Insieme N°3 2009

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TU E LA TUA BANCA RIVISTA TRIMESTRALE DELLA BCC DI PALESTRINA - N° 03 - LUGLIO 2009 (in attesa di registrazione) Palestrina BANCA DI CREDITO COOPERATIVO Differente per forza 1909 2009 SPECIALE 100 ANNI L’EVENTO IL CONCERTO DI MORRICONE SPECIALE 100 ANNI L’EVENTO IL CONCERTO DI MORRICONE

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Rivista trimestrale della BCC di Palestrina

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TU E LA TUA BANCA

R I V I S TA T R I M E S T R A L E D E L L A B CC D I PA L E S T R I N A - N ° 0 3 - LU G L I O 2 0 0 9 ( i n a t t e s a d i re g i s t r a z i o n e )

PalestrinaBANCA DI CREDITO COOPERATIVODifferente per forza

1909 2009

SPECIALE100 ANNIL’EVENTOIL CONCERTO DI MORRICONE

SPECIALE100 ANNIL’EVENTOIL CONCERTO DI MORRICONE

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Franco Caleffi, direttore generale Federcasse, a seguito di unmalore improvviso ci ha lasciato il 19 maggio u.s.Ricopriva tale carica dal 1997. Era anche Direttore Generale delFondo di garanzia dei depositanti e del Fondo di garanzia degliobbligazionisti e del neo costituito Fondo di garanzia istituzio-nale del Credito Cooperativo.La sua dipartita è stata una gravissima perdita anche per lanostra banca, alla quale è stato particolarmente vicino. A lui,tutti dobbiamo grande riconoscenza. Se negli anni le BCC sonocresciute in qualità ed oggi sono considerate banche sane, attenteai bisogni delle persone e delle comunità locali, capaci di sostene-re l’economia reale, in particolare in questo momento di profon-da crisi, lo si deve anche a Caleffi ed al suo lavoro di grande pro-fessionista. Lo ricordiamo come un amico sensibile, attento,instancabile, convinto di lavorare ad un progetto, quello coopera-tivo, non solo economico ma anche di grande valore sociale.Revisore contabile, già dirigente dell’area di vigilanza dellaBanca d’Italia, era membro del Consiglio e del ComitatoEsecutivo dell’ABI ed ha ricoperto la carica di sottosegretario alministero delle Finanze, nel Governo presieduto da LambertoDini (1995-1996).Lascia la moglie Elisabetta e due figlie: Laura e Livia.Nel momento del dolore, con il Consiglio di Amministrazione econ la Direzione, abbiamo espresso il nostro cordoglio alla fami-glia ed alla Federcasse per la perdita di un grande amico. Lo rin-noviamo anche da queste colonne. Per colmare il grande vuotoche ci ha lasciato, ci resta solo il conforto della fede: “ vita non tol-litur sed mutatur”. Non un addio dunque, Franco, ma un... arrivederci!

FRANCO CALEFFI, un amico

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Risultati, obiettivi e strategie della BCC:sono i temi di un’intervista al PresidenteMarcello Cola.In un suo articolo, inoltre, sviluppa alcu-ne riflessioni sullo scenario più genera-le, con riferimenti alle considerazioniche il Governatore Mario Draghi ha svol-to all’assemblea della Banca d’Italia edai temi dell’enciclica del Papa “Caritas inveritate”.

Come si collocano le BCC nell’attualepanorama creditizio? Risponde il leaderdel credito cooperativo, AlessandroAzzi, in un’intervista al Corriere dellaSera.

Siamo a metà dell’esercizio 2009. Lostato e le prospettive dell’attività dellabanca nell’editoriale del direttore gene-rale Sergio Castellazzi.

Soci protagonisti. La cronaca dell’as-semblea ordinaria e straordinaria delloscorso 26 aprile. Temi più importanti lerelazioni del bilancio 2008 e nuovoStatuto.

“Speciale Centenario” : sono proseguitele iniziative programmate, con l’evento,il 3 luglio, del concerto di EnnioMorricone.

La Banca ed il Museo: la direttriceSandra Gatti traccia il quadro e le pro-spettive di una collaborazione , partico-larmente attiva, con specifico riferimen-to alla valorizzazione dello straordina-rio “rilievo Grimani”.

Dalla relazione all’assemblea delle BCCdel Lazio, Umbria e Sardegna, che si èsvolta lo scorso 26 giugno, la collocazio-ne ed il rilievo della nostra banca nelcontesto interregionale.

In questo numeroDI GIOVANNI CONTENA

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Sommario3 In questo numero

di Giovanni Contena

3 Intervista al Presidente:RISULTATI, OBIETTIVIE STRATEGIEdi Giovanni Contena

8 Azzi: questa è la rivincitadei Lillipuzianidel Creditodi Stefano Righi

10 Editorialedi Sergio Castellazzi

14 26 Aprile 2009:AssembleaOrdinariadi G. C.

20 26 Aprile 2009:Assemblea Straordinariadi G. C.

21 Speciale Centenario

23 Mostra civiltà contadine:stretto legame con il territoriodi Alessandra Battaglia

26 Il Principedella Musicadi Moreno Alessi

28 5 giugno 2009:Il libro del Centenariodi G. C.

30 Prefazione di A. Azzi

32 Introduzione di M. Cola

34 14 giugno 2009:Festa del Socio

37 Documentario:La nostra storiaper immaginidi Gianpiero Urbani

38 L’evento:Il Concerto di Ennio Morricone40 L’evento di G. Barone

42 Musica in celluloide

46 Scenario:la ragione e la speranzadi Marcello Cola

48 Il Museo e la Bancadi Sandra Gatti

51 26 giugno 2009:Assemblea FEDERLUSdi Brunella Venier

57 Il Card. Saraiva Martins

58 Ultim’ora: Valerio Cleridi Alessandra Battaglia

RIVISTA TRIMESTRALE della BCC di PalestrinaEditore: Banca di Credito Cooperativo di Palestrina

Direttore responsabile: Giovanni ContenaStampa: I.T.L. - Via Colle Girello 107, Palestrina (Roma)Foto di: Valerio del Moro, Stefano Pinci, Bruno Saravo,

Angelo Pinci, Ercole SbardellaIN ATTESA DI REGISTRAZIONE • DISTRIBUZIONE GRATUITA

TU E LA TUA BANCA

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D: Il 26 aprile scorso, all’assemblea dei soci, hai ras-segnato, anche a nome del Consiglio di ammini-strazione, le relazioni di bilancio dell’esercizio2008: il 99°, preludio a quello in corso che coincidecon il centenario di fondazione della BCC. Luci edombre.R: Molta luce, anche in questa notte, lunga e tenebro-sa, della profonda crisi che investe la finanza globalee l’economia reale. Un esercizio impegnativo, pertan-

to, che rende particolarmente complesso il percorsodi quest’anno. Ma non voglio sfuggire alla tuadomanda. Abbiamo navigato controcorrente, conrisultati particolarmente positivi. Sotto certi profili,perfino eccezionali: robusta la crescita della massaamministrata; forte incremento degli impieghi; risul-tato operativo di tutto rispetto.( Nella “cronaca” sul-l’assemblea dei soci gli aggregati in dettaglio: n.d.r.)

D: Archiviato con successo l’esercizio scorso, qualile previsioni, a metà percorso, per l’esercizio cor-rente?

R: Procediamo “a vista”, con un attento e costantemonitoraggio delle difficoltà che attraversano il mer-cato e che lambiscono anche il nostro specifico seg-mento operativo. Con grande prudenza ma senzarinunciare alla nostra missione di finalizzare l’utilizzodegli strumenti creditizi alla crescita delle nostre eco-nomie locali. Ed i risultati, pur parziali, sono interes-santi. Ripetere quelli del 2008 sarà difficile. Siamo,tuttavia, sulla buona strada.

D: Siamo nell’anno del centenario. Per oltre la metàdi questo tempo hai sempre svolto un ruolo daprotagonista . Hai iniziato nel lontano 1958.R: Mi trovavo ad un bivio. Fresco di diploma avevo intasca una lettera di assunzione alla Banca Nazionaledel Lavoro. Un tracciato sicuro. In contemporanea, ilmio “spirito guida”, il compianto Primitivo Giordani,tra i noccioleti di Ronciglione, mi offriva il fascino del-l’ignoto e della sfida. Ha prevalso questo ed è così ini-ziata la mia avventura qui a Palestrina.

Intervista al Presidenterisultati,obiettivi e strategie

DI GIOVANNI CONTENA

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D: Rimpianti?R: Nessuno. I primi momenti sono stati particolar-mente duri, perché l’allora Cassa rurale languiva esembrava destinata ad un definitivo e veloce declino:alla sua chiusura. Occorreva invertire rotta ed era ilcompito che mi era stato affidato.

D: Di quali iniziative vai maggiormente fiero?R: L’elenco sarebbe lungo e perfino “noioso”, quasi unfreddo indice delle tappe di un lungo percorso.Soffermarsi su di esse e sulle diverse vicissitudini chehanno scandito mezzo secolo della nostra storiarischia di soffermarsi eccessivamente in una visionedi dettaglio e di smarrire l’autentica dinamica deldivenire della nostra banca: con la sua peculiareidentità e con la sua capacità di adeguarsi, con gran-de flessibilità, al veloce mutare dei tempi. Innestandonel solco degli eventi, ed anche rispetto alla competi-tività di mercato, il suo modo, originale e diverso, diessere e di fare banca. Il mio primo obiettivo, nell’olia-re la porta ormai arrugginita della banca e per ren-dere meno faticosa la sua apertura, nel 1958, era laconquista della fiducia della nostra comunità, impri-mendo una forte impronta operativa, per dare cer-tezze e solidi punti di riferimento a chi ci affidava ilrisparmio, carburante necessario per stimolare esostenere l’economia di Palestrina. E il metodo era ildialogo paziente con le diverse componenti dellanostra comunità per coinvolgerle nel progetto dirilancio della “loro” cooperativa di credito.

D: Ultimo scorcio degli anni ’50 e poi i”favolosi”anni ’60.R: Ma quali favolosi! Lasciamo da parte la mitologiadel miracolo economico e ritroviamo il senso delladirezione di marcia di quegli anni: coraggio, determi-nazione, sudore, fatica, sacrificio.

D: Coraggio o incoscienza?R: La battuta è buona e, al fondo, racchiude unaverità. Ti rispondo: entrambi. Il Consiglio diAmministrazione mi aveva affidato un compitomolto chiaro: rivitalizzare l’anima cooperativa, con isuoi valori e le sue scelte; imprimere quest’animaall’azienda banca, in termini di efficacia e di efficien-za operativa. Saldare, in altri termini, l’identità coope-rativa con quella più propriamente bancaria. Inbuona sostanza, azienda di credito, moderna ed effi-ciente per poter meglio travasare nel vivo del tessutosociale, nella comunità, i grandi valori della mutua-lità e della solidarietà. Con un corollario. Disporre di

risorse crescenti per impegnarle a sostegno della cre-scita, anche civile e culturale- e non solo economica-della nostra città, con una particolare attenzione aigiovani ed alle componenti più deboli. Su questelinee di direzione si è sviluppato il mio impegno: ieri,come Direttore ed oggi come Presidente.

