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Indice pag.

1 . Oggetto 3

2. Obiettivo 3

3. Destinatari 3

3.1. Riferimenti normativi 3

4. Definizioni 3

5. Classificazione dei rifiuti 4

6. Tipologia dei rifiuti prodotti presso il Presidio Belcolle 5

6.1. TABELLA 1 – Classificazione dei rifiuti 5

7. Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo 6

7.1. TABELLA 2 – Classificazione dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo 7

7.1.1. DIAGRAMMA A - Schema per valutare l’appartenenza di rifiuti pericolosi a rischio infettivo 8

8. Indicazioni generali per lo smaltimento di tutti i rifiuti 9

8.1. TABELLA 3 – Modalità operative di conferimento dei rifiuti di maggiore produzione presso il polo 10

9. Modalità di conferimento di rifiuti particolari 11

9.1. Sostanze stupefacenti e psicotrope 11

9.2. Rifiuti radioattivi (redatto in collaborazione con la U.O. Fisica Sanitaria) 11

9.3. Rifiuti radioattivi prodotti presso la U.O. Medicina Nucleare 11

9.4. Rifiuti radioattivi prodotti presso la Sala Operatoria 12

9.5. Pazienti interni sottoposti a procedure scintigrafiche 12

9.6. Contaminazione radioattiva dei rifiuti ospedalieri speciali 12

9.7. Parti anatomiche riconoscibili (arti e feti) 12

10. Locali di deposito temporaneo nel luogo di produzione 13

11. Compilazione formulari e registri di carico e scarico 14

11.1. Tenuta del registro dei rifiuti pericolosi 14

12. Sistri 15

13. Normativa principale di riferimento 15

14. Matrice delle Responsabilità 16

15. Distribuzione della procedura 17

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1. OGGETTOIn questo documento si descrivono le modalità previste per lo smaltimento dei rifiuti prodottiall’interno del Presidio Ospedaliero Belcolle.

2. OBIETTIVOLo scopo di questo documento è descrivere le modalità per effettuare il corretto smaltimento deirifiuti ospedalieri, al fine di:

contenere il rischio infettivo e chimico; rendere possibile il recupero del materiale per limitare la produzione del rifiuto; limitare i costi di smaltimento.

3. DESTINATARI Tutti gli operatori sanitari e tecnici che operano presso il Presidio Ospedaliero Belcolle. 3.1 Riferimenti normativiLa principale norma di riferimento che disciplina la gestione dei rifiuti sanitari è rappresentata dalDecreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 2003 n. 254 – Regolamento recante disciplina dellagestione dei rifiuti sanitari a norma dell’art. 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179 – (G.U. n. 211 del11/09/2003). Ulteriori aspetti giuridici e normativi sono contenuti nel Decreto Legislativo 152/2006 esuccessive modifiche e integrazioni incluso il Decreto Lgs. 3 dicembre 2010 n. 205. tale Decreto è uncorrettivo al D. Lgs. 152/2006 e rappresenta il collegamento tra quanto stabilito da detto decreto inmateria di rifiuti ed il nuovo sistema di controllo sulla tracciabilità dei rifiuti (SISTRI).

4. DEFINIZIONIADR: sintesi di “Accor Europeen relatif au tran sport International des marchandises dangereuses parroute” cioè Accordo europeo relativo ai trasporti internazionali di merci pericolose su strada. Taleaccordo vale anche su territorio nazionale. Il trasporto su strada delle merci e sostanze pericolose èregolamentato dall’ADR.Caratteristiche di pericolo: in caso di rifiuti pericolosi, le caratteristiche di pericolo codificate edindividuate sulla base dell’all. I bal D. Lgs. 205/2010: H1 esplosivi; H2 comburente; H3A facilmenteinfiammabile; H3B infiammabile; H4 irritante; H5 nocivo; H6 tossico; H7 cancerogeneo; H8 corrosivo;H9 infettivo; H10 tossico per la riproduzione; H11 mutageno; H12 rifiuti che a contatto con l’acqualiberano gas tossici; H13 sensibilizzanti; H14 ecotossico; H15 rifiuti suscettibili, dopo l’eliminazione, didare origine in qualche modo ad un’altra sostanza.Codice CER: codice a sei cifre identificativo della tipologia di rifiuto, così come indicato dal CatalogoEuropeo dei Rifiuti (vedasi all. D al D. Lgs. N. 205/2010).Collo: imballaggio etichettato del rifiuto pericoloso il cui trasporto è soggetto all’ADR e quindiclassificato anche secndo l’ADR.Denominazione del rifiuto: denominazione del rifiuto, di determinato CER, così come denominatodal Catalogo Europeo dei Rifiuti (All. D al D. Lgs. N. 205/2010).

