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Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE E enti Settimanale - Anno 2 N ° 24 Lunedì 29 Giugno 2009 I l territorio della provincia di Cremona si al- lunga pianeggiante da nord ovest a sud est entro i confini segnati dai fiumi Oglio, Adda e Po. Al suo interno si distinguono tre aree, aggre- gate attorno ai centri maggiori, il capoluogo ed il territorio propriamente cremonese al centro, Crema con il cremasco a nord-ovest, Casalmag- giore con il casalasco a sud-est. Sono tre aree di- stinte fra loro per storia, tradizione, inflessione dialettale. Al centro di ciascuna sorge una città, a dimensione d’uomo per ampiezza e stile di vita, e insigne per storia e monumenti artistici. Crema, con le sue chiese e palazzi che le con- feriscono un aspetto signorile; Cremona, la più importante via commerciale che sorge sulle rive del Po e si distingue per il suo Torrazzo, il cam- panile della Cattedrale in piazza del Comune, alto ben 112 m.; e infine Casalmaggiore, raccolta tra strade e piazzette sulle quali prospettano case e palazzi di sobria eleganza, e l’argine a segnalare la presenza del fiume e a fare da fondale visivo alle vie. ITINERARI / Un’area prospera, bagnata da Oglio, Adda e Po Le tre città tra natura cultura e sapori B anca Cremonese Credito Cooperativo, 22 filia- li prevalentemente concentrate in provincia di Cremona, 170 dipendenti, 3700 soci, oltre 25000 clienti, è una BCC con una solida tradizione e una realtà dinamica costantemente in crescita. Il prossimo anno consoliderà la propria presenza a Cremona con il trasferimento della Sede Direzio- nale (che oggi si trova a Casalmorano) e l’apertura del quinto sportello in città. Il Presidente Antonio Davò, affiancato dal Diret- tore Generale Paolo Innocenti, tiene a sottolinea- re: “Siamo da sempre dalla parte delle famiglie e delle imprese che sosteniamo dando loro credito e fiducia, anche in momenti difficili come quello attuale”. La BCC infatti si è fatta promotrice di un impor- tante progetto, un Patto per il Territorio Cremo- nese che prevede, in forte sinergia con gli Enti e le Associazioni di Categoria locali, misure specifiche per superare la crisi economica. E non poteva essere diversamente. Come banca locale, radicata sul territorio ha messo in campo risorse umane e finanziare contando sulla propria solidità patrimoniale (oltre 90 milioni di euro di patrimonio, un coefficiente di solvibilità del 16%, un montante globale di 1,8 miliardi di euro). 15 milioni di euro sono stati stanziati per iniziare a sostenere le imprese in difficoltà principalmente artigiani, commercianti, piccole e medie imprese, agricoltori. Il tessuto imprenditoriale tipico per una banca di credito cooperativo, ma anche quello maggiormente rappresentativo della struttura pro- duttiva italiana e che più ha risentito degli effetti della crisi economica. Con una specificità in più: la provincia cremonese, infatti, è un territorio ad alta vocazione agricola per cui nell’ambito del Patto sono state inserite linee di credito particolari per fronteggiare le problematiche del settore primario. Per le famiglie in difficoltà invece Banca Cremo- nese ha costituito insieme alla Caritas di Cremona e alla Fondazione San Facio un fondo di 150.000 euro per piccoli prestiti che verranno gestiti diret- tamente dalla Caritas. Banca Cremonese ha inoltre messo in campo altri interventi per aiutare coloro che hanno perso il lavoro a causa della crisi quali: l’anticipo a tasso zero del 100% della cassa inte- grazione (ordinaria, straordinaria e straordinaria in deroga) e della mobilità; la sospensione per un anno delle rate del mutuo per i lavoratori in cas- sa integrazione; una linea di mutui solidali per far fronte alle spese familiari. Banca Cremonese: da 100 anni vicina alle famiglie e alle imprese del territorio Sostiene con misure concrete, anche in questo momento di crisi Da sinistra, Paolo Innocenti, direttore generale e Antonio Davò, presidente di Banca Cremonese CREMONA, MANTOVA & DINTORNI

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Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008

TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E entiSettimanale - Anno 2 N° 24 Lunedì 29 Giugno 2009

Il territorio della provincia di Cremona si al-lunga pianeggiante da nord ovest a sud est

entro i confi ni segnati dai fi umi Oglio, Adda e Po. Al suo interno si distinguono tre aree, aggre-gate attorno ai centri maggiori, il capoluogo ed il territorio propriamente cremonese al centro, Crema con il cremasco a nord-ovest, Casalmag-giore con il casalasco a sud-est. Sono tre aree di-stinte fra loro per storia, tradizione, infl essione dialettale. Al centro di ciascuna sorge una città, a dimensione d’uomo per ampiezza e stile di vita,

e insigne per storia e monumenti artistici.Crema, con le sue chiese e palazzi che le con-feriscono un aspetto signorile; Cremona, la più importante via commerciale che sorge sulle rive del Po e si distingue per il suo Torrazzo, il cam-panile della Cattedrale in piazza del Comune, alto ben 112 m.; e infi ne Casalmaggiore, raccolta tra strade e piazzette sulle quali prospettano case e palazzi di sobria eleganza, e l’argine a segnalare la presenza del fi ume e a fare da fondale visivo alle vie.

■ ITINERARI / Un’area prospera, bagnata da Oglio, Adda e Po

Le tre città tra natura cultura e sapori

Banca Cremonese Credito Cooperativo, 22 fi lia-li prevalentemente concentrate in provincia di

Cremona, 170 dipendenti, 3700 soci, oltre 25000 clienti, è una BCC con una solida tradizione e una realtà dinamica costantemente in crescita.Il prossimo anno consoliderà la propria presenza a Cremona con il trasferimento della Sede Direzio-nale (che oggi si trova a Casalmorano) e l’apertura del quinto sportello in città.Il Presidente Antonio Davò, affi ancato dal Diret-tore Generale Paolo Innocenti, tiene a sottolinea-re: “Siamo da sempre dalla parte delle famiglie e delle imprese che sosteniamo dando loro credito e fi ducia, anche in momenti diffi cili come quello attuale”.La BCC infatti si è fatta promotrice di un impor-tante progetto, un Patto per il Territorio Cremo-nese che prevede, in forte sinergia con gli Enti e le Associazioni di Categoria locali, misure specifi che per superare la crisi economica.E non poteva essere diversamente. Come banca locale, radicata sul territorio ha messo in campo risorse umane e fi nanziare contando sulla propria solidità patrimoniale (oltre 90 milioni di euro di patrimonio, un coeffi ciente di solvibilità del 16%, un montante globale di 1,8 miliardi di euro).15 milioni di euro sono stati stanziati per iniziare a sostenere le imprese in diffi coltà principalmente artigiani, commercianti, piccole e medie imprese, agricoltori. Il tessuto imprenditoriale tipico per una banca di credito cooperativo, ma anche quello maggiormente rappresentativo della struttura pro-duttiva italiana e che più ha risentito degli eff etti della crisi economica. Con una specifi cità in più:

la provincia cremonese, infatti, è un territorio adalta vocazione agricola per cui nell’ambito del Pattosono state inserite linee di credito particolari perfronteggiare le problematiche del settore primario.Per le famiglie in diffi coltà invece Banca Cremo-nese ha costituito insieme alla Caritas di Cremonae alla Fondazione San Facio un fondo di 150.000euro per piccoli prestiti che verranno gestiti diret-tamente dalla Caritas. Banca Cremonese ha inoltremesso in campo altri interventi per aiutare coloroche hanno perso il lavoro a causa della crisi quali:l’anticipo a tasso zero del 100% della cassa inte-grazione (ordinaria, straordinaria e straordinariain deroga) e della mobilità; la sospensione per unanno delle rate del mutuo per i lavoratori in cas-sa integrazione; una linea di mutui solidali per farfronte alle spese familiari.

Banca Cremonese: da 100 anni vicina alle famiglie e alle imprese del territorioSostiene con misure concrete, anche in questo momento di crisi

Da sinistra, Paolo Innocenti, direttore generale e Antonio Davò, presidente di Banca Cremonese

CREMONA, MANTOVA & DINTORNI

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2 EventiLunedì 29 Giugno 2009

Il Consorzio Irrigazioni Cremonesi fu fondato, per

iniziativa di cinquantanove comuni cremonesi, il 26 marzo 1883, con lo scopo di costruire il canale Marzano, ora ‘Pietro Vacchelli’, per dare nuova ac-qua dal fi ume Adda alle cam-pagne della zone centrale della provincia di Cremona, in grave crisi rispetto al fabbisogno irri-guo della crescente produzione agricola. L’opera fu realizzata in sei anni, tra il 1887 ed il 1893. In origine il canale fu proget-tato per trasportare, dal fi ume Adda in località Marzano – Comune di Merlino (LO), 25 m3/s, attraversando il Crema-sco, scavalcando il fi ume Serio per giungere sino a Genivolta (CR) - località Tombe Mor-te, nodo idraulico di grande

suggestione, dove passano i principali canali, derivatori dall’Oglio, per irrigare la sotto-stante pianura.Il canale ‘Pietro Vacchelli’ di-venne l’arteria principale del sistema irriguo cremonese, sino ad allora fondato sui due maggiori acquedotti alimen-tati dal fi ume Oglio: il Navi-glio di Cremona ed i canali del Condominio Pallavicino. Quest’ultimo era un istituto voluto dal Marchese Galeazzo I° Pallavicino, intorno al 1.500, e condotto dai suoi successori secondo il principio in stirpe et non in capita; una sorta di so-cietà per azioni, in quote diver-se assegnate ai soli componenti della nobile famiglia. Nel 1893, il Condominio, ancora unico e ricco degli ampliamenti che i

Pallavicino operarono nel cor-so di quattrocento anni, fu ac-quistato dal Consorzio Irriga-zioni Cremonesi, per la somma di un milione novecentomila lire. Il Consorzio, con un patri-monio di quasi sessanta m3/s di acqua in concessione, divenne così tra le più grandi realtà ir-rigue italiane, a servizio di un comprensorio di circa 85.000 ettari.Tra le attività che hanno trovato

nel Consorzio la continuità del precedente, antico istituto, v’è sempre stata la consuetudine di raccogliere documenti, dati e notizie sulle “cose d’acqua”, anche redigendone di nuovi, a scopo divulgativo e non solo, quindi, a benefi cio dell’utenza.Le straordinarie potenzialità dei moderni mezzi di comu-nicazione hanno visto questo istituto, di così antiche origini, pronto ad utilizzarle, rinno-

vando, nella forma ma non nel contenuto, l’attività di diff u-sione della cultura dell’acqua. Con questo spirito, il Consor-zio Irrigazioni Cremonesi, ente morale che opera senza scopo di lucro e che s’impegna a la-vorar di “cose d’acqua” da circa seicento anni, è sceso in campo anche sul Web, con il sito www.consorzioirrigazioni.it, non solo per dare un servizio alla propria utenza irrigua, ma per

diff ondere la cultura dell’acqua,raggiungendo un successo chepuò ben defi nirsi quasi imba-razzante, pensando agli obietti-vi che si posero, all’inizio, i suoiamministratori, nel dicembre2002… è la prova provata di unelevato gradimento ed anche diuna sentita necessità. Ecco unasintesi di ciò che si trova sulsito web:

notizie e scadenze sulle ‘cose• d’acqua e del territorio’dati idraulici dei canali in• esercizioorganizzazione ed attività• informazioni e storia del• Consorzio e dei principalicanalilivelli della Regolazione dei• laghi di Como e di Iseodocumenti sulle “cose d’ac-• qua”biografìe di idraulici illustri• del passatotesti e tesi, molti scaricabili• on linefotografìe ed immagini• itinerario turistico lungo il• canale ‘Pietro Vacchelli’elenco dei testi, consultabili• presso la biblioteca del Con-sorziolink a siti utili• storia dell’Idraulica – scari-• cabile on line di 325 pagine

Una visita approfondita al sitowww.consorzioirrigazioni.itpermetterà di fare passi avantinella cultura delle “cose d’ac-qua”, possibilmente accom-pagnata dall’esperienza sulcampo e da una buona dose dicuriosità.

Proprietario ed editoreIl Sole 24 Ore Business Media S.r.l.Via Patecchio, 2 - 20141 Milano

Direttore responsabile: Mattia Losi

Stampatore: Centrostampaeditoriale S.r.l. Via del Lavoro, 18 - 36040 - Grisignano di Zocco (VI)

Registrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21 marzo 2005

DIN NEWSLETTERSettimanale - Anno 2 - Numero 24Lunedì 29 Giugno 2009

TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E enti

■ CONSORZIO IRRIGAZIONI CREMONESI / Sul Web una presenza utile e di supporto all’attività dell’ente

Un punto di riferimento per coloro che vogliono discutere, informarsi e conoscere le “cose d’acqua”

Canale ‘Pietro Vacchelli’, Edifi cio monumentale di regolazione, in comune di Merlino (LO, fotografìa di Mario Marzi (CR)

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3EventiLunedì 29 Giugno 2009

■ LA STAGIONE LIRICA / Si parte da “Bohème” e “La voix humaine” con Tiziana Fabbricini

Il teatro Ponchielli presenta un valido mix di titoli popolari e di opere del NovecentoCinque spettacoli – tra i

quali due dittici –, con titoli del grande repertorio ed altri, attinti dal Novecen-to storico, raramente rappre-sentati. Un arco temporale di circa 130 anni, che va dagli albori del melodramma ro-mantico (“Norma”, 1831) alle ultime espressioni di teatro in musica (“La voix humai-ne”, 1959). È questo, in estre-ma sintesi, il cartellone della tradizionale stagione lirica, con cui il Teatro Ponchielli di Cremona aprirà, nel prossimo autunno, la programmazione artistica 2009-10.La stagione sarà inaugurata da “Bohème”: nel capolavo-ro di Puccini saranno impe-gnate le voci dei vincitori del concorso As.Li.Co. per gio-vani cantanti d’Europa, affi -dati alla bacchetta di Damian Iorio. Toccherà poi a Tiziana Fabbricini interpretare uno dei capolavori del teatro in musica del ‘900: “La voix hu-maine” di Francis Poulenc, la struggente “telefonata d’ad-dio” su testo di Jean Cocte-au, sarà presentata in dittico con un titolo particolarmente

amato dal pubblico, “Pagliac-ci” di Leoncavallo. Le due opere saranno dirette da un giovane emergente, Matteo Beltrami, mentre un altro giovane, Leo Muscato, già consacrato da alcune impor-tanti prove nel teatro di pro-sa, ne curerà la regia.In altalena tra sorriso ed ef-fusione lirica, “La fi glia del reggimento” di Gaetano Do-

nizetti sarà messa in scena nella nuova edizione criti-ca in lingua italiana; ne sa-ranno protagonisti Yolanda Auyanet e il giovane tenore Gianluca Terranova, che nel corso delle recenti e fortunate apparizioni televisive (prima al Festival di Sanremo, poi a “Domenica in” da Pippo Bau-do) ha dimostrato importanti doti vocali.

La stagione proseguirà con “Norma”: l’impervio ruolo sopranile sarà interpretato da Silvia Dalla Benetta, con la di-rezione di una delle bacchette emergenti, Daniele Rustioni. La stagione si concluderà con un dittico “moderno”, forma-to da “I sette peccati capitali” di Kurt Weill e “Trouble in Tahiti” di Leonard Bernstein, diretti da un autentico spe-cialista, Carlo Boccadoro.Terminata la lirica, il Pon-chielli, teatro di tradizione, presenterà al suo pubblico le altre stagioni: un cartellone dedicato alla prosa, uno alla musica cameristico-sinfoni-ca, uno alla danza contempo-ranea. A primavera, poi, ci sarà spa-zio per le rassegne: Archinrit-mo, dedicata alla musica per strumenti ad arco in tutte le sue declinazioni, dal jazz al pop, e poi il Festival “Claudio Monteverdi”, con le opere del grande compositore cremo-nese e, più in generale, della stagione barocca.Sul sito: www.teatroponchiel-li.it, l’intera programmazione stagionale del Ponchielli.