D: Con quali risultati?R: Se dovessi tracciare un mio bilancio, non avreitimore di affermare che sono orgoglioso ed estrema-mente soddisfatto dei grandi traguardi raggiunti.

D: Non ti turba almeno qualche omissione?R: Preferisco stare al percorso compiuto, soventearduo e molto impegnativo. Un aspetto vorrei sottoli-neare: non mi sono mai lasciato deprimere dalle dif-ficoltà o dalle ineluttabili battute d’arresto. Ho prefe-rito sempre navigare a vista, con attenzione agli sco-gli e con un forte spirito pragmatico. Sapendo beneche nell’attività creditizia gli eventi esterni ti possonomolto condizionare. L’importante è prevenirli egovernarli per non essere travolti.

D: E la linea di direzione?R: Coerenza ad un modo “diverso” di fare banca, tipi-co di una cooperativa di credito, con la conseguentecapacità di “ piegare” le stesse tecniche del creditoagli obiettivi che insieme abbiamo deciso di perse-guire. Ecco perché non mi entusiasmo di fronte ai soliaggregati creditizi e finanziari. Non è solo su di essiche si misura il nostro successo, ma anche, e soprat-tutto, sulla crescita che siamo stati capaci di impri-mere alla nostra comunità.

D: Ha qualche rammarico?R: Forse più di uno. Ma è poco influente sui risultatipiù complessivi. Del resto il meglio sovente è nemicodel bene. E per evitare di incartarmi ho preferito diseguire e di realizzare il bene della nostra banca.Potevo fare di più? Forse si. Ma la storia non si fa nécon i “se” né con i “ma”. Per dire che più che ai sognipreferisco restare saldamente ancorato ai fatti ed alleconcrete realizzazioni; ai risultati più che agli auspici.

D: Un obiettivo?R: Un robusto impulso alla crescita della banca, allar-gando il perimetro, per ampliare l’area di operativitàai territori finitimi: per accrescere la massa criticadelle risorse finanziarie per un più efficace posiziona-mento anche competitivo nel territorio, ma anche perdilatare in esso quel virtuoso circuito propulsivo di

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organica crescita, che costituisce il solido referentedella nostra originale esperienza. Il tessuto connetti-vo che abbiamo realizzato, con le nostre dodici filiali,va ulteriormente rafforzato, con una sapiente indivi-duazione di nuove localizzazioni di insediamentonella nostra comunque ristretta area di operatività.

D: Un sogno nel cassetto?R: Lo accarezzavo da tempo: dotare la banca di unasede propria. Il sogno si è tradotto in progetto, conl’individuazione anche dell’area nella quale sorgerà.

Con due obiettivi: strutture più moderne ed efficientidi servizio alla clientela, per rendere ancora più strin-gente, cordiale e diretto, quel rapporto con le perso-ne, che caratterizza il nostro modo di operare e che cidistingue dalla altre istituzioni creditizie; una sedeche sia davvero la casa di tutti, dotata di servizi chefacilitino l’organizzazione e lo svolgimento di incon-tri, di seminari, di convegni dove le diverse compo-nenti delle nostre comunità possano incontrarsi.Perché si cresca davvero insieme.

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Azzi: questa è la rivincitadei Lillipuziani del creditointervista al Corriere della Sera del 6 luglio 2009

DI STEFANO RIGHI

È il signore incontrastato del credito cooperativo.Alessandro Azzi, avvocato, da vent’anni è il presi-dente della Bcc del Garda e da 17 guidaFedercasse, l’associazione delle casse rurali e dellebanche di credito cooperativo. Prese singolarmen-te sono nulla, ma se si mettono assieme queste 438banche che vanno da Bolzano a Pachino, da quelladi lingua slovena all’aostana, appare una galassiadi 4.044 sportelli, 30 mila dipendenti, 900 mila soci.Azzi sa bene di non essere l’imperatore di que-st’impero con l’anima cooperativa, ma solo il por-tavoce: «Le nostre banche non sono tutte ugualifra loro, ma una cosa ci accomuna, la conoscenzadella nostra clientela e del territorio dove operia-mo. Sia chiaro, non vogliamo confrontarci né darelezioni a nessuno, ma i fatti adesso sono dallanostra parte».

FINANZANel momento in cui le organizzazioni imprendito-riali puntano il dito contro il sistema bancarioaccusando i signori degli sportelli di essere lacausa del credit crunch, la stretta creditizia chesoffoca le aziende, la galassia delle Bcc, le microbanche di paese, ottiene il riconoscimento piùambito, quello di essere partner affidabile di nuoveiniziative imprenditoriali. Piccole economie, talvol-ta medie, mai grandi. Sia chiaro: «Io non voglio giu-dicare gli altri - sottolinea Azzi - non credo che lasoluzione dei problemi che affliggono il creditooggi in Italia sia lo spezzatino di Intesa e Unicredit.Queste banche hanno un ruolo e una funzione benprecisa, ma sono orgoglioso dei risultati ottenutidal nostro sistema. Quanto è accaduto nell’ultimoanno dimostra che il senso della finanza è dare uti-lità sociale, perché la finanza fine a se stessa èestremamente pericolosa; che il roe (return onequity, ovvero l’indice di redditività del capitaleproprio), è un mito sbagliato; che l’idolatria delbreve termine non era sostenibile nel lungo perio-do. Le crisi rimarcano le differenze. Quando c’è labassa marea si vede cosa c’è sotto, con il mare altosono bravi tutti... ».

DIMENSIONILa crisi colpisce piccoli e grandi. Ma le piccole, leBcc, hanno deciso di essere diverse. Lo hanno urla-to nella campagna pubblicitaria dello scorso inver-no, cercano di dimostrarlo ogni giorno: questabanca è differente. Anche adesso. «Tutti invocanoun ritorno ai fondamentali, all’analisi dei bilanci,alla solidità. Ben vengano - dice Azzi -. Noi conti-nuiamo a sostenere le famiglie e le pmi, a meritarela raccolta e siamo tranquilli per il livello di patri-monializzazione acquisito nel corso degli anni.Certo, il momento è difficile e noi soffriamo assie-me alle nostre comunità, la percentuale delle soffe-renze aumenta anche per noi, ma non è che abbia-mo perso la capacità di valutare il merito di credi-to. La conoscenza della clientela, della sua storia, èla chiave per interpretare il futuro, anche se sappia-mo bene che, al di là della buona volontà, c’è chinon ce la fa proprio».

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TENUTAEppure il sistema tiene, Chiuso il 2008 con depositi da clientela superiori ai 137 miliardi di euro, il primotrimestre dell’anno in corso ha segnato una crescita dell’1 per cento. Al punto che la difesa del sistemabancario rovescia i termini della questione: sono gli imprenditori, non le banche, a non osare in questoperiodo. «La ragione spesso sta da due parti - chiosa Azzi -. Oggi non c’è più un rischio liquidità, la rac-colta bancaria c’è, se resta lì inutilizzata, come si vede anche dai nostri dati, significa che c’è incertezza,che la gente non si fida, non vuole osare. Ma gli impieghi complessivi del sistema sono aumentati nell’ul-timo anno del 2 per cento, quelli delle Bcc del 10 per cento. Non siamo più bravi, solamente conosciamomeglio chi ci sta di fronte». E al tempo della finanza transnazionale non è cosa da poco.

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Fare banca, nel contesto di uno scenario creditizioe finanziario, con permanenti robusti elementi dicriticità, è particolarmente difficile. Si sono appan-nati i punti di riferimento ed il possibile percorsoda seguire è “evaporato”, mentre emerge e si allar-ga il clima di sfiducia. Il superamento della crisifinanziaria, che ha investito i mercati globali, appa-re ancora lontano. Se si allarga l’attenzione a quel-

lo che sta succedendo oltre oceano, la cronacaimpietosa ci informa che negli Stati Uniti continuala chiusura, per fallimento, di aziende di credito. Acadere sotto la mannaia sono adesso le bancheregionali e quelle di piccole dimensioni.

Ben altro è lo scenario, se ci riferiamo alle aziendedi credito, del nostro Paese. Soffrono i grandi grup-

EditorialeDI SERGIO CASTELLAZZI

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pi; meno le banche piccole. In particolare le BCC,compresa la nostra. Il sistema bancario italianooffre di sé un quadro più rassicurante rispetto allealtre realtà del vecchio continente. Solo qualchedato: nessuna banca italiana ha avuto bisogno del-l’intervento diretto dello Stato per sopravviverenel mercato. Ed inoltre: il totale dell’attivo è 16volte il patrimonio contro le 51 volte della mediatedesca; la quota di finanziamenti a imprese efamiglie incide in Italia per il 63% del totale dell’at-tivo rispetto al 38% degli altri Paesi; il nostro tota-le degli impieghi si attesta al 18% contro il 47%delle banche europee. Sullo stato di salute delnostro sistema bancario, complessivamen-te più favorevole rispetto ai concor-renti, si addensano nubi, insidio-se e preoccupanti, come haricordato il presidentedell’ABI Corrado Faissola:l’impennata prepotentedelle sofferenze; il fortepeggioramento dellaredditività, con ilROE che declinain basso, conun ridimen-sionamentodi oltre il50% rispettoal 2008; uncontenimentosul tasso di cre-scita, anche se lavariazione restaleggermente positiva,sui finanziamenti alle impre-se; la riduzione molto secca dei mar-gini di intermediazione creditizia perl’assestamento in basso dei tassi di inte-resse, diminuiti in ragione d’ anno di 220punti base.

Gli effetti devastanti della crisi finanziaria, in buonasintesi, hanno investito l’economia reale, la cuidebolezza si riverbera sul sistema creditizio. Il vir-tuoso circuito banche-imprese si è inceppato, ed iconti delle aziende di credito sono nel cratere difortissime scosse telluriche, che ne comprometto-no - ed il momento della verità saranno i bilanci diquesto esercizio - la tenuta complessiva.

Uno scenario, pertanto, che non può alimentarefacili ottimismi né sconfinare nel pessimismo para-

lizzante . E’ il momento, al contrario, di tenere inervi saldi e di non smarrire, quindi, la rotta daseguire per uscire dal guado nel quale anche lanostra economia si è impantanata. Vale anche perla nostra banca che, con tutte le BCC, deve naviga-re in questo mare impetuoso. Non siamo un’isolafelice e risentiamo gli effetti della crisi più genera-le, con le difficoltà che attraversano il nostro spe-cifico segmento di mercato, alle quali si accompa-gna una concorrenza sempre più aggressiva, perfi-no corrosiva del tessuto connettivo delle nostrecomunità. Siamo, tuttavia, abituati a remare con-trocorrente e non ci spaventano le difficoltà.Teniamo ben ferma la barra del timone per dare

compiuta realizzazione alla strategia che ciha affidato il Consiglio di amministra-

zione per rafforzare il nostro modooriginale di intendere e di fare

banca, che sa guardareoltre i numeri per

mettere al centrola persona: con

le sue esigen-ze e con i suoip r o g e t t i ,imprendito-riali e di vita.

