La figura di Francesca Capece e l'origine dell'istruzione pubblica a Maglie

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La figura di Francesca Capece e l'origine dell'istruzione pubblica a Maglie

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  • COSIMO GIANNUZZI - VINCENZO DAURELIO

    LA FIGURA DI FRANCESCA FRANCESCA CAPECE E

    LORIGINE DELLISTRUZIONE PUBBLICA A MAGLIE

    Estratto Il Regio Liceo-Ginnasio F. Capece di Maglie. Ricerche e studi, Edizione monografica dei Quaderni del Liceo a cura di Vito Papa con una prefazione di Dario Massimiliano Vincenti, Ed. Liceo Capece, Maglie X(2009)

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    2009 Cosimo Giannuzzi Vincenzo DAurelio Tutti i diritti riservati. vietata per legge la riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo senza lautorizzazione scritta dellautore.

    Il presente saggio pubblicato sul sito www.culturasalentina.it per autorizzazione espressa dallautore.

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    Cosimo GIANNUZZI Vincenzo DAURELIO

    LA FIGURA DI FRANCESCA CAPECE E LORIGINE DELLISTRUZIONE PUBBLICA A MAGLIE

    l ritrovamento di un documento del 1800 poco noto, o a cui non stata data la considerazione che merita, offre loccasione per proporlo come nuovo elemento di analisi sulla figura della

    benefattrice di Maglie, la duchessa Francesca Capece. Solitamente un documento pone lo storico di fronte a nuove evidenze che consentono di arricchire le conoscenze su vicende, personaggi ed eventi o di riconsiderare aspetti ritenuti assodati. Ed allora nel rivisitare i fatti, specie se essi sono stati giustificati da una specifica motivazione, c il rischio di trasmettere concetti ed idee personali che finiscono per far male alla verit. Laggiunta di un tassello alle conoscenze che si hanno richiede perci un distacco nella valutazione del documento, altrimenti c il rischio di dare un giudizio personale e non quello di conoscere la relazione che pu essere stabilita tra il documento e la realt. Non per tanto in questo caso il contenuto del documento a destare una riflessione o ad essere motivo di considerazione ma lesistenza stessa di questo documento che consente di scoprire un aspetto della protagonista anche se esso non potr bastare per modificare del tutto la valutazione che stata data dai biografi della duchessa su alcune sue qualit riguardanti listruzione e la cultura, o di suoi particolari sentimenti quali linsicurezza e lincertezza.

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    Questo documento anche il pretesto per una rilettura del contesto in cui vive la duchessa, alla quale la citt di Maglie ha dedicato una strada, una piazza, una istituzione di pubblica beneficenza ed assistenza (Ente Capece), lIstituto scolastico da lei voluto (Liceo-Ginnasio), una tipografia collegata allIstituto, una lapide commemorativa (in occasione del centenario della sua morte) nel Duomo, dove riposa, ed un monumento marmoreo, quali attestazioni di gratitudine della sua donazione alla comunit1. La piazza principale di Maglie ubicata nel centro della citt. E oggi denominata Piazza Aldo Moro in memoria dellillustre concittadino scomparso tragicamente. Larea centrale della piazza comprende una spaziosa banchina, un tempo chiamata Piazza delle pozze per la presenza di sette pozzi; a partire dal 1842 e fino agli anni 70 Piazza Municipio. Il progetto di ampliamento della Piazza delle pozze, al fine di creare uno spazio pi decoroso per una localit in continua espansione, del 1834 ma del 25 agosto 1838 lautorizzazione firmata dal re di Napoli Ferdinando II di acquisto di alcune case di privati al fine di demolirle per attuarne lampliamento 2. Topograficamente la piazza abbraccia la parte adiacente a tutta la facciata del pi importante palazzo della citt, il Palazzo Capece, ora sede scolastica. Questo spazio anticamente, ricorda lautorevole storico magliese Salvatore Panareo, preside del Ginnasio, denominato Largo delle ferrarie in quanto sono dislocate diverse officine o botteghe di fabbri, carpentieri e maniscalchi3. Al lato della banchina, nella parte meridionale della piazza, sorge il Palazzo Municipale. Questo edificio progettato nel 1834 da Benedetto Torsello, rinomato architetto leccese. Sostituir il Sedile, luogo di riunione del Decurionato, ubicato,

    1 La silhouette del monumento ha avuto nel tempo anche un utilizzo in ambito commerciale (Caffetteria Capece e Panificio-Biscottificio Curiano), politico (logo del partito Democratici e Progressisti per Maglie) e culturale (logo della Societ di Storia Patria per la Puglia. Sezione di Maglie-Otranto-Tuglie). 2 R.D. del 1835 n. 4794, (v. Allegato n. 1). 3 S. PANAREO, Il Comune di Maglie dal 1801 al 1860, Tip. Messapica, Maglie 1948, pp. 42- 43.

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    secondo Panareo, nellattuale edificio del Bar della Libert4. La costruzione del Municipio ultimata nel 1842 ed alcuni mesi dopo resa agibile. Di fianco allex sedile il tratto iniziale dellattuale via Roma, un tempo denominata Via di mezzo. Ai lati e di fronte alla banchina sorgono attualmente edifici adibiti ad attivit commerciali, un istituto bancario ed alcune residenze abitative. La banchina delimitata per tutto il suo perimetro da quattro strade di cui quella di fronte al Municipio in realt un tratto breve di collegamento fra le due strade laterali (via S. Giuseppe e via Ginnasio). Altre strade e vicoli sboccano nellarea che costituisce la piazza. Le principali sono: via Roma e via Trento e Trieste; in realt esse costituiscono un unico attraversamento della piazza e sono disgiunte dalla piazza stessa oltre che dalla toponomastica. Affluiscono ancora nella piazza via Lubelli, via F. Capece, tre vicoli: vico I N. De Donno, vico II N. De Donno, vico Ferramosca ed inoltre largo S. Pietro. In una ricerca su questa piazza, lo scenografo, Carmelo Caroppo docente di Storia dellarte, sottolinea il ruolo fondamentale per un centro urbano della piazza quale

    nodo importante per tutto il territorio ed un punto di orientamento vitale per lintrecciarsi delle relazioni umane della comunit cittadina5.

    Egli inoltre individua due percorsi di attraversamento della piazza: il primo quello che consente laccesso alla piazza da vico Ferramosca e il secondo da via Roma. Questultimo permette di percepire la

    forte polarit visiva del monumento (sono indicativi la collocazione e lorientamento del monumento, che presenta i personaggi disposti con particolare riguardo alla direzione di via Roma) e dalla presenza nel cono ottico dellintero palazzo municipale 6.

    Il monumento al centro della banchina la statua marmorea dedicata a Francesca Capece. La postura evidenzia un amalgama di intensi

    4 Ivi, pp. 40-41. 5 C. CAROPPO, Lettura visiva della piazza A.Moro di Maglie, in Contributi IV, n. 3, Congedo Editore, Galatina 1985, p. 7. 6 Ivi, p. 9.

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    sentimenti di affetto materno, guida e magnanimit. Al contempo immediata limpressione di una donna solenne ed aristocratica. La sua famiglia unantica casata originaria di Sorrento, ascritta al patriziato napoletano e ai seggi di Capuana e di Nido7. La presenza nello stemma della famiglia del leone rampante doro8 e del nome cifrato Svevo nel cimiero spiega la fedelt della famiglia agli Svevi, dai quali i Capece ricevono, con altre famiglie napoletane, questo simbolo araldico9. Divengono perci avversari degli Angioini (francesi) che hanno vinto gli Svevi (tedeschi) e in seguito alleati con gli Aragonesi (spagnoli). La persecuzione operata dagli Angioini porta i Capece allesilio in numerose localit italiane tra cui nel Salento dove si

    7 L. A. MONTEFUSCO, Nobilt nel Salento, Vol. I (A-Ca) Istituto Araldico Salentino Amilcare Foscarini Lecce, Tip. A.Rizzo, Novoli 1994, p. 146. 8 Ivi, p. 147. Di nero, al leone doro coronato dello stesso. 9 ANONIMO, Origine della citt, e delle famiglie nobili di Napoli del Capecelatro Nella Stamperia di G. Gravier 1769, p. 26-27: Sono di origine o greca, o gota, la famiglia Capece, e la Caracciola, non potendosi, dal qual di esse nazioni discendano, particolarmente affermare per mancamento di scritture di quei tempi, bench paja che ad amendue sia dimpedimento ad esser del legnaggio de Goti lusare per arme il Leone, essendo chiaro appo tutti glintesi di tal mestiere non essersi giammai usati da quellantica e nobilissima gente i corpi danimali per insegna delle loro famiglie, ma quelli essere stati usati da Tedeschi, da quali furono ne tempi pi moderni trasportati nel Reame, e conceduti a molti nobilissimi casati da Re di tal Nazione, da cui, e da altri si presero poscia ad usare. Si risponde i Capeci, e i Caraccioli non aver avuto primieramente per arma il Leone, ma gli scacchi in diverse guise, le fasce, e le bande, secondo ch usavano i Goti; imperciocch non solo i Caraccioli Rossi, e i Caraccioli Carafa usano al presente, ed hanno continuamente usato le bande, e le fasce, ma anche molti, che or sono spenti, della stessa famiglia hanno portato le sintesi composte a triangoli, ed in altre guise, e la minor parte di loro hanno avuto in uso il Leone, che agevolmente f lor conceduto da Re Svevi, i quali procacciarono per qualunque via di rendersi benevole, e fedeli le maggiori Schiatte, che allora fossero in Napoli: ed a Capeci fu da Federico Secondo conceduto il Leon doro in Campo nero, siccome appunto egli lusava nellarme, vedendosi chiaramente lantica insegna de Capeci non essere stato il Leone, si perch si veggono scolpiti in alcuni marmi prima de Tedeschi solo alcuni scacchi aguzzi pendenti a destra, i quali usano al presente particolarmente per arme i Capecelatri essi ancora per quel, ch stato sempre in uso nella maggior parte delle Case di tal famiglia; imperciocch i Galeoti, i Minutoli, i Tomacelli, i Cibi, e buona parte degli altri Capeci usano le sintesi, e le sbarre in varie guise composte.

