La città del sole - mostra collettiva di arti tecnologiche

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LA CITTÀ DEL SOLE mostra collettiva di arti tecnologiche

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La città del sole - mostra collettiva di arti tecnologiche. A cura di Angelo Cigolindo. Catalogo con opere grafiche e videografiche.

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LACITTÀ

DEL

SOLEmostra collettiva di arti tecnologiche

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Enzo BiancoSindaco

Orazio LicandroAssessore ai Saperi e alla bellezza Condivisa e Turismo

Augusta EmanueleDirettore Direzione Cultura e Turismo

Salvatore Lo GiudiceResponsabile P.O.Progetti Speciali, Mostre e Eventi

Giovanni OberdanAllestimenti Palazzo della Cultura

saggi critici a cura di:

Enzo Bianco Sindaco di Catania

Orazio LicandroAssessore ai Saperi e alla bellezza Condivisa e Turismo

Salvatore Lo GiudiceResponsabile P.O.Progetti Speciali, Mostre e Eventi

Angelo CigolindoCuratore della Mostra

Laura LombardoLiliana NigroAntonio Alessandro MassiminoGiuseppe GuzzoneGiuseppe Maurizio AstutiSergio CaraglianoMaurizio Malfa Martena

a cura di Angelo Cigolindo

progetto grafico Marco Cassone

progetto grafico multimedialeMaurizio Giuseppe Astuti

immagine di copertinaOmaggio alle opere di elio calabresi

si ringrazia MiArtè fine artMaurizio Malfa Martena

CataniaPalazzo della Culturaex Convento San Placidovia Vittorio Emauele 121

inaugurazione31 maggio 2014ore 18.30

dal 31 maggioal 15 giugno 2014

oraridal lunedì al sabatoore 9.00/13.00 - 15.00/19.00domenicaore 9.00/13.00

Scarica gratuitamente il catalogo multimediale su

http://bit.ly/cittadelsole

2014

Angelo [email protected]

Marco Cassone [email protected]

Comune diCatania

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Enzo BiancoSindaco di Catania

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Il brano della Civitas Solis, opera fi-losofica scritta nel 1632 dal frate do-menicano calabrese Tommaso Campa-nella, ci serve a introdurre la mostra, dallo stesso titolo, organizzata nel Refettorio del Palazzo della Cultura dal Collettivo di Arti Tecnologiche che ha voluto riproporre il tema della città ideale come scenario dell’immaginario collettivo.La città di Campanella, a forma circo-lare, era situata su un colle in cima al quale si trovava il tempio del sole ed era circondata da sette mura chiamate con i nomi dei sette pianeti. Era prati-camente inespugnabile e vi si poteva accedere solo attraverso quattro porte situate sui quattro punti cardinali.Sorge spontaneo il parallelo con cit-tà vicinissime a Catania come Gram-michele, con la sua pianta esagonale. Ma il titolo induce anche a pensare a

“città ideali” materialmente edificate ma che vanno rivisitate, riassembla-te e risognate sotto il profilo politico. Pensiamo per esempio alle città me-tropolitane.La mostra, di arti grafiche e audiovisi-ve, attraverso le opere esposte, finisce con il rivelarsi inoltre un pretesto per una riflessione attenta e critica attor-no al tema, attualissimo, dell’utopia. E nell’ottica di un auspicabile rinno-vamento della società alla luce di va-lori universali, anche considerando lo spiccato profilo tecnologico dei lavori, in linea con le più recenti tendenze ar-tistiche.  La mostra, inoltre,  compren-de anche saggi critici appositamente redatti, consentendo momenti di ri-flessione utili al fruitore più curioso. Il curatore, Angelo Cigolindo, estre-mamente attento ai nuovi linguaggi espressivi e capace di sorprendere

con nuovi approcci all’arte contempo-ranea, ha voluto che alcuni degli artisti in mostra potessero vedere elaborato il proprio progetto in un filmato con suoni e musica, spunto per ulteriori reinterpretazioni artistiche di forte im-patto espressivo.Tramite la fotografia digitale, la grafica 3D, l’audiovisivo, in una sinergia capa-ce di coinvolgere e catturare lo spet-tatore, si intersecano dunque paesi e città metropolitane, centri urbani fan-tastici e utopistiche città, sviluppando tutti i temi in qualche modo legati al significato di conglomerato urbano, nelle sue varie coniugazioni ed espres-sioni, nella società contemporanea.

«Sorge nell’alta campagna un colle, sopra il quale sta la maggior parte della città; ma arrivano i suoi giri molto spazio fuor delle radici del monte… dentro vi sono tutte l’arti, e l’inventori loro, e li diversi modi, come s’usano in diverse regioni del mondo».

