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    UNO SCANDALO ITALIANO:

    LESPRESSO E IL CASO SIFARdi Luca Grimaldi*

    A chi c stato, c o ci sar.

    Ho letto centinaia di libri,e non ho mai trovato una definizione del golpe,

    ma solo diversi modi di praticadel colpo di Stato.

    Aldo Bozzi

    IntroduzioneGli anni SessantaPrimo capitoloPolitica e societ

    Il polo internazionaleIn Italia

    Secondo capitoloIl Caso SIFAR

    Sotto la superficieI Servizi SegretiDe Lorenzo e il SIFARIl Piano SoloConseguenze politiche e giudiziarieSviluppi futuri

    Terzo capitolo

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    I giornali nel 1967LespressoIl tempo

    PostfazioneIl generale della discordia

    BibliografiaSitografiaEmerografia

    INTRODUZIONEGli anni Sessanta

    Gli anni Sessanta sono stati uno dei periodi pi ricchi e fecondi dicambiamenti della storia italiana. Immediatamente successivi al boomeconomico, infatti, sono stati anni di profonde trasformazioni e diesperimenti politici che hanno mutato il panorama politico e sociale delnostro Paese.Negli anni Sessanta si assistito al primo tentativo di realizzare ilcentrosinistra in Italia e, sul finire del decennio alle contestazioni operaiee studentesche.Sono stati anni di transizione tra limmobilismo politico degli anniCinquanta e il super attivismo, purtroppo degenerato nel crimine, deglianni Settanta.Sono stati anni contraddittori. E continuano ad esserlo ancora oggi nelgiudizio di numerosi storici, che non sono concordi se ritenere questodecennio la grande vittoria della democrazia, con lingresso del PSI nelle

    compagini governative e le manifestazioni di piazza e la partecipazionediretta del popolo alla vita e alle esigenze della cosa pubblica o seconsiderare quelle stesse manifestazioni come lespressione pi alta delfallimento della capacit dei partiti di rispondere alle esigenze e alledomande della popolazione e quindi come un insuccesso dellademocrazia rappresentativa. Ancora oggi gli anni Sessanta fanno discutere anche se facilecomprendere perch essi abbiano rappresentato per chi li ha vissuti unperiodo emozionante e coinvolgente. Perch gli anni Sessanta furono

    anni di grandi mutamenti durante i quali sembrava che tutto potesse

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    essere raggiunto, soprattutto per merito delle migliori condizionieconomiche di cui godeva gran parte della popolazione. Anche in politicamolte cose stavano cambiando, in risposta alle profonde trasformazioniche erano avvenute e che continuavano a smuovere la societ.Il Paese era diverso da quello che era uscito sconfitto dalla SecondaGuerra Mondiale ed erano necessari comportamenti differenti dellaclasse politica che lo guidava. Proprio la necessit di governare losviluppo fu il motivo che spinse i principali attori politici a cercare dellealternative in una situazione politica bloccata e che spinse il piimportante partito del periodo, la Democrazia Cristiana, ad aprire undialogo, proficuo quasi esclusivamente sul piano teorico ed ideale, con ilPartito Socialista Italiano ed a sviluppare un progetto di centrosinistrache, riformista nei contenuti, si riveler, in pratica, effimero. Anche a livello internazionale gli anni Sessanta furono anni di transizionecon il processo di distensione avviato dal presidente degli Stati Uniti J.F.Kennedy, eletto nel 1960, e dal leader sovietico Chrusc v dopo la crisidei missili a Cuba, che fece temere davvero lo scoppio di una nuovaguerra di portata mondiale. Purtroppo il tentativo di porre fine alla guerrafredda risult vano e le condizioni per un passo del genere tornarono adessere favorevoli solo ventanni dopo.Gli anni Sessanta furono un periodo durante il quale inizi a formarsi unasociet civile, consapevole del proprio ruolo e delle proprieresponsabilit e illusoriamente convinta di poter cambiare il mondo. Nesono un esempio le manifestazioni studentesche e operaie che hannocaratterizzato la vita italiana a partire dal 1967 e culminate lassosuccessivo ma anche le analoghe manifestazioni in molti paesi europei enegli Stati Uniti, dove unintera generazione protest contro lappoggioamericano al Vietnam del Sud e contro limpegno dei soldati U.S.A. inquella che era considerata una guerra inutile e lontana e che si conclusenegativamente per la potenza statunitense sia in termini geopolitici, sia

    per quanto riguarda il numero delle vittime.In questi stessi anni, per, in cui molte cose sembravano destinate acambiare per sempre sotto la superficie si muovevano uomini eorganismi con il proposito di fermare le trasformazioni in atto e di porreun freno agli esperimenti che stavano modificando gli assetti politici delnostro Paese. In questa prospettiva possibile comprendere il tentativodi colpo di Stato messo a punto nel 1964 dal Comandante dei carabinieriGiovanni de Lorenzo che, con lappoggio dei servizi segreti statunitensi,si proponeva di bloccare ogni apertura a sinistra e di creare un nuovo

    governo basato sui voti e sulla volont dei partiti di destra.

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    Il colpo di Stato non fu mai attuato ma ciononostante raggiunse in parte isuoi obiettivi e rese pi prudente la DC sul programma di riforma.Il caso SIFAR, come venne ribattezzato dai giornali quando, tre annidopo, il settimanale LEspresso ne rese pubblica lesistenza, fu untentativo estremo di porre fine alle trasformazioni che stavanointeressando la vita politica del nostro Paese e di restaurare un governoche arginasse le spinte al cambiamento che provenivano dalla societcivile

    PRIMO CAPITOLO

    Politica e societ

    Per comprendere le cause che portarono alla calda estate del 1964 e altentativo di colpo di Stato necessario partire da lontano, ricercando talimotivi nella situazione politica internazionale e nelle profondetrasformazioni che, tra la fine degli anni Cinquanta e linizio del decenniosuccessivo, stavano modificando la societ e la politica italiana.

    Il polo internazionale1

    Allinizio degli anni Sessanta il mondo era ancora diviso.Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale le due superpotenzevincitrici, Stati Uniti ed Unione Sovietica, avevano diviso il globo in dueparti, ciascuna delle quali era direttamente controllata o si trovava sottolinfluenza di uno dei due giganti. La Guerra Fredda, ovvero lacontrapposizione tra i due blocchi che si erano cos formati, ha dominato

    la scena politica internazionale per tutta la seconda met del XX secolo.Fu guerra perch il pianeta intero viveva con terrore lesplosione, semprepossibile, di un conflitto nucleare e, come osservava il filosofo ThomasHobbes, la guerra non consiste soltanto nella battaglia o nelcombattimento, ma in un lasso di tempo in cui la volont di scendere inbattaglia sufficientemente manifesta2; ma, in realt, tale pericolo nonfu mai seriamente raggiunto perch i governi di entrambe le1 Le informazioni relative allo scenario internazionale sono tratte da Eric J. Hobsbawn, Il secolo breve.1914/1991, BUR, Milano, 1997 pagg. 281-2892

    Laffermazione del filosofo Thomas Hobbes tratta da Eric J. Hobsbawn, Il secolo breve. 1914/1991, BUR,Milano, 1997 pag. 268

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    superpotenze accettarono la divisione stabilita al termine del conflittomondiale. LURSS controllava le zone occupate dallArmata Rossa o daaltre forze militari comuniste alla fine della guerra e gli USAcontrollavano il resto del mondo capitalista.Il confronto militare, quindi, pur rimanendo latente e nonostante si siamanifestato pi volte nella arco di cinquanta anni, non fu la conseguenzapi importante della guerra fredda. Le due potenze nucleari furono,infatti, impegnate in tre guerre, ma mai luna contro laltra. Nei conflitti inCorea, in Vietnam ed in Afghanistan la sofisticata tecnologia bellicamessa a punto dai due giganti non si rivel decisiva. Di ben altra entitfurono, invece, le conseguenze politiche che portarono ad unaspartizione e ad una polarizzazione in due campi nettamente distinti delmondo e che fecero sentire i propri effetti in tutte le nazioni, dato che aOccidente i comunisti scomparvero dal governo diventando emarginatipolitici permanenti3, mentre lURSS elimin i non comunisti dalledemocrazie popolari in nome della marxista dittatura del proletariatoche si trasform, ben presto, in una dittatura del partito. Allinizio degli anni Sessanta, tuttavia, la guerra fredda sembravamuovere qualche passo verso una soluzione durante il periodo delladistensione . Questa parola si era affacciata sullo scenario internazionaleverso la fine degli anni cinquanta, quando Chrusc v4, lunico statista diorigine contadina che abbia mai governato una superpotenza, avevastabilito la sua supremazia nellunione Sovietica post-stalinista.Lelezione di J.F. Kennedy nel 1960 coincise con un periodo in cui almondo capitalista sembrava di perdere terreno contro le economiecomuniste, cresciute molto rapidamente durante gli anni Cinquanta.LURSS, da parte sua, era preoccupata dalla grave rottura con la Cina,che accusava Mosca di scivolare lentamente ma inesorabilmente verso ilcapitalismo. Tale posizione di Pechino costrinse Chrusc v ad adottareuna politica pi intransigente verso lOccidente capitalista e le due

    superpotenze si fronteggiarono a Berlino, nel Congo e a Cuba.Paradossalmente il risultato finale di questa fase di minacce reciproche edi reciproci sospetti fu un tacito accordo tra le due superpotenze a nonterrorizzare se stesse e il mondo che port ad un sistema internazionalerelativamente stabile. Nel 1961 venne eretto il Muro di Berlino, chechiuse in Europa lultima frontiera che era rimasta incerta tra lOriente

    3 In Italia il Partito Comunista entrer nellorbita di governo del Paese solo sul finire degli anni 70 grazie altentativo di Compromesso storico tra il segretario della DC, lOn. Aldo Moro, e il segretario del PCI, lOn.Enrico Berlinguer.4

    Chrusc v guid il PCUS a partire dal 1956 e diede avvio al processo di destalinizzazione dellUnione Sovieticadenunciando i crimini di Stalin.

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    comunista e lOccidente capitalista. Gli Stati Uniti accettarono un paesecomunista come Cuba a poche miglia di distanza dalla Florida, dopoche, in un primo momento, si era rischiata lesplosione della guerraquando Cuba aveva accettato di ospitare dei missili sovietici e i focolaiaccesi in America Latina dalla rivoluzione cubana ed in Africa dalprocesso di decolonizzazione sembrarono estinguersi. Ancor piindicativi del processo di distensione in atto furono alcuni provvedimentiche avevano come obiettivo la limitazione delle armi nucleari e il fioriredel commercio tra Stati Uniti ed Unione Sovietica. Le prospettive per ilfuturo sembravano positive ma due eventi destabilizzarono lequilibriofinalmente raggiunto: dapprima la guerra del Vietnam (1965 1975), cheport ad un progressivo isolamento degli Stati Uniti e che videlemergere, in tutto il mondo, di numerosi movimenti pacifisti controlintervento militare e, successivamente, nel 1973, la guerra dello YomKippur, combattuta tra Israele, che gli USA avevano scelto come alleato,e lEgitto e la Siria, militarmente rifornite dai Sovietici.Verso la met degli anni Settanta, quindi, tutti i passi avanti fatti neglianni precedenti per cercare un equilibrio mondiale erano statirapidamente cancellati e ci vorr ancora pi di un decennio per assisterealla fine della Guerra Fredda con la caduta, nel 1989, del Muro di Berlinoed il crollo dellUnione Sovietica.

