Kpd corollari

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1 KPD (KEYNESIANISMO PER DAME)

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    KPD (KEYNESIANISMO PER

    DAME)

  • 2

    Il keynesianesimo per le dame (e, soprattutto, per i cicisbei) Capitolo

    primo

    domenica 2 marzo 2014

    Lunga premessa (astenersi piddini, espertoni, e hai-visto-quant-interessante-questo-paper-isti)

    giunto il momento di far intuire a Nat, ma anche a tutti i cucciolotti in preda alla famosa

    sindrome di Dunning-Kruger (http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Dunning-Kruger), quoi a

    rime il discorso tecnico che stiamo portando avanti in parallelo, soffermandoci in particolare su

    uno dei suoi risvolti pi filosofici e profondi, ma anche pi semplici da formalizzare. Prima, per

    vorrei fare una lunga premessa, per mettere un po di ordine nella discussione e per evidenziare il

    percorso passato e lauspicabile percorso futuro di questo blog.

    Do per scontato che se siete qui avete intuito la differenza fra semplice e banale, il che mi fornisce

    una ragionevole certezza di riuscire a interessarvi con quello che sto per dirvi. Do anche per

    scontata unaltra cosa: che se siete qui, non vi interessa la cronaca, semplicemente perch,

    avendo letto questo articolo(http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/L-uscita-dall-euro-

    prossima-ventura-9819) (che numerosi epigoni oggi possono far apparire come scontato), negli

    ultimi tre anni avete avuto lopportunit di apprezzare come il ragionamento estremamente

    rettilineo in esso svolto interpolasse con buona approssimazione tutti gli infiniti puntini della

    cronaca (lesplosione di Marine Le Pen, le tensioni economiche che diventano politiche, laporia

    del pi Europa confermata e riconfermata a ogni pi sospinto dallatteggiamento tedesco, i

    fallimenti ripetuti dei governi che danno la risposta giusta alla domanda sbagliata, il prevalere

    della destra ancorch camuffata da sinistra a causa dellinsistere su politiche di destra, ecc.). La

    cronaca quindi mi aspetto che legittimamente vi interessi poco, perch per anticiparla vi bastato

    leggere un articolo di economia (essendo questa il motore della Storia).

    Quindi voi sapete, come io sapevo e so (e, vi assicuro, non da solo: ripeto, non fatemi migliore di

    quello che sono. Ah, come? Perch gli altri che sapevano non parlavano e non parlano? Be, amici,

    non fate nemmeno gli altri migliori di quello che sono...).

    S, naturalmente ogni tanto ci divertiremo con i QED, ma cosa pu succedere ormai che possa

    sorprenderci?

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    Io lavevo detto , per quanto puerile, lunico piacere di un economista, e resta inoltre, per

    quanto di pessimo gusto, lunico strumento che un economista oggi abbia di affermare la propria

    credibilit. Sarebbe bello se er popolo potesse apprezzare la credibilit laddove essa si

    manifesta: nello stile. Questo pu capitare a Nat, che ce lo ha anche detto (grazie). Er popolo

    apprezza la credibilit dove essa non si manifesta: nella mancanza di stile. Per ogni tanto bisogna

    anche farlo contento, er popolo, ma con giudizio. A luglio dello scorso anno dissi che il men

    dellanno solare successivo sarebbe stato il crollo dei paesi

    virtuosi(http://www.riccardorealfonzo.it/2013_07_01_archive.html). Se mi leggete da un po

    sapete che le mie frasi generalmente sono sentenze (Finlandia e Francia peraltro erano gi state

    condannate nel libro, porelle...). Ora, andare a scrivere dieci articoli a mano a mano che Francia,

    Finlandia, Danimarca, Austria, Belgio, ecc. avranno i loro problemucci mi sembra non solo

    ingeneroso, ma, soprattutto, ininteressante.

    Ottimo lavoro per i garzoni di bottega.

    Io vorrei fare altro, perch da fare c tanto.

    La prima cosa da fare, ora che la diagnosi che abbiamo divulgato in Italia condivisa in tutto

    luniverso mondo, con la limitata eccezione di un areale stepposo compreso fra via di Tor Bella

    Monaca e via Anagnina, e ora che le conclusioni alle quali questa diagnosi inesorabilmente

    portava sono diventate

    ortodossia(http://www.imf.org/external/pubs/ft/fandd/2014/03/orourke.htm), studiare come

    gestire la transizione.

    La mia idea di cosa fare dopo lho gi condivisa con voi nelle ultime cento pagine del libro. Non

    pretendo, ovviamente, che quella sia la risposta. Visto che cosa faredopo un dato politico, e visto

    che personalmente credo (o faccio finta con molta dignit di credere) nella democrazia, accetto

    volentieri che del dopo ci possano essere infinite visioni. Se, per il momento, ce n una sola,

    perch quelli che fanno finta di criticare ilprima, porelli, per difendere il prima (che quanto loro

    interessa) non studiano il dopo (e fanno anche un certo giochetto sporco sul quale non mi dilungo,

    perch come finir scritto qui(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/03/balzac.html)). Quindi, per

    ora, per quanto ne so, la risposta sul dopo contenuta nelle ultime 100 pagine del Tramonto

    delleuro rimane lunica sul mercato italiano. Ma si sa, i marziani nel mercato non ci credono, e i

    keynesiani credono solo nella domanda. Sar per questo che lunica offerta la mia. Se mi lasciano

    il monopolio della verit, ovviamente lo sfrutto, ma, vi assicuro, sar sollevatissimo quando

    evolveremo verso forme di mercato pi concorrenziali. Insomma, sul dopo ho la coscienza a posto

    e quindi insisto sul fatto che la prima cosa da fare adesso studiare il durante, per limitarne i costi,

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    che inevitabilmente ci saranno (con buona pace dei simpaticoni che mi attribuiscono lidea

    contraria per motivi scopertamente strumentali). Ci stiamo attrezzando per questo col convegno

    del 12 aprile(http://www.asimmetrie.org/quali-scenari-per-leuropa-e-leuro/).

    Ma c da fare anche un altro lavoro, un lavoro che a tanti sembrer inutile.

    Come siamo arrivati qui?

    Ci siamo arrivati per tante vie, ma sicuramente una delle chiavi di lettura pi semplici ma profonde

    che vorrei condividere con voi me lha data il preside della facolt di Rouen, parlando di una

    doppia tragedia: della cupidigia e dellintelligenza.

    Della tragedia della cupidigia abbiamo gi parlato, ad

    esempio qui(http://goofynomics.blogspot.fr/2013/12/lezioni-dalla-crisi-perche-il.html). lidea,

    non particolarmente originale, che ogni squilibrio finanziario storicamente preceduto da uno

    squilibrio distributivo, ovvero, in altri termini, da un capitalismo che non funziona come dice

    di voler funzionare (va anche detto che di quello che dice potrebbe anche importarcene poco,

    visto che quello che conta sono i risultati...).

    Anche della tragedia dellintelligenza abbiamo gi parlato, lultima

    volta qui(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/02/ponzio-ferrero-e-i-nuovi-farisei.html).Diciamolo

    pure: la tragedia dellintelligenza stata il fil rouge di questo blog, quello che, attraverso la

    creazione della figura del piddino, inteso come luomo che sa di

    sapere(http://goofynomics.blogspot.it/2012/04/la-filosofia-del-piddino-inflazione-e.html),

    lantisocratico par excellence, vi ha consentito, una volta approdati qui, di sentirvi qui in unoasi

    felice, despicere unde queas alios passimque videre errare atque viam palantes quaerere vitae,

    certare ingenio, contendere nobilitate, noctes atque dies niti praestante labore ad summas

    emergere opes rerumque potiri, e poi fare il botto, come la zdora, e ora il buon Renzi.

    Quindi, se ci siamo detti tutto, che ci dobbiamo dire?

    Be (o, per i curdi, bh a proposito, avete mica notato che Word mette delle strane ondine rosse

    sotto bh ma non le mette sotto be? Credo sia il caso di interrogarsi su questo interessante

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    fenomeno...), be, dicevo, qualcosa da dire rimane. Quelli che dicono che uscire dalleuro non

    basta (fondamentalmente per insinuare che io dico che basti) e che ci sar tanto da fare, e che

    bisogna vedere come leconomia sar gestita dopo, e via luogocomuneggiando, generalmente non

    capiscono, perch non ponno, cosa ci sia effettivamente da fare: c da riconoscere quale sia stata

    la pi devastante vittoria della terza globalizzazione.

    A me pare che questa sia stata la distruzione, tuttora in corso, della classe media come laboratorio

    di coscienza ed elaborazione culturale. Insomma: come hanno fatto a trasformarvi in piddini?

    Dovremmo capire come ci sono riusciti, e capire come rovesciare, se possibile, questa tendenza,

    che ha fatto di quella che una volta era la classe rivoluzionariapar excellence (la borghesia) una

    specie di sottoproletariato lobotomizzato, tutto buonismo cosmopolita e distintivo, il luogo, come

    dice Diego Fusaro(https://www.youtube.com/watch?v=P8Kd7l7XThQ), di riproduzione culturale

    del capitalismo (molto ben camuffato da luogo di opposizione estetico-sentimentale al

    capitalismo, del resto). Non so nemmeno dirvi se in questa follia ci sia stato o meno del metodo, se

    sia stato un processo cosciente o meno. Se mi guardo indietro, vedo che il simpatico XIX secolo

    stato un primo discrimine. Forse sbaglier, sono in espertone mode on, va da s, ma a me pare

    che l il quadrivio sia definitivamente uscito dalla cultura, nella limitata accezione di bagaglio di

    conoscenze e di prassi di quello che viene percepito come uomo di cultura. Insomma, dal secolo

    dellidealismo che abbiamo ereditato la simpatica idea che luomo di cultura sia uno che io pe lla

    matematica nun ce so portato e che me piace tutta a musica, er gezz... (e poi lenumerazione

    si ferma l, salvo forse includere la lirica). Ma naturalmente guai a perdersi lultimo romanzo

    dellultimo premio Nobel per la letteratura, soprattutto se uzbeko! Culture oblige, sintende (nota

    a margine: inutile dire che la critica estetico-sentimentale del capitalismo, oltre che a una difesa

    senza s e senza ma delleuro, si nutre di uno sterminato disprezzo verso leurocentrismo... Quello

    culturale, va da s, perch quello monetario invece va bene). da quel secolo che abbiamo

    dimenticato Cardano e Fibonacci, e fino a l forse potremmo anche rassegnarci, ed anche da quel

    secolo che abbiamo imparato a vedere nelle lettere (musica inclusa) la manifestazione del

    genio, inteso come un disadattato che parla sentimentalmente alle fibre pi riposte del nostro io

    stitico, anzich come una persona che ci fornisce una chiave di lettura della

    realt(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/03/balzac.html) (e ri-Diego santo subito quando

    rivendica il ruolo della filosofia come strumento di lettura del reale: ma tale anche larte, e come

    tale non viene pi percepita).