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    fregiano dei titoli di conte, marchese e duca acquisendo anche diverse baronie e in particolare quelle di Lucugnano, di Barbarano, di Corsano e infine di Maglie10. Il casale di Maglie, appartenente ad Ascanio Filomarino, acquistato assieme ai feudi di Francavilla e S. Isidoro da Francesco Capece, barone di Barbarano (1662-?). Egli trasferisce la sua residenza a Maglie e sposa nel 1706 in seconde nozze donna Geronima Castriota-Scandeberg (1678-1724) dei duchi di Parabita. Gli succede Giuseppe Pasquale Capece Castriota (1708-1785) primo Marchese di S. Marzano, titolo ereditato dalla madre Geronima, che aggiunge al titolo di Barone di Maglie. Questi sposa nel 1742 Francesca Maria Paladini dalla cui unione nasce Nicola senior11 (1743-1772). Nel 1768 Nicola sposa Maria Vittoria della Valle di Aversa, madre di Francesca (22 ottobre 1769 - 18 novembre 1848), di Geronima (1771-1846) e di Nicola junior (1772-1791), nato postumo alla morte del padre. Con la morte del marito Nicola, Maria Vittoria Della Valle resta sola assieme a Francesca e Geronima ancora bambine. Nel grande palazzo magliese risiedono, oltre allanziano barone Giuseppe Pasquale, anche le due zie del marito, anchesse non pi giovani, donna Barbara (1716-1805) e donna Concetta (?-1792). E principalmente una famiglia di sole donne alle quali spetter prima o poi impegnarsi nella gestione di un grande patrimonio familiare e ci perch, con la morte di Nicola sr. e con lassenza di prole maschile, il feudo, alla morte di Giuseppe Pasquale, passer con buona probabilit nelle loro mani. C Francesca, la maggiore delle due figlie, ad essere lerede diretta del padre, ma, dopo di lei, la baronia magliese ed il marchesato di San Marzano non apparterranno pi allillustre schiatta dei Capece. La famiglia importante e ricca ma anche sfortunata. Infatti Maria Vittoria scopre, poco tempo dopo la morte del marito, di essere dello stesso incinta di un figlio che chiamer Nicola in ricordo del coniuge. Nato il discendente, la casa baronale ha a Maglie il suo unico e legittimo erede maschio e

    10 C. TORELLI, Lo splendore della nobilt napoletana ascritta ne cinque seggi, Biblioteca Heraldica Genealogica Antiqua et rara, Napoli 1678, p. 41 (riproduzione anastatica Ed. Orsinidemarzo). 11 Le diciture senior e junior sono una convenzione utilizzata da S. Panareo per distinguere il padre dal figlio.

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    due donne, Francesca e Geronima, ambte come spose dalla nobilt locale. Intanto Nicola, ereditando la baronia magliese ed il marchesato di San Marzano dal nonno Giuseppe Pasquale, ed essendo minore, non pu reggere lamministrazione e in questa sostenuto dalla madre che agisce per suo conto. Trascorsa la fanciullezza, Maria Vittoria affida listruzione dei suoi figli ai migliori insegnanti del tempo e cos Francesca e Geronima, quasi coetanee, studiano con Francesco Saverio De Rinaldis12, celebre poeta salentino e rinomato maestro di lettere e religione, mentre Nicola iscritto al famoso Collegio Clementino di Roma13, frequentato da tutta la giovent della nobilt italiana ed estera. Linsegnamento di F. S. De Rinaldis segna profondamente le due sorelle che da esso ricevono uneducazione molto religiosa e Geronima, attraverso questi studi, si appassiona anche alla poesia. Geronima cura lamore per la poesia con molta discrezione, quasi segretamente, ma in lei talmente grande questa passione da permetterle di ricordare a memoria interi componimenti del suo poeta preferito, Torquato Tasso. Il tempo trascorre e Maria Vittoria ha costituito per ognuna delle due figlie una dote matrimoniale di diecimila ducati perch per entrambe arrivata lora di sposarsi. Francesca la prima e allet di diciannove anni, nel 1788, va in sposa ad Antonio Lopez y Rojo della prestigiosa casa dei duchi di Taurisano, aggiungendo cos ai suoi titoli quello di

    12 AA.VV. Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli ornata de loro rispettivi ritratti, VIII, Stampa Nicola Gervasi, Napoli 1822, p. 220. Francesco Saverio De Rinaldis nato a Surbo il 24/11/1732. Studia presso il seminario dei Gesuiti a Lecce. Apprende in questo luogo i primi fondamenti delle lettere e poi sotto la guida del sacerdote don Francesco Cucchiara si perfeziona nella poetica. Dopo gli studi di teologia e filosofia prende i voti e diviene sacerdote. A Surbo fonda la sua prima scuola dove insegna latino, teologia e filosofia. Nel 1770 va a Napoli e anche qui, su richiesta di diverse famiglie della nobilt locale, fonda una scuola nella quale insegna ai figli delle famiglie aristocratiche. Il successo nella scuola napoletana lo porta alla cattedra di Belle Lettere del seminario di Nola dove comincia a scrivere diversi componimenti in latino come la Paolineide del 1781 ispirata alla vita di San Paolino da Nola e le Novelle Letterarie Fiorentine del 1784. Ritornato a Surbo chiamato dal vescovo di Gallipoli, dove si gi trasferito, per fondare un Liceo. Dopo aver insegnato eloquenza nel seminario di Gallipoli si ritira a Surbo dove muore il 5/7/1817 13 Fondato nel 1595 da papa Clemente VIII, il Collegio Clementino rinomato perch specializzato nellinsegnamento delle scienze e delle arti del gentiluomo.

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    duchessa, mentre Geronima, due anni dopo la sorella, si sposa con Filippo Affaitati dei Marchesi di Canosa. Le due sorelle, accasate con due prestigiosi esponenti della nobilt pugliese, sembrano destinate a condurre una vita tra i lussi ed il prestigio che il loro rango assegna. Francesca vive nel palazzo magliese col marito, senza il dono di un figlio; profondamente devota, una moglie perfetta per il duca, il quale le ricambia lo stesso amore. Geronima vive unendo la passione per la poesia con lamore per i suoi tre figli ma la felicit e la tranquillit delle due famiglie ben presto svaniscono. A causa del vaiolo contratto a Napoli, di ritorno da Roma dove compie gli studi, Nicola junior a soli 19 anni cessa di vivere. Fa per in tempo a designare erede universale della baronia di Maglie la sorella maggiore Francesca, lasciando usufruttuaria la madre e le due prozie, donna Concetta e donna Barbara, sorelle di Giuseppe Pasquale. La morte del fratello Nicola genera le invidie del marchese Filippo Affaitati che pretende, in nome della moglie, la sua parte di eredit che, per volont del defunto, stata assegnata per intero a Francesca14. Il feudo di Maglie passa cos definitivamente a Francesca nel 180515. Lo stesso Affaitati qualche anno dopo abbandona la moglie Geronima lasciandola sola con tre figli uno dei quali morir giovanissimo. Intanto le sorelle, dopo lavvilente contenzioso legale, si riappacificano ma Vittoria della Valle e la prozia Concetta vengono a mancare e lamministrazione dei feudi rimane in mano alla prozia donna Barbara la cui gestione talmente rovinosa da mettere in pericolo le finanze della casa baronale. Quando muore donna

    14 S. PANAREO, La duchessa Francesca Capece fondatrice degli studi in Maglie (1769-1848), Tipografia Francesca Capece, Maglie 1900, Ristampa a cura dellAmministrazione Comunale di Maglie, Erreci Edizioni, Maglie luglio 2000, pp. 11-16; L. A. MONTEFUSCO, Le successioni feudali in Terra dOtranto, Istituto Araldico Salentino Amilcare Foscarini Lecce, Tipogr. Rizzo, Novoli (Le) p. 246-247; L. MAGGIULLI, La citt di Maglie ed i suoi pi notevoli ricordi. Note bio-bibliografiche. Fondo pre-unitario Biblioteca Piccino Maglie (manoscritto). 15 A.S.L. protocolli notarili 38/16 del notaio Lorenzo Garrisi di San Pietro Galatina cc. 41v 49v. Appendice. Nel 1796 donna Barbara consegna una cospicua eredit, consistente in preziosi, di donna Maria Vittoria della Valle a Francesca che agisce anche in nome della sorella Geronima (1771-1846) e che ha sposato nel 1790 il marchese di Canosa Filippo Affaitati. In calce al documento appare la firma di Francesca Capece; S. PANAREO, op. cit., pp. 20-21.

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    Barbara, Francesca avrebbe potuto tirare un respiro di sollievo ma, mentre riorganizza le sue finanze maggiormente passive a causa della perdita del marchesato di San Marzano che garantisce alla famiglia Capece ingenti cespiti16, sul regno di Napoli incombe lombra di Napoleone. E questo uno dei periodi pi travagliati per i feudatari del Regno di Napoli, infatti, in seguito allabolizione della feudalit che il re Giuseppe Bonaparte legifera nel 1806, Francesca lultima feudataria di Maglie. Risalendo alla storia della successione feudale di Maglie si evidenzia un avvicendamento di ricche famiglie che nel corso dei secoli si sostituiscono nel possesso del feudo con una gestione non sempre giudiziosa e misurata. Queste famiglie ignorano o si disinteressano per lo pi dello stato dindigenza in cui versa la maggior parte della popolazione. Una condizione che non mitigata dalle Amministrazioni civiche che, di fronte al potere baronale, sono spesso conniventi, non disdegnando di imporre gravose esazioni fiscali agli strati della popolazione pi deboli economicamente e disinteressandosi al problema dellanalfabetismo diffuso. Lintero Regno di Napoli vive in questa condizione fino alla fine del Settecento quando una nuova coscienza sociale inizia a radicarsi: lilluminismo. Lera dei Lumi prospera principalmente negli strati colti della societ e poi da questi sirradia nella politica, nella letteratura, nel teatro, nella religione e in

    16 S. PANAREO, op. cit., pp. 17-20; Il marchesato di San Marzano (TA) appartiene a Geronima Castriota-Scanderbeg e per successione ereditaria passa al figlio Giuseppe Pasquale Capece, nonno di Francesca. Essendo ancora in vita donna Barbara Capece, il marchese Filippo Bonelli di Barletta pretende il feudo di San Marzano in quanto erede principale dellasse di Elena Castriota-Scanderbeg (?-1709), zia di Geronima e prima marchesa di San Marzano per successione nel 1699 al marito Giuseppe Lopez (?-1698) e per il quale paga 5.000 ducati. Questa richiesta fondata da un fedecommesso ordinato dalla stessa Elena Castriota. Non si conoscono i soggetti designati come eredi nel fedecommesso, ma utile sapere che si tratta di un antico uso di disposizione testamentaria con il quale il testatore istituisce successore un soggetto con lobbligo per esso di conservare il patrimonio che alla sua morte andr ad altro soggetto designato dal primo testatore stesso. Nel 1808, dopo tre anni dalla morte di donna Barbara, il Sacro Regio Consiglio ritiene valida la pretesa di Bonelli al quale consegna definitivamente il feudo tarantino togliendolo ai Capece.

