INSERTO DI SCOUT AVVENTURA N. 6 DI SETTEMBRE 2009...

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Ventunesima chiacchierata AUTODISCIPLINA Agesci • Scopriamo insieme B. – P. in SCOUTISMO PER RAGAZZI INSERTO DI SCOUT AVVENTURA N. 6 DI SETTEMBRE 2009 a cura della redazione di SCOUT Avventura – [email protected] 16 tante non è protesta- re, non è litigare su chi deve fare le cose, quan- to il farle. Così lavorano silenziosa- mente i grandi. Grande è chi si mette a servizio dei più piccoli in silenzio, senza esitare né magnicarsi. È più importante rimboccarsi le maniche senza pensarci troppo che aspettare che le cose si facciano da sole -anche perché non si è mai visto un pentolone lavarsi da solo!-. Pur di sciogliere qualche tensione, pur di rendere leggera ogni si- tuazione, i più grandi si mettono a disposizione dei più piccoli. Ser- vizio! Un pentolone non è che la cornice di un quadro; qualcuno il pentolone del latte lo avrebbe dovuto lavare, al di là di una punizio- ne, compito di Squadriglia, BA! Non è forse così in Squadriglia? Il Capo squadriglia è al servizio della sua Squadriglia; si fa carico dei compiti più noiosi e più dicili, non sbua, è paziente mentre in- segna ai più piccoli ciò che qualcuno più grande prima ha insegnato a lui, con umiltà, ricordando che anche a lui ha imparato a piccoli passi. I Capi Reparto lo sostengono. Ci si mette al servizio degli altri gratuitamente; solo così sarà facile vivere tutto con semplicità e allegria. E i veri grandi lo sanno: per ogni gesto che si compie basta un sor- riso, soprattutto quando si è più stanchi, scegliere di lavarlo personalmente il pentolone per far volare via la stanchezza. È proprio vero: insieme le gioie raddoppiano e le fa- tiche si dimezzano! È questo il segreto! Come nisce la storia? Ezio ha appena iniziato a lavare il pentolone che si trova accanto Alberto. Piuttosto che lo lavi tu lo lavo io! Beh, allora, laviamolo insieme!- dice sorri- dendo Ezio. La storia completa la trovi nel libro: “SEI MAI STATO A VALDISTECCOLI?” di Attilio Favilla

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LIN

A

Agesci • Scopriamo insieme B. – P. in SCOUTISMO PER RAGAZZIINSERTO DI SCOUT AVVENTURA N. 6 DI SETTEMBRE 2009

a cura della redazione di SCOUT Avventura – [email protected]

16

tant

e no

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esta

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, non

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tigar

e su

chi

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re le

cos

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vizi

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215

Imm

agina per un attimo che una m

attina il m

ondo si svegliasse senza regole, che ognuno si sentisse im

provvisamente libero di fare un

po’ quello che gli pare, libero di seguire il suo istinto, di non darsi alcuna regola. Ti alzi dal let-to m

a la tua mam

ma ha deciso che oggi rim

ane a dorm

ire per un’ora in più. Pronto per andare a scuola, scendi, aspetti il bus…

ma oggi l’autista

ha pensato bene che è meglio andare a pesca-

re e godersi una bella giornata di sole. Arrivi a

scuola e sorpresa… niente professori!

E così per sempre, ovunque, un m

ondo in cui ognuno fa ciò che vuole. Per quanto potrebbe funzionare? È davvero possibile seguire soltan-to le proprie “regole”, o m

eglio, nessuna regola? Forse a pensarci bene, ciò che regge in piedi il m

ondo è proprio il senso di responsabilità di chi decide

liberamen-

te di darsi delle regole e di ri-

spettarle, piut-tosto che farsi vincere

dalla tentazione di fare

solo il

proprio gio-

co. Funziona un po’ com

e funziona

una squadra: tutti si allenano per fare bene, ognuno ha un suo ruolo da rispettare, tutti devono collaborare e seguire le regole del gioco.

Vorrei raccontarvi una storia…

… A

l campo di “D

alli di Sopra” il Minghe

era il nostro cambusiere. La tenda cam

-busa non era m

ai stata così in ordine.M

inghe era andato in quel posticino dove

proprio non

poteva m

andare nessun altro…

Però Alberto, Capo

squadriglia delle Volpi aveva fret-ta, aveva bisogno di una scatola di fi am

miferi e non se la sentiva

di aspettare che il Minghe avesse

terminato la sua passeggiata salu-

tare…Entra, cerca i fi am

miferi, sposta il sac-

chetto del cacao, fa cadere due dadi da brodo, trova i fi amm

iferi, esce. (…

)Sei entrato in cam

busa! Laverai il pentolone del latte!Io non lo lavo! Se a m

ezzogiorno il pentolone non sarà stato lavato non ti darò da m

angiare.M

ancava un minuto a m

ezzogiorno, Alberto ostentava

indiff erenza al pentolone messo bene in vista al centro

del campo.