Che la sceltasia giusta lo

confermano ledinamiche degli

aggregati più significati-vi, con performancemolto positive sul versan-

te della raccolta e degliimpieghi. Anche l’aggregato

relativo al conto economico,che non può certo replicare lo

straordinario risultato del 2008, con-sentirà alla banca di dare continuità ed efficacia alsuo progetto strategico di sviluppo: come aziendae come cooperativa di credito.

Sono risultati particolarmente significativi, chevogliamo consolidare in questo secondo semestre,possibili anche perché la “ squadra” operativa è for-temente motivata e professionalmente preparataper affrontare le sfide; anche quelle più impegnati-ve. Abbiamo investito molto sui nostri collabora-tori. Continueremo a farlo perché risorsa decisivadel nostro successo.

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Relazioni e bilancio dell’esercizio 2008: è il puntopiù importante dell’ordine del giorno dell’assem-blea ordinaria dei soci, che si è svolta a Palestrina loscorso 26 aprile. E’ un appuntamento nel quale laparola torna ai soci, che sono chiamati ad esprime-re il loro giudizio sui risultati che sono stati conse-guiti dalla “loro” banca in un anno che segna unpassaggio storico, che apre la strada a quello delcentenario di fondazione. E’ grande l’attesa, mistaanche alla curiosità di conoscere tutti i dettagli diun percorso, che si è snodato in concomitanza conla profonda crisi che ha investito, con la finanza glo-bale, anche il sistema creditizio del nostro Paese.La relazione del Consiglio di amministrazione, illu-strata dal Presidente Marcello Cola, soddisfa ognipossibile curiosità. Il tono, pur nell’analisi degliaggregati, che evidenziano risultati straordinari,nella freddezza dei numeri, peraltro molto elo-quenti, è molto pacato. Quasi un colloquio, perquanto serrato, dal quale traspare certo soddisfa-zione, ma senza enfasi, senza retorica.E’ il puntuale resoconto di un’altra tappa di consoli-damento e di sviluppo della istituzione, che ilConsiglio rassegna al vaglio dei soci, in coerenzaalla migliore tradizione dell’identità cooperativa.

Un documento, in buona sostanza, che permette dimisurare l’ottimo stato di salute della BCC, confer-mato dalla relazione del Collegio dei sindaci e daquella della prestigiosa società di revisione, laDeloitte & Touche. Ed è a questa felice constatazio-ne che i soci esprimono il loro consenso, con unvoto all’unanimità, che approva l’operato delConsiglio con un invito a proseguire, con rinnovatoimpegno, lungo la strada intrapresa , che porta laBCC, nel modo migliore, verso il traguardo straordi-nario del bilancio del centenario: quello in corso.Nell’opera difficile, di scandagliare in profondità lacomposizione degli aggregati e le relative risultan-ze, fino ai dati conclusivi, i soci hanno potuto bene-ficiare della sapiente regia del Presidente Cola che,con grande destrezza, li ha guidati nei meandri,apparentemente perfino misteriosi, che costituisco-no l’impianto complesso dei documenti di bilancio.Dalla cui analisi emerge, tuttavia, un elemento cen-trale, che ravviva e dà un’anima anche a questi aset-tici documentati, senza alcuna forzatura di interpre-tazione, che confermano un modo originale e diver-so di intendere e di praticare l’attività creditizia: perla crescita delle persone e delle comunità, che sonopresenti nel suo perimetro operativo.

26 aprile 2009Assemblea ordinaria

DI G. C.

RACCOLTALa Raccolta DirettaLa raccolta diretta è passata da euro 313.627 mila ad euro 347.624 mila, registrando un aumento rispet-to all’esercizio 2007 che, in termini assoluti, si attesta ad Euro 33.997 mila e che, in termini percentuali,rappresenta il 10,84%. In continua significativa crescita il dato inerente le obbligazioni, che si ragguagliaad euro 44.456 mila, contro euro 28.881 mila dell’anno precedente, con un aumento percentuale del53,93%, in linea con la strategia volta, come pure l’anno passato, alla stabilizzazione della raccolta diretta.Soddisfacente anche la crescita dell’aggregato relativo ai conti correnti, che raggiunge il 5,88%, mentrel’apparente vertiginosa ascesa delle operazione pronti contro termine, è semplicemente legata al tecni-cismo delle scadenze.

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La Raccolta Indiretta

La raccolta indiretta ha complessivamente registrato un decremento del 10,92%. Il suddetto calo èinfluenzato in modo particolare dalla netta diminuzione del risparmio amministrato.

Massa Amministrata

Il dato relativo alla massa complessivamente amministrata, risultante dalla somma di raccolta diretta eindiretta, presenta un aumento pari al 4,30% che, in valore assoluto, si manifesta con una crescita di euro19.291 mila, replicando, in sostanza, le performance dell’esercizio 2007.

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IMPIEGHIImpieghi economiciIl dato che complessivamente rappresenta l’incremento dei crediti verso clientela si ragguaglia ad euro240.058 mila, presentando una crescita del 20,25%, superiore alla media di sistema ed in linea con la cre-scita dello scorso esercizio.Si sottolineano, in questa sede, sia l’incremento dei conti correnti, che hanno registrato un + 31,43%,come pure il proseguimento del trend positivo delle anticipazioni sbf, nonché degli aggregati a medio-lungo termine, per la parte mutui e sovvenzioni L&R che, unitamente ai mutui al fair value, rappresenta-no il 57,95% del totale impieghi.

Di seguito si evidenzia la distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenen-za dei debitori o degli emittenti, effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia:

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PATRIMONIOIl patrimonio aziendale, comprensivo dell’utile di esercizio, è pari ad euro 60.353 aumentato, rispetto al2007, del 10,77%Il patrimonio di vigilanza al 31.12.2008 si attesta ad euro 59.443 mila, contro euro 53.564 mila del 2007,in aumento, in valore assoluto di euro 5.879 mila, pari al 10,97%. Il rapporto tra il patrimonio di base edil valore delle attività ponderate per il rischio (Tier 1 capital ratio) si attesta al 23,74%, a rappresentare lacapacità di copertura dal rischio di credito e di mercato.

Dal 2004 ad oggi la crescita del patrimonio è stata complessivamente del 42,67%, che in valore assolu-to si ragguaglia ad euro 18.051 mila.

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COLLABORATORILe tabelle seguenti rappresentano la situazione relativa al personale dipendente al 31.12.2008, perquanto riguarda numero totale dei dipendenti, composizione della forza lavoro per sesso, età, titolo distudio ed età media.Da tale analisi possiamo trarre qualche conclusione: la prima è che la Banca, seppur in un periodo di con-giuntura sfavorevole nel quale si riscontrano notevoli difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, haassunto 37 persone nel periodo 2003-2008, dato che aggiunge 41 unità se si considerano le recentiassunzioni datate gennaio 2009.In relazione al programma di sviluppo della rete distributiva che verrà, tra gli altri obiettivi, declinato nelPiano Strategico, in corso di approvazione, l’organico attuale, nel breve periodo, sarà suscettibile di ulte-riori innesti.

Assunzioni periodo 2003-2009

Dall’analisi della composizione della forza lavoro si evidenzia una presenza femminile che sfiora il 40%nonché una componente significativa di personale in possesso di un titolo di studio universitario.

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Personale per sesso e titolo di studio al 31.12.2008La Banca è una realtà giovane, infatti l’età media deidipendenti complessivamente considerata è di circa40 anni, dato che si abbassa notevolmente perquanto riguarda la componente femminile, la cuietà media è al di sotto dei 35 anni.La prima fascia, riguardante, i dipendenti fino a 35anni, è composta di ben 28 elementi, pari al 33,73%del totale, mentre quella da 36 a 45 rappresenta il31,32%.

Tale visione d’insieme implica che tanto ancora si dovrà fare, oltre agli sforzi già compiuti, per crearedelle professionalità che, nel medio periodo, dovranno assumere ruoli sempre più strategici in ambitoaziendale.In tale contesto, oltre alle attività tipicamente formative di cui appresso, importante sarà il ruolo di quel-le risorse, appartenenti alle fasce di età più mature, che dovranno supportare le “nuove leve” con il lorobagaglio di conoscenza ed esperienza complessivamente acquisito.

DESTINAZIONE DEGLI UTILI

Il dato che da solo sintetizza un anno di lavoro è quello relativo all’utile netto, pari ad euro 6.669.575, cheregistra un aumento, rispetto al 2007, del 31,45% che, in termini assoluti, si attesta ad euro 1.596 mila. Latabella seguente rappresenta la crescita dell’utile nel quinquennio 2004-2008.

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Il COST/INCOME RATIO,dato dal rapporto tra i costi digestione ed il margine di interme-diazione, esprime l’efficienza nellagestione bancaria. Un basso valore di tale rapportoindica capacità di generare ricavicon una base di costo contenuta.Per il 2008 esso è pari al 49,82%,ancora in netto calo rispetto albuon risultato del 2007, anno incui tale indice si attestò al 52,31%.L’andamento del Cost/Income nelperiodo considerato, è riportatonel grafico seguente.

Il R.O.E. - Return on equity - dato dal rap-porto tra il risultato netto di bilancio ed ilcapitale proprio - ha raggiunto nel 2008 il12,23%.La crescita dell’indice in oggetto esprime ilgrado di redditività del capitale proprio e lasua positiva evoluzione nel quinquennio èrappresentata dal grafico di cui appresso.

SOCINell’anno 2008 è proseguito il processo di espansione della base sociale che, al 31.12.2008, risulta compostada 2.181 unità, contro le 2.075 del 2007, con un aumento pari al 5,11% che, in valore assoluto, si traduce in106 nuovi soci che hanno accordato la loro preferenza alla nostra realtà.Riguardo al tipo di attività svolta, i nostri soci sono essenzialmente privati cittadini, impiegati, pensiona-ti e casalinghe, professionisti e piccoli imprenditori locali.