9, 11 e 13 ottobre

La Bohème di Giacomo Puccini con Giuseppe Talamo, Francesco Landolfi , Valdis Jansons, Federico Sacchi, Jessica Rose Cambio, Gülbin Kunduz, Rosa Feola, Mirko Quarello.Ivan Stefanutti, regia - Damian Iorio, direttore

6 e 8 novembre

La voix humaine di Francis Poulenccon Tiziana Fabbricini

I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo con Esther Andaloro, Rachele Stanisci, Mickael Spadacini, Ivan Inverardi, Giulio Pelligra, Enrico M. Marabelli.Leo Muscato, regia - Matteo Beltrami, direttore

13 e 15 novembre

La fi glia del Reggimento di Gaetano Donizetti con Yolanda Auyanet, Gianluca Terranova, Annunziata Vestri, Francesco Paolo Vultaggio, Giuseppe Pizzicato.Andrea Cigni, regia - Alessandro d’Agostini, direttore

26 e 28 novembre

Norma di Vincenzo Bellini con Silvia Dalla Benetta, Alessandra Palomba, Francesco Anile, Luca Tittoto, Enea Scala, Nadiya Petrenko.Pier Paolo Pacini, regia - Daniele Rustioni, direttore

4 e 6 dicembre

I sette peccati capitali [Die sieben Todsünden] di Kurt Weillcon Daniela Mazzucato, Francesca Zaccaria, Gianluca Bocchino, Gianluca Sorrentino, Nicolò Ceriani, Manrico Signorini.Trouble in Tahiti di Leonard Bernstein con Nicolò Ceriani, Daniela Mazzucato, Ilaria Zanetti, Gianluca Bocchino.Giuliano Pelizon Giulio Ciabatti, regia - Carlo Boccadoro, direttore

Programma

L’interno del teatro Ponchielli di Cremona

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4 EventiLunedì 29 Giugno 2009

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26024 Paderno Ponchielli (Cremona) Sede Legale: Via IV Novembre, 72 Uffici: Piazza Paolo Beltrami, 1 Tel. 0374.366.411 - Fax 0374.366.460

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È un’imprenditorialità dif-fusa, con la presenza di

alcune importanti aziende lea-der a livello sia nazionale che internazionale, a caratterizzare il sistema economico cremo-nese. Una caratteristica che è al tempo stesso fattore di debo-lezza ma anche, sotto un certo aspetto, di forza.Se da un lato, infatti, la gran-de frammentazione produttiva può rendere più diffi cile l’aper-tura sui mercati internaziona-li e il ricorso a quella che è la carta vincente di fronte alle sfi de globali e cioè l’innovazio-ne, un tessuto imprenditoriale

largamente contraddistinto da microimprese e privo di un distretto industriale forte, co-stituisce un elemento di van-taggio competitivo.Ed è proprio un’ossatura im-prenditoriale costituita da pic-cole e medie imprese, garanzia di dinamicità imprenditoriale e di fl essibilità, che ha consen-tito alla provincia di Cremona di non registrare i cedimenti delle altre economie di rife-rimento. Cremona, infatti, resta ancora in una posizione privilegiata rispetto al bench-mark lombardo, pur essendosi esaurita quella spinta propul-siva esercitata dal settore ma-nifatturiero, che durava ormai da quasi un quinquennio, con indicatori ben al di sopra non solo del dato nazionale, ma anche della media regionale e della zona euro. Il nostro tessuto economico, caratterizzato dalla presenza di un forte settore alimentare che, tradizionalmente tiene meglio degli altri, nei periodi di crisi, si trova in una situazione pri-vilegiata e, in questa circostan-za, sono dunque le province a maggior vocazione industriale

ad essere le più penalizzate.Ne sono riprova gli ultimi dati congiunturali che, in Lombar-dia, confermano il generale e pesante ulteriore peggiora-mento degli indicatori eco-nomici. Rispetto al trimestre precedente, infatti la produ-zione regionale cala di un ul-teriore 6%, gli ordini dell’8% ed il fatturato a prezzi correnti dell’11%. Se confrontati con l’anno prima, i dati segnano un arretramento a due cifre che arriva all’-11% per produzione e fatturato ed è ancora superio-

re per gli ordinativi, sia interni che esteri. Come anticipato, la provincia di Cremona manife-sta la stessa tendenza, ma con cali più contenuti: la produzio-ne destagionalizzata del settore manifatturiero cremonese è ferma al -2% degli ultimi tre mesi del 2008, gli ordinativi, non più sostenuti da un set-tore estero in fl essione, sono anch’essi in calo e il fatturato totale è stazionario sui livelli del trimestre scorso.Un momento diffi cile che si ripercuote sul mercato del

lavoro, che presenta un calo dell’occupazione dell’1,6% ed un aumento dei ricorsi trime-strali alla cassa integrazione che passano dalle 484 alle 1156 ore autorizzate.Certo, pur con un indice desta-gionalizzato della produzione industriale cremonese a quota 111,2 - dato migliore fra tutte le province lombarde - contro il 94,2 medio regionale, la crisi che scuote il mondo economi-co, originata dalla proliferazio-ne incontrollata di strumenti fi nanziari che hanno alterato il corretto funzionamento del meccanismo di creazione di ricchezza, costituisce anche per il nostro territorio motivo di preoccupazione. “La nostra - sottolinea il Pre-sidente della Camera di Com-mercio Gian Domenico Auric-chio - è un’economia basata non sulla fi nanza, ma sulle imprese. Imprese che, negli ultimi anni, hanno subito una profonda ri-strutturazione e hanno saputo rilanciarsi con successo, in-novando, aggregandosi, inve-stendo in qualità per essere più competitive sui mercati globali e che stanno impegnandosi al massimo per superare questo diffi cile momento.Oggi è senz’altro l’accesso al credito il problema più urgen-te. La congiuntura economica negativa e la crisi fi nanziaria hanno modifi cato il rapporto impresa- banca, portando a criteri più restrittivi nella con-cessione del credito.È necessario dunque riavviare un circolo virtuoso di fi ducia

reciproca tra istituti di creditoe imprese, tenuto conto che iltessuto delle Pmi - la cosid-detta economia reale - è fon-damentalmente sano e che,senza il supporto delle banche,le tante imprese solide e com-petitive che operano nel nostroterritorio potrebbero vederecompromessi i propri piani disviluppo”.È da questa sinergia che po-tranno emergere soluzionie stimoli per permettere alnostro sistema economico dicogliere le opportunità che sipresenteranno quando la crisiinternazionale evolverà versouna nuova fase di ripresa.

■ CAMERA DI COMMERCIO / Cremona resta in posizione privilegiata

Indicatori negativi, ma al di sopra della media Il tessuto imprenditoriale tiene e si rinnova

Gian Domenico Auricchio, presidente della Camera di Commercio di Cremona

La sala convegni Maffei della sede della Camera di Commercio di Cremona

Le imprese del territorio hanno subito, negli ultimi anni, una profonda ristrutturazione

e hanno saputo rilanciarsi con successo, innovando, aggregandosi, investendo in qualità per essere più

competitive sui mercati globali

Quattro B, azienda nata dalla decennale esperienza del capostipite della fami-

glia Bonizzi, opera nel settore della torne-ria pesante di pezzi medio-grossi in mate-riali e leghe speciali. Obiettivo principale dell’azienda è quello di garantire un elevato standard di qualità dei prodotti forniti, tra-mite l’utilizzo di macchinari all’avanguardia, sia nel reparto produttivo che di collaudo. L’azienda dispone infatti di macchinari di ultima generazione, frutto di continui inve-stimenti, che consentono di realizzare par-ticolari complessi di piccole-medie dimen-sioni in tempi ridotti garantendo fl essibilità ed assoluto rispetto dei tempi di consegna. Le materie prime che vengono utilizzate per la produzione sono di alta qualità e tut-

te certifi cate, per fornire alla clientela che i particolari prodotti, secondo le loro specifi -che, possano resistere alle sollecitazioni più gravose e durare nel tempo. L’orientamento continuo all’innovazione tecnologica e l’at-tenzione alle esigenze di una clientela in co-stante crescita, hanno consentito all’azienda di raggiungere una posizione di primo piano nel settore della torneria meccanica di preci-sione favorendo l’ampliamento della gamma produttiva e del parco macchine mantenen-do peraltro costi di produzione altamente competitivi. L’alta capacità tecnologica-or-ganizzativa conseguita da Quattro B, con-sente la realizzazione di prodotti rivolti alle più importanti aziende certifi cate nei settori di competenza.

■ QUATTRO B / Tornitura di metalli e leghe speciali

Una piccola realtà basata su unagrande tradizione ed esperienza

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5EventiLunedì 29 Giugno 2009

HEADQUARTER: Via G.B. FERRARIS, 13 – S. ILARIO D’ENZA (RE)Tel: 0522.6751 Fax: 0522.675202 E-mail: [email protected] Website: www.fagioli.com

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Richiedete gratis il DVD con le operazioni diinstallazione dei moduli eseguito da Fagioliper il progetto Adriatic LNG, primo ri-gassificatore off-shore del mondo.

Pochi giorni fa il nome di Fagioli Group è risuonato dagli Stati Uniti alla Francia in occasione dei prestigiosi premi internazionali assegnati al Gruppo italiano leader mondiale nel settore delle movimentazioni e sollevamenti eccezionali. A Palm Spring Fagioli si è aggiudicata il premio SCRA – Specilaized Carriers and Rigging Association - per il “Rigging job of the year 2008” relativamente al mega progetto di al-lestimento del rigassifi catore posizionato al largo della costa adriatica all’altezza di Rovigo. Si tratta di un riconoscimento molto prestigioso a livello mondiale, ancor più importante in quanto il progetto Adriatic LNG è stato defi nito “ di gran lunga il miglior progetto di sollevamen-to dell’anno”. Il terminale off-shore per la rigassifi cazione è unico al mondo e fornisce all’Italia il 10% del fabbisogno di gas rendendoci più autonomi dalle forniture russe ed algerine. Si tratta di un “ma-stodonte” di trecentomila tonnellate, 180 metri di lunghezza e 50 di altezza, formato da un grande parallelepipedo di base che costituisce il serbatoio del gas liquido, sopra il quale sono montati tutti i moduli ne-cessari per il processo di rigassifi cazione del gas naturale liquido. La parte del progetto che più ha interessato l’ azienda è quella che riguar-da, appunto, la movimentazione ed il sollevamento dei moduli che compongono l’impianto sulla sommità della piattaforma in cemento armato, alta 50 metri e costruita in un bacino a secco, separato dal mare da una diga temporanea. Il cuore dell’installazione è costituito da 5 moduli principali, del peso complessivo di trenta mila tonnellate.A Parigi, invece, Fagioli Group è stata insignita con il primo premio per il “Trasporto dell’anno 2008” assegnato da ESTA, l’Associazione Europea dei Trasporti e Sollevamenti Eccezionali”, per il trasporto e l’installazione del ponte sull’ autostrada del Brennero, all’altezza di Trento - Lavis. Uno speciale premio per la Sicurezza è stato attribuito per il progetto svolto a Singapore in cui l’azienda “capitanata” da Alessandro Fagioli ha sollevato oltre 100 moduli dalle 20 alle 1300 tonnellate, eseguendo sbarchi da navi e chiatte e trasporti eccezionali con carrelli semoventi telecomandati; 55.000 ore di lavoro senza alcun incidente!Tali successi internazionali sono il frutto dell’evoluzione di Fagio-li Group che, da società affermata nel campo delle spedizioni e dei trasporti internazionali, si è trasformata a gruppo internazionale le-ader a livello mondiale soprattutto in termini di contenuto tecnico e di innovazione del servizio offerto, in particolare, in una delle poche aziende al mondo in grado di garantire operazioni basate sulla “mo-dularizzazione”.

Questa tecnica consiste nella divisione di un impianto o di una co-struzione in macro sottoparti permettendo importanti vantaggi: in-nanzitutto si sposta un grandissimo numero di ore di manodopera dal luogo dove l’impianto verrà realizzato, spesso esposto a rischi e pericoli, a zone esterne al cantiere stesso, permettendo di lavorare in ambienti controllati e protetti, dove le condizioni ambientali e logisti-che sono migliori e incrementando così la sicurezza del lavoratore e la qualità del prodotto. Inoltre la tecnica della modularizzazione per-mette la realizzazione delle varie parti di una costruzione con attività “in parallelo” con risparmio di tempo e diminuzione della densità di personale e mezzi in cantiere.

Negli ultimi cinque anni Fagioli Group ha lavorato in tutto il mondo portando a termine operazioni sensazionali dalla Norvegia alla Cina, dagli Stati Uniti all’Italia dove, a Palermo, ha allestito la piattaforma off-shore Scarabeo 8 di proprietà di Saipem per la esplorazione dei fondali marini. Si tratta di progetti ad altissimo contenuto di Know-how, tutti personalizzati a seconda delle esigenze del cliente, di cui Fa-

gioli si pone partner fi n dalle prime fasi di costruzione dell’impianto. Queste “imprese” sono l’espressione del grande “valore aggiunto” della società: il know-how, idee e tecnica. Fagioli Group si distingue dai suoi concorrenti perché è in sé e per sé un’innovazione; è certifi ca-ta come società di ingegneria ed ha competenze tecniche proprie dei grandi costruttori di impianti. L’obiettivo che l’azienda si pone è quello di proporre ai grandi clienti fi nali, cioè ai costruttori degli impianti per lo sfruttamento dell’energia o delle infrastrutture, di coinvolgere la propria ingegneria addirittura nello studio di fattibilità dei loro progetti, quando pensano l’idea di realizzare una nuova centrale o una nuova piattaforma off-shore, ponendosi come veri partner di fi ducia sin dalla prima fase dell’idea. La fi ducia che il Presidente ha accordato con passione e coraggio ha convinto managers e collaboratori ad affrontare una grande sfi da: rivoluzionare l’organizzazione della società con lo scopo di creare un Gruppo in grado di operare a livello internazionale, di confrontarsi in termini di competitività e know-how con colossi del settore energe-tico. Certamente questo ha richiesto uno sforzo economico molto importante: la nostra società si è dotata in questi anni, oltre alle attrez-zature di sollevamento quali strand jacks e torri, di 200 assi semoventi a sterzatura elettronica e di due gru di ultima generazione con capacità di portata fi ni a 1350 tonnellate. Investimenti che raggiungono un im-porto complessivo di 66 milioni di euro”.L’internazionalizzazione è un altro fattore molto importante nell’evo-luzione di Fagioli Group in quanto permette di ottimizzare gli ingenti investimenti in attrezzatura e tecnologia. Oggi Fagioli, oltre ad avere diverse fi liali nelle maggiori città italiane, Roma, Milano, Venezia, Ge-nova e Napoli è presente nel mondo con società controllate in Gran Bretagna, Stati Uniti, Polonia, Algeria e con numerose consociate in Canada, Kazakistan e Golfo Persico, India, Singapore, Australia, Corea e Libia.Fagioli Group offre, quindi, un servizio integrato di trasporto e solle-vamento in grado di coprire davvero tutte le esigenze del cliente com-prendendo anche il trasporto fl uviale, settore nel quale l’azienda è unico operatore italiano per conto terzi.Tradurre la forza delle idee in numeri non è sempre facile, ma un fattu-rato previsto per il 2008 di duecento milioni di euro con un incremen-to del 5% rispetto al 2007 e del 30% rispetto al 2006 ed un budget 2009 che lascia presagire ottimi risultati sono sinonimo di grande realtà italiana che si afferma nel mondo.

