Intro Grec 11

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Greco antico/Le parole atone 1 Greco antico/Le parole atone Nel greco antico le parole prive di un accento proprio sono dette àtone (dal greco ατονος, senza tono, accento); esse devono, per poter essere pronunziate, "poggiarsi" o alla parola che le precede, e allora verranno dette enclitiche (εγκλινω = "appoggiarsi"), o a quelle che le seguono, e allora saranno dette proclitiche (προκλινω = "piegarsi in avanti"), e formeranno con esse una sola unità fonetica. Le enclitiche Le enclitiche sono molto comuni anche in italiano e sono tutte le particelle pronominali o avverbiali che si appoggiano al verbo che le precede e che mantiene, nella pronuncia, il suo accento: pòrtamelo, dìtecelo, andàtevene, dàtegliela. In greco le enclitiche che, di solito, non si fondono graficamente con la parola tonica cui si appoggiano sono : tutte le forme del pronome indefinito τις, τι = "qualcuno", "qualcosa" in tutte le sue forme flessive (τινος, τινι, τινα, τινες, τινα, τινων, τισι, τινας, τινοιν); le forme monosillabiche dei pronomi personali : μου, μοι, με = "di me, a me, me", σου, σοι, σε = "di te, a te, te", σφιν-σφισι = "a loro", σφας = "loro" (acc.); le forme del presente indicativo del verbo ειμι = "essere" (ειμι, ει, εστι, εστον, εστον, εσμεν, εστε, εισι) tranne la 2° persona singolare "ει" = " tu sei" poiché è tonica; [Il verbo essere in greco è enclitico solo in funzione di copula] le forme del presente indicativo del verbo φημι = "dire" tranne la 2° persona singolare. alcuni avverbi indefiniti come που = "in qualche luogo", ποθι = "in qualche luogo" , ποθεν = "da qualche parte", le particelle γε = "almeno" περ = "appunto", νυν = " dunque", τε = "e, anche, ancora". La parola tonica e l'enclitica (gruppo d'enclisi) nella pronuncia costituiscono un'unica parola. Il gruppo d'enclisi perciò è sottoposto alle regole dell'accento con un'unica differenza: nel gruppo d'enclisi la sillaba finale, anche se lunga, vale come breve. Le proclitiche Le proclitiche, a differenza delle enclitiche, si appoggiano alla parola che segue, senza però determinare alcuna variazione di accento nella parola tonica; anche in italiano esse sono presenti in "non voglio, glielo dico, te la diedi". In greco sono proclitiche : l'articolo determinativo nelle forme del nominativo singolare e plurale, maschile e femminile: ο, η, οι, αι; le preposizioni εις = "verso", εκ, εξ = " da", εν = "in", ως = "verso"; le congiunzioni ει = "se", ως = "come, che, quando, poiché, sicché, affinché"; le negazioni ου = "non". Le proclitiche prendono l'accento d'enclisi, sempre acuto, se sono seguite da un'enclitica. Più proclitiche che si susseguono non prendono mai l'accento.

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  • Greco antico/Le parole atone 1

    Greco antico/Le parole atone

    Nel greco antico le parole prive di un accento proprio sono dette tone (dal greco , senza tono, accento); esse

    devono, per poter essere pronunziate, "poggiarsi" o alla parola che le precede, e allora verranno dette enclitiche

    ( = "appoggiarsi"), o a quelle che le seguono, e allora saranno dette proclitiche ( = "piegarsi in

    avanti"), e formeranno con esse una sola unit fonetica.

    Le enclitiche

    Le enclitiche sono molto comuni anche in italiano e sono tutte le particelle pronominali o avverbiali che si

    appoggiano al verbo che le precede e che mantiene, nella pronuncia, il suo accento: prtamelo, dtecelo, andtevene,

    dtegliela. In greco le enclitiche che, di solito, non si fondono graficamente con la parola tonica cui si appoggiano

    sono :

    tutte le forme del pronome indefinito , = "qualcuno", "qualcosa" in tutte le sue forme flessive (, ,

    , , , , , , );

    le forme monosillabiche dei pronomi personali : , , = "di me, a me, me", , , = "di te, a te, te",

    - = "a loro", = "loro" (acc.);

    le forme del presente indicativo del verbo = "essere" (, , , , , , , ) tranne la

    2 persona singolare "" = " tu sei" poich tonica; [Il verbo essere in greco enclitico solo in funzione di

    copula]

    le forme del presente indicativo del verbo = "dire" tranne la 2 persona singolare.

    alcuni avverbi indefiniti come = "in qualche luogo", = "in qualche luogo" , = "da qualche parte",

    le particelle = "almeno" = "appunto", = " dunque", = "e, anche, ancora".

