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L ANNO 85° - N, 1 GENNAIO-MARZO 1985 Spedizione in Abb. posto Gruppo IV /70 lucee ombra RIVISTA TRIMESTRALE DI PARAPSICOLOGIA E DEI PROBLEMI CONNESSI Direttore: GASTONE DE BONI SOMMARIO lA BIBLIOTECA BOZZANO - DE BONI E l'ARCHIVIO DI DOCUMENTAZIONE STORICA . Pago 1 lan Stevenson CHI PROVOCA I POlTERGEIST? I VIVI O I MORTI? . 4 Giorgio di Simone Il CASO «ENTITA' 22 Giovanni lamiuzzo PARAPSICOlOGIA E ANTROPOLOGIA: ALCUNE NOTE 30 Filippo liverziani I GUARITÙRI DI CAMPAGNA. RELIGIONE, MAGIA, PARAPSICOLOGIA . 35 Silvio Ravaldini I PROTAGONISTI DEllA RICERCA PSICHICA: AlEXANDRE N. AKSAKOF . 43 Paola Giovetti lO STORICO CASO DI POSSESSIONE DI SIANO (CATANZARO) 55 Emilio Servadio OSSERVATORIO 60 Paola Giovetti CONGRESSI FUTURI 67 Giovanni lannuzzo RECENSIONI 72 ({ LUCE E OMBRA» - VERONA VIA MAZZINI, 6

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L

ANNO 85° - N, 1 GENNAIO-MARZO 1985Spedizione in Abb. posto Gruppo IV /70

lucee ombraRIVISTA TRIMESTRALE DI PARAPSICOLOGIA

E DEI PROBLEMI CONNESSI

Direttore: GASTONE DE BONI

SOMMARIO

lA BIBLIOTECA BOZZANO -DE BONI E l'ARCHIVIO DI DOCUMENTAZIONESTORICA . Pago 1

lan StevensonCHI PROVOCA I POlTERGEIST? I VIVI O I MORTI? . 4

Giorgio di SimoneIl CASO «ENTITA' A» 22

Giovanni lamiuzzoPARAPSICOlOGIA E ANTROPOLOGIA: ALCUNE NOTE 30

Filippo liverzianiI GUARITÙRI DI CAMPAGNA. RELIGIONE, MAGIA, PARAPSICOLOGIA . 35

Silvio RavaldiniI PROTAGONISTI DEllA RICERCA PSICHICA: AlEXANDRE N. AKSAKOF . 43

Paola GiovettilO STORICO CASO DI POSSESSIONE DI SIANO (CATANZARO) 55

Emilio ServadioOSSERVATORIO 60

Paola GiovettiCONGRESSI FUTURI 67

Giovanni lannuzzoRECENSIONI 72

({ LUCE E OMBRA» -VERONA

VIA MAZZINI, 6

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Parapsicologia e antropologia:alcune Dote

di GIOVANNI IANNUZZO

IL'antropologia è una delle poche discipline scientifiche ad averespesso intrapreso con la parapsicologia un dialogo e un confronto dielevato livello culturale. Naturalmente ciò non significa affatto che tuttigli antropologi siano inclini a tale dialogo, bensì che l'antropologia cul-turale detiene un primato in termini di disponibilità ad esso. D'altraparte antropologia e ricerca psichica hanno almeno un fattore comune:la prima studia infatti l'uomo e la sua cultura, la seconda alcuni parti-colari fenomeni (talvolta ritenuti reali, talvolta presunti) che comunquehanno una loro specifica rilevanza culturale. I contatti tra queste duediscipline sono inoltre' storici' nel senso che una mole enorme dipresunte esperienze spontanee deriva dalla tradizione popolare, da reso-conti tramandati oralmente di generazione in generazione, da comporta-menti sociali di culture che appaiono spesso profondamente diverse traloro. Se non bastasse, alcuni celebri cultori di ricerca psichica sono statiantropologi profession1sti, come Andrew Lang, e hanno fornito originalicontribuiti in questo campo Cl).

Sembrerebbe che l'apporto più decisivo alla parapsicologia da partedell'antropologia possa derivare dall'analisi delle credenze e delle pra-tiche popolari, anche in diverse culture, visto che molto spesso è possi-bile intravedere in esse genuini resoconti di esperienze apparentementeparanormali.

