la Galleria - MENHIR Arte Contemporanea · 2015-01-16 · 7 Croquis de voyage. I libri dei ritorni...

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art directorRaffaela Busia

in copertinaOmar Galliani, Notturno, 2008 (fronte)e Hong Kong, 2007 (retro)

crediti fotograficiMassimiliano Galliani e Luca Trascinelli

traduzione dall’italiano all’ingleseSylvia Adrian Notini (con la collaborazione di Henry Monaco)

Finito di stamparenel mese di gennaio 2015da LitocolorGuastalla, Reggio Emilia

ISBN 978-88-98420-24-7© 2015 corsiero editore, Reggio Emilia

corsiero editorevia Campo Marzio, 942121 Reggio Emilia

www.corsieroeditore.it

ringraziamentiEnrico Fornaroli e Fabio Roversi Monaco,Direttore e Presidentedell’Accademia di Belle Arti di BolognaNadia Stefanel, per l’Archivio Omar GallianiSebastiano Calandra e Chiara Musso della galleria MenhirMario Brattella, per l’allestimento della mostraStella Ingino, per la segreteria organizzativaMonti Morris AllestimentiRanieri Frattarolo, Luciano Leonotti, Mauro Mazzali

Volume realizzato in occasione della mostra

Omar GallianiCroquis de voyages. I libri dei ritorni

a cura di Eleonora Frattarolo

nell’Aula Magna (ex chiesa di San’Ignazio)dell’Accademia di Belle Arti di Bologna15 gennaio – 15 febbraio 2015

in collaborazione con la galleria

via Alessandro Manzoni, 5119121 La Speziatelefono + 39 0187 [email protected]

OMAR GALLIANI

CROQUIS DE VOYAGEI LIBRI DEI RITORNI

a cura di

ELEONORA FRATTAROLO

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Quaderno siamese, 2000

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Frammenti di un viaggio ininterrotto / Fragments of an Uninterrupted Journey

Enrico Fornaroli

Narrare attraverso le immagini è da sempre, dall’alba dell’uomo, la forma con cui condividere le esperienze facendo assumere a esse il valore simbolico della sacralità. Mediante il segno, tracciato su una qualsiasi superficie, roccia o papiro, tavoletta o carta, l’agire dell’uo-mo si trasforma in un atto che trascende l’immediatezza effimera dell’evento vissuto per acquisire il valore assoluto dell’emblema, l’u-niversalità appunto del simbolo. Il tratto a matita che si distende e si intreccia sul foglio di carta racchiude in sé questa essenzialità e, al tempo stesso, riassume nel suo “segnare” la superficie la potenza dell’atto primordiale, il suo valore assoluto.

Analizzati in filigrana e osservati in controluce i croquis de voya-ge di Omar Galliani evidenziano queste caratteristiche, riuscendo a coniugare l’impressione di un’immagine rubata alla perento-rietà del segno destinato all’eterno. I tratti a grafite imprimono sul foglio il senso di un’immagine fugace trattenuta sulla pagina per diventare frammento di un discorso narrativo: ciò che rischia-va di perdersi diventa invece tassello di un racconto lungo oltre vent’anni. Gli anni nei quali Omar Galliani ha racchiuso nei suoi taccuini di viaggio la sapienza di un’antica tradizione, quella cu-stodita nel disegno, linguaggio primigenio alla base di tutta la co-municazione grafica.

Il Novecento è stato il secolo in cui le immagini in sequenza hanno saputo raccontare il proprio tempo, tessere le proprie tra-me, dare forma ai propri intrecci. Come quelli che si dipanano nei carnet de voyage, capitoli di un viaggio ininterrotto, di una nar-razione infinita.

The use of images to tell stories has always been, since the dawning of mankind, the form chosen to share experiences, such images being bestowed with the symbolic value of sacredness. By means of the sign, traced on any surface, rock or papyrus, tablet or piece of paper, man’s actions are trans-formed into an act that transcends the ephemeral immediacy of the event experienced, thereby acquiring the absolute value of the emblem, indeed the universality of the symbol. The pencil line that stretches out and is intertwined on a piece of paper holds this essence within and, at the same time, sums up, as it “marks” the surface, the absolute value of the power of the primordial act.

Analysed in filigree and observed up against the light Omar Galli-ani’s croquis de voyage reveal these features, and succeed in joining the impression of an image stolen with the peremptoriness of the sign destined to eternity. The graphite lines impress upon the sheet the sense of a fleeting image that is held down on the page in such a way that it becomes the fragment of a narrative discourse: what we had risked losing instead becomes the part of a story lasting more than two dec-ades. The years during which Omar Galliani enclosed inside his travel diaries the wisdom of an ancient tradition, a tradition guarded over in drawing, the primitive language that lies at the heart of graphic communication.

The twentieth century was the era when images in sequence recounted the times, wove their plots, gave shape to their own interweavings. Like the ones that unfold in these carnets de voyage, the chapters of an uninter-rupted journey, those of a never-ending story.

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Ossario dei miei petali, 2008 In Bogotà, 2010

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Croquis de voyage. I libri dei ritorni / The Books of Returns

Eleonora Frattarolo

Questi disegni su taccuini che Omar Galliani ha eseguito durante alcu-ni viaggi dal 1991 al 2012, racchiusi da coperte di cuoio o di stoffa, di bachelite o di duro cartone, a volte scanditi da linee e da vuoti a volte intrisi di coaguli d’ombre, oltre che lezioni di stile, sono soprattutto e ancora una volta il modo che Galliani ha di guardare scandalosamen-te, recidivamente, al passato in modo singolarissimo e nuovo. Quando Galliani tempera la matita o affina il carboncino per tracciare linee, tra slancio fluido della visione e sintesi nell’esecuzione, in una pratica e un ritmo che riproducono le modalità dello scrivere e della scrittura, ci narra di viaggi, di pensiero, di azione. E di tempo, se è vero che «la linea congiunge due punti», il punto è un istante, e «la linea comincia e finisce in due istanti». Ma per Galliani il tempo emerge anche da un altro versante del viaggio, in un concatenarsi di perché col passato, che è visibile sia nelle sue registrazioni iconografiche, sia nella semantica del segno e delle linee ancor prima che si configurino in rappresenta-zioni: cose che rivelano l’eccelsa maestria cresciuta al non più bizzarro incrocio tra antichi maestri d’Occidente di Cina e di Giappone e quel caleidoscopico mondo di disegni e parole che è e il fumetto di oggi. Il passato dispiega le sue motivazioni, le sue casualità, i suoi principi e i suoi orizzonti nei perché di ogni repertorio scritto o o tracciato in punta di matita e di penna, di ogni oggetto documentato, in sinergia con un “come”, che è l’epifania del presente e che ci rivela non solo il mutamento dello scorrere, ma il dispiegarsi della vita in un tempo parziale e in un luogo parziale che comunque ci appartengono.

In un libro indimenticato Anna Seppilli scrive che interi patri-moni mitici, rituali, sociali, comportamentali, «perduta l’aderenza alle società cui appartenevano, possono tuttavia venire assunti in contesti nuovi». Le rappresentazioni iconiche «che esercitano una funzione di presenza memoratrice e di autentico fascino sono desti-nate ad essere investite di significati totalmente nuovi e a loro vol-ta generano leggende». E i simboli psichici «che prorompono da elementi profondi sono sempre in attesa di risvegliarsi, di essere ri-vitalizzati dai grandi poeti dell’umanità». Così accade nei taccuini di Galliani, libri di ritorni e di futuro, piccoli ed intimi custodi a volte della linea della semplicità e della nettezza, a volte di visioni che forse trasmigreranno su superfici più ampie durevoli complesse; correnti sottili dell’immaginazione che a volte richiamano persino il Chatwin reporter, “collezionista di luoghi”, il quale descrive insieme

These drawings in notebooks that Omar Galliani made during some of his travels between 1991 and 2012, enclosed in leather or fabric, bakelite or hard cardboard covers, at times marked by lines and by voids, at other times steeped in the knots of shadows, as well as being lessons in style are first and foremost Galliani’s way of repetitively looking at the past in a very new and unique way. When Galliani sharpens his pencil or prepares his charcoal to trace the lines, between the fluid leap of his vision and the synthesis with which he executes his work, within a practice and a rhythm that reproduce the technique of handwriting and writing itself, he tells of journeys, thoughts and actions. And of time, if it is true that “the line con-nects two points”, the point is an instant, and “the line begins and ends in two instants”. But for Galliani, time also emerges from another side of the journey, in a concatenation of questions about the past, which is visible in both his iconographic recordings and in the semantics of the sign and the lines even before they are configured in representations: these are things that reveal the perfect mastery that has developed at the no longer bizarre intersection between the ancient masters of the West, China and Japan, and the kaleidoscopic world of drawings and words that makes up today’s cartoon. The past unveils the artist’s motivations, the randomness, principles and horizons in the reasons for each repertoire that is written or traced with the tip of a pen or pencil, of each recorded object, in synergy with a “how”, which is the epiphany of the present and reveals to us not just the change in the flow, but the unfolding of life in a partial time and a partial place that nonetheless belong to us.