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    ogni altra manifestazione della cultura. A Maglie interessa solo alcuni gruppi ristretti di abitanti. La duchessa vive acquisendo quanto le menti progressiste del periodo elaborano per gettare le basi di una trasformazione della societ. Sono questi elementi, insieme alle vicende personali, che inducono la moglie del duca ad istituire erede universale lEnte preposto allAssistenza e alla Beneficenza di Maglie. Il dato oggettivo principale che induce la duchessa a designare in ultimo erede la Beneficenza di Maglie, lassenza di progenie, ma vi anche altrettanto fondamentale il motivo religioso senza escludere la considerazione della cultura e dellassistenza quali mezzi validi ad operare il riscatto sociale delluomo. La decisione di rivolgersi ai Gesuiti per mettere a buon frutto la sua donazione il punto darrivo di diverse alternative che le vengono prospettate e riguardano non solo il tipo di istituzione da fondare ma anche la gestione cui affidarsi. Padre Domenico Sordi (1790-1880)17, primo amministratore del lascito, espone le incertezze della duchessa in un memoriale pubblicato da Nicola De Donno (1920-2004, storico, poeta e filosofo magliese, preside per numerosi anni nel Liceo-Ginnasio di Maglie)18. Dapprima lei esamina, con meticolosit, quale Stabilimento di Carit scegliere al fine di una congruit con le esigenze di Maglie, per poi addivenire ad una preferenza di tipo diverso quale la creazione di un Ospedale. Padre Sordi riferisce i motivi che spingono la duchessa ad indirizzare le sue scelte verso la creazione dellOspedale:

    E perci volle da prima fondare un Ospedale in Maglie, spinta a ci dal sentir, che faceva da varij pii, e caritatevoli Confessori, lo stato

    17 R. CUBAJU, Francesca Capece. Sta in: Regio Liceo-Ginnasio Francesca Capece Annuario 1923-24, Tipografia F. Capece, Maglie 1925, p. 3. Il gesuita padre Sordi definito come uomo dal tratto gentile, erudito e astuto delineando un aspetto ben diverso da quello universalmente riconosciuto quale uomo burbero, dispotico, dispettoso ed interessato esclusivamente alla gestione dei beni di F. Capece. 18 P. D. SORDI, Appendice. Sta in: NICOLA DE DONNO, Lorigine e i primi incrementi dellIstituto Capece, Quaderni del Liceo Capece III, 1966, Edizioni del Liceo-Ginnasio F. Capece- Maglie, Arti Grafiche Ragusa-Bari 1966, p. 37.

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    deplorabilissimo in cui si giacevano i poverelli quando ammalavano per labitazione, pel vitto, e per lassistenza; si diede quindi a ricercare, chi, e quale dovesse esser lamministratore di s caritatevole sua creazione, [.] si rivolse pertanto ai Figli di S. Giovanni di Dio 19.

    Ma la decisione subisce ancora una variazione. Questa ed altri mutamenti nelle sue decisioni provengono dal voler conciliare aspetti diversi delle sue finalit, in particolare quella spirituale e caritatevole20. Continua Sordi:

    Sebbene avendola in seguito alcune persone dotte e pie fatto riflettere che maggior vantaggio Spirituale si sarebbe ritratto da Maglie dai Figli di S. Vincenzo da Paoli, che dai riferiti Ospetaglieri, perch questi secondi, oltre allamministrar lospedale, il che solo potevano fare i primi, avrebbero anche confessato, e predicato: incantata la Nostra Signora di questo doppio vantaggio, sciolse allistante ogni trattativa con gli Ospetaglieri, e si rivolse in vece a far pratiche coi Signori della Missione per indurli a stabilirsi in Maglie, oltre ad esercitare ivi i loro S. Ministerij, a prendere anche la direzione del suo Spedale 21.

    Laccettazione di queste condizioni per subordinata alla approvazione del loro Generale che prende tempo comportando cos una mutazione della scelta. E ancora Sordi a scrivere che:

    pi utili sarebbero riusciti ai suoi compaesani i Gesuiti, che sopra ai Signori delle Missioni, avevano questaltro vantaggio, di formare la giovent alla Piet insieme ed alle Lettere; Colse al volo il momento favorevole della non pronta accettazione dal detto Generale, per sciogliere coi Missionari, e sciolse di fatti, serbando ogni suo decoro coi medesimi, e mandatosi a chiamare da Lecce il P. Provinciale de Gesuiti

    19 P. D. SORDI, cit., p. 37. 20 N. DE DONNO, Scuole e sviluppo sociale in un comune del salento nel sec. XIX (Maglie), Rassegna Pugliese, 5 (1970), nn.1-3, p. 58: Un aspetto che pone degli interrogativi quello economico del lascito. Il suo grande valore non pu essere ignorato dalle ricche famiglie borghesi di Maglie che consigliano la duchessa in direzione di una scelta mirata ad ottenere un controllo, a livello locale, della gestione patrimoniale dellintero lascito. Questo aspetto ben messo in evidenza da Nicola G. De Donno allorquando sottolinea il carattere duramente padronale di una comunit cittadina in cui i ceti dominanti riuscivano a piegare le risorse dellintera comunit cittadina ai propri esclusivi fini di classe 21 P. D. SORDI, cit., p. 38.

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    (il P. Giuseppe Ferrari) che allora l si trovava in S. Visita, le propose, e tratt con Essolui della fondazione duna Casa alla Compagnia di Ges in Maglie, e della direzione, che la medesima indossar si dovea dellospedale 22.

    Il padre provinciale Ferrari ritiene molto gravosi i compiti a cui la duchessa vuole chiamare la Compagnia tanto da mettere in discussione la disponibilit della stessa ad accettare la donazione e avanza perci la proposta di abbandonare lidea di un Ospedale. Soluzione che la duchessa non intende approvare. Interviene nella disputa il Barone di Spongano, D. Gennaro Bacile, amico della duchessa, che chiarisce la volont della Signora a non trasformare i Gesuiti in Ospedalieri, come essi suppongono, ma ad affidare loro la direzione dellOspedale e la scelta del personale addetto. Questo chiarimento induce le due parti ad addivenire allaccordo ed infatti la Duchessa, con testamento inter vivos23, dona i suoi beni alla Compagnia di Ges. La donazione dei suoi beni incontra non poche avversit ed in particolare quella che riguarda il rapporto con gli stessi donatari. Verso la fine del 1839, la Duchessa vince le riserve ed offre ospitalit al Padre gesuita Domenico Sordi e ad altri Padri predisponendo alcuni ambienti del Palazzo come loro dimora. E questa una decisione che matura in lei nonostante suo marito avverta una ambiguit nei comportamenti di Padre Sordi verso il quale mostra una esplicita ostilit. Scrive Panareo:

    I Gesuiti oramai si trovavano come in casa propria. Il padre Sordi vi si aggirava come un vero amministratore della Duchessa: impartiva ordini, teneva corrispondenza, firmava contratti, gridava, schiamazzava, trattava tutti con tono burbero 24.

    Francesca Capece non d per credito ai sospetti del marito che, dopo due anni, viene a mancare. Dopo la morte del Duca, infatti, la Compagnia di Ges induce la Duchessa a donare in omaggio a Dio tutti i suoi beni. Scrive il deputato magliese Oronzo De Donno (1819-1886) che i Gesuiti

    22 P. D. SORDI, cit., p. 38. 23 Ivi, p. 40. 24 S. PANAREO, op. cit., pp. 27-28.

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    tanto seppero secondare le ascetiche tendenze e le mistiche aspirazioni della caritatevole donna, che finalmente donava loro il suo ricco patrimonio di circa lire cinquecentomila 25.

    E della stessa opinione anche Alessandro De Donno che cos riferisce:

    Come leonino fu quellatto, e quanto la donataria Compagnia di Ges abusato avesse della ignoranza e della buona fede di una nobile vegliarda senza alcun sospetto, e tutta assorta in que suoi sublimi ideali che erano la religione e la carit, non sono io che cos penso, ma lo dice chiaro latto medesimo che appresso far palese, non che le angoscie che da esso provennero a quella santa donna, e le strane vicende che per lunghi anni di poi han travagliato la sua nobile e pia Istituzione26.

    In che misura questa descrizione, rappresentata con tanta asprezza da Salvatore Panareo e da Alessandro De Donno sulla quotidianit dei Gesuiti ed in particolare del loro Padre nel palazzo, sia confacente alla realt o sia invece il risultato di valutazioni soggettive su comportamenti che ai loro occhi possono sembrare incoerenti o contraddittori rispetto alle aspettative religiose e spirituali, di difficile discernimento. E comunque una valutazione che genera forti dubbi e perplessit sebbene siano universalmente riconosciute come avversioni generate da pregiudizi e manifestate nel tempo nei confronti dellOrdine dei Gesuiti, in sintonia col diffuso anticlericalismo di fine secolo diciannovesimo. Queste contrariet, riguardanti principalmente il loro elevato livello culturale, che talvolta sfocia nella scaltrezza, coinvolgono anche le stesse Istituzioni ecclesiastiche. N pu essere diverso latteggiamento di alcuni settori di Maglie (aristocrazia, intellettuali, borghesia) che, come annota Nicola De Donno, invocano i

    25 O. DE DONNO, Francesca Capece, Lo Studente Magliese, 1879, I, XI, p.2 (Lautore firma questo articolo con la lettera Y). In realt il patrimonio consiste in ducati 57.148, grani 92 e calli 8 netti della passivit (i capitali attivi era a ducati 91.945, grani 10, quello dei capitali passivi 34.766, grani 17 calli 4) ed equivalenti in lire 242.883,20; A. CADEI, cit., p. 7. 26 A. DE DONNO, Memorie su la origine e le vicende del Pio Istituto scolastico Capece di Maglie, R. Tipografia Editrice Salentina, Ditta Fratelli Spacciante, Lecce 1900 II ediz., pp. 12-13.

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    Domenicani in funzione antigesuitica27; la maggioranza della popolazione vede invece i Gesuiti portatori dellistruzione e del progresso28. Diverso per il parere del padre provinciale, Gennaro De Cesare, che sconfessa i padri vicini alla duchessa, in particolare Padre Sordi, determinati ad impiegare la donazione per la nascita di scuole pubbliche, rinunciando, inspiegabilmente e dopo quattro anni, alla donazione e richiamando a Lecce il gruppo dei padri ospitati dalla duchessa. E per tutti una delusione ed in particolare per la duchessa una dolorosissima amarezza che viene sanata poco tempo dopo. Lanno successivo, infatti, al padre provinciale De Cesare subentra padre Francesco Manera che riconferma laccettazione della donazione dando cos avvio allIstituzione scolastica. E durante questo intervallo che matura nella mente della duchessa lidea di destinare la donazione alla realizzazione di una istituzione per listruzione pubblica, un obiettivo allettante per i Gesuiti che tramite Padre Sordi non vogliono rinunciare alla istituzione di una Casa Gesuitica nella quale poter erogare il servizio educativo e dottrinale. La duchessa si adopera per la nascita di una scuola pubblica dove

    vi fossero tutte le scuole, le scuole sublimi, e si chiamassero Collegio, non residenza 29.

    Nellanno scolastico 1875-1876 il direttore del Collegio il prof. Antonio Cadei30 che commenta queste parole indirizzate dalla duchessa a Padre Sordi cos:

    Parmi volesse dire: non immiserite il concetto delle mie intenzioni, con qualche classe di latinit, ma elevatelo in proporzione dei miei redditi; e se voi non ne erogherete una parte ad altro scopo che non sia quello

    27 N. DE DONNO, op. cit,. p. 33. 28 Ivi, p. 34. 29 A. CADEI, cit., p. 8. 30 R. CUBAJU, cit., p. 5. Antonio Cadei subentra a Martino Piccinni, frate domenicano e direttore della scuola magliese dal 1863 al 1869. E il primo preside del Liceo-Ginnasio Francesca Capece e resta in carica dal 1875 al 1877.