    La parola tonica e l'enclitica (gruppo d'enclisi) nella pronuncia costituiscono un'unica parola. Il gruppo d'enclisi

    perci sottoposto alle regole dell'accento con un'unica differenza: nel gruppo d'enclisi la sillaba finale, anche se

    lunga, vale come breve.

    Le proclitiche

    Le proclitiche, a differenza delle enclitiche, si appoggiano alla parola che segue, senza per determinare alcuna

    variazione di accento nella parola tonica; anche in italiano esse sono presenti in "non voglio, glielo dico, te la diedi".

    In greco sono proclitiche :

    l'articolo determinativo nelle forme del nominativo singolare e plurale, maschile e femminile: , , , ;

    le preposizioni = "verso", , = " da", = "in", = "verso";

    le congiunzioni = "se", = "come, che, quando, poich, sicch, affinch";

    le negazioni = "non".

    Le proclitiche prendono l'accento d'enclisi, sempre acuto, se sono seguite da un'enclitica. Pi proclitiche che si

    susseguono non prendono mai l'accento.

  • Fonti e autori delle voci 2

    Fonti e autori delle vociGreco antico/Le parole atone Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=259391 Autori: Ale5875, Doctum doces, Hippias, Wim b, , 2 Modifiche anonime

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  • Greco antico/Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione 1

    Greco antico/Segni diacritici, regole dell'accento,

    segni di interpunzione

    Spiriti

    Gli spiriti si scrivevano soltanto su una vocale o un dittongo iniziale e sulla consonante rho ( ). Il loro nome (in

    greco (pneuma), in latino spiritus significa propriamente soffio. Essi indicano la presenza (spirito aspro) o

    l'assenza (spirito dolce) di un'aspirazione iniziale nella pronuncia della parola.

    Lo spirito aspro indica, come detto, la presenza di aspirazione iniziale. Si segna sopra la vocale iniziante di parola

    quando essa era anticamente preceduta da sigma o digamma, o entrambi, che, cadendo, hanno lasciato aspirazione, e

    su rho. Lo spirito dolce indica la completa assenza di aspirazione iniziale, e si segna sempre su parola iniziante per

    vocale, a meno che sia di origine aspra.

    Accenti

    L'accento pu essere acuto, grave o circonflesso. Ci sono leggi che governano la caduta dell'accento:

    1.1. Se la parola tri/polisillabica, e l'ultima breve, l'accento cadr sulla terzultima; se l'ultima lunga l'accento

    cadr sulla penultima.

    2.2. Se la parola bisillabica l'accento cadr sull'ultima o sulla penultima sillaba. Se una parola bisillabica ha la prima

    lunga e la seconda breve, e nel caso in cui l'accento cada sulla prima sillaba, l'accento sar circonflesso (legge del

    trocheo finale,detta anche legge sotera dalla parola greca che ne trova applicazione)

    3.3. Nella contrazione di due vocali, se l'accento cade sul primo elemento della contrazione, l'accento sar

    circonflesso, se cade sul secondo elemento sar acuto.L'accento acuto, secondo la legge di limitazione, non pu

    cadere oltre la terzultima sillaba, sulla penultima se circonflesso. L'accento acuto sull'ultima si chiama ossitono,

    sulla penultima

    Classificazione delle parole sulla base dell'accento

    Dal punto di vista dell'accento, le parole greche vengono classificate nel seguente modo:

    parole osstone: hanno l'accento acuto sull'ultima sillaba (ad es. );

    parole parosstone: hanno l'accento acuto sulla penultima sillaba (ad es. );

    parole proparosstone: hanno l'accento acuto sulla terzultima sillaba (ad es. );

    parole perispmene: hanno l'accento circonflesso sull'ultima sillaba (ad es. );

    parole properispmene: hanno l'accento circonflesso sulla penultima sillaba (ad es. ).