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Orazio LicandroAssessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa e Turismo

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Viviamo in una società liquida. La for-tunata espressione di Zygmunt Bau-man ha avuto talmente successo che non c’è oramai più luogo della vita, sia essa afferente all’individuo o, a mag-gior ragione, a un insieme di persone, che non venga letto e interiorizzato come liquido, sfuggente, poco soli-do se non addirittura tendente alla pervasività e alla inafferrabilità dello stato gassoso. Non incontriamo più “persone” ma avatar, le relazioni sono quelle tipiche della virtualità da social network, la politica e la stessa eco-nomia sono divenute ai nostri occhi, eternamente incollati allo schermo del web, sempre più immateriali. Fa quindi un po’ impressione ritrova-re in questa mostra curata da Angelo Cigolindo pietre, sassi, memorie scol-pite nella materia, anche se questa materia viene qui solo rappresentata, più evocata che portata al contatto fi-sico con la nostra mano. Ma in queste pietre c’è traccia di quelle mani che eressero mura, che forgiarono civiltà e modelli di civitas. E per ritrovare la “dura” materia, senza la quale nessu-na arte potrebbe darsi, senza la quale mancherebbero all’umana avventura i

materiali stessi sui quali sperimentare, senza la quale, infine, verrebbe meno la poiesis e dell’artigiano e dell’artista, essendo identica la radice poetica. E dove i nostri artigiani della bellezza e del pensiero vanno a cercare e a ritro-vare i materiali a loro necessari? Con un “incredibile” salto all’indietro nel tempo si buttano nel tempo che mai è stato e mai verrà, nel luogo che mai è stato calpestato e mai lo sarà: nella terra più conosciuta nei sogni dei filo-sofi che è l’UTOPIA. Hanno scelto l’utopia apparentemente più solare, quella del frate calabrese Tommaso Campanella, eretico ordina-tore di mondi che, nel mentre il mondo conosciuto iniziava a sgretolarsi sotto le potenti spinte della coscienza lute-rana e dello spirito animale capitalisti-co, provava a mettere tutto in regola. Una regola che oggi ci fa paura ma che rimanda incessantemente ad altro: un altro ordine, un altro mondo, un altro tempo. Qualche anno prima un altro frate, Thomas Muntzer, nelle fredde terre tedesche, aveva dato parole e ra-gioni ai contadini in rivolta. Anch’essi cercavano altro. Non trovarono giu-stizia ma lasciarono insegnamenti.

Abbracciarono, anche se per poco, la forza più grande dell’universo, capace di cambiarlo per renderlo finalmente “umano”: la speranza. Ai visitatori che si aggireranno fra le opere esposte e proiettate, colorate o musicate, chiedo semplicemente: non vi sembra, in que-ste sale, di respirarla almeno un po’, la speranza?

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Salvatore Lo GiudiceResponsabile P.O.

Progetti Speciali, Mostre e Eventi

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Tommaso Campanella, filosofo e an-che frate domenicano, è vissuto tra il 1568 e il 1639 e la Civitas Solis, la città ideale, che propone nel trattato di filosofia La città del Sole, è un luo-go dove ogni singolo aspetto della vita è rigidamente regolato. Un dato che l’opera di Campanella condivide con quasi tutti gli scritti concernenti società utopiche: un’eccessiva insi-stenza sull’ordine e la disciplina che quasi annienta le libertà, una volontà di controllare tutti gli aspetti della vita umana che agli occhi moderni può far apparire le varie isole utopiche ben poco attraenti.Campanella costruisce la sua opera ispirandosi al concetto di società Tra-dizionale, che si basa sulla libertà e la giustizia, nel rispetto dei ruoli, che i singoli individui ricoprono in tale am-bito. Il valore del singolo, infatti, non è legato a ciò che individualmente rap-presenta in questa società, ma alla sua espressione spirituale ed esistenziale in quanto uomo. Il pensiero di Cam-panella è in antitesi con la religione e la politica del suo tempo, che hanno subito una caduta ed un degrado, e si pone in contrasto con le istituzio-ni corrotte, mezzo per perpetuare gli interessi di pochi e non di quelli della comunità. Campanella è sostenitore del leggero vento di rinnovamento che iniziava a farsi avanti nel Seicento ita-liano. Come in ogni società Tradiziona-le, nella Città del Sole di Campanella non c’è la separazione tra potere spi-rituale e temporale, poiché questi non