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    stabilito da me, se voi non ne sciuperete nel lusso o nelle agiatezze, se voi sarete solerti amministratori della mia sostanza, affinch questi redditi non scemino, vi torner agevole presentare ai miei concittadini un sistema compiuto di educazione e di istruzione, colle scuole elementari, col ginnasio e col liceo. A tanto non corrispondevano infatti le semplici residenze della Compagnia, bens i suoi collegi, dove insegnava lettere ed i rudimenti almeno delle scienze principali, la matematica, la meccanica, la fisica, la storia naturale e la filosofia 31

    In considerazione del fatto che lidea iniziale, cio la costruzione di un ospedale, completamente venuta meno, educare i giovani nella religione e nelle lettere diviene lapprodo pi importante ratificato nel patto con la Compagnia di Ges32. La destinazione del patrimonio per listituzione di una scuola appare anomala se va considerata la contrariet degli aristocratici allistruzione pubblica per timore che il popolo istruito possa porre un freno ai loro privilegi. Lobiettivo della duchessa quello di una scuola aperta a tutti quei giovani che sentono il bisogno di studiare e ci riassume un concetto innovatore, ma allo stesso tempo liberale ed ugualitario, che mostra un orizzonte frutto di una vera e propria maturazione intellettuale che, seppur indotta, un dato di fatto se analizzato alla luce di una generale attenzione di tutta Terra dOtranto che in quegli anni si arricchiva di numerose scuole elementari e medie. Questaspetto dei proponimenti della duchessa magliese, aristocratica attiva nelle opere benefiche a vantaggio del prossimo pi sfortunato, precisato con migliori risultati dal documento nominato allinizio del presente lavoro, utile per mostrare un tratto della personalit di F. Capece concernente i suoi interessi ricreativo-culturali

    31 R. CUBAJU, cit., p. 8. 32 S. PANAREO, op. cit., pp. 68-71: Lidea di fondare un Ospedale a Maglie gi molto sentita nel primo Ottocento. Attorno alla met dello stesso secolo il Comune si propone di realizzare la struttura ricorrendo agli aiuti che provengono dalla beneficenza privata. Tale idea sembra realizzarsi con il sostegno dei beni che Francesca Capece non desiste dal voler devolvere in favore di questopera. Lesigenza di avere una struttura sanitaria da destinare a lazzaretto si ripresenter nel 1849, anno in cui il colera ricompare nel Regno di Napoli.

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    coltivati in un periodo della sua vita. E un testo che aiuta a riconsiderare le sue scelte che critici poco benevoli hanno liquidato in modo sommario, come esiti di comportamenti insicuri, incerti, titubanti se non proprio di una persona incolta, ignorante od ingenua. Si tratta di una composizione teatrale di fine settecento contenuta in una raccolta di opere veneziane. Il titolo Il Cieco33 e nelle note storiche che accompagnano il testo teatrale, riferito che lo stesso fu completato e integrato da Francesca Capece Lopez con altre teatrali sorelle. Non c alcun dubbio che si tratti della duchessa magliese perch anche designata con i titoli di marchesa di Maglie e duchessa di Taurisano. Questo testo appartiene alla raccolta intitolata Il Teatro Moderno Applaudito34 ed attualmente i suoi volumi sono conservati presso la Biblioteca dellAccademia dei Filodrammatici di Milano35. Lautore del

    33 Il Cieco un breve componimento teatrale costruito su una vicenda stravagante e con personaggi immaginari. E indicata come farsa, un genere parodistico utilizzato quale intermezzo fra due atti durante una rappresentazione teatrale di unopera seria con lo scopo di intrattenere piacevolmente gli spettatori. 34 ANONIMO, Il Teatro Moderno applaudito ossia raccolta di tragedie, commedie, drammi e farse che godono presentemente del pi alto favore sui pubblici teatri, cos italiani, come stranieri corredata di notizie storico critiche e del Giornale dei teatri di Venezia, Tomo XLV Venezia, 1800 p. 3. Presso la Biblioteca dellAccademia dei Filodrammatici ha collocazione n. 11449 B.IV 45. Lintera raccolta si compone di 61 tomi e il tomo I contiene anche il prospetto dellopera mentre il numero LXI contiene solo gli indici. Nellimprimatur appare il nome dello stampatore Antonio Fortunato Stella. Ogni tomo si compone di 4 opere ognuna seguita da notizie storico critiche e inizia col giornale dei teatri di Venezia. E importante sottolineare che la numerazione delle pagine non segue una progressione costante e questo perch nella raccolta paiono essere stati accorpati singoli libretti teatrali indipendenti e con una numerazione autonoma di pagine. Per tale motivo dovendo ricercare lindicazione bibliografica necessario per ogni tomo rintracciare la parte dedicata al componimento e da qui porsi sulla pagina indicata. Tutti i tomi recano la stessa copertina editoriale con le norme per la sottoscrizione dellopera, i nomi dei librai veneziani che la vendono, il prezzo (3 lire venete o 3 paoli romani). (v. Allegato n. 4-5-6). 35 Fondata a Milano nel 1797, si costituisce ufficialmente nel 1798 con il nome di Teatro Patriottico ed ha come scopo quello di favorire lo sviluppo dellarte e della letteratura drammatica.

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    componimento teatrale il veneziano Pietro Vettor Corner36 che lo mette in scena al teatro San Luca37 di Venezia il 3 dicembre del 179838 con il capocomico Antonio Goldoni39. Cornr compone il testo allet di quindici anni a Venezia, dopo aver letto la novella Il Cieco di madame Riccoboni, pseudonimo di Marie Jeanne de la Boras. Questa scrittrice francese, che condivide ampiamente le idee illuministiche che vogliono trasformare la recitazione teatrale, moglie di Antonio Riccoboni (1707-1772), in arte Lelio, figlio di quel Luigi Riccoboni che la storia considera il precursore dellilluminista Carlo Goldoni, a sua volta padre della riforma del teatro italiano e intimo amico della stessa madame40. In breve, la storia del componimento teatrale del Cornr

    36 Notizie biografiche circa Pietro Vettor Corner sono molto rare. Per certo si tratta di un patrizio veneziano cos come testimonia il titolo di Nobilis Homo, ed autore di diversi testi teatrali come il dramma dal titolo Il Tradimento notturno contenuto nella citata raccolta Il Teatro Moderno applaudito ossia raccolta di tragedie, commedie, drammi e farse che godono presentemente del pi alto favore sui pubblici teatri, cos italiani, come stranieri corredata di notizie storico critiche e del Giornale dei teatri di Venezia. Tomo LI Venezia, 1800, p. 3. Presso la Biblioteca dellAccademia dei Filodrammatici ha collocazione n. 11235 B.V 6. Questo dramma va in scena al teatro San Luca il 27/01/1800 cos come riporta il Giornale dei Teatri di Venezia, VI, 4, Parte I 1800, p. 3 incluso nella raccolta del Tomo LI. 37 Edificato dalla nobile famiglia veneziana dei Vendramin inaugurato nel 1622. Sino al 1700 fu anche detto di San Salvador perch ledificio sorgeva tra le due chiese di San Luca e di San Salvatore, poi nel 1875 cambia lintitolazione in Teatro Carlo Goldoni facente parte dellattuale Teatro Stabile Veneto. Nel 1752 il nobile Francesco Vendramin, proprietario del teatro, ingaggia Carlo Goldoni (1707-1793) commediografo illuminista e padre di quella commedia italiana che pone fine alla Commedia dellArte. 38 ANONIMO, Giornale dei Teatri di Venezia, IV, 3, Parte II 1798, p. 3, contenuto in Il Teatro Moderno applaudito ossia raccolta di tragedie, commedie, drammi e farse che godono presentemente del pi alto favore sui pubblici teatri, cos italiani, come stranieri corredata di notizie storico critiche e del Giornale dei teatri di Venezia. Tomo XXIX Venezia 1798. 39 Nel 1798 quella di Antonio Goldoni la migliore compagnia teatrale del suo tempo che occupa il teatro di S. Luca in Venezia dove tra laltro recita la rinomata attrice Gaetana Goldoni Andolfati (1768-1830) appartenente ad una famiglia di famosi comici e moglie dello stesso Antonio Goldoni. 40 E dalle dispute tra Antonio Riccoboni e il padre Luigi circa le tecniche teatrali che Diderot fa derivare la formulazione del paradoxe. Il Paradosso dellAttore unopera di Denis Diderot pubblicata per la prima volta nel 1830. Diderot formula questo

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    quella di due innamorati, Nadina e Zulmis. Zulmis un giovane cieco figlio di dAlmont e Nadina la figlia del sacerdote Mompebar che venera Nirsa, dea del Sole. Mompebar ha dapprima acconsentito al fidanzamento dei due e crede in un oracolo che ha promesso di ridare la vista a Zulmis al raggiungimento dei ventanni. Compiuta questet, Zulmis continua a non vedere e pertanto Mompebar, convinto che lastro dominator delluniverso illumina ciascun chegli pur ama, crede che la cecit di Zulmis sia un castigo del suo dio e per questo impone lo scioglimento della promessa di matrimonio. Nadina non crede invece che la cecit di Zulmis sia un castigo divino e continuando a sperare sino allultimo momento nelloracolo, non abbandona Zulmis. Lattesa premia alla fine i due quando la dea del sole Nirsa, scendendo dal cielo, fa riacquistare, con gran stupore di Mompebar, la vista a Zulmis. Apparentemente il titolo del componimento e il contenuto stesso possono apparire ingenui ma ci trae in inganno in quanto il termine Cieco in netta contrapposizione con parola Lume. Lamore lega Zulmis, uomo cieco, a Nadina, il lume ossia il concetto dellamore, tipico del teatro goldoniano, che conduce luomo sulla strada della ragione e per questa rinascer a nuova vita. La figura del sacerdote Mompebar significativa perch proprio lui, sacerdote del grande Nume, che con fede cieca crede che Zulmis sia un castigo di dio, non rendendosi conto invece che la sua convinzione solo superstizione, antitesi perfetta della ragione, nata dalla cecit del suo intelletto. Anche il ricorso alla divinit del Sole, nel componimento la dea Nirsa, quale simbolo rivelatore della luce, con le sue accezioni di Grande Nume, Supremo Autore e Astro Dominator, rispecchia questa esaltazione della luce intellettuale che non si sostituisce al credo religioso ma si configura come il giusto mezzo per aderire alla fede pi vera. Nelle note che accompagnano il componimento riportato il modo in cui la duchessa ne venne in possesso, recuperandolo e in parte riscrivendolo. Il Corner vuole personificare nella figura della virtuosa Nadina la

    paradosso sullesperienza delle idee che circolano in quei tempi tra i teorici del teatro, tra i quali Antonio Riccoboni, e consiste nellaffermare che l'estrema sensibilit che fa gli attori mediocri; la sensibilit mediocre che fa l'infinita schiera dei cattivi attori; l'assoluta mancanza di sensibilit che prepara gli attori sublimi.

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    duchessa di Maglie che egli stesso definisce sua impareggiabile benefattrice e illustre e sensibilissima donna41. In appendice alla raccolta Il Teatro Moderno Applaudito, sono riportate alcune note denominate Notizie storico- critiche sopra Il Cieco dove si d attestazione della dedica che Corner fa di questopera a Francesca Capece Lopez, marchesa di Maglie e duchessa di Taurisano. In queste note il curatore della raccolta ripercorre la genesi e le vicende della farsa e del suo autore. In particolare riferisce del viaggio dellautore con la famiglia a Cerigo42 e le vicissitudini cui va incontro. Scrive:

    Dopo tre anni in circa ritornando a Venezia, fu rubato avidamente il suo legno dagli Algerini vicino alle coste di Puglia. Salvatesi le persone presso Leuche, fur predati gli effetti, e tra questi gli scritti col Cieco. Allora la duchessa di Taurisano, in quel suo feudo il raccolse, dove riun gli avanzi a memoria della farsa perduta, e la rabbell a nuova foggia con altre teatrali sorelle 43.

