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20 10 2010 www.irer.it FOCUS Silvia Zoboli RAPPORTO DI LEGISLATURA L MBARDIA RILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIA

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2010

2010

www.irer.it

FOCUS

Silvia Zoboli

RAPPORTO DI LEGISLATURA

L MBARDIA

RILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE

GRAVE IN LOMBARDIA

2010

RILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE

GRAVE IN LOMBARDIASilvia Zoboli

RAPPORTO DI LEGISLATURA

FOCUS

Indice

1. Gli incidenti mortali nelle province lombarde 1

2. Dove avvengono gli incidenti mortali 3

3. Come avvengono gli incidenti mortali 6

4. Quando avvengono gli incidenti mortali 8

5. Perché avvengono gli incidenti mortali 10

6. Chi viene coinvolto negli incidenti mortali 11

7. Caratteristiche dei veicoli coinvolti negli incidenti mortali 13

Considerazioni conclusive 15

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1. Gli incidenti mortali nelle province lombarde

In ragione dell’estensione della rete stradale, delle dimensioni del parco cir-colante, della densità abitativa e produttiva e dei volumi di traffico, la Lom-bardia è in termini assoluti la regione italiana in cui vi sono più incidenti, piùferiti e più morti. Ciononostante, la gravità degli incidenti risulta fra le piùbasse, con un indice di mortalità pari a 1,7, a fronte di una media nazionaledi 2,2 (meglio della nostra regione solo Liguria con 0,9 e Toscana con 1,6).

Inoltre, nel tempo il numero di morti su strada si è ridotto in quasi tutte leprovince. La media regionale vede un calo del 28% del numero di decessi inseguito a incidente stradale fra il 2000 e il 2007 (pari a 314 persone in menoche perdono la vita), con punte che raggiungono e superano il 50% di decessiin meno nelle province più virtuose come Varese e Como.

Tabella 1.1

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Bergamo 116 106 106 79 72 79 81 76

Brescia 157 162 154 148 137 120 141 124

Como 50 47 46 46 38 23 29 26

Cremona 46 59 60 60 48 54 54 55

Lecco 31 32 29 20 18 23 23 17

Lodi 44 32 22 24 19 21 21 24

Monza-Brianza 46 49 38 49 41 37 39 33

Milano 234 233 235 237 209 196 217 201

Mantova 54 72 76 70 65 58 55 58

Pavia 83 90 76 84 54 64 70 52

Sondrio 33 32 35 26 30 21 26 23

Varese 82 64 86 64 67 51 60 39

Totale Regione 976 978 963 907 798 747 816 728

Province lombarde – Trend numero incidenti mortali 2000-2007

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

Tabella 1.2

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Bergamo 128 115 111 83 77 88 85 84

Brescia 177 185 168 152 156 127 161 131

Como 52 48 46 51 41 24 32 26

Cremona 56 63 70 65 52 58 61 61

Lecco 33 32 32 21 18 23 27 19

Lodi 45 38 25 25 22 22 24 25

Monza-Brianza 48 52 43 49 43 38 42 34

Milano 256 250 247 254 216 207 226 210

Mantova 57 82 83 82 66 67 55 64

Pavia 99 97 81 91 59 73 72 52

Sondrio 35 38 37 28 31 21 28 24

Varese 98 73 90 68 70 57 60 40

Totale Regione 1084 1073 1033 969 851 805 873 770

Province lombarde – Trend numero morti su strada 2000-2007

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

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Anche il numero di persone che rimangono ferite in incidenti mortali è di-minuito dal 2000 al 2007, con una riduzione su base regionale del 45%, chetocca punte del 71% a Pavia, del 64% a Como e del 67% circa a Varese e Lecco.