    Leggi di limitazione dell'accento greco

    L'accento greco era regolato da precise leggi (leggi di limitazione) che ne limitavano i gradi di libert:

    In primo luogo, si ribadisce che l'accento acuto e quello grave possono cadere sia su vocali lunghe sia su vocali

    brevi; l'accento circonflesso cade solo e soltanto su vocali lunghe.

    trisillabismo: l'accento non pu in nessun caso ritrarsi oltre la terz'ultima sillaba;

    legge dell'ultima sillaba: se l'ultima sillaba lunga, l'accento acuto cadr sulla penultima;

    parole ossitone all'interno di frase: l'accento grave cade sull'ultima sillaba di una parola ossitona, all'interno di

    frase, non mai per prima di segno di interpunzione debole o forte;

    legge del trocheo finale, o legge : se l'ultima breve e la penultima lunga e l'accento cade sulla

    penultima, allora quest'ultima avr l'accento circonflesso, come nella parola , "salvatore", fatti salvi i casi

    contemplati dalla seguente;

  • Greco antico/Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione 2

    legge di Vendryes, o legge delle parole anfibrache, o legge : Le parole che hanno l'ultima breve, la

    penultima lunga, la terzultima breve, si sottraggono all'applicazione della legge e hanno l'accento acuto

    sulla terzultima. La legge di Vendryes chiamata appunto legge , poich la parola la esemplifica

    perfettamente.

    legge di Wheeler o legge del dattilo finale: una parola con l'accento acuto sull'ultima, ritrae l'accento sulla

    penultima, se la terzultima lunga, mentre la penultima e la finale sono brevi: ad esempio, che diventa

    .

    Inoltre:

    Nella contrazione di due vocali, se l'accento cade sul primo elemento della contrazione, l'accento sar

    circonflesso, se cade sul secondo elemento sar acuto.L'accento acuto, secondo la legge di limitazione, non pu

    cadere oltre la terzultima sillaba, sulla penultima se circonflesso. L'accento acuto sull'ultima si chiama ossitono,

    sulla penultima

    Si tenga presente che in greco antico l'accento tende a permanere nella sua sede originaria, a meno che una delle

    leggi sopra descritte non ne alteri la posizione. A volte, come nel caso dei temi della terza declinazione in iota,

    avvengono dei fenomeni che serviranno ai fini dell'accento.

    Nota bene

    Posizione grafica dell'accento rispetto agli spiriti aspro e dolce: come abbiamo gi accennato, scritto sopra le

    vocali minuscole iniziali di parola accentate, l'accento acuto posto a destra dello spirito aspro o dolce, come

    in ; l'accento circonflesso posto al di sopra dello spirito aspro e dolce. Il gruppo grafico formato da

    accento e spirito posto in alto a sinistra delle maiuscole. Attenzione: nei dittonghi propri, l'accento si scrive

    graficamente sulla vocale chiusa, ma si legge sulla vocale aperta, come nella parola . Nei dittonghi

    impropri, se la vocale lunga un'iniziale maiuscola, l'accento e lo spirito vengono scritti in alto a sinistra della

    vocale lunga, non sull'iota ascritto, come in .

    Nota bene

    Ai fini dell'accentazione i dittonghi ed finali di parola sono sentiti come brevi (tranne che nell'ottativo di

    alcuni tempi). Perci una parola come proparossitona e una parola come perispomena.

    Invece gli stessi dittonghi sono lunghi nell'ottativo e nei nomi contratti.

    I segni di interpunzione

    I segni di interpunzione usati in greco antico sono :

    la virgola "," che corrisponde alla virgola usata in italiano;

    il punto fermo "." che corrisponde al punto fermo usato in italiano;

    il punto in alto "" che, a seconda del contesto, pu corrispondere al nostro punto e virgola e ai nostri due punti;

    il punto e virgola ";" che corrisponde al nostro punto interrogativo.

  • Fonti e autori delle voci 3

    Fonti e autori delle vociGreco antico/Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione Fonte Autori: Doctum doces, Hippias, K'n-yan, LoStrangolatore,

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  • Greco antico/Prima declinazione 1

    Greco antico/Prima declinazione

    La prima declinazione comprende principalmente sostantivi femminili (circa 11.000), i quali hanno il nominativo in

    - e -, e i maschili (circa 6.000), che hanno il nominativo in - e -, mentre non ci sono sostantivi neutri.

    Sostantivi femminili

    I sostantivi femminili possono avere le seguenti possibilit:

    - lungo: se l'alfa lungo puro (cio se preceduto da , e ), il tema in - si mantiene in tutta la declinazione;

    se invece impuro il tema si trasforma in -, ma solo nel singolare.