In an unforgettable book, Anna Seppilli writes that entire mythical, ritual, social, behavioural heritages “having lost their adherence to the so-cieties to which they belonged, can nonetheless be assumed in new contexts”. The iconic representations “that exert a function of memorial presence and authentic intrigue are destined to be filled with totally new meanings, and in turn generate legends themselves”. And the psychic symbols “that emerge from deep elements are always waiting to be reawakened, revitalized by the great poets of humanity”. This is what takes place in Galliani’s notebooks, books of returns and the future, the small and intimate custodians at times of the line of simplicity and clarity, at times of visions that will perhaps transmigrate to vaster, more complex and longer-lasting surfaces; subtle currents of the imagination that at times even recall Chatwin the reporter, “collector of places”, who describes both stories and visions, blending geo-graphical report and historical account, autobiographical note and novel,

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storie e visioni, fondendo resoconto geografico e racconto storico, nota autobiografica e romanzo, accentati dal palpito dell’impressio-ne fugace, che implica un rimodellamento su archetipi comuni al mondo estraneo e che aggiunge la propria essenza a quelle altrui e si traduce in esse. Qualcosa di molto diverso dalla pulsione di annul-lamento che caratterizza gli slittamenti psicologici di un altro modo di viaggiare, che mira alla volontà di perdersi. E qualora sia vero che si vede ciò che si sa, per Galliani ciò che si sa è una plastica continua-mente rimodellata sugli organi di senso e su un paesaggio profondo di umori di mente e spirito che consente la formula di traduzione e il tempo di questo scambio. Ogni viaggio così è un ricordo, un ritor-no a un altro spazio, a un altro tempo, e il viaggiatore è il sentiero di una trasformazione che si conforma al luogo visitato e guardato. Laddove è in marcia il distacco della parola scritta dai libri nel web, del cibo dalla terra nei supermercati, dei popoli migranti dalle loro terre di origine, dei soldi e dei titoli dall’economia reale dei processi produttivi, Galliani compie un percorso opposto alla cancellazione del significato delle cose e viaggia in paesaggi reali depositari della verità di immagini che da mirabili “cose” (dal latino causa, «ciò che riteniamo talmente importante e coinvolgente da mobilitarci in sua difesa») trascorrono a implicazioni mitiche , esoteriche, sacre: i fiori simbolici e il Sacro Cuore, lo Zodiaco e i punti cardinali, il cerchio che è emblema del Mondo, la pietra grezza e la pietra tagliata, la luce e le tenebre, gli «alberi benedetti», gli ulivi, che non sono né di oriente né di occidente, ma «centrali», «assiali»… E frammenti di paesaggio dalla Cina a Zanzibar, da Bali a Otranto, dalla Grecia a Filadelfia al Vietnam, e scrittura e ancora paesaggio, che anche per Galliani rimanda, in fondo, all’origine stessa dell’alfabeto, se è vero che le sue tavole ancor prima di essere riempite dalle rappresenta-

accented by the beating of the fleeting impressions, which implies a remod-eling on archetypes common to the outside world, and that adds its own essence to that of others and is translated into them. This is something very different from the drives of annulment that characterize the psychological sliding of another way of travelling, which aims at the desire to get lost. And if it is true that we see what we know, then for Galliani what we know is a plasticity that is continually being remodeled on the organs of the sens-es and on a deep landscape of the moods of the mind and spirit that allows for the formula of translation and the time for this exchange. Hence, each journey is a memory, a return to another space, to another time, and the traveller is the path of a transformation that adapts to the place visited and observed. While we witness the detachment of the written word from books on the Web, of food from the earth in supermarkets, of migrant peo-ple from their native lands, of money and bonds from the true economy of the productive processes, Galliani follows a path that is the opposite to the erasure of the meaning of things, and he travels in landscapes that are the true custodians of the truth of images that from admirable “things” (in Latin the word for things is causa, “what we believe to be so important and involving that we mobilize in its defense), arrive at mythical, esoteric, sacred implications: symbolic flowers and the Sacred Heart, the Zodiac and the cardinal points, the circle, which is the symbol of the World, both unhewn and cut stone, light and darkness, “blessed trees”, olive trees that are neither East nor West but “central”, “axial”… And fragments of land-scapes from China to Zanzibar, from Bali to Otranto, from Greece to Phil-adelphia to Vietnam, and writing and more landscape, which likewise for Galliani harks back, after all, to the very origin of the alphabet, if it is true that his works, before being filled with representations, are etched with vast graphemes, the letters of a shamanic and propitiatory alphabet that allow the shadow and black ink of the mystery of things to burst forth: the obscure

Cape of flowers, Sanur, Isola di Bali, Indonesia, 2004Berenice, tra Egitto e Sudan, 2009

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zioni vengono incise da vasti grafemi, lettere di un alfabeto sciama-nico e propiziatorio atte a far sgorgare l’ombra e l’inchiostro nero del mistero delle cose: l’oscuro fiele di seppia di molte più parole di quante si sia abituati ad attribuire alle cose stesse. Ciò viene parados-salmente indicato, agli antipodi della nostra cultura, nel carattere cinese Wen, che significa scrittura e ideogramma, e ha un insieme di risonanze diverse. Allude in primo luogo a un disegno o a una con-formazione naturale, ad esempio alle venature di materiali come il legno, la pietra o la pelliccia degli animali. Si contrappone, in questo senso, a Zang, composizione, che indica una struttura creata dall’uo-mo. La scrittura è vista, dunque, non tanto come un atto umano convenzionale e arbitrario, quanto come espressione di una verità naturale, una rivelazione dell’essenza delle cose, in questo implicata nell’essenza del disegno, di cui è conseguenza. Il viaggio e il movi-mento: d’altro canto, sono motorie tutte le attività mentali, la per-cezione, il ricordo, l’immaginazione, non meno del respirare e del fare. Un’opera di Galliani si chiama proprio Il respiro, e rappresenta l’alfa e l’omega del viaggio dell’umanità, con le coste ossee della cassa toracica incastonate in un cielo ricolmo di asterismi lontani, esprime una wille wagneriana, una determinazione titanica degli obiettivi personali che non teme il perimetro della misura e realizza qualsivoglia immaginazione. Prigionia del corpo e libertà galattica fanno del corpo stesso una macchina cibernetica dal ritmo che non evoca morte ma risonanze di un’intelligenza priva d’ingabbiamen-ti, aperta al desiderio, alla curiosità, alla vastità della vita; è respiro, ma anche battito cardiaco del cuore e oscillazione neuronale, in un ritmo che unifica percezioni olfattive, visive e uditive, intessendo le-gami tra i sistemi nervosi di più individui, e che, quindi, rappresenta l’Uomo. Attraverso una duplice metonimia, le coste per i polmoni

cuttlefish ink of many more words than we are accustomed to attribute to things. This is paradoxically indicated, at the antipodes of our culture, in the Chinese character Wen, which means scripture and ideogram, and has several different resonances. In the first place, it alludes to a drawing or a natural shape, for example, to the veins in materials like wood, stone, or animal fur. It is the opposite, in this sense, of Zang, composition, which indicates a structure created by human beings. Writing is thus not seen so much as a conventional and arbitrary human act, but as the expression of a natural truth, a revelation of the essence of things, and as such implied in the essence of drawing, of which it is the consequence. The journey and movement: on the other hand, they are the engines of all mental activities, perception, memory, imagination, as well as breathing and doing. One of Galliani’s works is indeed entitled Il respiro (Breath), and it represents the alpha and the omega of the journey of humanity, with the bones of the rib cage set within a sky laden with distant constellations; it expresses a Wagnerian wille, a titanic determination of the personal objectives that does not fear the perimeter of measure and realizes any imagination. The imprisonment of the body and galactic freedom make of the body itself a cybernetic rhythmical machine that does not evoke death but rather the resonances of an intelligence deprived of caging, open to desire, curiosity, the vastness of life; it is breathing, but also the beating of the heart and the throbbing of the neurons, in a rhythm that brings together olfactory, visual and auditory perceptions, weaving links between the nervous systems of several individuals, thus representing Man. Through a twofold metony-my, the ribs for the lungs (contents for content) and the lungs for breathing (organ for function), we arrive at the holistic synecdoche of the part for the whole, in which the human being becomes star, firmament, following the origin itself of the first human language, that of its members, which for hundreds of thousands of years have generated, according to some, the