    Non so, quelli che dicono decade invece di decennio e domestico invece di interno, quelli che

    dicono store invece di negozio (Fausto docet), ma anche le maestre elementari che festeggiano

    Halloween, come pure il casting delle ministre di Renzi, e via dicendo, mi sembrano tutti sintomi di

    una colossale sconfitta, di un processo di colonizzazione profondo, del tipo di quello del quale

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    parlavamo qua(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/02/in-memoriam.html) (se seguite la

    discussione), ed a questa colonizzazione che dovremmo opporci, semplicemente non

    dimenticandoci di essere noi stessi.

    Ma cosa siamo noi stessi, i borghesi eurocentrici che leggono libri senza figure, gli eredi

    d'Aristotile e di Plato e di molt'altri? Siamo spiriti critici, o almeno ci proviamo. Siamo i figli

    bastardi (and proud of it) di una tradizione che ha fatto dellunire i puntini e del non specializzarsi

    un motore di conoscenza e di approfondimento. Questo vi piaciuto, no, leggendo il primo

    articolo? Il fatto che si univano i puntini.

    Non mi pare che a Ovest, n a Est (ma soprattutto a Ovest) ci sia altrettanta capacit, e soprattutto

    altrettanto bisogno, di farlo (un esempio qua sotto a proposito dell'UCLA).

    Ora mi metto in espertone mode off e torno a parlarvi di quello che so, in un modo tale da farvi

    capire cosa centrino le passeggiate aleatorie, e cosa centri un certo modo sentimental-

    superficiale di discettare di scienze delle quali si ignora la rava e la fava, e di quanto lapproccio

    sentimental-superficiale sia nefasto, dal momento che ci nasconde, disperdendosi in infiniti

    dettagli pseudo-tecnici, la dimensione pi profonda della sconfitta che stiamo subendo.

    Leconomia keynesiana e leconomia di Keynes

    Qualche giorno fa, nel corso di uno dei tanti simpatici quarti dora del dilettante che sono il sale di

    Twitter, mi sono imbattuto in questo

    articolo(http://www.bankofengland.co.uk/publications/Documents/quarterlybulletin/2013/qb130

    306.pdf), scritto da un economista il cui blog era stato incidentalmente citato nel discorso. Senza

    entrare (per ora) nei tecnicismi, fin dallabstract mi ha colpito immediatamente una cosa: il fatto

    che lautore rivendicasse come proprio contributo originale, e come presupposto per la sua

    riscoperta del vero significato di Keynes, lidea che leconomia keynesiana never was about sticky

    prices (non ha mai insistito sul concetto di prezzi rigidi, non mai dipesa intrinsecamente da

    esso).

    Fischia!, ho subito pensato E chi sto gegno!. Allora sono andato a vedere, e ho scoperto che

    uno molto bravo (senza ironia alcuna) che insegna alla

    UCLA(http://www.econ.ucla.edu/faculty/regular/Farmer.html). Ora, per insegnare alla UCLA devi

    avere un PhD statunitense (di norma), il che significa che molto probabilmente non ti sei laureato

    alla Sapienza. Ecco, il problema proprio l. Perch la Sapienza, quando era la Sapienza, era un

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    ambiente cos culturalmente vivo, con insegnanti cos stimolanti e disponibili, che poteva capitare

    che perfino uno come me, al quale leconomia non interessava, e che diversificava il portafoglio

    dei propri interessi fra letteratura (40%), musica (40%) e gnocca (20%, ma sarebbe inutile dirlo),

    fosse spinto a leggersi la Teoria Generale, anche se non era in nessun programma, e perfino

    Leijonhufvud(http://www.amazon.it/On-Keynesian-Economics-Keynes-

    Monetary/dp/0195009487), anche se non era in nessunissimo programma. Alla Sapienza,

    insomma, lidea che leconomia di Keynes non fosse un caso particolare

    delleconomiamainstream (quello nel quale i salari sono

    rigidi(http://www.econ.brown.edu/fac/Peter_Howitt/publication/Dalloz.pdf)), si respirava con la

    polvere dei gessetti, e come questa di restava nei polmoni, quella ti si incrostava nel cervello.

    Mai, venendo dalla Sapienza, avresti pensato a Keynes come a

    un Walras(http://fr.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9on_Walras) a prezzi rigidi, e mai avresti chiamato,

    se non per convenienza, modello keynesiano la sintesi neoclassica di Samuelson, Hicks, Hansen,

    e Modigliani (per dirne alcuni). Sempre e solo, rigorosamente, modello IS/LM.

    Ora, definire chi sia stato Keynes un compito interessante, ottimo per passare un pomeriggio in

    una mansarda del 10eme arrondissement, quando lo strappo al polpaccio ti sconsiglia

    una promenade, e questo perch palesemente un compito impossibile, un po come costruire un

    veliero in una bottiglia tappata, per il semplice e buon motivo che nemmeno Keynes riuscito a

    definirsi. Ci sono opere di Keynes il cui titolo una domanda che lautore rivolge a se stesso, e la

    cui risposta lo stesso autore non riesce a trovare se non per esclusione

    (esempio(http://www.adelphi.it/libro/9788845925085))! piuttosto paradossale (s, lo so, oggi si

    direbbe ironico... Sar cos per le prossime decadi, la nostra lingua domestica sta cambiando,

    ma ironico in italiano si usa in un altro modo...), piuttosto paradossale che ci siano cos tante

    persone che sanno cos bene chi sia uno che di se stesso non sapeva chi fosse! O forse no. Non

    detto che un artista sappia esattamente cosa sta facendo: forse lo sanno meglio gli altri.

    Linterpretazione autentica ha un senso nel diritto, ma non credo ce labbia in altre manifestazioni

    del pensiero.

    Comunque, oggi capire chi Keynes diventato importante, perch, come dire, ognuno ha il suo

    Keynes, e ognuno lo denigra a propria guisa. Orientarsi, anche se, per quanto detto sopra,

    impossibile, purtroppo necessario, quindi proviamoci insieme.

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    I nostri amici marziani, si sa, detestano in Keynes quello che riuscito a tenere insieme i cocci del

    capitalismo. Loro aspettano, fiduciosi, la palingenesi, e il fatto che ci sia uno al quale in qualsiasi

    momento si pu ricorrere per rinviarla proprio non gli va gi. Quindi Keynes de destra, e nel

    frattempo teniamoci leuro che fa esplodere le contraddizioni del sistema e affratella algonchino e

    samoiedo. Ne abbiamo parlato.

    I nostri amici meinstrim (main stream), in versione Alesina o Giannino, hanno interessi diversificati

    ma convergenti nel banalizzare Keynes come uno che vuole risolvere tutto con la spesa pubblica

    improduttiva, uno che vede solo la domanda e non lofferta, uno che crede nellefficacia delle

    politiche anticicliche, che invece creano problemi di time consistency (lunga promessa con

    lattender corto), amplificano il ciclo economico, ecc. Meglio le regole fisse che le regole di

    feedback per gestire un sistema complesso come quello economico, tanto pi che il modello

    keynesiano non scientifico perch non costruito su fondamenti assiomatico-deduttivi solidi (di

    questo parliamo dopo).

    I nostri amici neokeynesiani, a loro volta, trovano questo pensatore che non ha scritto molte

    formule sia metodologicamente vetusto, sia un po polveroso. Insomma: ricordate le parole di

    Keynes che vi ho citato tante volte, quelle sul successo delleconomia neoclassica (lui la chiamava

    ricardiana):

    That it reached conclusions quite different from what the ordinary uninstructed person would

    expect, added, I suppose, to its intellectual prestige. That its teaching, translated into practice, was

    austere and often unpalatable, lent it virtue. That it was adapted to carry a vast and consistent

    logical superstructure, gave it beauty.

    La bellezza e il prestigio intellettuale, insomma, il potersi divertire con un po di matematica, e il

    potersi dire che si scienziati. Ecco: questo Keynes ai keynesiani non lo offriva. E i neokeynesiani

    hanno rimediato, nel modo che vedremo.

    Partiamo per da un principio molto keynesiano: quello di definire Keynes come lui si definito,

    cio per esclusione. Facciamo quindi lipotesi che Keynes non sia (fosse) un economista main

    stream, e del resto nemmeno un marxista, e proviamo a definire cosa siano oggi gli

    economisti main stream.

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    Il main stream (nella sua vulgata, non necessariamente nelle sue punte pi avanzate) si basa

    fondamentalmente su tre principi.

    Il primo che il sistema dei prezzi sia un meccanismo di coordinamento efficiente delle azioni

    individuali. Lipotesi sottostante che gli individui siano interessati al proprio tornaconto e siano

    altrimenti scoordinati (mi riferisco ovviamente al caso classico, quello di mercati concorrenziali,

    perch altrimenti il coordinamento, soprattutto dal lato dei produttori, diventerebbe ovviamente

    unopzione da considerare; esempio: comportamento collusivo tramite accordi di cartello. S, lo so

    benissimo che il mondo invece fatto cos, ma qui stiamo parlando dei principi...). Sono i prezzi, e

    solo loro, a realizzare il miracolo di convogliare tutti questi atomi economici verso la

    realizzazione di un bene comune, perch i prezzi convogliano tutta e sola linformazione

    necessaria a prendere decisioni razionali.

    Il secondo principio lindividualismo metodologico. La chiave per interpretare i fenomeni

    economici, anche nella loro dimensione collettiva ed aggregata, lo studio del comportamento

    individuale. In altre parole, per prevedere come si comporteranno i consumi della nazione, devi

    partire dallo studio del comportamento di un singolo consumatore, una specie di italiano medio

    che in economia si chiama agente

    rappresentativo(http://en.wikipedia.org/wiki/Representative_agent). Questo modus operandi ti

    permette di microfondare (si dice cos) il ragionamento macroeconomico, cio di richiamare le

    dinamiche degli aggregati macroeconomici allagire del singolo operatore, il che, si suppone, rende

    questo ragionamento pi scientifico e anche pi attendibile, in quanto rinvia a parametri

    profondi (e, per ipotesi, invarianti) dellanimo umano e delle tecniche produttive, anzich a

    semplici regolarit statistiche che possono essere smentite dai dati. Insomma: il fatto che in un

    paese in media gli individui consumino il 60% del proprio reddito non pu essere utilizzato per

    stimare cosa succeder al consumo se aumenta il reddito, perch questa regolarit statistica

    potrebbe essere perturbata dalle reazioni dei consumatori alle politiche fatte per stimolare il

    reddito (critica di Lucas(http://en.wikipedia.org/wiki/Lucas_critique)). Lunico modo sicuro per

    sapere cosa succede in risposta a una politica economica (di solito, nella risposta delmainstream,

    niente), entrare nella testa del consumatore rappresentativo, dandone una rappresentazione

    assiomatica, e deducendone more geometrico le reazioni agli stimoli esterni.