si sono ancora scissi, ed è infatti il Re Sacerdote che li incarna ed esprime in un unico uomo, il cui ruolo e corpo appartengono a ogni singolo di quella società che ne è immagine riflessa. Il Tempio che si trova al centro della cit-tà, cioè dell’universo, non è altro che il Sole e le mura non sono altro che i sette pianeti che gli girano intorno, aspetto che riporta dunque a culture antiche.A questo si sono ispirati gli artisti del Collettivo di Arti Tecnologiche, coor-dinati dall’infaticabile Angelo Cigo-lindo, ed hanno saputo trasformare l’arte tradizionale della grafica, pittura e fotografia, con gli attuali strumen-ti dell’ICT, offrendo nuovi approcci all’arte contemporanea, mettendo as-sieme una serie di elaborati artistici, in arti grafiche digitali e audiovisive di alto spessore culturale.Pregevoli sono gli inserimenti musi-cali di Sergio Caragliano negli audio-visivi, aver utilizzato suoni concreti, ambientali, rumoristici, il fruscio del mare, il nitrito di un cavallo, è frutto di una scelta forte, che si intende come voglia di dar vita alle immagini, utiliz-zando linguaggi visivi e sonori simul-taneamente con l’adeguata consape-volezza di chi del suo mestiere riesce a farne un’arte. Le incisioni di Alfio Milluzzo, rappre-sentano la forma del sole, ne “Il cer-chio è il mondo” nell’elaborazione gra-fica le figure vivono, si scompongono e si animano, il linguaggio sonoro si compone con l’animazione digitale

che privilegia la forma rappresenta-tivo-plastica del sole che è vita, e si riparte da dove tutto è iniziato, ”il cer-chio”.Emozionante in “Le porte del cielo”, vi-deo tratto dalle incisioni di Giuseppe Guzzone la melodia lenta, che ti fa so-gnare, ma che ti riporta alla realtà con una ricorrente nota grave. Emoziona-no anche le parole di Alberto Abate, grande maestro e ricercatore del mito. Nell’opera di Angelo Cigolindo si con-centrano tutte le visioni del Campanel-la, egli si affida agli ideali di bellezza della classicità greca, ai significati con-tenuti nella poetica di Rodin. Il Sole, Pon, Sin e Mor sembrano esser pre-si in prestito dalla Porta dell’Inferno, il tutto sapientemente inserito dentro geometrie perfette, con un chiaro ri-ferimento compositivo al maestro Bo-sch, dove il tema del cerchio assume in sè duplici valenze, un omaggio all’arte dunque, quella di Cigolindo, alla leg-gerezza, all’esattezza, alla moltepli-cità, alla visibilità, tutti insegnamenti lasciatici da Italo Calvino. Tornando a Campanella, l’opera del filosofo dome-nicano é una preziosa testimonianza della sua passione e delle sue speran-ze di fronte ad una realtà presente dal carattere tragico. Il suo pensiero ha qualche connessione con la situazione attuale?Nelle opere degli artisti presenti alla mostra troverete la risposta.

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Angelo CigolindoCuratore della mostra

Depositari della Bellezza

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Prendendo spunto dalla Città del Sole del filosofo Tommaso Campanella, un’opera significativa sulla repubblica ideale, che, contro la tirannide, l’invi-dia e l’ipocrisia, esaltava la moralità, l’unione dei cittadini e la solidarietà, ho fatto una seria riflessione sulla so-cietà di oggi. Dalle conversazioni sin-gole e di gruppo, con gli amici artisti, che fanno parte del Collettivo di Arti Tecnologiche, spesso è scaturito il pensiero che anche la nostra società, la nostra città necessitano di un rin-novamento etico da perseguire in un futuro prossimo. Siamo noi giovani gli attori di questo cambiamento, noi che crediamo nel lavoro come espressione di dignità, noi che vogliamo vivere in una città che venga incontro alle no-stre esigenze, che ci offra degli stimoli di crescita, che sia occasione di sfide ambiziose.

La mostra qui presentata dal titolo “La Città del Sole” scaturisce da queste esigenze di rinnovamento, di proiezio-ni idealiste verso il futuro e tramite l’u-tilizzo della tecnologia in ambito della grafica digitale e dell’audio-visivo vuol farsi interprete delle nostre speranze.Molti sono gli artisti presenti, diffe-renti le “idee” di Città del Sole, a volte in chiave di lettura ottimistica, a volte pessimistica, opere diverse nelle tec-niche, ma tutte confluenti verso visioni e concezioni analoghe.Con l’operato artistico di ciascuno di noi vogliamo valorizzare la città, inte-sa come depositaria del nostro patri-monio artistico e culturale, famoso in tutto il mondo. Noi creativi, poeti e visionari, ci affi-diamo all’arte, al sole che illumina l’a-gorà, affinché le idee fragili si possono trasformare in pietre, e da pietre in

colonne per sostenere ideali di virtù e bellezza.Noi ci sentiamo depositari ed eredi di questo ricco patrimonio artistico e culturale delle nostre città e lo voglia-mo esprimere col nostro operato.Per me è una grande emozione il con-corso di tutti questi artisti che hanno aderito alla mostra con le loro opere ed è a loro che esprimo il mio più sen-tito apprezzamento ed i miei migliori auguri per una nuova e più giusta col-locazione nella nostra Città, ricordan-doci e ricordandovi che è la Bellezza a salvare il mondo.