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2007/2000 2007/2006

-11,7

-27,9

Figura 1.1 Province lombarde - Variazioni % dei morti su strada (anni 2007/2000 e 2007/2006)

Fonte: Statistica e Osservatori - Regione Lombardia (2009)

Tabella 1.3

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Bergamo 101 89 73 55 42 40 59 53

Brescia 147 166 120 117 112 105 109 87

Como 28 28 41 26 17 10 29 10

Cremona 53 40 63 49 52 52 37 30

Lecco 21 15 19 16 10 14 10 7

Lodi 42 27 14 24 15 21 13 27

Monza-Brianza 38 22 33 18 15 8 27 17

Milano 189 155 172 160 143 92 114 128

Mantova 49 55 58 62 39 34 27 42

Pavia 95 76 65 88 28 51 51 27

Sondrio 19 27 39 20 23 15 26 20

Varese 70 58 77 44 23 50 43 23

Totale Regione 852 758 774 679 519 492 545 471

Province lombarde – Trend numero feriti in incidenti mortali su strada 2000-2007

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

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2. Dove avvengono gli incidenti mortali

In Lombardia, circa l’80% degli incidenti avviene sulle strade urbane, il 13%su quelle extraurbane e circa il 5% sulle autostrade. La pericolosità delle stradeurbane è generalmente minore rispetto a quella che si riscontra sulle strade ex-traurbane e in autostrada: l’indice di mortalità delle strade urbane è pari a 1,1,quello delle strade extraurbane 5,1 e quello delle autostrade 3,1.

Tuttavia, all’interno degli abitati avviene comunque circa il 50% degli inci-denti mortali, mentre il 35% circa avviene sulle strade extraurbane, siano esseprovinciali o statali e il rimanente 10% circa avviene in autostrada.

Dal 2000 al 2007 sono calati gli incidenti mortali in autostrada, passando daun massimo di 114, pari all’11,7% degli incidenti mortali totali nel 2001,all’8,9% del 2007 (pari a 65 incidenti).

Gli incidenti sulle strade urbane hanno avuto un andamento altalenante, conl’incidenza minima nel 2002 (pari al 50,6% degli incidenti mortali totali) el’incidenza massima nel 2007 (pari al 54,4% degli incidenti totali). In terminiassoluti, tuttavia, data la riduzione del numero di incidenti mortali nell’arco ditempo considerato, l’anno in cui è stato registrato il maggior numero di inci-denti mortali negli abitati è stato il 2000, con 526 eventi, mentre l’anno mi-gliore è stato il 2005 con 393 eventi.

Per quanto riguarda le strade extraurbane, l’incidenza maggiore (38,6%) èstata nel 2006, quella minore nel 2001 (34,8%). In termini assoluti, il maggiornumero di incidenti mortali su strade extraurbane si è avuto nel 2002 (367),mentre il numero minore nel 2007 (263). In generale, comunque, non si ri-scontra un andamento regolare del numero degli incidenti in area extraurbana.

Ber

gam

o

Bre

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Com

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Cre

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Lodi

Mon

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B.

Mila

no

Man

tova

Pavi

a

Sond

rio

Vare

se

Lom

bard

ia

Tot.

2007/2000 2007/2006

120,0

100,0

80,0

60,0

40,0

20,0

0,0

-20,0

-40,0

-60,0

-80,0

-100,0

Vari

azio

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)

-13,6

-44,7

Figura 1.2 Province lombarde - Variazioni % dei feriti in incidenti mortali

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

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La provincia in cui nel 2007 è stata maggiore l’incidenza degli episodi in cen-tro abitato è Monza e Brianza (81,8%), seguita da Como (80,8%); sono inveceCremona e Mantova le province dove maggiore è l’incidenza dei sinistri con de-cessi sulle strade extraurbane, che rappresentano rispettivamente il 67,3% e il58,6% del totale riferito al 2007 per queste due province.

Seppur con incidenze percentuali diverse la situazione rimane stabile nelcorso degli anni considerati, con le province di Monza e Brianza, Como e Mi-lano maggiormente interessate, rispetto alla media regionale, dai sinistri mor-tali nel centro abitato, e le province di Cremona e Mantova ove invece incidonomaggiormente gli episodi che avvengono sulle strade extraurbane.

Di seguito riportiamo un prospetto riassuntivo delle strade a maggiore peri-colosità delle diverse province lombarde (tab. 2.1).