Ezio, facendosi ben vedere da tutti, prende il pento-lone e con una pagliettina di ferro si avvia verso il ruscello.

Baden Powell diceva che è necessario m

uoversi, restare ferm

i non serve a niente; andare avanti col sorriso sulle labbra è la scelta m

igliore che possiamo fare.

Come Ezio che, nel racconto, gioca la

parte di chi sceglie di non aggravare la si-tuazione e con la sua sem

plicità fa capire ad A

lberto e a tutto il Reparto che l’impor-

Coordinam

entoeditoriale: Paolo VanziniG

rafi ca e im

paginazione: Roberto C

avicchioliTesti di:Lucio C

ostantiniC

hiara FontanotStefano G

arzaroStefania M

artinielloErika Polim

eniSalvo Tom

archioFrancesca TrianiD

isegni di: B. –P.M

artina Acazi

Sara Dario

Anna D

emurtas

Chiara Fontanot

Pierre JoubertJean C

laudio Vinci

La lib

ertà

di d

arsi d

elle reg

ole

DI SA

LVO

TOM

ARCH

IO - D

ISEGN

I DI B.–P.

Lavia

mo in

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tolo

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I grand

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viz

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DI ERIKA

POLIM

ENI - D

ISEGN

I DI A

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A D

EMU

RTAS

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3

La s

celta

di r

inun

ciar

e ad

una

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ella

pro

pria

“lib

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inco

ndi-

zion

ata”

ci

rega

la d

unqu

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sibili

tà d

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ne,

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o co

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il m

agnifi c

o do

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vita

.Im

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t e

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a an

-ch

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ta sfi d

a: p

rend

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un im

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o co

n se

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ssi e

co

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con

cui

ogn

i gio

rno

cond

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iam

o la

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, sce

glie

re

liber

amen

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i dar

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lle r

egol

e e

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tarle

con

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i re-

spon

sabi

lità.

È

prop

rio q

uest

o ci

chi

ede

B.P.

nel

la su

a ch

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hier

ata,

util

izza

ndo

il te

rmin

e “a

utod

iscip

lina”

una

par

ola

che

può

suon

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un p

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ra-

na e

ant

ica

e ch

e no

n se

mbr

a, in

izia

lmen

te, a

ccor

dars

i fac

ilmen

te

con

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tà. E

ppur

e un

a pa

rola

che

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ice

mol

to d

elle

gui

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deg

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che

imm

agin

ava

già

100

anni

fa:

cap

aci

di p

rend

ersi

degl

i im

pegn

i e d

i risp

etta

rli,

capa

ci d

i mer

itare

fi du

cia,

cor

aggi

osi n

el-

le s

celte

diffi

cili

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tten

ti in

que

lle a

ppar

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men

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acili

, sem

pre

pron

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acc

etta

re le

sfi d

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lla v

ita, c

onvi

nti e

pro

nti a

met

ters

i al

serv

izio

deg

li al

tri.

In fo

ndo

se c

’è u

na le

zion

e co

mun

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le m

olte

-pl

ici e

sper

ienz

e di

vers

e ch

e fa

ccia

mo

nella

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sco

ut è

pro

prio

che

da

l risp

etto

del

le r

egol

e, d

alla

cap

acità

di r

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are

i pro

pri i

stin

ti,

di r

inun

ciar

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la t

enta

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nas

ce la

pos

sibili

tà d

i viv

ere

insie

-m

e le

avv

entu

re p

iù b

elle

. Aut

odisc

iplin

a è

deci

dere

che

è g

iust

o fa

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ene

a sc

uola

, aut

odisc

iplin

a è

deci

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di d

are

una

man

o a

casa

. Aut

odisc

iplin

a è

sceg

liere

di f

are

bene

il c

ompi

to c

he c

i ha

asse

gnat

o il

capo

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drig

lia o

, vi

ceve

rsa,

da

buo

n ca

posq

uadr

iglia

im

pegn

arsi

a

crea

re le

giu

ste

cond

izio

ni p

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ser

enam

ente

le

avve

ntur

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la p

ro-

pria

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drig

lia.

Che

cos’è

la li

ber-

qual

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fa

ce

lo su

gger

iva

anch

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cant

ante

e

funz

iona

anc

he

per

noi

scou

t: “

la

liber

non

è st

ar

sopr

a un

alb

ero,

non

è

nean

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il vo

lo d

i un

mos

cone

, la

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tà n

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uno

spa

zio

liber

o,

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par

teci

pazi

one”

.

IL P

ERCO

RSO

SU

MIS

URA

N

umer

o di

gio

cato

ri: u

na o

più

squa

drig

lie

Mat

eria

le o

ccor

rent

e: c

arta

e p

enna

, de

lle g

riglie

seg

na p

unti,

il m

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iale

nec

essa

rio p

er ci

ascu

na p

rova

In q

uest

o gi

oco

si m

ette

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pro

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tra

leal

tà, m

a an

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a ca

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à di

aut

o va

luta

zione

.Co

nsist

e ne

ll’eff e

ttua

re u

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rcor

so, s

ingo

larm

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o d

ivisi

in sq

uadr

iglie

, du

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e il

qual

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inco

ntra

no d

elle

pro

ve. C

iasc

una

prov

a ha

tre

livel

li di

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ffi co

ltà.