    In Italia5

    Intanto la situazione italiana si andava rapidamente modificando sia dalpunto di vista politico sia allinterno della societ. Le enormitrasformazioni che avevano caratterizzato il nostro Paese a partire daglianni Cinquanta sembravano render necessario un cambio nella linea digoverno e, quindi, gi dalla fine del decennio si parlava di una possibile

    svolta a sinistra con la costituzione di un governo di centrosinistra che simaterializz effettivamente soltanto nel 1963.Ma andiamo con ordine e cerchiamo di comprendere quali furono glieventi che avevano, in poco meno di un decennio, cambiato il volto delnostro Paese.Il nuovo benessere e le ottimistiche aspettative per il futuro diedero il via,nella seconda met degli anni Cinquanta, ad una dilatazione deiconsumi. Al primo posto cerano motociclette e automobili: la Lambretta

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    Le notizie relative al quadro italiano sono tratte da Simona Colarizi, Storia del Novecento Italiano. Centanni dientusiasmo, di paure, di speranza, BUR Saggi, Milano, 2000 pagg. 370-390.

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    dellInnocenti e la celebre Vespa della Piaggio (nel 1956 usc daglistabilimenti Piaggio il milionesimo esemplare) ma anche, tra le auto, la600 (1955) e la 500 (1957), entrambe della FIAT, furono alla base diquella motorizzazione di massa che modific profondamente loscenario delle citt e dellintera societ italiana6. Alla enorme espansionedei consumi e al maggiore benessere si affianc anche una maggioreconsapevolezza dei propri diritti degli italiani che si sentivano finalmenteliberi dai bisogni primari. Il motore principale di questo accresciuto sensodi cittadinanza fu senza dubbio la crescita della scolarizzazione: bastipensare che tra il 1955 e il 1965 raddoppiarono gli iscritti agli istitutisuperiori7.Benessere, urbanizzazione, crescita della scolarizzazione: tutti fenomeniche intaccarono profondamente la societ italiana, che, finalmente, silasciava alle spalle secoli di civilt contadina e che resero necessariauna nuova guida politica che fosse capace di governare lo sviluppo . Eraproprio questo che si proponevano i socialisti quando, nella secondamet degli anni 50, si cominci a parlare insistentemente dicentrosinistra.Trasformazioni avvenivano anche negli ambienti intellettuali e politici.Nel 1955, infatti, venne fondato il settimanale LEspresso, un giornalelaico nato con il sostegno finanziario di Adriano Olivetti e di cui CarloCaracciolo divent il maggiore azionista mentre nel 1956 nacque unnuovo quotidiano, Il Giorno, fondato dal presidente dellENI, EnricoMattei, che segn una rivoluzione nel linguaggio, nei contenuti e nellaimpostazione grafica rispetto al panorama grigio del giornalismo italiano.Erano i primi segnali di risveglio della stampa italiana8.Diversa fu, invece, la sorte della televisione9 che, cos come accadutoanni prima per la radio, ricevette la diffidenza dellestablishmentdemocristiano, in quanto giudicata troppo moderna e trasgressiva per adattarsi al costume italiano. In televisione i dirigenti designati dalla DC

    esercitarono un controllo politico ma soprattutto morale estremamenterigoroso ma, ciononostante, lAmerica e lAmerican way of life riuscironoad invadere lItalia. Persino un programma per famiglie come Lascia o

    6 Dal 1954 al 1964 le automobili in circolazione in Italia passarono da circa 700 mila a quasi 5 milioni, grazieanche allintroduzione del sistema rateale che ebbe un successo strepitoso.7 Dai 500 mila iscritti alle scuole media e di avviamento professionale del 1947 si passa ai 900 mila del 1955 e almilione e 600 mila del 1962; mentre tra il 1955 e il 1965 raddoppiarono gli iscritti agli istituti superiori, da 600mila a 1 milione e 200 mila.8 Sulla stessa strada de Lespresso e de Il Giorno si avvi anche il gruppo de Il Mulino, punto di incontrotra intellettuali cattolici, socialisti e laici, un vero punto di incontro per il futuro centrosinistra.9

    Le trasmissioni ufficiali della RAI-TV iniziarono il 3 gennaio 1954 con il programma ARRIVI EPARTENZE, condotto da Mike Bongiorno.

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    raddoppia?10 era ispirato ad un telequiz americano ed il successo futravolgente.Se anche i media, quindi, si resero partecipi e artefici allo stesso tempodi questa trasformazione della societ italiana, numerosi cambiamentiinvestirono, in questo stesso periodo, anche il mondo politico. Se, infatti,il partito comunista continuava ad essere emarginato dal sistema politicoitaliano, nonostante i suoi numerosi elettori che lo rendevano il secondopartito italiano, il PSI che nel 1956 aveva allontanato le proprie posizionida quelle comuniste e filosovietiche si dichiarava pronto ad entrare algoverno del Paese con un ruolo di primo piano.Nel frattempo due cambiamenti di livello internazionale rendevanoplausibile lidea stessa del centrosinistra: in Vaticano, lelezione al sogliopontificio di Giovanni XXIII11 che, nel 1962, convocher il ConcilioEcumenico Vaticano II e negli Stati Uniti lelezione a presidente deldemocratico John Fitzgerald Kennedy. In entrambi i casi fu mostrato uncauto gradimento verso il centrosinistra: Giovanni XXIII si dichiar dallaparte dei deboli e dei poveri per cui i giusti (credenti e non) erano isocialisti e i cattolici che si proponevano di favorire lascesa delle masselavoratrici e di battersi per i diritti e le riforme mentre lanuova frontiera diKennedy era una promessa di democrazia, di giustizia e di libert chenon venne smentita quando dal Dipartimento di Stato americano filtruna prudente approvazione verso i nuovi equilibri politici italiani.Se la situazione internazionale sembrava dunque favorevole, un vero eproprio pronunciamento di piazza a favore dellunione tra democristiani esocialisti nel governo del Paese si ebbe nel 1960 quando migliaia digiovani, i ragazzi con le magliette a strisce 12 come furono ribattezzatidalla stampa, si ribellarono al governo Tambroni, sostenuto inParlamento dai voti dei monarchici e dei missini. La scintilla che feceesplodere la protesta fu lautorizzazione data ai neofascisti del MSI dicelebrare il proprio congresso a Genova, citt medaglia doro della

    Resistenza. Genova antifascista per si ribell e lincendi della protestadilag in tutta Italia: ci furono scontri a Roma, Reggio Emilia, doverestarono uccisi cinque manifestanti, Catania, Palermo, Parma, Modenae Napoli. Queste manifestazioni, organizzate non solo da comunisti esocialisti, ma anche dai partiti socialdemocratico e repubblicano nonch

    10 Lascia o raddoppia?, condotto da Mike Bongiorno, debutt in TV nel 1955. Il format su cui era modellatoera un programma americano dal titolo The 64,000 $ Question.11 Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia, sal al soglio pontificio nel 1958.12 Proprio con le proteste deiragazzi con le magliette a strisce si impose allattenzione dellopinione pubblica un

    nuovo soggetto politico, quello dei giovani, provenienti spesso direttamente dai banchi di scuola e di universit e pronti a battersi contro i neofascisti.

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    dai radicali e dalle associazioni partigiane, il richiamo ai governi di unitnazionale antifascista del 1944, che dava una maggiore credibilit aduna possibile alleanza governativa DC-PSI, nonch un manifesto,sottoscritto il 18 luglio 1961 anche da molti intellettuali cattolici, in cui sirifiutava ogni collaborazione con i neofascisti, costrinsero Tambroni adimettersi da capo del governo e portarono ad un esecutivo, guidato daFanfani, che si reggeva sulla significativa astensione dei socialisti. Era ilprimo passo verso il centrosinistra : nel 1962 lo stesso Fanfani successea se stesso con un nuovo esecutivo appoggiato dallesterno dal PSI cheentr organicamente in una compagine ministeriale solo lannosuccessivo, nel 1963.Finora sono state ripercorse le tappe che hanno portato alla costituzionedel primo governo di centrosinistra nella storia dItalia, dopo quello diunit nazionale antifascista immediatamente successivo al termine dellaseconda guerra mondiale. Lalleanza governativa era necessaria per guidare il paese in una fase ricca di trasformazioni e di mutamenti qualierano gli anni Sessanta ma fu proprio la volont di fermare il programmariformista sulla cui base quel governo era nato a produrre, nel luglio del1964, il tentativo di Colpo di Stato da parte dei Servizi Segreti e del Gen.Giovanni De Lorenzo, comandante generale dellArma dei carabinieri.Prima, per, di addentrarci nei meandri di quello che venne ribattezzatodalla stampa come caso SIFAR utile chiarire quali erano le riformeche il nuovo governo si proponeva di realizzare e come, nel frattempo,andava trasformandosi il rapporto tra societ e politica.Il nuovo esecutivo di centrosinistra si era costituito con il preciso obiettivodi dare una risposta alle trasformazioni che stavano rapidamentecambiando la societ italiana. Il centrosinistra del 1962 era nato in baseallaccordo su un programma riformista imponente: riforma della scuola,con lobbligo scolastico innalzato a quattordici anni, riforma urbanistica,riforma della pubblica amministrazione, attuazione delle regioni, secondo

    quanto stabilito dalla Carta Costituzionale, nazionalizzazione delleimprese elettriche e programmazione economica. Si trattava di uninsieme significativo di riforme che non venne mai realizzato nella suacompletezza; soltanto la riforma della scuola e la nazionalizzazione delleimprese elettriche videro effettiva applicazione13. Le cause che frenaronoun ben pi incisivo intervento riformatore da parte del governo eranovarie e devono essere ricercate innanzitutto nella situazione dei duepartiti maggiori che avevano dato vita al progetto: il PSI e la DC.

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    Il nuovo esecutivo di centrosinistra esord con due interventi molto popolari: laumento del 30% delle pensionidi invalidit e vecchiaia e la gratuit dei testi per le scuole elementari.