34,4 36,130,8 33,8

39,5 37,2 39,7 41,1

8,1 7,69,2 6,9

8,9 11,9 8,6 9,511,4 9,8

10,5 10,1

6,0 3,5 4,2 3,83,1 1,4 2,7 3,0

3,4 3,5 3,9 3,2

14,713,5 17,2 17,0

20,3 24,1 23,9 22,3

17,6 19,8 18,2 17,911,5 8,7 10,8 10,7

9,7 11,7 11,0 10,5 9,8 10,2 8,7 8,9

0%

20%

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80%

100%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Strada urbana nell'abitato Provinciale centro abitato Statale centro abitato Comunale extraurbanaProvinciale Statale Autostrada Altro

Figura 2.1 Localizzazione incidenti mortali - Incidenza % dei tipi di strada (trend 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

5FOCUSRILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIA

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Tabella 2.1

Autostrade Statali Provinciali

Bergamo (715)

(n.r. 9%) A 4 (68) SS 042 (42) SP 470 (16)SS 011 (29)SS 671 (26)SS 498 (18)SS 342 (15)

Brescia (1143)

(n.r. 10,2%) A 4 (88) SS 045 (61) SP 011 (23)A 21 (21) SS 042 (43)

SS 011 (42)SS 510 (25)SS 668 (16)SP 510 (16)SP 668 (13)SP 345 (13)SP 237 (12)

Como (305)

(n.r. 5,7%) A 9 (15) SS 340 (43)SS 342 (14)

Cremona (436)

(n.r. 3,5%) A 21 (17) SS 415 (44) SP 033 (13)SS 010 (25)SS 235 (17)SS 498 (12)SS 591 (11)

Lecco (193)

(n.r. 2,7%) SS 036 (37) SP 072 (15)

Lodi (207)

(n.r. 3%) A 1 (50) SS 009 (29)SS 234 (11)

Monza-Brianza (332)

(n.r. 7,1%) A 4 (17)A 51 Tang. Est (10) SS 036 (27)

Milano (1762)

(n.r. 36,7%) A 4 (82) SS 494 (22) SP 034 (12)A 50 (45) SS 035 (20)

A 51 Tang. Est (38) SS 341 (12)A 8 (34) SS 033 (11)A 1 (22) SS 009 (10)

Mantova (508)

(n.r. 4,3%) A 22 (29) SS 236 (25) SP 057 (14)SS 062 (19)SS 420 (13)SS 482 (11)SS 010 (10)SP 010 (12)SP 017 (11)SP 019 (10)SP 001 (10)

Pavia (573)

(n.r. 6,3%) A 21 (36) SS 035 (33) SP 206 (14)A 7 (31) SS 010 (21)

SS 596 (19)SS 235 (18)SS 461 (18)SP 596 (12)

Sondrio (226)

(n.r. 2%) SS 038 (101)SS 036 (14)

Varese (513)

(n.r. 9,6%) A 8 (45) SS 294 (23)SS 233 (16)SS 033 (12)SS 336 (12)

Province lombarde – Localizzazione degli incidenti mortali (anni 2000-2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

Per ogni provincia sono state riportate la denominazione della strada, di-stinguendo per tipo (autostrada, strada statale, strada provinciale) e il numerodi incidenti mortali verificatisi dal 2000 al 2007. Per ogni tipo di strada sonostate riportate le cinque localizzazioni in cui si è verificato il maggior numerodi incidenti mortali (comunque superiori a 10) nell’arco di tempo conside-rato. Per ogni provincia, sono inoltre riportati in parentesi il numero totale diincidenti mortali registrati dal 2000 al 2007 e la percentuale di incidenti di cuinon è stata rilevata la localizzazione.

Dalla lettura del prospetto si evince come in alcune province (Como, Lodi,Lecco e Sondrio) gli incidenti mortali siano per lo più localizzati in un ristrettonumero di strade, mentre in altri contesti (Mantova, Brescia, Pavia in partico-lare) siano molto più numerose le strade su cui avvengono i sinistri.