L’ECCELLENZA ITALIANA RICONOSCIUTA NEL MONDOFagioli Group: la forza delle idee e il valore delle competenze

Fabio Belli riceve il premio ESTA 2008

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6 EventiLunedì 29 Giugno 2009

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Le esportazioni mantovane sono diminuite del 31,4%

nei primi tre mesi del 2009 ri-spetto a quelle registrate ad ini-zio 2008. Signifi cativa anche la diminuzione delle importazio-ni (-41,3%), a decretare la stasi del commercio internazionale mantovano, pur permanendo di segno positivo il saldo com-merciale di fi ne marzo, pari a 311 milioni di euro. Sono questi i dati più aggiornati che fotografano lo stato di salute dell’industria manifatturiera mantovana, emersi nel corso dell’Assemblea generale an-nuale di Confi ndustria Man-tova, svoltasi il 9 giugno scorso alla presenza della presidente Emma Marcegaglia, del mini-stro del Lavoro Maurizio Sac-coni, del segretario generale della Cisl, Raff aele Bonanni, e del presidente di Federmec-canica, Pierluigi Ceccardi. Il presidente Carlo Zanetti, trac-ciando il bilancio dell’attività svolta dall’Associazione, ha dedicato la relazione al tema del Lavoro, soff ermandosi ad analizzare il trend congiuntu-rale dell’economia mantovana, dal quale appare appunto un

drastico calo delle importazio-ni in alcuni dei settori di punta della produzione economica provinciale: la fabbricazione dei mezzi di trasporto è calata del 68%, i prodotti chimici del 45%, i prodotti tessili del 24, l’industria alimentare dell’11. Per quel che riguarda i mercati interessati da tale produzio-ne, le fl essioni più consisten-ti si sono registrate verso la Germania (-29%), la Francia

(-27%), il Belgio (-40%), il Regno Unito (-46%). La si-tuazione è emersa dall’analisi dei dati del commercio estero, che hanno così confermato il momento economico par-ticolarmente delicato in cui versa anche l’economia man-tovana. Zanetti ha dettagliato le perfomances dell’industria manifatturiera che ha visto un’ulteriore diminuzione del 2,2% nel primo trimestre del 2009 rispetto all’ultimo quarto del 2008 ed ha segnato un calo medio su base annua del 9,5%. Negativi anche gli altri indica-tori esaminati: il fatturato delle imprese si è ridotto del 14,8% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2008. La domanda, espressa dagli or-dinativi, è diminuita del 13,4%, con un più marcato ridimen-sionamento degli ordinativi interni rispetto a quelli esteri. Tutti i settori merceologici hanno manifestato cali pro-duttivi signifi cativi: solo l’ali-mentare e la sanità hanno dato segnali di relativa tenuta. La fl essione dei livelli produttivi ha interessato anche il settore delle costruzioni, con un calo

previsto per il 2009 di 4,8 punti in termini reali, di entità mino-re rispetto alle regioni limitro-fe dell’Emilia e del Veneto, ma dai contorni preoccupanti se si considerano l’ampiezza e la di-versifi cazione dell’indotto che fa capo all’edilizia. Sul fronte occupazionale, in provincia di Mantova si è registrato un con-sistente aumento di richieste di ricorso alla Cig ordinaria. A fi ne maggio, soprattutto per i settori meccanico, tessile ed ab-bigliamento, trasformazione di minerali, chimico e del legno, le richieste sono ammontate a 464.002 ore rispetto alle 19.196 di maggio 2008. C’è però un segno confortante che arriva dalla banca dati Inps: l’eff ettivo utilizzo delle ore si limita ad un terzo di quelle preventivamen-te richieste.Oltre ad aver rappresentato il

cuore della relazione di Zanetti, il problema del Lavoro è stato comunque al centro dell’azione di Confi ndustria Mantova sin dai primi sintomi della crisi, che ha manifestato i suoi eff etti a partire dall’autunno del 2008. L’Associazione Industriali si è così fatta carico del manteni-mento di una ricchezza diff usa prodotta in decenni di svilup-po industriale, con particolare attenzione per la rete delle pic-cole e medie imprese che an-cora oggi rappresentano il 92% del tessuto produttivo locale. In particolare, sono state avan-zate alcune proposte al Tavolo tecnico provinciale per il Lavo-ro riferite all’utilizzo degli am-mortizzatori sociali in deroga per le aziende con meno di 15 dipendenti. L’attenzione nei confronti dei lavoratori si è concretizzata

anche sul fronte della forma-zione continua per mantenereaggiornate le competenze e leconoscenze dei lavoratori edoff rire loro eventuali nuoveopportunità di impiego. Con-fi ndustria Mantova, assieme aisindacati provinciali Cgil, Cisle Uil, ha promosso l’utilizzodei fondi interprofessionali,Fondimpresa e Fondirigenti.Dal 2002 al 2009 sono sta-te programmate 3.253 ore diformazione distribuite su 125corsi, che hanno visto la parte-cipazione di 1.305 lavoratori. A queste opportunità si sonoaggiunte l’utilizzo delle dotiformazione e doti lavoro chein provincia di Mantova sonostate utilizzate rispettivamenteper il 96.7% e per l’80,2%, aconferma dell’importanza cheil territorio attribuisce al valoredella formazione permanente.

7EventiLunedì 29 Giugno 2009

Poiché storicamente la spesa farmaceutica del territorio

dell’Asl di Mantova risulta tra le più alte della Regione Lombar-dia a causa dell’elevato tasso di invecchiamento della popolazio-ne, la sfi da da vincere per l’ente lombardo riguarda la raziona-lizzazione dei costi. L’anziano, infatti, presenta frequentemente polipatologie che richiedono il ricorso a più medicinali e ad au-sili protesici e diabetici che inci-dono sensibilmente sulla spesa. Uno degli obiettivi è, dunque, quello di riqualifi care l’assisten-za farmaceutica del territorio puntando alla valorizzazione del ruolo pubblico delle farmacie nel settore della prevenzione, dell’in-formazione sul corretto uso dei farmaci, dell’incentivazione del farmaco equivalente e della pro-mozione di iniziative fi nalizzate all’utilizzo ottimale delle risorse a disposizione.Obiettivo principale dell’attenta politica di governo dell’Asl di Mantova rimane, comunque, la centralità del paziente e la neces-sità di coniugare il rispetto dei bisogni ad un obiettivo econo-mico. Per questo sono state indi-

viduate alcune aree di intervento prioritario relative alla dispensa-zione dei farmaci, all’appropria-tezza prescrittiva, all’informazio-ne e alla farmacovigilanza. È stato, dunque, potenziato il progetto DPCweb, ovvero la distribuzione di farmaci acqui-stati in confezione ospedaliera dall’ASL e distribuiti attraverso le farmacie del territorio e oggi esteso a quasi tutte le molecole del Pht (Prontuario ospedale territorio).“Questo – ha spiegato Giancar-la Froldi, responsabile dell’Area Assistenza Farmaceutica – ha

contribuito a far sì che, nei primi 5 mesi del 2009, la spesa farma-ceutica territoriale abbia regi-strato un decremento rispetto allo stesso periodo del 2008 pari al 3,55%. Uno dei dati migliori della Regione Lombardia”.Parallelamente, ampio spazio è stato dato anche al sistema WEBcare che di norma vede il cittadino recarsi una sola volta all’anno al distretto per ottenere l’autorizzazione e che valorizza la farmacia nella sua funzione di canale distributivo dei presidi protesici e di assistenza integra-tiva.

Èingente, in provincia di Mantova, il numero degli

insediamenti produttivi le cui attività rientrano nei compiti della sanità pubblica veterinaria in capo al Dipartimento di Pre-venzione Veterinaria dell’ASL. Un fenomeno che vede 320.000 bovini distribuiti in 2.700 alleva-menti, 700 allevamenti di suini con una consistenza media to-tale di circa 1.190.000 capi, dieci impianti industriali che ma-cellano, in un anno, più di due milioni di suini e più di 150.000

bovini. Sul territorio, inoltre, operano numerose aziende di trasformazione che producono salumi tipici e i formaggi Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Nel Dipartimento, che ha com-piti di programmazione coordi-namento e controllo, sono col-locate le aree specialistiche di “Sanità animale”, di “Igiene degli Alimenti di Origine Animale” e di “Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche”. La suddivisione del territorio in quattro distretti veterinari garantisce l’esecuzione dei con-trolli e delle prestazioni che vengono richieste dagli opera-tori (certifi cazioni, vaccinazio-ni e così via). Tutte le attività

veterinarie sono volte a tutelarela salute pubblica, il patrimoniozootecnico e il benessere ani-male e per questo viene eff et-tuato negli allevamenti un mo-nitoraggio continuo per alcunemalattie (Tbc e Brucellosi) e neimacelli tutti gli animali vengo-no visitati singolarmente primae dopo la macellazione. Un’at-tenzione particolare è rivoltaal benessere degli animali nellefasi di allevamento, trasporto emacellazione. Inoltre, le attivitàriguardanti gli alimenti di ori-gine animale sono sottopostia controlli uffi ciali e lo stessoavviene anche per gli alimentidestinati agli animali. L’attivitàdi controllo prevede ispezioninegli allevamenti e negli im-pianti, ma numerosi sono gliaccertamenti di laboratorio chesono eff ettuati sugli animali esugli alimenti per escludere mi-crorganismi patogeni, sostanzeindesiderate o dannose. Inoltre,vengono svolti controlli analiti-ci per garantire i consumatoririspetto a situazioni particolari:nel 2008, a Mantova, sono statieseguiti, con esito favorevole,più di 50.000 test per Bse.

Farmaceutica, riqualifi care la spesa puntando alla centralità del cittadinoAsl di Mantova: una politica sanitaria che tiene conto dei bisogni dei pazienti con un occhio agli obiettivi economici

Veterinaria, tutela della salute pubblica e del benessere animaleIl territorio è diviso in quattro distretti per consentire al megliola programmazione degli interventi e il controllo costante

Direzione strategica ASL Mantova, da sinistra a destra: Maurizio Galavotti, direttore sanitario, Pier Mario Azzoni, direttore generale, Luigi Paffi , direttore amministrativo, Carlo Prezzi, direttore sociale

Tutte le attività veterinarie sono volte a tutelare la

salute pubblica, il patrimonio zootecnico e il benessere

animale e per questo viene effettuato negli allevamenti un monitoraggio continuo per alcune malattie (Tbc e

Brucellosi)

Confi ndustria Mantova punta su lavoro e formazione per battere la crisiEsportazioni in calo nei primi tre mesi del 2009: -31,4%.La ricetta del presidente Carlo Zanetti per uscire dal tunnel

Carlo Zanetti, presidente di Confi ndustria Mantova

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8 EventiLunedì 29 Giugno 2009

L’arte di Lisbeth Dal Pozzo d’Annone, spiega lo stu-

dioso d’arte cremonese Simo-ne Fappanni, si caratterizza per una sorta di ascensione lirica condotta mediante un colore che sonda la materia nel profondo innervandosi in tracciati di luce, sottili e mobili, che riescono a lam-bire misure espressive di schietta intonazione astratto-informale. Si ha dunque la percezione che questa artista, che ha iniziato il proprio per-

corso creativo praticando un eccellente fi gurativo, abbia costruito poco a poco, con incessante e attenta dedizio-ne, il proprio stile, creando un linguaggio meta-narrativo originale e avvincente. Non a caso la sua produzione è spesso presentata su giornali e riviste e nel corso di tra-smissioni televisive, oltre che in prestigiose sedi espositi-ve sia in Italia che all’estero. Nell’ambito della sua recente personale, allestita nelle sale

della Galleria Immagini di Cremona, in via Beltrami, nel centro storico della “città di Stradivari”, e i pezzi proposti al Nac, Novegro Arte Con-temporanea, negli stand del-la medesima galleria, queste impressioni risultano con-fermate già a una prima, ge-nerale ricognizione dei suoi quadri e risultano conferma-te a un’analisi approfondita: linee acute che s'intersecano al ritmo di campiture in cui il pigmento, sempre ben ca-

librato, pare scivolare dolce-mente rasentando la “soglia dell’elegia”, per poi diventare, improvvisamente, “essenza”.Ed è alquanto signifi cati-vo che si assista a una sorta di melodiosa alternanza di campiture riccamente det-tagliate dal punto di vista ideativo e al contempo mai banale o scontate. Una musi-calità nascente, dunque, che trova riscontro anche nei ti-toli dei pezzi di Lisbeth Dal Pozzo d1Annone, in cui spes-

so compare la parola “fanta-sia”. In eff etti l’espressione più profonda del sentire di que-sta eclettica creativa, che rie-sce, fra l’altro, a utilizzare con estrema disinvoltura anche i più svariati materiali incasto-nandoli opportunamente, e mai a fi ni meramente decora-tivi, sta proprio nella ricerca di dimensioni raffi gurative in grado di porsi “dentro” e “ol-tre” l’oggettualità, facendosi poesia sempre in divenire. Ne è un signifi cativo esempio lo smalto e acrilico su tela con conchiglie e colla intitolato “Spiaggia dorata”.Altra peculiarità di questa artista è il ricorso all’uso del collage, tecnica talvolta abbinata ad altre con estre-ma raffi natezza. I risultati sono, anche in questo caso, estremamente interessanti, confi gurandosi come espres-sione di un pensiero idea-tivo capace di strutturare magmatiche accensioni che si spandono e riuniscono in eleganti fi lamenti che defi -niscono calibrate “architet-ture”, tutte mentali, in cui perdersi ad libitum. Siamo, dunque, di fronte a un cam-mino compositivo fondato anche su un’impaginazione che sa aprirsi alla leggera tra-sparenza e velatura dell’ac-querello come alla corposa pastosità del gesso, oltre alla preziosità dell’acrilico, trac-ciando sentieri luministici che indirizzano lo sguardo verso implosioni cromati-che davvero avvolgenti. Così

pure dall’uso del dripping, ladiretta gocciolatura di coloresul supporto prescelto pereseguire il lavoro, discendeuna impostazione struttura-le che possiede un elegantebilanciamento coloristico.D1altra parte, nel volume “Lospirituale nell’arte”, VassilyKandinsky ha scritto: “il co-lore è un mezzo di esercitaresull’anima un’infl uenza diret-ta. Il colore è il tasto, l’occhioil martelletto che lo colpisce,l’anima, lo strumento dallemille corde”.Ed è nella verticalità con-vergente delle strutture, agilie fl essuose, che Lisbeth DalPozzo d1Annone riesce ma-gistralmente a creare che sitrovano esplicitate quelle ra-gioni liriche ed estetiche chesi saldano indissolubilmentea un dettato strutturale estre-mamente ampio e variamen-te articolato.

“Immagini Spazio Arte” nel centro storico prosegue la mostra di Dal Pozzo d'AnnoneLa Galleria propone una permanente dell'artista svedese, una pittrice che emoziona attraverso la ricerca espressiva e l'uso particolare del colore

Ritratto dell’artista

Dopo aver seguito il recupero dell’area indu-striale ex-Olivetti di Crema, generando un

forte impulso locale e attraendo ingenti investi-menti di insediamenti produttivi di PMI, negli ultimi anni Reindustria ha sviluppato una capa-cità distintiva di aggregare reti e fi liere produttive e fl uidifi care le comunicazioni di network tra i principali attori, determinando un raff orzamento dei rapporti di partenariato tra enti istituzionali, rappresentanze e imprese, oltreché generare un apprendimento collettivo in termini di capitale sociale (www.reindustria.com), in cui l’inno-vazione diventa sia forza trainante che variabile output.Nel 2005 è iniziato il coordinamento organizza-tivo per la nascita di un Polo della Cosmesi con sede a Crema, giunto dopo 4 anni ad avere 130 aziende lombarde aderenti, interessate al ricono-scimento formale della fi liera produttiva cosme-tica sul territorio lombardo (www.polocosmesi.com). Tale esperienza di aggregazione ha svilup-pato consapevolezze territoriali decisive, che oggi si ripercuotono nella recente nascita di un Cluster d’Eccellenza della Meccanica (MEC), legata a fi lo-ni produttivi locali che spontaneamente emergo-no in modo chiaro: la progettazione e produzione di macchine utensili, la subfornitura, la meccani-ca agricola, la manutenzione e riparazione. Inoltre, essendo il territorio provinciale cremone-se molto legato alla vocazione agroalimentare po-tranno nascere idee di innovazione organizzativa legate alla produzione di dolci, cioccolato, paste.Reindustria, ente snello e dinamico a maggio-

ranza pubblica, facilita i processi di sviluppo e di crescita socio-economica e del capitale umano in provincia di Cremona e si focalizza nell’attività di marketing territoriale, conciliando la riqualifi ca-zione di aree produttive con lo sviluppo mirato di nuova imprenditorialità, attraverso diff usione di competenze e valorizzazione delle attività di ricerca e innovazione. Partecipa inoltre in Crema Ricerche (www.cremaricerche.it), centro di ricer-ca e trasferimento tecnologico che dispone di un incubatore d’impresa dove giovani menti posso-no dare inizio alle prime attività imprenditoriali ad alto valore tecnologico, con il collegamento dell’Università degli Studi di Milano, Polo Di-dattico di Crema del Dipartimenti di Tecnologie dell’Informazione.