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Deposito temporaneo: il raggruppamento dei rifiuti effettuato prima della raccolta nel luogo in cuisono prodotti alle condizioni riportate ai punti 1 – 5 della lettera bb) del comma 1 dell’art. 10 D. Lgs.205/2010.Detentore: il produttore dei rifiuti, o la persona fisica o giuridica che li detiene.Gestione: raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti compreso il controllo di questeoperazioni.Luogo di produzione dei rifiuti: uno o più edifici o stabilimenti, o siti infrastrutturali collegati tra loroall’interno di un’area delimitata in cui si svolgono le attività di produzione dalle quali originano irifiuti.Produttore rifiuto: il soggetto la cui attività produce rifiuti (produttore iniziale).Punti di raccolta: stanze o aree di ciascun reparto, laboratorio o ambulatorio deputati alla raccoltatemporanea prima del trasporto verso il deposito temporaneo.Raccolta: operazioni di prelievo, di cernita e di raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto.Raccolta differenziata: la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo ed allanatura dei rifiuti al fine di facilitarne il trattamento.Recupero: qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere unruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere unaparticolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, all’interno dell’impianto onell’economia in generale (all. C D. Lgs. 205/2010).Rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligodi disfarsi.Rifiuti sanitari: in base al D.P.R. 254 del 15 luglio 2003 sono rifiuti sanitari quelli elencati, a titoloesemplificativo, negli allegati I e II del citato decreto, che derivano da strutture pubbliche e private,che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, di diagnosi, di cura, di riabilitazione e diricerca. Smaltimento rifiuto: operazioni, quali l’incenerimento, la discarica, il deposito permanente, labiodegradazione, ecc. alle quali viene sottoposto il rifiuto, effettuate senza pericolo per la salutedell’uomo e senza recare pregiudizio dell’ambiente.Stoccaggio: le attività di smaltimento consistenti in operazioni di deposito preliminare di rifiutinonché le attività di recupero consistenti nelle operazioni di messa in riserva di materiali.

5. CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI SANITARI Rifiuti sanitari non pericolosi. Rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani. Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo. Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. Rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di smaltimento. Rifiuti da esumazioni ed estumulazioni, nonché rifiuti derivanti da altre attività cimiteriali,

esclusi rifiuti vegetali provenienti da aree cimiteriali. Rifiuti speciali, prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che come rischio risultano analoghi

ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo, con l’esclusione degli assorbenti igienici.

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6. TIPOLOGIA DEI RIFIUTI PRODOTTI PRESSO IL PRESIDIO BELCOLLEIl Presidio Ospedaliero Belcolle produce rifiuti pericolosi e non pericolosi. Tra i rifiuti non pericolosialcuni rientrano nel circuito dei rifiuti assimilabili agli urbani, altri sono destinati comunque alrecupero mentre i restanti sono destinati allo smaltimento.Tra i rifiuti pericolosi, alcuni sono destinati allo smaltimento per incenerimento, mentre altri sonodestinati al recupero di alcune componenti.

I rifiuti di origine sanitaria sono quelli identificati con CER la cui prima coppia di cifre è 18 (rifiuti prodotti dal settoresanitario e veterinario e da attività di ricerca collegate).

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RIFIUTI NON PERICOLOSI(elenco non esaustivo) (CER) RIFIUTI PERICOLOSI (CER)

Rifiuti assimilati agli urbani non differenziati 20 03 01

Rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolariper evitare infezioni

18 01 03*

Carta e cartone 20 01 01 Medicinali citotossici e citostatici 18 01 08*

Vetro 15 01 07 Sostanze chimiche pericolose (LIQUIDI) 18 01 06*

Sostanze chimiche pericolose (SOLIDI) 18 01 06*

Nastri e toner esausti 08 03 18 Liquidi di sviluppo 09 01 01*

Farmaci scaduti 18 01 09 Liquidi di fissaggio 09 01 04*

Rifiuti ingombranti 20 03 07 Altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri 07 07 04*

