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Immanuel Kant Critica della Ragion Pratica.
I “Postulati”
I postulati di Kant sono quelle proposizioni
teoretiche non dimostrabili che ineriscono alla
legge morale come condizione della sua stessa
esistenza e pensabilità
ovvero quelle esigenze interne della morale che
vengono ammesse per rendere possibile la realtà
della morale stessa, ma che di per se stesse non
possono venir dimostrate.
I postulati tipici di Kant sono l'immortalità
dell'anima e l'esistenza di Dio.
Santità e immortalità
La legge morale mi comanda la santità
(perfetta adeguazione alla legge)
ma tale perfezione non può essere
realizzata in questo mondo e in un
tempo finito;
Allora o la legge comanda l’impossibile
o è ragionevole postulare un’esistenza
infinita della mia personalità razionale
dopo la morte del corpo.
Osservazioni
Kant non intende negare le conclusioni
della dialettica (un postulato non è una
dimostrazione).
Kant non dice che siamo immortali
perché non siamo mai santi,
ma che dalla “vocazione alla santità”
insita nella legge possiamo supporre la
nostra immortalità.
Il sommo bene e Dio
Chi pratica la virtù (bene oggettivo) merita la felicità (bene soggettivo)
Ma, in questo mondo, il giusto può non essere felice (né la felicità può diventare fine delle sue azioni).
Occorre postulare un’altra vita e un Dio in grado di far corrispondere felicità e meriti, garantendo al giusto il sommo bene.
Osservazioni
Kant non dimostra l’esistenza di Dio (ha
già detto che è indimostrabile), la postula:
◦ la legge morale comanda di agire in modo
disinteressato (il “dovere per il dovere”);
◦ se non esistesse Dio ne conseguirebbe
l’assurdo del meritare la felicità senza poterla
ottenere.
Kant non sostiene che Dio sia solo colui
che premia i giusti (ma solo per questa
via possiamo postularlo).
Devi, quindi puoi
La presenza di una legge in me ha senso
solo se posso scegliere di aderirvi, cioè
se sono libero.
Non posso dimostrare l’esistenza di
cause libere.
Ma è ragionevole supporla (postulato),
dal momento che la libertà è condizione
della legge morale (che è un fatto).
Oltre il fenomeno La ragion pratica permette di recuperare
(attingere, non conoscere) il mondo noumenico
che risultava inaccessibile alla ragione teoretica: le
idee di anima, mondo, di Dio
I postulati
In ambito pratico le idee non appaiono
più semplici esigenze, aspirazioni prive di
oggettività.
Qui, infatti, trovano spazio con i postulati
della ragion pratica:
◦ proposizioni teoretiche non dimostrabili
◦ che devono essere presupposte come
condizione o conseguenza della legge
morale.
Idee e Postulati
Idee Postulati
Mondo La volontà è libera
Dio Esiste Dio
Anima Il soggetto morale è immortale
Accesso al noumeno
Perciò l’uomo si scopre “cittadino di
due mondi”: quello fenomenico e quello
noumenico:
◦ come fenomeno è soggetto alla causalità
necessaria propria del mondo naturale;
◦ ma come soggetto morale, in quanto si
postula come causa libera (cioè
incondizionata) scopre la sua appartenenza
a un mondo noumenico.
Pratica Vs Teoretica
Si può parlare di un “primato della
ragion pratica” sulla teoretica perché
◦ la prima ammette proposizioni che per la
seconda non può ammettere,
◦ “aprendo uno squarcio” sul trasfenomenico.
I “postulati” non sono però conoscenze:
se la speranza diventasse “certezza”
l’esistenza morale sarebbe annullata.
“Su Dio all’uomo non è possibile sapere nulla di più, ed è bene che sia così perché diversamente Dio e l’eternità, nella loro maestà tremenda, ci starebbero costantemente dinanzi agli occhi […] La trasgressione della legge ci sarebbe senz’altro impedita […] La condotta dell’uomo, finchè la sua natura restasse qual è ora, si trasformerebbe in un semplice meccanismo in cui, come in un teatro di marionette, tutto gesticolerebbe bene, ma nelle cui figure non ci sarebbe più vita.”
Critica della Ragion Pratica