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    Il primo, nel 1963, vide calare di 0,5 punti percentuali il proprio pesoelettorale, dal 14,2% del 1958 al 13,8%, a vantaggio del partitocomunista che guadagn, invece, circa tre punti passando dal 22,7% al25,3%14. Tale arretramento, unito alla consapevolezza che le masse nonsi riconoscevano nel partito socialista ma in quello comunista, cos comepure quei ceti medi fiduciosi nelle riforme e nel progresso, e ai processiautodistruttivi di scomposizione e ricomposizione interna al partito che siverificavano in quel periodo, posero fine allidea di Nenni di realizzare inItalia una grande socialdemocrazia. Questo stesso progetto fu avversatoe ostacolato, inoltre, dalla stessa Democrazia Cristiana che, dopo unabrillante partenza, rallent la marcia, stemperando ogni intentoriformatore. A frenare la DC sulla strada del cambiamento furono lepressioni della destra, interna ed esterna al partito, che aveva mostratola propria forza gi nel 1962 quando Antonio Segni, democristiano, erastato eletto al Quirinale con i voti determinanti del MSI15.Contro i piani riformatori del nuovo esecutivo si era alzato anche ilmalcontento di buona parte degli industriali che si sentivano traditi daidemocristiani che avevano spalancato le porte del governo ai socialisticon unincoscienza incomprensibile. Il PSI veniva considerato un alleatoinfido o, come scrisse il Corriere della Sera, un vero e proprio cavallo diTroia che avrebbe consentito ai comunisti di penetrare nella stanza deibottoni. La nazionalizzazione delle imprese elettriche, votata anche dalPCI, scaten il panico in Confindustria secondo la quale avrebbetrasformato lItalia in un paese dellEst. In realt il potenziamento delruolo dello Stato in economia si rivel un buon affare per lindustriaprivata, che pot giovarsi delle opere pubbliche e dei nuovi servizi abasso costo. Tuttavia se alcuni imprenditori, come Valletta, il presidentedella FIAT, si dichiararono addirittura fautori del centrosinistra , forserassicurati anche dalla prudenza democristiana, molto pi difficile dadisinnescare era lallarme che cresceva nelle fasce pi retrive del mondo

    economico e nei settori meno dinamici della media-piccola borghesia. Inqueste fasce della popolazione la svolta a sinistra era vista con profondainsofferenza che si traduceva nel desiderio di tornare indietro e di frenarequella corsa alla modernit. Proprio in questi strati della societ sisvilupper uno stato danimo ideale per le trame golpiste che, dal 1964

    14 La situazione elettorale del partito socialista non miglior neppure nelle successive consultazioni; a partire dal1963 inizi per il PSI un trend negativo che in tredici anni lo vide calare al 9,7% del 1976. Tredici anni diWelfare State finirono invece per giovare al PCI, balzato nel 1976 al 34,4% dei voti.15 I cattolici erano soddisfatti delle difficolt del partito socialista perch questo sarebbe stato cos subalterno al

    partito cattolico nel governo. Una forte socialdemocrazia avrebbe, invece, occupato il centro del sistema politico,sospingendo i democristiani sulla destra dove, da sempre, la DC evitava di lasciarsi incasellare.

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    fino agli anni Ottanta, inquinarono e minacciarono la stabilit stessa delleistituzioni democratiche.Il primo tentativo di modificare dallesterno le sorti della democraziaitaliana si verific nel 1964 con il tentativo di colpo di Stato messo in attodal Gen. Giovanni De Lorenzo che, con lappoggio degli ambienti diestrema destra e dellArma dei carabinieri, si proponeva di persuadereil Presidente del Consiglio, lOn. Aldo Moro e il presidente dellaRepubblica Segni a liquidare i socialisti con un piano, il famoso PianoSolo, che avrebbe garantito lordine e messo a tacere le opposizioni. Ilpiano non ebbe seguito, grazie al rifiuto dei vertici democristiani diappoggiare lidea di De Lorenzo, vertici democristiani che, per, siaffrettarono a coprire la trama golpista con una cappa di silenzio. Pur non raggiungendo i suoi obiettivi, tuttavia, il caso SIFAR, come venneribattezzato il complotto ai danni dello Stato nel 1967, quando ne furonosvelati i retroscena dai giornalisti de LEspresso Eugenio Scalfari e LinoIannuzzi divenne un ulteriore motivo di cautela per la DC, che continu lamarcia del centrosinistra con i piedi di piombo, a danno della capacitriformatrice dei governi che si susseguirono. Proprio questa mancanza divolont di rispondere alle reali esigenze del Paese, produsse un diffusomalcontento che sfoci pochi anni dopo, a partire dal 1967, nelleproteste di piazza di studenti e operai ma, questa, unaltra storia

    SECONDO CAPITOLO

    Il Caso SIFAR

    Sotto la superficie

    Mentre agli occhi dellopinione pubblica molte cose si andavano

    trasformando, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ed inparticolare dallinizio degli anni 50, sul territorio italiano numerosiorganismi ed associazioni, pi o meno segretamente e utilizzando anchemetodi illeciti, hanno tentato di deviare il corso degli eventi. Il principaleobiettivo che volevano raggiungere era quello di prevenirelaffermazione dei partiti comunisti, anche nel caso di conquista legaledel potere, come recita un documento del NSC (National SecurityCouncil) degli Stati Uniti del 1951.Furono proprio i servizi segreti statunitensi ad elaborare, nella primavera

    del 1952 un piano permanente di offensiva anticomunista, il piano

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    Demagnetize, che venne sottoscritto, in Italia, dal Gen. UmbertoBroccoli, capo del SIFAR, il Servizio Informazioni Forze Armate, ovvero inostri servizi segreti. Come si pu dedurre dal documento in questione lalimitazione del potere dei comunisti era un obiettivo prioritario chedoveva essere raggiunto con ogni mezzo. Il governo, inoltre, non dovevaassolutamente essere informato della sua esistenza. Si delineava,quindi, un vero e proprio Stato parallelo, guidato dai servizi segreti, inobbedienza alle direttive CIA, che si sarebbe mosso nel sottosuoloitaliano per oltre trentanni. Il piano Demagnetize venne poi attuato dalGen. Giovanni De Lorenzo, nuovo capo del SIFAR a partire dal 1955, unpersonaggio che meno di un decennio dopo, nel 1964, tent di portare atermine un colpo di Stato con il famoso Piano Solo.Il piano Demagnetize fu soltanto la prima di una serie di iniziative deinostri servizi segreti che, nel novembre del 1956, sempre tramite unaccordo con la CIA, diedero vita a Gladio , unorganizzazione segreta per la guerra non convenzionale nel caso di uninvasione dellItalia da partedi truppe del blocco sovietico e in caso di avvicinamento al potere dellesinistre. I membri di Gladio entrarono pi volte in azione per compiereattentati contro sedi democristiane da attribuire alla sinistra, secondoquanto concordato dal Col. Rocca del SIFAR con il capo dellapostazione CIA di Roma William Harvey.Quello del 1964 non fu, tuttavia, lunico tentativo golpista che si cercatodi realizzare in Italia. Il 7 dicembre del 1970 Junio Valerio Borghese elindustriale romano Remo Orlandini tentarono un colpo si stato, conloperazione Tora Tora, che avrebbe dovuto portare al pronunciamentodelle alte gerarchie militari. Anche in questo caso i vertici dei servizisegreti furono avvertiti ma il capo del SID16 (Servizio InformazioniDifesa), nato al posto del SIFAR, Vito Miceli, non prese alcunprovvedimento permettendo ai neofascisti che avevano occupato ilViminale di lasciare indisturbati il Ministero dellInterno, senza che la

    magistratura ne fosse avvertita.Tre anni dopo, nel 1973, venne scoperta lorganizzazione segreta Rosadei Venti, che puntava ad attuare un colpo di Stato in sei fasi, tra cui unintervento militare e la fucilazione di ministri e parlamentari socialisti ecomunisti, dirigenti della sinistra, vecchi comandanti partigiani. La Rosadei Venti, secondo una confessione raccolta dai magistrati, eracomposta da venti organizzazioni fasciste e da gruppi clandestini dimilitari e al suo vertice cerano ben 87 ufficiali superiori, rappresentanti

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    Il SID, servizio informazioni difesa, nacque nel 1965 sulle ceneri del SIFAR, a causa degli avvenimentidellestate del 64. (vd. infra I servizi segreti)

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    tutti i corpi militari e i servizi di sicurezza italiani. Un altro colpo di statovenne sventato, lanno successivo, dal ministro della difesa, lOn. Giulio Andreotti che il 15 luglio destitu una dozzina di ammiragli e generali per prevenire, appunto, un golpe previsto per il 10 agosto. Nello stessomese, il 23 agosto, la magistratura di Torino scopr un complotto, notocome golpe bianco, che faceva capo a Edgardo Sogno, RandolfoPacciardi, ex ministro della Difesa, ed altri. Il progetto aveva il sostegnodegli Stati Uniti e della loggia massonica P2 di Licio Gelli e avevalobiettivo di forzare lintervento dei militari a favore di una repubblicapresidenziale. Tutte le inchieste relative ai tentativi di colpo di stato a cuisi accennato furono definitivamente archiviate nellautunno del 1978dalla procura di Roma.I servizi segreti hanno avuto, quindi, in Italia un ruolo primario neldeterminare le linee di sviluppo delle politica dei vari governi che si sonosucceduti ed utile ripercorrerne la storia e rivisitarne le trasformazioniche li hanno investiti a partire dalla loro istituzione nel 1949.I Servizi Segreti

    I servizi segreti nacquero ufficialmente il 1 settembre del 1949 sulleceneri del vecchio SIM, il Servizio dInformazione Militare nato durante ilregime fascista, con il nome di SIFAR, Servizio Informazioni Forze Armate. Gi la loro costituzione fu anomala: per istituirli non funecessario alcun dibattito parlamentare ma soltanto una circolare internafirmata dallallora ministro della difesa Randolfo Pacciardi.Il primo direttore del SIFAR fu il generale di brigata Carlo Del Re, sottolesplicita supervisione dellemissario della CIA in Italia Carmel Offie. DelRe venne sostituito nel 1951 dal Gen. Broccoli, che diede lavvio aGladio, sostituito un anno e mezzo dopo dal Gen. Musco, uomo distretta osservanza CIA, che port a termine lacquisto dei terreni di CapoMarrargiu, in Sardegna, dove sorse poi la base di Gladio17. Una

    decisiva impennata nelle attivit politiche dei servizi segreti si ebbe conlavvento ai vertici del SIFAR del Gen. Giovanni De Lorenzo, uomogradito sia allambasciatrice americana, Clara Booth Luce, sia allesinistre18. De Lorenzo assunse le redini del SIFAR nel gennaio del 1956e rimase in carica per quasi sette anni, fino allottobre del 1962. Propriosotto la gestione di De Lorenzo iniziarono le schedature di massa degliitaliani: furono raccolti oltre 157.000 fascicoli molti dei quali abusivi e

    17 Lesistenza della base Gladio di Capo Marrargiu fu rivelata nellaprile del 1976 dal settimanale Il tempo.18

    Il gradimento delle sinistre per la nomina di De Lorenzo era dovuto essenzialmente ai meriti resistenzialirivendicati dal generale.