Apparecchiature fuori uso diverse di quelle di cui alla voce 160213

16 02 14 Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

15 01 10*

Batterie alcaline 16 06 04Apparecchiature fuori uso contenenti componenti pericolosi diversi da 160209,160212

16 02 13*

Vaglio 19 08 01 Apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi,HCFC, HFC 16 02 11*

Trasformatori e condensatori contenenti PCB

16 02 09*

Apparecchiature fuori uso contenenti amianto in fibre libere 16 02 12*

Altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti 07 05 10*

6.1. TABELLA 1 - CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI

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7. RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVOAppartengono a questa categoria di rifiuti:

Tutti i rifiuti contenenti microrganismi vitali o loro tossine, conosciute o ritenute per buonimotivi come causa di malattie nell’uomo o in altri organismi viventi.

I rifiuti elencati a titolo esemplificativo nella tabella 2 contrassegnati con (*) che presentanoalmeno una delle seguenti caratteristiche:

Provenienza da ambienti di isolamento infettivo e contaminazione con qualsiasiliquido biologico secreto o escreto dei pazienti isolati;

Contaminazione da:

sangue o altri liquidi biologici che contengano sangue in quantità tale darenderlo visibile;

feci o urine, nel caso in cui sia ravvisata clinicamente dal medico che hain cura il paziente una patologia trasmissibile attraverso escreti;

liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido cerebro-spinale, liquidosinoviale, liquido pleurico, liquido peritoneale, latte materno, liquidopericardio o liquido amniotico.

Pertanto i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, ad eccezione di alcune patologie, non sonodefiniti tali in base alle loro caratteristiche merceologiche ma per classificarli e quindi smaltirli cometali, occorre valutarne di volta in volta il livello di contaminazione.

Prendendo come esempio i guanti monouso, se essi sono macchiati e/o contaminati da sangue o altriliquidi biologici, devono essere smaltiti come rifiuti a rischio infettivo mentre i guanti usati per motividi igiene e non infetti, sono da considerare non a rischio infettivo e quindi possono essere eliminaticome rifiuti assimilabili agli urbani.

Si propone come guida pratica di indirizzo di consultare il diagramma A.

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CLASSIFICAZIONE TIPOLOGIA REG. GIURIDICO

RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI

A RISCHIO INFETTIVOCER 18.01.03

1. Sempre pericolosi, indipendentementedal livello di contaminazione*

Aghi, bisturi e in generale rifiuti taglienti eacuminati usati.

Rifiuti derivanti da attività di ricerca e didiagnostica batteriologia (piastre, terreni dicoltura e altri presidi utilizzati).

Suturatrici automatiche monouso.

Organi e parti anatomiche non riconoscibili(inclusi i denti).

2. Da valutare di volta in volta in base allivello di contaminazione*

Assorbenti igienici, pannolini pediatrici epannoloni.

Bastoncini cotonati per colposcopia e pap-teste bastoncini oculari monouso.

Cannule, drenaggi, set di infusione, fleboclisi.

Cateteri (vescicali, venosi, arteriosi, perdrenaggi pleurici, ecc..) raccordi, sacche esonde.

Cuvette monouso per prelievo biopticoendometriale.

Filtri di dialisi.

Indumenti protettivi: mascherine, occhiali,telini, lenzuola, calzari, soprascarpe, camici,materassi.

Materiale monouso: vials, pipette, provette,guanti monouso.

Materiale per medicazione: garze, tamponi,bende, cerotti, lunghette, maglie tubolari.

Sonde rettali e gastriche.

Sondini nasografici, per bronco aspirazione,per ossigenoterapia, ecc…

Spazzole, cateteri per prelievo citologico.

Speculum auricolare monouso.

Speculum vaginale.

Gessi e bendaggi.

Rifiuti di gabinetti dentistici.

Spazzatura e rifiuti di ristorazione.

PERICOLOSIA RISCHIOINFETTIVO

CARATTERISTICHEDI PERICOLO H 09

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7.1. TABELLA 2 – CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO

* Elenco non esaustivo

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7.1.1. DIAGRAMMA A – SCHEMA PER VALUTARE L’APPARTENENZA DI RIFIUTI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO

Il rifiuto è venuto a contatto con secreti oescreti di pazienti in isolamento permalattie trasmesse attraverso droplets(goccioline) o per contatto?

È presente sangue o altri liquidi biologicicontenenti sangue in quantità tale darenderlo visibile?