    - breve: se l'alfa breve puro il tema in - si mantiene in tutta la declinazione, se impuro il tema in - si

    trasforma in tema in - nei casi obliqui (genitivo e dativo).

    Si dividono, dunque, in quattro sottoclassi:

    Femminili in alfa puro lungo, con la lunga in tutto il singolare;

    Femminili in alfa puro breve, con la in tutto il singolare, breve nei casi retti (nominativo, vocativo, accusativo),

    lungo nei casi obliqui (genitivo e dativo);

    Femminili in alfa impuro lungo, in cui si muta in in tutto il singolare e sono detti perci anche "nomi in eta";

    Femminili in alfa impuro breve, in cui si muta in solo nei casi obliqui (genitivo e dativo) del singolare, che lo

    allungano.

    [Per ricordare meglio quando si tratta di un puro, si pu ricordare che lo quando preceduto dalle lettere

    della parola Eire, uno dei nomi con cui denominata l'Irlanda.]

    Modello dei sostantivi femminili in - puro lungo:

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Modello dei sostantivi femminili in - puro breve:

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Modello dei sostantivi femminili in - impuro lungo:

  • Greco antico/Prima declinazione 2

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Modello dei sostantivi femminili in - impuro breve ( "Musa"):

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Declinazione dei maschili

    I maschili della prima declinazione hanno caratteristiche autonome rispetto ai femminili:

    si dividono in due sole sottoclassi: maschili in alfa puro e maschili in alfa impuro;

    hanno il nominativo singolare in (nominativo sigmatico);

    hanno il genitivo singolare in , preso a prestito dalla II declinazione;

    i nomi d'agente e di popolo in e i composti di -, - e - escono in breve al vocativo

    singolare; lo stesso vale per il nome "persiano".

    Qui di seguito, la declinazione dei maschili.

    Declinazione dei maschili in alfa puro ( , "dispensiere"):

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo o

    Vocativo

    Declinazione dei maschili in alfa impuro ( "satrapo"):

  • Greco antico/Prima declinazione 3

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    P

    Alcune particolarit:

    alcuni nomi risentono di un influsso del dialetto dorico, ed hanno un genitivo in lungo: fra questi: ,

    "Borea" il vento del nord; il nome punico "Annibale"; il nome romano "Silla"; tale genitivo

    dorico proprio anche della parola "uccellatore";

    il genitivo del nome "Cambise" ha la forma ionica .

    Prima declinazione contratta

    La prima declinazione contratta caratteristica di pochi sostantivi come, ad esempio, i femminili , "mina" (unit

    monetaria e di peso) e , "Atena", "fico"; notevole appare il nome maschile , "Hermes", che per

    al duale e al plurale cambia di genere (diventa femminile), e di significato, dato che indica "le statue del dio

    Hermes", le Erme.

    N.B. I nomi contratti di prima declinazione sono sempre perispomeni.

    Declinazione dei femminili in alfa ( , "mina"):

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Declinazione dei femminili in eta ( , "fico"):

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Declinazione dei maschili ( , "Ermes", ma al duale e al plurale "le Erme"):

  • Greco antico/Prima declinazione 4

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Osservazioni generali sulla I declinazione

    Alcune caratteristiche tipiche contraddistinguono i femminili e i maschili di I declinazione:

    la desinenza - dei nominativi e dei vocativi plurali, pur essendo un dittongo, considerata breve per natura;

    il genitivo plurale ha sempre l'accento circonflesso, cio perispomeno, poich deriva dalla contrazione della

    desinenza -, ancora ampiamente attestata in Omero, -si sottraggono a questa regola i maschili: ,

    "acciuga" , "cinghiale", , "usuraio", ed , "vnti etsii", che non accentano la desinenza

    del genitivo;

    per quanto riguarda l'accento, si osservi che:

    1. i nomi ossitoni al nominativo singolare sono ossitoni nei casi diretti dei tre numeri, perispomeni nei casi

    obliqui dei tre generi;

    2. i nomi perispomeni sono i nomi contratti;

    3. i nomi parossitoni al nominativo singolare restano parossitoni in tutta la declinazione (tranne che nel genitivo

    plurale, sempre perispomeno) se la penultima sillaba breve; se invece la penultima lunga, rimangono

    parossitoni nei casi in cui l'ultima sillaba lunga, mentre nei casi in cui l'ultima sillaba breve diventano

    properispomeni per la legge del trocheo finale;