A Cremona c’è voglia di coo-petition, innovazione e internazionalizzazioneReindustria, Agenzia di Sviluppo Economico, valorizza, consolida e potenzia le risorse del territorio

Al centro commerciale CremonaPo lo spettacolo è assicuratoIl complesso cremonese pronto ad una serie di iniziative, tra cuil'ospitata estiva di Matteo Branciamore

Il centro commerciale Cremo-naPo è un’importante realtà

che opera sul territorio cremo-nese; struttura entrata in fun-zione a partire dal 12 ottobre del 2006, è giunta lo scorso anno ad un affl uenza totale di parecchi milioni di visitatori in costante crescita. Il centro è composto da 65 negozi, 10 attività di ri-storazione e 7 sale cinemato-grafi che, un mix merceologico che lo contraddistingue e lo rende unico in tutto il territorio. Nonostante la concorrenza del primo anno d'attività il Centro ha saputo difendersi, e le strate-gie messe in atto fi no ad oggi si sono dimostrate effi caci ed az-zeccate. Al piano terra della gal-leria si trovano la maggior parte dei negozi, quali l’ipermercato Ipercoop,la catena H&M, il gruppo Zara (Zara Kids, Stra-divarius Pull and Bear Oysho), Sport Specialist e tutta una serie di negozi di abbigliamento, ar-ticoli per la casa e servizi perla persona. Al primo piano invece sono localizzatela Food Court, area di relax e tempo libero in cui le famiglie possono trascor-rere gran parte della giornata

all’insegna dello shopping e del divertimento, dieci attività di-stinte di ristorazione, un Marco Polo Expert e un multisala che vanta sette sale cinematografi -che; a partire dal 20 giugno sarà inoltre aperta al pubblico la ca-tena di abbigliamento Oviesse. Per il periodo estivo invece il Centro Commerciale inaugu-rerà la campagna dei saldi esti-vi con un importante evento: direttamente dalla serie Tv 'I Cesaroni', sarà infatti presente Matteo Branciamore, uno dei protagonisti, il quale il 5 luglio

intratterrà tutti i fan che presen-zieranno all’evento. Il prossimo12 ottobre per CremonaPo saràil terzo anniversario, e per tuttigli avventori è in preparazioneun ricco e importante evento,per la prima volta propostoall’interno di un centro com-merciale. Tutti i curiosi sonoattesi numerosi, in Via Castel-leone108 aCremona, a ridossodelle porte della città in prossi-mità della tangenziale che con-giunge la direttrice, sia in dire-zione Piacenza, che Mantova eMilano (www.cremonapo.it).

La sede di Reindustria e Crema Ricerche nell’area ex-Olivetti

Veduta esterna del Centro

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9EventiLunedì 29 Giugno 2009

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11EventiLunedì 29 Giugno 200910 Eventi

Lunedì 29 Giugno 2009

Sono ormai molti anni che i Consorzi di bonifica contribuiscono allo sviluppo eco-nomico delle terre che si affacciano sul Fiume Po. Eredi di una cultura plurisecolare di gestione delle acque impegnata sul fronte della bonifica, dell’irrigazione e della salvaguardia dell’ambiente della Bassa Lombarda, essi rivestono un ruolo centrale non solo nella promozione della tutela del patrimonio ambientale e agricolo, ma anche delle infrastrutture e delle opere urbanistiche. Sono quasi 150.000 gli etta-ri e molti i centri abitati della bassa lodigiana, cremonese e mantovana situati a quote più basse rispetto a quelle dei fiumi (il Po e i corsi inferiori di Adda, Oglio e Mincio): luoghi in cui lo smaltimento delle acque è possibile solo attraverso un numero notevole di impianti (solo quelli maggiori sono 22 con una potenza com-plessiva di oltre 20.000 Kw), che, per mezzo di grandi pompe, risollevano l’acqua e la immettono nei fiumi. Si tratta di una parte rilevante del territorio lombardo, che l’impegno dei Consorzi di Bonifica e di Irrigazione, associati a livello regionale in URBIM e a livello nazionale in ANBI, preserva dagli allagamenti e dal ristagno idrico, creando le premesse indispensabili per lo sviluppo sociale ed economico. Se queste opere, costruite nel corso dei secoli e continuamente mantenute in efficien-za con enorme sforzo e ingenti capitali; cessassero di funzionare, i territori della Bassa ritornerebbero ad una condizione di disordine idraulico che ne ostacolerebbe l’utilizzazione agricola e l’insediamento civile e industriale. Ma a queste zone più soggette al disordine idraulico devono aggiungersi tutte quel-le (in pratica corrispondenti all’intero territorio provinciale di Mantova, Cremona e Lodi) dove la difesa del territorio, per la configurazione idrogeologica della pia-nura e per la particolarità del clima che spesso sfocia in “eventi estremi” (siccità da un lato, piogge eccessive e concentrate in breve tempo dall’altro) è comunque necessaria. Infatti la travolgente trasformazione del territorio, conseguente all’in-tensa urbanizzazione di terre bonificate, pone oggi problemi sempre più pressanti per scolare le acque e difendere il territorio: basti pensare, ad esempio, al fatto che mediamente il terreno agricolo trattiene i 4/5 dell’acqua che vi piove sopra, men-tre il terreno urbanizzato ne trattiene solo 1/5. Da ciò consegue che le aree urbane

scaricano nei canali di bonifica circa l’80% della pioggia caduta su di esse. Da ciò un’azione sempre più intensa ed essenziale da parte dei Consorzi, che devono man-tenere e gestire numerosissimi impianti di bonifica e canali di scolo per raccogliere l’acqua in eccedenza e ributtarla nei fiumi. “Acqua da levare, acqua da portare, acqua da gestire” è, in sintesi, il ruolo dei Con-sorzi di Bonifica per rendere sicuro e produttivo un territorio altrimenti difficile e insalubre. L’attività organizzativa e di programmazione della bonifica si articola tradizionalmente su due filoni: costruire e mantenere opere di regolazione idrauli-ca e di arginatura; raccogliere e smaltire le acque meteoriche nei fiumi, limitando i fenomeni di ristagno. A questa si aggiunge, altrettanto importante, l’attività irrigua. La pianura padana è caratterizzata da estati calde con piogge scarse e mal distribuite così che occorre portare sul terreno molta altra acqua per irrigare i campi. 21 grandi impianti con 19.500 kw di potenza e innumerevoli altri minori derivano l’acqua dal Po e dagli altri fiumi, dando luogo ad una fittissima rete di rogge, fossi, navigli, canali… di decine di migliaia di km di lunghezza che percorre tutto il territorio, permettendo di ottenere una produzione agricola anche di tre-quattro volte superiore a quella normale e a fare dell’agricoltura lombarda, con più di 6.000 milioni di € di PLV, la più importante in Italia e una delle più efficienti in Europa.Questa funzione al giorno d’oggi – ancora più di ieri, per una agricoltura che ormai si confronta a livello globale ed è sottoposta a sempre nuove politiche co-munitarie- richiede consolidate capacità di programmazione e di progettualità ge-stionale, oltre alla concreta possibilità di attuare politiche e azioni coordinate per vaste aree. In questo senso i Consorzi di Bonifica – enti pubblici economici - occu-pano una posizione ideale, che consente loro di coniugare l’efficienza e la velocità di spesa e di intervento proprie del privato con la trasparenza e il rigore del pubblico. I Consorzi di Bonifica e di Irrigazione provvedono quindi all’irrigazione dei com-prensori di competenza, gestendo il servizio con modalità differenziate in funzione della morfologia del territorio, delle caratteristiche dei suoli e delle colture, nonché

delle specifiche tradizioni irrigui e locali. Per esempio, nei comprensori occidentali e di antica tradizione agricola, di norma l’irrigazione avviene per scorrimento e le acque raggiungono i campi attraverso una rete di canali che sfruttano la naturale inclinazione del territorio. Questo sistema implica generalmente una gestione per turni irrigui. Nelle aree risicole, invece, l’irrigazione viene effettuata per sommer-sione. Nei comprensori Sud–orientali i canali irrigui vengono in genere mantenuti pieni durante l’intera stagione irrigua e gli agricoltori ne derivano l’acqua distri-buendola sui campi quasi sempre per scorrimento e talvolta a pioggia. Esistono,

inoltre, aree dove l’irrigazione viene effettuata mediante impianti tubati in pressio-ne (pluviirrigazione). Non deve stupire, quindi, che la maggior parte della rete in gestione ai Consorzi svolga in prevalenza la funzione irrigua, anche se irrigazione e bonifica procedono spesso di pari passo sul territorio.Ma non solo. Oggi, con lo sviluppo dell’economia e di nuove esigenze della società, i compiti dei Consorzi si sono ulteriormente ampliati: ai ruoli tradizionali fonda-mentali e prioritari si aggiungono la salvaguardia e la valorizzazione di un pae-saggio per molti versi unico, con le sue risaie, le lunghe alberature, i colori intensi del mais e del frumento; i lavori per la conservazione dei fontanili e per la rinatu-ralizzazione dei canali e dei loro argini; lo sviluppo del turismo e della ricreazione con la costruzione di numerose piste ciclo-pedonali; la produzione di energia idro-elettrica grazie allo sfruttamento dei piccoli salti d’acqua, la fornitura idrica ad al-cune attività industriali ecc. Tutte funzioni riconosciute dalla nuova legge n° 31 del 2008 della Regione Lombardia e dalla sua azione, attuata appunto dai Consorzi di Bonifica e di Irrigazione, che svolgono un lavoro capillare sul territorio.La legge riconosce la rilevanza pubblica dell’attività di bonifica e assegna al Con-sorzio la natura di ente pubblico economico a carattere associativo. Un ricono-scimento importante, a cui si affiancano quelli dell’autogoverno (i Consorzi sono infatti amministrati da tutti quelli che traggono beneficio dalla loro opera di difesa del suolo e di irrigazione: agricoltori, proprietari di immobili urbani, di industrie ecc., che eleggono ogni 5 anni il proprio Consiglio di amministrazione), e quello dell’autofinanziamento (i consorziati pagano un contributo direttamente propor-zionato al beneficio ottenuto, calcolato sulla base di un apposito piano approvato dalla Regione, con cui far fronte alle spese di funzionamento e di manutenzione delle opere) In questo modo vengono assicurati anche due altri principi: quello di sussidiarietà, in quanto essi sono l’istanza più vicina ai destinatari della loro azio-ne, e quello dell’efficienza e dell’ economicità: mantenuti e controllati direttamente dai propri soci, essi sono tenuti a operare con la massima attenzione di spesa e con la maggior efficacia di risultato.

CONSORZI DI BONIFICA DELLA BASSA LOMBARDA

Acqua da levare, acqua da portare, acqua da gestireEredi di una plurisecolare cultura di governo delle acque, assicurano la vivibilità e lo sviluppo di un vasto territorio

CONSORZIO DI BONIFICA TERRE DEI GONZAGA IN

DESTRA PO (MN)

CONSORZIO DI BONIFICA SUD OVEST MANTOVA

(MN)

CONSORZIO DI BONIFICA ALTA E MEDIA PIANURA

MANTOVANA (MN)

CONSORZIO DI BONIFICA COLLI MORENICI

(MN-BS)

CONSORZIO DI BONIFICA DUGALI (CR)

CONSORZIO DI BONIFICA NAVIGLIO

VACCHELLI (CR)

CONSORZIO DI BONIFICA MUZZA BASSA

LODIGIANA (LO)

CONSORZIO DI BONIFICA NAVAROLO (CR-MN)

Il comprensorio ha un’estensione territoriale di 57.878 ha e occupa indicativamente la parte di pianura padana delimitata a ovest dal fi ume Chiese, a sud dal fi ume Oglio, ad est dal fi ume Mincio. La popolazione supera i 228.000 abitanti, in-sediati in 23 comuni in provincia di Mantova e 1 in provincia di Verona.Il territorio è caratterizzato da una rete idrografi ca lunga 1.309 km con andamento nord-sud che, per la maggior parte, svol-ge una funzione promiscua di irrigazione e di scolo,.Nella quasi totalità del comprensorio il defl usso delle acque avviene a scolo naturale (a gravità), fatta eccezione di alcune aree a ridosso del fi ume Oglio in cui lo scolo è di tipo “al-ternato”, con eventuale sollevamento meccanico da parte di numerosi impianti per immettere le acque superfl ue e dan-nose nel fi ume ricettore.Per irrigare l’agricoltura, particolarmente fi orente nel territo-rio, il Consorzio prende le acque dal Mincio poco sotto la sua uscita dal lago di Garda a Peschiera e in minor misura dal Chiese e dal lago d’Idro. Oltre alle più “tradizionali” attività di salvaguardia idraulica del territorio e di gestione del sistema irriguo, il consorzio ha assunto nel corso degli ultimi anni, ulteriori e sempre più ampi funzioni legate all’uso plurimo delle acque, così da poterne sfruttare razionalmente tutte le potenzialità. A questi è particolarmente importante la realizzazione e gestione di impianti per la produzione idroelettrica. Lo sfruttamento di salti idraulici a tale scopo venne concretizzato già nel 1988, con la realizzazione della Centrale Idroelettrica Montina sul Canale Virgilio e, alcuni anni dopo, nel 2002 con la messa in funzione della Centrale Idroelettrica di Esenta sul Canale Arnò. I due impianti consentono una produzione media an-nua complessiva di circa 5,5 Gwh.

Il Consorzio si sviluppa su un territorio di 17.761 ettari, compreso in sette comuni della provincia di Mantova e tre della provincia di Brescia, localizzati sui rilievi morenici immediatamente a sud del Lago di Garda, al confi ne con la Regione Veneto. La popolazione insediata ha superato gli 85.000 mila abitanti, dei quali oltre il 72% concentrati in soli tre grossi comuni: Desenzano, Castiglione dello Stiviere e Volta Mantovana.La costituzione del Consorzio in data relativamente recente ha permesso, grazie alle opere di irrigazione, di rendere fer-tile un territorio caratterizzato da scarsa presenza di acqua. L’attività principale del Consorzio è infatti rivolta all’irriga-zione, che ha portato allo sviluppo di coltivazioni pregiate, vigneti e frutteti in primo luogo, e l’aumento delle rese di col-tivazioni, quali il mais e il frumento, che altrimenti sarebbero state poco produttive e quindi a scarso reddito.Gli impianti irrigui, data la conformazione morfologica del terreno, sono caratterizzati da una distribuzione irrigua a mezzo di 1.000 km di tubazioni interrate su terreni compresi fra quota 60 s.l.m a quota 200 s.l.m; solo una minima parte ella superfi cie agricola è irrigata a scorrimento. Il dislivello delle quote, che comporta la necessità di “alzare l’acqua” dal livello più basso delle prese sul Mincio a quelle più alte dove sono ubicati molti campi, impone una grossa attività da parte del Consorzio, con il mantenimento e la gestione di numerosi impianti, tra cui 3 centrali di sollevamento dal canale Virgilio, che a sua volta deriva l’acqua dal Mincio; 14 centrali da pozzi per un totale di n. 40 pozzi trivellati; 16 centrali di ripresa per mantenere costante la pressione nelle tubazioni; 7 vasche di accumulo per rendere automatici gli impianti; 112 elettropompe per sollevamento acqua a ripresa e infi ne ben. 13.000 idranti di presa presso i singoli consor-ziati, che possono così provvedere al soddisfacimento delle proprie esigenze irrigue.

