Italia Oggi - 02.07.2014

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it SU STATI EX URSS Putin deve essere tenuto a bada Albricci a pag. 15 È IL PRESIDENTE IOR Un altro tedesco a rischio in Vaticano D’Anna pag. 14 È SOLO APPARENZA Il semestre italiano non vale niente Giardina a pag. 16 IN EDICOLA CON con guida «IMU, TASI e TARSU» a € 6,00 in più Nuova serie - Anno 23 - Numero 155 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Mercoledì 2 Luglio 2014 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,40 Francia € 2,50 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi in onda su Class tv, canale 27, ore 18 Agricoltura - Nasce la Bica- merale anti-pirateria Pascucci a pag. 18 Giustizia - Scambio dati tra intermediari per contrastare i furti d’identità Ciccia a pag. 29 su www.italiaoggi.it Documenti/1 - Furti d’iden- tità, il testo del decreto Documenti/2 - Enti non commerciali, le istruzioni per la dichia- razione Imu- Tasi MAESTRI DI PREFERENZE Il Centro di Tabacci perde i due fratelli Pisicchio Ci volevano le armi chimiche, 560 tonnellate in 60 container, perché si scoprisse che il porto di Gioia Tauro è controllato dalla ‘ndrangheta. Qui oggi saranno trasbordate le armi chimiche dal cargo danese Ark Futura alla nave americana Cap Ray. Il trasferimento avverrà in mare. Secondo Wiki- Leaks Gioia Tauro è stato inse- rito nella black list e sono par- tite le operazioni Container Security Initiative e Megaport: agenti Usa controllano i contai- ner diretti negli States per verificare che non vi siano armi, esplosivi o sostanze chi- miche pericolose. Ora il porto di Gioia Tauro è in mano alla ‘ndrangheta: questi i documenti segreti Usa IL Giornale dei professionisti * * * Microcredito senza garanzie Prestiti fino a 10 mila euro per i privati e fino a 25 mila euro per le imprese con meno di cinque dipendenti. A condizioni migliori rispetto a quelle del mercato Microcredito fino a 10 mila euro ai soggetti appartenenti alle fasce debo- li, senza garanzie e a condizioni migliori di quelle di mercato. E per le start-up i finanziamenti agevolati salgono fino a 25 mila euro, ma solo nei primi cinque anni dall’attribuzio- ne della partita Iva. La clientela tar- get del microcredito dovrà avere meno di 5 dipendenti (10 per le imprese organizzate in forma societaria) ed essere un soggetto «non fallibile». Lo prevede la bozza di decreto attuativo sul microcredito del mineconomia. Bucchi a pag. 11 Stroppa a pag. 27 Ponziano a pag. 8 Do - c l p r Ta Du jamais vu en France. Non si era mai visto in Francia che un ex presidente della Repubblica venisse trattenuto in custodia cautelare dalla polizia. Ora è successo nei confronti di Nicolas Sar- kozy , il marito della cantante Carla Bruni. Sarkozy somigliava così tanto a Silvio Berlusconi (compresi i tac- chetti ) da odiare l’ex premier italiano per paura di specchiarcisi dentro. La stampa francese (al contrario di quella italiana) tratta i politici con i guanti. Le Monde, una settimana dopo che si sapeva tutto sulla nuova amante di Hollande, diceva ancora che fra i due si supponeva esistesse una relazione. Il fatto è che in Francia i politici e gli alti funzionari rubano quanto (e forse di più) che in Italia. Ma in Francia le connivenze trasversali nascondono il malaffare. Che sta girando intorno anche a Chirac ma si guarda bene dell’investirlo. In compenso, i francesi si specializzano, alimentati dei nostri media sopra il rigo, nel farci la predi- ca: hanno trovato chi è peggio di loro. Anche se non è vero. DIRITTO & ROVESCIO Ernst von Freyberg €1,20 114111098121100105098105054051

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Italia Oggi

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

SU STATI EX URSSPutin deve essere tenuto a badaAlbricci a pag. 15

È IL PRESIDENTE IORUn altro tedesco a rischio in VaticanoD’Anna pag. 14

È SOLO APPARENZAIl semestre italiano non vale niente Giardina a pag. 16

IN EDICOLA

CON

con guida «IMU, TASI e TARSU» a € 6,00 in più

Nuova serie - Anno 23 - Numero 155 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

Mercoledì 2 Luglio 2014 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,40 Francia € 2,50

90 secondiLa rubrica di Pierluigi Magnaschi in onda su Class tv, canale 27, ore 18

Agricoltura - Nasce la Bica-merale anti-pirateria

Pascucci a pag. 18

Giustizia - Scambio dati tra intermediari per contrastare i furti d’identità

Ciccia a pag. 29

su www.italiaoggi.it

Documenti/1 - Furti d’iden-tità, il testo del decreto

Documenti/2 - E n t i n o n commerciali, le istruzioni per la dichia-razione Imu-

Tasi

MAESTRI DI PREFERENZE

Il Centro di Tabacci perde

i due fratelli Pisicchio

Ci volevano le armi chimiche, 560 tonnellate in 60 container, perché si scoprisse che il porto di Gioia Tauro è controllato dalla ‘ndrangheta. Qui oggi saranno trasbordate le armi chimiche dal cargo danese Ark Futura alla nave americana Cap Ray. Il trasferimento avverrà in mare. Secondo Wiki-Leaks Gioia Tauro è stato inse-rito nella black list e sono par-tite le operazioni Container Security Initiative e Megaport: agenti Usa controllano i contai-ner diretti negli States per verificare che non vi siano armi, esplosivi o sostanze chi-miche pericolose.

Ora il porto di Gioia Tauro è in mano alla ‘ndrangheta: questi i documenti segreti Usa

IL Giornale dei

professionisti* * * Microcredito senza garanzie

Prestiti fino a 10 mila euro per i privati e fino a 25 mila euro per le imprese con meno di cinque dipendenti. A condizioni migliori rispetto a quelle del mercato

Microcredito fino a 10 mila euro ai soggetti appartenenti alle fasce debo-li, senza garanzie e a condizioni migliori di quelle di mercato. E per le start-up i finanziamenti agevolati salgono fino a 25 mila euro, ma solo nei primi cinque anni dall’attribuzio-ne della partita Iva. La clientela tar-get del microcredito dovrà avere meno di 5 dipendenti (10 per le imprese organizzate in forma societaria) ed essere un soggetto «non fallibile». Lo prevede la bozza di decreto attuativo sul microcredito del mineconomia.

Bucchi a pag. 11

Stroppa a pag. 27

Ponziano a pag. 8

Do- clpr

Ta

Du jamais vu en France. Non si era mai visto in Francia che un ex presidente della Repubblica venisse trattenuto in custodia cautelare dalla polizia. Ora è successo nei confronti di Nicolas Sar-kozy, il marito della cantante Carla Bruni. Sarkozy somigliava così tanto a Silvio Berlusconi (compresi i tac-chetti ) da odiare l’ex premier italiano per paura di specchiarcisi dentro. La stampa francese (al contrario di quella italiana) tratta i politici con i guanti. Le Monde, una settimana dopo che si sapeva tutto sulla nuova amante di Hollande, diceva ancora che fra i due si supponeva esistesse una relazione. Il fatto è che in Francia i politici e gli alti funzionari rubano quanto (e forse di più) che in Italia. Ma in Francia le connivenze trasversali nascondono il malaffare. Che sta girando intorno anche a Chirac ma si guarda bene dell’investirlo. In compenso, i francesi si specializzano, alimentati dei nostri media sopra il rigo, nel farci la predi-ca: hanno trovato chi è peggio di loro. Anche se non è vero.

DIRITTO & ROVESCIO

Ernst von Freyberg

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2 Mercoledì 2 Luglio 2014 I C O M M E N T I

La scorsa set-timana ero al Radisson di Stoccolma, banco accetta-

zione. La signorina, visto che ero di Milano, mi dice: «Ah, che bello fare shopping nella vostra città!». La mo-glie dell’imprenditore che mi ha voluto a cena, mi ha detto che è venuta più volte a Milano per fare shopping. La liceale americana di Boston, amica dei miei figli, alla mia proposta di portar-la a vedere il Duomo o l’Ultima Cena mi disse: «I want to see Armani».

Questo plus di Milano, nell’im-maginario collettivo internazio-nale, si è creato spontaneamente. Per ottenere lo stesso risultato (ammesso di poterlo ottenere) attraverso campagne promozionali, si sa-rebbero dovuti stan-ziare molti milioni di euro. La fama di Mila-no come punto di eccellenza mondiale per fare shopping di lusso dovrebbe quindi essere incentivata (o, quanto meno, non ostacolata) dagli enti pub-blici, nella convinzione che questi ac-quirenti creano posti di lavoro di ogni tipo, stimolano la creatività, migliora-no la bilancia dei pagamenti, rendono più attraente la città.

L’assessore vendoliano al dema-nio del Comune di Milano, Daniela Benelli, ha deciso, in un delirio su-peromistico di tipo programmatorio,

di non consentire ad altre griffe, oltre a quelle che si sono già

insediate, di affi ttare altri negozi nel-la Galleria Vittorio Emanuele perché, secondo lei, questo settore «è già mol-to ben rappresentato all’interno della Galleria». Un assessore non dovrebbe far imparare agli imprenditori a fare il loro mestiere e soprattutto non do-vrebbe complicare la vita a coloro che creano ricchezza per tutti. Una deci-sione pauperistico-programmatoria di questo genere, a Parigi, dove pure c’è da tempo un sindaco di sinistra, farebbe, non ridere, ma rabbrividire. Parigi spalanca le porte agli investi-

menti nel settore del lusso, semplifi cando le ristrutturazioni, agevolando il traffi -co. A Milano invece siamo ancora al libro Cuore nel capitolo della maestrina della

penna rossa. Che, in mano a Daniela Benelli, non stonerebbe proprio.

Oltretutto, in periodo di ristret-tezze economiche, il comune di Mi-lano dovrebbe cercare di far rendere al meglio il suo patrimonio immobiliare sito nella Galleria: le griffe infatti sono disposte a pagare enormemente di più che non una paninoteca o una pizzeria. E, oltretutto, non diffondono odore di fritto nel salotto ambrosiano buono.

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Vuole strozzareuna gallina

dalle uova d’oro

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

L’assessora Sel milanesece l’ha con gli stilisti

DI SERGIO SOAVE

Le prime mosse euro-pee di Matteo Renzi hanno provocato una reazione critica, e in

qualche caso ostile, proprio sugli organi della grande stampa che finora lo aveva so-stenuto o addirittura osanna-to. Nel merito è difficile dire se la trattativa condotta dal premier italiano con Angela Merkel abbia prodotto qual-che risultato più consistente delle frasi sempre interpreta-bili contenute nei documenti ufficiali. Non erano incontri in streaming, come quelli che si fanno in Italia quando non si vuole concludere nulla, il che significa che potrebbero aver esaminato seriamen-te le divergenze e trovato o meno un punto di equilibrio non solo fraseologico. Questo si vedrà quando si passerà dalle enunciazioni alle scel-te. I commentatori autorevo-lissimi di Repubblica e del Corriere della Sera lo sanno benissimo, il che fa sospettare che nel loro mutato atteggia-mento si possa rintracciare qualche altra fonte di delu-

sione. In sostanza si rimpro-vera a Renzi di affrontare il semestre europeo «da solo», cioè senza l’apporto di perso-nalità politiche che già hanno avuto esperienze di tipo con-tinentale o di rapporti inter-nazionali, come per esempio,

ma non a caso, ex presiden-ti del consiglio come Enrico Letta o di Massimo D’Alema. In sostanza si ritiene che per ottenere qualcosa di nuovo in Europa Renzi dovrebbe colle-garsi meglio a una tradizione e a una sorta di continuità, che contraddice però il suo spirito e il suo interesse rin-novatore. La cosiddetta rot-tamazione, infatti, non è solo uno slogan un po’ sgraziato e populista, ma un’esigenza vi-tale per una leadership che se non si afferma rapidamente con le proprie forze rischia di essere rapidamente imbozzo-lata in un sistema politico a

traino nostalgico, che dispone tuttora della maggioranza dei gruppi parlamentari e di una presenza determinante nelle organizzazioni territoriali del partito democratico. Molti puntavano all’occasione eu-ropea come quella adatta per chiudere con la rottamazio-ne e imporre a Renzi qual-che forma di controllo, ma l’andamento trionfale delle elezioni ha consentito al se-gretario di far saltare que-sta manovra, confermando il suo legame con il consenso

popolare, già verificato nelle primarie di partito. Si tratta però di un consenso perso-nale, che il recupero improv-viso dei rottamati potrebbe incrinare, anche se forse pia-cerebbe alla grande stampa dell’establishment, che infat-ti ha espresso chiaramente la sua insoddisfazione. Queste sono le ragioni di Renzi, ri-spettabili, ma sue. Se poi funzionerà la sua azione so-litaria in un contesto europeo dove, a differenza dell’Italia, ha competitori e interlocuto-ri forti almeno quanto lui, è tutto da vedere.

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IL PUNTO

Un uomo solo al comando: è Matteo Renzi (il rottamatore)

DI MARCO BERTONCINI

Matteo Renzi ha sempre bramato bruciare i tempi. La sua ritrosia per la len-tezza, burocratica o parla-mentare o politica, è since-ra. Peccato che l’esperienza lo disilluda.

In questi mesi ha ama-ramente verifi cato di come non gli convenga annuncia-re iniziative, leggi, riforme collegate a tempi certi, spe-cie se ravvicinati. L’italicum da mesi è fermo a palazzo Madama: tolto qualche speranzoso che sostiene la necessità di farlo approvare a tambur battente insieme con la riforma del senato, gli altri parlano di settem-bre, anzi, di autunno. La ri-forma del lavoro si è persa per strada. Il nuovo senato (con annesso nuovo titolo V) procede «come un treno», si è detto: già, ma l’ambizione dichiarata era di superare prima delle europee l’aula (salvo poi accontentarsi del voto in commissione, ancora non visto, e siamo a luglio).

È arrivata la promessa ri-

forma della giustizia. Renzi ha sperimentato come va il mondo: in poche ore la Re-pubblica ha lanciato l’av-vertimento, subito il sin-dacato dei magistrati si è fatto avanti, sono pervenuti gli avvisi di allarme al na-vigatore. E il navigatore ha subito avvertito il pericolo. Ecco, quindi, che la grande riforma si limita a poche ri-ghe di generico progetto. C’è chi asserisce che si tratti di una furbizia, e che R. stia preparando corposi disegni di legge e decreti legge che potrebbero non essere gra-diti alla corporazione dei magistrati. Sarà.

Ancora una volta siamo allo sfilacciamento tem-porale. Lungi dal rispet-tare i mesi promessi con regolari e compiute ap-provazioni parlamentari, ormai i progetti renziani si assottigliano. Quando si concretano, richiedono comunque settimane di ristesura, come si è visto con la riforma burocratica, fi nendo col restare parziali e inappaganti.

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LA NOTA POLITICA

Governo accerchiato dalle sabbie mobili

Molti puntavano a riciclarsi

nelle sedi europee

Last week I was at the Ra-disson in Stockholm at the reception desk. As I came from Milan, the young

lady told me: «Ah, how nice is to go shopping in your city!». The wife of the businessman who in-vited me to dinner told me that she went to Milan several times to go shopping. The American high school student in Boston, a friend of my sons, answered to my propo-sal to take her to see the Duomo or the Last Supper: «I want to see Armani».

This plus of Milan arose spon-taneously in the international collective uncon-scious. Achieving the same result (as-suming that you can achieve it) through promotional cam-paigns would have needed the alloca-tion of several million euros. The reputation of Milan as a luxury shopping hub, should therefore be encouraged (or at least not hin-dered) by public bodies, as these customers create jobs of all kinds, stimulate creativity, improve the balance of payments, make the city more attractive.

SEL council member for Mi-lan land administration, Danie-la Benelli, decided, in a program-matic super-human frenzy, not to

allow other brands, in addition to those that already present, to rent other shops in the Galleria Vittorio Emanuele because accor-ding to her, this sector «is already well represented in the gallery». A council member shouldn’t teach entrepreneurs how to do their job and shouldn’t above all complicate the lives of those who create wealth for everyone. Such a pauperistic-programmatic decision in Paris, where there has been a left-wing mayor for some time, wouldn’t be even laughable, but rather make shudder. Paris opens its door to investments in the luxury sector,

streamlining the refurbishment, fa-cilitating the traf-fi c. In Milan we are still at De Amicis’ book «Heart» in the chapter of the schoolteacher with

a red pen, which perfectly fi ts Da-niela Benelli’s hands.

Furthermore, in times of economic hardship, the munici-pality of Milan should try to make the most of its estate located in the Gallery: brands are indeed willing to pay far more than a sandwich shop or a pizzeria. Moreover, they don’t spread smell of fried food in Milan’s upper-class gathering.

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Traduzione di Silvia De Prisco

IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH

SEL council member in Milan has it with stylists

She wants to throttle a

golden goose

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4 Mercoledì 2 Luglio 2014 P R I M O P I A N O

Riforme, resta l’autorizzazione a procedere anche per i senatori. Contrari solo M5S e Sel

Renzi dice sì, immunità per tuttiSchulz neopresidente Ue. Sarkozy in stato di fermo in FranciaDI ALESSANDRA RICCIARDI

Torna l’immunità per i senatori. Cancellata dal governo nel testo di riforma del senato, è

stata ripristinata, nella stessa formula ad oggi vigente dell’ar-ticolo 68 della Costituzione, con l’emendamento dei relatori al disegno di legge di riforma in prima commissione di palazzo Madama, la democratica Anna Finocchiaro e il leghista Roberto Calderoli. Emendamento che ha incassato il parere favorevole dello stes-so governo, nella fat-tispecie del ministro delle riforme, Maria Elena Boschi, e i sì di un’ampia maggio-ranza: contrari M5S e Sel, hanno votato a favore Pd, Ncd, Fi e Lega. Il ricorso alla Corte costituzionale sulle richieste di au-torizzazione a pro-cedere, mediazione offerta sempre dai relatori al governo, è parso alla fine tecni-camente poco perse-guibile e soprattutto politicamente poco opportuno. Meglio lasciare tutto com’è, il senato, così come la camera, continuerà a ga-rantire l’immunità ai propri parlamentari. Anche se per il senato si tratta di parlamen-tari sui generis, visto che non sono più eletti dai cittadini e non concorrono a una serie di funzioni legislative e politiche. Ed è subito polemica: i grilli-ni, che hanno aperto la porta del dialogo al governo sulle riforme, ricordano a Renzi che tra i punti di svolta doveva esserci la cancellazione della richiesta dell’autorizzazione a procedere. «Mantenere l’impu-nità per i senatori è uno sfregio al dialogo per i cittadini», af-ferma Giovanni Endrizzi, capogruppo M5s, «avranno l’immunità personaggi scelti dalle segreterie dei partiti». Dialogo tra M5S e Pd che il premier Matteo Renzi, con una lettera al capogruppo dei grillini alla camera, Luigi Di Maio, tiene aperto anche se, dice, sulla «vostra proposta di legge elettorale proprio non ci siamo».

Risponde alle accuse il capo-gruppo pd in prima commissio-ne, Doris Lo Moro: «L’immu-nità per i nuovi senatori è un punto condiviso da un’amplis-sima maggioranza, e risponde alla necessità di dare garanzia di libertà ai nuovi senatori che, seppure in modo diverso rispetto ad oggi, sono chiamati a svolgere funzioni legislative. Nessuna impunità». Ma non tutti nel Pd la pensano allo stesso modo: «Sull’immunità dei senatori abbiamo sbagliato.

Va ripensata per tutti: deputa-ti e senatori. Affi dandosi alla Consulta e tutelando solo l’in-sindacabilità», così la deputata del Pd, ex portavoce di Roma-no Prodi, Sandra Zampa.

Elezione diretta, cresceil dissenso, ma il Cav tiene

Superato lo scoglio del voto sull’immunità, resta ancora quello della composizione e dell’elezione dei senatori. Sono

saliti a 20 i senatori di maggio-ranza favorevoli a ripristinare l’elezione diretta, dentro an-che l’Ncd Antonio Azzollini, e minacciano di farsi sentire in aula. Gli emendamenti e relativa votazione sono stati accantonati. Il leader di Fi, Silvio Berlusconi, incontre-rà domani i gruppi di camera e senato. Un vertice che rischia di diventare l’ennesimo sfoga-toio per chi contesta la linea del dialogo, condensata nel patto del Nazareno, ma su cui il Cav dovrebbe, come sempre, imporsi per riportare tutto all’ordine. Nel momento in cui i grillini si fanno avanti con il dialogo, Fi non può sfi larsi. In-tanto si prende tempo e l’arrivo del ddl di riforma in aula slitta al 9 luglio, «ma si tratta di una data indicativa, come sempre succede quando le commissioni non hanno ultimato i lavori», precisa il presidente dei sena-tori democratici, Luigi Zanda. «Stiamo lavorando bene, si procede a passo spedito», dice una conciliante Boschi. In po-chi però credono che in aula il testo possa arrivare prima di metà luglio.

Semestre Ue a guida Italia, novità Schulz e Pittella

Il socialdemocratico tede-sco, Martin Schulz, è stato rieletto ieri presidente del Parlamento europeo. Schulz ha ottenuto al primo scru-tinio 409 voti da parte degli eurodeputati su 612 espressi

(723 i presenti, 111 le bianche e nulle): un numero, dunque, superiore alla maggioranza necessaria pari a 307 sì. An-che se la somma dei voti di popolari, socialdemocratici e liberali - cioè i tre gruppi che sostengono Schulz - è di 479. E dunque sono 70 i voti in meno rispetto al massimo teorico possibile della allean-za Ppe-S&D-Alde. Ciò signifi -ca che qualche eurodeputato potrebbe essere venuto meno

alla disciplina di partito. Ma ormai la cosa è fatta, un suc-cesso per Renzi, atteso oggi per il suo discorso di insedia-mento alla guida del semestre europeo. E Schulz ha rassicu-rato subito il premier italiano sul fatto che in parlamento troverà «un’ampia maggioran-za» nell’interpretazione più fl essibile delle regole europee sulla disciplina di bilancio. In-tanto l’Italia del 40,8% del Pd di Renzi alle Europee incas-sa un altro risultato politico: Gianni Pittella è stato eletto presidente del gruppo S&D al parlamento Ue.

Grillo provoca,in Ue Renzi non conta nulla

Plateale protesta antieuro-pea durante l’apertura dell’ot-tava legislatura del parla-mento: i deputati euroscettici britannici del partito Ukip di Nigel Farage (che siedono nel gruppo Efd con il M5S di Bep-pe Grillo) hanno voltato la schiena all’assemblea mentre l’orchestra suonava l’inno uffi -ciale europeo, l’Inno alla gioia.

Alla protesta non si sono associati i parla-mentari del Movimen-to 5 Stelle. Ma Grillo non perde occasione per gettarsi comunque nella mischia: «L’inno alla gioia fu usato da Hitler e da killer nel-la storia». Un Grillo in gran forma che in conferenza stampa è tornato ad attaccare il premier, «Renzi chi è? Non conta nulla...Io parlo con la Merkel, incontro Van Rompuy, Schulz e Juncker», e chiede che all’Italia non siano dati fondi europei, «vanno alla mafia». Intanto il gruppo euroscettico Efd - di cui fanno par-te i 5 Stelle - è l’unico del nuovo Parlamento

europeo che non avrà neanche un vicepresidente.

Sarkozy, fermo per l’ex presidente francese

L’ex presidente della Re-pubblica francese, Nicolas Sarkozy, è stato interrogato dalla polizia e messo in stato di fermo con l’accusa di concus-sione. Dal 26 febbraio, Sarkozy è al centro di un’inchiesta giu-diziaria che si occupa di in-tercettazioni e violazione del segreto istruttorio. Il fermo è una misura inedita contro un ex inquilino dell’Eliseo. La po-

lizia giudiziaria sta cercando di capire se l’ex capo di Stato e il suo entourage crearono una rete di informatori per essere aggiornati sull’evoluzione dei processi giudiziari che minac-ciavano la carriera di Sarkò, tra il 2007 e il 2012. Sarkozy avrebbe offerto un posto a un magistrato in cambio di infor-mazioni. A 59 anni, Sarkò vole-va tornare a guidare il suo par-tito e il Paese. Erano mesi che maturava la decisione, prima tappa avrebbe ripreso in mano l’Ump allo sbando, poi la lun-ga rincorsa verso il 2017 per la riconquista dell’Eliseo. Ma fra lui e il ritorno al potere ora c’è la frana giudiziaria.

Guai anche per Berlusconi: servizi sociali a rischio

Un Berlusconi pronto a co-spargersi il capo di cenere ieri è salito al settimo piano del Palazzo di Giustizia a Milano dove è stato richiamato al ri-spetto delle prescrizioni dell’af-fidamento ai servizi sociali. L’ex presidente del consiglio si è presentato al giudice di sor-veglianza, che lo ha richiamato per le parole di accusa lancia-te contro la magistratura nel processo di Napoli, e ha chie-sto scusa, «non accadrà più». In caso contrario, scatterebbe la revoca dei servizi con la con-seguente misura degli arresti domiciliari.

Allarme sbarchi,un commissario Ue

Dopo la nuova strage di mi-granti nel Canale di Sicilia, sembra smuoversi qualcosa in Europa. Jean-Claude Juncker, designato dai 28 come prossimo presidente del-la Commissione europea, sta pensando di inserire nella sua squadra per il nuovo esecutivo Ue un commissario dedicato alla questione delle migrazioni. Si tratta di una svolta signifi -cativa, fi nora il tema dell’im-migrazione è solo una delle competenze del commissario agli Affari interni, una svolta che viene incontro anche alle richieste del governo italiano.

È stata scoperta intanto dal-la polizia italiana un’organiz-zazione di traffi canti di esseri umani responsabile, tra l’altro, del viaggio finito il 3 ottobre dell’anno scorso con il tragico naufragio davanti a Lampedusa dove morirono 366 profughi, in maggioranza eritrei. Personale del Servizio centrale operativo e delle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento ha eseguito 9 de-creti di fermo emessi dalla Dda di Palermo. Associazione per delinquere e favoreggiamen-to dell’immigrazione e della permanenza clandestina, ag-gravati dal carattere transna-zionale del gruppo criminale, sono i reati contestati.

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Vignetta di Claudio Cadei

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5Mercoledì 2 Luglio 2014Mercoledì 2 LugliP R I M O P I A N O

Perché, dice Vincino, lo sente come un peso che è diventato ormai insopportabile

B. vuol liberarsi di Forza ItaliaL’epopea di Renzi in un libro di vignette politiche

DI GOFFREDO PISTELLI

Aveva previsto tutto Vincenzo Gallo, pa-lermitano, classe 1946. Altro che retroscenisti,

altro che acuti osservatori delle dinamiche politiche, altro che politologi raffi nati, lui, la defe-nestrazione di Enrico Letta da parte di Matteo Renzi, l’aveva disegnata subito e pri-ma del congresso Pd. «Renzi ha vinto le primarie, ora le secondarie con Letta», aveva vergato su una delle sue pe-stifere tavole l’11 novembre dell’anno scorso, quando un sondaggio dava per sicuro vin-citore il sindaco fi orentino.

Lui, per quelli a cui il nome non dicesse niente, è Vinci-no, vignettista storico, che nella prima repubblica bom-bardava la Dc dalle colonne di Lotta Continua. Fu fondatore del terribile Il Male, di cui si ricordano beffe pazzesche alla fi ne degli anni ‘70, come l’arresto di Ugo Tognazzi, capo delle Brigate Rosse, an-nunciato da una fi nta edizione di Paese Sera, con l’attore che si prestò alla foto fra due ca-rabinieri, uno dei quali era il leader degli autonomi Franco Piperno. Vincino pubblica, in questi giorni, per Cairo editore «La cavalcata di Renzi, come in sei mesi conquistò tutto», esilarante racconto illustrato della presa di potere del Rot-tamatore.

Domanda. Vincino, i cro-nisti politici, fra cui il sotto-scritto, eravamo a scrutare la orizzonte renziano e lei aveva visto già lungo...

Risposta. C’erano i segni (ride beffardo) e poi in politica c’è la forza di gravità.

D. Che è la battuta della sua vignetta il giorno dopo il congresso Pd. Si vedeva un’enorme Renzi sulle spal-le di un minuscolo Letta. L’ex-premier viene massa-crato dalla sua matita: lo raffi gura come un ometto, coi capelli all’indietro, un vecchio. Non le piaceva..

R. Eh, dava questa impres-sione: un piccolo impiegato. Anche se di buona famiglia.

D. Ci spieghi come fa, uno che disegna satira, a veder-ci più lontano di tutti. I tan-ti anni di mestiere?

R. Può essere, perché lavo-ro da tanto tempo. Però ho un approccio tutto mio alla poli-tica...

D. Vale a dire?R. Vado spesso in Parla-

mento, vado ai congressi, vado a vederli da vicino, questi po-litici, e cerco di capirli. Spesso funziona.

D. Non basterebbe legge-re le cronache parlamenta-ri, i retroscena, così ricchi di colore?

R. So che non mi devo fi da-re dei giornalisti, non posso basarmi su racconti di secon-

da, a volte terza mano. Devo andarci. Chiamo i giornali con cui colla-boro (Foglio, Corsera e Vanity Fair, ndr) e mi faccio fare l’accredito per due o tre giorni.

D. E dove va, in genere?

R. Il Transatlantico è la mia meta preferita, per l’atmosfera ma an-che per l’architettura.

D. E cosa vede?R. Questi piccoli

personaggi, ché siamo a un basso livello anche quando il livello sareb-be politicamente alto, stanno in Transatlan-tico come a una grande festa da ballo: si forma-no le coppie, c’è la tizia che nessuna invita a ballare, c’è quello che danza con tutti. Insomma quel luogo ne rac-conta di miserie umane.

D. E non solo, spero...R. Certo, là dentro si for-

mano i soldi, nel senso che si formano le leggi che li di-stribuiscono, o li fanno fare. Mi piace, Montecitorio. Nel 1982 ci feci un libro, dopo averci passato, anni prima, 3-4 mesi per Lotta Conti-nua.

D. Come funzionava?R. Stavo lì tutta la gior-

nata, disegnavo, poi, verso le sei, correvo al giorna-le. Poi là, sul bancone, a comporre la pagina.

D. La vignetta di giornata, presa in di-retta dai lavori par-lamentari, un por-tento...

R. Già, fi nché non mi buttarono fuori.

D. Come fuori?R. Sì, espulso. Perché

cominciavo a disegnare i lobbisti e i cronisti parla-mentari. E non la prese-ro bene, fi no a ritirarmi il permesso.

D. Censura!R. Ma li fregai: il

giorno dopo ero nella tribuna degli spettatori. E disegnavo forsennata-mente. Finché Nilde Jotti mi vide e spedì i commessi a cacciarmi anche da là.

D. E lei? S’arrese?R. Manco per sogno. Mi

misi a cavalcioni della ba-laustra, rifiutandomi di scendere. In aula comunisti e radicali arrivarono quasi alle mani. «C’è un giornalista del Male in tribuna», si gridava. La seduta venne interrotta.

D. Ora magari non la riconoscono.

R. Infatti e ne sono feli-cissimo: li guardo nel pieno dell’anonimato, a loro insa-puta, tranne pochisismi.

D. Da questa legislatu-ra ci sono i grillini. Li ha osservati?

R. Certo. Molto giovani, che vestono da giovani, han-

no fatto a pugni con l’obbligo della cravatta. Come capita spesso a me, che ne ho tre o quattro di quelle nere, orribili, che danno i commessi a chi è senza.

D. Ma che fa, se le porta via?

R. Ma no, è che al Senato, per esempio, si entra da una parte e si esce dall’altra. Così mi ri-trovato la cravatta senatoriale da restituire. Palazzo Madama è un dedalo. Anche i grillini ci si perdevano all’inizio. Anzi mi assilla un dubbio.

D. Quale?R. Nel nuovo Senato che na-

scerà dalla riforma, l’obbligo della cravatta resterà ancora?

D. Bella domanda. Ma torniamo ai grillini, ma come le paiono questi del M5s?

R. Sono inesperti, inaffi -dabili, gente che è lì e ha avuto 100 voti di preferen-za o che, con 178, fa il vice-presidente della camera.

D. Vabbé torniamo a Renzi. Lei lo disegna con un ghigno furbesco, da ultra spregiudicato. Lo vede così davvero?

R. Renzi è bravissimo a coglire l’occasione, un lampo. La macchina lo va a prende-re in centro, a Firenze, e lui la ferma, dicendo: «Ho pe-donalizzato io questa piaz-za, si va a piedi». Ha una capacità di reazione molto

superiore agli altri. Anche se, di tutte le 3mila cosa che ha apparecchiato, magari ne arriveranno in fondo pochis-sime.

D. Lei che ha visto la prima repubblica, chi le ricorda?

R. Diffi cile dirlo, forse un Amintore Fanfani prima maniera, ma non del tutto. E comunque, per fare le cose che lui ha fatto in questi primi mesi di governo, quelli della prima repubblica ci avrebbe-ro impiegato 6-7 anni. Secon-do me, però, del premier non abbiamo visto ancora tutto.

D. La prego, non si metta anche lei a fare il discorso del Ventennio, del parico-

lo autoritario....R. No, secondo me lui

ha in serbo qualcosa di grosso: secondo me vuole essere il primo presidente eletto d’Europa. Eletto dal popolo, intendo. Un giorno - paff! - ci arriverà.

D. Ma lei l’ha cono-sciuto?

R. Certo, a Firenze, quando era ancora presi-dente di Provincia. Venne a presentare un mio libro, «Poteri morti», grazie a un amico comune.

D. Che cosa la colpì?R. Che si divertiva tan-

tissimo alle vignette dure su Massimo D’Alema e Walter Veltroni. E ag-giungeva battutte pure

lui.D. Insomma, lei tenne a

battesimo la rottamazione, Vincino. Senta, ma perché questo libro? Perché inizia-va il semestre?

R. No, quasi per caso: sfo-gliando le tavole, a maggio, mi aveva colpito quanto poco Renzi avesse impiegato, a fare quello che ha fatto. E mi è ve-nuta l’idea. Ho incontrato quel-li di Cairo editore a cui è pia-ciuta subito e, dopo mezz’ora, eravamo già d’accordo. Mi sono trovato benissimo.

D. Dicono che Urbano Cairo sia un signore di de-stra. E lei viene da Lotta continua! D’altronde le sue vignette migliori sono sul Foglio di Giuliano Ferrara. Come s’è trovato con lui?

R. Un grande direttore. Mi ha sempre dato la più totale libertà. È intervenuto, sì e no, due-tre volte, ma perché maga-ri a qualche suo caporedattore la vignetta non piaceva. E sem-pre dando ragione a me.

D. Bella cosa la tolleran-za. Uno che, invece, si fa scappare spesso la pazien-za è Beppe Grillo. Nel libro appare raramente. Mica ne avrà paura?

R. Non scherziamo. Appare poco qui.

D. E che cosa ne pensa?R. Che dimostra come il

vuoto, in politica, non esista: c’è sempre qualcosa, come un gas, che satura lo spazio libero. Peraltro lui, Grillo, fa diversi errori.

D. Quali?R. Mandare in Parlamento

200 inesperti totali e pensare di guidarli da fuori! Nessun generale può pensare di vin-cere una battaglia così. Senza dimenticare che è un inesper-to anche lui, un arronzone: si mette con Farage, che col suo movimento non c’entra niente. Grillo le sbaglia quasi tutte.

D. È quasi un suo colle-ga, d’altra parte. Fa satira anche lui.

R. E infatti, è un errore fa-cilissimo per chi fa questo me-stiere: cedere al moralismo, quando si dovrebbe starne lontani.

D. Le capita?R. Guardi, io mi affeziono

persino a quelli che maltratto nelle vignette. Anche per Letta, che lei citava, è stato così: mi scappa il disegno, diciamo, ma poi gli voglio un po’ bene.

D. Succede anche con Sil-vio Berlusconi? Lo si vede pochissimo in questo libro. Non è più personaggio da satira?

R. Non lo è da tempo, ormai. Certo, sono affezionato anche a lui. Prossimamente lo ridise-gnerò, perché penso che senta Forza Italia come un peso in-sopportabile, che lo danneggia, e di cui sente di doversi libe-rare.

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2 gennaio 2014«Qualcuno mi ha detto: Scusa Matteo, non hai ancora abolito

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5 gennaio 2014Il viceministro dell’Economia si dimette

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6 Mercoledì 2 Luglio 2014 P R I M O P I A N O

Ad esempio sulle preferenze nella legge elettorale, gradite a tutti ma non a Berlusconi

Spazi nuovi ai cinquestellatiSi tratta soltanto di vedere se sanno giocare di fi no

DI MARCO BERTONCINI

Sarà l’attivismo di Lu-igi Di Maio, vicepre-sidente pentastellato della Camera e ulti-

mamente dipinto addirittura come il nuovo (quasi) numero uno del partito. Sarà una ten-denza di rinnovamento politi-co, emersa diversi giorni dopo le europee, soprattutto in con-seguenza di un esito ritenuto tragico perché astralmente distante dalle speranze spac-ciate per certezze. Fatto sta che da alcuni giorni i grilli-ni smaniano per divenire gli interlocutori privilegiati di Matteo Renzi: per la riforma elettorale, in prima battuta; per le riforme costituzionali, in prospettiva.

È chiaro che il M5S in-tende offrire un volto diver-so rispetto a quello duramen-te e brutalmente contestatore fi nora apparso. Vuole, insom-ma, apparire più istituziona-le, più pronto a tradurre in atti politici i milioni di voti ottenuti, più inserito nei mec-canismi romani così da poter contare. Non che la fase delle salite sui tetti sia chiusa; più semplicemente, un’altra si è aggiunta, più politicamente tradizionale, posto che si fon-da sul dialogo per raggiunge-re un compromesso.

Queste nuove mosse vogliono rispondere a ri-chieste forse minoritarie fra gli elettori grillini, ma pur esistenti. Il movimento in-tende raggiungere qualche risultato sulle riforme, per aver materiale da mettere

sotto gli occhi (al prossimo appuntamento elettorale) a elettori scettici, i quali chie-dano il conto: «Ma voi, che cosa avete ottenuto?»

A danno del M5S c’è la tenacia con la quale B. & R. stanno avvinti al patto del Nazareno.

Questo è il maggiore osta-colo. A vantaggio ci sono due considerazioni distinte. Una concerne la dichiarata pro-pensione grillina per le pre-ferenze, viste come il fumo negli occhi dal Cav, ma dal Cav soltanto.

A Renzi non spiacereb-bero.

L’altra considerazione ri-guarda il principio proporzio-nale del progetto di legge pen-tastellato. Detto brutalmente, la proporzionale, specie dopo il 41% democratico alle eu-ropee, piace o torna utile a: grillini (fi n qui, è ovvio), e poi berlusconiani, leghisti, de-stra, centristi di ogni colore, cespugli di sinistra...

L’elenco è lungo, arrivando a comprendere perfi no fram-menti del Pd.

Sulla carta, dunque, sussisterebbero concrete possibilità di gioco politico e parlamentare per i cinque-stelle. Non amplissime, però

consistenti. In parte dipen-derà dall’accortezza degli esponenti grillini, ma in lar-ga misura saranno soltanto

circostanze esteriori al M5S a promuoverne o bocciarne le recenti iniziative.

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Vignetta di Claudio Cadei

DI GIULIANO CAZZOLA

In una bella canzone Giorgio Gaber spiegava che cosa, a suo parere, fosse ancora qualificabile come valore di destra o di sinistra. Eravamo già tanto lontani dal programma «Soviet ed elettrificazio-

ne» che, secondo Lenin, rappresentava l’essenza della rivoluzione bolscevica. Per Gaber, farsi il bagno nella vasca era di destra, infilarsi sotto la doccia di sinistra. Dal momento che negli appartamenti le vasche da ba-gno stanno sparendo (si trovano ormai solo in qualche albergo un po’ demodé o nelle case delle vecchie zie ve-dove) saremmo autorizzati a pensare che la sinistra ha vinto. In verità, nell’epopea di Matteo Renzi, al centro destra rimangono soltanto le «ossa della polenta» (un eufemismo, in voga delle mie parti, per indicare, con un briciolo di fantasia surreale, il nulla). Tranne forse i c.d. temi etici: quelli che la sinistra ha abbandonato, da tempo, nella sua avanzata precipitosa verso il «nuovo». Ma anche quest’ultima e sdrucita bandierina è stata ammainata da quando Silvio Berlusconi ha sposato la causa dei diritti dei gay. Beh, almeno oggi siamo in grado di spiegarci da dove nasca la sua insana passione per Matteo Renzi. La politica non c’entra.

* * *Nutro per il premier un sentimento di gratitudine.

Mi consentirà di morire laddove sono nato, perché mi sta facendo ritornare di sinistra. Non già di quella sini-stra blairiana che lui ha importato in Italia, ma proprio di quella trucida, con tre buchi nel naso. Non riesco ad accettare che questa banda di ragazzotti prenda a calci le istituzioni democratiche e che quelli della mia parte politica (le formazioni moderate di centro destra) glielo lascino impunemente fare. Per fortuna, per ora posso risparmiarmi una radicale conversione: insieme a Vannino Chiti è in campo anche Augusto Minzolini. E che dire a Brunetta se non «Renato, facci sognare»?

* * *Ecco l’incipit del nuovo inno nazionale: «Allarmi ! Al-

larmi! Allarmi siam renzisti, terror dei paludisti»!www.formiche.net

PUNTURE DI SPILLO

DI ALDO BRANDIRALI

Sede del Secolo XIX, irruzio-ne di due militanti del Mo-vimento 5 Stelle. Premono sul portinaio minacciando

di rimanere all’infinito, vogliono un incontro con la redazione, ma sono arrivati in redazione troppo presto, in un’ora nella quale i giornalisti non ci sono.

Nel corso della discussione, ripre-sa da loro stessi per metterla poi sui social, con linguaggio duro, afferma-no che un articolo pubblicato sul Se-colo è pieno di menzogne, dicono che l’autore è Ilario Lombardo, e poi sui social ne pubblicano la foto (fra l’altro non è questo l’autore dell’ar-ticolo incriminato). La loro lotta con-tro una informazione giornalistica ritenuta fuorviante non si compie con una dichiarazione che ripristi-ni la loro verità, ma si compie con l’intimidazione: «Torneremo tutte le mattine, vi rovineremo la colazione

ogni giorno…». Ma il livello della loro lotta si capisce quando uno di loro, Dario, afferma che «tutti i giornali e tutte le televisioni in Italia raccon-tano menzogne», e che «questo è un Paese di merda».

Paese di merda, tutti mento-no, noi, solo noi, diciamo il vero. Ma ora basta, ora cominciamo la lotta dura, e sarà sempre più dura. Ragazzi cari, nell’estremismo, ma-lattia infantile della «convinzione ideale», ci sono tutti i rischi che ogni lotta produce, ovvero il cam-biamento del senso delle cose che si perseguono, fi no a trovarsi com-pletamente rovesciato rispetto ai propri desideri. Arriva l’esperien-za e, con il tempo, si capisce matu-rando, si capisce che l’estremismo non porta la ragionevolezza della proposta.

Nel caso del M5S l’estremiz-zazione viene costruita sull’idea di

assoluta onestà, di persone che si mettono in politica con una mora-lità incorruttibile. E si agitano, gri-dano, vogliono far sapere a tutti che loro sono diversi da tutti gli altri, che non molleranno mai, anzi «boia chi molla», un grido che si presenta sempre quando si mette l’etica come cosa propria da contrapporre a tutti gli altri che sono immorali.

Ma questa moralità di parte è fondata sulla morte della demo-crazia, chi dice Paese di merda non crede che si possa confrontarsi de-mocraticamente, non crede che le idee diverse sono portate da perso-ne che dovrebbero crederci, e che bi-sogna dare loro un credito, ascolta-re, arrivare a esiti comuni, ad una maggioranza che rende migliore il destino del Paese.

Cari ragazzi, spesso avete ragione, sarebbe veramente utile assumere anche alcune vostre pro-

poste, ma lo avete visto anche nello stallo della quota di voti che avete avuto alle Europee, avete visto che la contrapposizione frontale eccita la propaganda e piace agli estremi-sti, ma progressivamente vi trova-te con l’espressione di una destra antisistema, come quella che avete scelto nei gruppi antieuropei.

Attenti dunque al triplo salto mortale; già adesso avete spesso paura di essere diventati diversi da come volevate essere. Ma il consi-glio che si può darvi è di fare poli-tica, non una lotta etica. Guardate che la moralità è tratto fondante dell’umano, la moltitudine delle persone ha motivazioni profonde per essere morali, accettate il fat-to che in mezzo a tanta illegalità dobbiamo tenere le regole comuni e la democrazia. Ovvero partite dall’amore per l’uomo, e non dalla rabbia.

Ilsussidiario.net

LO DICE ALDO BRANDIRALI, GIÀ FONDATORE DELLE RIVISTE SERVIRE IL POPOLO E FALCEMARTELLO

Cari ragazzi M5S, avete ragione ma occhio a non diventare fascisti

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Page 7: Italia Oggi - 02.07.2014

7Mercoledì 2 Luglio 2014Mercoledì 2 LugliP R I M O P I A N O

Ma, quella degli immigrati, è una piaga cronica che la Ue spera di risolvere con le parole

L’emergenza non è un’emergenzaChissà se, col semestre di Renzi, cambierà qualche cosa

DI CESARE MAFFI

Il mito del semestre di pre-sidenza europea dev’essere ampiamente ridimensiona-to, anche e soprattutto con-

siderando i precedenti. Non si può asserire che il ricordo del semestre olandese o spagnolo, per dire, resti indelebile anche fra i più acculturati addetti ai lavori. Pensiamo, poi, che signi-fi chi la presidenza maltese o ci-priota: di quei sei mesi l’una o l’altra isola non ritrae benefìci reali, e ancor meno sostanziosi, e men che mai decisivi.

Tuttavia, almeno sul pia-no dell’immagine, di una pre-senza che può essere effi cace il presidente di turno gode. Se poi è un personaggio politicamente in vista e ancor più se appar-tiene a un Paese fra quelli che un tempo si sarebbero defi ni-te grandi potenze, uno spazio anche ragguardevole l’ottiene. Matteo Renzi per ora non è politicamente in vista, essendo l’ultimo arrivato su piazza (de-fi nizione non offensiva, bensì rispondente al reale). L’Italia non è una grande potenza, ammesso che mai in passato lo sia stata, fuor che nelle am-bizioni nostrane. In ogni modo, qualche esito per noi positivo potrebbe spuntarlo.

Non pare, per ora, bene avviata l’emergenza emigran-ti, che poi non è emergenza, bensì perenne sconquasso: eco-nomico, sociale, di sicurezza. Ci servono mezzi, ci serve un’altra politica verso i Paesi di parten-za, ci serve una diversa (e quin-di fattiva) azione di Frontex. Non si vedono aiuti fi nanziari. Dall’Europa abbiamo ricevuto qualche gentile parola: poco più di pacche sulle spalle, come ca-pitò con la visita lampedusana di Manuel Barroso. Ammet-

tiamo che sia nomi-nato un commissa-rio ad hoc: e allora? Quanto all’ipotesi di spostare Frontex un po’ più a sud dell’at-tuale sede di Varsa-via, siamo sempre lì, come nel caso del nuovo commissario: mezzucci burocra-tici, anzi, eurobu-rocratici, che non

risolvono nulla, ma solo appagano desi-deri, velleità, ambi-zioni di europolitici o eurofunzionari.

Il governo ita-liano ha già detto di considerare la questione al secon-do posto dopo lo sviluppo economico. Sta bene, sperando che non si debba

attendere la soluzione del pri-mo problema per affrontare il secondo. Però non è nemmeno pensabile che si vada avanti con tanti bla bla bla, con gene-riche petizioni di principio, con ammonimenti agli altri Stati o genericamente al continente perché arrivino aiuti. Da mesi siano fermi alle belle parole. Non contiamo nulla, lo sappia-mo: ma possibile che questo nulla lo azzeriamo ancor più

con il nostro comportamento remissivo e parolaio?

Vedremo se in Europa, sul problema specifi co (la cui gravità ha raggiunto nelle ultime ore livelli prima solo temuti ma non ancora patiti), Renzi sappia andare oltre la fase verbale, nella quale eccel-le, per passare ai fatti e all’in-casso (in cui per ora non brilla, almeno in Italia).