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Ma la giornata non è finita. Segue l’assembleastraordinaria. I soci sono chiamati a discutere edapprovare l’adeguamento dello Statuto, la cartache regola la vita dell’impresa, in attuazione delledirettive emanate dalla Banca d’Italia ed elaborate

con l’apporto della Federasse. Il lavoro certosino,predisposto dal Consiglio di amministrazione, conuna lettura sinottica tra le vecchie norme ed il loroadeguamento, rende tutto più facile. Certo, i socisono chiamati a misurarsi con gli articoli ed icommi, che costituiscono l’ossatura dello Statuto.Le modifiche sono particolarmente importanti,perché sono relative alla gestione della banca.Non toccano i principi di fondo, quanto il comples-so dei compiti e delle funzioni di “governo”, relativial Consiglio di amministrazione; alla nuova struttu-ra del Comitato Esecutivo, al Presidente, allaDirezione, al Collegio dei Sindaci. Una articolazione dei ruoli per rendere più effica-ce la struttura di comando e di controllo perché labanca possa rispondere sempre meglio alle suefinalità istituzionali: in un equilibrio dei poteriinterni, sollecitati ad una più stringente sinergia,decisamente orientata all’efficienza e ad unagestione sana e prudente. In un intreccio virtuoso,in estrema sintesi, tra il Consiglio e la struttura ope-rativa, che fa capo alla Direzione, che convergononel comune e decisivo impegno per la crescitadella banca: come impresa competitiva e comecooperativa di credito. Nulla di stravolgente, quin-di, quanto l’adeguamento di alcune norme statu-tarie per una banca più moderna, flessibile ed effi-ciente.I soci, con la loro convinta approvazione, ne hannocolto compiutamente tutti gli aspetti: di cambia-mento e di innovazione.

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26 aprile 2009Assemblea straordinaria

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SpecialeCentenario

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Mostra civiltà contadine:saldo legame con il territorio

di ALESSANDRA BATTAGLIA

La Bcc di Palestrina è partner d’eccellenza dellaMostra sulle Civiltà Contadine “Cento anni fa, duerealtà a confronto”, iniziativa di successo del Circolo“Simeoni”.

Per il 100° anniversario della sua fondazione, la BCCprenestina, nell’ambito di una ricca agenda difesteggiamenti per i traguardi raggiunti, inseriscela Mostra “La Civiltà Contadina dei Monti Prenestinie della Val Gardena. Cento anni fa: due realtà a con-fronto”: evento realizzato dal prestigioso CircoloCulturale Prenestino “Roberto Simeoni”, che firmaanche l’omonimo tema oggetto del calendario2009 della BCC.

L’interessante iniziativa, tuttora itinerante (dal 9maggio 2009: 5000 visitatori), raffronta la vita con-dotta negli ultimi 100 anni in località geografica-mente distanti, che rivelano profonde affinità in unpercorso parallelo che sovrappone due stili di vitadiversi, lontani nelle categorie spazio-temporali, mache condividono, nelle matrici di sviluppo, impor-tanti iniziative economiche quali le Casse Rurali cheiniziarono a diffondersi proprio dall’Alto Adige.

Era il 1909 quando, su impulso della Rerum nova-rum del Papa, nella sede del Circolo GiovanileCattolico di Palestrina, dalla scelta coraggiosa di un

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gruppo di pionieri nasceva la locale Cassa RuraleCooperativa Cattolica di Prestiti e Risparmio, sortaper agevolare il credito rurale ed agricolo. Da allo-ra l’attività della Banca accompagna la vita dellacomunità che vi si affida con fiducia.

All’inaugurazione, tenutasi nel Ninfeo Barberini,Peppino Tomassi, Presidente del Circolo “Simeoni”,abile imprenditore edile, autore di innumerevolipubblicazioni ed iniziative culturali, annun-cia:“Invito la cittadinanza del ComprensorioPrenestino a visitare la Mostra che offre ampiorepertorio di scene, contesti e situazioni di vitacontadina di un secolo fa. Un modo per immerger-si in un’atmosfera d’altri tempi che riguarda le ori-gini di tutti noi”.L’ancestrale legame con il mondo contadino,intreccia vicende locali a pagine di storia condivisi-bili a più latitudini. In questo originale “gemellag-gio”, dalle due esperienze “rurali” confrontate, tra-pela la multiforme trama quotidiana di quei tempie anche le vicende che hanno accompagnato asce-sa e sviluppo della BCC, credibilità costruita dispie-gandosi in modo capillare.

A seguire l’Assessore alla Cultura Vittorio Perin, sidice: “Lieto di aver collaborato alla Mostra attraver-so l’iniziativa del “Bilancio partecipato” indettodall’Amministrazione comunale prenestina” guida-

ta dal sindaco Rodolfo Lena, con simpatiche allu-sioni al suo hobby personale: l’orto.

Poi, con la consueta scioltezza, il Presidente dellaBCC, Marcello Cola illustra ragioni e prospettivestoriche sottese dall’appoggio della BCC al temadella Mostra: “Non dobbiamo dimenticare le nostreradici rurali. Il successo della nostra Banca dipendeda questo fondamentale principio, da una gestio-ne trasparente e monitorata del credito e da gran-de sensibilità ai bisogni della clientela. Il nostroapproccio oculato, ieri come oggi, ci fa essere unaBanca del territorio e per il territorio. Con 12 spor-telli e pluralità di servizi, siamo una realtà consolida-ta che persegue l’obiettivo finanziario di sviluppolontano dalle logiche della finanza per la finanza”.

Dopo questo incipit, l’affollata platea, presenti variesponenti di cultura e istituzioni, visitata la sala cin-quecentesca (concessa in esclusiva dal principeBenedetto Barberini), procede nelle sale dell’espo-sizione, ripercorrendo le tappe epocali scandite daimportanti riferimenti interculturali che fondonoaspetti socio-economici.Fulcro della manifestazione l’esposizione dedicataa Palestrina, con plastico progettato da PeppinoTomassi e realizzato magistralmente da AntonioCeriani, su disegno di Memmo Lulli.Si susseguono poi una scrupolosa serie di pannel-

da sinistra: Vittorio Perin, Peppino Tomassi, Marcello Cola.

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li-guida dedicati al circondario prenestino, alterna-ti a teche contenenti antichi attrezzi ed utensililegati ad arti, mestieri e giochi popolari (anche suconcessione del Museo Contadino di CastelS.Pietro Romano).

Poiché tra le alture dolomitiche l’eco-nomia era racchiusa intorno al “maso”,un’intera stanza è dedicata alla rico-struzione in scala degli ambienti ditale complesso agricolo, ripropostinegli splendidi bozzetti lignei, operadell’artista Siegfried Irsara di Ortisei,coadiuvato dal figlio Raimond. Attenzione anche ai meravigliosicostumi popolari (indossati da BrigitteRunggaldier Pallana e famiglia) ed aldialetto, ladino e prenestino, valoriz-zati dai suggestivi maxi pannelli, con-cessi da Marco Forni dell’Istitut LadinMicurà De Ru, e con la collaborazionedella Provincia Autonoma di Bolzano,del Comune di Ortisei (in particolaredel sindaco Ewald Moroder e dell’as-sessore Marina Demetz) e delConsorzio Turistico Val Gardena.

Valorizzare la tradizione e proiettarsi consapevol-mente in un futuro volitivo: questa la prospettiva della BCC di Palestrina e di tutti coloro che hannocollaborato fattivamente al successo della Mostra.

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LA TRAMA DEL FILM...di Moreno Alessi

Joe, un ragazzo inglese con buona conoscenza della lin-gua e della cultura Italiana, riceve una lettera da Roma.Il mittente è un notaio che lo convoca per importanticomunicazioni che lo riguardano. Joe si reca a Roma.Dal notaio riceve informazioni riguardo il suo passatoche influenzeranno in modo rilevante il suo futuro.Nel centro storico di Roma, in un appartamento a lui sconosciuto, Joe incontracasualmente Rosetta, una ragazza che vive nell’appartamento attiguo e chediventerà, nella speciale circostanza, un’amica preziosa.Rosetta, studentessa di musica, racconta a Joe che nella casa in cui si trovanovisse un importante compositore del rinascimento Italiano, Giovanni Pierluigi daPalestrina. Senza mostrarlo, Joe è colpito dal nome del compositore, infatti, inseguito alla visita dal notaio, Joe si deve recare nella cittadina di Palestrina, pocodistante da Roma, per incontrare una persona.Joe arriva a Palestrina e, proprio nella casa natale del compositore indicato daRosetta, incontra Federico, un signore di circa cinquanta anni, colto e brillante,che in poco tempo diverrà per Joe un vero e proprio mentore.Federico fa da guida a Joe nella visita della città, che apparirà, anche grazie ai rac-conti suggestivi di Federico, un luogo ricco di storia ed arte.Nel tempo trascorso nel vecchio appartamento al centro di Roma, Joe guarda altelevisore alcune vecchie cassette trovate nella casa. Le cassette contengonointerviste a diversi musicologi che trattano argomenti inerenti al compositoreGiovanni Pierluigi da Palestrina. Dalla visione delle cassette Joe trae una grandequantità di informazioni sul rinascimento Italiano, sulla storia e in modo partico-lare sulla straordinaria avventura artistica del “Palestrina”; primo mito viventenella storia della musica europea.Superati i primi momenti di imbarazzo, Joe riesce ad affrontare con il mentorel’argomento che gli sta particolarmente a cuore; la lettera e i suoi contenuti.Joe inizia ad avere una visione più chiara della situazione, si confida con Rosettache gli è buona amica in una circostanza così particolare. Cresce in lui l’interesse per il compositore che sta diventato ormai un riferimentoimportante per la sua vita, acquisisce la consapevolezza della enorme staturaartistica del “Palestrina”, l’influenza che questi ha avuto su tutta la storia dellamusica e quanto la sua opera sia viva e attuale.Il rapporto con il mentore cresce di intensità. Ormai Joe è preso dalla figura del“Palestrina” , rapito dalla sua musica, che gli si rivela in tutta la sua armonia cosìcoinvolgente sul piano spirituale ed emotivo.Joe è solo nel vecchio appartamento, ha appena visto una cassetta con una inter-vista al maestro del coro della cattedrale di Canterbury. Questo, unito alle molteinformazioni venute dal mentore e ad altri elementi raccolti nella casa, fannoapparire ormai in piena luce il significato della eccezionale avventura che stavivendo in Italia e il non casuale incontro con la figura del “Palestrina”.Joe decide di tornare in Inghilterra per cercare le tracce della sua storia persona-le. Incontra ancora una volta Rosetta e le comunica la sua decisione.In Inghilterra, solo nella sua casa, Joe scrive una mail a Rosetta in cui le rivela tuttii particolari della storia e quanto ormai sia importante per lui il “Palestrina” e lasua musica.Riccardo Barbera “ Il Mentore”Luca Manganaro “Joe”Stefania Sardo “Rosetta”