Il rifiuto è contaminato da secrezionivaginali, liquido seminale, cerebrospinale,sinoviale, pleurico, peritoneale, pericardico,amniotico?

Il rifiuto è contaminato da saliva?

NO

NO

NO

NO

SI

SI

SI

SI

RIFIUTISANITARI ASSIMILATI

AGLI URBANI

RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A

RISCHIOINFETTIVO

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8. INDICAZIONI GENERALI PER LO SMALTIMENTO DI TUTTI I RIFIUTI

Lo smaltimento dei rifiuti prevede la seguente sequenza di atti:

prestare attenzione ai prodotti speciali

individuare il contenitore idoneo

confezionare correttamente

etichettare correttamente

movimentare e stoccare correttamente

Pertanto per lo smaltimento di qualsiasi rifiuto ospedaliero TUTTI gli operatori devono:

differenziare e depositare i rifiuti secondo la loro tipologia nei contenitori/sacchimessi a disposizione;

Per gli operatori addetti al confezionamento ed al trasporto dei contenitori dei rifiutiPERICOLOSI:

indossare i seguenti dispositivi di protezione individuale:

a) guanti;

b) facciale filtrante (nel caso di prolungata permanenza in vicinanza deicontenitori e/o quando ci sono più contenitori da confezionare, in modo daridurre il rischio di inalazione di sostanze pericolose);

non manipolare i rifiuti;

chiudere correttamente i contenitori;

compilare, ove non presenti, le etichette identificative dei rifiuti

indicare il luogo e la data di produzione del rifiuto scrivendo in etichetta: Strutturadi appartenenza, UO e data di confezionamento;

utilizzare carrelli idonei al trasporto;

trasportare i rifiuti chimici con massima precauzione.

È vietato assumere cibi e bevande o fumare in prossimità dei rifiuti

(specie se infiammabili)

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SCHEDA

N.RIFIUTI NON PERICOLOSI

(elenco non esaustivo)

CERSCHEDA

N.RIFIUTI PERICOLOSI CER

1 Rifiuti assimilati agli urbani nondifferenziati

20 03 01 5 e 6Rifiuti che devono essere raccolti esmaltiti applicando precauzioniparticolari per evitare infezioni

18 01 03*

1/A Carta e cartone 20 01 01 7 Medicinali citotossici e citostatici 18 01 08*

2 Vetro 15 01 07 8 Sostanze chimiche pericolose (LIQUIDI)

18 01 06*

8/A Sostanze chimiche pericolose (SOLIDI)

18 01 06*

3 Nastri e toner esausti 08 03 18 8/B Liquidi di sviluppo 09 01 01*

4 Farmaci scaduti 18 01 09 8/B Liquidi di fissaggio 09 01 04*

10 Rifiuti ingombranti 20 03 07 8/BAltri solventi organici, soluzioni dilavaggio ed acque madri 07 07 04*

11Apparecchiature fuori uso diversedi quelle di cui alla voce 160213 16 02 14 9

Imballaggi contenenti residui disostanze pericolose o contaminati datali sostanze

15 01 10*

12 Batterie alcaline 16 06 04 11/AApparecchiature fuori uso contenenticomponenti pericolosi diversi da160209,160212

16 02 13*

11/B Apparecchiature fuori uso contenenticlorofluorocarburi,HCFC, HFC

16 02 11*

11/CTrasformatori e condensatoricontenenti PCB 16 02 09*

11/D Apparecchiature fuori uso contenentiamianto in fibre libere

16 02 12*

Per lo smaltimento di tipologie di rifiuti non riportati nella presente tabella, contattare telefonicamente la Direzione Sanitaria al n. 702352-702361.

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8.1. Tabella 3

MODALITÀ OPERATIVE DI CONFERIMENTO DEI RIFIUTI DI MAGGIORE PRODUZIONE PRESSO IL POLO

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9. MODALITÀ DI CONFERIMENTO DI RIFIUTI PARTICOLARI9.1. Sostanze stupefacenti e psicotrope ScaduteNon possono essere considerati rifiuti i farmaci di cui al DPR 309/90 e successive modifiche edintegrazioni soggetti alla registrazione su apposito registro.Le sostanze scadute di cui sopra devono essere restituite, utilizzando l’apposito bollettario di reso,alla farmacia che provvederà, secondo le norme vigenti, ad avviarle allo smaltimento finale (DPR309/90 – L. 38/2010).Parzialmente utilizzateIn caso di somministrazione parziale di una forma farmaceutica il cui residuo non può esseresuccessivamente utilizzato (come una fiala iniettabile), si procederà alla scarico della intera unità didosaggio: la rimanenza sarà dispersa nei contenitori dei rifiuti speciali pericolosi a rischio infettivodestinati all’incenerimento.