Il Consorzio Dugali si sviluppa su un territorio di 54.414 et-tari, compreso in 42 comuni che rientrano nella Provincia di Cremona, fatta eccezione per due comuni, Bozzolo e Rivarolo Mantovano, che invece fanno parte della Provincia di Man-tova. La popolazione insediata nel territorio consortile è pari a 130.639 abitanti, dei quali oltre la metà (54,2%) insediata nel solo Comune di Cremona.La rete di canali consortili per la difesa idraulica del territorio assomma a quasi 600 km, integrata da tre impianti idrovori fi ssi per il sollevamento delle acque in località S. Paolo R/Oglio al servizio del colatore Laghetto, in località Monticelli ed in località Binanuova al servizio del colatore Dossello. Viene inoltre installato durante le piene del fi ume Po un im-pianto idrovoro mobile sul colatore Pozzolo-Dosolo al servi-zio di una zona di circa Ha 3000 a salvaguardia degli abitati di Sommo con Porto e San Daniele Po.L’estensione delle opere per l’irrigazione dei campi, coltivati soprattutto a foraggere per il mantenimento di un ingente pa-trimonio zootecnico, risulta invece 708 km di lunghezza, che viene alimentata da due grossi impianti di sollevamento dal Fiume Po: Impianto di Foce Morbasco (It./sec. 8000, con in-tegrazione futura di lt./sec. 4000); e l’mpianto di Isola Pesca-roli (It/sec. 2000) in cogestione con il Consorzio Navarolo.Una parte consistente del comprensorio è attraversata da una fi tta rete di canali, formatisi nei secoli attraverso vicende storiche e legislazioni con-trastanti, molto lunghi, tortuo-si, di diffi cile e costosa manutenzione, con turni d’acqua e competenze immutabili. Queste caratteristiche forte-mente negative hanno portato notevoli disagi alle aziende agricole, servite da corpi d’acqua limitati, non modifi cabili e quindi non rispon-denti alle mutate e mutevoli esigenze dell’agri-coltura moderna.Già dal 1975 il Consorzio Dugali ha cominciato così lo stu-dio del riordino irriguo attraverso un’indagine della situazio-ne esistente sul territorio, con rilievi, piani quotati, studio idraulico e pedologico del terreno che sta portando ad una razionalizzazione dei percorsi e ad un utilizzo più funzionale del’acqua per l’irrigazione, con notevoli vantaggi, in termini di costi e di fatiche, per le aziende agricole.

Il comprensorio è identifi cabile in quel lembo di pianura padana che si estende, in direzione nord - sud, da Cassa-no d’Adda al Po, insinuandosi tra il fi ume Adda ad oriente ed il Lambro ad occidente. E’ un territorio idrografi camen-te defi nito, di complessivi 735 kmq, coincidente in larga parte con i confi ni amministrativi della provincia di Lodi e una popolazione di più di 315.000 abitanti in 69 comuni di tre province. Nei territori consortili a sud viene esercita la funzione di bonifi ca intesa nel senso classico del termine, attraverso reti ed impianti di sollevamento idrovoro, per una portata complessiva sollevata di quasi 30.000 l/s, tutta la restante parte del comprensorio, grazie ad una praticamente completa promiscuità della rete (quasi ogni canale funge al contempo da vettore di adduzione e colatore) può fruire di una dedicata funzionalità di drenaggio e conferimento, al-trimenti inesistente. In complesso la rete irriguo-idraulica del consorzio consta di oltre 6000 km di canali e di molte migliaia di impianti di varia misura e importanza.A fi anco dell’eccellenza agricola e alimentare, direttamente connesse all’esercizio irriguo (basti pensare al grana padano tipico lodigiano, alla produzione cerealicola e zootecnica, alla produzione di ortaggi, racchiusi dal marchio “Lodigia-no Terra Buona”), grazie all’uso plurimo e diversifi cato della risorsa, principale prerogativa del consorzio, sono oggi in esercizio attività industriali, ittiogeniche, civili e ambientali.L’utilizzo termoelettrico, vede il raffreddamento dei gruppi produttivi di due grandi centrali, per una potenza comples-siva di oltre 3.000 MW installati, l’attività idroelettrica, con sei centrali ubicate sui canali primari genera oggi energia suffi ciente al soddisfacimento del fabbisogno di potenza elettrica di un terzo della popolazione della Provincia di Lodi. La produzione ittiogenica vede la presenza di uno dei giù grandi impianti di produzione di anguille d’Europa, dove viene esportato, in particolare nei paesi del nord, un prodotto apprezzato per la qualità delle carni.

Il Consorzio si estende su una superfi cie di 56.356 ettari che ricadono nella provincia di Cremona (35 comuni interessati) e parzialmente in quella di Bergamo (5 comuni interessati), con una popolazione di 163.000 abitanti. Il Consorzio svolge prevalentemente attività di bonifi ca e si occupa anche di irrigazione, su un territorio sul quale in-sistono alcuni schemi irrigui tra i più complessi e antichi della regione, a testimonianza del fatto che l’irrigazione è una pratica consolidata da tempo nella zona. Trattasi di un territorio particolarmente fertile e storicamente ricco di acqua, che permette un’agricoltura tra le più ricche d’Europa, con una prevalenza di mais e in misura minore frumento, orzo e prati. Le colture sono irrigate soprattutto per scorrimento e tramite canali (derivanti soprattutto dai fi umi Oglio, Adda e dai fontanili) che nella maggioranza dei casi sono di tipo promiscuo, hanno cioè funzione sia di bonifi ca, sia di irrigazione. I canali sono nella maggior parte dei casi realizzati in terra, con percorsi tracciati nei sec XIV e XV, con manufatti che hanno centinaia di anni, andamenti molto estesi e con perio-di di conduzione delle acque lunghi (tempo di corrivazione dalla presa al comizio irriguo). Tali diffi coltà implicano una manutenzione capillare e continuativa con una presenza di personale che spesso opera anche manualmente per garanti-re l’effi cienza della rete.Il Consorzio è attivo anche nella gestione e nella promo-zione di piste ciclabili lungo i principali canali presenti sul territorio. Circa 30 km di percorsi garantiscono una migliore fruizione da parte della collettività di una rete naturale a forte caratterizzazione ambientale, come quella dei canali cremo-nesi.

Il consorzio è localizzato a cavallo tra le province di Cremona e di Mantova ed è delimitato a Nord dal corso del Fiume Oglio, mentre a Sud è il Fiume Po a disegnare sia i confi ni consortili che quelli regionali. Il territorio si sviluppa su una superfi cie di 47.796 ettari distribuiti su 25 comuni. La po-polazione raggiunge i 100.000 abitanti, dei quali la maggior parte (quasi il 60%) insediati all’interno dei quattro comuni maggiori: Viadana, Casalmaggiore, Suzzara e Marcaria. Il comprensorio presenta una soggiacenza di 8 metri rispetto alla piena del fi ume Oglio, per cui l’opera di bonifi ca e di drenaggio assume un’importanza fondamentale per la messa in sicurezza del territorio. La salvaguardia dalle inondazioni in caso di pioggia viene in gran parte garantita attraverso il funzionamento degli impianti idrovori di San Matteo delle Chiaviche (MN) (portata:60 mc/s) e Roncole di Gazzuolo (MN) (portata 15 mc/s), che immettono l’acqua eccedente nell’Oglio. Viceversa, in estate i fi umi Po ed Oglio, dai quali il Consorzio attinge acqua per il sevizio irriguo, si trovano ad una quota di circa 7 metri inferiore a quella del territorio e, pertanto, l’approvvigionamento idrico può avvenire esclusi-vamente per pompaggio. L’attività del Consorzio si esplica anche in materia di tutela e valorizzazione ambientale attraverso la collaborazione con Enti Locali, Regione, Province e Parco Naturale dell’Oglio Sud. In particolare con il Parco Naturale dell’Oglio Sud si sono attuati interventi di riqualifi cazione ambientale del Canale Fossola Esterna, emissario dell’impianto di San Matteo delle Chiaviche, ed è in corso di sviluppo un pro-getto di riqualifi cazione ambientale del canale Navarolo che costituirà un intervento pilota nell’ambito del progetto più generale di riqualifi cazione del fi ume Oglio (StraRiFlu). Per il progetto di riqualifi cazione del canale Navarolo, che vede coinvolti anche alcuni comuni e l’Università di Parma, è già stato recentemente acquisito un fi nanziamento alla Fonda-zione Cariplo e i lavori dovrebbero avere inizio nel prossimo autunno-inverno.Con la Regione, alcuni Comuni della fascia costiera dell’Oglio e la Provincia di Mantova, presso l’impianto di San Matteo delle Chiaviche, nella dismessa centrale termoelettrica, è in corso di realizzazione il Museo Nazionale dell’Acqua.

Il Consorzio ha una superfi cie complessiva di 27.955 ettari, di cui 26.038 ha ricadenti nel perimetro consortile e 1.917 costituiti da golene aperte e superfi ci acquee.Il suo territorio degrada costantemente da nord-ovest verso sud, comprendendo larghe zone un tempo paludose, oggi rese fertili dalla bonifi ca. Gran parte di quest’ultime hanno una altimetria inferiore al livello medio dei fi umi nei quali sversano i colatori di bonifi ca, cosa che impone anche in condizioni di magra il funzionamento senza sosta degli im-pianti idrovori.Il Consorzio è dotato di una poderosa impiantistica: il com-plesso delle opere a servizio della bonifi ca gestite dal Con-sorzio assomma a 330 km di canali e a 8 impianti idrovori di prosciugamento con 25 elettropompe.Il Consorzio inoltre provvede all’esercizio dell’irrigazione, effettuata tramite impinguamento dei fossi e irrigazione tu-bata in pressione, con 20 km di canali, 337 km di tubazioni interrate pluvirrigue e 21 impianti di sollevamento irriguo con 65 elettropompe.I maggiori problemi e quindi le maggiori attenzioni in tema di bonifi ca il Consorzio li rivolge all’utenza extragricola, quella cioè degli insediamenti urbani, che trae danni di ri-levante entità da eventuali allagamenti dovuti a tracimazioni di canali aperti o tombati sempre più probabili in relazione all’aumento delle superfi ci coperte ed ai mutamenti climatici che comportano precipitazioni orarie di intensità e frequenza mai viste in passato.La città di Mantova, che rientra in questo comprensorio, ha ben tre impianti idrovori a lei dedicati. Il primo a Ponte Ar-lotto, che regima il livello del corso d’acqua, impedendone l’innalzamento quando cresce la quota dei laghi di Mantova. Il secondo idrovoro denominato Valsecchi, è di vitale im-portanza in presenza di precipitazioni orarie intense, come purtroppo si registrano sempre più frequentemente in questi ultimi anni. Ultimo ma non meno importante è l’impianto del Forte di Pietole.Infi ne, il Consorzio svolge un’intensa attività a favore dell’am-biente e la tutela degli ecosistemi e degli ambienti sensibili, attraverso alcuni importanti interventi pilota.

Il Consorzio di Bonifi ca Terre dei Gonzaga in Destra Po ha una superfi cie di 52.930 Ha, che ricade prevalentemente nella Provincia di Mantova ed in parte in quella di Reggio Emilia, risultando così interprovinciale e interregionale. La popolazione supera i 111.000 abitanti, la maggior parte dei quali insediati nei centri maggiori, quali Suzzara, Viadana, Gonzaga e S. Benedetto Po. Il territorio ha una vocazione prevalentemente agricola, indirizzata soprattutto verso la produzione del Parmigiano-Reggiano, prodotto principe della zona, dove peraltro sono sviluppate anche frutticolture (soprattutto pere) e vigne (lambrusco).Sono signifi cative anche le realtà industriali e artigianali, ubicate nei pressi dei centri abitati più importanti e soprat-tutto nella zona in sinistra del fi ume Secchia.La presenza di importanti corsi d’acqua oltre al Po rende po-tenzialmente vulnerabile il territorio in caso di piene e delle relative rotture degli argini, però favorisce anche la presa d’acqua per l’irrigazione dei campi. Particolarmente signifi -cativo è a questo proposito l’impianto di Boretto sul Po, da cui preleva quasi 50 milioni di mc, indispensabili per il man-tenimento non solo dell’agricoltura, di cui assicura un’alta produttività e prodotti di eccellenza, ma anche di un ambien-te naturale, che il Consorzio valorizza attraverso una serie di opere e infrastrutture, come piste ciclabili, zone piantumate, aree di sosta ed altro ancora. La fi tta rete idrografi ca del Consorzio è lunga oltre 900 km e quasi tutti questi canali svolgono una funzione promiscua, in quanto la funzione principale è quella di raccogliere le acque di scolo ed allontanarle dal territorio, mentre nel periodo esti-vo vengono tenuti invasati per assicurare il servizio irriguo. I due principali canali di scolo, poco prima della loro immis-sione nel Fiume Po, attraversano due impianti idrovori, di grande valore anche dal punto di vista architettonico, situati a Moglia di Sermide che in caso di piena, tramite pompe comandate da potenti motori, sollevano le acque buttandole in Po, evitando così pericolose esondazioni.

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12 EventiLunedì 29 Giugno 2009

Cremona, terra d’acque. Così, fi n dai tempi remoti,

l’urbe - che giaceva sulle spon-de del “grande fi ume” - rivesti-va un ruolo strategico tra est e ovest, nord e sud Europa.La strategicità di Cremona e del territorio si evinceva sia nelle dinamiche commerciali che in quelle del trasporto fl uviale, con ampio utilizzo di strutture, anche a fi ni militari. Una leadership che, mante-nuta a lungo, ha ceduto poi il passo, proiettandosi dalle atti-vità prettamente commerciali a quelle turistiche e culturali. Dagli anni ’60 in poi, è stato un continuum di progetti, tra cui la famosa “bacinizzazione”, volta a permettere una portata d’acqua tale da consentire la piena navigazione interna. Nel tempo, si sono sussegui-ti gli studi, fi no ad arrivare a quello commissionato dalla Regione Lombardia per la regimazione del Po, da Foce Adda a Foce Mincio, per creare alcuni sbarramenti sul fi ume, consentendo produzione di energia pulita, trasporto merci con meno traffi co pesante sulla strada, rinaturazione ambien-

tale e miglior irrigazione. Tutto ciò perché il Po presenta alcuni nodi critici, come l’impossi-bilità di navigare tutto l’anno, l’ambiente golenale a tratti de-gradato e la diffi coltà per gli agricoltori a irrigare. In alcuni decenni, infatti, l’al-veo del Po si è abbassato; le on-date di siccità si sono fatte più frequenti, alternandosi a eventi calamitosi come le piene, in re-lazione a un meteo sempre più imprevedibile. I territori in sinergia con la Regione, promotrice dell’inter-vento progettuale, hanno fatto quadrato: la stessa area portua-le ha visto, inoltre, un crescen-do di progetti e interventi, sia a livello infrastrutturale, con nuovi raddoppi selettivi e tratte ferroviarie oltre allo scalo mer-ci, sia a livello di insediamenti industriali. In questo contesto, si muove il progetto del terminal intermo-dale pubblico di interscambio e stoccaggio nel porto di Cre-mona della società porto-polo logistico di Cremona. Vi è anche, ai nastri di parten-za, un polo logistico-produttivo più interno, quello di Tencara

di Pizzighettone, con oltre un milione di metri quadrati di-sponibili. Inoltre, l’Arni - Agen-zia regionale per la navigazione interna - ha fi rmato un proto-collo per il dragaggio del Po, che è già iniziato secondo un calendario molto sistematico; ciò contribuirà a una migliore navigazione, anche turistica.Da ultimo, l’Autorità portuale di Venezia ha stretto un’alle-anza con Cremona, avviando sistematicamente con gli ope-ratori locali e con Marghera un trasporto di merci via acqua

che giungono fi no a Cremona e ripartono per il mare.L’intermodalità acqua-ferro-gomma sta diventando, quindi, sempre più realtà. Ora, la più grande sfi da è garantire un uti-lizzo plurimo del fi ume: questo per arrivare ad un vero e pro-prio “hub fl uviale” moderno per la Lombardia, insieme a Mantova.Sul territorio cremonese è pre-sente l’Agenzia interregionale per il fi ume Po (Aipo), con due strutture: l’uffi cio territoriale, competente per gli interventi di difesa idraulica, e l’uffi cio ge-stione navigazione lombarda. Infatti, nel 2007, la Regione Lombardia, con una conven-zione, ha affi dato all’Aipo le funzioni in materia di navi-gazione interna del sistema idroviario padano-veneto e de-manio fl uviale, in precedenza gestite dalla soppressa Azienda porti, mentre le competenze portuali sono passate alle Pro-vince di Cremona e Mantova. Di grande importanza per il territorio cremonese e lombar-do è il lavoro svolto dall’uffi cio territoriale Aipo ai fi ni della sicurezza idraulica lungo il Po

e i suoi affl uenti, sia con nuove opere, come la realizzazione o il rialzo di argini, sia con gli in-terventi di manutenzione delle arginature e delle altre struttu-re di difesa esistenti e, infi ne, con lo svolgimento del servizio di piena. Per quanto riguarda la navigazione fl uviale, setto-re sempre più strategico, tra i compiti principali dell’uffi cio navigazione ci sono la gestione del sistema idroviario del fi ume Po e delle idrovie collegate (ca-nali Pizzighettone-Cremona e Mantova-Adriatico) e la pro-gettazione e costruzione delle relative opere idrauliche. Rilevante l’impegno per la pro-gettazione, gestione e manu-tenzione delle conche e avan-conche, presenti a Cremona e a Mantova. Negli ultimi anni l’Aipo, su incarico della Regio-

ne Lombardia, ha svolto studitesi a verifi care le possibilitàper una nuova sistemazionedel fi ume Po, anche ai fi ni diuna sua maggiore navigabilità.Un primo studio riguarda gliinterventi necessari per au-mentare i giorni di navigazione“a corrente libera”; il secondo,ancora in corso, concerne l’ipo-tesi di regimazione del Po neltratto compreso tra Cremonae foce Mincio. Questo progettoprefi gura, con la realizzazionedi quattro/cinque traverse, l’in-nalzamento dell’attuale livellodi magra, un riequilibrio idrau-lico/morfologico e ambientaledel fi ume, il miglioramentodelle condizioni di navigabilità,la produzione di energia idro-elettrica da fonte rinnovabile,una maggiore disponibilità dirisorsa idrica.