    Il terzo principio che gli individui agiscono razionalmente, il che significa sostanzialmente due

    cose: la prima che hanno una funzione obiettivo ben definita (una funzione di profitto, se sono

    imprenditori, o di utilit, se sono consumatori), cio una legge che associa un risultato monetario

    (profitto) o psicologico (utilit) a ognuna delle loro infinite possibili scelte, e che conoscono questa

    legge (per cui sanno come massimizzarla). Il secondo che, visto che cosa fare oggi dipende anche

    da cosa succeder domani, gli individui sono dotati di aspettative

  • 10

    razionali(http://en.wikipedia.org/wiki/Rational_expectations), ovvero, formano le loro previsioni

    sul futuro sulla base di tre elementi:

    (i) la conoscenza esatta e completa di tutte le informazioni rilevanti disponibili al momento della

    decisione;

    (ii) la conoscenza esatta della struttura vera del sistema economico (che quindi si suppone data

    come fatto di natura, e come tale scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi,

    ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi impossibile a intenderne umanamente parola

    era pisano, ma era tanto un bravo ragazzo...);

    (iii) la conoscenza esatta della distribuzione di probabilit di tutti gli elementi futuri incerti, cio

    della distribuzione di probabilit di variabili aleatorie quali il prezzo del petrolio fra un mese, il

    tasso di interesse della Fed fra una settimana, il verificarsi del Big one in California, ecc.

    Insomma: la fortuna cieca, la sfiga ci vede benissimo, ma lagente razionale ci vede anche meglio.

    In termini tecnici, le aspettative razionali sono il valore atteso (o speranza matematica) di una o

    pi variabili di interesse (prezzi, ad esempio), condizionata a tutte le informazioni

    disponibili, comprese quelle sulla struttura esatta del modello.

    Che vuol dire condizionata? Vuol dire: valore atteso calcolato conoscendo una serie di

    informazioni.

    Aspettative razionali, mercati efficienti e prezzo delle attivit

    Detto cos, sembra una cosa complicatissima, e spesso lo diventa, ma se avete fatto da bravi i

    compiti a casa vedrete che ci capiremo subito, con un semplice esempio.

    Partiamo dai due principi: il prezzo convoglia tutte le informazioni disponibili e le aspettative sono

    razionali.

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    Cosa significa che le aspettative sono razionali? Non significa che la previsione fatta oggi del prezzo

    di domani necessariamente coincider con il prezzo di domani. Significa per che qualsiasi

    scostamento da questa previsione sar imprevedibile a priori. Se io avessi oggi un elemento che mi

    permette di prevedere che domani mi sbaglier... be, evidentemente rivedrei la mia previsione in

    modo da non sbagliarmi!

    Quindi Pt+1 = E(Pt+1|It) + et+1 cio: il prezzo al tempo t+1, ovvero Pt+1, per definizione uguale

    alla previsione che faccio oggi, con le informazioni disponibili in t, cio con It, pi un

    errore et+1 totalmente imprevedibile. Attenzione, non sto dicendo una totale banalit. ovvio che

    il prezzo di domani sar sempre uguale alla previsione che ne faccio oggi (quale essa sia) pi un

    errore. Ma se la previsione razionale, lerrore sar imprevedibile, esattamente come il lancio di

    una monetina. Esattamente come se ora lancio testa, questo non mi dice nulla sul fatto che dopo

    esca croce, se oggi mi sbaglio per eccesso, ci non mi dice nulla sul fatto che domani io possa

    sbagliare per difetto.

    (...tecnici: l'errore un white noise, certo...)

    Cominciate a vedere il nesso con questa

    storia(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/02/passeggiata-aleatoria-1.html)?

    Riflettiamo su un altro punto. Il prezzo convoglia tutte le informazioni che permettono agli agenti

    economici di raggiungere un equilibrio, e riflette appunto il risultato di questo equilibrio,

    determinato da comportamenti razionali. Ora, visto che per definizione, nel

    modello mainstream (un modello walrasiano con aspettative razionali) gli individui sono sempre in

    equilibrio e il prezzo riflette questo loro equilibrio, cosa potr far cambiare il prezzo? Ma

    semplice: il manifestarsi di un evento inatteso e totalmente imprevedibile (altrimenti, se fosse

    stato previsto, sarebbe gi stato incorporato nel prezzo). Non so, per dire: arriva uno tsunami e ti

    frigge un reattore nucleare, nessuno se lo aspettava e le azioni della societ esercente scendono.

    Altri esempi ve li potrete facilmente immaginare da voi.

    Ora, se il mercato efficiente, i prezzi sono un veicolo efficiente di comunicazione di tutte le

    informazioni disponibili e quindi, per definizione, il prezzo di oggi gi incorpora tutte le

    informazioni che abbiamo (se cos non fosse, lo cambieremmo). Ne consegue che la nostra

    migliore previsione del prezzo di domani appunto il prezzo di oggi, cio cheE(Pt+1|It) = Pt.

  • 12

    Mal di testa? Dai, so che sembra assurdo, ma gli economisti ragionano cos. Come ho fatto a

    capitarci in mezzo? Eh, una lunga storia, ve la racconto unaltra volta. Da piccolo volevo fare il

    musicista(http://www.brilliantclassics.com/articles/p/pergolesi-cantatas-and-concertos/)...

    Quindi, mettiamo insieme i pezzi.

    Primo pezzo: per la definizione di razionalit, il prezzo di domani sar uguale alla nostra previsione

    pi un errore imprevedibile (il lancio di una monetina):

    Pt+1 = E(Pt+1|It) + et+1

    Secondo pezzo: per la definizione di efficienza, il prezzo di oggi incorpora gi tutte le informazioni

    rilevanti per prevedere il prezzo di domani, tranne quelle assolutamente imprevedibili (le news):

    E(Pt+1|It) = Pt

    Mettendo insieme, ricaviamo che se gli agenti sono razionali, e se i mercati sono efficienti,

    succeder che i prezzi si muovano in questo modo:

    Pt+1 = Pt + et+1

    Notate bene. Questo appunto il modello vero dellevoluzione del prezzo se sono vere le ipotesi

    di partenza (efficienza del mercato e razionalit). Notate anche che il modello vero, se usato

    appropriatamente (cio conoscendo la distribuzione di probabilit dellerrore, e in particolare

    sapendo che esso in media nullo), ci fornisce la previsione giusta. Infatti:

    E(Pt+1|It) = E(Pt + et+1|It) = Pt + E(et+1) = Pt

    (dove nel primo passaggio ho sostituito la definizione di Pt+1, nel secondo ho sfruttato il fatto che

    al tempo t Pt mi noto e quindi non devo prevederlo calcolarne il valore atteso e nel terzo

  • 13

    passaggio ho sfruttato il fatto che la previsione condizionata dellerrore uguale a quella non

    condizionata ed zero cio il fatto che sapere che lultima volta uscito testa non mi dice

    nulla sul fatto che al prossimo lancio possa uscire croce).

    Questo modello dei prezzi appunto una passeggiata aleatoria unidimensionale. Si passa da oggi a

    domani attraverso un incremento (un "passo") totalmente aleatorio, imprevedibile:

    Pt+1 - Pt = et+1

    Ve piace? Siete abbastanza masochisti? E questo solo linizio...

    Ora, srotoliamo allindietro il grande rotolo del creato del quale Giacomo il

    fatalista(http://fr.wikipedia.org/wiki/Jacques_le_fataliste_et_son_ma%C3%AEtre) parla al proprio

    padrone. Qui dovreste prendere carta e matita, perch se lo fate a mente vi viene il mal di testa, lo

    so. Per dai, prendetelo come un esercizio: vi tiene la mente fresca.

    Applichiamo quella che chi dice decade chiama recursivit, e chi dice decennio chiama

    ricorsivit (...visto dove sta londina rossa, amico? Dai, su, prova anche tu a parlare italiano:

    allinizio fa un po male, ma poi bellissimo...), e chiediamoci: ma se Pt+1= Pt + et+1, allora Pt a

    cosa uguale?

    Be, evidentemente il prezzo in Pt sar uguale alla previsione che ne avevo fatto in t-1 (cio al

    prezzo in t-1) pi lerrore fatto in t:

    Pt = Pt-1 + et

    E se sostituisco questa espressione nellespressione del prezzo in t+1? Succede questo:

    Pt+1 = Pt-1 + et + et+1

  • 14

    Sapete i bambini quando a tre anni chiedono Perch?. Ecco. Ma il prezzo in t-1 a cosa sar

    uguale? Ovvio:

    Pt-1 = Pt-2 + et-1

    E se lo sostituisco nella prezzo in t+1? Facile!

    Pt+1 = Pt-2 + et-1 + et + et+1

    Dai, ancora una e poi basta: e il prezzo in t-2 a cosa sar stato uguale?

    Pt-2 = Pt-3 + et-2

    E quindi il prezzo in t+1? Eccolo:

    Pt+1 = Pt-3 + et-2 + et-1 + et + et+1

    Ci siamo? Se andiamo indietro con questo ragionamento, ci rendiamo conto che il prezzo ad oggi

    sar in effetti la somma di tutti gli errori di previsione passati (lanci della monetina), pi una

    condizione iniziale P. Facciamo per il momento lipotesi che il mercato sia iniziato cento giorni or

    sono, cio che abbiamo accumulato cento errori: vedrete che il vostro prezzo ad oggi sar una

    cosa del tipo:

    Pt = P + et-100 + et-99 + ... + et-1 + et

    E abbiamo cos ritrovato un nostro vecchio

    amico(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/03/passeggiata-aleatoria-1ter.html), la somma di 100

    (o 50000) lanci di monetine.

  • 15

    Ci siamo? Il prezzo di un asset finanziario la somma di tutte le news (errori imprevedibili)

    passate, le incorpora, non le dimentica, e queste ne determinano gli andamenti a tratti tendenziali

    (con rotture di tendenza, ecc.).

    S, insomma, per metterla in termini tecnici: la teoria dei mercati efficienti dice che i prezzi

    dovrebbero seguire una passeggiata aleatoria.

    E con questo vi ho dimostrato che una passeggiata aleatoria, in realt, de destra, perch la

    traduzione in linguaggio matematico del modello che incorpora le due ipotesi cruciali del

    turboliberismo: lefficienza dei mercati, e la razionalit delle aspettative.

    Bene, per oggi basta cos.

    Poi vi dimostrer che la passeggiata aleatoria anche de sinistra, non vi preoccupate...

    Epilogo

    Torniamo al nostro discorso, cio al keynesianesimo per le dame e i cicisbei, ovvero al nostro

    tentativo di definire Keynes per ci che non (aiutandovi cos a districarvi nella folla dei vari

    Keynes la carte proposti nel dibattito da scienziati pi o meno consapevoli di cosa successo

    negli ultimi 2000 anni).

    Cosa abbiamo imparato su Keynes? Onestamente... non lo so!

    S, adesso mi ci manderete, lo so, e farete bene. Ma meglio uno che vi dice non lo so piuttosto

    che uno che nel 2013 si accorge che Keynes non tutto prezzi rigidi e distintivo!

    Aspettate, mettiamo insieme i pezzi.