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    falsi, in gran parte del tutto superflui per la sicurezza, ma utili comestrumenti di pressione e di ricatto.Quando De Lorenzo fu nominato Comandante Generale dellArma deiCarabinieri e fu costretto ad abbandonare la guida dei servizi segretiriusc a mantenerne comunque il controllo facendo in modo che al suoposto venisse designato un suo fedelissimo, Egidio Viggiani e che i postichiave fossero occupati da suoi uomini di fiducia: Giovanni Allavena eLuigi Tagliamonte. Fu proprio De Lorenzo a mettere a punto, nel 1964, ilPiano Solo, un colpo di Stato sotto la cui minaccia venne formato ilsecondo governo di centrosinistra guidato da Moro.Lanno successivo al tentativo di golpe il SIFAR venne sciolto e, con undecreto del Presidente della Repubblica, il 18 novembre 1965, nacque ilSID, Servizio Informazioni Difesa. Il comando del nuovo ServizioSegreto, nuovo solo sulla carta, venne affidato allAmm. Eugenio Henke,sotto la cui gestione prese avvio la strategia della tensione che ebbecome primo, tragico, risultato la strage di Piazza Fontana a Milano il 12dicembre 196919. Nel 1970 lAmm. Henke fu sostituito dal Gen. VitoMiceli, sotto la cui direzione prese forma loperazione Tora Tora, iltentativo di colpo di Stato, ancora oggi misterioso, del principe neroJunio Valerio Borghese. Gli anni della gestione Miceli furono, inoltre, glianni dello stragismo in Italia: da Peteano alla strage della Questura diMilano, da Brescia allItalicus.La prima riforma organica dei Servizi Segreti risale al 1977. In quel casoanche il PCI, ormai sempre pi vicino allarea di governo, partecipdirettamente alla riforma, che introdusse per la prima volta una figura diresponsabile delloperato dei servizi segreti nei confronti del Parlamento:il Presidente del Consiglio, coadiuvato da un consiglio interministeriale, ilCESIS. Gli stessi servizi nel 1977 furono sdoppiati: al SISMI, ServizidInformazione per la Sicurezza Militare, che rimaneva completamenteaffidato a personale militare, fu attribuito il compito di occuparsi della

    sicurezza nei confronti dellesterno mentre al SISDE, ServiziodInformazioni per la Sicurezza Democratica, affidato alla polizia, ossiaad un corpo smilitarizzato, il compito di vigilare allinterno.Nonostante la riforma, i nuovi servizi incapparono ben presto in unoscandalo di portata nazionale, quello della loggia P220 di Licio Gelli. Inomi di tutti i vertici dei servizi erano compresi nella lista di Gelli,

    19 La strage di Piazza Fontana a Milano fu causata da una bomba collocata allinterno della Banca NazionaledellAgricoltura e provoc 16 morti e 88 feriti.20 Nella lista di Gelli erano iscritti, tra gli altri, ventotto giornalisti, quattro editori e sette dirigenti editoriali del

    gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, tra cui lo stesso Angelo Rizzoli. I direttori erano sette, quattro dei qualidirigevano testate Rizzoli, a cominciare da Franco Di Bella, allora direttore del Corriere della Sera.

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    scoperta nel marzo 1981 dai magistrati milanesi che indagavano suSindona21. Entrambi i servizi segreti ebbero responsabilit gravi nellastrage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 22, per la quale sonostati condannati per depistaggio alcuni uomini del SISMI, come il Gen.Pietro Musumeci e il Col. Giuseppe Belmonte. Per tutti gli anni 80uomini del SISMI furono implicati in scandali ed inchieste dellamagistratura e soltanto negli ultimi anni i servizi segreti italiani sembranoaver scelto la linea del basso profilo, guidati spesso da figure di scarsorilievo, animate da saldo spirito democratico.

    De Lorenzo e il SIFAR

    Dopo aver descritto, seppur a grandi linee, la storia dei servizi segretiitaliani dalla loro fondazione ad oggi ed averne analizzato le varie fasi e ivari misfatti, bisogna concentrare lattenzione sul Gen. Giovanni DeLorenzo che guid i servizi per sette anni, dal 1955 al 196223, dandoinizio a schedature di massa della societ italiana e che tent, nel 1964,da comandante generale dellArma dei Carabinieri, un colpo di Stato,attraverso il famoso Piano Solo.Nel 1955 il Gen. Giovanni de Lorenzo venne nominato capo del SIFARgrazie agli auspici di Carmel Offie e dellambasciatrice statunitense ClaraBooth Luce, che caldeggiarono la sua nomina. Proprio sotto la guida diDe Lorenzo i servizi segreti iniziarono una gigantesca opera dischedatura degli esponenti pi in vista di tutte le istituzioni e di tutti igruppi sociali; politici, sindacalisti, imprenditori, uomini daffari,intellettuali, religiosi e militari furono indagati. Non poco rumore fece lascoperta che anche Giuseppe Saragat, futuro Presidente dellaRepubblica, fosse spiato dagli uomini del SIFAR e che sul suo contofossero minuziosamente catalogate addirittura le marche e le quantitdegli alcolici utilizzati. Come fu accertato dalla Commissione Beolchini,

    istituita allinizio del 1967, dopo le prime rivelazioni de LEuropeo suquanto avvenuto tre anni prima24, lestensione anomala dei fascicoliebbe luogo verso il 1959 ed assunse proporzioni allarmanti in quellannoe nellanno successivo. Attraverso una circolare del 26 febbraio 1959, ad

    21 Linchiesta su Michele Sindona, il banchiere di Dio, era relativa a traffici di denaro in cui compariva anchelo IOR, la banca vaticana, e a relazioni tra la mafia siciliana e la criminalit organizzata statunitense.22 Nella strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 persero la vita 85 persone mentre i feriti furono pi diduecento.23 La direzione del Gen. De Lorenzo alla guida del SIFAR fu una delle pi lunghe in assoluto. Molti suoi

    colleghi spesso non duravano in carica pi di un anno.24 Il giornalista de LEuropeo che seguiva gli sviluppi della vicenda era Renzo Trionfera.

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    esempio, furono richieste a tutti i capi degli uffici periferici notebiografiche e dettagliate notizie sulle attivit svolte da deputati e senatori,mentre nel 1960 vennero raccolte notizie biografiche relative a prelati,vescovi e sacerdoti delle intere diocesi.I fascicoli cos compilati ammontavano a circa 157 mila, dei quali 34 miladedicati ad individui appartenenti al mondo economico, a uomini politici ead altre categorie di interesse rilevante per la nazione. La CommissioneBeolchini individu inoltre, nellambito di queste schedature illegali, unaserie di gravi irregolarit e rifer nella relazione conclusiva che i profilidelle persone schedate erano talora riscritti a distanza di tempo condiverso orientamento25.Migliaia di italiani, appartenenti ai pi svariati gruppi sociali, erano quindicontinuamente osservati e spiati ed anche le loro pi frivoli abitudiniquotidiane venivano regolarmente registrate dagli uomini dei servizisegreti. Per spiegare cosa abbia spinto il Gen. De Lorenzo ed i suoiuomini a mettere in atto una tale opera di spionaggio su scala nazionale stata avanzata lipotesi che tale indirizzo derivasse da input provenientidal Capo Stazione CIA, Thomas Karamessines, nellambito delle tensionipolitiche derivanti dalla previsione di una possibile apertura al PSI dellamaggioranza governativa, possibilit che continuava ad esserefortemente contrastata dal vertice politico statunitense che pureauspicava unevoluzione dei socialisti verso posizioni autonome neiconfronti del PCI.Resta ancora da comprendere quale fu il ruolo del potere politico inordine a tali deviazioni dei servizi e se ad esso possano essere attribuiteesclusivamente responsabilit di omesso controllo o di una pi pesantecorresponsabilit. Il Col. Rocca, uno dei pi stretti collaboratori di DeLorenzo, nonch tra i fondatori della struttura militare clandestinaGladio, rifer alla Commissione Beolchini che il capo del SIFAR avevaorganizzato il servizio per rispondere alle continue domande che gli

    venivano rivolte dal Presidente Gronchi. Continua, tuttavia, ad esseredubbia la responsabilit di tale deviazione: ancora oggi non si pu direcon certezza se la colpa fosse di chi dava gli ordini o di chi li eseguiva odi chi aveva il controllo sul funzionamento del Servizio.Nel frattempo il Gen. De Lorenzo, dopo aver dato avvio alle schedature,nel 1962 venne nominato Comandante Generale dellArma deiCarabinieri. La nomina alla guida dellArma non fu affatto semplice e DeLorenzo dovette vincere la candidatura del Gen. Aloja, le cui simpatie

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    Le notizie relative alla Commissione Beolchini sono riprese dalla relazione finale della Commissione Stragi,che ne ha sostanzialmente accettato le conclusioni.

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    sorridevano a soluzioni militaresche in politica. A favore della scelta diDe Lorenzo pes la sua buona prossimit ad Antonio Segni, il cui poterein seno alla DC era notevolmente cresciuto fino alla nomina a Capo delloStato anche se lultima parola spett al PCI che prefer De Lorenzo siaper i sospetti di contiguit ai post-fascisti che avevano riguardato il suocompetitore sia per favorire Segni dal quale si attendevano, in cambio,una maggiore apertura per laccesso delle sinistre negli enti locali.Nel 1962 De Lorenzo abbandon la guida del SIFAR mantenendonecomunque il controllo attraverso la nomina nei posti chiave di uomini disua massima fiducia.Nei primi anni alla guida dellArma il generale si mostr una personalitmossa da un profondo spirito innovatore; i carabinieri, infatti, pativanonumerosi inconvenienti che ne appesantivano, quando nonparalizzavano, lattivit e fu proprio con De Lorenzo che lemergenzacarabinieri, pi volte posposta, venne affrontata.Sotto la guida di De Lorenzo vennero riqualificate le scuole dellArmamentre sul piano delle comunicazioni fu il primo ad intuire lutilit delnumero unico di pronto intervento e richiese una revisione ed unpotenziamento della rete telefonica di Stato; intravide inoltre lapotenziale utilit della radiofonia ed ebbe pronta visione dellutilit delsupporto degli elicotteri. Ancora pi importante, nacque con De Lorenzouno spirito di corpo che avrebbe presto condotto lArma a far prontamente quadrato intorno ai propri militi ogniqualvolta si fosserotrovati in difficolt. Importanti furono gli interventi del generale in materiadi armamento riguardo lesigenza di massima affidabilit delle armi edelle munizioni.Dopo i primi anni della cura De Lorenzo i Carabinieri ricominciarono apresentarsi finalmente come unistituzione efficiente e allavanguardia,agguerrita e riarmata al punto da potersi nuovamente annoverare fra leforze militari dimpiego esterno. Tutto era pronto per far scattare il Piano

    Solo, un piano che avrebbe permesso a De Lorenzo, attraverso lausiliodei Carabinieri, di condizionare la vita politica del Paese e di creare ungoverno demergenza retto dal sen. Cesare Merzagora, che avrebbedefinitivamente allontanato le sinistre dallesecutivo.

    Il Piano Solo

    Il Piano Solo era un piano demergenza che, nelle intenzioni del Gen. DeLorenzo, che lo aveva ideato, avrebbe definitivamente allontanato le

    sinistre dal governo o ne avrebbe quantomeno ridotto drasticamente le

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    potenzialit riformatrici. Nelle intenzioni del suo ideatore esso avrebbedovuto portare allenucleazione, ovvero al prelevamento, di queipersonaggi politici ritenuti pericolosi. Questi sarebbero stati raggruppati eraccolti nella sede del Centro Addestramento Guastatori di CapoMarrargiu, in Sardegna, una base militare segreta, il cui progettooriginario prevedeva questo possibile utilizzo, adattata a tempo di recorddal SIFAR, dove sarebbero stati custoditi sino alla cessazionedellemergenza. Carabinieri, gruppi di civili, ex par e repubblichini diSal avrebbero partecipato al golpe mentre la Confindustria e alcunicircoli militari avrebbero finanziato alcune formazioni paramilitari. LArmadei Carabinieri avrebbe assunto il controllo delle istituzioni e dei servizipubblici principali, compresi la televisione, le ferrovie e lente telefoniconazionale ed avrebbe occupato con le armi le sedi dei partiti di sinistra,le redazioni de LUnit, le sedi della RAI-TV e le prefetture. Agli ordini del generale i carabinieri avrebbero catturato i personaggidella vita politica italiana loro indicati e li avrebbero inviati in Sardegnavia mare o su aerei dai finestrini oscurati. La lista dei soggetti daprelevare sarebbe stata ricavata ed elaborata sulla base delle risultanzedei famosi fascicoli del SIFAR, redatti da De Lorenzo negli anni trascorsialla guida dei servizi segreti. Una delle possibili varianti del Pianoprevedeva luso di sommergibili, e la circostanza che gli unici adattifossero posseduti dalla marina americana diede origine a numerosecongetture. giusto sottolineare come lesistenza di un piano cheavrebbe modificato gli equilibri politici italiani era nota alla CIA findallinizio del 1964. In una nota del marzo 64, dal titolo Opinioni deicarabinieri italiani e uomini dellintelligence sulla situazione politicaitaliana, si metteva in luce lo scontento del Gen. De Lorenzo neiconfronti del governo di centrosinistra guidato da Moro. Il comandantedellArma affermava la necessit di un intervento dei carabinieri per dominare la situazione, che si stava progressivamente deteriorando.