Va segnalata inoltre la grave criticità rappresentata dalla SS 038 a Sondrio,dove si sono verificati ben 101 dei 226 incidenti rilevati in provincia fra il2000 e il 2007, nonché la problematicità della SS 042 che interessa le provincedi Bergamo e Brescia, e della SS 010, che attraversa le province di Pavia, Cre-mona e Mantova.

3. Come avvengono gli incidenti mortali

Il 58% degli incidenti mortali si configura come uno scontro tra veicoli inmarcia, il 10,4% è invece un urto fra un veicolo in marcia e un ostacolo (vei-colo in arresto, in sosta o altro tipo di ostacolo). Nel 18,5% dei casi l’incidentemortale non è causato da uno scontro o da un urto: si può trattare di sbanda-menti, fuoriuscite, cadute accidentali dal veicolo, frenate con conseguenze peri trasportati. Infine, nel 13% dei casi si tratta di investimento di pedone.

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10,4%

18,5%

13,0%

58,1%

Urto con ostacolo

Incidente senza urto

Investimento di pedone

Scontro con veicoli in marcia

Figura 3.1 Natura degli incidenti mortali (anni 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

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A livello regionale, circa la metà degli incidenti mortali avviene sui rettilinei,il 25% nei pressi di incroci o intersezioni (anche se segnalate), e circa il 18%in curva. La conformazione fisica delle differenti province influisce però sul-l’incidenza dei diversi episodi sul territorio. Com’è ovvio nelle province mon-tuose come Como, Sondrio, Lecco e Varese gli incidenti mortali avvengonopiù frequentemente in curva, mentre nelle province più urbanizzate, comeMonza e Brianza gli scontri mortali agli incroci sono più frequenti che altrove.

La maggior parte degli incidenti mortali è rappresentata dagli scontri fron-tali-laterali, seguiti dagli scontri frontali, dalle fuoriuscite e dagli investimentidi pedoni, che, come abbiamo detto, rappresentano circa il 13% del totaledegli incidenti mortali avvenuti in regione, e che si mantengono costanti nelcorso dell’arco di tempo considerato.

È Milano a detenere il primato degli investimenti mortali di pedoni, con unamedia annuale di 44 casi, che rappresentano circa il 20% di tutti gli incidentimortali avvenuti in provincia. Solo nel 2007 il numero di investimenti mor-tali di pedoni è sceso a 34, pari al 17% circa di tutti gli episodi con decesso av-venuti in provincia.

Circa tre incidenti che causano decessi su quattro avvengono in condizionimeteorologiche di tempo sereno: le province in cui si sono verificati sinistri incaso di maltempo più frequentemente rispetto alla media regionale sono Son-drio, Como e Lecco, dove, nel 2007, rispettivamente il 17,4%, l’11,5% el’11,8% degli incidenti mortali sono avvenuti quando pioveva, a fronte di unamedia regionale del 6,7%.

A Lodi, invece, un problema particolare è rappresentato dalla nebbia, cheperò nel corso degli anni considerati sembra perdere progressivamente rile-vanza. Mentre nel 2000 cinque incidenti mortali su 44 (pari all’11,4% del to-tale, a fronte di una media regionale dell’1,7%) sono avvenuti in presenza dinebbia, nel corso dell’arco di tempo considerato il numero si è ridotto fino adazzerarsi a partire dal 2003 (con l’eccezione del 2006, che ha fatto riscontrare

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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Co

mp

osi

zio

ne

%

Scontro frontale Scontro frontale lateraleFuoriuscita, sbandamento Investimento pedoni

Figura 3.2 Composizione % principali fattispecie di incidenti mortali (trend 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

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ben tre incidenti mortali in condizioni di nebbia sui complessivi 21 sinistri ri-levati in provincia).

La pavimentazione stradale non sembra costituire in alcun modo un fattorerilevante ai fini della definizione delle dinamiche incidentali, dal momento chela quasi totalità degli incidenti mortali avviene su strade correttamente pavi-mentate, come del resto sono quasi ovunque le strade lombarde.