Santo Domingo, 2006-2007 Vietnam, Baia di Along, 2006

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(contenente per contenuto) e i polmoni per il respiro (organo per funzione) approdiamo alla sineddoche olistica della parte per il tut-to, in cui l’essere umano diventa stella, firmamento, seguendo l’ori-gine stessa del primo linguaggio umano, quello delle sue membra, che per centinaia di migliaia d’anni hanno generato secondo alcuni l’unica forma di cultura, quella “mimetica”, basata sull’esprimere e trasmettere eventi, storie, azioni, attraverso la mimica facciale, le posture, i gesti, i movimenti, i suoni della natura, ma non attraver-so il linguaggio, e di tutto ciò si conserva traccia ancor oggi nella comunicazione inconscia del portamento e dell’atteggiamento. Ma tornando a Il respiro, ecco che l’intensità simbolica e poetica della rap-presentazione è inscindibile dalla tecnica magistrale di Galliani, diven-tata ormai canone, scenario della trasformazione del segno in lirica e sogno, dove appaiono barbagli e balenii sommessi di un mondo cieco, sottostante e denso, come quello delle impressioni radiografiche su acetilene, dove la vista richiede una capacità tattile e profeticamente visionaria, immersa nello spleen creativo di una bile nera, melanconia artistica nonché classica. Ripetizione del tratto, esecuzione dell’opera cinestetica e musicale, in un paradiso d’immanenza entro i respiri del-la notte. I suoni sono alla base del primo significato della “per-sona” che rivela la nostra maschera persu, nel suo secondo significato, appe-na partorita. I suoni e il loro modo di comunicare e di guardare sono più che ciechi: sono sintetici, compatti, gravidi. È questa la visione anti-

only form of culture, “mimetic” culture, based on the expression and trans-mission of events, stories, actions by way of facial expressions, posture, ges-tures, movements, the sounds of nature, but not through language. And today we still preserve the trace of all these things in the unconscious com-munication of bearing and attitude. But to go back to Il respiro, that’s where the symbolic and poetic representation cannot be separated from Gal-liani’s masterful technique, which has by now become canon, the scenario of the transformation of the sign into lyric and dream, where the subdued gleaming and flashes of a blind world, one that lies below and is dense, appear, such as that of the radiogaphic impressions on acetylene, where vision requires a tactile and prophetically visionary capacity, immersed in the creative spleen of black bile, artistic as well as classic melancholia. The repetition of the line, the execution of the synaesthetic and musical work, in a paradise of immanence within the breaths of the night. The sounds are at the basis of the first meaning of the “per-sona” that reveals our lost mask in its second meaning, just come to life. The sounds and their way of communicating and looking are more than blind: they are synthetic, compact, full. This is the ancient and new vision of Galliani’s primitive world, in which the ancestral vibration is renewed with each cry and each resonance of greeting, and in which eye contact is one of the strongest and most intimate forms, such as in the greeting of certain peoples in which the expression «I see you» is a way of saying hello: «I distinguish you» from the everything that is around you.

Sopra e nella pagina a fianco, Notturno, Trivandrum, Kerala, India, 2008

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ca e nuovissima del mondo primordiale di Galliani, in cui la vibrazione ancestrale si rinnova a ogni vagito e a ogni risonanza di benvenuto e in cui il contatto con gli occhi è una delle forme più forti e più intime, come nel saluto di alcuni popoli dove l’espressione “ti vedo” è una forma di saluto: “ti distinguo” dal resto intorno a te.

Rammento con riconoscenza:René Guénon, Symboles fondamentaux de la Science sacrée, Gallimard,

Paris, 1962.Anna Seppilli, Alla ricerca del senso perduto, Sellerio, Palermo, 1986.Merlin Donald, Origins of modern mind, Harvard University Press, 1991.Manlio Brusatin, Storia delle linee, Einaudi, Torino, 1993.Alexander Lowen, Il linguaggio del corpo, Feltrinelli, Milano, 2003.Eric J. Leed, La mente del viaggiatore. Dall’Odissea al turismo globale, Il

Mulino, Bologna, 2007.

My thanks go to the following:René Guénon, Symboles fondamentaux de la Science sacrée, Galli-

mard, Paris, 1962.Anna Seppilli, Alla ricerca del senso perduto, Sellerio, Palermo, 1986.Merlin Donald, Origins of the Modern Mind, Harvard University Press,

1991.Manlio Brusatin, Storia delle linee, Einaudi, Torino, 1993.Alexander Lowen, Il linguaggio del corpo, Feltrinelli, Milano, 2003.Eric J. Leed, La mente del viaggiatore. Dall’Odissea al turismo globale,

Il Mulino, Bologna, 2007.

Bejing/Roma a/r, Cina, Italia, 2005

Il quaderno dell’olio..., San Gregorio, Salento, 2010

OMAR GALLIANI CROQUIS DE VOYAGE. I LIBRI DEI RITORNI

a mia madre e a mio padre

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RACCONTAMI UN VIAGGIO!

DAMMI QUALCOSA CHE NON SIA SOLTANTO

MARE O MONTAGNA, VETTA O PROFONDITÀ,

DESERTO O FORESTA PLUVIALE.

RACCONTAMI UN VIAGGIO CHE NON SIA

SOLTANTO UNO SCATTO DIGITALE O UN VIDEO

DA POSTARE SU UN PIATTO SOCIAL NETWORK

INTERPLANETARIO.

RACCONTAMI UN VIAGGIO CHE NASCA

DALLA TUA MERAVIGLIA O DALLO STUPORE,

DAL FREDDO O DAL CALDO, E CHE GENERI

VISIONI TRA UN ATTERRAGGIO E UN DECOLLO,

CHE RUBI LA PENNA O IL FOGLIO NELLA

RECEPTION DI QUALCHE HOTEL SURRISCALDATO

TRA SHANGHAI E LISBONA, TRA MOSCA E

BAIA DI ALONG E DI TANTI ALTRI ALTROVE.

I DISEGNI CHE TI MOSTRO, LI HO PORTATI NELLE

TASCHE DELL’INVERNO E DELL’ESTATE,

SU SPIAGGE DOVE IL SALE LI HA BACIATI

CORROMPENDONE A VOLTE I BORDI

O DISTRAENDONE A VOLTE I SOGGETTI.

ASSOPITI O SVEGLIATI NELLE MIE ORE

DI VEGLIA DOPO STANCANTI FUSI ORARI.

SONO QUESTI I PICCOLI DISEGNI NASCOSTI,

CHIUSI TRA COPERTINE DI PELLE SCURA

O LACCA ROSSA, QUELLI CHE POI SI APRONO

MEGLIO DI NOTTE, QUANDO IL DISEGNO

HA… INIZIO E LA TAVOLA DEL PIOPPO

È ANCORA BIANCA.

OMAR GALLIANI

MONTECCHIO EMILIA, 12 DICEMBRE 2014

TELL ME OF A JOURNEY!

GIVE ME SOMETHING THAT ISN’T JUST THE SEA

OR THE MOUNTAINS, HEIGHT OR DEPTH, DESERT

OR RAIN FOREST.

TELL ME OF A JOURNEY THAT ISN’T JUST A

DIGITAL SHOT OR A VIDEO TO BE POSTED ON A

FLAT INTERPLANETARY SOCIAL NETWORK.

TELL ME OF A JOURNEY THAT IS BORN

FROM YOUR WONDER AND AMAZEMENT,

FROM THE COLD AND THE HEAT, AND THAT

GENERATES VISIONS BETWEEN A LANDING AND

A TAKE-OFF, THAT STEALS THE PEN OR SHEET

OF PAPER FROM THE RECEPTION DESK OF SOME

OVERHEATED HOTEL BETWEEN SHANGHAI AND

LISBON, BETWEEN MOSCOW AND HALONG BAY,

AND MANY OTHER ELSEWHERES.

THE DRAWINGS I AM SHOWING YOU

I CARRIED AROUND IN MY POCKETS

BOTH IN THE WINTER AND THE SUMMER,

ON SHORES WHERE THEY WERE KISSED BY THE

SALT, WHICH SOMETIMES SPOILED THE EDGES

OR DISTRACTED THE SUBJECTS. DROWSY OR

AWAKENED IN MY HOURS OF WAKING AFTER

EXHAUSTING TIME ZONE DIFFERENCES.

THESE ARE SMALL HIDDEN DRAWINGS, CLOSED

WITHIN DARK LEATHER OR RED LACQUER

COVERS, THE ONES THAT ARE BEST OPENED AT

NIGHT, WHEN THE DRAWING BEGINS AND THE

POPLAR SHEET IS STILL WHITE.