Il gi

ocat

ore

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lie, i

n ba

se a

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ropr

ie c

apac

ità, i

l liv

ello

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iffi c

oltà

e

aff ro

nta

la p

rova

. Se

ritie

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i ave

rla su

pera

ta, s

criv

e su

lla p

ropr

ia g

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de

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num

ero

che c

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pond

e al l

ivel

lo aff

ront

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(1 se

era

il pi

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ice, 2

se e

ra in

term

edio

, 3 se

era

il p

iù d

iffi c

ile).

Se la

pro

va n

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iene

su

pera

ta, v

anno

segn

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ti.Al

term

ine

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rove

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mm

ano

i pun

ti e

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e il

gioc

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e ch

e ha

to

taliz

zato

il m

iglio

r pun

tegg

io.

Ecco

alcu

ni e

sem

pi d

i pro

ve: p

rova

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radu

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l se

mpl

ice M

orse

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ggi a

più

codi

ci), p

rova

di r

esist

enza

(rim

aner

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-pe

si ad

un

ram

o pe

r 1,

3 o

5 m

inut

i), p

rova

di

no

di

(real

izza

re

un

nodo

pia

no, u

n no

do

par-

lato

o

una

gas-

sa

d’am

ante

), pr

ova

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mira

(c

olpi

re

un

bers

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io

post

o a

tre

dive

rse

di-

stan

ze)…

14

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413

Alessandro Manzoni ne I prom

essi sposi mette in bocca a un trem

ebon-do don Abbondio una frase rim

asta celebre: “Uno il coraggio non se lo

può dare”. Sulla sponda opposta Emilio Salgari – il creatore di personaggi

coraggiosi quali Sandokan o il Corsaro Nero, le cui straordinarie vicende

hanno fatto sognare parecchie generazioni di lettori – aff ermò: “U

no il coraggio se lo può dare, quindi se lo deve dare!”. Q

uanto a coraggio, il rom

anziere veronese credo ne abbia dimostrato parecchio nella sua esi-

stenza, non fosse altro che per far fronte ai contratti pressanti degli edi-tori, che lo sprem

ettero come una spugna costringendolo a produrre un

romanzo dopo l’altro. Fu, il suo, il coraggio di ogni giorno, quello che si

manifesta senza clam

ori e con il quale ciascuno di noi deve confrontarsi nelle piccole cose della vita, preludio a quelle più grandi e più im

pegnative nelle quali capiterà di im

battersi. Se dovessi orientarmi tra le due aff er-

mazioni, credo che opterei per la seconda; il che non vuole dire che io sia

sempre pronto ad assum

ermi tutto il coraggio necessario per aff rontare

le situazioni che dovessero richiederlo. Ho im

parato nel corso degli anni a riconoscere i m

iei limiti, e quindi a com

prendere quali eventi io sia in grado di aff rontare, quali no. Se, ad esem

pio, dovessero propormi di eff ettuare

LE CASELLE SEGNATE

N

umero di giocatori: quanti si vuole, divisi in squadriglie

M

ateriale occorrente: cartelloni, pennarelli, foglietti adesivi tipo

post-it, nastro o corda per delimitare le basi, una serie di cartoncini

quadrati rossi e verdi (lo stesso num

ero per ciascuna squadriglia).Ciascuna squadriglia ha a disposizione un cartellone sul quale è rappre-sentata una griglia di 20 per 20 caselle. N

el tempo m

assimo di 10 m

inuti, ciascuna squadriglia deve delim

itare la propria base e segnare sulla propria griglia 30 caselle (con un sim

bolo, un pallino, una lettera…). O

gni casella della griglia va coperta con un foglietto adesivo e il cartellone va posizio-nato al centro della base, e accanto i cartoncini rossi e quelli verdi.I giocatori si dividono in attaccanti e difensori.Al fi schio d’inizio gli attaccanti di ciascuna squadriglia partono alla ricerca delle altre basi e devono riuscire ad entrarvi senza farsi toccare dagli altri difensori.Se viene toccato, l’attaccante com

batte con il difensore (a scalpo, lotta dei galli, m

ora…) se vince l’attaccante, egli può entrare nella base avversaria,

se vince il difensore, l’attaccante deve andare alla ricerca di un’altra base.U

na volta entrato nella base l’attaccante può scoprire una sola casella, se è segnata raccoglie un cartoncino verde, se non lo è, raccoglie un cartoncino rosso e lo riporta in base, aggiungendolo ai propri. La casella scoperta va sem

pre ricoperta.Se più attaccanti riescono ad entrare in una base avversaria è im

portante attende-re il proprio turno, senza sbirciare la m

ossa dell’avversario. Inoltre è im

portante non cercare di sco-prire sem

pre la solita casella della stessa squadriglia, sa-pendo già che è segnata…Al term

ine del gioco van-no assegnati i punteggi, un punto in più per ciascun cartoncino verde e m

ezzo in m

eno per ciascun carton-cino rosso. Vince la squadriglia che ha to-talizzato il m

aggior punteggio.