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L’appuntamento è al Cinema “Principe” alleore 18 di venerdì 5 giugno per la presenta-zione del libro ”I cento anni della BCC diPalestrina: storia di una istituzione, storia diuna città” con l’autore Luigi Bandiera. Due ivolumi: il primo dagli inizi del ’900 al 1954; ilsecondo dal 1958 - anno della nascita anuova vita della banca - fino al 2008.La scelta della giornata mi lascia perplessoperchè coincide con la chiusura della cam-pagna elettorale per le europee e per leamministrative. E, altra considerazione, aPalestrina si vota per il rinnovo delConsiglio Comunale. Mi chiedo: chi sarà pre-sente? Mentre questo pensiero mi assilla,sento il “gracchiare” degli altoparlanti.Qualcuno parla di politica, ma osservo chenessuno lo ascolta. Varco la soglia del cine-matografo, con la vaga impressione chetutto si svolgerà fra pochi intimi. Ed invece,la sorpresa: la sala del “Principe” è gremita.La banca, quindi, ha sempre una grandecapacità di richiamo.Ma veniamo alla presentazione dei duevolumi. Lo stato maggiore della BCC è alcompleto e l’autore, Luigi Bandiera, in per-fetta forma. Offre al pubblico la sua “creatu-ra”: complessivamente poco più di 900pagine. Due bei tomi, che racchiudono unsecolo di storia, con foto, recenti ed ingialli-te, e documenti rari, vergati in bella grafia,che danno senso ad una rigorosa ricostru-zione di fatti, di circostanze, di avvenimentie di persone. Merita consultarli: meglioancora leggerli con attenzione per cogliereil nesso, quasi simbiotico, che lega stretta-mente le vicissitudini di Palestrina con quel-le della “sua” banca.Una banca, fatta di persone, con i soci sem-pre protagonisti. Anche quando si confron-tano, con accesi toni di aspra dialettica;quando si misurano su liste contrapposteper la elezione del Consiglio di amministra-zione e poi trovano, quasi per incanto, una

5 giugno 2009Il libro del Centenario

DI G. C.

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comune posizione per convergere sull’obiettivocentrale del consolidamento e della crescita dellaloro istituzione. Anche di questo offre una puntua-le ricostruzione l’autore. Per saperne di più, percoglierne scenari e dettagli, un invito a leggere idue volumi, Ci aiutano a capirne passaggi e traiet-torie, la prefazione del presidente nazionale delleBCC, Alessandro Azzi, e la nota introduttiva del pre-

sidente Marcello Cola, autentico protagonista dellavita, delle esperienze e dei traguardi che la coope-rativa di credito ha raggiunto: dal 1958 ad oggi. Lastoria buona di una Banca.

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Prefazione DI ALESSANDRO AZZIPRESIDENTE FEDERCASSE

Celebrare i cento anni di una Banca è un fatto, oggi,pieno di significato. Proprio mentre le cronache ciricordano quotidianamente l’essenza di una crisifinanziaria mai vissuta prima, nella quale certezzeconsolidate e colossi d’argilla si sono sgretolati inuna notte, parlare di una istituzione creditizia cente-naria assume contorni che vanno al di là di un purofatto celebrativo.Sono, in altre parole, la migliore risposta che si possadare a chi, oggi, cerca soluzioni alla crisi del credito.Una crisi, lo si ripete continuamente, di valori, di fidu-cia, di etica.La Banca di Credito Cooperativo di Palestrina puòallora con orgoglio celebrare questo centenario.Potendo presentare alla propria comunità - ma nonsolo - la bontà di una intuizione che portò un gruppodi “concreti idealisti” a scommettere sul cambiamen-to: mettendo insieme i propri risparmi, contrastandoefficacemente l’usura, cercando una alternativa pos-sibile alla mancanza di credito, gestito in manieraostile dalle banche tradizionali, troppo distanti dalleesigenze della gente.A fare da collante di tutto ciò - e questo traspare real-mente da ogni pagina - una fortissima tensione valo-riale. Con la più volte ricordata Enciclica RerumNovarum a fare da apripista, che - a rileggerla oggi -contiene affermazioni di una attualità sorprendente.Ne ricordo una sola: “Principalissimo tra i doveri èdare a ciascuno la giusta mercede. Il determinarlasecondo giustizia dipende da molte considerazioni.Ma in generale si ricordino i capitalisti e i padroni chele umane leggi non permettono di opprimere perutile proprio i bisognosi e gli infelici, e di trafficaresulla miseria del prossimo”.È allora un misto di valori, etica, fiducia, unite alcoraggio e ad una visione davvero profetica dellarealtà che ha segnato la nascita e la crescita dellaCassa Rurale e Artigiana di Palestrina, oggi modernaed efficiente Banca di Credito Cooperativo capace,peraltro, di “raccontare se stessa” con questo volumestorico. Nel quale, inoltre, colpisce il fortissimo legameche da subito ha unito la Cassa con una intera comu-nità locale.Palestrina, l’antica e storica Praeneste, può essere

inserita fra le testimonianze caratterizzate dallaprossimità e dalla capacità di vicinanza - ma forsesarebbe più esatto definirla “simbiosi” - che lega, sindalle origini, un intero territorio alla propria coopera-tiva di credito. I tempi cambiano, le società diventanosempre più “liquide”, per usare un termine oggi ricor-rente, ma la solidità e la concretezza di un rapportostretto tra comunità e banca è qualcosa di particola-re. Capace, come vediamo, di attraversare il tempo eresistere alle intemperie della storia.Un altro aspetto che credo si possa sottolineare, inol-tre, è quello del linguaggio che traspare dai tantidocumenti d’epoca e che il volume, sapientemente,riporta. È un linguaggio a volte essenziale, semplice ediretto. È il linguaggio dell’economia reale. Che afronte di un prestito ha il corrispettivo di un bene. Illegame di un impegno che - nella sua semplicità edessenzialità - è forte come la roccia. Viene da pensareai tanti neologismi coniati negli anni per rappresen-tare prodotti finanziari sempre più sofisticati e - conuna progressione quasi geometrica - sempre piùdistanti dalla realtà, dalla concretezza. Questo libro,allora, contiene in sé anche un ulteriore valore intrin-seco: quello di fare cultura cooperativa e cultura dellacooperazione di credito. Attraverso la storia buona diuna Banca si trasmettono non solo esperienze e fatti,ma anche l’essenza stessa di quella esperienza. Chepassa anche dall’immagine di un “pagherò” vergatoa mano con la calligrafia sbiadita dal tempo.

Alla Banca di Credito Cooperativo di Palestrina, allora,l’augurio migliore per vivere e celebrare questo cente-nario con orgogliosa consapevolezza. Ma anche conl’umiltà dei coraggiosi. Perché solo restando coerentialla missione e al Movimento del quale fa parte, solosapendo guardare sapientemente alla propria storiae traendo da questa nuovo impulso e nuova energiasaprà rinnovarsi nella fedeltà e raggiungere altri esempre più impegnativi traguardi. Al servizio del benecomune di un territorio straordinario.

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Introduzione DI MARCELLO COLAPRESIDENTE BCC PALESTRINA

Scavare tra le pieghe della memoria per far riemer-gere fatti, situazioni ed accadimenti che rischiava-no di essere racchiusi nei polverosi archivi di stu-diosi volenterosi. Restituirli, così, a quel filone dicultura e di tradizioni che appartiene a tutti noi, dicui ogni angolo della nostra città trasuda. Nellenostre contrade si è sovente segnato il croceviadella “grande” storia, di cui restano vestigia e testi-monianze, che ci riportano molto indietro neltempo, alle origini di un antico villaggio, che haintersecato i destini di Roma, prima ancora chevivesse i fulgidi momenti della sua massima gloriaimperiale. E successivamente nel dipanarsi deisecoli e dell’incessante susseguirsi delle stagioni,nel suo apparente immobilismo, è stata testimonedelle dinamiche sociali ed economiche del nostroPaese, fin dal nuovo disegno della carta geografica,che è scaturito con l’avvento dell’unità d’Italia ed iltramonto definitivo dello Stato Pontificio. Passaggicomplessi, che qui a Palestrina hanno lasciatotante tracce, che costituiscono altrettante tappe diun lungo e tortuoso percorso, che non dobbiamoné smarrire né dimenticare. Perché è su di essi chesi innesta la nostra storia, la vera storia della nostracomunità. È in questo scenario che vogliamo ricordare il cen-tenario della nostra banca. Potevamo limitarci aduna ricorrenza simbolica, ad un ricordo sbiadito erituale, intriso di retorica. Abbiamo scelto una stra-da diversa per cogliere, appunto, nelle pieghe degliavvenimenti il senso vero e profondo di una realiz-zazione, che ha inciso nella vita e nello stesso per-corso storico della nostra comunità. Sfogliare lepagine di questo studio, che si dipana per oltre 900pagine, arricchito di tanti documenti, vere pietremiliari del lungo percorso della nostra città, daquelle radici molto lontane, per passare alla istitu-zione della sua “banca” fino ai giorni nostri, se da unlato ci aiuta a comprendere il lungo fiume che haattraversato la nostra cittadina, dall’altra ci offrel’opportunità di ripercorrere le tante tappe chehanno visto le nostre componenti sociali svolgereun ruolo di autentiche protagoniste nel governare

le intricate questioni del momento, con la capacitàdi mai arrendersi ai contraccolpi di un destino cini-co e di saper costruire il proprio futuro. Se ci lasciamo guidare dalla mano saggia di LuigiBandiera scopriremo tanti passaggi che ci aiutanoa capire, attraverso la scoperta di sentieri reconditie sui quali si stava per depositare la spessa coltredell’oblio, davvero chi siamo, da dove veniamo equali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere.Questo è il senso che abbiamo voluto dare al cen-tenario della nostra BCC: per capire quella nostraoriginale identità che vogliamo ci guidi verso ilfuturo. Una identità che forse ha il colore di unafoto ingiallita, che raffigura i componenti di unafamiglia, in una sorta di flash back che ci stimola adallungare lo sguardo al passato perché quei visisono sovente dei nostri bisnonni, che hanno sapu-to affidarci un grande messaggio ed un testimoneda portare avanti nella corsa della nostra esistenza. Mi guardo attorno e mi colpiscono visi e cognomiche mi collegano ai grandi pionieri di questa istitu-zione. Alcuni dei loro discendenti li incrocio anchenel quotidiano lavoro della banca. Li fisso negliocchi e la memoria torna all’origine, a quel 10 gen-naio del 1909. Colgo il robusto filo che ci unisce aquel momento particolare, al virtuoso circuito cheessi hanno saputo alimentare tra la banca e questacomunità, in un fecondo e positivo intreccio, nelquale sovente persino i sogni più arditi si sono rea-lizzati. Comunque si è cresciuti insieme. Ed anchesotto questo profilo, il prezioso ed accurato lavorodel prof. Luigi Bandiera soddisfa ogni curiosità;anche quella più esigente. Percorrere le pagine di questa pubblicazione èutile, certo, per ricordare; ma anche per costruire ilnostro futuro. Proprio perché è nei momenti dimaggiore difficoltà, e la storia della nostra BCC neè esemplare testimonianza, che si deve progettareil futuro. È quello che stiamo facendo, in questa complessae tortuosa stagione che stiamo vivendo, perché sei nostri fondatori non conoscevano certo il cinese,nella cui lingua in un unico ologramma si scrive

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allo stesso modo crisi ed opportunità, sapevanonella loro antica saggezza, forgiata dal saper sem-pre remare controcorrente, che è nelle difficoltàche deve sempre prevalere il coraggio, che può

anche sconfinare nell’utopia, ma che è sempre lastrada maestra per aprire un nuovo orizzonte, cheper noi è di crescita economica, civile, culturale esociale. Ieri; soprattutto oggi.

