande così Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo du spaghi Italia sob, Italia prot, la terra dei cachi Una pizza in compagnia, una pizza da solo Un totale di due pizze e l'Italia è questa qua

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Fufafifì fufafifì, Italia evviva Italia perfetta, perepepè nanananai Una pizza in compagnia, una pizza da solo In totale molto pizzo, ma l'Italia non ci sta Italia sì, Italia no, Italia sì, uè, Italia no Uè uè uè uè uè Perchè la terra dei cachi è la terra dei cachi.

Elio e le Storie Tese

A teatro... Prosegue la carrellata delle attività e dei progetti svolti all’interno delle nostre comunità. Questo mese il Maestro Luciano ci racconta del gruppo teatro.

A teatro si danza, si canta, si fa spettacolo; il teatro si fa in cerchio, prima, e poi si guarda davanti e ci si mette davanti a qualcuno. Si sente il rumore del pavimento, si dondola come un dente da latte, si fanno dei suoni, degli strani versi, dei grugniti, dei fischi come i merli, i merlotti caduti dal nido che mangiano le ciliegie. Il teatro... si segue un filo del discorso speciale, si fanno delle associazioni di pensieri che sono visibili anche con i gesti e vanno bene. Se io devo raccontare di quella volta che ho raccolto un merlotto e gli ho insegnato a sgarugare dentro la terra del compost per cercare i vermi e poi gli ho dato le ciliegie e lui volava sul tamburo mentre io facevo le prove di teatro, questo è teatro. Il teatro è la vita che si racconta. C'è un gioco di prestigio, di magia, che prima in mezzo al palco, come fosse una fermata del autobus, c'era un uomo

magro poi quello va via e al suo posto c'è una donna coi capelli ritti in testa e quella sparisce e compaiono un signore che ride e una maga che legge la palla di vetro, e una valigia, poi diventa una piccola folla che ha delle bandiere color arcobaleno e, come in una bolla di sapone, c'è una stazione dei treni e un sacco di gente che fa il biglietto e il biglietto è un palloncino. Ognuno ha la sua valigia, si è fatto la barba o si è pettinata dal parrucchiere per essere bella. A uno gli fa male tutto.

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Si prende il treno e sul treno ci sono i manifestanti che vanno alla manifestazione di Genova con le bandiere rosse e arcobaleno e il controllore non dà la multa al signore triste perché tutti hanno fatto colletta per pagarlo. E poi il treno frena di colpo perché, dicono, c'è una mucca sui binari, e il treno frena appena in tempo, meno male. Ci sono le gallerie che sembra notte. C'è una ragazza che pensa che vorrebbe vedere il suo innamorato cuocere in una padella o fulminato in montagna, o mandato in esilio fra mille tormenti per come la tratta male, ma poi, intenerita non può stare lontano da lui, no che non può stare lontano da lui e lo vorrebbe vedere con gli occhi belli, a raccontarsi storie nei capelli e il vento gli porti cento grilli.... C'è una signora che guardando dal finestrino vede per la prima volta il mare e lo grida a tutto il vagone e tutti gridano ooohhh! Perché è proprio bello. É bello che lo dica. Col teatro si fa protesta contro i prepotenti, si ruba come Robin Hood, si prende in giro il re, si sta dalla parte del giullare che gli fa le pernacchie e ci si fa ridere perché gli fa veder le chiappe. Poi, anche col teatro si fa preghiera perché si fanno vedere le storie di chi aspetta, di chi ha paura, di chi è triste e prega i santi che vengano a confortarli e spesso si alzano gli occhi alle stelle e alle nuvole e alla luna a vedere quanto è bello il mondo e quanto è bello essere fraterni. Col teatro si raccontano le verità che non volevi dire e NON hai paura di dirle, EMBE'!? CHE C'E'!? Non ti va bene? E invece è così e puoi andare a farti un bagno. A fare teatro ci si guarda e si guarda il mare, si può giocare con le pinne e gli occhiali e giocare a racchettoni ed è come giocare a racchettoni sulla spiaggia... E poi si può raccontare di quando sei stato triste che ti è morto il papà, che non ti senti più sicuro di tante cose e hai bisogno di tanta gentilezza, e che per strada tanta gentilezza non c'è... A teatro leggi le lettere, scrivi le canzoni, leggi le poesie, parli portoghese, ripensi a quando andavi allo stadio o a ballare, parli con le galline, canti delle belle lavanderine. E puoi dire a tutti che anche se vai in psichiatria perché non stai bene, non sei un cretino e, soprattutto non sei uno stronzo! E che fra sei mesi starai bene e lavorerai come si deve e la terapia funzionerà! Se fai teatro hai il coraggio e la voglia di dire che ti piace abbracciare e stringere le mani alle persone, per dire: Ciao, uè alura? Ci facciamo un'aranciata, una passeggiata? Ciao

Luciano

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Spazio vacanze...

Gita in Liguria Marina ha voluto raccontarci della gita a Finale Ligure che ha regalato un giorno di mare a chi per un motivo o per l’altro quest’anno non è riuscito a vederlo.

Il giorno mercoledì 18 settembre due di noi della comunità Quadrifoglio gentilmente invitati dalla comunità Agorà, siamo andate in gita al mare, a Finale Ligure. Ci hanno accompagnato Renato (che ha fatto anche da autista) e Patrizia, in tutto eravamo in 9. La giornata dal punto di vista climatico era stupenda, c’era il sole, il cielo terso, il mare calmo; insomma uno spettacolo. Siamo andati in spiaggia e c’era chi faceva il bagno e chi prendeva il sole, così abbiamo trascorso la giornata rilassandoci; poi siamo andati a mangiare per poi tornare in spiaggia. Più tardi abbiamo fatto un giro in paese per visitarlo ed abbiamo comprato dei souvenir e cartoline in centro paese; era molto bello. Verso le 18 siamo andati a visitare un paese vicino al molo, precisamente a Varigotti, dove Renato ha intonato canzoni suonando la chitarra, così abbiamo cantato…eravamo felici. Siamo riusciti a coinvolgere nel

nostro coro anche una coppia di turisti molto simpatici, contenti di cantare con noi (dopo esserci presentati) e abbiamo dialogato un po’ anche con loro piacevolmente; poi li abbiamo salutati e, dopo aver mangiato i panini siamo ripartiti per Vertova, tappa all’Autogrill ed eccoci tornati. E’ stata una giornata memorabile, grazie a tutti per la compagnia ma soprattutto grazie Renato e grazie Patrizia.

Marina

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