© Riproduzione riservata

DI DIEGO GABUTTI

Non si può più fare del giorna-lismo in pace. Guai a criticare Questo o Quello. Sono diventa-ti tutti degl’Intoccabili e degli

Onnipotenti. Gente che ti fulmina con un anatema appena ti muovi. Hai preso in giro Beppe Grillo. Hai autorizzato una pagina di solidarietà con Marcel-lo Dell’Utri (non che se la meriti, o che gli serva a qualcosa, ma chi è l’ordine dei giornalisti virtuosi e anzi virtuisti per criticare?) Né onesto né disonesto, né indipendente né di parte: il giornalismo — quando non è l’ordine — è automati-camente caos.

Assecondare la vanità dei magi-strati, o dei politici di riferimento, specie quelli sulla cresta dell’onda, è consentito e persino incoraggiato: un bravo giornalista, se pensa mainstream, tifando cioè per la cultura dominante, non deve nascondere le sue opinioni, anche quelle più brutali e all’apparenza diffamatorie — miri al cuo-re, colpisca senza pietà, e «Dio riconoscerà i suoi». È parimenti lecito anche mettere in piazza gli affaracci intimi (veri o falsi si vedrà, anche qui il giornalismo retto e onorato invoca il giudizio di Dio) della

gente qualunque, in particolare gli affari di chi è più indifeso: metti, per dire, le madri dei presunti assassini, per non par-lare degli assassini medesimi, che devono dimostrarla, la propria innocenza, altro che presumerla.

È inoltre ammesso creare draghi da abbattere e ammazzadraghi con la spada e l’elmo calato sugli occhi. Ai dra-ghi da abbattere (i Dell’Utri, i Papi) non è concesso difendersi né essere difesi: de-vono puramente e semplicemente sparire alla fi ne della fi aba. È un ammazzadraghi chiunque s’unisca al coro politically cor-rect che chiede la testa del drago (Um-berto Bossi quand’era una costola della sinistra, Gianfranco Fini dopo l’affaire del ditino alzato, il Comico quando volava nei sondaggi). Informare non basta. Non basta registrare i fatti e raccontarli. Biso-gna infi orettarli. È necessario partecipa-re. Si deve contribuire alla realizzazione del piano provvidenziale.

Un po’ giornalisti, un po’ romanzie-ri, un po’ filosofi morali, le grandi firme delle gazzette devono contribuire, come possono, alla generale riforma del mondo, per esempio dopando le notizie utili, e cen-surando le altre. Per capirci: Dell’Utri non ha amici. Se qualcuno manifesta pubbli-

camente amicizia per lui, fosse pure suo figlio o suo fratello, non è un amico ma per definizione un complice, il cui post-it solidale sul paginone del Corriere della sera è una confessione di correità. Correo il complice, e stracorreo il direttore della gazzetta per avere permesso che venisse consumato un tale reato per via giorna-listica, senza pensare a tutti quegl’inno-centi consumatori di brioche e cappuccini che, sfogliando il suo quotidiano, possono essere indotti a pensare che il concorso esterno in associazione mafiosa sia roba giuridicamente bizzarra e, senza offesa, forse anche un po’ da ridere.

Più ordine, insomma. Ci sono ancora giornali che non s’adeguano al comune sentire. Mancano di rispetto ai buoni pa-trioti che vorrebbero muovere guerra al grano saraceno. Pubblicano paginoni a pagamento che offendono la magistratu-ra. Torquemada, ci vorrebbe. Ma il Co-mico, la cui carriera politica è alla fine, o poco ci manca, non potrebbe incaricarsi lui della censura? Come politico è un fla-gello, ma come presidente dell’ordine dei giornalisti sarebbe perfetto. Lui preferi-rebbe presiedere l’ordine cosmico, d’accor-do. Ma mica si può avere tutto.

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IN CONTROLUCE

Assecondare la vanità dei magistrati, o dei politici che sonosulla cresta dell’onda, è consentito, persino incoraggiato. Ma basta là

DI MASSIMO TOSTI

L’altra mattina un lapsus del ministro della Giustizia An-drea Orlando ha fatto ca-dere le braccia a molti osser-

vatori neutrali. Dopo aver annunciato che la sera il Consiglio dei ministri non avrebbe approvato la riforma della Giustizia, ma soltanto le «linee guida» del provvedimento, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se almeno le «linee» sarebbero state comunica-te alla stampa, Orlando ha replicato: «Quando le avranno approvate i pm» di fronte allo stupore dell’interlocutore, il ministro ha balbettato: «Volevo dire i ministri». È rimasto il sospetto che il governo voglia, prima di arrivare a una stesura defi nitiva, sottoporre il proget-to alla magistratura per ottenerne un preventivo benestare.

Insomma, l’indipendenza della ma-gistratura continua ad essere rispetta-ta da tutti: quella del governo non gode dello stesso trattamento, a causa di un complesso d’inferiorità della politica.

Le linee guida illustrate qualche ora dopo da Renzi sono apparse tut-te positive: l’introduzione del processo telematico e il limite di un anno per giungere a sentenza nei processi civili rispondono certamente alle esigenze di un Paese che voglia defi nirsi civile, e anche la reintroduzione del reato di fal-so in bilancio (che dovrebbe contribuire a contenere i fenomeni di corruzione). Ma sono ancora avvolte nelle nebbie le misure che dovrebbero riguardare la responsabilità civile dei magistrati e le intercettazioni telefoniche. Sem-bra che, alla fi ne, il governo varerà un provvedimento che impedisca la pubblicazione «a strascico» delle con-

versazioni prive di rilevanza penale. Ma bisognerà vedere se i pm daranno il loro benestare a una impostazione del genere. Così come potrebbero op-porsi alla responsabilità civile della loro casta (che pure fu approvata a larghissima maggioranza in un refe-rendum popolare che è rimasto lettera morta). È certamente encomiabile l’as-sicurazione di Renzi che ha riservato un mese intero al dibattito tra le forze politiche (non ideologico, e quindi non fazioso) sulla riforma prima del voto defi nitivo delle Camere. Ed è altret-tanto positiva la volontà dell’esecutivo di impedire che il Consiglio Superiore della Magistratura continui ad esse-re lottizzato fra le varie correnti delle toghe.

I giochi sono rinviati a settem-bre. Dipenderà dal parlamento ap-provare un provvedimento che non

risenta più della contrapposizione ventennale fra berlusconiani (osti-natamente contrari a ogni invaden-za del potere giudiziario nell’attività politica), e antiberlusconiani proni di fronte alla pioggia (eccessiva) di avvisi di garanzia che decretò la fi ne della Prima repubblica e che ha poi condizionato pesantemente l’attività del centrodestra mettendo in ginoc-chio il fondatore e leader indiscusso di quella parte politica. La «giustizia giusta» (come veniva invocata nei tem-pi andati dalle campagne del partito radicale) è un’esigenza fondamentale e indifferibile per la costruzione di un Paese moderno e competitivo (si pensi alla riluttanza dei gruppi stranieri ad investire in Italia). Chissà se Matteo Renzi riuscirà a compiere questo mi-racolo.

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PASSI PERDUTI IN TRANSATLANTICO

La riforma della giustizia ha atteso troppo a lungo. Speriamo che Renzi ce la faccia a realizzarla. Le sue prime mosse lasciamo ben sperare

Manuel Barroso

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Page 8: Italia Oggi - 02.07.2014

8 Mercoledì 2 Luglio 2014 P R I M O P I A N O

Ecco perché gli americani non si O dano e faranno il trasbordo al largo, delle armi chimiche

Gioia Tauro, il porto ‘ndranghetaLe analisi degli Usa sulla regione, svelati da WikiLeaks

DI GIORGIO PONZIANO

Ci volevano le armi chimiche perchè gli italiani (del Nord) sco-prissero che uno dei

maggiori porti del Paese, quel-lo di Gioia Tauro, è controlla-to dalla ‘ndrangheta. Non si muove container che i capoclan non vogliano. Qui oggi saranno trasbordate le armi chimiche dal cargo danese Ark Futura alla nave americana Cap Ray. Proprio in considerazione del-la presenza della criminalità organizzata e della delicatezza dell’operazione gli americani hanno deciso che il trasferi-mento avverrà in mare anche se questo comporterà qualche difficoltà poiché si tratta di 560 tonnellate di armi chimiche, sti-pate in 60 container, una delle più importanti operazioni di disarmo mai realizzate.

La scelta di Gioia Tauro è così commentata dal procu-ratore generale della Cassazio-ne, Gianfranco Ciani: «Sotto il profi lo degli interessi del cri-mine organizzato calabrese, le indagini hanno evidenziato la perdurante posizione di assolu-ta primazia della ’ndrangheta nel traffico internazionale di stupefacenti, che continua a generare imponenti flussi di guadagni in favore della crimi-nalità organizzata calabrese, la quale può avvalersi del control-lo quasi totalizzante del porto di Gioia Tauro (tra il giugno 2012 e il luglio 2013 quasi la metà della cocaina sequestrata in Italia, circa 1.600 kg. su circa 3.700 complessivi, è stata ivi intercettata) e reinveste, spe-cie nel settore immobiliare, i proventi di tale attività»

È in questo contesto che si svolge oggi l’operazione e non a caso gli Stati Uniti hanno invia-to loro agenti a collaborare con le forze dell’ordine italiane. E’ stato deciso che durante le 48 ore necessarie a completare il trasbordo – un container alla volta – l’ingresso al porto sarà interdetto a tutte le persone non autorizzate e la sicurezza sarà garantita da un cordone di oltre 100 agenti di polizia e carabinieri, che presidieranno un’area di sicurezza di oltre 1 km quadrato. L’Enac (ente che gestisce il traffi co aereo) ha vie-tato il sorvolo del porto per tre giorni. Mentre i vigli del fuoco coordinano alcuni avamposti.

A effettuare material-mente le operazioni di sca-rico, dalla Ark Futura, e carico, sulla Cape Ray, dei container saranno 30 addetti (sotto la supervisione degli americani) della società Medcenter Contai-ner Terminal (Gruppo Contship Italia), che gestisce il terminal container di Gioia Tauro

D’altra parte gli americani a Gioia Tauro sono di casa, secon-do quanto rivelato da WikiLea-ks. Dopo l’11 settembre il porto italiano è stato inserito nella

black list Usa e sono partite le operazioni Container Secu-riy Initiative (Csi) e Megaport, ovvero agenti americani (uffi -cialmente insieme ai doganieri italiani) controllano con loro attrezzature il contenuto dei container in partenza per gli Stati Uniti per verifi care che non vi siano armi o sostanze che potrebbero servire per un attentato. L’identikit di Gioia Tauro disegnato dall’amba-sciata americana e reso noto da WikiLeaks è desolante: «È il terzo porto di trasferimento di un carico da una nave all’altra dell’Europa, con circa 3 milioni di container che ci passano ogni anno. Avendo visto gli stretti controlli di sicurezza si ritiene che il traffico di droga possa essere fatto solo e soltanto con l’assistenza e la complicità di personale corrotto. Il porto è anche usato nel traffi co illegale di armi. La logica ci porterebbe a concludere –prosegue il rap-porto- che la ‘ndrangheta non potrebbe spostare droga e armi senza il consenso delle dogane e della guardia di finanza». Ancora: «che le minacce siano nell’aria è evidente anche dal fatto che gli agenti della dogana a volte sono riluttanti a pren-dersi la responsabilità di bloc-care una spedizione di merce per consentire un’ispezione e preferiscono piuttosto che sia la guardia di fi nanza, che è una forza armata, a essere associata

al blocco».Annota un altro dispaccio:

«Recentemente due doganieri italiani che lavoravano al no-stro programma di controllo nel porto di Gioia Tauro sono stati trasferiti a causa delle minac-ce: a uno gli avevano sparato e l’altro ha ricevuto due proiettili a casa. È in corso un’inchiesta, ma i colleghi del Department of Homeland Security credono che i due facessero il loro la-voro troppo bene e per questo siano stati presi di mira dalla ‘ndrangheta. Altro problema è il fatto che doganieri e agenti della guardia di finanza non sono ben pagati. L’anno scorso a Genova sono stati arrestati degli agenti delle dogane per aver preso delle tangenti rela-tivamente modeste»

Continua la rivelazione di WikiLeaks: «Un porto control-lato dalla mafi a e così facilmen-te usato come punto d’ingresso di droga e armi è soggetto a diventare porta d’ingresso per materiali ben più pericolosi». Con un’appendice, diciamo così, sanitaria: «il livello è al di sot-to degli standard nella sanità dell’area. Le lauree da medico e da infermiere possono essere comprate. L’ospedale di Vibo Valentia, dove vive la maggior parte del personale americano, ha attirato l’attenzione di mol-ta stampa l’anno scorso dopo due morti facilmente evitabili, dovute per esempio in un caso

alla mancanza di un generatore elettrico di emergenza”.

Vi è poi un durissimo mes-saggio inviato da J. Patrick Truhn, console generale Usa a Napoli (2 Feb 2008 ): «Se non fosse parte dello stato italiano, la Calabria sarebbe uno Stato fallito. La ‘ndrangheta, il sinda-cato di criminalità organizzata, controlla vaste zone di territorio e di economia, con un fatturato di almeno il 3% del pil italiano (forse molto di più) frutto del traffi co di droga, di estorsioni e di usura. Durante una mia visita fatta a novembre in tutte le cinque province, praticamen-te tutti hanno fatto il quadro di una regione strozzata dalla morsa di ferro del più grande e potente sindacato di crimi-nalità organizzata dell’Europa occidentale, la ‘ndrangheta».

Qui arrivano oggi le armi chimiche, logico che gli ame-ricani abbiano preteso misure eccezionali di sicurezza e addi-rittura si tengano lontani dalla riva. Il commercio di armi chi-miche è un business ricchissimo per la criminalità, guai a corre-re rischi. Tra i provvedimenti, quello di rendere impossibile l’individuazione della posizione della Ark Futura, che nei giorni scorsi ha caricato a bordo i con-tainer con le sostanze chimiche requisite in Siria. E’ dotata di un dispositivo che annulla la possibilità per i satelliti di lo-calizzarla.

Le polemiche esplose in Cala-bria all’annuncio dell’operazio-ne paiono in gran parte sopite (ma sono programmate alcune manifestazioni di dissenso) an-che perché l’operazione è una boccata d’ossigeno economica per il porto che sta risentendo della crisi economica: 400 dei 1300 lavoratori sono in cassa integrazione. È vero che l’orga-nico, secondo i tecnici del setto-re, è sovradimensionato ma la crisi ha comunque rallentato i commerci.

A difendere il porto è Domenico Bagala, capo del terminal Medcenter-Contship, dove avviene l’operazione di scambio: «Dato che Gioia Tau-ro gestisce circa un terzo dei container in arrivo in Italia , è normale che abbia un mag-gior numero di container che vengono sequestrati . E’ vero comunque che operiamo in un territorio diffi cile, disponiamo però anche di misure di sicurez-za hi-tech».

Domani, o venerdì, Cape Ray porterà il pericoloso carico in acque internazionali, ma nel Mediterraneo, che non è un oceano e ha equilibri delica-ti, dove renderà le sostanze inoffensive tramite un proce-dimento di idrolisi ad alta tem-peratura, i componenti base così prodotti saranno infine smaltiti in Germania, in Gran Bretagna, in Danimarca.

Twitter: @gponziano

DI ISHMAEL

Se persino Beppe Grillo, anche dopo l’incontro dei suoi negoziatori col polit-burò renziano, è tornato nell’ombra dei fenomeni sociologici ormai cotti e man-

giati, quali speranze può seriamente nutrire di tornare in pista il postfascista, già berlusconia-no ed ex futurista Gianfranco Fini, che un paio di giorni fa ha presentato a Roma quello che lui definisce, se ho capito bene, un nuovo movimento politico e invece è la solita zuppa? E l’ex presidente del consiglio italiano Enrico Letta che speranze aveva d’essere nominato presidente del consiglio europeo? Nessuna, ma non di meno ci aveva fatto un pensierino, come pure l’ex padreterno postcomunista Massimo D’Alema, convinto anche lui che agli «statisti di rango», per quanto rottamati, non si possa negare l’omaggio d’una carica prestigiosa, metti il commissariato europeo per la politica estera e la sicurezza, proprio come non si nega il bacia-mano alle signore.

Mai come negli ultimi tempi il sorriso si è spento tanto in fretta sul viso dei leader. Perché un altro? Perché non io? Renzi non ha perorato la mia causa, hanno l’aria di pensa-re Letta e D’Alema (e in effetti, prima di non perorare la loro causa, li aveva politicamente congedati, e per di più senza buonuscita). Sono tempi diffi cili per gli ex leader, le cui fortune politiche non s’erano mai dilapidate così in fret-ta. Un tempo un leader, rimosso dalla prima

fi la, veniva innalzato a cariche più prestigiose, anche se soltanto simboliche. C’era un sistema collaudato di premi di consolazione. Non conti più niente? Voilà, ti faccio presidente del partito e, se questo incarico è già assolto da un leader caduto in disgrazia prima di te, allora ti nomino capogruppo (o come si dice) della nostra delega-zione al parlamento europeo, oppure ti becchi un incarico all’Onu (niente di che, ma anche un «niente di che», rispetto al niente e basta, è pur sempre qualcosa).

Ma adesso? Adesso niente. Chi ci vuole an-dare all’Onu? È come uno di quelle mostruose case di riposo dove i vecchi malridotti e imbab-bioniti aspettano soltanto di morire. E non ci sono più incarichi di partito «prestigiosi». Non ci sono neanche più i partiti, quanto a questo. Figurarsi i Partiti, con la «p» maiuscola. Sono stati sostituiti da comitati e cartelli elettorali (come forse si lamentano ancora Pier Luigi Bersani e i «giovani turchi» del PD, i pochi che nel frattempo non hanno voltato gabbana pas-sando ai renziani). Non c’è più niente da fare: i partiti e i Partiti dei bei tempi andati si sono trasformati, maiuscole conservando, in Partiti Personali, dove c’è posto per un solo leader alla volta. Leader che hanno, in genere, il respiro corto e ansimante, come i malati di cuore. Lea-der che reggono una legislatura o due quando va bene, mezza legislatura quando va così così e un terzo di legislatura (spesso soltanto poche settimane o mesi) quando va male, cioè nella stramaggioranza (ormai) dei casi.

SOTTO A CHI TOCCA

I Partiti sono solo personali, con leader che hanno il fiato corto come i malati di cuore

di Pierre de Nolac

Renzi invia un decalogo ai grillini.

Fa parte della riforma della giustizia?

* * *

Renzi: «L’Europa cambi per tornare speranza».

Alla caritàgià ci siamo, con fede.

* * *

Grillo: «L’Europaè un parassitache ci toglie ossigeno».

Infatti all’europarlamento c’è l’aria condizionata.

* * *

Sarkozy «tentòdi corrompereun magistrato».

Fermato per non esserci riuscito?

PILLOLE

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Page 9: Italia Oggi - 02.07.2014

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Page 10: Italia Oggi - 02.07.2014

10 Mercoledì 2 Luglio 2014 P R I MO P I A NOSe il ministro Mogherini ce la fa ad andare a Bruxelles, è soltanto per occupare un posto

Una nessuno per mister nessunoLa colpa non è certo sua ma semmai di chi la vuole lìDI DOMENICO CACOPARDO

Alcuni lettori mi hanno chiesto conto della mia recente affermazione, su queste colonne, che

la candidatura di Federica Mogherini alla carica di mi-nistro degli esteri dell’Unione era una «bufala», con-testando il fatto che l’operazione sembra vicina alla realizzazione. Do-verosamente mi spiego meglio. La ministro degli este-ri Mogherini è una nessuno in Italia e in Europa. Rispar-mio, per carità di patria, un curriculum povero come il suo tranne che per l’atti-vità (modesta) di partito. Le ra-gioni della sua nomina (nazio-nale) sono misteriose, a meno che non si condivida l’idea che Renzi preferisca gente senza qualità per dominare, da solo, la situazione. Un’idea talmen-te stupida che non intendiamo accettarne l’attribuzione al premier.

L’uffi cio del ministro de-gli esteri dell’Unione (in real-tà «Alto rappresentante per la

Politica Estera e di Sicurezza Comune») non esiste. Nell’ul-timo quinquennio, di Catheri-ne Ashton, la britannica che ha ricoperto l’incarico, non si è avuta notizia: la sua funzione teorica è rifiutata dagli stati (si è visto bene nelle ultime

evoluzioni, dalla Libia all’Ucraina). Quindi, per svol-gere il ruolo con un certo peso, ci vorrebbe una per-sona di qualità con curriculum inter-nazionale inappun-tabile e prestigio riconosciuto. Non è il caso della Moghe-rini. Non è detto, infi ne, che la nostra

candidata abbia reali chanches di riuscita: già ieri, i paesi del Nord-Est europeo hanno inizia-to ad arricciare il naso rilevando una posizione italiana fi lorussa, nella vicenda Ucraina. Poiché il responsabile (e autore) della nostra politica estera è il presi-dente del consiglio, il segnale è tutto diretto a lui.

Queste cose, un furbo come Renzi le sa benissimo: le ha imparate sin dagli inizi della carriera, fra gli scout, fra i giovani della Democrazia cri-

stiana, tra quelli della Marghe-rita e, poi, nella provincia e nel comune di Firenze. E, quindi, le applica in ogni circostanza e in ogni luogo. Basta ricordare l’«Enrico, stai tranquillo!» e la capacità di manovra all’inter-no del suo partito, di cui ha conquistato la maggioranza e gran parte della minoranza. Comunque, la Mogherini è in pista. Perché, allora, il premier si spinge tanto in questa dire-zione? E aggiunge l’affronto da dare, in subordine, il nome di D’Alema per il medesimo inca-rico, nell’ipotesi che, per ragioni di genere, la candidata non pas-si? Certo, D’Alema per relazioni europee e transatlantiche non sarebbe Il cavaliere inesistente come la Mogherini. E questo non lo accredita delle simpatie del governo italiano.

Il premier, quindi, can-dida la Mogherini solo per motivi politici nazionali. Oltre tutto, se passasse, si liberereb-be la casella ministero degli esteri, dandogli la possibilità di un rimpasto che, forse, irro-bustirebbe un governo, compo-sto, per ora, da mezze, modeste fi gurine. Per questa semplice ragione ho definito la candi-datura Mogherini una bufala e confermo ora la defi nizione.

Aggiungo un corollario: se, con le ambizioni (condivisibili) che manifesta, Renzi opera in que-sto modo, con manovrine da se-zione del vecchio Pci, poca stra-da si presenta innanzi a lui. E il semestre italiano, invece della marcia trionfale che annuncia, si rivelerà un percorso molto

accidentato, a partire dalle or-mai prossime raccomandazioni ai 28 paesi della Commissione testé scaduta. Quelle per l’Ita-lia confermeranno tutti i vincoli noti e tutte le diffi denze accu-mulate sino a ora.

www.cacopardo.it© Riproduzione riservata

Federica Mogherini

DI TINO OLDANI

L’edizione on line del New York Times ha dato ieri ampio rilie-vo a un reportage di Stanley Reed sul gasdotto South Stre-

am, progettato per collegare la Russia all’Europa del sud, saltando l’Ucraina. Grazie a un’applicazione gratuita del mio tablet dedicata al giornale Usa, ho potuto constatare l’enorme importanza strategica che gli americani di entrambi gli schieramenti, democratici e repub-blicani, attribuiscono al blocco dei lavori per la costruzione di questo gasdotto, ovviamente in chiave anti-Putin. Il re-portage, confermando quanto scritto su Italia Oggi due settimane fa, sottolinea quanto la recente visita di tre senatori Usa in Bulgaria sia stata decisiva per «convincere» il governo di Sofia a blocca-re i lavori per la costruzione del gasdot-to russo. Obiettivo che John McCain, senatore dell’Arizona ed ex candidato repubblicano alla presidenza, Ron Jo-hnson, repubblicano del Wisconsin, e Chris Murphy, democratico del Con-necticut, hanno centrato in pieno. «Ciò che dà potere a Putin sono il petrolio e le riserve di gas, unite alla dipendenza da queste fonti di energia dell’Europa sia dell’est che dell’ovest» ha spiegato il senatore Johnson al New York Times. «Ma dopo quanto è successo in Ucraina, non è il momento di fare business as usual con la Russia» ha aggiunto l’am-basciatrice Usa a Sofia, Marcie Reiss, soddisfatta del risultato ottenuto.

Sia pure di sfuggita, il reporta-ge del giornale Usa parla di un altro gasdotto sottomarino, il North Stream, che collega la Russia alla Germania, spiegando che è «già in uso dal 2011» ed è considerato dai russi un asset strategico della loro politica energetica verso l’Europa occidentale. In merito il giornale americano evita con cura di sollevare qualsiasi interrogativo (men che meno critiche) sulla politica ener-getica della Germania, consapevole che in questo caso gli americani devono fare i conti con un Paese ben diverso dalla debole Bulgaria. Un Paese che, con una cancelliera come Angela Merkel, non si farà mai dettare l’agenda sull’energia da tre senatori americani, per quanto forti di un mandato ricevuto dal presi-dente Barack Obama.

Anche per questo, il governo di Berlino non solo continua a intratte-nere intense relazioni commerciali con la Russia (dove conta seimila aziende a capitale tedesco ed esporta beni per cento miliardi di dollari l’anno in cam-bio del gas), non solo ha fatto di tutto per ammorbidire le sanzioni economi-che Usa contro i manager delle princi-pali imprese e banche russe dopo i fatti ucraini, ma sembra quantomeno per-plesso anche di fronte alla decisione della Commissione Ue di boicottare, in accordo con gli Usa, il gasdotto South Stream. Un punto di vista critico, quel-lo tedesco, tenuto fi nora sotto traccia, ma destinato a pesare sulle scelte della prossima Commissione Ue, che sarà

presieduta da Jean-Claude Jun-cker, e rinnovata nei suoi componenti tra quattro mesi. Una ragione in più per seguire con attenzione la politica Ue per l’energia, che anche nella vicen-da del South Stream ha dimostrato i limiti e le contraddizioni tipiche della Commissione Barroso: debole con i for-ti, forte con i deboli.

Non è ancora chiaro quale sarà il destino dell’Italia in questa partita. L’Eni, che è controllato dal governo di Matteo Renzi, è stato fi n dall’inizio il partner principale della Russia nella progettazione del South Stream. Ma dopo la doppia levata di scudi Usa-Ue, ha dovuto subire in aprile il cambio dell’amministratore delegato, e proba-bilmente anche della strategia geopo-litica. Di fatto, un cedimento sul piano della sovranità nazionale. Cosa impen-sabile in Germania, che – per quanto sia criticabile su altre questioni, come il Fiscal compact – in materia di energia merita tanto di cappello.

Fino dal 2003 il governo di Berlino ha varato un progetto ambizioso, chia-mato «Energiewende», con l’obiettivo di promuovere un modello centrato sulle energie rinnovabili, diventare leader mondiale nelle tecnologie del settore, chiudere gradualmente le centrali nu-cleari e ridurre le fonti fossili (petrolio e gas). Il progetto, molto costoso, è stato messo a carico delle famiglie, che paga-no la bolletta più cara d’Europa, versan-do un sovraprezzo di 6,24 centesimi per ogni kwh consumato. Con i 20 miliardi

annui così raccolti, il governo fi nanzia sia i produttori di energie alternative, sia le aziende consumatrici, comprese la chimica e la siderurgia.

A parte i vantaggi concessi alle industrie tedesche, criticati ora come possibili «aiuti di Stato» dall’Ue (vedi Italia Oggi di ieri), non tutto l’Energie-wende procede per il meglio. Le famiglie tartassate dalle alte bollette comincia-no a mostrare segni di insofferenza, che preoccupano la Merkel. E l’avvento del-le fonti alternative, dopo l’entusiasmo iniziale, procede a rilento: otto reattori nucleari sono stati spenti nel 2011, ma i restanti lo saranno soltanto entro il 2022; il carbone inquinante, invece di diminuire, rimane la fonte principale delle centrali elettriche (un kwh su due viene dal carbone), mentre le centrali a gas, pur meno inquinanti, non vanno ol-tre il 23 per cento. In queste condizioni arrivare al 40-45 per cento di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2025 sembra più uno slogan che una scelta credibile.

Per questo la Merkel ha deciso di giocare d’anticipo rispetto alla Com-missione Ue: entro il primo agosto il suo governo varerà un piano Energie-wende due, di immediata applicazione, con nuove regole che dovranno dare tranquillità alle famiglie e alle impre-se industriali. Un piano che, piaccia o meno alla Ue e agli Usa, non prevede nessuna riduzione delle importazioni di gas russo in Germania. Chapeau!

© Riproduzione riservata

TORRE DI CONTROLLO

I veti Usa e Ue contro il gas russo non convincono la Germania che anche nel settore dell’energia difende la sovranità nazionale

Luigi Di Maio, vicepresidente pentastellare della camera, chiede al premier megagalattico Matteo Renzi un nuovo incontro per giovedì. Non c’è tempo da perdere, infatti, sem-pre che si voglia varare sul serio una nuova legge elettorale. Una legge di compromesso, naturalmente: per metà Itali-cum, come piace al partito democratico riformato, e per metà Grandefratellum, Complicatellum o Svotarellum, secondo il progetto «nato sulla rete» (vale a dire nella testa di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio). Una legge — soprat-tutto — intra nos. Non c’è bisogno di nessun altro. Solo noi, mano nella mano. Si può fare a meno, lascia intendere Di Maio, degli alleati di governo del partito democratico, sia del Nuovo centrodestra che dei montiani superstiti. Soprattutto non c’è bisogno del Pregiudicato. Vediamocela tra noi, senza che ci metta il becco nessun altro. Stupisce che dal partito democratico nessuno appaia troppo impaziente di tornare in onda su YouTube? O Beppe Grillo, credendosi un’aquila, pensa davvero che Renzi sia invece un Ebetino?

IL CORSIVO

Ma Grillo crede davvero che Renzi sia un Ebetino?

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Page 11: Italia Oggi - 02.07.2014

11Mercoledì 2 Luglio 2014Mercoledì 2 LugliP R I MO P I A NOPino, capogruppo alla Camera, e Alfonsino, rieletto a Bari, al lavoro per le regionali 2015

I Pisicchio in cerca di nuovi lidiI due fratelli fuori dal Centro democratico di Tabacci

DI GIOVANNI BUCCHI

E adesso che fine faranno i due fratelli? I loro desti-ni (politici) resteranno ancora legati l’uno all’al-

tro, come negli ultimi vent’anni, oppure si separeranno? Il più grande, Giuseppe detto Pino, 60 anni, cresciuto nella sinistra democristiana di Donat Cat-tin, oltre a fare il deputato e capogruppo del Misto, è pure giornalista professionista. Al-fonso, detto Alfonsino, ha sei anni in meno, è vicesindaco uscente di Bari con Michele Emiliano, ma adesso il nuo-vo primo cittadino, il renziano Antonio Decaro, ha deciso di non richiamarlo in giunta, lui che è riuscito a strappare uno scranno da consigliere.

Stiamo, ovviamente, par-lando dei fratelli Pisicchio, Pino e Alfonsino, due politici di razza che dopo la fi ne della Democrazia Cristiana sono ri-usciti a restare sempre sulla breccia, saltando da un parti-to all’altro. Pino è stato fi no al 1994 deputato della Dc, poi ha mancato il ritorno alla camera col Ppi di Rocco Buttiglione, così nel 1999 è fi nito al Parla-mento europeo con la lista Rin-novamento italiano di Lam-berto Dini. Nel 2001 è tornato a Montecitorio sempre con Ri (nel listino bloccato della quo-ta proporzionale del Mattarel-lum), per poi passare all’Udeur di Clemente Mastella fi no ad approdare all’Idv di Antonio Di Pietro, che gli ha garantito l’elezione alla Camera sia nel 2006 che nel 2008, grazie all’ex pm che in entrambi i casi ha scelto la circoscrizione del Mo-lise per farsi eleggere, liberan-do così un posto in Puglia. Non pago, nel 2013 Pino è tornato alla camera col Centro Demo-cratico di Bruno Tabacci. E Alfonsino? Ha sempre seguito il fratello, ma restando sul livello locale. Prima come consigliere comunale e assessore a Bari con la Dc, quindi entrando in provincia nel 1999 con la lista Dini, l’anno dopo in regione fi no al 2005, quando ha mancato il bissotto il simbolo dell’Udeur per poi entrare in Comune nel 2009, questa volta con l’Idv, e fare in seguito il vicesindaco in quota Cd. Con un secondo e vano tentativo, nel 2010, di en-trare in Regione, in quel caso con La Puglia per Vendola.

L’ultimo cambio di ca-sacca dei Pisicchio è storia recente. E riguarda innanzi-tutto il deputato Pino, cacciato dal Centro democratico dopo una polemica scaturita su Il Quotidiano Italiano. È stato esautorato dall’incarico nella vice direzione nazionale del Cd, mentre Alfonsino è stato commissariato come segretario regionale pugliese dal deputato Angelo Sanza. Insomma, i due fratelli sono fuori dal gruppo dei tabacciani. All’origine dello

strappo, divergenze sulle stra-tegie politiche da adottare. Pino non ha fatto mistero della sua contrarietà all’operazione di Scelta Europea, poi naufraga-ta con un misero 0,7% alle ele-zioni del 25 maggio scorso, che prevedeva l’aggregazione con Scelta civica e Fare per fermare il declino. A suo parere, dopo lo 0,47% alle politiche del febbra-io 2013, il Cd avrebbe dovuto cercare un orizzonte più largo, anche se non si sa bene in qua-le direzione. «Evidentemente», ha poi scritto il capogruppo del Misto la settimana scorsa, «gli impulsi del ceto politico, pur-troppo senza consenso, e una visione non molto lungimirante hanno portato qualcuno a col-tivare l’illusione che, una lista europea raffazzonata all’ulti-mo momento, con compagni di strada privi di consistenza elettorale, potesse produrre un miracolo che non era certamen-te nel conto».

Le divergenze con Tabac-ci e i vertici nazionali si sono verifi cate pure a livello locale. Alle comunali di Bari, infatti, Alfonsino ha scelto di non pre-sentare la lista uffi ciale di par-tito, optando per una mezza via, pur sempre in alleanza col Pd: una lista civica che contempla-va sia il nome del Cd che quello del capolista, cioè di Pisicchio.

E tutto ciò in contrasto con i vertici nazionali. Tuttavia, pur avendo ottenuto lo scranno in consiglio comunale, Alfonsino non sarà assessore. La cosa non gli è piaciuta, l’ha detto ai quattro venti, ma potrebbe ricevere come premio di conso-lazione dal neo sindaco Decaro

la vicepresidenza dell’area me-tropolitana di Bari.

Sulla stampa pugliese si sprecano in questi giorni gli articoli e le ricostruzioni sulla fi ne della dinastia dei Pisicchio. Loro replicano dicendo di essere profondamente repubblicani, e di non interessarsi di dinastie

monarchiche. Ma , soprattutto, i due inossidabili fratelli, non hanno nessuna intenzione di darsi (politicamente) per fi niti. Il prossimo anno ci sono le ele-zioni regionali in Puglia, e i i Pisicchio sono già al lavoro per trovare un adeguato spazio.

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DI MIRKO CABRINI

Nonostante l’indice Pmi manifattu-riero sia calato da 53,2 a 52,6, ar-rivano buone notizie per l’industria italiana. Il settore macchine utensili,

robot e automazione vedrà infatti la ripresa quest’anno, nonostante un 2013 al di sotto del-le aspettative. A comunicarlo è Ucimu-Sistemi per produrre, l’associazione del comparto che ha tenuto la sua assemblea dei soci. Nel 2013 la produzione si è attestata a 4,487 miliardi, con un calo del 7% dovuto al -6,5% dell’export e alla discesa del 2% del consumo interno. L’industria italiana di settore, però, è risul-tata quarta tra i produttori mondiali e si è confermata terza degli esportatori.

L’anno in corso si chiuderà con un ripre-sa, dice il Centro studi Ucimu. Nel 2014 la produzione salirà del 4,4%, a 4.685 milioni di

euro. Le esportazioni cresceranno del 4,7% a 3.545 milioni. Anche il consumo italiano registrerà un incremento del 3,3% a 2,115 miliardi, dando nuovo impulso alle consegne attese in aumento del 3,4% a 1,14 miliardi. Cresceranno anche le importazioni (+3,3%), e salirà ulteriormente il rapporto export su produzione al 75,7%.

Non bisogna però cantare troppo presto vittoria. «II sistema Italia, ingessato, rischia di compromettere ulteriormente l’industria manifatturiera del paese», ha affermato Luigi Galdabini, presidente Ucimu, «La Legge Sa-batini ha dato impulso ai consumi di macchine e positivo è il credito di imposta del 15% per gli investimenti in macchinari consegnati entro il 30 giugno 2015.Ma non bastano per soste-nere il processo di rinnovamento dei sistemi di produzione».

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L’ITALIA È QUARTA NELLA GRADUATORIA MONDIALE DEL SETTORE

Macchine utensili e robot sono in ripresa quest’anno

DI RICCARDO RUGGERI

Uno degli aspetti più curiosi, per il quale non ho alcuna spiega-zione logica, è perché i tassisti siano considerati equivalenti

alle streghe di medioevale memoria. È l’unica categoria sociale che gode del disprezzo di tutti: liberisti e liberal in nome del mercato, Sinistra colta e povera perché li considera fascistoidi, il Fisco si accanisce con loro, fa analisi complicate, pur avendo a disposizione il tassametro, le élite politico-intellettuali parlano di-sgustate sia delle loro auto, sia dei loro fiati, i «professoroni» li prendono come ca-vie per dimostrare, in negativo, cervelloti-che teorie economiche. Pare che debbano guardarsi persino dai vigili urbani, oltre dagli orrendi ciclisti che si sono imposses-sati delle città, compiendo impunemente, ogni tipo di reato.

Io sono fermo a una analisi di mio papà (valore zero, essendo lui un sem-plice operaio antifascista) che ascriveva a merito di Mussolini, oltre alle colonie elioterapiche per i bambini, all’architet-tura pubblica del Piacentini, agli investi-menti sull’igiene, pure la creazione della corporazione dei tassisti. Negli anni ’20-30 assegnò le prime licenze per le auto pubbliche a ex detenuti per un loro defi -nitivo ricupero sociale, visto che nessuno voleva assumerli. Il tassista, in fondo, è un operaio sfi gato, è costretto a fungere (è servizio pubblico) da «pronto soccorso

privato» del peggio dell’umanità cittadina (drogati, ubriachi, delinquenti, etc.), gua-dagna quanto un operaio pur lavorando 12 ore anziché 8, ha tassi di assenteismo vicini allo zero, in luogo del classico ca-mera/tinello/cucinino i suoi risparmi li investe nel taxi e nella licenza (le sue macchine utensili), sciopera un centesi-mo degli altri, non ha alcun diritto sociale, men che meno il mitico art. 18, persino la toilette per lui è oscenamente random. Ora la polemica si è riaperta, con l’arrivo di una app, dal nome inquietante, Uber.

Uno degli aspetti più affascinanti di New York è andare in strada, alzare un braccio e, oplà, un taxi come d’incanto si ferma: lo confesso, in quel momento mi sento un uomo potente. Forse perché un arrogante ragazzotto, certo Travis Ka-lanick, l’inventore dell’app Uber, vuole costringermi a digitare qualcosa sul cellulare, e poi attendere una limousine nera, dai vetri oscurati, profumata come quelle signorine che nel ’58 certa Merlin decise di resettare? O perché le mitiche vedove del Wisconsin vedano crescere il loro investimento, ancor prima della quo-tazione uffi ciale, a 18 miliardi di $? Cioè quanto Hertz e Avis (a proposito, chissà quanto valuteranno la FCA di Marchion-ne che le auto pure le fa!). Comunque, per NY ora sono tranquillo, c’è stato l’accor-do (Uber rispetterà la legge sul trasporto pubblico!), io continuerò ad alzare il mio braccino per fermare gli amati «yellow cab», anche se, per sentirmi a la page,

ho usato Uber, pagando una tangente del 30%, per andare dall’hotel al Kennedy, presentandomi al check in oscenamente profumato.

Mi hanno spiegato gli amici di Wall Street che Kalanick, dopo aver superato (retrocedendo) l’ostacolo più diffi cile, cioè inserirsi nel trasporto pubblico dovendo però rispettare la legge, ha inaugurato, a NY, una sub-app della maxi app Uber, detta Uber Rush (io l’avrei chiamata Uber Mercury). Si tratta di consegnare, usando piedi o bici, no auto, pacchi (a Natale per-sino gli alberi!) da parte di ragazzotti con le ali ai piedi, intascando la solita tangen-te del 20-30% sul loro lavoro. È probabile che la prossima mossa sarà consegnare i prodotti dei negozi ai clienti, in concorren-za con Amazon Fresh, il servizio di spesa on line lanciato dal mitico Bezos.

Mi guardo allo specchio, e temo di sci-volare verso lo status di liberale di serie B: infatti non provo alcun orgasmo a ve-der declinare il concetto di concorrenza in questo modo, non mi eccito di fronte a business-men 3.0 come Bezos o Kalanick, che vivono di tangenti (è troppo dire che erano meglio i padroni delle ferriere?), anzi, mi scopro cattivo, spero che le (miti-che) vedove del Wisconsin perdano i loro quattrini così investiti, allo scoppio della prossima bolla (quando arriverà, sappia, che sarà benedetta).

[email protected] @editoreruggeriv

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IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI

Non mi eccita la concorrenza alla Bezos (Amazon) o alla Kalanick (Uber) due tizi che vivono di tangenti

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Page 12: Italia Oggi - 02.07.2014

12 Mercoledì 2 Luglio 2014 P R I MO P I A NOLa ripresa comincia solo dall’economia reale che vuole capitali di rischio a lungo termine

Con la moneta non si va lontanoAnzi essa può arroventare cinque braci già accese

DI PIETRO BONAZZA

L’uomo comune capisce poco di economia, ma anche gli economisti, salvo alcuni, non molto

di più, almeno stando alle loro analisi, interviste e messaggi vari. Si leggono, in questi gior-ni, considerazioni assai ispirate: a) sulla necessità di rilanciare l’economia inflazionando di moneta i mercati per abbassa-re i tassi interesse, anche se è risaputo che il tasso zero non è mezzo adatto a quel fi ne; b) i corsi dei titoli azionari sono sa-liti, dimenticando che il rappor-to P/E sta raggiungendo livelli problematici; c) le banche sono in ripresa, sottovalutando che hanno gli armadi pieni di carta straccia (derivati) e hanno in-suffi cienza di capitali, come ri-velano gli stress test in attesa di Basilea 3, che le metterà alle corde.

In economia non servono l’ottimismo né il pessimismo, conta solo la realtà e una visio-ne non autoillusoria dei target e dei percorsi per realizzarli. So-prattutto in Italia le idee sono nebbiose, forse per abitudine al fascino della chiacchiera, in cui

sono bravi i politici e l’attuale timoniere, che con una mano promette di dare e con l’altra toglie a usura anticipata. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (mentre a Roma si discute, Sagunto viene espu-gnata) scrive Tito Livio ed è an-cora vero. Infatti, se proprio non siamo al fuoco, sotto la cenere ci sono cinque braci accese, di cui si parla poco, forse per ignoran-za dell’esperienza passata, e si tratta di bolle pronte a scoppia-re, non importa dove per prima, perché gli effetti non sono con-trollabili:

a) negli Usa il mercato im-mobiliare è tornato a essere drogato;

b) i corsi azionari potrebbero presto invertire la rotta, fi niti gli effetti dei tassi d’interesse a zero. Ricordiamo che Alan Greenspan ha defi nito la corsa della borsa, come «esuberanza irrazionale»;

d) l’infl azione potrebbe salire al 2% nella Ue, ma, ammesso di poterla controllare, farebbe solo gli interessi dei debitori e i lavoratori sarebbero i primi a pagarne il prezzo;

e) le banche francesi e tede-sche, meno le italiane, sono a

corto di capitali e devono capi-talizzarsi, ma dove troveranno i sottoscrittori? Soprattutto è te-mibile il rischio di default delle banche cinesi;

f) la massa di carta derivata è diventata un diluvio universa-le. Oggi sembra che l’economia reale (per esempio: quella che ci dà il panem cotidianum) conti poco e che la vera ricchezza sia nella carta fi nanziaria e negli intangible.

Tre osservazioni:a) con la moneta non si va

molto lontano; b) la ripresa può iniziare solo dall’economia rea-le, che ha bisogno di capitali di rischio a lungo termine non di elemosine statali o bancarie; c) non è vero che l’Italia sia uno stato povero mentre gli italiani sarebbero ricchi, perché, anche se lo fossero, bisognerebbe to-gliere, dal valore lordo, la quo-ta di debito pubblico, che è una tara pesante gravante su ogni cittadino, sfatando un luogo comune. Non si deve demoniz-zare la virtù del risparmio, in-vece ricordare che ogni giorno la crescente pressione fiscale toglie una quota di libertà in-dividuale.

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DI GIANFRANCO MORRA

Una berlinguerite epidemica e nefasta. In più di un mese di insistenza molte reti del-la Rai l’hanno trasmessa ai

cittadini («Berlinguer nelle case de-gli italiani», avvertiva uno dei titoli). Cominciò Veltroni, con una sincerità che lo redimeva dalla liturgia di par-tito («Quando c’era Berlinguer»). Con-tinuarono le reti Rai con sfacciata e sentimentaloide ripetitività: «Correva l’anno», «La voce di Berlinguer», «Ber-linguer, passione politica», «La visione lontana». Arruolato anche Vespa, han-no resuscitato l’Eroe per farcelo vedere mentre moriva. E un urlo s’è levato da ogni contrada: «Santo subito». BERlin-guer come BERgoglio, un confortevole mito da BERe (l’accostamento dei due è di Scalfari).

Nei momenti di miseria e deso-lazione come il nostro, la speranza, ultima dea a morire, si rivolge ai miti passati, per cercare un appoggio e un conforto. L’utopia, questo progetto otti-mistico volto a creare un futuro radioso, è incancrenita. Nasce la contro-utopia, la santifi cazione del passato, perché «si stava meglio quando si stava peggio», in quanto la speranza ancora illumi-nava il cammino. E la scelta di Berlin-guer come Modello e Padre ha le sue ragioni, dato che nessuno può negare in lui vocazione e coraggio, intelligenza e passione.

Ma ogni medaglia ha due facce. E anche quella del Sardo brilla solo da una faccia, quella che la Rai ha enfa-

tizzato stucchevolmente per coprire l’altra: gli errori, le ambiguità, le colpe. Cose ovvie e comprensibili in un lea-der politico, che non possono cancellare quanto di valido, di onesto, di sincero ha fatto. Sono state parte della sua vita e dimenticarle è un errore storiografi -co, anche quando non sia operazione di squallida piaggeria: proprio la sua indi-scutibile moralità personale (non solo la «questione morale»!) e il suo asciutto rigore vengono più offesi che esaltati da commemorazioni così servili.

Solo poche considerazioni sul-le sue colpe. Anzitutto sul distacco da Mosca. Se Gramsci aveva enun-ciato una via italiana al comunismo, Berlinguer, creatura dello staliniano Togliatti, capì la necessità di stac-carsi dal Cremlino, i cui metodi era-no inadatti per l’Europa democratica. Ebbe il coraggio di dirlo a Mosca già nel 1969, quando, anche in difesa delle Cecoslovacchia appena occupata, rifi u-tò di fi rmare la relazione fi nale. Subito venne considerato dai sovietici come deviazionista e quando nel 1973 un ca-mion militare investì la sua automobile a Sofi a, ebbe il sospetto che si trattas-se di un attentato del Cremlino; e non esitò ad affermare (in un’intervista a Giampaolo Pansa) che la Nato era uno scudo per il socialismo.

Ambiguo fu il suo atteggiamen-to verso le Brigate Rosse negli anni di piombo. Prima considerate «compagni che sbagliano» e solo quando rivolsero le armi contro il Pci defi nite «nuovo squadrismo». Berlinguer accreditò anche l’invenzione che Feltrinelli

fosse stato vittima di un complotto della Cia. Segno evidente che l’euroco-munismo, ch’egli intendeva realizzare, era pur sempre un comunismo. Peggio ancora il suo giudizio sui Vietcong, re-sponsabili di terribili genocidi: «eroici combattenti».

E l’oro di Mosca? Come l’Ameri-ca foraggiava i partiti democratici dei paesi occidentali, così Mosca, da sem-pre, pagava i partiti comunisti. Dopo la caduta dell’Urss conosciamo, grazie alla vasta opera di un intellettuale di sinistra come Valerio Riva (Oro da Mosca, Mondadori, 1999, 882 pagine!), anche le cifre di questi pagamenti. E, soprattutto, sappiamo che non cessò l’invio di rubli durante la segreteria di Berlinguer; come non cessarono i lau-ti guadagni del Pci tramite imprese di export con l’Unione Sovietica. Sino alla caduta dell’Urss.