    Quanto questo testo, al di l del suo contenuto, e la circostanza ora riportata del ritrovamento possano aiutare nel dare una definizione differente e di rivalutazione storica dellinteresse che la duchessa ha

    41 ANONIMO, cit., Tomo XLV, p. 28. 42 Cerigo lattuale isola greca di Citera. 43 ANONIMO, cit., p. 28. Lepisodio dello smarrimento di testi o manoscritti e il loro successivo recupero, dopo il naufragio di una imbarcazione che li trasporta per recapitarli ad un destinatario che riveste particolare interesse per chi li invia, spesso evocato da storiografi o cronisti. Il naufragio difficilmente verificabile perch si riferisce ad eventi lontani nel tempo, nella fattispecie alla fine del700 e, probabilmente, richiamato come un escamotage per aggiungere al testo una connotazione intrigante al fine di destare interesse su questi testi. A mo di esempio va ricordata la circostanza dello smarrimento di unopera del cronista municipale e letterato Oronzo Pasquale Macr in seguito allaffondamento della nave che lo trasporta. Levento, riportato dallo storico Luigi Maggiulli, riguarda uno studio dellillustre studioso magliese intitolato Monographia de Marmore Basterbino. Questo manoscritto diretto al dotto vescovo di Oria Alessandro Maria Kalefati (anche le sue opere sono trafugate dai pirati durante il trasporto in una nave che da Taranto si dirige a Napoli Sito web Citt di Oria: Personaggi illustri, www.comune.oria.br.it/cittaterritorio/personaggiillustri.php, 3 giugno 2009), per, a differenza del componimento teatrale del Corner, il manoscritto di Macr non pi ritrovato (v. AA.VV. Dizionario biografico degli uomini illustri di Terra dOtranto, Piero Laicata Editore, Manduria-Bari-Roma 1999, p. 281).

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    mostrato nella sua vita per la cultura difficile da valutare ma non da escludere a priori. A tal proposito sono note le opinioni degli studiosi Alessandro De Donno (Maglie 1821-Lecce 1901), Salvatore Panareo (1872-1961) e di Luigi Maggiulli (1828-1914). Alessandro De Donno, figlioccio della duchessa e suo biografo, pone in grande risalto laspetto benefico e religioso di Francesca Capece quali elementi fondamentali per la fondazione degli studi in Maglie ma, riguardo listruzione, qualifica la duchessa come incolta. Della stessa opinione anche lo storico magliese Salvatore Panareo per il quale listruzione di Francesca Capece limitata a quei fondamenti utili a saper amministrare la sua baronia. Salvatore Panareo scrive che Francesca Capece poco istruita

    ma infarinata di quella cultura che nelle nostre famiglie aristocratiche si dava alle donne sino alla met di questo secolo, bastevole per vigilare e sbrigare lamministrazione dei propri beni44.

    In compenso tutta la sua vita si caratterizz da un profondo sentire religioso che

    le permise di conoscere i bisogni del popolo che soffre e di sentire profondamente i doveri che chi nato nellagiatezza ha verso gli indigenti. La carit, quella carit che ella riguardava come emanazione diretta della religione, trov nel suo cuore larga ospitalit, e divenne per il suo animo delicato un bisogno ardente, un dovere da adempiere ogni giorno. Cos nella sua casa i poveri trovarono sempre una mano che asciug le loro lagrime e len i loro dolori, i pellegrini sconosciuti, che col si rivolgevano come ad un albergo sicuro, ne ricevettero le pi benefiche accoglienze, e tutti ne ebbero conforto e sollievo45.

    Alessandro De Donno e Salvatore Panareo sono uomini di indubbia affidabilit storica e il giudizio espresso dal De Donno pi arduo perch egli un testimone contemporaneo della duchessa. Si potrebbe obiettare che, se il valore della cultura non avesse ispirato le scelte della duchessa e se ella non avesse considerato i giovamenti che la

    44 S. PANAREO, cit., pp. 21-22. 45 Ivi, pp. 22-23.

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    popolazione ne poteva trarre, come sarebbe possibile spiegare la sua volont di istituire una scuola per leducazione e la formazione culturale, intellettuale e morale della giovent magliese? Il ritrovamento del componimento teatrale dimostra che Francesca Capece frequenta il teatro, probabilmente una mecenate di letterati, intervenuta sul testo, ha contatti con il mondo della cultura e in particolare quello del teatro che in tutti i tempi il principale propagatore di idee, concetti e mode alla stessa stregua della pi attuale televisione. N va ignorato il fatto che lei ha ricevuto unottima educazione e istruzione per essere stata dottamente guidata, insieme alla sorella, da De Rinaldis. La duchessa ha perci subito molte influenze nella formazione della sua identit e delle proprie convinzioni e non pu essere estranea alla politica scolastica di Ferdinando IV che, con listituzione di scuole, determina un processo di alfabetizzazione che ha il suo culmine tra la seconda met del secolo XVIII e la seconda met del secolo XIX.46 Seppur di animo fortemente volubile e grande dissipatrice per la sua costante e disinteressata beneficienza che mette in crisi tutto il sistema economico sul quale i Gesuiti fondano la scuola, non sarebbe corretto negare che le circostanze esposte probabilmente delineano una figura di aristocratica divenuta sensibile al valore della cultura. Ci ha permesso a Maglie di trasformarsi da anonima contrada del regno a sede delle principali scuole di ogni livello e grado della provincia di Lecce47. Grazie al suo

    46 Cfr. G. GALASSO, Storia del Regno di Napoli: Il Mezzogiorno borbonico e napoleonico (1734-1815), IV, UTET, Torino 2008, pp. 586-590; In questo periodo lanalfabetismo della popolazione del regno molto diffuso. Listituzione di scuole unesigenza avvertita dal governo borbonico, malgrado il netto disinteresse della popolazione, la cui esigenza principale il non patire la fame. Sulla scia del dispotismo illuminato, lAmministrazione Reale di fronte al dilagare dellignoranza si rende conto che possibile tutelare la crescita economica, sottoporre a disciplina gli individui, garantire la pace sociale e integrare la societ civile nello Stato solo attraverso listruzione della popolazione. A fronte di questa considerazione, di fatto esiste unesigenza di alfabetizzazione ancora pi concreta. La Chiesa e lo Stato ricorrono sempre pi alla carta stampata per le loro comunicazioni e il saper leggere e scrivere una necessit tangibile che deve sostituirsi alluso antico delloralit. 47 S. PANAREO, cit., pp. 81-86. A partire dal primo Ottocento, levoluzione demografica ed economica induce la popolazione magliese ad una maggiore istruzione. Non una istruzione primaria che qualche maestro privato gi da diversi

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    filantropismo Maglie, dalla fine del XIX sec., accresce la sua vocazione culturale, divenendo un grande centro salentino degli studi48. Latto umanitario della donazione dei beni a favore dellistruzione pubblica per Luigi Maggiulli, una di quelle azioni giustificate dallo stretto legame che unisce la societ aristocratica al pensiero cristiano49. Questo concetto non differisce da quello gi esposto da S. Panareo e da A. De Donno, ma per di pi, secondo Maggiulli, indica latteggiamento della nobilt di ricorrere questatto per orgoglio di casta e per tal motivo

    molte volte [gli stessi] donavano le loro avite ricchezze al Clero o a qualcuna delle tante corporazioni religiose, per innalzare qua e col sontuosi stabilimenti educativi e di beneficienza, e per opere di piet 50.

    anni impartisce ai giovani magliesi, ma una che sia pi diffusa ed elevata. La portata del lascito di F. Capece non pu essere ben considerata se non si tiene presente la volont dimostrata dalla popolazione magliese in merito alleducazione e allistruzione della giovent. Gi nel 1739 Maglie si dota di una cattedra di filosofia e di teologia, nonch di una biblioteca, su disposizione del sacerdote Ignazio Ricci (1672-1739), che beneficia per lascito testamentario il clero magliese di una rendita di cento ducati annui. Questa cattedra funziona sino al 1812, anno in cui soppressa. Nel 1813 Giovacchino Murat, con decreto del 21 aprile, stabilisce di convertire questa cattedra in una scuola secondaria aggiungendovi anche un corso completo di grammatica e di belle lettere, ma il progetto rimane solo sulla carta. 48 ANONIMO, Per la prefettura della Citt di Maglie, Tipografia Garibaldi, Lecce 1890, p. 7. Le notizie contenute in questa raccolta chiariscono la portata che ebbe la donazione di Francesca Capece a favore della fondazione degli studi in Maglie. Il Ginnasio Capece risulta alla data del 1890, cio circa 50 anni dopo la sua fondazione, mantenuto principalmente con le rendite del patrimonio lasciato dalla duchessa. La citt di Maglie spende per la Pubblica Istruzione circa lire 50.000 annue, delle quali lire 35.000 provengono dal legato Capece. Tutte le scuole sono frequentate da circa 1.100 alunni ed il corpo insegnante si compone di 32 persone. Il solo Ginnasio conta una media di 65 iscritti allanno ed frequentato da 150 alunni. Il convitto annesso permette ai padri di famiglia forestieri di sostenere i figli nello studio con una spesa minore di lire 400 annue. Tale costo inferiore a quello che un padre sosterrebbe per mantenere il figlio in casa. Il Ginnasio ha una splendida biblioteca di circa 6.000 volumi e lintero edificio dotato di locali ampi e di un giardino. 49 L. MAGGIULLI, cit,. p. 1. 50 Ibid.

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    Le vicissitudini della donazione alla Pubblica Beneficenza di Maglie dei beni di F. Capece, della istituzione di un Ente morale a lei intestato e della realizzazione di un monumento a lei dedicato, vedono come protagonista lavvocato Alessandro De Donno. Egli svela in un libro pubblicato la prima volta nel 1894 e riedito nel 1900, dal titolo Memorie su la origine e le vicende del Pio Istituto scolastico Capece di Maglie, i retroscena che inducono la sua madrina dapprima a donare i beni alla Compagnia di Ges e successivamente a revocare questa donazione con un testamento olografo da lui stesso suggerito. La propensione ad avere fiducia dei Gesuiti, ai quali destina unarea del Palazzo, compresa una chiesetta per agevolare lesercizio del Santo Ufficio e rendere la loro vita confortevole, discende dalle sue convinzioni religiose e caritatevoli. S. Panareo, circa la religiosit della duchessa, scrive:

    la religione in lei non si restrinse ad una vana pratica di esercizi spirituali e contemplativi, [] ma riusc ad una viva considerazione di essa, []51.