    Nella nota si faceva riferimento alla costituzione di un Governo disalvezza Nazionale ed erano menzionati due appuntamenti che DeLorenzo avrebbe avuto con il Presidente della Repubblica, AntonioSegni, e con il sen. Cesare Merzagora per discutere della situazione. Ledate di entrambi gli appuntamenti erano state cancellate. Ancora, il 26giugno, giorno delle dimissioni del governo Moro, in unaltra nota sinominava una task force di battaglioni mobili organizzata dal Gen. DeLorenzo pronta ad entrare in azione in caso di emergenza politica. Inoltreun telegramma dello stesso giorno, inviato al Comandante in capo

    dellEsercito Americano in Europa, recitava: Fonte altamente attendibile,

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    che non possiamo rivelare per la natura esplosiva delle suedichiarazioni, ritiene possibile un Coup dEtat in Italia nel prossimofuturo.Quanto contenuto nelle informative della CIA inizi a trasformarsi inrealt il 2 giugno del 1964, dopo la tradizionale parata militare inoccasione della Festa della Repubblica alla quale partecip un numerodi militari pi elevato del solito. In occasione delle successivecelebrazioni per il 150 anniversario della fondazione dellArma DeLorenzo fece sfilare lappena rodata brigata meccanizzata, con la suaimponente dotazione di armi e mezzi pesanti; dopo la sfilata, adducendomotivazioni di ordine logistico, il Comando Generale comunic che letruppe affluite a Roma per le celebrazioni vi si sarebbero trattenute sinoalla fine del mese di luglio. Fiutando un possibile pericolo, alcuniimportanti esponenti di partiti della sinistra e dei sindacati preferironorendersi irreperibili per qualche giorno ed evitarono di rincasare e diseguire le proprie personali abitudini; riuscirono a mettersivicendevolmente sullallerta e lopposizione parlamentare e sindacale fuper qualche tempo introvabile. Qualche giorno dopo, rimasto senzamaggioranza nella votazione di un finanziamento scolastico, il primogoverno Moro fu costretto alle dimissioni.Il dibattito politico che ne segu fin col vertere principalmente sullapossibilit di ammettere le sinistre al governo, ovvero sullopportunit diescluderle. Se la presidenza Kennedy aveva ammorbidito la posizioneamericana nei confronti di tale ipotesi, le strutture militari, diplomatiche edi intelligence non erano arretrate di un solo passo e ricordarono alPresidente USA limportanza dellelettorato interno ed ai servizi segretiitaliani, ed in particolare a De Lorenzo, i patti stabiliti con lasottoscrizione del piano Demagnetize. Durante i primi giorni del mesedi luglio il generale mise in preallarme le strutture interessate,convocando i comandanti delle pi importanti divisioni e predisponendo

    leventuale richiamo in servizio di militari gi congedati, e fece distribuirele liste con i nomi di coloro che si sarebbero dovuti enucleare;contemporaneamente De Lorenzo fu convocato ufficialmente da Segninel corso delle consultazioni per la nomina del nuovo governo. Lacontrapposizione politica che si era stabilita fra al Capo dello Stato e ilPresidente del Consiglio uscente riguardava la possibilit stessa delcentrosinistra. Mentre Moro avrebbe aperto alle sinistra, anche con untiepido avvicinamento del PCI, Segni proponeva, o forse minacciava, ungoverno di tecnici sostenuto dai militari.

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    Il 17 luglio Moro, che il giorno precedente aveva incontrato De Lorenzoper discutere dellordine pubblico in caso di elezioni anticipate, opt,insieme a Nenni, segretario del PSI, per un ritorno alla formulagovernativa precedente mentre i socialisti rilasciarono prudenticomunicati di rinuncia ad alcune richieste di riforma, precedentementeavanzate come prioritarie. Si form cos il Moro 2, con un programmache lo stesso statista defin edulcorato, ossia, come voleva DeLorenzo, annullato in ogni suo proposito innovatore.La crisi era rientrata senza che nessun carabiniere si fosse mosso ma ilgenerale era riuscito ugualmente a raggiungere i propri obiettivi.Riguardo alla natura del Piano Solo, va detto che simili piani, contro irivolgimenti politici o le insurrezioni, sono normalmente predisposti daigoverni dei Paesi pi sviluppati; uno degli aspetti nei quali, per, il PianoSolo differiva da quelli ordinari era la riserva operativa conferita in viaesclusiva allArma dei carabinieri, a differenza degli altri piani dicontingenza che sono interforze e coordinati a livello di prefettura per sfruttare le competenze dei vari corpi e, soprattutto, per non assegnare ipoteri in caso di emergenza ad una sola istituzione. Il Piano Solo, non acaso, fu definito cos proprio perch prevedeva solo il coinvolgimentodei carabinieri.Infine il Piano avrebbe avuto integrazione con altri progetti militari segretivolti a distribuire sul territorio forze in grado di operare per la reazione adeventuali svolte sovversive o a manovre di invasione, attraverso una reteclandestina gi seminata da organizzazioni e strutture quali la reteGladio.

    Conseguenze politiche e giudiziarie

    Lo scandalo dei fascicoli del SIFAR e il Piano Solo restaronosconosciuti allopinione pubblica per tre anni. Soltanto nel gennaio del

    1967, il sen. Parri denunci in Parlamento lo spionaggio politico deiservizi segreti. Il Ministro della Difesa, lOn. Tremelloni, aveva assicuratoche tutti quei fascicoli, contenenti perlopi informazioni di secondariaimportanza, erano gi finiti al macero. Fu LEuropeo, alla met difebbraio, a sconfessare pubblicamente il Ministro pubblicando linterodossier del SIFAR e coinvolgendo anche lex Presidente dellaRepubblica Antonio Segni. Era linizio di una serie di inchiestegiornalistiche che avrebbero finalmente fatto un po di chiarezza suquanto era avvenuto in quella calda estate del 1964; scoop che

    portarono la firma, a partire dal maggio del 1967, di Lino Jannuzzi ed

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    Eugenio Scalfari, entrambi de LEspresso, che per primi scoprirono erivelarono allopinione pubblica italiana i progetti golpisti del Gen. DeLorenzo, nel frattempo promosso Capo di Stato Maggiore.Con una serie di articoli del maggio 1967, i due giornalisti denunciaronoquanto era avvenuto e parlarono apertamente di Colpo di Stato, venendoper questo querelati dal generale. Oltre al processo che si concluse conla condanna dei due giornalisti, nel gennaio 1967 fu creata la primacommissione per indagare sullo scandalo SIFAR. La commissione,presieduta dal Gen. Beolchini, appur lesistenza di un gran numero difascicoli relativi alla vita privata di taluni ufficiali generali di CorpodArmata, giustificati dal Gen. De Lorenzo con la necessit disalvaguardare il prestigio delle massime cariche militari. La commissioneappur inoltre come il SIFAR continuasse a dipendere ufficiosamente dalGen. De Lorenzo anche dopo la nomina di questultimo a Comandantegenerale dellArma dei carabinieri e sottoline come fosse daaddebitargli la colpa di aver dato una decisa svolta allindirizzo operativodel SIFAR, spingendo indagini su personalit civili e militari che nullaavevano a che fare con la sicurezza interna o con il controspionaggio ecreando le premesse per la proliferazione dei fascicoli e delle pratiche26 e di avere operato in tal senso non a tutela del buon nome dellesuddette personalit, ma per presunta altra utilizzazione delle notiziescandalistiche cos raccolte

    27. Successivamente, nel 1974, lo stessoGen. Beolchini dichiar che la sua relazione non era mai stata pubblicata

    integralmente; su 37 testimoni interrogati erano stati allegati solamente32 documenti e nessuno di essi giunse in Parlamento 28.La commissione Beolchini fu soltanto il primo di una serie di organismipolitici che si occuparono di quanto era avvenuto nellestate del 1964.Sempre nel 1967, fu istituita uninchiesta interna ai carabinieri affidata alvicecomandante dellArma, il Gen. Giorgio Manes, per scoprire chidellArma avesse passato informazioni a Lespresso. Il generale appur

    come allinterno dellArma si fosse formato un gruppo di potere cheagisce allombra di uno stuolo di protettori politici, come annot eglistesso nel suo diario. Tra questi protettori politici, come affermava lostesso Manes, cera Francesco Cossiga, futuro presidente dellaRepubblica, che alla successiva commissione parlamentare dinchiestasul Piano Solo garant sulla affidabilit democratica di quel gruppo diufficiali infedeli, smentendo cos apertamente qualsiasi ipotesi di colpo di26 Dalla relazione della Commissione Beolchini.27 ibidem28

    Per la relazione conclusiva completa della Commissione Beolchini cfr. Dossier Sifar, prefazione di SergioFlamigni, KAOS edizioni

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    Stato29. Il Gen. Manes sostenne lesistenza del colpo di Stato, e incambio ne ottenne il totale isolamento, oltre allaccusa di averetravalicato il mandato assegnatoli.30 Da allora la sua salute venne meno.Un primo infarto lo colp nel 1968. Il secondo giunse lanno successivofinch il 25 giugno del 1969 mor a Montecitorio per una crisi cardiacadopo aver bevuto un caff poco prima di deporre alla commissioneparlamentare sul golpe. I familiari del generale parlarono apertamente diomicidio per impedirgli di dichiarare quanto era stato scoperto nel corsodellinchiesta interna da lui presieduta; a questo proposito il figlio delgenerale, Renato Manes ha dichiarato a Lespresso: Non arriv vivo, emolti tirarono un sospiro di sollievo31.Nel frattempo, l11 novembre 1967 inizi il processo a Scalfari eJannuzzi, i due giornalisti de LEspresso querelati dal Gen. De Lorenzo;il processo si concluse cinque mesi dopo con la condannarispettivamente a quindici e quattordici mesi di reclusione con lacondizionale. Il Pubblico Ministero aveva chiesto il loro proscioglimentoper aver esercitato il proprio diritto di cronaca e di critica. Durante leudienze venne anche letto il rapporto Manes sul Piano Solo, anche secoperto da segreto di Stato e censurato da ben 72 omissis. Lo stessoJannuzzi, in unintervista a Sette del Corriere della Sera32, ha parlato dipregiudizi del PM nei loro confronti e ha raccontato come si svolsero ifatti durante quel processo: durante la sua deposizione aveva raccontatodelle fonti e aveva affermato: Tutto quello di cui stiamo dibattendo chiarito in uninchiesta interna fatta dal vicecomandante dei carabiniericonservata nella cassaforte del comando dellArma33, riferendosiesplicitamente al rapporto Manes. Quando questo venne consegnato alPM, una telefonata del Presidente del Consiglio Aldo Moro ferm ilprocesso con una richiesta di restituzione del documento, che avrebbecontenuto segreti politico-militari. Quando il rapporto torn in aula erastato censurato in numerosi punti, quando in realt, sempre secondo