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La cronaca di una giornata, davvero “speciale”, vis-suta a stretto contatto di gomito con il “popolo”della BCC di Palestrina, con i suoi protagonisti: isoci. Il primo impatto è in Chiesa, alla celebrazionedella messa, assiepata in ogni angolo. Noto, inprima fila, il presidente Marcello Cola. Il clima riflet-te quello di una devozione profonda e mi richiamaalla memoria quei 28 pionieri che nella domenicadel 10 gennaio 1909, proprio dopo la messa, sisono recati dal notaio per dar vita alla Istituzione.Un filo robusto unisce quel vitale nucleo ai prota-gonisti di oggi. Lo ricorda nell’omelia il celebrante,quando si sofferma sulle radici ideali, sulle qualiaffonda la lunga esperienza della banca. Su quelriferimento alla dottrina sociale della Chiesa, checostituisce un valore aggiunto alla identità coope-rativa. Una identità, quella della cooperazione, chetravalica ogni confine di riferimento ideologico, eche è capace, nei suoi valori, di attecchire in ognirealtà, e la cui forza ed originalità si estrinsecaappunto attraverso la compagine sociale. Chetrova, nello specifico di Palestrina, nell’aggettivo“cattolico” della originale denominazione sociale,un ancoraggio ad ideali, che rendono ancora piùalta la sua identità cooperativa perché vi innestaulteriori e forti motivazioni, che ne guidano l’ope-ratività quotidiana: di oggi e delle origini.Finita la Messa, all’uscita la banda cittadina inizia ilsolfeggio per accordare strumenti e tempi. Siforma un corteo: destinazione monumento deicaduti, per deporre una corona, in memoria diquelli che ci hanno lasciato. Una catena, alla qualesi sono aggiunti, proprio oggi, tre anelli. Li ricorda,con grande commozione, il presidente Cola: ilsocio Angelo Fiorentini, sarto, travolto da un auto;il socio Pietro Renzi, stroncato da un infarto; lasignora Irene Cianfriglia, deceduta a seguito di un

gravissimo incidente d’auto. La cerimonia si conclu-de davanti alla sede della banca, con alcuni branimusicali, eseguiti, con perizia, dalla banda cittadina.Il secondo tempo della giornata, nel pomeriggio,nella splendida cornice dell’agriturismo “CasalePepe”. Si respira l’aria della festa, in un happeninggioioso dove la fanno da padroni i soci, le lorofamiglie, i bambini. Con una breve, quanto intensaed efficace parentesi per un dialogo stringente trai soci e gli esponenti della “loro” banca. Un incon-tro, nel quale il presidente Cola traccia un veloceexcursus sull’attività della banca e sulle prospetti-ve per l’immediato futuro. Con una notizia chestrappa una vera e propria ovazione. È stata opzio-nata l’area, nella quale sorgerà la nuova strutturata,che sarà dotata anche di spazi adeguati per attivitàcongressuali e di incontro, aperti alle diverse com-ponenti locali. Numerosi gli ospiti, presenti all’in-contro, fra i quali autorevoli esponenti di altre BCCdel Lazio. Fra gli intervenuti, Rodolfo Lena, riconfer-mato sindaco di Palestrina, con un consenso di oltreil 65% degli elettori.“Sono orgoglioso di essere qui - ha affermato -

proprio come socio della nostra banca, che ricon-ferma di essere delle persone e che le persone siidentificano nella banca”. “E ciò che la distingue ecaratterizza - ha aggiunto - ed è con essa che lanostra comunità è cresciuta nel passato; cresceoggi e vogliamo che avvenga anche nel futuro”. Edinoltre, il direttore generale della federazioneLazio-Umbria e Sardegna, Paolo Grignaschi.” Lanostra vicinanza con la vostra BCC - ha sottolinea-to - si consolida giorno dopo giorno”. Ed ha cosìproseguito: ”La forza della compagine sociale è lachiave del successo delle BCC anche in un momen-to così difficile. Sono state capaci di fare sistema,confermando che uniti si vince”.

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Interessanti le veloci considerazioni del DirettoreGenerale, Sergio Castellazzi. “Fare banca - ha sotto-lineato - è sempre più difficile. Abbiate fiducia, tut-tavia, perché potete contare su una squadra moltomotivata e professionalmente preparata ad affron-tare le sfide più impegnative; che guarda certo ainumeri, ma soprattutto alle persone”.La parte finale dell’incontro è dedicata alla premia-zione dei soci, con più di 25 anni di appartenenzaalla compagine. Sono complessivamente quasi 70 isoci premiati, con la consegna di una medaglia

d’argento, opera del maestro Giulio De Angelis,coniata dalla Zecca dello Stato.Si scioglie l’incontro. Ma la festa continua, con lacena sociale e la serata, allietata dalla musica. Soloa notte fonda si spengono le luci. E domani? È un altro giorno, accompagnato dall’incessantequanto magico battito dell’orologio del centena-rio. Con un nuovo appuntamento: tutti presenti il 3luglio allo straordinario evento del concerto diEnnio Morricone.

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Mesi or sono venni contattato dal consigliere dellaBCC Alberto Briccetti il quale mi prospettava l’ideadi realizzare un documentario sulla BCC diPalestrina da proiettare in occasione dei festeggia-menti del suo centenario.Alberto si sarebbe occupato di scrivere la storia suicento anni della banca, di trovare il materiale foto-grafico, cartoline d’epoca, foto storiche sui perso-naggi, i luoghi per le riprese e di selezionare lemusiche. Io, con la mia azienda, che opera già daanni nel campo dell’animazione e della produzio-ne televisiva di curare gli aspetti tecnici: riprese,montaggio, grafica, 3d, mixaggio .Con il risultato che, in poco più di dieci minuti di fil-mato, si sono raccontati cento anni di storia dellanostra BCC arricchita da immagini, riprese filmate,grafici; con la voce di Mimmo Strati e con lo straor-dinario supporto di musiche del maestro EnnioMorricone.Insomma cento anni scanditi da tappe importantilegate da quel filo conduttore che dal 1909 ai gior-ni d’oggi ha fatto si che si desse vita a quella realtàche sul territorio in cui opera ha creato lo sviluppoeconomico, sociale e culturale.Ad Alberto va tutto il merito di aver avuto l’idea, disvilupparla e dirigerla. A me, e quindi alla miaazienda, la soddisfazione di tramutarla in un filmato.Mi sembra che l’obiettivo che ci eravamo prefissisia stato raggiunto: far conoscere ai soci, ai clientied al nostro territorio la storia della banca; sottouna veste nuova, attraverso l’utilizzo di tecnicheinnovative di comunicazione che ben si addiconoad una banca moderna.

Documentario:La nostra storia per immagini

DI GIANPIERO URBANI

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L’EVENTO

IL CONCERTO DIENNIO MORRICONE

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Serata magica. Il consiglio di amministrazione,quando ha deciso di porre come momento chiavedella celebrazione del centenario di fondazionedella banca il concerto di Ennio Morricone, conl’orchestra e coro dell’accademia nazionale diSanta Cecilia, sapeva di “toccare” le corde piùprofonde e sensibili della sua gente. Il successodell’evento ha superato, tuttavia, ogni più roseaaspettativa.

3 luglio: nella suggestiva cornice del tempio dellaFortuna Primigenia a Palestrina, nel terrazzo dellaCortina, sul grande palco allestito per l’occasione,per quasi due ore, sono echeggiate le note magi-che del concerto; 2700 le persone presenti, esatta-mente quante ne poteva contenere il suggestivobalcone davanti al museo archeologico nazionale,mentre altre miglia di persone hanno partecipatoall’evento, davanti al maxischermo, collocato nellapiazza Regina Margherita.

IL CONCERTO DIENNIO MORRICONE

DI GIOVANNI BARONE

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Porta il saluto il presidente Marcello Cola. La suaemozione, insieme alla grande soddisfazione per laperfetta riuscita dell’iniziativa, traspare perfino daltimbro della voce. Porta il saluto a tutte le autoritàpresenti - civili, religiose, militari, agli esponentidella Banca d’Italia ed ai numerosi esponentinazionali del Credito cooperativo ed a tutti i parte-cipanti - con sentimenti di gratitudine. Non citanomi perché l’elenco sarebbe particolarmentelungo ed alto il rischio di qualche omissione. Necita solo due: Franco Bernassola, organizzatoredella serata e Bruno Cagli, Presidente dell’Accade-mia di Santa Cecilia, che ha reso possibile questoevento. Ed inoltre la soicetà RC Media che ha cura-to tutti gli aspetti organizzativi. Un saluto calorosoha riservato al maestro Morricone, al quale ha con-segnato una medaglia, che la banca ha coniato perle “ grandi occasioni”. Un gesto molto apprezzato dal Maestro. Una rifles-sione, nel suo brevissimo saluto ai presenti, richia-mata con orgoglio, è legata ad una lunga traietto-

ria storica, che si è dipanata quasi 500 anni fa, chelega l’occasione di oggi alla nascita dell’Accademiadi Santa Cecilia, fondata dal “mito” di Palestrina PierLuigi, il quale probabilmente nelle sue passeggia-te, nello stesso luogo dove si svolge il concerto, hatrovato l’ispirazione per le sue composizioni, patri-monio universale dei cultori della grande musica. Ealla grande musica oggi è dedicato il concerto delpremio Oscar, genio italiano che tutti ci invidiano,Ennio Morricone. L’emozione è forte, fin dalleprime note, in un crescendo profondo e coinvol-gente, che accompagna l’esibizione dell’orchestrae del coro dell’accademia di Santa Cecilia. Con dueprotagonisti eccezionali: il soprano SusannaRigacci, voce vellutata e potente, e Gianni Perilli,solista Ciaramella. Gli applausi scroscianti, accom-pagnano l’esibizione, mentre una lunga, convinta ecalorosa standing ovation è la migliore prova delgradimento, che il pubblico esprime. Ancora una volta la BCC ha fatto centro.