    La pratica dellelemosina e della beneficenza sta a fondamento del pensiero cristiano (almeno delle origini) come risposta alle ingiustizie sociali. E questo il retroterra culturale e motivazionale di F. Capece, nonostante che questa pratica venga in contrasto con una societ, non solo magliese, che mostra diffidenza verso i poveri. Se vero che la sua formazione religiosa a sollecitarla ad intervenire in direzione delleducazione e dellistruzione popolare dei poveri, anche vero che sar il pensiero illuminista a porre la disuguaglianza sociale quale terreno su cui esplicare i principi di solidariet umana e civile disgiunti per dalle premesse religiose. Leliminazione della povert un imperativo che caratterizza la mentalit illuministica. Questo sembra lesito a cui perviene lazione della duchessa ed al quale si ispirano alcune donne della borghesia ed aristocrazia magliese, quali la sorella Geronima, e nel corso dell800 e i primi del 900, Michela Tamborino, Luisa Frisari, Concetta Annesi, Clementina Palma, Rosetta Palma ed

    51 S. PANAREO, cit., p. 22.

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    altre ancora. Queste benefattrici sono animate da un bisogno di creare condizioni per affrontare con azioni caritatevoli i problemi sociali: dalla salute alla istruzione, allospitalit per i senza tetto ed ancora altre testimonianze di carit. Francesca Capece quindi, probabilmente risente del nuovo clima culturale creato dallilluminismo divenendone, quasi inconsapevolmente, testimone diretta. Per questo la considerazione della sua estraneit alla cultura o della sua modesta istruzione deve essere rivista. Va considerato il fatto che la cultura in lei si realizza attraverso lattuazione della beneficenza che non un atto di sola carit cristiana. Al di l della valutazione delle sue conoscenze, ci che importa il contesto ambientale in cui vive e come lei si rapporta ad esso poich, appare evidente, che il cambiamento sociale che ha luogo in questo periodo, implica listruzione collettiva della popolazione. Di questo mutamento Francesca Capece certamente cosciente tanto che lo stesso Salvatore Panareo scrive:

    liberatasi dalle pastoie nelle quali erano ancora avvolte nei nostri paesi le ultime famiglie feudali, seppe sollevarsi, mettersi allaltezza dei nuovi tempi e intuire la necessit e lutilit delleducazione del popolo52.

    Dice ancora Panareo che ella

    mir a fare del suo paese un centro di civilt [], un focolare distruzione che stimolasse ad accorrervi chi ne avesse la brama, una fucina donde uscissero giovani virtuosi e dotti che onorassero la patria53.

    Le conclusioni a cui perviene invece Nicola De Donno inducono ad alcune considerazioni. Egli scrive:

    In primo luogo, se fu costante e magnanima la volont di Francesca Capece di destinare lintero patrimonio della famiglia ad opere di utilit cittadina, non sempre fu per chiara la sua intenzione di fare tra quelle opere la parte maggiore alla istruzione, anzi questa vi entr come

    52 S. PANAREO, cit., p. 43. 53 Ivi, p. 44.

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    conseguenza della scelta della Compagnia di Ges quale strumento. In secondo luogo, n la mentalit, n la cultura (assai scarsa) di lei, quali ci sono note dai documenti e dalle testimonianze, rendono credibile che ella abbia consapevolmente concepito e costantemente voluto, ed anzi imposto ai Gesuiti recalcitranti, la fondazione di un collegio umanistico a Maglie; ch anzi gli atti e i fatti, rettamente interpretati, smentiscono, piuttosto con aumento che con diminuzione dei meriti di lei verso noi magliesi, questo mito. In terzo luogo, neppure la Compagnia di Ges, che della scuola classica magliese fu la prima realizzatrice, vi si indusse per sua libera scelta. In quarto luogo, fu la Compagnia di Ges a spingere la duchessa Capece, la quale per suo conto non vi aveva pensato mai, ad indirizzare anche verso listruzione popolare i suoi disegni di piet e di beneficenza54.

    Ad un giudizio cos rigoroso si possono prospettare obiezioni che, oltre a riguardare il fatto che la duchessa perviene allistituzione di un luogo deputato allistruzione soltanto per aver scelto la Compagnia di Ges, investono anche altri aspetti. Sicuramente appare plausibile lipotesi secondo cui inspiegabile che un autore teatrale dedichi il suo lavoro ad una persona incolta e ignorante; e poi, un ignorante ne avrebbe recuperato il testo se non ne avesse compreso lintrinseco valore? In secondo luogo va obiettato che la scelta di un Collegio umanistico, come testimonia il prof. A. Cadei, il risultato della volont di F. Capece. Se poi stato della Compagnia dei Gesuiti il merito di indirizzare i disegni di piet e di beneficenza della duchessa verso listruzione popolare, non poi per nulla appurato, in quanto quel che appare evidente e prioritario la loro volont di fondare a Maglie un casa per la Compagnia. Nel testo di De Donno appena riportato, la nascita della scuola pubblica a Maglie appare come un gesto marginale nelle scelte e nelle volont della duchessa: il De Donno ritiene infatti che sono i Gesuiti a sollecitare la duchessa ad istituire scuole pubbliche e, comunque, F. Capece affiancata dal popolo privato magliese e dai Gesuiti di padre Sordi nella fondazione dellIstituto Capece.55 Lo storico Emilio Panarese aggiunge ulteriori soggetti (il clero e i notabili)

    54 N. DE DONNO, op. cit., pp. 24-25. 55 Ivi, pp. 34-35.

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    a quelli indicati da N. De Donno in questo atto fondativo ritenendo che le scuole di latinit

    furono volute dal clero magliese che considerava i Gesuiti, nel campo del favore popolare e della beneficenza, degli intrusi e degli approfittatori, e volute furono pure dai notabili, dalla crema della collettivit magliese, quasi tutti gesuitofobi, i quali, suggestionando con continue malefiche insinuazioni lottuagenaria duchessa, la spinsero ad aggiungere nella Convenzione del 47 delle postille relative alla coltura delle lettere, postille che dovevano servire, nelle loro intenzioni, a creare grossi ostacoli ai PP. Gesuiti in modo da costringerli alla rinuncia delleredit; ma di fatto crearono poi un serio danno proprio allistruzione delle classi popolari, che di questi beni non poterono usufruire se non in piccola parte 56.

    Riguardo alle qualit intellettive della duchessa, verosimile la sua situazione di incertezza nelle decisioni che per non di per s una prova di mancanza di istruzione o di cultura ma di una condizione psicologica prossima ad uno stato ansioso e non alla incultura o allignoranza. Questo parere confortato dalle riflessioni di Antonio Cadei, che nella relazione per la.s. 1875-76, tratteggia un breve profilo della duchessa:

    Semplice di costume, ingenua, di sufficiente coltura, di retto intendimento, non avendo prole, fu larga coi poveri e mostr animo grande preferendo allambizione di aumentare il censo di gi ricche nipoti, quella di benemerenza pubblica, che sovviene perpetuamente allafflitta e pericolante umanit perocch in questo campo ella era dapprima inclinata ad esser prodiga del suo patrimonio per Magliesi, che tenea in conto di figli57 .

    Queste qualit, non ultima quella della sufficiente cultura, disegnano una signora mite, autenticamente altruista ma non sufficientemente scaltra per intuire ogni azione da parte dei Gesuiti, i quali, osserva ancora Cadei,

    56 E. PANARESE, Cenni storici sullo sviluppo dellistruzione pubblica a Maglie dallUnit ad oggi (1861-1985), Contributi, Societ di Storia Patria per la Puglia Sezione di Maglie, V, n. 1/1986 pp. 24-25. 57 A. CADEI, cit. p. 5.

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    tosto che ebbero sentore della esitazione della Capece nella scelta dei mezzi pi acconci ad iniziare lopera generosa che andava meditando, le furono dattorno con tutte le arti di chi vuole sfruttare per s un gran dono che ad altri si riserba, ma senza che appaia il reo tentativo e senza formale compromesso 58.

    Lassenza di legami familiari spinge F. Capece a produrre, in data 18 febbraio 1843, a favore dei Gesuiti, un atto di donazione munito di regio placito con Decreto del 21 ottobre 1843 con cui vengono indicati beni mobili ed immobili, ma anche condizioni ed obblighi. La Compagnia si impegna: a) alla creazione obbligatoria ed immediata di una Casa a Maglie

    dellOrdine dei Gesuiti; b) alla creazione facoltativa da mettersi in atto comodamente sia col

    miglioramento progressivo della rendita dei beni donati, sia collaiuto di altre elargizioni di cittadini Magliesi, o di altri luoghi, di scuole pubbliche;

    c) a tenere in Maglie gli esercizi spirituali in ogni cinque anni59; d) a garantire alla duchessa un vitalizio ed una parte del palazzo

    ducale quale sua dimora.

    Queste ultima condizione viene dai Gesuiti disattesa e la duchessa si vede costretta a chiedere ospitalit ai parenti leccesi. Non solo questa la circostanza (vi anche il ritardo nella istituzione della scuola) che induce Alessandro De Donno a suggerire alla madrina, ormai provata nel fisico dallet e dalle amarezze, di redigere un testamento nel quale istituire la Beneficenza di Maglie quale erede universale dei suoi beni al fine di realizzare luoghi di pubblica utilit, perch, secondo Panareo, i Gesuiti:

    58 A. CADEI, cit., p. 6. 59 Ivi, p. 16; R.D. del 1851 n. 2094 (v. Allegato n. 2).

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    si mostrarono pi intenti a riordinare lamministrazione dei beni e a spiegare attivit spirituale qui e nei dintorni, anzich ad adempiere allo speciale obbligo che si erano assunto. Tuttavia, nellinverno del 1843-44, che possiamo considerare come il primo anno dellIstituto, si decisero ad aprire una prima scuola di grammatica. A questa scuola, formata di quindici alunni, segu una seconda, ma non si mostr di voler andare pi innanzi: per cui la Duchessa, parendole che i Padri non si attenessero alle condizioni alle quali era stata sottoposta la donazione, si decise a richiamarli ai patti, rivolgendosi al Padre Provinciale60

    A fronte di questo scarso impegno che i Gesuiti dimostrano nellistituire la scuola a Maglie, la duchessa reagisce con un atto scritto per mano del notaio G. Miglietta, datato 26 ottobre 1847. Con esso, F. Capece ribadisce la sua volont di veder istituite le scuole sublimi, impegna il padre superiore Mortari, succeduto intanto al padre Sordi come amministratore dei beni della Compagnia, a tenere in Maglie le scuole di latinit. Colti dai moti popolari del 1848, i Gesuiti, il 13 marzo, lasciano la residenza di Maglie: al palazzo loro riservato il giudice Jannibelli pone i sigilli, mentre il sottointendente De Caro elegge una commissione per lamministrazione dei beni confiscati. La duchessa, non ricevendo la quota di 600 ducati che aveva richiesto ai Gesuiti come vitalizio legato alla sua donazione, si rifugia a Lecce presso la casa del duca Frisari, suo parente. Qui permane a lungo, finch il duca, infastidito dal protrarsi dellospite, la invita ad andare via61. Con il denaro che riceve dal recupero di un credito dal nipote, il Duca di Taurisano Michele Lopez (1810-1864), prende in affitto una casa ancora a Lecce. Qui conduce una vita di stenti perch continua a donare denaro a quanti si trovano in condizioni di miseria fino al punto di trovarsi ella stessa in uno stato di indigenza. Rivolge in ogni direzione le sue richieste di aiuto, ma non trova ascolto. Auspica perci la revoca della donazione fatta ai PP. Gesuiti perch essa non corrisponde pi al fine per cui glielaveva fatta62. Il 5 novembre 1848, F. Capece, alla

    60 S. PANAREO, Discorso tenuto nel I Centenario della fondazione dellIstituto Capece, Maglie 18 nov. 1943, Tip. Messapica, Maglie, pp. 22-23. 61 S. PANAREO, La duchessa, cit. pp. 35-36. 62 Ivi, p. 21.