■ AIPO / Negli ultimi anni, sono aumentati gli studi volti a una maggiore navigabilità del Po

Un hub fl uviale moderno e funzionale:il rilancio di Cremona passa per il porto

Veduta aerea del porto

L’Agenzia interregionale per il Po sta realizzando un progetto volto alla

regimentazione del fi ume, nel tratto compreso tra Cremona e foce Mincio.

In questo modo, si otterrà energia idroelettrica da

fonte rinnovabile e maggior disponibilità di risorsa idrica

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13EventiLunedì 29 Giugno 2009

“La nostra Provincia ha un panorama impren-

ditoriale di tutto rispetto.La storia economica locale ha origine da un forte impul-so dell’agricoltura, alla quale negli anni si è aggiunta una rinomata industria agroa-limentare che fa conoscere Cremona in tutto il mondo.Il settore produttivo princi-pale, quello che annovera il maggior numero di impre-se, è quello metalmeccanico. Dalla meccanica fine alla au-tomazione, passando per la siderurgia (che vede tra l’al-tro proprio a Cremona una acciaieria con la tecnologia più avanzata al mondo): sono tante le aziende, anche di piccolissime dimensioni ,che sorgono sul territorio, in particolare nell’area più a nord, quella del “cremasco”.A questo settore si affianca quello agroalimentare, che abbraccia tutta la filiera, dal-la produzione alla trasfor-mazione, contando su tante aziende note nei comparti delle carni, del lattiero casea-rio e del dolciario.Anche altri settori vengono

ricordati nel nostro panora-ma economico come quello chimico. In particolare ab-biamo visto uno sviluppo crescente di aziende della co-smesi: dal make-up al packa-ging, una filiera importante che si avvia ad un riconosci-mento di polo territoriale.Insomma un contesto friz-zante, che seppur non può contare sulla concentrazio-ne manifatturiera di altre

province lombarde, offre eccellenze imprenditoriali di riguardo.In questa fase economica scossa da una crisi così dura e senza paragoni, l’economia cremonese sta mostrando di non voler mollare. Soffria-mo, forse meno di altre real-tà produttive e questo credo sia da legarsi, oltre alla citata eterogeneità dei comparti, a due fattori in particolare: la perseveranza dei nostri im-prenditori, concentrati sul loro core business e lontani dalla finanza speculativa, e la tipologia delle nostre pro-duzioni sempre orientate alla massima qualità.Le sfide per il futuro del territorio saranno tante e soprattutto legate a scelte di programmazione economi-ca sulle quali l’associazione industriali sta richiamando da tempo l’attenzione degli organi competenti.La prima necessità ruota intorno alla urgenza infra-strutturale, alla mancanza di collegamenti adeguati, che, oltre ad essere un handicap per le imprese rappresen-

tano un allentamento della capacità di attrazione di po-tenziali investitori. Le opere necessarie al territorio sono già state individuate come la Brebemi, che rappresen-terà un ottimo sbocco per la parte settentrionale di Cre-mona. Così come la Tibre (Tirreno-Brennero) e l’auto-strada Cremona - Mantova che dovrebbero invece apri-re un valido “corridoio” per

l’area più a sud della provin-cia. Non voglio dimenticare l’importanza poi della na-vigabilità del fiume Po, una “autostrada” importante che potrebbe rappresentare una buona alternativa al traspor-to su gomma, soprattutto per far circolare merci pesanti e pericolose. Sarebbe necessa-rio un intervento per rendere navigabile il corso d’acqua al-meno per 280 giorni l’anno.Un’altra esigenza è legata al riconoscimento dell’eccel-lenza agroalimentare del ter-ritorio. Una eccellenza detta-ta non solo dalla specificità settoriale e di filiera quanto dalla competenza scientifica presente a Cremona con la Facoltà di Agraria dell’uni-versità Cattolica, dalla scuo-la di alta formazione agro alimentare, dal centro di

Ricerche Biotecnologiche edal Laboratorio delle tecno-logie per la riproduzione diPorcellasco, guidato dal prof.Cesare Galli, ormai noto almondo intero.Competenze in campo scien-tifico di primo piano che po-trebbero dare un apporto si-gnificativo alla realizzazionedell’Expo 2015, che toccheràproprio i temi dell’alimenta-zione. In questa direzione l’Associa-zione Industriali ha già piùvolte rimarcato l’opportunitàdi vedere costituita, proprioa Cremona, una Agenzia re-gionale per l’agroalimentaredestinata allo studio deglialimenti, alla formazionedelle risorse umane specificasui temi delle agroproduzio-ni ed alla certificazione deiprodotti”.

■ CONFINDUSTRIA / Buzzella: “Territorio di eccellenze”

Scommettere sulle imprese: metalmeccanicoe agroalimentare i settori di punta

L’ultima assemblea alla quale ha preso parte Emma Mercegaglia

Mario Buzzella, presidente di Confi ndustria Cremona

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14 EventiLunedì 29 Giugno 2009

Ormai il mondo globalizzato è una realtà. Ma quante imprese sono effettivamente

pronte ad affrontarlo? Un sondaggio com-missionato da Unioncamere di Milano fra le aziende lombarde ha messo in evidenza come un’impresa su tre lamenti carenze e ineffi cienze proprio nei servizi dedicati all’in-ternazionalizzazione disponibili sul mercato. La domanda centrale della questione è: di cosa hanno bisogno le imprese che operano sui mercati esteri e quali sono i servizi vera-mente utili? MANTOVA EXPORT, forte della sua esperienza ultratrentennale, ha saputo dare una risposta a queste domande. Nei pri-mi Anni Settanta alcune decine di piccole e medie imprese mantovane si sono associate assieme per costituire il Consorzio MANTOVA EXPORT, che fornisse loro a costi contenuti non solo i servizi allora essenziali di traduzioni e telex, ma anche un supporto concreto per la partecipazione alle fi ere internazionali. Era un’idea originale e tutta italiana, fi glia dell’at-titudine all’associazionismo così radicata nel territorio. I tempi sono cambiati e oggi fi ere e missioni non esauriscono più le esigenze internazionali delle aziende italiane che, per il fatto stesso di lavorare con clienti di altre nazioni, si scontrano tutti i giorni con legisla-zioni, mentalità, usi e costumi diversi. Accade che si perdano occasioni per la scarsa cono-scenza del mercato in cui si opera. È sorta quindi la necessità di affi darsi a una fonte si-cura di informazioni sia nella fase preliminare dei contatti con i clienti esteri che durante lo svolgimento delle trattative e, poi, della spedi-zione delle merci. Purtroppo, l’offerta di con-sulenza nei settori tipici del commercio este-ro è tanto ampia quanto poco specializzata. Troppo spesso le aziende trovano risposte “teoriche”, non in grado di risolvere gli aspet-ti pratici dei problemi, oppure parziali, cioè formulate tenendo presente solo un aspetto del problema (doganale piuttosto che fi sca-le o valutario). Per colmare questo “vuoto”, nel corso degli anni ‘90 MANTOVA EXPORT ha focalizzato i propri sforzi nella consulenza specialistica agli esportatori. MANTOVA EX-

PORT lavora per conto di aziende associate che operano all’estero e che, normalmente, si devono confrontare con una vera e propria “jungla” di regolamenti, offrendo il supporto di uno staff altamente specializzato, in gra-do di affrontare tutti gli aspetti dei problemi, dal disbrigo di pratiche all’assistenza on line. Export Check-up, Consulenza sui Trasporti Internazionali, Incoterms 2000, Consulen-za doganale, Consulenza fi scale e valutaria, Consulenza sulle forme di pagamento in-ternazionali, Consulenza sui documenti per l’estero, Consulenza in materia contrattuale sono solo alcuni dei servizi offerti dal Con-sorzio MANTOVA EXPORT. A questi se ne aggiungono altri non meno importanti, come quelli riguardanti le normative su marchi e brevetti, la certifi cazione dei prodotti, l’as-sicurazione sulle merci e sul credito e altre voci che fanno parte delle esperienze vissute sul campo dagli operatori. Ma non solo: nel momento in cui la concorrenza si fa più pres-sante e i tradizionali mercati di sbocco non

“tirano”, la cosa migliore da fare è allargare i propri orizzonti commerciali. Per ottimizzare la penetrazione nei mercati esteri degli asso-ciati, MANTOVA EXPORT si è specializzato nello svolgimento di approfondite ricerche tese a identifi care potenziali clienti, distribu-tori o agenti. Solitamente le indagini vengono svolte tramite “telemarketing” in lingua este-ra, su nominativi rintracciati con la consulta-zione di banche dati internazionali o locali. Le ricerche sono sempre accompagnate da un’analisi delle normative vigenti nel paese estero, riguardanti lo specifi co settore mer-ceologico, e da un’indagine sulle potenzialità del mercato. Non è quindi un caso che oggi MANTOVA EXPORT sia fra i maggiori, se non il maggiore, dei consorzi export, associando circa 220 piccole e medie imprese e 20 graedi imprese. Nel 2008 sono state effettuate cir-ca 60 ricerche di mercato, 2.400 consulenze, 5.000 pagine tradotte e centinaia di richieste per altri servizi specialistici e, per il 2009, è previsto un incremento di circa il 10%.

Nel panorama aceti, l’azienda Mengazzoli ha segnato e segna costantemente i temi

fondamentali per una produzione varia,di cre-atività ,di innovazione e di riconosciuta quali-tà. L’azienda forte di una tradizione interna di oltre 60 anni e della naturale collocazione territoriale ha spinto costantemente la propria innovazione a criteri di crescita che hanno fatto di questo approccio una costante fondamentale da perseguire per il raggiungimento di sempre nuovi prodotti. Oggi ricchi di questa esperienza tramandata, cogliendo i caratteri tradiziona-li e artigianali del passato e con l’apporto e lo sfruttamento di nuove tecnologie si colloca tra le aziende leader di questo settore. La potenzia-lità infrastrutturale e la ricerca per l’innovazio-ne determina un continuo innovarsi che oggi consente di affrontare l’attuale particolare crisi economica con un atteggiamento di fi ducia e di comunque crescita. Operare nella produzione di aceto spesso viene confuso con il mero contribu-to che un industria può dare nell’elaborazione in scala industriale di un condimento antico e quindi scevro da interpretazioni che ne possano determinare nuove caratteristiche e nuove tipo-logie di prodotto. Mengazzoli ha fatto di questa ricerca continua di nuovi contenuti la propria vocazione portandola da oltre 20 anni alla ri-balta come azienda capace di imprimere sul

mercato nuovi sentori e nuovi prodotti,diventati così format e treand nella ristorazione, nella cucina e sulle nostre tavole. Questo ormai natu-rale modo di operare dell’azienda impone cer-tamente una constante ricerca che ha portato alla creazione e all’affi namento di metodologie di costruzione e di maturazione per nuovi aceti, che hanno riscosso grande successo e credibilità da parte di operatori del settore anche durante la recente manifestazione Tuttofood di Milano. Vale la pena di sottolineare due linee di prodot-ti: la linea Aceti di Mele e gli Aceti di Vino da Monovitigno. La scelta per l’interpretazione nuova degli aceti di mela ha fi ssato i criteri di nuove caratteristiche organolettiche che ven-gono conferite attraverso la fermentazione e la maturazione indotta secondo il metodo della lenta trasformazione. L’utilizzo di mele da agri-coltura biologica è una degli elementi fonda-mentali per ottenere un aceto di alta qualità che in questo aceto offre insieme alla particolare lavorazione l’elemento base caratteristico per il suo profumo e per il suo sapore. La linea aceti di mele Amèa Mengazzoli si compone di quattro diversi blend organolettici che aiutano il consu-matore a diversifi care il loro uso aiutandolo in una costruzione di piatti e di pietanze mirate e nuove. L’uso di Aceti di Mele si può così dire che abbia accresciuto il suo valore all’interno della

cucina, arrivando a essere proposto nella risto-razione con inediti abbinamenti e, in sala risto-rante, all’uso come digestivo a fi ne pasto, gu-stoso, dolce e profumato e questo specialmente per i due aceti di valore Egocalo xv e Egocalo xx prodotti di punta della linea. Vale la pena fare un breve cenno a una nuova classifi cazione che l’azienda si è dotata al fi ne di orientare e indi-rizzare ad una consapevole e facile scelta di tutti gli aceti Mengazzoli da parte del consumatore fi nale. I criteri fi ssati, interni all’azienda, nella costruzione della classifi cazione Egocalo, è il frutto di un’attenta valutazione dei parametri necessari di lavorazione, di maturazione, di trasformazione, di affi namento e di unione, che a Mengazzoli servono per conferire le caratteri-stiche sostanziali e necessarie per raggiungere i valori richiesti dal proprio prodotto. Egocalo, offre nella sua numerazione romana crescente anche abbinamenti e particolari usi del pro-dotto stesso. Questa certifi cazione determina, interno all’azienda il consolidamento e l’uffi -cializzazione di metodologie di lavoro in tutti i comparti di fi liera, che allo stesso tempo po-tranno essere percepite e valutate dal consuma-tore attraverso i suoi prodotti. L’aceto di vino rosso e bianco sono per Mengazzoli prodotti che hanno costruito la storia della Azienda, oggi ampliata di una nuova linea di Aceti da Mono-

vitigno. Questi aceti hanno assunto una valenza fondamentale all’interno di tutti i prodotti Men-gazzoli quale naturale evoluzione di trasforma-zione di un aceto che potesse offrire particolari sentori del vino madre di produzione tipica ter-ritoriale ; da qui una linea di dodici aceti nati per maturazione e trasformazione di vini come: la barbera, il cabernet, il chianti, il pinot grigio, il prosecco, il lambrusco, il merlot, la malvasia, il barolo, il chardonnet, il cabernet sauvignon e pinot nero, tutti capaci di essere percepiti nella loro caratteristica qualità di vinifi cazione del Monovitigno. Ci sono voluti oltre dieci anni di lavorazione e di affi namento di metodologie spinte alla fermentazione non industriale ma naturale statica che in modo assoluto ha offerto grande particolarità a questi aceti. In ultimo si può dire che la spinta di cui Mengazzoli si è vo-luto dotare al fi ne di contrastare la situazione economica odierna è di slancio per continuare e ancor più oggi portare la propria produzione al consumatore fi nale attraverso la ricerca di un nuovo bisogno, quello del valore qualitativo di un opera alimentare, del suo necessario utilizzo di materie prime ad alta qualità e bio, unite a una voglia di rinnovamento nell’immagine, nel design per ricordarci sempre che “fare” ed “es-sere” nel mercato è fondamentale innovarsi per rinnovarsi.