9.2. Rifiuti radioattivi (redatto in collaborazione con la U.O. Fisica Sanitaria)Le seguenti istruzioni integrano e completano le procedure descritte nei regolamenti di sicurezza e nei benestare all’ esercizio rilasciati dall’ Esperto Qualificato. I rifiuti radioattivi non vanno trattati come normali rifiuti ospedalieri ma, dopo uno stoccaggio provvisorio all’ interno della U.O. produttrice, vengono trasferiti al Deposito Rifiuti Radioattivi solidi e liquidi situato tra la Piastra Tecnologica ed il Corpo A3, secondo le procedure concordate con la Direzione Sanitaria ed i Responsabili delle due UU.OO. Essi possono essere così classificati:Cat. 1 – Rifiuti solidi non taglienti/pungenti quali bottigliette, guanti, assorbenti di vario genere, etc.

provenienti sostanzialmente dalla attività di preparazione del radiofarmaco in camera caldao dalla attività di somministrazione del medesimo in Medicina Nucleare.

Cat. 2 – Rifiuti solidi taglienti/pungenti quali siringhe con aghi, lame, etc. provenienti sostanzialmentedalla attività di preparazione del radiofarmaco in camera calda e dalla sua somministrazionein Medicina Nucleare.

Cat. 3 – Generatori di Mo-99/Tc99m esauriti (qualora non riconsegnati al fornitore).Cat. 4 – Sorgenti sigillate “flood” di Co-57.Cat. 5 – Sorgenti sigillate varie di taratura o per reperaggio (Co-57, Cs-137, etc.).

9.3. Rifiuti radioattivi prodotti presso la U.O. Medicina Nucleare

I rifiuti di categoria 1 -consistenti nel materiale di consumo contaminato utilizzato per lapreparazione e somministrazione del radiofarmaco- devono essere raccolti negli appositicontenitori schermati (secchi a pedale) contrassegnati con il segnale di rischio delle radiazioniionizzanti (trifoglio nero su fondo giallo), dotati internamente di un sacco in plastica.

I rifiuti solidi della categoria 2 devono essere raccolti nei contenitori di plastica rigidi inseriti aloro volta nei contenitori schermati di cui al punto precedente.

I sacchetti di plastica contenenti i rifiuti solidi di cat. 1 e 2, quando il contenitore schermatorisulta pieno, devono essere trasferiti negli appositi fustini di metallo omologati a norma ONUdi capacità 60 litri, di colore rosso, già predisposti con sacchi di polietilene. Di norma ognifustino per rifiuti solidi da 60 litri non dovrà superare, quando pieno, i 20 Kg.

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I rifiuti solidi derivanti dalla preparazione del radiofarmaco all’interno della cella schermataubicata in camera calda sono raccolti nel bottiglione di plastica alloggiato al vano inferioredella cella comunicante con il piano di lavoro. Questo contenitore, una volta pieno, verràchiuso con coperchio a vite e trasferito in un fustino di metallo di colore rosso già predispostocon sacca di polietilene.

Quando un fustino è pieno si procederà alla chiusura del sacco interno in polietilene ed allachiusura del fustino stesso mediante coperchio e flangia. Il fustino dovrà essere etichettato etrasferito al Deposito Rifiuti.

I rifiuti di categoria 3 vengono, in genere, riconsegnati al fornitore nella confezione originariadi consegna. Solo eccezionalmente, qualora non ritirati, i generatori completi devono essereintrodotti, separati dagli altri rifiuti solidi, nei fustini omologati a norma ONU forniti dalla dittafornitrice del servizio di smaltimento.

I rifiuti di categoria 4 sono dotati di proprio astuccio mobile schermato, con manico e ruote, esono conferiti in questa forma.

I rifiuti di categoria 5 sono anch’ essi dotati di propria confezione schermata, e possono essereconferiti direttamente in questa forma o, alternativamente, i loro astucci schermati (essendodi piccola dimensione) possono essere infustati con le stesse modalità viste per la categoria 1.