4. Quando avvengono gli incidenti mortali

Gli incidenti mortali avvengono con maggiore frequenza nei mesi estivi, inparticolare giugno e luglio, mesi in cui si rileva circa il 20% dei sinistri del-l’anno.

I giorni della settimana con maggiori incidenti mortali sono quelli del finesettimana: si nota una crescita a partire dal giovedì, che prosegue il venerdì eil sabato, fino a raggiungere la punta massima la domenica. Incrociando i daticon gli orari dei sinistri, si nota che la maggioranza degli incidenti mortalidella domenica avvengono nelle prime ore del giorno, e quindi possono esserecollegati alle cosiddette «stragi del sabato sera».

Oltre alle ore notturne, la fascia pomeridiana 18-20, ossia quella del rientrodai luoghi di lavoro, fa registrare il maggior numero di incidenti mortali, ben-ché questo dato vada ovviamente messo in relazione agli elevati volumi di traf-fico che questa fascia oraria deve sopportare.

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Figura 4.1 Media mensile degli incidenti mortali (anni 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

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Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Figura 4.2 Numero di incidenti mortali per giorno della settimana (anni 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

Un interrogativo importante cui è necessario rispondere riguarda la localizza-zione degli incidenti mortali nelle ore notturne del fine settimana. Il prospettoseguente (tab. 4.1) individua per ogni provincia le strade con maggiore inci-denza di scontri mortali collegabili alle «stragi del sabato sera» (notti fra venerdìe sabato e fra sabato e domenica) nell’arco di tempo considerato (2000-2007).Sono state considerate le strade in cui sono avvenuti più di otto scontri mortali.

Tabella 4.1

Autostrade Statali Provinciali

Bergamo (143) A 4 (16) SS 011 (10)

Brescia (224) A 4 (21) SS 011 (13)SS 045 (9)SS 042 (9)SS 235 (8)

Como (71) SS 340 (14)

Cremona (85) SS 415 (15)

Lecco (30) SS 036 (10)

Lodi (40 A 1 (13)

Monza-Brianza (47) SS 036 (14)

Milano (303) A 4 (20)A 50 (12)

A 51 Tang. Est (9)A 8 (11)

Mantova (87)

Pavia (107) A 21 (8) SS 033 (10)

Sondrio (57) SS 038 (29)

Varese (77) A 8 (14) SS 233 (16)SS 033 (12)SS 336 (12)

Province lombarde – Localizzazione degli incidenti mortali nelle notti del fine setti-mana (anni 2000-2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

Va notato che a livello regionale il 18,4% degli incidenti mortali avvienenelle ore notturne (dalle 22 alle 6) del fine settimana. Le province in cui que-sta percentuale è più alta sono Sondrio (25,2%) e Como (23,3%), mentrequelle in cui la percentuale è più bassa sono Monza e Brianza (14,2%), Varese(15%) e Lecco (15,5%).

5. Perché avvengono gli incidenti mortali

Le cause più frequenti di scontro mortale sono da imputare più di tre voltesu quattro (78,5%) ai comportamenti scorretti dei conducenti, riconducibiliin particolare alla distrazione (soprattutto nelle province di Cremona e Mi-lano) o all’eccesso di velocità (soprattutto a Pavia e Como).

Nel 5,2% dei casi le cause vanno invece ricercate nello stato psicofisico alte-rato dei conducenti: nel 2% dei casi per abuso d’alcol e nel 2,4% dei casi perimprovviso malore.

Le motivazioni imputabili al comportamento di guida sono sostanzialmentesimili indipendentemente dall’orario in cui avviene il sinistro, mentre varianole condizioni psicofisiche dei conducenti: nelle ore notturne le condizioni psi-cofisiche dei conducenti in caso di incidente mortale sono risultate alterate nel7% dei casi: nel 4,3% dei casi per abuso d’alcol, e nell’1,2% per colpo di sonno.