Infi ne la politica italiana, che lo vide continuare la linea immutabile del Pci: impedire con ogni mezzo la formazione di un socialismo democra-tico. Berlinguer era disposto al compro-messo storico con la Dc, ma non alla socialdemocrazia. Ecco perché i suoi ultimi anni furono animati dal feeling con Moro e dalla guerra contro Cra-xi. Berlinguer volle e perse un refe-rendum, voluto da Bettino e celebrato appena dopo la morte di Enrico, sulla riduzione della scala mobile, divenuta una zavorra per l’occupazione.

Giusto il giudizio di Veltroni, suo giovanissimo collaboratore: «Se Craxi innovava, la trasformazione di Berlin-guer era insuffi ciente. Il Pci soffriva

l’innovazione in quanto tale». Si pensi al 1980, l’anno della marcia dei 40mila della Fiat: Berlinguer corse ai cancelli e promise l’appoggio del Pci alla oc-cupazione della fabbrica. O al 1983: i missili europei furono installati con il consenso di Craxi, mentre Berlinguer era del tutto contrario. La storia ha mostrato che, senza quei missili, la guerra fredda non sarebbe fi nita.

Non intendiamo certo contrap-pore alla beatifi cazione della Rai la demonizzazione di un leader, che per alcune ragioni merita rispetto e anche imitazione. Di errori ne ha fatti non pochi, ma quale politico riesce ad evi-tarli? Eppure la sua personalità emer-ge ancora, a trent’anni dalla morte, come quella di un leader diffi cilmente comparabile. Tanto che, dopo di lui, il partito di Gramsci è scivolato in una spirale di progressiva dissoluzione, sino a cercare, oggi, proprio quella via di una sinistra democratica, che nes-suno dei suoi segretari aveva avuto il coraggio di fare propria. Non a caso la tenta un uomo, che nulla ha avuto a che fare con il Pci di Berlinguer, né con i residuati bellici della sua segreteria, che lo combattono aspramente.

Nella nostra epoca la fi gura di Berlinguer brilla di luce propria. Anche se aveva un occhio solo, sem-pre meglio della cecità della «casta» politica, opportunista e talvolta anche disonesta, che oggi prevale (beatus monoculus in terra caecorum). Proprio perciò era giusto che la Rai lo ricor-dasse, ma trasmissioni così acritiche e antistoriche non le meritava certo.

NE HA FATTO UN SANTINO DEVOZIONALE QUANDO INVECE MERITAVA DI ESSERE DESCRITTO PER COM’ERA

Rai, mandando in onda trasmissioni turibolanti e reiterate, ha abusato del tempo dei suoi utenti e reso un pessimo servizio anche a Berlinguer

Europa di Riccardo Ruggeri

Serve all’Italia avere Miss Pesc? No, non è né pesca né • pesce.

Flessibilità

Curiosamente in Italia “fl essibilità” signifi ca crescita, per • l’Europa invece argent de poche.

Giustizia

Con la riforma della giustizia ci manderanno a casa l’av-• viso di garanzia precompilato?

Grugliasco

Renzi non è andato alla Maserati di Grugliasco. Chi • dichiarerà un’ora di sciopero?

Califfato

Quando Salvini fonderà il Califfato Pedemontano con • Canton Ticino-Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia?

Jihad

Oggi il numero dei martiri cristiani uccisi dai jihadi-• sti è superiore a quello al tempo dei romani. Avrà un signifi cato?

Mondiale

E se il time out fosse un’alterazione dello spirito del • calcio?

BRIOCHE E CAPPUCCINO

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Page 13: Italia Oggi - 02.07.2014

13Mercoledì 2 Luglio 2014Mercoledì 2 LugliP R I MO P I A NO

Renzi ai magistrati: «Carriera per meriti, non per cor-renti». Avete presente il Pd? Ecco, tutto il contrario.

Filippo Merli

Femminicidio redditizio, via Inps

Massimo Parlanti, reo confesso, è stato condanna-to con rito abbreviato a 18 anni di carcere per aver assassinato la ex moglie Beatrice Ballerini, mia so-rella. Dall’Inps ho poi appreso che mentre i bambini di mia sorella, che noi stiamo accudendo, prendono il 40 per cento della pensione che spetta loro perché maturata dalla loro mamma, a lui - l’omicida - spetta l’altro 60 per cento, e ne avrà diritto a vita. Questo accade perché non c’è un meccanismo automatico che prevede la dichiarazione di «indegnità a suc-cedere» per l’assassino del coniuge, e così oltre la pensione, agli assassini spetta anche le eredità di chi ammazzano. È inevitabile la sensazione di vivere in un parados-so. La domanda a cui ancora oggi non riesco a dare risposta è: abbiamo una legge assurda e demenzia-le, fatta per i delinquenti, oppure semplicemente la giustizia, si scorda qualcosa, si distrae ulterior-mente? È importane reagire subito, primo, perché è giusto farlo, secondo, perchè il fenomeno cresce e questi massacri non devono diventare «appetibili» per chi con ragionamento contorto, è sull’orlo di una decisione. Deve quindi esserci un meccanismo automatico che preveda la dichiarazione di «indegnità a succedere» per l’assassino del coniuge. Questo è quello che chiedo nel nome di mia sorella e di tutte le donne uccise.

Lorenzo Ballerini, via Change.org

Cosa farà Carla Bruni a piede libero?

Con l’annuncio choc dell’arresto di Sarkozy trema anche il mondo musicale internazionale: Carla Bruni sarà gioco-forza costretta, per fare quadrare il bilan-cio familiare, a tornare a imbracciare la tanto amata chitarra? Rischiamo di trovarcela a febbraio sul palco del Festi-val di Sanremo? Speriamo vivamente nel playblack.

Andrea Montanari

Il Lingotto ballerà da solo

Nessuno chiede a Giorgio Squinzi il certificato medico per l’assenza alla riunione dell’Unione Industriale di Torino di lunedì scorso. Così come nessuno chiede conto a Matteo Renzi del suo forfait. Entrambi, comunque, hanno mancato l’incontro con gli operai della Fiom che protestavano davanti allo stabilimento di Grugliasco dove si è tenuta la riunio-ne della Confindustria torinese, oltre che con i vertici della Fiat lasciati, anche visivamente, soli con le loro problematiche interne. Poi però non ci si sorprenda se il Lingotto scopre, una volta di più, che preferisce ballare da solo.

Gabriele La Monica

Il mio cuore sanguina

Il mio cuore sanguina per la morte dei tre ragazzi israeliani di cui leggo molto su giornali e social net-work. Prendersela con i bambini è qualcosa di davvero spre-gevole. Intollerabile. Disumano. Il mio cuore sanguina anche per la morte dei 1.520 bambini palestinesi ucci-si e dei circa 6.000 bambini feriti negli ultimi 14 anni. Di cui non ho letto mai più di una riga sui giornali e nessuna sui social network. Come il 18enne ucciso giorni fa nel corso di un raid su Gaza. Chi uccide una sola vita uccide il mondo intero.

Luigi Chiarello

Cifre a caso nel frullatore

Domenica scorsa la Repubblica, nelle pagine due e tre ha preso il piano Hollande che era stato per pri-mo segnalato da Tino Oldani su ItaliaOggi, l’ha in-testato a Renzi e a Hollande (un furto politico oltre a quello giornalistico!), e ha comunicato agli italiani che ci sono 240 miliardi da investire per il semestre italiano. Una somma grossolana, che attribuisce a un semestre l’ipotetica somma annuale da investire, ammesso che il piano Hollande sia condiviso dalla prossima Com-missione Ue. Insomma, un concentrato di bufale e di bava difficilmente superabile.

Mariano Cacciapuoti

LETTERE

DI PAOLO SIEPI

Elton John: «Gesù sa-rebbe favorevole alle nozze gay». In effetti l’unto dal Si-gnore un’apertura l’ha fat-ta. Il rompi-spread MF.

Berlusconi apre ai diritti di gay e lesbiche. Deve essersi divertito parecchio all’ultima festa. Spinoza. Il Fatto.

Osama voleva il califfato. Con Obama è nato il califfato. Andrea Bartelloni. Il Foglio.

Il programma energetico di Nigel Farage, il nuovo alleato di Grillo in Europa, prevede: gas, nucleare e carbone. Perforazioni per lo shale gas, fi ne degli incentivi alle rinno-vabili, negazione dell’effetto serra. Infi ne qualche insulto per gli ambientalisti che vogliono affamare gli ingle-si. Domanda: ma perché i grillini se la prendono con la politica energetica del governo italiano? Forse perché è troppo moderata? Chicco Testa. Il Foglio.

Per me il vero problema è quello di ri-formare le notizie. Massimo Bucchi. il venerdì.

La parola chiave è l’avverbio «così». Quan-do appare in un titolo col verbo «cambiare» coniugato al futuro, conviene indossare le

mutande di ghisa, perché sta arrivando il cetriolo della fregatura. La new wave dei giornali di anticipare epoca-li riforme inesistenti o sola annunciate o appena pensa-te, per compiacere i governi

(spesso all’insaputa dei medesimi), nacque ai tempi di Monti, dilagò sotto Letta jr. ed è esplosa con Renzi. Nell’era Montiana le avanguardie dattilografe erano tutte un fris-son per l’Eldorado prossimo venturo. Breve antologia dal Corriere. «Fornero: così cam-bierà il lavoro» (18-12-2011). «Fisco, casa, pensioni: così si cambia» (23-12). «Catrica-là: così può cambiare la Rai» (10-1-2012). «Famiglie e professioni: la vita cambia così» (21-1). «Monti e Obama: ‘‘Cambiare il nostro stile di vita’’» (10-2). «Così cambiano le pro-fessioni» (4-8). «Così cambiano i tribunali» (11-8). Poi non cambiò una mazza, né «così», né altrimenti, a parte una serie di rapine ai ceti meno abbienti e di regali alle banche. Marco Travaglio. Il Fatto.

Domenica 23 gennaio 1994. Ennesima intervista di Leoluca Orlando contro La Malfa e Del Turco. Vedo alla tv la faccia di Leoluca e quelle di altri progressisti. Mi sembrano disfatte da un logorio anche so-matico. Possibile che non ci sia gente diver-sa e più giovane da presentare agli elettori? Persino il terrifi cante Berlusconi sembra nuovo al confronto di tante mummie della sinistra. Giampaolo Pansa: Tipi sinistri. Rizzoli. 2012.

Non è vero che Antonio Gramsci sia stato elogiato, incensato e poi buttato nel cestino, come si sente dire spesso. Gramsci, in Ita-lia, è stato applicato alla lettera. E ha avuto successo anche alla luce dei suoi seguaci. Il Partito comunista italiano era davvero diverso dal Partito bolscevico russo. E ha fatto la sua rivoluzione in modo così origi-nale che nessuno se ne è accorto. Nemme-no i suoi autori. Lenin voleva un partito di quadri (non da appendere ai muri, anche se molti sono stati appesi), un partito te-nuto insieme da una disciplina sacerdotale e militare. Gramsci ha preferito un parti-to di massa, da affi dare ai burocrati della cultura, i cosiddetti intellettuali organici; un partito tenuto insieme, non tanto con il fi l di ferro della disciplina, quanto con

il calcestruzzo della conformità delle idee, se volete, con il conformismo. Lenin voleva conquistare il potere, lo Stato, la macchi-na di governo. Gramsci voleva conquistare la società, il senso comune, la macina dei giudizi. Lenin considerava indispensabile la dittatura del proletariato. Gramsci ri-

teneva più utile l’egemonia culturale delle idee. Hanno avuto successo tutti e due. E infatti: Lenin ha con-quistato il potere, e con la dittatura del proletariato (esercitata da Stalin e da

Breznev) ha distrutto, dopo settant’anni, lo stato sovietico. E Gramsci ha conquista-to gli intellettuali, e con l’egemonia idea-le della Nuova Sinistra (dunque con idee non sue, ma con il suo metodo) ha distrutto, dopo 45 anni, il senso comune degli italiani. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli. 1991.

Charles Dickens descrisse così Thomas Grandgrind, protagonista di Hard Times: «Era come se si costruisse un osservatorio senza fi nestre e un astronomo volesse or-dinare là dentro l’universo stellato solo con penna, carta e calamaio, così Grandgrind nel suo osservatorio privato, non aveva bi-sogno di gettare un’occhiata alla miriade di esseri umani che brulicava attorno, ma regolava i loro destini su una lavagna e can-cellava tutte le loro lacrime con un sudicio pezzo di spugna». Togliete penna, carta e calamaio, aggiungete il personal computer, e ottenete la siluetta dell’economista con-venzionale, trasferito dal XIX alla scorcio del XX secolo. Sergio Ricossa, Maledetti economisti. Rizzoli. 1996.

Il meglio di sé, Ansaldo, lo dava a tavola.

Il suo appetito era inesauribile come la sua aneddotica. Quando spartiva la mensa con Leo Longanesi, la conversazione si trasfor-mava in un’olimpiade della brutalità. «Detto fra noi, quel suo articolo, caro Ansaldo, era una boiata. L’ho pubblicato solo per sputtanarla come traditore. Perché, in tutta la sua vita, lei non ha fatto altro che tradire: il fasci-smo, l’antifascismo...». «È per questo che ci intendia-mo così bene, lei e io. Perché anche lei, non faccio per dire...». «Sì, ma con più eleganza. Io sono la libellula del tradimento. Lei un elefante... Eppoi, vorrebbe mettere? Io sono stato un magnaccia di Mussolini, lei di Cia-no». «È vero. Ma in un mondo di puttane, cos’altro può fare se non il magnaccia?». E via di questo passo. Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli. 2009.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si affaccia da un balconcino e, con l’indice della mano destra teso, urla: «Vai Bruti Liberati e scatenati!». Vignetta di Vincino. Il Foglio.

Un frate / in una nuvola / di tonaca / corre in motocicletta / va in fretta / da un moribon-do. / Così, / grazie alla Lambretta / e al super Esso / il carburante più extra / del mondo / un peccatore sale in cielo / assolto. / Dopo non molto / nello stesso giorno / al ritorno / presso Lambrate / va fuori strada il frate. / Il cielo gli è negato / per l’eternità. / È morto in peccato. / Eccesso di velocità. Marcello Marchesi, Essere o benessere. Rizzoli. 1962.

L’aeroporto di Fiumicino riaperto al traf-fico di droga. Amurri & Verde, News. Mondadori. 1984.

Lui, a letto con un’altra, pensa a sua moglie. Lei, a letto con un altro, pensa a suo marito. Questa è fedel-tà. Roberto Gervaso. il Messaggero.

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PERISCOPIO

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14 Mercoledì 2 Luglio 2014 P R I MO P I A NOIl ; nanziere tedesco era stato nominato quattro giorni dopo la rinuncia di papa Ratzinger

Il presidente Ior è a fine corsaFra i probabili successori ci sono Sarmi e Dalla Sega

DI ANTONINO D’ANNA

La notizia è nell’aria: la sostituzione di Ernst von Freyberg, presi-dente dell’Istituto per

le Opere di Religione (lo Ior, la banca vaticana), potrebbe diventare realtà. Ma non così rapidamente: secondo quanto Italia Oggi può riferire, Ol-tretevere si parla di un avvi-cendamento in «tempi medi», diciamo tra la fine di quest’anno e la metà del prossimo. Sono in molti a scommettere che il presidente tede-sco dello Ior nominato il 15 febbraio 2013 e cioè quattro giorni dopo l’annuncio del-le clamorose dimis-sioni di Benedetto XVI (una nomina, si disse allora, targata Tarcisio Bertone, ossia l’ex Segretario di Stato di Joseph Ratzinger e per bre-ve tempo anche di Jorge Mario Ber-goglio), lascerà il suo comando nel Torrione di Niccolò V, sede del-lo Ior, appunto.

Chi sostiene questo ru-mor spiega anche il perché: von Freyberg avrebbe sollevato perplessità in Papa Francesco a proposito del futuro dell’Isti-tuto. Si dice che Bergoglio abbia molto apprezzato le iniziative messe in campo dal presidente Ior per la trasparenza; ma l’idea di una «banca per la banca» che il presidente tedesco vorrebbe portare avanti non lo avrebbe

del tutto convinto.Adesso il dibattito si spo-

sta sulla possibile successio-ne. Un anno passa abbastanza velocemente, e per la sostituzio-ne di von Freyberg si indicano due cordate: la prima sarebbe vicina al nome di Massimo Sarmi, 66 anni, ex a.d. di Po-ste Italiane e oggi presidente di MedioCredito Centrale Spa. Questa cordata vedrebbe la presenza degli americani, pri-

mi finanziatori del Vaticano con le loro offerte. Gli america-ni sono già presenti nel board dello Ior grazie alla presenza di Carl Anderson, Cavaliere Supremo (ossia ceo e Presiden-te del cda) dei ricchi, e molto potenti, Cavalieri di Colombo, organizzazione caritatevole cat-tolica nata nel 1882 con quasi 2 milioni di soci nel mondo. Con un eventuale sostegno a Sarmi

potrebbero quindi acquisire un peso maggiore.

Dall’altro lato resiste la cordata italiana. La fi nanza bianca cattolica, con buona pace di chi la indicava come defun-ta, può suggerire e indicare il professor Franco Dalla Sega. Trentino, 54 anni, Dalla Sega è già con un piede in Vaticano perché nell’aprile scorso è stato nominato Consulente speciale ad interim dell’Apsa (Ammini-

strazione Patrimonio Sede Apostolica), quella che do-vrebbe essere la vera ban-ca centrale della Santa Sede. Nel suo curriculum anche l’insegnamento – in qualità di associato - di Economia aziendale nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Mila-no e la cattedra (titolare) di Contabilità e Bilanci d’Impresa e di Tecnica professionale nella facol-tà di Economia. Una cosa però sembrerebbe chiara: i tedeschi hanno perso. E nei prossimi mesi, in vista del Sinodo straordinario della Famiglia previsto per ottobre, potrebbe ar-rivare una sostituzione

eccellente: quella dell’attuale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (e ratzingeriano doc), cardinale Gerhard Ludwig Mueller. Classe 1947, potrebbe essere promosso alla guida di un altro dicastero o a una grossa diocesi tedesca. Come Amburgo o Colo-nia, per esempio, al momento vacanti.

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DI ANDREA GIACOBINO

Gilberto Benetton quintuplica il cash nella propria cassaforte. Il bilancio 2013 della sua Regia si è infat-ti chiuso con disponibilità liquide pari a oltre 15,1 milioni di euro rispetto ai 3,6 milioni del precedente esercizio e ciò è frutto anche dell’azzeramento della quota in Mediobanca (di cui Gilberto è consigliere d’amministrazione) che nell’ottica di razionaliz-zazione degli attivi della dinastia di Ponzano Vene-to è stata trasferita alla holding Edizione che oggi detiene il 2,16% dell’istitu-to di Piazzetta Cuccia. Per suo conto Gilberto, come d’abitudine, ha rafforzato la sua società mandando interamente a riserva gli oltre 6,7 milioni di utile, di poco inferiori rispetto ai 7,6 milioni di profitto del 2012: la diminuzione, pur in presenza di un dividen-do di 8,5 milioni incassato da Edizione, si deve ad oltre 4 milioni di svalutazioni che hanno colpito per 3,7 milioni la collegata Immo-biliare Sm.Su un totale di attivo di 136,3 milioni, Benetton con-ta su immobili per 35,8 milioni siti perlopiù a Treviso, Cortina e Jesolo e immobilizzazioni finanziarie per 80,3 milioni. Fra gli attivi, alle voci controllate e collegate, spiccano Piazza Venezia srl (31,1 milioni), Immobilia-re Sm (18,5 milioni) e Investire Immobiliare Sgr (12,2 milioni); mentre tra gli asset più finanziari compaiono azioni Generali per un controvalore di 3,2 milioni, quote del fondo Immobiliare Scarlatti (4,2 milioni) lanciato dal Leone di Trieste e di Alcedo Sgr (3,4 milioni).

Bene l’immobiliare Del VecchioLeonardo Del Vecchio rientra, via Lussemburgo, di oltre 150 milioni di euro sul mattone. Nei giorni scorsi, infatti, sono stati depositati nel Granducato i verbali di due contestuali assemblee straordinarie svolte dalla wAterno e dalla Dfr Investments, che detengono la mag-gioranza relativa (27,6%) della Fonciére des Regions

(Fdr), il gruppo di real estate quotato alla Borsa di Parigi, controllante di Beni Stabili. Nel dettaglio, Aterno (cui fa capo il 17% irca di FdR) ha ridotto il capitale di oltre 112 milioni portandolo a soli 12 mila e 500 euro, cancellando i 4,4 milioni di titoli posseduti dalla controllante holding lussemburghese Delfin, che annulla così dei crediti intercompany. Stessa ope-razione è stata eseguita da Dfr Investment (che pos-siede l’11% circa di FdR) che ha ridotto il capitale di

45,3 milioni portandolo a 900 mila euro, cancellando gli 1,8 milioni di titoli detenuti da Delfin che a sua volta an-nulla i crediti. Dopo la perdita di 35,4 milioni del 2012, causata da svalutazioni per 70 milioni, lo scorso anno Aterno ha registrato un utile netto di 32 milioni e ha distribuito a Delfin una cedola di 25 milioni. Parimenti Dfr nel 2013 ha segnato un utile di 18,7 milioni contro il passivo di 622 mila euro dell’anno prima, potendo così erogare un dividendo di 8 milioni.

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CARTA CANTA

Gilberto Benettonalla grande

DI VALERIA COVATO

Sugli e-book si scorge un’inedita sin-tonia fra ex comunisti e intellettuali turbo-liberisti.

Il caso - Nonostante il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini avesse lasciato trapelare la sua intenzione di abbassare l’aliquota sugli e-book al 10%, nel decreto cultura fi rmato dal Consiglio dei ministri presieduto da Matteo Renzi la disposizione non ha trovato spazio. Por-tare l’iva dei libri digitali dall’attuale 22% ad una quota non superiore al 10% (contro il 4% del formato cartaceo) avrebbe signi-fi cato – secondo Franceschini – fi nire «au-tomaticamente in procedura d’infrazione» da parte di Bruxelles, la stessa che stanno affrontando Francia e Lussemburgo.

Proposta vendoliana - In attesa dell’impegno promesso dal ministro di af-frontare la questione nel semestre europeo di presidenza italiana, alcuni deputati di Sel di Nichi Vendola (ora alle prese con smottamenti di parlamentari verso il Pd renziano) hanno presentato un emenda-

mento al decreto cultura per equiparare l’iva applicata agli ebook a quella dei libri tradizionali.L’emendamento, che riproduce un’analoga proposta di legge di iniziativa parlamentare sempre di Sel, si spinge però oltre l’intenzione originaria del ministero della cultura di abbassare l’Iiva al 10% nel tentativo di un totale allineamento all’iva applicata ai libri cartacei.

Elogio liberista - La proposta degli ex comunisti di Sel ha trovato pienamente d’accordo i liberisti dell’Istituto Bruno Leoni che invocano adesso l’eguaglianza fi scale tra i volumi cartacei e digitali: «L’al-lineamento - sostiene Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni - non può però che essere totale. L’iva sugli ebooks va abbassata per un ovvio e semplice motivo di eguaglianza fi scale: «I Promessi sposi» restano sempre gli stessi, che siano impressi su un supporto informatico o su carta. Non c’è quindi ragione, in termini di equità, di trattare fi scalmente come beni diversi un libro cartaceo e lo stesso libro in formato elettronico».

www.formiche.net

EX COMUNISTI E LIBERISTI DEL LEONI PER L’AVVICINAMENTO DELL’IVA

Manzoni in libro viene tassato molto meno che in e-book

Leonardo Del Vecchio

Gilberto Benetton

Vignetta di Claudio Cadei

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15Mercoledì 2 Luglio 2014ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIAPerché, per Dario Fertilio, vuol ricostruire l’impero sovietico e addirittura quello zarista

Putin deve essere tenuto a bada Non solo sull’Ucraina ma anche su altri stati ex Urss

DI PIERPAOLO ALBRICCI

Mosca minaccia «gra-vi conseguenze». È quanto ha detto il viceministro degli

esteri russo Grigori Kara-sin all’annuncio della firma degli accordi di associazione economica tra Unione euro-pea e Ucraina, Georgia e Mol-davia. Una firma in sospeso da mesi, ma che era rimasta congelata dopo il terremoto che ha sconvolto l’Ucraina. Che cosa significhi questa firma in un momento storico in cui la crisi ucraina è ancora completamente aperta e che conseguenze possa avere, lo abbiamo chiesto a Dario Fer-tilio, scrittore e giornalista, esperto di scenari est europei. «La Russia di Putin sta vi-vendo un revival imperialista sovietico per certi aspetti e addirittura zarista, per altri. In questo contesto l’Unione europea va solo applaudita per la capacità di difendere e promuovere la democrazia e i diritti nell’area ex sovie-tica».

Domanda. In un mo-

mento storico in cui la crisi ucraina è tutt’altro che risolta, la firma del trattato di associazione economica tra Ucraina, Georgia e Moldavia non poteva essere rimandata a un altro momento? Mo-sca ha già espresso il suo disappunto.

Risposta. Bisogna fare un passo indietro per com-prendere cosa sta accadendo. Yanukovich, il presidente ucraino deposto con la rivo-luzione, aveva lui stesso an-nunciato l’accordo con l’Unio-ne europea, nel quadro di quella che era la sua politica, una politica «dei due forni». Da uomo fi lo russo, portava avanti anche un dialogo con l’Europa.

D. Sappiamo che lui

stesso ha interrotto que-sto dialogo con l’Europa.

R. Certamente, perché è stata Mosca a dirgli di non ti-rare troppo la corda. La Rus-sia stava dando vita all’unione euroasiatica con Bielorussia e altri stati dell’ex Unione so-vietica, e voleva assolutamen-te che Kiev ne facesse parte. Ecco allora che Yanukovich è stato richiamato all’ordine ed è successo quanto sappia-mo: rivoluzione, deposizione, apertura della crisi…

D. Torniamo al punto

iniziale, l’Unione europea in questo quadro caotico.

R. Se noi consideriamo che l’Unione europea si era già impegnata a gennaio a fi rmare questi accordi e che, dall’altro lato, la Russia l’ha considerato una intromissio-

ne nella sua zona di influenza, compren-diamo cosa c’è dal punto di vista politi-co e diplomatico. Sa-rebbe stato clamoroso che l’Unione europea si sottraesse adesso a quegli impegni già presi.

D. Non le sem-

bra che l’Unione europea potesse comunque sospen-dere questa firma almeno per un po’? Non si rischia di isolare e irritare ancora di più la Russia?

R. Il suo è l’inter-rogativo tipico della politica occidentale, la quale ha uno scarso polso politico e cul-turale di cosa sia la Russia oggi. La sua domanda ri-prende l’atteggiamento di Angela Merkel quando, dopo aver a lungo soste-nuto di trattare con Putin per evitare una rottura con Mosca, sbottò con la frase:

Putin è fuori del mondo. D. Ci dica allora che cosa

è la Russia oggi. R. La Russia di Putin vuole

ripartire dall’area imperiale post sovietica ed è pronta a qualsiasi cosa, accontentan-dosi per adesso di piccoli successi come la presa della Crimea, in spregio a tutte le

norme di diritto interna-zionale.

D. E Putin cosa rap-

presenta in questa Russia?

R. Nella mentalità di Putin e dei suoi uomini, i quali detengono il 60, l’80% del potere econo-mico, una decina di oli-garchi con caratteristi-che mafi ose, ci sono oggi due aspetti. Uno è quello post comunista e fi loso-vietico, lo abbiamo visto in azioni come la conces-sione della cittadinanza russa a tutti coloro che sono nati in stati ex so-vietici, oppure la dichia-razione di ribattezzare

Volgograd nuovamente Sta-lingrado. E poi c’è l’aspetto neoimperiale, che si ricolle-ga direttamente a Pietro il Grande e allo zarismo.

D. In questo contesto

allora che voto diamo alla tanto criticata Unio-ne europea per questo suo impegno sul «fronte

orientale»?R. Io direi senz’altro po-

sitivo. Noi non sappiamo cosa sarà fra due o tre anni l’Unione europea, con tutti i nodi che stanno venendo al pettine. Pensiamo alla tenu-ta dell’euro, alla sofferenza di tanti strati di popolazione, il modo con cui vengono usati i fondi strutturali di cui per pa-radosso l’Italia è tra i maggio-ri contribuenti. C’è chi, come il sottoscritto, pensa ci sarà una evoluzione confederale.

D. Cioè?R. Un’Europa in cui dimi-

nuirà il potere centrale, au-menteranno i rapporti tra gli stati e vi sarà delocalizzazione dei poteri. Proprio un’Unione più larga e più vasta consente un decentramento del potere centrale e trova la sua prin-cipale ragion d’essere nel-la difesa della democrazia dell’area europea. Problemi interni ne ha, è vero, ma ha anche una funzione positiva quando si tratta di esportare la sua democrazia.

Ilsussidiario.net

Per la Svizzera sono tempi duri sul fronte fiscale. Anche l’India vuol dare la caccia

agli evasori che hanno na-scosto i propri risparmi nei forzieri elvetici. Il premier Narendra Modi intende rimpatriare le ricchezze non dichiarate av-valendosi del-la consulenza di una specia-le commissione d’inchiesta.

Però bisogna far fronte a due problemi. I l primo riguar-da la stima reale dei fondi totali che sfug-gono al fi sco, e che sarebbero compresi fra 370 e 880 mi-liardi di dollari (270-643 mld euro). Il se-condo consiste nella mancan-za di controlli: meno del 3% della popolazio-ne indiana paga l’imposta sul reddito, visto che la maggior parte ne nasconde una fetta per versare meno soldi.

Intanto la Banca nazionale svizzera ha comunicato che

il montante complessivo de-tenuto dagli indiani in terra elvetica è cresciuto l’anno scorso del 43% a 1,8 miliardi di euro. Il governo di Berna ha tuttavia smentito di aver trasmesso a Delhi una lista di evasori del paese asiatico. L’India è uno dei 36 paesi

con i quali la Svizzera ha f i rmato un trattato per ri-spondere alle richieste di informazione fi scale. Eppu-re gli esperti ritengono che Delhi debba agire innanzi-tutto a monte, raf forzando i c o n t r o l l i per impedi-re che i soldi attraversino la frontiera. Secondo Ved Jain, diretto-re delle came-re di commer-

cio, occorre seguire l’esempio degli Stati Uniti e della Ger-mania, annunciando un’am-nistia fi scale che invogli gli indiani a riportare in patria i loro patrimoni.

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Il governo vuole scovare gli evasori

India, sotto tiro soldi in Svizzera

La Francia si conferma il paese nel quale è più complicato comprar casa. A sentenziarlo è

la terza edizione dello studio sul mercato immobiliare eu-ropeo elaborato da Deloitte. L’anno scorso le famiglie d’Ol-tralpe dovevano versare in media una cifra corrisponden-te a poco meno di otto anni di lavoro (7,9 per l’esattezza) per acquistare un appartamento nuovo di 70 metri quadrati. Il dato è comunque in migliora-mento rispetto al 2012 quando gli anni di salario erano 9,4. Questo cambiamento, spiega-no i responsabili di Deloitte, si spiega con il lieve calo del prezzo delle materie prime nell’edilizia, ma soprattutto con i tassi dei mutui contenuti e con un mutamento del profilo degli acquirenti, che sono sem-

pre più benestanti.Insieme alla Francia, il Re-

gno Unito è la nazione più cara del continente. Anzi, la supera: Oltremanica, sempre per 70 metri quadrati nella capita-le, bisogna lavorare 8,5 anni. Quanto all’Italia, il tempo me-dio di lavoro è di sette anni.

Lo studio sostiene che in Europa la disuguaglianza è in aumento: basti pensare allo scarto esistente fra la Russia (dieci anni di salario) e la Dani-marca (soltanto due anni). Ep-pure, contrariamente a quanto si pensa comunemente, le quo-tazioni del mercato immobilia-re non sono legate in maniera signifi cativa all’economia dei vari paesi. Quelli che stanno meglio (Germania, Danimar-ca, Paesi Bassi, Belgio) offrono prezzi più abbordabili.

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È il tempo di lavoro per farsi una casa

Francia, 8 anni per soli 70 mq

Vladimir Putin

Nelle banche svizzere si trovano patrimoni indiani

per 1,8 mld di euro

A Parigi comprar casa è un’impresa ardua

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16 Mercoledì 2 Luglio 2014 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIACome tutti i precedenti, svolti da altri. La stampa tedesca non se ne è accorta

Semestre italiano, vale nienteÈ solo un ruolo apparente, svuotato di operatività

da Berlino ROBERTO GIARDINA

Da ieri l’Italia di Ren-zi guida l’Europa, e cominciano le grandi vacanze. I tedeschi

si preparano all’esodo rituale verso il Sud e il sole, e molti continueranno a scendere in Italia. Qual è il rapporto tra loro e noi, tra rivalità, incom-prensioni, malintesi e pre-giudizi? Nonostante tutto, il rapporto rimane saldo, più tra i normali cittadini che i loro politici, anche se, a volte, si ha l’impressione che, da una parte e dall’altra, si parli di una Ger-mania e di un’Italia che non esistono, o che sono ben diver-se da quello che si vorrebbe. O che si teme.

Non è un caso che in que-sti giorni appaia in libreria Italien, Italien! (Thomas Reche Verlag, 118 pagine, 41 euro), con 65 foto in bianco e nero del celebre fotografo berlinese Robert Lebeck, scomparso appena due settimane fa, a 85 anni. Un’edizione speciale con

una foto firmata dall’autore costa 183 euro, e l’editore è sicuro di esaurire la tiratura di en-trambe. «Auf der Straße der Erinne-rungen», intitola la sua recensione la Frankfurter Allge-meine: sulla stra-da dei ricordi, un viaggio nel tempo, un come eravamo, visto da un tedesco, cioè con affettuosa ironia. Lebeck ha lavorato in riviste come Stern e Geo molto attente alla qualità delle immagini, che valevano come notizie. Appena ieri, L’Europeo o Epoca avevano i loro fotografi , e le loro opere erano acquistate anche dalle riviste francesi o tedesche. Da tempo, L’Europeo ed Epoca hanno cessato le pub-blicazioni. Un’altra prova che la nostra Italia è cambiata.

Nello scorrere le pagine di Italien, Italien! a volte mi sono sorpreso: eravamo vera-

mente così? Avevo dimenticato. La nostalgia a volte, o sempre, è dolorosa. Lebeck visitò il no-stro paese tra la fi ne degli anni Cinquanta e i primi Sessanta, e i suoi scatti ci rendono una realtà scomparsa. Una nume-rosa famigliola che affolla un balconcino, e guarda in giù. Eravamo il paese dei tanti bambini. O il primo piano di un carabiniere e, sullo sfondo, si intravede appena nell’om-bra e sfocato un monsignore.

La Chiesa che domina la legge? O, semplice-mente, l’ispira. Un ra-gazzino con un’enorme cesta di pane in una Roma dove si girava in bicicletta, realmente, e non nei vaneggiamen-ti del sindaco Marino. Una mondina nelle risaie del Piemonte. Sembra un fotogram-ma di Riso Amaro, e invece è una foto di cronaca.

Era l’Italia del Sorpasso, dove era stata da poco aperta

l’Autostrada del Sole. I tede-schi rimanevano affascinati dalle nostre stazioni di servizio, quelle che scavalcavano le cor-sie, come un ponte accogliente dove gustare i primi tortellini o le lasagne, erano per loro una visione fantascientifica. Ora sono tappe obbligate sporche e dai servizi da terzo mondo. Noi ci siamo abituati, loro si meravigliano ancora: perché non sappiamo mantenere le nostre qualità? Qualche pezzo

d’Italia, nel frattempo, se lo sono comprato, come in Tosca-na, da scrivere con la kappa, e cercano di tutelarlo, fi nché non li stancheremo con tasse e balzelli.

Sui giornali appaiono le foto di Lebeck, ma si dà poco spazio all’Italia di oggi che vuole cambiare l’Europa, almeno a stare alle dichiara-zioni di Renzi. Nessuno mette in guardia contro il rivoluzio-nario semestre italiano, perché semplicemente non è una no-tizia. Quando mai, in passato, il paese che a turno dirige l’Europa ha avuto un reale potere? Altrimenti che sarebbe successo o potrebbe succedere quando per turno tocca all’Un-gheria di Orban, o a un paese come Cipro o la Lituania? Ieri eravamo sul serio un paese a cui ispirarsi per stile di vita, un paese che proponeva idee all’Europa, attraverso i film di Fellini o di Visconti, libri, canzoni, o gioielli come la Ve-spa, la Olivetti 22, le spider dell’Alfa Romeo, o la 500.

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La copertina del libro Italien, Italien!

DI LAURA MAGNA

Che l’Italia sarebbe uscita dalla Coppa del Mondo di calcio qualcuno lo sapeva già. Anche se questo qualcuno la faceva sopravvivere fino ai quarti e non la dava

per morta così presto. In ogni caso lo stesso mago delle previsioni, prima che i Mondiali iniziassero, prevedeva che il vincitore sarebbe stato il Brasile. Avrà indovinato anche questo? Staremo a vedere. La parte divertente è che il visionario non è un commentatore sportivo, né un vate, ma una banca d’affari Usa: Goldman Sachs, che a fine maggio in un corposo report dal titolo «The World Cup and Economics 2014» sciorinava statistiche e algorit-mi sui mondiali brasiliani come fossero strategie di investimento.

CIAO O’NEILL. Non è la prima volta che il co-losso del credito si cimenta in simili esercizi; anzi, nell’introduzione del lavoro di 67 pagine ricorda che si tratta della quinta edizione, la prima era avvenuta in occasione dei Mondiali di Parigi nel 1998 per iniziativa di Jim O’Neill, l’ex presidente (per vent’anni) del gruppo nonché guru degli inve-stimenti e inventore dell’acronimo Bric per indica-re i quattro emergenti che avrebbero conquistato il mondo (Brasile, Russia, India, Cina), ben prima che l’avanzata avesse inizio. Anche i guru hanno una debolezza, quella di O’Neill è il calcio.

ALGORITMO MONDIALE. E per dare scien-tifi cità alla cosa gli economisti che hanno realiz-zato lo studio hanno analizzato i dati sulle partite fi n dagli anni Sessanta. Escludendo le amichevoli e focalizzandosi solo sui match internazionali, gli esperti hanno messo in correlazione diverse varia-bili con i risultati delle circa 14 mila competizioni in esame. Tra le variabili: il fatto che la squadra giocasse come ospite, o che la partita si giocasse in casa, nel proprio continente; il numero di gol segnati da una squadra nelle precedenti dieci par-tite e quelli segnati dagli avversari; oltre all’Elo

ranking, un insieme di fattori che decretano il successo medio di una squadra.

BRASILE VINCITORE. Ne deriva il migliore modello econometrico possibile grazie a cui i bro-ker hanno stabilito che il Brasile ha il 48,5% di possibilità di vincere la Coppa; segue l’Argentina con il 14,1%, la Germania a quota 11,4%; mentre l’Italia aveva appena l’1,5% di probabilità di solle-vare il trofeo al cielo. E per dimostrare le proprie capacità predittive, gli economisti hanno ricordato anche com’era andata nel 2010: il modello fun-ziona abbastanza. Infatti, anche se pure in Sud Africa il Brasile era dato per vincitore, a seguire a ruota c’erano Spagna e Olanda che effettivamente hanno giocato la fi nale. E pure la semifi nale fu giocata da tre delle top four individuate da Gold-man. Le semifi nali del 2014 dovrebbero essere un affare tra Brasile, Argentina e Germania (la Spagna, quarta tra le favorite, ha già detto adiós al campionato).

L’IMPATTO SULLE BORSE. Ma al di là dei pronostici da tifosi, per quanto scientifi ci, il report, ricchissimo di interviste, incontri con leggende del calcio vecchie e nuove e di una minuziosa analisi paese per paese e squadra per squadra, affronta anche due temi interessanti per l’investitore. Il primo è l’impatto del mondiale sulle Borse. «Un impatto c’è, anche se per un breve periodo», scrive l’economista Peter Oppenheimer. «In media il paese vincitore ha una performance superiore del 3,5% rispetto ai mercati globali nel corso del pri-mo mese dopo il Mondiale. Una cifra signifi cativa anche se questo effetto sfuma rapidamente, nel giro di tre mesi. Però nell’anno successivo alla fi nale lo stesso mercato fa peggio del 4% rispetto al resto del mondo e questo vuol dire che nessuno ri-esce a capitalizzare sulla vittoria. Il messaggio è chiaro: godetevi il successo fi nché dura». Il balzo nel mese successive alla vittoria

è sempre presente dal 1974 con la signifi cativa eccezione del Brasile nel 2002, in cui però una profonda recessione e crisi valutaria trainò il mer-cato giù del 19% in quel mese. Mentre nel 1994 la vittoria portò al Brasile una sovraperformance del 21% e il Toro durò un anno con uno scarto del 39% rispetto agli indici globali. «Il leggero blue che prende il secondo classifi cato si rifl ette sui mercati», continua Oppenheimer, «con una sotto performance media, per sette dei nove secondi, dell’1,4% che a tre mesi è peggiorata a -5,6%. Anche sul paese ospitante ci sono degli effetti: in media una sovraperformance del 2,7%, sempre limitata al primo mese».

DOSSIER CINA E INDIA. Il secondo tema, nella tradizione Bric, è la spiegazione del perché Cina e India, «che racchiudono un terzo della popolazione mondiale e tantissimi giovani, non hanno successo nel calcio e non ne avranno per molto tempo: almeno vent’anni separano queste due potenze mondiali da una Coppa del Mondo». Eppure la Cina ha vinto più medaglie in assoluto alle ultime Olimpiadi: «In Cina», spiega l’anali-sta Yu Song, «lo stato monopolizza lo sport e investe in quelli competitivi per incrementare il medagliere e il calcio non ne offre abbastanza. Inoltre nei giochi di squadra i cinesi non sono forti, mentre eccellono in quelli individuali». Ancora peggio l’India che «nei ranking globali», conclude l’analista Vishal Vaibhaw, «è superata da paesi come Senegal, Botswana, Ghana, Rwan-da, Gambia e Haiti e non riesce a produrre 11 giocatori fenomenali da una popolazione di 1,2 miliardi di persone di cui il 30% hanno tra i 10

e i 24 anni. Mancano strutture e il calcio non è praticato né incen-tivato». In India si gioca a cricket. E noi possiamo dormire tranquilli: almeno nel calcio Cina e India non ci supereranno, per ora.

www.formiche.net

LA BANCA AMERICANA AVEVA ANTICIPATO L’ESCLUSIONE DELL’ITALIA DAL MONDIALE DI CALCIO

Vincerà la Coppa il Brasile: questa è la previsione fatta con gli algoritmi dagli esperti di Goldman Sachs

Le due pagine di «Este-

ro - Le notizie mai lette

in Italia» sono a cura

di Sabina Rodi

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17Mercoledì 2 Luglio 2014

IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

AÈ IN EDICOLA

AgricolturaOPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELOPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DEL

Oggi

È boom dell’export. Bene anche i formaggi. Ma ora il gioco si complica

Vendiamo latte ai cinesiPechino chiede il pass sanitario ai produttori

DI ANDREA SETTEFONTI

È boom di latte e formag-gi italiani in Cina. Ma ci sono problemi con le nuove norme sulle im-

portazioni. Nel 2013 l’export di latte italiano in Cina è arrivato a 898 mila euro, il 171% in più rispetto all’anno precedente. E sempre nel 2013 l’export di formaggi italiani in Cina ha tagliato per la prima volta il traguardo dei 6 milioni di euro, con un aumento del 26% a va-lore e del 33% a volume rispet-to all’anno precedente. Un suc-cesso e un trend di crescita che però hanno subito una battuta d’arresto a partire da maggio a causa dell’entrata in vigore

di nuove normative in materia di sicurezza alimentare ha im-posto regole molto restrittive sull’export di prodotti alimen-tari in Cina. Per poter esporta-re le industrie casearie devono seguire un percorso piuttosto complicato e vengono ammessi solo i prodotti alimentari pro-venienti dagli stabilimenti che hanno ottenuto la registrazio-ne presso le autorità s a -nitarie locali, perché in possesso dei re-q u i s i t i richiesti dall’Agenzia cinese per la Si-curezza Alimentare

(Aqsiq). Per far capire la qua-lità della produzione italiana, Assolatte ha, tra l’altro, orga-nizzato una missione uffi ciale delle autorità sanitarie cinesi in visita ad alcuni stabilimenti italiani che si è appena conclu-sa. «Confi diamo che a seguito

di questa visita ispet-tiva il latte e i

formaggi ita-liani vedano riconosciute la loro qua-lità e la loro sicurezza», commenta A d r i a n o Hribal, de-legato della presidenza

di Assolatte. Prima di mag-gio, nei primi tre mesi del 2014 l’export in Cina aveva segnato +59% a volume e +69% a valo-re. I formaggi italiani preferiti dai cinesi sono quelli freschi, che rappresentano circa la metà delle esportazioni totali, e che l’anno scorso hanno visto aumentare l’export del 68% a volume e del 77% a valore. Ma i cinesi apprezzano sempre di più anche i formaggi duri di cui l’anno scorso hanno aumentato gli acquisti del 408% in volume e del 306% in valore. Anche i grattugiati continuano a con-quistare fette di mercato tan-to che nel 2013 le vendite sono avanzate del 110% in volume e del 133% in valore.

Il semaforo nutrizionale potrebbe accendersi anche in Francia. A Parigi fa discutere la proposta del ministro della salute Marisol Touraine di introdurre una «etichetta nu-trizionale semplifi cata» ispirata a uno studio che consiglia l’uso di cinque colori (verde, giallo, arancione, rosa e rosso) per indicare il livello di salubrità dei prodotti alimentari «industriali», con l’esclusione, cioè, di prodotti «artigianali» e ortofrutta. Il ministro procede con cautela, sa che c’è un regolamento Ue del 2011 che ha uniformato le etichette di tutta Europa, ammettendo deroghe solo su base volontaria. E il sistema francese «sarà volontario», assicura Touraine, che punta alla storica spaccatura dell’industria alimentare sul tema per guadagnare quanti più marchi alla sua causa. Il primo paese a sfruttare le possibilità offerte dal regolamento del 2011 in tema di sistemi nazionali di etichettatura è stato il Regno Unito, che ha adottato la sua etichetta a semaforo da un anno, ma rischia di subire una procedura di infrazione da parte della Commissione Ue. Paradosso francese, il governo di Parigi si è sempre battuto insieme all’Italia contro l’adozione del «semaforo» di Londra. Un sistema, si è fatto notare a Bru-xelles, volontario solo sulla carta poiché è il riferimento della totalità delle catene di distribuzione britanniche. L’Ania, che rappresenta l’industria alimentare francese, ha già bocciato l’idea della Touraine, sostenuta invece dalle associazioni dei consumatori. Lo scontro è appena cominciato, la proposta verrà discussa nel dettaglio a settembre.

Angelo Di Mambro

Semaforo nutrizionale, oraanche la Francia ci pensa

La catena austriaca di supermercati Billa, controllata dal gruppo tedesco Rewe, esce dal mercato italiano per con-centrarsi sul paesi del Centro ed Est Europa. L’altro ieri ha uffi cializzato la cessione a Carrefour Italia (1.116 negozi in Italia) di 53 supermercati attivi in Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta, per una superfi cie di vendita di circa 58 mila mq e un fatturato alle casse di 300 mln euro. L’operazione, ovviamente, è soggetta al vaglio dell’Antitrust. In un secondo momento cederà gli altri 86 supermerca-ti controllati nel nostro paese con un fatturato stimato in altri 400 mln euro. Voci di una possibile uscita di Billa dall’Italia si rincorrevano già dalla primavera scorsa, quan-do il ceo di Rewe, Alain Caparros, aveva accennato alla possibilità di un ritiro del gruppo dai mercati dove non fosse in grado di diventare un top player, ossia di raggiungere almeno il terzo posto in classifi ca. E riguardo ai possibili acquirenti erano circolati i nomi di Conad, che già nel 2011 aveva acquisito 43 punti vendi-ta Billa e di Coop Italia, at-traverso le sue cooperative sul territorio.