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    presenza di A. De Donno, e di alcuni familiari, redige questatto di annullamento del suo provvedimento:

    Nomino ed istituisco erede universale in tutti li miei beni, dritti, azioni e ragioni, che mi competono, e mi potranno competere, la beneficenza, dico la beneficenza di Maglie, mia Patria, acciocch facesse fiorire la religione, e le lettere, occupandosi principalmente stabilire in detta mia Patria luochi pii e di pubblica utilit come meglio creder. Ed mia volont che si rivocasse la mia donazione alli PP. Gesuiti, perch non corrispondono pi al fine per cui da me fatta63.

    La donazione al Comune di Maglie avviene malgrado i rapporti con lAmministrazione non siano stati in passato privi di contrasti morali e legali64.

    63 Ivi, p. 25. Mancano elementi probanti che aiutino a capire se il cambiamento della destinazione testamentaria dei beni fosse stato indotto da una contrariet alla scaltrezza dei Gesuiti, o se i ritardi o la inosservanza delle condizioni testamentarie (come afferma Alessandro De Donno) discendano dalle lungaggini degli adempimenti amministrativi che richiede lavviamento di una Istituzione. Questa seconda circostanza per ipotetica perch il decreto che autorizza i Gesuiti a istituire una casa per la istruzione e leducazione della giovent datato 20 agosto 1851, ben tredici anni dopo il Decreto che autorizza la stessa Compagnia ad accettare la donazione della duchessa. Un periodo francamente prolungato per ritenere strumentale liniziativa di Alessandro De Donno nei confronti della duchessa ai fini di un cambio del testamento. 64 A. CADEI, cit., pp. 5-6: Ne esempio la circostanza della possibile realizzazione dellOspedale, quando la duchessa, come ricorda Cadei, mostra poca fiducianella pubblica Beneficenza del Comune, in vista degli arbitri e del vandalismo cui soggiacea quella nobile istituzione sociale, per opera dun governo tanto immorale quanto dispotico. Altrettanto importante ritenere F. Capece una feudataria non disinteressata allesazione delle sue rendite nel feudo di Maglie. Al proposito vi sono delle delibere del decurionato magliese datate tra il 1807 e il 1809 dalle quali si evince che il Comune ripetutamente si oppone, alla luce delle leggi sullabolizione della feudalit, alle pretese della baronessa che esige il pagamento dei suoi antichi diritti baronali ammontanti inizialmente a ducati 235. La delibera, datata 13 luglio 1807, chiara a tal proposito ed infatti si legge come lex baronessa di questa terra, sta proseguendo ad essigere le decime ed altri giussi feudali nonch le ragioni alle cui pretese il decurionato risponde che lex baronessa non essiga n settesima, n decima, n quindicesima, n vigesima, n raggioni, n erbatiche, che con usurpazione intende essiggere [] (cfr. Archivio Storico Comune di Maglie - Atti del Parlamento Comunale di Maglie del 1807, Sez. 2, Cas. 3, Nr. 2 della pratica, Registro de processi verbali del Decurionato di Maglie principiato a 1 maggio 1807 in avanti // Oronzo

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    Dopo dodici giorni, provata psicologicamente, ma paga per aver portato in porto il suo progetto, il 18 novembre 1848, allet di 80 anni, cessa di vivere e da Lecce il suo corpo viene traslato nella Chiesa Madre di Maglie. Seguono altre vicende riguardanti questi beni e in particolare sulladempimento degli obblighi testamentari. Il rapporto tra Francesca Capece e i Gesuiti dimostra, secondo il resoconto di Alessandro De Donno, come la verit spesse volte confutata a vantaggio di sentimenti di parte che possono influenzare i biografi successivi. Ne esempio Nicola De Donno che ha avuto il merito di ritrovare un documento, scritto per mano di Domenico Sordi, nel quale descritto il suo punto di vista in merito alle vicende che interessano listituzione della beneficienza magliese. I tratti che vengono delineati da questa narrazione permettono di fare chiarezza su alcuni punti che sino a qualche tempo fa si ritenevano ineccepibili. Con il ritorno a Maglie dei Gesuiti, pi che le sollecitazioni della duchessa, sono i prodromi della rivoluzione del 1848 ad indurre i Gesuiti a istituire un Ginnasio-Convitto. La loro espulsione mette in crisi il sistema scolastico di Terra dOtranto: si veda a tale scopo la contrazione delle frequenze nelle scuole gesuitiche leccesi. Il loro ritorno nella patria magliese non solo accelera listituzione delle scuole ma permette anche di accontentare la duchessa che lamenta la lentezza con la quale la sua opera si realizza. Con il Decreto reale del 20 gennaio 1851, viene cos sancita la nascita dellIstituto per leducazione ed istruzione della giovent magliese. Il Decreto cos recita:

    Accordiamo il nostro beneplacito allo stabilimento nel comune di Maglie, Provincia di Terra dOtranto, di una casa gesuitica per leducazione ed istruzione della giovent, coi beni donati dalla duchessa di Maglie, donna Francesca Capece65

    Garzia decurione e segretario. 1807). Il Comune, il 14 giugno 1809, sar dal Sacro Regio Consiglio definitivamente condannato al pagamento. Questi documenti, tuttavia, non sono sufficienti a determinare con certezza quanto lesercizio feudale della baronessa vessatorio e quanto influisce sulleconomia del paese, anche se la feudalit di F. Capece non sembra meno grave di quella diffusa nel resto del Mezzogiorno. 65 V. DE DONNO, Oronzo De Donno juniore e la rivendicazione dei beni della Duchessa Capece dal Demanio, Stab. Tip. Giurdignano Lecce 1919, pp. 18-19.

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    Con lunit dItalia del 1860 e la conseguente soppressione della Compagnia di Ges, in un primo momento il Fisco indotto ad indemaniare i beni dei Gesuiti, compresi quelli inerenti la donazione di F. Capece. Questi beni per non appartengono pi alla Compagnia di Ges ma alla Municipalit di Maglie in virt delle ultime volont testamentarie della Capece. Tra i numerosi reclami per il riconoscimento dei diritti della donazione al Municipio di Maglie, vi quello dellon. Oronzo De Donno (1819-1886) che alla Camera dei Deputati nella seconda tornata del 30 maggio 1864, interviene con un disegno di legge per lerogazione del legato Capece a favore del Municipio di Maglie. Il Governo cede questi beni al Comune di Maglie, in modo provvisorio. Si rende obbligatoria una ulteriore azione del Comune, mirante ad ottenere lacquisizione definitiva e completa dei beni che viene finalmente soddisfatta il 6 ottobre 1871.

    La realizzazione del monumento per onorare la memoria della duchessa, trova ancora liniziativa di Alessandro De Donno. Egli si rivolge ad Antonio Bortone, rinomato scultore di Ruffano66 con un

    66 Antonio Ippazio Bortone nasce a Ruffano nel 1844; muore a Lecce nel 1938. Il padre, Carmelo Portone (sar lo stesso Antonio a cambiare liniziale del cognome), fabbro, la madre, Anna Maria Antonino, contadina. Mostra il suo talento precocemente. A soli 10 anni, nel 1854, realizza il busto del padre Carmelo dal quale apprende la manualit per modellare i materiali. Sar questa sua realizzazione a costituire un biglietto da visita per farsi conoscere ed avviarsi agli studi artistici. E un ricco signore di Ruffano, Don Antonio Lezzi, che alla vista del busto del padre di Antonio, lo presenta al barone Sozy Carafa, governatore della Provincia di Terra dOtranto. Questi gli chiede un ritratto e Antonio lo esegue. Tale prova gli serve per ottenere un posto di convittore nellospizio Garibaldi di Lecce. Da qui ogni giorno si reca alla bottega dello scultore Antonio Maccagnani, divenendo suo discepolo nello studio del disegno e della tecnica scultorea. Da Lecce, grazie ad un sostegno finanziario da parte della Deputazione Provinciale, si reca nel 1861 a Napoli presso lIstituto Superiore di Belle Arti per la continuazione degli studi. Dopo aver terminato gli studi accademici, nel 1865 si reca a Firenze per arricchire le sue conoscenze stilistiche entrando in rapporto, grazie ad una lettera di presentazione del marchese napoletano Casanova, con Giovanni Dupr, famoso scultore che opera in questa citt. E qui che realizza, nel 1866 Il gladiatore morente, una piccola ma importante scultura, oggi di propriet privata ( nel Palazzo Tamborino di Maglie) che gli vale

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    laboratorio a Firenze, inviandogli il suo opuscolo Memorie su la origine e le vicende dellIstituto Scolastico Capece di Maglie, pregandolo di realizzare un bozzetto di un monumento sulla base delle considerazioni e degli elementi descritti ed esposti nel testo. La risposta dello scultore positiva ed espressa con queste parole:

    Volentieri accetto, tra perch voi lo volete, e tra perch il soggetto mi piace: loriginale del Monumento sta nel vostro opuscolo- faccia Dio chio riesca a copiarlo67.

    Dopo pochi mesi il bozzetto in gesso esposto al pubblico in un salone del Palazzo De Donno. Nasce sotto la Presidenza onoraria dellavv. Alessandro De Donno un comitato per raccogliere fondi al fine di ricompensare Bortone per il suo lavoro, oltre alle spese di sistemazione. Lemolumento a Bortone raggiunge la cifra di lire diciassettemila. La scelta del luogo avviene dopo che le proposte per Piazzetta delle palme (oggi Piazza Francesca Capece) ed il cortile dellIstituto (proposto da

    lammirazione del Dupr. Successivamente realizza numerose opere a Firenze, alcune delle quali per le Basiliche di S. Croce e di S. Maria del Fiore, in altre localit italiane, a Lecce ed in provincia. E del 1896 lincarico per la realizzazione del monumento a F. Capece; I. LAUDISA, Lopera di Antonio Bortone, in: AA.VV., Antonio Bortone, Proloco Ruffano, Editr. Conte, Lecce 1988, p. 24; Scrive il critico darte Ilderosa Laudisa: Il monumento proponeva due figure trattate in modo ben diverso. La donna, scolpita con meticolosa attenzione ad ogni particolare dellabbigliamento e del viso, sul quale il tempo e le vicissitudini avevano lasciato evidenti tracce, una figura reale; sembra quasi una immagine ricavata da fotografia. Il fanciullo, in quanto figura allegorica, seminudo, di belle fattezze e fortemente idealizzato. I simboli della Conoscenza e della Fede legano i due personaggi. Alcuni particolari, quali le mani della Capece sulla spalla del ragazzo e la posizione di questultimo, riportano alla mente una delle opere eseguite nel primo periodo fiorentino: la Carit religiosa; Luigi Bardoscia, Antonio Bortone, Centocinquantanni dalla nascita, Calendario del 1994). Lopera realizzata a Firenze, ed alla sua inaugurazione Antonio Bortone non presente. La notizia su questopera riportata da numerosi giornali locali, nazionali, (in particolare toscani) e internazionali. Vanno ricordate le testate Popolo meridionale, Propugnatore, LAvvenire, Il Corriere Meridionale, La Gazzetta delle Puglie, La Provincia di Lecce, Commercio toscano, Il Fieramosca, LIllustrazione Italiana, Anthologie Revue, Le Monde illustr. 67 A. DE DONNO, op. cit., p. 126.