Le province in cui con maggiore frequenza lo stato psicofisico dei condu-centi coinvolti in incidenti mortali nelle ore notturne è risultato alterato sonoSondrio e Cremona, dove rispettivamente nel 9,5% e nell’8,5% dei casi il gui-datore aveva abusato di alcol. Le province più virtuose da questo punto di vistasono invece Lodi (1,4%), Varese (1,4%) e Pavia (1,7%).

10 FOCUSRILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIALO

MB

AR

DIA

2010

12,6%

3,4%

0,3%

78,5%

5,2%

Circostanze imprecisate

Comportamento scorretto deipedoni

Avarie veicolo

Stato psicofisico del conducente

Comportamento scorretto deiconducenti

Figura 5.1 Cause di incidente mortale (anni 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

11FOCUSRILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIA

LO

MB

AR

DIA

2010

6. Chi viene coinvolto negli incidenti mortali

Com’è noto l’incidentalità stradale è la prima causa di morte per i giovanisotto i 29 anni. Anche in Lombardia gli incidenti mortali coinvolgono ognianno un numero molto elevato di giovani; dal 2000 al 2007 ben 2.222 inci-denti mortali sui 6.727 registrati in regione hanno visto coinvolto almeno ungiovane fra i 18 e i 29 anni: si tratta del 33% del totale, vale a dire che in unincidente mortale su tre perde la vita un ragazzo di meno di 30 anni.

L’età mediana (ossia quella sopra e sotto la quale ricade la metà dei casi) deideceduti in incidente stradale è 35 anni, mentre il valore modale (ossia quellopiù ricorrente) è 23 anni. Il 25% dei deceduti ha meno di 26 anni e il 50%,appunto, meno di 35.

Anche per quanto riguarda il genere i dati non dicono nulla di nuovo:l’87,8% degli incidenti mortali coinvolge conducenti maschi e solo il 12,2%femmine. La provincia ove più spesso sono le donne alla guida a essere coin-volte in incidenti mortali è Pavia, dove rappresentano il 16,1% dei conducenti.

I conducenti professionali sono coinvolti nel 4,3% degli incidenti mortalirilevati e si tratta per la quasi totalità di uomini.

Tabella 6.1

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Tot. 18-29

18 6 16 19 14 10 6 7 10 88

19 23 20 24 28 17 12 15 10 149

20 30 32 42 22 25 26 16 15 20

21 29 28 29 17 22 7 18 11 16

22 31 34 17 21 20 25 22 15 185

23 42 27 31 28 22 24 25 24 223

24 38 31 26 31 22 23 19 23 213

25 39 29 30 19 17 24 27 17 202

26 27 30 21 25 33 29 18 16 199

27 17 20 37 30 22 17 21 19 183

28 35 24 35 25 20 19 25 16 199

29 29 32 32 34 17 20 27 21 212

Tot. anno 346 323 343 294 247 232 240 197 2.222

Numero incidenti mortali che coinvolgono giovani fra 18 e 29 anni (anni 2000-2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

12 FOCUSRILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIALO

MB

AR

DIA

2010

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000

18-24

25-34

35-44

45-54

55-64

65 e oltre

Maschio Femmina

Figura 6.1 Morti per sesso e classe d’età (anni 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

Fra il 2000 e il 2007 sono morti 982 pedoni, che rappresentano il 14,2% deltotale delle persone decedute sulla strada. La provincia con più pedoni mortiè Milano, dove l’incidenza di questa categoria sul totale dei decessi è del 21,4%pari a 377 persone; al contrario, il contesto in cui negli anni considerati sonomorti meno pedoni è Cremona, dove i decessi sono stati 25, pari al 5,7% deltotale provinciale.

Nell’arco di tempo considerato si segnala una riduzione del numero di pedonimorti progressiva anche se non sempre costante (per esempio, nel 2002 sonomorti 151 pedoni, contro i 125 del 2001); questo calo, però, procede in pa-rallelo con la riduzione complessiva dei morti sulla strada: infatti, nel 2007sono morti 48 pedoni in meno rispetto al 2000 (110 contro 158), ma l’inci-denza percentuale di questi decessi sul totale è sostanzialmente invariata.