    4. i nomi proparossitoni o properispomeni quando l'ultima sillaba lunga diventano parossitoni.

    fanno parte dei nomi in alfa puro breve solo e soltanto i sostantivi che terminano in -, , , ,

    preceduto da dittongo o , fatta eccezione per , "compagna, amante, donna di piacere" e ,

    "palestra".

    fanno parte dei nomi in alfa impuro breve solo e soltanto i sostantivi che terminano in , -, -, -, -

    preceduto da dittongo, - preceduta da due consonanti continue (-, -, -, -)

    ci sono alcuni nomi che non rispettano la distinzione fra alfa puro e impuro: "fanciulla", "collo",

    "portico", "tenore di vita", "audacia", e alcuni casi di sostantivi in -: "angoscia",

    "vipera, Echidna (mostro mitologico)", "poppa". Per e , il motivo spiegabile: in

    orgine queste parole contenevano un digamma ( e ), che ha fatto mutare in eta l'alfa lungo in quanto

    impuro ( e ); in seguito il digamma scomparso.

    I nomi femminili solo singolari dei personaggi mitologici e conservano la in tutto il

    paradigma, poich vengono dal dialetto dorico.

  • Fonti e autori delle voci 5

    Fonti e autori delle vociGreco antico/Prima declinazione Fonte Autori: Demart81, Doctum doces, Lazialotto96, LoStrangolatore, Ptolemaios, Ramac, Sauron Il

    Grande, 9 Modifiche anonime

    LicenzaCreative Commons Attribution-Share Alike 3.0//creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/

  • Greco antico/Prima declinazione 1

    Greco antico/Prima declinazione

    La prima declinazione comprende principalmente sostantivi femminili (circa 11.000), i quali hanno il nominativo in

    - e -, e i maschili (circa 6.000), che hanno il nominativo in - e -, mentre non ci sono sostantivi neutri.

    Sostantivi femminili

    I sostantivi femminili possono avere le seguenti possibilit:

    - lungo: se l'alfa lungo puro (cio se preceduto da , e ), il tema in - si mantiene in tutta la declinazione;

    se invece impuro il tema si trasforma in -, ma solo nel singolare.

    - breve: se l'alfa breve puro il tema in - si mantiene in tutta la declinazione, se impuro il tema in - si

    trasforma in tema in - nei casi obliqui (genitivo e dativo).

    Si dividono, dunque, in quattro sottoclassi:

    Femminili in alfa puro lungo, con la lunga in tutto il singolare;

    Femminili in alfa puro breve, con la in tutto il singolare, breve nei casi retti (nominativo, vocativo, accusativo),

    lungo nei casi obliqui (genitivo e dativo);

    Femminili in alfa impuro lungo, in cui si muta in in tutto il singolare e sono detti perci anche "nomi in eta";

    Femminili in alfa impuro breve, in cui si muta in solo nei casi obliqui (genitivo e dativo) del singolare, che lo

    allungano.

    [Per ricordare meglio quando si tratta di un puro, si pu ricordare che lo quando preceduto dalle lettere

    della parola Eire, uno dei nomi con cui denominata l'Irlanda.]

    Modello dei sostantivi femminili in - puro lungo:

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Modello dei sostantivi femminili in - puro breve:

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Modello dei sostantivi femminili in - impuro lungo:

  • Greco antico/Prima declinazione 2

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Modello dei sostantivi femminili in - impuro breve ( "Musa"):

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Declinazione dei maschili

    I maschili della prima declinazione hanno caratteristiche autonome rispetto ai femminili:

    si dividono in due sole sottoclassi: maschili in alfa puro e maschili in alfa impuro;

    hanno il nominativo singolare in (nominativo sigmatico);

    hanno il genitivo singolare in , preso a prestito dalla II declinazione;

    i nomi d'agente e di popolo in e i composti di -, - e - escono in breve al vocativo

    singolare; lo stesso vale per il nome "persiano".

    Qui di seguito, la declinazione dei maschili.

    Declinazione dei maschili in alfa puro ( , "dispensiere"):

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo o

    Vocativo

    Declinazione dei maschili in alfa impuro ( "satrapo"):

  • Greco antico/Prima declinazione 3

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    q rs tt t

    Alcune particolarit:

    alcuni nomi risentono di un influsso del dialetto dorico, ed hanno un genitivo in lungo: fra questi: ,

    "Borea" il vento del nord; il nome punico "Annibale"; il nome romano "Silla"; tale genitivo

    dorico proprio anche della parola "uccellatore";

    il genitivo del nome "Cambise" ha la forma ionica .