«Nell'analisi e valutazione di credenze e pratiche popolari - scri-vono in proposito Rhine e Pratt - l'antropologiasociale si è spesso tro-vata di fronte al problema di valutare materiale che suggeriva fenomenipsi. La relazione suggerita è the le manifestazioni psi appaiono piùevidenti laddove una cultura è letterariamente e scientificamente menosofisticata. La tendenza, quindi, è stata quella di vedere una predomi-nanza della psi in aree socialmente più primitive» (2).

Questo può essere non vero, naturalmente (3), ma è fuor di dubbioche esistano stretti rapporti tra antropologia e ricerca psichica.

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I termini di questo rapporto possono essere comunque variamentedefiniti. Si può per esempio inferire che esso è fondato esclusivamentesulla possibilità di una interpretazione «bimodale» di resoconti etno-grafici e/ o parapsicologici: il parapsicologo studia il dato etnograficoe lo interpreta, mentre l'antropologo fa il contrario, l'uno e l'altro ten-tando di stabilire delle concordanze di interpretazione. Questo mi sem-bra che sia l'indirizzo maggiormente seguito.

Un'altra possibilità di stabilire i termini del rapporto in questione èquella di una interpretazione « unimodale »: il parapsicologo attinge aldato antropologico interpretandolo in senso parapsicologico e tentandodi sensibilizzare gli ambienti antropologici alla vaHdità dell'interpreta-zione. Questo è un indirizzo classico, utilizzato. in numerose ricerche(4, 5, 6), e potrebbe essere definito «parapsicografico », nel senso, infondo, inteso dalla Rhine (7) e da altri, fondato sullo studio dei casispontanei, che verrebbe inteso qui in senso transculturale.

Un altro indirizzo è quello sperimentale applicato al campo etno-logico.

Tale approccio è stato per esempio seguito da Rose e Rose che, inricerche sulla psi negli aborigeni Australiani, introdussero nella ricercasul campo le metodiche della parapsicologia sperimentale (8, 9, 10).I risultati furono interessanti (furono ottenuti, per esempio, risultatisignificativi per l'ESP e negativi per la PK, spiegabili col fatto che isoggetti ritenevano che la capacità di agire psichicamente sulla materiafosse una prerogativa degli stregoni), ma in realtà si esauriscono in sestessi. Anche le brillanti ricerche di Van De Castle (Il) con gli indianiCuna,ancora, non ci dicono molto di nuovo sulla dimensione' etnolo-gica' della psi. Oltrettutto per queste ricerche esistono difficoltà am-bientaliche non vanno sottovalutate, visto che è difficile convinceresoggetti .con diversa cultura ad accettare metodiche che sono loro cul-turalmente estranee. Van De Castle (5) ha suggerito alcuni metodi ap-plicabili per evitare questa forma di ostacolo, utilizzando tests più in-teressanti. In ogni caso, però, siamo completamente al di fuori dei limitidella prospettiva antropologica, continuando ad essere in una prospettivasperimentalista, nella quale il dato culturale assume il valore di unasemplice variabile. .

In questo scritto, invece, viene proposta una riflessione metodologicasu un ragionevole approccio al rapporto tra antropologia e parapsicologia,riprendendo brevemente e chiarendo ulteriormente se possibile quanto èstato già sostenuto altrove (12, 13, 14).

Natura del rapporto metodologico

Altrove ho già sostenuto che la premessa essenziale di un nuovorapporto metodologico tra parapsicologia e antropologia è quella di unaridefinizione scientifica di quello che riteniamo paranormale. Tale ride-finizione si origina dalla considerazione che quelli che definiamo feno-meni paranormali sono fenomeni strutturalmente magici. Nel dire' ma-