IL CORAGGIO

DI O

GNI G

IORNO

La c

anoa

è mia

: spetta

a m

e salir

ci e…

pagaia

re!

DI LU

CIO CO

STAN

TINI - D

ISEGN

I DI JEA

N CA

LUD

IO V

INCI E PIERRE JO

UBERT

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12

un’ar

ram

pica

ta ch

e su

peri

un ce

rto

grad

o di

diffi

col

tà, c

redo

che

cerc

here

i di

sop

pesa

re b

ene

quan

to m

i att

ende

rebb

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onsa

pevo

le c

he il

cor

aggi

o,

da so

lo, n

on b

aste

rebb

e: d

ovre

i affi

anca

rlo co

n le

nec

essa

rie co

mpe

tenz

e te

cnich

e, al

trim

enti

sfoc

erei

nel

l’inc

oscie

nza.

Un

gior

no fu

chie

sto

allo

sca-

lato

re R

einh

old

Mes

sner

, con

quist

ator

e di

par

ecch

i “ot

tom

ila”,

se n

el co

rso

della

sua

lung

a es

perie

nza

alpi

nist

ica a

vess

e m

ai p

rova

to p

aura

. Risp

ose

che

la p

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lo a

ccom

pagn

a se

mpr

e ne

lle su

e im

pres

e. P

er a

ff ron

tarla

, ag-

giun

se, i

l cor

aggi

o da

solo

non

bas

ta: d

eve

esse

re a

ffi an

cato

da

pond

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tezz

a, ca

pacit

à di

val

utar

e i r

ischi

a cu

i si s

ta p

er a

ndar

e in

cont

ro, p

er n

on

dire

del

la n

eces

saria

pre

para

zione

atle

tica.

Per r

esta

re in

tem

a di g

rand

i impr

ese,

rico

rdo

cosa

di

sse

a un

inte

rvist

ator

e te

levi

sivo

un’an

ziana

sig

nora

mila

nese

, con

tagi

ata

fata

lmen

te d

alle

tr

aver

sate

des

ertic

he in

sol

itaria

. Al

ter

mi-

ne d

ell’a

ttra

vers

amen

to d

a so

la d

el t

errib

ile

dese

rto

di S

imps

on, i

n Au

stra

lia, l

e ve

nne

ri-m

arca

to c

he c

i vol

eva

un c

orag

gio

non

com

une

di fr

onte

a im

pres

e de

l gen

ere.

Pe

r qu

el c

he la

rig

uard

ava,

risp

ose,

ci

vole

va p

iù c

orag

gio

a… t

imbr

are

il ca

rtel

lino

ogni

mat

tina,

per

acc

e-de

re a

l pos

to d

i lav

oro,

che

per

at-

trav

ersa

re u

n de

sert

o! P

erso

nagg

io

ecce

ntric

o, s

i pot

rebb

e ob

iett

are.

Con

-co

rdo,

ma

anch

e la

sua

aff e

rmaz

ione

ci

richi

ama

al c

orag

gio

quot

idia

no,

quel

lo d

elle

picc

ole

cose

. Rifl e

ssio

ne

nece

ssar

ia, a

nche

per

ché

non

tutt

i sa-

rem

o ch

iam

ati n

ella

vita

a…

com

pier

e im

pres

e st

raor

dina

rie.

Il co

ragg

io è

la c

apac

ità d

i aff r

onta

re

senz

a ce

dim

enti

e co

n fo

rza

d’an

imo

situa

zioni

per

icolo

se, d

iffi c

ili e

a v

olte

an

che

peno

se. A

nche

se

ciasc

uno

di

fron

te a

tal

i situ

azio

ni r

ispon

derà

in

un m

odo

tutt

o su

o, fr

utto

del

l’edu

ca-

zione

rice

vuta

in fa

mig

lia e

tra

il gr

up-

po d

ei p

ari,

il co

ragg

io p

uò e

sser

e affi

-na

to, p

oten

ziato

; in

poch

e pa

role

:

Un

gioc

ator

e rim

arrà

in p

iedi

e d

ovrà

pos

izion

arsi

al c

entr

o de

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chio

ne

l pas

sagg

io su

cces

sivo.

Non

val

e se

ders

i nel

le se

die

vicin

e (a

des

tra

o a

sinist

ra) o

rise

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i sul

la p

ropr

ia. L

a le

altà

in q

uest

o gi

oco

cons

iste

anch

e ne

ll’ess

ere s

ince

ri co

n gl

i altr

i, alza

ndos

i qua

ndo

ci si

sent

e ide

ntifi

cati

dalla

fr

ase

del g

ioca

tore

al c

entr

o, a

nche

se

veng

ono

prop

oste

car

atte

ristic

he

non

visib

ili, c

ome

il co

lore

dei

calzi

ni o

i gu

sti e

gli

inte

ress

i.