OMAR GALLIANI

MONTECCHIO EMILIA, 12 DECEMBER 2014

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Il quaderno delle acque, Montecchio Emilia, Urbino, 1978-1979

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Il quaderno delle acque, Montecchio Emilia, Urbino, 1978-1979

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Zanzibar, 2000

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Zanzibar, 2000

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Zanzibar, 2000

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Meteore, Grecia, 1996

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Cochin, India, 2003

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Nuovi paesaggi, Santa Maria di Leuca, 2011

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Di acqua e di terra, Lidi di Gallipoli, 2002

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Di acqua e di terra, Lidi di Gallipoli, 2002

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Shark Bay / Sharm el Sheik / Egitto, 1991

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Kelibia, 2009

In Porpora, Isole Mauritius, 2001

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Mar Morto, Giordania, 2002

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Mar Morto, Giordania, 2002

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Caio Guillermo, Cuba, 2001

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I disegni del sole e dell’ombra, Puglia, Wuhan Cina, 2006

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I disegni del sole e dell’ombra,Puglia, Wuhan Cina, 2006

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I disegni del sole e dell’ombra,Puglia, Wuhan Cina, 2006

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27 disegni per Mahè, Isole Seychelles, 2002

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Cape of flowers, Sanur, Bali, 2004

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Cape of flowers, Sanur, Bali, 2004

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Kerala, India, 2005

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Quaderno di Wuhan, Cina, 2006

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Quaderno di Wuhan, Cina, 2006

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Santa Maria di Leuca, 2006

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Ruri Pulchra, Salento, Bejing, Ningbo, Shanghai, 2007

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Ruri Pulchra, Salento, Bejing, Ningbo, Shanghai, 2007

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Una notte di disegni in Bogotà, Colombia, 2010

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Undici disegni siamesi a Buenos Aires, Argentina, 2010

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Undici disegni siamesi a Buenos Aires, Argentina, 2010

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Ti accarezzerò a mezzanotte, Filadelfia, U.S.A., 1990

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Bejing/Roma a/r, Cina Italia, 2005

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Bejing/Roma a/r, Cina Italia, 2005

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San Gregorio, Puglia 2010; nella pagina a fianco, Il Cairo, Giza, Egitto, 2007

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Il Cairo, Giza, Egitto, 2007

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Il Cairo, Giza, Egitto, 2007

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Berenice, Conchiglie siamesi, Egitto, 2010

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Kumarakom, India, 2006

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Berenice, Egitto, 2009

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Berenice, Egitto, 2009

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Santo Domingo, 2006

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Ossario dei miei petali,Trivandrum, Chennai, India, 2008

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Ossario dei miei petali,Trivandrum, Chennai, India, 2008

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Il quaderno dell’olio..., San Gregorio, Patù, Puglia, 2010

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Nella pagina precedente, Andamane, Isole Andamane,Oceano Indiano, 2010; in questa pagina, Pietrasanta, Toscana, 2009

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Sopra, Notturno, Trivandrum, Kerala, India, 2008; sotto, Hong Kong, 2007

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Nuove Rose a Bejing, Cina, 2012

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Carthage, Tunisia, 2007

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Roatan / Copan, Honduras, 2002

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Il quaderno delle macchie, Patù, Salento, 2010

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Perdona le spine! ... ma se hai colto una rosa..., Trivandrum, Kerala, India, 2005-2006

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Perdona le spine! ... ma se hai colto una rosa...,Trivandrum, Kerala, India, 2005-2006

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Respiro, Reggio Emilia, Milano, Seoul, Bejing, Roma, Torino, 2008

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Born in 1954 in Montecchio Emilia, where he continues to live and work, OMAR GALLIANI graduated from the Academy of Fine Arts in Bologna and teaches paint-ing at the Brera Academy of Fine Arts in Milan.

In 1978 Enrico Crispolti included his work in the Premio Michetti in Francavilla al Mare with the installation Ritratto di dama con unicorno. In 1979 he was invited by Luciano Francalanci to represent Italy at the 1st International Triennial of Drawing at the Kunsthalle, Nuremberg, where he received the Faber Castell Award. That same year he was commissioned by Demetrio Paparoni to create a site-specific installation, La dea levò la fronte, at the ancient Fountain of Arethusa and the Museo Archeologico of Syracuse. He was invited to Le alternative del nuovo by Giovanni M. Accame, held at the Palazzo delle Esposizioni in Rome. Also in 1979, Flavio Caroli included his work in Il nuovo contesto at Studio Marconi in Milan, in 1980 in Nuova immagine at the 16th Milan Triennale, in Magico primario at the Palazzo dei Diamanti in Ferr-ara, and in 1981 in Enciclopedia. Il magico primario in Europa at the Galleria Civica d’Arte Moderna in Modena. He also participated in Arte e critica 1980 at the Galleria Nazionale d’Arte Moderna in Rome, curated by Giorgio De Marchis and Ida Panicelli and presented by Giovanni M. Accame. In 1981 he was invited by a Scientific Committee coordinated by Nello Ponente to show work in Linee della ricerca artistica in Italia 1960/1980. In 1982 he took part in Generazioni a confronto. Omaggio a Nello Ponente at the Università La Sapienza in Rome, curated by Simonetta Lux, and in Art and Critics at Marshall Field’s of Chicago, curated by Ida Panicelli.

He has participated in three editions of the Venice Biennale: in 1982, in Aperto ’82, curated by Tommaso Trini; in 1984, with his own room in the section entitled Arte allo specchio, curated by Maurizio Calvesi; and in 1986, in Arte e alchimia, curated by Arturo Schwarz. In 1982 he was invited to show his work in the Italian Pavilion at the Biennials of São Paulo and Paris, both curated by Bruno Mantura. His work was exhib-ited in Tokyo for Cento anni d’arte italiana moderna 1880-1980, curated by Giorgio De Marchis, and subsequently in the contemporary art museums of Kyoto, Nagasaki and Hiroshima, as well as at the 7th British International Print Biennial in Bradford, curated by Robert Hopper. Subsequently, he took part in Arte italiana 1960-1982 at the Hayward Gallery, London, curated by a Scientific Committee made up of Renato Barilli, Flavio Car-oli and Roberto Sanesi, and in two editions of the Rome Quadriennial (1986 and 1996), at the Palazzo delle Esposizioni and the Galleria Nazionale d’Arte Moderna. In 1985 he exhibited in contemporary art museums in Frankfurt, Berlin, Hannover and Vienna as part of 1960-1985 Aspekte der Italienischen Kunst, curated by Peter Weiermair.

In 1984 he exhibited the cycle of works Cavaliere d’ellissi at Arnold Herstand in New York. That same year, Veit Loers invited him to Umgang mit der Aura at the Regensburg Städtische Galerie. In 1985 he took part in L’Italie aujourd’hui at Villa Arson in Nice, curated by Achille Bonito Oliva, Maurizio Calvesi, Antonio Del Guercio and Filiberto Menna, and the following year he created and exhibited Mobile d’Italia with Studio Alchimia for the exhibition Alchimia 1977-1987 in Turin,

Nato nel 1954 a Montecchio Emilia, dove vive e lavora, OMAR GALLIANI si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e insegna pittura all’Ac-cademia di Belle Arti di Brera.

Nel 1978 Enrico Crispolti lo invita al Premio Michetti con l’installazione Ritratto di dama con unicorno. Nel 1979 è invitato da Luciano Francalanci per l’Italia alla I Triennale Internazionale del disegno presso la Kunsthalle di Norimberga dove riceve il Premio Faber Castell e nello stesso anno Deme-trio Paparoni lo invita a realizzare una installazione site specific, La dea levò la fronte, nell’antica Fonte Aretusa e nel Museo Archeologico di Siracusa. È invitato a Le Alternative Del Nuovo da Giovanni M. Accame al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Sempre nel 1979 Flavio Caroli lo invita a Il nuovo con-testo allo Studio Marconi di Milano e nel 1980 a Nuova immagine in occasio-ne della XVI Triennale di Milano, quindi in Magico primario al Palazzo dei Diamanti di Ferrara e nel 1981 in Enciclopedia. Il magico primario in Europa alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Modena. Partecipa, inoltre, ad Arte e critica 1980 presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, a cura di Giorgio De Marchis e Ida Panicelli, presentato da Giovanni M. Accame. Nel 1981 è invitato da un comitato scientifico coordinato da Nello Ponente a Linee della ricerca artistica in Italia 1960/1980. Nel 1982 è invitato a Generazioni a confronto. Omaggio a Nello Ponente presso l’Università di Roma La Sapienza, a cura di Simonetta Lux, e in Art and Critics alla Marshall Field’s di Chicago, a cura di Ida Panicelli.

Presente in tre edizioni della Biennale di Venezia, nel 1982 in Aperto ’82 a cura di Tommaso Trini, nel 1984 con una sala personale nella sezione Arte allo specchio curata da Maurizio Calvesi e nel 1986 in Arte e alchimia a cura di Arturo Schwarz. Nel 1982 è invitato nel padiglione Italia alle Biennali di San Paolo del Brasile e di Parigi entrambe a cura di Bruno Mantura, poi a Tokyo per Cento anni d’arte italiana moderna 1880-1980 a cura di Giorgio De Marchis e successivamente nei musei d’arte contemporanea di Kyoto, Nagasaki e Hiroshima, nonché alla 7th British International Print Biennale a Bradford, a cura di Robert Hopper. In seguito partecipa ad Arte italiana 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra, a cura di un comitato scientifico composto da Renato Barilli, Flavio Caroli e Roberto Sanesi, a due edizioni della Quadriennale di Roma (1986 e 1996) al Palazzo delle Esposizioni e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Nel 1985 espone nei musei d’arte contemporanea di Francoforte, Berlino, Hannover e Vienna in occasione di 1960-1985 Aspekte der Italienischen Kunst, a cura di Peter Weiermair.

Nel 1984 espone da Arnold Herstand a New York, con il ciclo di opere Cavaliere d’ellissi. Nello stesso anno Veit Loers lo invita a Umgang mit der Aura presso la Städtische Galerie di Regensburg. Nel 1985 partecipa a L’Italie au-jourd’hui a Villa Arson di Nizza, a cura di Achille Bonito Oliva, Maurizio Cal-

Note biografiche / Biographical notes

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curated by François Burkhardt and Alessandro Mendini. Also in 1986 he was invited to participate in Anniottanta, curated by Renato Barilli, Flavio Caroli and Claudio Spadoni in the Galleria d’Arte Moderna in Bologna. In 1987, in Aosta, he presented Il lato oscuro dell’ombra, curated by Janus at the Tour Fromage.