    Intanto, cerchiamo di capirci su una cosa. Quando i neoclassici dicono che i mercati sono efficienti,

    ci stanno dicendo che essi fanno un uso efficiente dellinformazione. A Keynes invece interessava

    capire se i mercati fanno un uso efficiente del risparmio. Ora, il problema proprio questo: a me

    pare che Keynes sostenga che fare un uso efficiente dellinformazione non significa

    necessariamente fare un uso efficiente del risparmio, mentre mi pare che

    essere mainstream significhi credere che fare un uso efficiente dellinformazione coincida

    necessariamente con il fare un uso efficiente del risparmio, cio convogliarlo verso gli impieghi pi

    produttivi (astenersi quelli che Bagnai linvestimento che crea il risparmio: s, lo so, poi per il

    problema : una volta che il risparmio lhai creato, dove lo metti? mal posta la domanda?).

    Inutile ricordarvi il fatto che la coincidenza fra uso efficiente dell'informazione e uso efficiente del

    risparmio stata autorevolmente

    smentita(http://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2013/html/sp130523_1.en.html). Ecco, credo

    di essere riuscito a darvi un'intuizione tecnicamente pi profonda della famosa frase: "financial

    market did not perform according to the theory".

    Alla razionalit degli agenti (pi esattamente: di certe classi di agenti, non di tutti gli agenti, come

    nel modello mainstream) ci credeva anche Keynes, ve lo ricordate? Qui il riferimento il capitolo

  • 16

    che vi ho citato tante volte, fin dallinizio della nostra strada

    insieme(http://goofynomics.blogspot.fr/2011/11/keynes-vs-tabellini.html). Provate

    a rileggerlo alla luce di quello che ci siamo detti oggi. Secondo voi, per Keynes, i prezzi seguono

    una random walk?

    Io unidea ce lavrei, e secondo me il punto fondamentale del suo ragionamento rimane questo:

    (4) But there is one feature in particular which deserves our attention. It might have been

    supposed that competition between expert professionals, possessing judgment and knowledge

    beyond that of the average private investor, would correct the vagaries of the ignorant individual

    left to himself. It happens, however, that the energies and skill of the professional investor and

    speculator are mainly occupied otherwise. For most of these persons are, in fact, largely

    concerned, not with making superior long-term forecasts of the probable yield of an investment

    over its whole life, but with foreseeing changes in the conventional basis of valuation a short time

    ahead of the general public. They are concerned, not with what an investment is really worth to a

    man who buys it for keeps, but with what the market will value it at, under the influence of mass

    psychology, three months or a year hence. Moreover, this behaviour is not the outcome of a

    wrong-headed propensity. It is an inevitable result of an investment market organised along the

    lines described. For it is not sensible to pay 25 for an investment of which you believe the

    prospective yield to justify a value of 30, if you also believe that the market will value it at 20 three

    months hence.

    (4) C una caratteristica che merita particolare attenzione. Si potrebbe supporre che la

    concorrenza fra professionisti esperti, dotati di capacit di valutazione e informazioni che vanno

    oltre quelle dellinvestitore privato medio, possa correggere le stravaganze che lindividuo

    ignorante lasciato a se stesso commette. Tuttavia capita che le energie e le abilit degli investitori

    e speculatori professionisti siano per lo pi impiegate in altro modo. Il motivo che la maggior

    parte di essi, in effetti, per lo pi non si preoccupa di fare previsioni migliore sul probabile

    rendimento di un investimento in tutta la sua vita futura, ma di prevedere variazioni nella base

    convenzionale di valutazione (NdT: se leggete il capitolo, vedrete che coincide abbastanza col

    nostro concetto di attesa razionale) lievemente prima di quanto lo faccia il resto del pubblico. Loro

    non si preoccupano di quanto varr effettivamente linvestimento per chi lo fa per mantenerlo, ma

    quale ne sar il valore di mercato, per effetto della psicologia di massima, a tre mesi o a un anno di

    distanza (NdT: oggi anche a un quarto dora). Per di pi, questo comportamento non il risultato

    di una propensione a perseverare nellerrore. linevitabile risultato di un mercato organizzato

    secondo le linee descritte sopra (NdT: quelle che ancora reggono i moderni mercati borsistici).

    Perch non sarebbe sensato pagare 25 per un investimento dal quale ci si aspetta che possa

    rendere ricavi tali da giustificare un prezzo pari a 30, se per si crede anche che fra tre mesi il

    mercato lo valuter 20.

    E la mia conclusione che: per Keynes i prezzi seguono una random walk (anche se lui non

    lavrebbe mai detto cos, nonostante fosse un probabilista), ma questo indica per lo pi luso

  • 17

    efficiente dellinformazione "sbagliata", quella di breve, e non quella di lungo termine. Il

    neoclassico, viceversa, questo non lo ammetter mai, per un motivo ideologico, e anche per un

    motivo tecnico, cio perch il gran rotolo del creato pu essere srotolato anche in avanti, non solo

    indietro.

    Ad esempio:

    Pt+2 = Pt+1 + et+2

    e quindi la nostra previsione efficiente due passi avanti sar:

    E(Pt+2|It) = E(Pt+1 + et+2|It) = E(Pt+1|It) + E(et+2|It) = Pt

    Insomma: siccome il prezzo di dopodomani (t+2) quello di domani (t+1) pi un errore

    imprevedibile, e la previsione migliore del prezzo di domani quello di oggi, non c' differenza fra

    l'aspettativa a breve e quella a lungo termine. Se parti dallipotesi che sai (unipotesi un po

    piddina, nest-ce pas?), anche quando non lo sai, sallo! Laspettativa a lungo termine coincide con

    quella a breve (come si potrebbe anche far vedere ragionando su altri modelli di asset pricing).

    Una cosa molto panglossiana e molto utile per stupire mamme, fidanzate e dottorande. Dopo ci

    sarebbe da ragionare su tante cose, ma ora veramente basta. Ho piet non di voi, ma di me...

    (...e questo solo linizio...)

  • 18

    Il keynesianesimo per le dame (e, soprattutto, per i cicisbei) Capitolo

    secondo: "elasticity pessimism"

    venerd 1 agosto 2014

    Riprendo qui un ciclo (uno dei tanti all'interno di questo blog) avviato con questo intervento

    KPD1(http://goofynomics.blogspot.it/2014/03/il-keynesianesimo-per-le-dame-e.html), del quale

    potrebbe essere utile a qualcuno rileggere la premessa. La premessa, in buona sostanza, che qui

    state facendo con me, perch potete farlo solo con me, un'operazione un pochino pi complessa e

    raffinata del mostrare i muscoli perculando il piddino di turno, attivit alla quale si dedicano con

    sterile successo su Twitter i cucciolotti affetti dalla sindrome di Dunning-Kruger, per lo pi usando

    con grande sicumera due o tre imparaticci che gli son rimasti appiccicati passando da qui. State

    facendo qualcosa di pi, e non solo perch qui, come molti di voi hanno pi volte rimarcato, avete

    trovato una famiglia, non solo perch avete trovato la possibilit di approfondire a un livello

    professionale pochi semplici ma essenziali concetti tecnici, non solo perch avete trovato qui un

    luogo di acquisizione e scambio di informazioni che non ha evidentemente uguali nel panorama

    italiano...

    [a proposito, giacch ne stiamo parlando, vi ricordo che anche quest'anno sarebbe il caso che

    vincessimo quella competizione truccata che il Macchia Nera Italian Awards. Dico truccata

    perch evidente che considerare "blog" il Sole 24 Ore non ha alcun senso. Ma verr il giorno in

    cui saremo primi assoluti - cio primi non solo fra i veri blog - nonostante il trucchetto. Intanto vi

    ricordo di andare sul loro sito e nominare Goofynomics almeno come miglior sito di

    economia(http://www.macchianera.net/2014/06/19/mia14-macchianera-italian-awards-2014-1-

    prima-scheda-di-votazione-il-red-carpet/). Potete scegliere solo altre tre categorie, non pi di

    tre, nelle quali nominarci, e credo che educational sarebbe un'altra categoria adeguata. Poi la

    Provvidenza ci penser lei, purch opportunamente aiutata dai vostri clic. Volete fare il partito?

    Bene, allora non perdete questa occasione di dimostrare che esistete...]

    ...ma anche perch qui avete potuto avviare un discorso critico sui fondamenti culturali della crisi

    che stiamo vivendo, grazie al contributo di amici come Fusaro e Barra Caracciolo, e grazie alla

    vostra e mia multidisciplinariet. Questa non una cosa da trascurare, perch, vedete, ormai lo

    avete capito: il problema rovesciare un frame, cosa pressoch impossibile se non se ne

    individuano e non se ne minano i pilastri. L'euro, e pi in generale l'attuale percorso di

    integrazione europea, un processo istituzionale totalmente illogico, e non solo sotto il profilo

    economico. Ma occorre una lettura trasversale per portare certe contraddizioni ad emergere.

    un'attivit divertente, come sottolinea Jun Ker:

    Jun Ker ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "La corruzione fra realt e chiacchiere"(

    http://goofynomics.blogspot.com/2014/08/la-corruzione-fra-realta-e-chiacchiere.html):

  • 19

    Vero, non cambieranno mai idea, ma metterli di fronte alle loro contraddizioni e vederli

    contorcersi nella morte della logica l'attivit pi divertente dei miei ultimi due anni... godo come

    un riccio a fagli vedere che i dati dicono il contrario di quello che pensano, o che essi stessi si

    contraddicono 3 volte in una frase... ahhh quale estasi dei sensi quando non sanno che pesci

    prendere XD

    Postato da Jun Ker in Goofynomics alle 01 agosto 2014 15:26

    ma anche, e soprattutto, un'attivit proficua, perch ci permette di riportare senso nel

    nonsenso. Considerate ad esempio quanto ci ha raccontato Nat:

    Nat ha lasciato un nuovo commento sul tuo post " la flessibilit, bellezza... (MMT vs. Phillips)"(

    http://goofynomics.blogspot.com/2014/07/e-la-flessibilita-bellezza-mmt-vs.html):

    Bellissimo post. Mi piace quando fa un po' di debunking. Che poi, anche a livello empirico (dove mi

    trovo francamente pi a mio agio), una cosa talmente evidente, per chi lavora in un'azienda

    (anche la migliore delle aziende, non una critica): talmente evidente che sei pagato

    esattamente quanto basta per tenerti l, e che se fuori nessuno si sogna di cercarti (perch ci sono

    a spasso decine di persone che fanno il tuo lavoro...) quello che continua a bastare esattamente

    quello che ti danno (se non di meno, nei casi peggiori tipo "contratti di solidariet"). una

    considerazione di tale buon senso, che quanto pi sei ricercato tanto pi sei pagato (ai bei tempi,

    chi non ha visto i pi bravi ricevere un aumento perch non se ne andassero?). adesso, che non

    se ne va pi nessuno, e se osi lamentarti, perch per esempio il carico di lavoro aumenta

    costantemente, normale sentirsi rispondere "Ma non li leggi i giornali?"; cos come evidente

    che le persone assunte a tempo determinato, i lavoratori "flessibili", hanno tutt'altro per la testa

    che andare a chiedere un aumento di stipendio... Insomma sembra una considerazione di tale

    buon senso che la disoccupazione sia inversamente correlata all'inflazione e che la flessibilit sia

    perfetta per contenere gli stipendi...