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Giuseppe Maurizio AstutiMultimedialità

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Multimedialità è un termine molto usa-to, talvolta in modo approssimativo. È una parola che ha molteplici sfaccet-tature, spesso utilizzata indiscrimina-tamente inflazionandone il significato. Dovendo utilizzare una definizione da vocabolario, è possibile affermare che è un uso di linguaggi e codici espres-sivi all’interno di un unico medium. Si potrebbe aggiungere che è pari ad una forza centripeta, che permette un’in-tegrazione di media diversi legati ad un processo di convergenza al digita-le, che ne consente una distribuzione sotto forma di flussi di bit. Il rischio è che la multimedialità possa essere ri-dotta a un mero fatto tecnico, mecca-nico e prettamente funzionale. Fortunatamente l’opera multimediale supera le definizioni tecniche legate agli oggetti e al singolo supporto, po-nendo al centro i contenuti e utilizzan-do i mezzi di comunicazione come una grande rete integrata e globale. Non seguendo i criteri di una progettazio-ne distribuita su un unico medium, può essere concepita senza preveder-ne necessariamente tutte le modalità di svolgimento e realizzazione. L’ope-ra multimediale è adattabile a scopi

diversi e fruibile secondo molteplici modalità. Non è solamente veicolo di informazione, ma luogo in cui si con-centra il sapere e l’esistenza. Il fruito-re è come un contenitore in attesa del contenuto, il suo stato è quello di inte-ragire superando il limite dell’appren-dimento. Quando ci si trova difronte ad un’opera multimediale si attivano intelligenze visivo/spaziali, musicali, intrapersonali e l’uso combinato dei sensi, attraverso ambientazioni tridi-mensionali, suoni stereofonici, imma-gini ad alta definizione e uso di peri-feriche appropriate. Ci si sente parte di quell’ambiente, totalmente immersi in una nuova realtà. Il percorso diven-ta personale e multisensoriale. Cam-biano le modalità di acquisizione e di organizzazione delle informazioni e i sensi sono i protagonisti di nuovi modi di lettura. Il reale e il virtuale sono complementari e in competizione tra loro. Tutti gli accadimenti, quello che ci circonda e le nostre esperienze sono riprodotte attraverso immagini e simulazioni virtuali. L’immaterialità dell’opera pervade il fruitore, renden-dolo libero dai legami fisici e, in casi estremi, portandolo all’alienazione.

I video presentati dagli artisti in mo-stra rivelano che la volontà di usare le nuove tecnologie non ha uno scopo puramente meccanico ed estetico. Il loro impiego, infatti, è controllato dalla coscienza dell’uomo, che scava dentro le modalità rappresentate dal mezzo, dimostrando che la multimedialità non è solamente un medium al servizio dell’arte, ma è essa stessa arte.

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Sergio CaraglianoIl rapporto tra suono e immagine nell’audiovisivo

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La compresenza di suono e immagine all’interno dei più svariati linguaggi di comunicazione non è un fatto esclu-sivo della contemporaneità. Fin dalla preistoria l’uomo si è espresso utiliz-zando linguaggi visivi e sonori simul-taneamente. Sebbene musica e arti visive abbiano una loro consolidata autonomia come forme d’espressione indipendenti, il loro incontro produce un valore aggiunto che non possiamo sottovalutare. Nell’audiovisivo il suono che accompagna il fluire delle imma-gini crea una nuova dimensione sen-soriale, un canale capace di veicolare informazioni che l’immagine da sola non sarebbe capace di esprimere.Per esempio nel video in omaggio alla figura artistica di Elio Calabresi “La mongolfiera racconta”, in collabora-zione con Angelo Cigolindo, abbiamo scelto suoni concreti, ambientali, ru-moristici, il fruscio del mare, il nitrito di un cavallo, in linea con una chiara volontà descrittiva già presente nella voce narrante, nell’intento come di dar vita, tramite il “movimento” dei suoni, alle forme statiche dei disegni. L’im-magine di una valigia, in una cabina di un treno, occupata da una donna