GUER

RA T

RA P

OLL

AI

Num

ero

di g

ioca

tori:

qua

nti s

i vuo

le d

ivisi

in d

ue sq

uadr

e

Mat

eria

le o

ccor

rent

e: u

n cu

cchi

aio

per c

iasc

un g

ioca

tore

e d

elle

“uov

a” (p

allin

e da

pin

g po

ng).

I gio

cato

ri so

no d

ivisi

in d

ue sq

uadr

e e

ciasc

una

squa

dra

si po

sizio

na n

ella

pr

opria

met

à ca

mpo

. Su

l ca

mpo

da

gioc

o so

no

spar

se le

“uo

va”,

in n

ume-

ro u

gual

e pe

r cia

scun

a m

età

cam

po. L

o sc

opo

del g

ioco

è q

uello

di

ruba

re

il m

aggi

or

num

ero

di u

ova d

al

cam

po av

vers

ario

pe

r po

rtar

le n

el

prop

rio.

I gi

ocat

ori

però

de

vono

m

uove

rsi

com

e de

i gal

lett

i, ac

-co

vacc

iand

osi e

tene

ndo

le m

ani d

ietr

o la

schi

ena

con

il cu

cchi

aio

in m

ano.

Al fi

schi

o d’

inizi

o i g

alle

tti p

arto

no e

una

vol

ta su

pera

ta la

met

à ca

mpo

, se

nza,

togl

iere

le m

ani d

a di

etro

la sc

hien

a, ce

rcan

o di

spin

gere

con

il cu

c-ch

iaio

, le

uova

nel

pro

prio

pol

laio

poss

ibile

cerc

are

di o

stac

olar

e gl

i avv

ersa

ri. C

ome?

Lan

ciand

o de

lle v

ere

e pr

oprie

sfi d

e tr

a ga

llett

i. Pe

r sfi d

are

un a

vver

sario

biso

gna

tocc

arlo

col

pr

oprio

cucc

hiai

o (s

empr

e m

ante

nend

o le

man

i die

tro

la sc

hien

a). L

’avve

r-sa

rio si

dev

e fe

rmar

e e

lott

are

con

il gi

ocat

ore

che

lo h

a to

ccat

o, ce

rcan

do

di fa

rlo ca

dere

. Il g

ioca

tore

che

cade

per

prim

o de

ve a

bban

dona

re ci

ò ch

e st

ava

face

ndo

e to

rnar

e ne

lla p

ropr

ia m

età

cam

po, c

onta

re fi

no a

30

e rip

artir

e.Vi

nce

la s

quad

ra c

he a

l ter

min

e de

l gio

co h

a il

mag

gior

num

ero

di u

ova

nella

pro

pria

met

à ca

mpo

.

5

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INVITO

A CENA

N

umero di giocatori: una o più squadriglie

M

ateriale occorrente:

piatti, bicchieri

e posate,

cartoncini

segnaposto, carta e penna Q

uesto è un gioco molto utile

per confrontarsi e conoscersi, m

a anche e per risolvere even-tuali problem

i tra squadri-glieri. Affi nché il gioco rie-sca è fondam

entale essere sinceri e leali evitando di m

ettere in imbarazzo o

di giudicare gli altri gio-catori. I giocatori sono seduti tutti attorno ad un tavolo apparecchiato. Se si vogliono fare dom

ande mirate si fanno trovare

i posti a tavola già prestabiliti. Sotto ciascun piatto di ogni comm

ensale ci sarà una dom

anda, alla quale dovrà rispondere in assoluta sincerità. Potrà essere una dom

anda che riguarda il gruppo oppure la persona, che raccon-terà così qualcosa di sé. Si può procedere a turno o un giocatore, dopo aver risposto alla dom

anda, può chiam

arne un altro a sua scelta che girerà il piatto. È possibile anche girare la dom

anda ad un altro giocatore, consegnandogli il piatto (funziona com

e una sorta di “passo” e ciascuno lo può fare al massim

o una volta).N

on c’è vincitore in questo gioco, l’importante è m

ettersi in gioco con la voglia di ascoltare gli altri. “SI ALZIN

O TU

TTI QU

ELLI CHE…

Num

ero di giocatori: una o più squadriglie

Materiale occorrente: tante sedie quanti sono i giocatori m

eno una Tutti i giocatori sono seduti in cerchio, tranne uno che non ha la sedia e si posiziona al centro del cerchio. Il giocatore al centro dice: “Si alzino tutti quelli che…

” ad esempio “giocano a calcio” oppure “…

preferiscono il gelato al cioccolato”. Le persone che si riconoscono nelle descrizioni si devono alzare e scam

biarsi di posto con gli altri giocatori. Il giocatore al centro del cerchio deve a sua volta cercare di sedersi.