Luisa Contri

Billa lascia l’Italia. Cedutia Carrefour negozi e super

TUTELA DELLE INDICAZIONI GEOGRAFI-CHE E CONTRASTO DELLA CONTRAFFAZIONE con un’azione più incisiva a partire dal divieto di evocazione. Il tutto nell’ambito del nuovo accordo di partenariato com-merciale Ue-Usa (Ttip). Ne hanno di-scusso ieri a Washington il ministro alle politiche agricole, Maurizio Martina, e il segretario di stato Usa all’agricoltura, Tom Vilsack, nel giorno del debutto della presidenza italiana del Semestre Ue. Du-

rante il colloquio è stato trattato anche il delicato tema della proprietà dei domini web riconducibili a prodotti agroalimen-tari oggi gestiti da Icann (Internet Corpo-ration for Assigned Names and Numbers). I due ministri hanno condiviso la neces-sità di trovare una soluzione nuova nelle sedi opportune.

C’È UNA NUOVA APP NON PROFIT, DENO-MINATA «BREADING», che serve a favorire

l’incontro tra domanda e offerta di pane. Ieri i suoi giovani ideatori e sviluppato-ri hanno incontrato il viceministro alle politiche agricole, Andrea Olivero. Una volta conclusa la sperimentazione in cor-so, i creatori di Breading puntano a condi-videre i risultati col tavolo delle associa-zioni di Terzo settore impegnate contro la lotta alla povertà e che assicurano pasti quotidiani, come il Banco Alimentare, Sant’Egidio e la Caritas.

CHICCHE

Tra le nuove disposizioni europee per gli aiuti di stato operative dal 1° luglio non c’è la modifi ca delle regole sul sostegno a comprare terreni da parte dei giova-ni agricoltori. La richiesta, avanzata dall’Italia nel con-siglio agricoltura di maggio, accolta da altri otto paesi e sostenuta anche dal Consi-glio europeo dei giovani agricoltori (Ceja), preve-deva una deroga specifi ca per l’acquisto dei terreni per gli under 40. Ma già nell’incontro tra i ministri, il commissario Ue all’agri-coltura, Dacian Ciolos, si era detto contrario, facendo riferimento ai rischi per l’impatto di una misura del genere sui prezzi dei terreni. Oltre alle agevo-lazioni per l’acquisto delle superfi ci, il Ceja proponeva il via libera all’aiuto di sta-to anche per esenzione Iva e un aggiustamento nelle disposizioni allo studio che evitasse l’equazione giovane agricoltore-piccola azienda. Ma nessuna delle proposte è stata accolta. Si tratta del-la seconda tornata di revi-sione delle norme sugli aiuti di stato nel settore agricolo. Nel primo round di riforma, concluso a dicembre 2013 ed entrato in vigore il 1° gen-naio 2014, la commissione aveva deciso l’aumento della soglia de minimis per gli aiuti di stato in campo agricolo fissando un tetto massimo a 15 mila euro in tre esercizi finanziari, in luogo di 7.500 euro. Nella nuova iniziativa spiccano procedure semplifi cate so-prattutto per le ammini-strazioni pubbliche. Novità nelle linee guida che posso-no interessare direttamente gli agricoltori comprendono le compensazioni per danni causati da specie animali protette, rimborsi per l’ac-quisto di animali da ripro-duzione per migliorare la qualità genetica degli alle-vamenti e per le assunzioni in sostituzione per periodi di maternità o vacanza.

AIUTI DI STATO

Sui terrenil’Ue snobba i giovani

Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO

[email protected]

Alain Caparros

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18 Mercoledì 2 Luglio 2014 ATTUAL I TÀHa poteri equiparabili all’autorità giudiziaria. Lavorerà anche per la tutela del made in

Una bicamerale antipirateria Il neopresidente Mario Catania: nuove leggi contro i falsi

DI GIUSY PASCUCCI

Non solo agroalimen-tare, ma lotta alla contraffazione a 360°. Con un obiettivo: non

fermarsi alle riflessioni, ma proporre indicazioni per mi-gliorare la legislazione interna e internazionale. Guiderà con questi punti fermi la commis-sione parlamentare di inchie-sta per i fenomeni della con-traffazione Mario Catania, deputato di Scelta civica ed ex ministro delle politiche agrico-le, nominato nei giorni scorsi presidente.

Domanda. Come funzio-nerà la commissione?

Risposta. I poteri sono quel-li di inchiesta equiparabili a quelli dell’autorità giudiziaria, ma si tratta di situazioni estre-me mentre più importante sarà riuscire a fare un lavoro appro-fondito di esame sull’intero fe-nomeno della contraffazione e fornire indicazioni legislative. Non siamo un organo acca-demico di rifl essione e la mia intenzione è proporre agli altri componenti un lavoro che, oltre alla fase di approfondimento, porti all’elaborazione di preci-se indicazioni di carattere le-gislativo da proporre all’aula. La stella polare deve essere

migliorare la legislazione.D. Non solo sull’agroali-

mentare però…R. Ci sono molte professio-

nalità provenienti dall’agroa-limentare oltre me (Colomba Mongiello, vicepresidente del-la commissione, ndr), ma non ci sarà un focus solo su questo. Dobbiamo trovare soluzioni per tutti i settori. Ci sono moltissi-mi altri comparti ugualmente colpi-ti dall’illecito come il tessile, la moda, l’informatica e l’usurpazione dei diritti di autore. Il nostro compi-to sarà quello di esaminare il tema nel suo complesso, ben sapendo che si tratta di un cam-po ampio perché il sistema pro-duttivo italiano è generalmente improntato alla qualità.

D. Vista l’intensa attivi-tà parlamentare in tema made in Italy, non rischiate di diventare una delle tante commissioni senza troppi risultati?

R. La nostra è una commis-sione bicamerale e attualmen-te è l’unica insieme a quella sull’antimafi a presieduta da

Rosy Bindi. Non è uno stru-mento così tanto infl azionato. E può fare molto, soprattutto da un punto di vista di produ-zione di iniziative legislative. Personalmente, sarò soddisfat-to se riusciremo a provocare o a suscitare il rafforzamento del quadro normativo interno e in-ternazionale. Dovremo, infatti,

avere una visione complessiva del fenomeno sia sul versante italiano che internazio-nale. In Italia la normativa è abba-stanza consolida-ta e dobbiamo solo migliorare l’attivi-tà di contrasto al fenomeno illecito. Nel mondo inve-ce bisogna capire che cosa succede

al prodotto e individuare le situazioni che colpiscono il made in Italy, che vanno poi affrontate con percorsi politici e diplomatici dal governo.

D. Lavorerete anche sul marchio unico?

R. Esamineremo sicuramen-te lo scenario normativo, c’è già una proposta di legge al senato. E verifi cheremo le condizioni sia per Bruxelles sia della nor-mativa «Made in».

ASPROFLOR CONFERMA RENZO MARCONI alla presidenza. L’associazione che riunisce i produttori fl oricoli e fl orovi-vaisti italiani ha rinnovato le cariche che vedono vicario Sergio Ferraro e tre nuovi vicepresidenti, Franco Colom-bano, Celestino Lanza e Matteo Roncador. Nel direttivo, Luca Barberis, Davide Panetto, Carlo Baglione, Armando Giannoni, Gianfranco Martinelli, Fabio Brignone e Renato Ioan. presidenza@asprofl or.it

ANICAV, L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE INDUSTRIALI CON-SERVE ALIMENTARI VEGETALI, ha confermato Maurizio Ferraioli nel ruolo di presidente. Fanno parte della nuova giunta, Carmine Alfano, Pasquale D’Acunzi, Sa-bato D’Amico, Angelo De Stefano, Gianluigi Di Leo, Fabio Grimaldi, Carlo Longobardi, Ezechiele Marotta, Silvestro Oliva, Antonio Petti, Francesco Saviano e Alfonso Sellitto. [email protected]

FRANCESCO FERRERI NOMINATO presidente di Assovini Sici-lia, l’associazione che raggruppa alcune tra le cantine più rappresentative dell’isola. Ferreri, già consigliere e vicepre-sidente di Assovini Sicilia, oltre che presidente del Consorzio del Cerasuolo di Vittoria Docg, succede ad Antonio Rallo che rimane consigliere. Il nuovo cda sale da sette a nove membri con l’entrata di Lilly Fazio e Alberto Graci Aiello. Riconfer-mati Alessio Planeta, Alberto Tasca d’Almerita, Laurent de la Gatinais, Mariangela Cambria, Stefano Caruso. [email protected]

L’INAC-ISTITUTO NAZIONALE ASSISTENZA CITTADINI promos-so dalla Cia ha un nuovo presidente. È Antonio Barile che succede a Carla Donnini, per otto anni alla guida del Pa-tronato della Cia. Barile, 58 anni di Altamura (Ba) è stato presidente regionale Cia Puglia. [email protected]

PASSAGGIO DI CONSEGNE AI VERTICI DI AIS VENETO. Ed-

dy Furlan cede la presidenza al veronese Marco Aldegheri, che ri-

marrà in carica fi no al 2018; 47 anni, nato a

Verona, dal 1987 è funzionario tecnico presso il dipartimento di patologia dell’università di Verona.

Sposato con Chiara, ha un fi glio, Mattia, ed è sommelier dal 1994.

[email protected]

ELETTO IL NUOVO CDA DEL CONSORZIO DI TUTELA della mozza-rella di bufala Campana Dop. Ne fanno parte Raffaele Bar-lotti, Tommaso Bisogno, Giuseppe Buonanno, Lino Fierro, Letizia Gallipoli, Gennaro Garofalo, Marco Garofalo, Luigi Griffo, Domenico Raimondo, Enrico Rega e Vito Rubino. Sa-ranno loro a eleggere il presidente che succederà a Domenico Raimondo. [email protected]

FLORAS, I FLORICOLTORI ASSOCIATI SAVONESI, hanno rinno-vato il cda. Domenico Pizzo è stato confermato presidente per il suo terzo mandato consecutivo. Vicepresidenti sono Lucia Mulè e Gianni Panizza. Come consiglieri, Maria Te-resa Briasco, Lucio Fazio, Giuliano Panizza, Fabio Parolini, Mauro Pistone, Marco Traverso. info@fl oras.it

CO.AGRI, LA COOPERATIVA INTERPROVINCIALE (Grosseto, Pisa e Arezzo) interna a Confagricoltura ha rinnovato le cariche. Alla presidenza Antonfrancesco Vivarelli Colonna mentre i due vicepresidenti sono Giovanni Battista Viva-relli Colonna e Maurizio Righi. Consiglieri sono Guido Pallini, Alessandro Raffaelli, Maurizio Bigliazzi, Aldo Ceccarelli, Luca Malasoma, Giulia Zalum, Angiolino Mancini e Roberto Parrini.

MASSIMO FORNO, 43 anni, presidente di Confagricoltura Asti è stato eletto vicepresidente di Confagricoltura Piemonte. Nella stessa riunione è stato confermato alla presidenza Gian Paolo Coscia. Con Forno sono stati eletti altri due vicepresidenti Paolo Dentis e Luca Brondelli di Brondello. [email protected]

Andrea Settefonti

GIRI DI POLTRONE

DI GIUSY PASCUCCI

«Mission impossible» per Giovan-ni Zucchi: una fi liera dell’olio unita o la realizzazione di per-corsi comuni con il settore agri-

colo sono davvero possibili? Sembra proprio di sì. «Il vantaggio di essere giovani e nuovi è che si possano avere anche delle illusioni da realizza-re», ha chiosato con ItaliaOggi il neopresidente di Assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia, e amministratore delegato di Oleifi cio Zucchi. Che, nei prossimi due anni, ha in men-te di realizzare un «rinnovamento culturale, un’idea di settore con le organizzazioni agricole in cui tutti siamo indispensabili l’uno all’altro. Bisognerà però mettere da parte tutte le parole contro che ci siamo detti e costruire insieme il futuro. Se c’è la volontà si può fare un punto zero e ripartire con percorsi comuni». Un obiettivo ambizioso, ma che il presidente è fermamente convinto di raggiungere per salvare il settore dal rischio tra-collo e riprendere terreno sul piano internazionale. «Il compito che mi spetta è quello di avviare un percorso che sarà forse concluso da altri. Ma l’importante è iniziare. Si parte con un percorso di ascolto associativo interno all’Assitol con incontri straor-dinari su tutto il territorio, dove ci sarà più tempo delle normali assemblee per rac-cogliere le idee e le propo-

ste. Perché ognuno ha la sua e rischiamo di non averne nessuna. Poi l’ascolto sarà esteso anche a tutte le componenti della fi liera». Anche con Unaprol? «Perché no? Da questo punto di vista sono “extravergine” e non vedo il motivo di non incontrare anche loro», ha risposto Zucchi. Che parte da un presupposto preciso: «Le associa-zioni non sono contente, i produttori neanche. E perdiamo terreno a livello internazionale», ha poi aggiunto. «Stiamo sbagliando qualcosa. Sono sicuro che sono tutti d’accordo che se stiamo ra-schiando il fondo forse è il caso di cambiare stra-tegie e ricominciare a salire insieme». Le strade per ottenere risultati sono molte e, secondo il presidente, basterebbe solo decidere insieme quali prendere. «Si può innanzitutto ripensare le categorie o fi nalizzare gli aiuti. Le proposte ci sono già, tutto sta a decidere come vogliamo muoverci». Il presidente vuole inoltre puntare

sulla valorizzazione della fi liera italiana e, in particolare, sulla capacità di selezio-

ne che rende l’Italia ancora leader sul mercato. E l’Alta qualità avrà futuro? «Di per sé l’Aq è buona. Ma non nel momento in cui non siamo in grado di raccontare il prodotto. In questo modo nasce zoppa e va comunque ripensata

in modo che non tolga spazio alle Dop. Una cosa che si può fare, per esempio, è

trovare un equilibrio complessivo sulle modifi che da apportare alla legge europea e andare a Bruxelles a proporle in modo condiviso».

La strategia del nuovo vertice degli industriali oleari

Zucchi presidente AssitolIl sogno: unire la filiera

Giovanni Zucchi

PASSAGGIO DI CONS

DI AdylaveAl

marral 2018; 47

Verona, dal 198tecnico presso il dpatologia dell’unive

Sposato con ChiaraMattia, ed è somme

m aldegheri66@gmail comn

i

Mario Catania

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Page 19: Italia Oggi - 02.07.2014

19Mercoledì 2 Luglio 2014MercMERCATO AG R I C O LOLe esportazioni europee raddoppiano. Le aziende vogliono più peso nelle politiche negoziali

Alcolici, l’export va alla grandePressing dei produttori: via le barriere nei paesi extra-Ue

DI ANGELO DI MAMBRO

L’export dei distillati e liquori europei è raddoppiato in valo-re negli ultimi dieci

anni passando da 5 a oltre 10 miliardi di euro e contribuen-do alla bilancia commerciale europea del 2013 con un sal-do positivo di 8,6 miliardi. Per questo, i produttori chiedono di contare di più nelle politi-che commerciali dell’Ue. Che nel negoziare gli accordi di li-bero scambio, dovrebbe farsi carico della «eliminazione del-le barriere tariffarie», come quella del 150% prevista sul whisky in India, per esempio. Ma anche concentrarsi su al-tri ostacoli alle esportazioni, come le «politiche fi scali di-scriminatorie e l’insuffi cien-te protezione della proprietà intellettuale». I produttori europei di «spirits» lo hanno fatto presente direttamente al commissario Ue al com-mercio Karel de Gucht in una conferenza a Bruxelles, pochi giorni prima del nuo-vo round di negoziati per il patto commerciale tra Usa e Ue, in pro-gramma nella capitale belga dal 14 al 18 luglio. No-nostante il dominio di whisky, co-gnac e gin sul mercato internazio-nale, anche i liquori ita-liani dicono la loro, con un com-parto che negli ultimi dieci anni ha visto crescere l’export in valore sia nei con-

fi ni europei, che extra-Ue fi no a sfi orare

i 700 milioni di euro. Tra i punti

di forza del made in Italy ci sono la grappa e i li-quori da cocktail che sfondano

soprattutto nel mercato Usa. Poi ci sono «Russia e Giappo-ne – spiega a ItaliaOggi il di-rettore di Federvini Ottavio Cagiano de Azevedo – che mostrano interesse per l’alcol bianco, ma esistono dei limiti per alcune sostanze come il

metanolo che variano rispetto all’Ue e l’intervento per ade-guarne il tenore fa perdere alcune caratteristiche orga-nolettiche». Anche nel com-parto liquori, quindi, l’Italia punta alla qualità. Strada più remunerativa, ma anche più

diffi cile. «Dobbiamo spiegare molto bene il nostro sistema produttivo a livello interna-zionale – conclude de Azevedo – e fare pressione perché ne-gli accordi di libero scambio si parli anche dei monopoli sugli alcolici».

metanolo che variano rispetto difficile «Dobbiamo spiegare

Il sostegno alla pro-mozione e agli inve-s t i m e n t i nel settore vitivinicolo europeo non è gestito in modo adeguato e «non è chiaramente dimostrato» che serva davvero alla competitività delle imprese. Queste le conclusioni cui è giunta la Corte dei conti europea dopo audit realizzati in Francia, Spagna, Italia, Portogallo e Austria. Il giudizio duro dei reviso-ri si basa su una situazione generale di scarsa trasparenza nell’impiego dei fondi, in cui è diffi cile tracciare le ricevute e il controllo degli stati membri sulla spesa non è adeguato. Sulle misure di investimento, inoltre, la Corte rileva il rischio di doppio fi nanziamento in quanto «tale sostegno», si legge in una nota, «esiste già nell’ambito della politica di sviluppo rurale». Per quanto riguarda il sostegno alla promozione, i revisori rilevano i ritardi degli stati nell’utilizzare i fondi 2009-2013 e sottolineano che non sembra non essere rispet-tato il criterio di preferenza per le piccole e medie imprese previsto dal regolamento del 2008, visto che le risorse van-no di solito ai grandi marchi. Da parte della Commissione europea, denuncia la Corte, manca una valutazione dei ri-sultati delle azioni di promozione a livello di benefi ciario, mentre l’approccio per settore utilizzato non rende giustizia alla complessità di un mercato che è in crescita per i vini coperti dalle misure di sostegno, ma anche per quelli non ammissibili all’aiuto. Come a dire che probabilmente l’export sarebbe cresciuto anche senza l’aiuto Ue.

L’Ue: fondi alla promozione?Non è detto che servano

MARCO CASALINI E GILBERTO MINGUZ-ZI sono stati confermati nelle loro cari-che di presidente e di amministratore delegato della cooperativa ravennate Terremerse. Cariche che ricoprono dal 2010. Anche Alessandro Tedaldi di Anita e Daniele Placci di Faenza continueranno a ricoprire la carica di vicepresidente. [email protected], [email protected]

FILIPPO CONTU è il nuovo presidente della cooperativa lattiero-casearia sarda Arborea (135,8 mln euro). Già vicepresidente dal 2011, Contu, 43 anni, che è legale rappresentante dell’allevamento Cosal e il cui man-dato scadrà nel 2016, succede a Plinio Magnani, che ha guidato la cooperati-va per 13 anni. [email protected]

BARBARA BORDONI, responsabile export dell’omonimo salumificio lombardo, è stata confermata per il prossimo biennio, presidente del gruppo giovani imprenditori dell’As-sica, l’associazione degli industriali delle carni e dei salumi aderente a

Confi ndustria. Sarà affi ancata dai vicepresidenti Silvia Sassi (di nuova nomina) e Giorgia Vitali, confermata. [email protected]

GIANNI AMIDEI, direttore generale di Agrintesa, e Albino Migliorini, consigliere di Coop Primavera ed ex presidente di Brio, sono stati nominati rispettivamente presidente e vicepre-sidente di Brio, braccio commerciale della cooperativa Primavera, di cui Agrintesa, Alegra e Apo Conerpo sono azionisti da questo mese. [email protected]

MARCO PEDRONI, presidente di Coop Italia, ha assunto la presidenza di GS1 Italy|Indicod-Ecr, l’associazio-ne italiana che raggruppa 35 mila aziende industriali e distributive del settore dei beni di largo consumo e che si occupa della diffusione degli stan-dard d’identifi cazione e comunicazio-ne adottati a livello mondiale. Il suo mandato ha durata triennale. Succede a Valerio di Natale, presidente e ad di Monelez Italia, in carica dal 2011.

SCAMBIO DI RUOLI IN BIRRA PERONI (gruppo SabMiller) per Luca De Siero e Mauro Marelli. De Siero, che negli ultimi tre anni è stato direttore vendite Italia per il canale horeca, assume la responsabilità del canale retail. Marelli dal canale retail passa invece all’horeca. [email protected], [email protected]

THOMAS DIEMER SUCCEDE A FRANÇOIS THABUIS alla guida del sindacato francese dei Giovani agricoltori. Produttore di cereali e barbabietole, viticoltore e allevatore (di bovini, ovini e avicoli) nella regione del Basso Reno, 28 anni, Diemer sarà affi ancato dai vicepresidenti Céline Imart (Midi-Pyrénées) e Stéphane Lecoq (Pays de la Loire), dal segretario generale Florent Dornier e dal tesoriere Julien Bigand. [email protected]

DENIS KNOOPS sarà il nuovo ceo del gruppo distributivo belga Delhaize per Belgio e Lussemburgo. Nel grup-po da 22 anni, Knoops ha ricoperto posizioni di vertice nelle aree commer-

ciali, direzione strategica, operation e immobiliare di Delhaize e, dal 2006 è membro del comitato di direzione del gruppo. Prenderà il posto di Dirk van den Berghe, che lascerà l’azienda a fi ne luglio prossimo.

LA MULTINAZIONALE AGROALIMENTARE BRITANNICA 2 SISTERS FOOD GROUP ha nominato Stephen Leadbeater direttore fi nanziario. Sostituisce il dimissionario Steve Henderson che ha deciso d’andare in pensione in an-ticipo. Leadbeater proviene da Findus Group di cui è stato direttore fi nanzia-rio centrale per dieci anni.

RAFFICA DI PROMOZIONI NELLA MULTI-NAZIONALE AMERICANA DOLE FOOD Co. Howard Roeder assume l’incarico di presidente di Dole Fresh Vegetables; Cynthia Nunes e Todd Camel diventa-no condirettori della divisione Frutta Fresca per il Nord America, mentre John Trummel direttore di Dole Ocean Cargo Express.

Luisa Contri

GIRI DI POLTRONE

fini europei soprattutto nel mercato Usa

Fondi destinati all’acquisto di start-up tecnologiche usati per comprare 14 vigneti nella regione del Bordeaux in Fran-cia. Il caso spicca tra le oltre 300 irregolarità rilevate dal rapporto annuale dell’Uffi cio nazionale di revisione della Repubblica popolare cinese. L’organismo, che ha profi lo ana-logo alla nostra Corte dei conti, ha individuato lo «storno» di 268 milioni di yuan (circa 32 milioni di euro) di sovvenzioni, sfruttati per proprio tornaconto dai manager di importanti aziende di stato, come il gruppo Haichang e il fondo di in-vestimento Rui-yang, entrambe con sede nella provincia di Da-lian. La stessa in cui regnava incontrastato l’astro nascente del Partito co-munista cinese Bo Xilai, poi caduto in di-sgrazia proprio in seguito alle accuse di corruzione. Coincidenza che, secondo alcuni osservatori, confermerebbe come la lotta anticorruzione avviata dal premier Xi Jinping rappresenti un modo per spostare gli equilibri dentro il Partito comunista più che una «mani pulite» in salsa mandarina. La holding Haichang è il più importante compratore di vini straniero nella regione del

Bordeaux e già possiede tenute prestigiose come quel-le che producono lo Château Chenu Lafi tte. Per

dissetare quello che è diventato in pochi anni il più grande mercato mondiale per il vino rosso, soprattutto Bordeaux francese, molte imprese cinesi si sono buttate nell’affare degli Châte-aux in vendita a prezzi ormai insostenibili per gli europei. In mano cinese ce ne sono già circa sessanta.

Aiuti cinesi a start-up usatiper comprare vigne francesi

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Page 20: Italia Oggi - 02.07.2014

20 Mercoledì 2 Luglio 2014 TECNOLOGIA & INNOVAZIONENuovo brevetto Linv: moduli idroponici alimentati dal moto ondoso, con dissalatori solari

Sfamare il pianeta. Senza terraFattorie in mare per produrre cibo e non consumare suolo

DI ANDREA SETTEFONTI

Sfamare il pianeta con il mare e il sole. Senza utilizzo di suolo. Un progetto concreto e ri-

voluzionario nato a Firenze da un gruppo di studiosi e ricerca-tori del Linv (Laboratorio In-ternazionale di Neurobiologia Vegetale) dell’Università di Fi-renze, diretto da Stefano Man-cuso. E che sarà presentato in oc-casione di Expo 2015. L’idea di realizzare vere e proprie fatto-rie sul mare ha lo scopo di pro-durre cibo senza impattare troppo sull’ambiente già stressato, una sfida senza im-piegare terreno. «Non possiamo più utilizzare suolo e dobbiamo affrontare il problema molto grave di Paesi come la Cina che acquistano terreno per produzioni agricole tanto che l’Africa è quasi tut-ta cinese. E poi c’è la questio-ne dell’acqua. Soltanto il 3% dell’acqua del pianeta è dolce di questa il 70% viene utilizza-to in agricoltura. E nei prossi-

mi avremo meno disponibilità per scopi agricoli». Da qui la necessità di far fronte alla ne-cessità di produrre cibo senza incidere sulle risorse. «Abbia-mo brevettato questo sistema rivoluzionario, «Jellyfi sh Bar-ge», che permette di produrre senza suolo, senza acqua, senza energia elettrica. In sostanza si tratta di serre installate su mo-

duli galleggianti, componibili fi no a realizzare vere e proprie città sull’acqua. Sono moduli autosuffi cienti in quanto dis-salano l’acqua del mare secon-do un metodo ispirato a piante come le mangrovie, attraverso dissalatori solari e utilizzano energia prodotta con il moto ondoso del mare. La produzio-ne agricola avviene con colti-

vazione idroponica. Insomma questi moduli sono autonomi in tutto e producono cose da man-giare». La fase sperimentale ha visto la coltivazione di ortaggi. «Abbiamo utilizzato molti tipi di insalate, per capire anche il consumo idrico. Gli ortag-gi che escono da queste serre sono ottimi». Dalla fase speri-mentale, entro il mese si luglio,

sarà varato il primo prototipo e installato sul canale dei navi-celli a Pisa grazie al lavoro di Pnat, spin-off dell’Università di Firenze. «Finita la fase si sperimentazione siamo passa-ti al prototipo funzionante. Si tratta di un modulo di 9 me-tri di diametro che si adatta a tutte le esigenze, anche quelle economiche».

AUTOGRILL E EATALY hanno partecipato insieme alla gara per il rinnovo della concessione dell’area di servizio Secchia Ovest, lungo la A1 nei pressi di Modena, di cui Eataly curerà la ristorazione. Stando allo stesso Oscar Farinetti, patron di Eataly, si tratterà di un Autogrill senza arance d’estate, senza Coca-Cola e altre bibite gassate e con panini fatti al momento.

TRENTUNO PRODUTTORI D’AGRUMI E D’UVA DA TAVOLA sicilia-ni si sono uniti nella cooperativa Opi Sicula, che avrà sede a Mazzarrone, nel catanese, e che potrà contare su 400 ha di terreni per una produzione di 12 mila tons d’agrumi e uva.

CONCENTRAZIONE NEL MONDO DELLE COOP DI CONSUMO. Coop Veneto è stata assorbita da Coop Adriatica (oltre 2 mld euro). Coop Veneto porta in dote 15 punti vendita attivi nelle province di Padova, Venezia e Vicenza. Coop Adriatica salirà così a 196 punti vendita (di cui 18 iper), distribuiti fra Veneto, Emilia-Romagna Marche e Abruzzo.

CIF FOOD, LA COOPERATIVA ITALIANA DI RISTORAZIONE (491 mln euro), si consolida in Toscana tramite due operazioni. La fusione per incorporazione della cooperativa livornese 8 Marzo, che opera nella ristorazione collettiva, e l’acquisizione del 100% della società fi orentina Alisea, specializzata nella ristorazione ospedaliera.

ORO CAFFÈ, TORREFAZIONE FRIULANA specializzata in caffè d’alta qualità, ha inaugurato a Negrar, nel veronese, la sua prima caffetteria monomarca AdoroCaffè. Ha un’offerta che dalla caffetteria classica s’estende anche al pasto veloce freddo e caldo.

TATE & LYLE SUGARS, il principale produttore inglese di zucchero s’è ritirato da Bonsucro, la ong per la produzione sostenibile dello zucchero di canna di cui è stato cofondatore e che l’aveva sospeso dal cda dopo che oltre 200 agricoltori cambogiani avevano intentato causa all’azienda per land grabbing. Bonsucro non è però esente da critiche. L’ong Cam-bogia Equa l’accusa di permettere alle imprese aderenti di vantare comportamenti sostenibili, ma di non controllarne il reale rispetto.

LA CRESCITA GLOBALE DEI CONSUMI DI WHISKY sta facendo sì che investire nell’acquisto di bottiglie di whisky stia di-ventando più redditizio che in vini ultra-premium. Whisky Highland, sito d’investimento specializzato in whisky scoz-zese, assicura che il numero delle bottiglie offerte all’asta è cresciuto del 372% in tre anni, superando le 20.200 unità. E anche i prezzi stanno salendo.

LA MULTINAZIONALE OLANDESE DEL LATTE FrieslandCampi-na razionalizza la sua presenza in Romania, paese ove i con-sumi di latte e formaggi sono in calo. Chiuderà gli impianti di produzione di formaggi di Carei e d’imballaggio a Targu Mures, rifocalizzandosi sullo stabilimento di Baciu.

I GOVERNI DI USA, MESSICO E GUATEMALA hanno sottoscritto un accordo di cooperazione per la prevenzione, individua-zione ed eradicazione della mosca del Mediterraneo e di altre mosche dannose per le colture ortofrutticole. Il nuovo accordo è l’evoluzione di patti bilaterali Messico-Guatemala, Usa-Guatemala e Messico-Usa in essere dal 1975 e prevede la creazione di una Commissione della mosca della frutta di carattere trilaterale.

È LA FIORENTINA BUSINESS STRATEGIES la migliore azien-

da di consulenza in Italia, secondo il premio internazio-nale ‘Le Fonti’ che ogni anno seleziona le eccellenze del Paese nel mondo professio-

nale, fi nanziario e industriale. L’impresa è attiva nell’interna-zionalizzazione delle aziende del vino e del lusso. Quest’anno si è aggiudicata la categoria speciale «Eccellenza nella consulenza».

Luisa Contri

RISIKO AGRICOLO

Parte il ritiro di 90 mila forme di Parmigia-no Reggiano. Si tratta di un intervento previsto dal Consorzio a fronte del calo delle quotazioni di 1 euro/kg negli ultimi tre mesi. Le forme ritirate rappresenta-no il 2,75% della produzio-ne del 2013. Una decisione, come spiega il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai presa «a fronte di una produzione sostan-zialmente stabile, di un ex-port segnato da+4,8% nel primo trimestre 2014, ma con una situazione pesante e particolarmente diffi cile per i consumi alimentari». Oltre all’azione congiuntu-rale di ritiro, il Consorzio rafforzerà le promozioni per le vendite sul merca-to interno sia attraverso la Gdo sia con le vendite dirette nei caseifi ci. Conte-stualmente saranno raffor-zati i controlli di mercato per contrastare usurpazio-ni e contraffazioni.

Parmigianofuori forma

Arriva dal cielo la lotta biologica alla pi-ralide del mais. Con un accordo unico in Europa, Allevatori Mantovani (Ama), Comal e Koppert si sono uniti per un ser-vizio, attivo dalla prossi-ma settimana, che vedrà l’impiego di droni per combattere l’insetto che può ridurre notevolmente la produttività del mais. Il servizio è stato pensa-to dall’Ama attraverso la propria commerciale Comal, e vede la colla-borazione di Koppert Italia, società che alleva gli insetti utili per la lot-ta biologica alla piralide del mais. L’utilizzo di droni contro la piralide è un servizio a zero impatto ambientale e arriva dopo una sperimentazione avviata nel 2008. Il lavoro è stato svolto in quattro aziende che hanno voluto seguire questa metodologia di lotta biologica, utilizzando l’imenottero pa-rassitoide Trichogramma brassicae, un insetto oofago, che neutralizza le uova delle piralide, presenti in natura ma non in misura suffi ciente a contrastare la piralide del mais. La sperimentazione è stata fatta, inizialmente, distribuendo gli insetti manualmente. Fino all’avvento del drone, il quale sfrutta tutte le coordinate geo-satellitari dei terreni. Adesso, dopo l’avvio sperimentale, saranno venti gli allevatori inte-ressati a questa prima fase per oltre 200 ettari di coltivazione di mais nella Pianura Padana. Le uova di Trichogramma brassicae vengono confezionate dentro sfere di cellulosa bio-degradabili, facilmente distribuibili attraverso distributore automatizzato e montato sul drone che rilascia le capsule sui campi.

Andrea Settefonti

La guerra alla piralidedel mais ora si fa dal cielo

Giuseppe Alai

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Page 21: Italia Oggi - 02.07.2014

21Mercoledì 2 Luglio 2014

IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

È IN EDICOLA

MarketingESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA EESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E

Oggi

La comunicazione integrata di scena al Social business forum. Imprenditori ancora poco convinti

Marchi più social con i dipendentiFacebook e Twitter funzionano meglio se è coinvolta l’aziendaDI IRENE GREGUOLI VENINI

I social network vengono considerati validi strumen-ti a disposizione dei marchi per affrontare le sfide del-

la comunicazione. Ma se da un lato poche aziende (appena il 10%) pensano che i social sia-no gestiti bene, emerge d’altro canto che per essere efficaci su Facebook e Twitter con con-tenuti marketing di livello non basti focalizzarsi su un target specifico, ma coinvolgere nel circolo virtuoso della comuni-cazione globale sia i clienti sia l’azienda a parti-re dai dipendenti. Sono gli esperti intervenuti al Social Business Forum, organiz-zato a Milano da OpenKnowledge, società di consu-lenza di manage-ment, a fotogra-fare il trend.

Ta r g e t e azienda. Una delle sfide prin-cipali nello sce-nario della co-municazione è raggiungere un’audience specifica, ma le aziende devono mettersi più in gioco: «L’approccio social con-sente uno scambio di valore tra i brand, chi lavora nell’impresa e i clienti», dice Michael Brito, group director di Wcg (azienda specializzata in consulenze di marketing). «Integrare i social

media significa fare marketing dei contenuti». Poi c’è la que-

stione degli ar-gomenti. «C’è un

surplus mediatico a livello di contenuti. Migliaia di messag-gi pubblicitari, senza contare l’attività sui social network come i like e le condivisioni, si contendono l’attenzione dei consumatori. E l’eccesso di di-spositivi consente di usufrui-re di contenuti come e dove vogliamo, spostandoci dallo

smartphone, al tablet al pc», continua il manager. «Di conse-guenza le persone oggi soffrono di un defi cit di attenzione e i contenuti quindi devono avere una rilevanza specifi ca per le persone, che impostano dei fi l-tri per focalizzarsi su ciò che è importante per loro in un dato momento. Il 74% dei consuma-tori è infatti frustrato quando è esposto a messaggi che non sono interessanti».

Di qui l’importanza di costruire un’architettu-

ra editoriale, «ovvero uno svi-luppo narrativo, da cui tutti i contenuti futuri saranno creati, che può basarsi su una storia, incentrata su un brand, un prodotto, eventi e campagne, oppure sui personaggi di una storia, integrando per esempio le esperienze dei clienti e dei dipendenti», sottolinea Bri-to. «L’importante è però non usare i social per amplifi care e distribuire tutti i contenuti

in tutti i canali, ma analizza-re in profondità cosa funziona sui diversi mezzi e segmentare il pubblico e il loro comporta-mento sulle varie piattafor-me. Un’altra sfi da è riuscire a raccontare la nostra storia in modo partecipativo, coinvol-gendo quindi i clienti e chi la-vora nell’azienda, spingendoli a condividere le loro esperienze con il marchio».

«Con il tempo siamo pas-sati dalla comunicazione di massa a una comunicazione in cui è l’utente a decidere cosa

gli interessa», ag-giunge Richard Beattie, senior director Emea di Oracle. «Oggi solo il 10% delle aziende pensa che il business legato ai social sia gestito bene. I social media possono creare problemi ma sono anche un’enor-me opportunità a patto che non rimangano le-gati solo a una

parte dell’impresa, come di-mostrano i casi di aziende che li hanno saputi sfruttare bene, per esempio General Motors, Lego e Husqvarna, che produce macchine per la cura del verde e che grazie all’uso dei social media è riuscita a ridurre del 27% il traffi co del call center».

® Riproduzione riservata

DI FRANCESCA SOTTILARO

In attesa di veder sbloccati i fi -nanziamenti del governo a so-stegno del settore fashion (si è parlato di 6 milioni di euro anche in occasione di Expo oltre agli 8 milioni auto fi nanziati) la Came-ra nazionale della moda italiana, di base a Milano, pone l’accento sulla comunicazione e sul canale digitale che ha permesso, fra l’al-tro, in occasione di Milano Moda Uomo di far salire a oltre 65mila le visite al sito non soltanto da Europa e Stati Uniti, ma anche dall’Estremo Oriente e da tutti i continenti. L’associazione ha affidato alla creatività di J. Walter Thompson Italia la comunicazione relativa a

Milano Moda Uomo ter-minata il 24 giugno. A rilanciare un progetto di comunicazione inte-grata il ceo Jane Ree-ve, già ceo di J. Walter Thompson. Per Camera moda si è pensato a una comunicazione trasver-sale, dai media classici (stampa, poster, pannelli e materiali relativi agli eventi, all’allestimento delle sfi late, ai servizi), all’ideazione di una so-cial strategy per gestire i contenuti online, con la creazione e la messa in rete di un mini-sito, per la prima volta nel-la storia della Camera,

interamente dedicato alla fashion week.Realizzato in collaborazio-ne con l’agenzia di comu-nicazione integrata New Target Web, su www.mi-lanomodauomo.it si sono viste alcune sfi late in live streaming, le foto in real time, mentre Scott Schu-mann di The Sartorialist ha postato i suoi scatti sul canale Instagram di Came-ra della Moda http://insta-gram.com/cameramoda. Un calendario con i consigli per il tempo libero, infi ne, ha reso possibile vivere al 100% la manifestazione milanese.

® Riproduzione riservata

Camera Moda accelera sul digitale con J. Walter Thompson

Michael Brito Richard Beattie

Una sfilatadi Milano

Moda Uomo

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Page 22: Italia Oggi - 02.07.2014

22 Mercoledì 2 Luglio 2014 MARKET I NGIl gruppo crea gli Smartsite per portare le aziende italiane anche su mobile e social network

Seat Pg, siti intelligenti per pmiVaccarono (Google): solo il 20% delle imprese ha un portale

DI MARCO A. CAPISANI

Seat Pg avvia il suo ri-posizionamento acce-lerando nelle soluzioni internet alle imprese

italiane, soprattutto alle pmi. Nascono così gli Smartsite del gruppo torinese specializzato nella comunicazione aziendale dai mezzi tradizionali al mo-bile e ai social network, pas-sando per gli elenchi cartacei sfogliati ancora da 10 milioni di italiani, secondo dati Seat. Una strategia che è inserita nel piano industriale al 2018 e andrà dunque oltre le attuali traversie societarie del gruppo in concordato preventivo, che il prossimo 10 luglio riunirà i propri creditori.Gli Smartsite sono stati

ideati come siti web da offrire al cliente chiavi in mano che possono però essere persona-lizzati, adattabili per grafi ca e contenuti a seconda del mezzo di comunicazione con cui ven-gono visualizzati (pc, tablet, smartphone o smart tv) e con la possibilità di condividere le loro informazioni sui social

network come Facebook, Twit-ter, Pinterest o Google+ (Seat è premium partner in Italia del motore di ricerca americano). Ma soprattutto gli Smartsite cercano di coinvolgere mag-giormente gli utenti internet proponendo a ognuno di loro un differente mix di contenu-ti a seconda dei diversi comportamenti dei navigatori o dei percorsi web che li hanno portati su quel sito.« L ’ o f f e r t a

SmartSite è la di-mostrazione tangi-bile di quanto Seat Pg sia in grado di mettere a disposi-zione delle piccole e medie imprese e del mondo dei professio-nisti, soluzioni fi no ad oggi appannaggio esclusivo del-l e grandi az iende» , ha spie-gato ieri a Milano Mauro

Gaia, direttore vendite e marketing di Seat Pg Italia. «Uno dei punti di particolare attrattiva degli SmartSite è il prezzo contenuto, che per-mette a tutti di accedervi». Da fine maggio a oggi, il gruppo piemontese ha ven-duto 2 mila Smartsite e,

entro un anno, punta a realizzarne 20 mila, a un costo medio di quasi 1.800 euro. I n c h i a -

ve strategica, l e s o luz i on i internet&mobile (di cui fanno par-te gli Smartsite) sono servizi su cui il gruppo pun-ta: stando al

piano indu-

striale al 2018, infatti, hanno generato 291 milioni nel 2013 a fronte di un fatturato com-plessivo Seat per 475 milioni di euro e, a fi ne piano, dovreb-bero valere 281 milioni per un giro d’affari totale da 550 milioni. Andando nel detta-glio, all’interno delle soluzio-ni internet&mobile, l’offerta Smartsite e quelle come web agency in generale dovrebbe-ro passare, sempre secondo le stime aziendali, dai 71 milioni del 2013 (su 291 mln) ai 93 mi-lioni nel 2018 (su 281 mln). Insomma, il pacchetto web

agency insieme alla pianifi -

cazione pubblicitaria su in-ternet e mobile saranno le due colonne portanti della Seat Pg del futuro. Del resto, in Italia per le pmi avere un sito non è ancora scontato: «solo il 20-30% ha un sito», ha sottolineato Fabio Vac-carono, country managing director di Google Italy. «La Spagna, per esempio, è al 40-50%. La Penisola si pone così come fanalino di coda euro-peo. E dire che le ricerche su Google con oggetto made in Italy aumentano del 13% ogni anno».

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striale al 2018 infatti hanno cazione pubblicitaria su in-

Christina Lundari arriva al timone della divisione Ad-vertising & online di Microsoft. A Lundari va il compito di potenziare il posizionamento della concessionaria nel mercato locale dell’advertising online, oltre che quello di continuare a valorizzare l’offerta integrata di Microsoft nella comunicazione digitale. La manager arriva in Microsoft dopo aver lavorato in Google, Mil-lward Brown e Gfk.

Microsoft, Lundari a capo della pubblicità

Trenta ritratti ad olio per costituire una straordinaria galleria dei grandi registi del cinema di sempre, e di tutto il mondo. Li ha dipinti un pittore con la mano facile ma anche con uno stile risoluto, tutto suo. Si tratta di Francesco Ferrari che espone le sue opere nel luogo più adatto ad esse, e cioè nel Centro sperimen-tale di cinematografi a, sede lombarda, che si trova in via Fulvio Testi, 121, a Milano. La mostra sarà aperta fi no al prossimo 30 ottobre. La successiva esposizione sarà a Los Angeles, a due passi da Hollywood. Dove, con tutta probabilità, si fermerà.

Ferrari, in trenta ritrattii grandi del cinema

DI DIEGO GABUTTI

Stuart Clark, Il giorno senza ieri, Dedalo 2014, pp. 277, 16 euro.A metà strada tra narrativa e divulgazio-ne scientifica, a dimostrazione che tra la letteratura e la scienza non c’è poi tutta la distanza che si dice, e che l’una e l’altra si nutrono d’immaginazione, accesa e talvolta anche molto accesa, i romanzi di Stuart Clark hanno per protagonisti scienziati. Nell’ultimo, appena uscito, Il giorno senza ieri, il fisico Albert Einstein e il matematico Georges Le-maître (il primo alle prese con «scelte per-sonali e professionali difficili», il secondo un sacerdote olandese che arranca nelle trincee della Guerra mondiale e intanto riflette sulle conseguenze della relatività generale einstei-niana) preparano insieme il grande colpo di scena del XX° secolo. Gli orizzonti del tempo e dello spazio s’allargano dal Big Bang a una labirintica idea d’infinito. Di Clark sono usciti da Dedalo tra il 1912 e il 1913 anche L’oscuro labirinto del cielo (Johannes Keplero e Gali-leo Galilei, la religione, la politica, il moto dei pianeti) e Il sensorio di Dio (Isaac Newton, i suoi amici e rivali, la Royal Society di Lon-dra). Grandi libri, tutti da leggere. Lanfranco Fabiani, Lungo i vicoli del tempo, DelosBooks 2014, pp. 296, 12,8 euro, ebook 2,99 euro.In parte storia di viaggi nel tempo e di pa-radossi temporali, in parte patafisica della burocrazia, in parte spy story in stile La tal-pa con guerre di potere all’interno dell’Ucci, l’Ufficio centrale cronotemporale italiano, Lungo i vicoli del tempo è uno dei rari ro-manzi italiani di fantascienza che si leggono con diletto. Al centro della storia, insieme a un affaire italianissimo di funzionari tempo-rali corrotti (o peggio) nella Firenze del 1300, c’è la guerra per la successione al Vecchio, l’M (o il Control) del servizio segreto tempo-

rale. C’è anche un intrigo intorno alla nasci-ta del giovane Boccaccio (mica è necessario, in fondo, che nasca proprio a Firenze). E poi mosse, contromosse, affondi e controaffondi dell’Agente Mariani, che mira alla poltro-na del Vecchio, vicino all’età della pensione. Fabiani, dote insolita per un autore italiano, è uno scrittore di genere che conosce benis-simo il mestiere. Pertanto consiglio subito anche un altro suo titolo, che ho comprato ma non ancora letto: I quadrivi del tempo e dello spazio, antologia di racconti, sempre in edizione DelosBooks, 2011, 2,99 euro, che potete scaricare da Amazon o da una qua-lunque libreria virtuale. Anthony Majanlahti e Amedeo Osti Guerrazzi. Roma divisa 1919-1925. Iti-nerari, storie, immagini, il Saggiatore 2014, pp. 301, 19,5 euro.Come il Vittoriano, prima «monumento na-zionale», poi «altare fascista», che a partire dal 1884 fu costruito in «un delirio di de-molizioni» della Roma medievale, anche gli stessi assetti sociologici della capitale furono demoliti e sulle loro macerie nacque la Roma moderna, postpapalina. Fu soprattutto dopo la Grande guerra, quando le lotte di classe ebbero un vincitore, il totalitarismo, che la città cambiò carattere e natura, converten-dosi al manganello, alla violenza politica, come il resto del paese. Ma anche prima, quando nazionalisti da una parte, sociali-sti e liberali dall’altra, si scontrarono per decidere se l’Italia doveva partecipare alla guerra o starne fuori, la città era diventata irriconoscibile, come se l’avesse sostituita un clone malvagio. Roma divisa 1919-1925 è un libro eccezionale, che esplora «palazzi, vicoli, quartieri» di Roma e ricostruisce l’immagine della città nei primi anni Venti. È l’esplora-zione d’una perduta Atlantide urbana, de-stinata a inabissarsi nel continente Mu del fascismo, dal disastro alla catastrofe.