    Eppure qualche tempo fa, uno degli amici pi marxisti che ho (mi definisce "un'immacolata

    coscienza borghese", qualsiasi cosa ci per lui significhi), quando gli ho chiesto se non gli veniva

    qualche dubbietto sull'euro (di cui uno strenuo difensore) pensando alla tragedia di 25 milioni di

    disoccupati in Europa con un'inflazione cos bassa, mi ha spiegato con sussiego che la curva di

    Phillips era stata da tempo confutata da Milton Friedman...

    Postato da Nat in Goofynomics alle 31 luglio 2014 01:30

    Ecco: questo marxista imbecille (le due cose non necessariamente coincidono, mal'intersezione

    non nulla come credevo prima di aprire questo blog), questo perfetto, compiuto, sesquipedale

    coglione, che pur di difendere l'euro, cio un progetto classista di difesa del capitale finanziario

  • 20

    internazionale, si trova d'accordo con il padre dei Chicago boys (senza che nemmeno gli passi per

    la capa che se Friedman che era tanto amico di Pinochet era cos nemico della curva di Phillips

    forse un nesso c'era...), questo completo inetto politico, che senza nemmeno rendersene conto

    fornisce supporto ideologico (per i motivi spiegati qui(http://goofynomics.blogspot.it/2014/07/e-

    la-flessibilita-bellezza-mmt-vs.html)) a quei governi tecnici che poi va in piazza, magari, a far finta

    di contestare ragliando qualche luogo comune, ecco, relitti umani di questo tipo, e sono tanti, e

    sono ovunque, credo vi diano la misura del perch essenziale non limitarsi alle autocompiaciute

    schermagliucce tecniche su Twitter o al bar dello Sport, ma occorre approfondire, risalire le

    correnti carsiche del dibattito in corso, tornare indietro, mettere le cose in prospettiva. Solo cos si

    potranno capire, e se del caso disprezzare, oppure perdonare, ma in ogni caso confutare, certi

    atteggiamenti che molto spesso sono assunti dall'imbecille di turno per mero riflesso pavloviano.

    Non c' altra spiegazione, se non questa, un po' canina, per spiegare come mai un marxista

    dovrebbe prendere per buona l'analisi di Friedman (1968)!

    Oggi vi volevo parlare (rapidamente, che mi aspetta l'osteria, quindi ho 30 minuti), di un

    argomento attinente.

    Volendo schematizzare il dibattito economico come confronto fra "neoclassici" e "keynesiani",

    sempre schematizzando potremmo dire che l'attrezzo principale dei neoclassici il modello di

    equilibrio economico generale, e quello dei keynesiani il modello IS/LM. I due modelli, nella loro

    forma pi semplice, hanno in comune alcune caratteristiche non da poco: ad esempio, sono

    entrambi statici, cio sostanzialmente atemporali, nel senso che non descrivono il processo di

    raggiungimento di un equilibrio (e quindi non indicano se e come e in quanto verr raggiunto:

    indicano solo se c'). Ma certo le differenze sono pi delle analogie.

    Nella versione pi semplice del modello di equilibrio economico generale (EEG) lo scopo del gioco

    vedere come un insieme teoricamente infinito di "agenti economici" dotati di una quantit

    iniziale (al limite nulla) di un insieme estremamente ampio di beni realizza i propri scambi, in

    un'economia di baratto, in modo da massimizzare la propria utilit. Esempio: se siamo in due, io

    ho solo pane e tu solo prosciutto, chiaro che ci sono i margini per uno scambio vantaggioso (ed

    anche chiaro che il modello atemporale, altrimenti, a meno che non ci sia una terza persona che

    ha anche acqua, dopo un po' le cose si mettono male).

    L'enfasi tutta sulla scelta del corretto rapporto di scambio, cio del prezzo relativo fra due beni.

    Attenzione: vi ho detto che siamo in un'economia di baratto, nel senso che lo scambio

    teoricamente avviene in modo diretto: io ti do il pane, e tu mi dai il prosciutto. Ma ben diverso

    se per un etto di pane mi dai un etto o mezz'etto di prosciutto. Nel primo caso il prezzo relativo del

    prosciutto 1, nel secondo 1/0.5=2 (il prosciutto "costa" relativamente di pi in termini di pane,

    e per questo motivo ne ottengo un po' di meno). Quindi un prezzo teoricamente c', ma definito

    non in termini monetari, assoluti (3.5 euro al chilo il pane, 7 il prosciutto - e mi tengo basso!),

    bens relativamente a un bene scelto come "numerario". Nell'esempio sopra riportato il numerario

    il pane.

  • 21

    Questo modello ha molti problemi e una caratteristica. I problemi sono evidenti: completamente

    irrealistico (le nostre economie non sono di baratto, non si capisce come una persona possa

    acquisire e trattare informazione immediata su chi ha quello che gli serve e come scambiarlo in

    modo vantaggioso, ecc.). La caratteristica, per, che le quantit sono date, e quindi quello che

    "regna" nel modello l'aggiustamento dei prezzi (relativi).

    Da qui l'equazione neoclassicolibberistachicagoboybrutto = aggiustamento di prezzo.

    Ok, i pi addentro possono andare a prendersi l'aperitivo, perch gi sanno dove voglio andare a

    parare (molti colleghi mi leggono e qualcuno me lo dice).

    Nel modello keynesiano lo scopo del gioco del tutto diverso. La versione banale di questo

    modello, il modello IS/LM, considera rigidi i prezzi (abbiamo visto nella puntata precedente che

    questa affermazione ideologicamente orientata), e analizza un'economia aggregata composta da

    due mercati: il mercato dei beni, dove si considera solo l'aggregato complessivo e quindi la

    domanda e l'offerta aggregata (non quella di pane e quella di prosciutto: quella di pane pi

    prosciutto pi acqua pi candele pi sedie pi... ovviamente aggregate con un opportuno sistema

    di prezzi che non interessa al modellista), cio, di fatto, il modello invece di essere a infiniti beni,

    come l'EEG, a un solo bene: il Pil. Mancano quindi infiniti meno uno cio infiniti beni, ma c' una

    cosa importante che nel modello EEG non c': la moneta. Lo scopo del gioco vedere per quali

    combinazioni di domanda interna e tasso di interesse i due mercati sono in equilibrio, nel senso

    che tutto il prodotto viene domandato, e che la moneta messa in circolazione dallo Stato soddisfa

    le esigenze degli agenti economici (e quindi non ci sono pressioni sui tassi). Questo pu succedere

    per un livello di reddito compatibile con la piena occupazione, o inferiore (come adesso), o anche

    superiore, almeno concettualmente (nel qual caso tutti fanno gli straordinari). Il modello serve

    quindi come base per definire politiche economiche, a differenza del modello EEG la cui unica

    lezione : lasciate che tutti facciano come gli pare e che l'informazione circoli in modo efficiente, e

    poi il teorema di Kakutani ci penser lui(http://en.wikipedia.org/wiki/Kakutani_fixed-

    point_theorem). Nel modello keynesiano, invece, siccome i prezzi non variano, quello che si muove

    per trovare la quadra la domanda aggregata, che il governo pu stimolare attraverso la spesa

    pubblica, o attraverso la politica monetaria (nell'ipotesi che se riesce a far scendere i tassi gli

    imprenditori facciano pi spesa per acquistare beni capitali, i cosiddetti investimenti fissi lordi).

    La cosiddetta "sintesi neoclassica" sostanzialmente consiste nel ritenere che il modello corretto sia

    quello IS/LM nel breve periodo, quando i prezzi non hanno modo di aggiustarsi, mentre l'EEG sia

    una metafora corretta di quello che potrebbe succedere nel lungo, quando saremo tutti morti.

    L'istinto di conservazioni quindi suggerisce implicitamente una graduatoria nella rilevanza dei due

    modelli. L'attacco neoclassico scatenato da Milton Friedman nel 1968, al grido di "vietato vietare"

    (che era lo slogan del sessantottini a Chicago come a Parigi - cosa sulla quale giustamente insiste

    Diego...), dal punto di vista tecnico consisteva sostanzialmente nell'imporre alla professione (con

    l'aiuto dell'oscillazione a destra del pendolo della storia) l'idea che il modello EEG fosse corretto

  • 22

    anche nel breve periodo. Cerchiamo di capirci: un keynesiano "ortodosso" anni '60 credeva

    nell'efficacia delle politiche economiche, ma falchi alla Modigliani, tuttavia, vivevano pur sempre

    nell'idea che s, ci fosse il ciclo economico, s, si doveva e poteva far qualcosa per contrastarlo,

    MA

    il mondo era comunque neoclassico nel lungo periodo. Il modello IS/LM era un buono strumento

    per la gestione del breve periodo, del ciclo economico, ma il legislatore lungimirante avrebbe

    dovuto poi prendere a paradigma per politiche di ampio respiro lo schema neoclassico (e quindi

    liberalizzar, privatizzar...).

    Con questo grosso "ma" i Chicago boys si nettarono le terga, portando avanti l'assurda, ma

    tecnicamente avvincente, idea che il ciclo economico fosse un fenomeno di equilibrio,

    perfettamente spiegabile dal modello EEG in presenza di shock aleatori. Il che, in buona sostanza,

    significava che quando il ciclo era basso e tu eri disoccupato, eri contento, perch, anche se non te

    ne eri accorto, in realt avevi scelto tu di sostituire lavoro con tempo libero.

    Ah, no?

    E allora perch non hai accettato un salario reale pi basso?

    Vi ricordate il trotzkista e il liberista(http://goofynomics.blogspot.it/2013/02/dixit-dominus-il-

    trotzkista-e-il.html)? S, il tronfio coglione francese coautore di... non ve lo dico altrimenti capite

    chi , che discettava sull'elasticit dell'offerta del lavoro al salario reale, prima di farsi asfaltare dal

    mio amico A.? Di che stava parlando? Di questo, appunto! Del tasso al quale noi sostituiamo

    lavoro con tempo libero a seconda del livello del salario.

    Ovviamente era un liberista di sinistra.

    Attenzione, per, perch qui arrivo al punto (sto finendo il tempo...). Avrete capito che nella

    mente dell'economista mediano si incrosta questa fottuta scoria: aggiustamento di prezzo =

    neoclassico, aggiustamento di reddito = keynesiano.

    La cosa non ha molto senso, basata su una visione caricaturale non solo del mondo (ci potrebbe

    stare), ma anche dei modelli, nei quali, credetemi, c' molto di pi (motivo per il quale sono utili),

    ma tant': che tu sia "de destra" o "de sinistra", ti microchippano con questa fottuta

    semplificazione in testa.

    Ovviamente, se sei "de sinistra" la declini come aggiustamento di prezzo = neoclassicochicagoboy

    brutto. Se sei "de destra" la declini come aggiustamento di reddito =

  • 23

    spesapubblicaimproduttivastamparemonetacomal'argentinabrutto.

    Una cosa che non sapevo, e che ho imparato dalla mia attivit di divulgazione, che ci sono

    sempre almeno due modi di essere idioti, dei quali almeno uno di destra e almeno uno di sinistra.