6

possiamo lavorarci su. Q

uando ci imbattiam

o in mom

enti in cui una scelta, diffi cile, si im

pone, due sono le strade: agire, o no. Nel dubbio, credo sia

sempre preferibile l’azione, a prescindere dal risultato, che potrà m

anife-starsi soltanto a cose concluse; agendo – che non vuol dire andare avanti

a testa bassa! – compirem

o magari degli errori e in-

contreremo ulteriori diffi coltà, m

a nel frattempo

avremo fatto esperienza, appreso anche

dagli sbagli e… fortifi cato il nostro

animo. Insom

ma: ci si può allenare al

coraggio! Scorrendo il Libro della Ge-nesi (12) notiam

o che Dio si rivolge ad Abram

o in modo perentorio: “Parti dal

tuo paese…”. Beh! N

on fu proprio una passeggiata. Di quanto coraggio dovet-

te dotarsi Abramo di fronte a quella

situazione? Ebbe fi ducia. In Dio, ma

anche in sé stesso, nelle sue capacità, risorse, nella sua intelligenza…

Questo

è il punto: fi darsi di sé stessi, dirsi “Ce la posso fare”, o, per lo meno: “Voglio

provarci!”. Certo, esitazioni, dubbi, incertezze, saranno sempre

lì, a due passi da me, dalle m

ie scelte, dalle mie profonde spinte

interne che magari m

i portano a risalire la corrente piuttosto che a farm

i trascinare da essa. C’è un fi lo sottile che separa il lasciarsi assim

ilare dagli altri, dai loro gusti e orientamenti e

le scelte che nascono da profonde spinte interiori che sentiamo

impellenti, com

e se comprendessim

o, in quel preciso mom

en-to, che è il tem

po di decidere, di agire, di andare. Controcor-rente. È il m

omento del coraggio. Credo che

uno scout dovrebbe coltivare il gusto per un m

odo di essere e di pensare non omo-

logato, per uscire dal gregge. Ricordate B.-P.? “Guida da te la tua canoa”. La linea di dem

arcazione è proprio qua: la canoa è m

ia, non di altri. Come la vita. Per sa-

lirci e iniziare a pagaiare ci vuole corag-gio. Se decidessim

o di restare a riva, a contem

plare semplicem

ente il fi ume,

credo che avremm

o dato meno senso

alla nostra esistenza.

11

METTO IN

GIO

CO LA

LEALT

À!

TESTO E D

ISEGNI D

I CHIARA FO

NTAN

OT

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10

B.P

nella

21 c

hiac

chie

rata

ci p

arla

anc

he d

i qua

nto

impo

rtan

te si

a la

forz

a d’

anim

o, e

di q

uant

o, p

ur-

trop

po, g

li uo

min

i ne

abbi

ano

ben

poca

! Pe

r m

o-st

rarc

i l’im

port

anza

del

la p

erse

vera

nza

e de

lla v

olon

nel c

onse

guire

gli

obie

ttiv

i prefi s

sati

ci ra

ccon

ta u

na st

oria

. Du

e ra

nocc

hi p

asse

ggia

ndo

per

la c

ampa

gna

s’im

batt

ono

in u

n gr

osso

co

nten

itore

colm

o di

pan

na. C

urio

si si

avvi

cinan

o e

com

incia

no a

sbirc

iare

al

l’int

erno

per

cap

ire c

osa

foss

e, m

a si

spor

gono

trop

po e

ci c

adon

o de

n-tr

o. S

ubito

il p

rimo

si ac

corg

e ch

e è

un li

quid

o m

olto

div

erso

dal

l’acq

ua a

cu

i era

abi

tuat

o, e

sopr

aff a

tto

dalla

pau

ra e

dal

lo sc

orag

giam

ento

si la

scia

an

dare

e a

nneg

a. L’

altr

o no

nost

ante

la n

ovità

e la

pau

ra, t

ira fu

ori t

utte

le

sue

forz

e e

com

incia

a n

uota

re, e

più

va

a fo

ndo,

più

nuo

ta c

on v

igor

e e

inte

nsità

. E p

ropr

io q

uand

o è

orm

ai a

llo st

rem

o de

lle su

e fo

rze,

gra

zie a

lla

forz

a e

alla

cos

tanz

a de

i suo

i mov

imen

ti, a

ccad

e un

a m

agia

. La

pann

a si

tras

form

a in

bur

ro, e

il ra

nocc

hio

si rit

rova

impr

ovvi

sam

ente

sano

e sa

lvo.

Ecco

, un

buon

espl

orat

ore e

una

buo

na gu

ida,

dov

rebb

ero

esse

re n

on co

me

il ra

nocc

hio

cora

ggio

so, m

a m

olto

mig

liori

di lu

i!In

fatt

i se i

l ran

occh

io co

ragg

ioso

foss

e sta

to an

cor p

iù fo

rte d

i qua

nto

ci ha

m

ostr

ato,

avr

ebbe

conv

into

l’am

ico

rano

cchi

o de

bole

ed

insic

uro

a te

n-ta

re, a

pro

vare

alm

eno

ad u

scire

da

quel

la s

ituaz

ione

. Se

l’ave

sse

fatt

o,

non

solo

si

sare

bber

o sa

lvat

i en

-tr

ambi

, ma

lo a

vreb

bero

fat

to c

on

men

o sf

orzo

e c

on m

età

della

fati-

ca!