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Ennio Morricone, Premio Oscar alla carriera per lesue musiche da film, è nato a Roma il 10 novembre1928.Compositore per il varietà, il teatro, la radio, la tele-visione ed il cinema, nel 1954 si diploma inComposizione al Conservatorio sotto la guida diGoffredo Petrassi.La sua carriera di compositore di musica per filmha inizio nel 1961 con Il Federale di Luciano Salce;ma è con i film western di Sergio Leone - Per unPugno di Dollari (1964), Per Qualche Dollaro in Più(1965), Il Buono, il Brutto, il Cattivo (1966), C’era unaVolta il West (1968), Giù la Testa (1971) - che diventafamoso in tutto il mondo. Dal 1960 Morricone hamusicato oltre 400 film lavorando con moltissimiregisti italiani ed internazionali (tra questi: SergioLeone, Gillo Pontecorvo, Pier Paolo Pasolini,Bernardo Bertolucci, Giuliano Montaldo, LinaWertmuller, Giuseppe Tornatore, Brian De Palma,Roman Polanski, Warren Beatty, Oliver Stone,Margarethe Von Trotta, Henry Verneuil, PedroAlmodovar). Tra i suoi film più noti: La Battaglia diAlgeri; Sacco e Vanzetti; Nuovo Cinema Paradiso; Laleggenda del Pianista sull’Oceano; Malena; TheUntouchables; C’era una volta in America; Mission; U-Turn. La sua produzione di Musica Assoluta com-prende più di 100 composizioni scritte dal 1946 adoggi. Alcuni titoli: Concerto per orchestra 1 (1957);Frammenti di Eros (1985);Rag in Frantumi (1986);Cantata per L’Europa (1988); UT, per tromba, archi epercussioni (1991); Ombra di Lontana Presenza(1997); Voci dal silenzio (2002);Sicilo ed altri fram-menti (2006); Vuoto di Anima Piena (2008).Ennio Morricone ha diretto varie orchestre in tuttoil mondo: l’Orchestra dell’Accademia di SantaCecilia, l’Orchestra Filarmonica della Scala,l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Budapest,l’Orquesta Nacionales de España (ONE), l’Orchestradella Radio Bavarese Monaco Rundfunk, la LondonSymphony Orchestra.Il 2 Febbraio 2007 è stato chiamato a dirigere unconcerto presso l’Assemblea Generale delleNazioni Unite per celebrare l’insediamento delnuovo Segretario Generale dell’ONU Banki Moon.

Nella sua lunga carriera ha ricevuto moltissimipremi tra cui 8 Nastri d’Argento, 5 Bafta, 5Nomination all’Oscar, 7 David Di Donatello, 3Golden Globe, 1 Grammy Award, 1 European FilmAward, oltre al Leone D’Oro e l’Oscar alla Carriera.Nel 2009 il Presidente della Repubblica Francese,Nicolas Sarkozy, lo ha nominato Cavaliere nell’or-dine della Legione d’Onore.

In campo discografico ha ricevuto 27 Dischi D’oro,7 Dischi di Platino, 3 Targhe.

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ENNIO MORRICONEMUSICA IN CELLULOIDE

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“Occorre saper fare il banchiere anche quando lecose vanno male”: nelle sue considerazioni finaliall’assemblea della Banca d’Italia, il GovernatoreMario Draghi, abbandona il sentiero dell’interven-to scritto. Lancia un messaggio “a braccio” per sol-lecitare chi amministra gli istituti di credito adavere lungimiranza nel concedere finanziamenti efidi. Con una precisazione: non si può chiedere alle

banche di allentare la prudenza nell’erogare il cre-dito perché non è nell’interesse della nostra eco-nomia un sistema bancario che metta a rischio l’in-tegrità dei bilanci e la fiducia di coloro che gli affi-dano i propri risparmi. Quel che si deve chiederealle nostre banche “è di affinare la capacità di rico-noscere il merito di credito nelle presenti eccezio-nali circostanze, con una attenzione straordinariaalle prospettive di mediolungo periodo delle

imprese che chiedono assistenza finanziaria”.Anche perché come confermano i risultati dellostress test le banche italiane hanno la capacità diresistere a scenari ancora più sfavorevoli dell’attua-le. Uno scenario, peraltro, che non consente ancoradi individuare con certezza una definitiva inversio-ne ciclica e che nonostante i recenti segnali diaffievolimento della fase più acuta della recessioneche provengono dai mercati finanziari, offre pro-spettive ancora negative per i prossimi mesi, conl’attesa di riduzioni dei livelli di occupazione e direddito, con riflessi negativi sui consumi e sugliinvestimenti. Un primo obiettivo, dunque perDraghi, è di attenuare la spirale negativa tra disoc-cupazione e consumi. Su un altro concetto insiste ilGovernatore della Banca d’Italia: sanare la feritache la crisi ha aperto nella fiducia collettiva, neimercati, nei loro protagonisti, nel futuro di milionidi persone. Con un monito: non si esce dal tunneldella recessione solo per effetto delle dinamicheglobali. Ogni Paese, infatti, affronta la crisi con lesue forze, le sue debolezze, la sua storia.“Dobbiamo essere capaci - afferma Draghi - dilevare la testa dalle angustie di oggi per vedere piùlontano”. Non con false speranze, ma neppuresenza speranza, perché uscire da questa crisi piùforti è possibile”. Sono riflessioni che il Governatoresviluppa ulteriormente in occasione dell’assem-blea dell’ABI, sulla scorta della relazione delPresidente dell’associazione, in alcuni passagginon priva di toni preoccupati per le polemiche,non sempre giustificate, che si riversano sul siste-ma bancario. Le raccoglie il ministro dell’Economia,Giulio Tremonti, con un vero “colpo di scena”, quan-do lancia una moratoria sui crediti in sofferenzadelle imprese ed un alleggerimento della pressio-ne fiscale su quelle partite, aprendo un confrontoimmediato tra Governo, sistema bancario edimprese. Un vero cambiamento di rotta per darerisposte al deterioramento dell’economia reale.Il sistema Paese necessita di una robusta iniezionesotto il profilo dei flussi creditizi per stimolare la cresci-ta. Ed ognuno dei protagonisti deve fare la sua parte.Vale anche per noi, banchieri “atipici”. La nostra BCC

Scenario:la ragione e la speranza

DI MARCELLO COLA

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raccoglie la sfida ed è impegnata sulla difficile ecomplessa frontiera, che ne caratterizza e distin-gue il suo lungo percorso storico. Perché è neimomenti difficili, come quello che stiamo vivendo,che si affrontano, con coraggio, le emergenze e chesi progetta e si costruisce il futuro delle comunitàche insistono della nostra specifica area operativadi mercato. Siamo una banca, certo, attenta allasana e prudente gestione. Ed è in questa direttrice,che utilizziamo gli strumenti creditizi, con la neces-saria duttilità e lungimiranza, perché convinti chelo stesso consolidamento e sviluppo della nostraistituzione, viaggia di pari passo con la crescita,economica e civile, delle nostre comunità.Veniamo da lontano e vogliamo andare lontano,senza farci deprimere dalle grandi difficoltà cheattraversano il nostro percorso. Sostenuti dallastessa nuova sfida che troviamo nell’enciclica delSanto Padre CARITAS in VERITATE. Anche perché lanostra storia, e ne siamo orgogliosi, è saldamenteradicata nella dottrina sociale della Chiesa, fin dallaRerum Novarurn di Leone XIII. Non era affatto un

caso che l’identità cattolica venisse sottolineatanella nostra originaria ragione sociale. Ed oggi chetutti sostengono l’esigenza di imprimere valorietici all’economia, come è emerso anche dal G8che si è svolto a L’Aquila, con al centro la personaed il lavoro, per ridisegnare davvero un nuovomodello per l’economia globale, così sapiente-mente delineato dall’irrompere nel dibattito, dellastraordinaria enciclica del Papa, ritroviamo la ten-sione positiva che scaturisce dalla nostra “missio-ne” che poggia su un solido codice etico, che è pro-prio peraltro della cooperazione. Un orgoglio checontinua ad orientare e rafforzare - perché le ban-che non sono tutte uguali - il nostro essere diffe-renti... Lo siamo e tali vogliamo restare.

LETTERA ENCICLICACARITAS IN VERITATE

DEL SOMMO PONTEFICEBENEDETTO XVI

AI VESCOVIAI PRESBITERIE AI DIACONI

ALLE PERSONECONSACRATE

AI FEDELI LAICIE A TUTTI GLI UOMINI

DI BUONA VOLONTÀSULLO SVILUPPO

UMANO INTEGRALENELLA CARITÀ

E NELLA VERITÀ

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Quando, alla fine degli anni ’70 del secolo scorso,durante gli scavi condotti da Valnea Santa MariaScrinari, allora funzionario archeologo dellaSoprintendenza del Lazio, nell’area urbana dell’an-tica Praeneste venne scoperto uno stupendo rilie-vo di marmo, raffigurante una cinghialessa cheallattava i suoi cuccioli, apparve subito chiaro chesi trattava di un ritrovamento eccezionale.Nel secondo supplemento dell’Enciclopediadell’Arte Antica del 1970, monumentale operaedita dalla Treccani e insostituibile strumento distudio e consultazione per gli archeologi, laScrinari, pur non fornendone una fotografia, giàsegnalava come l’opera fosse “simile, per stile, tec-nica e misura ai due rilievi Grimani del Museo diVienna”.In effetti il rilievo trovato a Palestrina non è unpezzo isolato, ma fa parte di una serie che, finora,può essere ricostruita con almeno quattro esem-plari: quello prenestino, due rilievi conservati alKunsthistoriches Museum di Vienna, raffigurantiuna leonessa ed una pecora con i propri cuccioli,ed un piccolo frammento dell’angolo di un quartorilievo che si trova a Budapest.Il ritrovamento a Palestrina del rilievo con la cin-ghialessa ha consentito di capire che tutta la serieha in realtà una origine prenestina.La storia è complessa e, per capire le fasi dellavicenda, bisogna ripercorrere un frammento dellastoria del collezionismo veneziano.Da molto tempo erano noti i due rilievi marmoreiconservati al Museo di Vienna, pubblicati nel 1965da V.M. Strocka come opere di ignoto luogo di ori-gine, di cui si ipotizzava la provenienza da scavieffettuati dalla famiglia Grimani nei loro possedi-menti a Roma, alle pendici del Quirinale.I rilievi erano confluiti nelle collezioni imperiali nel1855, dopo che, grazie alla mediazione del mercan-te d’arte Guggenheim, nel 1883 erano entrati inpossesso di Fürsten Johann del Lichtenstein. Essi, fino all’anno prima, il 1882, erano a Venezia, edavevano fatto parte della prestigiosa collezionedella famiglia Grimani.Domenico Grimani, nato nel 1451, umanista di