in viaggio col suo bambino, sembra volerci suggerire cose che solo la mu-sica riesce a raccontarci, riuscendo in qualche modo a svelarci lo stato emo-tivo dei personaggi con immediatez-za. Un brano di burlesque, con i suoi chiari riferimenti ad un’ambientazione francese, conferisce unità al tempo narrativo, in altre parole, fin quando sentiamo il brano, penseremo che la narrazione si svolge nello stesso luo-go, nonostante il fluire delle scene.In “Le porte del cielo”, video tratto dalle incisioni di Giuseppe Guzzone e montato da Marco Cassone, ho com-posto una melodia lenta, quasi so-gnante, che poggia su una nota gra-ve, onnipresente, che ci proietta verso una dimensione cosmica, mentre le note di una scala modale Misolidia, ci riconduce al tema del mito accennato nel testo di apertura di Alberto Abate. Infine in “Il cerchio è il mondo” le in-cisioni di Alfio Milluzzo, grazie alla la-boriosità di Marco Cassone, si scom-pongono e si animano, instaurando un dialogo tra animazione digitale e sintesi sonora, privilegiando la forma rappresentativo-plastica del Sole, il cerchio.

Per il futuro mi auguro che la colla-borazione tra arti sonore e arti visive all’interno del Collettivo di Arti Tecno-logiche di Catania si consolidi, dando spazio a riflessioni e collaborazioni che diano un ruolo di primo piano al suono quanto all’immagine, promuo-vendo così una crescita dell’audiovi-sivo attraverso la valorizzazione delle sue componenti, in funzione anche della ricerca di sempre nuovi orizzonti espressivo-comunicativi.

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Giuseppe GuzzoneLa Grafica d’Arte ed il suo rapporto espressivo nella Multimedialità

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Fin dai tempi antichi tutte le grafiche, riportate su diverse superfici, sono state ritenute il mezzo di comunicazio-ne più diretto ed espressivo.In questi ultimi secoli i linguaggi gra-fici, che hanno avuto maggiori riscon-tri divulgativi, sono stati le tecniche di stampa artistica, nello specifico quelle calcografiche. Le più rappresentative sono: il bulino, l’acquaforte e la niel-latura.Nei primi anni del Cinquecento, la pri-ma acquaforte viene realizzata dall’o-rafo svizzero Urs Graf, nello stesso pe-riodo il pittore tedesco Albrecht Durer incise diverse lastre così come il Guer-cino in Italia.L’acquaforte raggiunge una spiccata raffinatezza tecnica, nel Seicento, gra-zie al contributo di Rembrandt, di Jar-ques Callot, di José de Ribera e Antoon Van Dyck così come nell’Ottocento con Pinelli, Canaletto e Goya e successiva-mente con Degas e Manet.Anche il Novecento evidenzia artisti di spicco che si sono dedicati a questa tecnica, fra questi Morandi, Picasso, Chagall etc.Grazie ai linguaggi della grafica, da quella computerizzata a quella mul-timediale, le informazioni che l’uo-mo contemporaneo ha a disposizione sono tali per cui non utilizza soltanto il materiale cartaceo, ma anche vario materiale audiovisivo, dai disegni alla fotografia, ai microfilm che lo hanno indirizzato a vari linguaggi espressivi,

alla diffusione del pensiero e all’uso dell’ingegno che, certamente, amplifi-ca diverse forme di linguaggio.Il primo a capire la necessità di una macchina, per reperire e gestire facil-mente documenti a cui uno studioso poteva accedere, e che fosse capace di assemblare i vari pezzi e i vari for-mati del sapere moderno, utilizzando in modo particolare la registrazione su microfilm, uno strumento che si pone in un ottica multimediale, tenendo con-to che le informazioni possono essere non solo testuali ma anche visive, è lo scienziato americano Vannevar Bush del Massachusetts Institute of techno-logy. Egli comprese, per primo, le po-tenzialità delle linee di ricerca quando cioè un documento può rimandare ad altri documenti i quali, a loro volta, ri-mandano a ulteriori documenti.Bush intuendo che un testo, via via che si estende ad altri testi, per associa-zione diventa un “iper-esteso” poiché rende possibile l’accumulo di infor-mazioni ha reso, oggi, possibile a chi naviga su internet di poter accedere a notizie, informazioni etc.Quando negli anni settanta ci si rese conto della possibilità che il computer potesse essere non solo uno strumen-to personale, ma anche uno strumento di lavoro, dei giovani come Bill Gates e Paul Allen, con l’ energia da “ideo-logica visionaria” pensarono, quindi, di realizzare il personal computer, con tutti gli sviluppi di cui oggi usufruiamo,