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gici' l'aggettivazione viene utilizzata nella sua .categoria psicologica;non ci si riferisce, cioè, alla magia come momento rituale (alla Mauss,per esempio, 15) bensì al modello del pensiero magico, al suo valoredi «weltanshauung», al pensiero cioè che rende possibile un modellodel mondo nel quale vi sia posto per un pensiero siffatto. Questa moda-lità di pensiero è nata con l'attività psicologica stessa della specie uma-na, ed uno dei suoi aspetti, come ha sottolineato Malinowsky (16), èquello per cui « la ' magia' sembra ecciti in ognuno delle forze mentalinascoste, delle speranze che indugiano sul miracoloso, delle credenzeassopite sulle misteriose possibilità dell'uomo ». Il pensiero infantile èun pensiero' magico'; la credenza nell'esistenza dei fantasmi (a partela validità empirica di alcune osservazioni) è magica anch'essa. Nella, magia' esiste l'aspetto della pratica, ma anche quello della credenzache rende la pratica legittima, conferendole dignità di modello, ed è aquesto aspetto che qui ci riferiamo.

IÈ fuor di dubbio, credo, che la natura dei fatti' paranormali', leloro caratteristiche e la loro' dinamica' siano' magici ': essi travalicanoi limiti della razionalità scientifica, si amalgamano strutturalmente conquelle «credenze assopite nelle misteriose possibilità dell'uomo» chele motivano. Non importa, in questo contesto, decidere se i fenomenisiano reali o meno. Importa stabilire una prospettiva. Tale prospettivanon è, oltretutto, nuova. Levi"Bruh1 preferisce parlare di mentalità' mi-stica ',anziché magica, ma certe sue osservazioni ci sembrano di parti-colare efficacia:

« La distinzione tra il mondo naturale e il soprannaturale non esiste.Essi (i primitivi, ndr) hannO l'idea di una fine completa nell'azione diforze invisibili e generalmente inaccessibili ai sensi, che si fanno sentireda ogni parte» (17). Levi-Bruh1 si riferisce ad uno stadio di pensiero, pre-logico ' e si può obiettare che questi ragionamenti sono limitati allapsicologia primitiva, ma il nostro autore è convinto del contrario:

« Quando essi (i primitivi, ndr) ci descrivono il mondo popolato daombre, da spiriti e da fantasmi per gli uomini delle società inferiori, sipensa subito che le credenze di questo tipo non siano ancora del tuttoscomparse nei paesi civilizzati. Senza dover parlare dello spiritismo, civengono alla mente le storie degli spettri che abbondano nel nostrofolklore e siamo indotti a pensare che la differenza risieda piuttosto nelpiù o nel meno. Certamente queste credenze possono essere consideratenelle nostre società come una sopravvivenza che è un indizio sicuro diuno stato mentale più antico e un tempo anche più generalizzato» (17).È proprio a questo stato mentale sotteso all'accettazione aprioristica delfenomeno che ci riferiamo quando definiamo, nella sua essenza, 'ma-gica ' la natura del ' paranormale '.

È evidente che nei fenomeni paranormali può esservi una dimensioneobiettiva, empiricamente rilevabile, ma la caratteristica del pensiero chene sta alla base è ' magica' lo stesso, nella sua struttura.

. Vogliamo dire, in sostanza, che indipendentemente dalla realtà dicerti fenomeni, la natura dei modelli di pensiero ad essi sottesi è magica,

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e, per dirla con la psicoanalisi, tali modelli si ricollegano allo stadiodello sviluppo psicologico corrispondente all'animismo magico e allafede nell'onnipotenza del pensiero.

Stando così le cose, i fenomeni paranormali non appaiono differire,nella loro qualità da un qualunque fenomeno magico, cioè da un fattocon una prioritaria dimensione .culturale. Mi chiedo, quindi, se non siail caso di equiparare la ricerca psichica a quella antropologica, conside-randola cioè una scienza umana, che deve quindi usare gli stessi metodidelle scienze di questo tipo, anziché quelli della scienza sperimentale.È in questo che può consistere un coerente rapporto metodologico conl'antropologia. Avendo i fenomeni paranormali una loro specifica di-mensione ' culturale' si dovrebbe forse indagarne la reale portata.