    29 stato successivamente scoperto che lex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga era a conoscenzaanche dellesistenza della rete clandestina Gladio30 Lespresso del 2 febbraio 2006 ha pubblicato un articolo di Riccardo Bocca in seguito al ritrovamento di duevaligie zeppe di documenti appartenenti al Gen. Manes e custodite dalla vedova. Tali documenti sono quasiinteramente dedicati al Gen. De Lorenzo e ai suoi tentativi di intervento e ricatto nel mondo della politica. Gliappunti del Gen. Manes spaziano da un tentativo di ricatto a Papa Paolo VI su suoi presunti trascorsi giovanili airapporti che De Lorenzo intrattenne con Togliatti ed il PCI.31 LEspresso, 2 febbraio 2006.32 Larticolo su Jannuzzi e la relativa intervista sono stati pubblicati su Sette, supplemento del Corriere della

    Sera, del 05/02/2004. Lautore dellarticolo era Pier Luigi Vercesi.33 ibidem

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    Jannuzzi, le violazioni di segreti sulle basi americane in Sardegna nonerano pi di tre o quattro34.Numerose sorprese riserv anche il processo di appello ai duegiornalisti, apertosi il 15 ottobre 1969. Lavvocato di De Lorenzo esib deinastri su cui era incisa la conversazione fra il generale e il capo digabinetto del Ministero Della difesa in cui si affermava la volont delgoverno di insabbiare linchiesta sul SIFAR. Il nastro fu reclamatoimmediatamente dal SID, prima che potesse essere ascoltato per intero,e ricompar nello stesso anno durante le sedute della commissioneparlamentare dinchiesta sul Piano Solo.I due giornalisti, condannati, evitarono il carcere solo perch furono elettial Parlamento: Jannuzzi divent senatore per i Radicali mentre Scalfarideputato tra le fila dei Socialisti. Proprio la loro elezione permise, nel1969, di ottenere una Commissione Parlamentare dInchiesta, presiedutadal senatore democristiano Giuseppe Alessi.Prima della commissione Alessi, la cui legge istitutiva risale al 31 marzo1969, e proprio con lintento di evitarla, il 10 gennaio 1968 il governoform una commissione di tre generali, presieduta dal Gen. LuigiLombardi, che concluse i suoi lavori il 6 giugno dello stesso annoaffermando che non ci fu tentativo di colpo di Stato nel 6435 maammettendo, un po a sorpresa, che nella primavera del 64, a partiredal 13 aprile, De Lorenzo aveva posto in atto misure illegali tese adassumere il controllo delle grandi citt36 e confermando, inoltre, ilreclutamento avvenuto di squadre di civili che dovevano garantire ilfiancheggiamento delle azioni.Finalmente, allinizio del 1969, fu istituita una commissione parlamentaredinchiesta che avrebbe dovuto fare luce su quanto era avvenutonellestate del 1964 e avrebbe dovuto porre la parola fine ad una vicendache aveva portato in superficie tutto quanto cera di marcio e di segretonella vita politica italiana. L11 febbraio 1970 il senatore Alessi,

    presidente della commissione, ordin il sequestro del nastro esibito dalladifesa di De Lorenzo durante il processo dappello contro Scalfari eJannuzzi. Otto giorni dopo il nastro fu sequestrato dal ministero dellaDifesa e venne restituito solamente il 14 dicembre dello stesso anno, conlassoluto divieto di audizione perch coperto da segreto politicomilitare. Il giorno successivo la Commissione termin i suoi lavori conuna relazione di maggioranza, con relatore lo stesso sen. Alessi, e

    34 ibidem35

    Dalla commissione Lombardi.36 ibidem

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    diverse relazioni di minoranza firmate dal PCI, dal PSIUP e dalla SinistraIndipendente con relatori Terracini, Biondi e Covelli37. Riguardo al PianoSolo sono noti i contrasti valutativi cui esso diede luogo in sede dicommissione: si sottoline, infatti, che i piani di quel tipo prevedevanoanche la partecipazione delle altre forze armate in caso di graviperturbamenti dellordine pubblico. Nel caso, invece, la predisposizionedel piano avvenne esclusivamente allinterno dellArma dei Carabinieri.Fu altres appurato che nella primavera-estate del 1964 il generale DeLorenzo, quale comandante dellArma dei carabinieri, al di fuori di ordinio direttive o di semplici sollecitazioni provenienti dallautorit politica specificamente il Ministro dellInterno e il Ministro della Difesa, ilPresidente del Consiglio dei Ministri e senza nemmeno darne loronotizia, ide e promosse lelaborazione di piani straordinari da parte delletre divisioni dellArma operanti nel territorio nazionale. Fu inoltrericonosciuto dalla commissione il particolare zelo che Giovanni DeLorenzo mise nel predisporre progetti di enucleazione di coloro, perfinoqualche cardinale, che, a suo avviso, nel caso del varo di un governo diemergenza, avrebbero contribuito a far precipitare lItalia in unasituazione simile a quella del luglio 1960, allorch la gente scese inpiazza per protestare contro il governo Tambroni, retto dai votideterminanti dei neofascisti.La Commissione stabil inoltre che venissero distrutti i fascicoli delSIFAR realizzati durante la gestione De Lorenzo, cosa che, in realt,avvenne soltanto nel 1974.Nonostante queste acquisizioni, nella relazione di maggioranza dellaCommissione dInchiesta incaricata di indagare sui fatti del luglio 1964non si fa mai riferimento alla possibilit che quello di De Lorenzo e deisuoi uomini, con la complicit o, comunque, il tacito consenso delle pialte cariche dello Stato fosse davvero un tentativo di Colpo di Stato, masoltanto una precauzione da mettere in atto nel caso in cui il Paese fosse

    precipitato nel caos.Tre anni dopo, il 26 aprile, mor anche il personaggio centrale di tuttaquesta intricata vicenda, il Gen. De Lorenzo che, nel frattempo, era statonominato, nel 1965, Capo di Stato Maggiore dellEsercito (incarico da cuifu destituito nel 1967) dallallora Ministro della Difesa, il sen. Giulio Andreotti, il quale, pi volte, tornando a quei fatti dellestate del 1964, hanegato la possibilit di un colpo di stato ed ha affermato di considerare

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    Per la relazione di minoranza della Commissione Alessi cfr. Dossier Piano Solo, prefazione di SergioFlamigni, KAOS edizioni.

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    quel piano un fatto di nessunissima importanza sostanziale su cui sisono create tante leggende 38.

    Sviluppi futuri

    La vicenda politica dello Scandalo SIFAR, che sembrava essersichiusa con la Commissione Alessi, che termin i propri lavori alla fine del1970, stata riaperta sul finire dagli anni Ottanta da una Commissioneparlamentare dinchiesta sul terrorismo e sulle cause della mancataindividuazione dei responsabili delle stragi. Tale commissione fucostituita per la prima volta con la legge n. 172 del 17 maggio 1988 conlobiettivo di terminare il proprio compito entro diciotto mesidallinsediamento. In realt per raggiungere tale scopo sono statinecessari pi di dieci anni e la commissione stragi stata pi volteprorogata, da ultimo con la legge n. 253 del 25 luglio 1997, fino allascadenza della XIII legislatura39. Durante dieci anni di lavoro laCommissione Stragi ha avuto il compito di fare chiarezza sui tanti misteriche ancora oggi avvolgono parte delle vicende politiche italiane, dal casoMoro alla strage di Ustica, dalla strategia della tensione allo scandaloSIFAR e al Piano Solo.In merito a questultimo la Commissione ha avuto la possibilit di unacompleta conoscenza degli avvenimenti in questione a partire dal 28dicembre 1990, data in cui stato rimosso il Segreto di Stato opposto, asuo tempo, su alcune parti dei documenti relativi al Piano Solo e allevarie inchieste amministrative che si erano occupate della vicenda.Nonostante ci anche la documentazione a disposizione dellaCommissione Stragi non pu ritenersi completa poich, tuttora, mancaun documento di notevole importanza, la lista degli enucleandi, ciodelle personalit che, secondo il Piano Solo, sarebbero dovute esserearrestate e trasferite in Sardegna.

    Per quanto riguarda le deviazioni dei Servizi Segreti la Commissione hafatto proprie le conclusioni cui era giunta, allinizio del 1967, laCommissione Beolchini mentre per ci che concerne pi specificamenteil Piano Solo apparsa difficilmente condivisibile la tesi secondo cuiesso abbia costituito il risultato dellapprontamento di un normale piano

    38 Laffermazione del sen. Giulio Andreotti ripresa dawww.cronologia.it/storia/a1967.htm. Lopinione delsenatore tuttavia confermata dai numerosi interventi prodotti in aula e sugli organi di informazione.39 La Commissione Stragi fu istituita durante la X legislatura, dal 02/07/1987 al 22/04/1992, durante la quale sisuccedettero quattro governi: Goria, De Mita, Andreotti VI e Andreotti VII. Lultima proroga per i lavori della

    Commissione si avuta durante la XIII legislatura, dal 09/05/1996 al 29/05/2001, anchessa conclusasi conquattro governi: Prodi, DAlema I, DAlema II e Amato II.

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    antinsurrezionale. Le conclusioni a cui giunta la Commissione Stragiriguardavano innanzitutto il fatto che il Piano Solo venne predispostoesclusivamente allinterno dellArma dei Carabinieri, escludendo dallasua applicazione tutte le altre forze armate, come normalmente sarebbeavvenuto per un piano antinsurrezionale. Le stesse precauzioni adottatenel piano sarebbero state eccessive; era infatti prevista loccupazione disedi di uffici governativi, dei pi importanti centri di comunicazione, dellesedi dei partiti di sinistra e dei giornali ad essi pi vicini, cos come dellesedi della radio e della televisione. Loccupazione dei giornali, inparticolare, avrebbe dovuto protrarsi per il tempo strettamentenecessario a rendere inefficienti tutte le macchine tipografiche, onderendere impossibile la stampa dei giornali. A ci bisognava aggiungereche del preteso piano di prevenzione dellordine pubblico furono redattesolo due copie. La Commissione ha inoltre appurato particolari modalitdi convocazione degli ufficiali dellArma alle riunioni preparatorie: moltiufficiali superiori furono esclusi dalle riunioni, cui partecipavano, alcontrario, vari loro subalterni, evidentemente ritenuti pi affidabili. Ancorai piani furono materialmente redatti dagli stessi ufficiali responsabili,escludendo lausilio di dattilografi, ancorch sottufficiali dellArma. Sitrattava, di una serie di dati oggettivi che nel loro complesso situano lavicenda ben al di l della predisposizione di una risposta adeguata aduna eventuale insurrezione.. Tuttavia anche la Commissione Stragi non mai giunta a definire quello del Gen. De Lorenzo come un vero eproprio colpo di Stato tanto che nella relazione finale si afferma cheappare improduttivo indugiare sulla realt di un progetto golpista daparte del generale De Lorenzo (e cio domandarsi se si tratt di unaminaccia reale, poi non realizzata per motivi che resterebbero oscuri,dato che di essa si ebbe notizia solo alcuni anni dopo) ovvero se non visia stato nulla di tutto ci ma soltanto un improvvido attivismo delgenerale, un maldestro eccesso di zelo la cui importanza sarebbe stata a

    torto enfatizzata negli anni successivi40

    . In merito alla definizionedelloperato del generale, la Commissione quindi ha preferito avvalersidei giudizi espressi da due protagonisti della vicenda politica di queglianni e cio lOn. Nenni e lOn. Moro.Molti anni dopo, prigioniero delle Brigate Rosse, questultimo avrebbecos descritto la vicenda: Nel 1964 si era determinato uno stato dinotevole tensione per la recente costituzione del centrosinistra [], per la crisi economica che per ragioni cicliche e per i concorrenti fatti politicisi andava manifestando. Il Presidente Segni [] era fortemente