    Da qui una serie di interessanti dettagli, sui quali vi illumino partendo da un'idea molto semplice: il

    problema principale, universalmente ammesso, del cambio fisso che impedisce o comunque

    rallenta l'aggiustamento di prezzo relativo fra beni nazionali e esteri (questo prezzo relativo, a

    livello aggregato, si chiama tasso di cambio reale).

    Ora, mettetevi nella testa di un keynesiano, quindi di uno "de sinistra". Quale sar il suo

    ragionamento?

    aggiustamentodiprezzo=chicagoboybrutto quindi l'aggiustamento di prezzo non deve

    contare (non: non conta, che sarebbe scienza: non deve contare, che ideologia), quindi i flussi

    commerciali sicuramente non rispondono alle variazioni dei prezzi relativi, il che rende inutili gli

    aggiustamentidiprezzochicagoboybrutto, e quindi l'euro ce lo teniamo, perch se non ci fosse

    potrebbero avvenire s degli aggiustamenti di prezzo, ma siccome a questi io non ci credo perch

    sono keynesiano, allora mi tengo l'euro perch credo (apoditticamente) che adottandolo non si

    rinunci a nulla.

    Giuro! La pensano cos. Io mi son sentito dire in pubblico, a una conferenza: "Non credo che

    rimuovendo l'euro risolveremmo i problemi perch da keynesiano devo credere che gli

    aggiustamenti di prezzo non siano rilevanti". Freghete, frate'!

    Da qui una serie di piccoli dettagli che fanno la delizia dell'intenditore. Perch quando De Cecco mi

    ha presentato a Cipollone della World Bank ha detto "Questo Bagnai che dice le stesse cose della

    destra americana ma qui in Italia passa per il capo dei rivoltosi"?

    Ma perch per De Cecco, che keynesiano, l'idea che ci possano essere aggiustamenti di prezzo e

    quindi che l'euro ci faccia danno "de destra". Vedete quanti piccoli dettagli spiegano, le correnti

    carsiche delle quali vi parlavo?

    E ovviamente, nella stima delle equazioni del commercio, quale sar l'atteggiamento di un

    keynesiano "de sinistra"? Sar quello di ritenere che l'elasticit ai prezzi relativi sia piccola, sar

    cio il cosiddetto elasticity pessimism, il pessimismo verso le elasticit (soprattutto di prezzo) che

    caratterizz un certo dibattito nei lontani anni '60. Quel pessimismo era infondato: lo

    dice Gandolfo nel suo manuale, stavano semplicemente usando dei metodi di verifica sbagliati, ma

    poi la tecnica andata avanti. I risultati pi recenti (e ve ne ho citati tanti e tanti altri ve ne citer,

    incluso il modello di a/simmetrie ieri felicemente "chiuso") dicono che le elasticit di prezzo

    contano, e aprono a un certoelasticity optimism (Imbs era lo scorso anno a INFER2013).

  • 24

    Ma, e qui chiudo, c' un dettaglio beffardo che rende controproducente questo atteggiamento

    ideologico, come tutti gli atteggiamenti ideologici. Nell'adottare la prospettiva

    aggiustamentodiprezzochicagoboybrutto certi keynesiani di risulta in realt avvalorano il

    principale capo d'accusa dei neoclassici verso il lavoro di Keynes: quello di aver fatto un bel

    compitino all'interno del quadro dell'EEG, semplicemente lasciando fissi i prezzi. Se i prezzi si

    muovessero, tutti troverebbero lavoro (accettando un salario pi basso): quindi, caro Maynard,

    che ci avresti detto? Lo sappiamo anche noi che condownward wage rigidity c' disoccupazione

    involontaria. Invece Maynard ha detto una cosa pi complicata e pi fondamentale, che per

    viene regolarmente negletta e buttata in caciara anche grazie all'apporto fondamentale dei

    "keynesiani" per i quali "io sono keynesiano quindi i prezzi non sono importanti quindi l'euro non

    un problema".

    Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio...

    (chi non ha capito a cosa serve questo post vergine. Chi lo ha capito non avr parole per

    ringraziarmi, e comunque anche se le scrivesse sar difficile che io possa leggerle prima di qualche

    ora: me ne vado all'osteria coi mastini e il prof. Santarelli a festeggiare il modello. E voi meditate,

    gente, meditate...)

    (segnalazioni di refusi gradita: non ho tempo di rileggere)

  • 25

    Il moltiplicatore e i parvenus (il keynesianesimo per le dame - Capitolo

    terzo)

    Luned, 11 agosto 2014

    Nessuno contesta il diritto di chicchessia di avere ambizioni politiche, intese nel senso specifico di

    ambizioni ad una propria carriera politica personale, cio di ambizioni a pervenire. In democrazia

    l'elettorato attivo e passivo elargito a piene mani a chiunque, e va in generale visto come un

    dato estremamente positivo che al secondo (l'elettorato passivo, cio la facolt di farsi eleggere e

    cos pervenire a qualche carica politica) aspirino persone competenti.

    Come sarebbe bello se chi, in una democrazia, chiamato a svolgere un ruolo, avesse almeno le

    basi tecniche elementari per capire in quale ambito tecnico sta svolgendo la propria azione, cosa

    pu e cosa non pu realizzare coi mezzi a disposizione, quali proposte sono razionali e quali

    demagogiche!

    Accade per, purtroppo, con sconcertante e deplorevole, per quanto non sorprendente,

    regolarit, che nel dibattito attuale chiunque abbia esplicite o implicite, manifeste od occulte

    ambizioni a pervenire, sistematicamente distorca i pi elementari contenuti tecnici della materia

    della quale esperto, creando unvulnus estremamente grave al processo democratico, il quale

    vorrebbe che chi chiamato a svolgere l'elettorato attivo (cio a votare), fosse, se non informato,

    almeno non disinformato.

    Purtroppo non cos: chi vuole pervenire, nell'attuale regime, parte dall'operare una sistematica

    disinformazione degli elettori, al punto che ormai esiste un indicatore assolutamente efficace, con

    margini di errori risicatissimi, che consente di capire istantaneamente se qualcuno (ad esempio un

    mio collega) animato unicamente da un'ossessiva brama di pervenire per realizzare un proprio

    obiettivo (appunto: pervenire), piuttosto che obiettivi collettivi (ad esempio: farci uscire dalla

    crisi): basta verificare su un libro di testo se sta dicendo una sesquipedale cazzata.

    una sesquipedale cazzata asserire che le importazioni non dipendano dal reddito, ad esempio,

    ma non di questo che voglio parlarvi. Voi fate la spesa, e sapete quale percorso ad ostacoli sia

    oggi, in un supermercato, comprare italiano, quando anche si abbiano i soldi per poterselo

    permettere (materia della quale gli aspiranti pervenuti abitualmente non difettano)!

    Oggi vorrei illustrare, a beneficio di chi non lo sa e di chi crede di saperlo, qualcosa di pi basilare:

    il funzionamento della pietra angolare del modello keynesiano: il moltiplicatore del reddito.

    Vorrei cominciare col ricordarvi una cosa piuttosto semplice, ma che abitualmente sfugge. In

    un'economia di mercato si produce per vendere, non si pu vendere se nessuno acquista, e non si

    pu acquistare se non si hanno soldi.

  • 26

    Dal primo punto (si produce per vendere, cio per conseguire un reddito) deriva una ovvia

    conseguenza: il prodotto aggregato di una nazione coincide con il suo reddito aggregato, cio con

    la somma dei redditi percepiti da chi detto prodotto (consistente di beni e servizi) ha contribuito a

    porre in essere. Dal secondo punto (non si pu vendere se nessuno acquista) deriva un'altrettanto

    ovvia conseguenza: il reddito aggregato coincide con la spesa aggregata, e quindi lo stesso

    prodotto nazionale pu essere calcolato (e viene calcolato) dai due lati: lato produzione (come

    somma dei valori aggiunti settoriali) e lato spesa (come somma delle spese dei vari operatori). Dal

    terzo punto (non si pu acquistare se non si hanno soldi - propri o altrui, tramite l'accesso al

    credito) deriva un'altres ovvia conseguenza: la spesa aggregata esprime la domanda aggregata di

    un'economia, cio la domanda solvibile, quella che si traduce in capacit di spesa. In un'economia

    di mercato i pii desideri (ad esempio: il desiderio di scorrazzare in Porsche e andare a troie che in

    molti casi costituisce il sostrato etico dell'ambizione a pervenire) si chiamano "domanda

    nozionale", e non si misurano, perch i sentimenti, ahim o per fortuna, non si misurano. Si misura

    la spesa, perch la spesa "so' ssordi", come direbbe un romano.

    Sintesi, e procedendo per moto retrogrado: in economia la domanda aggregata misurata dalla

    spesa aggregata che coincide con il reddito aggregato cio con la produzione aggregata.

    Dal che deriva che chi vi vuole far decrescere vuole che guadagniate di meno, e che chi ha

    "distrutto domanda interna" vantandosene alla

    CNN (https://www.youtube.com/watch?v=LyAcSGuC5zc)ha distrutto spesa, cio reddito, cio

    produzione effettiva.

    Cos, tanto per capire di cosa stiamo parlando.

    Attenzione: ho detto "produzione effettiva". La produzione posta in essere si tramuta in reddito

    ecc. Ovviamente non detto che questa produzione coincida con quella potenziale, con quella che

    gli economisti, a seconda dei contesti, chiamano "capacit produttiva" o "Pil potenziale", cio con

    la produzione che sarebbe teoricamente possibile porre in essere dati i macchinari, le

    infrastrutture, e la popolazione in et lavorativa esistente.

    Se si in recessione, con impianti sottoutilizzati, con persone a spasso, il Pil potenziale sar

    evidentemente superiore a quello effettivo: sarebbe possibile produrre di pi, ma non lo si fa.

    Perch? Perch si diventati pigri? No: perch se si producesse non si venderebbe.

    Mi spiego meglio.

    Contabilmente il prodotto aggregato effettivo coincide per definizione con reddito e spesa

    aggregata (a meno di dettagli coi quali non vi annoio, che contano per lo zero virgola).

    Ma economicamente il prodotto aggregato effettivo, i beni e servizi effettivamente posti in essere,

    possono essere vincolati o dal lato dell'offerta (non si pu produrre di pi perch non si hanno

    abbastanza macchine o lavoratori), nel qual caso il Pil effettivo coincide con quello potenziale e si

  • 27

    in piena occupazione, o dal lato della domanda (non si pu produrre di pi perch nessuno

    compra), nel qual caso il Pil effettivo inferiore a quello potenziale e si ha disoccupazione.

    Sintesi: in recessione il prodotto vincolato dal lato della domanda.

    Conseguenza: in condizioni di recessione parlare di riforme dal lato dell'offerta intempestivo in

    termini economici. per molto tempestivo in termini politici: i lavoratori la cui capacit

    contrattuale e in generale di organizzazione politica sbriciolata dalla crisi accetteranno con

    minori difficolt riforme effettuate nell'interesse del capitale, soprattutto se proposte loro da un

    cioccolataio "de sinistra" proveniente dal contado (il prossimo che dice che fiorentino lo mando

    al diavolo, che incontreremo pi avanti...).

