Intervento focus appennino

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__________________________________________ Consulenza strategica d’impresa

Via Don Fornasini, 10 Loc. Prati Cap 40030 Castel di Casio (BO) TEL +39 0534 350942 - FAX SERVER +39 02 700521843

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Buongiorno a tutti, sono il dott. Pasquale Maurella e mi occupo di consulenza strategica aziendale e di progetti di sviluppo turistico territoriale. Il mio intervento potrà essere sintetizzato dallo slogan ”TURISMO SOMOS TODOS Y ES TAREA DE TODOS", per chi non conosce lo spagnolo “Turismo siamo tutti ed è compito di tutti” utilizzato per la campagna di sensibilizzazione verso il popolo spagnolo necessaria a diffondere una nuova visone del turismo. L’Ufficio Statistico delle Nazioni UNITE già nel 1993 definì: “il termine ‘turismo’ identifica l’attività svolta dalle persone, per diletto, affari o per qualsiasi altro motivo, nel corso di viaggi e soggiorni in un luogo situato al di fuori del proprio ambiente abituale e per una durata minore di un anno”. Su questa base vengono compilate le statistiche di tutto il mondo, che registrano come turisti tutti coloro che si muovono da casa: vacanzieri, lavoratori pendolari, extracomunitari, clandestini, studenti fuori sede, chi va a curarsi, terremotati, ecc. (fare esempi) In pratica, la mobilità trasformata in turismo. La difficoltà è definire dimensioni e caratteristiche di un fenomeno percepito come vacanza quando invece è una infrastruttura indispensabile di una società avanzata, senza la quale non potrebbe funzionare il mondo delle Istituzioni, degli affari, del lavoro, oltre che del tempo libero. Nelle scuole, nelle Università, si insegna ancora, con caparbietà, che esistano le attività turistiche, quelle cioè che soddisfano le richieste dei turisti-tipo, e purtroppo nessuno si sente in imbarazzo nel proporre simili nozioni.

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Questa è la teoria “tolemaica” che pone al centro dell’universo, attorno a cui ruota la società, quel “turismo” che anche per la UE, non esiste. Infatti, già, nel 1995 (20 anni fa) la Commissione Europea precisò che “è il turista che con il suo comportamento qualifica un consumo come turistico", testimoniando che la materia non ha confini misurabili. Il turismo sta sconvolgendo la geografia, i territori, gli stili di popolazioni con millenni di storia alle spalle, la qualità della vita. Oggi possiamo affermare che in una Europa senza fabbriche, non ci resta che il territorio. Da queste sintetiche considerazioni, emerge il ruolo che le Istituzioni sono chiamate a svolgere in una materia in cui non c’è ancora un sapere stabilito, sicuro. Abbiamo un sapere ipotetico, basato oltretutto su statistiche talvolta opinabili, che consigliano di rivedere continuamente tutto ciò che ha l'apparenza di una certezza. Oggi si afferma che il turismo è la principale attività a livello mondiale, ma prevale ancora la percezione di una attività piuttosto fatua e leggera che si occupa di vacanza. E più dei profitti della gestione è la capacità di generare liquidità che attira gli investitori finanziari. In passato, in molte aree, la buona stagione del turismo non fu dovuta tanto alla produzione di beni reali, quanto alla speculazione territoriale e alla mancanza di concorrenza. Un turismo che non sia al servizio del territorio non può esistere. Dove si è tentato di porre il territorio al servizio del turismo, il fallimento e il degrado sono arrivati ben presto. Non è corretto sostenere che il turismo sta cambiando. Ad evolversi, da sempre, è l’umanità: per capire il fenomeno è quindi necessario porre al centro dell’attenzione l’uomo e il territorio dove l’uomo vive, anche quando diventa turista.

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Il cosiddetto “turista” è una persona e non un marziano E’ un “abitante provvisorio” del territorio ospitante, che si aggiunge ai residenti abituali, con tutti i vantaggi e i costi che ne derivano. La capacità di accoglienza di un territorio è la base dell’ofelimità (la proprietà che i beni economici hanno di soddisfare bisogni umani) dell’offerta turistica, ed è misurata dalla qualità della vita che offre ai suoi abitanti. Di conseguenza, non si può migliorare la “qualità” soltanto per i forestieri. Tutti i cittadini sono coinvolti, fanno parte del contesto, dell’offerta, della coreografia e rappresentano una delle principali attrazioni. Le attività e le risorse di un territorio sono tutte turistiche, perché tutte necessarie agli abitanti, abituali o provvisori. Non esiste il concetto di “spesa turistica” perché è il consumatore-turista che qualifica come “consumo turistico” (1995 commissione europea) ciò che acquista: dal parrucchiere al farmacista, al carrozziere, al giornalaio, al tabaccaio, al calzolaio, ecc. In Emilia Romagna si comincia a respirare aria nuova, interesse per il turismo. ll Presidente Bonaccini e l’Assessore Corsini affermano con forza che "il turismo è e deve essere tra le principali attività economiche della Regione“,……..la sua vera ricchezza. Sta cambiando la cultura economica e deve continuarlo a farlo. Si sono infranti molti miti: le potenze mondiali del turismo non sono i cosiddetti paradisi delle vacanze ma sono i luoghi in cui è alta la qualità della vita. (L’Emilia Romagna è tra questi luoghi)

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Possiamo e dobbiamo scommettere sull’Appennino Bolognese, facendolo diventare il laboratorio dove sviluppare questo nuovo modo di pensare il fenomeno, dove poter sviluppare con forza progettualità che sviluppi questo nuovo abito mentale. Quindi, e mi avvio alle conclusioni, in Appennino la situazione del Turismo migliorerà quando ci si renderà conto che: - la base dell'offerta turistica è il territorio, con tutte le sue attività,

risorse naturali, ambientali e culturali, e capacità di accoglienza; - tutte le attività e le risorse di un territorio sono turistiche,

perché necessarie al turista, ed è il consumatore-turista che qualifica come "turistico" ciò che compra;

- il "turista" è una persona e non un marziano è un "abitante provvisorio" del territorio ospitante;

- tutta la popolazione è coinvolta dall'attività turistica, nei benefici e nei costi che essa provoca, e fa parte del contesto, dell'offerta, della coreografia, alla pari del patrimonio culturale;

- non si può migliorare la qualità del vivere soltanto per i turisti: dove vivono male i residenti abituali, vivono male anche quelli provvisori.

Questi concetti rappresentano la chiave di volta di uno sviluppo turistico moderno, stabile e sostenibile. Un abitante soddisfatto, orgoglioso della sua terra, appagato dal livello dei servizi che riceve, stimolato a consumare (gastronomia, musei, natura, bellezze artistiche e storiche, spettacoli, eventi, artigianato, beni di consumo) è il più accreditato indicatore della bontà di un’area ad essere percepita e vissuta come turistica. Luoghi del genere non possono che divenire attrattivi per definizione. Bisogna lavorare per questo e con idee nuove. Grazie per l’attenzione.

Dott. Pasquale Maurella Studio MAURELLA TOMMASI