L'implicazione fondamentale di questa posizione metodologica con-siste anzitutto nello spostare l'accento dalla' psicologia' all" antropo-logia', dal metodo sperimentale a quello d'osservazione, dalla deonto-logia dell'esperimento a quella dello studio etnologico; poi nel valutarel'opportunità di una ridefinizione negativa, rispetto a quella attuale, delfenomeno paranormale, ridefinizione che prenda le mosse dai dati certidisponibili, rinunciando a quelli incerti o discutibili. Il dato certo è cheil ' paranormale ' ha una sua dimensione' magica' che è quindi antro-pologica, etnografica, culturale. Il dato incerto Ce l'incertezza è notevolese coinvolge circa il 30% dei membri della Parapsychological Associa-tion) (18) è quello della effettiva consistenza.

L'istanza antropologica acquisirebbe quindi la dimensione di unaricerca pilotata nei riguardi di una ricerca sperimentale eventualmenteposta come seconda istanza fondata sui dati ottenibili dalla ricerca sulcampo coi metodi delle scienze umane.

Questa opzione metodologica potrebbe forse fornire dati sufficientialla costruzione di una teoria della' paranormalità' se non in sensonaturalistico, almeno in senso culturale e storico.

GIOVANNI IANNUZZO

NOTE E BIBLIOGRAFIA

1. Sull'opera di Lang nel campo della ricerca psichica è stato pubblicato unottimo contributo:GAULDA.: Andrew Lang as Psychical Researcher, f. SPR, 1983, 52, 161-176.

2. RHINEJ. B. and PRATTJ. G.: Parapsychology, Charles Thomas, Springfield, 1974.3. Ho discusso di questo argomento in:

IANNuzzo G.: Il parapsicologo e lo stregone, Il mondo della parapsicologia,n. 3, 1980.

4. Vedere per esempio:VANDE CASTLER. L: Antropologia e ricerche psichiche, in Esplorazioni psi-ehiche in USA, a cura di E. D. Mitchell, Torino, MEB, 1975.

5. VANDE CASTLER. L: Parapsicologia e antropologia, in L'universo della pa-rapsicologia, a cura di B. B. Wolman, Milano, Armenia, 1979.

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6. IANNuzzoG.: Fenomeni psi e pratiche magiche, Luce e Ombra, n. 4, 198!.7. L'opera più completa in senso' parapsicografieo' della Rhine, e forse la più

matura in questo senso, è:RHINEL. E.: The lnvisible Picture, Me Farland, Jefferson, 198!.

8. RosE L. and RosE R.: Psi experiments with Australian aborigines, J. Pa-rapsychol., 1951, 15, 122-131.

9. RosE R.: Experiments in ESP and PK with aboriginal subjeets, J. Parapsychol.,1952, 16, 219-220.

lO. RosE R.: A seeond report of psi experiments with Australian aborigines, 1955,19, 92-98.

11. VANDECASTLER. lo: An investigation of psi abilities among the Culla Indiansof Panama, in Parapsychology and anthropology, Angoff and Barth eds.,Parapsyehology Foundation, New York, 1974.

12. Vedi nota 6.13. Vedi nota 3.14. IANNuzzo G.: Verso una parantropologia: fenomeni paranormali e magia,

Luce e Ombra, n. 3, 1984.15. HUBERTH. e MAUSS M.: Teoria generale della magia, Newton Compton,

Roma, 1975.16. MALlNOWSKYB.: Magia, scienza e religione, Newton Compton, Roma, 1976.17. LEVy-BRUHLlo: Psiche e società primitive, Newton Compton, Roma, 1975.18. MCCONNELLR. A. and CLARKT. K.: Training, beliefs, and mental eonfliet within

the Parapsyehological Association, J. Parapsychol., 1980, 44, 245-268.

SUMMARY

The Author analyses, in this paper, the eonneetions between parapsychologyand anthropology, .and asserts that these eonneetions should be of different kinds:a connection in which aeeounts of psi phenomena should be evaluated aecording toboth parapsyehological and anthropological patterns, and a eonneetion in whieh.aeeounts of psi phenomena should be only evaluated from the parapsychologiealpoint of view (a « parapsyeographical» pattern). Experimental methods, utilized insome field-researches, afe eonsidered insufficient.

In this paper the Author suggests a new methodologieal approach in which« paranormality» is considered ,a cross-cultural event; aceording to this model, itseems be necessary, in psyehical researeh, even to utilize methods and eoneeptualpatterns of 'human' scienees.

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