    Lasciamo per il lato politico e torniamo a quello economico. In condizioni di recessione, con

    capacit produttiva inutilizzata e prodotto vincolato dalla domanda, il modello pi adeguato per la

    definizione del prodotto/reddito/spesa nazionale un modello che considera appunto la

    domanda, cio la spesa.

    Tale il modello keynesiano, nel quale il prodotto, Y, viene modellizzato in termini delle

    componenti di spesa.

    Per farvela molto ma molto breve, mi limiter in quanto segue a considerarne solo due: la pi

    importante quantitativamente, i consumi, C, e il resto, che possiamo chiamare spesa autonoma, A,

    nella quale quindi confluiscono le spese degli imprenditori (investimenti fissi), del governo

    (consumi collettivi), del resto del mondo (esportazioni nette). Sto, per semplificare, astraendo dal

    fatto che anche queste componenti dipendono dal reddito. A differenza degli aspiranti pervenuti,

    per, io so bene che non cos, e vi dico, mentre adotto questa semplificazione a mero scopo

    didattico, che non cos. In particolare, le esportazioni nette dal reddito dipendono, e come! Ma

    per il momento faremo finta di no.

    Quindi nel modello keynesiano il prodotto dato da questa semplice relazione:

    Y = C + A

    Prodotto = Consumi + Spesa autonoma

    Offerta aggregata = Domanda aggregata

    Reddito aggregato = Spesa aggregata

    ...insomma: leggetela un po' come vi pare, le letture sono equivalenti, e occhio: il senso di questa

    relazione che il membro di destra (la spesa, la domanda aggregata effettiva) vincola, e quindi

    causa, quello di sinistra (il prodotto, l'offerta, il reddito).

  • 28

    Tanto per capirci e per stabilire subito una differenza: nel modello neoclassico invece il prodotto

    determinato dal lato dell'offerta, come Y = f(K, L) (cio: il prodotto funzione di, dipende da,

    capitale e lavoro). Questo sar anche vero in termini potenziali, ma quando la disoccupazione

    sopra il 10% le condizioni potenziali sono lontane.

    Chiara la differenza di approccio?

    Domande? (le fate sotto)

    Stante il fatto che il prodotto vincolato dal lato della domanda, chiaro che basta aumentare la

    domanda, cio la spesa, e aumenta il prodotto. Esempio: se in un'economia i consumi aggregati

    sono 75 e la spesa autonoma 25, quanto sar il prodotto/reddito/offerta?

    Sar Y = 75 + 25 = 100.

    (se state usando un Pc con Windows, ravanando nel men principale trovate una calcolatrice...).

    Ma se lo Stato decide di spendere un euro in pi, la spesa autonoma (che comprende anche quella

    dello Stato) passa da 25 a 26. E allora a quanto andr il prodotto/reddito/offerta?

    Andr a Y = 75 + 26 = 101

    (anche tu economista grazie a CEPU).

    Visto che miracoli si ottengono abolendo l'ottusaausterit, l'austerit brutta e cattva che la

    Germagna ci sta imponendo perch tanta tanta invidiossa, signora mia?

    Finisce qui? Andiamo a casa?

    Eh, no, non finisce qui. Comincia qui. Cio: qui finisce il ragionamento delle comari euriste che si

    stanno attestando su quella che vi avevo detto sarebbe stata la loro estrema difesa

    (http://goofynomics.blogspot.it/2013/12/audizione-informale-alla-commissione.html): dare la

    colpa a un giocatore (la Germania) anzich alle regole del gioco (l'euro).

    Comincia per la parte pi interessante del discorso. Perch, vedete, dopo l'intervento pubblico la

    collettivit nazionale ha un euro in pi in tasca. E cosa ci fa?

    Il discorso che Keynes svolge nel capitolo VIII, paragrafo III

    (http://www.marxists.org/reference/subject/economics/keynes/general-theory/ch08.htm) della

    Teoria generale noto ai tecnici:

  • 29

    The fundamental psychological law, upon which we are entitled to depend with great confidence

    both a priori from our knowledge of human nature and from the detailed facts of experience, is

    that men are disposed, as a rule and on the average, to increase their consumption as their

    income increases, but not by as much as the increase in their income. That is to say, if Cw is the

    amount of consumption and Yw is income (both measured in wage-units) Cw has the same sign

    as Yw but is smaller in amount, i.e. dCw/dYw is positive and less than unity.

    Ovvero: chi si trova qualche soldo in pi in tasca, tender ad incrementare i propri consumi, ma

    non si spender tutto il reddito aggiuntivo, un po' ne risparmier. La propensione (marginale) al

    consumo, cio il rapporto fra l'incremento dei consumi e quello del reddito, sar quindi positiva

    (sarebbe negativa se pi guadagni meno spendi), ma compresa fra zero e uno (sarebbe maggiore

    di uno se ogni volta che guadagni un po' di pi ti indebitassi, o vendessi attivit finanziarie o reali,

    per spendere pi di quello che hai guadagnato).

    Ora, siccome normalmente non succede che a ogni aumento di stipendio ti vendi un

    appartamento per andare in vacanza alle Seychelles (propensione al consumo maggiore di uno), e

    non succede nemmeno che a ogni aumento di stipendio sostituisci nella tua dieta la carne con la

    cicoria per mortificare il tuo corpo (propensione negativa), accade che la propensione al consumo

    compresa fra zero e uno.

    Sempre in virt del programma "anche tu economista", vi segnalo che gli economisti questo

    discorsetto lo riassumono in una semplice formula:

    C = cY

    (ve la faccio moooolto semplice), dove C sono i consumi, e c (minuscolo) la propensione al

    consumo.

    Ne consegue che, ad esempio, se in un'economia il reddito aggregato 100, e la propensione

    marginale al consumo 0.75, i consumi aggregati saranno:

    C = 0.75 x 100 = 75

    (per i tecnici: certo che in questo caso MPC coincide con APC. Problemi?)

    E quindi, se il reddito passa da 100 a 101, i consumi cosa fanno? Diventano:

    C = 0.75 x 101 = 75.75

    Facile, no?

    Per...

  • 30

    Per...

    Houston, abbiamo un problema! Quando sopra abbiamo detto che se lo Stato spendeva 26 il

    reddito andava a 101, lo abbiamo affermato sulla base del seguente ragionamento: aumenta la

    spesa autonoma, quindi:

    Y = C + A = 75 + 26 = 101

    Dov' il problema? che abbiamo tenuto fermo (un economista direbbe: considerato esogeno) C,

    il consumo aggregato, cio abbiamo fatto come se aumentando il reddito lui, il consumo, non

    aumentasse! Ma le cose non stanno cos! All'aumentare del reddito il consumo aumenta, quindi

    dire che il reddito aumenta solo fino a 101 quando la spesa pubblica aumenta di 1 inappropriato,

    perch non tiene conto di cosa succede al consumo privato.

    Voi direte: "Ah, s, ce n'eravamo dimenticati, per basta poco, che cce vo? Ora sappiamo che i

    consumi passano a 75.75, quindi in effetti il reddito finale sar 101.75!"

    Bravi polli! Ma il livello di consumi 75.75 calcolato considerando un reddito di 101! Se il reddito

    invece 101.75, chiaro che i consumi saranno diversi, pi alti!

    Il fatto che il modello composto da due equazioni:

    C = cY

    Y = C + A

    e queste due equazioni sono simultanee (anche tu econometrico grazie a CEPU), nel senso che per

    sapere quanto vale C devi sapere quanto vale Y, ma per sapere quanto vale Y devi sapere quanto

    vale C.

    A questo punto ci sono due strade, quella breve (per gli esperti) e quella lunga (per gli inesperti).

    Strada breve: la forma ridotta (astenersi diversamente algebristi e passare al paragrafo successivo)

    La strada breve chiara: per sapere quale sar l'impatto finale di un aumento della spesa

    autonoma sul reddito, cio l'impatto che tiene conto di tutte le retroazioni via consumi, basta

    risolvere algebricamente il modello di due equazioni. Si pu fare per sostituzione, e la cosa pi

    ovvia sostituire l'equazione di comportamento (quella del consumo) nella condizione di

    equilibrio (l'identit offerta=domanda, reddito=spesa). Otteniamo:

  • 31

    dove l'ultima equazione la forma ridotta del reddito. Dicesi forma ridotta di un modello

    un'equazione nella quale una variabile endogena (incognita) dipende solo da variabili esogene

    (note e controllabili). I coefficienti della forma ridotta sono detti moltiplicatori, e quindi 1/(1-c) il

    moltiplicatore (keynesiano) del reddito, che naturalmente, nelle ipotesi che stiamo facendo, vale:

    Quindi il moltiplicatore quattro. La forma ridotta del reddito pertanto ci dice che:

    nel nostro modello (o nella nostra economia, se il modello giusto) il reddito pari a quattro volte

    la spesa autonoma, per cui se la spesa autonoma 25, il reddito/prodotto/spesa/domanda pari

    a 100, e se la spesa autonoma aumenta a 26 (cio aumenta di 1), il

    reddito/prodotto/spesa/domanda diventa pari a 104 (cio aumenta di 4). Guarda caso, l'aumento

    del reddito pari al moltiplicatore (4), moltiplicato per l'aumento della domanda autonoma (1):

    4 = 4 x 1

    Ci siamo capiti.

  • 32

    Strada lunga: il raccontino (non astenersi algebristi)

    C'era una volta un politico che voleva risolvere la crisi. Il Pil era in caduta libera, e lui non sapeva

    proprio cosa fare. Per raccogliere le idee, and a fare una passeggiata. Mentre era sprofondato nei

    suoi pensieri, gli si fece davanti un petulante marmocchio dalla voce fastidiosamente blesa.

    "Poitico? Poitico, mi senti?"

    Il politico, infastidito per essere stato distolto dalle sue cogitazioni, avrebbe voluto dargli un calcio

    sui denti, ma era appunto un politico, e quindi disse:

    "Bel bambino, cosa posso fare per te?"

    "Ccusa, poitico, pecch fai autteit butta ottusa attiva?"

    "Eh?"

    "S, autteit bbutta della Germagna! Pecch a fai?"

    "Ma, non so, hai qualche altra proposta?"

    "Ccusa, poitico, ma tu devi fimmae i efendum, devi die no autteit butta attiva, e poi devi fae a

    manova eppansiva di un peccento di Pil"

    "Dici che funziona?"

    "Eccetto che unziona! Pe quetta ppesa pubbica a devi fae su podotti nazionali, devi aiutae la

    piccoa e media impesa, senno non unziona..."

    Il politico, che ormai era alla frutta, anche per evitare di sentire l'insopportabile voce blesa del

    petulante e incompetente marmocchio, torn nel palazzo, e gli diede retta: aument la spesa

    pubblica dell'1% del Pil, cio di uno, visto che il Pil era uguale a 100 (ancora per poco), portando la

    spesa autonoma da 25 a 26. Dando retta al petulante marmocchio, us questo miliardo per fare

    investimenti, e, fottendosene delle regole europee che non glielo avrebbero consentito, acquist

    solo macchinari italiani, e diede appalti per opere pubbliche solo a imprenditori italiani.