    40 Dalla relazione della Commissione Stragi.

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    preoccupato. Era contrario alla politica di centrosinistra. Non avevaparticolare fiducia nella mia persona che avrebbe volentieri cambiato alladirezione del governo. [] Fu allora che avvenne lincontro con ilgenerale De Lorenzo []. Per quanto io so il generale De Lorenzo evocuno dei piani di contingenza, come poi fu appurato nellappositaCommissione parlamentare di inchiesta, con lintento soprattutto dirassicurare il Capo dello Stato e di pervenire alla soluzione della crisi.Sar lo stesso statista, inoltre, a precisare il proprio giudizio laddove, nelcorso del memoriale, affermava: Il tentativo di colpo di Stato nel 64ebbe certo le caratteristiche esterne di un intervento militare [] ma finper utilizzare questa strumentazione militare essenzialmente per portarea termine una pesante interferenza politica rivolta a bloccare o almenofortemente dimensionare la politica di centrosinistra, ai primi momenti delsuo svolgimento41. Il giudizio dellOn. Moro, riportato nella relazionedella Commissione Stragi, coincide sostanzialmente con quello espressodallOn. Nenni nellimmediatezza dei fatti il quale chiaramenteevidenziava come lalternativa che poteva profilarsi ad una riedizione delgoverno di centrosinistra sarebbe stata quella di un governo diemergenza affidato a tecnici che nella realt del Paese avrebbe avuto ilsostegno delle destre ed avrebbe attivato una situazione di tensione neicui confronti il ricordo del 1960 sarebbe impallidito42.In conclusione non sembrato dubbio alla Commissione che il PianoSolo fosse destinato ad acquisire attualit operativa in previsione di taleevenienza, con modalit che si ponevano al di fuori dellordinamentocostituzionale. Cos come indubbio che la percezione in sede politica ditale possibile evenienza fosse valsa a determinare un forteridimensionamento della politica di centrosinistra. N vi dubbio che cicorrispondesse agli interessi perseguiti da settori dellamministrazionestatunitense e che si situava allinterno di un disegno strategico piampio di stabilizzazione del quadro politico italiano, rispetto al quale

    uninvoluzione autoritaria costituiva un esito estremo e non gradito.Se queste sono le conclusioni cui giunta la Commissione Stragi, che,quindi, non ha etichettato gli eventi dellestate del 1964 come Colpo diStato ma ha lasciato intuire comunque come le precauzioni adottatefossero estreme e oltrepassassero di gran lunga la legittimitcostituzionale, appare opportuno aggiungere le considerazioni dellacommissione in relazione allunico punto della vicenda non41 Il giudizio dellOn. Aldo Moro riportato nelle conclusioni della Commissione Stragi.42 LOn. Pietro Nenni fu il primo politico a parlare di soluzioni golliste della crisi. Celebre rimasta la sua

    espressione forse quel giorno dentro il Quirinale ho orecchiato un rumore di sciabole alludendo, appunto, alla possibilit di una soluzione militare della crisi.

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    sufficientemente chiarito, cio lesistenza e, di conseguenza, il mancatoritrovamento della lista delle persone che allo scattare operativo delPiano sarebbero state enucleate e forzosamente condotte in Sardegna.Dellesistenza di tale lista vi sono numerose prove testimoniali ma taleelenco non fu posto a disposizione della Commissione sul SIFAR, nesso compreso nella documentazione resa consultabile a partire dal1990. Secondo le conclusione della Commissione Lombardi, i nomi dei731 enucleandi erano indicativi non di personalit politiche ma soltantodi possibili sabotatori ed eversori. La Commissione Alessi, invece, recepindicazioni contrarie secondo cui erano inclusi nella lista anche nomi dipersone che svolgevano una normale attivit politica ma che potevanoassumere, in certe evenienze, un ruolo di grande rilievo. Sulla base ditali testimonianze, la relazione di minoranza giunse alla conclusione chele liste contenessero un numero non inferiore ai 1100-1200 nominativi.Come detto, le liste non sono state messe a disposizione dellaCommissione Stragi neppure dopo la desecretazione di molti documentirelativi alla vicenda avvenuta nel dicembre del 1990, il che appare unacircostanza di rilevante gravit poich lascia supporre che quellelencocontenesse nomi di parlamentari e dirigenti politici, la cui pubblicazionerenderebbe impraticabile ogni ipotesi tendente a presentare gli eventi del1964 come atti cautelativi dellordine pubblico. Sembra altres verosimileindividuare nellindebita prassi di controllo e fascicolazione instauratasipresso il SIFAR dal 1959, e dunque quando il Gen. De Lorenzo ne era acapo, un momento preparatorio della predisposizione del Piano Solo edellattuazione di quello che sarebbe stato, ormai senza ombra di dubbio,un Colpo di Stato.

    TERZO CAPITOLO

    I giornali nel 1967

    Lespresso

    Se lo scandalo dei Servizi Segreti, con la registrazione abusiva di tuttoquanto riguardasse alcune delle maggiori personalit politiche italiane, ela successiva elaborazione e predisposizione del Piano Solo hannocostituito un momento di particolare importanza nella storia occulta delnostro Paese, ancora pi notevole limpatto che esse hanno avuto

    nellambito ristretto della Storia del giornalismo nazionale: si trattato,

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    infatti, del primo vero e proprio scoop realizzato in Italia e ha senzadubbio portato notevole fortuna, sia per lautorit che ne derivata, sia incampo editoriale, a Lespresso, il settimanale che pi degli altri si occupato della vicenda e ha portato alla scoperta delle macchinazioniche avrebbero dovuto portare al Colpo di Stato.Fu proprio il settimanale fondato nel 1955 da Caracciolo e diretto daEugenio Scalfari a dare grande risonanza a quegli avvenimenti e adenunciare, nel 1967, quanto era avvenuto nel nostro Paese tre anniprima. In particolare furono gli articoli di Lino Jannuzzi ed EugenioScalfari a far conoscere allopinione pubblica italiana laccaduto e aparlare, per la prima volta in Italia, digolpe .Prima di descrivere come Lespresso arriv a ricostruire gli avvenimentiin questione utile una precisazione: se lo scandalo del SIFAR e il PianoSolo sono passati alla storia come Colpo di Stato il merito, o la colpa, aseconda dei punti di vista, stato di Eugenio Scalfari; coma raccontaJannuzzi in unintervista a Il Foglio43 fu lui, in qualit di direttore, apretendere che il termine complotto, usato dal giornalista irpino,venisse sostituito con il pi eclatante e forse veritiero golpe .I primi articoli sulla vicenda furono pubblicati da Lespresso giallinizio del 1967; il numero del 29 gennaio titolava ANCHE SARAGATSCHEDATO DAL CONTROSPIONAGGIO44. Lautore del pezzo, CarloGregoretti, parlava apertamente di una serie di fascicoli conservati neglischedari del SIFAR e appartenenti a importanti personalit del periodo,del mondo politico e accademico; questo era lincipit dellarticolo:

    Saragat Giuseppe: fascicolo numero 246; La Pira Giorgio, professore universitario: fascicolo numero 88; Tremelloni Roberto, ministro della Difesa: fascicolo numero 2001; Malfatti Franco, consigliere diplomatico del Presidente dellaRepubblica: fascicolo numero 718Lelenco lungo e si pu

    andare avanti per un pezzo allineando altri nomi di ministri, ex ministri, generali delle tre armi, alti funzionari dellamministrazione dello Stato, uomini politici 45

    Nel resto dellarticolo Gregoretti attribuiva la scoperta al nuovo capo deiServizi Segreti, lammiraglio Eugenio Henke, da poco insediatosi aivertici del SID, e riferiva degli interrogatori al generale Allavena in merito

    43 Lintervista a Lino Jannuzzi stata pubblicata su Il Foglio del 03/02/200444

    LEspresso, 29 gennaio 1967, pag. 645 ibidem

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    alle schedature e alla loro successiva scomparsa. Era solo linizio diquello che si sarebbe rivelato il primo di una serie di scandali cheavrebbero investito i nostri Servizi e avrebbero coinvolto anche il mondopolitico.Nelle due settimane successive Lespresso apr ancora con titolidedicati allo spionaggio di Stato: il 5 febbraio con I MISTERI DELLESPIE DI STATO46 e il 12 con SFOGLIAMO I FASCICOLI DELSIFAR47. In questultimo articolo, firmato da Eugenio Scalfari, si facevariferimento alla caccia ai fascicoli scomparsi. Nonostante le dichiarazionidel Gen. Giovanni Allavena, che affermava di averli personalmentedistrutti, quelle schede erano ricercate dalla commissione dinchiestaamministrativa presieduta dal Gen. Beolchini, dal nuovo capo del SIDper rimettere in ordine il suo archivio manomesso, dai diretti interessatie naturalmente dai giornalisti. Il pezzo di Scalfari, inoltre, si soffermavasulla figura del Gen. Allavena, conosciuto anche come colonnello Doria,come egli stesso spesso amava presentarsi anche nelle occasioni enegli incontri pi innocui, e sui suoi rapporti con lex Ministro della DifesaGiulio Andreotti, definito uomo abilissimo, scrupoloso, lavoratoreinfaticabile, appassionato di amministrazione, conoscitore profondo ditutti i problemi organizzativi, di tutti gli uomini, di tutte le pratiche cheabbiano in qualche modo a che fare col dicastero da lui presieduto48.Era possibile che un uomo cos attento fosse completamente alloscurodi quanto stava avvenendo nelle stanze del SIFAR o non era piplausibile che lOn. Andreotti sapesse e lasciasse fare, se non addiritturache fosse lui uno dei promotori di quellattivit? Nel frattempo, concludeScalfari, nellambiente militare sta dilagando una sovrana confusione enon c generale che non sospetti di essere pedinato o di avere iltelefono sotto controllo.Mancavano ancora tre mesi alla scoperta dellesistenza del Piano Soloe del tentativo di colpo di Stato ma lopinione pubblica era gi

    notevolmente scossa dalle incessanti notizie che riguardavanoliperefficienza dei servizi segreti e i loro stretti legami con il mondopolitico-istituzionale.Il 23 Aprile Lespresso pubblicava un articolo del suo direttore, EugenioScalfari, dal titolo PERCH SPIAVO SARAGAT49: siamo quasi allapicedi una vicenda che va oltre gli abusi dei servizi segreti e della quale si