Mengazzoli un’azienda con la voglia di parlare di “nuovo”Crescere nella produzione di Aceti nuovi, innovandosi con la storia per nuovi gusti e sapori

Mantova export: un sicuro punto di riferimento per le imprese lombarde impegnate sul mercato estero

Dal 1974, poche parolee molti fatti

Acetificio Mengazzoli, l’Aceto Divino - www.mengazzoli.it

Alessandro Dotti, direttore di Mantova Export

Elda Mengazzoli, presidente di Mantova Export

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L’Istituto Superiore di Studi Musicali “Claudio Mon-

teverdi” (istituto musicale pareggiato) rappresenta il na-turale completamento di tutte le realtà artistiche e formative musicali della città di Cremo-na, a partire dal prestigioso artigianato liutario rappresen-tato dalla Scuola Internaziona-le di Liuteria e dall’Ente Trien-nale degli Strumenti ad Arco, passando attraverso la Facoltà di Musicologia, i corsi di Alto Perfezionamento per Stru-menti ad Arco della Fondazio-ne Stauff er, sino ad approdare all’ambito teatrale con il Teatro “A. Ponchielli”. Realtà uniche, che sanciscono la vocazione musicale della città, rendendo-la nota in tutto il mondo come “città della musica”.L’Istituto Superiore di Studi Musicali “Claudio Montever-di” è una realtà unitaria nella quale trovano spazio:

i corsi non pareggiati di can-• to, pianoforte, chitarra clas-sica e acustica, propedeutica musicale, violino, violon-cello, jazz, arpa, clarinetto

e sax, musica da camera per archi, fl auto e relative mate-rie complementari;i corsi ordinamentali pareg-• giati dell’Istituto Musicale Pareggiato per le scuole di canto, organo, pianoforte, violino, violoncello e relati-ve materie complementari, che consentono il consegui-mento del diploma di Con-servatorio per la specifi ca

disciplina secondo il vec-chio ordinamento;i corsi dell’Alta Formazio-• ne Artistica e Musicale, che comportano il conse-guimento del diploma ac-cademico di I e II livello, off rendo oggi ai cittadini di “Cremona Città della Musi-ca”, e non solo, la possibilità di fruire di un’off erta for-mativa completa e di livello

universitario anche in ambi-to musicale. Presso l’Istituto sono attivati:

- il Triennio Sperimentale di I Livello per le scuole di canto, organo, pianoforte, violino, violoncello, che consente il conseguimento del diploma accademico di I livello;

- il Biennio di II Livello in Discipline Musicali ad Indi-rizzo Intepretativo e Compo-sitivo (BI-INT-COMP), per le scuole di canto, organo, pianoforte, violino, viola e violoncello, ossia un corso di formazione musicale avan-zata, mirato a fornire elevate competenze di livello pro-fessionale e artistico, che si conclude nel conseguimento del diploma accademico di II livello;

- il Biennio di II Livello per la Formazione dei Docenti nella classe di strumento musicale (A77) (BI-FOR-DOC), che prevede il conseguimento del diploma accademico di II livello abilitante per l’inseri-mento nelle graduatorie na-zionali per l’insegnamento.

Un’off erta formativa articolata, che intende rappresentare un momento di crescita culturale e rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più variegato e di ogni età, attraverso l’orga-nizzazione sistematica di Ma-sterclass che ospitano docenti di fama internazionale e mo-menti di produzione realizzati in collaborazione con il Teatro “A. Ponchielli” ed altre impor-tanti istituzioni. In questo con-testo, l’azione didattica trova ampio riscontro attraverso i risultati conseguiti dagli allievi vincitori di prestigiosi concor-si nazionali ed internazionali.Nell’imminente futuro, l’Istitu-to conta di innalzare ulterior-mente il livello qualitativo e la gamma delle iniziative artisti-che e didattiche, traducendo in progetti concreti le collabora-zioni con le straordinarie real-tà formative, artistiche e cultu-

rali che caratterizzano la Cittàdi Cremona tra cui si citano:

l’avvio dei Master di Alto• Perfezionamento per Stru-menti ad Arco in collabo-razione con l’Accademia W.Stauff er tenuti dai grandiMaestri Salvatore Accardo,Bruno Giuranna, Rocco Fi-lippini e Franco Petracchi; progetti di interscambio con• la Facoltà di Musicologia, varie iniziative artistiche• in collaborazione con ilTeatro “A. Ponchielli” e laFondazione Stradivari (EnteTriennale degli strumenti adarco) e la Scuola Internazio-nale di Liuteria;l’attivazione dei corsi di av-• vio alla pratica strumentaleper piccoli allievi attraversoil Metodo Suzuki, rinomatoa livello internazionale peri risultati artistico-didatticiconseguiti.

15EventiLunedì 29 Giugno 2009

Dopo la liberalizzazione del mercato dei servizi pub-

blici, il settore delle utilities ha generato sempre più interesse da parte dell’opinione pubblica e dei cittadini. È aumentata la domanda di qualità dei servizi erogati, mentre il legame delle aziende con il territorio è di-ventato fondamentale. Proprio in questo contesto in continua evoluzione, Linea Group Hol-ding (LGH) si è consolidata come risposta alle nuove sfi de del mercato, innanzitutto del sud est della Lombardia, ed è oggi un protagonista dinamico nella regione e non solo.Nata come multiutilities in gra-do di garantire servizi di eleva-ta qualità e a prezzi competitivi nelle provincie di Brescia e Ber-gamo, Cremona, Lodi e Pavia, LGH opera in diversi settori: dall’elettricità al gas e all’acqua, passando attraverso i trasporti e i rifi uti urbani. La holding è diventata, progressivamente, un soggetto autorevole, sino a collocarsi tra le prime dieci re-altà nazionali nei servizi pub-blici e seconda in Lombardia. L’ultima novità colloca il grup-po all’avanguardia in Italia nel

settore delle energie rinnova-bili, con la realizzazione di un importante parco fotovoltaico ubicato presso il centro servizi Aem a Cremona. Questo parco tecnologico, per le sue dimen-sioni - 3 mila pannelli fotovol-taici su un’estensione di 10 mila metri quadri e 520 kilowattora di potenza di picco installata - è uno dei più grandi a oggi installati nel nostro Paese. Un progetto di rilievo, sia per l’azienda che per la comunità

locale. La produzione annuale di energia di questo impianto è pari al fabbisogno di circa 200 famiglie. I benefi ci si rifl ettono anche sull’ambiente: l’impianto garantisce l’emissione di 400 tonnellate in meno di CO

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nell’atmosfera e un risparmio energetico di circa 125 mila tep (tonnellate equivalenti di petrolio). Anche LineaPiù, la società di vendita di energia di LGH, ha recentemente svi-luppato un’off erta di energia elettrica per le famiglie, legata ai vantaggi dell’installazione di pannelli fotovoltaici. L’ener-gia “verde” è al centro delle attenzioni della società e an-che le amministrazioni locali stanno mostrando segnali di grande interesse. In occasione di “Diecimaggio, giornata dei servizi pubblici locali” - inizia-tiva promossa da Confservizi in tutta Italia - LGH, attraverso le aziende dei servizi pubbli-ci di Cremona, Crema, Lodi, Pavia e Rovato, ha aperto le porte dei propri impianti ai cit-tadini. Un’occasione formativa e di contatto con i servizi che regolano la vita di una comu-nità, per “toccare con mano” la

cura del lavoro di un Gruppo, attento alle innovazioni e alle esigenze del proprio territorio nel rispetto di una migliore qualità di vita. Dal sacco di spazzatura allo smaltimento, dagli impianti di potabilizza-zione ai depuratori, sono state messe in mostra attività, auto-mezzi, strumenti e tecnologie che danno valore all’ambiente e il lavoro quotidianamente svol-to dai dipendenti del Gruppo. Tra le varie iniziative, i cittadini hanno visitato la discarica con-trollata di Fantecolo, oggetto di un innovativo intervento di recupero ambientale. Dalla

provincia di Brescia, ha avuto inizio lo scorso anno il grande progetto della “raccolta diff e-renziata globale”, che consente di defi nire una tariff a più vicina ai reali consumi delle famiglie. Si tratta di un sistema, attivo dal maggio 2008, che punta alla massima separazione dei rifi uti domestici in modo da agevo-lare il più possibile il recupero delle materie. Con specifi ci contenitori per ogni nucleo familiare e un sistema di mo-nitoraggio elettronico, un TAG sul contenitore dei rifi uti in-diff erenziati (RSU), la raccolta dei rifi uti viene poi monitorata con precisione. La Francia-corta diventa apripista per un progetto che potrà estendersi a tutto il gruppo LGH. Il primo tassello di un ampio interven-to di responsabilità sociale, in grado di rendere omogenea - secondo alti standard di rife-rimento nei servizi ambientali - una vasta area, che compren-de oltre 200 comuni lombardi, tutto il bacino territoriale di

LGH. Questa scelta deriva dauna visione completa delle esi-genze ambientali, attraverso lavalorizzazione completa dellafi liera dei rifi uti, dalla raccoltaallo smaltimento. Da LGH lanuova sfi da dei servizi pub-blici: prossimità al territorio,per un innovazione a favoredell’ambiente.

■ LGH / Il gruppo opera, oggi, in diversi settori, compreso il campo delle energie rinnovabili

Servizi pubblici competitivi e di qualitàLombardia modello per tutta Italia

Giuseppe Tiranti, presidente LGH

Tra gli ultimi progetti attuati dalla holding, la realizzazione

di un importante parco fotovoltaico ubicato presso

il centro servizi Aem a Cremona: 3mila pannelli

fotovoltaici su un’estensione di 10mila metri quadrati

Fabrizio Scuri, aministratore delegato LGH

■ FORMAZIONE / Istituto Superiore di Studi Musicali “Claudio Monteverdi”

Didattica artistico-musicale d’eccellenza, fi ore all’occhiello di Cremona “città della musica”

Gianluigi Mainardi, presidente

Loris Pezzani, direttore dell’Istituto

Una bottega di liuteria, antica tradizione Cremonese

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16 EventiLunedì 29 Giugno 2009

Banca di Piacenza, Camera di Commercio, Confi ndu-

stria Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia di Piacenza, Regione Emilia Romagna insieme per cogliere le vere vocazioni di un territo-rio, per creare opportunità di sviluppo e incentivare settori di eccellenza di livello nazionale ed internazionale. Per sfruttare al meglio le cono-scenze avanzate sviluppate dalle aziende locali e allo stesso tem-po creare occupazione per i neo laureati, lo scorso 26 maggio è stato posto il sigillo per la costi-tuzione di “Polipiacenza”. Per i soci fondatori hanno fi r-mato l’atto il vice sindaco Fran-cesco Cacciatore, il dirigente Pietro Natale per la Provincia, i presidenti: Giacomo Maraz-zi (Fondazione di Piacenza e Vigevano), Corrado Sforza Fogliani (Banca di Piacenza), Giuseppe Parenti (Camera di Commercio), Sergio Giglio (Confi ndustria), il Rettore del Politecnico di Milano Giulio Ballio, l’assessore regionale Gio-vanni Sedioli. Polipiacenza consolida un’ini-ziativa che è senz’altro una

risposta per aff rontare la crisi economica attuale. Un’impor-tante occasione per ricordare come la presenza del Politecni-co consente di non disperdere energie locali e di dare maggiori opportunità formative ai giova-ni: se Fermi e Amaldi sono stati costretti a seguire gli studi uni-versitari lontano da Piacenza e le ricadute della loro attività han-no prodotto risultati scientifi ci ed economici in terre lontane, la presenza del Politecnico garan-tisce la preparazione di tecnici pronti per essere inseriti in un

tessuto produttivo sempre più basato sulla meccanica avanza-ta e sull’energia: proprio qui, a Piacenza, vengono prodotte le macchine utensili che aziende come Ferrari e Renault utiliz-zano per costruire le proprie vetture; qui vengono realizzate le macchine che Boeing utilizza per lavorare le parti strutturali degli aerei del futuro.Le attività di didattica trova-no il supporto nelle attività di ricerca che i docenti svolgono nei laboratori di ricerca, Musp e Leap, rispettivamente dedicati

ai temi della meccanica avanza-ta e dell’energia, che off rono agli allievi ingegneri una ulteriore opportunità di crescita profes-sionale.Parimenti, per le Scienze dell’Ar-chitettura operano i Laboratori LabSAT , “Città di Piacenza”, “Architettura dei luoghi della mobilità” . La presenza dei Laboratori con-sente lo sviluppo di attività di ricerca e di trasferimento tec-nologico a supporto della com-petitività delle imprese e delle Istituzioni.

Grazie alle numerose opportu-nità off erte, gli studenti stranieri che scelgono la sede di Piacenza del Politecnico sono in aumen-to, oltre 30 sono quelli che fre-quentano la Laurea magistrale in Architettura. Studenti di uni-versità europee scelgono la sede di Piacenza del Politecnico di Milano come sedi di corsi brevi nel settore dell’energia e dei si-stemi di produzione. Sono inoltre off erte opportunità di tirocinio in azienda, periodi di studio all’estero, borse di stu-dio, attività culturali e sportive,

che completano la formazionee raff orzano i rapporti umani eun’accoglienza di prim’ordine aprezzi vantaggiosi.La sede di Piacenza del Politec-nico di Milano off re una didat-tica basata su due fi loni princi-pali: architettura e ingegneria.Entrambi i corsi di studio han-no durata quinquennale (3+2).Una volta conseguita la laureamagistrale (5 anni) in uno deidue fi loni, gli studenti ammessiai corsi di Dottorato del Politec-nico di Milano possono svilup-pare la loro attività di ricerca aPiacenza. La sede di Piacenza del Politec-nico di Milano aff onda le sueradici in una illustre tradizione,iniziata intorno all’anno Mille,quando l’Abate Gerberto, chediverrà poi Papa Silvestro II,introduceva a Bobbio la nume-razione araba per il calcolo dellearee.Passando attraverso l’attività delCollegio Alberoni, e agli studinel campo della Fisica dei pia-centini Enrico Fermi ed Edo-ardo Amaldi, universalmentericonosciuti, un decennio fa, siè innestata e si è sviluppata laSede di Piacenza del Politecnicodi Milano, con i corsi di Laureain Ingegneria Meccanica e inArchitettura Ambientale.E oggi, con l’istituzione di Po-lipiacenza, la sede piacentina siapre al futuro, senza dimentica-re la sottotraccia che ha carat-terizzato l’evoluzione della cittàe del suo tessuto sociale nei se-coli: quella della scienza che haprodotto i geni di Enrico Fermie Edoardo Amaldi.