    Il reddito, sull'istante, aument per definizione da 100 a:

    101 = 75 + 26

    Questo miliardo aggiuntivo di spesa corrispondeva quindi a prodotto italiano e a redditi italiani. Gli

    italiani lo incassarono, e siccome la propensione al consumo era pari a 0.75, del nuovo miliardo

  • 33

    0.75 (il 75%) venne speso in consumi.

    Come vennero spesi questi 0.75? Be', l'operaio dell'imprenditore italiano and dal fornaio, e

    compr 0.75 di pane.

    L'aumento di reddito/spesa quindi fu:

    1 + c = 1 + 0.75 = 1.75

    cio l'aumento iniziale di 1 (a ppesa pubblica bbona bbella che isovve tutti i pobbemi), pi 0.75

    (l'incremento endogeno di spesa dato dai consumi dell'operaio).

    Ma... Il reddito del fornaio era aumentato di 0.75! E il fornaio aveva anche lui una propensione al

    consumo. Quindi di questo nuovo reddito ne spese quanto? Ma s, il 75%, cio 0.75x0.75= 0.5625.

    Come vennero spesi questi 0.5625? Be', il fornaio and dal lattaio, e compr 0.5625 di latte.

    L'aumento di reddito quindi fu di:

    1 + c + c x c = 1 + 0.75 + 0.5625 =2.3125

    cio l'aumento iniziale di 1 (a ppesa pubblica bbona bbella che da sola isovve tutti i pobbemi), pi

    0.75 (l'incremento endogeno di spesa dato dai consumi dell'operaio), pi 0.5625 (l'incremento

    endogeno di spesa per consumi del fornaio).

    Ma... Il reddito del lattaio era aumentato di 0.5625! E il lattaio aveva anche lui una propensione al

    consumo. Quindi di questo nuovo reddito ne spese quanto? Ma s, il 75%, cio 0.75x0.5625 =

    0.421875.

    Come vennero spesi questi 0.421875? Be', il lattaio and dal tabaccaio, e compr 0.421875 di

    fiammiferi (potrebbero tornare utili, perch come sapete io non sono un economista eretico: sono

    un economista inquisitore).

    L'aumento di reddito quindi fu di:

    1 + c + c x c + c x c x c = 1 + 0.75 + 0.5625 + 0.421875

    cio l'aumento iniziale di 1 (a ppesa pubblica bbona bbella che da sola isovve tutti i pobbemi), pi

    0.75 (l'incremento endogeno di spesa dato dai consumi dell'operaio), pi 0.5625 (l'incremento

    endogeno di spesa per consumi del fornaio), pi 0.421875 (l'incremento endogeno di spesa per

    consumi del lattaio).

  • 34

    Ma...

    BASTAAAAAAAAA! CI HAI FATTO DUE PALLE CON QUESTA STORIA! E CHE ? ALLA FIERA DELL'EST?

    ABBIAMO CAPITO!"

    Gentile lettore, mi perdoni per averla tediata, ma... mi consenta: la colpa non certo mia! Se lei

    non fosse diversamente algebrista, saremmo gi arrivati alla morale della favola...

    Comunque: lo avrete capito: una iniezione iniziale di spesa autonoma provoca successivi aumenti

    endogeni della spesa per consumi, ognuno dei quali il cx100% (nel nostro caso, il 75%) del

    precedente, per cui la somma di tutti gli aumenti di spesa, quello iniziale e quelli successivi, una

    cosa del tipo:

    Insomma: i successivi aumenti endogeni di reddito (i consumi dell'operaio, del fornaio, del lattaio,

    del tabaccaio, del carrozziere, del dentista,...) procedono in progressione geometrica, perch

    ognuno spende solo una frazione del reddito avuto dal precedente, e quindi la loro somma la

    somma di una progressione geometrica, cio, rectius, una serie geometrica convergente, che poi

    l'unica serie che tutti voi sicuramente avete studiato (perch lo si fa prima della scuola terziaria).

    Dice: "Ma se l'aumento di spesa due?" E che gli fa? Cambia il fattore di scala, ma non la ragione

    della serie, e quindi succede questo:

    1/(1-c) (la serie geometrica) resta il fattore per il quale moltiplicare l'incremento di spesa iniziale

    (uno, due, quattro virgola sette, quello che ) per ottenere il totale degli incrementi di

    spesa/reddito/prodotto, cio l'effetto che tiene conto di tutte le retroazioni endogene attraverso il

    canale del consumo.

    Epilogo

    Alla fine dell'anno il politico, che si aspettava un aumento del Pil del 4%, si trov con un risultato

  • 35

    molto pi deludente, e con i creditori esteri alla porta, che gentilmente lo esortarono a citofonare

    alla troika. Disperato, il politico scapp dal palazzo, per sottrarsi all'ira popolare. Nascosto in una

    forra, mentre sentiva salire gi, dalla valle, una torma infuriata di elettori coi forconi, e cercava

    quindi di farsi piccolo piccolo, si sent apostrofare dalla blesa, insopportabile e stentorea voce del

    moccioso petulante e incompetente:

    "Bbavo poitico, hai fatto a cosa ggiutta... Hai cconfitto a butta autteit attiva, bbavo!"

    Il politico, ormai, non era pi un politico. Era solo un uomo esasperato e terrorizzato, per cui

    invece di blandire il moccioso, gli disse: "Ma brutto pezzo di merda, vuoi almeno parlare piano?

    Guarda in che condizioni ma hai messo? Il deficit della bilancia dei pagamenti esploso, il Pil non

    aumentato quanto avrebbe dovuto, non sono riuscito a creare tutta l'occupazione che avrei

    teoricamente dovuto creare e per di pi ho la troika in casa e la gente mi insegue per darmi fuoco,

    con i fiammiferi comprati dal lattaio, perch ha capito che ho messo il paese in mano a interessi

    stranieri. E questo solo perch ti ho dato retta!"

    E improvvisamente il marmocchio si trasform in un adulto, pervenuto al potere: un bel vestito

    scuro, veniva dall'aver giurato nelle mani del Presidente della Repubblica, e con voce melliflua

    disse al politico uscente:

    "Ah, collega, anzi, ex-collega, mi ero dimenticato di dirti un dettaglio. Io ti ho raccontato con la mia

    stucchevole voce blesa quello che succede in economia chiusa, in autarchia. Ma certo, noi non

    siamo in autarchia, perch io ho un sogno europeo, voglio l'apertura. Anche la tua, che avverr

    quando ti acchiappano. Il dettaglio era semplice: affinch la tua lotta contro l'austerit avesse i

    risultati che tu auspicavi, e che io ti avevo maliziosamente suggerito solo perch volevo metterti in

    difficolt e sostituirmi a te, occorreva che tu, il miliardino che hai speso, non solo lo spendessi in

    beni nazionali, facendo fare investimenti a imprese italiane, ma poi lo seguissi in tutti i suoi infiniti

    passaggi, e dicessi all'operaio di comprare solo pane italiano, fatto con farina italiana, lievito

    italiano, in un forno italiano; al fornaio, di comprare solo latte italiano, fatto in Italia da una vacca

    cresciuta in Italia e alimentata con mangime italiano, dopo essere stata vaccinata con vaccini

    italiani, e trasportato da un camion italiano alla centrale del latte per essere pastorizzato con

    macchinari italiani e confezionato da macchinari italiani in tetrapak prodotti in Italia a partire da

    cellulosa italiana; al lattaio, di comprare fiammiferi prodotti in Italia, con legno italiano, e,

    naturalmente, con zolfo italiano..."

    "Ma... Ma un compito impossibile!" replic l'attonito ex-politico.

    E mentre dagli eleganti pantaloni si vedeva sbucare una coda, e sulla fronte spuntavano due

    inequivocabili corna, con il pi soave dei sorrisi e la pi suadente delle voci l'ex-marmocchio

    soggiunse: "Lo so bene, carissimo! Altrimenti, perch mai te l'avrei dato?"

    E scomparve, lasciando una nuvoletta dall'acre odore, appunto, di zolfo.

  • 36

    L'ex-politico realizz di aver incontrato il demonio.

    Grid inorridito, i suoi ex-elettori lo trovarono, lo aprirono, e diedero fuoco a quel che ne era

    rimasto (il lattaio aveva portato i famosi fiammiferi).

    Sic transit gloria mundi.

    Dite che non succede? Ah, be', certo: infatti da quando stiamo in piedi (quattro milioni di anni, se

    non ricordo male) non mai successo, e comunque oggi tutto molto diverso:oggi c' la

    Cina(http://en.wikipedia.org/wiki/Slow_slicing).

    Se sapete leggere fra le righe, va bene. Altrimenti, ne parliamo nella prossima puntata...

    (capito quale e quanta la malafede di certe persone, dove vogliono pervenire, e dove

    condurranno il nostro paese per realizzare i loro porci fini personali? Posso essere lievemente

    irritato? No? Ho un brutto carattere? Bene: ne riparleremo quando avremo la troika in casa. Allora

    capirete).

  • 37

    Quello che c' nun se po' nisconne (KPD 4)

    sabato 16 agosto 2014

    (ed eccoci arrivati alla quarta puntata del "Keynesianesimo per le dame" (KPD). Qualcuno ha

    chiesto che fine avessero fatto i cicisbei. Ve ne parler. Intanto, cominciamo...)

    A partire dal post su debito e corruzione(http://goofynomics.blogspot.it/2014/08/evasione-e-

    debito.html), vi ho solo fatto vedere relazioni che nonesistono

    (l'ultima qui(http://goofynomics.blogspot.it/2014/08/evasione-e-debito.html)). Magari qualcuno

    sar rimasto con l'amaro in bocca, o con una legittima curiosit: "A cosa somiglia, invece, una

    relazione che esiste?" Ve lo faccio vedere subito. Vi ricorderete che parlando del moltiplicatore

    keynesiano, vi ho spiegato la "legge psicologica

    fondamentale"KPD3(http://goofynomics.blogspot.it/2014/08/il-moltiplicatore-e-i-parvenus-

    il.html) espressa da Keynes, che stabilisce che i consumi siano in relazione con il reddito, con una

    propensione marginale compresa fra zero e uno (seguire il link per ripassino), il che significa che se

    il reddito aumenta, solo una parte dell'aumento viene dedicata a nuovi consumi.

    Per darvi un'idea di quanto sia forte questa regolarit empirica, vi propongo lo scatter della

    relazione fra reddito e consumi in 174 paesi al mondo (dati pro capite in dollari a PPP ai prezzi del

    2005, il che significa che sono aggiustati per le differenze di potere d'acquisto fra un paese e

    l'altro, e depurati dall'effetto dell'inflazione nei singoli paesi: crescono se crescono le quantit, non

    se cresce il livello dei prezzi). Lo scatter questo:

    La relazione vi sembrer un po' dispersa, ma ne parliamo subito. Subito dopo avervi ricordato a

    cosa somiglia una relazione che non esiste:

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