In 1991 he was commissioned to create the third stage curtain for the historic Teatro Valli in Reggio Emilia. The resulting work, titled Siderea, was curated by Flaminio Gualdoni, with photographic documentation by Luigi Ghirri. That same year, the Koda-ma Gallery in Osaka invited him to take part in Now in Italy: post Transavanguardia.

In 1995 he participated in Tutte le strade portano a Roma at the Palazzo delle Esposizioni, curated by Achille Bonito Oliva, and the following year the Galleria d’Arte Moderna in Bologna displayed seven of his large drawings on the theme of Angeli for an exhibition within the cycle Itinerari, curated by Dede Auregli and Italo Tomassoni.

In 1996, with the acquisition of the work Disegno, he was invited to exhibit at the Chamber of Deputies as part of the 12th Rome Quadriennial, an exhibition curated by Vittorio Sgarbi, and also at Marian Locks Gallery in Philadelphia, where he presented a series of new works entitled Faces, curated by Anthony Iannacci.

Subsequently, with the sponsorship of the Università La Sapienza in Rome, the Museo di Villa Adriana at Tivoli hosted Per Adriano, curated by Otello Lottini, Claudio Strinati and Italo Tomassoni. That same year, he presented Feminine Countenances at New York University, and in 2000 Ancora nuove stelle at the Museum of the Central Academy of Fine Arts in Beijing, curated by Monica Dematté. The same show then transferred to the Musei Civici in Reggio Emilia. He was also invited to take part in the 9th Biennial of Sacred Art at San Gabriele (Teramo), cu-rated by Maurizio Calvesi and Elena Pontiggia. Later major group shows included Ambienti at the Palazzo delle Stelline in Milan, curated by Pierre Restany, Disegni at the Galleria Civica di Modena, curated by Flaminio Gualdoni, and Sui generis at the PAC in Milan. In Portugal he took part in Turning Point in the museum of the Palacio Foz in Lisbon, curated by Lucrezia De Domizio Durini. He also showed his work in Glassway at the Museo Archeologico Regionale in Aosta, curated by Maurizio Sciaccaluga, which later moved to the Museum of Modern Art in Budapest.

In 2002 he inaugurated Omar Galliani. La luce della materia at the Museo Archeologico Nazionale di Villa Giulia in Rome and Tarquinia, curated by Otello Lottini with a text by Claudio Strinati. In 2003 he was invited to the Prague Bien-nale, with curators Giancarlo Politi and Elena Kontova Tomas Vlcek, and to the 1st Beijing Biennial with the work Breve storia del tempo, which won him first prize. That same year he exhibited twenty-one drawings entitled Disegnata at the Galerie Ernst Hilger in Vienna. In 2005, at the State Archives of Turin, he presented the in-stallation Grande disegno italiano, an event in which a graphite drawing on wood measuring 5 x 6 metres was juxtaposed with a preparatory study of Leonardo’s Virgin of the Rocks from the Biblioteca Reale. Also in 2005, he exhibited Nuove anatomie at Palazzo Magnani in Reggio Emilia, with Sandro Parmiggiani as curator, and that same year Nuovi fiori nuovi santi was held at the Museum of Contemporary Art in Guadalajara, Mexico. He inaugurated Spazio Mazzotta in Milan with La figlia era nuda, with a story by Giorgio Soavi, and Peter Weiermair invited him to exhibit at Bologna contemporanea, held at the Galleria d’Arte Moderna in Bologna.

From 2006 to 2008, the travelling show Disegno italiano, curated by Fiorella Minervino, was hosted in China’s major contemporary art museums in the cities of Beijing, Shanghai, Xian, Nanjing, Jinan, Chengdu, Dalian, Hangzhou, Ningbo and Tianjin. The University and the Museum of Modern Art in Caracas presented Disegnarsi, which then travelled to the Hassan Museum of Rabat in April 2007. Grande disegno italiano, previously exhibited in Turin in 2005, was presented in 2006 at the Palazzo della Permanente in Milan as part of the exhibition La bellezza, curated by Ivan Rizzi, and with catalogue texts by Philip Rylands and Italo Tomas-soni, and subsequently at the Palazzo della Ragione in Verona in the show titled Il settimo splendore, curated by Giorgio Cortenova.

In 2007 he inaugurated Tra Oriente e Occidente at the Fondazione Querini Stampalia, one of the collateral events of the 52nd Venice Biennale. The exhibition,

vesi, Antonio Del Guercio e Filiberto Menna e l’anno seguente realizza ed espone con Studio Alchimia Mobile d’Italia nella mostra Alchimia 1977-1987 a Torino a cura di François Burkhardt e Alessandro Mendini. Sempre nel 1986 è invitato ad Anniottanta a cura di Renato Barilli, Flavio Caroli e Claudio Spa-doni nella Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Nel 1987 ad Aosta, nella sede museale della Tour Fromage, presenta Il lato oscuro dell’ombra, a cura di Janus.

Nel 1996 viene invitato a esporre alla Camera dei Deputati con l’acqui-sizione dell’opera Disegno, per la partecipazione alla XII Quadriennale di Roma, mostra a cura di Vittorio Sgarbi, alla Marian Locks Gallery di Filadel-fia dove presenta una serie di nuove opere dal titolo Faces, a cura di Anthony Iannacci. Nel 1991 gli viene affidata la realizzazione del terzo sipario per lo storico Teatro Valli di Reggio Emilia, a cura di Flaminio Gualdoni, titolo dell’opera Siderea, la documentazione fotografica è affidata a Luigi Ghirri. Nello stesso anno la Kodama Gallery di Osaka lo invita a Now In Italy/Post Transavanguardia.

Nel 1995 è invitato a Tutte le strade portano a Roma al Palazzo delle Espo-sizioni, a cura di Achille Bonito Oliva, e l’anno seguente la Galleria d’Arte Moderna di Bologna espone sette suoi grandi disegni sul tema degli Angeli: la mostra, all’interno del ciclo Itinerari, è a cura di Dede Auregli e Italo To-massoni. Successivamente il Museo di Villa Adriana a Tivoli, con il patroci-nio dell’Università La Sapienza di Roma, ospita Per Adriano, a cura di Otello Lottini, Claudio Strinati e Italo Tomassoni. Nello stesso anno presenta Femi-nine Countenances alla New York University e nel 2000 Ancora nuove stelle al Museum of the Central Academy of Fine Arts di Pechino, a cura da Monica Dematté; la stessa mostra successivamente è stata presentata nei Musei Civi-ci di Reggio Emilia. È invitato alla IX Biennale d’arte sacra a San Gabriele (Teramo), a cura di Maurizio Calvesi e Elena Pontiggia.

Tra le principali collettive successive: Ambienti al Palazzo delle Stelline di Milano, a cura di Pierre Restany; Disegni alla Galleria Civica di Modena, a cura di Flaminio Gualdoni; al Pac di Milano partecipa a Sui generis. In Portogallo Turning Point nella sede museale di Palacio Foz a Lisbona, a cura di Lucrezia De Domizio Durini; Glassway al Museo Archeologico Regionale di Aosta, a cura di Maurizio Sciaccaluga, quindi al Museo d’Arte Moderna di Budapest.

Nel 2002 presenta Omar Galliani. La luce della materia al Museo Archeolo-gico Nazionale di Villa Giulia a Roma e Tarquinia, a cura di Otello Lottini e un testo di Claudio Strinati. Nel 2003 viene invitato alla I Biennale di Praga,

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curatori Giancarlo Politi, Elena Kontova e Tomas Vlcek, e alla I Biennale di Pechino con l’opera Breve Storia del Tempo, dove vince il primo premio. Lo stesso anno espone ventuno disegni dal titolo Disegnata alla Galerie Ernst Hilger di Vienna. Nel 2005, all’Archivio di Stato di Torino, presenta l’instal-lazione Grande disegno italiano, evento in cui un disegno, grafite su legno di 5 x 6 metri viene messo a contatto con uno studio preparatorio per la Ver-gine delle rocce di Leonardo proveniente dalla Biblioteca Reale. Sempre nel 2005 espone Nuove anatomie a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, curatore Sandro Parmiggiani, nello stesso anno Nuovi fiori nuovi santi al Museo d’Arte Contemporanea di Guadalajara Messico. Inaugura lo Spazio Mazzotta di Mi-lano con La figlia era nuda e un racconto di Giorgio Soavi. Peter Weiermair lo invita a Bologna contemporanea alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna.

Dal 2006 al 2008 la mostra itinerante Disegno italiano a cura di Fiorella Mi-nervino viene ospitata nei principali musei d’arte contemporanea in Cina: Pechino, Shanghai, Xian, Nanchino, Jinan, Chengdu, Dalian, Hangzhou, Ningbo, Tientsin. L’Università e il Museo d’Arte Moderna di Caracas pre-sentano Disegnarsi poi successivamente al Museo Hassan di Rabat nell’aprile 2007. Grande disegno italiano, già esposto a Torino nel 2005, viene presentato nel 2006 al Palazzo della Permanente di Milano nell’ambito della mostra La bellezza, a cura di Ivan Rizzi, testi in catalogo di Philip Rylands e Italo Tomassoni, quindi al Palazzo della Ragione di Verona nella mostra Il settimo splendore, a cura di Giorgio Cortenova.