21,4

18,117,1

15,7 15,4 15,4

12,611,1

10,08,5

7,55,7

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

MI SO LC CO VA MB BG LO BS MN PV CR

Figura 6.2 Province lombarde - Incidenza % dei pedoni deceduti (anni 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

7. Caratteristiche dei veicoli coinvolti negli incidenti mortali

La maggior parte dei veicoli coinvolti in incidenti mortali è costituita da au-tomobili (62,5%), seguite da motocicli (14,1%), da autocarri e autoarticolati(10,3%), infine da ciclomotori (5,5%) e biciclette (3,8%).

In pratica, quasi un veicolo su quattro coinvolto in un incidente mortale èun veicolo a due ruote, uno su cinque considerando solo quelli motorizzati.

Le province che pagano il prezzo più alto relativamente al numero di moto-ciclisti morti sono Lecco e Como, in cui questa categoria di utenti della stradarappresenta rispettivamente il 24,4% e il 21,3% del totale delle vittime dellastrada. Mantova e Lodi sono invece le aree dove essa incide meno (rispettiva-mente 7,3% e 7,7%).

La mortalità per i veicoli a due ruote è mediamente più elevata rispetto aquella dei veicoli a quattro ruote; questo è vero in particolare per i motocicli,dove l’indice di mortalità è sensibilmente più alto rispetto a quello di tutti glialtri tipi di veicolo e in costante crescita nell’arco di tempo considerato.

A questo dato va aggiunta la drammatica considerazione che il 35% dei con-ducenti di motocicli deceduti in incidente stradale si colloca nella fascia 25-29anni, e un ulteriore 32% nella fascia 30-34 anni: ciò significa che due moto-ciclisti deceduti su tre hanno fra i 25 e i 34 anni, una situazione il cui costo so-ciale è facilmente immaginabile.

13FOCUSRILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIA

LO

MB

AR

DIA

2010

10,3%

14,1%

5,5%62,5%

3,8%

3,8%

Autocarro/autoarticolato

Motociclo

Ciclomotore

Bicicletta

Auto

Figura 7.1 Veicoli coinvolti in incidenti mortali (anni 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

14 FOCUSRILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIALO

MB

AR

DIA

2010

Passando ora a esaminare le caratteristiche dei veicoli coinvolti negli inci-denti mortali si nota che in generale il numero di chilometri percorsi è piut-tosto consistente: solo il 40% dei veicoli ha percorso meno di 50milachilometri, il 24,6% fra i 50 e i 100mila chilometri e il rimanente 36% è co-stituito da veicoli con più di 100mila chilometri percorsi (si noti che l’infor-mazione è stata raccolta solo per il 27,8% degli incidenti rilevati. Le percentualiriportate nel testo si riferiscono pertanto solo al sottocampione rilevato).

I dati relativi all’età dei veicoli (informazione rilevata solo per il 60,5% dei casi)mostra come il 45,9% dei veicoli circolanti sia relativamente nuovo (meno di cin-

VelocipediCiclomotoriMotocicli

Autovetture private e pubblicheAutocarri, autotreni, autosnodati e simili

175,0

150,0

125,0

100,0

75,0

50,0

25,02000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Figura 7.2 Mortalità per tipo di veicolo - Lombardia - Numeri indice (base 2000=100)

Fonte: Statistica e Osservatori - Regione Lombardia (2009)

Valo

ri %

45,0

40,0

35,0

30,0

25,0

20,0

15,0

10,0

5,0

0,0

00-0

5

06-0

9

10-1

5

16-1

7

18-2

0

21-2

4

25-2

9

30-3

4

35-3

9

40-4

4

45-4

9

50-5

4

55-5

9

60-6

4

65-6

9

70-7

4

75-7

9

80-8

4

84 e

oltr

e

Non

rile

vata

Velocipedi Ciclomotori Autovetture private Motoveicoli

Figura 7.3 Mortalità per tipo di veicolo - Lombardia - Numeri indice (base 2000=100)

Fonte: Statistica e Osservatori - Regione Lombardia (2009)

que anni) e solo il 17,8% possa essere considerato ormai datato (più di 10 anni).Anche il dato relativo all’anno di immatricolazione conferma questo risultato.