La ditta fornitrice del servizio di smaltimento dei rifiuti radioattivi fornisce nelle quantità richieste lebuste di contenimento, i bottiglioni, i fustini e quanto occorre alla etichettatura degli stessi inaccordo alle vigenti normative e circolari mentre i raccoglitori rigidi per gli aghi sono forniti dalla Dittache effettua lo smaltimento dei rifiuti sanitari. Per la tracciabilità del singolo rifiuto e del suo conferimento il personale preposto provvederà acompilare l’apposito registro predisposto a cura dell’U.O. Medicina Nucleare.

9.4. Rifiuti radioattivi prodotti presso la Sala OperatoriaI rifiuti radioattivi prodotti in sala operatoria in procedure di escissione chirurgica radioguidata (es.“linfonodo sentinella”) vanno trattati secondo le indicazioni descritte nella linea guida rilasciata dallaU.O. Fisica Sanitaria del 26/04/2006. 9.5. Pazienti interni sottoposti a procedure scintigrafiche Gli escreti ed i materiali accidentalmente contaminati dai pazienti ricoverati sottoposti a procedurescintigrafiche vanno trattati secondo le istruzioni consegnate al reparto dalla U.O. Medicina Nucleare.9.6. Contaminazione radioattiva dei rifiuti ospedalieri specialiQualora dal controllo radiometrico eseguito contrattualmente dalla ditta incaricata dello smaltimentodi questi rifiuti dovesse risultare una contaminazione, i cartoni positivi al controllo dovranno essereisolati per ventiquattro ore prima di essere nuovamente sottoposti a controllo. In caso di ulterioreconferma della positività, essi andranno stoccati nel Deposito Rifiuti Radioattivi ed andrà allertata laU.O. Fisica Sanitaria che ne controllerà il decadimento.

9.7. Parti anatomiche riconoscibili (arti e feti)Le parti anatomiche riconoscibili devono essere consegnate al personale dell’obitorio in doppiosacchetto di polietilene, accompagnati da un modulo contenente Nome, Cognome del paziente diriferimento, tipo di parte anatomica contenuta e data del trattamento chirurgico/espulsioneabortiva.Gruppo di riferimento del documento Classificazione del documento Editore del documento

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In obitorio le parti anatomiche riconoscibili vengono posizionate in apposite cassette di legno econferite al Cimitero Comunale.I feti di età gestazionale superiore alle 20 settimane sono avviati all’inumazione accompagnati dalladichiarazione del medico di avvenuto aborto.I feti di età gestazionale inferiore alle 20 settimane vengono avviati all’inumazione solo su richiestadei genitori accompagnati da un modulo disponibile in reparto e secondo la procedura di cui sopra.

10. LOCALI DI DEPOSITO TEMPORANEO NEL LUOGO DI PRODUZIONEIl deposito temporaneo per i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo e per i rifiuti pericolosi arischio chimico è situato presso l’ex eliporto adiacente alla Palazzina C. Qui i rifiuti, dopo la pesatura,vengono stoccati in appositi containers fino al ritiro e successivo conferimento all’impianto dismaltimento da parte della ditta appaltatrice, secondo i tempi stabiliti dal capitolato d’appalto ecomunque nel rispetto dei tempi previsti dalle leggi vigenti (5 giorni per i rifiuti potenzialmenteinfetti; 2 mesi per gli altri rifiuti pericolosi).Il locale di deposito temporaneo deve essere:

chiuso in modo da impedire l’accesso a personale non autorizzato; dotato di un kit di emergenza (comprendente materiale per l’assorbimento di liquidi dispersi,

DPI – guanti, mascherine); dotato di attrezzature idonee allo spegnimento di incendi (mezzi estinguenti, coperte

antifiamma); dotato di idonea cartellonistica con indicazione dell’uscita di emergenza, cartelli indicanti il

tipo di rifiuto stoccato, le indicazioni di pericolo, segnalazione relativa alla presenza dilavaocchi e di doccia di emergenza.