Nel 2007 inaugura Tra Oriente e Occidente alla Fondazione Querini Stam-palia, tra gli eventi collaterali della LII Biennale di Venezia. L’evento, realiz-zato con il patrocinio dell’Ambasciata cinese in Italia, in collaborazione con il Ministero italiano per gli Affari Esteri e con il governo della Repubblica Popolare Cinese, vede la presenza dell’Associazione degli artisti cinesi e l’o-spitalità dei musei di Shanghai, Ningbo, Dalian, Xian, Hanghzou, Jinan, Chengdu e Wuhan, testi in catalogo di Flavio Caroli, Fiorella Minervino, Omar Galliani. Nel 2008, a Honk Kong, la Schoeni Art Gallery presenta Omar Galliani. Great Italian Drawing. Nello stesso anno la Galleria Nazionale degli Uffizi di Firenze espone e acquisisce per le proprie collezioni l’opera Notturno (trittico, matita su tavola, 251 x 701 cm). In Settembre, presso la pista di atletica di Correggio (Reggio Emilia), realizza una grande opera di land drawing art consultabile e visibile da Google Earth ispirata ad Antonio Allegri, Nel segno del Correggio.

Nel 2009 la K35 Art Gallery di Mosca presenta una sua personale in colla-borazione con Mazzotta Art Selection, la Fondazione Michetti di Francavilla al Mare gli dedica la retrospettiva Sguardi, a cura di Giovanni Gazzaneo, in catalogo poesie di Roberto Mussapi e Davide Rondoni. Nello stesso anno la Angle Art - Led Attitude & Design di Saint-Paul-de-Vence ospita una sua personale, Omar Galliani lento ritorno; successivamente si inaugura, sempre a Saint-Paul-de-Vence, il nuovo spazio Angle Art & Design all’interno del qua-le si apre Space Galliani che raccoglie in permanenza sue opere. Sempre nel 2009 la Shangheye Gallery di Shanghai presenta Lontano da Xian e l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna ospita Nel segno del Correggio. A Lucca, a Villa Bottini e nel Museo Archeologico di Palazzo Guinigi, presenta Dalle stanze dei miei disegni a cura di Alessandro Romanini, a Venezia l’opera Respiro ma-tita su tavola, 400 x 400 cm in Détournement nell’antico Ospizio di San Loren-zo, evento collaterale della LIII Biennale. Sempre Venezia ospita, nel Museo Diocesano, Santa Apollonia. Omar Galliani e qualche dente di Andy Warhol, testi in catalogo di Flaminio Gualdoni, Raffaele Morelli e Gabriele Perretta.

Nel 2010 l’Istituto Italiano di Cultura di Bogotá (Colombia) inaugura 21 di-bujos para una noche en Bogotá e il Museo Borges di Buenos Aires ospita la mostra intitolata Nocturno, a cura di Alessandro Romanini e Maurizio Vanni, trasferita poi al Museo d’Arte Contemporanea di San Juan e in quello di Rosario (Argen-tina). Il Teatro India di Roma presenta Il disegno è in scena e il Museo Lu.C.C.A.

organized with the support of the Chinese Embassy in Italy in collaboration with the Italian Ministry of Foreign Affairs and the Government of the People’s Republic of China, involved the presence of the Association of Chinese artists and the hospitality of the museums in Shanghai, Ningbo, Dalian, Xian, Hanghzou, Jinan, Chengdu and Wuhan, with catalogue texts by Flavio Caroli, Fiorella Minervino and Omar Galliani. In 2008, in Hong Kong, the Schoeni Art Gallery presented Omar Gal-liani. Great Italian Drawing. That same year, la Galleria Nazionale degli Uffizi in Florence exhibited and purchased for its collections the work Notturno (triptych, pencil on canvas, 251 x 701 cm). In September, at the athletics track in Correggio (Reggio Emilia), the artist created a great work of land art drawing titled Nel segno del Correggio, inspired by Antonio Allegri, which is accessible on Google Earth.

In 2009, the K35 Art Gallery in Moscow presented a solo show of his work in col-laboration with Mazzotta Art Selection, and the Michetti Foundation in Francavilla al Mare presented Sguardi, a retrospective curated by Giovanni Gazzaneo, with a catalogue containing poems by Roberto Mussapi and Davide Rondoni. That same year, Angle Art - Led Attitude & Design in Saint-Paul-de-Vence hosted his solo show Lento ritorno, and subsequently, again in Saint-Paul-de-Vence, the artist inaugu-rated the new space entitled Angle Art & Design, which also opened within Space Galliani where his work is permanently collected. Also in 2009, the Shangheye Gallery in Shanghai presented Lontano da Xian, and the Italian Cultural Institute in Vi-enna hosted Nel segno del Correggio. Villa Bottini and the Archaeological Muse-um in Palazzo Guinigi in Lucca presented Dalle stanze dei miei disegni, curated by Alessandro Romanini, and in Venice the work Respiro (pencil on canvas, 400 x 400 cm), was shown as part of Détournement, held in the ancient Ospizio di San Lorenzo, a collateral event of the 53rd Venice Biennale. Venice also hosted Santa Apol-lonia. Omar Galliani e qualche dente di Andy Warhol in the Museo Diocesano, with catalogue texts by Flaminio Gualdoni, Raffaele Morelli and Gabriele Perretta.

In 2010, the Italian Institute of Culture in Bogotá (Colombia) inaugurated 21 dibu-jos para una noche en Bogota and the Borges Museum in Buenos Aires hosted the

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exhibition Nocturno, curated by Alessandro Romanini and Maurizio Vanni, which then transferred to the Museum of Contemporary Art in San Juan and to the one in Rosario (Argentina). Teatro India in Rome presented Il disegno è in scena, and the Museum Lu.C.C.A. hosted the site-specific work, Le pareti di-segno, curated by Maur-izio Vanni. In May, the Musée d’Art Moderne Saint’Etienne Métropole held an extensive retrospective of his work titled Dans mon tiroir à dessins, curated by Lóránd Hegyi.

2011 began in China with the exhibition Diario cinese at the Museum of Modern Art in the Italian district of Tianjin and at the Italian Cultural Institute in Beijing, curated by Manuela Lietti. At the Museum of Modern Art in Lagos (Nigeria) Galliani was included in Crosscurrents, Italy-Nigeria. The MOA (Museum of Art) at the Na-tional University of Seoul, a new venue designed by the famous architect Rem Koolhaas, invited the artist to exhibit his most recent large works. The event, titled Seoul/Soul, was curated by Lóránd Hegyi and by the director of the Korean museum, Hyung Min Chung in collaboration with Lucio Izzo, director of the Italian Cultural Institute. Also in 2011, at the Ofok Gallery (National Gallery of Contemporary Art) in Cairo, Galli-ani exhibited a series of new works together with the artist Essam Marouf. The exhibition was curated by Marinù Paduano with catalogue texts by Lóránd Hegyi. In Milan, the Museo Poldi Pezzoli hosted the show Bellini, Botticelli, Pollaiuolo. Capolavori s/velati da Omar Galliani, curated by Lóránd Hegyi, Fiorella Minervino and Annalisa Zanni. Also, the Diocesan Museum in Padua exhibited Dal codice degli angeli, cu-rated by Andrea Nante. The project The Other Side of Russia, curated by Mazzotta Art Selection, opened in Milan and was subsequently shown as part of the Italy-Russia year at Palazzo Barbarigo Minotto in Venice during the Biennale, and finally as a spe-cial event at the 4th Biennial of Contemporary Art in Moscow. In July 2011, the director of the Vatican Museums Antonio Paolucci purchased the large work on panel Dal codice degli angeli for the Vatican’s contemporary art collections.

In 2012 the Accademia di Belle Arte in Carrara invited him to show D’après Cano-va. Omar Galliani, opere 1977-1980 at the Palazzo Binelli, curated by Lucilla Meloni. That same year Nocturno was at the Museum of Modern Art in Montevideo, then at the Pablo Atchugarry Foundation, Punta del Este, and at Palacio de la Moneda Cultural Centre in Santiago, Chile. The show Omar Roma Amor was held at Rome’s Museo Bilotti, curated by Gabriele Simongini. In July, the artist inaugurated the 58th Puccini Festival at Torre del Lago with the installation Grande disegno italiano, and in Sep-tember, The Male, the Female, the Sacred. Omar Galliani in Dialogue with the Drawing Tradition, curated by Manuela Lietti and Wang Huangsheng, opened in the new CAFA Art Museum in Beijing, designed by Arata Isozaki. At the Italian Cultural Institute in London, he exhibited Disegno Siamese, from the contemporary art collec-tions of the Foreign Ministry in Rome. In November he inaugurated Centro di Gravità Permanente, a solo show at the MAGA in Gallarate, curated by Flavio Caroli.