La automobili più nuove circolano soprattutto nelle province di Milano, Lodie Como, quelle più vecchie a Sondrio, Mantova e Brescia. Si può dunque con-cludere che i veicoli che circolano in regione percorrono mediamente moltichilometri, pur non essendo generalmente molto vecchi.

15FOCUSRILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIA

LO

MB

AR

DIA

2010Considerazioni conclusive

Benché la Lombardia sia una delle regioni in cui il contrasto all’incidentalitàstradale ha dato i risultati migliori a livello nazionale, e nonostante il numero

13,4%

8,9%

17,0%

17,3%

24,6%

18,7%

Meno di 10,000

Da 10.000 a 20:000

Da 20.000 a 50.000

Da 50.000 a 100.000

Da 100.000 a 150.000

Oltre 150.000

Figura 7.4 Chilometri percorsi dai veicoli coinvolti in incidente mortale (anni 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

18,0%

27,9%

21,4%

14,1%

15,0%

3,7%

Meno di 2 anni

Da 2 a 4 anni

Da 5 a 7 anni

Da 8 a 10 anni

Da 10 a 15 anni

Più di 15 anni

Figura 7.5 Età dei veicoli coinvolti in incidente stradale (anni 2000/2007)

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

dei morti sulla strada sia in diminuzione, resta ancora lontano l’obiettivo fis-sato dal Libro Bianco dell’Unione europea che prevedeva l’abbattimento del50% del numero di morti per incidente stradale entro il 2010.

Le criticità più importanti riguardano:

• le ore notturne, in particolare quelle del fine settimana, dove sono i giovania pagare il contributo più elevato in termini di vite umane;

• i veicoli a due ruote, in particolare i motocicli, che presentano indici dimortalità decisamente più elevati della media e che, in controtendenza ri-spetto all’andamento complessivo, sono in costante aumento. Anche inquesto caso, peraltro, sono soprattutto i giovani nella fascia 25-34 anni aessere più frequentemente coinvolti negli incidenti mortali;

• alcune direttrici di traffico, in particolare le strade statali extraurbane, chepresentano tassi di mortalità molto elevati e ad andamento discontinuo,segno che le politiche di contrasto non hanno ancora raggiunto un’effica-cia stabile e duratura nel tempo.

Alcune province presentano tassi di riduzione della mortalità meno consi-stenti, e in particolare a Cremona e Mantova il numero di decessi legati al-l’incidentalità stradale negli anni 2000-2007 è aumentato anziché diminuire.Non è però possibile considerare queste province come «non virtuose» toutcourt, dal momento che, a seconda delle variabili considerate, presentano tal-volta risultati migliori di altre: per esempio Cremona è la provincia dove muo-iono meno pedoni, mentre Mantova è quella meno pericolosa per imotociclisti.

Como e Varese, al contrario, sono le province in cui il numero di morti sustrada negli anni che vanno dal 2000 al 2007 si è maggiormente ridotto, peròanch’esse presentano criticità: Como, per esempio, è la seconda provincia pernumero di motociclisti deceduti e la seconda per numero di scontri mortalinei fine settimana.

Vanno poi segnalate criticità locali legate a specifiche situazioni viabilistiche(un esempio su tutti, la Statale 38 in provincia di Sondrio) per cui è necessa-rio individuare adeguati interventi di gestione e mitigazione del rischio.

16 FOCUSRILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIALO

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2010

Autori

Silvia Zoboli, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e ricercasociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca

17FOCUSRILIEVI STATISTICI SULL’INCIDENTALITÀ STRADALE GRAVE IN LOMBARDIA

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IReR – Istituto Regionale di Ricerca della Lombardiavia Copernico 38, 20125 Milanowww.irer.it

Responsabile editoriale: Sabrina Bandera

Assistente editoriale: Romina Menegazzi

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Copertina di Arti Grafiche Fiorin - Silvia Uggeri

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