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Page 23: Italia Oggi - 02.07.2014

23Mercoledì 2 Luglio 2014 2Mercoledì 2 Luglio 2014MED I AIl management di Rcs si è bloccato sul cambio. Ora la priorità sono debito e tagli

Corsera, direzione nel limboDe Bortoli in sella con conti buoni, ma servono certezze

DI CLAUDIO PLAZZOTTA

Il management di Rcs si è incartato sul cambio alla direzione del Corriere del-la Sera. E il passaggio di

consegne, che sembrava immi-nente in aprile e in maggio, ora non è più una priorità. In effet-ti ci sono ben altre questioni molto più scottanti sul tavolo dell’ad Pietro Scott Jovane: rinegoziare il debito e trovare 100 milioni di euro (da cessioni o da tagli) per mettere in equi-librio i conti del 2014. Quanto alle cessioni, diffi cile

pensare che in Spagna ci sia qualcuno interessato ad acqui-stare le attività di Rcs pagando qualcosa; e pure la vendita del 44,45% di Finelco (radio 105, Virgin ed Rmc) diventa sem-pre più diffi cile in un mercato come quello attuale. Sui tagli, inoltre, si può fare

molto poco (è già stato tagliato tanto), e, soprattutto, fi nché in via Solferino resterà in sella il direttore Ferruccio de Bor-toli, al Corriere della sera non si faranno ulteriori sacrifici. Negli ultimi cinque anni dal quotidiano milanese sono già usciti 150 giornalisti, i conti del Corsera sono buoni, l’ebi-tda è positivo e cresce dell’8%, ci sono utili, il 25% dei ricavi arriva dal digitale, e, quindi, non vi sarebbero buoni motivi per andare a incidere nuova-mente le carni, tagliando per esempio, come il management avrebbe voluto, tutte le edizio-ni locali e i giornalisti lì occu-pati (da ricordare che da tem-po al Corriere non si assume nessun giornalista, mentre di recente sono arrivate 80 unità fresche fresche dirottate verso l’e-commerce).In autunno vi sarà invece il

cambio del formato cartaceo, che sarà ridotto, senza ritoc-chi sul prezzo. Più complessa la questione del sito: il recente restyling di Corriere.it è stato di sicuro un insuccesso, privile-giando eccessivamente la parte video e il pubblico in mobilità, e determinando una certa insof-ferenza, invece, nel target, più numeroso, che vi accede da pc o mac. Perlomeno incauta è par-sa poi l’intervista di Scott Jo-vane al mensile Wired, a inizio giugno, sui successi digitali di Rcs cui, il giorno dopo, è segui-ta una inchiesta dello stesso Wired su presunti stratagem-mi usati da Rcs per dopare i dati di traffi co del corriere.it. Quando la toppa è peggio del buco, insomma. Sul Corriere in versione digi-

tale c’è anche da decidere come sarà la parte a pagamento, che potrebbe partire tra la fine dell’anno e l’inizio del 2015. Anche qui, però, si tratta di ca-pire chi se ne dovrà occupare: di certo non un de Bortoli sfi du-ciato dallo stesso Scott Jovane e con un mandato che appare molto a termine. La posizione

traballante del direttore, rima-sto isolato nelle ultime settima-ne, non giova al Corriere della Sera. O si rinsaldano i rappor-ti e ci si lega a medio termine, oppure è il caso di risolvere la questione nei tempi più brevi, dando certezze a una redazione che, ovviamente, in questa fase di instabilità, pensa soprattut-to a riposizionarsi in vista della futura direzione.De Bortoli ha un contrat-

to a tempo indeterminato, la cui risoluzione comporta il pagamento di due annualità calcolate sulle ultime retribu-zioni. Quindi si parla di una liquidazione complessiva poco

sopra il milione di euro, accom-pagnando il direttore alla pen-sione (ma in pochi ci credono a un futuro de Bortoli dedito al running a Varigotti).Intanto, dopo la diluizione

delle quote di tutti i soci prin-cipali di Rcs a seguito dell’ope-razione sulle azioni risparmio, è in atto un avvicinamento di Diego Della Valle a Fiat, con pesanti accuse del patron di Tod’s contro Giovanni Bazoli, presidente di Intesa Sanpaolo e da sempre descritto come il grande sponsor di de Bortoli. Fiat, tuttavia, sembra un po’ meno attenta alle questioni Rcs negli ultimi tempi. E que-

sto potrebbe pure signifi care un potenziale disimpegno nel futuro, con conseguente inde-bolimento della posizione di Scott Jovane, manager spinto soprattutto dal presidente di Fiat John Elkann. Al Corriere della sera, nel

frattempo, si moltiplicano le iniziative multimediali, dalle fi ction ai fi lm, ai documenta-ri, al videogiornalismo, fi no a decine di libri editi ogni anno. Ma è naturale che sia più sfi -zioso occuparsi delle magagne. Per esempio, della operazione «L’Italia che ce la fa», il dorso di 28 pagine, realizzato dalle migliori fi rme del Corsera e con la partnership di Enel, Intesa Sanpaolo, 4G Tim, Nutella Fer-rero e Vodafone, che avrebbe dovuto essere consegnato in 20 milioni di famiglie italiane (praticamente, in tutte le case della Penisola) tra il 19 e il 21 maggio. In realtà «L’Italia che ce la fa» non ce l’ha fatta, ed è stato distribuito molto male (in pochissimi l’hanno ricevuto), tanto che ci si attende a breve un contenzioso legale tra Rcs e Postel, società di Poste italiane

che avrebbe dovuto provvedere alle consegne. C’è poi l’iniziativa del pre-

sidente dell’ordine lombardo dei giornalisti, Gabriele Dos-sena, che parla di apologia di reato e auspica sanzioni disciplinari contro de Bortoli per la pagina pubblicitaria pubblicata nei giorni scorsi dal Corsera e pagata da ami-ci di Marcello Dell’Utri per esprimere la loro solidarietà personale nei confronti dell’ex senatore fi nito in carcere. In questi casi, si sa, come fai sba-gli. La pubblicazione suscita polemiche, la non pubblicazio-ne avrebbe scatenato grida di attentato alla libertà di stam-pa e di pensiero. D’altronde al Corriere non si sta comunque tanto a guardare per il sottile quando c’è un inserzionista che paga: nelle scorse settimane, in prima pagina, era ospitata la pubblicità al libro Il direttore di Luigi Bisignani, (Chiarelet-tere), testo non certo benevolo nei confronti di de Bortoli, cui, in molti dicono, sarebbe libera-mente ispirato.

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Fieg, da ieri Costa è presidente, ecco le nuove cariche. Maurizio Costa è uffi cial-mente presidente della Federazione italiana editori giornali: ieri si sono tenute a Roma le assemblee degli organi sociali della Fieg che hanno rinnovato le cariche per il biennio 2014-2016. Costa succede a Giulio Anselmi, che ave-va manifestato la propria indisponibilità al rinnovo del suo mandato. Vicepresidente per i quotidiani è stata eletta Azzurra Caltagirone e per i periodici Enrico Selva. Le presidenze delle categorie sono state affi date a: Azzurra Caltagirone (Il Messaggero) per i quotidiani a diffusione nazionale; Monica Mondardini (Seta-Alto Adige), per i quotidiani a diffu-sione regionale; Massimo Cincera (Sesaab), per i quotidiani a diffusione provinciale. Nel settore dei periodici, la presidenza dei perio-dici grandi è stata affi data a Enrico Selva (Mondadori), dei periodici medi a Giacomo Moletto (Hmc Italia) e quella dei periodici piccoli a Giuseppe Ferrauto (Cairo Editore). Quali Consiglieri incaricati dei diversi set-tori di attività della Federazione sono stati nominati: Alessandro Bompieri (Rcs) per i Problemi della vendita e della distribuzione; Francesco Dini (Espresso) per i Problemi della pubblicità; Pietro Scott Jovane (Rcs) per il settore Multimedialità e sviluppo del prodotto; Carlo Mandelli (Mondadori) per la Tutela del prodotto; Pierpaolo Camadini (Editoriale Bresciana) per i Problemi econo-mici, legislativi e uffi cio studi; Carlo Perrone (Il Secolo XIX) per le Relazioni internazionali; Paolo Nusiner (Avvenire) per la Formazione; Roberto Amodei (Corriere dello Sport) per l’Editoria specializzata. La Commissione sin-dacale sarà guidata direttamente da Costa, coadiuvato dal direttore generale, Fabrizio Carotti. Sono inoltre entrati a far parte del Comitato di presidenza: Carlo De Benedetti (Espresso); Francesco Gaetano Caltagirone (Caltagirone Editore); Mario Ciancio Sanfi -lippo (Domenico Sanfi lippo Editore); Benito Benedini (Il Sole 24 Ore); Angelo Provasoli (Rcs); Ernesto Mauri (Mondadori); Andrea

Monti Riffeser (Poligrafi ci); John Elkann (La Stampa); Urbano Cairo (Cairo Editore). Te-soriere dell’associazione sarà Donatella Treu (Il Sole 24 Ore).

Premium Publisher Network, Giua presidente. Nuovo consiglio e nuova pre-sidenza per il Premium Publisher Network (Ppn), il consorzio che comprende venti tra i maggiori editoriali italiani, per un totale di 94 testate online. La guida passa a Clau-dio Giua, direttore sviluppo e innovazione del Gruppo Espresso, che succede ad Alceo Rapagna, chief digital offi cer di Rcs. Ppn, fondato da Rcs e Gruppo Espresso, gestisce la pubblicità contestuale sulle testate degli editori consorziati. Il network raggiunge 16 milioni di utenti unici al mese e copre il 97% dell’utenza dei siti di news online italiani. A 4w MarketPlace, il partner che gestisce in esclusiva la raccolta pubblicita-ria, è stato riconfermato il mandato per i prossimi tre anni.

Facebook rafforza la comunicazione. Facebook Italia si dota di un responsabile corporate communications. Si tratta di Sara Ranzini, un passato in Levi’s, Coca-Cola e da ultimo in Expo 2015 per la gestione degli eventi e della comunicazione. Insieme a lei si uniscono al gruppo, Sylvain Querne (Lenovo, Nokia ed eBay anche all’estero), marketing communications, e Laura Bononcini (tre anni in Google nel ruolo di Policy e Government Relations Manager), relazioni istituzionali.

Contratto giornalisti, nuove proteste. Crescono le iniziative di protesta contro il con-tratto nazionale dei giornalisti e l’intesa sul lavoro autonomo siglati dai vertici della Fnsi. Dopo la spaccatura nella Giunta esecutiva, sono state convocate un’assemblea nazionale a Roma per il 5 luglio e una manifestazione di protesta sotto la sede del sindacato dei gior-nalisti per l’8 luglio. La componente sindacale di Puntoeacapo è uscita dalla Fnsi.

CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA

Ferruccio de Bortoli

LIQUIDAZIONE

Unità, arriva la proposta di Fago

DI MARCO A. CAPISANI

Matteo Fago ha fatto la sua proposta formale per prendere in mano l’Unità, dopo la messa in liquidazio-ne della casa editrice Nie (Nuova iniziativa editoria-le). Secondo quanto risul-ta a ItaliaOggi, l’offerta è stata presentata attraverso la Editoriale Novanta srl di cui l’azionista del quotidia-no romano al 51% risulta essere l’unico socio. L’offer-ta si articolerebbe su una proposta di affi ttare per sei mesi la testata valutata a bilancio intorno ai 23 milio-ni di euro, con l’opzione di rinnovare la locazione per altri sei, prima di passare al suo acquisto.

Insieme a Editoriale No-vanta (costituita lo scorso 17 aprile) non c’è traccia di una partecipazione né di Maurizio Mian (già azioni-sta della Nie al 18%) né dei costruttori lombardi Pessi-na, dati entrambi come vi-cini a entrare nel capitale della nuova casa editrice del giornale fondato da Gramsci nel 1924. Intanto, domani è atteso il passag-gio delle consegne dalla vecchia gestione ai nuovi liquidatori.

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Page 24: Italia Oggi - 02.07.2014

24 Mercoledì 2 Luglio 2014 MED I AEcco la total audience dell’Audiweb: smartphone e tablet danno una scossa alla classi@ ca

Boom di Yahoo grazie al mobileRepubblica arriva a 1,6 mln, Tgcom schizza a 905 mila

DI ANDREA SECCHI

Yahoo si prende la rivin-cita con il mobile: secon-do i nuovi dati Audiweb, che includono anche

smartphone e tablet oltre alla navigazione da computer, è infatti il sito americano il più visitato fra quelli rilevati, con una total audience da 4,48 mi-lioni di utenti unici giornalieri che distanzia di molto i portali concorrenti. Questo per quanto riguarda la classifica generale. Se invece teniamo presenti i siti di informazione e della carta stampata, come si vede in pagina Repubblica è ancora il primo e con l’aggiunta del mo-bile guadagna utenti arrivando a 1,6 milioni. La distanza con il

sito del Corriere della Sera così si allarga, anche se quest’ulti-mo nella nuova rilevazione passa comunque a 1,2 milioni. A fare però il salto maggiore verso il podio è Tgcom24 che con la total audience si trova terzo a 904,9 mila utenti al giorno, contro i 548,8 mila della sola rilevazione da pc.Un passo indietro per capi-

re che cosa è successo: ieri allo Iab Seminar, il presidente di Audiweb Enrico Gasperini ha presentato la nuova rile-vazione che comprende anche il mobile. I dati che si trovano in pagina sono quelli di marzo, perché per ora Audiweb rilasce-rà i numeri con un certo ritardo su quelli classici da pc. La na-vigazione da mobile è rilevata

con un panel da mille persone (18/74 anni, prossimamente anche i minorenni) che usano il tablet e 3 mila che usano lo smartphone. Un passo neces-sario (e ancora da affi nare) per avere un quadro completo di ciò che accade sul web in Italia, se si pensa che 7,4 milioni di utenti accedono ogni giorno a internet solo da mobile e che sempre quotidianamente la sola audience da mobile è di 14,5 milioni di utenti mentre quella da pc è di 12,5 milioni (poi un utente può navigare da entrambi i device).Il risultato, comunque, è che

il quadro per molti siti cam-bia. È un calcolo improprio, ma rispetto ai numeri da pc che pubblichiamo di solito su

queste pagine (si veda la terza colonna della tabella), l’inseri-mento del mobile ha portato a incrementi che vanno da un +20% al raddoppio, come è ac-caduto per Yahoo.Restando ai siti di informa-

zione, oltre a Tgcom24 un buon impatto l’hanno avuto Blogo.it (558.991 utenti), La Stampa.it (530.797), Ansa (476.921), Donna Moderna (475.241), Il Messaggero (441.754), Il Post (298.897). Da sottolineare che in questi come in altri casi ave-re un app (non solo di testata ma per esempio di meteo) ha pagato perché la rilevazione è anche sulle applicazioni.Nel gruppo dei siti televisivi,

restano al loro posto il primo, la Rai che ora è a 516,8 mila

utenti al giorno, e l’ultimo (il se-sto), Mediaset Premium. Per il resto c’è un rimescolamento e ad aver la meglio sono i siti Me-diaset grazie anche alle nume-rose app. Così Sportmediaset e Mediaset.it quasi raddoppiano (454 mila e 451 mila), Videome-diaset cresce a 385 mila. Sky al contrario lascia il secondo posto e passa al quinto (351,6 mila).Sui portali e gli altri siti, da

segnalare oltre a Yahoo anche ilmeteo.it, che è passato agli 1,8 milioni di utenti, anche qui merito molto dell’app.

LA TOP 30 DEI SITI DI INFORMAZIONE E DELLA CARTA STAMPATA

La Repubblica 1.626.677 1.286.828 362.793 12.735 10.393 2.342 05:34 06:00 03:43

Corriere della Sera 1.212.102 948.870 282.565 7.046 6.079 967 04:54 05:22 02:59

TGCOM24 904.918 548.786 368.123 3.453 2.689 765 03:54 03:42 04:03

La Gazzetta dello Sport 716.134 582.385 138.444 4.129 3.547 582 04:56 05:04 04:15

Nanopress 577.539 371.369 209.292 2.098 1.262 836 02:33 02:39 02:19

Blogo.it 558.991 402.776 159.222 2.034 1.430 604 02:14 02:14 02:10

Fanpage 553.345 402.933 152.724 1.849 1.176 673 03:51 04:12 02:51

La Stampa.it 530.797 369.979 164.927 2.591 2.018 573 04:18 04:24 03:57

Quotidiano.net 492.202 363.740 131.026 1.728 1.302 426 02:36 02:35 02:34

ANSA 476.921 325.457 153.119 2.371 1.885 486 04:02 04:11 03:41

Donna Moderna 475.241 291.772 189.267 2.122 1.529 594 02:29 02:50 01:53

Il Messaggero 441.754 319.005 123.634 2.002 1.505 496 03:19 03:28 02:55

Il Sole 24 ORE 438.044 342.001 97.759 2.085 1.674 411 04:07 04:14 03:37

Il Fatto Quotidiano 423.505 328.971 96.467 1.536 1.087 448 03:49 04:19 02:00

Quotidiani Espresso 353.673 264.174 90.784 2.008 1.660 349 03:49 04:16 02:28

TuttoMercatoWeb.com 317.334 168.985 150.058 1.664 1.013 651 05:26 04:30 06:26

Il Post 298.897 211.547 88.481 1.303 968 335 02:46 03:06 01:56

Corriere dello Sport 229.235 176.736 53.035 1.270 1.044 226 03:43 04:02 02:38

TuttoSport 212.188 172.151 40.641 1.265 1.037 228 04:14 04:19 03:53

Affariitaliani.it 209.448 189.269 20.207 1.898 1.836 62 05:22 05:47 01:31

Il Giornale 197.003 161.596 35.763 831 670 161 03:40 03:52 02:41

Lettera43 Local 187.128 114.548 73.558 857 354 503 02:32 02:41 02:18

Libero Quotidiano 180.804 149.859 31.081 841 726 115 04:24 04:43 02:48

HufG ngton Post Italia 173.135 137.115 36.256 516 357 159 02:39 02:50 01:56

Leggo 160.361 100.778 59.908 794 528 266 04:29 04:13 04:54

Il Mattino 153.693 107.321 46.676 975 677 298 05:11 05:41 03:59

Oggi.it Network 134.274 99.319 35.050 532 391 141 02:33 02:45 02:01

Quattroruote 130.628 109.354 21.323 750 681 69 03:44 04:02 02:12

Milano Finanza 130.479 107.319 23.187 832 759 73 03:56 04:13 02:35

Libero Quotidiano 180.804 149.859 31.081 841 726 115 04:24 04:43 02:48

I MAGGIORI SITI DELLA TV

Rai 516.851 350.450 169.895 2.646 2.030 616 04:21 04:18 04:22

Sportmediaset 454.092 233.237 225.611 2.311 1.728 583 07:04 06:10 07:51

Mediaset.it 451.219 229.928 225.666 2.119 1.528 591 07:10 05:57 08:15

VideoMediaset 385.047 266.402 120.325 2.118 1.551 566 05:47 05:34 06:09

Sky.it 351.640 276.325 76.464 2.265 1.914 351 04:01 04:16 03:05

Mediaset Premium 114.618 74.099 40.617 635 511 124 05:37 04:04 08:27

I MAGGIORI SITI DELLA RADIO

Radio Deejay 111.072 77.216 33.879 293 223 71 03:03 02:44 03:45

Radio 105 62.527 40.063 22.508 194 151 43 03:17 02:49 04:07

LA TOP TEN DEI PORTALI E DEGLI ALTRI SITI

Yahoo 4.479.111 2.048.824 2.624.291 25.973 17.290 8.683 10:31 05:28 13:41

Libero 3.594.927 2.650.888 1.136.565 75.753 62.365 13.388 09:30 11:05 04:10

Skype 3.380.723 2.543.727 954.372 8.095 5.146 2.948 13:10 10:26 18:48

MSN/WindowsLive/Bing 2.610.715 2.241.095 406.665 28.432 24.155 4.277 07:16 07:37 04:41

Virgilio 1.915.348 1.629.156 306.746 21.515 19.643 1.872 05:20 05:48 02:30

ilmeteo.it 1.858.227 716.488 1.184.801 6.085 4.114 1.971 02:14 02:41 01:53

Subito.it 1.453.549 1.098.467 393.385 30.092 27.934 2.158 10:44 11:40 07:05

alterVISTA 942.421 681.095 268.284 6.552 5.695 857 03:32 03:59 02:18

Leonardo.it 833.476 610.208 230.700 3.289 2.506 783 02:46 02:58 02:09

Telecom Italia 772.882 770.582 2.313 14.386 14.381 5 08:31 08:32 00:25

Così i maggiori siti per visitatori secondo le rilevazioni dell'Audiweb

Utenti unici giornalieri Pagine viste al giorno Tempo per persona

SitoTotal

AudiencePC Mobile

Total Audience (.000)

PC(.000)

Mobile(.000)

Total Audience (mm.ss)

PC(mm.ss)

Mobile(mm:ss)

Fonte: elaborazione ItaliaOggi su dati Audiweb

I primi 100 siti su www.italiaoggi.it/documenti

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26 Mercoledì 2 Luglio 2014 MED I A

DI GIORGIO PONZIANO

Luigi Gubitosi, dg Rai, alle prese col taglio dei 150 milioni deciso da Matteo Renzi, non ha fatto una piega di fronte alla sentenza del tri-bunale amministrativo che ha dato torto alla Rai nella lunga diatriba con la sovrintendenza di Roma (e il ministero per i beni culturali) per i vincoli imposti alla realizzazione di Saxa Rubra 2. È dal 2002 che progetti, decisioni, contrordini vanno in onda. In ballo ci sono 300 mila metri cubi che dovrebbero servire, finalmente, ad accentrare direzione, uffici, produzio-ne dell’emittente di stato. In cambio di tanta cubatura la Rai dovrebbe allestire un parco archeologico e un museo della radio e della televisione, magari in grado di calamitare anche un po’ di turisti: in tutto il mondo le grandi televisioni accolgono (a paga-mento) i visitatori. La Rai no. Ma col bilancio in sofferenza Gubitosi sta fre-nando su Saxa Rubra 2 e la querelle giudiziaria, che prosegue, serve forse anche per attendere tempi (si spera) migliori. Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, non l’ha presa bene e neppure Vincenzo Morgante, direttore dei telegiornali regionali. Dall’autunno avranno una controprogrammazione agguerrita in casa, da parte di Rai1, che rischia di affossare i Tg di quella fascia oraria (14-15) già in affanno.

Le loro proteste sono cadute nel vuo-to, così dopo il Tg1 delle 13,30 la rete ammiraglia butterà nell’agone Anto-nella Clerici che condurrà un nuovo programma gastronomico dedicato ai dolci: I Dolci di Antonella. Sarà dura per i Tg, anche perché la Clerici sta diventando la De Filippi della Rai: continuerà a imperversare con la Pro-va del cuoco e oltre al supplemento sui dolci arriverà in prima serata con un nuovo programma intitolato Senza parole. Rai3 subisce ma reagisce e da novembre proporrà Il grande pastic-ciere, condotto da Caterina Balivo. Occhio alle diete. Veronica Maya e il suo momentaccio. Sostituita a Unomattina e sfrattata da Verdetto finale. La rivedremo su Rai1 solo nella conduzione dello Zecchino d’oro: chiederà una benedizione ai frati dell’Antoniano? Bruno Vespa è al top con un ingaggio di 1,9 milioni l’anno per condurre Por-ta a porta, ne prendeva 200 mila in più ma il dg Luigi Gubitosi gli ha tolto una serata (ed è stata per lui come una dolorosa estrazione di un dente) e un po’ di spiccioli, che ha dato a Gio-vanni Floris, arrivato al traguardo dei 690 mila euro per un anno, 150 in più del contratto precedente, ma con l’impegno di una striscia quotidiana che lui ha tenacemente voluto per affrancarsi dal solo Ballarò. Cifre da capogiro in piena spending review.

Maurizio Costanzo torna in tv e torna su Canale5. Rientra in punta di piedi: otto puntate (dal 7 luglio) di revival, un tipico programma estivo a costo quasi zero. Infatti riproporrà i momenti più significativi del suo Mau-rizio Costanzo Show, commentandoli alla luce dei cambiamenti che in questi anni sono avvenuti nella società. Egli spera che si tratti della premessa per un nuovo programma, che assicura di avere già in mente, ma in tempi di vacche magre il vertice Fininvest si sta mostrando assai guardingo, anche perché già la moglie occupa non poco spazio sui canali del Biscione. Cristina Parodi e Giorgio Gori festeggiano il loro momento partico-larmente felice. Lei si lascia andare all’afflato: «La Rai è la mia nuova fa-miglia». Infatti la giornalista che nel 1992 inaugurò il Tg5 delle 13 e poi portò al successo Verissimo arriva in pompa magna (dopo una parentesi non fortunata a La7) sulla (quasi) renziana Rai. Mentre il marito dopo avere guida-to Canale 5 e poi essersi riciclato come produttore (con Mediaset quale princi-pale cliente), s’è buttato renzianamente in politica ed è stato eletto sindaco di Bergamo. Quando si dice un exploit di coppia. Cristina Parodi (Vita in diretta) dovrà vedersela con Barbara D’Urso (Pomeriggio Cinque). La scorsa sta-gione la Rai e Paola Perego videro i sorci verdi. Non sarà facile prendersi la rivincita.

Victoria Cabello ha disdetto le va-canze. Insieme ad Alessandro Catte-lan, Mika e Morgan dovrà cercare di non far sentire gli otto anni che stanno sulle spalle di X-Factor, ora in versione Sky, e di non fare rimpiangere Simo-na Ventura, sempre più irrequieta e alla ricerca di un programma su mi-sura che non riesce a trovare. Tra le ipotesi per vivacizzare questa edizione, la presenza di Luciana Littizzetto, che continuerà ad avere anche il suo impegno settimanale su Rai3 insieme a Fabio Fazio, seppure ormai il loro siparietto sia decisamente déjà vu. Angelo Teodoli, direttore di Rai2, ha chiamato a rapporto il suo staff e sono volate parole grosse. Nessuno infatti s’era accorto di quelle pagine nel copio-ne di Lol, striscia quotidiana che va per altro in onda in un orario importante, al termine del Tg2 serale. Teodoli s’è trovato nell’occhio del ciclone non tanto per il documento di protesta firmato da un’associazione cattolica, Pro Vita, quanto per le rimostranze arrivate (anche ai piani alti della Rai) dagli ambienti vaticani. È successo che nel-la trasmissione è andata in onda una gag con Gesù gay che bacia un apostolo seduto al tavole dell’ultima cena. Dav-vero troppo per il servizio pubblico. Se fossimo in Iran, Teodoli sarebbe stato messo al muro. Qui invece dovrà solo vedersela con i vertici Rai. Giancarlo Leone, direttore di Rai1,

ha il dossier da qualche tempo sul tavolo ma non sa decidersi. Deve trovare il sostituto di una delle sue vicedirettrici che se ne an-drà in maternità. Il fatto è che anche l’altra vicediret-trice, Maria Pia Ammira-ti, ha le valigie pronte per la direzione delle Teche. Senza più lady di ferro, Le-one rimane un condottiero senza truppa, anche perché il diktat della direzione ge-nerale è: nessun passaggio di grado in questo periodo di emergenza. Elisabetta Gregoraci ri-confermata a Rai2 col suo programma Made in Sud. Farà la pendolare tra Roma e Montecarlo, dove vive col marito Flavio Briatore. Nemmeno a parlarne di trasferirsi nella Capitale perché il lavoro non deve prevaricare la vita privata. Dice: «Se decidi di stare con qualcuno devi anche pren-derti cura di lui, devi ren-derlo felice». Così la resi-denza rimane a Montecarlo e lui è felice due volte, per la Gregoraci e per le tasse. Loretta Goggi, ovvero chi si rivede. Tornerà su Rai1 in una delle fiction di pun-ta della prossima stagione, Un’altra vita. Sei puntate con protagonista Vanessa Incontrada. Ma accanto a lei ci sarà appunto la rediviva Goggi, che torna attrice tv dopo tanti anni. La storia è ambientata nell’isola di Ponza, dove si rifugia una donna che ab-bandona gli agi e ritrova se stessa.

Twitter: @gponziano

TELE-VISIONI

Il Tar spinge su Saxa Rubra 2, ma la Rai frena

DI MASSIMO TOSTI

Andata (finalmente) in vacanza Lilli Gruber con Otto e mezzo, è arrivato il turno di In onda estate (La7, tutti i giorni, ore 20,40) affidato alla conduzione di Alessandra Sardoni e di Salvo Sottile. La Sardoni è una giornalista politica, Sottile si occupa in genere di cronaca nera, con la sua voce ansiolitica e la sua predisposizione naturale al mi-stero. Urbano Cairo ha fatto le cose in piccolo, all’insegna della spending review. Lo studio offre un colpo d’occhio di 50 sfumature di arancione, più adatta a un talent di cucina che a un talk politico. Al cen-tro un tavolo semicircolare, sormontato da un grande ve-tro opaco e sorretto da una rete di tubi di ferro. Le sedie (per i padroni di casa e per gli ospiti) sono in acciaio e hanno un’apparenza di totale scomodità. I primi due ospiti sono stati il ministro del la-voro Giuliano Poletti, ex capo della Lega cooperative (in studio), e Maurizio Bel-pietro (in collegamento da Milano). Si è parlato della rifor-ma della giustizia, della quale l’altra sera il governo ha ap-provato le «linee guida» (parole, parole, come cantava Mina, in coppia con Alberto Lupo). Le incertezze nella materia (delicatissima) sono forse da ricercare nella sudditanza del-la politica nei confronti della magistratura (ma Poletti ha smentito seccamente che il governo soffra di complessi di inferiorità nei confronti delle toghe). Belpietro, ovviamente, la pensa in modo esattamente opposto. Poi, affrontando i temi del lavoro (cari a Poletti) si è discusso parecchio delle coperture che il direttore di Libero ha sostenuto verranno reperite con il consueto aumento dell’imposizione fiscale. Perché il governo non prende esempio da Cairo e non ri-esce a realizzare neppure un minimo di spending review (come, invece, sono costretti a fare tantissimi italiani che, per tirare avanti, devono stringere la cinta). Da stasera, In onda si replica, fino a settembre, quando tornerà sul piccolo schermo l’ineffabile signora Gruber.

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DIGITALE EXTRATERRESTRE

In Onda al risparmioLA VIGNETTA DEL GIORNO

Indice Chiusura Var. % Var. % 30/12/13

FTSE IT ALL SHARE 22.897,16 1,38 13,33

FTSE IT MEDIA 13.583,47 0,02 1,38

L’editoria in Piazza Affari

Titolo Rif. Var. Var. % Capitaliz. % 30/12/13 (mln €)

Cairo Communication 6,5600 4,46 10,16 513,9

Caltagirone Editore 1,2100 5,22 12,24 151,3

Class Editori 0,2480 -3,01 39,88 26,2

Espresso 1,4500 2,47 6,62 597,4

Il Sole 24 Ore 0,8800 1,03 45,94 38,1

Mediaset 3,5380 -0,62 2,67 4.179,2

Mondadori 1,0250 -0,10 -26,99 268,0

Monrif 0,3605 0,14 -18,07 54,1

Poligra! ci Editoriale 0,3500 0,92 17,06 46,2

Rcs Mediagroup 1,2380 1,06 -6,21 646,1

Seat Pagine Gialle 0,0017 6,25 - 27,3

Telecom Italia Media 1,3560 -1,67 -23,43 140,1

Salvo Sottile

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Page 27: Italia Oggi - 02.07.2014

27Mercoledì 2 Luglio 2014

LA

MANO LA VITA.

È IN EDICO

IL PRIMO MENSILE PER GLI UOMINI CHE A

Diritto& Fisco

Lo prevede lo schema di dm dell’Economia. Ma il Consiglio di stato chiede ritocchi

Microcredito per fasce deboliFino a 10 mila euro senza garanzie e con tassi bassi

DI VALERIO STROPPA

Microcredito fino a 10 mila euro ai sog-getti appartenenti alle fasce deboli,

senza garanzie e a condizioni migliori di quelle di mercato. E per le start-up i fi nanziamenti agevolati salgono fi no a 25 mila euro, ma solo nei primi cinque anni dall’attribuzione della par-tita Iva. Ristretta poi la platea delle aziende benefi ciarie: non sarà applicata la defi nizione di microimpresa o pmi stabilita dalla Commissione europea, in quanto utilizzando tali criteri rientrerebbero tra i possibili destinatari oltre il 90% delle imprese italiane. La clientela target del microcredito dovrà invece avere meno di 5 dipen-denti (10 per le imprese orga-nizzate in forma societaria) ed essere un soggetto «non falli-bile» ai sensi della normativa sulle procedure concorsuali. È quanto prevede la bozza di

decreto attuativo sul microcre-dito predisposta dal ministe-ro dell’economia. Lo schema di dm, dopo la consultazione pubblica e il via libera di Banca d’Italia, è stato esaminato dalla

sezione consultiva per gli atti normativi del Consi-glio di stato. I magistrati amministrativi, però, con il parere n. 1954/2014 hanno rispedito al Mef il provvedimento, chie-dendo alcune correzioni e integrazioni. L’articolo 111 del Tub,

come modifi cato dal dlgs n. 169/2012, prevede una disciplina speciale per il cosiddetto «microcre-dito». Grazie ad alcune semplifi cazioni rispetto alle regole sulla vigilan-za prudenziale vigente per gli intermediari non bancari, i soggetti iscritti in un apposito elenco po-tranno concedere prestiti a persone fi siche, società di persone, Srl semplifi -cate, associazioni o coop, per l’avvio o l’esercizio di attivi-tà di lavoro autonomo o di im-presa. I fi nanziamenti potranno arrivare a 25 mila euro e non dovranno essere assistiti da ga-ranzie reali. In presenza poi di «condizioni che diano garanzie dell’adempimento puntuale» (defi nizione però ritenuta trop-po aleatoria nel parere) il pla-

fond potrà essere aumentato fi no a 35 mila euro. Per incen-tivare il rimborso puntuale del prestito, il dm prevede da un lato un trattamento più favore-vole per i fi nanziamenti di tipo progressivo, che condizionino l’erogazione di una parte degli importi al raggiungimento di alcuni risultati intermedi nella

realizzazione del proget-to finanziato. Ulteriori benefici scatterebbero in caso di regolare re-stituzione delle rate alle scadenze prestabilite. La durata massima dei pre-stiti viene fi ssata in set-te anni (fatta eccezione per quelli fi nalizzati alla formazione, che potran-no arrivare a 10 anni). Il dm delimita poi l’ambito di utilizzo dei fondi rice-vuti agli investimenti iniziali: acquisto di beni strumentali, assunzio-ne di dipendenti o par-tecipazione a iniziative formative necessarie ad acquisire i giusti know-how. L’ente fi nanziatore potrà controllare l’effet-tiva destinazione delle somme erogate.

Oltre al segmento «for-pro-fi t», la disciplina prevede pure la facoltà di erogare fi nanzia-menti a persone fi siche che si trovano in situazioni di parti-colare vulnerabilità economica o sociale, purché accompagna-te «dalla prestazione di servizi ausiliari di bilancio familiare». Tale consulenza servirà a mi-

gliorare la capacità di gestione del budget dei benefi ciari. Il regolamento introduce poi

alcune disposizioni volte a sco-raggiare l’ingresso nel settore del microcredito di intermedia-ri fi nanziari inaffi dabili e/o di quelli che vorrebbero sottrarsi elusivamente al regime di vi-gilanza ordinaria. Snellimenti burocratici per i soggetti non profi t quali fondazioni, coop so-ciali e onlus che, a particolari condizioni, potranno concedere i mini-prestiti alle famiglie di-sagiate senza alcun obbligo di iscrizione. Secondo i giudici di palazzo

Spada, però, lo schema di dm «si fonda su una disciplina particolarmente lacunosa a livello di legislazione». Da qui una serie di rilievi che portano il Consiglio di stato a richiedere alcuni chiarimenti al ministe-ro proponente.

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Nelle strategie aziendali la Corporate social responsibility (Csr o respon-sabilità sociale di impresa) si fa sempre più spazio. Il 90% delle aziende quotate ha integrato i temi Csr nel codice etico, il 51% dei consigli di amministrazione esamina e approva politiche in tema di Csr mentre, il 42% abbina l’impegno alla reale inclusione di tematiche socio ambientali nel piano industriale. Questo il risultato, reso noto ieri, dell’indagine promossa da Csr manager network in collaborazione con Assonime e Nedcommunity e condotta con un gruppo di ricercatori di Altis (Alta scuola impresa e società dell’Università Cattolica del Sacro cuore). «La ricerca, avente ad oggetto le modalità con cui sostenibilità e Csr entrano nell’agenda dei consigli di amministrazione delle imprese quo-tate italiane, evidenzia come la Csr sia ora mai un tema ben presente nell’agenda delle imprese quotate italiane», ha sottolineato Assonime tramite una nota. I dati, pur tenendo presente che non è possibile effettuare un confronto con il passato data la novità dell’argomento, mostrano come il 70% delle imprese del Ftse Mib ha chiarito il signifi -cato del termine Csr nella propria azienda defi nendo i propri impegni in ambito socio-ambientale. Inoltre, più del 50% dei cda è impegnato nell’esaminare e approvare politiche aziendali di Csr, mentre il 38,7% riceve periodicamente attività di formazione specifi ca sui temi Csr. Inoltre, circa due cda su tre sono periodicamente aggiornati rispet-to ai rischi socio ambientali legati all’attività di impresa. Tre imprese su quattro, infi ne, hanno adottato pratiche per agganciare parte del compenso dei consiglieri esecutivi alle performance socio ambientali dell’impresa. Esiste, però, un divario tra il numero dei cda che hanno dichiarato la volontà di integrare la Csr nella strategia aziendale e quelli che effettivamente lo hanno fatto. Le imprese che hanno integrato i temi nel codice etico sono state il 90,32%, mentre solo il 42% ha integrato i temi nel piano industriale.

Responsabilità sociale d’impresaal centro delle strategie aziendali

Accesso civico della riforma Severino esteso anche ai dati economici. Un’azienda che sospetta una violazione della libera concorrenza ha di-ritto di sapere dall’ente che ha rilasciato la concessione al rivale quali sono le condizioni economiche praticate: così può valutare l’eventuale sussistenza di una posizione dominante distorsiva dei principi del mercato. Lo stabilisce il Consiglio di stato con la sentenza 865/14, fra le prime pubblicate sul dlgs 33/2013. Accolto il ricorso dell’impresa che sospetta un abuso da parte del concorrente degli spazi utilizzati come deposito nel porto di Genova: otterrà tutti i dati che ha chiesto l’azienda che fi nora è stata costretta a procurarsi le aree che le servono a prezzo pieno, da operatori privati. Non basta che l’authority abbia fatto avere all’azienda gli estremi di tutte le concessioni e che sul punto sia già ar-rivato un «no» da parte dell’amministrazione. A mettere un primo punto fermo è stata la legge Severino, la 190/12, e poi è arrivato il decreto dele-gato, il 33/2013: i provvedimenti di concessione devono essere pubblicati e dunque possono essere oggetto di accesso civico proprio per consentire «forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche da parte delle amministrazioni». Insomma: l’azienda che vuole vederci chiaro chiede soltanto dati pubblici e il fatto che sia stata proposta una nuova istanza va spiegato con la necessità di focalizzarsi sui dati ritenuti di più concreto interesse; non ha dunque senso soffermarsi sulla «sindacabilità del diniego per ragio-ni attinenti all’asserita natura di interesse legittimo dell’accesso e alla possibile elusione del termine decadenziale connesso alla reiterazione dell’istanza». Inutile replicare che nella specie non vi sarebbe alcun abuso di posizione dominante: non sono valutazione di competenza dell’am-ministrazione, che deve limitarsi a verifi care se sia rilevante o meno l’interesse di chi chiede l’ostensione dei documenti.

Dario Ferrara

L’azienda deve sapere dalla p.a. le condizioni praticate alla rivale

Il testo del pare-re sul sito www.italiaoggi.it/docu-menti

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Page 28: Italia Oggi - 02.07.2014

28 Mercoledì 2 Luglio 2014 GIUSTIZIA E SOCIETÀCircolare della Giustizia con indicazioni agli uf@ ci sul processo civile informatizzato

Il ministero striglia i tribunaliPiù velocità nella lavorazione dei depositi telematici

DI ANTONIO CICCIA

Tribunali più veloci a lavorare i depositi te-lematici: è l’invito del ministero della giustizia

formulato agli uffi ci giudiziari con la circolare 27 giugno 2014 della direzione generale della giustizia civile di via Arenula. La pronta elaborazione dei fi le è l’unico modo per consentire che i tempi tecnici di registra-zione degli atti informatici non rosicchino spazio al tempo da dedicare alla stesura degli atti difensivi da parte degli avvoca-ti. Come segnalato su ItaliaOg-gi del 2 giugno 2014, se la can-celleria ci mette qualche giorno a lavorare gli atti depositati, l’avvocato avrà un po’ meno tempo per scrivere memorie e comparse e da questo discende una incisione del diritto di dife-sa. Lo evidenzia anche la circo-lare in commento, che fornisce consigli operativi all’indomani della pubblicazione del decreto legge 90/2014.

IL CALENDARIODal deposito telematico sono

esclusi gli atti introduttivi. Per i procedimenti instaurati a de-correre dal 30 giugno 2014, il deposito degli atti endoproces-suali, provenienti dalle parti costituite o dagli ausiliari del giudice, invece, avviene esclu-sivamente mediante invio telematico. Per i pro-cedimenti instaurati prima del 30 giugno 2014 è facoltà della parte, fino al 30 di-cembre 2014, sceglie-re se depositare atti e documenti in forma cartacea o mediante invio telematico. Dal 31 dicembre 2014, an-che nei procedimenti già pendenti, sarà consentito il deposito di atti endoproces-suali esclusivamente mediante invio telematico.

TEMPI DI LAVORAZIONECon il Pct diventa urgente la

lavorazione dei depositi telema-tici: solo con l’accettazione del deposito da parte del cancel-liere l’atto entra nel fascicolo processuale e diviene visibile dalla controparte e dal giudi-ce. Quindi è consigliabile che l’accettazione del deposito di atti e documenti provenienti dai soggetti abilitati all’invio telematico sia eseguita entro il giorno successivo a quello di ri-cezione da parte dei sistemi del dominio giustizia. D’altra par-te il decreto 90/2014 ha ridotto l’orario di apertura giornaliera delle cancellerie da 5 a 3 ore e, quindi, il personale può dedi-carsi ai depositi telematici.

COPIA UFFICIONon è necessario depositare

una copia cartacea a disposi-

zione del giudice, anche se non è stato abrogato l’articolo 111 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile. Le cancellerie saranno tenute, dunque, ad accettare il deposito degli atti endoprocessuali in-viati in forma telematica, senza doverne rifi utare il deposito per il fatto che non sia stata allega-ta copia cartacea.

COPIE DI CORTESIALa circolare non esclude che

possa crearsi la prassi del-le copie cartacee di cortesia, che, però, non devono essere inserite nel fascicolo di causa. D’altra parte la circolare non esclude che i giudici chiedano alle cancellerie di stampare atti e documenti (soprattutto se i fi le sono di grandi dimensioni) «considerata l’eccezionalità del momento e poiché i magistrati devono modifi care in modo ri-levante le proprie modalità di organizzazione del lavoro». Dal punto di vista degli avvocati è un richiamo a rendere più frui-bile la lettura del fi le, utilizzan-do maggiore sintesi ed evitando inutili prolissità.

ORARIO DI DEPOSITOIl decreto 90/2014 ha chiari-

to che il deposito è tempestiva-mente eseguito quando la rice-vuta di avvenuta consegna è generata entro la fi ne del giorno di scadenza. Inoltre si applica

anche al deposito telematico la proroga di diritto del giorno di scadenza di un termine scaduto in un giorno festivo, o, in caso di atti processuali da compiersi fuori udienza, di sabato.

FILE VOLUMINOSI Per i documenti superiori a

30 Mb, il deposito degli atti o dei documenti può essere tem-pestivamente eseguito me-diante l’invio di più messaggi di posta elettronica certifi cata, compiuti entro la fi ne del gior-no di scadenza. Le cancellerie devono accettare più buste, re-lative a quello che, sotto il profi -lo giuridico, costituisce un unico deposito di atti o documenti.

ANOMALIELe possibili anomalie riscon-

trabili sono riconducibili a tre categorie: warn, error e fatal. Solo gli errori appartenenti alla terza categoria impediscono materialmente l’accettazione

del deposito. Le cancellerie, in presenza di anomalie del tipo warn o error, invece, devono

sempre accettare il deposito, segnalan-dolo al giudice.

P.A.Quando la p.a.

può stare in giudizio personalmente, i fun-zionari possono fare depositi di atti e do-cumenti cartacei.

SENTENZEIl dl n. 90/2014, ha

modifi cato la formu-lazione dell’articolo

133 codice procedura civile, introducendo l’obbligo di dare notizia alle parti del deposito della sentenza mediante bi-glietto contenente non più il solo dispositivo, ma il testo in-tegrale della sentenza.

PARTI NON COSTITUITESi dia, per esempio, il caso

dell’avvocato che desidera con-sultare i documenti allegati a un decreto ingiuntivo, che ha il mandato di opporre. Il sistema prevede la possibilità di consul-tazione telematica, senza dover andare in cancelleria.

VERBALI DI UDIENZA I testimoni e le parti presen-

ti in udienza, che abbiano reso l’interrogatorio non devono più fi rmare il verbale.

CONCILIAZIONERimane in vigore l’articolo

88 disposizioni di attuazione

del codice procedura civile, e, quindi, il giudice deve stampare su carta il verbale in modo da consentirne alle parti la fi rma.

CONSULENTI Dal 30 giugno 2014 le can-

cellerie non dovranno più ac-cettare il deposito di atti e do-cumenti cartacei provenienti da professionisti nominati dal giudice. Per le cause iniziate

prima del 30 giugno, poi, l’invio telematico costituisce comun-que una modalità consentita, e anzi, preferenziale, di deposito degli atti del consulente.

©Riproduzione riservata

PARTI COMUNI, COSTITUZIONE DIRITTI REALI«In tema di condominio negli edifi ci, ai sensi dell’art.

1108, terzo comma, cod. civ., applicabile al condominio in virtù dell’art. 1139 cod. civ., per la costituzione di diritti reali sulle parti comuni è necessario il consenso di tutti i condòmini, che non può essere sostituito da una deli-berazione assembleare a maggioranza e dal decorso del tempo necessario a consolidarla». È il principio stabilito dalla Cassazione con sentenza n. 15024/13, inedita.

a cura dell’Uffi cio legaledella Confedilizia

GIURISPRUDENZA CASA

Il presidente della Cna, Daniele Vaccarino, ha inviato una lettera aperta al presidente della Rai, Anna Maria Taranto-la, sul problema del canone speciale Rai per artigiani, pic-cole imprese e professionisti (si veda ItaliaOggi di ieri). Vaccarino sottolinea come la Rai abbia inviato le richieste di pagamento «indiscriminatamente», ricorda che nel 2012, l’allora ministro Corrado Passera emanò una circolare per individuare i soggetti effettivamente tenuti a versare il «canone speciale Rai» e confi da che «possa essere messo in campo ogni strumento per risolvere defi nitivamente il problema del canone speciale Rai, individuando una volta per tutte i soggetti tenuti al suo pagamento».

Sul canone sui pc Cna scrive alla Rai

Le istruzioni

CALENDARIO

Causa iniziate prima del 30 giugno 2014: obbligo di deposito telematico dal 31/12/2014

Causa iniziate dal 30 giugno 2014: obbligo di deposito telematico dal 30/6/2014

FASCICOLO CARTACEODa tenere per i documenti cartacei (atti introduttivi, verbali conciliazione, copie d’ordine del giudice)

COPIA CARTACEA USO UFFICIO

Non obbligatoria

COPIE DI CORTESIA Secondo le prassi dei singoli tribunali

TEMPI LAVORAZIONE DELLE CANCELLERIE

Preferibilmente entro il giorno successivo al deposito

ORARIODeposito tempestivo se effettuato entro la fine del giorno

FILE VOLUMINOSI Possibili più invii

ANOMALIE

Warn: la cancelleria può forzare l’accettazione

Error: la cancelleria può forzare l’accettazione

Fatal: il sistema non accetta il deposito

DECRETI INGIUNTIVI Procedura solo telematica ! n dal ricorso

P.A.Funzionari che difendono la p.a. depositano atti e documenti cartacei

SENTENZA Comunicata telematicamente in forma integrale

PARTI NON COSTITUITE Possibile accesso telematico al fascicolo

VERBALI UDIENZA Esclusa la ! rma delle parti e del teste

CONCILIAZIONEVerbale stampato in formato cartaceo con firma autografa

CONSULENTI Tenuto al deposito telematico

La circolare sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

114111098121100105098105054051

Page 29: Italia Oggi - 02.07.2014

29Mercoledì 2 Luglio 2014MercoleGIUSTIZIA E SOCIETÀIn Gazzetta Uf, ciale il decreto del ministero dell’economia che punta a ridurre le frodi

Più difficili i furti d’identitàScambio dati tra intermediari e segnalazioni gratuite

DI ANTONIO CICCIA

Parte il sistema pubblico di prevenzione frodi e furti di identità. Ban-che, intermediari, assi-

curazioni e operatori di teleco-municazioni possono chiedere l’incrocio dei dati dichiarati nel corso di una operazione finanziaria o assicurativa e verificare l’effettiva identità del consumatore.

Inoltre è ai nastri di par-tenza anche l’istituzione di un servizio gratuito telefonico e telematico per segnalare le frodi, subite o temute, con furto di identità.

È stato, infatti, pubblicato sulla G.U. n. 150 di ieri il de-creto n. 95 del 19 maggio 2014, del ministero dell’economia, in vigore dal 16 luglio prossimo, che scrive le norme regola-mentari attuative del dlgs 141/2010 i materia di frodi e furti di identità.

Il sistema è incentrato su un archivio, di cui è titolare il Mef, che consente di verifi care i dati sull’identità di chi sta ac-quistando un bene di consumo, magari sottoscrivendo una ri-chiesta di fi nanziamento.