In May 2013, Face and Soul opened at the State Historical Museum in Moscow, a single large panel-installation featuring 48 Russian female faces, a project curated by the K35 Art Gallery. In the summer of 2013, Venice hosted The Dream of Eur-asia. 987 Testimonials. The Italian Attitude at Palazzo Barbarigo Minotto (a collateral event of the 55th Biennale, organized by the Fondazione Mazzotta and cu-rated by Leonardo Rotatori). Also in Venice, for the twelfth edition of Temporanea, Galliani presented Il sogno della Principessa Lyu Ji in the Chinese Room of the Cafe Florian. The catalogue was curated by Stefano Stipitivich and Andrea Formilli Fendi, and included an unpublished poem by Roberto Mussapi. In December, the K35 Art Gallery in Moscow presented a new series of works: Nuovi mantra per Mosca.

In March the exhibition L’opera al nero. Omar Galliani debuted at the GAM in Turin, curated by Danilo Eccher. In July Grizzana Morandi (Casa Studio Giorgio Moran-di, stables of the Campiaro) paid tribute to the artist with the exhibition Galliani incontra Morandi. In August, the artist took part in the 50th festival in Corciano (PG) with the exhi-bition Omar Galliani. Peruginesca. Berenice, CIAC Museum of Modern Art, Foligno. Nuovi Mantra, Bel-Air Fine Art Gallery Gstaad, Svizzera.

www.omargalliani.com

l’opera site specific Le pareti di-segno, a cura di Maurizio Vanni. In maggio il Musée d’Art Moderne di Saint’Etienne Métropole gli dedica un’ampia retrospettiva dal titolo Dans mon tiroir à dessins, curatore Lóránd Hegyi.

Il 2011 inizia dalla Cina con la mostra Diario cinese al Museo d’Arte Mo-derna del quartiere italiano di Tianjin e all’Istituto Italiano di Cultura di Pechino, a cura di Manuela Lietti. Al Museo d’Arte Moderna di Lagos (Ni-geria) Galliani è invitato a Crosscurrents, Italia-Nigeria. Il MOA (Museum of Art) della National University di Seoul, nuova sede espositiva progettata dall’archistar Rem Koolhaas, lo invita a esporre i suoi lavori più recenti di grandi dimensioni: l’evento, dal titolo Seoul/Soul, è curato da Lóránd Hegyi e dal direttore del museo coreano Hyung Min Chung in collaborazione con Lucio Izzo, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura. Sempre nel 2011, alla Ofok Gallery (Galleria Nazionale d’Arte Contemporanea) del Cairo, Galliani espone insieme all’artista Essam Marouf una serie di nuove opere, la mostra a cura di Marinù Paduano, testo in catalogo di Lóránd Hegyi. A Milano, al Museo Poldi Pezzoli, si inaugura Bellini, Botticelli, Pollaiolo. Capo-lavori s/velati da Omar Galliani, a cura di Lóránd Hegyi, Fiorella Minervino e Annalisa Zanni. Quindi, il Museo Diocesano di Padova espone Dal codice de-gli angeli, a cura di Andrea Nante. A Milano si inaugura il progetto The Other Side of Russia, a cura di Mazzotta Art Selection, e successivamente nell’anno di Italia-Russia a Venezia durante la Biennale, Palazzo Barbarigo Minotto e successivamente come evento speciale alla IV Biennale d’arte contempo-ranea di Mosca. A luglio del 2011 una sua grande tavola “Dal Codice degli Angeli” viene acquisita a opera di Antonio Paolucci per le collezioni di arte contemporanea dei Musei Vaticani.

Nel 2012 l’Accademia di Belle Arte di Carrara lo invita con D’après Canova/ Omar Galliani, opere 1977-1980 a Palazzo Binelli, mostra a cura di Lucilla Me-loni; nello stesso anno Nocturno è al Museo d’Arte Moderna di Montevideo, poi alla Fondazione Pablo Atchugarry di Punta del Este e al Centro Cultural Palacio de la Moneda di Santiago del Cile; quindi, Omar Roma Amor al Museo Bilotti di Roma, a cura di Gabriele Simongini. A luglio l’artista inaugura il 58° Festival Puccini a Torre del Lago con l’installazione Grande disegno italiano, mentre a settembre si apre The Male, the Female, the Sacred. Omar Galliani in Dialogue with the Drawing Tradition nel nuovo CAFA Art Museum progettato da Arata Isozaki a Pechino, a cura di Manuela Lietti e Wang Huangsheng. A Londra, presso l’Istituto Italiano di Cultura, espone Disegno siamese nelle col-lezioni d’arte contemporanea della Farnesina. A novembre, inaugura Centro di Gravità Permanente, personale al MAGA di Gallarate, a cura di Flavio Caroli.

Nel maggio 2013 al Museo Storico Statale di Mosca si inaugura Face and Soul, quarantotto volti femminili russi raccolti in un’unica grande tavola in-stallazione, progetto curato da K35 Art Gallery; in estate Venezia ospita The Dream of Eurasia. 987 Testimonials. The Italian Attitude a Palazzo Barbarigo Mi-notto (evento collaterale della LV Biennale di Venezia, promosso dalla Fon-dazione Mazzotta, a cura di Leonardo Rotatori). Sempre a Venezia realizza la stanza Il sogno della Principessa Lyu Ji nella Sala Cinese del Caffè Florian, per la XII edizione di Temporanea; il catalogo è a cura di Stefano Stipitivich e Andrea Formilli Fendi, con una poesia inedita di Roberto Mussapi. In di-cembre la K35 Art Gallery di Mosca presenta un nuovo ciclo di opere: Nuovi mantra per Mosca. A marzo inaugura L’opera al nero. Omar Galliani alla GAM di Torino, mostra curata da Danilo Eccher. A luglio a Grizzana Morandi (Casa Studio Giorgio Morandi, fienili del Campiaro) rende omaggio all’artista con la mostra Galliani incontra Morandi e ad agosto a Corciano PG partecipa alla 50° edizione del festival con la mostra Omar Galliani. Peruginesca. Bere-nice, CIAC Museo d’Arte Moderna, Foligno. Nuovi Mantra, Bel-Air Fine Art Gallery Gstaad, Svizzera.

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ELEONORA FRATTAROLO è laureata in Filosofia e specializzata in Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea. È docente di Storia del Disegno e della Grafica, e di Beni Culturali e Ambientali, presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove è anche Responsabile del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe Moderni e Contemporanei. Dopo una borsa di studio presso il CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Par-ma) ha collaborato dal 1979 al 2000 con la Soprintendenza ai Beni Storici e Artistici di Parma e Piacenza (dalle attività di didattica museale iniziata nel 1980 al catalogo generale delle opere della Pinacoteca Nazionale di Par-ma). È stata membro della commissione per l’acquisto delle opere d’arte della Provincia di Foggia e curatrice del progetto museologico per il Palazzo della Dogana della stessa città. Nel 2007 ha curato il Convegno Interna-zionale per l’Accademia di San Luca in Roma, e i relativi Atti, La necessità dell’Arte oggi: rappresentare o presentare? (De Luca Editori d’Arte, Roma, 2010). Dal 2012 è curatrice delle manifestazioni relative alla Casa Studio-Museo “Giorgio Morandi” e ai Fienili del Campiaro in Grizzana Morandi. Nel 2014 nell’ambito della Biennale del Disegno in Rimini ha curato in Castel Si-smondo la mostra Antonio Basoli. Il giro intorno al mondo (una mostra sullo stesso artista aveva curato già nel 2008 con Fabia Farneti nella Pinacoteca Nazionale di Bologna: Antonio Basoli 1774-1848. Ornatista, scenografo, pittore di paesaggio. Il viaggiatore che resta a casa). Nello stesso 2014 ha intrapreso la direzione artistica per le manifestazioni Grizzana ricorda Morandi per il cinquantenario della morte di Giorgio Morandi. In quella occasione nella Casa Studio-Museo “Giorgio Morandi” e nei Fienili del Campiaro ha avuto luogo Galliani incontra Morandi, un dialogo spirituale e formale, una mostra intensa e assai significativa che ha visto Omar Galliani esporre, tra le al-tre, diciassette opere eseguite per il grande Maestro bolognese. È del 2015 il libro Lemeh42 (L’Ariete artecontemporanea-Vanillaedizioni) dedicato ai dieci anni di attività di uno dei più interessanti disegnatori-video makers italiani delle ultime generazioni. Ha prodotto testi critici su artisti moderni e contemporanei e sulle dinamiche culturali del fare arte oggi, ha in pre-parazione un libro sul significato simbolico e sulle iconografie della testa di San Giovanni Battista sul piatto, tema su cui ha già pubblicato un saggio in La croce la testa e il piatto. Storie di San Giovanni Battista (a cura di Massimo Pulini, Cesena 2010).