non solo nel mondo dell’informatica e del lavoro, ma anche e soprattutto nel mondo del linguaggio.In questi ultimi anni, le applicazioni sui multimedia e in uso in CD-ROM, come supporto di memorizzazione e distri-buzione, sono talmente tanti che si possono suddividere fra quelli enciclo-pedici, monografici, per bambini, per l’apprendimento delle lingue straniere, musicali, per comunicazioni aziendali, esperenziali, d’intreccio, su siti web, di brochure o presentazioni, siti con da-tabase, etc.Alla fine degli anni cinquanta le possi-bilità di questa nuova tecnologia, dal videotape, alla video scultura e alla video installazione interattiva insieme alle potenzialità del video, sono intuite da molti artisti tra cui i più rappresen-tativi sono stati Nam June Paik e Bill Viola.La Computer Art, infine, comprende molteplici modalità e livelli di creazio-ne artistica: le opere prodottesono immagini visibili in un monitor, che possono essere trasferite sia su un supporto bidimensionale, sia su spazi multimediali di cui il fruitore ne diviene parte integrante modificando-ne le caratteristiche.Piero Gilardi, di queste vere e propri realtà virtuali, ne è un colto esponente.

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Laura LombardoLa Città del Sole di Tommaso Campanella

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La Città del Sole è un’opera coraggio-sa, che da una parte segna l’impellen-te bisogno di rinnovamento sociale e politico alla fine del ‘500 e dall’altra rappresenta la testimonianza di una vita di studi, d’interessi, di tormen-tate esperienze e di una incrollabile fede in uno Stato unito civilmente e religiosamente. Tommaso Campanel-la, nato a Stilo in Calabria nel 1568, si pone in un periodo storico tragico caratterizzato dalla grandezza e dal-la conseguente decadenza del potere spagnolo, dalla affermazione della po-tenza della Francia, dalla spaccatura dell’unità dei cristiani ad opera della Riforma di Lutero. Filosoficamente si nutre delle teorie di Telesio, ma è an-che attratto dalla magia, dall’astrolo-gia, dalla scienza che sta permeando il mondo moderno. La sua personalità è poliedrica. La sua fede è pura e te-nace. Il suo progetto di fondazione di uno potere unico, che ponga le basi di una comunità universale lo accompa-gnerà per tutta la vita. Il suo interesse filosofico per il naturalismo telesiano e i colloqui con un intellettuale ebreo, suscitano sospetti di eresia nei rap-presentanti della Controriforma. Nel 1598, in Calabria la popolazione in-sorge contro lo strapotere dei baroni e chiede invano agli spagnoli la fine del peso feudale. Campanella si fa in-terprete del forte fermento antispa-gnolo, con l’intento di convincere gli spagnoli che era giunto il momento di

fondare una comunità politica univer-sale, che avesse a cuore l’interesse di tutti. Nella Città del Sole dirà :”la fine del mondo era presta, e che dinanzi a questo era da essere una repubbli-ca la più mirabile del mondo, e che li monaci di san Domenico l’avevano da preparare secondo l’Apocalisse, e che avea da cominciare l’anno 1600”. Na-turalmente il suo pensiero fu travisato. Accusato di congiura antispagnola, fu imprigionato nel Maschio Angioino di Napoli, sottoposto a tortura e condan-nato a carcere a vita. Nonostante le privazioni e le sofferenze della prigio-nia volle tenere fede al suo progetto , scrivendo durante la mezz’ora di luce che gli veniva concessa la sua opera più importante: La Città del Sole. L’o-pera racconta di un cavaliere di Mal-ta che incontra un genovese che ha attraversato tutto il mondo e che ha visitato molti paesi. Tra questi , pro-prio sulla linea dell’Equatore, ha co-nosciuto una città chiamata “La Città del Sole”. In essa ogni singolo aspetto è rigidamente regolato, tutto è ordi-ne e disciplina. Tutti gli uomini vivono in armonia tra loro grazie ad un’ope-ra pedagogica continua. La comunità prospera innanzi tutto attraverso l’eu-genetica, vive in serenità perché non ha il problema di accumulare ricchez-ze ed è quindi disinteressata perché non assillata dal possesso, causa di bassezze e di immoralità. La proprietà, che scaturisce da una distribuzio-

ne sproporzionata della ricchezza, è causa di corruzione e di malcostume tanto tra i ricchi quanto tra i poveri. Nella Città del Sole gli uomini sono fe-lici perché liberi dal possesso, ognuno agisce per interessi più alti e c’è un diffusione spontanea della moralità. Il potere supremo è affidato ad un uomo chiamato Sole, il più sapiente di tutti. In questo Campanella si ricollega alla Repubblica di Platone i cui governan-ti dovevano essere filosofi. Tutto nella Città del Sole è perfetto perché non esistono avidità, egoismo, presunzio-ne, avarizia. Campanella ha scritto la Città del Sole per spiegare quali erano i veri motivi che lo avevano spinto ad aderire alla congiura antispagnola del 1598, motivi culturali che fanno capo ad una grande aspirazione al cambia-mento e al rinnovamento della società dell’epoca. L’opera è una lucida con-statazione dei mutamenti del dicias-settesimo secolo che vede il crollo del sistema feudale, che assiste alla frat-tura dell’unità spirituale a causa della Riforma, che si apre a nuove frontiere grazie alle scoperte geografiche, che ha il coraggio di riconoscere il pro-gresso scientifico segnato dalle teorie di Copernico, di Galilei e di Bruno.