L’obiettivo è di combattere le frodi nel settore del credito al consumo e dei pagamenti dilazionati o differiti, con spe-cifico riferimento al furto di identità.

L’archivio è gestito dalla Consap. Partecipano al siste-

ma di prevenzione delle frodi alcuni soggetti che sono chia-mati aderenti diretti e altri che, invece, sono chiamati aderenti indiretti. La differenza tra le due categorie riguarda anche il livello di consultazione dell’ar-chivio.

Sono aderenti diretti le banche e gli intermediari fi -nanziari, i fornitori di servizi di comunicazione elettronica, i fornitori di servizi interattivi associati o di servizi di acces-so condizionato e le imprese di assicurazione.

Sono aderenti indiretti i ge-stori di sistemi di informazio-ni creditizie e le imprese che offrono servizi assimilabili di prevenzione frodi

Gli aderenti possono inviare all’archivio richieste di verifi ca dell’autenticità dei dati conte-nuti nella documentazione for-

nita dalle persone fi siche che richiedono una dilazione o un differimento di pagamento, un fi nanziamento o comunque fa-cilitazione fi nanziaria, un ser-vizio a pagamento differito.

A tutela della privacy è pre-visto che la verifi ca dell’auten-ticità dei dati non può essere richiesta se non per la preven-zione del furto di identità.

Gli aderenti non solo chie-dono verifiche sui dati, ma alimentano l’archivio con le informazioni relative ai casi di rischio di frodi.

Per maggiore tutela gli aderenti, tra l’altro, ogni vol-ta che stipulano un contratto devono inviare inviano una comunicazione scritta all’in-dirizzo risultante dai registri anagrafi ci della persona fi sica contraente.

Il regolamento in esame scri-

ve le disposizioni di dettaglio anche per l’avvio di un servizio gratuito, telefonico e telemati-co, per ricevere segnalazioni da parte di soggetti che hanno subito o temono di aver subito frodi configuranti ipotesi di furto di identità.

Nel dettaglio il regolamen-to prevede il censimento degli aderenti diretti e indiretti, che devono segnalarsi mediante invio di un formulario (allegato al decreto).

Gli aderenti si convenzione-ranno con il Consap, così da impegnarsi anche al rispetto della normativa sulla riser-vatezza. A questo proposito il regolamento precisa che il ti-tolare del trattamento è il Mef e che tutti i soggetti coinvolti devono adottare misure per un elevato livello della protezione dei dati personali.

L’architettura dell’archivio prevede sei livelli: 1) elenco aderenti diretti; 2) dati statisti-ci; 3) interfaccia per il control-lo della autenticità dei dati; 4) informazioni sulle frodi subite e segnalate; 5) informazioni sul rischio frodi; 6) allerta tra-smessi dal Mef.

Gli aderenti indiretti non possono accedere oltre il terzo livello.

Per poter inoltrare richieste di verifi ca dei dati l’aderente diretto deve pagare una quota di adesione e poi 0,30 euro per ogni richiesta di verifi ca. Inol-tre l’aderente diretto è tenuto

a comunicare le informazioni sulle frodi subite e al rischio di frode (il regolamento sta-bilisce il tracciato dei dati da inserire).

Le richieste di verifica ri-guardano l’identità del sog-getto, i dati del documento di identità, tessera sanitaria, codice fi scale, partita Iva, di-chiarazioni redditi, posizioni contributive, previdenziali e assistenziali. A seguito del-la richiesta di verifica parte l’incrocio con i dati conservati negli archivi dell’agenzia delle entrate, del ministero dell’in-terno, ministero delle infra-strutture, Mef, Inps e Inail.

Le informazioni sulle frodi restano nell’archivio per tre anni.

Dati e informazioni sono a disposizione anche per le Forze di polizia, per l’Unità di informazione fi nanziaria della Banca d’Italia e per il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di fi nanza.

Il regolamento, poi, istituisce anche il servizio gratuito, tele-fonico e telematico per ricevere le segnalazioni dei soggetti che hanno subito o temono di aver subito frodi confi guranti ipote-si di furto di identità.

Il calendario del regolamen-to evidenzia un termine di 18 mesi per l’entrata in vigore del-le norme sulle informazioni e uno di 12 mesi per le imprese di assicurazione.

© Riproduzione riservata

Chi rimane coinvolto in qualche modo in un incidente con feriti è meglio che attenda l’arrivo delle forze dell’ordine prima di andarsene. Diversamente si corre il rischio di venire condannati per omissione di soccorso. Lo ha confer-mato la Corte di cassazione, sez. IV pen., con la sentenza n. 24531 del 10 giugno 2014. Un automobilista rimasto coinvolto in un sinistro con feriti si è fermato un attimo per verifi care lo stato di salute delle persone ed è poi ri-partito senza attendere l’arrivo degli organi di controllo. Per questa condotta è stato condannato per violazione dell’art. 189 cds e la Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito. Questo reato è pacifi camente ravvi-sabile, specifi ca il collegio, anche nei casi in cui la persona coinvolta nell’incidente si sia fermata allontanandosi pri-ma dell’arrivo della polizia per i necessari rilievi. La ratio della norma non abbraccia infatti solo la solidarietà verso le persone coinvolte ma anche la possibilità di ricostruire più agevolmente la dinamica dell’incidente con l’ausilio dei testimoni.

Stefano Manzelli© Riproduzione riservata

Sinistro con feriti, meglio attendere la polizia

DI PAOLO BOZZACCHI

Non solo diritto d’asilo e politi-ca dell’immigrazione al centro dell’agenda sulla giustizia per il semestre italiano di presidenza

dell’Unione europea. Ma anche implemen-tazione della figura del pubblico ministero europeo, potenziamento del programma «E-Justice» per un uso crescente delle nuove tecnologie in ambito giudiziario e tutela dei diritti umani nei paesi terzi che stipulano accordi di cooperazione con l’Ue.

Questo quanto emerge dal documento programmatico presentato dal governo italiano in occasione del semestre di pre-sidenza iniziato il 1° luglio. Dal punto di vista della gestione delle politiche migra-torie, l’Italia conta di rafforzare il sistema Frontex di controllo delle frontiere con fo-cus sugli obiettivi comuni quali la lotta alla criminalità organizzata, il traffico di esseri umani, il terrorismo e la difesa dei diritti fondamentali.

Per Frontex sono stati stanziati dall’Ue solo 7 milioni di euro, per gestire un’emer-genza che da inizio anno ha visto sbarcare in Italia oltre 50 mila profughi, più del to-tale registrato dagli arrivi nell’intero 2013.

E l’obiettivo italiano è quello di dotare l’Ue di una efficace politica migratoria comune e di un miglior coordinamento alla lotta all’immigrazione clandestina. Per quel che riguarda il potenziamento di «E-Justice», poi, l’obiettivo dichiarato dalla presidenza italiana è quello di rendere i servizi giuri-dici più efficienti e vicini alle esigenze di cittadini e imprese.

Particolare attenzione verrà inoltre ri-servata al negoziato alle battute finali per l’istituzione della Procura europea. Molta attenzione viene dedicata dal documento programmatico italiano anche alle politi-che di vicinato europeo, sia meridionale che orientale, con un occhio di riguardo a Libia e Ucraina. Che comunque contempla-no aspetti che riguardano direttamente il settore giustizia. In particolare l’Italia ri-tiene necessario elaborare soluzioni nuove alle cause che solo alla radice dei massicci flussi migratori verso le coste italiane degli ultimi mesi, come la questione dell’instabi-lità libica e il conflitto in Siria.

Il governo italiano si impegna anche a «riavviare una partnership con la Russia», come dichiarato dal ministro degli Esteri, Federica Mogherini.

© Riproduzione riservata

I punti chiave del semestre europeo a guida italiana

Pubblico ministero Ue Giustizia più tecnologica

PER 27.000 LOCALITÀ ITALIANE E 170.000 CITTÀ DEL MONDO

Domani in ufficio, macchina o motorino?

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classmeteo.it

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Le novità in pillole

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Page 30: Italia Oggi - 02.07.2014

30 Mercoledì 2 Luglio 2014 I M P O S T E E TA S S ELe opzioni dell’amministrazione 2 nanziaria per non perdere la potestà impositiva

Voluntary, occhio alla scadenzaLa decorrenza dei termini non blocca la contestazione

DI DUILIO LIBURDI

La voluntary disclosure guarda ai periodi di imposta in scadenza. Se il termine per la

contestazione del periodo di imposta ovvero per l’irroga-zione delle sanzioni è prossi-mo alla decadenza, in deroga alla procedura prevista dalla legge, potrà essere notifica-to l’avviso di accertamento ovvero l’atto di contestazio-ne delle sanzioni. Questo al fine di non perdere, da parte dell’amministrazione finan-ziaria, la potestà impositiva sugli anni in scadenza. Fermo restando, però, che la defini-zione degli atti dovrebbe com-portare i medesimi benefici. Il primo elemento sul quale ragionare nell’esaminare la procedura di voluntary di-sclosure nella versione che emerge dall’ultima riformu-lazione dell’emendamento del relatore (si veda ItaliaOggi del 1° luglio 2014), è quello legato ai periodi di imposta sanabili. La norma parla del-le violazioni alle disposizioni

in materia di monitoraggio fi scale commesse sino al 31 dicembre 2013 e, dunque, la procedura in questione ri-guarda i periodi di imposta aperti sino a tutto il 2012. Ai fi ni delle imposte sui reddi-ti e dell’Iva, però, il termine ordinario di accertamento di un periodo di imposta è quello quadriennale successivo alla presentazione della relativa dichiarazione. Pertanto il pe-riodo di imposta 2009 scade, ai fini dell’accertamento, il prossimo 31 dicembre 2014. In caso di omissione della dichiarazione, entro la me-desima data la decadenza riguarderà invece il periodo di imposta 2008. Posto che la procedura di disclosure è at-tivabile sino al 30 settembre 2015, è evidente come, in re-lazione ai periodi di imposta sanabili, la norma regola le vicende delle istanze presen-tate dopo il 15 settembre di ogni anno (quindi il 2014 ed il 2015), proprio in considera-zione del fatto che, un’istan-za presentata dopo quella data potrebbe riguardare un

periodo di imposta ormai in scadenza. L’esame che deve essere effettuato dal fisco, poi, potrebbe non concluder-si entro la fi ne dell’anno. La norma, quindi, prevede che, in mancanza della defi nizio-ne dell’invito ovvero della defi nizione in adesione della posizione relativa alla disclo-sure, le Entrate, in relazione alla annualità in scadenza possono derogare ai termini di accertamento dei periodi di imposta, notificando nel contempo l’avviso di accer-tamento entro 90 giorni dal-la ricezione della richiesta. Analoga ipotesi è formulata in relazione all’atto di con-testazione delle sanzioni. Se l’indicazione della norma è chiara in relazione alla ne-cessità di non far trascor-rere inutilmente il termine di decadenza del periodo di imposta, la problematica ri-guarda la quantifi cazione del-le somme dovute nel caso in cui siano dovute le imposte e non solo la sanzione prevista ai fi ni del monitoraggio fi sca-le. Il principio della disclosure

non può essere in alcun modo oggetto di violazione, nel sen-so che i costi della defi nizione dovranno essere identici indi-pendentemente dal fatto che sia o meno compreso un pe-riodo di imposta in scadenza. Da un punto di vista pratico la questione potrebbe essere più complessa. Si pensi, ad esempio, a un contribuente che formula una richiesta di disclosure basata sul prin-cipio della forfetizzazione tenendo conto che, alla fi ne dell’anno, la consistenza este-ra non supera i 2 mln di euro. In questa ipotesi le Entrate, per determinare le somme do-vute per la collaborazione vo-lontaria potrebbero decidere di procedere secondo le regole ordinarie per poi immaginare un’ ipotesi di conguaglio sui successivi periodi di imposta con il rischio, però, di avere già consolidato il debito relativo all’anno in scadenza. Ovvero, valutare la richiesta di forfe-tizzazione ma determinare le imposte in modo analitico per poi procedere a un ricalcolo successivo che tenga conto

di quanto versato per quello specifi co periodo di imposta. In ogni caso il risultato della procedura di collaborazione volontaria non può essere dif-forme a seconda del momento in cui si presenta la richiesta di defi nizione, il cui tempo di presentazione potrebbe an-che essere infl uenzato dalla previsione normativa in re-lazione ai periodi di imposta vicini alla scadenza. In linea di principio, il problema po-trebbe essere meno delicato con riferimento alle sanzioni in materia di monitoraggio fi scale tenendo conto che le stesse sono determinate in misura fi ssa. In questo caso, il problema potrebbe essere quello della individuazione della base sulla quale appli-care la sanzione. La dispo-sizione in questione troverà applicazione anche con rife-rimento alla procedura che interessa quei contribuenti che non hanno commesso vio-lazioni rispetto alle norme in materia di monitoraggio ma che intendono sanare le vio-lazioni interne.

Sulla voluntary disclosu-re il governo prende tem-po. È, infatti, slittato a oggi il parere dell’esecu-tivo sul nuovo impianto normativo al vaglio del-la commissione finanze della camera. Tra i nodi che il governo è chia-mato a sciogliere anche quello relativo all’inse-rimento all’interno del testo di una norma ad hoc per l’autoriciclag-gio. Per quanto riguar-da, invece, la possibilità di far emergere anche i capitali nascosti in Italia attraverso la voluntary disclosure, ipotesi conte-nuta nella riformulazio-ne dell’emendamento del relatore, Giovanni Sanga (Pd), nonostante i quasi 140 subemendamenti pre-sentati dovrebbe essere approvata nella sostanza così come proposta. «Il governo», ha spiegato il sottosegretario all’eco-nomia Enrico Zanetti, «condivide la scelta, considerando assoluta-mente corretta l’idea di allineare le procedure, rendendole identiche. In merito all’autoriciclag-gio, invece, non ci sono difformità di vedute sul-la volontà di introdurlo, ma si tratta di decidere il veicolo legislativo più appropriato».

Beatrice Migliorini

Disclosure al governo

Facta sempre più nel vivo. Il governo, infatti, nel corso del Consiglio dei ministri che si è svol-to lunedì 30 giugno, ha approvato, su proposta dei ministri degli affari esteri, Federica Moghe-rini, e dell’economia e finanze, Pietro Carlo Padoan, il ddl di ratifi ca ed esecuzione dell’ac-cordo tra Italia e Stati Uniti d’America. Via li-bera, poi, anche alle di-sposizioni concernenti gli adempimenti delle istituzioni finanziarie italiane ai fini dell’at-tuazione dello scambio automatico di informa-zioni. Quest’ultimo con-sentirà di migliorare la tax compliance interna-zionale. La cooperazio-ne, infatti, riguarderà i conti detenuti negli Usa da soggetti residenti in Italia e quelli detenuti in Italia da cittadini e residenti americani. Og-getto dello scambio di in-formazioni saranno i dati identifi cativi del titolare del conto, il numero di conto, l’istituzione fi-nanziaria che effettua la comunicazione, il saldo o il valore del conto. A par-tire dal 2015 si aggiunge-ranno altre informazioni, tra cui l’importo totale lordo degli interessi o dei dividendi.

Italia-Usa,Facta al via

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ATAC S.p.A.Azienda per la Mobilità

www.atac.roma.it

Sede Legale: Via Prenestina, 45 - 00176 – Roma

AVVISO PER ESTRATTO DI GARA ESPERITA

N. 41 / 2014

Si informa che, sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (G.U.C.E), sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.R.I.) n° 74 del 02/07/2014, parte V serie speciale, è pubblicato l’avviso di gara esperita relativo alla procedura aperta per l’affidamento della fornitura di rotaie profilo 50E5 per armamento ferroviario in barre da 18 e 36 ml occorrenti per la manutenzione straordinaria dell’armamento della metropolitana di Roma Linea A e Linea B, da esperire con il sistema dell’e-procurement.Il suddetto avviso sarà pubblicato sul sito informatico del Ministero delle Infrastrutture, sul sito dell’Osservatorio dal 02/07/2014 sull’Albo Pretorio del Comune di Roma e sul sito internet www.atac.roma.it nella sezione “Gare e Albo Fornitori”.

ATAC S.p.AStruttura Acquisti

Il Dirigente Sabrina Bianco

COMUNE DI MODENASettore Ambiente e Protezione Civile

ESTRATTO BANDODI PROCEDURA APERTA

Il Comune di Modena indice per il giorno 9 settembre 2014 alle ore 11,00 una procedura aperta per l'affidamento del “Servizio triennale 2015 – 2017 - Gestione del Canile Intercomunale di Modena” C.I.G. 5764891A8A.Importo a base di gara: Euro 450.600,00, oltre ad oneri I.V.A.I soggetti interessati dovranno fare pervenire il plico contenente l'offerta e i documenti richiesti nel bando e nelle norme di gara entro il giorno 4 settembre 2014 alle ore 13,00 all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Modena, Via Scudari n. 20 – 41121 Modena.Copia integrale del bando, delle norme di gara, del Capitolato speciale d’appalto e del Documento Unico di Valutazione del Rischio da Interferenze, contenenti i requisiti e le prescrizioni per essere ammessi e per partecipare alla gara, è disponibile sul sito internet www.comune.modena.it/il-comune/bandiData di trasmissione del bando alla G.U.U.E.: 19/06/2014.Data di pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana: 27/06/2014.

Il Responsabile del ProcedimentoF.to Dott.ssa Giovanna Franzelli

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Page 31: Italia Oggi - 02.07.2014

31Mercoledì 2 Luglio 2014MercoledìI M P O S T E E TA S S ELa Cassazione sui limiti in caso di ristrutturazioni

Meno agevolazioniKo le imprese in aree svantaggiate

DI DEBORA ALBERICI*

Agevolazioni fiscali limi-tate per le imprese del-le aree svantaggiate. Per le ristrutturazioni

degli immobili in locazione il contribuente ha, infatti, dirit-to alla deducibilità solo nei li-miti dell’imputabilità del costo a ciascun anno di esercizio. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 14980 del 1° luglio 2014, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate. La sesta sezione ha dato, quindi, torto a un im-prenditore siciliano che aveva portato in deduzione nello stes-so anno i costi sostenuti per la ristrutturazione dell’impianto elettrico e di altre parti di un immobile preso in locazione. Le spese, infatti, devono essere spalmate su più esercizi.

In proposito i supremi giu-dici hanno, infatti, affermato che «il credito d’imposta, per i soggetti titolari di reddito d’impresa che, nel periodo ivi indicato, abbiano effettuato nuovi investimenti, spetta per i beni strumentali, materiali e immateriali, che siano nuovi e fi scalmente ammortizzabili». Da ciò consegue che le spese incrementative relative a un immobile rilevano, ai fi ni del credito d’imposta, solo se il contribuente dimostri che i relativi costi possano essere contabilizzati in bilancio tra le immobilizzazioni materiali, in quanto, trattandosi di ope-re aventi una loro autonoma funzionalità e individualità, a prescindere dal bene altrui cui accedono, possono essere,

al termine della locazione, ri-mossi e utilizzati separatamen-te dall’investitore, a differenza delle spese incrementative riguardanti opere prive di tali caratteristiche rispetto al bene cui accedono.

*Cassazione.net

DI BEATRICE MIGLIORINI

Realizzare un catasto partecipativo così come previsto dall’art. 2 del-la delega fiscale (legge 23/2014). Questo l’obiet-tivo che il presidente del-la commissione finanze del senato, Mauro Maria Marino (Pd), intende rag-giungere dal momento in cui il testo del decreto approderà in parlamen-to. «Quando lo schema di dlgs relativo alle com-missioni censuarie ap-proderà in parlamento, andranno rivisti i compiti delle commissioni stesse per realizzare effettiva-mente un catasto parte-cipativo. Abbiamo inten-zione», ha sottolineato Marino, «di raccogliere l’allarme dei proprietari immobiliari sulle criticità contenute. Una su tutte il poco spazio lasciato alle associazioni di categoria nella composizione delle commissioni e rischi di non invarianza di getti-to, con aggravio del peso fi scale sul patrimonio im-mobiliare. Il nuovo cata-sto, inoltre, dovrà essere l’occasione per creare il cassetto immobiliare, un fi le che contenga tutte le informazioni catastali, come la classe energeti-ca, le barriere architet-toniche, l’adeguatezza antisismica, utili per va-lorizzare il patrimonio immobiliare».

NUOVO CATASTO

Commissionicensuariepartecipate

Il Fisco intensifi ca i rap-porti con i contribuenti. Ad aggiungere un tas-sello, la fi rma, avvenuta ieri da parte all’ammi-nistratore delegato di Equitalia, Benedetto Mineo e del presidente nazionale di Adicon-sum, Pietro Giordano, del protocollo d’intesa che pone le basi per una capillare cooperazione sul territorio, fi nalizza-to a rendere più agevo-le e rapido il rapporto con i contribuenti. Con la successiva sottoscri-zione delle convenzioni a livello territoriale, è prevista l’attivazione di sportelli telematici a cui gli associati potranno rivolgersi per ottenere una consulenza dedica-ta e fissare un appun-tamento presso le sedi locali per risolvere le situazioni più complesse e delicate. «Equitalia si sta im-pegnando per garanti-re un servizio sempre più efficiente e, a tal fine», ha spiegato Mi-neo, «Adiconsum potrà offrire informazioni, consulenza e tutela ai contribuenti, mettendo in pratica i principi ispi-ratori dell’Associazio-ne e utilizzando anche le proprie strutture di prossimità capillarmen-te diffuse su tutto il ter-ritorio nazionale».

CONTRIBUENTI

Equitalia, la rete è diffusa

al termine della locazione ri-

Via libera al rimborso Iva dell’impresa fallita o che ha cessato l’attività anche in assenza di operazioni imponibili. A sdoganare il benefi cio fi scale è la Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 14981 del 1° luglio 2014, ha accolto il ricorso di un imprenditore al quale l’uffi cio aveva negato il rimborso Iva, dopo la cessazio-ne dell’attività, sostenendo che il contribuente avesse diritto solo alla detrazione nell’anno successivo. La sesta sezione ha, quindi, chiuso la vicenda decidendo nel merito e accordando al contribuente il diritto al rimborso dell’imposta e non della detrazione. «Ciò perché», ricorda il collegio di legittimità, «l’art. 30 del dpr 633/1972, laddove dispone che i contribuenti che non hanno effettuato operazioni imponibili nell’anno cui il credito Iva si riferisce, non possono optare per il rimborso, ma devono necessariamente computare il credito in detrazione nell’anno successivo, riguar-da esclusivamente le imprese in piena attività e non esclude quindi il diritto di quelle, che hanno cessato l’attività o che sono fallite, di ricorrere all’istituto del rimborso per il recupero dei loro crediti d’imposta, non avendo esse la possibilità di recuperare l’impo-sta assolta su acquisti e importazioni nel corso del-le future operazioni imponibili». Ma non è tutto. La Cassazione precisa, inoltre, «che deve tenersi distinta la domanda di rimborso, da considerarsi già presenta-ta con compilazione nella dichiarazione annuale del

quadro relativo che con-fi gura formale esercizio del diritto, rispetto alla presentazione del mo-dello VR».

Debora Alberici

Iva, rimborso dovutoanche in caso di fallimento

Prosegue in commissione fi nanze alla camera l’iter della proposta di legge a fi rma del presidente della VI commissione Daniele Capezzone, vol-to a eliminare le tasse automobilisti-che per tre anni per i veicoli di nuova immatricolazione. Questa settimana, al termine delle audizioni delle auto-rità interessate, verrà, quindi, fi ssato il termine per la presentazione degli emendamenti a un testo che, per stessa ammissione di Capezzone, «ha trovato accoglimento da parte di tutti i soggetti interpellati».

Le commissioni industria e am-biente del senato hanno incardinato il disegno di legge di conversione del decreto per la competitività delle imprese (che contiene anche misure su ambiente, agricoltura e «taglia-bollette») avviando un ciclo di audizioni per tutta la settimana. Re-latori del provvedimento Massimo Mucchetti (Pd) per la commissione industria e Giuseppe Marinello (Ncd) per la commissione ambiente. Le commissioni hanno fi ssato il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto per martedì 8 luglio alle 12.

Gli agenti colpevoli degli atti di violenza avvenuti nel carcere di San Sebastiano di Sassari nell’aprile del 2000 non hanno ricevuto pene proporzionali al reato commesso. La Corte europea dei diritti umani ha quindi condannato l’Italia per aver sottoposto a trattamento inumano e degradante Valentino Saba, uno dei detenuti che denunciarono gli atti di violenza. La Corte ha stabilito che lo stato gli deve versare 15 mila euro per danni morali. Nel condannare l’Italia la Corte di Strasburgo mette in causa i tempi lunghi del processo, il fatto che molti colpevoli sono stati prosciolti per prescrizione dei reati commessi.

Diventa operativa la nuova tariffa di rete per i consumi ad alta effi cienza approvata dall’Autorità per l’energia. «Dal mese di luglio, infatti», spiega una nota dell’Autorità per l’energia e il gas, «i clienti che riscaldano l’abitazione utilizzando solo pompe di calore elettriche possono chiedere di partecipare alla sperimentazione della nuova tariffa D1, basata su un prezzo del kilowattora costante rispet-to ai consumi di energia elettrica».

Dopo l’aumento del 2012 tornano a diminuire in Italia i furti di vetture (-3,5% nel 2013) anche se il dato si accompagna a una diminuzione del recupero da parte delle forze dell’or-dine. Tutte le regioni del Nord sono in calo tranne la Lombardia, mentre la Basilicata mette a segno il decremento più marcato (-26,9% sull’anno prece-dente). La Puglia mantiene stabile il rapporto fra questo tipo di reato e il parco circolante mantenendo così il primato in Italia. Nel resto del Sud la Campania registra un miglioramento (-7,7%). È quanto emerge dai dati forniti ieri dall’Ania.

Contributi alla diffusione della cultura scientifi ca. A metterli a di-sposizione il bando pubblicato sul sito del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, www.miur.it. Possono concorrere scuole, soggetti pubblici e privati. I soggetti ammessi al fi nanziamento dovranno promuovere l’informazione e la divul-gazione scientifi ca e storico-scientifi ca anche attraverso mostre, convegni, realizzazioni editoriali e multime-diali, favorire l’attivazione di nuove istituzioni e città-centri delle scienze

e delle tecniche, incentivare le atti-vità di formazione e aggiornamento professionale richieste per la gestione dei musei, città-centri delle scienze e delle tecniche.

«Le modifi che introdotte dal dl 91/2014, eliminando l’obbligo di nomina del revisore unico e, laddove previsto dallo statuto, del collegio sindacale nelle srl sono scelte che non poggiano su criteri di economicità aziendale e che non garantiscono la competitività». Questo l’sos lanciato ieri dall’Unione nazionale dei giovani commercialisti e degli esperti contabi-li in merito al decreto crescita.

In relazione al concorso a 200 posti di notaio del 28 dicembre 2009, il ministero della giustizia ha comunicato ieri che l’elenco delle sedi a disposizione per i vincitori nominati con dm 16 giugno 2014 è stato revocato a causa di un errore materiale nella redazione. Seguirà un nuovo decreto contenente l’elenco corretto delle sedi. I vincitori saran-no rimessi in termini per formulare l’indicazione delle sedi nelle quali richiedono di essere destinati.

BREVI

Il testo della sentenza sul sito www.italiaoggi.it/documenti

Il testo della sentenza sul sito internet www.italiaoggi.it/docu-menti

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Page 32: Italia Oggi - 02.07.2014

32 Mercoledì 2 Luglio 2014 ENTI LOCALI E STATOIn attesa di pubblicazione in G.U. il dm con modello e istruzioni

Tasse, no profit alla cassaDichiarazione Imu-Tasi entro il 30 settembre

DI ILARIA ACCARDI

Gli enti non commerciali possono mettersi in re-gola con il pagamento dell’ Imu e della Tasi.

È questo uno degli effetti che derivano dal decreto dell’eco-nomia 26 giugno 2014 che ha approvato il modello di dichia-razione Imu-Tasi, in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che gli enti devono presentare entro il 30 settem-bre. La mancanza del modello di dichiarazione potrebbe avere indotto gli enti non commercia-li a non versare correttamente i due tributi, visto che è solo oggi che hanno a disposizione le istruzioni da seguire per sta-bilire l’esatto importo da corri-spondere al comune.

Infatti, nel modello di dichia-razione dopo la prima facciata (riservata all’indicazione del comune destinatario dei tri-buti, dei dati identifi cativi del contribuente e dei dati relativi all’impegno alla presentazione telematica) ci sono due quadri relativi rispettivamente alla descrizione:

- degli immobili totalmente imponibili (quadro A);

- degli immobili parzialmente imponibili o totalmente esenti (quadro B);

Quest’ultimo quadro è mol-to importante perché in esso sono indicati (sulla base del dm 200/2012, attuativo dell’art. 91-bis, del dl 1/2012 converti-to dalla legge 27/2012)i criteri necessari per determinare per ciascun immobile la percentua-le di imponibilità in ragione dello svolgimento nello stesso dell’attività con modalità com-merciali, con riferimento distin-tamente:

• all’attività didattica;• alle altre attività di cui

all’art. 7, comma 1, lett. i), del dlgs 504/92 e cioè le attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifi ca, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all’art. 16, lett. a), della legge 222/85 e cioè le attività di religione e di culto.

L’ultimo foglio (quadro C) contiene i dati per la determi-nazione dell’Imu e della Tasi, nonché all’esposizione dei dati relativi a compensazioni e rim-borsi per entrambi i tributi.

Riguardo al pagamento si deve ricordare che il com-ma 721 dell’art. 1 della legge 147/2013 stabilisce che il ver-samento dell’Imu è effettuato dagli enti non commerciali esclusivamente secondo le di-sposizioni di cui all’art. 17 del dlgs 241/97, in tre rate di cui le prime due (di importo pari ciascuna al 50% dell’imposta complessivamente corrisposta per l’anno precedente) devono essere versate nei normali ter-mini stabiliti dall’art. 9, comma 3, del dlgs 23/2011, e l’ultima,

a conguaglio dell’imposta com-plessivamente dovuta, deve es-sere versata entro il 16 giugno dell’anno successivo a quello cui si riferisce il versamento.

La norma prevede, poi, che gli enti non commerciali ese-guono i versamenti del tributo con eventuale compensazione dei crediti, nei confronti dello stesso comune per il quale è scaturito il credito, risultanti dalle dichiarazioni presentate successivamente alla data di entrata in vigore della legge. Si ricorda che nella risoluzione n. 1/Df del 23 giugno 2014 la direzione legislazione tribu-taria e federalismo fi scale del dipartimento delle fi nanze han-no messo in evidenza che, detti enti il 16 giugno 2014 avrebbe-ro dovuto versare:

-l’Imu a saldo dell’anno 2013;

- la prima rata Imu e Tasi, ove dovute, per l’anno 2014.

Nella risoluzione è stato an-

che evidenziato che la mancan-za del modello di dichiarazione può considerarsi un elemento che giustifi ca i comuni a con-siderare sussistenti le condi-zioni per applicare l’art. 10 dello Statuto del contribuente, e stabilire, quindi, un termine ragionevole entro il quale gli enti non commerciali possono effettuare i versamenti dovuti senza l’applicazione di sanzioni e interessi. Il termine suggerito è stato quello di un mese dalla pubblicazione del modello di dichiarazione Imu-Tasi, fermo restando che, cosi come è av-venuto per quello decorrente dalla scadenza del 16 giugno 2014, ogni comune può decidere in autonomia, pubblicizzando adeguatamente, per dovere di buona amministrazione, quan-to deliberato al riguardo.

Si deve ricordare che la di-chiarazione in esame non ri-guarda:

- gli immobili posseduti da

partiti politici, che restano co-munque assoggettati all’Imu e alla Tasi indipendentemen-te dalla destinazione d’uso dell’immobile, come dispone lo stesso art. 7, comma 1, let-tera i), del dlgs 504/92, a se-guito delle modifi che apporta-te dal dl 149/2013, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 13/2014;

- gli immobili posseduti dal-le fondazioni bancarie di cui al dlgs 153/99, ai quali, in base al comma 6-quinquies dell’art. 9 del dl 174/2012 convertito, con modifi cazioni, dalla legge 213/2012, non si applica l’esen-zione in esame.

DI MATTEO BARBERO

Non c’è pace per i conti dei comuni. Malgrado il via libera al riparto del fondo di solidarietà (si veda ItaliaOggi di ieri), rimangono numerose le incognite in vista della chiusura dei bilanci di previsione 2014.Ieri, fra l’altro, si è

verificato un piccolo giallo: la tabella con il dettaglio delle cifre comune per comune è sparita dal sito della Conferenza stato-città e autonomie locali dove era stata pubblcata. Ma si è trattato solo di un problema di forma: i dati sono confermati (anche se per l’ufficialità ci vuole un dpcm) e saran-no consultabili a breve sul sito del Viminale.Più di sostanza i dubbi

sollevati da diversi ad-detti ai lavori sulle cifre. Alcuni, in particolare, hanno criticato la doppia deduzione della quota dell’Imu comunale che va ad alimentare il fondo e che è sottratta sia dalla colonna 4 (che considera il gettito al netto) sia dal-la colonna 11. Altro pro-blema riguarda i comuni che hanno le aliquote Imu al massimo e quindi non possono applicare la Tasi neppure al livello standard. Per tali enti, il gettito stimato dal Mef e su cui è basato il riparto del fondo è puramente virtuale. In cassa non en-trerà un euro, aprendo pericolosi buchi. Per ovviare, il governo

ha stanziato un apposito fondo da 625 milioni, ma sulla sua distribuzione non si è ancora trovato un accordo con i comuni fi -scalmente «virtuosi», che rivendicano una fetta del-la torta. Infi ne, restano ancora da distribuire i ta-gli previsti dal dl 66/2014 come contropartita dei ri-sparmi attesi dalle misure di contenimento dei costi per gli acquisiti di beni e servizi (375,6 milioni) e del maggior gettito Imu che deriverà dalla rimo-dulazione dell’esenzione sui terreni agricoli (350 milioni). Ecco perché, come anticipato ieri da questo giornale, non si esclude un ulteriore dif-ferimento al 30 settembre del termine per il varo dei preventivi.

ENTI LOCALI

Bilanci, incertezze sulla Tasi

ESTRATTO DI BANDO PER GARE CON PROCEDURA APERTAEnte Appaltante: ANAS SpA - Compartimento della Viabilità per la Basilicata - Via N. Sauro - Potenza - tel. 0971/608111 - Fax 0971/56531 - Sito Internet: www.stradeanas.itLAVORI DI PRONTO INTERVENTO A SEGUITO DI INCIDENTI STRADALI, EMERGENZE ED EVENTI IMPREVEDIBILI, PER IL RIPRISTINO

DEFINITIVO DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA NONCHE OPERE VARIE DI MANUTENZIONE DEL CORPO STRADALE E RELATIVE

PERTINENZE - TRIENNIO 2015/2017. LE SOCIETÀ CHE INTENDONO PARTECIPARE A PIÙ GARE DEL PRESENTE BANDO DOVRANNO ESSERE IN POSSESSO DI QUALIFICAZIONE ADEGUATA ALLA SOMMA DEGLI IMPORTI DELLE GARE PER LE QUALI INTENDONO CONCORRERE. La suddivisione in più gare, infatti, costituisce una ripartizione di tipo logistico. Da ciò consegue che una società che intende concorrere per una sola gara, dovrà possedere i requisiti di qualifi cazione relativi all’importo dell’unica gara per la quale partecipa (rif. delibera

Autorità di Vigilanza n. 43 del 17/03/2004). Lavori a misura. Trattasi di appalti in regime di accordo quadro Gara PZLAV039-14 CIG: 58273712AD - contributo Autorità di Vigilanza € 70,00= (pena l’esclusione dalla gara produrre, con la documentazione di gara, attestazione di versamento). STRADE STATALI N. R.A.005 - 7Var.b - Centro di Manutenzione n. A - Nucleo n. A Importo complessivo posto a base di gara € 785.246,32= IVA esclusa, suddiviso in € 762.686,32 per lavori ed € 22.560,00 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG3 Classifi ca III con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OG3 € 471.147,80 Classifi ca II Ulteriori categorie scorporabili e subappaltabili OS11 Classifi ca I (prima) € 109.934,48 ovvero possesso dei requisiti di cui all’articolo 90 del D.P.R. 207/10 Ulteriori categorie scorporabili e subappaltabili solo nei limiti del 30% OS12 A Classifi ca I (prima) € 204.164,04 Gara PZLAV040-14 Codice SIL: PZMO14F3TR4296 - CIG: 58273945A7 - contributo Autorità di Vigilanza € 70,00= (pena l’esclusione dalla gara produrre, con la documentazione di gara, attestazione di versamento). STRADA STATALE N. 407 -Centro di Manutenzione A - Nucleo B Importo complessivo posto a base di gara € 687.090,53= IVA esclusa, suddiviso in € 667.350,53 per lavori ed € 19.740,00 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG3 Classifi ca III con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OG3 € 412.254,32 Classifi ca II (seconda). Ulteriori categorie scorporabili e subappaltabili solo nei limiti del 30% OS12 A € 178.643,54 Classifi ca I (prima) Ulteriori categorie scorporabili e subappaltabili OS11 € 96.192,67 Classifi ca I (prima) ovvero possesso dei requisiti di cui all’articolo 90 del D.P.R. 207/10 Gara PZLAV041-14 Codice SIL: PZMO14F3TR4300 - CIG: 5827412482 - contributo Autorità di Vigilanza € 70,00= (pena l’esclusione dalla gara produrre, con la documentazione di gara, attestazione di versamento). STRADE STATALI N. 93-658 -Centro di Manutenzione B Nucleo C. Importo complessivo posto a base di gara € 511.663,16= IVA esclusa, suddiviso in € 496.963,16= per lavori ed € 14.700,00 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG3 Classifi ca IIa con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OG3 € 306.997,90= Classifi ca I Ulteriori categorie scorporabili e subappaltabili: OS12 A € 133.032,42= classifi ca SOA I ovvero possesso dei requisiti art. 90 del DPR 207/2010 OS11 € 71.632,84 Classifi ca I ovvero possesso dei requisiti art. 90 del DPR 207/2010 Gara PZLAV042-14 Codice SIL: PZMO14F3TR4301 - CIG: 5827425F39 - contributo Autorità di Vigilanza € 70,00= (pena l’esclusione dalla gara produrre, con la documentazione di gara, attestazione di versamento). STRADE STATALI N. 7-94-94DIR-95-95VAR -Centro di Manutenzione C - Nucleo A. Importo complessivo posto a base di gara € 522.105,26= IVA esclusa, suddiviso in € 507.105,26= per lavori ed € 15.000,00 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG3 Classifi ca II con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OG3 € 313.263,15 Classifi ca II. Ulteriori categorie scorporabili e subappaltabili: OS12 A € 135.747,37= Classifi ca I (prima) ovvero possesso dei requisiti art. 90 del DPR 207/2010. OS11 € 73.094,74= Classifi ca I (prima) ovvero possesso dei requisiti art. 90 del DPR 207/2010 Gara PZLAV043-14 Codice SIL: PZMO14F3TR4303 - CIG: 582743577C- contributo Autorità di Vigilanza € 70,00= (pena l’esclusione dalla gara produrre, con la documentazione di gara, attestazione di versamento). STRADA STATALE N. 276-598 Centro di Manutenzione C Nucleo C Importo complessivo posto a base di gara € 626.526,32= IVA esclusa, suddiviso in € 608.526,32 per lavori ed € 18.000,00 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG3 Classifi ca III con riferimento all’importo complessivo dell’appalto. Importo categoria OG3 € 375.915,80 Classifi ca II (seconda). Ulteriori categorie scorporabili e subappaltabili solo nei limiti del 30% OS12 A € 162.896,84= Classifi ca I (prima) Ulteriori categorie scorporabili e subappaltabili OS11 € 87.713,68= Classifi ca I (prima) ovvero possesso dei requisiti art. 90 del DPR 207/2010 Cauzioni gara PZLAV039-14 importo € 15.704,92= gara PZLAV040-14 importo € 13.741,81=, gara PZLAV041-14 importo € 10.233,26=, gara PZLAV042-14,importo € 10.442,10=, gara PZLAV043-14 importo € 12.530,52= LE GARE

SUINDICATE SARANNO ESPERITE CON RISERVA DI AGGIUDICAZIONE. Termine di presentazione buste-offerte: ore 12:00 del 22/09/2014. Data apertura offerte: a partire dalle ore 09:00 del 23/09/2014 Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato mediante ribasso percentuale sull’importo dei lavori posto a base di gara ai sensi dell’art. 82, comma 2, lettera a) del Decreto Legislativo 163/2006; si procederà all’esclusione automatica delle offerte anormalmente basse secondo le modalità previste dall’art. 122, comma 9 del D. Lgv. 163/2006; ai sensi dello stesso comma 9, nel caso di offerte ammesse in numero inferiore a dieci, non si procederà all’esclusione automatica, ma la Stazione Appaltante si riserva la facoltà di valutare, ai sensi dell’art. 86, comma 2, la congruità di ogni offerta che, in base ad elementi specifi ci, appaia anormalmente bassa. Si procederà ad aggiudicare anche in presenza di una sola offerta valida, purché accettabile ai sensi del citato art. 86, comma 3. Ai sensi dell’ art. 122, comma 5, la pubblicazione del presente bando è così disposta: G.U.R.I. 73 del 30/06/2014, Sito Informatico del Ministero delle Infrastrutture e sul sito informatico presso l’Osservatorio entro due giorni dalla pubblicazione sulla GURI; per estratto su un quotidiano nazionale ed un quotidiano regionale entro cinque giorni dalla pubblicazione sulla G.U.R.I. Albo Pretorio del Comune di Potenza e Matera; Albo del Compartimento dell’ ANAS SPA di Potenza; Sito Internet: www.stradeanas.it - Il bando d’appalto uffi ciale è depositato presso gli Uffi ci ANAS S.p.A. - Compartimento della Viabilità per la Basilicata con sede in Potenza, via Nazario Sauro. Il Compartimento non assume alcuna responsabilità in ordine a bandi pubblicati su altri siti internet non uffi ciali con versioni modifi cate, manipolate o comunque manomesse da terzi. Responsabile del Procedimento è il geom. Enrico PONTOLILLO per gli appalti del centro di manutenzione C e l’ing. Maria Francesca MARRANCHELLI per gli appalti del centro di manutenzione ABD.

IL CAPO COMPARTIMENTOIng. Francesco CAPORASO

ANAS S.p.A.

Compartimento della viabilità

per la Basilicata

VIA NAZARIO SAURO - 85100 POTENZATel. 0971/6081 - 0971/56531 • sito internet www.stradeanas.it

Il decreto Mef, del modello e delle istruzioni sul sito www.italiaoggi.it/documenti

Il riparto dei fon-di sul sito www.italiaoggi.it/docu-menti

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Page 33: Italia Oggi - 02.07.2014

33Mercoledì 2 Luglio 2014MerLAVORO E PREVIDENZALa situazione equiparata a quella del genitore unico af2 datario

Vedovi al lavoro di giornoNiente attività notturna con fi gli sotto 12 anni

DI DANIELE CIRIOLI

Il genitore vedovo può rifi utarsi di lavorare di notte. Se convive con un figlio dodicenne infatti,

è assimilabile alla fi gura di «unico genitore affi datario» alla quale la legge riconosce il diritto di non accettare prestazioni di lavoro nottur-no. Lo precisa il ministero del lavoro nell’interpello n. 18/2014 in cui ricorda, inol-tre, che i datori di lavoro che non tengano conto del dissen-so manifestato dal lavoratore sono puniti con la pena alter-nativa dell’arresto da due a quattro mesi o dell’ammenda da 516 a 2.582 euro.

L’interpello. I chiarimen-ti sono arrivati a risposta di una richiesta dell’associazio-ne religiosa istituti sociosa-nitari, Aris. Con istanza di interpello, infatti, l’associa-zione ha chiesto parere in ordine alla corretta interpre-tazione dell’art. 11, comma 2, del dlgs n. 66/2003 (riforma orario di lavoro), concernente il diritto di rifi utare la pre-

stazione di lavoro notturno da parte del lavoratore o del-la lavoratrice, che sia unico genitore affi datario di fi glio convivente di età inferiore a 12 anni. In particolare, è stato chiesto di sapere se la norma trova applicazione anche nell’ipotesi di genito-re (madre o padre, lavoratore dipendente) vedovo di fi glio convivente minore di anni 12. In base all’art. 1 del citato dlgs n. 66/2003 è «notturno» il periodo di almeno sette ore consecutive comprendenti l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino.

Il chiarimento. La rispo-sta del ministero è afferma-tiva: il diritto spetta anche al genitore vedono, che ri-sulta così «unico affi datario» del fi glio convivente minore di 12 anni. Prima di tutto, il ministero ricorda che, ai sensi della predetta norma (art. 11, comma 2, dlgs n. 66/2003), non è obbligato a prestare attività lavorativa notturna la lavoratrice o il lavoratore che sia unico ge-nitore affidatario di figlio convivente di età inferiore a 12 anni. Quindi precisa che, per effetto del comma 1

dell’art. 18-bis dello stesso dlgs n. 66/2003, la violazio-ne del predetto precetto, che si realizza nel caso in cui il datore di lavoro adibisca co-munque a lavoro notturno il lavoratore o la lavoratrice, nonostante il proprio dissen-so espresso in forma scritta e comunicato allo stesso da-tore di lavoro entro 24 ore prima al previsto inizio della prestazione, integra un reato di natura contravvenzionale punito con la pena alterna-tiva dell’arresto da due a quattro mesi o dell’ammen-da da 516 a 2.582 euro.

Ciò detto, entrando nel-lo specifi co della questione avanzata nell’interpello, il ministero spiega di ritenere che la situazione di «geni-tore vedovo di fi glio convi-vente di età inferiore a 12 anni» rientri tra le possibili fi gure di «unico genitore af-fi datario» contemplata dal-la norma (art. 11, comma 2, del dlgs n. 66/2003) la quale, evidentemente, è principal-mente volta alla tutela del minore.

DI CARLA DE LELLIS

Appuntamento al 2015 per la riduzione dei pre-mi Inail in agricoltura. Le imprese che hanno inizia-to l’attività da non oltre il biennio (cioè dal 3 gennaio 2012) potranno fruire dello sconto del 14,17% fissato dalla legge di Stabilità 2014 solo a decorrere dal prossi-mo mese di gennaio, in com-pensazione con i contributi dovuti all’Inps. Lo spiega, tra l’altro, la circolare con-giunta Inail (n. 32) e Inps (n. 83) che segue la pubbli-cazione sul sito internet del ministero del lavoro, sezione pubblicità legale, del decre-to che approva la determina n. 67/2014 dell’Inail, che ha disciplinato la riduzione dei premi introdotta dalla leg-ge n. 147/2013 (avviso sulla G.U. n. 146 del 26 giugno).

Come per la generalità delle aziende (settore indu-stria), anche per quelle del settore agricolo il riconosci-mento della speciale ridu-zione dei premi segue due procedure in base all’anzia-nità dell’attività produttiva, ossia dell’inizio delle lavo-razioni. Relativamente alle attività iniziate da oltre un biennio, ai fi ni dell’indivi-duazione dei soggetti de-stinatari della riduzione è stato seguito il criterio del confronto tra indice di gra-vità medio (Igm) e indice di gravità aziendale (Iga), che tiene conto dell’andamento infortunistico. Per gli operai agricoli dipendenti e per i piccoli coloni a comparte-cipazione familiare l’Igm è pari a 8,32 mentre per i sog-getti autonomi è pari 12,84. Sulla base di tali parame-tri è stato elaborato l’elen-co dei soggetti destinatari della riduzione del 14,17%, da applicarsi ai contributi dovuti a partire dal primo trimestre 2014 (versamen-to entro il 16 settembre). Lo sconto è indicato agli interessati nella lettera di comunicazione dei dati uti-li per la compilazione del mod. F24 per il versamento all’Inps (che riscuote anche i premi Inail).

Ai fi ni dell’applicazione dello sconto per il 2014 alle lavorazioni iniziate da non oltre il biennio i dato-ri di lavoro hanno dovuto presentare istanza entro il 30 giugno. La riduzione è concessa solo dopo accer-tamento, da parte dell’Inps, dei requisiti di regolarità contributiva, ma lo sconto sarà fruibile solamente da gennaio 2015 in compensa-zione con i contributi Inps, previa presentazione in via telematica di istanza all’Inps.