Qua

ndo

siete

in

diffi

coltà

qui

ndi,

non

arre

ndet

evi,

e so

prat

tutt

o ce

r-ca

te q

ualcu

no c

on c

ui c

ondi

vide

re

i vos

tri c

rucc

i. Sp

esso

le s

oluz

ioni

so

no so

tto

i nos

tri o

cchi

, ma

poich

é sia

mo

trop

po p

resi

dal

prob

lem

a no

n riu

scia

mo

a ve

derle

. In

due n

on

solo

si v

ede

meg

lio, m

a ci

si so

stie

-ne

face

ndos

i cor

aggi

o a

vice

nda!

Vittor

io era

un

ragaz

zo m

olto

ricco

e int

ellige

nte, m

a po

vero

di aff

etto.

Non c

onob

be su

o pad

re, pe

rché m

orì

quan

do lu

i ave

va u

n an

no. S

ua m

adre

si ris

posò

quasi

im

media

tamen

te, m

a era

così

occu

pata

in via

ggi, b

alli

e rice

vimen

ti da n

on av

ere te

mpo p

er il fi

gliol

etto.

Vit-

torio

perse

anch

e i du

e frat

elli: G

iusep

pe m

orì a

poch

i me

si dall

a nasc

ita, m

entre

Giul

ia fu

mand

ata in

colle

gio

anco

ra ba

mbina

. Così

Vitto

rio fu

costr

etto a

trasc

orrere

i lu

nghi

anni

dell’i

nfanz

ia tut

to so

lo, se

nza u

n ami

co, n

el su

o eno

rme p

alazzo

di A

sti. N

on po

teva n

emme

no fr

e-qu

entar

e dei

comp

agni

di scu

ola, p

erché

avev

a un m

ae-

stro p

erson

ale ch

e vive

va co

n lui.

Le un

iche p

erson

e che

vede

va er

ano i

servi

tori, m

a cap

ite be

ne

che q

uesti

non p

oteva

no es

sere a

mici d

i gioc

o ide

ali. U

na vi

ta co

sì vuo

ta e n

oiosa

spins

e Vitt

orio

a dive

ntare

un ra

mmoll

ito, in

capace

di co

mbatt

ere pe

r un’i

dea c

he no

n foss

e il d

iverti

mento

più

stupid

o e lo

sprec

o del t

empo

. Qua

ndo V

ittori

o dive

nne u

n rag

azzo

, lo zio

Pelle

grino

che g

li face

va

da tu

tore l

o cos

trins

e a isc

rivers

i a un

a scu

ola. F

u un d

isastr

o. An

ziché

stud

iare,

Vittor

io cer

cava

solta

nto l’o

ccasio

ne di

scap

pare

per a

rruola

rsi ne

ll’eser

cito,

pens

ando

che l

a vita

milit

are fo

sse

la mi

gliore

occas

ione p

er spa

ssarse

la. Po

i, aiut

ato da

alcu

ni co

mpag

ni più

sagg

i di lu

i, si s

vegli

ò. Si

accors

e che

stav

a but

tando

via l

a sua

vita.

Scop

rì di a

vere

la tes

ta pie

na di

bellis

sime i

dee a

v-ve

nturos

e pron

te pe

r esse

re tra

sform

ate in

racco

nti fa

ntast

ici, m

a non

cono

sceva

n

é la

gramm

atica

né il

vocab

olario

per c

ui no

n pote

va sc

rivern

e nem

meno

una.

Allora

Vitt

orio d

ecise

di cam

biare

vita,

di rec

upera

re il t

empo

perdu

to e d

i rip

rende

re gli

stud

i che

avev

a but

tato v

ia. G

li ami

ci co

ntinu

avan

o a ch

ia-ma

rlo da

lla st

rada p

erché

li acco

mpag

nasse

nei lo

ro so

liti sa

ccheg

gi, m

a lui,

pe

r non

stacc

arsi d

ai lib

ri, si f

aceva

lega

re all

a sed

ia da

un se

rvitor

e. Co

sì, gra

zie al

la for

za di

volon

tà, si

costr

uì un

’arma

poten

tissim

a. Di

lì a p

oco

Vittor

io sar

ebbe

dive

ntato

un gr

ande

scrit

tore.

Avreb

be co

mpos

to po

e-sie

insup

erabil

i, dram

mi e

opere

teatr

ali ch

e lo a

vrebb

ero re

so im

mor-

tale.

Anco

ra og

gi ne

lle no

stre c

ittà c

i son

o vie,

piaz

ze e

sopra

ttutto

tea

tri de

dicati

a Vit

torio

Alfi er

i. La f

orza

di vo

lontà

può t

rasfor

mare

infatt

i un r

agaz

zo st

ordito

in un

gran

de pr

otago

nista.