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    Alessandro De Donno) sono rifiutate. E dunque Piazza Municipio ad accogliere il monumento. Per motivi di schieramento politico e per la complessit e imponenza del gruppo scultoreo anche rigettata la proposta avanzata autonomamente da un altro illustre scultore, il magliese Giuseppe Mangionello (1861-1939), consistente in unopera formata da una figura femminile (la duchessa) accompagnata da un gruppo di adolescenti che si dirigono dalla piazza allIstituto68. Il monumento collocato al centro della Piazza di Maglie nel 1898. Dopo due anni, fissata al 29 luglio 1900 la cerimonia dinaugurazione69. Dalle considerazioni e riflessioni di questa ricerca pu evidenziarsi una inedita lettura delle vicende umane, delle conoscenze e delle attitudini culturali di Francesca Capece. La vicenda della donazione mostra un aspetto certamente non marginale nella ricostruzione che storiografi e cronachisti hanno fatto. La pluralit di soggetti che si avvicendano nel dialogo con la duchessa, sembrano animati da un solo comune denominatore: trarre un qualche vantaggio da cos grande patrimonio. I suggerimenti, le proposte, i consigli rivolti alla duchessa spiegano lopera di screditamento che queste persone attuano reciprocamente, il cui esito quello di danneggiare anche la figura virtuosa della principale protagonista. Potrebbe essere stato generato da questo clima il giudizio contraddittorio e comunque non univoco che nel corso del tempo gli storiografi e cronachisti prefigurano della duchessa, da poco istruita a incolta, da persona insicura a sempliciotta. Pur appellandosi a documentazioni che attestano le loro valutazioni, questi biografi di F. Capece, non li esibiscono. Lunico documento che consente perci di prefigurare tratti differenti dai giudizi attribuiti innanzitutto il componimento teatrale qui presentato che essendo scritto in un periodo precedente a tutte le biografie fin qui discusse, un documento indipendente ed utile a prefigurare una

    68 Seduta Consiglio Comunale del 7 luglio 1897. (Allegato n. 3). 69 C. GIANNUZZI, I primi cento anni della vecchia signora, Gazzetta del Mezzogiorno, 24 luglio 2000 (articolo pubblicato in occasione del centenario dellinaugurazione del monumento).

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    diversa valutazione sulle capacit culturali e sulle caratteristiche psicologiche della duchessa. Sicuramente il contributo da lei dato per lemancipazione della popolazione dal punto di vista educativo rilevante ed ha influito moltissimo sulla storia stessa di Maglie. E altrettanto vero che non valutabile quanto latto di beneficenza abbia potuto contribuire ad affrontare le cause strutturali della povert mentre certo che sia stato rilevante il patrocinio nella fondazione degli studi in Maglie perch la base economica e culturale sulla quale si impianta la scuola magliese ha la sua fondazione proprio nel lascito della duchessa. Oggi, il gesto di Francesca Capece quanto mai attuale e vivo in seno alla comunit magliese per il prestigio e la fama che la citt ha ottenuto proprio per i meriti culturali che lIstituzione scolastica da lei voluta ha saputo raggiungere nel tempo.

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    ALLEGATI

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    ALLEGATO 1 COLLEZIONE DELLE LEGGI E DECRETI REALI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, Anno 1835: Decreto relativo allacquisto di alcune case e di una bottega da farsi dal Comune di Maglie in Terra dOtranto ad oggetto dampliarne la sua piazza. Napoli, 25 Agosto 1838. FERDINANDO II, PER LA GRAZIA DI DIO RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME ECC. DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO EC.EC. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA EC. EC. EC. Veduta la nostra sovrana risoluzione de 25 di giugno ultimo presa sullanalogo avviso della Consulta de nostri reali dominii di qua del Faro; Sulla proposizione del nostro Ministro Segretario di Stato degli affari interni; Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue. ART. 1. Autorizziamo il comune di Maglie nella Terra dOtranto di mandare ad effetto il progetto fatto, e precedentemente approvato di ampliare la sua piazza; e per conseguenza rimane facoltato di acquistare per servirsene alluopo le case cio di D. Giorgio Garzia per ducati duemila cinquanta e grana 55; di Fortunato Cazzatello per ducati millequattrocentonove e grana 85; della vedova Micolano per ducati dugentosettantanove e grana 5, e la bottega del Capitolo per ducati centoundici; su di che stato specialmente impartito particolare regio assenso, come da decreto apposito de 19 di aprile ultimo, e real rescritto per lo Ministero e real Segreteria di Stato degli affari ecclesiastici de 16 del seguente maggio. 2. I denotati prezzi de fondi designati saranno pagati col denaro che si trova in cassa, cogli altri destinati nello stato discusso allarticolo di opere pubbliche, e col ritratto della vendita del Sedile comunale, di cui si ammessa lespedienza a termini degli atti riguardanti questo affare. 3. Le spese di apprezzo de cennati fondi, e quelle delle pubbliche scritture, ed altre su queste basi, saranno pure sopportate dal comune, facendosene esito dalla cassa comunale.

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    4. Il nostro Ministro Segretario di Stato degli affari interni incaricato della esecuzione del presente decreto. Firmato FERDINANDO Il Ministro Segretario di Stato degli affari interni Firmato, Nicola Santangelo. Il Consigliere Ministro di Stato Pres. Interino del Cons. de Ministri. Firmato, Marchese Ruffo. (p. 73 e 74).

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    ALLEGATO 2 COLLEZIONE DELLE LEGGI E DE DECRETI REALI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, Anno 1851 Semestre I, da tutto gennaio a tutto giugno Stamperia Reale, Napoli 1851 p. 15: (N 2094) Decreto autorizzante lo stabilimento di una Casa Gesuitica nel comune di Maglie per la educazione ed istruzione della giovent. Napoli, 20 Agosto 1851. FERDINANDO II, PER LA GRAZIA DI DIO RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME EC. DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO EC.EC. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA EC. EC. EC. Veduto il nostro real decreto de 21 di ottobre 1843, col quale autorizzammo la Compagnia di Ges in questi reali dominii ad accettare la donazione fattale dalla Duchessa di Taurisano D. Francesca Capece con listrumento del 18 di febbrajo detto anno 1843 per lo notajo in Melendugno Raffaele de Rinaldis, con le condizioni e co patti nellistrumento stesso apposti, tra quali quello di doversi stabilire nel comune di Maglie una Casa Gesuitica per la istruzione della giovent; Sulla proposizione del nostro Ministro Segretario di Stato degli affari ecclesiastici e della istruzione pubblica; Udito il nostro Consiglio ordinario di Stato; Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue. ART. 1. Accordiamo il nostro beneplacito allo stabilimento nel comune di Maglie, provincia di Otranto, di una Casa Gesuitica per la educazione ed istruzione della giovent co beni donati da detta Duchessa di Taurisano D. Francesca Capece. 2. Il nostro Ministro Segretario di Stato degli affari ecclesiastici e della istruzione pubblica incaricato della esecuzione del presente decreto. Firmato, FERDINANDO.

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    Il Ministro Segretario di Stato degli affari ecclesiastici e della istruzione pubblica Firmato, F. Troja. Il Ministro Segretario di Stato Presidente del Consiglio de Ministri. Firmato, Marchese Fortunato. Certificato conforme. Il Ministro Segretario di Stato Presidente del Consiglio de Ministri. Firmato, Marchese Fortunato.

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    ALLEGATO 3

    Consiglio Comunale del 7 luglio 1897 Oggetto: concessione di suolo gratuita per lerezione del monumento alla duchessa (lettera inviata dalla sottoprefettura di Gallipoli alla richiesta di Raffaele De Donno) Oggetto: Monumento a F. Capece-Verbale adunanza del 31 maggio 1897 h.9 Presidenza sindaco Valentino Cezzi Presenti i consiglieri: Donato Ferramosca, cav. Oronzo Garzia, cav. Donato Zocco, Palma Salvatore, Sticchi Oronzo, Cazzatello Andrea, Ferramosca Salvatore, Mellone Tolentino, Marcello Palma. Segretario Comunale: Cesare Miglietta. Il Presidente legge al Consiglio la nota del 19 Aprile u.s. del Presidente del Comitato del monumento a F. Capece, concepita nei seguenti termini: La S.V. gi a conoscenza come sia stato costituito un Comitato per lerezione di un monumento alla benemeriata duchessa F. Capece, per la esecuzione del quale monumento stata affidata allillustre scultore cav. Antonio Bortone. A tale opera che oltre ad essere ladempimento di un dovere di gratitudine verso la memoria di una tanto magnanima signora, servir ancora a decorare la piazza maggiore di questa citt certamente vorr con larghezza concorrere lonorevole amministrazione del nostro Municipio Come sindaco chiedo che come Amministrazione deliberi la concessione gratuita di tanto suolo di questa piazza Municipio quanto ne creder necessario lo scultore cav. Bortone e nel luogo della stessa ove il Comitato e il sullodato artista determineranno di erigere il detto monumento. Allego copia conforme della deliberazione del 7 dicembre 1896 del Comitato per il Monumento e del Consiglio di Amministrazione dellIstituto Capece. Firmato Pres. Oronzo Garzia Legge la delib. Del Consiglio di Amministrazione dellOpera Pia Capece del 7 dicembre 1896 con la quale si indicano le iniziative prese sin dal 1888 e nel 1890 dal Consiglio Municipale.

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    Il presidente manifesta che erigere un monumento alla pi cospicua personalit magliese che la benemerita duchessa F.Capece, opera di operosa gratituddine di un popolo il quale ripete dalla sua istituzione i pi grandi benefici di progressio morale e civile. Niuno fu tanto grande nel concetto del bene della sua Patria; niuno cre una gloria duratura e un beneficio perenne ai suoi cittadini quanto la magnanima duchessa F. Capece la quale spogliandosi di ogni suo bene lasciava il popolo magliese erede della cospicua sua fortuna, perch con i suoi mezzi si fosse istruito ed educato nelle lettere, nelle scienze e nella religione. Allunanimit di voti per appello nominale

    Delibera

    1) di concorrere allerezione del monumento della benemerita duchessa F.Capece con lire 5.000 pagabili in 5 anni, con lire 1.000 allanno da stanziarsi nel bilancio del 1898.

    2) Alla stessa unanimit stabilisce che il monumento della benemerita donna sia affidato allillustre scultore Antonio Bortone per lire 17.000 e che sorga nella piazza Municipio luogo il pi adatto per il collocamento del monumento cedendo al Comitato gratuitamente il suolo che occorrer e precisamente nella piazzetta prospicente al Palazzo Municipale. (Trascrizone della seduta tenuta nel Comune di Maglie. Loriginale della delibera depositato presso lArchivio Comunale).

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    ALLEGATO 4

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    Il Teatro moderno applaudito

    ossia raccolta di tragedie, commedie, drammi e

    farse che godono presentemente del pi alto favore sui pubblici teatri,cos italiani,

    come stranieri; corredata di notizie storico-critiche e del

    giornale dei teatri di Venezia. Tomo XLV

    In Venezia, il mese di Marzo lanno 1800 Stampato da An