AGRICOLTURA

Premi Inail ridotti dal 2015

DI SIMONA D’ALESSIO

Semaforo verde della commissione lavoro di Montecitorio sulla proposta di legge che

mette al riparo altri «32 mila 100» esodati (facendo salire il computo a 170 mila). E oggi, in aula, sbarcano le norme su cui il governo ha imposto la sua autorità, isolando, di fatto, per scarsità di risorse fi nanziarie, tutte le iniziative parlamen-tari (bipartisan) orientate a un allargamento della platea dei destinatari delle tutele. Finiscono, dunque, in poche ore sotto la mannaia i circa 70 subemendamenti che, rac-conta a ItaliaOggi la relatrice del provvedimento Marialuisa Gnecchi (Pd), «ricalcavano il testo unico che avevamo ela-borato fra colleghi di diversi schieramenti politici, su cui era nata un’intesa, ovviamen-te. Il motivo per cui dobbiamo, però, accettare la soluzione for-mulata dall’esecutivo (si veda ItaliaOggi del 28/06/2014) è che le coperture non sono suf-fi cienti a soddisfare l’impianto parlamentare. Facciamo, per-ciò, un passo avanti, grazie alla votazione in assemblea, tutta-via», continua la deputata, «io non mollo di sicuro, perché la questione degli esodati», sen-

za stipendio, né pensione, frutto del cambiamento delle regole sull’accesso alla previ-denza contenuto nella legge 214/2011, «va assolutamente risolta». Secondo l’esponente democratica, l’intervento go-vernativo «ci dà il vantaggio di avere un altro anno di tempo», avendo ampliato i termini per la decorrenza del trattamento pensionistico fi no al gennaio 2016, rispetto all’entrata in vigore della disciplina dell’ex ministro Elsa Fornero.

Come «ombrello» per le sei salvaguardie varate fi nora sono stati reperiti «oltre 11 miliardi di euro» e, sottolinea Gnecchi insieme al presidente dell’orga-nismo Cesare Damiano, repli-cando al M5s, non c’è «nessun rifi uto di affrontare il tema di Quota 96 degli insegnanti», sui quali i grillini avevano caldeg-giato una proposta di modifi ca giudicata inammissibile per «estraneità della materia». Protesta, infi ne, la Lega nord per bocca del capogruppo in XI commissione Massimiliano Fe-driga (fi rmatario della maggior parte dei subemendamenti), che contesta la scelta di prele-vare i fondi per gli esodati dal bacino per i cassintegrati, «una mossa subdola e immorale, che mette in guerra due categorie vittime della crisi».

In aula alla camera la nuova salvaguardia

Semaforo verde a tutela esodati

DI SIMONA D’ALESSIO

Entra nel vivo, a palazzo Madama, l’esame del disegno di legge dele-ga sul lavoro (1428):

da oggi si voteranno, infatti, i circa 500 emendamenti al te-sto che completa il «Jobs act» (1428), dopo l’approvazione a maggio del decreto 34/2014. E già si agitano le acque nel-la maggioranza, dove rischia di saltare la sperimentazione del contratto a tempo inde-terminato a tutele crescenti, iniziativa fortemente soste-nuta da Pietro Ichino (Sc) su cui proprio nel corso del via libera al primo testo del mi-nistro Giuliano Poletti si era raggiunta un’intesa. A ripor-tarlo a ItaliaOggi è lo stesso senatore e giuslavorista, dopo l’annuncio, durante la seduta di ieri in XI commissione, della capogruppo democratica Anna-maria Parente dell’intenzione di attenersi quanto più possi-bile al testo originario, senza perciò apporre delle modifi che al modello di inquadramento «sine die». Allo stesso modo, po-trebbe «saltare» anche l’orien-tamento, contenuto nella legge delega, di una semplifi cazione del diritto del lavoro (art. 4 del provvedimento), altro «caval-lo di battaglia» di Ichino, sul

quale si concentrano molte sue proposte di modifi ca, così come sulla formula a tempo indeter-minato a protezione crescente, senza però «alterazione dell’at-tuale articolazione delle tipolo-gie dei contratti di lavoro».

Il ddl, inoltre, comprende un riordino degli ammortiz-zatori sociali, che nelle paro-le di Maurizio Sacconi (Ncd) convoglierà «una più organica regolazione delle attività di tutela dei non occupati», impe-dendo, fra l’altro, integrazioni salariali «in caso di cessazione dell’attività» di un’impresa o di un suo ramo. Nelle ore in cui via Veneto ricorda la necessità di reperire un miliardo per la cassa integrazione in deroga, il sottosegretario Teresa Bella-nova, presente in commissione, chiarisce che «l’obiettivo è un sistema che allarghi la platea dei benefi ciari, che ponga pa-letti temporali e causali anche più limitati rispetto ai mecca-nismi attuali ma ben chiari, e soprattutto fornisca regole certe e uguali per tutti». Di-scussione serrata, dunque, e tempi più lunghi per vagliare il testo, poiché la conferenza dei capigruppo del senato fa slittare l’approdo in aula alla seconda metà di luglio, dando la precedenza alle riforme isti-tuzionali.

Emendamenti in commissione al senato

Legge delega,inizia il voto

dedlgnesi damulavnosoe ctoprprdi pu

I chiarimenti

Il diritto

Il «genitore vedovo di ! glio convivente di età inferiore a 12 anni» ha diritto di rifiutare la prestazione di lavoro notturno

La sanzione

Il datore di lavoro che non riconosca il diritto è punito con la pena alternativa dell’arresto da due a quattro mesi o dell’ammenda da 516 a 2.582 euro

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34 Mercoledì 2 Luglio 2014 P R O F E S S I O N ITempi stretti per l’approvazione del testo attuativo della legge Balduzzi

La polizza può attendereVerso il rinvio la copertura rc per i medici

DI BENEDETTA PACELLI

L’assicurazione dei medici verso una nuova proroga. Dopo due anni di dibattito

e alla vigilia della scadenza che impone a tutti gli «eser-centi le professioni sanitarie», esclusi i dipendenti pubblici, di dotarsi entro il 14 agosto di una polizza rc, si profila all’orizzonte il secondo slit-tamento. La notizia non è uffi ciale ma è diffi cile che il testo, cioè il regolamento at-tuativo della legge Balduzzi chiamato a disciplinare i re-quisiti minimi delle polizze per i professionisti della sani-tà, possa essere pronto entro metà agosto.

Intanto entro la giornata di oggi dovranno arrivare tutte le osservazioni da parte del-le rappresentanze sindacali, poi il testo passerà nelle mani dell’uffi cio legislativo del mi-nistero della salute e infi ne dell’economia. E ancora al va-glio degli organi di controllo. Tutti passaggi che necessi-tano di tempi più lunghi di

quelli a disposizione. Due in particolare i punti

critici all’interno della bozza di regolamento frutto del tavo-lo tecnico istituito al ministero della salute. Il primo riguarda l’entità fi nanziaria del Fondo rischi sanitari pensato per garantire idonee coperture

assicurative a chi opera nelle cosiddette aree a rischio (gi-necologia, chirurgia, ortopedia e anestesia). La Balduzzi pre-vedeva che questo fondo fosse finanziato anche dalle com-pagnie assicurative fi no a un massimo del 4% della raccolta premi della Rc sanità dell’an-no precedente.

«Il problema», come ha spiegato a ItaliaOggi Luigi Conte della Fnomceo (Fe-derazione dei medici e degli odontoiatri), «è che si parla di uno stanziamento pari a 20 milioni di euro, assolutamen-te irrisorio rispetto agli obiet-tivi. Se consideriamo che un

ginecologo può versare fi no a 14 mila euro di premio assicurativo ogni anno, bastano poco più di mille pro-fessionisti di questa specialità per esauri-re il fondo». C’è poi il tema della retroattivi-tà e della postuma: al tavolo aveva prevalso in un primo momento la linea della Fnomceo che ha chiesto da sem-

pre una copertura pregressa e una postuma decennale. Le compagnie, rappresenta-te dall’Ania (che secondo la Balduzzi siede al tavolo delle trattative) cercano invece di frenare su questo punto, pro-ponendo polizze a retroattivi-tà zero.

Cambia, invece, l’ambito di

applicazione che ha dovuto tener conto del «Pacchetto sa-lute» approvato dal Consiglio dei ministri di metà giungo. Il regolamento ha quindi esclu-so dall’obbligo i medici dipen-denti del Servizio sanitario nazionale, prima ricompresi, che avranno solo la facoltà di dotarsi di una polizza. Uno dei requisiti minimi che i con-tratti assicurativi per respon-sabilità civile professionale, medica e sanitaria, dovranno contenere è l’adeguamento del premio in aumento o in diminuzione, in relazione al verifi carsi o meno di sinistri nel corso della durata contrat-tuale. Oltre all’adeguamento del premio, la bozza di regola-mento prevede tra i requisiti minimi per l’idoneità dei con-tratti assicurativi la durata non inferiore ai tre anni e un massimale minimo non infe-riore a 1 milione di euro per ciascun sinistro e per ciascun anno, fatta salva la possibili-tà di reintegrare il massimale secondo le condizioni previste dal contratto.

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DI GABRIELE VENTURA

L’iscrizione obbligatoria alla Cassa fo-rense, per gli avvocati, scatta dall’anno di entrata in vigore del regolamento di attuazione, cioè presumibilmente dal

1° gennaio 2014. Non dal 1° gennaio 2013, vale a dire quando è entrato a regime l’art. 21, comma 8 della legge n. 247/2012, il nuovo ordinamento forense. È quanto affermano i ministeri vigilan-ti, che stanno passando al vaglio il regolamento di attuazione ex art. 21 della riforma forense, adottato dal Comitato dei delegati della Cassa forense. La linea mini-steriale è contenuta in una nota informativa fi rmata da due delega-ti della Cassa forense e diffusa dell’ordine degli avvocati di Firenze.

La nota chiarisce an-zitutto che le notizie dif-fuse riguardo una supposta bocciatura, da parte dei ministeri vigilanti, del regolamento della Cassa forense sono prive di fondamento. L’unica osservazione dei ministeri riguarda la decorren-za del nuovo regime delle iscrizioni introdotto con la legge n. 247/2012, ovvero che l’iscrizione all’albo comporta la contestuale iscrizione alla Cassa. In sostanza, secondo i ministeri, ripor-tano i delegati di Cassa forense, la decorrenza dell’iscrizione «ope legis», per tutti gli avvocati già iscritti all’albo e non ancora alla Cassa, «do-vrà coincidere con il primo gennaio dell’anno di entrata in vigore del nuovo regolamento attuati-vo e non, come aveva ipotizzato il Comitato dei delegati nel rispetto del tenore letterale dell’art.

21, comma 8 della legge 247/2012, con il primo gennaio di entrata in vigore della nuova legge professionale (ossia il 1° gennaio 2013)».

Secondo la Cassa, il differimento di un anno non comporterà alcuna criticità per l’Ente, né per gli avvocati già iscritti alla Cassa o quelli iscritti all’albo in data successiva al 31 dicembre 2013. Per coloro che invece si sono iscritti all’al-bo prima del 31 dicembre 2013 e che non sono ancora iscritti alla Cassa, invece, il differimento al 1° gennaio 2014, secondo i delegati, «può esse-

re penalizzante ove gli stessi non dovessero o non potessero avvalersi dell’istituto della retro-datazione». In sostanza, si legge nella nota, al-cuni potrebbero perde-re l’anno 2013 ai fini previdenziali «e, al con-trario, essere costretti a versare, per l’intero anno 2013, l’esosa con-tribuzione dovuta alla

gestione speciale Inps». Perciò, annunciano i delegati, il Comitato

apporterà al regolamento «le modifi che utili a consentire di pagare la contribuzione anche per il 2013 e recuperare così anche tale annualità ai fi ni previdenziali». Per il resto, secondo quanto scritto nella nota, i ministeri hanno «condiviso l’impianto regolamentare predisposto dal comi-tato dei delegati, formulando mere osservazioni formali, nonché sulla data della sua entrata in vigore». Le osservazioni, quindi, «non impattano sulla sostenibilità della Fondazione e incidono, sia pure in via rifl essa, soltanto su una parte minoritaria degli iscritti».

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La linea ministeriale sul regolamento adottato dall’ente

Avvocati nella Cassadal 1° gennaio 2014

IN EDICOLA CON

NORME INUTILI

Professionisti arruolatidalla MadiaConfronto aperto sulle nor-me da rottamare e un osser-vatorio per il monitoraggio dei tempi e delle procedure amministrative di comuni e regioni per individuare modelli virtuosi da propor-re come best practice a li-vello nazionale. Il ministro per la semplifi cazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, arruola i liberi professionisti per snellire tempi e procedure amministrative. È quanto emerso durante l’incontro con Confprofessioni, la Con-federazione italiana libere professioni, che si è svolto ieri a Roma presso la sede del ministero. «Abbiamo il-lustrato la nostra road map per la semplifi cazione, che il ministro Madia ha accol-to con grande interesse», ha detto il presidente di Conf-professioni, Gaetano Stella, «e abbiamo colto la ferma volontà di contrastare i nodi burocratici che ogni giorno i professionisti devono af-frontare nel rapporto con la p.a.».

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35Mercoledì 2 Luglio 2014Mercoledì 2 Luglio 20UNAGRACOL’Unione rinnova i vertici. Focus su giovani, formazione, coesione e comunicazione

Diretto alla guida di UnagracoNuova governance per far valere i diritti della categoria

DI ALESSIA DE PASCALE

Una nuova veste, una nuova governance, un nuovo assetto, per far valere con ancora

più forza i diritti della cate-goria. L’Unagraco, Unione nazionale commercialisti ed esperti contabili, ha da poco rinnovato gli organi sociali, a partire dal suo presidente, Giuseppe Diretto, 47 anni, commercialista e revisore contabile, presidente Una-graco Bari da 18 anni e già tesoriere nazionale Unione nazionale commercialisti ed esperti contabili. Il neopresi-dente che succede a Raffae-le Marcello, è impegnato da sempre nell’attività profes-sionale e nel coordinamen-to, progettazione e docenza di master specialistici post laurea in amministrazione fi nanza e controllo di gestio-ne e ha inserito tra i primi propositi del suo mandato il completo rinnovo dell’asso-ciazione. Miglioramento della qualità del servizio reso agli

iscritti attraverso la forma-zione continua, vicinanza alle associazioni locali con incontri e convegni, attenzio-ne sempre maggiore all’etica professionale e alle diffi coltà dei giovani che si avviano alla professione, ai numerosi pro-blemi della categoria, coesio-ne e maggiore comunicazione, creazione gruppi di studio, sono solo alcuni dei temi prin-cipali sui quali si svilupperà nei prossimi mesi l’attività dell’Unagraco. Accanto a Giu-seppe Diretto, nella rinnovata compagine, anche Massimo Ivone (vicepresidente), Si-mone Samperna (vicepre-sidente), Francesco Avolos (segretario), Ada Pechini (tesoriere). Sono stati elet-ti consiglieri: Nicola Buri (Termoli), Giuseppe Buz-zacchino (Taranto), Lu-igi Capuozzo (Milano), Elvira Catuogno (Na-poli), Erica Di Santo (Roma), Francesca Salemi (Palermo). A far parte, invece, del collegio dei probiviri

sono stati designati Domeni-co Magno (Bari) presidente, Davide De Giorgi (Lecce), Giuseppe Baglioni (Pesca-ra) e probiviri sup-plenti, Ales-s a n d r o Nove l l i (Chieti) e Anto-nio Lil-lo (Ta-ranto). Il consiglio direttivo, nella sua prima riu-nione, ha

già deliberato l’istituzione delle prime due commissioni nazionali di studio: la com-missione «Enti locali» di cui è stato nominato presidente il collega Antonio Iulianel-la di Pescina (Aq) e la com-

missione «Contenzioso tri-butario» che vede, invece, come presidente, fresco di nomina, Vincenzo Fi-carella (Bari). Amelia Scotti è stata nominata presidente del Comita-to pari opportunità. A breve, saranno formate

a n c h e tut te

le altre commissioni di stu-dio. Tra i primi appuntamen-ti in programma, il più atteso è senza dubbio il Congresso nazionale dell’Unagraco, già deliberato dal consiglio diret-tivo, previsto per l’autunno 2014. L’occasione vedrà riuni-ti i nuovi vertici della catego-ria e delle casse di previden-za. A essere scelta come sede del grande evento la città di Bari, che ospiterà commercia-listi ed esperti contabili ap-partenenti a tutti gli ordini del territorio nazionale, che si confronteranno sulle ultime novità della professione e sul-le prospettive future, sul nuo-vo ruolo del commercialista e sulle tanto invocate modifi -che al dlgs 139 del 2005. Non mancheranno esponenti del

mondo istituzionale, uni-versitario, politico e pro-

fessionale che daranno il loro importante ap-porto al forum con pro-poste e utili spunti per il rinnovamento e la crescita professionale dell’intera categoria.

Una ventata d’aria fresca, una nuova era all’insegna di esperienze istituzionali e professionali solide e dal grande spessore etico. Sono i candidati delle liste Etika (per la componente dottori) ed Etika e Professione (per la componente ra-gionieri), apparentate a norma del vigente regolamento, per il rinnovo del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti con-tabili 2013-2016 con candidato pre-sidente Giovanni Prisco e candidato vicepresidente Massimo Ivone.

Progetti e persone sono al centro della nuova go-vernance che dedica per la prima volta la dovuta atten-zione anche alla componente fem-minile, ben distri-buita sull’intero territorio, e agli ordini territo-riali (soprattutto quelli più piccoli) in vista di una fu-tura collaborazione a più voci. Una s q u a d r a

rappresentativa dei territori, dun-que, fortemente motivata e molto coesa, formatasi progressivamente attraverso il confronto reciproco e il dialogo tra le diverse componenti che hanno partecipato, con entusia-smo, alla costruzione del percorso, condividendone le idee, i progetti, le scelte di fondo e di conseguenza, i candidati.

Compongono la lista per Etika (candidati effettivi): Giovanni Pri-sco (ordine di Nola), Giulia Orsi Carbone (ordine di Tortona), Mario Buizza (ordine di Lecco), Marco Van-

tini (ordine di Verona), Aurelio Boraschi (ordine di La Spezia),

Renzi Amanzio Regni (ordine di Perugia), Gianluca Muset-ti (ordine di Massa Carrara), Patrizia Di Pietro (ordine di Vasto), Nicola Cinosi (ordine di Rieti), Liliana Smargiassi (ordine di Larino), Aldo Fer-rise, (ordine di Lamezia Ter-me), Andrea Maggio (ordine di Nicosia), Vincenzo Monteforte

(ordine di Benevento), Marco Balata (ordine di Olbia-Tempio

Pausania), Giovanni Pascucci, (candidato supplente, ordine

di Vasto), Luca Ginesi (candidato sup-plente, ordine di Massa Carra-

ra), Francesco Valente (candidato supplente, ordine di Cassino).

Per la lista Etika e Professione (candidati effettivi): Massimo Ivone (ordine di Pescara), Roberto Maz-zoleni (ordine di Bergamo), Mario Mincigrucci (ordine di Perugia), Cristina Neambri, (ordine di Massa Carrara), Salvatore Russo (ordine di Agrigento), Antonio Ventrella (ordine di Bari), Massimiliano Zago (ordine di Verona), Alessandro No-velli (candidato supplente, ordine di Chieti), Carmelo Zoccali (candidato supplente, ordine di Reggio Cala-bria), Stefano Percudani (candidato supplente, ordine di Monza).

Etika è un movimento politico a difesa e promozione delle profes-sioni di dottore commercialista e di esperto contabile che propone, tra le altre cose, diverse soluzioni anche per far fronte alla spending review: dall’eliminazione dei compensi ai consiglieri nazionali per riportare dignità e prestigio al ruolo (del-lo stesso tenore anche il recupero dell’immagine e dell’autorevolezza della categoria), alla soppressione degli enti partecipati non operativi (Istituto revisori legali, Press, Con-gress), ottimizzazione delle spese assembleari, riduzione del numero di componenti il Consiglio naziona-le, sino alla drastica revisione degli

organismi dedicati all’internazio-nale.

Tra i baluardi del programma presentato c’è anche la agognata e sperata riduzione del 50% del contributo per iscritto dovuto dagli ordini territoriali, la creazione di osservatori territoriali/regionali e l’istituzione di un uffi cio legislativo e rapporti con gli enti e il parlamen-to. Attenzione nel programma viene data anche alla formazione della categoria, prevedendo la creazione di nuclei formativi per la specializ-zazione categoriale, attesa l’esigen-za di offrire risposte alla crescente domanda formativa per ampliare le aree di impegno professionale, oltre all’istituzione di corsi periodici di approfondimento e formazione, da realizzare in sinergia con gli ordini territoriali.

Infine, affinché siano rese me-glio fruibili dall’intera categoria le opportunità insite nella recente riforma della professione, la lista propone la revisione del dlgs 139, isolando e rivedendo i precetti sepa-ratisti che contiene, favorendo, inve-ce, una vera coesione verso i comuni obiettivi, per far sì che i documen-ti di contabilità, programmatica e consuntiva del Consiglio nazionale siano sottoposti ad approvazione dell’assemblea dei presidenti; o che

anche i giovani colleghi possano partecipare al consesso di go-vernance nazionale senza dover aspettare gli attuali dieci anni; che il presidente del Consiglio nazionale, massima fi gura di rap-presentanza della categoria, sia espressione diretta degli iscritti, sottraendone l’individuazione a una ristretta cerchia.

Alessia De Pascale

IL VICEPRESIDENTE MASSIMO IVONE CANDIDATO AL CNDCEC

In campo al fianco della lista Etika

Giuseppe Diretto

Massimo Ivone

e

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DELL’UNIONE NAZIONALE

COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI

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Page 36: Italia Oggi - 02.07.2014

36 Mercoledì 2 Luglio 2014 PM I I N E D I L I Z I A Il presidente Aniem, Dino Piacentini, propone di istituire l’albo dei commissari per le gare

Appalti, norme senza ingessare Da liberalizzare i sottosoglia e diversifi care la qualifi cazione

DI ANGELICA RATTI

Riformare e sempli-ficare il Codice ap-palti. Occorre cam-biare radicalmente

il sistema di qualificazione e quelli di gara, valorizzare la progettazione, superare legge Obiettivo e general contractor, favorire i sistemi di aggrega-zione tra pmi, secondo l’Ani-em, l’Associazione nazionale delle imprese edili presieduta da Dino Piacentini.

Nelle scorse settimane il ministero delle infrastrut-ture ha preannunciato alle associazioni imprenditoriali e alle organizzazioni rappre-sentative delle stazioni ap-paltanti il progetto di riforma legislativa che dovrà portare a una sostanziale riscrittura del Codice appalti.

L’occasione del recepimento delle direttive europee vuole essere, pertanto, un’occasione per un’evoluzione della nostra cultura legislativa in materia di appalti improntata al prin-cipio del soft law.

L’obiettivo è quello di supe-rare una legislazione, fram-mentaria e stratificata, che pretendeva di regolare minu-ziosamente ogni istituto, mec-canismo, fase dell’appalto per passare a un sistema norma-tivo più semplifi cato e leggero caratterizzato da regole più di indirizzo e di principio.

Domanda. Presidente Piacentini, avete manife-stato al ministero delle in-frastrutture le vostre idee in merito al riordino della normativa sugli appalti pubblici?

Risposta. Il mese scorso si è svolto un incontro presso il ministero delle infrastrut-ture in cui erano presenti le organizzazioni rappresenta-tive del sistema produttivo e delle stazioni appaltanti e il viceministro Nencini. Duran-te quell’incontro ho anticipato alcuni dei temi prioritari sui quali le nostre aziende chie-dono un intervento di decisa riforma nel corpo legislativo: una profonda revisione del si-stema di qualifi cazione, una sensibile semplifi cazione per gli appalti di importo inferio-re ai 500 mila euro lasciati a un’ampia discrezionalità della stazione appaltante, ma con il duplice vincolo a non apporta-re varianti e al rispetto asso-luto dei tempi e contestuale responsabilizzazione dell’im-presa e del rappresentante legale della stazione appal-tante, una valorizzazione dei requisiti strutturali e degli investimenti in personale e attrezzature tecniche per gli appalti di importo superiore.

D. Presidente, partiamo proprio dai suoi esempi. Una profonda revisione del sistema di qualifica-zione. Che cosa vuol dire e

soprattutto in che modo?R. Non è nuovo quello che

sto per dire, ma ritengo im-portante continuare a sottoli-nearlo: il sistema Soa (Società organismo di attestazione) ha fallito il suo obiettivo di rendere la qualificazione imprenditoriale più effi cace. L’esasperata commercializza-zione dell’attività di qualifi ca-zione, la parcellizzazione e le frequenti cessioni azionarie, la «staticità del sistema», le molteplici compravendite di rami aziendali e, più in gene-rale, la confi gurazione priva-tistica imperniata su società profit che esercitano una pubblica funzione sono alcu-ni degli elementi che hanno alimentato distorsioni invece di contribuire a eliminarle. E non possiamo più far fi nta di niente perché da tutto questo è scaturito un sistema onero-so, scarsamente trasparente ed eccessivamente burocra-tizzato.

D. Quindi Piacentini, qual è la proposta di Ani-em?

R. La proposta è un siste-ma di qualifi cazione in fase di gara, diversifi cato in rappor-to alla rilevanza economica dell’appalto anche al fi ne di favorire la ripresa economica dell’attività produttiva sui territori.

Occorre semplifi care assolu-tamente le procedure e alleg-gerire gli aspetti formalistici e burocratici che rallentano e ostacolano la partecipazione del sistema imprenditoriale a quelle procedure concorsuali che devono coinvolgere priori-tariamente le imprese locali.

Mentre la verifica dovrà concentrarsi principalmente sugli investimenti dell’impre-sa in attrezzature tecniche, individuando dai bilanci il co-sto storico delle attrezzature e personale stabilmente impie-gato per il quale andranno presentati un organigramma dell’impresa e i curricula dei soggetti signifi cativi del pro-cesso produttivo, soprattutto per quanto attiene alle fi gure specialistiche.

D. E in relazione alla progettazione, questa fase, secondo lei, può incidere sul sistema di aggiudica-zione di una gara?

R. Si, assolutamente, anzi deve essere valorizzata e il li-vello progettuale posto a base di gara dovrebbe vincolare necessariamente il sistema di aggiudicazione.

In presenza di un proget-to esecutivo l’aggiudicazione non potrà che essere attra-verso il massimo ribasso con la responsabilizzazione del progettista.

Qualora, viceversa, fossi-mo in presenza di un proget-to preliminare, il criterio di aggiudicazione sarà quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, essendo in questo caso ampiamente giu-stifi cabili varianti migliorati-ve del progetto.

D. Invece, per quanto riguarda le commissio-ni giudicatrici? E anche, come adempiere agli ob-blighi di pubblicità e in-formativa?

R. Per favorire la massi-ma trasparenza, obiettività e professionalità, da parte delle commissioni giudica-trici, nelle operazioni di va-lutazione dell’offerta econo-micamente più vantaggiosa, basta istituire un albo di commissari, con comprovati requisiti professionali, aper-to e pubblicizzato a livello europeo. All’interno di tale albo dovranno essere scelti per sorteggio i commissari diversi dal presidente.

In relazione invece agli obblighi di pubblicità, Ani-em vuole andare al di là di quelli previsti per gli appal-ti soprasoglia dalle direttive comunitarie, proponendo che ogni stazione appaltante pub-blichi sul proprio sito l’avviso di gara e tutta la relativa do-cumentazione. Il progettista dovrà inoltre convocare una riunione tecnica con tutti i soggetti potenzialmente inte-ressati alla gara presso l’am-ministrazione dove dovranno svolgersi i lavori.

D. Un altro elemento è l’esperienza general con-tractor, che valutazione ne dà il suo sistema asso-ciativo?

R. Il sistema della legge Obiettivo ha oggettivamente fallito. La fi gura del general contractor ha prodotto un aumento dei costi, ha avvi-lito ed emarginato le pmi, relegandole a ruolo di subap-paltatori e penalizzandole sia sotto l’aspetto economico che professionale. Basta quindi con le leggi speciali, anche se si tratta di grandi opere.

D. Da sempre Aniem è molto attenta ai sistemi di aggregazione. Anche in questo campo chiedete in-terventi?

R. Sì, i contratti di rete vanno valorizzati, ne vanno colte le potenzialità, non pos-sono essere un duplicato di strumenti già presenti quali le Ati (associazione tempo-ranea di imprese). Occorre renderle spendibili nella fase esecutiva dell’appalto come ulteriore strumento aggre-gativo soprattutto a benefi cio del sistema territoriale.

È necessario, inoltre, con-sentire ai consorzi stabili, fi gura giuridica tipicamente nazionale, di essere utilizzati anche all’estero. Chiediamo che le nostre istituzioni adot-tino iniziative nei confronti degli altri stati per promuo-vere accordi bilaterali in tal senso.

D. Per chiudere, una domanda sui criteri di ag-giudicazione nelle gare. L’associazione che lei rap-presenta ha delle proposte più generali?

R. Coerentemente con quanto già dicevo sul ruolo centrale e fondamentale della progettazione, mi sembra evi-dente la necessità di pervenire a una valutazione sostanziale delle offerte che premi e va-lorizzi la specifi cità operativa dell’impresa; in questo senso l’Aniem condivide la scelta del legislatore europeo e ritiene che il criterio dell’offerta eco-nomicamente più vantaggiosa

sia quello più idoneo a realiz-zare gli obiettivi di un’ottima-le selezione del soggetto che dovrà realizzare l’opera.

In questo contesto, Aniem ha elaborato una sua propo-sta che abbiamo sottoposto a diverse stazioni appaltanti. L’obiettivo è quello di diffon-dere un sistema che possa effettivamente valorizzare quegli operatori che hanno investito in ricerca, attrez-zature tecniche, manodopera specializzata.

In particolare, è stato previ-sto di assegnare all’elemento prezzo un coeffi ciente variabi-le dal 25 al 35% del punteggio fi nale e all’elemento tecnico il restante 75-65%: la scelta sarà determinata in ragione della maggiore o minore dif-fi coltà tecnica dell’opera da realizzare, laddove questa sia elevata tanto più si dovrà privilegiare l’incidenza degli elementi tecnici.

E, quanto dichiarato in sede di offerta e che ha ottenuto la premialità suffi ciente per con-sentire l’aggiudicazione dei lavori, dovrà successivamente essere riportato nel contratto con obbligo di verifi ca e con-trollo in capo alla stazione appaltante.

Laddove si verifi casse ina-dempimento dell’appaltato-re anche su uno solo degli elementi indicati in sede di offerta e qualifi canti le stes-se, deve prevedersi clausola risolutiva espressa (ex art. 1456 c.c.) del rapporto per fatto e colpa dell’appaltato-re con escussione della fi de-iussione e segnalazione alla competente autorità per gli opportuni provvedimenti sanzionatori.

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DI ANIEMASSOCIAZIONE

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TEL. 06/97279855 [email protected] WWW.ANIEM.IT

D. E in relazione alla D. Un altro elemento è sia quello più idoneo a realiz-

Il vicepresidente di Aniem, Angelo San-toro, sulla soppressione dell’Autorità di vigilanza, ha evidenziato la soddisfazio-ne dell’associazione per aver espresso, in tempi lontani e in maniera isolata, una po-sizione che poi ha visto prendere lo stesso indirizzo anche dal governo Renzi.Domanda. Santoro, insomma, soddisfa-zione dell’Aniem per la pubblicazione a fi ne giugno del decreto p.a. e semplifi -cazioni?Risposta. Assolutamente sì. Già a gennaio scorso Aniem manifestò la sua posizione sull’Autorità per la vigilanza sui contrat-ti pubblici di lavori, sottolineando come l’attuale sistema fosse assolutamente inadeguato e ineffi cace sia per la pubbli-

ca amministrazione che per gli operatori economici.D. Perché?R. Come nell’esperienza del ripristino dell’anticipazione del 10% sul prezzo degli appalti, richiesta e ottenuta da Aniem, anche la soppressione dell’Au-torità segna un punto a favore dell’ef-fi cienza, della riduzione dei costi, delle certezze delle competenze. L’Autorità non ha contribuito a controllare la fun-zionalità del sistema di qualifi cazione, ha creato una sovrapposizione di ruoli, ha alimentato oneri a carico delle azien-de. Ci auguriamo che ora si continui sul-la strada delle riforme strutturali nel sistema degli appalti.

Authority vigilanza, soppressione prima riforma

Dino Piacentini

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37Mercoledì 2 Luglio 2014MercolePROPRIETÀ EDILIZIA Lo schema di dlgs non rispetta la legge delega anche sulla rappresentanza

Catasto, servono correttiviTentativo di limitare le commissioni censuarie

Il catasto è, da secoli, uno strumento di garanzia dei contribuenti e valutiamo quindi con estremo favore

il fatto che lo schema di de-creto legislativo in materia di commissioni censuarie locali e centrale approva-to dal consiglio dei ministri affidi importanti funzioni ai presidenti di tribunale e ai prefetti, che sono entrambi di per sé istituti di garanzia, che godono nel paese di am-pia fiducia.

Il provvedimento approva-to, in altre parti e in specie in quelle relative alla rappresen-tanza, non rispetta invece la legge delega, né nella lettera né, e tantomeno, nello spirito. Siamo comunque certi che le commissioni parlamentari di senato e camera richiederan-no al governo di apportare le dovute modifiche alle parti che sono a rischio di incosti-tuzionalità.

Dal provvedimento emerge poi evidente un chiaro tenta-tivo di limitazione dell’in-tervento delle commissioni censuarie nella definizione del nuovo catasto, che il par-lamento ha invece profi lato come costruito in contrad-dittorio fra le parti. Anche a questo proposito, come per altri punti, occorre superare ogni condizionamento della

burocrazia centrale e ritor-nare allo spirito originario. Se lo schema di decreto fosse stato sottoposto a pubblica consultazione, come è ormai d’uso in molte amministra-zioni e come si era chiesto, prima di essere portato in consiglio dei ministri, si sa-rebbe accelerato l’iter di una riforma attesa dal paese, che si aspetta che l’attuale cata-sto venga adeguato ai valori e ai redditi che caratterizzano un tempo di crisi del settore immobiliare che non conosce precedenti nella storia dello stato unitario.

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Finché si continua a parlare per slogan de-sueti, acriticamente accettati, la ripresa non arriverà mai. Se la coperta è corta, è perfettamente inuti-le cercare di tirarsela addosso per intero più di quanto già ciò non avvenga. Chi continua a dire che la ricchezza immobiliare è statica, ignora che, come tutti gli studiosi di econo-mia sanno, vi è una ricchezza immobiliare ferma e un’altra dina-mica. Soprattutto, è

inutile continuare a voler dare addosso a una ricchezza che non c’è più, addirittura sostenendo che il co-sto degli immobili è elevato quando ogni passante in strada sa che i prezzi sono crol-lati e che si è distrut-to ogni risparmio. La spesa per i consumi, lo sa ogni semplice mas-saia, diminuisce per l’emergenza sociale in atto, non certo per-ché sia immobilizzata, quand’anche ci fosse. La redistribuzione del carico tributario deve esserci, certo. Ma non sulla base del ritornel-lo lavoro e imprese, ma sulla base dei re-ali redditi, come si fa nei paesi civili qual è la Germania, ove ogni forma di tassazione patrimoniale è stata cancellata, anche se i mandarini di stato e di organismi vari, più o meno parassitari, con-tinuano a fare il tifo per essa per mettersi al riparo loro e le loro megaretribuzioni.

C.S.F.

Non si crescea slogan

burocrazia centrale e ritor-

Si è riunito a Roma, nella sede della Con-fedilizia, il Coordinamento nazionale in-terassociativo catasto. Il Coordinamento ha preso atto con fa-vore del fatto che il primo decreto legi-slativo in applicazione della legge delega sul catasto è stato varato (anche se con molte difformità nella legge delega) dal consiglio dei ministri. Il Coordinamento nazionale interassociativo catasto (com-posto dalle organizzazioni Abi, Ance, Ania, Casartigiani, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Con-fcommercio-Fimaa, Confedilizia, Confe-sercenti, Confi ndustria, Consiglio nazio-nale del Notariato e Fiaip) ha espresso

l’auspicio che la normativa delegata sulla rappresentanza del mondo immobiliare nelle commissioni censuarie provinciali e centrale, prevista dalla delega, sia coe-rente, nella proporzione dei componenti e nelle previsioni di diretta designazione da parte delle associazioni interessate, con la lettera e con lo spirito della delega.Il Coordinamento ha poi esaminato det-tagliatamente lo stato di costituzione dei coordinamenti provinciali interassociati-vi per i quali è stato designato un coordi-natore, sempre appartenente a una delle organizzazioni partecipanti, per ciascuna delle 106 province nelle quali il Coordi-namento sarà costituito.

Stato dell’arte dei 106 comitati provinciali

La crisi del settore im-mobiliare, determinata dall’alta tassazione, ha creato un abisso tra i

prezzi di vendita degli immo-bili nelle aste e quelli stimati dall’Omi, l’Osservatorio del mercato immobiliare curato dall’Agenzia delle entrate, fino a casi in cui il prezzo è caduto a un quinto rispetto al valore Omi. È questo uno dei numero-si dati contenuti nella pubbli-cazione «La lente sul mercato immobiliare», presentata a Roma dalla Confedilizia. Una pubblicazione che vuole essere uno strumento informativo con il quale agevolare l’orientamen-to di chi intende muoversi nel complesso mercato italiano.

Oltre alle tradizionali fl ut-tuazioni dovute, principal-mente, agli andamenti macro-economici (domanda/offerta), alle politiche fi scali, alle impli-cazioni psicologiche e alle con-dizioni soggettive che inducono all’investimento immobiliare o ne allontanano, nel corso degli ultimi anni si sono aggiunti molti fattori di solito non con-

siderati che condizionano in maniera signifi cativa il mer-cato e che comunque devono essere tenuti in considerazione nell’analisi di questo settore. Di qui l’inserimento nella pubbli-cazione, oltre che dei prezzi medi di compravendita e dei citati prezzi di aggiudicazione delle aste giudiziarie, dei dati relativi alla classe energetica degli immobili compravenduti, al rapporto fra prezzo pagato e prezzo richiesto e le simula-zioni sull’incidenza di imposte come l’Imu e la Tasi.

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Una guida di Confedilizia al mercato

Immobili, prezzistracciati all’asta

Il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fo-gliani, ha dichiarato: «Scontro sulla procedura di in-frazione Ue per i debiti della p.a. Ma fra questi, ci sono anche più di 100 milioni che devono essere pagati a chi, anni e anni fa, ha speso il doppio del rimborso spettante per tenere in piedi beni culturali. Nessuno lo ricorda, nessuno si associa alla denuncia di questo sconcio, che fa ben capire come lo stato tratta chi salva il nostro cosiddetto petrolio».

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P.a. paghi i debiti culturali

Questa pagina viene pubblicata ogni primo mercoledì del mese

ed è realizzata dall’UFFICIO STAMPA

della CONFEDILIZIAL’ORGANIZZAZIONE DELLA PROPRIETÀ IMMOBILIARE

Gli interessati possono avere maggiori informazioni dal mensile Confedilizia notizie e rivolgendosi alle oltre 200 sedi territoriali, presenti in tutti i capoluoghi di provincia e anche nei maggiori centri. Presso le Associazioni aderenti alla Confederazione, i soci possono avere una qualificata e valida assistenza in materia locatizia (a cominciare dai calcoli di convenienza o meno per la cedolare secca) e per la stipula e gestione dei contratti di locazione sia liberi che con agevolazioni fiscali nonché ogni consulenza (tributaria, catastale, condominiale, portierato, colf e badanti, ecc.) e ogni utile servizio (assistenza fiscale CAF, registrazione telematica contratti, ecc.). Tramite le Associazioni territoriali (che curano la tenuta dei Registri locali amministratori) gli amministratori condominiali possono iscriversi al Registro nazionale amministratori della Confedilizia nonché utilizzare il Servizio assistenza amministratori. Presso le stesse Associazioni gli iscritti possono ricorrere al Servizio conciliazione controversie condominiali e al Servizio conciliazione controversie proprietario/inquilino nonché fruire gratuitamente del Servizio di visure catastali on-line, anche ipotecarie, e tutelarsi contro il rischio di morosità del proprio inquilino grazie al Servizio Garanzia Affitto, fornito in collaborazione con INTESA SANPAOLO. Attraverso una convenzione con il RINA, la Confedilizia assicura agli iscritti il Servizio certificazione qualità degli immobili. Presso le Associazioni territoriali ogni informazione sul Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti da proprietari di fabbricati CONFEDILIZIA - CGIL, CISL, UIL e sul Contratto collettivo nazionale di lavoro per i lavoratori domestici che la Confedilizia stipula tramite l’aderente Assindatcolf.

Per informazioni sulle strutture locali della Confedilizia tf 06/6792532 (r.a.)

CONFEDILIZIAdal 1883, a difesa del proprietario di casa

Presidenza e Segreteria generale - via Borgognona, 47 - 3º piano - 00187 Roma tf 06/6793489 (r.a.) - fax 06/6793447Uffici operativi - via Borgognona, 47 - 2º piano - 00187 Roma tf 06/69942495 (r.a.) - fax 06/6796051Uffici amministrativi - via della Vite, 32 - 00187 Roma tf 06/6798742 (r.a.) - fax 06/69797107Uffici Organizzazioni collegate - via Principessa Clotilde, 2 - 00196 Roma tf 06/32650284 (r.a.) - fax 06/32650503Uffici Enti bilaterali - corso Trieste, 10 - 00198 Roma tf 06/44251191 (r.a.) - fax 06/44251456

www.confedilizia.it - www.confedilizia.eu

Corrado Sforza Fogliani

Confedilizia offre il «Cartoncino del tempo» a strutture alberghiere, locazioni brevi, proprietari di casa che danno la propria abitazione in affi tto per il periodo estivo, B&B, agriturismi, camere ammobiliate e altro. Sul Cartoncino, strumento utile e non costoso da poter utilizzare per aggiungere al soggiorno del proprio ospite un valore in più, si può indicare, come nei migliori alberghi usa fare, il tempo previsto per i giorni di permanenza dell’ospite, uti-lizzando le informazioni meteo ricavabili dal sito Confedi-lizia (www.confedilizia.it), andando alla sezione «varie» e cliccando su «Servizi vacanze Confedilizia». Nella stessa sezione, si scarica il Cartoncino compilabile. Consigliato da Confedilizia, contribuisce a far sentire a suo agio il villeggiante e gli permette di organizzare al meglio il soggiorno. Informazioni allo 06.679.34.89 (r.a.)

B&B, cartoncino meteo

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Page 38: Italia Oggi - 02.07.2014

38 Mercoledì 2 Luglio 2014 CON F SA LÈ l’appello che Confsal lancia al governo: il paese non crescerà se non combatte l’illegalità

Rendere l’Italia un paese legaleSarà decisiva la lotta all’evasione e alla corruzione

Il 21 giugno scorso, in occasione del 240° an-niversario della fonda-zione della Guardia di

fi nanza, il ministro dell’eco-nomia e delle fi nanze, Pier Carlo Padoan, ha incentrato il proprio intervento sulla gravità dell’alta pressione fi scale e del dilagante feno-meno dell’evasione fi scale e contributiva.

Per Padoan è ormai impro-crastinabile un intervento che riduca la pressione fi-scale al fi ne di rilanciare la crescita e distribuisca equa-mente l’onere del prelievo. Ha indicato nel riordino organico del sistema tribu-tario la grande opportunità per ridurre l’imposizione fi -scale e, nei decreti legislativi attuativi della legge delega fi scale, lo strumento per un fi sco equo, oltre che funzio-nale alla crescita economica e occupazionale.

Riguardo al fenomeno pa-tologico dell’evasione fi scale, per il ministro il rimedio sta nella capacità dell’ammini-strazione fi nanziaria di re-primere e sanzionare l’eva-sione, l’elusione e l’erosione fi scali.

Sempre nell ’occasione dell’anniversario delle fi am-me gialle, anche da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è giunto un messaggio di condanna dell’evasione fiscale, della corruzione, della contraffa-

zione e dei traffi ci illeciti. Si tratta, secondo le parole del presidente, di crimini gravi che impediscono lo sviluppo economico e sociale, penaliz-zano i cittadini onesti e ri-ducono le prospettive per le giovani generazioni.

La Confsal registra con soddisfazione le dichiarazio-ni fatte in questi giorni dal ministro dell’economia, per di più rafforzate dal messaggio della massima carica dello Stato. Una soddisfazione più che legittima, dato che da ol-tre un decennio, ancor prima della grande crisi economica del 2007, la nostra confedera-zione denuncia nell’illegalità dell’economia e del lavoro, nell’evasione fi scale, nella cor-

ruzione nella politica e negli sprechi della spesa pubblica i fattori negativi che incidono di più sulla mancata crescita economica e occupazionale e sulla ormai insostenibile ini-quità sociale.

Forte di questa sua storica posizione e delle parole di importanti esponenti delle istituzioni, la Confsal rilancia oggi il suo appello al gover-no, al parlamento e a tutte le istituzioni della Repubblica e chiede che alle parole seguano i fatti e agli annunci seguano gli atti necessari per liberare fi nalmente il paese dall’ille-galità nel lavoro, nell’econo-mia e nella società civile.

Il comandante genera-le della guardia di fi nanza,

Saverio Capolupo, nella sua preziosa testimonianza ha rappresentato con chiarezza il programma strategico e operativo del corpo di poli-zia tributaria, anche in re-lazione alle problematiche causate dalla duratura crisi economica. Capolupo ha ana-lizzato in modo puntuale il fenomeno globale dell’illega-lità, dall’evasione fi scale alla corruzione, dal riciclaggio di capitali sporchi alla contraf-fazione del made in Italy, in-dicando tutti gli strumenti di contrasto utilizzati in via ordinaria e sperimentale.

La Confsal ha apprezzato non poco il rinnovato impe-gno della Guardia di fi nanza, come ha sempre apprezzato

la diffi cile e complessa azione delle agenzie fi scali – soste-nute, tra l’altro, con concreti segnali di solidarietà – impe-gnate nella gestione e nell’am-ministrazione dei dati fi scali e nell’ottimizzazione del rap-porto fi sco-contribuenti.

Oggi la Confsal chiede al governo Renzi e al parlamen-to una decisa azione politica e legislativa, anche a soste-gno della guardia di fi nanza e delle agenzie fi scali. È, in-fatti, convinta che soltanto questa azione possa essere di sostegno, anche attraver-so adeguati investimenti fi -nanziari, alle fi amme gialle e alle agenzie fi scali per libe-rare l’economia e la fi nanza dall’illegalità diffusa, oltre che da una pressione fi scale insostenibile e, secondo i dati Eurostat, in continuo aumen-to, al punto che nell’ultimo anno solo l’Ungheria ha regi-strato un risultato peggiore dell’Italia.

A nostro avviso, obiettivo primario del governo Renzi dovrà essere quello di rende-re l’Italia un paese legale e normale, portandolo almeno al livello degli standard di fi -nanza pubblica dei maggiori paesi dell’Eurozona.

“La riforma per la legalità” del paese potrebbe essere la riforma decisiva per acquisi-re credibilità in Europa e per ottenere spazi di fl essibilità nell’attuazione dei patti eu-ropei.

Il 24 giugno è stato pubblicato il Decreto legge n. 90 sulla Riforma della pubblica amministrazione. Tra le misure adottate molte ri-

guardano l’efficienza della pubblica amministrazione e il sostegno all’occu-pazione e al lavoro pubblico. Abbiamo chiesto una valutazione del provvedi-mento a Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, confederazione sindacale fortemente rappresentativa nel settore pubblico.

Domanda. Segretario, il gover-no aveva annunciato una riforma incentrata sul capitale umano e sul fattore professionale. I conte-nuti del provvedimento sono in linea con gli annunci?

Risposta. Per la Confsal il prov-vedimento governativo è disorganico, incoerente rispetto agli intenti annun-ciati e, soprattutto, penalizzante per i lavoratori pubblici. Ci impegneremo al massimo per migliorare il testo in sede di iter parlamentare per la conversio-ne in legge del decreto.

D. Sul “ricambio generaziona-le”, annunciato ripetutamente dal ministro della Pubblica am-ministrazione e dell’innovazione, Marianna Madia, che cosa può dirci?

R. Il ricambio generazionale, in fun-zione di una moderna pubblica ammi-

nistrazione e del sostegno all’oc-cupazione nel settore pubblico, è la questione centrale clamoro-samente disattesa dal governo. Il divieto del trattenimento in servizio e la “lieve” modifi ca del turn-over non potranno certo garantire la disponibilità di un significativo numero di posti per le assunzioni dei giovani. La Confsal, tra l’altro, aveva proposto l’esonero dal servizio e l’accelerazione dello sblocco del turn-over, due importanti norme disattese dal Governo. Ora, visto quanto è passato, ci dichiariamo largamente insod-disfatti e riteniamo che questo provvedimento governativo non realizzerà il necessario ricam-bio generazionale.