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Maurizio Malfa MartenaCamera chiara

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Il “mondo” della camera oscura ha rappresentato come fotografo un ap-proccio alla fotografia che definirei “materiale e magico” allo stesso tem-po “Materiale” perchè porta al con-tatto diretto con le materie prime e le loro sensazioni, “magico” perchè è un ambiente dove silenzio e semioscuri-tà sembrano rivelare per incantesimo l’immagine latente.Questo mix di sensazioni uniche re-sterà per me sempre legato alla ca-mera oscura, ne sono certo, ma il mio nuovo mondo della “camera chiara”

-ovvero quello della stampa digitale- è davvero così rigido e freddo come molti lo dipingono? Esiste solo il co-mando “Print”, oppure esite una via per “modellare i bit” secondo il nostro piacimento? Insomma, la stampa ink jet B/N ha pieno diritto di far parte di ciò che comunemente viene indicato come “Fine Art”?Ebbene, dopo anni di studi di prove, di nottate e di carta e inchiostri buttati, sono arrivato alla convinzione che la stampa ink jet in generale, e quella B/N in particolare, sia oggi sufficiente-

mente matura per poter fornire ottimi risultati anche in ambito Fine Art. Esi-stono materiali eccellenti (stampanti, carte ed inchiostri) ed esistono anche gli strumenti per gestire il processo al meglio, così come il Fine Art richiede.Certamente, per ottenere i migliori ri-sultati è richiesto impegno e dedizio-ne: da questo punto di vista niente è cambiato rispetto alla cara vecchia ca-mera oscura.

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Antonio Alessandro MassiminoSulla Città del Sole

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Angelo Cigolindo, con la sua arte e il suo estro, anche in questa occasione, ci propone un’esperienza unica, dove saperi umanistici e tecnologie digita-li costituiscono una miscela audace, capace di rivaleggiare con altre forme d’arte e con la stessa magia del cine-ma con il quale s’intesse un particola-re rapporto di fertile scambioAttraverso opere grafiche, installa-zioni video e suono, il visitatore vie-ne accompagnato in un viaggio quasi onirico e al tempo stesso concreto. Un viaggio ispirato all’opera più famosa di uno dei più affascinanti filosofi del sud d’Italia, Tommaso Campanella, ma allo stesso tempo focalizzato sulla realtà di ciò che ci circonda e di ciò che fa par-te di noi, nella società così come nelle nostre riflessioni più intime, tra pen-sieri intrusivi, ossessioni, tentazioni, tabù e idolatrie.

L’allestimento è stato pensato per unire i diversi linguaggi artistici e intreccia-re le suggestioni offerte da ciascuno, permettendo un’esperienza artistica e stimolante nella quale gli spettato-ri possono muoversi, circondati da un ipnotico abbraccio elettronico.L’insieme risulta eclettico non soltan-to per la contaminazione tra linguag-gi artistici, a partire dalla cultura pop alle nuove forme di comunicazione audiovisuale su Internet, ma anche nel modo in cui affronta la tematica di questa mostra. Le opere esposte offro-no una critica, a volte ironica e radica-le di una società corrotta popolata da finte figure messianiche della politica e dell’economia, alle celebrità divinizza-te e ai miti di una cultura superficiale, tra cui l’arte stessa, affrontando così il complesso rapporto fra l’arte e la tec-nica, la tecnologia, la comunicazione e

il ruolo dell’artista nella società con-temporanea. Le immagini sono iconiche, forti e vi-scerali e coinvolgono emotivamente lo spettatore. La Città del Sole, nella sua rigida organizzazione teocratica è si-curamente “un modello da non imita-re” per noi, ma ne apprezziamo oggi il valore di utopia pedagogica, per un’i-dea di città intesa come grande enci-clopedia del sapere in cui si apprende giocando e per l’assoluta fiducia nella capacità delle nuove generazioni che dotate di “ingegno sottile” saranno in grado di dare vita a una società più equa e più giusta