Anch

e que

sta st

oria p

erò ha

un as

petto

nega

tivo:

le op

ere di

Vitto

rio

oggi

veng

ono s

tudiat

e a sc

uola,

dove

ci so

no ra

gazzi

che n

on ha

nno

la su

a stes

sa for

za di

volon

tà e c

he ga

llegg

iano i

n un l

etargo

di ne

b-bia

. Chi

riusci

rà a s

vegli

arli?

7

L’arm

a s

egret

a d

i Vit

torio

DI S

TEFA

NO

GA

RZA

RO -

DIS

EGN

I DI S

ARA

DA

RIO

In d

ue

è se

mpr

e m

egli

o!

D

I STE

FAN

IA M

ART

INIE

LLO

- D

ISEG

NI D

I B.-P

. E S

ARA

DA

RIO

Page 8: INSERTO DI SCOUT AVVENTURA N. 6 DI SETTEMBRE 2009 …valpantenauno.weebly.com/.../4/1/5/2/41525175/21._autodisciplina.pdf · vivere serenamente le avventure alla pro ... Al termine

La Squadriglia è un posto felice. Molto felice.

Ma se questo è vero, non è però autom

atico: come per tutti i m

eccanismi com

-plessi anche la Sq. ha bisogno di cura e m

anutenzione.Eccovi di seguito 5 piccoli trucchi (giochi) per m

antenerla effi ciente e felice:

IN SQUADRIGLIA CI SI DIVERTE.

Perché questo sia vero occorre che il gioco sia sempre parte

delle nostre attività di Sq. É bello iniziare o concludere sem

pre le nostre riunioni di Sq. con un giochino. Possiam

o affi dare il compito della preparazione

del gioco a turno ai diversi compo-

nenti della Sq., mentre il m

aestro dei giochi può occuparsi di raccogliere quelli che hanno avuto il m

aggiore successo in un quaderno dei giochi di Squadriglia. Un sim

ile manuale vi

tornerà sicuramente utile quando

dovrete preparare attività per il Re-parto e nei giorni di pioggia!

IN SQUADRIGLIA CI SI M

ESCOLA.Fa m

ale, malissim

o all’umore della Sq. sedere nelle nostre riunioni sem

pre ai soliti posti. N

on siamo a scuola e l’angolo di Sq. non è un’aula, quindi m

escolia-m

oci! Un modo sem

plice e divertente per farlo può essere questo GIOCHINO:

I componenti della Sq. hanno dieci secondi per disporsi in fi la secondo un crite-

rio scelto dal Capo Sq. (esempi: num

ero di scarpe crescente; ordine alfabetico del colore preferito o dello sport praticato, e così via). I com

ponenti della Sq. però non possono com

unicarsi le informazioni richieste durante i dieci secondi

di gioco, solo alla fi ne possono rivelarsi le informazioni necessarie e scoprire se

hanno indovinato o meno l’ordine in cui disporsi.

Finito il gioco ci si siede secondo l’ordine in cui si è capitati.

IN SQUADRIGLIA CI SI CON

OSCE.Ci sono m

olti giochi da fare in Sq. per testare la nostra conoscenza gli uni degli altri, io ve ne suggerisco uno, m

a potete sbizzarrire la fantasia.

89

Su c

ol m

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CAZI

INDOVINA CHI:

Il Capo Sq. attacca dietro la schiena di cia-scuno un bigliettino con scritto il nom

e di un altro com

ponente della Sq..A turno si m

ostra la schiena agli altri com-

pagni di Sq. e si rivolgono delle domande

per indovinare chi è la persona a cui si è stati “gem

ellati”, escludendo le caratteri-stiche solam

ente fi siche. (Esempi: m

i piace giocare a calcio? Sono un buon disegnato-re?). É possibile rispondere alle dom

ande solam

ente Sì o No.

IN SQUADRIGLIA SI COM

UNICA.Oltre le catene di Sq. un’idea carina e divertente è istitu-ire una Posta di Sq. É possibile avere una cassettina della posta nell’angolo di Sq. e distribuire la posta una volta la settim

ana, magari a riunione di Sq. o di

Reparto.

IN SQUADRIGLIA CI SI UNISCE.

...E per vedere quanto siete “uniti” provate a fare questo gioco:LA M

ATASSA: Un componente della Sq. tenendo in m

ano un gomi-

tolo di lana parla di sé per 15 secondi. Una volta fi nito lega il fi lo di lana intorno al polso e lancia il gom

itolo ad un altro com

ponente della Sq., che a sua volta parla 15 secondi di sé, poi si fa passare il fi lo intorno alla vita, quindi lancia il gom

i-tolo ad un terzo che fa lo stesso e così via. Alla fi ne nel più breve tem

po pos-sibile bisogna sbrogliare la m

atassa creatasi! È possibile cronom

etrarsi e sfi dare le al-tre Sq. a sbrogliare la m

atas-sa nel tem

po più breve!