    Prima declinazione contratta

    La prima declinazione contratta caratteristica di pochi sostantivi come, ad esempio, i femminili , "mina" (unit

    monetaria e di peso) e , "Atena", "fico"; notevole appare il nome maschile , "Hermes", che per

    al duale e al plurale cambia di genere (diventa femminile), e di significato, dato che indica "le statue del dio

    Hermes", le Erme.

    N.B. I nomi contratti di prima declinazione sono sempre perispomeni.

    Declinazione dei femminili in alfa ( , "mina"):

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Declinazione dei femminili in eta ( , "fico"):

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Declinazione dei maschili ( , "Ermes", ma al duale e al plurale "le Erme"):

  • Greco antico/Prima declinazione 4

    Singolare Duale Plurale

    Nominativo

    Genitivo

    Dativo

    Accusativo

    Vocativo

    Osservazioni generali sulla I declinazione

    Alcune caratteristiche tipiche contraddistinguono i femminili e i maschili di I declinazione:

    la desinenza - dei nominativi e dei vocativi plurali, pur essendo un dittongo, considerata breve per natura;

    il genitivo plurale ha sempre l'accento circonflesso, cio perispomeno, poich deriva dalla contrazione della

    desinenza -, ancora ampiamente attestata in Omero, -si sottraggono a questa regola i maschili: ,

    "acciuga" , "cinghiale", , "usuraio", ed , "vnti etsii", che non accentano la desinenza

    del genitivo;

    per quanto riguarda l'accento, si osservi che:

    1. i nomi ossitoni al nominativo singolare sono ossitoni nei casi diretti dei tre numeri, perispomeni nei casi

    obliqui dei tre generi;

    2. i nomi perispomeni sono i nomi contratti;

    3. i nomi parossitoni al nominativo singolare restano parossitoni in tutta la declinazione (tranne che nel genitivo

    plurale, sempre perispomeno) se la penultima sillaba breve; se invece la penultima lunga, rimangono

    parossitoni nei casi in cui l'ultima sillaba lunga, mentre nei casi in cui l'ultima sillaba breve diventano

    properispomeni per la legge del trocheo finale;

    4. i nomi proparossitoni o properispomeni quando l'ultima sillaba lunga diventano parossitoni.

    fanno parte dei nomi in alfa puro breve solo e soltanto i sostantivi che terminano in -, , , ,

    preceduto da dittongo o , fatta eccezione per , "compagna, amante, donna di piacere" e ,

    "palestra".

    fanno parte dei nomi in alfa impuro breve solo e soltanto i sostantivi che terminano in , -, -, -, -

    preceduto da dittongo, - preceduta da due consonanti continue (-, -, -, -)

    ci sono alcuni nomi che non rispettano la distinzione fra alfa puro e impuro: "fanciulla", "collo",

    "portico", "tenore di vita", "audacia", e alcuni casi di sostantivi in -: "angoscia",

    "vipera, Echidna (mostro mitologico)", "poppa". Per e , il motivo spiegabile: in

    orgine queste parole contenevano un digamma ( e ), che ha fatto mutare in eta l'alfa lungo in quanto

    impuro ( e ); in seguito il digamma scomparso.

    I nomi femminili solo singolari dei personaggi mitologici e conservano la in tutto il

    paradigma, poich vengono dal dialetto dorico.

  • Fonti e autori delle voci 5

    Fonti e autori delle vociGreco antico/Prima declinazione Fonte Autori: Demart81, Doctum doces, Lazialotto96, LoStrangolatore, Ptolemaios, Ramac, Sauron Il

    Grande, 9 Modifiche anonime

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    Greco antico/Le parole atoneLe enclitiche Le proclitiche

    LicenzaGreco antico/Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzioneSpiritiAccentiClassificazione delle parole sulla base dell'accentoLeggi di limitazione dell'accento greco

    I segni di interpunzione

    LicenzaGreco antico/Prima declinazioneSostantivi femminiliDeclinazione dei maschiliParticolarit dei sostantivi maschili

    Prima declinazione contrattaOsservazioni generali sulla I declinazione

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    Prima declinazione contrattaOsservazioni generali sulla I declinazione

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