11. COMPILAZIONE FORMULARI E REGISTRI DI CARICO E SCARICOLa compilazione dei formulari di identificazione dei rifiuti deve avvenire secondo le norme vigenti. Inparticolare i formulari, redatti in quattro copie, devono contenere le seguenti informazioni:

identificazione del produttore del rifiuto (Azienda USL, con l’indicazione del presidio, sedelegale e codice fiscale);

identificazione del destinatario del rifiuto (nome impianto di smaltimento, sede legale ecodice fiscale, numero di autorizzazione albo smaltitori e data della autorizzazione);

descrizione del rifiuto, codice CER, stato fisico, caratteristiche di pericolo, n° colli o contenitoriconferiti;

destinazione del rifiuto (smaltimento o recupero); quantità trasportata (se il mezzo non è dotato di mezzo di pesa automatica, deve essere

stimato il volume in litri, con l’indicazione di peso da verificarsi a destino;( l’indicazionerelativa al peso verrà recuperata dalla quarta copia di ritorno dall’impianto di smaltimento);

Indicazione del percorso del rifiuto; indicazione se il rifiuto è sottoposto a normativa ADR (pericoloso o non pericoloso); le firme leggibili del produttore e del trasportatore, con le generalità del conducente del

mezzo;(i soggetti delegati alla firma per il produttore sono i Medici di Direzione o altropersonale munito di delega ufficiale dal Direttore Sanitario);

la targa dell’automezzo e dell’eventuale rimorchio utilizzato; la data e l’ora dell’inizio del trasporto.

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Nel registro di carico e scarico, deve essere annotato il numero del formulario di identificazione;parimenti nel formulario deve essere indicato il riferimento dei movimenti di carico e scarico.Detto personale ha inoltre il compito di controllare che la copia di ritorno dall’impianto dismaltimento (quarta copia del formulario) pervenga entro tre mesi dallo scarico. In caso contrario, deve essere data comunicazione alla Provincia di mancato ritorno del formulario ditrasporto.

11.1. Tenuta del registro dei rifiuti pericolosiIl registro di carico e scarico, deve essere completato con i dati relativi alla ditta, alla residenza e alcodice fiscale prima della vidimazione.Deve essere tenuto da un operatore della Direzione Sanitaria individuato dal Direttore sanitario edisponibile per organismi di controllo.Iter per l’acquisizione e l’utilizzo del registro di carico e scarico:Acquisizione del registro: viene fornito, previa richiesta, dalla ditta appaltatrice.Apertura del registro: compilazione intestazione (1° pagina) con i dati del Produttore.Numerazioni registrazioni: deve essere progressiva; in ogni spazio di registrazione deve essereevidente la cronologia delle registrazioni.Registrazione carico e scarico (entro 5 giorni dal conferimento dei rifiuti pericolosi, meglio se subito):Compilare ogni voce della 1° colonna.Compilare ogni voce della 2° colonna, deve risultare il tipo di rifiuto e smaltimento.Compilare ogni voce della 3° colonna, devono risultare i Kg, litri o metri cubi.Integrazione formulario: riportare il numero dello scarico in altro a destra, il formulario e il suoscarico sono in atto unico, registro e formulario scaricati sono uniti.È VIETATO coprire la scrittura. In caso di errore barrare lo scritto da eliminare, in modo che siavisibile l’errore. Non vanno mai usati sistemi coprenti.

12. SISTRI Il SISTRI (SIStema di controllo della Tracciabilità dei RIfiuti) nasce nel 2009 su iniziativa del Ministerodell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al fine di consentire l'informatizzazionedell'intero ciclo di gestione dei rifiuti a livello nazionale e della produzione dei rifiuti speciali e deirifiuti urbani della Regione Campania.Per i produttori di rifiuti pericolosi è obbligatoria l’iscrizione al SISTRI ed agli operatori iscritti, infunzione della tipologia di iscrizione, viene consegnato un dispositivo elettronico, definito dispositivoUSB, per accedere al Sistema SISTRI da qualsiasi computer connesso ad Internet. Tale dispositivoconsente di trasmettere dati, di apporre la firma elettronica e di memorizzare informazioni.Come stabilito dall’art. 188-bis, comma 3 del D.Lgs 152/2006 ss.mm.ii., “Il soggetto che aderisce alsistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) di cui al comma 2, lett. a), non è tenuto adadempiere agli obblighi relativi alla tenuta dei registri di carico e scarico di cui all’articolo 190, nonchédei formulari di identificazione dei rifiuti di cui all’art. 193”.Di conseguenza, il Registro Cronologico sostituisce per gli iscritti al SISTRI il Registro di Carico eScarico previsto dall’art. 190 del D.Lgs. 152/2006 ss.mm.ii.Come per l’anno 2014, anno in cui si è reso obbligatorio l’utilizzo del SISTRI, anche per l’intero 2015 sicontinua ad applicare il regime transitorio, per il quale viene effettuata la doppia procedura diregistrazione.