fama, amico di Poliziano e Pico della Mirandola,cardinale dal 1493, vivendo a lungo a Roma, avevaraccolto nel suo palazzo sul Quirinale le scultureritrovate durante gli scavi nella tenuta della fami-glia posta fra via del Tritone e via Barberini, tantoche l’odierna piazza Barberini si chiamava“Grimana”. E’ per questo che per i due rilievi conleonessa e pecora si era ipotizzata una provenien-za romana. Ma la scoperta a Palestrina del terzo rilievo con cin-ghialessa, di certo appartenente alla stessa serie,ha rimesso in discussione la questione: come sonofiniti nella collezione veneziana i due rilievi eviden-temente di provenienza prenestina? In realtà partedella tenuta romana dei Grimani passò, già all’ini-zio del XVII sec., ai Barberini: poiché questi, fin dal1630, erano proprietari di Palestrina, è possibileche in seguito a tali rapporti la famiglia Grimani siaentrata in possesso dei due rilievi. Essi potrebberoessere riconosciuti nelle “due tavole istoriate” ricor-date nei cataloghi Grimani del 1578, mentre laprima menzione sicura è in una descrizione delpalazzo veneziano nel XVII secolo.Il rilievo prenestino è stato trovato riutilizzato in unedificio di età tardo antica, il cosiddetto macellum,in realtà più probabilmente identificabile con lasede di un collegio, ma tutta la serie, databile in etàaugustea, doveva in origine appartenere alla deco-razione di una fontana, come provano i fori per letubature e l’uscita dell’acqua visibili su tutti i rilievi;la loro forma concava dimostra inoltre che le lastredovevano aderire ad una struttura semicircolare.Tutti raffigurano una scena di maternità, collocatain un ambiente naturale e campestre, che evocasentimenti di pace, serenità, prosperità e rinascita.Questi contenuti e l’intonazione idilliaca, che ricon-ducono alle iconografie di tradizione ellenistica ericordano le tematiche della poesia di Teocrito eVirgilio, sono il simbolo della propaganda dell’impe-ratore Augusto, che, anche attraverso le immagini,cercava il consenso alla sua politica, basato sul diffu-so ottimismo che doveva derivare dal “nuovo corso”. Dopo le guerre civili Augusto voleva impersonarela stabilità dello Stato, la sicurezza, la restitutio rei-

Il Museoe la Banca

DI SANDRA GATTI

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publicae, una sorta di rinascimento civile e morale,che, agli occhi delle masse, mitigasse, almeno for-malmente, il profondo cambiamento istituzionalein atto, di fatto in transito fra la repubblica e il prin-cipato – e dunque l’impero – presentato come sal-vifico e rigeneratore.Tutti i rilievi si contraddistinguono per l’ecceziona-le qualità artistica, per la perizia tecnica dell’esecu-zione, per la raffinata composizione, tanto chesono stati ricondotti alla stessa bottega che ha pro-dotto l’Ara Pacis di Roma. Sulla originaria collocazione delle lastre gli studio-si hanno formulato diverse ipotesi: se finora nesono note solo quattro, la presenza del numero XIinciso sul retro del rilievo di Palestrina ne farebbeipotizzare un numero maggiore, forse dodici comei mesi dell’anno. Filippo Coarelli ha proposto datempo di riconoscervi la originaria decorazionedell’emiciclo scoperto nel 1907 nell’attuale PiazzaRegina Margherita, l’antico Foro della città.L’edificio andrebbe identificato dunque con ilmonumento eretto in onore di Verrio Flacco, ilfamoso grammatico amico di Augusto e precetto-re dei suoi nipoti Gaio e Lucio, sul quale eranoesposti anche i fasti prenestini, il calendario incisosu lastre marmoree, in parte oggi conservato alMuseo Nazionale Romano.La serie di questi rilievi, dunque, come molti altri

capolavori di Praeneste, ha subito nel tempo vicen-de funeste e infelici di decontestualizzazione e didispersione, con il risultato che oggi la decorazionedello stesso monumento risulta divisa fra il museodi Palestrina, quello di Vienna, quello di Budapest,e, forse, anche il Museo Nazionale Romano, mentrela struttura muraria a cui forse tutto questo appar-teneva giace sotto la pavimentazione della piazzaprincipale della cittadina laziale, sotto il parcheg-gio delle automobili.Ma qualcosa si poteva fare, ed è stato fatto graziealla sensibilità ed alla disponibilità della Banca diCredito Cooperativo di Palestrina, da molti anni vici-na alle attività del Museo, alle sue iniziative culturali,attenta ai suoi suggerimenti ed alle sue proposte.L’idea di disporre delle copie dei rilievi conservati aVienna era da molti anni nel cospicuo archivio deimiei sogni irrealizzati e forse irrealizzabili, archiviocontinuamente incrementato dal desiderio di arric-chire il Museo e la città e di restituire loro quel ruoloprimario nel panorama culturale laziale, e forsenazionale, che le spetterebbe. La proposta di realiz-zare le copie dei tre rilievi per restituire al pubblico lavisione della serie completa nel Museo di Palestrinaè stata accolta con entusiasmo dal Presidente dellaBanca, Marcello Cola, e sostenuta con convinzionedal Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio,dottoressa Marina Sapelli Ragni.

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Le moderne tecniche di scansione laser permetto-no oggi di realizzare delle copie perfette di qualsia-si cosa, e dunque anche di beni culturali, e talemetodologia, che non comporta alcun contattodiretto con l’opera, è compatibile con tutte le esi-genze di conservazione più attente e con i dettamidella normativa vigente.Il museo di Vienna ha aderito con grande disponi-bilità alla nostra proposta, instaurando da subitouna proficua collaborazione in tal senso.Ma la realtà è andata persino al di là delle aspettative.La BCC, infatti, ha voluto di più. Ha previsto anche la realizzazione di una copia delnostro rilievo Grimani, da donare al Museo diVienna, ponendo le basi di una preziosa collabora-zione internazionale fra istituzioni museali. Havoluto inoltre la realizzazione di una seconda copiada donare al Museo dell’Arte Classica dell’Univer-

sità La Sapienza di Roma, che, come è noto, conser-va le copie di tutte le più rilevanti opere di sculturadell’arte greca e romana, a disposizione dei giova-ni studenti universitari di archeologia e storia del-l’arte, Museo che, incredibilmente, possiede lecopie in gesso dei rilievi di Vienna ma non di quel-lo prenestino.La realizzazione delle copie, affidata all’esperienzaed alla comprovata capacità della soc. Unocad, èormai in via di completamento e all’inizio del pros-simo autunno saremo in grado di presentare alpubblico il risultato di questa iniziativa che harichiesto tanto lavoro, tanto impegno, tanta fatica,ma che consentirà la ricomposizione di un conte-sto di eccezionale importanza, pur se in copia, earricchirà il Museo Prenestino di un prezioso tas-sello della storia della città.

Mosaico Nilotico, Museo Archeologico Nazionale Prenestino

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Un sistema in salute che continua a crescere quel-lo delle BCC del Lazio Umbria Sardegna sia pure inun contesto generale economico che va facendosisempre più difficile.L’assemblea si è svolta nella splendida Villa diMondragone, a Monteporzio Catone, vero gioielloarchitettonico, restaurata a metà del 1500.I lavori sono stati aperti dal presidente della BCCdei Castelli Romani, Domenico Caporicci, che hareso possibile l’incontro avendo curato ogni detta-glio per la migliore riuscita dell’accoglienza deinumerosi partecipanti.I numeri 2008 delle 27 banche associate sono piùche positivi con un utile netto complessivo di 80,8milioni e 274 milioni di valore aggiunto globalenetto prodotto dalle BCC in favore dei loro territo-ri, così come emerge dalla rendicontazione delBilancio Sociale e di Missione.Le BCC Federlus sono espressione di 53.624 soci econtano su una rete di 292 sportelli nelle tre regio-ni con 2.050 dipendenti al servizio del pubblico. Rilevante nell’anno la crescita degli impieghi(+11,8%) che hanno toccato quota 6,1 miliardi,mentre la raccolta totale è a 11,1 miliardi (+8,2%).

Le BCC continuano ad essere banche ben patrimo-nializzate con 990 milioni di patrimonio al 31dicembre scorso (+8,9%).“Le BCC Federlus - afferma il Presidente Liberati -sono impegnate al servizio delle economie locali in

26 giugno 2009Assemblea FEDERLUS

DI BRUNELLA VENIER

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55Villa Mondragone, Monteporzio Catone

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una fase che presenta una duplice sfida: da una parte non far mancare sostegno creditizio a famiglie eimprese in un contesto di generale restrizione creditizia e, dall’altra, proseguire l’impegno di adeguamen-to ai nuovi standard operativi in un contesto di Gruppo locale e nazionale sempre più coeso”.Adeguamento che è correlato alla progressiva realizzazione dei progetti di categoria a partire dal nuovoFondo Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo che rappresenta un salto di qualità nella tuteladella clientela e nella finanza di sistema per tutto il gruppo delle BCC.Il tutto ponendo sempre al centro gli interessi di soci e clienti. Le BCC, infatti, continua Liberati “sono banche che operano in stretta simbiosi con il territorio di riferi-mento in ottica mutualistica, con un modo di fare banca fondato sull’economia reale, piuttosto che sullaspeculazione finanziaria, sulla valorizzazione del territorio e su una relazione con il mercato basata sul-l’etica e non sul profitto fine a se stesso”. Un ruolo in questi tempi di grandi trasformazioni del sistema finanziario sempre più riconosciuto eapprezzato a conferma dell’esigenza di avere un sistema bancario articolato dove accanto ai grandigruppi possano coesistere le piccole banche locali nel rispetto della garanzie di concorrenzialità e plura-lità per i cittadini.

Interno di Villa Mondragone, Monteporzio Catone

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il Santo Padre Benedetto XVI hanominato il Cardinale Josè SaraivaMartins titolare della nostra DiocesiSuburbicaria di Palestrina.A Sua Eminenza, prefetto emerito dellacongregazione delle cause dei Santi, ilConsiglio di Amministrazione dellaBCC ha rivolto, anche a nome di tutti isoci, un deferente saluto con gli auguridi ogni migliore successo nel suo alto edimpegnativo compito.

José Card. SARAIVA MARTINS

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Ultim’ora: il ‘nostro’ Valerio CleriCampione del Mondo

di ALESSANDRA BATTAGLIA

Già Oro agli Europei nel 2008, vanto per il Tricoloreanche alle Olimpiadi di Pechino, quando sfiora unamadaglia e si classifica quarto, l’atleta prenestinoValerio Cleri, colleziona vittorie dando grandeprova di concentrazione ed ora, durante la XIII° edi-zione dei Campionati Mondiali di Nuoto, svetta sulgradino più alto del podio capitolino, in una dellegare più difficili ed estenuanti: i 25 km - 5 ore - inmare aperto.

Una forza della natura questo nostro ventisettenneche si impone, dominando il mare mosso, trasfor-mando la travolgente passione per il nuoto - colti-vata con determinazione innata sin da piccolissi-mo - nell’Oro che dà lustro alla nostra Città.Muscoli scattanti, che affila come lame per solcare

l’acqua ed aggiudicarsi successi, sono accompa-gnati da un sorriso mite: un prenestino di pocheparole e grandi risultati.

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