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Liliana Nigro

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Le mie parole vorrei fossero raggi, per poter propagare calore e coraggio a questa mostra intrisa di emozioni, co-lori, sentimenti ed arte di uomini cul-tori di progetti pregni di bellezza. A te amico e curatore, va il mio primo pensiero per aver coniato un vortice di soave ed altera magnificenza, dove le opere sovrastano lo sguardo attento e curioso del fruitore. Angelo caro sii sacerdote e mentore di un altare no-bile e fecondo, sii luce in tanta nebbia vissuta in un periodo angusto di crisi e fievole voglia di “fare”.Vedere nella splendida location del Palazzo della Cultura i lavori di molti artisti ed amici mi emoziona, riscalda la mia mente e fa fremere la mia anima, Daniela Costa , Alfio Milluzzo e tu caro ed indimentica-bile Elio Calabresi. Stringe la mia gola e bagna i miei occhi, solo il pensiero di tutto il vostro credere ed operare arti-stico che trabocca tra classe ed istin-to, tra passione e tecnica. Respiro già l’evento ed immagino una città ideale, fatta di arte, di cultura, di dialogo e di confronto. Una città quella dell’arte dove la luce sconfigge le tenebre, dove il fluire ed il divenire annulla la statico e melmoso appiattimento culturale....

Alto è il livello e forte il sentimento che graffia la vista e coinvolge i sensi. Ti sono grata amico mio per avermi dato onore e fiducia ad imprimere parole e frasi che racchiudono e parlano del nostro mondo, della nostra città ricca di “SOLE”, a voi con tutto il cuore au-guro di splendere e riscaldare le co-scienze di noi pellegrini, che volgere-mo il nostro bene ed il nostro affetto a questa lodevole iniziativa. Conserverò nei miei ricordi più cari il vostro calore e ogni singolo particolare...sento già gli applausi...bravi!

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artistiopere

grafiche

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fotografia digitalestampa digitale

80x80cm2014

Phôs-GraphèIlaria Abate

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fotografia digitale, compositingstampa digitale

80x80cm2014

XXI sec.Rossella Caporale

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fotografia digitale, CAD 2D, elaborazione digitalestampa digitale

80x80cm2014

Polittico del SoleAngelo Cigolindo

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compositingstampa digitale

80x80cm2014

A Misura d’UomoSebastiano Cucè

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digital compositingstampa digitale

80x80cm2014

Proiezione cosmicaMassimiliano D’angelo

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fotografia, elaborazione e manipolazione digitale, foto collagestampa digitale

80x80cm2014

HiperPolisWalter Di Santo

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fotografia digitalestampa digitale

80x80cm2014

Les boutiques du soleilAlba Guarnaccia

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fotografia digitale, compositingstampa digitale

80x80cm2014

Senza titoloEnrico Gugliotta

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illustrazione digitalestampa digitale

80x80cm2014

Libertà Visiva / Visual Freedom - (Visual Liberty)Salvatore Claudio Letizia

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fotografia digitale, compositingstampa digitale

80x80cm2014

L’ombra del solePierluca Libra

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fotografia digitalestampa digitale

80x80cm2014

Le due cittàMaurizio Malfa Martena

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modeling 3D, digital nature, digital sculpting - compositing digitalestampa digitale

80x80cm2014

La fabbrica delle utopieAndrea Strano

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artistiopere

videografiche

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videofotogramma da video

2min 7sec2014

L’utopia è...Dario Alberghina

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videofotogramma da video

2min 39sec2014

Due città con lo stesso soleFederico Cannata

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animazione digitalefotogramma da video

7min 24sec2014

La mongolfiera racconta (omaggio a Elio Calabresi)Angelo Cigolindo e Sergio Caragliano

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animazione digitalefotogramma da video

3min 5sec2014

La Città del SegnoDaniela Maria Costa

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videofotogramma da video

2min 6sec2014

Al di là del cancelloValentina Costa

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videofotogramma da video

3min 50sec2014

This is not the city of the sunFrancesco Di Giovanni

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animazione digitalefotogramma da video

3min 15sec2014

Così èGiovanni Di Giovanni

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animazione digitalefotogramma da video

2min 15sec2014

Le porte del CieloGiuseppe Guzzone

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stop motionfotogramma da video

1min 14sec2014

The dictator of the city of sunLorenzo Mannino

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animazione digitalefotogramma da video

3min 32sec2014

Il cerchio è il mondo

Alfio Milluzzo, Marco Cassone e Sergio Caragliano

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videofotogramma da video

3min 10sec2014

Walking wordsSalvatore Pappalardo e Gabriella Giaccone

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videofotogramma da video

2min 52sec2014

Waiting UtopiaJanila Mezzatesta

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videofotogramma da video

1min 53sec2014

La città del soleCooperativa Segni di Integrazione

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