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13. NORMATIVA PRINCIPALE DI RIFERIMENTO Decreto Ministeriale 28 settembre 1990 – Norme di protezione dal contagio professionale da

HIV nelle strutture assistenziali pubbliche e private. Decreto Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990 n. 309 “Testo Unico delle leggi in materia

di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione deirelativi stati di tossicodipendenza”.

Decreto Ministeriale 4 aprile 1997 – Attuazione dell’art. 25, commi 1 e 2, del decretolegislativo 3 febbraio 1997, n. 52, concernente classificazione, imballaggio ed etichettaturadelle sostanze pericolose, relativamente alla scheda informativa in materia di sicurezza.

Decreto Ministeriale 11 luglio 1997 – Recepimento della direttiva del Consiglio del 18 marzo1991, n. 91/157/CEE relativa alle pile e accumulatori contenenti sostanze pericolose.

Decreto Ministeriale 1° aprile 1998, n 145 – Regolamento recante la definizione del modello edei contenuti del formulario di accompagnamento dei rifiuti ai sensi degli articoli 15, 18,comma 2, lettera e), e comma 4, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22.

Decreto Ministeriale 1° aprile 1998, n 148 – Regolamento recante approvazione del modellodei registri di carico e scarico dei rifiuti ai sensi degli articoli 12, 18, comma 2, lettera m), ecomma 4, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22.

D. Lgs 11 maggio 1999, n. 152 – Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento erecepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbanee della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocatodai nitrati provenienti da fonti agricole.

D.P.R. 15 luglio 2003 . 254 “regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari anorma dell’art. 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179.

D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152: Norme in materia ambientale. D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81: Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro. D. Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4: ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto

legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale. Legge 15 marzo 2010 n. 38 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla

terapia del dolore”. D. Lgs. 3 dicembre 2010, n. 205: Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del

Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abrogaalcune direttive.

Decreto Ministeriale 17/12/2009: Istituzione del sistema della tracciabilità dei rifiuti, ai sensidell’art.189 del Decreto Legislativo n. 152 del 2006 e dell’articolo 14-bis del decreto Legge n.78 del 2009 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009.

Decreto Ministeriale 18 febbraio 2011, n. 52. Regolamento recante istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell’articolo 189 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e dell’articolo 14-bis del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102.

Decreto Ministeriale 10 novembre 2011, n. 219:Regolamento recante modifiche e integrazionial decreto del 18 febbraio 2011, n. 52, concernente il regolamento di istituzione del sistema dicontrollo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI).

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14. MATRICE DELLE RESPONSABILITÀSoggetti coinvolti:DMdP Direttore Medico di PresidioDMDP Dirigenti Medici Direzione di PresidioDUO Direttori UU.OO.PDS Personale direzione sanitaria (tecnico, infermieristico, amministrativo)CI, CT, CO Coordinatori Infermieristici, tecnici, ostetriche.DM, I, T, O, OSS Dirigenti medici, Infermieri, Tecnici, Ostetriche, Operatori socio sanitari. OTA, ASS OTA e ausiliari.

DMdP DMDP DUO PDS CI, CT, CO DM, I, T, O, OSS OTA, ASS. OSS

Elaborazione e revisione dellaprocedura.

R C

Controllo sulla rispetto dellaprocedura adottata.

R R R

Confezionamento, sigillatura edetichettatura.

R

Trasporto presso i deposititemporanei (a seconda del tipo dirifiuto).

R

Sorveglianza nella fase diconferimento alla ditta.

R

Documentazione e archiviazione. R C R

R = responsabile azione; C = collaboratore; A = approvazione

15. DISTRIBUZIONE DELLA PROCEDURA

Tutti i Direttori, Coordinatori di UU.OO.

Direttore Go.PS

Dirigenti Medici Direzione di Presidio

Allegati:

Schede n.1-1A-2-3-4-5-6-7-8-8A-8B-9-10-11-11A-11B-11C-11D-12 contenenti le modalità di gestionedei diversi rifiuti prodotti presso il Presidio Belcolle, come indicato nella TABELLA N. 3 pagina 10 dellapresente procedura.

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