ELEONORA FRATTAROLO earned a degree in Philosophy and specialized in the History of Modern and Contemporary Art. She teaches History of Drawing and Graphics, and Cultural and Environmental Heritage at the Fine Arts Academy of Bologna, where she is also in charge of the Cabinet of Drawings and Modern and Contemporary Prints. After she was awarded a scholarship at the CSAC (Study and Archive Centre of Communication of the University of Parma), from 1979 to 2000 she collaborated with the Soprintendenza ai Beni Storici e Artistici of Parma and Piacenza (from the museum teaching activities in 1980, to the general catalogue of the works in the Pinacoteca Nazionale of Parma). She was a member of the commission for the purchase of artworks by the Province of Foggia, and curator of the museum project for the Palazzo della Dogana in the same city. In 2007 she curated the International Meeting for the Accademia di San Luca in Rome, as well as the related proceedings, La necessità dell’Arte oggi: rappresentare o presentare? (De Luca Editori d’Arte, Rome, 2010). Since 2012 she has been curator of events relating to the Casa Studio-Museo “Giorgio Morandi” and the Fienili del Campiaro in Grizzana Morandi. In 2014, as part of the Drawing Biennial in Rimini, she curated the exhibition Antonio Basoli. Il giro intorno al mondo at Castel Sismondo (she had previously curated an exhibition on the same artist in 2008, in collaboration with Fabia Farneti, at the Pinacoteca Nazionale of Bologna: Antonio Basoli 1774-1848. Ornatista, scenografo, pittore di paesaggio. Il viaggiatore che resta a casa). Also in 2014 she was artistic director of Grizzana ricorda Morandi, commemorating the fiftieth anniversary of Giorgio Morandi’s death. On that occasion Galliani incontra Morandi was held at the Casa Studio-Museo “Giorgio Morandi” and the Fienili del Campiaro, a spiritual and formal dialogue, an intense and very significant exhibition which also included seventeen works by Omar Galliani for the great Bolognese master. In 2015 the book Lemeh42 (L’Ariete arte contemporanea-Vanilla edizioni) was published, dedicated to the ten years of activity of one of the most interesting Italian designers and video makers of the past few generations. She has written critical texts on modern and contemporary artists and on the cultural dynamics of making art today; she is currently writing a book about the symbolic meaning and the iconography of the head of Saint John the Baptist on the platter, a theme on which she has already published an essay in La croce la testa e il piatto. Storie di San Giovanni Battista (edited by Massimo Pulini, Cesena 2010).

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Il quaderno delle acque, Montecchio Emilia, Urbino, 1978-1979 – Matita su carta Fabriano, 70x100 cm.

Ti accarezzerò a mezzanotte, Filadelfia, U.S.A., 1990, inchiostri più matita su carta Fabriano, 11 disegni, 21x30 cm.

Shark Bay / Sharm el Sheik / Egitto, gennaio 1991 – Matita su carta acquerello, 7 disegni, 24,5x18,5 cm.

Taccuino d’oriente / Taccuino d’occidente, Isola di Vulcano, Italia, luglio 1991 – Matita su smalto su carta, 9 disegni, 35x24,5 cm.

Meteore, Grecia, estate 1996 – Carboncino su carta, 12 disegni, 18x24 cm.Laura, Italia, Giordania, 9 settembre 1999 – Penna a sfera su cuoio, 2 dise-

gni, 14x10 cm.Quaderno siamese, Lisbona, Portogallo, 2000 – Matita su carta, 35x45 cm.Zanzibar, Zanzibar, 8 novembre 2000 – Sanguigna su carta di banano, 21

disegni, 18x15,5 cm.In Porpora, Isole Mauritius, Oceano Indiano, inverno 2001 – Pastello su carta

di riso, 35 disegni, 16,5x13 cm.Caio Guillermo, Cuba, 21-28 marzo 2001 – Pastelli policromi e pennarello su

carta artigianale, 19 disegni, 22x20,5 cm.Roatan / Copan, Honduras, gennaio 2002 – Penna a sfera su carta riciclata, 3

disegni e 2 buste, 18x13 cm.27 disegni per Mahè, Isole Seychelles, Oceano Indiano, 11 marzo 2002 – Pen-

narello Faber Castell su carta artigianale, 27 disegni, cm 22x16.Di acqua e di terra, Lidi di Gallipoli, Puglia, 2002 – Acquerello su carta Fabria-

no, 10 disegni, 25x35 cm.Mar Morto, Giordania, 2002 – Carboncino su carta, 22 disegni, 24x18 cm.Cochin, Kerala, India, gennaio 2003 – Matite su carta Fabriano, 5 disegni,

25x35 cm.Ubud, Isola di Bali, Indonesia, luglio 2003 – Penna a sfera su carta di bana-

no, 5 disegni, 11,5x18 cm.Kusheir, Egitto, aprile 2004 – Carboncino, penna a sfera su carta, 7 disegni,

22,5x25 cm.Cape of flowers, Sanur, Bali, Indonesia, 20 luglio 2004 – Inchiostro su carta di

banano, 36 disegni, 9x14 cm.Bejing/Roma a/r, Cina, Italia, 2005 – carboncino su carta Fabriano, 13 dise-

gni, 20x30 cm.Kerala, Trivandrum, India, 28 dicembre 2005 - 15 gennaio 2006 – Pennarello

Faber Castell su carta artigianale, 44 disegni, 7x8 cm.Perdona le spine! … ma se hai colto una rosa…, Manaltheeram, Trivandrum,

Kerala, India, 28 dicembre 2005 - 13 gennaio 2006 – Pennarello Faber Castell, 70 disegni, 35x27,5 cm.

Kumarakom, Kerala, India, 3 gennaio 2006 – Pennarello Faber Castell su carta riciclata, 4 disegni, 14x15 cm.

I disegni del sole e dell’ombra, Puglia, Wuhan Cina, 2006 – Pennarello su carta, 11 disegni, 29,5x21 cm.

Santa Maria di Leuca, Salento, Italia, estate 2006 – Carboncino a pastello su carta grigia, 23 disegni, 24x32 cm.

Vietnam, Baia di Along, 2 ottobre 2006 – Penna a sfera su carta grigia, coper-tina in legno laccato, 26x18 cm, 16 disegni, 26x18 cm.

Il quaderno di Wuhan, Cina, 2006 – Inchiostri su carta seta, 1 disegno.Santo Domingo, 26 dicembre 2006 - 1 gennaio 2007 – Penna a sfera su carta

artigianale, 79 disegni, 15x13 cm.Il Cairo / Giza, Il Cairo, Egitto, gennaio 2007 – Sanguigna su carta artigiana-

le, 7 disegni, 16,5x11 cm.Ruri Pulchra, Salento, Bejing, Ningbo, Wuhan, Cina, luglio-agosto 2007 –

Carboncino a mano su carta artigianale, 40 disegni, 52x35 cm.Carthage, Tunisia, 8 novembre 2007 – Matita su carta riciclata, 13 disegni,

16x22 cm.Hong Kong, Hong Kong, 12 dicembre 2007 – Inchiostro su carta, 12 disegni,

15x15 cm.Ossario dei miei petali, Trivandrum, Chennai, Kerala, India, 1-8 gennaio 2008

– Pennarello su carta di riso, 46 disegni, 30x25 cm.Notturno, Trivandrum, Kerala, India, 1-8 gennaio 2008 – Pennarello su carta

vegetale, 18 disegni, 13x18 cm.Respiro, Reggio Emilia, 2008 – Matita su tavola, 400x400 cm.Pietrasanta, Pietrasanta, Italia, inverno 2009 – Carboncino su carta gialla, 6

disegni, 35x50 cm.Berenice, Lahama Bay, Egitto, Sudan, 2009 – Pennarello Faber Castell, matite

e pennarelli su carta, 26 disegni.Kelibia, Tunisia, autunno 2009 – Sanguigna su carta artigianale, 5 disegni,

34x26 cm.Andamane, Isole Andamane, Golfo del Bengala, India, 7 gennaio 2010 –

Penna a sfera su carta, 11 disegni, 42x30 cm.Berenice, Conchiglie siamesi, Egitto, Sudan, gennaio 2010 – Carboncino su car-

ta Rowney, 5 disegni, 21x29 cm.San Gregorio, Salento, Italia, luglio 2010 – Inchiostro e matita su carta Fabria-

no, 2 disegni, 21,5x30 cm.Il quaderno dell’olio…, San Gregorio, Patù, Puglia, luglio 2010 – Carboncino

su carta artigianale più olio d’oliva, 11 disegni, 31x23 cm.In Bogotà, Colombia, marzo 2010 – Penna a sfera su carta giallina, 3 disegni,

50x35 cm.Una notte di disegni in Bogotà, Colombia, 2010 – Penna biro su carta, 14 dise-

gni, 35x45 cm.Undici disegni siamesi a Buenos Aires, Argentina, 2010 – Matita su carta artigia-

nale, 11 disegni, 25x35 cm.Il quaderno delle macchie, Patù, Salento, 2010 – inchiostri e matita su carta

riciclata, 16 disegni, 20x30 cm.Nuovi paesaggi, Patù, Santa Maria di Leuca, 2011 – Carboncino su carta gri-

gia Ingres, 14 disegni, 32x24 cm.Nuove Rose a Bejing, Cina, 2012, carboncino su carta cinese più installazione,

2 disegni, misure variabili.Postcard, Mosca, Russia, settembre 2012 – Matita e penna a sfera su cartonci-

no, 3 disegni, 10,5x15 cm.

Croquis de voyage