D. Invece, sulla mobilità obbligatoria dei pubblici dipen-denti che cosa può dirci?

R. Si tratta di una norma rigida e penalizzante. La mobilità senza l’assenso del lavoratore nel raggio di 50 km dall’uffi cio di provenienza in alcune diffi cili e disagiate condizioni territoriali, dove ci sia magari anche carenza di trasporti pubblici, si rivele-rà insostenibile per molti sia sul piano economico che per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro.

D. E qual è la sua opinione sulla riduzione dei distacchi e dei per-messi sindacali?

R. Il sindacato svolge una funzione costituzionale a garanzia dell’esercizio dei diritti dei lavoratori e a tutela dei loro interessi; agli stessi fornisce an-che una serie di importanti servizi di consulenza e assistenza. Per questo, la drastica riduzione delle prerogative e delle agibilità sindacali si tradurrà inevitabilmente in una ulteriore pe-

nalizzazione per i lavoratori. Il nostro auspicio è che, in sede di conversione in legge del decreto, il parlamento ri-fl etta attentamente in merito all’op-portunità della norma e ne corregga almeno i termini.

D. La Confsal ha sempre soste-nuto che la riforma della pubbli-ca amministrazione, per produr-re effetti positivi, debba essere sostenuta dalla valorizzazione professionale ed economica dei lavoratori. Ma non c’è riferimen-to nel provvedimento governativo al rinnovo dei contratti pubblici, scaduti ormai da cinque anni. Che ci dice?

R. Il rinnovo dei contratti dei pub-blici dipendenti dovrà trovare obbli-gatoriamente un’adeguata soluzione di copertura fi nanziaria nella prossi-ma Legge di Stabilità 2014. Se così non fosse, la Confsal è pronta a in-traprendere dure azioni di protesta e di lotta.

SECONDO LA CONFSAL SARÀ FONDAMENTALE IL RUOLO DEL PARLAMENTO

P.a., una riforma disorganica, incoerente e penalizzante

Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal

Matteo Renzi, presidente del consiglio

Pagina a cura dell’Uffi cio stampa della Confsal,

Confederazione generale dei sindacati

autonomi dei lavoratori Viale di Trastevere, 60 - 00153 - Roma -

E-mail: [email protected]

Marianna Madiaministro per la pubblica amministrazione

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Page 39: Italia Oggi - 02.07.2014

39Mercoledì 2 Luglio 2014

Ma il ministro Guidi replica: costi dei premi insostenibili in molte aree del paese

Ania, Rc auto in continuo caloNei soli primi 3 mesi 2014 le polizze scese del 6,3%

Secondo l’Ania continua il calo delle polizze Rc auto. Sulla base di una rilevazione trimestra-

le, nei primi tre mesi del 2014, la flessione è stata del 6,3% rispetto a marzo 2013. Il calo fa seguito a quello del 4,6% re-gistrato lo scorso anno.

«Dal massimo, toccato sul finire dell’estate del 2012», ha sottolineato il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, nel corso dell’assemblea annuale, in risposta alle recenti criti-che dell’Antitrust, «il prezzo medio è diminuito del 10%. Il calo dei sinistri è stato però bilanciato dall’aumento del 2,3% del relativo costo medio.«La riduzione dei prezzi sta proseguendo nel 2014 ed è ragionevole ritenere che il consuntivo di quest’anno evi-denzierà un ulteriore calo della raccolta premi, mentre sembra invece arrestarsi la diminuzio-ne della frequenza dei sinistri. Tuttavia, quando, con l’auspi-cata ripresa dell’economia, i cittadini torneranno a utilizza-re di più le auto, ciò comporte-rà un inevitabile aumento dei sinistri, con una pressione al rialzo dei prezzi», ha avvertito Minucci.

L’Ania chiede al governo «di approvare subito le tabel-le di valutazione del danno biologico derivante da lesioni gravi», perché «l’entrata in vigore delle tabelle avrebbe un effetto immediato: una diminuzione stimabile nel 3% del prezzo dell’assicu-razione Rc auto in Italia». Minucci ha sottolineato anche «la diffi cile situazione che ca-ratterizza alcune zone del pa-

ese» e ha proposto sia di instal-lare la scatola nera sui veicoli, sia «la dematerializzazione del contrassegno e la messa a re-gime dei controlli a distanza». Intanto, è continuata nel 2013 la riduzione del numero dei veicoli assicurati, passati da 39,2 a 38,2 milioni (-2,5%). Guardando più in generale al settore, Minucci ha ricordato che l’anno scorso, «il settore as-sicurativo, nonostante la «con-giuntura economica sfavorevo-le», ha chiuso con una raccolta premi «pari a 122 miliardi di euro, +22% nei rami vita», ma -4% nel ramo danni. A pesare

su questo ramo è stato soprat-tutto l’andamento dell’Rc auto con una raccolta premi a -7,3% «a causa della forte diminuzio-ne dei prezzi». L’utile è stato di 5,2 mld, in calo rispetto ai 5,8 mld del 2012.

Ania prevede per l’anno in corso una crescita della rac-colta del 20,3% per un totale

premi oltre i 140 miliardi di euro. A trainare la crescita, an-cora il settore vita per il quale Ania prevede un aumento del-la raccolta del 30% mentre per il settore danni è prevista una fl essione dell’1,7%.

Le argomentazioni dell’Ania continuano però a non convin-cere, tra gli altri, il governo: il

ministro dello sviluppo econo-mico, Federica Guidi, nel corso dell’assemblea, ha detto che «i costi dei premi sono ormai in-sostenibili per molte categorie di assicurati, soprattutto in molte aree del paese: 95 assicu-rati su 100 pagano un premio superiore a quello medio euro-peo. In province come Napoli, Bari, Reggio Calabria e anche Roma, un diciottenne che sot-toscrive la sua prima polizza per guidare un’utilitaria deve pagare un premio ben superio-re a 3 mila euro. Questo non è accettabile».

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Solvency 2, la direttiva euro-pea per la gestione del rischio nel settore assicurativo, che partirà a inizio 2016, rappresenta una «svolta davvero radicale». Ma «dobbiamo attrezzarci tutti, su-pervisori e compagnie, a gestire la trasformazione, rendendola più spedita, perché siamo in ri-tardo: non per colpa nostra, ma a causa del percorso accidentato del negoziato europeo».

A sottolinearlo è stato il presidente dell’Ivass, Sal-vatore Rossi, intervenen-do all’assemblea dell’Ania.«Con Solvency 2», ha detto Rossi, «i supervisori avranno a dispo-sizione strumenti sicuramente più effi caci di quelli attuali, a maggiore tutela degli assicurati». Molte imprese, soprattutto di «dimensioni medio-picco-le, devono cambiare parecchio del loro modo di essere e di procedere. Uno degli aspetti più critici è il funzionamento de-gli organi amministrativi», ha aggiunto

Rossi assicurando che «Solvency 2 non dovrebbe richiedere, in media, una rica-pitalizzazione del sistema delle imprese assicuratrici europee».

Ma «occorre che le imprese sfruttino quest’anno e mezzo di transizione per adattare le loro strategie di business

al nuovo assetto regolamenta-re». Dunque, per il presidente dell’Ivass, «c’è molto da fare non solo per le imprese, ma anche per chi ha responsabilità di vi-gilanza».

Per l’Ivass, «parti del codice del-le assicurazioni dovranno essere radicalmente modifi cate», ha spie-gato Rossi. C’è poi la necessità di modifi care «l’attuale direttiva in materia di intermediazione assi-curativa» con l’obiettivo di «innal-zare le tutele per i consumatori».Su questo fronte, il numero uno dell’Ivass ha poi garantito: «Innalzeremo il livello di tute-la dei consumatori senza oneri sproporzionati per l’industria».

Rossi ha infi ne osservato che, «per il mer-cato delle assicurazioni, le nuove regole europee sono state pensate per raffor-zare la stabilità del sistema, rendere il mercato più effi ciente e trasparente, i consumatori più tutelati».

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Ivass: tempi rapidi per attrezzarsi a Solvency 2

CONIN EDICOLA C

Mercati& Finanza

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidiano

� nanziario italiano

Corona Ceca 27,433 27,453 -0,0200 20,0416

Corona Danese 7,4557 7,4557 - 5,4469

Corona Norvegese 8,438 8,4035 0,0345 6,1645

Corona Svedese 9,16 9,1762 -0,0162 6,6920

Dollaro Australiano 1,4479 1,4537 -0,0058 1,0578

Dollaro Canadese 1,4587 1,4589 -0,0002 1,0657

Dollaro N Zelanda 1,5624 1,5626 -0,0002 1,1414

Dollaro USA 1,3688 1,3658 0,0030 -

Fiorino Ungherese 310,43 309,3 1,1300 226,7899

Franco Svizzero 1,2138 1,2156 -0,0018 0,8868

Rand Sudafricano 14,5848 14,4597 0,1251 10,6552

Sterlina GB 0,7981 0,8015 -0,0034 0,5831

Yen Giapponese 138,98 138,44 0,5400 101,5342

Zloty Polacco 4,1582 4,1568 0,0014 3,0378

Tasso uffi ciale di riferimento 0,15 0,25 -0,10

Rendistato Bankitalia(lordi) 2,09 - -

Tasso Infl azione ITA 0,30 0,50 -0,20

Tasso Infl azione EU 0,40 0,60 -0,20

Indice HICP EU-12 120,40 120,30 0,10

HICP area EURO ex tobacco 117,44 117,57 -0,13

Tasso annuo crescita PIL ITA -0,50 -0,90 0,40

Tasso di disoccupazione ITA 13,60 12,70 0,90

1 sett 0,004

1 mese 0,034

2 mesi 0,046

3 mesi 0,050

4 mesi 0,048

5 mesi 0,046

6 mesi 0,046

7 mesi 0,042

8 mesi 0,041

9 mesi 0,040

10 mesi 0,040

12 mesi 0,038

Preziosi ($ per oncia)Oro 1318,79 1319,21Argento 20,91 20,95Palladio 842,3 845,4Platino 1478,5 1481,9Metalli ($ per tonn.)Aluminium 1891 1890,5Rame 7015 7014,5Piombo 2173,5 2173Nickel 19045 19040

Stagno 22550 22545Zinco 2218 2217Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 212,26 240,15Sterlina (n.c.) 215,36 245,09Sterlina (post 74) 215,36 245,09Marengo Italiano 169,97 192,12Marengo Svizzero 168,82 190,61Marengo Francese 168,09 190,31Marengo Belga 168,07 190,31

1 Sett. 0,051

2 Sett. 0,061

1 M 0,098

2 M 0,156

3 M 0,206

6 M 0,302

9 M 0,395

12 M 0,488

1 sett 0,000 0,095 0,469 -0,009 0,047

1 sett 0,033 0,123 0,475 -0,005 0,064

1 mese 0,083 0,155 0,495 -0,001 0,096

2 mesi 0,135 0,193 0,523 0,004 0,121

3 mesi 0,176 0,232 0,554 0,010 0,133

6 mesi 0,271 0,328 0,709 0,071 0,179

12 mesi 0,439 0,546 1,053 0,189 0,327

1 anno 0,323 0,363

2 anni 0,388 0,428

3 anni 0,480 0,520

4 anni 0,613 0,653

5 anni 0,774 0,814

6 anni 0,943 0,983

7 anni 1,105 1,145

8 anni 1,258 1,298

9 anni 1,400 1,440

10 anni 1,529 1,569

12 anni 1,749 1,789

15 anni 1,980 2,020

20 anni 2,143 2,183

25 anni 2,198 2,238

30 anni 2,217 2,257

Fonte: Icap

TA S S I E VA LUTE

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2+5'"$9+),"&')',!2*")'Quotazioni'Realtime

114111098121100105098105054051

Page 40: Italia Oggi - 02.07.2014

40 Mercoledì 2 Luglio 2014 MERCATI E FINANZA

Valori al 01/07/2014

EMG Ivy Asset Strategy A (EUR) EUR 1345,96

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 17,33 30/06/2014 GBP 13,8700 30/06/2014 USD 23,7100 30/06/2014

Healthcare Opportunities EUR 16,47 30/06/2014 GBP 13,1900 30/06/2014 USD 10,8800 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 22,43 01/07/2014 GBP 13,0900 01/07/2014 JPY 2278,7000 01/07/2014

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,2523 18/11/2013 USD 16,5042 18/11/2013 EUR 12,5050 18/11/2013 GBP 10,4927 18/11/2013 USD 16,8911 18/11/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

Valori al 30/06/2014

www.ram-ai.com

RAM (Lux) Systematic FundsEm Mkts Eq B($) USD 169,07Em Mkts Eq F($) USD 166,01Em Mkts Eq J(Chf) CHF 133,10Em Mkts Eq L EUR 150,14Em Mkts Eq O EUR 151,46European Equities B EUR 316,46European Equities C(Chf) CHF 271,68European Equities D($) USD 296,5800European Equities F EUR 305,77European Equities H EUR 298,00Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 112,12Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 111,11Long/Short European Eq B EUR 117,47Long/Short European Eq D ($) USD 117,77North American Eq. B($) USD 220,81North American Eq. E EUR 193,9200North American Eq. F($) USD 214,4300North American Eq. G EUR 187,4400North American Eq. H($) USD 202,6700

RAM (Lux) Tactical FundsDiv Income D USD 128,81Div Income E EUR 130,70Div Income F EUR 128,25Div Income H USD 126,65Quality Bond Fund D USD 132,47Quality Bond Fund E EUR 133,26Quality Bond Fund F EUR 129,53Quality Bond Fund H USD 128,87

www.metlife.it

MetLife Europe Limited

Rappresentanza Generale per l’Italia

Via Andrea Vesalio n. 6

00161 Roma

Valorizzazione al:

MetLife Liquidità 1,000

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,273

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,189

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,091

Alico Monet. Protetto 30/06/14 1,107

Alico P.P. Eur 2014 30/06/14 1,012

Alico P.P. Eur 2015 30/06/14 0,991

Alico P.P. Eur 2016 30/06/14 1,012

Alico P.P. Eur 2017 30/06/14 1,037

Alico P.P. Eur 2018 30/06/14 1,068

Alico P.P. Eur 2019 30/06/14 1,093

Alico P.P. Eur 2020 30/06/14 1,104

Alico P.P. Eur 2021 30/06/14 1,139

Alico P.P. Eur 2022 30/06/14 1,123

Alico P.P. Eur 2023 30/06/14 1,150

Alico P.P. Eur 2024 30/06/14 1,100

Alico P.P. Eur 2025 30/06/14 1,094

Alico P.P. Eur 2026 30/06/14 1,321

Alico P.P. Eur 2027 30/06/14 1,112

Alico P.P. Eur 2028 30/06/14 1,009

Alico P.P. Eur 2029 30/06/14 1,105

Alico P.P. Eur 2030 30/06/14 1,121

Alico P.P. Eur 2031 30/06/14 1,137

Alico P.P. Eur 2032 30/06/14 1,124

Alico P.P. Usa 2014 30/06/14 1,025

Alico P.P. Usa 2015 30/06/14 1,044

Alico P.P. Usa 2016 30/06/14 1,084

Alico P.P. Usa 2017 30/06/14 1,093

Alico P.P. Usa 2018 30/06/14 1,143

Alico P.P. Usa 2019 30/06/14 1,178

Alico P.P. Usa 2020 30/06/14 1,184

Alico P.P. Usa 2021 30/06/14 1,252

Alico P.P. Usa 2022 30/06/14 1,201

Alico P.P. Usa 2023 30/06/14 1,235

Alico P.P. Usa 2024 30/06/14 1,143

Alico P.P. Usa 2025 30/06/14 1,189

Alico P.P. Usa 2026 30/06/14 1,441

Alico P.P. Usa 2027 30/06/14 1,177

Alico P.P. Usa 2028 30/06/14 1,104

Alico P.P. Usa 2029 30/06/14 1,086

Alico P.P. Usa 2030 30/06/14 1,208

Alico P.P. Usa 2031 30/06/14 1,238

Alico P.P. Usa 2032 30/06/14 1,207

Alico P.P. Global 2014 30/06/14 1,005

Alico P.P. Global 2015 30/06/14 0,990

Alico P.P. Global 2016 30/06/14 1,020

Alico P.P. Global 2017 30/06/14 0,973

Alico P.P. Global 2018 30/06/14 1,085

Alico P.P. Global 2019 30/06/14 1,165

Alico P.P. Global 2020 30/06/14 1,122

Alico P.P. Global 2021 30/06/14 1,161

Alico P.P. Global 2022 30/06/14 1,114

Alico P.P. Global 2023 30/06/14 1,154

Alico P.P. Global 2024 30/06/14 1,110

Alico P.P. Global 2025 30/06/14 1,125

Alico P.P. Global 2026 30/06/14 1,360

Alico P.P. Global 2027 30/06/14 1,085

Alico P.P. Global 2028 30/06/14 1,008

Alico P.P. Global 2029 30/06/14 1,116

Alico P.P. Global 2030 30/06/14 1,097

Alico P.P. Global 2031 30/06/14 1,146

Alico P.P. Global 2032 30/06/14 1,110

Alico Prot.Trim. Eur 30/06/14 1,082

Alico Prot.Trim. Usa 30/06/14 1,083

Alico Gest.Bilanc.Glob 30/06/14 1,325

Alico Gest.Cresc.Glob 30/06/14 1,333

Alico Gest.Azion.Glob 30/06/14 1,365

Alico Gest.Bilanc.Eur 30/06/14 1,382

Alico Gest.Cresc. Eur 30/06/14 1,309

Alico Gest.Azion. Eur 30/06/14 1,379

Alico Aper.Indiciz.Eur 30/06/14 1,031

Alico Aper.Indiciz.Usa 30/06/14 1,359

Alico Aper.Indiciz.Glo 30/06/14 1,166

Alico Aper.Indiciz.Ita 30/06/14 0,879

Alico Liquidita’ 30/06/14 1,081

Alico R. Prudente 30/06/14 1,169

Alico R. Bilanciato 30/06/14 1,094

Alico R. Crescita 30/06/14 1,104

Alico R. Multi Comm. 30/06/14 0,759

Alico Multi Comm. 30/06/14 0,793

Alico R. Peak Usa 2014 30/06/14 1,039

Alico R. Peak Usa 2015 30/06/14 1,033

Alico R. Peak Usa 2020 30/06/14 1,141

Alico R. Peak Usa 2025 30/06/14 1,186

Alico R. Peak Usa 2030 30/06/14 1,174

Alico R. Peak Usa 2035 30/06/14 1,150

Alico R. Peak Eur 2014 30/06/14 1,035

Alico R. Peak Eur 2015 30/06/14 1,070

Alico R. Peak Eur 2020 30/06/14 1,169

Alico R. Peak Eur 2025 30/06/14 1,201

Alico R. Peak Eur 2030 30/06/14 1,228

Alico R. Peak Eur 2035 30/06/14 1,152

Alico R. Peak Asia 2014 30/06/14 1,080

Alico R. Peak Asia 2015 30/06/14 1,120

Alico R. Peak Asia 2020 30/06/14 1,260

Alico R. Peak Asia 2025 30/06/14 1,342

Alico R. Peak Asia 2030 30/06/14 1,382

Alico R. Peak Asia 2035 30/06/14 1,337

Alico Sec. Acc. 2016 30/06/14 1,019

Alico Sec. Acc. 2017 30/06/14 1,090

Alico R. Sec. Acc. 2017 30/06/14 1,128

Alico P.P. Asia 2014 30/06/14 1,114

Alico P.P. Asia 2015 30/06/14 1,147

Alico P.P. Asia 2020 30/06/14 1,272

Alico P.P. Asia 2025 30/06/14 1,324

Alico P.P. Asia 2030 30/06/14 1,307

Alico P.P. Asia 2035 30/06/14 1,335

Alico Long Investment 30/06/14 0,767

Alico Energy 25/06/14 0,329

Alico Agriculture 30/06/14 0,595

Alico Metals 30/06/14 0,598

30/06/14

www.aspecta.it

Unit Linked

ASPECTA Assurance International Luxembourg S.A.Sede secondaria di Milano: via Russoli 5 - 20143

Sede legale: L 2453 Luxembourg . Goldbell 1 - Rue Eugène Ruppert, 5

APF-Linea bilanciata 30/06/2014 52,0700

APF-Linea europea 30/06/2014 99,7400

APF-Linea mondiale 30/06/2014 56,9100

APF-Linea nord america 30/06/2014 99,3400

Seven Stars Invest 30/06/2014 129,1600

UNIT LINKED

INDEX LINKED

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

Helvetia Compagnia Italo-Svizzera

di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.

Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano

Chiara Vita S.p.A.

Via Gaggia, 4

20139 Milano

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

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PIP - FONDI INTERNI

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ATTIVO SPECIFICO

www.chiaravita.itwww.helvetia.it

UNIDESIO 760071 12,101 27/06/2014

UNIDESIO 760072 11,655 27/06/2014

UNIDESIO 760073 11,695 27/06/2014

UNIDESIO 760074 13,368 27/06/2014

UNIDESIO 760075 12,832 27/06/2014

UNIDESIO 760077 11,6090 20/06/2014

UNIDESIO 760078 11,2190 27/06/2014

UNIDESIO 760079 11,2410 17/01/2014

UNIDESIO 760080 11,4700 27/06/2014

UNIDESIO 760082 11,1700 27/06/2014

UNIDESIO 760085 10,804 27/06/2014

UNIDESIO 760087 12,4350 27/06/2014

UNIDESIO 760088 12,5240 27/06/2014

UNIDESIO 760091 12,0800 27/06/2014

UNIDESIO 760095 10,608 27/06/2014

UNIDESIO 760096 11,0300 27/06/2014

UNIDESIO 760097 11,304 15/03/2013

UNIDESIO 760098 12,096 27/06/2014

UNIDESIO 760099 11,6450 27/06/2014

UNIDESIO 760100 11,7550 27/06/2014

UNIDESIO 760102 11,178 27/06/2014

UNIDESIO 760104 11,0240 27/06/2014

UNIDESIO 760105 10,7580 27/06/2014

UNIDESIO 760106 11,7610 27/06/2014

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,3780 21/02/2014

AZZOAGLIO DINAMICO 4,8640 21/02/2014

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,0590 21/02/2014

UNIDESIO PRUDENTE 11,1830 21/02/2014

UNIDESIO MODERATO 11,0290 21/02/2014

UNIDESIO ATTIVO 10,9320 21/02/2014

UNIDESIO VIVACE 10,3780 21/02/2014

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,4480 21/02/2014

AZIONARIO EURO 8,9320 21/02/2014

AZIONARIO GLOBALE 10,3340 21/02/2014

FTSE MIB 99,4100 25/06/2014

FTSE MIB 2010 101,8810 25/06/2014

EUROSTOXX 50 - 2010 102,3230 25/06/2014

DUAL INDEX - 2013 95,7670 25/06/2014

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 101,2580 25/06/2014

INDEX EuroCrescita 2014 89,1950 25/06/2014

INDEX TRENTA 2011 109,2400 25/06/2014

INDEX FOUR E 50 - 2011 108,5800 25/06/2014

INDEX STOXX EUROPE - 2011 107,2000 25/06/2014

EUROSTOXX 50 - 2012 107,9030 25/06/2014

PREVIMISURATO 13,0030 20/02/2014

PREVIBRIOSO 11,7870 20/02/2014

PREVIDINAMICO 12,8620 20/02/2014LINEA 1 12,1770 31/05/2014LINEA 1 - FASCIA A 12,6050 31/05/2014LINEA 1 - FASCIA B 12,3100 31/05/2014LINEA 2 12,4910 31/05/2014LINEA 2 - FASCIA A 12,7470 31/05/2014LINEA 2 - FASCIA B 12,8260 31/05/2014LINEA 3 12,4380 31/05/2014LINEA 3 - FASCIA A 12,6100 31/05/2014LINEA 3 - FASCIA B 13,5420 31/05/2014

UNIDESIO 760109 11,4800 27/06/2014

UNIDESIO 760110 10,8480 24/05/2013

UNIDESIO 760125 11,932 27/06/2014

UNIDESIO 760129 12,027 27/06/2014

UNIDESIO 760130 10,9140 27/06/2014

UNIDESIO 760133 11,1520 29/11/2013

UNIDESIO 760137 10,6730 27/06/2014

UNIDESIO 760139 11,787 27/06/2014

UNIDESIO 760140 11,8440 27/06/2014

UNIDESIO 760141 10,2970 21/03/2014

UNIDESIO 760145 11,7090 21/02/2014

UNIDESIO 760147 11,7720 27/06/2014

UNIDESIO 760149 11,7340 27/06/2014

UNIDESIO 760150 11,7340 27/06/2014

UNIDESIO 760156 10,346 27/06/2014

UNIDESIO 760157 12,0970 27/06/2014

UNIDESIO 760158 10,2760 27/06/2014

UNIDESIO 760159 11,6420 27/06/2014

UNIDESIO 760160 11,428 27/06/2014

UNIDESIO 760163 10,1700 27/06/2014

UNIDESIO 760167 11,233 27/06/2014

UNIDESIO 760170 11,704 27/06/2014

UNIDESIO 760173 11,4090 27/06/2014

UNIDESIO 760174 11,5920 27/06/2014

UNIDESIO 760179 11,343 27/06/2014

UNIDESIO 760180 11,5400 27/06/2014

UNIDESIO 760181 11,6540 20/06/2014

UNIDESIO 760182 8,5010 27/06/2014

UNIDESIO 760183 11,097 27/06/2014

UNIDESIO 760184 10,802 21/02/2014

UNIDESIO 760185 10,8070 21/02/2014

UNIDESIO 760186 10,7470 21/02/2014

UNIDESIO 760187 11,0250 21/02/2014

UNIDESIO 760188 10,6560 08/11/2013

UNIDESIO 760189 11,0300 21/02/2014

UNIDESIO 760191 10,430 21/02/2014

UNIDESIO 760192 11,1530 21/02/2014

UNIDESIO 760193 11,0900 21/02/2014

UNIDESIO 760198 7,3830 21/02/2014

UNIDESIO 760201 10,795 21/02/2014

UNIDESIO 760202 11,227 21/02/2014

UNIDESIO 760203 11,8950 21/02/2014

UNIDESIO 760205 10,6830 21/02/2014

UNIDESIO 760206 10,5340 21/02/2014

UNIDESIO 760210 10,921 21/02/2014

UNIDESIO 760216 10,117 21/02/2014

UNIDESIO 760229 9,981 21/02/2014

UNIDESIO 760234 10,000 29/05/2014

BILANCIATO 10,6550 21/02/2014

CONSERVATIVE 10,3960 21/02/2014

BOND MIX 10,5180 21/02/2014

BALANCED 10,9780 21/02/2014

GLOBAL EQUITY 12,5250 21/02/2014

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,3170 21/02/2014

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,8440 21/02/2014

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 10,6190 21/02/2014

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 12,3660 21/02/2014

HELVETIA 4-30 108,07 25/06/2014

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 11,1900 18/02/2014

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 11,1900 18/02/2014

HELVETIA WORLD EQUITY 122,6500 18/02/2014

HELVETIA EUROPE BALANCED 189,7700 18/02/2014

HELVETIA WORLD BOND 214,6800 18/02/2014

HELVETIA GLOBAL BALANCED 157,7600 18/02/2014

HELVETIA GLOBAL EQUITY 105,2100 18/02/2014

LINEA GARANTITA 12,0690 31/05/2014

LINEA BILANCIATO 13,0740 31/05/2014

LINEA OBBLIGAZIONARIO 12,0890 31/05/2014

LINEA AZIONARIO 9,5650 31/05/2014

HELVETIA QUATTRO.10 98,7959 25/06/2014

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Page 41: Italia Oggi - 02.07.2014

PROSPETTO DEI VALORI CORRENTIDELLE POLIZZE INDEX LINKED

DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 16 GIUGNO 2014

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 16/06/2014 OBBLIGAZIONARIO

Index Up 1-2008 100,860 MORGAN STANLEY Baa2 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 16/06/2014 OBBLIGAZIONARIO

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 116,390 ABN AMRO BANK NV Baa1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

Lombarda Vita Classic Markets New 105,730 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - BANCO BILBAO SA Baa2 | BBB- | A-

Lombarda Vita Euro Sector 106,150 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - FORTIS BANK SA A1 | A+ | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 106,110 BANCA IMI S.p.A. - | BBB | BBB+ BNP PARIBAS A1 | A+ | A+

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Page 42: Italia Oggi - 02.07.2014

42 Mercoledì 2 Luglio 2014 MERCATI E FINANZA

Ora si aspetta l’esito del vertice della Bce, domani a Francoforte

Milano prova a risalireFtse Mib a +1,32%, trascinato dai bancari

Dopo giorni di sedute con il segno meno, ieri le borse europee hanno ripreso vigore

e hanno chiuso tutte con un segno positivo. A guidare la crescita, soprattutto a Mila-no, sono stati i titoli bancari; non hanno invece influito i dati dell’indice Pmi dell’Eu-rozona, sceso a giugno a 51,8 punti rispetto ai 51,9 del consenso e ai 52,2 definitivi di maggio.

Ora i mercati sono in atte-sa delle decisioni della Bce, che saranno illustrate do-mani dal presidente, Mario Draghi. Molti analisti, tutta-via, non si aspettano annun-ci eclatanti e ipotizzano che la Banca centrale europea torni a muoversi solamente il prossimo autunno.

Il Ftse Mib ha chiuso a 21.563 punti, +1,32%, mi-glior risultato tra i princi-pali listini europei.

Bene anche Ibex (+0,77%), Dax (+0,71%), Ftse 100 (+0,87%) e Cac-40 (+0,87%). A metà seduta, a New York, il Dow Jones segnava +0,8%, l’S&P 500 +0,69% a 1974 pun-ti, nuovo massimo storico, il Nasdaq Composite +1,17%.Sostanzialmente stabile lo spread Btp-Bund, che ha chiuso a chiuso a 160 punti, al 2,84%.

A piazza Affari, il titolo migliore del Ftse Mib è stato Banca Mps (+8,55% a 1,536 euro), dopo la chiusura an-ticipata della vendita dei diritti. In positivo anche il resto dei bancari: Ubi ban-ca +4,67%, Banco popolare +3,49%, Intesa Sanpaolo +2,93%, Bper +3,86%, Uni-credit +2,45%, Popolare Mi-lano +0,84% e Mediobanca +1,03%. Ci sono stati acqui-sti sostenuti su Stm (+4,2%) e su Gtech (+4,26%); molto bene anche Fiat (+3,33%).Debole il comparto del lus-so, con Tod’s che ha perso l’1,88%, Luxottica l’1,23%, Yoox lo 0,56% e Moncler lo 0,5%. In positivo solo Sal-vatore Ferragamo (+0,37%).In calo anche Cnh industrial (-0,4%) con AlphaValue che ha tagliato sul titolo il prez-zo obiettivo a 8,15 euro da 8,34 euro e ha confermato la raccomandazione hold.Sul resto del listino, si è se-gnalata Tamburi (+4,42%) che ha effettuato un rim-balzo dal supporto posto a 2,45 euro. Inoltre, la società con riferimento ai «Warrant azioni ordinarie Tip 2010 – 2015», ha comunicato che si è concluso il quarto periodo di esercizio nel corso del quale sono state sottoscritte 718.435 azioni ordinarie di nuova emissione al prezzo di 1,9 euro ciascuna.

Quanto all’euro, ha chiuso in rialzo, ma sotto 1,37 dol-lari, in attesa del direttivo

di giovedì della Bce. Dal vertice non ci si at-

tendono notizie eclatanti, dopo le decisioni prese nella riunione di giugno, che, tra l’altro, ha deciso il calo dei tassi allo 0,10%. La moneta europea è passata di mano

a 1,3680 dollari, dopo aver toccato un top di 1,37 dol-lari nel corso della sedu-ta. L’euro-yen ha chiuso a 138,87 e il cambio dollaro-yen si è fissato a 101,53. Infine il petrolio, che ha continuato il calo registrato

lunedì, anche se con ribassi assai più moderati: a metà seduta, a New York, il future agosto per il Wti era tratta-to a 105,46 dollari al barile, contro i 112,26 dollari del Brent a Londra.

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Torna a salire il tas-so di disoccupazione a maggio. Il dato calcolato dall’Istat si è attestato al 12,6%, +0,1% in termini congiunturali e +0,5% su base annua. Il massimo storico è stato toccato a gennaio e febbraio con il 12,7%.

A maggio gli occupati sono stati 22,36 milioni, +0,2% rispetto ad aprile (+52 mila) ma -0,3% su base annua (-61 mila). Il tasso di occupazione, 55,5%, è cresciuto dello 0,1% in termini congiun-turali ma è calato dello 0,1% rispetto a maggio 2013. Il numero di indi-vidui inattivi tra i 15 e i 64 anni è diminuito dello 0,5% rispetto ad aprile e dell’1% rispetto a maggio 2013.

A maggio, su base men-sile, l’occupazione è au-mentata con riferimento alla componente maschi-le (+0,6%) ma è scesa ri-spetto a quella femminile (-0,3%).

Anche su base annua, l’occupazione è aumenta-ta tra gli uomini (+0,3%) e diminuita tra le donne (-1%). Il tasso di occupa-zione maschile, 64,8%, è salito dello 0,3% su aprile e dello 0,2% su base an-nua. Quello femminile, 46,3%, è diminuito del-lo 0,2% in termini con-giunturali e dello 0,3% in termini tendenziali.Il tasso di disoccupa-zione maschile, 11,7%, è diminuito in termini congiunturali (-0,2%) ma è aumentato in termi-ni tendenziali (+0,2%); quello femminile, 13,8%, è cresciuto rispetto ad aprile dello 0,5% e dello 0,8% su base annua.

Resta sempre eleva-tissima, anche se dà ti-midi segnali di ripresa, l’occupazione giovanile. Secondo l’Istat, i disoc-cupati tra i 15 e i 24 anni a maggio erano 700 mila. L’incidenza dei disoccupa-ti di 15-24 anni sulla po-polazione in questa fascia di età è stato dell’11,7%, +0,2% rispetto ad aprile e dell’1,1% su base annua.

Il tasso di disoccupa-zione dei 15-24enni, è sceso al 43%, dal 43,3% di aprile.

Stanno meglio i lavo-ratori europei. Secondo Eurostat, il tasso di di-soccupazione nell’area euro è stato dell’11,6% a maggio, in linea con il dato rivisto di aprile, ma in calo rispetto al consen-so all’11,7%.

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A MAGGIO

Aumenta tasso

disoccupati

di giovedì della Bce a 1 3680 dollari dopo aver lunedì anche se con ribassi

Ancora una volta, gli indici Pmi (Pur-chasing manager’s index) del mondo, viag-giano a due velocità. Il settore manifat-turiero cinese ha raggiunto i massimi da sei mesi, a giugno, segnando per la prima volta dall’inizio dell’anno un’espansione del mercato. Secondo i dati di Hsbc, il Pmi manifatturiero si è attestato a quota 50,7 (50,8 le previsioni degli analisti).

Oltre al dato del manifatturiero, per il se-condo mese consecutivo si è avuta in Cina una diminuzione dei prezzi delle case.

L’indice Pmi dell’Eurozona è invece sce-so, un po’ a sorpresa, a giugno a 51,8 punti rispetto ai 51,9 del consenso e ai 52,2 de-fi nitivi di maggio.

«Stavolta a deludere è stata la perife-ria» europea», ha sottolineato uno strate-gist, secondo cui «le prospettive dell’Italia (52,6 punti) continuano a rivelarsi debo-

li e fragili, come si nota anche dal dato sulla disoccupazione, risalita a maggio al 12,6% dal 12,5% di aprile». Comunque sia, «anche la Germania ha mostrato segni di debolezza», con il Pmi sceso a 52 punti dai 52,4 del preliminare.

Infi ne, il dato defi nitivo dell’indice Pmi manifatturiero degli Stati Uniti di giu-gno si è attestato a 57,3 punti, in netto rialzo rispetto ai 56,4 punti registrati a maggio.

Secondo Markit, l’indice Pmi relativo ai nuovi ordini è salito a 61,2 punti da 58,8 di maggio e quello sull’occupazione è aumentato a 54 punti da 53,7 punti.

Il dato è sicuramente importante, perché potrà dare elementi di valutazione ai ver-tici della Fed, in vista delle prossime mos-se in materia di rilancio dell’economia.

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Cala a sorpresa l’indice Pmi in Eurozona

In giugno la richiesta dei mutui ipotecari è cresciuta del 14,1% rispetto a giugno 2013. Il dato emerge da un’indagine con-dotta da Barometro Crif secondo cui, a li-

vello aggregato, la domanda di mutui registra-ta nei primi 6 mesi di quest’anno ha segnato un +10,3% rispetto al 2013, dato indubbiamente positivo, ma che risulta ancora in forte ritardo rispetto agli anni 2009-2011.

A conferma di un approccio prudente an-cora non del tutto superato, l’analisi dell’im-porto medio richiesto presentata nell’ultimo aggiornamento del Barometro Crif mostra

come nel primo semestre per i mutui si sia attestato a 124.655 euro contro i 127.836 del-lo stesso periodo del 2013, anche per la con-trazione del valore degli immobili. Questa dinamica trova riscontro anche nella distri-buzione delle richieste di mutuo in funzione dell’importo: le classi in cui nei primi 6 mesi dell’anno si sono concentrate le preferenze sono quella al di sotto dei 75 mila euro (28,5% e +1,9% sul primo semestre 2013) e quella compresa tra i 100 e i 150 mila euro (28,5%).Quanto alla durata, la classe 25-30 anni è la più richiesta (27,9%), quella sotto i 15 anni rap-

presenta poco più del 25%. Il barometro Crif ha anche

messo in evidenza che ii presti-ti sono calati del 6,1% rispetto allo stesso mese del 2013, con la conferma di un segno ne-gativo che perdura senza di-scontinuità da oltre un anno. Anche a livello aggregato, nei 6 mesi, la dinamica è stata identica, con una fl essione del 6,9% rispetto al corrisponden-te periodo del 2013. La contra-zione della domanda è stata però assai più consistente, se confrontata con il 2009 e 2010.Il numero di richieste relative ai soli prestiti fi nalizzati, nei primi sei mesi, ha registrato un calo del 9,6% rispetto allo stesso periodo 2013. Relativa-mente ai prestiti personali, in-vece, il calo è stato più conte-nuto, -3,7%, rispetto ai primi 6 mesi dello scorso anno.

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Secondo il Barometro Crif, +10,3% nei primi sei mesi

Tornano a crescerele richieste di mutui

Si è svolto ieri sera un nuovo vertice per Alitalia, con-vocato dal governo a palazzo Chigi. È stato un incontro ai massimi livelli, cui sono stati invitati le banche, ma anche i soci industriali, segno dell’importanza dell’incontro. Uno dei nodi ancora da sciogliere è il debito della compagnia nei confronti delle banche, ma ormai da molti giorni, da diverse fonti bancarie, emerge un cauto ottimismo. In sostanza, l’accordo è ancora da trovare, ma le distanze si stanno assottigliando. Un’ipotesi di soluzione vedrebbe azzerata una parte del debito con un write off, mentre un’altra parte sarebbe convertita in strumenti fi nan-ziari da defi nire: azioni, bond o strumenti quasi equity.Il governo ha invece convocato i sindacati al ministero dei trasporti per oggi: proseguirà la trattativa sui 2.201 esuberi richiesti da Etihad. I sindacati hanno già più volte ribadito la loro indisponibilità a trattare in bianco e senza conoscere neppure nei dettagli il piano presentato da Etihad.

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Alitalia: vertice governocon le banche e i soci

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43Mercoledì 2 Luglio 2014MercoledMERCATI E FINANZA

Il gruppo Fiat Chrysler +3,34%, ma quota in leggero calo (-0,3%)

Torna la voglia di autoIn giugno immatricolazioni salite del 3,8%

Tornano a crescere le immatricolazioni auto. A giugno sono state vendute 127.489 nuo-

ve vetture, +3,81% rispetto a giugno 2013. A maggio il mercato aveva segnato una battuta d’arresto (-3,83%). È risultato leggermente positivo il mercato dell’usato: sempre a giugno, secondo i dati della Motorizzazione civile, è salito dello 0,25%. Il volume globa-le delle vendite ha interessa-to per il 28,31% auto nuove e per il 71,69% auto usate. Nel periodo gennaio-giugno, la variazione è stata positiva del 3,34% rispetto allo stesso periodo del 2013, mentre per l’usato la variazione è stata negativa (-1,37%).

Fiat Chrysler automobiles ha immatricolato 34.500 vet-ture, +2,8% rispetto allo stesso mese del 2013, per una quo-ta del 27,1%, -0,3% rispetto a giugno 2013. Nei primi sei mesi, le immatricolazioni sono state 212 mila e la quo-ta è stata del 28%. Rispetto al primo semestre del 2013, i volumi sono calati dello 0,6%

e la quota è scesa dell’1,1%.Il marchio Fiat ha immatrico-lato in giugno quasi 27 mila vetture, +4,7% e la quota è stata del 21% (+0,2%); nel primo semestre 161 mila vet-ture, +0,7%, per una quota del 21,3%, -0,6%.

Lancia a giugno, con qua-

si 4.700 immatricolazioni (-1,5%) ha ottenuto il 3,65% di quota (-0,2%). Nel semestre le immatricolazioni sono sta-te 30.300 (-5,7%) e la quota è scesa al 4%.

Ypsilon ha ottenuto una quota dell’11,7% nel seg-mento B (10,8% nel 2013).

Alfa Romeo ha chiuso giu-gno con una quota dell’1,9%, - 0,4% a causa della riduzio-ne, rispetto all’anno scorso, della fornitura sul canale noleggio a breve termine. Ancora una volta, Jeep ha ottenuto un risultato decisa-mente positivo. Le immatri-colazioni a giugno sono state 684, +43,1%, per una quota dello 0,5% (+0,15%). Nel pri-mo semestre sono state più di 4.300 le Jeep immatricolate in Italia, +36,1%, per una quota dello 0,6% (0,1% nel 2013).

I dati di Fca in Italia scom-paiono, se paragonati a quelli di Chrysler group in Usa. Il colosso di Detroit ha registra-to un rialzo del 9% a 171.086 unità, facendo segnare il mi-glior giugno dal 2007 e il 51o mese consecutivo di aumenti delle vendite. In questo am-bito, le vendite del marchio Fiat negli Stati Uniti sono cresciute dell’11%. È stato il miglior giugno in assoluto per il marchio e il settimo mese consecutivo di rialzi su base annuale.

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Si è conclusa con successo l’offerta globale di vendita per la quotazione di FinecoBank. Includendo l’offerta pubblica e il collocamento istituzionale, sono pervenute richieste per 609.079.891 azioni da parte di 46.534 richie-denti con una domanda complessiva, al prezzo di 3,70, che ha superato di 2,9 volte l’offerta. Nell’ambito dell’of-ferta pubblica, sono pervenute richieste per 118.719.000 azioni da parte di 46.379 richiedenti, di cui 69.235.000 azioni da parte di 41.298 richiedenti appartenenti al pub-blico indistinto per adesioni al lotto minimo; e 47 mln di azioni da parte di 3.581 richiedenti appartenenti al pub-blico indistinto per adesioni al lotto minimo maggiorato; 2.484.000 azioni da parte di 1.500 dipendenti e promotori.Nell’ambito del collocamento istituzionale, sono pervenute richieste per 490.360.891 azioni da parte di 155 richiedenti.L’inizio delle negoziazioni è previsto per oggi.

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Fineco, richieste triplerispetto all’offerta

PRIMO GIORNO

A ruba ultimi dirittidi B. Mps

Si è conclusa ieri in antici-po, già nella prima giornata, l’offerta in borsa dei diritti di opzione non esercitati nell’am-bito dell’aumento di capitale di Banca Monte dei paschi di Sie-na. Sono stati venduti, al prez-zo di 17,75 euro, tutti i 178.555 diritti non esercitati, che dan-no diritto alla sottoscrizione di 7.642.154 azioni ordinarie Mps di nuova emissione deri-vanti dall’aumento di capitale.L’esercizio dei diritti dovrà essere effettuato, a pena di decadenza, entro e non oltre il terzo giorno di borsa aperta successivo a quello di comuni-cazione della chiusura antici-pata, e quindi entro il 4 luglio.I diritti potranno essere uti-lizzati per la sottoscrizione delle nuove azioni, al prezzo di 1 euro cadauna, nel rappor-to di 214 nuove azioni ogni 5 diritti.

«È terminato tutto», ha commentato l’a.d. dell’istitu-to, Fabrizio Viola. «Ma la sod-disfazione maggiore oggi», ha sottolineato, «è aver versato i 3,455 mld allo stato, è una soddisfazione come Banca Mps e anche come cittadino italiano». Il titolo ha chiu-so ieri in grande spolvero a 1,536 euro, +8,55%, miglior titolo bancario.

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2i Rete gas, società di gestione della rete del gas controllata da F2i, emetterà un bond da 750 mln euro. Da domani terrà una serie di incontri con gli investitori internazionali.

Iniziative bresciane, attiva nel settore delle energie rinnovabili dal 1996, con fo-cus sugli impianti idroelettrici di medie e piccole dimensioni, il 27 giugno ha proce-duto alla comunicazione di pre ammissione per la quotazione sul mercato Aim Italia.

Rottapharm (farmaceutica) ha ottenuto da Consob l’ok al prospetto informativo per la quotazione sul Mta di Borsa italiana. L’offerta globale riguarderà 50 milioni di azioni più possibili ulteriori 10 milioni. Sarà ripartita in un’offerta pubblica (5% dell’offerta) e in un collocamento istituzio-nale (95%).

La forbice di prezzo è tra un minimo non vincolante di 1.450 milioni di euro e un massimo vincolante di 1.800 milioni, pari a un minimo non vincolante di 7,25 euro per azione e un massimo vincolante di 9). L’ offerta pubblica inizierà il 3 luglio e ter-minerà il 10.

Selex, dal 1° gennaio al 30 giugno, ha aperto 23 nuovi punti di vendita, con un budget di investimenti per il 2014 di 220 milioni di euro. L’obiettivo di fatturato per quest’anno è di 9.180 milioni di euro. La strategia commerciale è stata discussa nell’assemblea semestrale, tenutasi ecce-zionalmente a Gerusalemme nel 50° anni-versario della nascita di Selex. Il gruppo è il terzo operatore nella grande distribuzione italiana, con un fatturato 2013 di 8.900 milioni, +2,1%.

BREVI

Estratto del Patto di Consultazione

ai sensi dell’art. 122 del d.lgs. n. 58 del 24.2.1998

e degli artt. 128, 129, 130 e 131 del Regolamento di cui

alla delibera CONSOB n. 11971 del 14.5.1999 e successive modifiche

HERA S.p.A.

Holding Energia Risorse Ambiente

Carimonte Holding s.p.a., Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Gruppo Società

Gas Rimini s.p.a., aderenti al Patto di Consultazione di Hera s.p.a. del 21.02.2013;

COMUNICANO CHE

a) nel primo semestre di esercizio del 2014, alcuni Soci aderenti al Patto di Consultazione hanno variato la propria partecipazione azionaria nel capitale sociale di Hera

s.p.a.;

b) pertanto, i Soci aderenti al Patto di Consultazione sono attualmente i seguenti e detengono le partecipazioni azionarie nel capitale sociale di Hera s.p.a nel seguito

indicate:

Capitale sociale di Hera s.p.a.: € 1.421.342.617

Le informazioni essenziali di cui all’art. 130 del Regolamento Consob n. 11971/1999 sono riportate nel sito internet www.gruppohera.it.

Bologna, 2 luglio 2014

SOGGETTI ADERENTI AL PATTONUMERO DI AZIONI ORDINARIE DI HERA

CONFERITE NEL PATTO

% RISPETTO AL TOTALE DELLE AZIONI CONFERITE

NEL PATTO% DEL CAPITALE SOCIALE DI HERA

Carimonte Holding s.p.a. 29.800.000 24,808425 2,09661

Fondazione Cassa di Risparmio di Modena 28.426.737 23,665186 1,99999

Gruppo Società Gas Rimini s.p.a. 27.251.269 22,686613 1,91729

Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì 21.531.218 17,924685 1,51485

Fondazione Cassa di Risparmio di Imola 13.111.260 10,915091 0,92246

TOTALE 120.120.484 100,000000 8,45120

Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

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