■ POLIPIACENZA / Il territorio punta sulla ricerca per sviluppare innovazione

Sulla scia di una tradizione scientifi ca millenaria, apre in città la sede distaccata del Politecnico di Milano

L’ingresso dell’ateneoVista interno del Politecnico, sede di Piacenza

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17EventiLunedì 29 Giugno 2009

Oltre cent’anni di storia, quattro generazioni di im-

prenditori e la continua ricerca della qualità: questa la storia del Gruppo Ravara, fondato nel 1903 da Giovanni che sviluppò l’attività edile sul territorio cre-monese, affi ancandola alla pro-duzione piccoli manufatti in ce-mento. Con il fi glio Luigi, negli anni 20, l’azienda conobbe una notevole spinta innovativa che si estese dal settore delle costruzio-ni – in quegli anni i dipendenti arrivarono a più di 200 – alla ri-

vendita di materiali edili.Dagli anni ‘50 la terza genera-zione di imprenditori, i fratelli Adriano e Renato, perseguì una strategia orientata verso lo sviluppo dell’attività produttiva che portò alla trasformazione in industria edile, in seguito all’acquisto di terreni destinati al nuovo insediamento industria-le, costituito di più comparti produttivi quali impianti calce-struzzi, manufatti in cemento armato e lavorazione acciai.L’ulteriore svolta verso l’inno-

vazione è avvenuta negli ultimi dieci anni con l’arrivo in azienda di Alberto e Paola, che ha porta-to un cambiamento sostanziale in termini gestionali, strutturali e tecnologici, raddoppiando gli impianti di produzione del cal-cestruzzo (dotati di due preme-scolatori di produzione francese con predisposizione per quattro punti di carico), le cui peculia-rità si evidenziano nel prodotto fi nito solo ed esclusivamente premescolato in impianto, rin-novando ed ampliando il parco

mezzi, assumendo nuovo per-sonale, affi nando il servizio alla clientela.Contemporaneamente sul fron-te tecnologico si è signifi cativa-mente potenziato il comparto sagomatura acciai, con l’ulterio-re attivazione di due nuove linee di produzione di modernissima concezione.La ventata di rinnovamento ha coinvolto anche il settore ma-nufatti attraverso l’evasione di forniture per commesse anche nazionali, quali ad esempio

Malpensa 2000.“Alla base di questi cambiamen-ti – sottolinea Alberto Ravara, Presidente ed Amministra-tore Delegato del gruppo - c’è una scrupolosa pianifi cazione aziendale, una precisa strategia commerciale e di marketing”.“Benché il gruppo Ravara sia storicamente radicato sul terri-torio provinciale, regge assai di-gnitosamente il confronto con realtà di levatura nazionale”.La presenza di una contabilità industriale, di impianti di pro-duzione automatizzati, nonché adeguatamente certifi cati, di una costante attività di ricerca in laboratori tecnologici dotati di strumentazioni di caratura universitaria (Politecnico di Milano), testimonia la voca-zione dell’azienda cremonese a standard gestionali e produttivi di alta qualità.Nell’ottica del servizio al cliente il gruppo Ravara ha recente-mente costituito una società di servizi per la posa in opera dei materiali di propria produzione

e non, a disposizione dell’im-presa edile classica, dell’aziendaagricola e di tutta la clientela ingenere.Dunque il gruppo si pone sulmercato destinando la sua of-ferta tanto ai grandi cantieri,quanto alle piccole ristruttu-razioni, nonché ai piccolissimiinterventi di casa (il cosiddetto“fai da te”).Per questo è stata recentementepotenziata la rivendita:oltre alpunto vendita nella sede storica(Via Brescia 83), ne è stato at-tivato un secondo nel sito pro-duttivo (Via Zaist 70). “Questa evoluzione ed espan-sione – conclude Alberto Ra-vara – non sarebbe mai statapossibile senza i nostri clientiche, numerosi, ci hanno sempremotivato e sostenuto, ed il pre-zioso contributo del nostro per-sonale, esemplare per effi cienzae serietà, ai quali va il più sentitoringraziamento.Per maggiori informazioni consultare il sito internet:www.ravara.biz

■ RAVARA / Da oltre cent’anni passione, qualità e concretezza

Innovazione tecnologica per costruire in armonia con l’uomo e l’ambiente

L’Associazione Industriali di Cremona è dive-nuta negli anni un punto di riferimento sem-

pre più qualifi cato per le imprese del territorio.Una struttura di trenta persone che affi anca le aziende, dalla soluzione delle necessità quotidiane fi no ai problemi più complessi.Oltre 450 imprese associate che appartengono a vari settori dall’alimentare alla meccanica, dalla chimica a quella del legno; tante realtà industriali di piccole, medie e grandi dimensioni che riuscia-mo a seguire con servizi sempre più innovativi e consulenza mirata.In questo senso l’Associazione Industriali ha de-ciso di aff rontare con decisone la crisi economica mettendo in campo la competenza e progetti di sostegno muovendosi su linee specifi che.Innanzitutto intervenendo per sostenere il credi-to: a questo scopo abbiamo già da tempo avviato la sottoscrizione di convenzioni con alcuni gruppi bancari con lo scopo di destinare plafond e linee di credito allo sviluppo delle imprese.Abbiamo investito sulla formazione delle risorse umane, e grazie alla nostra struttura di servizi ogni anno approntiamo corsi di aggiornamento per il personale delle nostre aziende. Accanto alla sempre maggior attenzione all’aggiornamento sulle normative in continuo cambiamento (si pensi all’ambiente, sicurezza alimentare, etc) ab-biamo creato percorsi formativi più rispondenti alla crescita delle risorse umane impiegate.Aiutiamo le aziende anche attraverso l’ottimizza-zione dei costi aziendali.

Siamo infatti impegnati da anni, attraverso il Consorzio Energia, ad ottenere tariff e e condi-zioni favorevoli su una spesa che insiste molto sui bilanci aziendali: quella dell’elettricità.Attraverso un Gruppo di Acquisto abbiamo poi aggregato alcuni consumi delle imprese come ad esempio la telefonia, la cancelleria, gli imballaggi, con lo scopo di poter fruire di prezzi migliori.Abbiamo poi in cantiere un progetto per sostene-re i dipendenti delle aziende: una card sconti per abbattere i costi della spesa dei prodotti di prima necessità.

■ CONFINDUSTRIA / Oltre 450 le imprese associate

Un organismo fatto di persone e ideeNumerose le iniziative sorte per sostenere

le piccole e medie imprese

Aff rontare i mercati mondiali è sempre più impegnativo

per le aziende, che si trovano a dover far fronte non solo alla crisi attuale, ma anche una con-correnza sempre più agguerrita, frutto di uno scenario economi-co globalizzato.In questo contesto emerge la necessità pressante di dotarsi di strumenti di promozione utili ed effi caci, che aiutino a trovare nuove strade commerciali sia in Italia che all’estero.Queste considerazioni stanno alla base della vision e dell’attivi-tà di CremonaFiere, il secondo quartiere fi eristico della Lombar-dia dopo Milano. Una struttura che, dando un’occhiata ai risultati dell’ultimo anno, è pronta a gio-care un ruolo da protagonista nel panorama fi eristico nazionale ed europeo: 18 manifestazioni di cui tre internazionali, oltre 200.000 visitatori da 41 Paesi e più di 2.400 espositori. A ciò si aggiun-ge una netta controtendenza rispetto all’attuale congiuntura economica; è stato da poco pre-sentato il bilancio consuntivo relativo all’attività del 2008, che ha fatto emergere una struttura

in salute e segnare un +13,9% dei ricavi da attività caratteristica.Questi dati sono il frutto di una linea d’azione ben precisa: spe-cializzazione e promozione in-ternazionale. Le manifestazioni di CremonaFiere sono costruite intorno alle esigenze di un pub-blico prevalentemente professio-nale, che trova a Cremona un marketplace ideale per ottenere contatti commerciali qualifi cati a livello mondiale; se a questo si somma che CremonaFiere ha saputo cogliere le opportunità

off erte dalle eccellenze del suoterritorio quali la musica, la zoo-tecnia e l’agricoltura, si forma unquadro in cui le aziende hanno lapossibilità di vedere proiettato ilproprio business sui principalipalcoscenici internazionali.Sono infatti sempre in crescitagli operatori esteri, grazie ancheall’intensa attività promozionaleche CremonaFiere ha svolto ne-gli ultimi anni in tutto il mondo eha fatto sì che diventasse uno deipiù effi caci centri di creazione direlazioni commerciali in Italia.

Le eccellenze del territorio sui palcoscenici internazionaliCremonaFiere, secondo polo lombardo e strumento di marketinga supporto delle imprese. Programmate 18 manifestazioni

Piazza del Comune a Cremona

Veduta del quartiere fi eristico

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Dal 1979 l’azienda Nadalini si dedica esclusivamente

alla produzione di meloni di alta qualità nella zona vocata di Mantova, nel segno della continuità con l’antica tradi-zione colturale che fi n dai tem-pi dei Gonzaga riconosceva le peculiarità uniche dei terreni della zona di Sermide, carat-terizzata da proprietà pedolo-giche ideali per la produzione dei meloni, poi abbandonata nei secoli e ripresa sul fi nire degli anni ’70 da imprenditori come Roberto Nadalini che ne hanno intuito le potenzialità.Leader del settore con una produzione annua di 50.000 quintali su 160 ettari investi-ti nella coltura del melone in serra e in pieno campo nella zona vocata di Mantova, il marchio Nadalini è distribu-ito capillarmente sui mercati generali di tutta Italia e una quota importante raggiunge i clienti esteri in Inghilterra, Austria, Svizzera, Germania, Olanda e Danimarca, dove il melone Nadalini concorre a valorizzare la fama della qua-lità “Made in Italy”.Tra i fattori di successo del marchio Nadalini vi è l’ap-

plicazione dell’innovazione tecnologica alla lavorazione dei meloni: l’azienda Nadali-ni è stata tra le prime in Ita-lia a dotarsi della calibratrice elettronica dotata di NIR per la selezione dei frutti. Questa tecnologia non invasiva rileva il grado zuccherino di ogni singolo frutto attraverso un fascio di luce simile agli infra-rossi che ne indica il cosiddet-to “grado Brix” in tempo reale. Tutti i meloni sono “scanne-rizzati” in linea a 4,5 frutti al secondo e solo i frutti con grado zuccherino superiore

sono confezionati nella lineaNadalini GOLD, facilmentericonoscibile per il suo packa-ging innovativo e modernoche contiene solo frutti garan-titi e di qualità superiore.L’azienda Nadalini aderisce alConsorzio del Melone Man-tovano, nato con lo scopo divalorizzare questo prodottotipico che rappresenta un’im-portante fetta della produzio-ne nazionale con un volumepari a 60 milioni di euro difatturato e attualmente in fasedi ottenimento della certifi ca-zione IGP.

Alfagest è un soft ware per la Gestione del-la Sicurezza sul Lavoro e dell’Ambiente e

fornisce gli strumenti per implementare un Sgs secondo le linee Uni/Inail e Ohsas 1800.L’applicativo è formato da una serie di mo-duli integrati tra di loro, dedicati ognuno ad unaspecifi ca attività e guidati da schede tecniche già presenti nel database a corredo del sof-tware che facilitano l’inserimento dei dati.Progettato in modo semplice e intuitivo Al-fagest costantemente aggiornato, consente di programmare, eseguire, controllare e miglio-rare i processi all’interno dell’ azienda.L’applicativo si presenta come un sistema ge-stionale dinamico, semplice e fl essibile che

garantisce alle varie fi gure della sicurezza una modalità di utilizzo immediata e intuiti-va, diventando uno strumento indispensabi-le all’interno di qualsiasi azienda.I principali tasselli che compongono il mo-saico di Alfagest sono:Valutazione del rischio, Duvri, Sorveglianza Sanitaria, Formazione, Informazione, Adem-pimenti D.Lgs. 81/08.Una gestione globale e coordinata che metta in rete tutti gli attori della sicurezza rappre-senta un modello gestionale vincente.Alfagest, il tassello mancante della gestione della sicurezza in un’azienda privata e/o pub-blica. Maggiori informazioni sul sito internet www.lemainformatica.it.

18 EventiLunedì 29 Giugno 2009

Da marzo 2009, i comuni della provincia di Cremo-

na hanno potuto dire addio al digital divide, cioè l’impossibili-tà di accedere alla banda larga: “malattia”, questa, che attanaglia ancora gran parte del territorio italiano, soprattutto nelle aree che non si aff acciano diretta-mente sulle direttrici di maggior

transito di persone, capitali e in-formazioni. I piccoli paesi sono spesso tagliati fuori da queste infrastrutture che ormai sono diventate fondamentali. Per ca-pire il problema, basta immagi-nare la situazione di un giovane studente che non può utilizzare internet per gli studi e per il di-vertimento o di un’azienda che

non può competere adeguata-mente senza una buona connet-tività. A sconfi ggere l’isolamen-to digitale di Cremona è stata Aemcom, società del gruppo Aem Cremona che, grazie ad un progetto avviato nel 2006 e con l’investimento di 5 milio-ni, vanta oggi la realizzazione di una tra le più estese reti wi-

reless d’Italia, collegando 211 comuni delle province di Cre-mona, Lodi, Bergamo, Brescia, Piacenza, Mantova e Parma. A Cremona, la rete superveloce NGN (Next Generation Net-work) - tecnologia broadband di ultima generazione - con largo anticipo rispetto ad altre province italiane, esiste già da qualche anno e il Wi-Max, in fase di sperimentazione nel co-mune di Maleo (Lodi), è ormai in fase di lancio.La profonda diff erenza tra un operatore nazionale ed uno locale si gioca proprio nella ca-pacità di quest’ultimo di essere soggetto attivo del territorio e della comunità, un partner tec-nologico in grado di prendere per mano cittadini ed imprese e di condurli verso nuove op-portunità e una miglior qualità della vita. Disporre di reti veloci è un grande risultato per il terri-torio, ma anche il primo passo per l’avvio di un concreto svi-luppo tecnologico con ricadute tangibili per la collettività. Gli strumenti disponibili, anche di alta qualità, devono essere co-nosciuti e sfruttati nelle diverse potenzialità. Sono molte le iniziative e i pro-getti studiati e realizzati dal e per il territorio. Per la Pubblica Amministrazione è stato creato un collegamento tra 65 comuni della provincia di Cremona a un unico centro di servizi. In questo modo, anche il Comune più piccolo può usufruire di ser-vizi di alta qualità, fi nora solo a benefi cio delle municipalità più

grandi e dotate di risorse. Nel campo dell’amministrazione della giustizia, in collaborazione con il Cesvin, sede distaccata del Politecnico di Milano e Adobe, è stato realizzato “Digit Con-nect”, un piano di digitalizzazio-ne dei procedimenti giudiziari. Questo nuovo sistema garanti-sce comunicazioni più snelle e veloci attraverso la video con-ferenza tra detenuto in carcere e Tribunale e tra quest’ultimo e i testimoni collegati da casa, un risparmio importante per tutto il Sistema Giustizia. Senza banda larga questo non sarebbe possibile. Aemcom è partner di molte istituzioni cremonesi che operano nella sanità. Di parti-colare importanza si è rivelata la rete provinciale wireless poi-ché ha consentito a moltissimi medici di base di poter aderire al progetto carta regionale dei servizi (S.I.S.). Oggi, le nuove tecnologie rap-

presentano la condizione neces-saria allo sviluppo economico,così come un tempo lo eranole infrastrutture primarie comerete fognaria e di distribuzionedel gas. Riempire di contenutile “autostrade dell’informazio-ne”, lavorare in sinergia con leautorità locali e con il vivacetessuto imprenditoriale rappre-senta un’esigenza primaria perfar crescere Cremona e la suaprovincia. Promuovere una cul-tura dell’informazione signifi castimolare le stesse aziende versolo sviluppo di iniziative e pro-getti che, impiegando le tecno-logie esistenti, garantiscano laconcorrenza anche a livello na-zionale e internazionale. Non sipuò essere soggetti passivi di uncambiamento imposto dall’altoma, anzi, gli imprenditori sonochiamati a diventare protago-nisti del cambiamento, ancheattraverso l’uso intelligente dellenovità Ict.

■ AEMCOM / Investiti 5 milioni di euro. Il progetto avviato nel 2006

A Cremona una delle più estesereti wireless di tutta Italia

Gerardo Paloschi, amministratore unico di Aemcom

Mappa della diffusione della banda larga nella provincia di Cremona

■ LEMA / Il soft ware per gestire la sicurezza con semplicità

Alfagest il punto di incontro degli attori della sicurezza

Nadalini, 30 anni di passione per il melone mantovano di alta qualità

Ogni singolo melone è analizzato con la tecnologia NIR che attraverso un fascio di luce ne indica il grado zuccherino

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19EventiLunedì 29 Giugno 2009

Nato dall’alleanza di cinque multiutility (AEM Cremona, ASM Pavia, ASTEM Lodi, COGEME Rovato, SCS Crema) radicate nelle province di Cremona, Pavia, Lodi e Brescia, Linea Group Holding è un gruppo industriale in grado di fornire servizi di pubblica utilità sia tradizionali che innovativi: energia, acqua, gestione rifi uti, telecomunicazioni e ICT.LGH serve un bacino di circa 1 milione di abitanti in 200 Comuni, e grazie al modello federativo è una realtà competitiva che non dimentica le sue radici e il rapporto diretto con il cliente.

Per questo motivo e per offrire servizi sempre migliori, sono state costituite le Società Operative di Business:Linea AmbienteLinea Ambiente per la gestione integrata dei rifi uti, dalla raccolta allo smaltimento, fi no al recupero di materie prime.Linea DistribuzioneLinea Distribuzione per l’erogazione del gas metano, la progettazione, la costruzione e la manutenzione della rete.Linea EnergiaLinea Energia per la produzione di energia termica ed elettrica, in prevalenza da fonti rinnovabili.Linea PiùLinea Più per la commercializzazione di gas metano ed energia elettrica.

Il futuro del territorio è in buone mani.

Gruppo LGH: più forti per dare sempre il meglio

www.lgh.it

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AEMcomwww.aemcom.net

AEMcom

e gestisce la rete metropolitana in fibra ottica della

larga banda

più estese reti wireless d’Italia

oltre 200 comuni Cremona,

Crema, Lodi, Bergamo, Brescia, Piacenza, Mantova

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Voce, Dati e Internet veloce.

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20 EventiLunedì 22 Giugno 2009