    46 LEspresso, 5 febbraio 1967, pag. 3. Sullo stesso numero, a pag. 2, era pubblicato un editoriale di GianniCorbi dal titolo Siamo tutti schedati.47 LEspresso, 12 febbraio 1967, pag. 548

    ibidem49 LEspresso, 23 aprile 1967, tratto da LEspresso, 50 anni, 1965-1974, volume II pagg. 34-37

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    iniziano a cercare i responsabili politici. Il 15 Aprile era stato destituito ilGen. Giovanni De Lorenzo dalla carica di Capo di Stato MaggioredellEsercito, deus ex machina dello scandalo del SIFAR, luomo cheaveva dato il via ad uso spregiudicato dei servizi di controspionaggiomilitare per scopi di lotta politica e personale che non avevano nulla ache vedere con la sicurezza dello Stato 50. Durante il Consiglio deiMinistri tenutosi in quella data, il Ministro della Difesa, lOn. Tremelloni,aveva comunicato ai suoi colleghi di governo un breve resoconto diquanto appurato dalla commissione dinchiesta presieduta dal Gen.Beolchini; la relazione completa era redatta in ununica copia e nonsarebbe mai stata comunicata al Parlamento poich alcune parti deldocumento coinvolgevano fatti e persone interessanti la sicurezza delloStato e che dovevano restare segreti. 51. Le uniche notizie date dallOn.Tremelloni confermavano lesistenza dei fascicoli, realizzati anche graziead un nutritissimo stuolo di informatori, molti dei quali insospettabili, e neattribuivano la responsabilit al Gen. De Lorenzo il quale, come da eglistesso dichiarato, agiva senza particolari sollecitazioni politiche pur presentando il materiale raccolto al Presidente della Repubblica inudienze settimanali. Anche il Presidente del Consiglio e il MinistrodellInterno ne erano informati. Pur non facendo nomi, quindi, lOn.Tremelloni lasciava intuire quali fossero le personalit politichemaggiormente interessate dai fascicoli e lasciava intravedere anche ilmotivo della loro esistenza: la maggior parte del Parlamento eraschedato ma gli uomini politici pi vigilati erano proprio i democristiani;evidentemente una corrente controllava laltra e gli uomini di spicco diciascuna corrente avevano incaricato il capo del SIFAR di controllare ipropri rivali. Al termine della riunione, di cui Lespresso pubblicava un breveresoconto, il governo si faceva carico di sostituire il Gen. De Lorenzo e dirispondere alle interpellanze in Parlamento, attraverso la stesura di un

    comunicato ufficiale da parte dello stesso presidente del Consiglio, lOn. Aldo Moro. Lobiettivo di mantenere il pi stretto riserbo su quanto eraavvenuto era considerato prioritario ma tutti i provvedimenti adottati in talsenso risultarono vani quando, il 14 maggio 1967, Lespresso usc conun articolo-bomba: COMPLOTTO AL QUIRINALE. NEL LUGLIO DEL1964, MENTRE PROCEDEVANO FATICOSAMENTE LE TRATTATIVE

    50

    ibidem51 LEspresso, 23 aprile 1967, tratto da LEspresso, 50 anni, 1965-1974, volume II pag. 34.

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    PER FORMARE IL GOVERNO, QUALCOSA DI OSCURO ACCADDEDIETRO LE QUINTE52. Linizio dellarticolo era particolarmente deffetto:

    Il 14 luglio del 1964 fu la giornata pi calda dellanno: 36allombra. Due generali di divisione, undici generali di brigata, emezza dozzina di colonnelli, in piedi impettiti sullattenti, stipati nella stanza del comandante generale dei carabinieri,sudavano. [] Calmo e severo, nonostante fosse il pi grassoe il pi sudato di tutti, il comandante generale, Giovanni DeLorenzo, stava concludendo il rapporto agli ufficiali: Stiamo per vivere ore decisive. La nazione, tramite la pi alta autorit, ci chiama e ha bisogno di noi. Dobbiamo trenerci pronti per gli obiettivi che ci verranno indicati 53.

    Lo scoop era firmato da Lino Jannuzzi e raccontava nel dettaglio quantoera avvenuto lestate di tre anni prima. Raccontava della caduta delgoverno Moro e dei complimenti internazionali per lefficienza delle forzearmate italiane, sfilate in pompa magna il 2 giugno, raccontava deicolloqui tenutisi tra il Presidente della Repubblica, Antonio Segni, e ilGen. De Lorenzo. Raccontava inoltre della possibilit, ventilata dallostesso generale, di instaurare un governo di emergenza costituito datecnici e militari. Rivelava anche lesistenza di un Piano di emergenzaper far fronte ad eventuali disordini. Un piano di lunga data macontinuamente riaggiornato che comprendeva le liste di coloro chesarebbero stati arrestati, concentrati in alcune particolari localit etrasportati in Sardegna fino al termine della crisi. Un vero e proprio colposi Stato, insomma. Un colpo di Stato che non si fece pi perch Nennicedette e Moro e Saragat rimisero insieme un governo di centrosinistradai contenuti fortemente edulcorati.Molti pi tardi lo stesso generale De Lorenzo, artefice principe di quel

    tentativo, si difese dalle accuse che gli venivano rivolte rivendicando a sil merito di aver bloccato il colpo di Stato del 14 luglio e attribuendone laresponsabilit allallora presidente della Repubblica, Antonio Segni:

    Presi quelle misure egli ha detto in un colloquio riservato perch mi fu ordinato da Segni. E accettai di farlo io, proprio per tenere la situazione sotto controllo, perch non uscisse

    52 LEspresso, 14 maggio 1967, , tratto da LEspresso, 50 anni, 1965-1974, volume II pagg. 38-4153 LEspresso, 14 maggio 1967, , tratto da LEspresso, 50 anni, 1965-1974, volume II pag. 38.

    Larticolo di Lino Jannuzzi era preceduto, a pag. 2, da un editoriale di Eugenio Scalfari dal titolo I generali e la politica.

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    veramente dallalveo costituzionale. Fui io stesso a insisterecon Segni perch mi comunicasse il nome del nuovo capo del governo e la composizione del ministero. E quando mi accorsi dalla sua reticenza che egli aveva progetti riposti, o addiritturanon ne aveva nessuno, e farneticava, forse gi minato dal male, protestai e lo dissuasi 54

    Questa sembrava essere, quindi, la versione ufficiale degli avvenimentidel luglio 1964, confermata anche dalla promozione di De Lorenzo aCapo di Stato maggiore dellesercito, a meno che, scrive Jannuzzi, imisteri del SIFAR (dei quali cominciamo da poco a intravedere lacomplessit) non nascondano altri fatti e altri nomi. E quantovedremo.55. Altri fatti e altri nomi furono pubblicati, sempre su Lespresso lasettimana successiva, il 21 maggio. In unintervista il sen. Ferruccio Parriconferm come fosse stato lo stesso De Lorenzo a confermargli che ilPresidente Segni gli aveva chiesto misure eccezionali. I due articoli (oltreallintervista a Parri, anche pubblicato Il racconto dei generali) eranofirmati da Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi e portarono a conoscenzadellopinione pubblica i retroscena dellestate del 1964. Il titolo, stavoltada copertina, ancora una volta era immediato: I FATTI DEL LUGLIO1964. ECCO LE PROVE

    56.Nellintervista Parri raccontava di un incontro avuto col Gen. De Lorenzo

    e fortemente voluto da questultimo e rivelava come fosse stato proprio ilgenerale a rivendicare di aver svolto unazione di pacificazione eprudenza durante la crisi del 64. De Lorenzo, durante il colloquio avutocon Parri, anzich smentire sdegnosamente lattribuzione delle voci sullemisure, per sua stessa ammissione, di carattere straordinariopredisposte nel luglio 64 che il senatore gli contestava, ne ammiselesistenza affermando, tuttavia, di essere stato proprio lui a bloccare la

    macchina militare e poliziesca che era gi stata innescata.La veridicit di questa dichiarazione, continuava Scalfari, poteva essereaccertata soltanto da unapposita commissione parlamentare dinchiestama, tuttavia, il direttore de Lespresso sottolineava pi volte lesistenza,confermata dal sen. Parri, di un disegno politico e militare di carattereeccezionale che aveva previsto, sin dai mesi precedenti il luglio 64, il

    54 LEspresso, 14 maggio 1967, tratto da LEspresso, 50 anni, 1965-1974, volume II pag. 41.55 ibidem56 LEspresso, 21 maggio 1967, pagg. 1-5.

    Sullo stesso numero, a pag. 5, era pubblicata una rassegna stampa dei principali giornali italiani nel periodo digiugno-luglio 1964, i mesi in cui si svolsero le vicende in questione.

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    reclutamento di sottufficiali in congedo della Marina Militare e di excarabinieri in congedo, che avrebbero dovuto costituire una miliziacivile col compito di affiancare le forze dellordine in casi demergenzapolitica.57 Da dove provenivano i fondi utilizzati per pagare questiingaggi? E il Ministro della Difesa ne era al corrente? Tutte domandefondamentali che non avevano avuto risposta dalla CommissioneBeolchini.Infine Scalfari si concentrava su due figure centrali dellintera vicenda esui loro quantomeno ambigui comportamenti: lOn. Nenni, segretario delPSI, e il presidente Segni. Parri definiva latteggiamento del secondoobiettivamente di notevole gravit mentre in merito alloperato di Nenniera lo stesso Scalfari a chiedersi cosa, se non una notevole pressioneesterna e un concreto pericolo di colpo di Stato, avrebbe potuto spingerei socialisti ad abbandonare alcune delle loro richieste programmatiche epolitiche, pur di salvare lequilibrio democratico. In questo caso,concludeva Scalfari,

    [] essi hanno lobbligo morale di parlare senza continuare ad accreditare la voce dei romanzi dellEspresso .

    Sullo stesso numero, come detto, compariva un altro articolo relativo aifatti del luglio del 1964, questa volta firmato da Jannuzzi, il qualeripercorreva passo dopo passo lintera vicenda attraverso le varie fontiche gli avevano permesso di ricostruirla. A tal proposito curioso sottolineare come lo stesso Jannuzzi, inunintervista a Il Foglio58, smitizzer limmagine del giornalistadassalto, pronto a scavare per ottenere la notizia. In quelloccasione,afferma, egli non fece altro che ascoltare quello che gli dicevano igenerali, non fece altro che andare da chi sa.Tutto aveva avuto inizio il 3 maggio nel Transatlantico della Camera dei

    Deputati, a Montecitorio. L il giornalista irpino, dopo aver assistito allaseduta parlamentare, aveva chiesto allOn. Anderlini cosa significasserole sue frasi, pronunciate durante lintervento in aula, a proposito diquanto era avvenuto tre ani prima, durante la lunga crisi di governo del1964. Il deputato, infatti, aveva fatto esplicito riferimento ad unatmosferaassai pesante e aveva tirato in ballo il golpe dei colonnelli in Grecia.LOn. Anderlini aveva risposto in maniera netta:

    57 Le dichiarazioni del sen. Parri erano basate, oltre che sulla diretta conoscenza della situazione, da informazioni

    provenienti da vari canali, tra cui lOn. Schiano, che svolse un ruolo centrale nella ricostruzione della vicenda.58 Vd n 34.

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    Nel luglio del 1964 sono avvenute delle